calcio 2000 n.211

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foto Insidefoto/Image Sport Esclusiva Riccardo SAPONARA Esclusiva Paolo ROSSI Speciale COPA LIBERTADORES Esclusiva Giocondo MARTORELLI “RINATO AD EMPOLI” PABLITO, L’UOMO DEL MONDIALE L’ALTRA CHAMPIONS LEAGUE “SEMPRE SUL PEZZO” FOCUS ON - QUELLI SENZA NAZIONALE SPECIALE - I CATTIVI DEL CALCIO ESCLUSIVA Stefano MAURI CAPITANO VERO “JUVENTUS, il film della stagione 2014/2015” Speciale Stagione Juventus 2014/2015 Allegato a CALCIO2000 n. 211 Luglio 2015 - non vendibile separatamente EDIZIONE SPECIALE DA COLLEZIONE IN REGALO L’ALLEGATO Mensile | LUGLIO 2015 | N. 211 | Italia | Euro 3,90 IN OMAGGIO JUVENTUS SPECIALE Calcio 2 OOO il mensile diretto da FABRIZIO PONCIROLI

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Esclusiva Stefano MAURI: Capitano vero Riccardo SAPONARA: Il ragazzo delle sette anime Giocondo MARTORELLI: L'esperienza di Giocondo Paolo ROSSI: Semplicemente Rossi

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  • n altro anno, calcisticamente parlando, va in soffitta. Una stagione, ammettiamolo, decisa-mente emozionante. Penso al popolo bianco-nero. Beh, sfido chiunque a raccontarmi che aveva previsto tutto Laddio di Conte pote-va scatenare una serie di problematiche infi-

    nita ed, invece, San Allegri ha portato tranquillit e saggezza, mantenendo quella fame di vittorie che fa della Vecchia Signo-ra il modello vincente del calcio italiano. Per onorare al meglio la sublime cavalcata bianconera, ci sembrato opportuno re-galarvi un allegato, corposo e fotografico, che ripercorre il film dellindimenticabile stagione a tinte bianconere Ma, Juve a parte, ci sono stati altri club che hanno portato a casa consensi e sorrisi. Penso alla Lazio. Anche in questo caso, sfido chiunque a dirmi che era tutto ampiamente preventivato. Che fosse una buona squadra lo si sapeva, che diventasse, a mio giudizio, la vera sorpresa del torneo, ecco questo era difficile da prevede-re, anche con una sfera di cristallo E, quindi, spazio a Mau-ri, capitano di una Lazio, quella di Pioli, che ha dimostrato di potersi sedere al tavolo dei migliori e, soprattutto, poter dire anche la propria. Bei momenti, ma anche tragiche vicende (sem-pre calcisticamente parlando). A Milano, ad esempio, non se la passano bene, sia quelli che giacciono sulla sponda rossonera che i cugini dellaltra riva, quella nerazzurra. Tutto girato per il verso storto. Per fortuna il mercato gi entrato nel vivo e, conoscendo la voglia di primeggiare di entrambi i club, almeno avremo di che parlare durante la torrida estate che ci attende. Fatemi soffermare anche sullamato Calcio2000. Volevo ringra-ziare tutti voi che, nonostante lincessante correre del progresso tecnologico, ancora credete nella nostra/vostra rivista. Certo, da migliorare (sono il primo ad ammetterlo), si pu e deve fare di pi, ma, comunque, siamo ancora in corsa e questo gi un traguardo di cui andare fieri, considerato il periodo di vacche magre (a tutti i livelli). Come sapete, niente vacanze per Cal-cio2000. C da rilassarsi (ed esaltarsi) con il mercato estivo e poi si torner in campo, nella speranza che sia unaltra stagione da brividi. Chi ha fatto bene, vuole riconfermarsi Chi ha fatto male, sogna il riscatto. E noi, grazie a tutti voi, saremo in prima fila a gustarci quel che accadr

    Solo che poi, se ti abitui alle emozioni,le vuoi sempre,le pretendi ogni giorno

    L'EDITORIALE di Fabrizio PONCIROLI

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    Calcio2OOOAnnO 19 n. 7 LUGLIO 2015

    ISSN 1126-1056

    Registrazione al Tribunale di Milano n.362 del 21/06/1997 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione

    al n. 18246

    EDITORETC&C srl

    Strada Setteponti Levante 11452028 Terranuova Bracciolini (AR)

    Tel +39 055 9172741Fax +39 055 9170872

    DIRETTORE RESPONSABILEMichele Criscitiello

    DIRETTO DAFABRIzIO PONCIROLI

    REDAzIONEMarco Conterio, Luca Bargellini,

    Cristina Guerri, Gaetano Mocciaro,Chiara Biondini, Simone Bernabei,Lorenzo Marucci, Pietro Lazzerini,

    Tommaso Maschio, Lorenzo Di Benedetto.

    HANNO COLLABORATOAlessio Alaimo, Alessandro Cosattini,Gabriele Porri, Antonello Schiavello,

    Luca Gandini, Stefano Borgi, RaffaellaBon, Paolo Bardelli, Simone Toninato,

    Flavio Sirna, Renato Maisani,Carletto RTL, Thomas Saccani.

    FOTOGRAFIE Image Photo Agency

    (imagephotoagency.it),Federico De Luca,

    Agenzia Aldo Liverani,Porta/Photoviews.

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    STATISTICHE Redazione Calcio2000

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    Tel. +39 0303543439 Fax. +39 030349805

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    Via Ettore Bugatti, 1520142 Milano

    Tel +39 0289592.1Fax +39 0289500688

    www.calcio2000.it

    SOMMARIO N.211

    8 LA BOCCA DEL LEONE di Fabrizio Ponciroli

    10 INTERVISTA ESCLuSIVA STEFAnO MAURI di Fabrizio Ponciroli

    22 INTERVISTA ESCLuSIVA RICCARDO SAPOnARA di Raffaella Bon

    30 SPECIALE SEnZA AZZURRO di Luca Gandini

    36 SPECIALE I DURI DEL CALCIO di Pierfrancesco Trocchi

    42 SPECIALE COPA LIBERTADORES di Fabrizio Ponciroli

    48 SERIE B - CITTADELLA di Tommaso Maschio

    50 LEGA PRO - TERAMO di Alessandro Cosattini

    52 SERIE D - LUPA CASTELLI ROMAnI di Simone Toninato

    54 I RE DEL MERCATO GIOCOnDO MARTORELLI di Alessio Alaimo

    64 I GIGANTI DEL CALCIO PAOLO ROSSI di Lorenzo Marucci 76 STORIA ChAMPIOnS LEAGUE 1977/78 di Gabriele Porri

    80 ACCADDE A... MOnDIALE 1982 di Simone Toninato

    82 DOVE SONO FINITI? CARLO MURARO di Stefano Borgi

    CAMPIONATI STRANIERI86 SPAGnA di Paolo Bardelli88 InGhILTERRA di Simone Toninato90 GERMAnIA di Flavio Sirna92 FRAnCIA di Renato Maisani

    94 IL TIFO RACCONTA di Thomas Saccani

    98 SCOVATE da CARLETTO RTLNuMERO CHIuSO IL 31 MAGGIO 2015

    IL PROSSIMO NuMERO sar in edicola il 15 LuGLIO 2015

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  • LA BOCCA DEL LEONEdi Fabrizio POnCIROLI - foto Image Sport e Federico De Luca

    PER SCRIVERCI: [email protected]

    MAnCInI nOn DA InTERBuongiorno Direttore,le avevo scritto mesi fa e torno a farlo adesso che lInter uscita anche dallEu-ropa League della prossima stagione. Continuo a sentire persone che parlano bene di Mancini ma io non capisco. Con Mazzarri siamo andati in Europa League e con una rosa scarsa, questo ha avuto i giocatori che ha chiesto e non si qualificato. Io ho paura che son tutti bravi a parole ma sono i fatti che contano e Mancini non ha fatto nulla di buono da quando arrivato allInter. Anche Capello, quando tornato al Milan, ha fatto disastri e Mancini sta facendo uguale. Lei che ne pensa Diret-tore? Ho ragione o no?SalutiGiancarlo, mail firmata

    Buongiorno Giancarlo, allora un paio di considerazioni. Vero che Mancini non ha conquistato il pass per lEuropa, ma ricordiamoci anche che ha ereditato una squadra che era stata modellata sulle idee di un altro tecnico (Mazzar-ri). Secondo punto: vero che gli hanno comprato un paio di giocatori che cer-cava ma il Mancio ha, in mente, tutta unaltra squadra Credo che il vero

    banco di prova sar il prossimo anno. L non avr scuse: lInter dovr volare e Mancini lo sa bene

    ALLEGRI, ERRORE DI ChI?Direttore,sono un milanista deluso. Stagione da piangere con un allenatore da piangere. Ma come si fa a difendere una societ che manda via Allegri e punta su Inza-ghi? Io credo che Galliani e Berlusconi non siano pi quelli di una volta. Servo-no persone nuove e pi competenti ma mi sa che andremo avanti con loro due e faremo ancora male. Chi ha mandato via Allegri ha rovinato il Milan del pre-sente e del futuro. Direttore, si ricordi le statistiche!!! E il mio Milan.Mauro, mail firmata

    Non credo che la colpa della crisi del Milan sia riconducibile solo allallonta-namento di Allegri. Ritengo che si sia concluso un ciclo, vincente e duraturo. Quando tocchi il fondo, non semplice tornare a primeggiare. Bisogna dare fiducia al duo Berlusconi-Galliani. Se il Diavolo diventato il club pi titolato del mondo, il merito essenzialmente loro. Il calcio cambiato ma non detto che bisogna per forza cambiare

    tutto per tornare a vincere. Allegri al Milan non poteva restare, non cerano pi le condizioni. A volte capita

    COSA SERVE ALLA JUVE?Egregio Direttore Ponciroli,ogni giorno sento parlare di colpi paz-zeschi per il nostro attacco (sono tifoso della Juventus). Dybala, Cavani, Falcao, Van Persie e pure Icardi. Io non so se una buona idea cambiare una squadra che ha fatto tutto e lha fatto benissimo. A volte, per migliorare una squadra, la si rovina. Ad esempio, io uno come Llorente non lo manderei via. In fin dei conti il suo apporto lha dato quando stato chiamato. E se prendi uno forte, magari Morata non gioca pi e perde fiducia e poi se ne va. Vorrei una sua risposta. Complimenti per lintervista a Pepe, mi piaciuta molto.Alessio, mail firmata

    Ciao Alessio, concordo con te. Miglio-rare una squadra perfetta come la Juventus non facile, anzi si rischia di andare a squilibrare un meccanismo che, a conti fatti, risultato perfetto. Ma, tuttavia, normale ambire sempre a migliorare la propria squadra e Marotta un maestro in questambito.

    Ti dico cosa penso. Ormai concluso l'affare Dybala (giocatore che, a mio avviso, verr fatto crescere per poi prendere il posto di Tevez), non andrei a prendere nessun altro bomber, in particolare tra quelli citati. Terrei anche io Llorente e lascerei a Morata la possibilit di giocare ancor con pi continuit (e responsabilit). Piuttosto proseguirei nella caccia a giovani di grande interesse e futuro (Sturaro si rivelato un acquisto azzeccato). Ricor-diamo che torneranno a disposizione Caceres ed Asamoah

    TOP 11 DEL CAMPIOnATOGentile Direttore,sono Mattia, gestisco un blog, e leggo sempre con grande interesse sia la sua rivista che il suo editoriale su TMW. Vorrei chiederle un favore, se pu aiu-tarmi. Vorrei la sua Top 11, allenatore compreso, del campionato. Mi serve per una mia statistica che sto facendo. Mi renderebbe felice avere un suo parere in merito. Grazie e scusi il disturboMattia, mail firmata

    Ci mancherebbe, eccomi qua. Allora, a voler essere preciso, bisognerebbe ri-portare lundici titolare della Juventus,

    visto il dominio, assoluto, dei bianconeri in campionato ma provo ad essere di pi ampie vedute. Vado con il 4-3-3. Perin (Genoa), in porta, difesa, un po forzata, con Darmian, Bonucci e Chielli-ni. A centrocampo mi affido a Naing-golan, Pogba, Marchisio e Candreva. In avanti Tevez, Icardi e Toni. Diciamo che ho provato ad accontentare pi persone possibili

    RICEVIAMO & PUBBLIChIAMOAZZURRI In FIGURInE: VIADAnA CAPITALE DELLE FIGUUna storia tinta d'azzurro raccontata attraverso le figurine, un mito che si tramanda di generazione in genera-zione: dal 23 maggio al 21 giugno Viadana la capitale delle figu, grazie alla mostra Azzurri in Figurine, patrocinata dal Comune di Viadana, in collaborazione con Panini e la Galleria civica d'arte contemporanea Mu.Vi. e con il supporto dell'associazione Apeiron e di UnPOxEXPO. Quasi cin-quant'anni di calcio, ma di fatto anche

    di cultura, del nostro Paese: si parte dai Mondiali di Messico 1970, quelli della partita del secolo tra Italia e Germania, e si arriva sino al Mondia-le brasiliano del 2014 in una lunga cavalcata tra volti indimenticabili di eroi e avversari, maglie azzurre e arte applicata allo sport, il tutto grazie agli album appartenenti ad uno dei pi grandi esperti e collezionisti europei di figurine, Gianni Bellini, che al Mu.Vi. porter una preziosa parte della sua immensa collezione che gi ha ottenuto grande successo nelle precedenti mo-stre a San Felice sul Panaro nel 2010 e a Cattolica nel 2014. Oltre agli album, alcuni dei quali pezzi unici e pregiate rarit, saranno esposte anche una trentina di opere di artisti che, nel corso della loro carriera, si sono ispi-rati allo sport, e i disegni dedicati allo sport dei ragazzi delle societ sportive di Viadana. La mostra, ad ingresso gratuito, inaugurata sabato 23 mag-gio alle ore 17, rester aperta sino alle ore 19 di domenica 21 giugno.

    ROBERTO MANCINI MASSIMILIANO ALLEGRI PAULO DyBALA MATTIA PERIN

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  • ILTUTTOCAMPISTA

    AD INIzIO STAGIONE NON MAI CONSIDERATO POI, INVECE, TUTTI SI ACCORGONO DI MAURI

    di Fabrizio PONCIROLI

    foto Stefano PORTA/PHOTOVIEWS

    COPERTInA

    STEFANO MAURI

    COPERTInA / STEFANO MAURI

    CAPITANO VEROMauri la

    vera bandieradella Lazio...

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  • COPERTInA / STEFANO MAURI COPERTInA / STEFANO MAURI

    o aspettiamo nella storica Antica Pizze-ria da Giulio (anno di apertura, 1925). Tommaso, il gentilis-simo proprietario, ci vizia con pietanze

    dalto lignaggio. Poi, dimprovviso, ar-riva Stefano. Ha appena giocato, con la sua Lazio, a Bergamo. Non andata benissimo (Abbiamo giocato male, ci confida) ma il sorriso non lha perso. stato a casa di mamma, zona Monza, normale essere su di morale. Il tempo di prepararsi e via con lintervista

    Allora Stefano, oggi calciatore ma hai cominciato con il nuotoVero, i miei genitori non volevano che giocassi a calcio, cos mi hanno iscritto a nuoto. Ci hanno provato ma non era pro-prio il mio sport. Non mi divertivo affat-to, ricordo che piangevo quando dovevo andare in piscina. Cos, alla fine, si sono convinti e mi hanno permesso di andare a giocare a calcio, la mia vera passione.

    Immagino abbiano dovuto fare tanti sacrifici

    Esatto. I miei genitori lavoravano en-trambi. Mio nonno paterno e, a volte, anche loro, hanno fatto davvero tanti sa-crifici per permettermi di giocare ma ne valsa la pena (ride ndr).

    Quando hai capito che avevi le quali-t per sfondare?Forse il momento cruciale stato quan-do sono passato dal Meda, che giocava in Serie C2, al Modena, in Serie B. Li ho capito che potevo farcela. Poi sono stato fortunato perch, dopo un solo anno in

    Serie B, con il Modena siamo arrivati in Serie A.

    Si dice che il tuo sogno era fare lat-taccante?No, non vero, anzi ho cominciato come esterno sinistro quasi di difesa poi, con il passare degli anni, mi sono spostato a centrocampo e poi quasi a fare lat-taccante. Ho fatto il percorso inverso ri-spetto a tanti giocatori che cominciano in attacco e chiudono la carriera in difesa.

    Parliamo di BresciaTappa importante per la mia carriera. Ho avuto la fortuna di conoscere gran-di giocatori, come Roby Baggio e Di Biagio. Era lultimo anno di Roby ed stato fantastico giocarci insieme un fenomeno, nonostante tanti infortuni alle spalle, con il pallone era uno spettacolo.

    Per un ragazzo giovane come te, deve essere stato esaltante trovarti di fron-te Roby BaggioBeh s, allinizio un po di soggezione c stata ma poi, quando lo conosci, sco-pri che una persona squisita, con cui non puoi non andare daccordo.

    L

    GRAZIE AD ADIDASUn bel regalo,

    le scarpe autografatedi Stefano...

    I mIeI genItorInon volevanoche gIocassI a calcIo, cos mI hanno IscrItto a nuoto. cI hanno provato ma non era Il mIo sport

    PIZZAIOLO DOCEccolo mentre si diletta

    a preparare unaPizza da Tommaso...

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  • Mi dici i tre pi grandi giocatori con cui hai giocato ad oggi?uno Roby Baggio, poi ci metto Klose e Di Natale. Tot, quando lho conosciuto a udine, non era ancora quello degli ulti-mi anni ma si vedeva che aveva delle doti eccezionali.

    Ma come fa uno come Klose, alla sua et, ad essere ancora tanto decisivo e determinato?Ha una voglia matta di continuare a giocare a calcio, la sua vita. Cura ogni singolo dettaglio. Va a letto presto, man-gia sano e conduce una vita impeccabile. Poi, chiaro, ha delle qualit uniche come goleador.

    non scherza neanche Felipe Ander-sonHa dei numeri importanti, pu diventa-re un crack, anche se, durante la partita, ha ancora delle pause ma, con il passare degli anni, crescer sicuramente

    Torniamo alla tua carriera e soffer-miamoci su Udine

    Ho un piacevole ricordo delludinese. Al primo anno abbiamo conquistato la Champions League e, quindi, ho avuto la possibilit, per la prima volta nella mia carriera, di giocare nellEuropa che con-ta. stata una bellissima avventura.

    Poi arrivato il momento di cambiare e siamo alla Lazio. Come andata? vero, quando siamo usciti dalla Cham-pions League, avevo capito che era giun-to il momento di nuove sfide. arrivata

    la chiamata della Lazio e ho detto di s. Cera anche il Palermo, ma ho scelto la Lazio perch mi hanno voluto a tutti i costi. Sono stato uno dei primi colpi di Lotito (ride ndr).

    Lazio in cui sei subito diventato pro-tagonista, anche se il primo trofeo (Coppa Italia ndr) non ti ha visto in campo nella finale vero, sono stato in panchina, speravo di entrare ma non accaduto. Comunque stata unemozione fortissima. Ricordo che, alla vigilia, ero agitatissimo.

    Vincere a Roma, poi, ha un sapore unicoS, se vinci due partite, qui ti amano alla follia, se ne perdi altrettante, allora crisi nerissima. Comunque, quando li hai dalla tua parte, ti danno una spinta incre-dibile. Lo si visto quando, nelle ultime gare, sono venuti in 50.000 allo stadio, un calore pazzesco.

    Come mai uno come te, alla fine, gio-ca sempre?

    ho gIocato con roby baggIo.un fenomeno,

    nonostante tantI InfortunI alle spalle, con Il pallone era uno

    spettacolo

    Guarda, in ritiro pre campionato, leg-gendo i giornali, nessuno mi d mai ti-tolare ma, con il passare del tempo, mi ritrovo sempre a giocare con continuit. Probabilmente perch ho un senso tattico innato che pu tornare utili a qualsiasi giocatore. So adattarmi a qualsiasi ruolo e modulo, una qualit che, alla fine, mi ha sempre aiutato moltissimo nella mia carriera.

    Grande senso tattico, quindi futuro da allenatore?Non so, sicuramente mi piacerebbe re-stare nel mondo del calcio.

    Mi scegli tre gol ai quali sei pi le-gato?Ce ne sono tanti, per fortuna ho segna-to diversi gol nella mia carriera, anche se diversi brutti, stile Inzaghi (ride ndr). Ricordo un gol contro ludinese al volo, poi ci sono stati i tre gol nel Derby. Forse, in assoluto, il gol, in rovesciata, contro il Napoli (Lazio-Napoli 3-1, stagione 2011/12 ndr) resta il pi bello, quello che mi piace ricordare di pi.

    Parliamo di allenatori A chi devi dire grazie?Devo ringraziare De Biasi perch mi ha portato a Brescia e mi ha fatto esordire in Serie A. Con lui sono cresciuto mol-to. Molto preparato Spalletti ma ricordo con affetto anche Reja e, ovviamente, Pioli.

    Ecco, Pioli. Te lo aspettavi cos decisi-vo su una panchina importante come quella della Lazio?Mi ha stupito, onestamente non me la-spettavo cos preparato, sia sullaspetto

    a roma tuttospecIale. se

    vIncI 2 partIte,quI tI amano alla follIa,se ne perdI altrettante,

    allora crIsI nerIssIma

    ECCO IL LAVORO FINITOStefano presenta,

    insieme al titolareTommaso, la sua

    opera d'arte

    SEMPRE A TESTA ALTA Comunque sia,

    Mauri unoche non si

    abbatte mai

    COPERTInA / STEFANO MAURI COPERTInA / STEFANO MAURI

    Calcio2OOOCalcio2OOO1514

  • COPERTInA / STEFANO MAURI COPERTInA / STEFANO MAURI

    DA MEDAA ROMADi Fabrizio PonciroliDALLINTERREGIONALE ALLESSERE UNA BANDIERA DELLA LAzIO, LA LUNGA CORSA DI MAURI

    on mi piacciono le statistiche, io penso solo a gioca-re e a dare il mio contributo alla squadra. Parole di Mauri ma, alla fine, i numeri hanno sempre una loro valenza. Quando segni oltre 50 gol in Serie

    A, significa che hai lasciato il segno. Partito dal Meda, in Inter-regionale, Mauri arrivato a diventare una bandiera bianco-celeste, togliendosi diverse soddisfazioni. Dopo le esperienze a Modena, Brescia e Udinese, approda alla Lazio nel gennaio del 2006 (via Modena, club proprietario del cartellino). Esordisce in Coppa Italia, contro lInter (1-1). Il primo gol in maglia Lazio arriva nella sfida con il Chievo (2-2 finale). In breve tempo con-quista la casacca da titolare e non la molla pi. Il primo trofeo (Coppa Italia) giunge al termine della stagione 2008/09. Non gioca la finalissima ma realizza comunque due gol nella com-petizione. Arriva anche il trionfo in Supercoppa Italiana): 2-1 allInter, in quel di Pechino, con tanto di assist per il 2-0. La sta-gione 2012/13 esaltante. Con laddio di Rocchi a gennaio, diventa il capitano della squadra. Vince la sua seconda Coppa Italia, in finale contro la Roma (1-0). Lanno seguente viene fer-mato per la questione legata al calcioscommesse ma torna, a febbraio, pi carico che mai. Fa in tempo a segnare quattro gol in sole 12 gare di campionato. Sensazionale lultima annata, con record di reti in Serie A e una leadership totale, dentro e fuori dal campo. Da Meda a Roma, la storia di Stefano

    N

    LA CARRIERA DI MAURIStagione Squadra Campionato Totale

    Comp Pres Reti Pres Reti

    1998-1999 Meda CND 30 9 30 9

    1999-2000 Meda C2 21 1 21 1

    2000-2001 Meda C2 31 2 31 2

    2001-2002 Modena B 9 1 11 1

    2002-2003 Modena A 25 1 27 2

    2003-2004 Brescia A 30 7 31 7

    2004-2005 Udinese A 32 5 40 8

    2005/gen. 2006 Udinese A 16 0 25 1

    gen.-giu. 2006 Lazio A 15 2 17 2

    2006-2007 Lazio A 29 6 31 6

    2007-2008 Lazio A 24 3 33 3

    2008-2009 Lazio A 26 1 31 3

    2009-2010 Lazio A 35 3 44 4

    2010-2011 Lazio A 29 6 30 6

    2011-2012 Lazio A 16 4 19 5

    2012-2013 Lazio A 26 3 36 4

    2013-2014 Lazio A 12 4 12 4

    2014-2015 Lazio A 27 9 29 9

    * Dati aggiornati al 12/5/2015

    VOGLIA ANCORA DI LAZIO Il suo futuro?Si sente biancocelesteal 100%

    X15, LA SCARPADI STEFAnOIDEALE PER TUTTI I GIOCATORI CHE

    VANNO A CACCIA DELLECCELLENzA

    el calcio di oggi, avere la giusta scarpa fa la dif-ferenza tra una buona e uneccezionale prestazio-

    ne personale. Per questo motivo, ogni campione va a caccia della scarpa perfetta per esaltare le proprie doti. Mauri, testimonial adidas, si affidato alla nuova X15, la scarpa ideale per i giocatori che devono ragionare in fretta ma che devono anche garantire una certa imprevedibilit in attacco. Una scarpa allavanguardia, grazie al nuovo telaio a pi strati che avvol-ge il piede senza comprometterne la leggerezza. Il mio rapporto con adi-das grandioso. So che, con loro, ho

    sempre a disposizione il meglio in fatto di scarpe e questo mi aiuta particolar-mente quando devo scendere in campo, ci racconta lo stesso centrocampista in forza alla Lazio. LX15 ha caratteri-stiche uniche: la tomaia in eXoskin, nuovo materiale morbido e leggero per il cosiddetto Non Stop Grip. Inol-tre, laggiunta del collare techfit, offre una migliore calzata e maggiore com-

    pressione alla caviglia per il suppor-to dinamico oltre ad un tatto comodo. Infine la conformazione dei tacchetti (diversa da ACE) garantisce un miglior cambio di direzione durante il gioco, altra qualit fondamentale per chi deve essere sempre al posto giusto nel momento giusto Insomma, una scarpa decisamente di ottima fattura per chi cerca, continuamente, il topn

    Calcio2OOOCalcio2OOO1716

  • ODDO: CAPITANO VERODi Fabrizio PonciroliLEX BANDIERA BIANCOCELESTE: HA SAPuTO FARSI AMARE A ROMA CHE NON MAI FACILE

    assimo Oddo conosce benissimo Stefano Mauri. I due hanno giocato, fianco a fianco, per circa un anno. Rispetto reciproco, tra due capita-

    ni veri. Lex difensore biancoceleste ha solo parole al miele per lattuale centrocampista della Lazio: Credo che Stefano sia uno dei giocatori pi eclettici dellintero campionato italiano. La sua dote migliore indubbia-mente la grandissima intelligenza calcistica, dote che gli ha permesso di fare bene in questi anni e che, proba-bilmente, gli ha anche allungato la carriera. Ha unin-credibile capacit di mettersi sempre nel posto giusto in campo e questo un vantaggio, sia per lui che per qual-siasi allenatore. Oddo sa bene come sia complicato imporsi in una piazza come Roma: Io ho un ricordo bellissimo dei miei anni alla Lazio e ho conservato un ottimo rapporto con i tifosi. Loro amano pi la maglia dei giocatori, quindi non mai facile farsi amare. Lui l da tanti anni e questo significa che ha fatto breccia nel popolo biancoceleste, sia fuori che dentro al campo. Non facile ma Stefano ci riuscito alla grande, dando sempre tutto in campo e parlando sempre in maniera corretta fuori dal campo. Un carattere forte che gli ha consentito di essere un capitano modello: Ha im-parato bene da me Scherzo, se la merita quella fa-scia. un ruolo di grande responsabilit, io lo so bene ma credo che Stefano lo sappia e si stia comportando alla grande. Come se non bastasse ci sono anche di-versi gol: Ecco, un altro aspetto da non sottovalutare. Torniamo a quel senso innato della posizione che, an-che sotto porta, pu tornare utile. Quando segni cos tanto giocando non da punta, significa che hai un fee-ling particolare con la porta. Non pu essere un caso.

    M

    tattico che motivazionale. Sa far cresce-re anche benissimo i giovani e questa una dote rara. Io lo avevo avuto, per un mese, a Modena ma cresciuto moltis-simo in questi anni. Si messo in gioco in una piazza importante e difficile come Roma, ma andato alla grande.

    Stefano, come sta il calcio italiano?Sicuramente a livello di nomi, abbiamo perso tanto. una volta i pi forti erano tutti qua, ora non cos, anche se qual-che giocatore di livello tornato da noi, penso a Klose e Tevez. Sicuramente re-sta per un campionato molto difficile e tattico, quindi non facile far bene qui, per nessuno. Comunque, come han-no dimostrato i nostri risultati in Europa questanno, direi che stiamo tornando protagonisti.

    Eppure gli stadi sono sempre pi vuo-tiGuarda, per noi calciatori, pi gente viene allo stadio e meglio . difficile spiegare cosa si prova a giocare in sta-di semi vuoti. come andare a teatro e

    non avere pubblico. Sembra di giocare unamichevole. Per fortuna, allOlimpico, ci sono sempre pi di 30.000 persone, nelle ultime uscite anche 50.000. Ecco, qualcosa dovremmo fare, non so cosa, ma qualcosa dovremmo fare per riavere gli stadi pieni come un tempo.

    Mai pensato di andare a giocare alle-stero?Onestamente non c mai stata locca-sione Personalmente mi sarebbe pia-ciuto provare unesperienza allestero, magari in Spagna o in Germania.

    Parliamo della tua vita privata. Da Monza a Roma, un bel saltoAllinizio non mai stato facile. Ero abi-tuato a realt molto pi piccole. Sono stato a Modena, Brescia e udine, citt a misura duomo. A Roma tutto ingigan-tito allennesima potenza. Sai che giochi per tantissima gente e quindi ci vuole un po per abituarsi, anche se ladrenalina che respiri fantastica.

    Piatto preferito, film in cui ti sarebbe piaciuto essere protagonista e vacan-za ideale..."Piatto preferito sicuramente pasta alla carbonara, visto che mia mamma me la prepara fin da quando sono piccolo. Pure io me la preparo (ride ndr) Film? Mi sarebbe piaciuto essere il protagoni-sta di Fuori in 60 secondi, pellicola con Nicolas Cage. Vacanza ideale? Miami mi piace tantissimo perch si pu fare di tutto l.

    Quindi futuro in MLS? Pirlo ci sta pen-sando

    PENSIERI DI CALCIOPer ora Stefano

    ha in mentesolo il pallone...

    dIreI che Il gol pI bello della mIa carrIera

    quello realIzzatocontro Il napolI

    (lazIo-napolI 3-1,stagIone 2011/12 ndr)

    COPERTInA / STEFANO MAURI COPERTInA / STEFANO MAURI

    PER LE VIE DI MILANOOriginario di Monza,

    torna spesso al Nord...

    MASSIMO ODDO

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  • Intervista di Fabrizio Ponciroli

    intriga. Non mi piace il golf.

    Ora sappiamo davvero tutto del Capi-tano della Lazio Il tempo di dilettarsi con la creazione di una pizza allin-terno del ristorante e divertirsi a farsi immortalare vicino a graffiti milanesi ed ecco che giunto il tempo dei saluti. Il Capitano se ne va, certo di aver dato il suo contributo, come sempre

    ma penso sempre alla squadra.

    Tu come vivi il Derby con la Roma?In citt non si parla daltro, la rivalit tra romani e laziali continua ma, alla fine, a me piace questa cosa. Poi, quando arriva il Derby, la tensione spasmodica e l bisogna stare calmi.

    Mi dici un avversario che temi parti-colarmente?Quando devi giocare contro Pirlo sempre dura. Sai che ogni punizione a suo favore pu essere un problema. Questanno mi ha impressionato Tevez. Ho capito il perch sia stato luomo in pi della Juventus.

    Visto che ami Fuori in 60 secondi sarai appassionato di macchineS, in generale s.

    Ti ricordi la tua prima macchina?una Fiat Punto gialla.

    Videogame?No, neanche da giovane ci ho mai gio-cato. Sono appassionato di NBA, il ba-sket mi piace molto. Anche il tennis mi

    Adesso chiamo Pirlo e vedo che mi dice No, a parte le battute, io sono in scadenza con la Lazio e devo parlare con il presidente Lotito, ma non credo che ci saranno problemi. Comunque se dovesse arrivare una proposta interessante dal-lMLS la valuterei, questo sicuro.

    hai altri obiettivi a livello sportivo?Guarda, io penso sempre al bene della squadra. Io so che il calcio un gioco di squadra e come tale lo considero. Certo, ci sono degli obiettivi personali, ma pri-

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    CODICE DI E

    SEMPIO

    UCEB-21GR-L5M1

    COPERTInA / STEFANO MAURI

    GIOCATORE DUTTILE Mauri apprezzatoper la sua capacitdi giocare ovunque

    Calcio2OOO20

  • di Raffaella BON

    foto Federico DE LuCA

    InTERVISTA

    RICCARDO SAPONARA

    IL RAGAZZO DELLE

    SETTE AnIME

    FACCIA A FACCIA CON SAPONARA,UNO DEI GIOVANI TALENTI

    DEL NOSTRO CALCIO

    TALENTO PURISSIMOSaponara, la risposta

    a chi dice che non cisono fenomeni in Italia

    InTERVISTA / RICCARDO SAPONARA

    Calcio2OOOCalcio2OOO2322

  • InTERVISTA / RICCARDO SAPONARA InTERVISTA / RICCARDO SAPONARA

    hi lha detto che, in Italia, non ci sono giovani interessanti? Basta non fermarsi allapparenza e sca-vare fino in fondo Pensate a Sapona-

    ra, oggetto misterioso in maglia Milan (non per colpe sue) e, successivamente, nuovamente uomo cardine del favoloso Empoli griffato Sarri. Lo abbiamo inter-vistato, certi di trovare un ragazzo che ama le sfide, anche quelle impossibili

    Riccardo, iniziamo dalla tua esperien-za, agrodolce, con la casacca del Mi-lan stata unesperienza che mi ha forma-to come calciatore, nonostante non sia andata come speravo. Resta il fatto che, grazie questa avventura con la casacca del Diavolo, sono cresciuto tanto. Il Mi-lan mi ha lasciato tanto. La possibilit di confrontarmi con grandi campioni stata fondamentale per me. un bagaglio di emozioni che mi porter dietro per i

    prossimi anni.

    Parliamo anche del tuo rapporto con Inzaghi sempre stato buono, ha sempre avuto parole importanti per me, di assoluta sti-ma. Purtroppo le cose non sono andate per il verso giusto a livello di squadra, quindi non c mai stata la possibilit di darmi spazio in maniera importante. Onestamente non gli rimprovero niente e non ho nessun senso di rivalsa nei suoi confronti. Anzi, spero vivamente che si

    possa riscattare dopo questa annata non fortunata.

    A Milano, comunque, hai avuto la possibilit di respirare laria, decisa-mente unica, del DerbySicuramente si tratta di una partita completamente diversa da tutte le altre, soprattutto se sei un milanista come me. una partita che mi ha lasciato sensazioni ed emozioni indimenticabili. una serata davvero pazzesca ed incredibile che por-ter sempre con me, nel mio cuore.

    E poi hai visto Kak In tanti dicono che ci assomigliKak , senza ombra di dubbio, il gio-catore del Milan che mi ha impressiona-to maggiormente nella mia avventura in rossonero.

    Come mai, a tuo giudizio, in Italia cos difficile imporsi per un giovane azzurro?Forse pi difficile per le grandi squa-dre, dove c una concorrenza e delle

    GRAZIE MILLE SARRIIl tecnico dell'Empoli

    sta facendo un lavoro straordinario...C rapporto conInzaghI sempre stato buono, ha

    sempre avutoparole ImportantI

    per me, dIassoluta stIma

    TORNATO A CASAAll'Empoli ha ricominciato acorrere e segnare...

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  • InTERVISTA / RICCARDO SAPONARA InTERVISTA / RICCARDO SAPONARA

    GRAZIE ATZORIDi Raffaella BonRAVENNA 2008, SAPONARA VIENE INSERITO IN PRIMA SQUADRA DA UN ALLENATORE DI GRANDI VEDUTE

    arri lha plasmato ma Atzori, per cos dire, lha scoperto. Anno 2008, Saponara indos-sa la casacca del Ravenna.

    Ha 16 anni, tanti sogni e voglia di mettersi in luce. Il Ravenna allena-to da Atzori che, dando credito al suo istinto, decide di inserirlo in Pri-

    ma squadra, nonostante sia giovanissimo e senza esperienza a certi livelli. Una stagione doro per il giovane Saponara che colleziona sette presenze totali, tra cui una, in Coppa Ita-lia, contro il Genoa. Lattuale centrocampista dellEmpoli ha parole al miele per il suo ex mister: Ricordo che mi port in Prima squadra a Ravenna, nonostante allepoca fossi giovanis-simo. Atzori ha un bel ricordo del giovane Saponara: Lho lanciato nel calcio che conta quando aveva solo 16 anni. Ricor-do ancora la telefonata di Vitale, direttore sportivo dellEmpo-li, in cui mi chiedeva informazioni su questa giovane promessa. Parlavamo di un investimento importante per un ragazzino, circa 800.000 euro per la met del cartellino. Gli ho sempre detto che stava prendendo un assegno circolare tra le mani e cos stato continua Atzori - Posso anche aggiungere che, grazie alla sua esperienza allEmpoli, esploso, sia dal punto di vista fisico che tattico. Ha trovato delle persone eccezionali che sono state molto brave a farlo crescere nel giusto modo.

    S

    TANTI SOGNIPer ora l'Empoli ma,in futuro, la vogliadi un grande club

    UnA CARRIERA DI FRETTADi Thomas SaccaniSUBITO PROTAGONISTA NEL CALCIO CHE CONTA,

    GRAzIE AD UN TALENTO PRECOCE...

    Q uando, sin da giovanissimo, ti dicono che assomigli a Kak, non facile mantenere i piedi ben saldi per terra. Dopo aver mosso i primi passi, rispetti-vamente, con Sammartinese e Sporting Forl, grazie

    ad Atzori, si confronta con il calcio che conta a Ravenna. Set-te presenze nella stagione 2008/09 e poi ecco la chiamata dellEmpoli. Debutta, in cadetteria, contro lAtalanta. Nel suo primo anno in Serie B, colleziona 17 presenze ma nessun gol. Per quella bisogna aspettare lanno seguente: 26 settembre 2011, contro la Reggina. La stagione 2012/13 quella del-la consacrazione: 40 presenze con i toscani, con ben 13 gol allattivo. Arriva la chiamata del Milan che, durante la finestra di mercato di gennaio (stagione 2012/13) si gi assicu-rata la met del suo cartellino, per circa quattro milioni di euro. Sceglie la casacca numero 8 e debutta, con il Diavolo, contro il Parma, in campionato. Il 22 dicembre ha il privile-gio di giocare il Derby contro lInter, probabilmente il ricordo

    pi luccicante del suo anno e mezzo a Milano (in totale otto presenze e nessun gol). Al Milan non trova lo spazio che vor-rebbe e, quindi, nel gennaio del 2015, fa ritorno allEmpoli (formula del prestito con diritto di riscatto). la svolta. subi-to decisivo, arrivando a segnare sette reti in campionato (la sua prima, in assoluto, nella massima serie, contro lUdinese). Solo Maccarone ha fatto meglio (10) ma non il doppio del-le partite giocate Parallelamente una colonna dellUnder 21 dove impiegato regolarmente dal 2011 al 2013 (22 presenze totali, con tre reti). Tutto questo a soli 23 anni

    LA CARRIERA DI SAPOnARAStagione Squadra Serie Pres. Gol Pres. Tot

    Reti Tot.

    2008-2009 Ravenna 1D 3 0 7 0

    2010-2011 Empoli B 17 0 17 0

    2011-2012 Empoli B 30+2 1+0 34 1

    2012-2013 Empoli B 36+4 11+2 40 13

    2013-2014 Milan A 7 0 7 0

    2014-gen. 2015 Milan A 1 0 1 0

    gen.-giu. 2015 Empoli A 16 7 17 7

    * Dati aggiornati al 17/5/2015

    MILAN, ALTI E BASSIIn rossonero poche

    partite ma tantaesperienza

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  • InTERVISTA / RICCARDO SAPONARA

    Intervista di Raffaella Bon

    aspettative importanti. I top team hanno pressioni quotidiani altissime e, talvol-ta, preferiscono affidarsi a giocatori di maggior esperienza, che sappiano gesti-re certi momenti. Comunque, ultimamen-te, mi sembra che ci sia pi spazio, nel nostro calcio, per i giovani. Credo che sia una notizia positiva che aiuter sicura-mente il calcio italiano a tornare ai livelli di un tempo.

    AllEmpoli, invece, tutto fila sempre liscio. Cosa rappresenta per te questa piazza?Fondamentalmente sono cresciuto allEmpoli. Grazie a questa squadra, sono diventato un uomo e sono cresciu-to a livello calcistico. Ho avuto loppor-tunit di giocare prima in Serie B e poi in Serie A. Non posso dimenticare che, pagando cifre importanti per una societ come quella toscana, mi ha rivoluto dopo

    un anno e mezzo non fantastico per me, dandomi nuovamente la fiducia necessa-ria per tornare a giocare come so.

    Quale stato lallenatore che ti ha dato di pi durante la tua carriera?Sicuramente Sarri.

    Pregi e difetti del tecnico Sarri?Di pregi ne ha davvero tanti. Parliamo di una persona splendida con cui bello confrontarsi, su ogni argomento. Difetti? Forse un po troppo maniacale in tutto quello che fa ma forse non un difetto (Ride ndr).

    Spostiamoci sul ragazzo Riccardo Cibo preferito, film e luogo ideale dove andare in vacanzaPer il cibo vado sul sicuro: pasta e sushi.

    Per quanto riguarda il mio film preferi-to, ho un debole per Sette Amine di Will Smith. Luogo ideale dove andare in va-canza? Fammi pensare Direi Parigi.

    Parigi? Quindi pensi ad unesperien-za allestero, magari in Francia?Personalmente mi intrigano soprattutto il calcio spagnolo e quello inglese ma, al momento, non sento nessuna vocazio-ne che mi possa spingere e trasferirmi in un campionato allestero. Prima penso a fare bene in Italia.

    Ultima domanda: tra 10 anni sarai contento seSe mi sar affermato in un grande club.

    Ed ecco qua il giovane ambizioso che, nonostante la prima volta non sia an-data per il verso giusto, pronto a riprovarci. Sicuramente, in questo mer-cato, sar uno dei giocatori pi ambiti. In tanti hanno gi bussato alla porta dellEmpoli, per capire come avere questo centrocampista che abbina qua-lit e quantit, con anche una vena rea-lizzativa niente male. Testa sulle spalle e voglia di sacrificarsi, Saponara con-tinua il suo percorso di crescita, impa-rando da ogni esperienza, sicuro che, prima o poi, tutto torna utile

    personalmentemI IntrIganosoprattutto Il calcIo spagnolo e quello Inglesema ora penso allItalIa

    NON CI SI FERMA PIU'Dopo un grande anno,c' la voglia di fareancora meglio...

    Calcio2OOO28

  • IL CaLCIo ITaLIano e I SuoI mILLe PaRaDoSSI. SToRIa DI 11 CamPIonI Che non hanno maI avuTo

    L'onoRe DI InDoSSaRe La maGLIa DeLLa nazIonaLe

    SPECIALE

    SENzA AzzURRO

    SPECIALE / SENzA AZZURRO

    MIRAGGIO AZZURRO

    di Luca GANDINI

    Mvato. Ci sono capitani silenziosi, operai specializzati del pallone, recordman bizzosi e marcatori da cui meglio stare alla larga. e dalla panchina, gi si odono le direttive in dialetto triestino del c.t....

    I MINISTRI DELLA DIFESAe allora partiamo. Come portiere, spazio a SEBA-STIANO ROSSI (Cesena, 1964), il gigantesco estremo difensore del milan degli Invincibili. Formidabile nelle uscite alte grazie al metro e 97 di altezza, ma abi-le anche tra i pali per via dello spiccato senso del piazzamento, detiene tuttora il record di imbattibilit nel nostro campionato (929 minuti consecutivi senza subire gol). Romagnolo focoso, spesso al centro di clamorose polemiche, fu, nonostante tutto, uno dei migliori portieri degli anni '90, epoca in cui vinse 5

    Scudetti e una Champions League. Durante la gestio-ne Sacchi, venne convocato due volte in nazionale, ma non ebbe mai modo di esordire perch chiuso dai vari Gianluca Pagliuca, angelo Peruzzi e Luca marchegiani. maglia da terzino destro a GIUSEPPE BRUSCOLOTTI (Sassano, 1951). Storica bandiera del napoli e detentore del record di presenze in Serie a con il club partenopeo (387, distribuite in 16 stagioni), vinse il primo Scudetto al fianco di Maradona, oltre a 2 edizioni della Coppa Italia. uomo-spogliatoio, era il classico marcatore senza macchia e senza paura che s'incollava ai garretti dell'ala sinistra avversaria per tutti i 90 minuti. Soprannominato palo 'e fierro per via del fisico possente, deciso negli interventi ma mai sleale, non rientr mai nelle gerarchie di enzo Bearzot, che gli prefer prima Claudio Gentile e poi Beppe Bergomi. Come primo difensore centrale, chi meglio di FILIPPO GALLI (monza, 1963)? abile sia nella marcatura a uomo che in quella a zona, fece parte, con mauro Tassotti, Franco Baresi, Billy Costacurta

    eglio Dino zoff o Gigi Buffon? Chi fu pi grande tra Giacinto Facchetti e antonio Cabrini? e poi ancora: Gaetano Scirea o Franco Baresi? Giuseppe meazza o Gianni Rivera? Gigi Riva o Pablito Rossi? Proprio vero: schierare la mi-

    gliore formazione italiana di tutti i tempi da sempre compito arduo, grazie alla grande quantit di campio-ni espressa dalla nostra scuola calcistica in oltre un secolo di storia. Altrettanto difficile ipotizzare una Nazionale ideale composta da quei grandi giocatori che, per una ragione o per l'altra, la maglia azzurra non l'hanno in realt mai indossata. Chi perch inviso al commissario tecnico di turno, chi perch chiuso da campioni che hanno fatto epoca, chi ancora perch strappato alla vita troppo presto. noi ci abbiamo pro-

    manCa IL PaRon: Sarebbe stato bello vedere Rocco alla guida della nazionale

    ReCoRD Senza azzuRRo: Rossi ancora il titolare del record di imbattibilit in a, eppure...

    SeBaSTIano RoSSI

    neReo RoCCo e GIovannI TRaPaTTonI

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    e Paolo maldini, della difesa pi forte della storia del milan. nonostante una carriera funestata dagli infortuni, riusc a conquistare 3 Coppe dei Campioni. memorabile, in particolare, il successo sul Barcellona del 1994, quando, ormai veterano, mise la museruola al temibilissimo Romrio. non gioc mai in naziona-le maggiore, ma con l'olimpica partecip ai Giochi di Los Angeles '84, finendo quarto. Come secondo difensore centrale, un autentico asso: SERGIO BRIO (Lecce, 1956). Formidabile marcatore dalla stazza imponente, veloce ed imbattibile nel gioco aereo, vinse tutte le competizioni possibili con la maglia della Juventus. applicazione negli allenamenti, studio dell'avversario e grande umilt: ecco le armi segrete di un giocatore che avrebbe sicuramente meritato una chance in nazionale. La contemporanea presenza di tanti bravi stopper, da Fulvio Collovati a Riccardo Ferri, senza dimenticare Pietro vierchowod, gli chiuse per ogni porta. uno tra i difensori pi temuti nella storia del calcio italiano: provocatore, rissoso, ma

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  • SPECIALE / SENzA AZZURROSPECIALE / SENzA AZZURRO

    to campioni del mondo del calibro di Pietro Rava, Giovanni Ferrari ed eraldo monzeglio, oltre al sommo Gianni Rivera, Tagnin era un implacabile mediano marcatore che compensava le lacune a livello tecnico con corsa e spirito di sacrificio. Esord in Serie A con il Torino, la squadra per cui tifava da bambino, ma visse gli anni d'oro nella Grande Inter. Pupillo di helenio Herrera, annull il celebre Alfredo Di Stfano nella fi-nale di Coppa dei Campioni del 1964, primo trionfo in-ternazionale per i nerazzurri. In posizione centrale, a dettare i tempi della manovra, trova spazio AGOSTINO DI BARTOLOMEI (Roma, 1955 Castellabate, 1994), grande leader della Roma scudettata nel 1983. Capi-tano di poche parole ma dalla personalit svettante, non velocissimo ma in possesso di un tiro potente e preciso, era il centrocampista in grado di dare equi-librio alla squadra e di farla ripartire con la sapiente visione di gioco. Non furono sufficienti le 350 presen-ze e i 63 gol in Serie a con Roma, milan e Cesena. La maglia azzurra, per lui, rest inspiegabilmente una CaRLo TaGnIn

    IL PUPILLO DI HERRERATagnin ha vintotutto con l'Inter

    ma non bastato...

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    anche irriducibile marcatore. non passava di certo inosservato PASQUALE BRUNO (San Donato di Lecce, 1962). Ricopr tutti i ruoli difensivi, ma fu come terzino sinistro che contribu a fare del Como, nel 1986/87, la seconda miglior difesa del campionato. Con la Juventus vinse poi una Coppa Italia e una Coppa ueFa, ma il meglio della carriera lo visse al Torino, dove divenne l'idolo della Curva maratona. Persona gradevole fuori dal campo, nel rettangolo verde era un autentico mastino. memorabili alcuni duelli al calor bianco con marco van Basten, Roberto Baggio e Gianluca vialli. a testimoniare la sua caparbiet, an-che una positiva militanza in Scozia, terra di highlan-ders per eccellenza...

    CUORE, CERVELLO E POLMONIe passiamo ora al centrocampo, dove una maglia da titolare va sicuramente a CARLO TAGNIN (alessandria, 1932 alessandria, 2000). ennesimo prodotto del fertile vivaio alessandrino, una terra che ha sforna-

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    IL DuRo DeL naPoLI: nella lista dei non azzurri anche Bruscolotti CoLPa DeGLI aLTRI: Galli ha pagato i tanti campioni al fianco al Milan

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  • fantasia quasi sudamericana. Romano del Quartic-ciolo e tifoso della Lazio, tuttora un simbolo dell'or-goglio biancoceleste. Fantasista dai raffinati mezzi tecnici, anche se discontinuo, si rivel proprio con la maglia della sua squadra del cuore, da cui per fu ceduto ancora giovanissimo. non convinse appieno alla Juventus e al milan, dopodich visse una lunga e a tratti esaltante avventura in Premier League. Torn alla Lazio a 36 anni, giusto per segnare alla Roma in un incandescente derby capitolino. Per lui 9 presenze con l'under-21, ma nessun gettone con la nazionale maggiore. Il carattere spigoloso e l'indole ribelle non furono evidentemente fattori estranei alle mancate convocazioni... nel ruolo di centravanti, applausi per PIETRO PAOLO VIRDIS (Sassari, 1957). attaccante altruista, scaltro, abile di testa e in posses-so di fondamentali tecnici di prim'ordine. nonostante i 2 Scudetti, non brill nel suo periodo juventino, ma esplose definitivamente con il Milan. Capocannoniere del campionato nel 1986/87, realizz la celebre dop-

    chimera. Come terzo centrocampista, ecco ANGELO COLOMBO (mezzago, 1961), la littorina della Brianza, il biondo e infaticabile mediano del milan di arrigo Sacchi. Famosa la frase del tecnico di Fusignano, che una volta lo defin prezioso come Maradona. ammettiamo pure un pizzico di esagerazione, ma resta il fatto che Colombo fu un perno indispensabile nell'economia del gioco di quella squadra. Pur non essendo un goleador, segn una rete pesantissima al napoli nella 13 di andata del campionato 1987/88, dando il via alla clamorosa rimonta poi culminata nello Scudetto. nelle due Coppe dei Campioni con-secutive vinte dai rossoneri non salt mai una partita. Per lui anche l'esperienza con l'olimpica ai Giochi di Seoul '88, chiusi al quarto posto.

    ABILI E MAI ARRUOLATIabili, anzi abilissimi, ma mai arruolati, i tre attaccanti della nostra Top-11. a destra PAOLO DI CANIO (Roma, 1968), a inventare giocate di qualit dall'alto di una

    A LEZIONE DAL PARNe come c.t.? Lunga ed importante la lista dei maghi della panchina italiani che non hanno avuto la chan-ce di rappresentare la nazionale. noi scegliamo un nome che metter d'accordo tutti: NEREO ROCCO (Trieste, 1912, Trieste, 1979). Spesso ritenuto, a torto, portabandiera di un calcio ostruzionistico e catenacciaro, fu tecnico abile ad adattarsi a qualsiasi situazione di gioco. Impareggiabile nel creare uno spi-rito di gruppo, lanciando giovani talenti e rigenerando vecchi campioni ritenuti erroneamente al capolinea, fu consegnato alla storia dai tanti successi sulla panchina del milan: una Coppa Intercontinentale, 2 Coppe Campioni, 2 Coppe delle Coppe, 2 Scudetti e 3 Coppe Italia. Il parn vant anche un'esperienza alla guida della rappresentativa olimpica, al fianco di Gipo viani, ai Giochi di Roma '60, dove assapor per la prima volta la classe squisita di un diciassettenne alessandrino destinato a divenire il suo pi illustre discepolo: Gianni Rivera.

    pietta al San Paolo di napoli la stagione successiva, decidendo in pratica il discorso Scudetto. Galantuomo e professionista esemplare, contribu al successo nella Coppa dei Campioni 1988/89 con 3 reti, di cui una pesantissima nel pareggio casalingo contro la Stella Rossa. 101 gol in totale per lui in Serie a, ma mai nessuna presenza in nazionale. Si accontent dell'avventura olimpica a Seoul '88. altro campione fu FRANCO OSSOLA (varese, 1921 Superga, 1921), jolly d'attacco del Grande Torino, con cui vinse tutti e 5 gli Scudetti. Part come centravanti, ma nel corso della carriera si spost prima sulla fascia destra e infine su quella sinistra. micidiale goleador, nella stagione 1947/48 and in rete in 8 giornate consecutive (dalla 25 alla 32). Segn pure una doppietta nella vittorio-sa finale di Coppa Italia 1942/43 contro il Venezia. La Seconda Guerra mondiale e la limitata attivit inter-nazionale di quel periodo gli impedirono di vestire la maglia dell'Italia. mor a 28 anni non ancora compiuti nel tragico schianto di Superga.

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    PaSQuaLe BRuno aGoSTIno DI BaRToLomeISeRGIo BRIo PaoLo DI CanIofot

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    FoRSe TRoPPo CaTTIvo: Ci andato vicino ma non l'ha mai presa per davvero

    IL LeaDeR DeLLa Roma: Fantastico in giallorosso, eppure mai alfiere italiano

    L'avReBBe meRITaTa: Brio, fondamentale per la Juve non per la nazionale

    TuTTI I CoLoRI, non L'azzuRRo: Di Canio ha giocato in mille club ma non in nazionale

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  • YO SOY UN DURO,NO UN MALO

    ESSERE UN DURO, A VOLTE, PAGA RACCONTO DI GIOCATORI CHE SONO PASSATI

    ALLA STORIA PER ESSERE DEI GUERRIERI

    SPECIALEI DURI DEL CALCIO

    SPECIALE/ I DURI DEL CALCIO

    una percentuale di tifosi che ogni giorno accende la televisione per godersi le ulti-me delizie dei goleador, le geometrie pi raffinate, le azioni impeccabili dei Palloni dOro. Poi c unaltra percentuale, meno ampia, ma pi arcigna, degli instancabili romantici; di quelli che vivono una nostal-

    gia incontrollata per 90 minuto e le marcature a uomo dove persino laria rischiava di dover affrontare accerta-menti medici a fine partita. Il codice donore prima di tutto, al di l di perbenismi e interviste compiacenti a fine partita, applicato in singolar tenzoni di medievale memoria. Se pen-sate che i veri cattivi siano il portoghese Pepe, laffamato Suarez o lo schietto Chiellini, forse vi siete persi qualcosa. Iniziamo ora una sorta di Decameron, che, per, non ha la

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    LA FORZA DI BENETTILeadership e

    determinazione, le sue doti migliori

    ROMEO BENETTI

    di Pierfrancesco TROCCHI

    sua ambientazione sulle tranquille colline fiorentine, bens proprio nel ventre della peste. Sconsigliamo la passeggiata ai deboli di cuore e, per i pi arditi, raccomandiamo lutilizzo di parastinchi.Possiamo trovare il capostipite, il gran Khan dei cacciatori di taglie? Eccome. Siamo nel 66, precisamente nel conte-sto della semifinale mondiale tra il Portogallo e i padroni di casa inglesi. Per i lusitani gioca un certo Eusebio, pronto a disegnare calcio con la pi delicata grammatica. A marcarlo c un piccolo satanasso, un incendio perenne negli occhi e unarcata dentale mancante, che odia i professori. Rispon-de al nome di Norbert Stiles, ma si volta comunque se lo chiamate Il boia sdentato. Cresciuto nella non esattamente serena periferia di Manchester, il buon Nobby un mediano dal tackle puntuale e, quando serve, parecchio sgraziato.

    L'ANIMALE BRUNOIl difensore ha sempreruggito, in campoe fuori

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  • SPECIALE/ I DURI DEL CALCIOSPECIALE/ I DURI DEL CALCIO

    Lirlandese ha un ginocchio in frantumi, ma le orecchie funzio-nano benissimo. Troppo. Quattro anni pi tardi, in un contesto eufemisticamente caldo come il derby di Manchester, Keane prende il karma per i capelli e restituisce laffronto. Lo scan-dinavo ha appena il tempo per passare il pallone, prima di ricevere sulla gamba una tacchettata che riecheggia fino in Francia. Scontato quanto il cartellino rosso, arriva puntuale lo sfogo verbale sul corpo inerte di Haaland: Beccati questo, s*****o. Avevo aspettato abbastanza, dir serafico Roy. Doveste andare in Irlanda, fate attenzione a parlare.Manchester, sponda Devils, oltre ad essere regno di trofei, si dimostra essere terreno fertile per gli animi inquieti. Una ventina danni vi giocava un ragazzo dallaccento transal-pino che avrebbe fatto a pugni pure con lo specchio. Era riconoscibile al primo sguardo per larroganza del colletto tenuto verticalmente e un talento straordinario, divino. Eric Cantona era un calciatore atipico, tremendamente intelli-gente fuori e dentro il campo, cui, per, era stato sempre insegnato a colpire per primo. Da Montpellier lavevano cacciato per un calcio volante sul viso del malcapitato Jean-Claude Lemoult, suo compagno di squadra, reo di avergli rivolto parole poco accondiscendenti. Poi da Marsiglia al Ni-mes, esperienza durante la quale getta con forza il pallone contro larbitro in un incontro di Ligue 1 del 1991. Decide o,

    Sta facendo la fortuna del Manchester United, con il 4 sulle spalle ed una capacit dinterdizione inusuale. Nonostante giochi con le lenti a contatto a causa di una vista a dir poco compromessa, individua benissimo le tibie degli avversari. Anche quelle di Eusebio: la Pantera Negra tocca il pallone giusto per il calcio dinizio, quel giorno. Inutile ricordare come lInghilterra vinca poi il Mondiale, lunico transitato per la terra dAlbione fino ad ora. Grazie, anche, ad un mediano dalle ginocchia storte, ma solidissime come Stiles.Rimaniamo oltremanica, grembo di grandi soddisfazioni per la forza nera del calcio. Oltre a Vinnie Jones e alla sua Crazy gang (che meritano unattenzione pi marcata, vedi box), c un ragazzo di Cork, sangue irlandese, che spesso e volentieri gli sale alla testa. Si tratta di Roy Keane, di cui Sir Alex Ferguson, suo mentore in quel dellOld Trafford, ri-assume i tratti in maniera concisa: Aveva un atteggiamento intimidatorio da individuo feroce. Basta? S, sarebbe suffi-ciente, ma noi vogliamo raccontarvi un episodio altrettanto indicativo. Il norvegese Alf Inge Haaland un difensore del Leeds quando, nella stagione 1997/1998, interviene su Roy e gli fa saltare i legamenti anche lui non ha di certo un posto prenotato in paradiso. Si potrebbe ridurre la questio-ne ad una sfortunata coincidenza, se Haaland non urlasse in faccia a Keane, a terra dolorante, di smettere di simulare.

    nOMEn (nOn) OMEnDi Pierfrancesco TrocchiFORzA, CORAGGIO E QUELLA DUREzzA CHE TI RENDE UN

    GUERRIERO. IN UNA PAROLA: ROMEO BENETTI

    i parlava prima di Romeo Benetti. Come non ci-tarlo? Sampdoria, Milan, Juventus tra tutte, tra gli anni 60 e 80 ognuna delle sue squadre ha goduto di una determinazione e di un impeto che, senza di lui, non avrebbero posseduto. Un

    mediano vincente, tanto vigoroso sul campo quanto impec-cabile fuori, Benetti allanagrafe non evoca per nulla terrore e falli

    Lei si chiama Romeo, un nome di certo non adatto a un cattivo.Io sono gemello di una femmina, siamo nati a Verona. Non ebbero molta fantasia i miei genitori a chiamarci Giulietta e Romeo! Era un obbligo, direi (ride, ndr).

    Lei ha dichiarato: Grazie alla fama da cattivo, sono diventato pi bravo di quello che ero. la verit, gli avversari mi lasciavano spesso la palla per questo motivo.

    Questa reputazione meritata?Fui battezzato cos dalla stampa, quindi ero cattivo per tutti. Il mio successo principale fu questo: un giorno, in un luogo pubblico, una madre stava parlando con il proprio figlio che piangeva. Ad un certo punto disse: Se non stai zitto, chiamo Benetti. L mi accorsi di essere famoso (ride, ndr).

    Rocco si innamor di lei dopo un Sampdoria-Milan in cui

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    IL BOIA SDENTATOStiles, mediano daltackle puntuale e deciso

    NORBERT STILES

    VINNIE JONES oggi

    ROMEO BENETTI oggi

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    QUEI BRAVI RAGAZZIDi Pierfrancesco TrocchiSTORIA DI UNA SQUADRA CHE HA LASCIATO IL SEGNO,

    STORIA DEL WIMBLEDON DI VINNIE JONES

    imbledon non soltanto campi da tennis e aplomb britannico. Wimbledon per noi soprat-tutto la Crazy Gang, quel manipolo di folli che, nella stagione 1987/88, festeggi la F.A. Cup al suono del tonfo di una delle regine del cosiddet-

    to Culture Club, il Liverpool. Scordatevi le verticalizzazioni e il tiki taka, perch quella squadra era composta da mestie-ranti assetati, veri e propri galeotti mancati. Per darvi uni-dea, Gary Lineker sentenzi cos riguardo le prestazioni del-la gang: Il modo migliore per guardare il Wimbledon sul televideo. Cerano giocatori di scarsa misericordia, tra cui lattaccante John Fashanu, Dennis Wise (Sarebbe in grado di scatenare una rissa in una stanza vuota, ebbe a dire di lui Ferguson) e, soprattutto, quel Vinnie Jones capace di acca-parrarsi lespulsione pi veloce della storia: 3 secondi netti. Ribattezzato simpaticamente Psycho, Jones guida i compagni a traguardi impensabili per una provinciale, il tutto a colpi

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    aveva atterrato Trapattoni, Schnellinger e Cudicini in un solo colpo. La volle subito al Milan. vero, Rocco ci vide lungo. Gli serviva forza durto e io pote-vo dargliela. Furono sei anni meravigliosi con lui.

    Se giocasse adesso, quale giocatore marcherebbe volen-tieri per insegnargli come si sta in campo?Lideale sarebbe contro Messi, anche se la vedo un po difficile (ride, ndr). un giocatore un po scorbutico, nel senso che con la sua tecnica ti verrebbe voglia di sparargli, naturalmente in senso buono (ride, ndr).

    Secondo Lei chi stato il giocatore pi feroce della storia?Io sono stato eletto come il terzo giocatore pi cattivo al mondo, glielo ricordo!

    E quale la sua classifica definitiva?Vengo io, poi tutti in coda, chi siano non lo so (ride, ndr).

    Abbiamo passato in rassegna diversi cattivi, ma, se lo dice lui, meglio fidarsi sulla parola! Altrimenti ci arrabbiamo!

    di gomito, baruffe ed entrate da reclusione immediata. Il pezzo forte del Wimbledon FC covare e fomentare lodio negli avversari, soprattutto quando sono potenti e blasonati. Come quando il caro Vinnie, prima di una partita contro il Liverpool ce laveva con loro, pare chiaro appese un biglietto sopra al cartello This is Anfield con su scritto Bo-thered, la cui traduzione italiana pi nobile Che p***e!. Iconoclasti di mestiere, quei goodfellas hanno il merito di aver portato la classe operaia al Settimo Cielo.

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  • SPECIALE/ I DURI DEL CALCIOSPECIALE/ I DURI DEL CALCIO

    di peggio, perch ad un certo punto arriva in ritardo su Ma-radona e non tira indietro il piede. El Pibe si accascia al suolo con una caviglia in cocci. Diego si riprender nel giro di pochi mesi e diventer quello che conosciamo tutti, fortu-natamente. Goikoetxea, autore del fallo pi odiato della storia del calcio, si prender 18 giornate di squalifica e il risentimento di mezzo mondo. Ah, lorgoglio basco!Infine, rientriamo nei confini nazionali. Al di l di Romeo Be-netti (vedi box), la carta didentit del vero Terminator del pallone nostrano recita Pasquale Bruno. Recordman in Italia per quanto riguarda le giornate di squalifica una cinquan-tina sufficiente un aneddoto per tutti. Torino-Brescia, il 1993 e Bruno veste granata. Nel tunnel, incontra lattaccante delle Rondinelle Raducioiu: Guarda che oggi non ho voglia di correre. Il rumeno, evidentemente, non lo sente, perch ritorna a casa con 9 punti di sutura tra tallone e polpaccio. Avreste il coraggio di non ascoltarlo, voi?Tutti questi giocatori e quanti altri ne dimentichiamo! han-no messo in ogni minuto sul campo ogni battito del proprio cuore. Certo, a volte anche qualche tacchetto, ma il calcio gioco di cuore. Yo soy un duro, no un malo. Testo e musica di Andoni Goikoetxea.

    meglio, gli fanno decidere che con il calcio francese non pi cosa e viene spedito in Inghilterra. Inizia al Leeds, poi la grande occasione, il Manchester United. Qui 64 goal in 143 partite in maglia rossa e lalloro di calciatore del secolo per la tifoseria Red Devils non bastano a far dimenticare un fatto al limite della cinematografia. In casa del Crystal Palace, nel 1995, Cantona viene espulso e questo non ci sorprende. Mentre si allontana dal campo, i tifosi avversari insinuano a pi riprese una presunta dubbia moralit delle madri dei francesi. Come reagir il nostro Eric? Si avvicina ad uno di loro e ripete lacrobazia che gi Lemoult aveva potuto am-mirare da vicino. 120 giorni di servizi sociali, 80 giorni di squalifica. Serviva dirlo? Simply Cantona.Avviciniamoci alle nostre latitudini. Se leggiamo Marado-na vengono in mente due cose: miglior giocatore di sempre ed Andoni Goikoetxea. Andoni nel 1983 un ragazzone basco, difensore dellAtletic Bilbao, che il 24 settembre si trova di fronte il Barcellona del Pibe de Oro al Camp Nou. C da aggiungere un dettaglio: Goikoetxea un paio danni prima aveva spezzato un ginocchio al malcapitato Schuster, centrocampista blaugrana. Ergo, non che dagli spalti quel giorno gli regalassero caramelle. Quel giorno decide di fare

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    KEANE, IL FEROCEIn pochi sono

    stati aggressivicome l'ex United...

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    IL PAZZO ERICCantona, tanto talentoma anche "uscite"particolari

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  • SPECIALE

    COPA LIBERTADORES

    SPECIALE / COPA LIBERTADORES

    LALTRA COPPA DEI CAMPIOnIDA NOI VA DI MODA LA CHAMPIONS LEAGUE, INSUDAMERICA IMPAzzISCONOPER LA COPA LIBERTADORESdi Fabrizio PONCIROLIfoto Image Sport e Agenzia Liverani

    In Europa non c nulla di affascinante come la Champions League. In Sudame-rica non c nulla di affascinante come la Copa Libertadores Nata, nel lonta-no 1960, come Copa de Campeones de America, nel 1998, complice lingresso di uno sponsor dal peso specifico importan-

    te, diventa, per tutti, la Copa Toyota Libertadores. A seguire abbiamo, come sponsor (e, di conseguenza, nomi differen-ti), Santander e Bridgstone ma, per fortuna, resta immuta-to il senso della competizione: incoronare il club pi forte al di fuori dei confini europei. Diciamo che lArgentina ha, da sempre, un feeling particolare con questo torneo. Ben 23 volte, infatti, la Copa Libertadores ha visto trionfare un club argentino. A seguire il Brasile, fermo a quota 17. A livel-lo di club, la squadra regina della Libertadores risponde al nome dellIndependiente, capace di aggiudicarsela per ben sette volte. Tantissime, anche se lultimo trionfo risale al lontano 1984 (successo ai danni del Gremio). Una curiosit: lIndependiente non ha mai perso una finale di Libertadores: sette successi su altrettante presenze nellultimo atto. Subito dietro il Boca Juniors, con sei vittorie (e 10 finali disputate). La Libertadores un torneo decisamente particolare. Le sor-prese sono sempre dietro langolo. Nelle ultime tre edizioni, ad esempio, hanno vinto tre club che mai avevano alzato al cielo il trofeo dedicato ai Libertadores, gli eroi delle guerre di indipendenza delle nazioni latinoamericane. Nel 2012 toccato al Corinthians, lanno dopo allAtletico Mineiro e, lo scorso anno, al San Lorenzo. Ecco, rispetto alla Champions League, muove meno denaro (il vincitore si assicura circa sei milioni di dollari) ma il fascino notevole

    MISTER SPEnCERIn Champions League ci stiamo gustando la rivalit, per il

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    IL SOGNO SUDAMERICANOLa Libertadores l'ossessione dei club non europei

    Pel: Qualcuno che era pi bravo di me a colpire la palla di testa era Spencer. Io ero bravo ma lui era spettacolare nel col-pirla di testa. Il titolo di miglior marcatore del torneo (con assegno di circa 30.000 dollari) noto con il nome ufficiale di Alberto Spencer Trophy

    IL PORTIERE DEI RECORDSe Spencer il goleador di tutti i tempi, Ever Hugo Almeida si pu fregiare di un altro record altrettanto rimarchevole. Nessuno ha giocato pi gare di Libertadores di questo por-

    titolo di capocannoniere assoluto di tutti i tempi, tra Cristiano Ronaldo e Messi. In Copa Libertadores sar dura trovare chi possa fare meglio di Alberto Spencer. Lex stella di Pearol e Barcelona de Guayaquil, , dati alla mano, il goleador per eccellenza della storia della Copa America. Ben 54 le reti messi a segno dal bomber ecuadoregno. Noto con il so-prannome di Cabeza Magica, Spencer (deceduto nel 2006) , ancora oggi, un idolo assoluto in Ecuador, tanto da essere considerato il miglior giocatore di tutta la storia del Paese. Figlio di un giamaicano di origini inglesi, cresciuto nelle fila

    dellEverest, club ecuadoregno. Nel 1960 il suo passaggio al Pearol, club con cui vince tutto, comprese tre edizioni di Copa Libertadores (1960, 1961 e 1966). Si narra che, dopo il suo secondo successo in Coppa Intercontinentale (1966), sia stato ad un passo dal trasferirsi in Italia (allInter). Ben 11 le sue partecipazioni (nove con il Pearol e due con il Barcelona de Guayaquil) alla Libertadores. Ha segnato in ogni edi-zione cui ha preso parte, con leccellente performance nel-la stagione 1968: 14 presenze, 10 gol!!! Colpitore di testa spettacolare, ha ricevuto parole al miele anche da un certo

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  • TIFOSI IN DELIRIOCaldi ed appassionati, una Copa cheattrae attenzioni

    LA VORREBBE ANCHE IL PRINCIPEDopo la Champions,sarebbe bello averela Libertadores

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    li), , ad oggi, lunica squadra cilena ad aver alzato, almeno una volta, la Copa Libertadores. Lo storico evento acca-duto nelledizione 1991. Che fosse una stagione particolare per il Colo-Colo lo si era gi capito dalla fase a gironi: pri-mo posto con nove punti, frutto di tre successi su altrettante gare disputate. Negli ottavi arriva il successo ai danni dellU-niversitario. Il Nacional prova a fermarlo nei quarti, nulla da fare. Il capolavoro arriva in semifinale. Il Colo-Colo affronta il Boca Juniors. Allandata, in terra argentina, vittoria dei lo-cali per 1-0. Sembra finita ma, al ritorno, i cileni si impongo-no per 3-1 e volano in finale. Non una partita come le altre. A 8 dal fischio finale, i Los Albos sono fuori. Il Colo-Colo vin-ce ma per 2-1, risultato che varrebbe la qualificazione agli Xeneizes. Ma, all82, Ruben Martinez segna il suo secon-do gol nel match, la rete pi importante della sua carriera, quella che vale la sfida, nellultimo atto, contro i paraguaiani dellOlimpia. Nonostante lassenza di Dabrowsky (infortuna-to, miglior marcatore del torneo, per quanto riguarda il club di Jozic, con sei gol a referto), il Colo-Colo ci crede. Anda-ta, ad Asuncion, senza reti poi, al ritorno, al Monumental di Santiago, il Colo-Colo esagera: 3-0, con doppietta di Perez (non schierato nella gara dandata) e rete finale di Herrera. lapoteosi. Il Colo-Colo entra nelle leggenda. La formazio-

    tiere uruguaiano, classe 1948, naturalizzato paraguaiano nel 1975. Perch il Paraguay? Semplice, perch Almeida legato, in maniera indissolubile, allOlimpia, club calcistico di Asuncion, in Paraguay. Con La O (nickname dellOlimpia), Almeida ha giocato dal 1973 al 1991, conquistando tutti i titoli possibili, comprese due Copa Libertadores (la prima nel 1979, al seconda 11 anni pi tardi, nel 1990). Noto per la sua grande abilit nel parare i rigori, , ancora oggi, il giocatore con pi presenze in Libertadores: 113 per le-sattezza, tutte collezionate con lamata maglia dellOlimpia. Almeida lunico giocatore centenario del torneo. Nessuno, oltre al portiere dellOlimpia, ha superato quota 100 gettoni in Libertadores. Al secondo posto della classifica All Time tro-viamo Antony de Avila, fermatosi a 94 presenze (dal 1983 al 1998, con America de Cal e Barcelona de Guayaquil). Come nel caso di Spencer, difficile che qualcuno possa solo immaginare di poter scalzare Almeida dalla posizione nu-mero uno come giocatore con pi gettoni in Libertadores

    LA PRIMA VOLTATra le favole pi raggianti nella storia della Copa America, merita una certa attenzione limpresa firmata dal Colo-Colo. Noto per essere il club pi famoso del Cile (30 titoli naziona-

    2-0 in favore del club brasiliano). Per gli amanti delle sta-tistiche, sono stati ben 12 i duelli, in finale, tra compagini rispettivamente di Argentina e Brasile. Gli argentini ci sanno fare meglio: otto vittorie, a fronte di quattro sconfitte

    LEDIZIOnE DEL CAOSLa Copa Libertadores 2015, in corso di svolgimento, la 56esima edizione della massima competizione per club del Sudamerica. Al via si sono presentati 38 club, provenienti da 11 Paesi. La cavalcata del San Lorenzo, squadra detentrice del trofeo, si fermata immediatamente. Nella fase a gironi, il club argentino arrivato alle spalle di Corinthians e San Paolo, dicendo addio al sogno di bissare limpresa dellanno passato. Negli ottavi ben tre derby, due brasiliani e uno argentino. Il San Paolo si arreso al Cruzeiro (ai rigori) men-tre lInternacional ha eliminato lAtletico Mineiro. Purtroppo la sfida pi attesa, quella tra Boca Juniors e River Plate, si trasformata in un fatto di cronaca, invece che un manifesto ideologico del calcio. Dopo aver perso la gara dandata, il Boca, tra le mura amiche, non ha avuto la possibilit di provare a rimontare lo 0-1 dellandata. Il Superclasico, in-fatti, durato solo 45. Al rientro in campo, quattro gioca-tori Millonarios sono stati colpiti da una bomba lacrimogena

    ne di quella splendida realt nota ad ogni tifoso dei Los Albos: D.Morn, L.Garrido, M.Ramrez, J.Margas, E.Vilchez, J.Peralta, R.Espinoza, J.Pizarro, G.Mendoza (L.Herrera), L.Prez, M.Barticciotto. Allenatore il croato Jozic. Nomi en-trati nella leggenda

    RIVALIT InFInITAArgentina vs Brasile, il succo della Libertadores. Spesso i club pi rappresentativi dei due Paesi, calcisticamente parlando, pi brillanti del Sudamerica, si sono affrontati con in palio il massimo trofeo internazionale. Il primo scontro datato 1963. Il famoso Santos di Pel duella con un Boca Juniors desideroso di primeggiare in Sudamerica. Il successo va ai brasiliani, bravi ad imporsi in entrambe le sfide (3-2 e 2-1). Indimenticabile lepilogo del 1977, con vittoria del Boca Ju-niors, ai rigori, contro il Cruzeiro, dopo che le due sfide erano finite entrambe sull1-0 per le rispettive compagini. Anche nel 1992, il confronto (questa volta tra San Paolo e Newells, finisce ai penalty, con vittoria a favore dei brasiliani). In tem-pi recenti non si pu non citare Boca Juniors-Santos, edizione 2007, con largo trionfo degli Xeneizes (5-1 complessivo) e lultimo faccia a faccia, quello che ha visto il Corinthians pie-gare la resistenza ancora una volta del Boca Juniors (1-1 e

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  • SPECIALE / COPA LIBERTADORES SPECIALE / COPA LIBERTADORES

    CLUB VINCITORICOPA LIBERTADORES

    SquadraCoppeVinte

    FinaliGiocate

    Edizioni Vinte

    Independiente 7 7

    1964, 1965, 1972, 1973, 1974, 1975,

    1984

    Boca Juniors 6 101977, 1978, 2000, 2001, 2003, 2007

    Pearol 5 101960, 1961, 1966, 1982,

    1987

    Estudiantes 4 51968, 1969, 1970, 2009

    Olimpia 3 71979, 1990,

    2002

    San Paolo 3 61992, 1993,

    2005

    Nacional 3 61971, 1980,

    1988

    Santos 3 41962, 1963,

    2011

    Cruzeiro 2 4 1976, 1997 River Plate 2 4 1986, 1996

    Grmio 2 4 1983, 1995 Internacional 2 3 2006, 2010

    Palmeiras 1 4 1999

    Atltico Nacional 1 2 1989 Colo-Colo 1 2 1991

    Racing Club 1 1 1967

    San Lorenzo 1 1 2014

    Argentinos Jrs 1 1 1985

    Vlez Sarsfield 1 1 1994

    Vasco da Gama 1 1 1998

    Once Caldas 1 1 2004

    LDu Quito 1 1 2008

    Corinthians 1 1 2012

    Atltico Mineiro 1 1 2013

    Flamengo 1 1 1981* Dati aggiornati ad edizione 2014

    deve tanto a questo bomber dal gol facile (24 gol stagio-nali nel 2014). Gi cinque i centri in questa Libertadores, a conferma che il ragazzo ha i numeri giusti per sfondare E come dimenticarsi del nostro Milito? Gli anni passato ma Il Principe si fa sempre notare: altri quattro gol per ricordare a tutti che leroe del Triplete nerazzurro ancora in grado di fare la differenza

    lanciata, allinterno del tunnel, da tifosi (presunti tali) Xenei-zes. Ramiro Funes Mori, Leonardo Ponzio, Leonel Vangione e Matas Kranevitter, i quattro giocatori del River colpiti, hanno riportato ustioni sul viso e sul corpo. Soprattutto, non hanno potuto riprendere il gioco. Inevitabile la sospensione della gara. In Argentina, Ol ha definito questa sfida (attesissima), la Gara della Vergogna. Funes Mori ha raccontato quanto accaduto con tanta rabbia: Ci hanno tirato addosso dello spray urticante, senza farsi vedere. Sono dei vigliacchi, hanno rovinato tutto. Devastato anche Leonardo Ponzio: Onesta-mente mi sembrata pi una guerra vera e propria, piuttosto che una gara di calcio come doveva essere. Fatico a capire come si possa arrivare a simili gesti. Una scena di guerriglia che ha portato alleliminazione del Boca dalla Libertado-res (sconfitta a tavolino) Per fortuna c anche del buono nelledizione che si concluder con la doppia finale estiva (29 luglio landata, il 5 agosto il ritorno). Ad esempio la splendida storia di Gustavo Leonardo Bou, gi autore di otto reti in maglia Racing (La Academia ancora in corsa). Classe 1990, ex River, si sta mettendo in luce come uno degli attaccanti pi interessanti visti in Libertadores. E, attenzione, la sensazione che potrebbe fare ancora meglio Stesso anno e stesso ruolo per Miler Bolanos. La sorpresa Emelec (club ecuadoregno capace di agguantare gli ottavi di finale)

    TALENTI PURISSIMIGrazie alla Libertadores,ci si pu mettere ingrande mostra

    UN PO' DI SANA FOLLIASi fa di tutto per sospingereil proprio club alla vittoria...

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    SERIE B/ CITTADELLA

    NELLE MANI DI PIEROBONEsperienza esaggezza,portiere senza fine

    Quando il Cittadella, la squadra della tua citt, ti chiede di dare una mano non puoi dire di no. Come ci si sente a essere il gioca-tore pi anziano non solo in attivit, ma nella storia del calcio italiano?Arrivare a quasi 46 anni e essere ancora in campo una cosa fan-tastica. Ho ancora quella voglia di scendere in campo per allenarmi e per giocare. Certo sarebbe ancora pi bello se il campionato del Citta-della fosse finito in un altro modo.

    Passo indietro. La sua avventura nel calcio partita da Cittadella quasi 30 anni fa. Che ricordi ha dell'esor-dio?Ero un ragazzino di 18 anni o poco pi ed esordii all'ultima gara di cam-pionato. Quello un momento in-delebile nella mia memoria, perch quello che ha dato il via alla mia carriera, ricordo che feci anche una grande parata. Poi l'anno dopo feci un altro paio di presenze e conqui-stammo la promozione in Serie C2. E ricordo anche l'esordio fra i profes-sionisti, sono cose che restano per la vita e che mi piace raccontare ai miei figli.

    La sua prima esperienza da titolare per al Giorgione, dove conquista un'altra promozione in C2 e gioca 100 partite.L ho cominciato a formare il mio carattere, anche grazie a un alle-natore come Gianfranco Bellotto e iniziato la mia ascesa verso il cal-cio che conta. Nel 1993 andai poi alla Massese e l'anno dopo proprio mister Bellotto mi port ad Andria dove esordii in Serie B a 25 anni. Fu un grande momento perch all'e-poca il calcio era diverso e si dava maggior spazio all'esperienza nella serie cadetta, per uno della mia et non era facile imporsi in quella ca-tegoria, ma ce la feci e mi ritagliai uno spazio importante.

    Nel 1997 approda alla Spal dove si ferma 8 anni collezionando 263 partite (solo 9 quelle saltate). Si pu dire che sia la sua seconda casa?Si, sono stato benissimo a Ferrara, una citt dove si vive benissimo e si respira calcio. Portai anche mia figlia che era appena nata e che fece parte delle scuole in quella citt. Mi sono trovato benissimo sia in campo sia fuori. Ho giocato 263 partite su 272, praticamente tutte,

    uarantasei anni e non sentirli. Andrea Pierobon, portiere del Cittadella, diventato nel corso dell'ultima stagione il calciatore pi anziano a giocare in una serie professionistica nella storia del calcio nostrano. Un record di longevit che ha pochi eguali nel Mondo e che potrebbe essere ancora allungato visto che il portierone veneto, si ancora dimostrato all'altezza del compito. Devo ringraziare il Cittadella perch probabilmente altrove non avrei avuto la possibilit di giocare fino a quasi 46 anni fra i professionisti.

    e per met della mia carriera sono stato legato al nome della Spal. Ho ricordi eccezionali e ancora tan-ti amici a Ferrara, inoltre continuo a seguire con interesse le vicende della squadra e sono convinto che meriterebbe di giocare in categorie superiori.

    Nel 2005 la Spal fallisce, ma lei gi di ritorno al Cittadella.Mi chiam il presidente Gabriel-li per tornare a casa e io accettai con piacere questa chiamata. Po-chi mesi dopo la Spal fall e mi di-spiacque molto. Da un lato fu brut-to, ma dall'altro ero felice di poter tornare a giocare nella mia citt e nella mia squadra.

    Nel 2009-10 il punto pi alto per lei e il Cittadella furono i playoff per la promozioneFu uno degli anni pi belli, anche se ricordo con grande piacere an-che la promozione in Serie B, che per una realt come Cittadella era gi tantissimo. Dopo esserci salvati al primo anno ci trovammo a gio-care per la promozione in maniera inaspettata e assaporammo il sapo-re della Serie A, che sarebbe stato un traguardo storico e qualcosa di impensabile a inizio stagione. Tantis-simi ragazzi di quella squadra fece-ro poi comunque il salto di qualit andando a giocare altrove. Di sicu-ro un onore per me aver fatto par-te della squadra che ha raggiunto il punto pi alto nella storia del Cit-tadella.

    Lei e il mister Claudio Foscarini siete le bandiere di questa squadra. Qual il vostro rapporto?Con il mister ormai ci si capisce con lo sguardo. C' stima e soprat-tutto rispetto fra di noi perch senza queste due cose non si sarebbe po-tuto creare un rapporto cos duratu-ro. Dieci anni sono tantissimi e non facile viverli sempre a contatto. I risultati per ci danno ragione e cre-do che il mister abbia dimostrato il suo valore in questi anni.

    Che rapporto ha avuto coi tanti por-tieri che l'hanno affiancata in questi 10 anni di Cittadella?Ho sempre avuto ottimi rapporti con tutti loro anche se poi alla fine io restavo e loro andavano via. Coi vari Villanova, Di Gennaro, Cordaz siamo rimasti in contatto anche se ultimamente mi sento soprattutto

    con gli ultimi due. Ma conservo un ottimo ricordo di tutti loro.

    Ogni anno sembra l'ultimo da gio-catore e invece lei sorprende tutti mostrandosi ancora all'altezza del compito. Qual il suo segreto? Come ci si adatta ai cambiamenti? vero che ogni anno sembra l'ulti-mo, ma in questi ultimi sette anni ovvero da quando ho iniziato a me-ditare di poter smettere la societ mi ha sempre chiamato in causa e chiesto una mano. Sentire che la so-ciet crede in me un attestato di stima importante e io ho cercato di ripagarla dando sempre il massimo per la squadra. Questo mi ha fatto continuare fino a oggi. Inoltre gioca-re con la squadra della propria citt una delle cose pi belle che si pos-sano vivere nel mondo del calcio. Devo ringraziare il Cittadella perch probabilmente altrove non avrei avuto la possibilit di giocare fino a quasi 46 anni fra i professionisti.

    Come vede il suo futuro una volta appesi i guanti? Ancora in campo magari da allenatore o preparatore o lontano da questo mondo?Qualcosa ho in testa e da qualche anno a questa parte ovviamente, ma quando la societ ti chiede di dare una mano non puoi dire di no. Ora sono concentrato solo sul lavo-ro sul campo, poi una volta messo in archivio anche questo campionato valuteremo il da farsi.

    Il momento pi bello e quello pi brutto della sua carriera?Di momenti belli che ne sono tantissimi, ho conquistato cinque promozioni in carriera e sono state tutte esperienze fantastiche e in-dimenticabili. Quando si vince e si raggiungono determinati obiettivi sempre splendido. Ma ricordo con piacere anche le tante salvezze in Serie B, magari arrivate all'ultima giornata, quando tutti ci davano per spacciati e condannati. Qual-che momento brutto c' stato, ma lo tengo per me, preferisco pensa-re ai momenti belli. Se proprio devo dirne uno forse la mancata promo-zione in Serie A ha lasciato un po' di amaro in bocca perch per me, che allora avevo 40 anni, era l'ulti-ma occasione per provare a misu-rarmi con un'altra realt. Per arriv al culmine di una stagione magnifi-ca e quindi fu brutto, ma allo stesso tempo bellissimo.

    IL GIOCATORE PI ANzIANO DEL CALCIO ITALIANOMA CON UNA PASSIONE INFINITA: PIEROBON

    LHIGHLANDERDEL CITTADELLA

    SERIE BCITTADELLA

    di Tommaso MASCHIO

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    LEGA PRO/ TERAMO

    TERAMOIN FESTAMissionecompiuta, siva in cadetteria

    e senza dubbio ci hanno messo in grande difficolt. Ci che ha fatto la differenza stata la nostra voglia di crescere, quella di ragazzi che si sono messi totalmente a disposizio-ne del mister Vivarini. Per Lapadu-la, arrivato in Abruzzo perch con-vinto dal progetto Teramo, ci che ha caratterizzato maggiormente la promozione in Serie B stata la for-za del gruppo, soprattutto dopo la sconfitta contro il Prato per 1-0 del 19 aprile: Quel giorno siamo giunti in Toscana reduci da 24 risultati utili consecutivi, siamo usciti dal cam-po con i musi lunghi. Il giorno dopo, per, eravamo gi sul campo dal-lenamento con lo stesso spirito di sempre: il sorriso sui