cartolina da skyros
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giugno 2015. Skyros, isole Sporadi. Visita al museo faltaÏts
in un pomeriggio di pioggia. i faltaÏts erano una famiglia
importante originaria dell’isola. il padre konstantinos
(1891-1941) era un giornalista e scrittore famoso; il
figlio manou (1938) fa il pittore e ha fondato il museo.
all’interno sono conservate le memorabilia di
konstantinos (libri, manoscritti, documenti) e l’atelier di
manou. al primo piano c’è anche un bel museo etnografico.
la guida è un tipo
simpatico ed erudi-
to. parla a brac-
cio e risponde alle
domande con com-
menti e citazioni
interessanti.
questo era un corredo nuziale; le donne dell’isola
non si sposavano finchè non avevano finito di
decorarlo. i serpenti che vedete in questo ricamo
servivano a tenere lontano il malocchio.
ho imparato la parola “malocchio” da una piéce di
tennessee williams. lo dicevano proprio in italiano:
“malocchio”. Buffo, vero?
fuma delle sigarette senza filtro che prende
da una magnifica scatolina in cartone di un
bel rosso vivo.
in orgine venivano
fabbricate ad alessandria
d’egitto da una famiglia
greca. poi la produzione si
è trasferita ad atene. si
chiamavano “santé”, che in
francese vuol dire “salute”.
poi l’europa ha detto che
il nome non andava bene,
così hanno girato la “s”
al contrario, ma tutti
continuano a chiamarle come
una volta. è sempre così con
le cose che dice l’europa.
konstant ino s manou
la donna sul pacchetto è beba blans, una
signorina che nella vita andava alle feste
e frequentava i salotti buoni di atene.
cercando “beba blans” su google, salta fuori una cantante/attrice degli
anni ‘60. i conti non tornano; quando atatÜrk è morto, nel 1938, beba non
era ancora nata (è del 1944). probabilmente la guida si è confusa.
il personaggio però sembra interessante e le ricerche proseguono.
su youtube spunta un video con alcuni spezzoni di un film del 1969, “morire
a ogni alba” di nikos phoskolos. è ambientato in una città con un grande
porto (atene o salonicco). sembra un film neorealista e l’impressione che se ne
ricava, alla fine, è piuttosto deprimente.
si dice
che fosse
l’amichetta
di atatÜrk.
le immagini in bianco e nero scorrono sulle note di “to karavi” (la nave).
canta beba blans.beb
a b
lan
s
“non ho più una nave sulla quale salire e i porti, gli ormeggi e i cuori ormai mi hanno dimenticato”
“le nuvole hanno coperto le stelle, manca ancora molto all’alba. cammino disperato e il mondo mi sembra in rovina”.
giugno 2015. La Grecia è allo sfascio. Ad atene la gente fa la fila al bancomat per prelevare un massimo di 60 euro. l’europa sembra
sempre più lontana e il futuro ha perso i colori. è una scena in bianco e nero, sulle note di “to karavi”. canta beba blans.
©2015 Andrea Dalla Fontana e Olimpia Medici