chronic model care: empowerment e self-care. gerardo de ... · malattie croniche che richiedono...
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Simposio SIGG-AGE
GERIATRIA E TERRITORIO: UN PERCORSO DI COLLABORAZIONE
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Non autosufficienza nell’anziano fragile: strategia di intervento (Gerardo De Martino, Castellammare di Stabia)
Stiamo ancora praticando la
medicina del secolo scorso?
2
Robert Kane
riferendosi alle difficoltà di
rinnovarsi che l'intervento
sanitario trova di fronte alle
malattie croniche
che richiedono cure a lungo
termine rivolte per gran parte alla
popolazione anziana.
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M.C.N.T. – Sfida del secolo
per il peso che hanno:
• sulla mortalità generale,
• sulla speranza di vita libera da
disabilità (notevolmente ridotta a
favore della quota “non libera”)
e, infine, ma non ultimo,
• sulla crescente spesa
sanitaria.
Le malattie croniche causano nel mondo il 60%
(circa 35 milioni) di tutti i decessi. Una
dimensione epidemica, ma a lungo negletta e
dimenticata, Horton R: The neglected epidemic of chronic disease.
Lancet 2005; 366: 1514
0%
20%
40%
60%
80%
100%
1925
1950
1975
2000
Pourc
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Autres
Violence
Cancer
MCV
M. infectieuses
Tale situazione
epidemiologica ha
evidentemente pesanti
ricadute in termini di
quantità di vita, di
qualità della stessa,
nonché rappresenta un
grosso fardello
economico per i singoli
individui, le loro
famiglie, i sistemi
sanitari e le società.
Stiamo ancora praticando la
medicina del secolo scorso?
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«La geriatria ha da lungo tempo
elaborato modelli di cura che si
confrontano con la necessità di
questi malati, ……..
……………………., penso ai modelli
protesici, ai modelli centrati sulla persona, al ‘Chronic Care
model'.»
Fabio Bernardini
Il Consiglio Direttivo della S.I.G.G.
nel 1980 pubblicava: ”Modello di interventi per l’assistenza all’anziano”
Giornale di Gerontologia Vol.XXVIII – Marzo 1980
…. Assistenza protetta per non-autosufficienti
….Assistenza Domiciliare
…Centri Diurni con assistenza socio-sanitaria…..
…Piano di assistenza
all’anziano….
….Tutti i servizi dovranno essere
prestati in modo individualizzato…..
Più di 30 anni fa….
Che giovani specializzandi studiavano e tentavano di applicare
“Tutela della salute
dell’anziano”.
Del 1992 è il
P.O.A.N.
“Tutela della salute dell’anziano”.
inapplicato
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"Improving Chronic Illness Care"
(ICIC)
• Dalla metà degli anni ’90 diversi gruppi di ricercatori (Katon et al.,
1995; Wagner et al, 1996, Von Korff et al, 1997), hanno ridefinito
l’approccio alle malattie croniche spostando i modelli di cura da un
approccio reattivo, basato sul paradigma ‘dell’attesa’ dell’evento
acuto, ad un approccio proattivo, improntato al paradigma
preventivo, mirato ad evitare o rinviare nel tempo la progressione
della malattia; a promuovere l’empowerment del paziente (e della
comunità ) e la qualificazione del team assistenziale (sanitario e
sociale).Improving Chronic Illness Care: http://www.improvingchroniccare.org
Il Chronic Care Model pone in risalto 6 aree di intervento per
migliorare l’assistenza ai pazienti affetti da patologia cronica:
1. Health System
(IL SISTEMA ORGANIZZATIVO)
2. Delivery Sistem Design
(IL DISEGNO DEL SISTEMA DI EROGAZIONE )
3. Decision Support
(I PROCESSI DECISIONALI)
4. Clinical Information System
(IL SISTEMA INFORMATIVO)
5. Self-Management Support
(IL SOSTEGNO ALL’AUTOGESTIONE)
6. The Community
(LE CONNESSIONI CON LA COMUNITA)
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Il Chronic Care Model individua in modo puntuale le variabili fondamentali che
rendono possibile un approccio “sistemico” alle malattie croniche
La presa “in carico” Modelli di valutazione e d’intervento nei pazienti anziani. R.Nardi
in Le basi culturali della Geriatria a cura di R.A.Incalzi, SIGG, 2005
• garantire e perseguire sempre la centralità del paziente
• far sì che vi sia un unico punto di accesso al sistema
• pianificare l’assistenza in maniera correlata alla stratificazione del
rischio
• garantire un’assistenza focalizzata sull’identificazione dei bisogni e/o
sull’anticipazione degli stessi
• garantire la condivisione delle informazioni a tutti i livelli
dell’assistenza
• far sì che il coordinamento dell’assistenza sia longitudinale e
prolungata nel tempo e non correlato solamente a specifici eventi
• pianificare l’assistenza in maniera interdisciplinare
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Population Management Department of Health - Government of United Kingdom:
Improving Chronic Disease Management. (2004), in
www.dh.gov.uk/en/Publicationsandstatistics/Publications/PublicationsPolicyAndGuidance/DH_4075214
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Il Ministero della Sanità britannico, ispirandosi esplicitamente a tali
esperienze, elabora un proprio modello di assistenza sociosanitaria per i
pazienti cronici, da implementare nel sistema sanitario nazionale (NHS), dal
titolo “Improving chronic disease management’ che, pur strutturandosi
diversamente, ne condivide premesse, strategie e risultati attesi.
Il modello punta essenzialmente sull’empowerment del paziente (e della comunità) e sulla qualificazione del
team assistenziale (sanitario e sociale) nella logica dell’approccio proattivo.
Population Management Department of Health - Government of United Kingdom:
Improving Chronic Disease Management. (2004), in
www.dh.gov.uk/en/Publicationsandstatistics/Publications/PublicationsPolicyAndGuidance/DH_4075214
Oltre ad enfatizzare la promozione della salute per tutta la popolazione sana, si parte da una
stratificazione della popolazione portatrice di problemi di salute in tre livelli di
necessità assistenziali correlati ad altrettanti livelli di rischio, cui si ritiene di
dover far fronte con tre approcci distinti:
Population Management Department of Health - Government of United Kingdom:
Improving Chronic Disease Management. (2004), in
www.dh.gov.uk/en/Publicationsandstatistics/Publications/PublicationsPolicyAndGuidance/DH_4075214
Stratificazione della popolazione in tre livelli:
1. Management population (70-80%)
pazienti cronici
2. Disease/Care Management (15-20%)
pazienti cronici ad elevato rischio
3. Case Management (2-3%)
pazienti cronici ad elevata complessità
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una HMO
(Health Maintenance Organization)
degli Stati Uniti d’America che cura
circa 8,7 milioni di americani in 9
stati dell’unione.
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Oggi KP conta 156.853 dipendenti con 13.729
medici, 32 ospedali e 416 Medical Office. La
parola d’ordine che si legge nel loro sito
(https://www.kaiserpermanente.org/ ) thrive,
prosperare, lussureggiare, crescere
rigogliosamente. Si riferisce alla loro vision per la
quale
si candidano ad essere i
leader mondiali nel
perseguire la salute
attraverso un forte sistema
integrato.
“il volto buono della americana”.
1. maggiore spinta al sistema delle cure primarie con ospedali per acuti a
degenza breve
2. forte controllo del “dato” raccolto in un sistema informativo unico e condiviso
3. obiettivi chiari, semplici e trasparenti a tutti: sia cittadini che personale socio –
sanitario
4. rapporto di lavoro unico o comunque paritario tra tutti gli attori.
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Lo spostamento dell’asse delle cure sul territorio insieme alla
spinta alla prevenzione ed all’empowerment del cittadino/paziente
determina alcuni indicatori di performance ospedaliere come quelli
riportate nella tabella
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Detto questo………… e… la Geriatria?
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In conclusione la puntuale applicazione dei
principi esposti ci potrà far avanzare nel campo
del disease management, inteso come presa in
carico globale (socio-sanitaria) del cittadino,
condivisa (da tutti gli attori, cittadino compreso)
e trasparente nelle regole ed obiettivi.
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“Nel momento in cui molte cose, in
questa fondamentale area
assistenziale, cambiano sia a livello
nazionale che regionale, i geriatri
sono chiamati a conoscere,
confrontarsi e dibattere sul presente
e il futuro della cura a lungo termine
degli anziani”. Fabio Bernardini
Stiamo ancora praticando la
medicina del secolo scorso?
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Certo è una scienza in continua evoluzione ma la
strada ora è quella di definire e riconoscere le
competenze del Geriatra nei vari setting e in
particolar della Geriatria del territorio perché, senza
la Geriatria, il sistema non reggerà all’impatto
dell’invecchiamento.
Il perché per una Geriatria del territorio….
Salvatore Putignano
Strategia d’intervento
Strategia d’intervento
«confusione imperante»
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Strategia d’intervento
«confusione imperante»
Parlare - e troppo spesso in maniera indistinta - di ‘continuum
assistenziale’, ‘rete dei servizi’, nodi della rete dei servizi,
setting assistenziali, presa in carico globale, porta unica di
accesso, caregiver, VMD, UVG e/o… UVI…, senz’altro indica
un grande attenzione rivolta alla materia, ma non da meno
può anche essere un indice della confusione imperante e/o, addirittura, ingenerare una visione distorta negli
‘stakeholders’, così come in tutti quelli che non sono
perfettamente a conoscenza di quello che è, o dovrebbe
essere, la Geriatria, ovvero il prendersi cura degli anziani
fragili nella loro complessità.
G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
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Le parole sono importanti!
Ageismo Molti, proprio in seguito a tale
approccio superficiale, perdono di
vista (o addirittura scotomizzano)
quelli che sono i fondamenti della
Long Term Care.
Si rischia di togliere significato alle
parole, far perdere loro del tutto il
rapporto originario con i concetti alle
fondamenta del loro uso. Queste si tramutano così in vuoti simboli astratti. Si rischia difatti di rinnovare una sorta di ritorno al paganesimo, di
adorare un idolo sì d’oro ma che non ha più niente di
veramente sacro.
Oggi questo atteggiamento ha preso il volto dell’Ageismo.
G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i . vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
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Così come nel vitello d’oro
(Esodo libro 32) ognuno
può crearsi la propria
rappresentazione.
I luoghi di cura
Un altro preciso indicatore di questo atteggiamento, ormai anche
non larvato ‘ageismo’, è la stranamente scarsa attenzione rivolta
a quelli che sono i luoghi di cura degli anziani che, in quanto nodi
centrali di una rete di servizi dedicati ad una popolazione di per se
‘fragile’, abbisognano di un elevato contenuto professionale.
Di questi contenuti operativi se ne parla troppo poco!
La massima attenzione invece è dedicata alle contingenze
economico finanziarie (domiciliarità come risparmio) ovvero alle
sovrastrutture burocratico amministrative in gioco (organizzazione
gestionale): viene data attenzione al controllo invece che alla
gestione.
26 G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
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G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
Il dibattito sui contenuti professionali
langue e l’attenzione sembra unicamente
rivolta a come risparmiare sulle cure agli
anziani fragili, fissando solo come unici
obiettivi quelli di spesa (razionamento vs
razionalizzazione).
Non senza l’amarezza di chi ha vissuto, e subito, il processo di
aziendalizzazione della Sanità c’è da rilevare che sino ad ora si è
avuto a che fare con forme di governance che:
- hanno avuto effetti drammatici sul presente
- non hanno saputo o voluto valutare l’impatto delle scelte fatte sulla
dimensione futura
- non hanno saputo o voluto immaginare scenari innovativi per
ideare un cambiamento del “sistema salute” senza ledere diritti ed
equità.
• Senza contare quanto la gestione del Sistema sanitario sia stata permeabile ad interessi, mafie e
malaffare che sono stati in moltissimi casi la vera governance. Adesso che il Governo sposta il
terreno di confronto nel rapporto con le Regioni c’è da chiedersi se queste agiranno un’inversione
di rotta o se continueranno a perseguire gli equilibri di bilancio usando il metro del
ragioniere (?) sui costi del sistema sanitario regionale.
28 A. Monastra www.quotidianosanita.it 20 Ott. 2013
razionamento vs razionalizzazione
• Il risultato sarà, presto o tardi, una violazione del diritto alla salute con
gli strumenti e le modalità già paventati dalla nota del DEF 2013:
Ticket, ridefinizione in senso riduttivo dei LEA, riduzione indiscriminata
della spesa farmaceutica per far quadrare i conti, saranno nei fatti
un’aggressione alle garanzie per la salute collettiva.
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A. Monastra www.quotidianosanita.it 20 Ott. 2013
Investire su prevenzione e medicina territoriale significa
avviare percorsi virtuosi che conciliano risparmio e
qualità.
E i diritti dove sono finiti?
• Invertire la rotta vuol dire piuttosto considerare la prevenzione e la
medicina territoriale i punti da cui partire per ridefinire tutto il sistema
delle cure e la sua “governance”.
In pratica nel dibattito attuale si attua un
vero e proprio scollamento tra
finanziamento dei servizi e basi operative (in assoluto dispregio di quello che è il vero e proprio
governo clinico della fragilità dell’anziano) con
ricadute negative, non solo sugli stessi
costi gestionali ma, ancora di più, sui
risultati in termini di sofferenze umane e
peggioramento dello stato funzionale, con
una
perversa spirale negativa sugli stessi costi.
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G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
Le conseguenze sono evidenti a tutti coloro che
hanno cari in situazione di fragilità.
Molti anziani fragili le subiscono invece nel silenzio
(assordante) a cui sono condannati.
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G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
“La vecchiaia è un periodo di contrasti, dove il dolore e la gioia
raggiungono i limiti più estremi e l’attaccamento alla realtà
contingente, alla vita, sono massimi.
I poeti dicono bugie.
Non c’e nessun crepuscolo…nessun oblio.
Gli anziani gridano, chiedono il nostro aiuto”.
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Ulteriore assurda conseguenza è che alcuni, più
confusi, arrivando a disconoscere le basi scientifico
culturali e anche normative dell’assistenza agli
anziani fragili, si chiedono e talora proclamano, che
parlare di rete dei servizi e assistenza continuativa
in geriatria sia solo una moda del passato!
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G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
Alcuni arrivano, ancora peggio, a comprendere
e confondere la fragilità degli anziani nell’area della
disabilità:….. Non è questione solo di ignorare i
presupposti della L.T.C. si arriva a negarne le basi
culturali: ecco di nuovo l’ageismo…
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G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
Questi atteggiamenti, ci spiegano, non certo
giustificano la nascita di una stratificata
classificazione sistematica, spesso solo
burocratica, di servizi (solo nominalmente a rete)
con scarsa o nulla offerta di prestazioni specifiche
per gli anziani fragili e/o dipendenti.
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G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
Appare fuor di dubbio a questo punto come sia
importante aprire un dibattito, sereno e se
necessario acceso, non tanto sui fondamenti
culturali del L.T.C., universalmente riconosciuti,
quanto sul come e perché venga disconosciuto
il diritto degli anziani fragili ad avere a
disposizione quanto necessario:
servizi previsti e garantiti dai LEA.
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G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
Gli anziani fragili hanno diritto (contro ogni
ageismo) a cure specialistiche qualunque sia il
luogo di cura determinato, anche se conseguente a
contingenze organizzative.
Tali contingenze al contrario spesso sono tali
proprio per la mancata programmazione e/o
attivazione di modelli organizzativi (anche
dipartimentali) dedicati e centrati sulla clinica
geriatrica.
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G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
La Geriatria è nata sì come sistema a rete di cure
continue ma è sempre clinica, che esiste per
prevenire e curare le malattie dell’invecchiamento.
Le reti di servizi e il finanziamento delle stesse
sono momenti sì determinanti, ma non possono
cancellare l’aspetto basilare della cura che è il dare
una risposta clinica al massimo delle competenze
specialistiche esistenti ad ogni singolo individuo,
non di meno quando si tratta di anziani fragili.
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G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
I servizi e le reti integrate, così come la continuità
delle cure, sono null’altro che mezzi: .
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G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
si tratti di curare complicanze multiple
a cascata e prevenire le complicanze
disabilitanti di una comorbidità attiva
acuta in ospedale
ovvero, infine, prevenire o stabilizzare
lo stato di salute di un anziano fragile in
ambulatorio.
o le conseguenze disabilitanti di
malattie croniche al domicilio di
anziani col supporto della famiglia
oppure istituzionalizzati
Se poi alla pratica clinica si arrivasse a coniugare
la pratica della ricerca applicata per essere
pienamente coscienti non solo di quello
che si può fare,
ma anche di quello che si dovrebbe poter fare
per il singolo paziente geriatrico –
potremmo raggiungere il “golden standard”, a costo
zero semplicemente utilizzando le competenze già
esistenti.
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G.De Martino, E. Piermatteo – “I Settings assistenziali. Premessa Culturale - Geriatria nel territorio Un metodo per i vecchi, per i medici, per il futuro…" – 2012 – pg 47-67 – Editore: Critical Medicine Publishing s.r.l.
Come e cosa fare?
• La Geriatria è in grado di rispondere alle sfide di una società che invecchia!
Probabilmente occorre una strategia che sia soprattutto di
partecipazione,
promozione culturale,
oltre che di
diffusione e applicazione delle conoscenze.
“..credo che i geriatri debbano fare la
Geriatria, occuparsi degli anziani fragili
con comorbilità e disabilità……
..credo che la Geriatria debba essere
insegnata da docenti che credono
realmente nella specificità del curare
gli anziani........
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•E’ necessaria un’opera di
profonda razionalizzazione
•E’ necessaria la presenza
di servizi specialistici
geriatrici sul territorio
inseriti in una
organizzazione
dipartimentale
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Il cambiamento può essere lento e il processo
esasperante , ma se siamo fermi e utilizziamo gli
strumenti che abbiamo , abbiamo tutte le possibilità di
successo.
How do you eat an elephant?
Un morso alla volta .
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