cnrt-informa n.19

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Pagina1 Settimanale di informazione sul settore radiotelevisivo dell’Associazione Coordinamento Nazionale Radio Televisioni Terzo Polo Digitale www.cnrtv.eu Anno X N. 19 del 21/05/2016 I N Q U E S T O N U M E R O - TV: DTT, il telecomando dorme sonni beati… - TV: fisco,ecco il testo integrale del DDL rottamazione ruoli - TV:fisco,l’arroganza di Equitalia continua a incassare colpi - RADIO-TV Locali: contributi, si volta davvero pagina? - TV: continua il caos del canone Rai in bolletta - PAY-TV: Vivendi-Premium svela il piano di rilancio - PUBBLICITA’: investimenti in crescita a marzo, bene la tv - TOWERING: 10mln di utile per il monopolista Persidera - TV-WEB: ancora presto per i primi bilanci italiani di Netflix - DTT: il punto della situazione del mercato in Europa - NEWS in Breve: la banda larga aumenta la produttività REGOLAMENTAZIONE SULLA NUMERAZIONE DEI CANALI IL TELECOMANDO DORME SONNI BEATI PROSEGUE LO STATUS QUO NONOSTANTE LA NORMATIVA ANNULLATA A furia di aspettare anche il gatto della nostra redazione si è addormentato sul telecomando TV, i cui numeri sono ancora quelli assegnati nel 2010 con Delibera dell’AGCom N. 366/10/CONS annullata definitivamente dal Consiglio di Stato nel 2013 . Superata la fase del giudizio, appurato che gli ultimi ricorsi sono stati in parte respinti, pronunciate le ultime sentenze, la strada si era finalmente riaperta da gennaio per consentire all’AGCom di varare la nuova delibera “dormiente” nel cassetto, (la N. 237/13/CONS) rimasta arenata in attesa di sbrogliare tutto il contenzioso. Siamo arrivati a maggio. Con il risultato che tutte le emittenti televisive si ritrovano ancora con la stessa posizione LCN assegnata, molte di queste in maniera illegittima come appurato dai giudici amministrativi. Forse a qualcuno fa comodo lo stallo? ENORMI DANNI ECONOMICI E DI IMMAGINE PLURIENNALI. CHI PAGHERA’? Ricordiamo che l’intero comparto televisivo locale non ha potuto contare - in sede di formazione del punteggio LCN - sui propri risultati Auditel (che equivalgono alle preferenze del pubblico), cosa che invece è stata riservata solo alle emittenti nazionali per garantire al duopolio Rai-Mediaset la sicura pole position. Oggi, quindi, persiste un disastro di mercato che ha favorito piccole realtà trovatesi con “regali” colossali, mentre altre, di grande fama in era analogica, si sono ritrovate a ‘fanalino di coda’. Inutile sottolineare che tutto ciò ha comportato enormi danni in termini economici oltre che di immagine, divenuti pluriennali, ormai quasi impossibili da quantificare. Chi pagherà per tutto? Purtroppo c’è da denunciare l’assoluta inconsistenza delle associazioni di categoria perché non c’è mai stata compattezza, anzi, alcune di loro hanno persino difeso la delibera AGCom 366/10/CONS solo perché aveva “almeno” consentito di mettere fine al far west causato dai conflitti di attribuzione LCN. Solo in pochi hanno condannato lo scempio causato in questo delicatissimo ambito (l’LCN appunto) capace di fare il bello ed il cattivo tempo nel mercato televisivo del digitale terrestre. Nessuno ci ha ascoltati, molti oggi piangono, troppo tardi, una sola o poche voci non possono spezzare lobby e intrecci di interessi soliti a mantenere uno status quo favorevole.

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Settimanale di informazione sul settore

radiotelevisivo dell’Associazione Coordinamento Nazionale Radio Televisioni

Terzo Polo Digitale www.cnrtv.eu

Anno X N. 19 del 21/05/2016

I N Q U E S T O N U M E R O

- TV: DTT, il telecomando dorme sonni beati…

- TV: fisco,ecco il testo integrale del DDL rottamazione ruoli

- TV:fisco,l’arroganza di Equitalia continua a incassare colpi

- RADIO-TV Locali : contributi, si volta davvero pagina?

- TV: continua il caos del canone Rai in bolletta

- PAY-TV: Vivendi-Premium svela il piano di rilancio

- PUBBLICITA’ : investimenti in crescita a marzo, bene la tv

- TOWERING: 10mln di utile per il monopolista Persidera

- TV-WEB: ancora presto per i primi bilanci italiani di Netflix

- DTT: il punto della situazione del mercato in Europa

- NEWS in Breve : la banda larga aumenta la produttività

REGOLAMENTAZIONE SULLA NUMERAZIONE DEI CANALI

IL TELECOMANDO DORME SONNI BEATI PROSEGUE LO STATUS QUO NONOSTANTE LA NORMATIVA ANNU LLATA

A furia di aspettare anche il gatto della nostra redazione si è addormentato sul telecomando TV, i cui numeri sono ancora quelli assegnati nel 2010 con Delibera dell’AGCom N. 366/10/CONS annullata definitivamente dal Consiglio di Stato nel 2013. Superata la fase del giudizio, appurato che gli ultimi ricorsi sono stati in parte respinti, pronunciate le ultime sentenze, la strada si era finalmente riaperta da gennaio per consentire all’AGCom di varare la nuova delibera “dormiente” nel cassetto, (la N. 237/13/CONS) rimasta arenata in attesa di sbrogliare tutto il contenzioso. Siamo arrivati a maggio. Con il risultato che tutte le emittenti televisive si ritrovano ancora con la stessa posizione LCN assegnata, molte di queste in maniera illegittima come appurato dai giudici amministrativi. Forse a qualcuno fa comodo lo stallo?

ENORMI DANNI ECONOMICI E DI IMMAGINE PLURIENNALI. C HI PAGHERA’? Ricordiamo che l’intero comparto televisivo locale non ha potuto contare - in sede di formazione del punteggio LCN - sui propri risultati Auditel (che equivalgono alle preferenze del pubblico), cosa che invece è stata riservata solo alle emittenti nazionali per garantire al duopolio Rai-Mediaset la sicura pole position. Oggi, quindi, persiste un disastro di mercato che ha favorito piccole realtà trovatesi con “regali” colossali, mentre altre, di grande fama in era analogica, si sono ritrovate a ‘fanalino di coda’. Inutile sottolineare che tutto ciò ha comportato enormi danni in termini economici oltre che di immagine, divenuti pluriennali, ormai quasi impossibili da quantificare. Chi pagherà per tutto? Purtroppo c’è da denunciare l’assoluta inconsistenza delle associazioni di categoria perché non c’è mai stata compattezza, anzi, alcune di loro hanno persino difeso la delibera AGCom 366/10/CONS solo perché aveva “almeno” consentito di mettere fine al far west causato dai conflitti di attribuzione LCN. Solo in pochi hanno condannato lo scempio causato in questo delicatissimo ambito (l’LCN appunto) capace di fare il bello ed il cattivo tempo nel mercato televisivo del digitale terrestre. Nessuno ci ha ascoltati, molti oggi piangono, troppo tardi, una sola o poche voci non possono spezzare lobby e intrecci di interessi soliti a mantenere uno status quo favorevole.

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EDITORI TELEVISIVI NELLA MORSA DEL FISCO ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL DISEGNO LEGGE “ROTTAMAZIONE

DEI RUOLI”

Per comprendere bene quale sia la drammatica situazione a cui il mercato è giunto, stretto non solo dalla crisi ma dalla mano indiscriminata del braccio armato del fisco, proponiamo in questo numero il testo integrale della proposta di Legge della sanatoria avanzata in Senato, tutt’ora in discussione.

DISEGNO DI LEGGE - ATTO SENATO N. 2257 XVII LEGISLA TURA ANNUNCIATO NELLA SEDUTA ANT. N. 582 DEL 25 FEBBRAIO 2016

“Sono in costante aumento gli italiani che versano in stato di difficoltà economica a causa della grave e perdurante crisi finanziaria, e che, conseguentemente, non riescono ad onorare i propri tributi nei confronti dello Stato. In tale stato di disagio diffuso, molti operatori economici privilegiano il pagamento delle retribuzioni ai dipendenti e rinviano il pagamento delle imposte a momenti successivi. Purtroppo, accade sovente che questi tardino ad arrivare e sopraggiunge, per contro, il fallimento delle imprese. Sui contribuenti in crisi di liquidità sono, pertanto, meccanicamente ammassati ruoli esattoriali tali da travolgerli senza alcuna possibilità di riscatto. Ebbene, a fronte di una lacerante crisi dei mercati e dei cittadini, lo Stato risponde limitandosi a raddoppiare il debito fiscale in capo al contribuente in difficoltà e somma legittimamente al tributo insoluto le sanzioni, gli interessi e l'aggio, moltiplicando così il proprio credito. Si profilano, di conseguenza, nuove iscrizioni a ruolo e la necessità di chiedere ulteriori rateazioni con relativo aggravio mensile. Lo status di debitore d'imposta del contribuente si sovraccarica di periodo in periodo dando vita ad un circolo vizioso, talvolta fatale per l'impresa, talvolta fatale per l'imprenditore, ma nel lungo periodo rischia di essere fatale per lo Stato. La rateizzazione terminale dei debiti fiscali è il tratto distintivo del «fisco della crisi». Le rate Equitalia si sono moltiplicate con la recessione e hanno segnato l'andamento della riscossione: dal 2008 ad oggi l'agente nazionale della riscossione ha dato il via libera a 1,8 milioni di dilazioni che interessano debiti erariali per circa 22 miliardi di euro. Poche di esse giungeranno a regolare compimento e la maggior parte dei contribuenti è destinato a decadere dalle rateizzazioni in corso. L'ultimo intervento in materia di rateizzazione risale all'estate 2013, quando il cosiddetto «Decreto del fare» - decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, ha esteso da 72 a 120 mesi la durata massima dei piani di ammortamento per aiutare i contribuenti in gravi e comprovate difficoltà finanziarie. A peggiorare notevolmente quanto sinora espresso vi è lo schema di decreto legislativo sulla semplificazione e razionalizzazione delle norme in materia di riscossione, preliminarmente approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta del 26 giugno 2015, introducendo numerose novità. In primo luogo, viene ridotto il numero delle rate non pagate, da 8 a 5, in occorrenza delle quali il contribuente decade dalla rateazione in essere; viene reintrodotto l'anatocismo in cartella di pagamento ove si prevede l'applicazione degli interessi di mora su tutte le somme iscritte a ruolo, e non solo sul debito per imposte, con un onere a carico dei contribuenti morosi stimabile in circa 1,2 miliardi di euro; quale contropartita l'aggio della riscossione dovrebbe scendere dall'8 al 6 per cento. La situazione è al collasso. Le somme iscritte a ruolo complessivamente a carico dell'agente della riscossione, al 28 febbraio 2015, ammontavano a 682,2 miliardi di euro. Il dato precedente, risalente al 25 giugno 2013, indicava ruoli non incassati per 527 miliardi di euro. In meno di un biennio, la massa di crediti dello Stato per ruoli è salita di oltre 150 miliardi di euro, ma 580,2 miliardi di essi sono da considerare prudenzialmente inesigibili ed il loro recupero risulta incerto.

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Risulta, quindi, improcrastinabile un intervento volto a prevenire ulteriori danni alle finanze pubbliche. A suddetti propositi, il presente disegno di legge si prefigge lo scopo, attraverso la previsione del pagamento straordinario a «saldo e stralcio» delle somme iscritte nei ruoli, di fornire al contribuente in crisi una conveniente soluzione per sanare il proprio debito fiscale nei confronti dello Stato. Tale provvedimento consente all'erario di incassare, almeno in parte, somme che rischiano concretamente di essere completamente perdute e concorre a porre fine a quel circolo vizioso della povertà che deriva dalla concomitanza di ruoli insostenibili e nuove imposte correnti in capo al contribuente: darebbe certezza e speranza al Paese, ai contribuenti ed alle imprese. Il presente disegno di legge è composto da 8 articoli. L'articolo 1 reca le finalità della legge, ovvero di proporre al contribuente in condizione di grave o momentanea difficoltà finanziaria, da parte dell'agente della riscossione, una valida soluzione per sanare il proprio debito fiscale nei confronti dell'erario, mentre all'articolo 2 vengono definite le posizioni di grave e momentanea difficoltà finanziaria. Gli articoli 3 e 4 recano, rispettivamente, disposizioni riguardanti la proposta di definizione del debito e i contenuti dell'istanza di definizione a saldo e stralcio. L'articolo 4 specifica che la proposta di definizione debba riguardare l'intero debito del contribuente per ruoli resi esecutivi fino al 31 dicembre dell'anno dell'entrata in vigore della presente legge. L'articolo 5 disciplina le modalità di versamento dilazionato di importi a saldo e stralcio. L'articolo 6 prevede la comunicazione da effettuare annualmente, alla Ragioneria generale dello Stato, per i ruoli liquidati a saldo e stralcio e per quelli dichiarati inesigibili in via definitiva. L'articolo 7 disciplina l'attuazione della presente legge, prevedendo l'emanazione di una circolare da parte dell'Agenzia delle Entrate, d'intesa con l'INPS. L'articolo 8 reca l'entrata in vigore che avverrà il giorno successivo a quello di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

GLI ARTICOLI DEL DISEGNO DI LEGGE Art. 1. (Finalità) 1. La presente legge è finalizzata a fornire al contribuente, in condizioni di grave o momentanea difficoltà finanziaria, come definite all'articolo 2, apposite modalità per la definizione agevolata del proprio debito iscritto a ruolo.

Art. 2. (Definizioni) 1. Ai fini e per gli effetti di cui alla presente legge si intende per: a) «grave difficoltà finanziaria»: quando il debito del contribuente, iscritto a ruolo, è costituito per oltre il 50 per cento da ruoli resi esecutivi prima del 31 dicembre 2010; b) «momentanea difficoltà finanziaria»: quando il debito del contribuente, iscritto a ruolo, è costituito per oltre il 50 per cento da ruoli resi esecutivi prima del 31 dicembre 2012.

Art. 3. (Proposta di definizione del debito) 1. Ai contribuenti con debiti iscritti a ruolo per tributi amministrati dall'Agenzia delle Entrate e per mancato versamento di contributi previdenziali, in stato di momentanea difficoltà finanziaria o di grave difficoltà finanziaria, l'agente della riscossione propone la definizione a saldo e stralcio della posizione debitoria iscritta a ruolo. La disposizione di cui al comma 1 si applica anche a eventuali debiti iscritti a ruolo e oggetto di rateizzazione, in corso o decaduta. 3. La proposta di cui al comma 1 deve essere notificata dall'agente della riscossione, per via telematica, tramite posta elettronica certificata (PEC) entro il 30 aprile dell'anno successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge. 4. L'agente della riscossione trasmette, per via telematica, la proposta di cui al comma 1 all'Agenzia delle Entrate e all'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), per quanto di rispettiva competenza, entro il 31 maggio successivo. 5. Il contribuente, anche a mezzo PEC, deve comunicare la propria accettazione all'agente della riscossione entro il 31 luglio successivo.

Art. 4. (Contenuti della proposta di definizione a saldo e stralcio) 1. La proposta di definizione di cui all'articolo 3 deve riguardare l'intero debito del contribuente per ruoli resi esecutivi fino al 31 dicembre dell'anno in corso alla data di entrata in vigore della presente legge. 2. La proposta di definizione di cui all'articolo 3, per quanto concerne il contribuente che versa in condizioni di grave difficoltà finanziaria, consiste nel pagamento integrale dell'IVA, dei contributi previdenziali e di un importo pari al 75 per cento dei tributi amministrati dall'Agenzia delle Entrate, nonché la richiesta di stralcio integrale delle sanzioni, degli interessi e dell'aggio di riscossione. 3. La proposta di definizione di cui all'articolo 3, per quanto concerne il contribuente che versa in condizioni di momentanea difficoltà finanziaria, consiste nel pagamento integrale dell'IVA, dei contributi previdenziali e di un importo pari al 95 per cento dei tributi amministrati dall'Agenzia delle Entrate, nonché la richiesta di stralcio integrale delle sanzioni, degli interessi e dell'aggio di riscossione.

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Art. 5. (Modalità di versamento dilazionato di importi a saldo e stralcio) 1. Per il versamento degli importi a saldo di cui all'articolo 4, complessivamente inferiori a euro 50.000, è ammesso il pagamento dilazionato in otto rate trimestrali di pari importo, di cui la prima rata da versare entro il 30 settembre dell'anno in cui è stata ricevuta la proposta di definizione ai sensi dell'articolo 3. 2. Per il versamento degli importi a saldo di cui all'articolo 4, complessivamente superiori ad euro 50.000, è ammesso il pagamento dilazionato in dodici rate trimestrali di pari importo, di cui la prima da versare entro il 30 settembre dell'anno in cui è stata ricevuta la proposta di definizione ai sensi dell'articolo 3.

Art. 6. (Comunicazioni alla Ragioneria generale dello Stato) 1. Entro il 31 gennaio dell'anno successivo a quello di presentazione e accettazione della proposta, per i ruoli liquidati a saldo e stralcio e per quelli dichiarati inesigibili in via definitiva, l'agente della riscossione provvede a comunicare al Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato i dati necessari ai fini della svalutazione dei residui attivi.

Art. 7. (Disciplina di attuazione) 1. Con circolare dell'Agenzia delle Entrate, d'intesa con l'INPS, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono disciplinate le relative modalità di attuazione. Art. 8. (Entrata in vigore) 1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

IN ATTESA DELL’OK AL DDL ROTTAMAZIONE, EQUITALIA CONTINUA A INCASSARE COLPI, SEGNO CHE LA SUA ARROGANZA INDISCRIMINATA E’ INSOSTENIBILE

La situazione è talmente al collasso che lo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha dichiarato questa settimana: "Stiamo riorganizzando le agenzie e credo che Equitalia al 2018 non ci arriva".

CASSAZIONE: “PER L’ISCRIZIONE DI IPOTECA È NECESSA RIA LA TRASPARENZA” Con un’importate e recente sentenza, n. 9797 del 12 maggio 2016, la Corte di Cassazione ha stabilito due importanti principi di diritto in tema di iscrizione ipotecaria che bacchettano Equitalia ricordandole i diritti del contribuente.

Il primo principio è che “L’iscrizione ipotecaria prevista dall’art. 77 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 602 non costituisce atto dell’espropriazione forzata, ma va riferita ad una procedura alternativa all’esecuzione forzata vera e propria, sicchè può essere esercitata anche senza la necessità di procedere alla notifica dell’intimazione di cui all’art. 50, secondo comma, del D.P.R. n. 602 cit., la quale è prescritta per l’ipotesi in cui l’espropriazione forzata non sia iniziata entro un anno dalla notifica della cartella di pagamento”.

Il secondo principio: “In tema di riscossione coattiva delle imposte, l’Amministrazione finanziaria prima di iscrivere l’ipoteca su beni immobili ai sensi dell’art. 77 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 602 (nella formulazione vigente “ratione temporis”), deve comunicare al contribuente che procederà alla suddetta iscrizione, concedendo al medesimo un termine – che può essere determinato, in coerenza con analoghe previsioni normative (da ultimo, quello previsto dall’art. 77, comma 2 bis, del medesimo D.P.R., come introdotto dal d.l. 14 maggio 2011, n. 70, conv. con modif. dalla legge 12 luglio 2011, n. 106), in trenta giorni – per presentare osservazioni od effettuare il pagamento, dovendosi ritenere che l’omessa attivazione di tale contraddittorio endoprocedimentale comporti la nullità dell’iscrizione ipotecaria per violazione del diritto alla partecipazione al procedimento, garantito anche dagli artt. 41, 47 e 48 della Carta dei diritti fondamentali della Unione europea, fermo restando che, attesa la natura reale dell’ipoteca l’iscrizione mantiene la sua efficacia fino alla sua declaratoria giudiziale d’illegittimità”.

Per il tributarista avvocato Maurizio Villani, l’applicazione di questo secondo principio è del resto coerente con l’orientamento delle Sezioni Unite, avendo annullato l’iscrizione ipotecaria perché non accompagnata da comunicazione al contribuente/soggetto debitore laddove, addirittura, l’adempimento richiesto avrebbe dovuto essere, secondo le Sezioni Unite, quello di una comunicazione preventiva. Se il mancato invio di questa comporta la nullità dell’iscrizione ipotecaria, è corretta in diritto la sentenza che l’ha dichiarata, dando conto della mancanza sia di comunicazione preventiva che di comunicazione successiva.

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MISURE DI SOSTEGNO ALLE RADIOTV LOCALI

SI VOLTA DAVVERO PAGINA?

Come annunciammo la scorsa settimana, le Linee guida del nuovo regolamento per l’erogazione dei contributi alle Tv e alle radio locali sono state pubblicate sul sito del MISE-Com, e il termine della consultazione per chi fosse interessato a contribuire con osservazioni o commenti scadrà il 3 giugno. Lo annuncia in una nota il MISE-Com, che sottolinea come il nuovo regolamento tenderà a premiare

i soggetti che investono nell’attività editoriale di maggiore qualità, quelli cioè che siano in grado, più di altri, di fornire un adeguato servizio di diffusione dell’informazione a livello locale, anche mediante l’impiego di dipendenti/giornalisti qualificati e di tecnologie innovative.

PIÙ QUALITÀ E TECNOLOGIA, PIÙ CONTRIBUTI. VALE IL MERITO

“In sostanza - spiega il MISE-Com - si cerca di superare la principale criticità del passato, quando si tendeva a non differenziare i contributi in base a criteri di merito. Per esempio, saranno ammesse ad usufruire dei contributi le emittenti tv che non abbiano nei propri palinsesti più del 10 per cento di programmi di televendite, giochi e cartomanzia nelle fasce orarie tra le 7 e le 23”. Nell’assegnazione dei punteggi sarà considerato il numero medio di giornalisti occupati nel biennio precedente e gli indici di ascolti medio ponderati con il numero dei contatti secondo le rilevazioni fornite da Auditel nell’anno precedente al bando. Scopo della riforma, continua la nota, è anche la semplificazione della procedura di erogazione dei contributi.

QUATTRO I PRINCIPI IN BASE AI QUALI SARANNO STABILITI I CRITERI DI EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI, COME FISSATO DALLA LEGGE DI STABILITÀ 2016 (LEGGE N. 28/12/2015):

1. promozione del pluralismo dell'informazione; 2. sostegno all'occupazione nel settore; 3. miglioramento dei livelli qualitativi dei contenuti forniti; 4. incentivazione all'uso di tecnologie innovative.

La stessa Legge di stabilità ha aumentato i contributi alle tv e radio locali di un importo “fino a 50 milioni”, che sarà ricavato dal maggiore gettito che il Governo si aspetta di ottenere dal nuovo canone Rai, il cui pagamento è stato inserito nella bolletta elettrica. “Il nuovo Regolamento - conclude la nota - verrà adottato su proposta del MISE-Com di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze”.

CNRT-TPD: “CI ASPETTIAMO CHE SIANO RISOLTI DUE NO DI FONDAMENTALI” I buoni propositi sono ben accolti dal CNRT-TPD, bisognerà capire bene se davvero siamo ad una svolta in su due punti strategici: che ci sia, a conti fatti, non una riduzione ma un aumento delle risorse destinate alle emittenti locali, e che i tempi di assegnazione siano drasticamente ridotti superando tutte le anomalie e le inefficienze che hanno visto protagonisti molti Co.Re.Com. “Eventuali commenti alle Linee Guida vanno inviati all’indirizzo [email protected] indicando nell’oggetto ‘Osservazioni su riforma contributi tv radio locali’”.

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IL CAOS DEL CANONE RAI IN BOLLETTA E’ scaduto il 16 maggio scorso il termine ultimo per chiedere l’esenzione delpagamento per uso privato, che quindi partirà come previsto a luglio con il primo addebitonella fattu

ra elettrica. Resta aperto però il fronte legale, con le associazioni dei consumatori, in particolare l’Unione Nazionale Consumatori, che cont

estano la validità delprovvedimento, visto che non è ancora stato pubblicato il decreto attuativo del MISE-Com che stabilisce i presupposti della dichiarazione sostitutiva da presentare in autocertificazione all’Agenzia delle Entrate, con la definizione chiara di “cliente elettrico residente”. A peggiorare le cose i problemi con il call center dell’Agenzia delle Entrate per chiedere informazioni, con attese anche di un’ora. Ed è soprattutto per questo che l’UNC ha chiesto di prorogare ancora i termini per la domanda di esenzione in scadenza.

Secondo il provvedimento del 24/3/2016 dell’Agenzia delle Entrate “esclusivamente il titolare di utenza per la fornitura di energia elettrica per uso domestico residenziale”può presentare l’autocertificazione. Ma secondo l’Unione Nazionale Consumatori “Sono violati i diritti del contribuente, che avrebbe diritto a 60 giorni dall’entrata in vigore di tutti i provvedimenti di attuazione per presentare la dichiarazione. Invece, a pochi giorni dalla scadenza, ne mancava ancora uno, quello del MISE-Com che, guarda caso, era stato bocciato dal Consiglio di Stato”, ha detto Massimiliano Dona, segretario dell’UNC, precisando che per l’art. 3 della Legge n. 212/2000 meglio noto come Statuto del contribuente, “le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore o dell’adozione dei provvedimenti di attuazione in esse espressamente previsti“. Ma la definizione di cosa sia un televisore è entrata in vigore soltanto il 20 aprile, ossia ad appena 26 giorni dalla scadenza del 16 maggio.

VIVENDI-PREMIUM SVELA IL PIANO DI RILANCIO DELLA

PAY TV SPORT, TECNOLOGIE, E MENO FREE-TO-AIR

Occhi sempre attenti sulle mosse di Vivendi, il colosso media francese che ha recentemente acquistato la pay tv Premium da Mediaset. Proprio in questi giorni, infatti, Vivendi ha svelato il proprio piano per il rilancio della pay tv che sta ostacolando la strategia del presidente Vincent Bolloré che vorrebbe trasformare il gruppo in una media digital company forte nel Sud Europa. Dopo i conti in rosso di Canal+ e anche di Premium (che dal prossimo settembre rientrerà nel perimetro delle attività della holding) Bolloré comincia a dettagliare il progetto. La pay tv è ‘salvabile’ e ‘sarà salvata’, ha detto il presidente in un’intervista rilasciata a Les Echos, precisando che punterà sull’accordo con BeIN Sport, per cui si attende l’ok dell’Antitrust, e su un nuovo approccio di marketing. Il primo intervento riguarderà – a partire da settembre- la drastica riduzione delle ore free-to-air trasmesse sulla pay tv per dare maggiore spinta ai canali criptati quindi accessibili solo agli abbonati. Avere spazi in chiaro, dichiara Bolloré a Les Echos, “non è un obbligo regolamentare, possiamo quindi ridurli”. Il finanziere bretone punta a risolvere la questione entro l’estate. Il gruppo conta di rafforzare le sinergie tra gli asset di Vivendi, da Dailymotion aUniversal Music, passando per Mediaset Premium in Italia.

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INVESTIMENTI PUBBLICITARI IN CRESCITA DEL 2,3% A MARZO

BENE TV (+5,1%), RADIO (+1,7%) E CINEMA (+16%), IN CALO

QUOTIDIANI (-4,4%) E PERIODICI (-4,5%) Secondo i nuovi dati Nielsen, il primo trimestre del 2016 fa registrare una crescita del 2,3% di tutto il mercato degli investimenti pubblicitari, con 1,563 miliardi di euro di ricavi, grazie a un incremento nella raccolta superiore a 35 milioni di euro. Con la pubblicità web (non è conteggiato il social e il search) salirebbe a +3,8%. La Tv cresce a marzo del +3,1% e chiude il trimestre a +5,1%. Rimangono in negativo i quotidiani che chiudono il mese di marzo a -9,6%, consolidando il periodo gennaio-marzo a -4,4%. Il segno è di nuovo negativo anche per i periodici: marzo a -4,3%, trimestre a -4,5%. Gli investimenti sul mezzo radio restano positivi grazie al singolo mese di marzo in crescita dell’1,6%, che consolida il trimestre a +1,7%. Internet, relativamente al perimetro attualmente monitorato in dettaglio, registra un incremento dello 0,8% del periodo consolidato e un calo a marzo dell’1,5%.

RAI E MEDIASET CONTROLLANO OLTRE IL 78% DEL MERCATO Il trend positivo della televisione a marzo però rallenta leggermente, con un +3% complessivo rispetto allo stesso mese 2015. In particolare, frenano Mediaset, a +1,2% e con una raccolta di 208 milioni di euro in marzo, e Rai, a +2%, con 82,4 milioni incassati da Rai Pubblicità. Il Biscione, quindi, archivia un segmento gennaio-marzo su del 2,8%, mentre il servizio pubblico si attesta a +4,5%. In marzo, comunque, la quota di investimenti pubblicitari televisivi nelle mani di Mediaset sale al 57%, consolidandosi rispetto al 55,9% medio del primo trimestre 2016. Anche Rai cresce leggermente, con una fetta del 22,6%, rispetto al 22,2% medio del periodo gennaio-marzo. Dietro ai due big, che da soli controllano oltre il 78% del mercato pubblicitario televisivo, c’è bagarre: Sky è a 115,5 milioni di euro raccolti nel trimestre, +12% sullo stesso periodo del 2015, anche se in marzo le cose sono andate un po’ meno bene, con un +11% mese su mese. Questo ha comportato la flessione al 10,2% di quota di mercato, rispetto all’11,8% medio del trimestre. I canali del gruppo Discovery sono invece a 56,7 milioni di euro di investimenti pubblicitari raccolti tra gennaio e marzo, con un brillante +18%sullo stesso periodo del 2015. In marzo, tuttavia, pure da queste parti c’è stata una lieve frenata, con un +12,9% mese su mese, e una quota di mercato scesa al 5,7%, rispetto al 5,8% complessivo sull’intero trimestre. In ripresa, infine, La7: la tv di Urbano Cairo si avvicina a 41 milioni di raccolta nel trimestre (+4,6% sullo stesso periodo 2015), e in marzo aumenta la sua quota di mercato al 4,3%, dal 4,2% medio nel trimestre.

INVESTIMENTI PER SETTORE MERCEOLOGICO

Per quanto riguarda i settori merceologici, se ne segnalano 16 in crescita. Per i primi comparti del mercato si registrano andamenti differenti: tornano a crescere le telecomunicazioni (+33,5%) e la distribuzione (+25,5%), a cui si contrappone il calo della finanza (-22,2%). Tra gli altri comparti che contribuiscono alla crescita, si segnalano le buone performance di elettrodomestici (+25,3%) e oggetti personali (+18,9%).

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TOWERING 10 MLN DI UTILE NEL 2015 PER PERSIDERA MA A BREVE POTREBBE PERDERE CAIRO

Il nuovo monopolista Persidera, società partecipata al 70% da Telecom Italia e al 30% dal Gruppo L’Espresso, ha portato a casa nel 2015 ricavi per 10 mln di euro. Ma a breve potrebbe perdere un cliente che vale il 7% della capacità trasmissiva totale. Secondo quanto diffuso da ItaliaOggi, e ben approfondito dal periodico Newslinet, Persidera ha chiuso il 2015 con 10 milioni di utile, dei quali il 93% sono stati distribuiti agli azionisti sotto forma di dividendi. Evidentemente la gestione dei multiplex digitali continua ad essere decisamente redditizia. Nello specifico i mux controllati da Persidera sono il TIMB 1, TIMB 2, TIMB 3 (ex TIMB Telecom Italia), Rete A1 e Rete A2 (ex Rete A), e permettono di raggiungere il 95,85 della popolazione italiana. La società ha realizzato ricavi intorno agli 82 milioni di euro, con ebitda e ebit rispettivamente a 36,7 e 17,7mln. La capacità trasmissiva dei mux gestiti dal gruppo viene occupata per il 22% dai 7 canali televisivi di Discovery (Real Time, Focus, Dmax, Giallo, K2, Frisbee e Nove); per il 9% da Sky Italia con Sky Tg24, Cielo e Tv8; per il 7% dai canali di Urbano Cairo, La7 e La7d. Poi ancora i canali del gruppo Espresso, De Agostini, Viacom e altri network minori, arrivando ad una copertura totale del 88% sulla capacità totale. Dopo Gazzetta TV (3%), chiusa a gennaio 2016, Persidera perderà con tutta probabilità un altro cliente: infatti, a partire dal 1° gennaio 2017, Urbano Cairo metterà a regime il nuovo multiplex nazionale operativo attraverso i diritti d'uso acquisiti dallo Stato nella gara per il dividendo interno.

ANCORA PRESTO PER I PRIMI BILANCI ITALIANI DI NETFLIX

Tra film, serie e talk show, se l'appeal di Netflix in Italia sarà efficace è ancora presto per dirlo. La più grande tv in streaming del mondo non indica il numero dei propri abbonati nei singoli paesi quindi ad oggi, a sette mesi dal debutto in Italia, non si conosce l'audience della piattaforma on demand che per il lancio garantisce un mese di visione gratuito e che costa meno di 9 euro al mese. Di certo la piattaforma si trova a fronteggiare da noi una concorrenza agguerrita da parte dei network, compresa la pay tv Sky che, per esempio, ad oggi detiene ancora i diritti per l'online di 'House of cards', massimo successo di Netflix. È ancora presto per dire se l'offensiva in Italia di Netflix, condotta in Europa dalla sede di Amsterdam, darà i suoi frutti. In Italia l'unico termine di paragone potrebbe essere l'esperienza di Infinity che fa capo a Mediaset che dal lancio di quasi due anni fa ha avuto una platea di circa seicentomila utenti complessivi, visto che con il sistema dell'abbonamento mensile da cui l'utente può recedere il mese dopo il parco spettatori è abbastanza 'fluido'. Nel 2017 Netflix, almeno sulla carta dovrebbe vedersela anche con la piattaforma 'europea' che nascerà dall'alleanza tra Vivendi e Mediaset: dopo il closing previsto il 30 settembre la realizzazione della piattaforma comune dovrebbe entrare nella fase operativa.

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IL PUNTO DELLA SITUAZIONE IN EUROPA

Interessante approfondimento del periodico Newslinet. Quasi la totalità degli editori nazionali possiede almeno un canale tv che trasmette sul digitale terrestre, anche quelli direzionati verso un target più specifico

iniziano a differenziare il proprio business con una maggiore presenza su di essa, secondo logiche strategiche multipiattaforma in continua evoluzione (free/pay, SD/HD, time-shift). Ad inizio aprile, in Francia, quasi tutti i canali tv distribuiti sulla piattaforma digitale terrestre sono passati all’MPEG-4 e allo standard in alta definizione, mentre in Spagna, proprio in questi giorni, sono stati lanciati dei nuovi canali tv sia in SD che in HD (Be Mad Tv di Mediaset España, DKiss di Discovery Communication e Kiss Media, TEN di Grupo Secuoya e Atreseries di Atresmedia). In Germania, invece, è stato pianificato per fine maggio 2016 (in occasione del Campionato europeo di calcio) l’avvio del passaggio allo standard DVB-T2, che comporterà una maggiore capacità trasmissiva e quindi un rilevante numero di canali in HD. Andando a scandagliare quella che è l’attuale offerta televisiva presente sul digitale terrestre nei principali paesi europei, si evidenzia come l’Italia sia il mercato con il più alto numero di canali tv (132), seguita solo dal Regno Unito (103). A seguire, con un numero sensibilmente inferiore troviamo invece Spagna, Germania e Francia: la ridotta presenza di canali tv sul digitale terrestre in questi ultimi due, è dovuta principalmente all’incessante competizione delle piattaforme cavo e IPTV, storicamente rilevanti in questi Paesi. La ricca offerta di canali tv dell’Italia si conferma anche in termini di numero di editori con ben 37 soggetti (a dimostrazione dell’importanza che rappresenta per il mercato nazionale). Seguono il Regno Unito con 26 editori e la Germania con 17. Regno Unito e Spagna si distinguono per un numero medio di canali per editore superiore alla media (4).

IN BREVE

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FREQUENZE IN DTT L’ASSETTO DI MERCATO

FORTEMENTE SQUILIBRATO ------------------------------------------------------------------------------------

Ricordiamo che la divisione dei multiplex nazionali in DVB-t tra gli operatori di rete del nostro Paese resta ancora fortemente squilibrata tale da non consentire la chiusura della procedura di infrazione da parte della Commissione UE nei confronti dell’Italia. Di seguito l’assetto di mercato per numero di operatori e mux assegnati:

• E. Industriale (EI Towers–Mediaset): 5

• RaiWay (Rai): 5

• Persidera (Telecom-L’Espresso): 5

• Premiata Ditta Borghini & Stocchetti di Torino (ReteCapri): 1

• Prima Tv: 1

• Europa Way: 1

• H3G: 1

• Cairo Network: 1

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LA BANDA LARGA AUMENTA LA PRODUTTIVITA’

cosa “guadagneranno” le piccole imprese italiane dall’arrivo della banda ultralarga in termini di performance operative? L’Istat ha messo nero su bianco le conclusioni della sua indagine nel documento “Valutazione della relazione tra l’uso di Ict da parte delle microimprese, copertura a banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato e performance aziendale”. Circa 250mila le imprese fra 3 e 9 addetti prese in esame, pari a 1,2 milioni di addetti. “In tutti i domini considerati si avrebbe un aumento di produttività variabile dal 7% fino al 23% del valore aggiunto delle aree bianche/bianche dirette calcolato in assenza di investimenti e pari al 13% per il complesso di tutte le aree bianche italiane considerate”, si legge nel documento. E l’aumento medio del valore aggiunto per addetto a livello Italia risulterebbe essere di circa 4.900 euro.

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