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COMUNE DI BUDONI PROVINCIA DI OLBIA-TEMPIO PIANO URBANISTICO COMUNALE IN ADEGUAMENTO AL P.P.R. ED AL P.A.I. ASC.1.2. RIFERIMENTO ASSETTO STORICO CULTURALE ASSETTO ASC.1.:CENTRO DI ANTICA E PRIMA FORMAZIONE OGGETTO/TITOLO SOTTOTITOLO ANALISI DELLE TIPOLOGIE STORICHE ABACO DEGLI ELEMENTI COSTRUTTIVI PROPOSTE TIPOLOGICO-COSTRUTTIVE ALLEGATO ALLEGATO AMMINISTRAZIONE COMUNALE GRUPPO DI LAVORO COORDINATORE G.P. GAMBERINI SINDACO DEL COMUNE DI BUDONI P.BRUNDU ASSETTO AMBIENTALE T.BORTO G.CASULA ASSESSORE ALL’URBANISTICA L. PITORRA ASSETTO STORICO CULTURALE M.R.MILLELIRE G.FOIS-F.PONSANO RESPONSABILE DELL’U.T.C. P.PORCHEDDU V.A.S. F.PANI R.M.SANNA data FEBBRAIO 2012 aggiornamento PROGETTAZIONE: Sting engineering srl- via G.Mameli n° 8 8-09123 Cagliari- tel/fax 070669243

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COMUNE DI BUDONI

PROVINCIA DI OLBIA-TEMPIO

PIANO URBANISTICO

COMUNALE IN ADEGUAMENTO AL P.P.R. ED AL

P.A.I.

ASC.1.2.

RIFERIMENTO

ASSETTO STORICO CULTURALE

ASSETTO

ASC.1.:CENTRO DI ANTICA E PRIMA FORMAZIONE

OGGETTO/TITOLO

SOTTOTITOLO

ANALISI DELLE TIPOLOGIE STORICHE ABACO DEGLI ELEMENTI COSTRUTTIVI

PROPOSTE TIPOLOGICO-COSTRUTTIVE ALLEGATO

ALLEGATO

AMMINISTRAZIONE COMUNALE

GRUPPO DI LAVORO

COORDINATORE

G.P. GAMBERINI

SINDACO DEL COMUNE DI BUDONI P.BRUNDU

ASSETTO AMBIENTALE

T.BORTO G.CASULA

ASSESSORE ALL’URBANISTICA L. PITORRA

ASSETTO STORICO CULTURALE

M.R.MILLELIRE G.FOIS-F.PONSANO

RESPONSABILE DELL’U.T.C. P.PORCHEDDU

V.A.S.

F.PANI R.M.SANNA

data FEBBRAIO 2012

aggiornamento

PROGETTAZIONE: Sting engineering srl- via G.Mameli n° 8 8-09123 Cagliari- tel/fax 070669243

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Budoni 10-09-2008 STING ENGINEERING S.R.L.

ANALISI DELLE TIPOLOGIE STORICHE

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1. LA TIPOLOGIA EDILIZIA STORICA DELLE CASE DELL’HABITAT DISPERSO.

Nel territorio di Budoni, per secoli disabitato, il ripopolamento moderno ha dato luogo ad unità isolate e sparse, dove l'abitazione-azienda è strettamente connessa al gruppo familiare (tanto che la toponomastica di queste unità coincide col patronimico del clan(es.Stazzi Corronciu a Maiorca). In questi contesti la casa è il centro di irradiazione di un sistema di appropriazione e costruzione del territorio che procede dalla cellula-abitazione alla campagna per recinti a maglie via via più larghe quanto più ci si allontana da essa. Dal punto di vista architettonico, il sistema compositivo base dell’edilizia residenziale è la cellula elementare avente una superficie variabile tra i 12 ei 20mq Ogni cellula presentava un’apertura sulla corte o su strada, che può essere o la porta d’ingresso (0,90 x 1,8m) o una finestra (0,70 x 1m), quasi sempre inserita in posizione centrale nel fronte. La tipologia dello stazzo gallurese, a partire dal primo ottocento alla metà del 900, si caratterizza per una crescita del numero di cellule che compongono la casa segnando anche un corrispondente processo di differenziazione e specializzazione degli ambienti e degli spazi: la cucina-focolare è centro riconoscibile dell'abitare, con l'impronta del focolare (foghile) è il nucleo della casa, la cui "naturalità", ancora sino all'inizio del secolo, era rafforzata dall'assenza di camino, col fumo che si disperdeva attraverso l'incannicciato del tetto. Attraverso la giustapposizione di altre stanze nascono gli edifici in linea tipici galluresi, a una, due o tre cellule lungo il fronte, più ulteriori sviluppi in profondità o in altezza (tipologia a palazzu). Si arriva agli edifici in linea, anche di 55 mt, nelle frazioni Li Troni, Strugas, Berruiles, San Lorenzo. Alcune varianti sono costituite da un tipo edilizio con planimetria a L, presente nella frazione San Gavino e composto da due linee di stazzi che si incrociano ad angolo retto.

Cellule monovano

Frazione S. Gavino: esempio di stazzo isolato a stanza singola Tipo edilizio linea

Frazione Li Troni: Stazzi Corronciu, tipologia in linea della lunghezza di 55 mt

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Tipo edilizio a L

Frazione San gavino: Stazzi Martini, unico esempio di tipologia a L

Case a Palazzo Verso i primi decenni del 900 la borghesia rurale interpreta anche in questi contesti il suo nuovo ruolo sociale con una modernizzazione culturale e formale del tipo a cellule,che non vengono più allineate ordinatamente con un fronte “composto” sui percorsi principali, ma con edifici “a palazzu” formati da almeno due ambienti al piano terreno e altrettanti nel piano superiore,disimpegnati da una scala interna che si sviluppa o lateralmente o al centro dell’edificio. Nel comune sono presenti tre esempi: Il Palazzo Pirina, risalente al 1915 circa,edificato in posizione dominante nella collina di Maiorca,caratterizzato da un fronte principale con fascia marcapiano e una marcata gronda alla sarda; il Palazzo Ventroni, dello stesso periodo, sito nella frazione Luttuni che i contraddistingue per la semplicità e assenza di elementi decorativi; il Palazzo Basoni in frazione Solità, unico palazzo aggregato ad altri stazzi contigui.

Palazzo Pirina, Fraz. Maiorca. Palazzo Ventroni, Fraz. Luttuni.

Palazzo Basoni, Fraz. Solità

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1.2 ABACO DEGLI ELEMENTI COSTRUTTIVI.

Murature La composizione geologica budonese, caratterizzata da roccia scistosa ,reperibile in abbondanza sia attraverso il dissodamento dei campi che attraverso l’estrazione da cava, ha favorito l’utilizzo diffuso di questo materiale nella costruzione dello stazzo. Le murature in pietra più antiche, ma non di rado anche quelle edificate durante buona parte dell’Ottocento e, in alcuni casi, anche agli inizi del Novecento, erano a secco e l’unico sistema di allettamento fra i trovanti non lavorati o grossolanamente sbozzati era affidato all’impiego di terra. Per rendere più efficiente il contatto fra le superfici irregolari degli elementi lapidei, e per limitare il dilavamento della terra contenuta nel nucleo centrale, si faceva affidamento alla rinzeppatura ottenuta mediante l’inserimento di piccole scaglie di pietra negli interstizi fra i conci. Lo scisto è una roccia che presenta piani di frattura paralleli, tali da conferire forma laminare agli elementi lapidei risultanti dalla divisione di un blocco. È praticamente impossibile ottenere dei blocchi regolari o dei cantoni parallelepipedi da questa roccia, di cui si riesce al massimo a spianare qualche faccia. Il tipico apparecchio utilizzato è quello in cui gli elementi lapidei sono posti di piatto, variamente giustapposti e incastrati fra loro, con occasionali corsi di spianamento orizzontali, posti ad intervalli irregolari per conferire maggiore stabilità al paramento. La statica della cellule murarie, si basa sulla solidarietà e sulla collaborazione fra i muri portanti propriamente detti e i muri di controvento. Le difficoltà che si incontrano, con un sistema costruttivo fatto di elementi discreti (come avviene nel caso dell’impiego dei conci lapidei), nel garantire il perfetto ammorsamento fra muri mutuamente ortogonali, rendono l’incrocio, e in particolare la soluzione d’angolo, uno dei nodi strutturali più critici per l’intera costruzione in pietra.

Frazione San Pietro:posa di piatto della pietra. Frazione Li Troni: posa pietra e soluzione d’angolo.

Frazione Agrustos: particolare rinzeppatura pietre scistose Frazione Lu Linnalvu: particolare posa di piatto.

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COPERTURE Negli tipologia tipo dello stazzo gallurese il muro di facciata e la parete parallela e contrapposta terminano con la gronda orizzontale, mentre le pareti trasversali sono sagomate a timpano, in modo da ospitare in sommità la trave di colmo, e sulle inclinate gli arcarecci. Su questi si innesta l’orditura secondaria dei travicelli, l’impalcato in canne,il massetto ed il manto di copertura realizzato in coppi sardi, semplicemente posati su un piano di canne nelle case più antiche, oppure su un massetto di allettamento di terra, eventualmente stabilizzata con calce, nelle case più recenti. L’incannicciato è disposto su travicelli lignei e legatocon l’ausilio di grosse canne (del diametro non inferiore a 25 mm) dettecanne maestre, disposte parallelamente ai travicelli stessi con interasse dicirca 50 cm. I travicelli sono sempre disposti secondo la massima pendenza delle falde (25-35%) con interasse compreso fra 50 e 80 cm, e sono sorretti, in relazione allo schema strutturale della copertura, dalla trave di colmo, dagli arcarecci e dai muri perimetrali in prossimità della linea di gronda nei casi con doppia orditura, oppure semplicemente dalla trave di colmo e dai muri perimetrali nei casi con semplice orditura. Il carico della copertura, attraverso la struttura lignea costituita da una trave di colmo, dagli arcarecci (se in presenza di schemi ad orditura doppia) e dai travicelli, viene ripartito sui quattro setti murari che definiscono la cellula edilizia.

Schema assonometrico a due falde con orditura doppia.

Pianta Sez. longitudinale

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Sez. trasversale

Particolare trave-muratura Spaccato assonometrico

Fraz. San Gavino: trave portante in legno,travicelli in ginepro. Fraz. San Pietro:orditura secondaria in ginepro.

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LE APERTURE: Porte e finestre.

Nello stazzo locale si denota una forte economia delle aperture, basata su ragioni insieme climatiche e costruttive. La loro dimensione in genere ridotta è funzione diretta dell’esigenza di limitare il passaggio rapido del freddo e del caldo dall’esterno all’interno della casa; nello stesso tempo, soprattutto il muro costruito con elementi lapidei “naturali” non può essere indebolito da bucature di eccessiva ampiezza L’apertura ricorrente è quella “elementare” rappresentata da una piccola luce realizzata sul muro di pietra “naturale”, sormontata da un architrave di legno (spesso di ginepro), priva di particolare trattamento delle spallette. Questa finestra “elementare” può avere dimensioni assai ridotte, spesso inferiori ad un metro. Rari sono i casi di aperture con arco a tutto sesto o ribassato (quasi mai a tre centri) risalenti in generale al classicismo ottocentesco, con l’apparecchio quasi sempre costituito da conci squadrati, secondo i modi ed i canoni dell’edilizia “di civile abitazione”. L’infisso di finestra è a due ante con scuretti, che può essere riscontrato con caratteri assolutamente ripetitivi in gran parte dell’edilizia “civile” del mondo rurale budonese dell’800. Di norma tutte le superfi ci lignee sono protette da più strati di verniciature e laccature. I colori più utilizzati sono vari toni di verde, celeste, azzurro, grigio.

Fraz. San Gavino e Berruiles: finestre a due ante tripartite per mezzo di traversi in pino di circa 2x5 cm, con interasse di circa 40 cm.

Fraz. Solità: uno dei rari esempi locali diaperture con arco.

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4 5 6 Alcuni esempi di porte: 1) Fraz.Tanaunella, a due ante con doghe orizzontali; 2) Fraz. San Gavino, a due ante tripartite per mezzo di traversi e svecchiature di tamponamento; 3) Fraz. Tanaunella, a un’anta con doghe verticali; 4) Fraz. Agrustos, ad anta unica con telaio esterno e tavole di tamponamento, con apertura di piccola anta superiore indipendente;5) Fraz. Ludduì, a due ante come precedente ma priva di piccole aperture; 6) Fraz. San Lorenzo, a due ante con telaio e specchiature nella parte inferiore e telaio vetro e portelli esterni amovibili nella parte superiore;

Fraz. San Lorenzo: particolare di alcuni architravi in ginepro.

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GRONDE Il “particolare di gronda”, deve assicurare lo smaltimento delle acque meteoriche la cui infiltrazione può dare origine a forme di degrado particolarmente gravi e talvolta irreversibili, sino alla disgregazione del corpo murario stesso. Le principali casistiche esaminate in agro budonese, possono essere riassunte in: a) aggetto semplice con i coppi canale a sporgere direttamente dal filo della muratura in elevazione. Si tratta della situazione più elementare nell’ambito della produzione edilizia popolare “matura” di ambito mediterraneo, che accomuna le aree della terra cruda e quelle della pietra pressoché nella stessa misura. La sequenza ritmica chiaroscurale delle ombre proiettate dalle tegole a sporgere alternate alla luce dei varchi lasciati da coppi convessi, che invece si arrestano a fi lo del muro, è un topos dei paesaggi rurali mediterranei.Dal punto di vista costruttivo è il modo più semplice e universale di realizzare l’allontanamento dell’acqua meteorica dal muro, e lo si ottiene allettando sul massetto sommitale del murol’ultima fila di coppi–canale in modo tale che sporga di circa 20 cm. b) Gronda sagomata “alla gallurese”La sovrapposizione variamente modulata con sporgenze opportunamente variate di più file di lastre in pietra, anche di diverso spessore, prelude alla formazione delle prime cornici rifinite ad intonaco, gesso e stucco, che della edilizia civile saranno l’emblema linguistico più immediatamente riconoscibile negli ultimi decenni del XIX secolo; Esistono varie tipologie di sagomatura di gronde a seconda delle maestranze che eseguivano l’opera.Un caso particolare si trova nel Palazzo Pirica nella frazione Maiorca: venne creata un canale di raccolta all’inerno della gronda con scarico delle acque a lato di questa.

Frazione S’iscala: aggetto semplice con i coppi canale a sporgere direttamente dal filo della muratura.

Fraz. Litroni Fraz. Tanaunella Fraz. Ludduì

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Fraz. Maiorca, Palazzo Pirina: soluzione di gronda con raccolta delle acque interna e scarico laterale.

Fraz. Solità, soluzione di gronda con angolo

Fraz. Solità, gronda con aggetto regolare.

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2. LA TIPOLOGIA COSTRUTTIVA DAGLI ANNI 50 A OGGI.

A partire dagli anni 50, grazie alle innovazioni delle tecnologie costruttive, la tipologia dello stazzo utilizzata per circa 150 anni subisce una evoluzione sintetizzata nelle categorie seguenti: Case coloniche, anni 50-60 Nel 1946, col secondo governo De Gasperi e Antonio Segni ministro dell'agricoltura, fu emanato un complesso di leggi per realizzare il progetto di riforma agraria. La riforma venne attuata in Sardegna grazie a uno stralcio dal disegno generale e, nel maggio del 51, nasceva l'Etfas, Ente per la trasformazione fondiaria e agraria in Sardegna. Iniziava così una grande esperienza di trasformazione della terra che avrebbe interessato vaste zone dell'isola e impresso una forte spinta modernizzatrice al mondo contadino. Venne finanziata così la costruzione dei tipici edifici a tetto piano tutt’ora ben riconoscibili a ridosso di campagne e centri abitati budonesi. La pianta di questi edifici rispettava nelle proporzioni quella dello stazzo, tuttavia cambiava il sistema costruttivo: dalle aperture, di dimensioni maggiori, ai solai, realizzati in piano con travetti in latero-cemento e pignatte La destinazione d’uso era quella di ricovero attrezzi ma spesso veniva adattata a residenza permanente dei contadini.

Fraz. San Gavino, casa colonica anni 50 all’interno dell’abitato.

Regione Fenosu, casa colonica anni 50 nell’agro budonese.

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Assetto tipologico dalla fine anni 60 agli anni 70. Negli anni 60 alcuni privati propongono per la prima volta due piani di lottizzazione al comune di Budoni; si tratta di un piano nel centro abitato di Budoni e uno nella Riviera dei Pini in località Matta e Peru. In quest’ultimo in particolare sono previste delle tipologie edilizie esecutive che influenzeranno una parte dei primi interventi turistici di quel periodo, caratterizzate da tetti a falda unica e piante articolate ma sempre riferite alla tipologia locale. Dai primi anni 70, il territorio di Budoni è oggetto di iniziative edificatorie turistiche, sostenute anche dal nuovo Piano di Fabbricazione che porta ad una notevole concentrazione di volumetrie negli abitati di Budoni e frazioni. Le tipologie prevalenti sono caratterizzate da gronde aggettanti, balconi a sbalzo con parapetti in muratura, slegate completamente dalla tipologia locale, mentre nella frazione di Ottiolu si assiste ad una commistione di questo stile con elementi locali come il legno per le coperture, il rivestimento in pietra locale o gli intonaci lisciati a mano.

Riviera dei Pini: case turistiche fine anni 60.

Fraz. Agrustos: verande e gronde aggettanti Fraz. Ottiolu: tipologia anni 70

Budoni: alcuni edifici anni 70 con tetti a falde uniche incrociate

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Assetto tipologico dalla fine anni 80 a oggi. Dalla fine degli anni 80 l’ufficio tutela del paesaggio competente obbliga al rispetto di alcune condizioni sulla tipologia esecutiva come: l’utilizzo dei coppi nelle coperture, l’eliminazione delle sporgenze laterali alle falde di copertura in modo da realizzare dei volumi puri con gronde alla sarda o stillicidio diretto, l’utilizzo delle tinteggiature con colori compresi nella gamma cromatica delle terre, etc. Inoltre si sviluppa in tutta la Gallura, a partire da alcuni interventi immobiliari in Costa Smeralda, una edilizia abitativa completamente slegata rispetto all’architettura storica locale, con l’introduzione di materiali non locali, come pietra di cava, granito e elementi incongrui come capriate,capitelli e conci agli angoli delle facciate. Recentemente, la mancanza di un preciso piano dei colori ha portato ad una diffusione di gamme cromatiche impattanti visivamente, come dimostrano le foto sotto.

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3. PROPOSTA TIPOLOGICO-COSTRUTTIVA.

Con la caduta dei Piani Territoriali Paesistici nel 1998, l’approvazione della variante al P.DF. delle

frazioni, e la forte domanda immobiliare degli ultimi 7 anni, il territorio è stato interessato da una

intensa attività costruttiva e speculativa, che, oltre ad aver portato a una concentrazione di

edificato nelle vecchie borgate collinari a forte impatto visivo e paesaggistico, ha favorito il

moltiplicarsi di una pluralità di tipologie compositive spesso slegate dal contesto, caratterizzate da

un notevole accorpamento volumetrico e una commistione di elementi decorativi e di materiali

incongrui rispetto alla realtà locale.

Sulla base di queste considerazioni, nella proposta dei tipi edilizi si evidenzia un evidente dialogo con la tipologia tradizionale dello stazzo affermando comunque una contemporaneità dell’intervento. Questi seguono i seguenti principi: - Essenzialità delle forme volumetriche edilizie con utilizzo di tetti a falda unica o a capanna, paralleli o innesto di corpi di fabbrica incrociati ;

- Utilizzo di materiali locali quali pietra posata in senso orizzontale per rivestimenti delle facciate e

per i pilastri delle verande, Le tessiture murarie così trattate dovranno assumere un caratteristico aspetto in cui spicchi la variabilità di forme e dimensioni dei conci di pietra orizzontali senza che si evidenzino le fughe dei giunti di malta aggregante.

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- Totale assenza di cornici nelle gronde e di pluviali esterni con tegole sporgenti di circa 15 cm rispetto al filo muro;

- Aperture di modeste dimensioni con utilizzo di serramenti in legno con disegno tradizionale;

Eventuali scurini interni o sistemi di protezione esterna con portelli a libro. - Realizzazione di balconcini a sbalzo con parapetti in ferro battuto dal disegno semplice e

lineare che favoriscano la traparenza.

- Verande coperte con travi, travicelli e tavole in legno,poggianti su pilastri in pietra locale di larghezza superiore a 1 mt con eventuali pareti piene con bucature che ricreino il volume della cellula edilizia tradizionale.

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- Recinzioni dei giardini realizzate con pietra locale posata per corsi orizzontali o intonacati con sommità arrotondate. Cancelli in doghe di legno su supporto metallico.

- Intonaci esterni lisciati a mano o con tecnica dello spruzzo, le pitture dovranno avere una

tonalità tenue e per quanto possibile avvicinarsi alla gamma dei colori della terra e della natura circostante;