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Comune di Santa Cristina Gela Provincia Regionale di Palermo
PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE
DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITÀ
E PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E
L’INTEGRITA’
PRIMO AGGIORNAMENTO
TRIENNIO
2015/2017
Legge 190/2012
Approvato con deliberazione di giunta municipale n. 8 del 5.02.2014
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ART. 1 – PREMESSA CODICE ETICO E DEONTOLOGICO
Ogni dipendente-pubblico ufficiale deve per sua stessa natura serbare un comportamento e una
condotta totalmente improntata alla lealtà, imparzialità, correttezza, legittimità e onestà,
astenendosi dal porre in essere azioni o condotte non solo beninteso illecite ma anche immorali o
antietiche e inopportune. Il presente Piano è finalizzato al rafforzamento di tali principi al fine di
renderli maggiormente efficaci al fine di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei
fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e
servizio esclusivo alla cura dell'interesse pubblico. Restano naturalmente vigenti le distinte
procedure di attivazione, di cui al Regolamento di Organizzazione e al Codice disciplinare e di
Comportamento, relative ai soli procedimenti di valenza esclusivamente disciplinare e in tema di
incompatibilità, come integrate dal presente Piano.
ART. 2 – OGGETTO
Il P.T.A. non si configura come un’attività compiuta, con un termine di completamento finale,
bensì come un insieme di strumenti finalizzati alla prevenzione che vengono affinati, modificati o
sostituiti in relazione al feedback ottenuto dalla loro applicazione. Il responsabile pere la
prevenzione della corruzione e dell’illegalità con lo stesso Piano, definisce procedure appropriate
per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla
corruzione. Il piano risponde alle seguenti esigenze:
a) individuare le attività, tra le quali quelle di cui al comma 16, nell'ambito delle quali è più elevato
il rischio di corruzione, anche raccogliendo le proposte dei capi area, elaborate nell'esercizio delle
competenze previste dall'articolo 16, comma 1, lettera a-bis), del decreto legislativo 30 marzo
2001, n.165;
b) prevedere, per le attività individuate ai sensi della lettera a), meccanismi di formazione,
attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione;
c) prevedere, con particolare riguardo alle attività individuate ai sensi della lettera a), obblighi di
informazione nei confronti del responsabile chiamato a vigilare sul funzionamento e
sull'osservanza del piano;
d) monitorare il rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei
procedimenti;
e) monitorare i rapporti tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o
che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi
economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità
sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i
dipendenti dell'amministrazione; f) individuare specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a
quelli previsti da disposizioni di legge. g) disporre affinché l’ente preveda negli avvisi, bandi di gara
o lettere di invito che il mancato rispetto delle clausole contenute nei protocolli di legalità o nei
patti di integrità costituisce causa di esclusione dalla gara (art. 1, comma 17, l. n. 190);
h) l’adozione di misure volte alla vigilanza sull’attuazione delle disposizioni in materia di
inconferibilità e incompatibilità degli incarichi (di cui ai commi 49 e 50 della legge n. 190), anche
successivamente alla cessazione del servizio o al termine dell’incarico (nuovo comma 16-ter
dell’articolo 53 del d.lgs. n. 165 del 2001);
i) l’adozione di misure di verifica dell’attuazione delle disposizioni di legge in materia di
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autorizzazione di incarichi esterni, così come modificate dal comma 42 della legge n. 190;
ART. 3 - CONFLITTO DI INTERESSI
1. Il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le
valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale devono astenersi in
caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale di
interessi, che pregiudichino l'esercizio imparziale delle funzioni attribuite. Il conflitto può
riguardare interessi di qualsiasi natura, anche non patrimoniali, come quelli derivanti da
pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici.
2. Le amministrazioni pubbliche che conferiscono o autorizzano incarichi, anche a titolo gratuito,
ai propri dipendenti comunicano in via telematica, nel termine di quindici giorni, al Dipartimento
della funzione pubblica gli incarichi conferiti o autorizzati ai dipendenti stessi, con l'indicazione
dell'oggetto dell'incarico e del compenso lordo, ove previsto.
3. I dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali
per conto delle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, non possono svolgere,
nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o
professionale presso i soggetti privati destinatari dell'attività della pubblica amministrazione svolta
attraverso i medesimi poteri. I contratti conclusi e gli incarichi conferiti in violazione di quanto
previsto dal presente comma sono nulli ed e' fatto divieto ai soggetti privati che li hanno conclusi
o conferiti di contrattare con le pubbliche amministrazioni per i successivi tre anni con obbligo di
restituzione dei compensi eventualmente percepiti e accertati ad essi riferiti.
4. Il dipendente osserva la Costituzione servendo la Nazione con disciplina ed onore e rispettando
i principi di buon andamento e imparzialità dell'amministrazione. Nell'espletamento dei propri
compiti, il dipendente assicura il rispetto della legge e persegue esclusivamente l'interesse pubblico;
ispira le proprie decisioni ed i propri comportamenti alla cura dell'interesse pubblico che gli è
affidato, senza abusare della posizione dei poteri di cui è titolare. Il dipendente rispetta i principi di
integrità, correttezza, buona fede, proporzionalità, obiettività, equità e ragionevolezza astenendosi
in caso di conflitto di interessi.
5. Il dipendente mantiene una posizione di indipendenza, al fine di evitare di prendere decisioni o
svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni, anche solo apparenti, di conflitto di
interessi. Egli non svolge alcuna attività che contrasti con il corretto adempimento dei compiti
d'ufficio e si impegna ad evitare situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o
all'immagine della pubblica amministrazione. Il dipendente non usa a fini privati le informazioni di
cui dispone per ragioni di ufficio. Prerogative e poteri pubblici sono esercitati unicamente per le
finalità di interesse generale per le quali sono stati conferiti.
6. Nel rispetto dell'orario di lavoro, il dipendente dedica la giusta quantità di tempo e di energie
allo svolgimento delle proprie competenze, si impegna ad adempierle nel modo più semplice ed
efficiente nell'interesse dei cittadini e assume le responsabilità connesse ai propri compiti. Il
dipendente orienta l’azione amministrativa alla massima economicità, efficienza ed efficacia. La
gestione di risorse pubbliche deve seguire una logica di contenimento dei costi che non
pregiudichi la qualità dei risultati.
7. Il dipendente usa e custodisce con cura i beni di cui dispone per ragioni di ufficio e non
utilizza a fini privati le informazioni di cui dispone per ragioni di ufficio.
8. Il comportamento del dipendente deve essere tale da stabilire un rapporto di fiducia e
collaborazione tra i cittadini e l'amministrazione. Nei rapporti con i cittadini, egli dimostra la
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massima disponibilità e non ne ostacola l'esercizio dei diritti. Favorisce l'accesso degli
stessi alle informazioni a cui abbiano titolo e, nei limiti in cui ciò non sia vietato, fornisce
tutte le notizie e informazioni necessarie per valutare le decisioni dell'amministrazione e i
comportamenti dei dipendenti. Nei rapporti con i destinatari dell’azione amministrativa il
dipendente assicura piena parità di trattamento in qualsiasi condizione, astenendosi da azioni
arbitrarie che abbiano effetti negativi sui destinatari dell’azione o che comportino discriminazioni
basate su sesso, nazionalità, origine etnica, caratteristiche genetiche, lingua, religione o credo,
convinzioni personali o politiche, appartenenza a una minoranza nazionale, disabilità, condizioni
sociali e di salute, età e orientamento sessuale.
7. Il dipendente limita gli adempimenti a carico dei cittadini e delle imprese a quelli indispensabili e
applica ogni possibile misura di semplificazione dell'attività amministrativa, agevolando,
comunque, lo svolgimento, da parte dei cittadini, delle attività loro consentite, o comunque non
contrarie alle norme giuridiche in vigore.
8. Nello svolgimento dei propri compiti, il dipendente rispetta la distribuzione delle funzioni tra
Stato ed enti territoriali. Nei limiti delle proprie competenze, favorisce l'esercizio delle funzioni e
dei compiti da parte dell'autorità territorialmente competente e funzionalmente più vicina ai
cittadini interessati.
Art. 4 - DESTINATARI
Il presente Piano responsabilizza non solo le figure di vertice ma tutti i dipendenti pertanto: - il
responsabile di ogni Ufficio vigila sull’applicazione del presente articolo e riferisce al superiore
secondo un criterio di referenzialità crescente di tipo gerarchico, dal responsabile di unità semplice
a quello di area, sino al Responsabile del Piano.
Art. 5 - PARTECIPAZIONE AD ASSOCIAZIONI E ALTRE ORGANIZZAZIONI
1. Nel rispetto della disciplina vigente del diritto di associazione, il dipendente comunica al
dirigente dell'ufficio la propria adesione ad associazioni ed organizzazioni, anche a carattere non
riservato, i cui interessi siano coinvolti dallo svolgimento dell'attività dell'ufficio, salvo che si tratti
di partiti politici o sindacati.
2. Il dipendente non costringe altri dipendenti ad aderire ad associazioni ed organizzazioni, né li
induce a farlo promettendo vantaggi di carriera.
ART. 6 - TRASPARENZA NEGLI INTERESSI FINANZIARI.
1. Il dipendente informa per iscritto il dirigente dell'ufficio di tutti i rapporti di collaborazione in
qualunque modo retribuiti che egli abbia avuto nell'ultimo quinquennio, precisando:
a) se egli, o suoi parenti entro il quarto grado o conviventi, abbiano ancora rapporti finanziari con
il soggetto con cui ha avuto i predetti rapporti di collaborazione;
b) se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con soggetti che abbiano interessi in attività o
decisioni inerenti all'ufficio, limitatamente alle pratiche a lui affidate.
2. Il Responsabile di P.O., prima di assumere le sue funzioni, comunica all'amministrazione le
partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possano porlo in conflitto di interessi con
la funzione pubblica che svolge e dichiara se ha parenti entro il quarto grado o affini entro il
secondo, o conviventi che esercitano attività politiche, professionali o economiche che li pongano
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in contatti frequenti con l'ufficio che egli dovrà dirigere o che siano coinvolte nelle decisioni o
nelle attività inerenti all'ufficio. Su motivata richiesta del dirigente competente in materia, egli
fornisce ulteriori informazioni sulla propria situazione patrimoniale e tributaria.
ART. 7 - OBBLIGO DI ASTENSIONE
1. Il dipendente si astiene dal partecipare all'adozione di decisioni o ad attività che possano
coinvolgere interessi propri ovvero: di suoi parenti entro il quarto grado o conviventi; di individui
od organizzazioni con cui egli stesso o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o
rapporti di credito o debito; di individui od organizzazioni di cui egli sia tutore, curatore,
procuratore o agente; di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o stabilimenti
di cui egli sia amministratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui
esistano gravi ragioni di convenienza. Sull'astensione decide il Responsabile di area.
ART. 8 - ATTIVITÀ COLLATERALI
1. Il dipendente non accetta da soggetti diversi dall'amministrazione retribuzioni o altre utilità per
prestazioni alle quali è tenuto per lo svolgimento dei propri compiti d'ufficio.
2. Il dipendente non accetta incarichi di collaborazione con individui od organizzazioni che
abbiano, o abbiano avuto nel biennio precedente, un interesse economico in decisioni o attività
inerenti all'ufficio. 3. Il dipendente non sollecita ai propri superiori il conferimento di incarichi
remunerati.
ART. 9 – IMPARZIALITÀ
1. Il dipendente, nell'adempimento della prestazione lavorativa, assicura la parità di trattamento
tra i cittadini che vengono in contatto con l'amministrazione da cui dipende. A tal fine, egli non
rifiuta né accorda ad alcuno prestazioni che siano normalmente accordate o rifiutate ad altri.
2. Il dipendente si attiene a corrette modalità di svolgimento dell'attività amministrativa di sua
competenza, respingendo in particolare ogni illegittima pressione, ancorché esercitata dai suoi
superiori.
ART. 10 - COMPORTAMENTO NELLA VITA SOCIALE
1. Il dipendente non sfrutta la posizione che ricopre nell'amministrazione per ottenere utilità che
non gli spettino. Nei rapporti privati, in particolare con pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro
funzioni, non menziona né fa altrimenti intendere, di propria iniziativa, tale posizione, qualora ciò
possa nuocere all'immagine dell'amministrazione, né sfrutta la posizione che ricopre per ottenere
utilità che non gli spettino.
ART. 11 - COMPORTAMENTO IN SERVIZIO
1. Il dipendente, salvo giustificato motivo, non ritarda né affida ad altri dipendenti il
compimento di attività o l'adozione di decisioni di propria spettanza.
2. Nel rispetto delle previsioni contrattuali, il dipendente limita le assenze dal luogo di lavoro
a quelle strettamente necessarie, secondo le procedure di legge, fermo restando il diritto al
godimento delle ferie nell’arco temporale contrattualmente previsto, finalizzato ad un
pieno recupero delle energie psico-fisiche.
3. Il dipendente non utilizza a fini privati materiale o attrezzature di cui dispone per ragioni di
ufficio. Salvo casi d'urgenza, egli non utilizza le linee telefoniche e telematiche dell'ufficio per
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esigenze personali, salvo emergenze o urgenze debitamente motivate in giustificata assenza di
proprio strumento telefonico per un tempo estremamente limitato alla prima comunicazione. Il
dipendente che dispone di mezzi di trasporto dell'amministrazione se ne serve per lo svolgimento
dei suoi compiti d'ufficio e non vi trasporta terzi o persone estranee all'amministrazione.
4. Il dipendente non accetta per uso personale, né detiene o gode a titolo personale, utilità
spettanti all'acquirente, in relazione all'acquisto di beni o servizi per ragioni di ufficio.
5. Il dipendente mantiene sempre un comportamento educato, rispettoso dei colleghi, dei
superiori e del pubblico. Analogamente il superiore nei confronti del subordinato. Ogni
dipendente si esprime con estrema cortesia evitando sempre e assolutamente di alzare il tono della
voce e altresì ogni forma di alterco con colleghi e utenza. Le ragioni devono essere fatte valere
sempre e solo attraverso pacata dialettica o mediante le procedure di diritto. Il presente comma è
immediatamente e dapprima fonte di responsabilità disciplinare, ferme restando ulteriori
responsabilità.
ART. 12 - RAPPORTI CON IL PUBBLICO
1. Il dipendente in diretto rapporto con il pubblico presta adeguata attenzione alle domande di
ciascuno e fornisce le spiegazioni che gli siano richieste in ordine al comportamento proprio e di
altri dipendenti dell'ufficio. Nella trattazione delle pratiche egli rispetta l'ordine cronologico e non
rifiuta prestazioni a cui sia tenuto motivando genericamente con la quantità di lavoro da svolgere o
la mancanza di tempo a disposizione. Egli rispetta gli appuntamenti con i cittadini e risponde
sollecitamente ai loro reclami.
2. Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e
dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento
dell'immagine dell'amministrazione.
3. Il dipendente non prende impegni né fa promesse in ordine a decisioni o azioni proprie o altrui
inerenti all'ufficio, se ciò possa generare o confermare sfiducia nell'amministrazione o nella sua
indipendenza ed imparzialità.
4. Nella redazione dei testi scritti e in tutte le altre comunicazioni il dipendente adotta un
linguaggio chiaro e comprensibile.
5. Il dipendente che svolge la sua attività lavorativa in una amministrazione che fornisce servizi al
pubblico si preoccupa del rispetto degli standard di qualità e di quantità fissati
dall'amministrazione nelle apposite carte dei servizi. Egli si preoccupa di assicurare la continuità
del servizio, di consentire agli utenti la scelta tra i diversi erogatori e di fornire loro informazioni
sulle modalità di prestazione del servizio e sui livelli di qualità.
ART. 13 – AFFIDAMENTI E CONTRATTI
1. Nella stipulazione di contratti per conto dell'amministrazione, il dipendente non ricorre a
mediazione o ad altra opera di terzi, né corrisponde o promette ad alcuno utilità a titolo di
intermediazione, né per facilitare o aver facilitato la conclusione o l'esecuzione del contratto.
2. Il dipendente non conclude, per conto dell'amministrazione, contratti di appalto,
fornitura, servizio, finanziamento o assicurazione con imprese con le quali abbia stipulato
contratti a titolo privato nel biennio precedente. Nel caso in cui l'amministrazione
concluda contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento o assicurazione, con
imprese con le quali egli abbia concluso contratti a titolo privato nel biennio precedente,
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si astiene dal partecipare all'adozione delle decisioni ed alle attività relative all'esecuzione
del contratto.
3. Il dipendente che stipula contratti a titolo privato con imprese con cui abbia concluso,
nel biennio precedente, contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento ed
assicurazione, per conto dell'amministrazione, ne informa per iscritto il dirigente
dell'ufficio.
4. Nelle procedure di affidamento dei contratti di appalto, fornitura o servizio che non
avvengano mediante l’uso di CONSIP o comunque del mercato elettronico il
Responsabile di Area che non abbia provveduto alla pubblicazione dell’avviso per la
costituzione dell’albo dei professionisti di fiducia non può procedere ad indire avvisi
pubblici per procedure ristrette e/o negoziate e deve ritenere ammissibili le offerte
eventualmente presentate da soggetti che non siano stati oggetto di invito. L’eventuale
affidamento è nullo. In ogni caso deve essere rispettato il principio di rotazione nell’invito
delle ditte e reso pubblico.
4. Se nelle situazioni di cui ai commi 2 e 3 si trova il Responsabile di Area, questi informa per
iscritto il Responsabile per la prevenzione della corruzione e della illegalità, o in sua mancanza il
responsabile area affari generali – personale.
ART. 14 - OBBLIGHI CONNESSI ALLA VALUTAZIONE DEI RISULTATI
1. Il capo area ed il dipendente forniscono al nucleo di valutazione tutte le informazioni necessarie
ad una piena valutazione dei risultati conseguiti dall'ufficio presso il quale prestano servizio.
L'informazione è resa con particolare riguardo alle seguenti finalità: modalità di svolgimento
dell'attività dell'ufficio; qualità dei servizi prestati; parità di trattamento tra le diverse categorie di
cittadini e utenti; agevole accesso agli uffici, specie per gli utenti disabili; semplificazione e celerità
delle procedure; osservanza dei termini prescritti per la conclusione delle procedure; sollecita
risposta a reclami, istanze e segnalazioni.
ART. 15 OBBLIGHI CONNESSI AL CODICE DI COMPORTAMENTO.
La violazione dei doveri contenuti nel codice di comportamento, compresi quelli relativi
all'attuazione del Piano di prevenzione della corruzione, è fonte di responsabilità disciplinare. La
violazione dei doveri è altresì rilevante ai fini della responsabilità civile, amministrativa e contabile
ogniqualvolta le stesse responsabilità siano collegate alla violazione di doveri, obblighi, leggi o
regolamenti. Violazioni gravi o reiterate del codice comportano l'applicazione di ulteriori sanzioni
aggravanti. Il codice viene consegnato al dipendente, che lo sottoscrive all'atto dell'assunzione.
ART. 16 - PREVENZIONE DEL FENOMENO DELLA CORRUZIONE NELLA FORMAZIONE DI
COMMISSIONI E NELLE ASSEGNAZIONI AGLI UFFICI
1. Coloro che sono stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per i reati
previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del codice penale: a) non possono fare parte,
anche con compiti di segreteria, di commissioni per l'accesso o la selezione a pubblici impieghi; b)
non possono essere assegnati, anche con funzioni direttive, agli uffici preposti alla gestione delle
risorse finanziarie, all'acquisizione di beni, servizi e forniture, nonché alla concessione o
all'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari o attribuzioni di vantaggi
economici a soggetti pubblici e privati; c) non possono fare parte delle commissioni per la scelta
del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, per la concessione o l'erogazione di
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sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché per l'attribuzione di vantaggi economici di
qualunque genere.
E’ prevista la seguente ulteriore disciplina: d) il criterio della non conferibilità per coloro che sono
stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per i reati previsti dal capo I del
titolo II del libro secondo del codice penale; d1) non conferibilità di incarichi dirigenziali o di
coordinamento, per coloro che per un congruo periodo di tempo, non inferiore ad un anno,
antecedente al conferimento abbiano svolto incarichi o ricoperto cariche in enti di diritto privato
sottoposti a controllo o finanziati da parte dell'amministrazione che conferisce l'incarico; e) non
conferibilità di incarichi dirigenziali o di coordinamento ai soggetti estranei alle amministrazioni
che, per un congruo periodo di tempo, non inferiore ad un anno, antecedente al conferimento
abbiano fatto parte di organi di indirizzo politico o abbiano ricoperto cariche pubbliche elettive. f)
E' escluso in ogni caso, fatta eccezione per gli incarichi di responsabile degli uffici di diretta
collaborazione degli organi di indirizzo politico, il conferimento di incarichi dirigenziali o di
coordinamento a coloro che presso le medesime amministrazioni abbiano svolto incarichi di
indirizzo politico o abbiano ricoperto cariche pubbliche elettive nel periodo, comunque non
inferiore ad un anno, immediatamente precedente al conferimento dell'incarico
2. La disposizione prevista al comma l integra le leggi e regolamenti che disciplinano la formazione
di commissioni e la nomina dei relativi segretari.
ART. 17 TUTELA DEL DIPENDENTE PUBBLICO CHE SEGNALA ILLECITI.
1. Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai
sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all'autorità giudiziaria
o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia
venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o
sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di
lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia.
2. Nell'ambito del procedimento disciplinare, l'identità del segnalante non può essere rivelata,
senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su
accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in
tutto o in parte, sulla segnalazione, l'identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia
assolutamente indispensabile per la difesa dell'incolpato.
3. L'adozione di misure discriminatorie è segnalata al Dipartimento della funzione pubblica, per i
provvedimenti di competenza, dall'interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente
rappresentative nell'amministrazione nella quale le stesse sono state poste in essere.
4. La denuncia è sottratta all'accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990,
n. 241, e successive modificazioni».
5. Il modulo unico per le segnalazioni è pubblicato sul sito del comune nella sezione
amministrazione trasparente – Altri contenuti – Corruzione e va trasmesso al Responsabile per la
prevenzione della corruzione così come da direttiva emanata.
ART. 18 ATTIVITÀ CATALOGATE A RISCHIO RILEVANTE E METODI DI PREVENZIONE
1. Secondo la legge sono definite come maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa le
seguenti attività:
a) trasporto di materiali a discarica per conto di terzi;
b) trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento di rifiuti per conto di terzi;
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c) estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti;
d) confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume;
e) noli a freddo di macchinari;
f) fornitura di ferro lavorato;
g) noli a caldo;
h) autotrasporti per conto di terzi;
i) guardiania dei cantieri.
2. Presso il Comune di Santa Cristina Gela, in ragione della materia e della sfera di competenza,
fermo restando che il contenuto del presente piano vale per ogni tipologia di attività resa in
ragione del proprio ufficio, sono ritenute e definite, per la loro intrinseca natura, come
maggiormente e potenzialmente esposte a rischio di corruzione, concussione o di infiltrazione
mafiosa le seguenti attività (rimarcando allo stato attuale il riferimento alla sfera di
competenza/attività e non al soggetto ricoprente la carica):
a) trasporto di materiali a discarica;
b) trasporto e smaltimento di rifiuti;
c) estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti;
d) confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume;
e le seguenti sfere di competenza e attribuzione ai fini della presente fattispecie (rimarcando allo
stato attuale il riferimento alla sfera di competenza e non al soggetto ricoprente la carica):
a) Edilizia privata e urbanistica
b) Lavori pubblici
c) Manutenzioni
d) Ecologia
3. Restano comunque soggetti alle medesime norme e monitoraggio, nelle forme già previste dalla
legge, gli appalti e affidamenti di qualunque genere e limite e pertanto: l’individuazione, tra le
attività di competenza dell’amministrazione, di quelle più esposte al rischio, a partire dalle attività
che la legge n. 190 già considera come tali
a) autorizzazione o concessione;
b) scelta del contraente nell’affidamento di lavori, forniture e servizi;
c) concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari;
d) concorsi e prove selettive per l’assunzione del personale qualora da effettuarsi;
4. A tale fine risulta indispensabile l’ulteriore studio in fase di prima applicazione finalizzato
all’adozione di adeguati sistemi di monitoraggio del personale addetto alle aree a rischio, con
l’accortezza di mantenere continuità e coerenza degli indirizzi e le necessarie competenze delle
strutture, onde verificare la fattibilità della stessa nell’ambito di una struttura demografico-
organizzativa di piccole dimensioni e compatibilmente con le disposizioni successivamente
intervenute nella materia.
5. Non essendo possibile effettuare la rotazione degli incarichi di Responsabile di Area per la
rigidità della dotazione organica e delle competenze professionali, è previsto quale ulteriore
strumento di prevenzione e deterrenza il seguente combinato sistema di controllo :
- il monitoraggio, per ciascuna attività, del rispetto dei termini di conclusione del procedimento; -
Il sistema di controllo successivo previsto dal Regolamento dei controlli interni;
- Il sistema di rete trasparente a disposizione del cittadino, previsto dal Piano della trasparenza con
le pubblicazioni on line nel sito comunale degli atti previsti per legge;
- la rilevazione, in rapporto al grado di rischio, delle misure di contrasto (procedimenti a disciplina
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rinforzata, controlli specifici, particolari valutazioni ex post dei risultati raggiunti, particolari misure
nell’organizzazione degli uffici e nella gestione del personale addetto, particolari misure di
trasparenza sulle attività svolte) già adottate, ovvero l'indicazione delle misure che il Piano prevede
di adottare o direttamente adotta;
- l’individuazione delle misure di carattere generale che l’amministrazione ha adottato o intende
adottare per prevenire il rischio di corruzione, quali: l’introduzione di adeguate forme interne di
controllo specificamente dirette alla prevenzione e all’emersione di vicende di possibile
esposizione al rischio corruttivo;
- costante coordinamento con le procedure stabilite dal regolamento controlli interni
- potenziamento delle pubblicazioni on line sul sito comunale.
ART. 19 INNOVAZIONI AL CODICE PENALE
1. Si dà atto che con disposto normativo sono stati integrati e/introdotti i reati di :
«Art. 319-quater. - (Induzione indebita a dare o promettere utilità). - Salvo che il fatto
costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando
della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un
terzo, denaro o altra utilità è punito con la reclusione da tre a otto anni.
(Traffico di influenze illecite). - Chiunque, fuori dei casi di concorso nei reati di cui agli articoli
319 e 319-ter, sfruttando relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o con un incaricato di un
pubblico servizio, indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altro vantaggio
patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita verso il pubblico ufficiale o l'incaricato
di un pubblico servizio ovvero per remunerarlo, in relazione al compimento di un atto contrario ai
doveri di ufficio o all'omissione o al ritardo di un atto del suo ufficio, è punito con la reclusione da
uno a tre anni. La stessa pena si applica a chi indebitamente dà o promette denaro o altro
vantaggio patrimoniale. La pena è aumentata se il soggetto che indebitamente fa dare o
promettere, a sé o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale riveste la qualifica di pubblico
ufficiale o di incaricato di un pubblico servizio. Le pene sono altresì aumentate se i fatti sono
commessi in relazione all'esercizio di attività giudiziarie. Se i fatti sono di particolare tenuità, la
pena è diminuita.
(Corruzione tra privati). - Salvo che il fatto costituisca più grave reato, gli amministratori, i
direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i
liquidatori, che, a seguito della dazione o della promessa di denaro o altra utilità, per sé o per altri,
compiono od omettono atti, in violazione degli obblighi inerenti al loro ufficio o degli obblighi di
fedeltà, cagionando nocumento alla società, sono puniti con la reclusione da uno a tre anni. Si
applica la pena della reclusione fino a un anno e sei mesi se il fatto è commesso da chi è
sottoposto alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti indicati al primo comma. Chi dà o
promette denaro o altra utilità alle persone indicate nel primo e nel secondo comma è punito con
le pene ivi previste. Le pene stabilite nei commi precedenti sono raddoppiate se si tratta di società
con titoli quotati in mercati regolamentati italiani o di altri Stati dell'Unione europea o diffusi tra il
pubblico in misura rilevante ai sensi dell'articolo 116 del testo unico delle disposizioni in materia di
intermediazione finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e successive
modificazioni. Si procede a querela della persona offesa, salvo che dal fatto derivi una distorsione
della concorrenza nella acquisizione di beni o servizi».
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ART. 20 – MISURE DI OTTIMIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI INTERNE
Il Segretario Comunale moltiplica le occasioni di informazione su tale materia attraverso:
a- Trasmissione ad ogni dipendente del piano.
b- Pubblicazione presso la bacheca dei dipendenti almeno 1 volta l’anno del codice disciplinare e
di comportamento
c- Inoltro ai Capi Area e ai Responsabili di Servizio di specifiche circolari di aggiornamento
d- Trasmissione annuale della modulistica su inesistenza conflitto di interessi
e- Sollecitazioni periodiche su obblighi in materia di pubblicazioni on line.
ART. 21 TRASPARENZA
Si dispone di prevedere negli avvisi, bandi di gara o lettere di invito che il mancato rispetto delle
clausole contenute nei protocolli di legalità o nei patti di integrità costituisce causa di esclusione
dalla gara.
AGGIORNAMENTO AL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E
L’INTEGRITA’
ART. 22 "L'AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE "
La nozione di "trasparenza", già introdotta nell'ordinamento dall'art. 11 del Decreto Legislativo
27ottobre 2009 n.150 – più comunemente conosciuto come Decreto Brunetta, nell'ambito di un
generale progetto di riforma della Pubblica Amministrazione inteso a migliorarne l'efficienza, ha
assunto un rilievo centrale nell'attuale quadro normativo, anche in considerazione dei recenti e
penetranti interventi legislativi che ne hanno potenziato il contenuto e la portata e definito le
modalità di attuazione.
La Legge 6 novembre 2012 " Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e
dell'illegalità nella Pubblica Amministrazione" ha individuato nel principio di trasparenza un asse
portante delle politiche di prevenzione della corruzione, conferendo, in particolare, al Governo
una delega legislativa per il riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità,
trasparenza e diffusione delle informazioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni.
In attuazione della delega, il Governo ha adottato il Decreto Legislativo 14 marzo 2013 n.33
recante il "Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione
di informazioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni", attraverso il quale sono stati
sistematizzati e riorganizzati gli obblighi di pubblicazione già vigenti e ne sono stati introdotti di
nuovi, disciplinando, per la prima volta, l'istituto della accesso civico.
ART. 23- DEFINIZIONE E FINALITÀ
Secondo il Decreto n.33/2013,” la trasparenza è intesa come accessibilità totale delle informazioni
concernenti l'organizzazione e l'attività delle Pubbliche Amministrazioni, allo scopo di favorire "forme diffuse" di
controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche”
Il controllo "diffuso" permette a qualsiasi cittadino o formazione sociale di conoscere in qualsiasi
momento le decisioni adottate dall'Amministrazione e di vigilare sul suo operato, sfavorendo per
tale via, fenomeni di cattiva gestione dell'interesse pubblico e, dunque, di corruzione e cattiva
amministrazione. E’ il principio della moralizzazione dell’attività amministrativa, costituendo base
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per il diritto ad una buona amministrazione secondo i principi costituzionali di eguaglianza, di
imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell'utilizzo di risorse
pubbliche, integrità e lealtà nel servizio alla Nazione e concorre alla realizzazione di un
amministrazione aperta al servizio del cittadino.
Nel favorire la partecipazione dei cittadini all'attività delle Pubbliche Amministrazioni, la
trasparenza é funzionale a:
- assicurare la conoscenza dei servizi resi dalle amministrazioni, delle loro caratteristiche
quantitative e qualitative e delle loro modalità di erogazione;
- favorire un rapporto diretto tra la singola amministrazione e il cittadino;
- prevenire fenomeni corruttivi e promuovere l'integrità attraverso l'emersione delle situazioni in
cui possono annidarsi forme di illecito e di conflitto di interessi e la rilevazione di ipotesi di cattiva
amministrazione.
Atteso che la trasparenza è una modalità di svolgimento dell'azione amministrativa, la pubblicità è
uno dei principali strumenti per garantire l'effettivo perseguimento di detta modalità. La
trasparenza è realizzata attraverso la pubblicazione di dati, informazioni e documenti in
conformità a peculiari specifiche e regole tecniche, nei siti istituzionali delle Pubbliche
Amministrazioni, cui corrisponde il diritto di chiunque di accedere ai siti direttamente e
immediatamente, senza autenticazione ed identificazione
ART. 24 - INIZIATIVE E STRUMENTI DI COMUNICAZIONE PER LA DIFFUSIONE DEI CONTENUTI DEL
PROGRAMMA E DEI DATI PUBBLICATI.
1. Il Comune intende porre in essere le seguenti iniziative:
- la presenza di questo Programma sarà pubblicizzata sulla prima pagina del sito istituzionale;
- sarà reso disponibile nell'apposita sezione "Amministrazione Trasparente" del sito;
- il Piano verrà trasmesso a tutte le Aree;
- Verrà organizzata una giornata di informazione e formazione con il personale dipendente per
far conoscere come il comune si stia attivando per dare attuazione ai principi ed alle norme
sulla trasparenza.
ART. 25 - IL SITO WEB E LA QUALITÀ DELLE INFORMAZIONI
1. Il Comune è dotato di un sito web istituzionale, visibile al link
http://www.comunesantacristinagela.pa.it/ nella cui home page è collocata la sezione denominata
"Amministrazione trasparente", all'interno della quale vanno pubblicati i dati, le informazioni e i documenti
indicati nel D.Lgs. n.33/2013.
2. La sezione è organizzata e suddivisa in sotto-sezioni nel rispetto delle specifiche strutturali stabilite
nell'Allegato al D.Lgs.n.33/2013 intitolato " Struttura delle informazioni sui siti istituzionali".
Sono, comunque, fatti salvi gli adeguamenti che si renderanno necessari per conformare la sezione
ai modelli, agli standards e agli schemi approvati con successive disposizioni attuative o di modifica
della normativa vigente.
3. Nel sito è disponibile l'Albo Pretorio on line che, in seguito alla L.n.69/2009, è stato realizzato per
consentire la pubblicazione degli atti e dei provvedimenti amministrativi in un'ottica di
informatizzazione e semplificazione delle procedure.
4. E', inoltre, attivata la casella di posta elettronica certificata ( PEC) indicata nella home page del sito.
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ART. 26 - QUALITÀ DELLE PUBBLICAZIONI
1. L'art. 6 D.Lg. 33/2013 stabilisce che "le pubbliche amministrazioni garantiscono la qualità delle
informazioni riportate nei siti istituzionali nel rispetto degli obblighi di pubblicazione previsti dalla
legge, assicurandone l'integrità, il costante aggiornamento, la completezza, la tempestività, la semplicità di
consultazione, la comprensibilità, l'omogeneità, la facile accessibilità, nonché la conformità ai documenti originali in
possesso dell'amministrazione, l'indicazione della loro provenienza e la riutilizzabilità".
Nella prospettiva di raggiungere un appropriato livello di trasparenza e consentire all'utenza la reale
fruibilità dei dati, informazioni e documenti, la pubblicazione nella sezione "Amministrazione
Trasparente" deve avvenire nel rispetto dei criteri generali di seguito evidenziati:
a) Completezza: la pubblicazione deve essere esatta, accurata e riferita a tutte le Aree. In
particolare:
- L'esattezza fa riferimento alla capacità del dato di rappresentare correttamente il fenomeno che
intende descrivere.
- L'accuratezza concerne la capacità del dato di riportare tutte le informazioni richieste dalle
previsioni normative.
b) Aggiornamento: per ciascun dato, o categoria di dati, deve essere indicata la data di
pubblicazione e, conseguentemente, di aggiornamento.
Si precisa che con il termine "aggiornamento" non si intende necessariamente la modifica del dato
o dell'informazione ma anche il semplice controllo dell'attualità delle informazioni pubblicate, a
tutela degli interessi individuali coinvolti.
Il Decreto Legislativo 33 ha individuato quattro diverse frequenze di aggiornamento:
i) Aggiornamento "annuale"
In relazione agli adempimenti con cadenza "annuale", la pubblicazione avviene nel termine di
sette giorni dalla data in cui il dato si rende disponibile o da quella in cui esso deve essere formato
o deve pervenire all'Amministrazione sulla base di specifiche disposizioni normative.
ii) Aggiornamento "trimestrale" o "semestrale"
Se è prescritto l'aggiornamento "trimestrale" o "semestrale", la pubblicazione è effettuata nei sette
giorni successivi alla scadenza del trimestre o del semestre.
iii) Aggiornamento "tempestivo"
Quando è prescritto l'aggiornamento "tempestivo" dei dati, ai sensi dell'art.8
D.Lgs.33/2013, la pubblicazione avviene nei tre giorni successivi alla variazione intervenuta o al
momento in cui il dato si rende disponibile.
c) Durata
I dati, le informazioni e i documenti oggetto di pubblicazione obbligatoria, ai sensi della normativa
vigente, andranno pubblicati per un periodo di 5 anni, decorrenti dal 1° gennaio dell'anno
successivo a quello da cui decorre l'obbligo di pubblicazione e, comunque, fino a che gli atti
pubblicati producono i loro effetti.
d) Archiviazione
Allo scadere del termine di durata dell'obbligo di pubblicazione, i documenti, le informazioni e
i dati sono conservati e resi disponibili all'interno di distinte sezioni del sito di archivio,
collocate e debitamente segnalate nell'ambito della sezione "Amministrazione Trasparente",
fatti salvi gli accorgimenti in materia di tutela dei dati personali nonché l'eccezione prevista in
relazione ai dati di cui all'art. 14 del D.Lgs. n.33/2013 che, per espressa previsione di legge,
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non debbono essere riportati nella sezione di archivio.
e) Dati aperti e riutilizzo
I documenti, le informazioni e i dati oggetto di pubblicazione obbligatoria devono essere resi
disponibili in formato di tipo aperto e riutilizzabili secondo quanto prescritto dall'art.7
D.Lgs.33/2013 e dalle specifiche disposizioni legislative ivi richiamate.
Sono dunque esclusi i formati proprietari.
Come specificato nell'Allegato 2 alla delibera CIVIT n.50/2013 (Documento tecnico sui criteri
di qualità della pubblicazione dei dati) è possibile utilizzare sia software Open Source (es.
Open office), sia formati aperti ( es. Rtf per i documenti di testo e csv per i fogli di calcolo).
Per quanto concerne il PDF è possibile l'impiego del formato PDF/A, i cui dati sono
elaborabili a differenza del PDF in formato immagine, con scansione digitale di documenti
cartacei, che non assicura informazioni elaborabili.
f) Trasparenza e privacy
E' garantito il rispetto delle disposizioni recate dal Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n.196
in materia di protezione dei dati personali ai sensi degli artt.l, comma 2, e 4, comma 4, D.Lgs.
33/2013.
I contributi economici erogati a soggetti che versano in una situazione di disagio economico o che
sono affetti da condizioni patologiche andranno pubblicati ricorrendo a forme di anonimizzazione
dei dati personali (solo iniziali di nome e cognome) al fine di consentire, in caso di ispezioni, ai
competenti Organi di verificarne la corrispondenza con i soggetti indicati nella graduatoria agli atti
dell'Ufficio Servizi Sociali.
I dati e documenti oggetto di pubblicazione sono quelli previsti dal D.lgs. n. 33/2013 e dalla legge
n. 190/2012 in conformità all’allegato 1 - “Elenco degli obblighi di pubblicazione vigenti”, della
deliberazione dell’A.N.AC. n. 50 del 4 luglio 2013, nonché dalle recenti normative di modifica ed
integrazione del decreto 33/2013.
Il formato da adottare deve rispettare i requisiti di accessibilità, usabilità, integrità, nel rispetto degli
standard previsti dal D.lgs. n. 33/2013 e in particolare nell’allegato 2 - “Documento tecnico sui
criteri di qualità della pubblicazione dei dati” - della deliberazione CIVIT n. 50 del 4.7.2013. Di
recente il DPCM 22 settembre 2014 ha definito schemi e modalita' per la pubblicazione su internet
dei dati relativi alle entrate e alla spesa dei bilanci preventivi e consuntivi e l'indicatore annuale di
tempestivita' dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni.
Ai fini della fruibilità dei dati gli stessi devono essere:
a) completi ed accurati e nel caso si tratti di documenti, devono essere pubblicati in modo esatto e
senza omissioni, ad eccezione dei casi in cui tali documenti contengano dati personali di vietata o
inopportuna diffusione anche in applicazione del principio di pertinenza e non eccedenza dei dati
stessi;
b) comprensibili: il contenuto dei dati deve essere esplicitato in modo chiaro ed evidente;
d) aggiornati: per ogni dato l'amministrazione deve indicare la data di pubblicazione e di
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aggiornamento, il periodo di tempo a cui si riferisce.
ART. 27 - MISURE ORGANIZZATIVE VOLTE AD ASSICURARE LA REGOLARITÀ E LA
TEMPESTIVITÀ DEI FLUSSI INFORMATIVI
1. L'art. 43 del D.Lgs. 33/2013 stabilisce al comma 3 che "I dirigenti responsabili degli uffici
dell'Amministrazione garantiscono il tempestivo e regolare flusso delle informazioni da pubblicare ai fini del rispetto
dei termini stabiliti dalla Legge". Tale disposizione è sta richiamata dal Segretario dell'Ente n. q. di
responsabile della trasparenza, con numerose circolari interne indirizzate ai Responsabili di Area.
ART. 28 - PROCEDIMENTO DI ELABORAZIONE E ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA
SOGGETTI
I soggetti che, all'interno dell'Ente, partecipano a vario titolo e con diverse responsabilità al
processo di elaborazione ed attuazione del Programma triennale per la Trasparenza e l'Integrità
sono:
a) il Responsabile per la Trasparenza;
b) i Responsabili di Area ;
c) il Nucleo di valutazione.
Il Responsabile per la trasparenza
Il Responsabile per la trasparenza è individuato nel Segretario Comunale, già nominato
Responsabile per la prevenzione della corruzione:
- Elabora ed aggiorna il Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità;
- Controlla l’attuazione del programma triennale per la trasparenza e l’integrità, segnala
all’Organo di Indirizzo Politico, al Nucleo di Valutazione, all’Autorità Nazionale
Anticorruzione (ANAC) e, nei casi più gravi all’ufficio per i procedimenti disciplinari (UPD).
- Controlla ed assicura la regolare attuazione dell'accesso civico.
I Responsabili di Area dell'Ente
- Adempiono agli obblighi di pubblicazione dei dati, delle informazioni e dei documenti;
- Garantiscono il tempestivo e regolare flusso delle informazioni da pubblicare in formato
aperto;
- Garantiscono l'integrità, il costante aggiornamento, la completezza, la tempestività, la semplicità
di consultazione, la facile accessibilità e la conformità ai documenti originali in possesso
dell'Amministrazione, l'indicazione della loro provenienza e la riutilizzabilità delle informazioni
pubblicate.
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- In applicazione della L.241/1990 ogni Responsabile dovrà individuare, tra i propri
collaboratori, i responsabili della pubblicazione, ove diversi dai responsabili di procedimento. Tale
indicazione andrà trasmessa al Responsabile per la Trasparenza.
Il Nucleo di valutazione
Verifica la coerenza tra gli obiettivi previsti nel Programma triennale per la Trasparenza e quelli
indicati nel Piano della performance e/o altri strumenti equivalenti;
Verifica ed attesta periodicamente ed in relazione alle delibere dell'Autorità Nazionale
Anticorruzione (A.N.A.C) l'assolvimento degli obblighi di pubblicazione: .
Utilizza le informazioni e i dati relativi all'attuazione degli obblighi di trasparenza ai fini della
misurazione e valutazione della performance organizzativa ed individuale dei Responsabili.
ART. 29 - MONITORAGGIO E VIGILANZA SULL'ATTUAZIONE DEGLI OBBLIGHI DI TRASPARENZA
1. Il monitoraggio sull'attuazione degli obblighi di trasparenza è, in primo luogo, affidato a,
Responsabili di Area dell'Ente, che vi provvedono costantemente in relazione all'Area di
Appartenenza.
2. Il monitoraggio e la vigilanza sullo stato di attuazione del Programma triennale per la
trasparenza sono, inoltre, affidati al Responsabile per la Trasparenza. Tale monitoro verrà attuato:
- nell'ambito dei "controlli di regolarità amministrativa";
- attraverso appositi controlli a campione a verifica dell'aggiornamento delle informazioni pubblicate.
- attraverso il monitoraggio effettuato in merito all'accesso civico.
3. Per ogni informazione pubblicata si verificano l'integrità, il costante aggiornamento, la completezza, la
tempestività, la semplicità di consultazione, la comprensibilità, l'omogeneità, la facile accessibilità, nonché la conformità
ai documenti originali in possesso dell'amministrazione, l'indicazione della loro provenienza e la riutilizzabilità.
Per verificare l'esecuzione delle attività programmate, il Responsabile della Trasparenza attiverà un
sistema di monitoraggio, costituito dalle seguenti fasi:
a) predisposizione - con periodicità semestrale - di rapporti da parte dei Responsabili delle
Aree dell'Ente, al fine di monitorare sia il processo di attuazione del Programma sia l'utilità ed
usabilità dei dati inseriti;
b) pubblicazione sul sito - con cadenza semestrale - di una relazione sullo stato di attuazione
del Programma nella quale saranno indicati eventualmente gli scostamenti dal programma
originario e le relative motivazioni, e eventuali azioni nuovamente programmate per il
raggiungimento degli obiettivi;
e) predisposizione di una relazione riassuntiva - annuale - da inviare ai componenti del Nucleo
di valutazione i quali la utilizzeranno per la loro attività di verifica, per l'attestazione
sull'assolvimento degli obblighi di trasparenza ed, eventualmente, per segnalare
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inadempimenti.
4. Un altro strumento on-line aperto a tutti, che fornisce funzionalità di verifica e monitoraggio della
trasparenza dei siti web istituzionali è la Bussola della trasparenza (www.magellanopa.it/bussoIa).
E' uno strumento in linea con l'open government che mira a rafforzare la trasparenza delle
amministrazioni e la collaborazione e partecipazione del cittadino al processo di trasparenza e tenta
di accompagnare le amministrazioni in un processo di ottimizzazione della qualità delle
informazioni on-line e dei servizi digitali.
ART. 30 - LE SANZIONI
L'inadempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dal D.lgs n.33/2013 costituisce elemento di
valutazione della responsabilità dirigenziale, eventuale causa di responsabilità per danno all'immagine
dell'Amministrazione ed è, comunque, valutato ai fini della retribuzione di risultato e del trattamento
accessorio collegato alla performance individuale dei Responsabili.
Per le sanzioni previste dal D.Lgs. n.33/2013 si rinvia agli artt. 15-22-46 e 47.
ART. 31 PRINCIPALI OBBLIGHI DI PUBBLICAZIONE
LA PUBBLICAZIONE DEI DATI RELATIVI AGLI APPALTI PUBBLICI
1. Per quanto attiene al settore dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, al fine di garantire
un maggior controllo sull'imparzialità degli affidamenti, e una maggiore apertura alla concorrenza
degli appalti pubblici, oltre al bando e alla determina di aggiudicazione definitiva (pubblicati
integralmente), dovranno essere pubblicati sul sito web le seguenti "informazioni":
-la struttura proponente;
- l'oggetto del bando;
- l'oggetto dell'eventuale delibera a contrarre; ■ l'importo di aggiudicazione;
- l'aggiudicatario;
- I ' eventuale base d ' asta;
- la procedura e la modalità di selezione per la scelta del contraente;
- il numero di offerenti che hanno partecipato al procedimento;
- i tempi di completamento dell'opera, servizio o fornitura;
- l'importo delle somme liquidate;
- le eventuali modifiche contrattuali;
- le decisioni di ritiro e il recesso dei contratti.
2. Con specifico riferimento ai contratti di lavori, è richiesta la pubblicazione anche del processo
verbale di consegna, del certificato di ultimazione e del conto finale dei lavori (artt. 154, 199 e 200
DPR 207/2010). Le amministrazioni pubbliche devono altresì pubblicare la determina- a contrarre
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nell'ipotesi di procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara di cui all'art. 57,
comma 6, del Codice dei contratti pubblici.
LA PUBBLICAZIONE DEI DATI DEGLI ORGANI DI INDIRIZZO POLITICO
Rispetto all'organizzazione dell'Ente, oltre alle informazioni di base, sul sito devono essere
pubblicate anche alcune informazioni che riguardano i componenti degli organi di indirizzo
politico. In particolare, devono essere pubblicati: l'atto di nomina o di proclamazione; il
curriculum; i compensi cui dà diritto l'assunzione della carica e gli importi di viaggi di servizio e
missioni pagati con fondi pubblici; i dati relativi all'assunzione di altre cariche, presso enti pubblici
o privati, e i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti; gli altri incarichi con oneri a carico della
finanza pubblica; le dichiarazioni relative alla situazione patrimoniale propria, del coniuge e dei
parenti sino al secondo grado con il loro consenso (viene in ogni caso data evidenza al mancato
consenso); le spese assunte in proprio per la propaganda elettorale.
LA PUBBLICAZIONE DEI DA TI DEI TITOLARI DI INCARICHI DIRIGENZIALI
1. Per i titolari di incarichi dirigenziali e di collaborazione o consulenza devono essere pubblicati:
- gli estremi dell'atto di conferimento dell'incarico, il curriculum vitae, i dati relativi ad incarichi esterni
in enti di diritto privato finanziati dalla P.A. o lo svolgimento dell'attività professionale, i compensi.
2. Laddove si tratti di incarichi a soggetti estranei all'Ente, di contratti di collaborazione o consulenza a
soggetti esterni, la pubblicazione dei dati indicati diviene condizione di efficacia dell'atto di
conferimento dell'incarico e per la liquidazione dei relativi compensi.
In caso di omessa pubblicazione, il pagamento del corrispettivo determina responsabilità disciplinare e
contabile.
LA PUBBLICAZIONE DEGLI ENTI VIGILATI O CONTROLLATI
1. Rispetto agli Enti pubblici vigilati, agli Enti di diritto privato controllati o vigilati dall'Ente,
nonché delle società di diritto privato partecipate devono essere pubblicati i dati relativi: alla ragione
sociale; alla misura della eventuale partecipazione dell'amministrazione; alla durata dell'impegno;
all'onere complessivo gravante per l'anno sul bilancio dell'amministrazione; al numero dei
rappresentanti dell'amministrazione negli organi di governo; al trattamento economico complessivo a
ciascuno di essi spettante; ai risultati di bilancio degli ultimi tre esercizi finanziari; agli incarichi di
amministratore dell'Ente conferiti dall'amministrazione e il relativo trattamento economico
complessivo. In caso di omessa o incompleta pubblicazione di questi dati la sanzione è costituita dal
divieto di erogazione in favore degli enti indicati di somme a qualsivoglia titolo.
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2. Devono, inoltre, essere pubblicati i costi contabilizzati per ogni servizio erogato e i tempi medi di
erogazione del servizio. L'amministrazione deve, altresì, pubblicare con cadenza annuale un
indicatore dei tempi medi di pagamento e deve rendere noti tutti gli oneri e gli adempimenti che
gravano sui cittadini per l'ottenimento di provvedimenti attributivi di vantaggi o per l'accesso ai
servizi pubblici.
la conservazione ed archiviazione dei dati
1. La pubblicazione sui siti ha una durata di cinque anni decorrenti dal 1° gennaio dell'anno successivo
a quello da cui decorre l'obbligo di pubblicazione e. comunque, segue la durata di efficacia dell'atto
(fatti salvi termini diversi stabiliti dalla legge).
2. Scaduti i termini di pubblicazione gli atti sono conservati e resi disponibili nella sezione del sito di
archivio.
3. Sono fatti salvi tutti gli ulteriori e diversi adempimenti di pubblicazione di cui al decreto
legislativo n. 33/2013, non espressamente previsti nella parte terza del presente piano e che saranno
disciplinati nel piano della trasparenza.
ENTRATA IN VIGORE
1. Il presente piano, costituisce aggiornamento del precedente piano approvato con deliberazione di
G.M. n. 5 del 28/01/2013 ed entra in vigore a seguito della esecutività della relativa delibera di
approvazione.
2. Il presente piano è pubblicato, in maniera costante, nella apposita sotto sezione della sezione
Amministrazione Trasparente del sito web istituzionale http://www.comunesantacristinagela.pa.it/
3. Il presente piano, dopo la sua approvazione, è trasmesso al Dipartimento della Funzione
Pubblica, nelle modalità e tempi previsti. Al presente piano viene allegata la relazione redatta dal
Dirigente anticorruzione e pubblicata sul sito web istituzionale nella apposita sotto sezione della
sezione Amministrazione Trasparente del sito web istituzionale.
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