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COMUNICAZIONE E SALUTE

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COMUNICAZIONE E SALUTE

Direttore

Michaëla LSapienza Università di Roma

Comitato scientifico

Rita BUniversità di Pisa

Carla CFondazione CENSIS — Centro Studi Investimenti Sociali

Giuseppe FUniversità di Bologna

Eugenio GSapienza Università di Roma

Marco IUniversità di Ferrara

Francesco LSapienza Università di Roma

Mario MSapienza Università di Roma

Fabio NSapienza Università di Roma

Peter SUniversità della Svizzera Italiana

COMUNICAZIONE E SALUTE

La salute è sempre più, oggi, un problema/discorso politico, sociale edeconomico. La comunicazione regola il cambiamento della percezione delrapporto salute–malattia e delle problematiche deontologiche e bioetiche,nonché la diffusione dell’operatività e dell’innovazione biotecnologica. Lacollana pone un’attenzione particolare a contributi di analisi e riflessioniche si pongono nella prospettiva di far crescere le conoscenze e le competenzedi più figure professionali che possono avere un ruolo fondamentale nellarealizzazione di questo percorso delineato.

La presente collana ha il fine di sollecitare analisi e riflessioni attornoa criticità e possibili sviluppi del rapporto tra la comunicazione e lasalute.

Le società contemporanee sono state definite “della salute” per-ché caratterizzate da una crescente aspettativa di vita e benessere;dalla presenza di sistemi di assistenza sanitaria in espansione; da unmercato privato della salute in rapida crescita; dal prevalere dellasalute come tema dominante nel discorso politico e sociale e comediritto di cittadinanza. La salute è sempre più, dunque, un proble-ma/discorso politico, sociale ed economico. La comunicazione re-gola il cambiamento della percezione del rapporto salute-malattia edelle problematiche deontologiche e bioetiche, nonché la diffusionedell’operatività e dell’innovazione biotecnologica.

La risposta alla salute del futuro sta in un’alleanza forte tra me-dicina e politica. La ricerca medica deve definire le sue priorità edistribuire i propri finanziamenti in modo da programmare studidavvero utili, mentre alla politica spetta l’individuazione dei bisognireali della popolazione e lo sviluppo di infrastrutture adeguate per laricerca, la cura, l’accoglienza e la prevenzione.

La sfida più grande è nella promozione di stili di vita sani, foca-lizzando l’attenzione sulle risorse che permettono agli individui dimantenersi in stato di benessere, mettendo l’accento sul rafforzamen-to delle risorse e della “resilienza” e coinvolgendo inevitabilmente ideterminanti sociali della salute.

Di conseguenza l’educazione gioca un ruolo rilevante sia comedeterminante sociale fondamentale sia come strategia specifica (edu-cazione alla salute) nell’incrementare le conoscenze e le competenzedella popolazione necessarie allo sviluppo e al mantenimento di unabuona condizione fisica individuale e della comunità. La cultura dellasalute, la health literacy, diventa sempre più una componente criticanecessaria per agire in qualità di cittadini informati e competenti nellagestione della salute personale e all’interno del complesso sistemadelle società contemporanee.

Un’attenzione particolare è rivolta a contributi di analisi e rifles-sioni che si pongono nella prospettiva di far crescere le conoscenze ele competenze di più figure professionali che possono avere un ruolofondamentale nella realizzazione di questo percorso delineato, dallaformazione alla ricerca e all’applicazione professionale, dal risk ma-nagement al fund raising, dalla comunicazione interna ed esterna degliistituti sanitari alla valorizzazione di prodotti e brevetti, dalle attivitàdi comunicazione di aziende pubbliche e private alla progettazionedi campagne di prevenzione.

Concetta Lodedo

L’organizzazione della salute

Comunicazione e benesserenei processi sociali ed organizzativi

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via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

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con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: giugno

La nostra più grande felicità non dipendedalle condizioni di vita in cui ci ha posto il caso,

ma è sempre il risultato di buona coscienza,buona salute, occupazione e libertà

in tutte le giuste cause.

Thomas Jefferson

A Ludovica, mio futuroA Maria, mia radice

Indice

Premessa

Capitolo IComunicazione e organizzazioni

.. Il processo comunicativo, – .. Media comunicativie processi sociali , – .. La comunicazione nei processiorganizzativi, – .. Dinamiche comunicative e sviluppoorganizzativo nell’impresa post–industriale, .

Capitolo IILa salute dell’organizzazione

.. Le dimensioni culturali della salute, – .. Costrittivi-tà e qualità della vita nei contesti di lavoro, – .. Organiz-zazione e cultura, – .. Comunicazione, cultura e climaorganizzativo, – .. Lavoro emozionale e relazioni dilavoro. Il management delle emozioni, – .. L’economiasocio–emozionale del lavoro , – .. Stress, burn–out emobbing: l’organizzazione irrazionale, – .. Sicurezzae benessere nei contesti organizzativi, – .. La saluteorganizzativa: comunicazione ed emozioni al lavoro, .

Capitolo IIIIl benessere nel settore sanitario

.. Il benessere della Sanità, – .. Clima e benes-sere nei servizi, – .. L’organizzazione sanitaria tracomunicazione e formazione, .

Bibliografia

Premessa

La moderna concettualizzazione del rapporto tra salute emalattia e la rinnovata cornice entro cui si colloca la relazio-ne tra i due saperi è finalmente giunta a considerare il fattoche la salute non è unicamente uno stato individuale, machiama in causa le politiche gestionali di beni collettivi ederiva da logiche che, seppur razionali, possono produrreeffetti non previsti di malessere e malattia.

Da qui la responsabilità di tutti gli operatori nel camposanitario, così come di coloro che a vario titolo si occupanodi queste tematiche, incluso il sistema dei media, che neseleziona e controlla la più ampia circolazione e diffusionedi contenuti.

Ciò vale anche e soprattutto per il benessere legato alladimensione organizzativa del lavoro, che rappresenta unprocesso sociale la cui lettura ed interpretazione necessitadella combinazione del livello micro sociale con quellomacrosociale dell’analisi. Quanto emerge dagli innume-revoli studi svolti o in corso di realizzazione è che quellotra lavoro e salute è ancora un rapporto da costruire otutt’al più in via di definizione, nonostante quest’ultimasia finalmente passata nell’agenda della politica nazionaleed internazionale.

La relazione tra benessere e qualità dell’ambiente dilavoro è oggetto di indagine ed approfondimenti ormai dadiversi anni, all’interno di un ampio dibattito che vede laquestione della salute al centro della grande trasformazio-

Premessa

ne del mercato del lavoro e delle sue regole. Così comeè ormai noto che ciò che maggiormente si è passati atemere nei paesi più industrializzati è la disoccupazione,anche quando questa non ci riguardi personalmente. Lasalute sul lavoro non è infatti unicamente correlata alla suastabilità e remunerazione, in quanto dipende pressochéin pari misura dalla modalità di organizzazione del lavoroe dalla qualità del clima organizzativo, dalle relazioni coni colleghi e dalla valorizzazione del proprio ruolo e delleproprie competenze.

L’obiettivo del ragionamento che qui si presenta è quel-lo di tracciare le coordinate del rapporto tra comunica-zione e salute, seguendo in particolare le traiettorie e itraguardi segnati entro la realtà organizzativa dai proces-si comunicativi, i cui canali e strumenti, ben progettati egestiti, consentono di veicolare significati e valori, creareintegrazione, così come di sostenere, potenziare ed otti-mizzare, mediante la condivisione di informazioni e pro-cedure, le dinamiche processuali e l’efficacia di qualunqueorganizzazione.

Più in generale, l’analisi mira ad evidenziare il ruolocentrale della comunicazione nella definizione e circo-lazione dei significati e delle pratiche che sostanziano ilmanagement della salute, sia nel più ampio contesto dellasocietà, che nella prassi organizzativa.

Al di là dell’apparente retorica, l’alchimia nelle relazio-ni di lavoro è favorita prevalentemente dalla capacità disfruttare, anziché temere, le differenze, così come dallaspeciale abilità nel motivare gli altri ed attivarne le ener-gie, per condividerne l’esperienza e sviluppare relazioni difiducia e lavoro di gruppo.

Dunque, la comunicazione e la promozione della coo-perazione che ai vari livelli essa rende possibile risultano gli

Premessa

ingredienti “segreti” per ottenere il successo organizzativoe realizzare quei traguardi che i pur necessari prerequisitidella competenza tecnica e professionale non riescono dasoli a garantire.

D’altre parte oggi sappiamo ormai che l’ambiente idea-le, sano e sostenibile, anche in ambito lavorativo, è unica-mente quello che si costruisce e si mantiene nel corso direlazioni e scambi fondati sul rispetto e la salvaguardia del-le prerogative e delle attese reciproche, oltre che sulla basedi condizioni di sicurezza che per prima l’organizzazioneè tenuta a determinare e preservare. Mediante le oppor-tune scelte strutturali e di processo, è infatti compito delmanagement assicurare tutte le condizioni favorevoli allosviluppo e mantenimento di un clima lavorativo funziona-le al raggiungimento della massima efficacia possibile perl’organizzazione, che deve però necessariamente passareattraverso la salute ed il benessere di quanti, operandovi,la muovono e la sostengono.

Capitolo I

Comunicazione e organizzazioni

.. Il processo comunicativo

Il processo di produzione e scambio di contenuti simbolici,tramite la loro rappresentazione e trasmissione, trova ilsuo massimo sviluppo nell’essere umano, connotandolo eal contempo distinguendolo dalle altre specie. La dimen-sione comunicativa rappresenta il fulcro dell’intera realtàsociale, la cui trama è tessuta dalla creazione e circolazio-ne ininterrotte di informazioni e codici significativi, me-diante i quali si costituiscono e modulano le relazioni chelegano tra loro gli individui, consentendone le reciprocheinterazioni in ciascun contesto sociale.

La radice latina cum munis (dal significato letterale di«che compie il suo ufficio o compito con altri») lega nell’u-so classico il termine “comunicare” all’idea della condivi-sione, equiparando la comunicazione alla “comunione”.In questo senso l’atto del comunicare, derivante dall’e-spressione communis agere che indica il mettere in comune,sia oggetti, ma anche azioni o idee, viene a descrivere unprocesso sociale condiviso all’interno di un contesto. Vi èpertanto nella comunicazione un richiamo alla reciprocitàed al vincolo collettivo, i quali costituiscono le basi del

. Cfr. P. R B, B. Z, La comunicazione come processo sociale, ilMulino, Bologna .

L’organizzazione della salute

vivere sociale. Ciò è immediatamente evidente se si consi-dera la comune radice del termine con quello di comunità,essendo la comunicazione uno dei principali elementi chefungono da collante della società.

Da questo punto di vista il processo comunicativo, inquanto interazione, presuppone una sorta di convergenzatra le parti rispetto ad un medesimo contenuto, dunqueun minimo coinvolgimento, per cui non importa solo ilcontenuto scambiato, ma anche il contesto e la modalitàin cui ciò avviene. Azione sociale per eccellenza, la co-municazione rappresenta infatti un fattore fondamentaledi scambio e di rapporto sociale che, indifferentementedagli ambiti e dalle specifiche funzioni, rende possibilel’informazione e la relazione stessa tra gli attori.

Partendo dal ruolo svolto nella costruzione del proces-so identitario, passando per le dimensioni politica, eco-nomica e finanziaria, l’incidenza della comunicazione neiprocessi sociali è tale da poter affermare che essa orientae controlla pressoché tutti gli ambiti dell’esistenza uma-na, inclusi gli spazi della sfera intima, per il fatto stesso direnderne possibili le interazioni ed agevolarne gli esiti. Lacomunicazione è divenuta la categoria dominante attra-verso cui descrivere ed interpretare i comportamenti e ledinamiche contemporanee, oltre a costituire il canale piùefficace per agire strumentalmente in vista dei più dispa-rati obiettivi, come confermano l’intensità e la frequenzacon cui se ne discute, eguagliate secondo alcuni solo dalmodo in cui nel passato si parlava di Dio.

. L. P, Sociologia della comunicazione, il Mulino, Bologna.

. Si veda su questo P. F, Storia della comunicazione moderna. Sferapubblica e dimensione privata, Baskerville, Bologna , ma anche U. V,Il nuovo libro della comunicazione, Il Saggiatore, Milano .

. Comunicazione e organizzazioni

La comunicazione consiste dunque in una relazione–scambio tra soggetti, in cui si rende trasmissibile, dunquesi condivide, un qualunque contenuto, un’idea, un’infor-mazione, una richiesta, un sentimento, in un contestosociale definito. Quanto alle modalità del suo darsi, l’in-terazione comunicativa può avvenire in forma diretta omediata. La prima, anche definita semplice o primaria,si basa sulla compresenza spazio–temporale e la bidire-zionalità dei messaggi scambiati dai soggetti. È questa lamodalità più completa d’interazione, nella quale gli atto-ri possono percepire direttamente una serie di indicatori,anche di tipo non verbale, che sono loro direttamente ac-cessibili entro una comune cornice di riferimento. Si trattadi un insieme di aspetti, legati a gesti, espressioni del viso,posizioni del corpo o tono della voce immediatamente os-servabili da entrambi gli interlocutori, che favoriscono lapiena comprensione delle reali intenzioni e dei sentimentialtrui.

La comunicazione mediata indica invece l’interazionecomunicativa consentita da un mezzo tecnico tra due opiù soggetti (anche se, a voler essere precisi, pure nella co-municazione diretta è previsto uno strumento “tecnico”,costituito dall’apparato vocale). In questo caso, il mezzotecnico può andare dalla scrittura o stampa fino ai mezzidi comunicazione elettronici, inclusi quelli introdotti dallepiù recenti reti informatiche. Tale tipo di comunicazione adistanza non prevede dunque la compresenza, né la bidire-zionalità, tipiche dell’interazione comunicativa semplice oprimaria. Tuttavia il rischio della mancata comprensione odel fraintendimento del messaggio sussiste, sia nel caso del-

. C. B, La comunicazione mediata. Trasformazioni e problemi,Carocci, Roma .

L’organizzazione della salute

l’interazione diretta che in quella mediata, anche malgradol’intenzione di chi la struttura e/o nonostante il grado dielaborazione del sistema di codifica, dal momento che nep-pure le più sofisticate tecnologie garantiscono di riprodurree scambiare integralmente un contenuto comunicativo.

Pur rappresentando la caratteristica essenziale, oltreche un’esigenza primaria dell’individuo, la comunicazionenon può dunque darsi per acquisita, nei meccanismi, comenegli esiti, restando la complessità del suo stesso processoimperfetta ed imprevedibile.

In tutti casi, si deve tenere presente che la comunica-zione è sempre l’esito di un processo negoziale, che puòpresentare, tra emittente e ricevente, difetti e disparità dicodici condivisi o interferenze di tipo circostanziale, la cuiinterpretazione va comunque rapportata al contesto entrocui il processo stesso ha luogo.

Si tratta in realtà di un’acquisizione piuttosto recentenel panorama degli studi sulla comunicazione che, ancorafino alla metà degli anni ’, si interessavano in prevalenzadella competenza ‘linguistica”, che proponeva una visioneacontestuale del linguaggio, non tenendo conto degli aspet-ti non verbali della comunicazione. È solo con l’affermarsidella pragmatica che comincia a delinearsi il concetto dicompetenza “comunicativa”, che rimanda all’insieme diabilità che consentono all’individuo di emettere un mes-saggio comprensibile per i suoi interlocutori, scegliendocosa dire, quando e come farlo.

. Si tratta di uno scarto/prezzo che si recupera/giustifica sulla base dirapporti di forza o ragioni economiche, come più spesso avviene nell’ambi-to dell’organizzazione del lavoro, nel quale la tecnologia, ritenuta baluardodel cambiamento, ripropone di fatto la struttura dei rapporti di potere chevi presiedono.

. L. D C N, G. G, Sapersi esprimere. La