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CORSO DI PREPARAZIONE CONCORSO SCUOLA 2016
l’evoluzione storica della scuola italiana, dalla Legge Casati
alla Legge 107/2015 Prima Parte
Prof.ssa Maria Rosaria Villani
La scuola nella prima fase dello Stato unitario
La legge Casati ( conte Gabrio Casati ) ministro per la Pubblica Istruzione del Regno di Sardegna dal 19 luglio 1859 al 21 gennaio 1960.
Viene emanata il 13 novembre 1859 da Vittorio Emanuele II
La Legge riflette la realtà scolastica piemontese e lombarda, ma dopo la proclamazione del Regno d’Italia (1861) viene estesa gradualmente all’intero Paese.
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La legge Casati
Istruzione elementare
è impartita gratuitamente in tutti comuni - è divisa i due gradi: inferiore (2 anni, obbligatori); superiore (2 anni)
Istruzione secondaria classica
forma negli studi letterario-filosofici che aprono all’università è divisa i due gradi: ginnasi di 5 anni e licei di 3 anni
Istruzione tecnica
fornisce la cultura generale e speciale utile per le carriere nel “pubblico servizio”, nelle industrie, nel commercio e nella agricoltura è divisa in due gradi: scuole tecniche di 3 anni e istituti tecnici di 3 anni
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La legge Coppino
Dopo la “rivoluzione parlamentare” del 1876, con l’avvento al potere della “sinistra storica” si avvia nel Paese un processo di ammodernamento della struttura.
Michele Coppino ministro della Pubblica Istruzione nel primo e nel secondo ministero Depretis prepara in pochi mesi un disegno di legge sull’obbligatorietà dell’istruzione elementare inferiore fino al nono anno di età.
La legge viene approvata il 15 luglio 1877
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L’età giolittiana
forte domanda di istruzione
allievi provenienti dai ceti medi e popolari
il “corso popolare”
L’obbligo viene innalzato a 12 anni, istituendo nei Comuni con più di 4000 abitanti
(1164 su 8000) una “scuola popolare” obbligatoria formata da due classi
postelementari, la V e la VI, con orario ridotto da 4 a 3 ore giornaliere.
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La legge Daneo-Credaro (4 giugno1911, n. 487)
l’avocazione allo Stato della scuola elementare
Essa prevede il passaggio dai Comuni allo Stato della scuola
elementare, ma limitatamente ai centri non capoluogo.
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Giovanni Gentile, ministro della P. I. nel primo governo Mussolini (1922)
Mussolini affidò nel 1922 l’incarico di ministro della pubblica
istruzione a Giovanni Gentile, uno dei più importanti filosofi italiani
dell’epoca, oltre che studioso di problemi della scuola e
dell’educazione.
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Giovanni Gentile, ministro della P. I. nel primo governo Mussolini (1922)
Gentile, approfittando dei pieni poteri concessi al primo governo
Mussolini, procedette in grande fretta ad approvare una serie di leggi
che diedero vita ad una riforma complessiva del sistema scolastico
italiano, passata alla storia come la “riforma Gentile”.
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La riforma Gentile
• Giovanni Gentile (ministro dal 31 ottobre 1922 al 1° luglio 1924) emana tra il maggio e l'ottobre del 1923 tre regi decreti che rivedono incisivamente l’intero ordinamento dell’istruzione:
• la scuola media di 1° e 2° grado
• l’università
• la scuola elementare
• Altri due R.D. riformano l’amministrazione centrale e periferica della P.I.
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La riforma Gentile
• Con la riforma Gentile, l’obbligo scolastico era elevato a 14 anni d’età;
• la scuola elementare dura cinque anni
• scelta tra quattro possibilità: il ginnasio, quinquennale, che dava l’accesso al liceo classico o al liceo scientifico (per molti aspetti simile al liceo moderno); l’istituto tecnico triennale, seguito da quattro anni di istituto tecnico superiore; l’istituto magistrale di sette anni, destinato alle future maestre; la scuola complementare, al termine della quale non era possibile iscriversi ad alcun altra scuola.
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Fascistizzazione” della scuola
Durante la crisi Matteotti Mussolini accetta le dimissioni di Gentile (1° luglio 1924) Da quel momento si assiste alla progressiva “fascistizzazione” della scuola
1925: scioglimento delle tradizionali associazioni dei docenti e nascita dell’Associazione nazionale degli insegnanti fascisti
1926: Opera Nazionale Balilla
1928: chiusura del movimento scoutista
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Fascistizzazione” della scuola
1931: viene fondata l’Associazione fascista della scuola, diretta emanazione del Partito nazionale fascista, mentre vengono sciolti i circoli dell’Azione cattolica. Giuramento di fedeltà per i professori universitari
1933: obbligo del tessera del PNF per accedere ai concorsi
1937: Gioventù Italiana del Littorio (GIL)
1938: Leggi razziali: nella scuola, pesanti ricadute su docenti e allievi ebrei
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La Costituzione Repubblicana del 1948
una scuola aperta a tutti
obbligatoria e gratuita per almeno 8 anni
libertà di insegnamento
diritto di istituire scuole private senza oneri per lo Stato
accesso ai gradi più alti degli studi per i meritevoli anche se privi mezzi
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Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Art. 31. La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
Art. 30. È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.
Art. 34. La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
La scuola media unica
la Legge 1859 del 1962 Tra il 1959 e il 1962 le Camere approvano la legge di riforma della scuola
media. Si giunge a un testo normativo (la Legge 1859/1962) che segna indubbiamente una svolta radicale nell’ordinamento del sistema scolastico italiano. Questi i suoi tratti essenziali: • unifica tutti i corsi medi inferiori in un solo percorso triennale; • ridimensiona l’insegnamento del latino; • innalza per tutti l’obbligo scolastico a 14 anni; • si conclude con l’esame di licenza che ha valore di esame di Stato; • apre la via a ogni indirizzo secondario.
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La scuola media unica la Legge 1859 del 1962
Art. 12 - Classi differenziali
• Possono essere istituite classi differenziali per alunni “disadatti scolastici”.
• Le classi differenziali non possono avere più di 15 alunni; esse possono avere un calendario speciale, appositi
programmi e orari di insegnamento.
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La scuola media unica la Legge 1859 del 1962
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Con la Media unica, significativa tappa sulla via della attuazione dei principi costituzionali, si apre un processo di scolarizzazione di
massa, che - pur procedendo con difficoltà - è effetto e causa di un mutamento profondo della società italiana.
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Il clima culturale degli anni '70
si chiedeva il riconoscimento dei diritti di piena cittadinanza per tutti, a prescindere dalla situazione personale o sociale. Il motto di Don Milani "I Care", io ho a cuore, motto che, scritto sulle mura della sua scuola, voleva esprimere le finalità educative di una scuola che doveva diventare per tutti e che doveva garantire le stesse opportunità a tutti.
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Legge 30 marzo 1971, n. 118
la scuola italiana ha aperto ai disabili le scuole comuni, affermando il principio secondo il quale per gli allievi in situazione di handicap «l’istruzione dell’obbligo deve avvenire nelle classi normali della scuola pubblica»
La legge 118/71 superava finalmente il modello dello scuole speciali, che tuttavia non aboliva, prescrivendo l’inserimento degli alunni con disabilità, comunque su iniziativa della famiglia, nelle classi comuni.
Legge delega 30 luglio 1973 n. 477 Delega al Governo per l'emanazione di norme sullo stato giuridico del personale direttivo, ispettivo, docente e non docente della scuola materna, elementare, secondaria e artistica dello Stato
Il varo della legge delega 30 luglio 1973 n. 477 giunge al culmine di profondi contrasti: scioperi molto rilevanti, lacerazioni violente fra partiti, conflitti accesi tra sindacati e Governo.
La legge delega il governo della Repubblica a emanare entro nove mesi uno o più decreti con valore di legge ordinaria sulla disciplina unitaria del nuovo stato giuridico del personale docente, non docente, direttivo e ispettivo della scuola e sull’istituzione e il riordinamento degli organi collegiali.
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I “Decreti Delegati” sono promulgati il 31 maggio 1974
I principi della Legge delega del 1973
• istituzionalizzazione dei rapporti scuola-famiglia;
• funzione educativa della scuola;
• scuola come istituzione da ricomprendere in una più vasta comunità sociale;
• gestione sociale della scuola
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I “Decreti Delegati” sono promulgati il 31 maggio 1974
• il D.P.R. 416 sul riordinamento degli organi collegiali;
• il D.P.R. 417 sullo stato giuridico del personale;
• il D.P.R. 418 sul lavoro straordinario al personale ispettivo e direttivo;
• il D.P.R. 419 sulla sperimentazione, la ricerca educativa e l’aggiornamento culturale e professionale e sulla istituzione dei relativi istituti (Cede, Bdp, Irrsae)
• il D.P.R. 420 sullo stato giuridico del personale non insegnante
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I “Decreti Delegati” sono promulgati il 31 maggio 1974
Con le modifiche successivamente apportate, i Decreti Delegati fanno oggi parte del Decreto Legislativo 16 aprile 1994 n. 297, Testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione.
Il Regolamento 275/99 ha abrogato alcune norme per riassumerle e ampliarle nel quadro dell’autonomia
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I “Decreti Delegati” sono promulgati il 31 maggio 1974
Vengono istituiti gli Organi Collegiali per garantire la partecipazione alla gestione della scuola, considerata ora come una comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica
I docenti, gli studenti (della scuola superiore) e i genitori sono inseriti in tutti gli organi collegiali. Un genitore presiede il Consiglio di Istituto. Il servizio dei docenti è valutato da un apposito Comitato; agli studenti e ai genitori viene garantito il diritto di assemblea
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alla fine degli anni ‘80, si sviluppano i lavori della “Commissione Brocca”, che conducono a un progetto di sperimentazione organicamente strutturato e connotato da un impianto comune a tutti gli indirizzi. Il progetto viene accolto soprattutto nell’ordine classico. Negli stessi anni l’istruzione professionale avvia, con il “Progetto ‘92”, una trasformazione delle proprie scuole, incentrata essenzialmente sulla ridefinizione e razionalizzazione delle aree di professionalità
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fine degli anni ‘80
l’evoluzione storica della scuola italiana,
dalla Legge Casati alla Legge 107/2015
Fine Prima Parte
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CORSO DI PREPARAZIONE CONCORSO SCUOLA 2016
l’evoluzione storica della scuola italiana, dalla Legge Casati
alla Legge 107/2015 Seconda Parte
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Il "Libro Bianco" di Jacques Delors, presentato dalla Commissione europea nel
dicembre del 1993, ha come argomento principale il problema della
disoccupazione nei paesi membri della Comunità Europea e rappresenta il
contributo più autorevole proposto dalle istituzioni comunitarie per affrontare
la più grave emergenza economica e sociale che affligge l'Unione Europea.
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Anni ’90 Europa la “società della conoscenza”
Il libro bianco di Delors “Crescita, competitività, occupazione“
Una delle cause fondamentali della disoccupazione tecnologica nei
suoi connotati di fenomeno strutturale, indicate dal "libro bianco", è
l'inadeguato livello dell'istruzione e della formazione professionale
di fronte sia ai rapidi mutamenti della tecnologia, che alla sfida
portata al sistema europeo dalla globalizzazione dell'economia.
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Anni ’90 La “società della conoscenza”
La formazione e l'istruzione sono considerati degli strumenti di politica
attiva del mercato del lavoro.
Inoltre, essi rappresentano uno strumento basilare di lotta al tipo di
disoccupazione che più affligge il nostro sistema, quella giovanile e quella di
lunga durata.
Il principio fondamentale alla base di ogni azione riguardante la formazione
deve essere la valorizzazione del capitale umano lungo tutto il periodo della
vita attiva. L'obiettivo è quello "di imparare a imparare per tutto il corso
della vita".
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Anni ’90 La “società della conoscenza”
Prof.ssa Maria Rosaria Villani
Anni ’90 La “società della conoscenza” Il libro bianco di Edith Cresson : «Verso la società
cognitiva. Insegnare e apprendere» (1995).
Sul piano europeo, le principali iniziative proposte della Commissione ai
diversi paesi membri attraverso questo libro mirano ad incoraggiare
l'acquisizione di nuove conoscenze, ad avvicinare la scuola all'impresa,
a lottare contro l'esclusione e a padroneggiare tre lingue europee.
Il testo mirava a dare una risposta all'esigenza di adeguare i sistemi
scolastici alle rapide trasformazioni in corso nei sistemi sociali.
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Anni ’90 La “società della conoscenza” Il libro bianco di Edith Cresson : «Verso la società
cognitiva. Insegnare e apprendere» (1995).
Per gli insegnanti, quindi, l'insegnamento non è più solo trasmissione di
conoscenze e nozioni, ma attivazione di competenze.
Il Libro Bianco parte dalla considerazione che il sistema scolastico deve essere in grado di dare risposte alla domanda economica ed ha in mente la formazione del futuro lavoratore, quindi prevede la costruzione di un curricolo funzionale all'utilità del mercato e quindi, all'inserimento nel
mondo lavorativo.
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Anni ’90 La “società della conoscenza” Il libro bianco di Edith Cresson : «Verso la società
cognitiva. Insegnare e apprendere» (1995).
Nel Libro Bianco viene data particolare attenzione alla problematica
della disoccupazione giovanile:
l'istruzione e la formazione sono considerate vie strategiche per consentire ai giovani di adattarsi alle nuove condizioni di accesso
all'impiego e all'evoluzione del lavoro. Mondializzazione degli scambi, globalizzazione tecnologica e avvento della società dell'informazione
hanno posto degli interrogativi complessi anche alla scuola.
La risposta è data dal tentativo di costruire una società cognitiva basata su nuove conoscenze e competenze (in particolare, matematica,
informatica, contabilità, finanza, gestione d'impresa, ecc.), sulla mobilità (pensiamo ai programmi Erasmus, Socrates, Leonardo, ecc.), sugli
strumenti multimediali di apprendimento, sulla conoscenza di almeno tre lingue comunitarie, sull'avvicinamento della scuola all'impresa.
L'Italia ha fatto proprie le indicazioni europee avviando, proprio negli anni Novanta, riforme sostanziali che daranno alla scuola l'attuale
fisionomia.
La scuola italiana deve confrontarsi col contesto: internazionale - indicatori insegnamento OCSE
europeo - definizione di obiettivi comuni
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Europa
• Nel nuovo contesto europeo si impone anche in Italia l’esigenza di una riforma di sistema della scuola che • investa l’intero ordinamento degli studi, i contenuti dell’insegnamento, le
metodologie didattiche e organizzative
• riguardi l’istruzione e la formazione professionale, in raccordo sia con l’università, sia con il mondo del lavoro
• si collochi all’interno dei processi innovativi dello Stato e della Pubblica amministrazione
• si inserisca quindi a pieno titolo nel quadro europeo
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in Italia
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L’art. 21 della legge 59/97 definisce i criteri generali
dell’autonomia delle scuole. al centro la definizione degli standard nazionali di istruzione e formazione; la programmazione e la perequazione alle singole scuole la personalità giuridica, l’autonomia didattica e organizzativa, l’ampliamento dell’offerta formativa
L’Autonomia
Il “Regolamento in materia di autonomia delle
istituzioni scolastiche” (D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275)
•Autonomia funzionale (art. 1)
•Piano dell’offerta formativa (art. 3)
•Flessibilità didattica e organizzativa (artt. 4-5)
•Reti (art. 7)
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Il “Regolamento in materia di autonomia delle
istituzioni scolastiche” (D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275)
il Ministero fissa gli obiettivi ed elabora gli indirizzi generali
le singole scuole operano la sintesi tra le indicazioni nazionali, le esigenze degli allievi, le istanze del territorio
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La Legge n. 440 del 18 novembre 1997
• La Legge n. 440 del 18 novembre 1997 rende disponibile un “fondo
per l’allargamento e per l’arricchimento e l’ampliamento
dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi”.
• L’obiettivo - almeno nelle intenzioni iniziali - è quello di fornire
risorse fresche e aggiuntive ai progetti di innovazione didattica e
organizzativa delle scuole
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Nell’incontro di Lisbona (2000) il Consiglio europeo riconosce che l’Unione si trova dinanzi a una svolta epocale risultante dalla globalizzazione e dall’economia fondata sulla conoscenza. Su questa base la Commissione europea elabora un progetto sui traguardi comuni per i diversi sistemi U.E. di istruzione e formazione.
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Lisbona (2000)
• Il Consiglio europeo di Stoccolma (2001) fissa tre obiettivi strategici da raggiungere entro il 2010:
• migliorare la qualità e l’efficacia dei sistemi di istruzione e formazione
• facilitare a tutti l’accesso ai sistemi di istruzione e formazione;
• aprire i sistemi di istruzione e formazione al resto del mondo
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Stoccolma (2001)
Queste tre indicazioni vengono articolate dal Consiglio europeo di Barcellona
(2002).
"Programma di lavoro per il 2010" per i sistemi di istruzione e di formazione.
Il Consiglio europeo fissa l'obiettivo di rendere entro il 2010 tali sistemi
d'istruzione e di formazione un punto di riferimento di qualità a livello mondiale.
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Consiglio europeo di Barcellona (2002)
• Essa mirava a “riordinare i cicli di istruzione”, riorganizzando secondo una logica di sistema l’intero ordinamento scolastico.
• La legge 30/2000 è stata abrogata dalla legge delega n. 53 del 28 marzo 2003
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Il “Riordino dei cicli” La legge 10 febbraio 2000, n. 301
La legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, ha apportato significative modifiche al titolo V della parte seconda della
Costituzione. Anche il sistema di istruzione e formazione viene investito dalla novità.
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nuovo titolo V della Costituzione
• LE FINALITÀ
• favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana;
• consolidare il sistema scolastico articolato i scuole statali e paritarie;
• rispettare le scelte educative della famiglia;
• potenziare l’autonomia scolastica;
• garantire la pari dignità di istruzione e formazione professionale;
• definire le norme dell’istruzione e i livelli essenziali delle prestazioni della formazione professionale;
• rafforzare un sistema nazionale di valutazione
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legge delega n. 53 del 28 marzo 2003 ministro Letizia Moratti
•riforma degli ordinamenti e valorizzazione dell’autonomia
• istituzione dell’Invalsi
•sviluppo delle tecnologie multimediali
•sviluppo delle attività motorie
•valorizzazione del personale docente
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Legge 28 marzo 2003, n. 53 “Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali di prestazioni
in materia di istruzione e formazione professionale”
• iniziative di formazione iniziale e continua del personale • concorso al rimborso delle spese di autoaggiornamento dei
docenti • valorizzazione professionale del personale amministrativo,
tecnico e ausiliario • interventi contro la dispersione scolastica • interventi per lo sviluppo dell’istruzione e formazione tecnica
superiore e per l’educazione degli adulti • interventi di adeguamento delle strutture scolastiche
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Legge 28 marzo 2003, n. 53
il sistema educativo di istruzione e formazione si articola nella scuola dell’infanzia, nel primo ciclo della scuola primaria e della secondaria di primo grado, nel secondo ciclo del sistema dei licei e del sistema dell’istruzione e della formazione professionale;
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Legge n.53-2003 Riforma sistema di istruzione e formazione
norme generali sulla valutazione valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli studenti
certificazione delle competenze
L’Invalsi effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva delle scuole
realizzare i corsi del secondo ciclo
in alternanza scuola-lavoro
• DLGS 59/2004 Norme generali I ciclo
• DLGS 226/2005 Norme generali II ciclo
• DLGS n. 286-2004 Istituzione Servizio nazionale per la valutazione del sistema educativo (INVALSI)
• DLGS n.76/2005 Diritto dovere istruzione e formazione (almeno 12 anni o fino a qualifica triennale entro 18°anno)
• DLGS 77 /2005 Alternanza scuola lavoro
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Legge n.53-2003 Riforma sistema di istruzione e formazione
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Le riforme del governo Prodi Le elezioni del 2006 vengono vinte dalla coalizione guidata da Romano Prodi. Come Ministro dell'Istruzione viene scelto Giuseppe Fioroni e viene bloccata l'attuazione dei provvedimenti riguardanti il secondo ciclo di studi della Legge 53/2003. Nell'estate 2006 il ministro propone una revisione dell'esame di Stato (l'ex esame di Maturità), che va verso un irrigidimento: non ammissione degli studenti con debiti formativi nel triennio non saldati, ritorno delle commissioni miste. Nelle misure della finanziaria 2007 viene riportato l'obbligo scolastico a 16 anni
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Giuseppe Fioroni
Cancellata di fatto la riforma Moratti al superiore: ritornano gli istituti gli tecnici e i professionali. "Gli istituti tecnici e professionali tornano di serie A".
Il governo ha stralciato dalla strutturazione in otto licei della scuola superiore disegnata dal governo Berlusconi quelli tecnologici ed economici. Nell'ordinamento scolastico italiano resteranno dunque gli attuali istituti tecnici e i professionali.
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Riforma Gelmini
Il 29 ottobre 2008 il Parlamento ha convertito in legge il decreto proposto dal Ministro Mariastella Gelmini che modifica il metodo di valutazione degli studenti nella scuola primaria, introducendo il voto con corrispondenza, e quello della scuola secondaria di primo grado, con il voto assoluto, e reintroduce il maestro unico nella scuola elementare
Riforma Gelmini
• DL n.112-2008 (L.133/2008) Delega MIUR regolamenti per modifiche sistema scolastico
• DL n.137-2008 (L.169/2008)Disposizioni per istruzione e università(Cittadinanza, valutazione, comportamento, maestro unico)
• DPR n.17-2009 Riorganizzazione MIUR • DPR n.81-2009 Riorganizzazione rete scolastica • DPR n.122-2009 Regolamento valutazione • DPR 89/2009 Revisione assetto infanzia e I ciclo • DPR 87/2010 Regolamento riordino IP • DPR 88/2010 Regolamento riordino IT • DPR 89/2010 Regolamento riordino Licei
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• Indicazioni nazionali Licei (DMn.211-2010)
• Linee Guida IT
• Direttivan.57/2010 biennio iniziale
• Direttivan.4/2012 triennio
• Opzioni triennio IT(Direttivan.69/2012)
• Linee guida IP
• Direttiva65/2010 biennio iniziale;
• Direttiva5/2012triennio
• Opzioni triennio IP (Direttiva70/2012)
• Indicazioni nazionali curricolo scuola dell’ infanzia e I ciclo(DMn.254-2012)
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Riforme dei contenuti
Europa 2020
Europa 2020 è la strategia decennale per la crescita e l'occupazione che l'Unione europea ha varato nel 2010.
Non mira soltanto a superare la crisi dalla quale le economie di molti paesi stanno ora gradualmente uscendo, ma vuole
anche colmare le lacune del nostro modello di crescita e creare le condizioni per una crescita più intelligente,
sostenibile e solidale.
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I 5 obiettivi che l'UE è chiamata a raggiungere entro il 2020
• 1. Occupazione • innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età
compresa tra i 20 e i 64 anni)
• 2. R&S • aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL
dell'UE
• 3. Cambiamenti climatici e sostenibilità energetica • riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del
30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990 • 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili • aumento del 20% dell'efficienza energetica
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I 5 obiettivi che l'UE è chiamata a raggiungere entro il 2020
• 4. Istruzione • Riduzione dei tassi di abbandono scolastico precoce al di sotto
del 10%
• aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria
• 5. Lotta alla povertà e all'emarginazione • almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà
ed emarginazione in meno
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Per stimolare la crescita e l'occupazione l'Europa ha individuato 7 iniziative
prioritarie. • Crescita intelligente
• Agenda digitale europea
• Unione dell'innovazione
• Youth on the move
• Crescita sostenibile • Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse
• Una politica industriale per l'era della globalizzazione
• Crescita solidale • Agenda per nuove competenze e nuovi lavori
• Piattaforma europea contro la povertà
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Legge 107 2015 Riforma della scuola Ministro Giannini
• Autonomia scolastica. I primi articoli del provvedimento - 1 e 2 - disegnano i principi generali cui si ispira la riforma Renzi, puntando sulla valorizzazione dell'autonomia scolastica.
• Nuovo Pof. L'articolo 3 introduce il Piano triennale dell'offerta formativa che, "esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia".
• curriculum dello studente. Le scuole superiori potranno attivare, nei limiti delle risorse assegnate e/o richieste, insegnamenti negli ultimi tre anni della scuola superiore "anche utilizzando la quota di autonomia e gli spazi di flessibilità" disponibili per legge. In questo modo gli studenti potranno personalizzare il proprio percorso scolastico adattandolo alle proprie vocazioni e preferenze.
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Legge 107 2015 Riforma della scuola Ministro Giannini
• Alternanza scuola-lavoro. Per arginare l'enorme dispersione scolastica che l'Europa ci rimprovera, negli ultimi tre anni della secondaria di secondo grado saranno attivati percorso di alternanza scuola-lavoro per almeno 400 ore negli istituti tecnici e nei professionali e per almeno 200 ore complessive nei licei.
• Innovazione digitale e didattica laboratoriale. Per migliorare le competenze digitali degli studenti e per svecchiare la didattica il ministero ha stanziato 30 milioni di euro che saranno ripartiti alle scuole in base al numero delle classi e al numero degli alunni.
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Legge 107 2015 Riforma della scuola Ministro Giannini
• Organico dell'Autonomia. Ogni scuola, limitatamente ai precari inseriti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento e ai vincitori degli ultimi concorsi, potrà chiedere dal 2016/2017 le risorse di personale docente che servono per realizzare l'azione educativa perseguita dal Ptof.
• Dirigente scolastico, maggiori margini di manovra ma valutato ogni tre anni con conseguente retribuzione di risultato
• Piano da 100mila assunzioni.
• Carta dell'insegnante. Per le spese di aggiornamento - acquisto di libri, manuali, biglietti teatrali e di spettacoli - ogni insegnate ha un budget annuale di 500 euro da spendere.
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La riforma Giannini: L.107-2015 Articolo unico
• Commi 1-4 Oggetto e finalità
• Commi 5-27 Autonomia scolastica e offerta formativa
• Commi 28-32 I percorsi formativi degli studenti
• Commi 33-34 Scuola lavoro e territorio
• Commi 45-55 Istituti Tecnici Superiori
• Commi 56-62 Innovazione digitale e didattica laboratoriale
• Commi 63-77 Organico dell’autonomia per il PTOF
• Commi 78-94 Competenze del dirigente scolastico
• Commi 95-114 Piano straordinario di assunzioni
• Commi 115-120 Periodo di formazione e di prova
• Commi 121-125 Carta elettronica per l’aggiornamento
Prof.ssa Maria Rosaria Villani
La riforma Giannini: L.107-2015 Articolo unico
• Commi 126-130 Valorizzazione merito docenti
• Commi 131-132 Limite triennalità contratti a TD
• Commi 133-135 Comandi e distacchi
• Commi 136-144 Open data e Portale unico
• Commi 145-150 School bonus
• Comma 151 Detraibilità spese per la frequenza scolastica
• Comma 152 Piano verifica requisiti per parità scolastica
• Commi 153-158 Scuole innovative
• Commi 159-179 Sicurezza e valorizzazione edifici scolastici
• Commi 180-191 Deleghe al Governo
• Commi 192-198 Deroghe
• Commi 199-200 Abrogazione e soppressione di norme
• Commi 201-2010 Disposizioni finanziarie
Prof.ssa Maria Rosaria Villani
Buon Lavoro!
Prof.ssa Maria Rosaria Villani