cottolengo sotto la torre n.4

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Cottolengo sotto la Torre ANNO 2 N° 2 - Aprile 2013 P ERIODICO DELLA P ICCOLA C ASA DELLA D IVINA P ROVVIDENZA DI P ISA C ON ALCUNI CONTRIBUTI DELLA C ASA C OTTOLENGO DI F IRENZE Capitolo III “TORINO, PER SEMPRE” Siamo nell’anno 1818. Don Giuseppe è ormai sacerdote da sette anni, felice di esserlo, ma ancora incerto su quale sarà la sua strada definitiva dentro la chiesa alla quale appartiene.[…]Don Giuseppe se ne viene a Torino; il 22 ottobre è nominato vicecurato della parrocchia del Corpus Domini, e il 31 dello stesso mese canonico nella chiesa della SS. Trinità.[…]Don Giuseppe, diventato il canonico Cottelengo, è certo grato e contento.[…]Attira i poveri con la sua bontà; lo cercano tutti perché si fa sentire loro vero amico. Vive fin da ora la grande massima che sarà sempre di più la regola della sua esistenza; “I poveri sono i nostri signori”.[…]Il suo segreto rimane sempre la preghiera; già adesso lascia capire, da come parla e vive, che “egli è uno di quei piccoli uccelletti nascosti nella siepe, e che la sua vita sarebbe rimanere lì con il becco in su e che i soliloqui con Dio devono essere il suo pane”, come dirà poi. […] La provvidenza, lo sta portando al mutamento decisivo. “Salve, mi chia- mo Giovanna e da 21 anni lavoro alla Piccola Casa di Pisa. Ho iniziato nell’aprile del 1992, quando Mirko, mio figlio, aveva 2 anni. Ho iniziato col fare le pulizie, poi in cucina, ed infine nei reparti, dove eravamo solo due laiche (oggi siamo circa 20) e c’erano circa 40 suore. Nonostante i corsi che ho dovuto fare per prendere la qualifica O.S.S., devo dire che io ho imparato tutto sul “campo”, dalle suore ma so- prattutto dalle ospiti, che ve- nivano con me a lavare e cam- biare le donne, insegnandomi proprio loro tutti i segreti e le manovre. Tante ci sono anco- ra, come Giusep- pina, Lucia- na, Maria, Licia, Benita, e fra gli ospiti Danilo, Giulio, ecc. Purtroppo tanti non ci sono più, ma io li ricordo tutti con affetto e tenerezza. In quegli anni facevamo l’orario spezzato, cioè mattina e pomeriggio, ed io molte volte mi portavo dietro mio figlio e le nostre ospiti gli facevano da “baby-sitter”, raccontandogli storie o facendolo colora- re. Mirko oggi ha 23 anni e si ricorda ancora di loro. Termino questa mia testimonianza dicendo che, nonostante gli alti e bassi di questi venti anni, sono stata fortunata ad aver conosciuto una realtà come quella del Cottolengo. Grazie di cuore, Giovanna e Mirko "Salve, mi chiamo Giovanna..." “Se 98 candeline vi sembrano poche…” Si, ce ne volute 98 per festeg- giare il nostro nonno, nato nel 1915 a Putignano, “il paese dei Stentarel- lo”, come dice lui. Stentarello era un omino che, come si racconta, quando il Comune mise la luce per le strade, prese una scala e ci salì per accendere la pipa alla lampadina … La famiglia di Castellacci era da sempre una famiglia di contadini che lavoravano per un padrone, e anche lui ha fatto il contadino per tutta la vita. E’ una vecchia quercia, che ha affrontato senza scomporsi le tempeste. E del contadino ha l’attac- camento al lavoro, la parsimonia, la saggezza che affonda le radici nell’esperienza degli antichi, ed anche il “cervello fino”. Nonostante l’età, conserva la memoria lucida e nel suo discorrere dipana il filo delle vicende di cui è stato protagonista o testimone con calma sicurezza. Anche se le gambe non lo reggono più come prima, non si arrende, e scende tutti i giorni in giardino o nell’ingresso, perché vuol vedere il cielo, il movimento delle nuvole, i segni del tempo che cambia, e partecipa alle funzioni in chiesa con assiduità in tutte le stagioni. Quest’anno ci sono state le elezioni politiche, e lui ha voluto andare a votare. Nella sua memoria c’è la storia di San Jacopo, la fattoria del Cotto- lengo vicino Pisa: fin dal 1931 ha lavorato in quella vasta fattoria, in cui si produceva grano, frutta, vino, si allevava- no animali, e solo nella tarda vecchiaia si è ritirato qui nella nostra Casa, come ospite. La Memoria Storica di Pisa

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Periodico della famiglia cottolenghina di Pisa e Firenze

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Page 1: Cottolengo sotto la Torre n.4

Cottolengo sotto la TorreANNO 2 N° 2 - Aprile 2013

P E R I O D I C O D E L L A P I C C O L A C A S A D E L L A D I V I N A P R O V V I D E N Z A D I P I S A

C O N A L C U N I C O N T R I B U T I D E L L A C A S A C O T T O L E N G O D I F I R E N Z E

Capitolo III “TORINO, PER SEMPRE”Siamo nell’anno 1818. Don Giuseppe è ormai sacerdote da sette anni, felice

di esserlo, ma ancora incerto su quale sarà la sua strada definitiva dentro la chiesa alla quale appartiene.[…]Don Giuseppe se ne viene a Torino; il 22 ottobre è nominato vicecurato della parrocchia del Corpus Domini, e il 31 dello stesso mese canonico nella chiesa della SS. Trinità.[…]Don Giuseppe, diventato il canonico Cottelengo, è certo grato e contento.[…]Attira i poveri con la sua bontà; lo cercano tutti perché si fa sentire loro vero amico. Vive fin da ora la grande massima che sarà sempre di più la regola della sua esistenza; “I poveri sono i nostri signori”.[…]Il suo segreto rimane sempre la preghiera; già adesso lascia capire, da come parla e vive, che “egli è uno di quei piccoli uccelletti nascosti nella siepe, e che la sua vita sarebbe rimanere lì con il becco in su e che i soliloqui con Dio devono essere il suo pane”, come dirà poi. […] La provvidenza, lo sta portando al mutamento decisivo.

“Salve, mi chia-mo Giovanna e da 21 anni

lavoro alla Piccola Casa di Pisa. Ho iniziato nell’aprile del 1992, quando

Mirko, mio figlio, aveva 2 anni. Ho iniziato col fare le pulizie, poi in cucina, ed infine nei

reparti, dove eravamo solo due laiche (oggi siamo circa 20) e c’erano circa 40 suore. Nonostante i corsi

che ho dovuto fare per prendere la qualifica O.S.S., devo dire che io ho imparato

tutto sul “campo”, dalle suore ma so- prattutto dalle ospiti, che ve- nivano con me a lavare e cam- biare le donne, insegnandomi proprio loro tutti i segreti e le manovre. Tante ci sono anco- ra, come Giusep-pina, Lucia- na, Maria, Licia, Benita, e fra gli ospiti Danilo, Giulio, ecc. Purtroppo tanti non ci sono più, ma io li ricordo tutti con affetto e tenerezza. In quegli anni facevamo l’orario spezzato, cioè mattina e pomeriggio, ed io molte volte mi portavo dietro mio figlio e le nostre ospiti gli facevano da “baby-sitter”, raccontandogli storie o facendolo colora-re. Mirko oggi ha 23 anni e si ricorda ancora di loro.

Termino questa mia testimonianza dicendo che, nonostante gli alti e bassi di questi venti anni,

sono stata fortunata ad aver conosciuto una realtà come quella del Cottolengo.

Grazie di cuore, Giovanna e Mirko

"Salve, mi chiamo Giovanna..."“Se 98 candeline vi sembrano poche…”Si, ce ne volute 98 per festeg-

giare il nostro nonno, nato nel 1915 a Putignano, “il paese dei Stentarel-lo”, come dice lui. Stentarello era un omino che, come si racconta, quando il Comune mise la luce per le strade, prese una scala e ci salì per accendere la pipa alla lampadina … La famiglia

di Castellacci era da sempre una famiglia di contadini che lavoravano per un padrone, e anche lui ha fatto il contadino per tutta la vita. E’ una vecchia quercia, che ha affrontato senza scomporsi le tempeste. E del contadino ha l’attac-camento al lavoro, la parsimonia, la saggezza che affonda le radici nell’esperienza degli antichi, ed anche il “cervello fino”. Nonostante l’età, conserva la memoria lucida e nel suo discorrere dipana il filo delle vicende di cui è stato protagonista o testimone con calma sicurezza. Anche se le gambe non lo reggono più come prima, non si arrende, e scende tutti i giorni in giardino o nell’ingresso, perché vuol vedere il cielo, il movimento delle nuvole, i segni del tempo che cambia, e partecipa alle funzioni in chiesa con assiduità in tutte le stagioni. Quest’anno ci sono state le elezioni politiche, e lui ha voluto andare a votare. Nella sua memoria c’è la storia di San Jacopo, la fattoria del Cotto-lengo vicino Pisa: fin dal 1931 ha lavorato in quella vasta fattoria, in cui si produceva grano, frutta, vino, si allevava-no animali, e solo nella tarda vecchiaia si è ritirato qui nella nostra Casa, come ospite.

La Memoria Storica di Pisa

Page 2: Cottolengo sotto la Torre n.4

19 Marzo - FESTA DI SAN GIUSEPPE

S.Giuseppe è il Padre Putativo di Gesù e il Patrono della Chiesa Universale e anche l’onomastico della nostra Superiora Suor Giuseppina. Abbiamo preparato dei car-telloni dove c’abbiamo scritto anche “auguri a tutti i papà” e “viva le frittelle” e li abbiamo attaccati dagli uomini,nel reparto di S.Giuseppe. Poi c’è stata anche la S.Messa pro-prio di martedì e tutti noi abbiamo partecipato.

Benita

10 MARZO - DOMENICA CON

I VOLONTARI DELLA

CROCE ROSSA

Domenica pomeriggio sono venuti i volontari della Croce Rossa. Hanno portato gli ospiti degli altri reparti da noi, nel reparto di S. Agnese; ci hanno fatto colorare la sabbia e noi l’ abbiamo messa nelle bottigliette di ve-tro. Erano tanto contenti di noi. Loro sono ragazzi molto allegri e simpatici. Ci siamo divertite moltissimo in loro compagnia; siamo rimasti tutti felici. Hanno detto che tor-neranno e noi siamo tanto contente.

Benita e Mariateresa

rtrtededì ì e e tutti noi abbiamo papapapartrtecec

2 3 A p r i l e - I L C A P P E L L O D E L M AG OSono venuti a trovarci, per conoscere il Cottolengo, degli alunni di una scuola elementare e di una scuola media di

Pisa. Li aspettavamo e sapevamo che avremmo parlato di SOLIDARIETÀ, anche perché con loro sarebbe venuto un volontario dell’associazione BHALOBASA,che svolge un lavoro di sostegno a distanza per i bambini del terzo mondo, per aiutarli a poter avere un’istruzione. Allora la nostra Arianna ha pensato di farci capire meglio che cos’è la solidarietà facendoci preparare un grosso cappello da mago, che abbiamo fatto col cartone e dipinto di nero, e mettendoci dentro dei disegni o degli scritti che spiegassero come noi della Piccola Casa viviamo la solidarietà, come aiuto reciproco nella realtà di tutti i giorni. Infatti sulla tesa del cappello c’era scrit-to che “la solidarietà non è una magia … è la realtà di Casa nostra”. Così qualcuno di noi ha raccontato cosa ha fatto o fa per aiutare gli altri ospiti,

e qualcuno lo ha fatto capire attraverso i disegni. Mostrando ai bambini delle scuole i nostri lavori , che venivano fuori dal magico cappello, li abbiamo interessati tutti, anche i più piccoli. Loro sono andati anche a vedere la nostra mensa dei poveri dove sono stati accolti da Sr. Elena e da alcuni volontari della Caritas. Sono venuti in tre riprese, perché erano tanti, donandoci una mattinata diversa, di amicizia e di gioia. La nostra Superiora, Sr Giuseppina, ha delineato la figura del nostro Santo, sottolineando la carità che lo ha ispirato per fondare la nostra Casa che da lui prende il nome.

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e e e e e e e e e e e e e e e e ququququququququququququququququququququququatatatatatatatatatatatatatatatatatatattrtrtrtrtrtrtrtrtrtrtrtrtrtrtrtrtrtraiaiaiaiaiaiaiaiai b blalalalalalalalalalalalalalalalalavomamamamamamamamamamamamamamamamamamamamagiandadada S SpepepepepepepepepepepepepepepepepepepercrcrcrcrcrcrcrcrcrcrcrcrcrcrcrcrcrcLaLaLaLaLaLaLaLaLaLaLaLaLaLaLaLaLaLaLaLa n n n n n n n n n n n n n nsosososososososososososososososottttttttttttttttttttttttttttlulululululululululululululului i i i i i i i i i i i i prprprprprpr

rerererererererererereressssssssssssssssssssssssssatatatatatatatatatatatatati tutututututututututututututttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttti,i,i,i,i,i,i,i,i,i,i,i,i,i,i,i, a a a a a a a a a a a a a ancncncncncncncncncncncncncncnchehehehehehehehehehehehehe i p p p p p piùiùiùiùiùiùiùiùiùiùiùiùiùiùiùiùiùiùiùiù p p p p p p p p p p p p p p p p p p p p piciciciciciciciciciciciciciciciciccocococococococococococococococococoli. LoLoLoLoLoLoLoLoLoLoLoLoLoLoLoLoLorororororororororororororororororororo sononononononononononono o o o o o o o o o o o o o o

Maria Luisa

Page 3: Cottolengo sotto la Torre n.4

UNA BAMBINA E SeI CONIGLIETTI!Questa storia è stata raccontata dal nostro ospite Lido a Maria Luisa in un pomeriggio qual-

siasi trascorso tra chiacchere e ricordi del passato…

(In memoria del nostro amico LIDO PIZZI)Tanti anni fa, in una campagna toscana viveva una bambina, Lidia, Lidia Pizzi,

che era la dolce tata del suo fratellino Lido, più piccolo di lei di due anni. Ora Lido, ormai anziano e ospite a noi carissimo della nostra Piccola Casa, ci ha raccontato questa breve storia, vera e toccante, nella sua semplicità. Quando Lidia aveva 10 anni, successe che una coniglia, madre di sei teneri coniglietti, morì, lasciandoli senza mamma e senza latte. Che dolore sarebbe stato per Lidia, che amava tanto gli animali, vederli morire di fame, e che perdita per la famiglia, in quei tempi così difficili, in cui bisognava tener di conto con la massima cura di quel poco che si possedeva! Ma la bimba, anche se aveva solo 10 anni, ingegnosa e tenace come i suoi numerosi fratelli, non si perse d’animo. Prese una canna, ci scavò dentro una specie di vaschetta per il latte, vi praticò dei piccoli buchi e ci infilò dei contagocce. I coniglietti si attaccavano ai con-tagocce e succhiavano … e non ne morì nemmeno uno! Un’altra volta la piccola Lidia riuscì a salvare quattro pulcini minuscoli a cui un tarpone aveva mangiato la mamma, una chioccina muggianese (una razza molto piccola). Ci era stata messa una chioccina sostitutiva , ma prima che questa avesse imparato ad aver cura dei piccoli sarebbe passato del tempo, e a queste creaturine sarebbe mancato il nutrimento. Allora Lidia si armò di una paletta per acchiappare mosche e altri insetti, e continuò a dare loro questo cibo finché tutto si risolse nel migliore dei modi. Per tutta la vita Lidia è rimasta fedele alla sua vocazione, dedicandosi alla famiglia, ai campi, agli animali. E’ morta a 62 anni, d’infarto, e aveva lavorato fino al giorno prima. Sua figlia, Lilia, ha ereditato la passione della madre. E ora Lilia e la sua famiglia seguono con particolare affetto lo zio Lido.

Il Gruppo di conversazione

Frittelle di Riso

La sera prima cuocere il riso a lungo in acqua e latte fino a che diventa una crema.

La mattina dopo si aggiunge solo il tuorlo delle uova, zucchero poco poco, farina poco, un pochino di liquore a piacere,

buccia di limone grattugiata, olio di quello buono in una padella, bella piena. Si friggono fino a farle diventare belle croccanti, non bruciate ma cotte. Spolverate di

zucchero a velo … e poi mangiate.

Maria Luisa

BEN...(E)...DETT OBEN...(E)...DETT O“ChChi i nonon n lilillllerera a nonon n lalallllerera!a!” ” ( (chchi i nonon n sisi d dà à dada f farare,e, n nonon c cononclcludude e ninienentete))Ch

Lido (P(Pisa)a)

“A“Aprprilile e dodolclce e dodormrmirire e fofortrte e sosospspirirarare,e, i i g grarananai i sosonono v vuouotiti e e l le e bobotttti i cocomimincnciaianono a a s suonare” Lidania (Pisa)

"Rububando p poco si va in g galera, rubando tatnto si fa carriera.""A"Anche nei g guai ququalcosa di buono troverai."."

NuNuclcleoeo d di i vivitata SS.. GGiiuusseeppppee ( (FiFirerenznze)e)ee

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SOGLIOLA AL PIATTODistendere la sogliola in un piatto.

Essendo di per sé salata aggiungere solo limone e olio.

Mettere il piatto sopra una pentola con acqua che bolle.

Dopo quindici minuti si può mangiare con contorno di patate lesse.

Luisa e Loredana (Firenze)

Page 4: Cottolengo sotto la Torre n.4

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La Pasqua di una volta… a chi faceva l’apostolo per la lavanda dei piedi gli davano un panino benedetto … la Processione del Venerdi Santo iniziava alle 21.30 e s’andava in giro per il paese … si portavano delle statue di legno con la Madonna Addolorata … a Cecina c’era anche la Banda … le Chiese facevano a gara perché una fosse più bella dell’altra, e allora si tiravano fuori le cose più belle e si mettevano le piante delle vecce ” al sepolcro”; e siccome le vecce dovevano essere bianche e non verdi, si lasciavano al buio … si faceva il giro delle 7 Chiese ma a Treggiaia ce n’è una sola di Chiesa, e allora s’entra-va e s’usciva sette volte … a Mezzogiorno di Sabato Santo si scioglievano le campane e allora si prendevano i bimbi piccini (che ancora non camminavano bene) e si facevano attraversare la strada perché così camminavano prima … a Pasqua si portava a benedire qualche uovo sodo già sgusciato dentro a un piatto avvolto in un bel tovagliolino ricamato, il più bello che avevamo…

Il Gruppo di conversazione

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prossimi

appuntamenti3-7 MAGGIO:Pellegrinaggio a LOURDES con i Cavalieri di Malta

DOMENICA 12 MAGGIO:Pomeriggio animato dai volontari della Croce Rossa

SABATO 18 MAGGIO, ORE 15.30 A TORINO:Ordinazione diaconale di David Manogar Raj

VENERDÌ 31 MAGGIO ORE 9.00:Festa dei compleanni del mese

3-17 GIUGNO:Vacanze ad Anzio

DOMENICA 9 GIUGNO:Giornata a S. Rossore con i Cavalieri di Malta

DOMENICA 16 GIUGNO:Luminara: a passeggio per la città

SABATO 22 GIUGNO:Festa di inizio estate

VENERDÌ 28 GIUGNO:Festa dei compleanni del mese

s a l u t i a moc i cos ì

Pro manuscripto - circolare internaRedazione: Via Mazzini 61, 56125 Pisa

Tel. 050 23709 - Fax 050 20354Email: [email protected]

www.cottolengo.org

chiacchierando come al bar ...

Per ricevere il giornalino via email, si prega di comunicare la propria email.

Poiché Aprile è il mese della festa del nostro San-to, vi vogliamo salutare con un suo pensiero:

“Procuriamo solo di essere bene con Dio, non aver peccati nell’anima, ed amarlo; e poi nes-

sun timore; Dio è là che ci guarda e ci conosce, anzi noi siamo in Lui, ed è impossibile che ci

dimentichi.”

(tratto da G. Cottolengo, Detti e Pensieri, a cura di Lino Piano)

Pensiero di un ottuagenario nei confronti delle donne di tutto il mondo (in occasione della loro festa)

Se non ci fosse donna non ci sarebbe il mondo! Ogni donna normalmente- quando raggiunge l’età adulta- vuole avere un figlio tutto suo. Lo porta per nove mesi nel suo grembo, affrontando i piaceri e le conseguenze che questo comporta. Alla nascita il grande tesoro dipende totalmente da lei: succhia il prezioso nettare che sgorga dal suo seno a lui necessario per vivere e crescere. Dopo lunghi anni, ricevute tutte le attenzioni della devota madre, sarà un grande e virtuoso uomo. A questo punto è necessario che un’altra donna gli doni il suo cuore per vivere assieme quei piaceri che la vita offre e per la continuazione della specie. A questo punto ci sarebbero da dire fiumi di parole in onore dell’amore, ma dico solamente a voi, giovani uomini e giovani donne, non dubitate mai dell’amore, amatevi sinceramente e sarete riamati. Credete: solo questa è la vita indicata da Dio e seguita dalle persone virtuose.

Lido