crowdfunding per l'acqua in liquidazione

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Ci pensa il crowdfunding per l’acqua in liquidazione.. E’ da un po’ di tempo che gira sulle web community un appello di sottoscrizione alla campagna referendaria “l’acqua non si vende”. Per promuovere un referendum oltre che alla raccolta di 500.000 firme, c’è bisogno anche di una base economica per la promozione della campagna. Il comitato per l’acqua ha reperito, e continua a trovare, il denaro necessario per il referendum sulla rete. Il fund raiser del comitato ha iniziato una campagna, prima di sensibilizzazione all’argomento, e poi di crowdfunding sui social media presenti nel web. Per il momento grazie ad una larga partecipazione dei cittadini italiani, il comitato è riuscito a raccogliere oltre 1.000.000 di firme e quindi a far approvare tre referendum 3 referendum per la totale ripubblicizzazione dei servizi idrici. ll 1° quesito richiede l’abrogazione dell’art. 23 bis Legge 133/08 e sue successive modifiche introdotte con l’Art. 15 del D.L. 135/2009; il 2° quesito richiede l’abrogazione dell’art. 150 del Decreto Ambientale 152/06; il 3° quesito richiede l’abrogazione della parte dell’art. 154 del Decreto Ambientale 152/06 relativa alla remunerazione del capitale investito. Sul sito del comitato è possibile vedere le somme di denaro donate sia dagli enti, sia dai soggetti privati. Inoltre lo stesso comitato assicura che una volta approvato e avviato il referendum, i soggetti che hanno donato soldi avranno la possibilità di essere risarciti della somma investita. Insomma è stato avviato un bel progetto di crowdfunding! prossimamente spero di poter intervistare un responsabile del progetto, stay tuned! Articolo pubblicato su http://www.socialmediaitalia.com/?p=1156

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Come un comitato può promuovere un referendum a costo 0 grazie al crowdfunding

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Page 1: Crowdfunding per l'acqua in liquidazione

Ci pensa il crowdfunding per l’acqua in liquidazione..

E’ da un po’ di tempo che gira sulle web community un appello di sottoscrizione alla

campagna referendaria “l’acqua non si vende”.

Per promuovere un referendum oltre che alla raccolta di 500.000 firme, c’è bisogno anche

di una base economica per la promozione della campagna. Il comitato per l’acqua ha

reperito, e continua a trovare, il denaro necessario per il referendum sulla rete. Il fund

raiser del comitato ha iniziato una campagna, prima di sensibilizzazione all’argomento, e

poi di crowdfunding sui social media presenti nel web. Per il momento grazie ad una larga

partecipazione dei cittadini italiani, il comitato è riuscito a raccogliere oltre 1.000.000 di

firme e quindi a far approvare tre referendum 3 referendum per la totale ripubblicizzazione

dei servizi idrici. ll 1° quesito richiede l’abrogazione dell’art. 23 bis Legge 133/08 e sue

successive modifiche introdotte con l’Art. 15 del D.L. 135/2009; il 2° quesito richiede

l’abrogazione dell’art. 150 del Decreto Ambientale 152/06; il 3° quesito richiede

l’abrogazione della parte dell’art. 154 del Decreto Ambientale 152/06 relativa alla

remunerazione del capitale investito. Sul sito del comitato è possibile vedere le somme di

denaro donate sia dagli enti, sia dai soggetti privati. Inoltre lo stesso comitato assicura che

una volta approvato e avviato il referendum, i soggetti che hanno donato soldi avranno la

possibilità di essere risarciti della somma investita.

Insomma è stato avviato un bel progetto di crowdfunding! prossimamente spero di poter

intervistare un responsabile del progetto,

stay tuned!

Articolo pubblicato su http://www.socialmediaitalia.com/?p=1156