cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · piera londero, luisa patat, lucia...

28
93 Periodico bimestrale Marzo 2014 Anno XXII Direttore responsabile Federico Rossi Aut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992 Stampato su carta riciclata presso: Rosso Grafica e Stampa, via Osoppo 135 - Gemona - Ud Proprietà: Associazione culturale Pense e Maravee, via Sottocastello 81 - 33013 Gemona del Friuli - Ud Consegnato in Tipografia il 18/03/2014 Tiratura: 5.500 copie - Distribuzione gratuita cultura> informazione> dibattito> Maggio 2014... Pense e Maravee cartaceo e digitale!

Upload: others

Post on 09-Dec-2020

2 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

93Periodico bimestraleMarzo 2014Anno XXII

Direttore responsabile Federico RossiAut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992Stampato su carta riciclata presso: Rosso Grafica e Stampa, via Osoppo 135 - Gemona - UdProprietà: Associazione culturale Pense e Maravee, via Sottocastello 81 - 33013 Gemona del Friuli - UdConsegnato in Tipografia il 18/03/2014Tiratura: 5.500 copie - Distribuzione gratuita

cultura> informazione> dibattito>

Maggio 2014... Pense e Maravee cartaceo e digitale!

Page 2: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

Il web ha cambiato il mondo dell’informazione etra poco anche Pense e Maravee cambierà: da pe-riodico stampato solo su carta diventerà una te-stata giornalistica che farà informazione utiliz-zando in modo sinergico il giornale stampato, gliarchivi, il web e i social network. Questo ci permetterà di cambiare il modo di fareinformazione a Gemona e nel Gemonese, ci per-metterà di interagire direttamente con i lettori e dicoinvolgerli come parte attiva nel progetto. Sarà anche una formidabile opportunità di inte-razione con il resto del mondo, con coloro che aGemona hanno vissuto, vi sono nati o ci sonosemplicemente passati.

E’ una sfida molto importante per una associa-zione come la nostra che si basa sull’impegnovolontario, sulla competenza e sulla passione de-gli aderenti. Per questo desideriamo coinvolgerenel nostro progetto di giornalismo su web nuoveenergie e competenze, insieme alle quali realiz-zarlo. Stiamo cercando persone che condividanoquesta proposta e, attraverso il lavoro collegialedella redazione, partecipino a concretizzare que-sta sfida.

La testata giornalistica Pense e Maravee ha nuovi progetti in mente, ci dai una mano a realizzarli?

Se sai fare riprese video, montaggi, co-struire e gestire archivi di foto e video, ag-giornare siti web o sei hai competenzegiornalistiche per scrivere sul web, perrealizzare interviste, disegnare vignette,fumetti... inviaci una tua disponibilità allamail: [email protected]

Pense e Maravee - Anno 0 - N.ro 0 (1992)

Page 3: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

associazione culturale

Direttore responsabile

Redazione

A questo numero hanno collaborato

Federico Rossi

Antonio Antonelli, Anna Piazza, Paolo Isola, Irma Londero, Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto

Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile, Marco Iob, Anna Piazza, Massimiliano Piazzi, Mauro Pascoli, Gianni TonettoGrafica: Giulio Calderini

Via Sottocastello 81 - 33013 Gemona del Friuli - [email protected] www.pensemaravee.it

45/6/7

88/9101115

16/1718/19

20

La talpa Scava e morde

Lamps!Segnalazioni, lettere...

2414

SOMMARIO

rubriche>

Ringraziamo tutti coloro che continuano a sostenere la nostra autonomia con un contributo. Compilate il bollettino di c.c. postale n. 16895336 Qualsiasi importo va bene.

2122

Marzo 2014

politica> Elezioni a Gemona Il 25 maggio ci saranno le elezioni comunali ed europeea cura della redazione

ambiente> Green Gemona Verde Gemona di Sandro Cargnelutti e Mauro Pascoli

scuola> Un polo scolastico nuovo a Gemona Dal prossimo settembre... di Roberto Molinaro

cultura> La Casa per L’Europa Intervista al presidente dott. Silvio Moroa cura della redazione

scuola> Libertà è partecipazione Il Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazzedi Massimiliano Piazzi

attualità> 15 anni di finanza etica Intervista a Dario Francescutto, banchiere ambulantea cura di Gianni Tonetto

cultura> La prucission da gjat dopo diciotto anni, il ritornodi Alberto Vale

storia> Via Della Cella Ricordi di una via che non esiste piùdi S. F. - gemonese abitante della via

attualità> In montagna sei sempre solo Ai piedi del Kanchenjungadi Anna Piazza

attualità> Gino Bartali Campione sportivo e di umanitàa cura di Lorenzo Londero

solidarietà> Viaggio a Gaza Racconto di Enzo Del Medico e Ivan Marina cura della redazione

giovani talenti> Incontro con Mariusdi Anna Piazza

Page 4: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

ancano meno di due mesi all’ap-puntamento elettorale comunale e

la vita politica gemonese non sembra in fer-mento o almeno, fino ad ora, così appare.In realtà le riunioni, la ricerca di candida-ti per le liste, i contatti, fervono e gli arti-coli pubblicati sui quotidiani locali se-gnalano, come punte di iceberg, che sot-to sotto il movimento esiste, ma non si ma-nifesta. Le forze politiche agiscono attra-verso riunioni ristrette e contatti personali;in questo modo una fase importante del-la vita democratica, come la scelta dei can-didati, la formazione dei programmi edelle liste, che dovrebbe coinvolgere am-pie fasce di cittadini, diventa una faccen-da per addetti ai lavori. La tendenza nonè nuova e non coinvolge solo Gemona, an-che se in altri luoghi c’è chi si muove inmodo diverso. A Tolmezzo, ad esempio, ilcentro sinistra ha organizzato le primarie(ha vinto Francesco Brollo) e alle urne indue giorni si sono recate 512 persone,un’affluenza ritenuta notevole, accompa-gnata da un’elevata risonanza mediaticache ha informato e stimolato i cittadini allapartecipazione.

Nemmeno sui social network si parla dielezioni a Gemona, tutto tace; è una sor-ta di quiete prima della tempesta allaquale probabilmente assisteremo quandola campagna elettorale entrerà nel vivo, maa quel punto i giochi saranno fatti, le al-leanze composte, i programmi e le listecompletati.

Al momento della scrittura di questo ar-ticolo, a Gemona sono stati scelti e resinoti tre candidati a Sindaco: il Sindaco at-tuale Paolo Urbani che si ricandida, l’ar-chitetto Gianpaolo Della Marina per il cen-tro-sinistra e Dino Cargnelutti per la Fiam-ma Tricolore, ma potrebbero essercene al-tri.

Per quanto riguarda il centro-sinistral’assetto sembra definito: una unica listaa sostegno di Della Marina, la lista civica“Scelgo Gemona” nella quale il PD ha fat-to da regista. L’esperienza del gruppo di“Con Te Gemona” è di fatto confluita nelPD, infatti, il suo maggior esponenteSandro Venturini recentemente è statoeletto segretario del PD gemonese.

Sul fronte del centro-destra gli asset-ti non sono ancora definiti. L’incertezza

maggiore riguarda il sostegno di Forza Ita-lia e della Lega Nord a Urbani. Sono dueforze politiche che nell’attuale ConsiglioComunale si sono collocate all’opposi-zione e sembra che Urbani abbia cercatoun accordo con i livelli regionali del cen-tro-destra bypassando i rappresentati lo-cali. Giuseppe Tiso capo gruppo Pdl nel-le Amministrative 2009 su questo puntoè stato molto chiaro, prima il programma,il gruppo di persone e solo successiva-mente si valuteranno le eventuali affini-tà programmatiche sulla base delle qua-li costruire le alleanze. La prospettiva diun centro-destra unito a sostegno di Ur-bani si fa comunque sempre più verosimilein quanto eviterebbe loro di correre con unproprio candidato in una competizione dal-l’esito molto incerto e permetterebbeloro di entrare nella squadra di governodella città.

L’entrata di Forza Italia e Lega nella com-pagine delle liste a sostegno di Urbani com-plicherebbe, in caso di vittoria, la suddivi-sione degli assessorati, già alquanto con-tesi tra gli attuali sostenitori. Si prevedonodunque diverse liste a sostegno di Urbanie vista la forte personalizzazione della po-litica che ha caratterizzato il suo operato,non è escluso che ci sia anche una vera epropria lista “Urbani”.

Una novità importante è la partecipa-zione a queste elezioni comunali del Mo-

>4

politica>

vimento 5 stelle, da alcuni mesi presen-te sul territorio con riunioni pubblicheaperte e banchetti nelle piazze. Solo unanno fa alle elezioni politiche il M5S ha ot-tenuto a Gemona nella votazione per la Ca-mera 1.610 voti pari al 24%, secondopartito a pochissima distanza dal primo,il PD. Sappiamo che le elezioni locali se-guono logiche diverse da quelle nazionali,dando, ad esempio, più importanza allepersone e meno agli schieramenti e nonsarà facile per il M5S mantenere quel li-vello di consensi. Ci sarà dunque il quar-to candidato Sindaco che non verrà scel-to attraverso il web, come in altre occa-sioni, ma con il metodo del consenso as-sembleare privilegiando le relazioni per-sonali rispetto a quelle virtuali, come hadichiarato Alessandro Carminati, uno de-gli esponenti gemonesi del movimento.

In attesa di conoscere i programmi del-le diverse liste e forze politiche alcuniaspetti risaltano già come probabili “pun-ti caldi” della campagna elettorale.

Tutti riconoscono l’importanza del pro-gramma “Gemona città dello sport e delbenstare” ma diverse critiche su come è sta-to condotto finora giungono da destra e dasinistra come, ad esempio, la poca chiarezzadel progetto, troppo centrato sul marketingcon costose consulenze e con ricadute sulterritorio tutte da valutare.

ELEZIONIAGEMONAa cura della redazione

M

Il 25 maggio ci saranno le elezioni comunali ed europee.A meno di due mesi dall’importante momento la vita politica gemonese si svolge nel chiuso delle stanze, senzaassemblee, senza momenti pubblici; la politica sta diventando sempre più una faccenda tra addetti ai lavori

Page 5: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>5

Il destino di Palazzo Scarpa e il proget-to di salita meccanizzata al Castello hannogià causato notevoli fibrillazioni anche al-l’interno della stessa maggioranza finoalla fuoriuscita dalla giunta dell’assesso-re Luigino Patat; senz’altro questi sarannotemi caldi soprattutto per la loro rilevanzaeconomica sui bilanci comunali.L’ospedale S. Michele e la sua incertaevoluzione sarà un tema molto importan-

Green Gemona

ambiente>

di Sandro Cargneluttie Mauro Pascoli

ermini come biologico, biodinamico, ecologico, ecosostenibile, ecocompatibile, hanno invaso il nostro lessico quotidiano, fino a diventare

attributo immancabile perfino nei prodotti che si trovano nei centri commerciali. In questi ultimi anni poi, hanno conquistato la piazza mediatica anche termini inglesi particolarmente evocativi, a suon di green ( green way, green economy,green jobs) e smart (smart city, smart village, smart community).Questo linguaggio richiama concetti importanti legati al benessere, alla qualitàdella vita, all’attenzione per l’ambiente, ma il suo uso “disinvolto” (greenwashing)ne ha abbondantemente consumato il significato, fino a confinarlo spesso a marchio pubblicitario (o brand per continuare con il parallelo anglofilo).Ma al di là della ridondanza delle citazioni, i principi di fondo sono importanti e vanno sicuramente mantenuti e riempiti di significato.

T

>

te così come il mantenimento delle strut-ture amministrative nel centro storico.

Questi prevedibilmente saranno i temial centro della campagna elettorale, ar-gomenti molto importanti per il futuro diGemona ma le campagne elettorali, percome le conosciamo negli ultimi anni,non sono il momento più adeguato perconfrontarsi sui progetti futuri per Gemo-na: molti spot, molta immagine, molto mar-

keting con scarse occasioni di vera inte-razione e dibattito tra i candidati, forze po-litiche e cittadini.

Invitiamo dunque tutti candidati e leforze politiche a mettere in atto occasioni epercorsi di vera partecipazione anche esoprattutto dopo la fase elettorale, dal mo-mento che la politica non può essere rele-gata agli eletti e ai pochi addetti ai lavori.

Page 6: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>6

Anche Gemona, dopo o forse a seguito delprogetto “Città dello sport e del benstare”,ha cominciato a tingersi di green.La questione non va sottovalutata, anzi meri-ta di essere approfondita e meglio compresa.Due recenti iniziative si distinguono perchévanno in questa direzione. Con l’obiettivo di-chiarato di fare di Gemona un luogo semprepiù green (vedi l’articolo pubblicato sulMessaggero Veneto dell’8 gennaio), l’am-ministrazione comunale ha messo in cantieredue progetti che dovrebbero accompagna-re e rafforzare il “progetto madre” (Città del-lo sport e del benstare):

Carbon and water print Green smart village.

Per cercare di capire in cosa consistano que-sti progetti e quali siano i risultati che si pro-pongono di ottenere, abbiamo consultato la do-cumentazione ufficiale disponibile o quella rin-venibile nei siti della rete, dal momento chel’amministrazione comunale non ha ritenuto difornirci le necessarie delucidazioni.

Carbon and water print (Impronta di carbonio e d’acqua)L’impronta di carbonio misura la produzionedi anidride carbonica e altri gas climalteran-ti attribuibili ad un prodotto, a un’impresa oad una famiglia. Il Comune di Gemona con unaccordo volontario con il Ministero dell’Am-biente si è resa disponibile a effettuare unasperimentazione finalizzata a definire la me-todologia di calcolo per verificare, attraver-so un questionario, l’impronta prodotta dal-le imprese e dalle famiglie, in base alla qua-le individuare la modalità di riduzione delleemissioni e la gestione di quelle residue.

ta concessaPer inciso, al di là della menzione che se ne

fa nei due progetti qui sinteticamente descrittie che seguiremo negli sviluppi futuri, val lapena di ricordare che la traduzione letteraledel termine green è verde, parola che ci riportamolto più semplicemente al verde che esistee che abbiamo sotto gli occhi: l’ambiente na-turale, le aree agricole, gli orti, la terra… il con-testo nel quale viviamo.Ma riprendendo il filo del discorso sul signi-ficato più ampio che comunemente si attri-buisce al termine green, all’origine di questoapproccio vi sono due questioni aperte, cheincideranno sul futuro delle comunità:1 -il cambiamento climatico globale in atto

e l’impatto che questo avrà anche a sca-la locale, che influenzerà il regime dellepiogge, delle acque e della temperatura edi conseguenza le attività produttive, agri-coltura e turismo in primis (e portandoci,con ogni probabilità, dentro un mondo di-verso da quello che abbiamo finora co-nosciuto)

2- la necessità di operare entro limiti ecolo-gici considerata la finitezza delle risorsenaturali e di garantire allo stesso tempo iservizi essenziali a tutti.

Tutto questo richiede la consapevolezza,ad ogni livello di governo, della necessità ditutelare le risorse residue, rigenerare quel-le degradate, produrre energia da fonti rin-novabili e mettere a punto processi di adat-tamento ai cambiamenti in atto. C’è da chiedersi se la società civile si stia at-trezzando a questo cambiamento, che richie-de, tra l’altro, stili di vita appropriati, parteci-

L’amministrazione comunale ha inviato 400questionari e ne sono stati restituiti 170; nes-suna informazione invece riguardo al costodell’iniziativa.

Green smart village (Paese verde e intelligente)L’espressione città intelligente (dall’inglesesmart city) indica, in senso lato, un ambienteurbano in grado di agire attivamente per mi-gliorare la qualità della vita dei propri citta-dini. La città intelligente riesce a conciliaree soddisfare le esigenze dei cittadini, delleimprese e delle istituzioni, grazie anche al-l’impiego diffuso e innovativo delle teleco-municazioni, in particolare nei campi della co-municazione, della mobilità, dell’ambiente edell’efficienza energetica. Il Comune di Ge-mona ha stipulato una convenzione con ilClub Unesco di Udine e l’associazione Mis-sione Friuli Venezia Giulia per lo sviluppo delprogetto “Green Smart Village”, che si rifà ap-punto al concetto di smart cities. La delibe-ra del Comune di Gemona non ci aiuta peròa capire molto: è fumosa nei contenuti eastrusa nel linguaggio. Ne riportiamo, a titoloesemplificativo, un paragrafo:“… il progetto formativo - ecocompatibile -tecnologico dell’Associazione poggia suuna molteplicità di attività pluridisciplinariche intrecciano il sapere con il saper fare, favorendo la capacità dei cittadini di sceglieree progettare, anche imparando a conoscere la dimensione internazionale in cuipotrà inserirsi il contesto comunale...”Da qui la più che giustificata richiesta da par-te nostra di un’ intervista  che però,  su de-cisione della Giunta comunale, non ci è sta-

Page 7: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>

7

pazione allargata alle scelte di interesse col-lettivo, creazione di reti solidali nelle comunitàlocali per rafforzarle e renderle resilienti.E nella presa di coscienza sia della com-plessità di questi nuovi problemi, comepure dell’urgenza di affrontarli seriamente,giocano un ruolo importante tutti coloro chericoprono ruoli e hanno responsabilità nel-le varie istituzioni, siano esse la scuola,amministrazioni e enti pubblici.A Gemona siamo in prossimità di una tornataelettorale comunale, che sta cominciando a“riscaldarsi” a suon di candidature ed alle-anze. Il rischio è che questa fase, invece che nel-l’elaborazione di una proposta progettualeper Gemona ed il suo territorio, finisca peresaurirsi in un crescendo di tatticismi emessaggi trasversali, per sfociare alla fine inuna raffica di elenchi di cose da fare, di pro-positi virtuosi ... troppo spesso virtuali.

Ma perché invece le cosiddette “forze in cam-po” non cominciano a misurarsi su qualco-sa di concreto, di comprensibile ai cittadinie magari verificabile nel tempo?Per esempio: qual è l’idea di una “green Ge-mona” proiettata nel futuro, che ognuna del-le “forze” che si presentano è in grado di ela-borare e proporre? Quali sono i punti di forzasu cui farla crescere? Quali le politiche da at-tuare? Come recuperare le risorse necessarie?

Per chi volesse raccogliere questa sfida,P&M mette a disposizione uno spazio per ildibattito e ne favorisce l’apertura suggerendoalcuni punti che dovrebbero a pieno titolo tro-vare posto in un’Agenda green per Gemona.

Le aree rurali: come si può sostenere la va-lorizzazione delle produzioni agricole localicome espressione di qualità ed identità delterritorio? E’ possibile la rigenerazione delpaesaggio rurale ed il contestuale stop alconsumo di suolo? Si ritiene sia necessa-rio un approccio d’area vasta?

La green - economy e le nuove professio-ni e competenze: quale ruolo intende gio-care l’amministrazione di Gemona dentroil CIPAF e nel distretto/polo scolastico?

I beni collettivi di cui si è persa quasi com-pletamente la memoria: possono ridiven-tare una risorsa sia per il loro utilizzo comebio massa (molti di questi beni sono co-stituiti da aree forestali), sia per la riqua-lificazione paesaggistica ed ambientale delterritorio? L’adattamento ai cambiamenti climatici edai nuovi problemi. Ad esempio: come ge-stire il surplus delle acque durante leprecipitazioni brevi e violente, conside-rando la scarsa efficacia delle nostre retidi scolo stressate dalla urbanizzazione dif-fusa, da una scarsa manutenzion e e da unadiffusa impermeabilizzazione?

La gestione ecoefficiente delle risorse. Adesempio: il centro di raccolta di via San Da-niele può diventare una piattaforma logi-stica integrata per il riutilizzo dei beni, lapreparazione al riutilizzo dei rifiuti e le at-tività di riciclo? Si possono coniugareobiettivi ambientali e sociali?

La biodiversità, la qualità del paesaggio,la bellezza opportunamente tutelate e

valorizzate, possono diventare una com-ponente strategica di un programma di go-verno locale? In che modo?

Una “sana” sfida politica e culturale su que-sti temi, pretende però una condizione: chenon rimangano slogan messi a punto soloper l’occasione elettorale.Se è auspicabile che chi si candida ad am-ministrare Gemona per i prossimi cinque annielabori e proponga una sua visione di futu-ro, è anche necessario, perchè la propostaabbia un fondo di credibilità, che indichi at-traverso quali azioni e con quali progetti con-creti intende perseguire l’obiettivo.Non solo, ma questi ultimi debbono poter es-sere valutabili nel tempo, così da poterne ve-rificare il grado di attuazione raggiunto allafine del mandato.In questo senso, ad esempio, anche i due pro-getti citati all’inizio di questo articolo (“Carbonand water print “ e “Green smart village”), dalmomento che si propongono di misurare alcuniaspetti della qualità ambientale del territoriogemonese, dovrebbero poter essere funzionalialla valutazione degli effetti, positivi o nega-tivi, ottenuti in tale direzione dalle azioni checi si propone di mettere in atto.Il messaggio che P&M vuol lanciare è che lapolitica voli pure alta e disegni rosei scena-ri per il futuro, ma metta nello stesso temponelle condizioni i cittadini di monitorare viavia l’attuazione di quanto propone ed indi-chi, da subito, con quali strumenti misurarealla fine il grado di raggiungimento degliobiettivi (in questo caso di valenza ambien-tale), in relazione alle risorse che si sarannorese necessarie.

Il Lago di Ospedaletto, in una immagine di fine febbraio.Meraviglia o preoccupazione?

Page 8: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>8

cultura>a cura della Redazione

1) Come e quando si costituisce la Casa perl’Europa a Gemona?

La Casa per l’Europa di Gemona è nata for-malmente il 10 marzo 1989 (anno della ca-duta del muro di Berlino e di storici acca-dimenti e di radicali trasformazioni perl’Europa), come libera associazione senzascopo di lucro ed è stata subito riconosciutadalla Regione Friuli Venezia Giulia comeEnte di promozione europea.In realtà l’idea è nata subito dopo il terre-moto del 1976. Fu appunto a quella stra-ordinaria gara di solidarietà che si asso-ciarono, anche i dipendenti dell’Istituto diricerca di Ispra (Va), organo decentrato delCentro Comune di Ricerca della Commis-sione europea. Il loro aiuto era finalizzato alla realizzazio-ne a Gemona di una Casa per l’Europa, cioèdi una struttura capace di aprire, soprattuttotra i giovani, l’orizzonte del Friuli su una di-mensione europea. La sua attivazione è subito apparsa im-portante anche come conferma della na-turale vocazione mitteleuropea della nostraregione.Trascorso il periodo più critico dell’emer-genza, si giunse alla costituzione formaledell’associazione, per interessamento di al-cuni convinti europeisti e di alcuni ammi-nistratori illuminati.La nuova realtà gemonese ha avuto in unprimo tempo una vera funzione pionieristicanell’ambito dell’intero territorio regionalee, infatti successivamente, altre analoghestrutture sono sorte a Gorizia e a Trieste.

2) Quali sono i servizi e le opportunità chela Casa per l’Europa offre ai giovani del ge-monese?

Fin da subito la Casa per l’Europa ha co-minciato ad operare per formare nei giovani,e non solo, una coscienza civile europea ba-sata sui valori del pluralismo, della pace edella cooperazione fra i popoli. In partico-lare si è impegnata, così come tuttora si im-pegna, a promuovere una nuova identità eu-ropea inclusiva e tollerante basata su unacittadinanza sovranazionale attiva e par-tecipativa nell’ambito della grande demo-crazia comune.Dopo un primo periodo trascorso nella

La casaper l’EuropaIntervista al presidente dott. Silvio Moro

scuola>

di Roberto Molinaro

Soprattutto nel corso del passato anno mol-to si era detto e scritto intorno al futuro as-setto della scuola secondaria superiore aGemona, a fronte delle contingenti diffi-coltà connesse alla impossibilità di diri-genze scolastiche a tempo pieno nei tre Isti-tuti presenti. La Provincia di Udine, nellasua funzione di programmatore della retescolastica del territorio aveva promossol’ascolto dei protagonisti e sollecitato unasintesi degli intendimenti locali, che pur erastata costruita. Infatti il 21 maggio 2013 ve-niva sottoscritto un “ Piano di confluenza”da parte dei tre Dirigenti scolastici reggenti,dai tre presidenti dei Consigli d’ Istitutodi ISIS D ‘Aronco, del Liceo Magrini e del-l’Istituto Tecnico Marchetti nonché dal Co-mune di Gemona del Friuli che ipotizzavala costituzione di una sola nuova autono-mia scolastica. Tale progetto veniva nuo-vamente proposto dall’AmministrazioneComunale di Gemona alla Provincia diUdine in vista delle decisioni per gli assettiscolastici dell’anno 2014/2015. I nuovicriteri per il dimensionamento scolasticofissati dalla Regione il mese di ottobre scor-so e il successivo coerente Piano Provin-ciale, invece, hanno consentito di ipotizzareuna articolazione diversa del polo gemo-nese, in due autonomie: una costituita dal-l’ISIS D’Aronco e l’altra dall’ unificazionetra Istituto Tecnico Marchetti e Liceo Ma-grini. Tale proposta é stata definitivamen-te approvata dalla Regione il 27 dicembree fatta propria dall’Ufficio Scolastico Re-gionale del Friuli Venezia Giulia con decretodel 23 gennaio 2014.

Una lunga premessa per evidenziare che unadecisione é stata assunta e che ora la stes-sa deve tradursi nel concreto dell’attivitàscolastica. In vista del prossimo 1 settem-bre 2014, tutti gli operatori scolastici e gliorgani collegiali, ciascuno nella propriaresponsabilità, sono chiamati a progettareuna autonomia scolastica nuova, muoven-do dalle due realtà oggi in attività. Ma co-mune dovrà essere l’obiettivo, l’erogazio-ne di un servizio scolastico pubblico che ab-bia al centro i bisogni formativi degli stu-denti sia per una adeguata preparazione peril livello terziario dell’ istruzione (Universi-tà e Formazione Tecnica Superiore) sia perle competenze che favoriscono l’accesso almondo del lavoro, a seconda della tipolo-gia ed indirizzi di studio prescelti. In primisle diverse collaborazioni già in atto tra Ma-grini e Marchetti e la contiguità dei locali ren-deranno il percorso più agevole. I due staffdirigenziali hanno già cominciato ad in-contrarsi per avviare una doverosa e preli-minare ricognizione dell’esistente e deiprocessi in atto, propedeutica ad una rior-ganizzazione in termini unitari e sui tanti va-lori comuni riscontrabili. Ma non basterà per-ché una moderna offerta formativa richie-de anche tanta capacità di ascolto dei por-tatori d’interesse, dalle famiglie, agli ope-ratori della scuola alle rappresentanze isti-tuzionali e sociali del territorio. Qualitàdelle relazioni e corresponsabilità nellescelte, infatti, saranno fondamentali per ilsuccesso della nuova autonomia scolasti-ca, sempre e comunque espressione e al ser-vizio della comunità che la esprime.

Dal prossimo 1 settembre 2014 tutti gli operatori scolastici e gli organi collegiali,ciascuno nella propria responsabilità, sono chiamati a progettare una autonomiascolastica nuova

UN POLO SCOLASTICO NUOVO A GEMONA

Ricordiamo che nel giugno 2011 il sindaco Urbani ha chiuso il plesso della scuola prima-ria di Lessi senza la minima consultazione (vedi articoli numeri PM precedenti). Metodoa parte, si è dimostrata una scelta efficace?

Page 9: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>

9

sede di Maniaglia (realizzata, appunto,grazie ai fondi raccolti dai dipendenti del-l’Istituto di ricerca di Ispra) ora la Casa perl’Europa ha la sua sede in Piazza del Ferrodove è Punto Eurodesk e dove assolve an-che alla funzione di Informagiovani per con-to del Comune di Gemona.La progettazione e la realizzazione di tut-te le sue attività è possibile grazie all’ope-ra completamente gratuita di un gruppo divolontari e alla collaborazione di un paio digiovani veramente preparate e motivate eriguardano in modo specifico:

• la diffusione e la conoscenza dei granditemi europei, con particolare riferimen-to a quelli aventi importanti ricadutesul territorio regionale;

• la promozione del confronto e del dibat-tito sulle attualità europee all’interno dilezioni, convegni e seminari destinatialla cittadinanza;

• la collaborazione con gli Istituti scolastici,finalizzata a promuovere fra i giovani unacultura e un’educazione civica europea;

• il sostegno delle varie iniziative o pro-grammi di scambi culturali fra le scuoledel territorio e le scuole di altri paesi eu-ropei, in particolare di quelli realizzati nel-l’ambito di specifici programmi del-l’Unione europea;

• gli interventi nelle associazioni culturaliper adulti, al fine di rispondere al bisognodi informazione e di approfondimento deicittadini sulle istituzioni europee e sulleregole della democrazia sovranazionale;

• l’organizzazione di eventi celebrativi che

richiamano i valori fondanti della nuovaEuropa, come la Giornata europea;

• la pubblicazione di atti e di altri strumentidi informazione;

3. In quale prospettiva si sta muovendo laCasa per l’Europa, considerati anche i tem-pi di crisi attuale?

La crisi è iniziata, in pratica, nell’autunno del2008. Nonostante ciò (e mi limito al solo set-tore dedicato ai giovani), la Casa per l’Eu-ropa ha realizzato varie iniziative. Ricor-diamo il progetto di promozione sociale(2009) con la realizzazione di un laborato-rio di scrittura creativa e di un laboratoriodi illustrazione in collaborazione con il Li-ceo scientifico “Magrini” e l’I.T.C.G. “Mar-chetti” di Gemona; il progetto “Festival del-la musica e della cultura di Gemona” (2010in collaborazione con le associazioni “Mu-sicologi”, “Studio Revolver”, “UponADre-am” e “Bravi Ragazzi”; il progetto “Gemo-na Creativa” realizzato, oltre che con la col-laborazione con diverse associazioni e re-altà locali, con l’I.S.I.S. “D’Aronco” di Ge-mona del Friuli; il progetto “Giovani inMovimento – Jugend in Bewegung”, finan-ziato dal programma Interreg IV Italia-Au-stria, in partenariato con la Provincia di Bel-luno e il Land Carinzia (Austria); il proget-to “Energie Creative” (2012), realizzato incollaborazione con diversi soggetti del ter-ritorio ; il progetto “Move ON”, del 2013 sultema della cittadinanza attiva con attivitàdi carattere creativo e, sempre nel 2013,l’iniziativa realizzata in collaborazione con

La casaper l’Europa

l’AEGEE di Udine durante la due giorni ge-monese del “Summer University” con l’ in-contro informativo dal titolo “YOUNG VOI-CES”, Giovani che informano Giovani –Strumenti di partecipazione 2.0. All’incon-tro sono intervenuti, tra gli altri, due giovanifriulani (Nicholas Ceolin di Tarcento e Fran-cesco Patat di Gemona) che hanno avutomodo di testimoniare le loro esperienze dimobilità transanzionale e i benefici che nehanno ricevuto sia dal punto di vista per-sonale che professionale. La lingua ufficialeè stata l’inglese, proprio per permettere ainumerosi giovani stranieri di partecipare at-tivamente.

Anche nel 2014 è stata avviato un nuo-vo progetto, in collaborazione con le scuo-le medie dell’Istituto Comprensivo di Ge-mona, che prevede la realizzazione di tre la-boratori: “Percussioni fai da te”, “Percussionidell’Africa nord-occidentale” e “Parla con lei”,dedicato quest’ultimo soprattutto alle video-interviste. Anche questa iniziativa, come leprecedenti, è stata ideata dai giovani per igiovani, con l’obiettivo di promuoverel’espressività personale attraverso varie at-tività di educazione non-formale. Si tratta, dunque, con intelligenza e buonavolontà, di saper accedere alle tante op-portunità che la Regione FVG continua amettere a disposizione delle associazioni afavore dei giovani. Anche la recente inizia-tiva di “Pense e Maravee” “Dalla carta al di-gitale: la transizione è culturale”, organizzata a Gemona è stata realizzata inpartenariato con la Casa per l’Europa.

Personalmente posso aggiungere sola-mente questo: già da qualche anno sto im-pazientemente attendendo di passare il“testimone”. Non è infatti concepibile che inuna società democratica una persona restiper tanti anni al timone di una associazione,anche se non è prevista alcuna “prebenda”.O forse proprio questo, nella mentalità cor-rente, rappresenta l’ostacolo maggiore?

Page 10: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>10

scuola>

Cosa vi sembrerebbe utile realizzare nel castello: un museo, un ristorante, una sala per conferenze?...

L’importante è che il castello possa diventare un punto d’incontro, un simbolo della nostra identità, ma soprattutto una risorsa per il nostro comune, per il centro storico e per i gemonesi. Sappiamo tutti che ce n’è bisogno.

Continua il dibattito con i nostri lettori, un confrontoaperto che possa produrre la maturazione di progettinuovi, finalizzare proposte, esporre idee.

Prossimamente anche on- line nel nuovo sito di Pensee Maravee

Nella suggestiva cornice di Palazzo Boton si è svolta lunedì 23 di-cembre la seduta di insediamento del Consiglio Comunale dei Ragazzie delle Ragazze. Il progetto, che ha già trovato attuazione in altri cen-tri della provincia udinese, si pone l’ambizioso obiettivo di far rifletterei ragazzi di età compresa tra i dieci e i quattordici anni sul valore del-la parola “democrazia” e sull’importanza della partecipazione allacosa pubblica. Per la realizzazione è stato determinante il contributodegli insegnanti della scuola secondaria di primo grado dell’Istitu-to comprensivo di Gemona e del dottor Francesco Milanese, al qua-le è stato assegnato il delicato compito di coordinare le diverse fasiorganizzative.

I giovani coinvolti sono stati chiamati a prendere parte attivamentealla vita della comunità, a imparare a superare gli interessi individualiper farsi invece rappresentanti delle necessità e delle richieste deiloro coetanei.

La composizione verticale del gruppo, formato da studenti delle scuo-le dell’Istituto Comprensivo di Gemona del Friuli e della Scuola Pari-taria Santa Maria degli Angeli, rappresenta un importante fattore distimolo, di confronto e di crescita: l’interazione tra età diverse si ri-vela infatti estremamente proficua dal punto di vista pedagogico. Nel corso della seduta inaugurale i consiglieri hanno provveduto al-l’elezione del loro sindaco. Tre i candidati in lizza che, visibilmenteemozionati, hanno presentato a turno il proprio programma, indivi-duando una serie di temi sui quali concentrare l’attenzione. I ragazzi,mostrando notevole sensibilità, hanno voluto porre l’accento sullanecessità di abbattimento delle barriere architettoniche, sull’im-portanza per le scuole di attrezzature informatiche adeguate, sul bi-sogno di creare nuovi spazi di aggregazione per i giovani.

Per la scelta del primo cittadino non sono bastati, in uno splendidoesercizio di democrazia, il primo turno di votazioni e il successivo bal-lottaggio. In un clima di crescente entusiasmo si è venuta a creareuna situazione di perfetta parità che ha indotto i candidati in corsaper la carica a trovare un accordo. Alessia Cargnelutti, studentessadella classe terza della scuola media dell’Istituto Comprensivo di Ge-mona, è stata dunque proclamata sindaco dei ragazzi e delle ragazzementre Roberta Puglisi ha accettato di ricoprire la carica di vicesin-daco. Questo fino a dicembre 2014, quando le ragazze si scambie-ranno i ruoli.

Abbiamo rivolto qualche domanda al neoeletto sindaco Alessia Cargnelutti.

In che modo è nato il desiderio di partecipare al progetto del Con-siglio Comunale?La professoressa di italiano ci ha spiegato che all’interno della scuo-la si sarebbero svolte le elezioni dei membri del Consiglio Comuna-le dei Ragazzi e ho pensato: “Proviamoci!” La campagna elettoraleè stata poi molto semplice: il mio obiettivo era riuscire a vedere Ge-mona con gli occhi di tutti i ragazzi.

Quali sono a tuo avviso i punti di forza del programma che hai pre-sentato?Il punto di forza è stato dare voce ai ragazzi per capire cosa si aspet-tano da Gemona, cosa vorrebbero cambiare nel paese in cui vivono. Come hai vissuto il giorno dell’elezione? Il giorno dell’elezione a scuola ero molto tranquilla, non pensavo cheavrei ricevuto così tanti voti. Il giorno delle votazioni in Comune eroinvece molto tesa. Dopo il ballottaggio io e Roberta, con l’aiuto delsignor Milanese, abbiamo deciso di fare un anno ciascuna, perchésarebbe stato brutto vincere per estrazione. Quando ho indossatola fascia tricolore e ho fatto il giuramento, ero molto nervosa ma allostesso tempo felice: mi sentivo le farfalle nello stomaco!

In cosa consiste l’incarico che ti è stato conferito? Che impegni com-porta?Innanzitutto devo ascoltare con attenzione le idee degli altri ragaz-zi del Consiglio; poi tutti insieme decidiamo se sono realizzabili omeno. Ci incontriamo solitamente due volte al mese e facciamo un’at-tività di brainstorming: ciascuno di noi avanza delle proposte e in-sieme le valutiamo, discutiamo e stabiliamo se possono essere mes-se in pratica oppure no.

Quali sono le tue impressioni dopo i primi mesi di attività e quali ituoi propositi per questo anno di mandato?Le mie impressioni sono decisamente positive, perché noi ragazzi elet-ti formiamo davvero un bel gruppo affiatato. Nel corso di quest’an-no spero di riuscire a realizzare i vari progetti che stiamo elaboran-do nel corso dei nostri incontri.

Ti sentiresti di consigliare ai tuoi coetanei la partecipazione a un’ini-ziativa simile a questa?Assolutamente sì! È una bellissima esperienza sul piano personalee permette di imparare molte cose sul funzionamento della politica.

Libertà è partecipazioneil Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze

di Massimiliano Piazzi

RIS

ALI

TA A

L C

AST

ELLO

Page 11: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>

11

Attualità>

15 anni di finanza eticaAnche nel gemonese uno sportello informativoPM: A che punto è Banca Etica?DF - Quest’anno festeggiamo i 15 anni del-la nascita del primo istituto di credito italianointeramente dedicato alla finanza etica.Direi, quindi, che stiamo passando dalla fasepionieristica della finanza etica al suo con-solidamento in un modello ormai strutturatoe pronto ad aprirsi a nuovi settori dell’eco-nomia responsabile e sostenibile. Banca Etica – nata a Padova su impulso dimigliaia di singoli cittadini e di tante orga-nizzazioni del Terzo Settore Italiano – con-ta oggi 17 filiali e 25 banchieri ambulanti intutta Italia; ha un capitale sociale di oltre46 mln ¤, una raccolta di risparmio pari a873 mln ¤ e prestiti accordati per oltre 774mln ¤ a favore di più di  7.000 imprese so-ciali. Ancora oggi è l’unica a raccontare contrasparenza online come utilizza il denaroaffidatole dei risparmiatori, pubblicando tut-ti i finanziamenti erogati (http://www.ban-caetica.it/finanziamenti).

a cura di Gianni Tonetto

Abbiamo chiesto a Dario Francescutto, banchiere ambulante, di raccontarci “i numeri” di Banca Etica

La giusta strada per cambiare la finanza

Per uscire dalla crisi bisogna agire almeno lungo tre direttrici.1. Servono delle regole per chiudere una volta per tutte questo gigantesco casinò finanziario. Sepa-

rare le banche commerciali da quelle di investimento, regolamentare i derivati, chiudere il siste-ma bancario ombra, contrastare i paradisi fiscali e tassare le transazioni finanziarie.

2. Evitare di essere, oltre che vittime, anche complici inconsapevoli della speculazione finanziaria.Evitare che i nostri risparmi, una volta depositati in banca, affidati a un gestore o a un fondo pen-sione, possano alimentare lo stesso casinò che ci ha trascinato nella crisi. Fare passare i nostri sol-di da carburante della speculazione a moltiplicatori di esperienze virtuose.

3. La finanza deve tornare a essere un mezzo e uno strumento al servizio delle persone, non il contrariocome avviene oggi, non un fine in sé stesso per fare soldi dai soldi nel più breve tempo possibile.

Sintesi da un intervento di Andrea Baranes,presidente della Fondazione Culturale Responsabilità Etica

PM: Come si svolgeranno i festeggiamenti?DF - Il concretizzarsi di questa utopia capa-ce di coniugare finanza, valore sociale, ri-sparmio, solidarietà, sobrietà e sostenibili-tà sarà festeggiato con oltre 60 eventi or-ganizzati dai soci di Banca Etica in altrettantecittà italiane. Un programma intenso e par-tecipato che spazia tra rappresentazioniteatrali, dibattiti, convegni, flash mob, con-centrati tra il 5 e il 23 marzo, per far cono-scere al maggior numero di persone le op-portunità offerte dalla finanza etica e dall’usoresponsabile del denaro. Per la nostra pro-vincia la circoscrizione dei Soci di Banca Eti-ca di Udine ha organizzato, assieme alla Ac-cademia di arte drammatica Nico Pepe, lospettacolo “Commedia di una banca - La bot-tega dei miracoli” per il giorno 14 marzo alteatro San Giorgio di Udine.   E’ on line il sito web dedicato www.ban-caetica.it/15anni dove sarà possibile con-sultare il programma degli eventi; conosceree interagire con la storia di Banca Etica dal-la sua ideazione fino al progetto che la por-

terà nei prossimi mesi ad aprire sportelli an-che in Spagna; conoscere tutti i numeri del-la Banca anche attraverso grafici di imme-diata comprensione

PM: E in Regione come sono i numeri?DF - In provincia di Udine si contano 328 socie quasi 3 miloni e mezzo di finanziamentiall’economia solidale rispettosa dell’am-biente. Nell’intero Friuli-VG contiamo 1208Soci, che rappresentano il capitale umanoche fa vivere e riflettere la Banca.

PM: La banca è presente a Gemona?DF - Per una richiesta sempre maggiore, siaculturale che operativa, di una modalità dif-ferente di fare finanza, alcuni soci del Ge-monese e Venzonese mi hanno proposto diessere presente almeno una volta al mesesul territorio. Quindi si è deciso di sceglie-re un mercoledì del mese, e di essere pre-senti presso la Casa delle associazioni in viaSan Giovanni 20, generalmente il terzomercoledì del mese.

info

rmaz

ione

pub

blic

itar

ia

730/2014 RED IMUMODELLI INPS ICRIC - ICLAV - ACCAS/PS

ALTO FRIULI

PRENOTA SUBITO IL TUO APPUNTAMENTO!chiamando lo 0432 970499dal lunedì al venerdì: 8.30 - 12.30 e 14.00 - 18.00

NUOVA SEDE A GEMONA! Via Roma, 72 (accanto alla Posta)

Page 12: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>12

criveva un giornale regionale il 4 set-tembre 1976:

“Ospitati in una baracca di fortuna dei fratiminori di Sant’Antonio, si sono ritrovatiper la prima volta, dopo il sisma, i coristigemonesi del Piccolo Coro “I Pronipoti”.Più che per una riunione per studiare eprovare nuove canzoni, i coristi si sono in-contrati per scambiarsi notizie dopo che ilterremoto del 6 maggio li aveva improvvi-samente divisi. La direttrice del coro, Ce-cilia Disetti, tra la commozione generale haricordato i quattro coristi deceduti sotto lemacerie: i fratelli Luca e Stefano Gallo, Mo-nica Regalzi e Roberto Santarossa. Dopoaver ricordato anche tutti i bambini di Ge-mona che persero la vita la notte del 6maggio, il Piccolo Coro ha intonato il canto“Glemone”, parole e musica del gemoneseGiorgin. Il coro, palesando ancora unavolta tutta la tenacia che sorregge la gentedel luogo, ha deciso, seppur tra le tantedifficoltà, di riprendere l’attività”.

Abbiamo voluto iniziare così la brevestoria del Piccolo Coro de “I Pronipoti” fon-damentalmente per due motivi. Il primoperché ormai, dalle nostre parti, anche lestorie più comuni vengono divise in prima

Ma il vero “cavallo di battaglia” è stato ilrecital musicale “Cristo uomo nuovo”, pa-role e musica di Bruno Facciotti. Nella sa-cra rappresentazione il coro dei piccoli“Pronipoti” sosteneva il ruolo del popolo,mentre la voce narrante era quella delcomplesso giovanile “Jesus Christ Super-star”. La figura di Cristo, che cantava esuonava la chitarra con aspetto ieratico evoce baritonale, era infine interpretata daGiovanni Roncastri. E i piccoli “Pronipoti”non si sono certo risparmiati. Il recital li havisti infaticabili protagonisti in tante chiesee sale teatrali specie del Friuli, anche seuna delle più significative uscite è stataquella di Concordia Sagittaria.

E’ poi capitato il terribile terremoto del6 maggio 1976 e la forzata interruzione diogni attività. Tuttavia già la sera del 4 set-tembre 1976 i piccoli coristi gemonesierano a villa “Pighin” di Risano di Paviad’Udine, ospiti d’onore al festival del“Grillo d’oro” dedicato alle piccole vocinuove. Ma subito dopo c’è stato un altro (epurtroppo più lungo) stop. Il terremoto del15 settembre si è abbattuto violento e ina-spettato su una comunità che già avevarimboccato le maniche per cercare di ri-

e dopo il terremoto. Il secondo perché lastoria del Piccolo Coro si lega a doppio filocon la storia della cittadina. Ed è una sto-ria (quella del Piccolo Coro) che inizia uffi-cialmente nel lontano 1970. Proprio pocoprima di Natale di quell’anno è avvenutainfatti la prima esibizione ufficiale delgruppo, interamente formato da bambinidai tre ai dodici anni. Quella dell’età – lo di-ciamo subito – è stata una regola fissa e in-flessibile del Piccolo Coro, tant’è che giànell’ autunno del 1971 c’è stato il primo”pensionamento” di 5 bambini che ave-vano raggiunto il limite di età, spostato –dopo il terremoto - a 14 anni. Da allora ilPiccolo Coro de “I pronipoti”, nella sua so-bria divisa blu su un maglioncino dolce-vita bianco con tanto di stemma araldico diGemona, è stato la colonna sonora di tan-tissimi eventi della cittadina pedemon-tana e delle sue numerose borgate. Nonsolo. Ma la sua presenza è stata richiestaper animare tante feste e spettacoli anchefuori regione. Ricordiamo quelle che cisono rimaste particolarmente impressenella mente: Nimis, Gorizia, Buia, neglistudi RAI di Trieste, Fogliano di Redipu-glia, Majano, Velden , Rauscedo, Udine.

cultura>a cura de “i Pronipoti”

Tutti in posa per la foto assieme allamaestra Cecilia Disetti e al presidentedel coro Angelo Santarossa.Gemona, piazza del Ferro23 giugno 1974

S

Storia de “I Pronipoti”Il desiderio di ricordare e di rendere partecipi i gemonesi di una lunga e intensa esperienza

Page 13: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>

13

sorgere, costringendola questa volta al tri-ste esodo verso le località balneari. Peròneppure questa volta gli eventi sono riu-sciti a fiaccare la volontà dei piccoli “Pro-nipoti”. Alla fine di giugno del 1977 sonostati in grado di esibirsi brillantemente alcentro parrocchiale di Salcons di Gemona.E poi, nell’agosto dello stesso anno, hannoaffrontato la tourneè cecoslovacca che perventi giorni li ha visti in Boemia, ospiti delconsiglio centrale dei sindacati locali, con“campo-base” nel campeggio sulle rivedel lago di Lipno, nella Boemia meridio-nale, che ha consentito loro di fraterniz-zare con tanti coetanei cecoslovacchi maanche di farsi apprezzare nel corso delleesibizioni di Ceske Budejovice, CeskiKrumlov e Hluboaka e di quella che ha ca-ratterizzato il servizio speciale che la se-zione internazionale di radio Praga ha in-teramente dedicato loro ed a Gemona.

Nell’ottobre 1977 hanno quindi tenutoal teatro “Nuovo” di Torino un avvincentespettacolo assieme al complesso folklori-stico “Lis Paveutis” di Ara di Tricesimo.

Sono seguiti anni intensi, caratterizzatida tante esibizioni non solo a Gemona edin regione, ma anche in numerosi centridell’Italia settentrionale. La fama e la bra-vura dei piccoli “Pronipoti” avevano or-mai valicato i confini della piccola patria.Ricordiamo solamente gli impegni di Bre-scia, Gussago, Hobbiland di S. Polo (Bs) ele tante esibizioni a “Telefriuli”. In questianni i “Pronipoti” hanno trovato anche iltempo di frequentare le sale di incisionerealizzando una cassetta con i brani più si-gnificativi del loro repertorio e di realizzareun simpatico sussidio didattico per lescuole materne ed elementari formato dauna cassetta con facili ed orecchiabili mo-tivi popolari friulani. Inoltre ricordiamo lostretto rapporto instaurato col “Minicoro”di Gussago (BS) e col suo maestro diret-tore Nino Frassi e le nuove divise. Nel 1989il piccolo coro ha infatti abbandonato lavecchia divisa per una più spigliata e mo-derna tuta verde e fucsia che riportava suldavanti una immagine del castello, sim-bolo per antonomasia di Gemona.

E siamo così arrivati al 1990. Il 21 di-cembre, al teatro “Sociale” di Gemona,sono stati celebrati i 20 anni di attività delgruppo, guidato - ci piace sottolinearlo –fin dalla fondazione dalla stessa direttriceCecilia Disetti e dallo stesso presidenteAngelo Santarossa e caratterizzato da unacompleta gratuità dell’attività per i bam-bini. Una grande famiglia dunque. E allacerimonia, con momenti di vero spetta-colo (con i “ Pronipoti” c’erano infatti an-che il coro “Vôs di Ospedalèt” e la Scuoladi Danza di Marina Forgiarini) hanno par-tecipato circa 150 coristi ed ex-coristi. Magià si preannunciava la fine di un ciclo:nel 1992, infatti, i “Pronipoti” hanno ces-sato definitivamente l’attività.

A conclusione di questo rapido excursus cipiace richiamare alcune parole che il presi-dente Santarossa (scomparso nel 1992) scri-veva sul “Notiziario gemonese”, nell’immi-nenza della festa per i 10 anni de “I Pronipoti”:

“Tuttavia, anche se i successi e la noto-rietà raggiunti possono costituire l’aspettopiù appariscente dell’attività de “I Proni-poti”, ben più importante è il lato socialedella loro presenza. Il canto è infatti diven-tato un mezzo per stare assieme, per viveree divertirsi insieme, per conoscere altri bam-bini della stessa età anche di paesi e re-gioni diverse dalla nostra.

...In altre parole, senza perdere di vistala finalità primaria (cioè il canto corale), il

Esibizione del Coro ad Ovaro. 5 agosto 1979

gruppo ha sempre avuto e continua adavere una peculiare qualità di coagulo so-ciale,caratteristica questa che è balzatachiaramente in primo piano nel momentoin cui, dopo la dolorosa diaspora della co-munità gemonese verso le località bal-neari, i nuclei familiari hanno ripreso len-tamente a rientrare per riprendere la lorovita, con grande speranza”.

E propri o questo spirito di comunità hapermesso, specie ai coristi della prima ora(alcuni con qualche filo bianco tra i capellie qualcuno...con pochi capelli), di ritrovarsiinsieme all’inizio dell’estate a ricordare glianni felici trascorsi nel Piccolo Coro.

Ma non finisce qui...

mostra>

“Le immagini della fantasia”, come da dodici annia questa parte, ritorna in primavera a Venzone. Espone una numerosa selezione di tavole ori-ginali corredate dai corrispondenti libri e rea-lizzate da circa 70 illustratori italiani, europei e di altri paesi di tutto il mondo: Argentina,Brasile, Iran, Israele, Taiwan e…, naturalmente,Russia! “Fiabe dalla Russia”, infatti, è il temadell’anno che ci guida alla scoperta dell’im-menso patrimonio fiabesco russo. Il libro “Nel bosco della Baba Jaga, fiabe dallaRussia” affianca la sezione tematica. Edito daFranco Cosimo Panini, ha vinto il Premio Ander-sen 2013, il più ambito riconoscimento italianoper i libri illustrati destinati ai ragazzi. Dalla stessa terra russa ha origine la nuovaproposta di questa edizione venzonese: la collaborazione con la Scuola di illustrazionedell’Università delle LiberEtà di Udine. I suoicorsisti, seguiti dall’illustratrice Barbara Jelen-kovich, hanno illustrato il testo di una favolarussa contemporanea.Una scelta delle illustrazioni realizzate è inesposizione e costituisce qualcosa di assoluta-mente originale dedicato all’illustrazione inFriuli. Un ricordo della figura di Stepan Zavrel è pre-sente con le tavole della recente riedizione di “Un sogno a Venezia”. Zavrel è una delle perso-nalità che ha maggiormente influito sul mondodell’illustrazione italiana e non solo degli ul-timi decenni.

Le immagini della fantasiaMOSTRA INTERNAZIONALE D’ILLUSTRAZIONE PER L’INFANZIA Proveniente da Sarmede (Tv)

Tema dell’anno: Nel bosco della Baba Jaga, fiabe dalla RussiaSezione illustratori Friuli: Scuola di illustrazione delle LiberEtà di Udine Presenti le opere di 70 illustratori di tutto il mondoVENZONE (UD) Palazzo Orgnani Martina 23 marzo – 4 maggio 2014

Orario: sabato, domenica e festivi 10.00-12.30 / 15.30-19.00, da lunedì a venerdì 10.00-12.30Aperto nelle festività pasquali

INGRESSO LIBEROvisite guidate per le scuole e per gruppi organizzati, su prenotazione

INFO:Comune di Venzone tel. 0432-985266 (int.1-6)Pro Loco Pro Venzone [email protected]./fax 0432-985034 www.bibliotecadivenzone.itwww.facebook.com/immaginidellafantasiaVenzone

Chi volesse mettersi in contatto con noi può farlo a questo indirizzo: [email protected]

Page 14: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

Lorenzo la talpa di Lorenzo Londero “flec”

cosa pubblica>

Questo è stato l’intento con cui la sezio-ne ANPI (Associazione Nazionale Partigianid’Italia) di Gemona-Venzone ha profuso ilproprio convinto sostegno alla pubblica-zione e alla diffusione del libro, di cui ri-portiamo la copertina: Venzone in guerra.Note per una ricostruzione delle vicendedella seconda guerra mondiale a Venzo-ne, di Pieri Stefanutti (Bollettino dell’As-sociazione Amici di Venzone, 2013). Si tratta di un volume che, pur incentratosulla ricostruzione delle vicende che han-no riguardato Venzone, offre parecchi ri-ferimenti a quanto accaduto a Gemona enel territorio circostante: dall’elencazio-ne delle azioni di sabotaggio alla rete deicollegamenti nazisti (ferrovia in primoluogo) all’organizzazione delle formazio-ni partigiane sulle montagne di Ledis e airapporti con la missione alleata, sino allevicende che portarono alla Liberazione diGemona alla fine di aprile 1945.In 275 pagine, il volume raccoglie docu-menti e testimonianze in gran parte ine-diti e certifica, fra l’altro, che numerosifurono i cittadini gemonesi che si di-stinsero nell’attività partigiana dal set-tembre 1943 alla Liberazione fornendo unrilevante contributo alla sconfitta del na-zifascismo e alla conquista della libertà,della pace e di quella dem ocrazia che,poi, troverà compimento nella splendi-da Costituzione italiana.

>14

Col pensiero grato a tutti i Gemonesi che,con le armi e senza, diedero il loro ap-porto di Volontari della Libertà, mi per-metto di segnalarne alcuni per il loro noncomune contributo:

don Alberto Pancheri “Ettore”, di-rettore del Collegio degli Stimmati-ni e cofondatore delbattaglione “Ledra” della brigataOSOPPO FRIULI;Pietro Londero “Sardo”, comandan-te del battaglione osovano “Prealpi”;Pierino Celetto “Mazzini”, meda-glia d’oro al valor militare, eroica-mente caduto in difesa della Zona Li-bera del Friuli Orientale;Leandro Nonini “Colombo”, fucilatodai nazisti all’interno delle carceri diUdine;Giuseppe Pittini “Firius”, membrodel Comitato di Liberazione Nazio-nale di Gemona presieduto dall’on.Luciano Fantoni (degna di nota è larelazione di G. Pittini pubblicata a pa-gina 266 del libro citato);Ezio Bruno Londero “Nino”, vivente.

Per comprendere l’ importante ruolo svol-toda Bruno Londero nella Resistenza ge-monese vanno visionati (oltre al volumecitato) anche: il libretto con DVD Memo-rie di Nino partigiano dellaOsoppo, pub-blicato nel 2007 e il DVD La memoria del-la Resistenza tra Arzino, Lago e Taglia-mento, realizzato da AUSER FVG nel 2006.Alle spese per la pubblicazione del libroha contribuito anche l’Amministrazionecomunale di Gemona, che si ringrazia.La sezione ANPI di Gemona-Venzone hadonato copia del volume ai propri iscrit-ti, alla biblioteca comunale, alle scuole ead altri Enti e Associazioni di Gemona.La presentazione del libro alla cittadi-nanza è stata programmata per il pros-simo 28 aprile, 69° anniversario della Li-berazione di Gemona.Al Sindaco Urbani e all’Amministrazionecomunale si propone che, nella cele-brazione del prossimo 25 aprile in piaz-za Municipio, si preveda anche un bre-ve intervento della neoeletta Sindaco deiRagazzi/e per leggere e commentare iltesto della lapide posta sotto la Loggiadel Municipio.

“...a monito di quanto costi riacquistare la libertà dopo averla perduta”

Page 15: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>

15

La prucission dal gjatel 1996, infatti, ventennale del ter-

remoto la compagnia teatrale “Teatro ac-ceso” mise in scena “La prucission dalgjat” - avvenimento storicamente do-cumentato- che aveva segnato Gemonanel 1437.

Nel prossimo mese di giugno “Teatroacceso”riporterà in scena quel fatto fa-cendone una cronaca simbolica, nonpriva di suggerimenti suggestivi e sol-lecitando lo spettatore a rispondere agliinterrogativi che verranno posti.

Nello scenario di Piazza del Ferro, da-vanti a una struttura teatrale ideata a suotempo dal pittore Carlo Venturini, l’ante-fatto.

Un evento- più eventi- dalla forzadissolutiva provoca il castigo, l’incendio.

La città di Gemona è in fiamme.Dalle case fuggono donne e uomini,

bambini e vecchi, animali e malatiFuggono per salvare sé stessi, ma per

salvare la città non basta uno sbanda-mento: ci vuole una promessa, quella fat-ta il 2 febbraio 1437.

Ed ecco allora la popolazione con lesue confraternite desistere dalla fuga eritornare sfidando le fiamme, imploran-do il perdono.

N

Dopo diciotto anni, Gemona si riapproprierà di un momento- seppure teatrale- del proprio passato

cultura>

1437 19962014

Il sacerdote con l’alta croce, i musi-canti, gli angeli, i puri, le vergini, lebandiere, i portatori di croci e confenons,i penitenti, i cantori, i battuti, i pezzen-ti riusciranno a smuovere la compassio-ne e la pietà divine attraverso un ritrovatospirito di solidarietà e di unione.

“La Prucission dal gjat”, dopo l’ante-fatto in piazza del Ferro, partendo dalduomo percorrerà via Bini, via Caneva, viaCappuccini, via Ortaccio, via San Rocco,via xx settembre, per concludere il per-corso in piazza del Ferro.

L’organizzazione generale dell’even-to sarà curata dalla compagnia teatrale“Teatro acceso” con la teatralizzazionee la regia di Alberto Vale.

Un ringraziamento a coloro i quali han-no già aderito all’iniziativa; un invito aquanti volessero collaborare a mettersiin contatto con gli organizzatori.

nelle Foto: alcuni istanti dello spettacolo. Edizione 1996

Informazioni-adesioniTeatro Acceso Gemona tel. 3471459535

Ufficio Cultura tel. 0432 973282

Page 16: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>16

ia Della Cella faceva parte del centrostorico di Gemona. Incrociava all’ini-

zio via Artico di Prampero per terminarecirca un centinaio di metri oltre la porta diSanta Chiara all’intersezione con le vieDrendesima e Carlo Caneva.

Prima del terremoto la strada ospitavavarie attività produttive, culturali, storichee artistiche. Esistevano due edifici storici:uno, adiacente a palazzo Bonitti, facevaparte del palazzo dei conti di Caporiaccoe si affacciava sulla via con due maestosiportali e con la facciata esterna abbellitada una trifora e una bifora di fattura arti-stica (dopo la Seconda Guerra Mondiale,per un breve periodo, fu sede della salme-ria dell’allora locale caserma degli alpiniche si trovava nei pressi della chiesa diSan Rocco in via XX Settembre); l’altro erail Convento delle Suore terziarie france-scane, con la caratteristica cappella sor-montata dalle guglie in ferro battuto,

anch’esse di un certo valore artistico, fattecostruire dalla duchessa Laura Leroux,fondatrice del convento. Circa a metàstrada si apriva una piazzetta dov’era col-locata una delle tre fontane pubbliche delcentro di Gemona (oltre a quella di SanRocco, ce n’erano una sulla via Caneva al-l’incrocio con via Cappuccini e un’altra invia Artico di Prampero all’incrocio con viaS.Antonio). Si staccava di poco dal murodi cinta della casa Londero e si presentavaformata da una colonna in getto di ferrostile dorico con piedistallo, tori alle estre-mità inferiori e superiori e triglifi nellaparte superiore, dove recava impresso lostemma del comune di Gemona. La fonteera un punto di riferimento e di incontrodei passanti e dei borghigiani, che durantele tiepide e calde serate primaverili, estivee autunnali si trovavano per trascorrerequalche ora insieme dopo il lavoro, apassâ l’ore, raccontando storie vissute o

avvenimenti della giornata.Le fontane erano tutte e tre uguali .

Forse due ci sono ancora, ma quella di viaCella non esiste più e sarebbe comunquedifficile ricollocarla al suo posto perché ilmuro di cinta della casa Londero è statotrasformato in un muro condominiale. Sa-rebbe opportuno e doveroso risistemarlain un altro sito della ex via.

In via Della Cella c’era una fabbrica digiocattoli “ecologici” in legno (ricordo an-cora gli xilofoni, i bigliardini); esistevanopoi due panifici, una bottega alimentare eun’osteria, due negozi di merceria, unafabbrica tessile e una tintoria. Le suoreavevano la scuola di cucito frequentata inquel periodo da tante ragazze e anchedalle bambine. Per tutti questi motivi la viaera attiva e vitale e godeva di una certa im-portanza sociale ed economica. Non biso-gna dimenticare inoltre l’esistenza di dueambulatori medici.

storia>

Foto Pio Bierti. Per gentile concessione di Bierti Fontana

via Della Cella

a cura di S.F. gemonese, abitante della via

V

Page 17: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>

17

Foto

Archivio della Pro

Loco

Nella borgata era di casa anche il TrioPacai formato dall’artigiano liutaio Anto-nio Fantoni al violino, Olivo Allola alla fi-sarmonica e Giuseppe Pillinini Pascolo allachitarra; spesso, trovandosi a passare perla piazzetta per raggiungere il luogo del-

Ricordi di una via delcentro storicoche non esiste

più

l’appuntamento dove erano diretti per farela serenata a qualche novella sposa, oanche su richiesta degli stessi borghigiani,si fermavano e facevano ascoltare branidel loro repertorio musicale. Ricordo “Iltango delle capinere”, “Rosamunda”, i val-zer viennesi, le mazurche. Allietavano inquesto modo la borgata con l’entusiasmoe gli applausi dei borghigiani e dei pas-santi.

Tutto questo è esistito dal dopoguerraal sisma del 1976.

Ora la via è stata suddivisa in tre tron-coni di cui una parte è chiamata Via Cella,

un’altra riporta la dicitura Largo fratepadre Fioravante fondatore, una terza è in-titolata allo storico scrittore ValentinoOstermann.

Via Della Cella non esiste più; non èaltro che una strada di passaggio, rumo-rosa, dove le auto sfrecciano come fosseroin un circuito monzese e un “posto sostadi autovetture”.

E’ questa la modernità del centro sto-rico di Gemona?

Lascio ai lettori di Pense e Maravee leloro valutazioni.

Page 18: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>18

In montagna sei sempre solo

cendere il pendio di un ottomila, inNepal di notte a trenta grandi sotto

zero, con nel cuore l’amarezza di non es-sere riuscito ad arrivarci, sulla cima, dopodue mesi di spedizione.

Camminare in mezzo ad una tormentadi neve, con le gambe stanche, la testa pe-sante persa in mille pensieri, solo in com-pagnia del silenzio. Non avere che neve in-torno a sé che copre il paesaggio e fa spa-rire i pericoli dandoti l’illusione d’essere datutt’altra parte, non sul fianco malizioso diuna delle montagne più alte al mondo.

Basta poco in mezzo al nulla per perderela bussola. Basta un pensiero che si insi-nua nella mente, l’idea di non farcela perla fatica, la voglia di fermarsi, basta pocoper farti vacillare.

Basta mettere un piede in fallo per ca-dere in un crepaccio, vedere il buio densofarsi sempre più vicino, vedersi la pilasganciarsi dalla testa e rotolare giù nel nul-la. Basta poco, se una racchetta non ti siimpiglia sotto al braccio, tra le pareti delcrepaccio, e ti salva la vita.

«E’ lì che capisci che la vita è un attimo,che spingersi ‘oltre’ può esserti fatale. E’ sta-to traumatico. La neve mi si è aperta sottoi piedi, mi sono visto cadere e non potevofare nulla per evitarlo.»

Kanchenjunga, catena dell’Himalaya.Nepal. La terza montagna più alta sulla ter-ra, 8568 metri all’estremità del mondo. Pergli alpinisti un sogno da raggiungere.

«E’ la montagna che decide. Quando vivicerte esperienze capisci che quello che leg-gi nei libri, può succedere anche a te, inqualsiasi momento.»

Nella spedizione italiana partita ad apri-le 2013, insieme a Silvano Forgiarini (Tibi),c’era il veneto Mario Vielmo e l’alpinistalombarda Annalisa Fioretti, prima donna ita-liana a tentare la cima del Kanchenjunga.

Con loro una spedizione di coreani, un-gheresi, insieme ad altri alpinisti e a seisherpa d’alta quota: in tutto a tentare lacima erano una trentina. Ma le condizionidella spedizione si manifestano dure giàdall’inizio.

«E’ stata molto difficile sia a livello fisi-

co che emotivo, per le condizioni climaticheestreme, il freddo, la fatica che ti assale eper i compagni che non ce l’hanno fatta. Hodeciso di fermarmi a quota 8250 facevatroppo freddo e memore di quello che leg-gevo nei libri se fermi a pensare o ad aiu-tare qualcuno corri il rischio di mettere inserio pericolo anche la tua vita.»

Una spedizione drammatica che ha por-tato alla morte di sei persone, tra le dieciche quel giorno hanno raggiunto la cima:due alpinisti ungheresi, un coreano e tresherpa d’alta quota.

«Bibash aveva ventidue anni, era unosherpa promettente, giovane ma già esper-to. Il giorno della cima era partito già nel po-meriggio per fissare le corde, noi italiani sia-mo partiti intorno alle 21, per cercare d’ar-rivare in cima il più presto possibile. La sca-lata è lunga e non ci si può fermare, si sale

SL’alpinista Silvano Forgiarini ai piedi del Kanchenjunga

attualità>di Anna Piazza [email protected]

Silvano al Campo base. sullo sfondo a dx la cima del Kanchencjunga

Page 19: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>

19

per otto, dieci ore consecutive. Bisogna con-servare le forze per la discesa che è duraquanto la salita. L’unico di noi tre ad arri-vare in cima è stato Mario. Purtroppo men-tre stavano scendendo lo sherpa è ca-Quando Mario è arrivato al campo base nonsi rendeva nemmeno conto che Bibashnon ce l’aveva fatta (a lungo infatti avevaaspettato Mario sulla cima). E’ stato un durocolpo per tutti.»

Una spedizione costellata di difficoltà,dieci giorni di trekking in una vallata ‘a pet-tine’ una delle più difficili che ci siano, perarrivare al campo base a quota 5.100 mt, unodei più alti al mondo. Silvano mi racconta chela sera dopo aver lasciato il campo due, unavalanga ha completamente spazzato via tut-te le tende, è stata questione di ore altri-menti sarebbero morti tutti.

«L’alta quota ti fa andare fuori di testa,l’ossigeno scarseggia e la mente non ra-giona più, se non si ha autocontrollo, puòesserti fatale. Mi vengono i brividi se ri-penso all’alpinista ungherese che ha deci-so di fermarsi a riposare a 100 metri dallavetta. Lo abbiamo sentito per radio e a nul-la sono valse le suppliche del medico per-

ché tornasse giù. Diceva di stare bene e cheavrebbe dormito lì, perché era troppo stan-co. Credi di stare bene quando non hai piùil contatto con il tuo corpo, purtroppo nes-suno lo ha più visto.»

Scalare una montagna così, significa ar-rampicare nel ghiaccio per otto, dieci oreconsecutive senza mai fermarsi, con qual-

siasi clima e condizione, soli con la faticache diventa compagna inseparabile a cam-minarti accanto.

«Esperienze di questo tipo ti cambianoprofondamente, almeno per me è stato così.Ora rivedo le foto e mi rendo conto diquanto piccoli siamo di fronte alla maestàdella natura, all’imponenza delle montagne.Nonostante gli sforzi e le pene patite seavessi la disponibilità economica, ripartireidomani.»

Silvano fa l’alpinista per passione, nonsi definisce un professionista, ma in Friuliresta comunque uno dei pochissimi a ten-tare spedizioni di questo tipo. Il suo obiet-tivo ora è quello di trovare uno sponsor perla prossima spedizione, la voglia è tanta,perché la sua è pura esigenza di esaudireun sogno che lo accompagna da sempre.

«Se hai un sogno e questo è fare l’alpi-nista non bisogna abbandonarlo, anche seabiti a Gemona, se non conosci nessuno, senon hai contatti con il mondo dell’alpinismo.Oggi con internet mi rendo conto che tut-to è possibile. Ai giovani voglio dire questo:seguite i vostri istinti perché la montagnadà tutto.»

Silvano e Bibash presso un Lodge. Unapausa durante il trek per il campo base

info

rmaz

ione

pub

blic

itar

ia

di Enzo Rossi

•TABACCHERIA •RICEVITORIA LOTTO •SISAL •SUPERENALOTTO •VALORI BOLLATI •BOLLI AUTO •PAGAMENTI BOLLETTINI POSTALI •CENTRO SERVIZI LOTTOMATICA •CARTE PREPAGATE PAY PAL

•VOUCHER INPS E PAGAMENTI TARES

Biglietteria Udinese CalcioVia XX Settembre, 17 - 33013 Gemona del Friuli (Ud)

Tel./Fax 0432 971818 - Tel. 0432 981286E-mail: [email protected]

La Mary è diventata "Accompagnatrice uffi-ciale del Portabandiera della Guardia di Fi-nanza di Verona" (che devono essere alme-no 2) dall'estate del 2013 carica che gli è sta-ta ufficialmente data per lettera dal Coman-do (prima e unica donna in Italia). Vedova diFacco Emilio classe 1925 appuntato della GdFin servizio a Verona fino al pensionamento.La Mary fa anche parte del coro del "FogolarFurlan" di Verona e del coro dell'universitadella terza età di VR che frequenta da più diun decennio, recentemente è diventata" Mi-nistro Staordinario dell'Eucarestia" dellaparrocchia dove abita.

personaggi>

Mary Degano, classe 1932, la prima camionista a Gemona!

Gemona, piazza del Ferro.1 marzo 1951

Page 20: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

Precipitazioni mensili a Gemona

I mesi di gennaio e febbraio 2014 sono stati a“regime monsonico”, come ebbe a dire Luca Mer-calli in una nota trasmissione televisiva. I dati diGemona lo confermano: i precedenti record diprecipitazioni mensili sono stati infatti stracciati,con piogge oltre cinque volte la media degli ul-timi 90 anni. Nei primi due mesi abbiamo avutotanta acqua quanta ne abbiamo avuto durantel’intero 2005 o 2006.

>20

Il 1° giugno 2014 partirà da Gemona l’ulti-ma tappa del 97° Giro ciclistico d’Italia conarrivo a Trieste.Questa tappa e quella del 31 maggio (Ma-niago-monte Zoncolan) saranno una straor-dinaria occasione per far conoscere la nostraregione perché toccheranno tutte e quattrole province e richiameranno l’attenzione de-gli appassionati di 120 Paesi di tutto il mon-do (quest’anno in diretta anche la Cina).

Fra le tante iniziative programmate perpromuovere la nostra terra in occasione del-l’evento sportivo va segnalata la mostra de-nominata “Gino Bartali 100 anni da leg-genda”, organizzata dal Comune di Gemo-na nelle sale D’Aronco di palazzo Elti nel pe-riodo 24 maggio-15 giugno 2014. Gino Bartali (1914-2000) vinse, tra l’altro,tre volte il Giro d’Italia (1936, ‘37 e ‘46) e duevolte il Tour de France (1938 e ‘48).

Ci si augura che la mostra celebri non soloil campione ciclista, ma anche un grandecampione di umanità.

Gino Bartali: campione sportivo e di umanità

attualità>

Va ricordato, infatti, che:a) per il coraggio e l’umanità non comune

Gino Bartali ha ricevuto la medagliad’oro al merito civile dal presidentedella Repubblica Carlo Azeglio Ciampi“per aver salvato almeno 800 ebrei” (talemedaglia fu consegnata alla vedovaAdriana nel 2005);

b) nel settembre 2013 il grande campionedi ciclismo è stato dichiarato “Giusto trale nazioni” dallo Yad Vashem, il memo-riale ufficiale israeliano delle vittimedell’Olocausto fondato nel 1953. La no-mina di “Giusto tra le nazioni” è un ri-conoscimento per i non-ebrei che han-no rischiato la vita per salvare quella an-che di un solo ebreo durante le perse-cuzioni naziste. Il ciclista toscano, tra ilsettembre 1943 e il giugno 1944, ri-schiò la vita per salvare quella di centi-naia di ebrei nascondendo falsi docu-menti e carte nella sua bicicletta, tuttocon la scusa che si stava allenando.

Nel 2012 il figlio Andrea ha pubblicato il li-bro Gino Bartali, mio papà, ricco di parti-colari sulla vita familiare, le imprese spor-tive e umane del “Ginettaccio”.Abbiamo proposto all’Amministrazione co-munale di invitare Andrea Bartali all’inau-gurazione della mostra e, nei giorni diapertura di questa, di organizzare un con-vegno con lui per presentare e diffondereil suo libro.

a cura di Lorenzo Londero

(Foto di G. BARTALI tratta dal dépliant “Fai tappa a Gemona”)

info

rmaz

ione

pub

blic

itar

ia

Trekking Sci alpinismo Alpinismo Running Free climbing

Laboratorio sci-tennis Assistenza post-vendita

Gemona del Friuli Via Roma 150tel: [email protected]

Precipitazioni mensili a Gemona

Page 21: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>

21

Trekking Sci alpinismo Alpinismo Running Free climbing

Viaggio a Gaza

PM Che cosa vi ha spinto ad effettuare unviaggio a Gaza, pur sapendo che è moltoproblematico entrare in quella terra?

Gaza dal 2007 è sottoposta ad un blocco daparte delle forze di occupazione israeliane,con la complicità dell’Egitto, che impedisceil libero spostamento di mezzi, merci e per-sone e che aggrava ulteriormente la tragicasituazione di apartheid a cui è sottoposta laPalestina e l’occupazione sionista che nel cor-so di decenni ha espulso forzatamente mi-lioni di palestinesi dalle loro terre. La nostra delegazione “Per non dimenti-care…il diritto al ritorno” aveva due sco-pi principali: il primo era rompere questoembargo e il secondo era di riportare al-l’attenzione dell’opinione pubblica il di-ritto negato ai profughi palestinesi di ri-tornare alle loro terre, come stabilito dal-le leggi internazionali e dalla risoluzione194 dell’ONU.

P&M Gaza viene definita “una prigione acielo aperto” a causa dell’altissima densi-tà di popolazione e per la difficoltà di en-trare o uscire dal Paese; che cosa avete vi-sto? E’ proprio come la definiscono?

In realtà non si tratta di semplice difficoltàdi entrare e uscire, Israele impone un bloc-co praticamente totale sulle persone eviene applicato un ferreo controllo sullemerci che ne limita il flusso, blocco a cui par-tecipa attivamente anche l’Egitto. Va per esempio ricordato che Gaza non puòesportare od importare merci nemmeno conla Cisgiordania che teoricamente fa partedel territorio palestinese. Oltre a ciò il controllo militare su Gaza è to-tale e l’escalation degli attacchi via mare,cielo e terra è costante: nel nostro breve pe-riodo di permanenza a Gaza gli attacchi mi-

litari delle motovedette e dei jet israelianiè stato quotidiano, e ha provocato la mor-te di due civili, un ragazzo e un medico. Sen-tivamo il costante volo dei caccia-bombar-dieri e dei droni come i colpi delle motove-dette contro le barche dei pescatori. Anche il blocco è ben visibile e si traduce inmoltissimi aspetti come la mancanza dielettricità che avvolge nell’oscurità la cittàdi notte a causa dello scarseggiare delle for-niture di carburante, le infinite code  di auto,ai pochi distributori forniti di benzina, per nonparlare della drammatica scarsità di medi-cine (denunciata da numerosi rapporti ONUhttp://www.ochaopt.org/reports.aspx?id=104&page=1) o di cibo, che provocano una per-centuale alta di anemia e malnutrizione cro-nica soprattutto tra i giovani (Save theChildren: Rapporto “Gaza’s Children: fallingbehind”, giugno 2012). Gaza si sviluppaprincipalmente con i campi profughi che, inquanto tali, sono costruiti e gestiti dal-l’agenzia ONU dell’UNRWA i cui edificisono costruiti in modo approssimativo,precario e senza infrastrutture; a questo siaggiunge la mancanza di materiali cheprovoca un de-sviluppo ben visibile peresempio nell’evidente mancanza di manu-tenzione delle case o nella situazione del-le fognature distrutte dai bombardamenti,che causa un ulteriore inquinamento del-le falde acquifere che contribuisce al-l’estrema scarsità di acqua potabile causatadal water-grabbing israeliano (Al-Haq report“Water: for one people only” - 2013), el’elenco potrebbe continuare.

P&M La vicenda della vostra permanenzaforzata di alcuni giorni ha avuto un certo ri-salto qui in Regione, ma non solo; ha de-stato apprensione e preoccupazione, voicome l’avete vissuta e come è stato il rap-porto con le persone di Gaza?

In realtà, nonostante la situazione, ci senti-vamo al sicuro, non abbiamo mai avuto pau-ra o vissuto momenti di pericolo reale, a par-te forse l’attraversamento del Sinai. La popolazione adulta ci è sembrata quasiabituata al pericolo dei continui attacchi daparte israeliana, ma probabilmente questa“abitudine” nasce anche dalla indomita vo-glia di libertà e di non cedere ed essere so-praffatti. In tutti i numerosi incontri che ab-biamo avuto con varie istituzioni e ONG lo-cali abbiamo percepito e respirato l’orgogliodi questo popolo e raccolto anche i nume-rosi appelli alla campagna di boicottaggiocontro Israele e  a continuare l’attivismo in-ternazionale per il popolo Palestinese.

P&M In quel contesto non è facile avere unasperanza per il futuro, come viene vissutociò dai giovani?

La popolazione di Gaza è di circa 1 milionee 800 mila abitanti, la gran parte profughiche non hanno la possibilità di uscire o diavere rapporti fisici con il mondo esterno;in questa prigione anche il cielo è chiusodai jet militari e dai droni. La popolazioneè in media molto giovane e nascere qui, sen-za prospettive, nemmeno quella di lanciarelo sguardo oltre il muro che circonda que-sti 360 km quadrati circa, provoca molti di-sagi psicologici. A questo vanno aggiunti i continui attacchimilitari e le penurie di cibo: la sofferenza deibimbi si legge nei loro occhi e il loro sguar-do è forse la cosa più profondamente scol-pita nei nostri cuori perché, nonostante laterribile situazione in cui vivono, espri-mono la gioia e voglia di vivere, di avereperò anche una vita normale, di semplicibimbi e non di piccoli adulti circondatidalla violenza e dal terrore delle forze di oc-cupazione israeliane.

solidariatà>a cura della Redazione

Enzo Del Medico e Ivan Marin, attivisti friulani di ISM Italia, un’associazione che opera per i diritti umaniin Palestina, sono rimasti bloccati alcuni giorni nella Striscia di Gaza all’inizio di gennaio di quest’anno;Ivan collabora con la Cineteca di Gemona. In quei giorni i media locali hanno dato un certo rilievo alla vicenda suscitando preoccupazione per la loro incolumità; abbiamo rivolto loro alcune domane.

Page 22: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>22

Giovani talenti>

l fascino di suonare la stessa musica cheecheggiava nei salotti della metà del

‘700. Il fascino d’avere sotto le mani unostrumento costruito interamente in legno,che sprigiona un odore antico e un suonovibrante e pieno. Da qui parte la ricerca sti-listica di Marius Bartoccini pianista classe’83, friulano d’adozione, ha conseguito laLaurea in pianoforte con il massimo dei votial Conservatorio di Musica “J. Tomadini” diUdine (nella classe della prof.ssa Maria Gra-zia Cabai), vive a Gemona dal 2006.

La sua passione per la musica lo ha avvi-cinato da poco allo studio della musica an-tica, spingendolo a suonare e ad acquistareun fortepiano e un clavicordo (anonimo del1700, costruito da Alfredo Ryczaj). Strumentiantichi che recano con sé una storia chesolo pochi intenditori e musicisti più navi-gati conoscono.

Marius mi apre la porta di casa sua e dopouna breve chiacchierata si siede davanti alsuo fortepiano e si mette a suonare: le ditacorrono veloci sui tasti neri perché (mispiega) era più facile e meno costoso in-tagliare l’ebano che l’avorio, per realizza-

re i tasti più lunghi.Le partiture che mi fa ascoltare sono viva-ci e sbarazzine, note che si rincorrono in unballetto che ben si sposa con i larghi vestitidelle dame settecentesche e le loro così fa-mose parrucche imponenti.«Il fortepiano è uno strumento affascinan-te ma faticoso - sorride con un pizzico d’or-goglio mentre mi parla -, richiede una ma-nutenzione impegnativa, te lo devi porta-re ai concerti e bisogna posizionarlo nellasala molto prima, va lasciato tempo al le-gno per assestarsi e ambientarsi, il legnoè un materiale molto sensibile, i livelli diumidità vanno tenuti sotto controllo, poi tidevi portare dietro ‘la cassetta degli at-trezzi’.»Lo guardo incuriosita mentre apre un pic-colo astuccio che contiene vari strumenti diaccordatura, metronomo e corde di riserva.«Il fortepiano non è semplice e ‘sicuro’ comeun pianoforte normale. E’ soggetto al tem-po atmosferico, che può incidere sul suo-no, all’umidità, perfino all’intonaco dellasala dove si suona e al tessuto dei vestitidei presenti. Il dover portartelo appresso fasì che stabilisci con lo strumento una sor-ta di rapporto, qualcosa di dualistico.»

«E’ per questo motivo che è impossibile re-plicare un suono alla perfezione, ma non èquesto che mi interessa, non sono nem-meno d’accordo con i puristi del suono, per-ché non è il parametro principale per valu-tare gli strumenti antichi come il fortepia-no, il clavicordo o il clavicembalo. Conta ilpacchetto globale dell’interpretazione, uninsieme di conoscenza storica applicata adun libero gusto personale, storicamente va-lido.» «Ma cosa si suona con un fortepiano?» «Il repertorio è abbastanza limitato, secosì posso dire… Va dal 1760 al 1809 circa,all’epoca di Mozart, Haydn, Cimarosa… Suquesto strumento rendono molto i pezziconcitati, come gli allegri sul clavicordo, an-che se lì il suono ha una propagazione mi-nore, per via dei martelletti ricoperti da unpiccolo strato di pelle invece che di feltro,come accade nel pianoforte moderno, chebattono sulle corde. Questo gli conferisceun suono più vivace e frizzante. Il clavicordoè più uno strumento da casa, che molti mu-sicisti come lo stesso Mozart, usavanoper esercitarsi. Vorrei fare concerti anchecon il clavicordo, poiché trovo che lasciarele sue potenzialità espressive solo per la

“Tre cose sononecessarie per un

esecutore: l’intelligenza, il cuore e le dita”

I

di Anna Piazza [email protected]

Wolfgang Amadeus Mozart

info

rmaz

ione

pub

blic

itar

ia

Cartolibreria Coccinella sasdi Marina Lepore & C:Via Dante Alighieri 213Gemona del Friulitel/fax 0432 981305

[email protected]

Ph: Cesare Bellafronte 2013

Page 23: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>

23

quattro mura domestiche, sia un grandespreco.»Il fortepiano è un cordofono a percussione,il papà volgarmente parlando, del piano-forte moderno, come lo conosciamo noioggi. Ne esistono di diversi modelli, il Wal-ter per esempio era usato da Mozart, Ma-rius suona su un Nannette Streicher, rea-lizzato da G. C. Klop nel 1984 (su copia del-l’originale realizzato nel 1799).Dalle ricerche di Marius Bartoccini, si attestaun primo prototipo di pianoforte già nel1440, una sorta di strumento a martelli dal-la meccanica scadente che portava il nomedi Clavicimbalum. Ma fu solo Cristoforinel 1700 a migliorarne la meccanica, in-ventando (è proprio il caso di dirlo) il pia-noforte moderno.«Ho scelto di suonare nella vita, mi piaceinnovare facendo conoscere la tradizione

alle persone, per questo elaboro proposteinnovative che propongo ai comuni delterritorio. Il mio intento principale ora èquello di realizzare concerti con il mio for-tepiano e condividere così con un pubbli-co la bellezza e la magia che questi stru-menti antichi, messi sopra un palco, rie-scono a creare.»

Jacques Françaix ( figlio di Jean Françaix )dice di lui : “Vos interprétations me pa-raissent tout à fait conformes à l’esprit de

mon père, notamment le dynamisme quevous transmettez aux musiciens.” “J’ap-précie vos interprétations, pleine du dy-namisme de la musique de mon père.”

Marius Bartoccini è continuista e accompagnatore in diverse compagini corali, or-chestrali e cameristiche, attività che lo ha portato a contatto con i grandi personaggidel mondo musicale come Fabrizio Meloni ( Primo Clarinetto della Scala ), Marco Zoni(Primo Flauto della Scala), Antony Pay (Primo Clarinetto dell’orchestra Saint Mar-tin in the Fileds), Giovanni Guglielmo (primo violino del Teatro “La Fenice”), BelaKovacs (Clarinettista e concertista di fama mondiale), Luciana d’ Intino ( mezzoso-prano in carriera), Rossana Calvi (Primo oboe del Teatro “La Fenice”), e molti altriancora. Ha frequentato la Masterclass in direzione d’orchestra ai “Berliner Mei-sterkurse” (a Berlino) con Lior Shambadal e Romolo Gessi, occasione in cui ha avu-to modo di dirigere i Berliner Symphoniker. Durante la Masterclass per il Fortepia-no di San Vito al Tagliamento con Ilario Gregoletto ha potuto conoscere e collabo-rare con i più rinomati docenti e concertisti di musica antica in Italia.

Dal dicembre 2012 è direttore stabile del Coro Alpini di Passons, e collabora con ilcoro Kelydon di Gemona.

1 Bartolomeo Cristofori, (Padova 4 maggio 1655 - Firenze, 7 gennaio 1732) costruttore di clavicembali ealtri strumenti a tastiera, è considerato il padre del Pianoforte moderno. Fonte Treccani.

2 Jean Françaix musicista francese, (Le Mans 1912 - Parigi 1997) compositore di musiche caratterizzate daun elegante neoclassicismo di tipico stampo francese, è autore di una larga produzione. Fonte Treccani.

3 “Le vostre interpretazioni sono in linea con lo spirito di mio padre, grazie anche al dinamismo che voi tra-smettete ai musicisti.” “Apprezzo le vostre interpretazioni piene di dinamismo, nella musica di mio padre.”

Per vedere e sentire qualche brano del reper-torio di Marius Bartoccini è possibile visitare il suo canale su youtube http://www.youtu-be.com/user/Lieder83 e il suo sitohttp://www.classicalplace.com/marius.html,dove è possibile conoscere le sue proposte concertistiche.

Ph: Cesare Bellafronte 2013

Invito>

Il festival durerà un mese circa (dal 7 maggio al 7 giugno), e vedrà impegnate 4squadre di artisti internazionali (6-7 artisti per settimana) coordinati da Malak-

kai, artista spagnolo, nella realizzazione di un’opera collettiva pressoil sottopassaggio di via San Pietro. Parallelamente si attiveranno nu-

merose iniziative in giro per il Friuli. La festa finale è prevista per SABATO7 GIUGNO presso la palestra ISIS, con ospiti di assoluto richiamo.

Da sempre gli artisti vengono ospitati e coccolati dalle famiglie gemonesi,segno distintivo della qualità. Quest’anno vorremmo dare a più famiglie

l’opportunità di ospitare i futuri Dalì dell’arte contemporanea,conoscerli e condividere con loro storie ed esperienze. 

Chiunque sia disponibile a ospitare 4-5 notti uno, due o treartisti, oppure a preparare una cena per conoscere gli ospiti

non esiti a contattarci! Per dettagli, dubbi, richieste, usate unoqualsiasi di questi mezzi: [email protected],

facebook.com/elementisotterranei,  www.elementisotterranei.net,oppure via cell 3484940933 (Francesco).

L’associazione culturale di promozione sociale “Bravi ragazzi” organizza anche quest’anno il Festival internazionale di Arte Urbana “Elementi Sotterranei”, 9° edizione, che svilupperà il tema della SOVRANITA’ ALIMENTARE.

Page 24: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>24

Lettera>

Segnalazione Poste>

Rettifica>

Numerose persone ci hanno segnalato il mancato ricevimento delnumero di dicembre di Pense e Maravee e del calendario allegato. Ci scusiamo con i lettori per questa situazione che non è da imputarsi a nostre responsabilità ma esclusivamente alle Poste che abbiamo già sollecitato affinchè non si ripeta il disagio.Informiamo che sia il numero di dicembre che il lunari sono a [email protected]

Lamps!Lamps!Lamps!

Lamps! Lamps!

Lettera del sindaco agli studentiNel numero precedente di P&Mavevamo pubblicato e riportatoil commento di un gruppo digenitori alla lettera che il sin-daco di Gemona ha fatto distri-buire, per il tramite degli stu-denti, alle famiglie delle scuolesuperiori del nostro comune. Lalettera era composta da alcunefrasi ( “regole”) attribuite dal sin-daco a Bill Gates.

Sono seguite diverse segnala-zioni, la gran parte di protesta,tra cui alcune che ci avvertonoche la fonte da cui il sindaco hatratto il suo decalogo è nien-t’altro che una bufala. Le dichiarazioni citate non sa-rebbero affatto di Bill Gates , madi un tal Charles J. Sykes nel suo

Contributo all’articolo sul ’68 a Ge-mona pubblicato da Sandro Car-gnelutti nel numero 91 di Pense eMaravee

Caro Sandro ho letto attentamenteil tuo articolo che considero magi-strale. In quegli anni io vivevo a Mi-lano e lavoravo con il grande EmilioMolinari che tu hai citato. Devodire che hai raccontato in sequen-za cronologica una parte del per-corso di quei famosi anni ‘70 cherimarranno intangibili nella “no-stra storia” riferendomi con questaespressione a tutte le persone natenegli anni ’38- ‘40 o giù di lì.Questa generazione ha vissuto tut-ti gli eventi che tu hai raccontato eche a mio avviso saranno irripetibili;in una manciata di anni noi abbia-mo cercato di realizzare talmentetante cose che altre generazioninon avrebbero neppure immagina-to. Però non tutte le battaglie hannoprodotto i frutti sperati. Ma lo dice-vamo anche allora quali potevano es-sere i rischi: i compromessi politici,il disastro ambientale, l’agricolturaintensiva, gli OGM ad esempio. E cosìè stato.Bisognava investire in beni utili eper fare tutto questo era necessariofare una buona semina per avere al-

libello “Dumbing Down Our Kids:Why American Children FeelGood about Themselves, butCan’t Read, Write, or Add” (Rin-cretinendo i nostri figli: perchè ibambini americani stanno benecon se stessi ma non sanno leg-gere, scrivere o far di conto). In verità stupiva non pochi ilfatto che una persona intelli-gente come William Henry GatesIII, più noto come Bill Gates,fondatore di una delle più gran-di aziende del mondo, avessepotuto mettere insieme una cosìdensa accozzaglia di stupidag-gini, ancor più se durante una“lezione”. Tra l’altro ci viene segnalato chedette regole sarebbero tratte dauna rivista, molto mal tradotte

dall’inglese, e dalla stessa rivi-sta sarebbero riportate anche al-cune roboanti espressioni les-sicali presenti nella stessa let-tera.

Ancora altre segnalazioni ci in-ducono a ricontrollare altre mis-sive del nostro sindaco, che ri-sultano ancora frutto di copia eincolla da documenti circolati suInternet.

Ci scusiamo con i lettori per do-ver obbligatoriamente pubbli-care questa aggiunta, non aven-do controllato per tempo e conla dovuta attenzione se la fontecitata dal sindaco fosse atten-dibile. Pare infatti che detta fonte sia

una specie di catena di S. Anto-nio che gira su internet e socialnetwork almeno dal lontano2007 (secondo altri addiritturadal 2000), senza che si possatrovare una qualche conferma daparte del supposto autore diqueste frasi. Ci siamo caduti come allocchi.(Quanti altri gemonesi comenoi?)

Per chi volesse approfondire,suggeriamo di digitare su Goo-gle “falso decalogo bill gates Ge-mona” o andare direttamente suhttp://urbanlegends.about.com/library/bl_bill_gates_spe-ech.htm e poi cercare “Bill Gates’ 11 Ru-les of Life” (in inglese) … .

Berlusca poi Monti e infine il comicoGrillo. Ora a chi tocca? Non è il comunismo che è morto, sonomorti i paesi capitalistici; il comuni-smo non è una parola astratta se vie-ne applicato nel suo giusto significa-to anzi è il futuro di tutta l’umanità.Purtroppo esso è ancora allo stato em-brionale.Il tempo ha mostrato, anche tra i no-stri, il volto di molti opportunisti evoltagabbana. Alla causa sono rimasti fedeli in po-chi. Uno di questi è Emilio Molina-ri. Nel ‘68 fondò il CUB alla fabbri-ca Borletti di Milano dove era im-piegato mentre io lavoravo in ma-gazzino. Partecipò alla fondazionedi Avanguardia operaia nel ‘74, poidi Democrazia Proletaria e venneeletto in Parlamento, seguì la na-scita di Rifondazione Comunista e

trettanto buon raccolto. Però il ca-pitale vuole tutto e subito senza pre-occuparsi del futuro.Ora la gente è stanca di parole, diaccordi inconcludenti, vuole i fatti!I fatti però sono questi: si scegliesempre Barabba: prima Bossi e

successivamente, dopo l’esperien-za negativa con i Verdi, si spese nel-la madre di tutte le battaglie: la di-fesa dell’acqua pubblica. Anchequi la sua storia incrocia quella diGemona: insieme a Marco Iob ha gi-rato il mondo per documentare sultema.Le battaglie le abbiamo fatte colcuore e il cuore di entrambi è ma-lato; solo gli opportunisti non ri-schiano di logorare il loro cuore. Ora io da tredici anni vivo a Gemo-na. Inizialmente quando racconta-vo le mie storie sentivo la gente dif-fidente con me, mi evitava. Però oracon la crisi, in molti iniziano a ren-dersi conto delle contraddizioni edei limiti del sistema e mi dicono“Vittorio avevi ragione”.Un saluto,

Vittorio Millero

Segnalazioni, lettere, immagini ricevute dai lettori

Page 25: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>

25

W la Classe!>Lettera>

Profughi della Grande Guerra>

Lamps!Lamps!Lamps! Lamps!

Navigando nel grande mare dellarete ho trovato questa breve nota diun medico di un qualsiasi prontosoccorso. Questo breve raccontomi ha fatto pensare a tutti i tipi diamore che possiamo incontrarenella nostra vita. Gli amori verso inostri genitori, gli amori giovanili, ilprimo amore, l’amore per la per-sona che vorresti  ti accompa-gnasse per tutta la vita. Purtroppo, in questi ultimi tempi,assistiamo sempre più spesso adamori non più così eterni. Sonoamori che si infrangono al primoostacolo, magari per piccole crisi dlavoro o ancor peggio di soldi. E’sempre più difficile star assieme, sicerca di prendere sempre la via chesembra più comoda, la strada dellaseparazione.Ma, come potrete leggere qui di se-guito, ci sono ancora tanti amorieterni, amori senza tempo, amorisenza confini di età o di malattia.

Erano circa le 8.30 di una matti-nata intensa quando un anzianosignore ottantenne è arrivato perfar rimuovere i punti dal suo pol-lice. Disse subito che era di frettaperché aveva un appuntamentoalle 9.00. Presi nota dei suoi datie lo invitai a prendere posto. Sa-pevo che ci sarebbe voluto più diun’ora prima che qualcuno po-tesse occuparsi di lui. Lo vidi

controllare l’orologio ansiosa-mente per tutto il tempo e poidecisi di valutare io stesso la suaferita dal momento che non erooccupato con altri pazienti. Al-l’esame la ferita risultava benguarita. Parlai con uno dei me-dici per ottenere il materiale perrimuovere i punti di sutura e lofeci e mentre mi stavo pren-dendo cura di lui è iniziata unaconversazione. Gli domandai seavesse un altro appuntamentomedico in seguito, se era perquesto che aveva così tanta

Classe 1938: a si son cjatâs par fa la fieste dai 75 agns.

fretta. Il signore mi disse di no erispose che doveva andare allacasa di cura per far colazione consua moglie. Mi informai della suasalute. Mi disse che era nellacasa di cura da tempo, essendouna vittima del morbo di Alzhei-mer. Sondai ulteriormente laquestione chiedendo se la mo-glie si sarebbe molto alterata peril suo ritardo. Mi rispose che ladonna non sapeva più chi luifosse, non era in grado di ricono-scerlo da cinque anni. Sorpresogli chiesi: “E vai ancora ogni mat-

tina, anche se lei non sa chi sei?”L’uomo sorrise e batté le mani edisse: “Mia moglie non mi cono-sce, ma io so ancora chi lei è.” Hodovuto trattenere le lacrime men-tre se ne andava. Ho avuto lapelle d’oca sul braccio, e ho pen-sato “Questo è il tipo di amoreche voglio nella mia vita.” Il veroamore non è né fisico né roman-tico. Il vero amore è l’accettazionedi tutto ciò che è, è stato, sarà enon sarà.

Lettera firmata

Amori senza tempo

Da qualche tempo Gabriele Marinied io ci occupiamo di una ricerca sto-rica sull’occupazione austro-tedescadi Gemona, che cade tra la rotta diCaporetto (24 ottobre 1917) e laconclusione della I guerra mondia-le (4 novembre 1918).

In quell’ anno terribile Gemona havissuto il più drammatico eventodella sua storia. Non solo i militarima anche migliaia di gemonesi(non meno di duemila) sono preci-pitosamente fuggiti dalle loro case,per cercare rifugio e sicurezza in al-tre parti d’Italia. La documentazio-

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

ALL’ATTENZIONE DELLE FAMIGLIE GEMONESIne disponibile negli archivi gemo-nesi è ricca ma non basta a traccia-re un quadro del tutto esauriente,specialmente sotto il profilo umanoed affettivo, del fenomento dei pro-fughi e delle condizioni di vita del-la popolazione rimasta.

Siamo sicuri però che in molte fa-miglie gemonesi si conservano, senon proprio memorie scritte o let-tere, quantomeno i ricordi trasmessida generazione a generazione suquesto impressionante e tragicomomento della nostra vita colletti-va. Ad esse chiediamo perciò di

aiutarci a rendere più dettagliato epreciso il quadro d’insieme chesperiamo di poter tracciare e difornirci a tal fine quante più notiziepotranno su quanto è accaduto inquell’anno alle loro famiglie, sia cheesse abbiano vissuto l’esperienzadei profughi sia che, rimaste a Ge-mona, abbiano dovuto sopportarele traversie e i patimenti dell’occu-pazione nemica. I dati che vorrem-mo acquisire possono essere anchesemplicemente i nomi e i cognomi,le date di nascita, i rapporti di pa-rentela, i luoghi ove hanno trova-to ospitalità i gemonesi profughi.

Di pari interesse saranno però an-che le testimonianze e i ricordi deigemonesi rimasti, per scelta o pernecessità, nel paese invaso. Siamosicuri che la risposta dei concittadinisarà generosa e solidale.

Le informazioni potranno esserefornite a Giuseppe Marini (all’indi-rizzo mail [email protected] oal numero di cellulare 3336454631)oppure recapitate alla Biblioteca Ci-vica Glemonense in via dei Conti.

Un sentito grazie.Giuseppe Marini

Page 26: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

>26

Come abbiamo sempre affermato, P&M ha i suoi lettori come unici “azionisti”. Crediamo, infatti, che soloin questo modo sia possibile mantenere la nostra indipendenza e quindi la nostra libertà di espressione edi critica. Per questo se i nostri “azionisti” desiderano continuare a leggerci, è importante che ci sostenganoanche economicamente. Ci sono 3 modi per farlo:

1_ Associandosi. La tessera di socio, acquisita secondo il dettato dello Statuto della Associazione, dà di-ritto di voto in assemblea e di entrare a far parte dell’organo direttivo.

2_ Donando un contributo volontario. Basta utilizzare il bollettino contenuto in questo numero del gior-nale, contattare un qualsiasi sostenitore o socio o redattore o telefonare ai numeri indicati sul giornalee si saprà immediatamente come fare.

3_ Devolvendo il 5 per mille. Basta indicare sulla dichiarazione dei redditi il nome “Associazione Pensee Maravee” ed il numero di codice fiscale 91002600301. Il 5 per mille dell’ imponibile IRPEF del vostroreddito sarà devoluto alla nostra associazione, inserita nell’elenco delle associazioni ONLUS (senza finidi lucro). In questo periodo di scadenze fiscali caldeggiamo questa scelta per tutti coloro che deside-rano sostenerci.

Naturalmente il sostegno non si esaurisce qui. Rinnoviamo a tutti l’ invito a continuare a partecipare al-l’attività di Pense e Maravee in qualsiasi forma: proposte, critiche, segnalazioni, lettere, … Ogni interventoè per noi motivo di interesse e di crescita. Solo le lettere anonime, come sempre, non verranno prese in con-siderazione.

Riportiamo alcune indicazioni preliminari sulle voci principali di entrate ed uscite del 2013. E’ stato un annocaratterizzato dalla mancanza di uscite in contributi per Progetti di Solidarietà e da un contenimento dellespese in vista di importanti progetti che abbiamo in preparazione. Il pareggio sostanziale nel bilancio del2013 è dovuto infatti alla riduzione dei numeri di PeM da 5 a 4. I contributi dei lettori e del 5 x mille si sonomantenuti sostanzialmente inalterati, mentre si è registrata una riduzione delle inserzioni pubblicitarie.

Rivolgiamo un vivo ringraziamento a tutti i nostri lettori e sostenitori, con l’assicurazione che continuerà ilnostro impegno per migliorare costantemente.

CONTRIBUTI LETTORI 75505 PER MILLE 4500

PUBBLICITÀ 1470

ALTRO 350

TOTALE ENTRATE 13900

CONTRIBUTI PUBBLICI ZERO

appello>

Sostieni Pense e Maravee

ENTRATE USCITE

LAVORAZIONI GRAFICHE 1520

SPESE POSTALI 350

IMPOSTE 140

ALTRO 630

TOTALE USCITE 13730

STAMPA-CONFEZIONAMENTOE SPEDIZIONE

11030

5 x mille sostenerci non ti costa nulla!Memo:

il codice fiscale di P&M è

91002600301

Page 27: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

PAGINA DEL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E DI VOLONTARIATO SOCIALE DI GEMONA

AAssssoocc iiaazziioonn ii aaddeerreenntt ii aall CCoooorrddiinnaammeennttooA.C.A.T. - Associazione dei Clubs degli Alcolisti in Trattamento | A.T.Sa.M. - Associazione Tutela Salute Mentale | A.V.U.L.S.S. - Associa-zione per il Volontariato nelle Unità Locali dei Servizi Socio-Sanitari | Amnesty International - Gruppo Italia 143 | Associazione "BraviRagazzi" | Associazione "Coro Glemonensis" | Associazione "Coro Kelidon" | Associazione "Gruppo Special" | Associazione "Un blance un neri" | Associazione Buteghe dal mont - Glemone | Associazione Casa per l'Europa - Gemona | Associazione Culturale e CompagniaTeatrale Drèteledrôs | Associazione Culturale Friûl Adventures - Fiore (Osoppo) | Associazione Culturale Pense e Maravee | AssociazioneMusicologi | Associazione Pro Loco Pro Glemona | Associazione storico-archeologico-culturale "Valentino Ostermann" | AUSER AltoFriuli - Associazione per l'autogestione dei servizi e la solidarietà | C.A.V. - Centro Aiuto alla Vita | C.I.D.I. - Centro territoriale d'IniziativaDemocratica degli Insegnanti della Carnia e del Gemonese | CAI - Club Alpino Italiano - Sezione di Gemona del Friuli, Sottosezioni di Buiaed Osoppo | Centro Giovanile Parrocchiale Glemonensis | Circolo Legambiente della Pedemontana Gemonese | Comitato per la Costitu-zione | Comitato per la Solidarietà di Osoppo | Ecomuseo delle Acque del Gemonese | Gruppo "Coccolastorie" | Gruppo Caritas dellaParrocchia di S. Maria Assunta di Gemona | Gruppo Missionario Parr. di S. Maria Assunta di Gemona | Gruppo Scout AGESCI Gemona 1

Dal 27 ottobre 2012, giorno in cui èstata inaugurata, la Casa delle Asso-ciazioni in via San Giovanni n. 20ospita le attività del Coordinamentoed è diventata sede stabile per ottoassociazioni che in passato eranoprive di una sede propria. I volonta-ri possono usufruire gratuitamentedei locali in ragione della generositàdi Grazia Levi. A poco più di un annodall’apertura, facciamo il punto dellasituazione con Gianni, volontariodella Segreteria del Coordinamento.

Qual è il bilancio di utilizzodella struttura?Un bilancio del tutto positivo. Oltrealle otto associazioni che qui hannostabilito la loro sede, la Casa delleAssociazioni viene ormai usata damolte altre realtà che hanno bisognodi spazi per le proprie attività, inmaniera regolare o saltuaria. Nelcorso del 2013 sono stati registrati intutto 325 utilizzi, quasi uno al gior-no. Un’adesione che ha superatoogni nostra aspettativa. Segno chec’era proprio bisogno di una sede diquesto tipo in centro a Gemona.

Quali sono le associazioni chela utilizzano?Innanzitutto vi sono le otto associa-zioni che costituiscono il “nucleo ori-ginario”: Amnesty International,Bravi Ragazzi, Gruppo Special, Pensee Maravee, Valentino Ostermann,CIDI, Comitato per la Costituzione eCircolo Legambiente, oltre al Coordi-namento. Come dicevo, molte sonole iniziative, le associazioni e le realtà(anche istituzionali) che qui hannotrovato accoglienza: alcune utilizza-no i locali con regolarità, tra queste il

Centro Servizi Volontariato (CSV) eBanca Etica che qui hanno stabilito iloro sportelli informativi territoriali.Altre li usano in maniera sporadica:tra queste, il Servizio sociale deiComuni, la Rete B*sogno d’esserci,l’associazione Or’Bike. Abbiamoospitato anche un corso di yoga eincontri su beni civici, così come unariunione tra volontari e operatori delCSRE di Campolessi.

Oltre agli spazi, la Casa offreanche delle attrezzature?La Casa, grazie anche alla collabora-zione con il CSV, ha in dotazione uncomputer fisso e uno portatile, unafotocopiatrice, un videoproiettorecon schermo, un amplificatore-regi-stratore, oltre alle scaffalature. Inquesto modo, soprattutto grazie allapresenza del videoproiettore e delloschermo, la Casa può fungere nonsolo da sede per le assocazioni, maanche da sala per conferenze oincontri formativi che prevedano lapresenza di un relatore.

Le attrezzature vengono usatemolto?Le più usate sono il videoproiettore ela fotocopiatrice: in un anno sonostate fatte quasi venticinquemilafotocopie! Inoltre le scaffalature per-mettono alle associazioni di archi-viare i loro materiali.

Qual è il “valore aggiunto” diquesta sede comune?La condivisione dello spazio ci aiuta araggiungere gli obiettivi da sempreperseguiti dal Coordinamento delleAssociazioni: aumentare la reciprocaconoscenza, la messa in rete e la colla-

borazione tra le diverse realtà asso-ciative; formare i volontari e promuo-vere il volontariato; potenziare la visi-bilità dei numerosi gruppi che anima-no il tessuto sociale e culturale diGemona, accrescendo la consapevo-lezza dell’azione svolta dall’associa-zionismo e dal volontariato per ilmiglioramento della qualità della vita.

Quali i progetti per il futuro?Vorremmo che la Casa si qualificas-se sempre più come luogo di con-fronto, dialogo e progettazione con-divisa tra associazioni non solo diGemona, ma di tutto il Gemonese.Per questo stiamo dialogando con ilCentro Servizi Volontariato affinchè,insieme, si possa promuovere unapolitica più attiva, non solo in termi-ni di sostegno economico alle spesedi gestione, che comunque risultanocontenute (circa 2.000 euro all’an-no, tutto senza alcun contributopubblico: 1.000 euro derivano dallacollaborazione con il CSV e le rima-nenti risorse sono frutto di autofi-nanziamento), ma anche in terminidi promozione dello sportello localee di alimentazione dei rapporti conle numerose organizzazioni divolontariato. Stiamo verificando,assieme a Silvia Cotula, membro delconsiglio direttivo del CSV, la possi-bilità di garantire in loco la presenzadi esperti per consulenze alle asso-ciazioni. Speriamo inoltre di attivareuna linea telefonica fissa con relativaconnessione internet.Antonio Antonelli

La nuova sede del Coordinamento delleassociazioni sta diventando un punto diriferimento stabile per il mondo del nonprofit di Gemona

Il Sfuei è realizzato con il contributo della Regione Friu-li–V.G. (L.R. n. 12/1995) richiesto dal Circolo Legambien-te e dall’AVULSS nell’ambito del progetto “Una comunitàviva” promosso dal Coordinamento delle associazioni.

Una casa sempreaperta e accogliente

>

27

Pense e Maravee

Page 28: cultura> informazione> dibattito> · 2014. 3. 23. · Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto Lorenzo Londero, Sandro Cargnelutti, Roberto Molinaro, Sergio Facile,

Sei di Gemona se...

PM riprende a suo modo il “tormentone” che ha spopolato sul web. Se vuoi partecipare spedisci unamail alla redazione con una foto accompagnata da un breve testo con il tuo “Sei di Gemona se...”.Fra le pervenute, sceglieremo la più originale che sarà pubblicata nel prossimo numero di luglio.

Ringraziamo Giorgio Raffaelli per queste foto scattate nel cortile degli Stimmatini nei primi anni ‘60.

Nella foto grande la formazione dei “Microbi”:In piedi da sinistra a destra: Vittorio Bertossi, Roberto Copetti, Audino Gussetti, Marietto Cuzzi. Accosciati: Renato Vale, Denis Bellina, Giorgio Raffaelli.

Nella foto piccola la formazione del “Pro Villa”:In piedi da sinistra a destra: Maurizio Boesso, Fausto Cargnelutti, Valentino Collini, Dino Contessi. Accosciati: Giulio Calderini, Giorgio Raffaelli, Enzo Baldassi.

Sai a quale chiesa apparteneva il campanile che si intravede sullo sfondo di questa foto?