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__________________________________________________________________________________ Da Salonicco alle Isole Saroniche DIARIO DI VIAGGIO La Grecia da nord a sud (solo con mezzi pubblici) CLASSE 3^D – Indirizzo Turismo ISS “E.Vanoni” - Vimercate (MB) a.s. 2017/2018 ____________________________________________________

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Da Salonicco alle Isole Saroniche

DIARIO DI VIAGGIO

La Grecia da nord a sud (solo con mezzi pubblici)

CLASSE 3^D – Indirizzo Turismo

ISS “E.Vanoni” - Vimercate (MB)

a.s. 2017/2018

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Vimercate, la 3D del Vanoni parte per la Grecia: il diario di viaggio su MBNews 29 marzo 2018 Eleonora D'Errico

Partiranno alla volta della Grecia e con il loro diario giornaliero sarà come se fossimo in viaggio con loro anche noi. Inizierà l’8 aprile la collaborazione tra MBNews e gli studenti di 3D dell’Istituto Vanoni di Vimercate, indirizzo Turismo.

Gli alunni partiranno dall’8 al 15 aprile per un viaggio che hanno interamente ideato e programmato allo scopo di approfondire la materia dell’Itinerario turistico. Noi di MBNews li seguiremo in maniera virtuale, grazie al racconto giornaliero che ci invieranno, alla scoperta delle bellezze greche.

«I giovani hanno iniziato a lavorare al progetto dal mese di ottobre – ha raccontato Alfio Sironi, docente di Geografia che li accompagnerà insieme all’insegnante di Storia dell’Arte, Marilena Scarpino – Hanno scelto il Paese da raggiungere, messo insieme l’itinerario, concentrandosi sia sull’aspetto logistico che sui contenuti, approfondendo le questioni storiche e culturali e tutte le vicende contemporanee. Noi insegnanti, dunque, verremo accompagnati nel viaggio dai ragazzi, che oltre ad aver pianificato tutto, si comporteranno come delle vere guide turistiche».

Un pomeriggio di laboratorio durante l'inverno

Nei loro racconti quotidiani, gli studenti ci accompagneranno alla scoperta della Grecia continentale e insulare, partendo da Salonicco, vera capitale culturale del paese e definita la Gerusalemme dei Balcani, da cui ci daranno una fotografia anche della crisi economica greca e delle risposte che la cittadinanza ha saputo mettere in campo. Faremo poi un lungo trekking verso i monasteri delle Meteore, addentrandoci in un paesaggio naturalistico unico. Infine, prima di trascorrere gli ultimi due giorni ad Atene, conosceremo Agistri, la più piccola delle isole Saroniche,

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particolare perché priva di mezzi a motore.

«Tutto l’itinerario sarà realizzato con mezzi pubblici, un modo ecologico e che “avvicina”, permette di conoscere un popolo e la sua cultura, l’ideale per attraversare un paesaggio umano oltre che naturale – ha concluso Sironi – È assai importante in questo progetto l’aspetto professionalizzante, ma teniamo molto anche all’esperienza umana che gli studenti faranno, il confronto con un modo di viaggiare che sicuramente aiuterà a mettersi in contatto con la Grecia di oggi».

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1^ TAPPA – Domenica 8 aprileSALONICCOAtterriamo a Salonicco che sembra un giorno di tarda primavera. Ci sono 24 gradi. Prendiamo l’autobus di linea per il centro. Nel tragitto, prima attraversiamo una zona aristocratica, con alcune ville storiche, poi entriamo nella periferia della città piena di palazzine scalcinate e traffico. Quelle ville, ci dicono i prof, erano di proprietà degli ufficiali pubblici ottomani verso la fine dell’impero. La periferia invece rappresenta la crescita della città nella seconda parte del ‘900. Sembrano quartieri poveri, forse la faccia della Grecia che più abbiamo sentito raccontare in questi anni. La Grecia della crisi.

La visuale sulla città dalla terrazza del Monastero di Vlatadon

Salonicco però ha avuto in passato un ruolo importante nella storia dell’impero ottomano, è stato un porto fiorente dal 1500 fino alla seconda guerra mondiale. Qui arrivavano mercantili nord africani, mediorientali, veneti, spagnoli e francesi. Si dice che i commercianti del mercato Modiano, uno dei principali della città, nel 1700, parlassero correntemente più di 6 lingue, per via della grande multiculturalità presente in città. Il porto era gestito in prevalenza dalla comunità ebraica, arrivata dalla Spagna dopo la cacciata dei sefarditi. Gli ebrei arrivati in città si diedero al commercio portuale generando grandi fortune. Nel

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1800 Salonicco veniva definita la ‘Gerusalemme dei Balcani’, proprio per via della sua grande e importante comunità ebrea. Dopo il 1942 e la deportazione di quasi tutti gli ebrei della città, il porto non sarebbe stato più lo stesso, così come la città, destinata a un periodo di stagnazione economica.

Capiamo di essere arrivati in centro quando avvistiamo la famosa Torre Bianca, affacciata sul lungomare. Un lungomare che si spalanca sull’Egeo. Impressiona la grande vicinanza tra l’acqua e le case.

Il primo giorno lo dedichiamo alla visita di alcune parti della città alta chiamata Ano Poli.Saliamo a piedi fino al castello, attraversando i quartieri della vecchia città ottomana. Molte case sono ancora di legno colorato e costruite con lo stile architettonico tradizionale.

Scorcio in un quartiere dell'Ano Poli, la città alta.

Arrivati al castello, costruito nel 1431, possiamo godere di una bellissima vista al tramonto sulla città e il suo porto. Nei giorni di vento, ci dicono, da qui si possono vedere i 3000 metri di altezza del mitico Monte Olimpo, dall’altra parte del golfo.

Sinagoghe, moschee, bagni turchi, chiese ortodosse, rovine romane. Oggi purtroppo molti dei segni di queste epoche passate, ricche e piene di diversità culturale, sono state cancellate. La città è stata colpita da un grave incendio nel 1917 e da un terremoto nel 1978.Questi due eventi, più le guerre mondiali, hanno cancellato moltissimi dei segni del passato. Ne restano alcuni tra le palazzine di cemento cresciute negli ultimi decenni, ma vanno quasi scoperti.

La sera andiamo in cerca di una taverna. Una delle cose del passato che sopravvivono in città è il fatto di cenare in taverne dove mentre si cena si suona e si canta anche. I generi tradizionali e il rebetiko, in particolare.

Il rebetiko è una musica nata negli anni Venti del Novecento a seguito della guerra tra la nascente Turchia di Mustafa Kemal e i nazionalisti greci. La guerra finì con la vittoria dei turchi che stabilì i confini della Tracia come sono oggi. Alla guerra seguì lo scambio forzato di popolazioni.

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Il milione e mezzo di greci che durante il regno dell’impero ottomano vivevano a Smirne (oggi Izmir) o in altri territori turchi vennero rimandati in Grecia e più di 500.000 turchi, residenti su suolo greco, vennero spinti in Turchia.

Il Golfo di Salonicco e sullo sfondo, ancora innevato, il Monte Olimpo.

I greci sradicati, che avevano perso tutto, casa, lavoro e relazioni sociali, si accalcarono nelle periferie di Atene e Salonicco e lì fecero nascere il rebetiko, una specie di blues greco. Un canto di disperazione e di sradicati.

Oggi negli anni della crisi economica quei temi e quelle sofferenze tornano attuali e con loro la musica rebetika trova nuovo senso e si continua a suonare.

"Umbrellas" (1993) opera dello scultore greco Georgios Zongolopoulos.

Purtroppo per noi però oggi è la Pasqua ortodossa e le taverne sono chiuse; i greci amano passare questa festa in famiglia. Nonostante ciò siamo riusciti a sederci in un ristorante affacciati sul lungo mare per

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scoprire i sapori della cucina locale come i souvlaki (grandi spiedini), pita gyros (la carne kebab greca), la feta saganaki (una fetta del celebre formaggio greco fritta in pastella) accompagnati da un assaggio di vino aromatizzato alla resina del pino di Aleppo, la Retsina.

Dopo la cena, pur avendo sudato per 17 km, siamo riusciti a tornare in albergo, percorrendo il lungo mare splendidamente illuminato, cantando allegramente.

Ora è l’una e queste sono le ultime riflessioni della prima giornata del nostro viaggio, a domani per nuovi racconti.

Giulia MazzolaIsabella BelluschiDenise La MendolaMatilde SalaAntonio Di BellaDaniel Sula

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2^ TAPPA – Lunedì 9 aprileDa SALONICCO a KALAMBAKADopo la lunga giornata di ieri, oggi ci siamo alzati con qualche fatica, ma lo splendido sole che illuminava la città, già alle 8 del mattino, ci ha incoraggiati a dare il via al nostro secondo giorno di esplorazione. Il programma di oggi lunedì 9 aprile, è rivolto prevalentemente al patrimonio storico- artistico della città bassa.

Statua equestre di Alessandro Magno sul lungomare di Salonicco.

Dopo una bella camminata sul lungomare, iniziamo con la visita della imponente statua equestre in bronzo di Alessandro Magno. Giulia ci racconta la storia del giovane condottiero macedone che pare proteggere la città dal suo ingresso orientale.

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La città stessa prende il nome dalla sorellastra di Alessandro, Tessalonica, che significa: “vittoria in Tessaglia”.

Pescatori sul nuovo lungo mare della città.

Proseguiamo poi salendo sulla Torre Bianca, altro monumento simbolo della città. Dall’alto della Torre, Matilde ci spiega le varie funzioni che la torre ha assunto nel tempo, cambiando di volta in volta anche le sue denominazioni: inizialmente si chiamava Torre dei Leoni, poi, sotto il dominio turco, Fortezza di Kalamaria, Kanli-Kule (Torre del Sangue) nel periodo in cui fu prigione e luogo di torture per i condannati all’ergastolo, infine, Beyaz-Kule (Torre Bianca). L’ultimo nome deriva dalla curiosa storia di un ergastolano che ridipinse interamente di bianco la torre per ottenere libertà.

La Rotonda di Galerio in mezzo alla città e i suoi contrasti.

Verso le undici ci concediamo una pausa in un kafenio, dove abbiamo la possibilità di degustare il tipico caffè greco, dentro i cui fondi gli abitanti del posto, per tradizione, sono soliti leggere il futuro in sorte.

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Proseguiamo verso la via Egnatia. Questa trafficatissima arteria, collegava Durazzo a Istanbul in epoca romana, era il decumano massimo della città, punto di riferimento fondamentale da cui si espandeva la centuriazione.Seguendo la Egnatia incontriamo sul nostro percorso l’Arco e la Rotonda di Galerio. Galerio fu persecutore dei cristiani e promosse la città a capitale dell’Impero Romano d’Oriente per un pur breve periodo.Dell’originale Arco a tre luci oggi restano solamente due arcate le cui spalle ospitano tuttora dei bassorilievi raffiguranti le imprese di Galerio durante le sue campagne militari contro i persiani.La Rotonda, invece, è un grande mausoleo dedicato a Teodosio I, le cui spoglie tuttavia non furono mai ospitate al suo interno a causa di una malattia che decompose prematuramente la salma dell’imperatore.

Matilde fa da guida turistica dentro Agia Sofia.

Agia Sofia – insieme alla chiesa di San Demetrio (patrono della città) – è uno dei più grandiosi monumenti di arte bizantina nonché una delle principali cattedrali della città. Al suo interno ci hanno affascinato i bagliori dorati e lo sguardo severo delle icone ieratiche. Sensazioni che ci hanno fatto pensare a quanto è vicino l’Oriente.

La visita prosegue nei vicoli bui e disordinati del mercato Modiano, il mercato che prende il nome di una delle più importanti famiglie ebree di Salonicco. Gli ebrei a Salonicco furono i principali artefici dello sviluppo economico della città fino ai primi decenni del Novecento; le cose cambiarono quando la deportazione nazista azzerò la loro presenza in città.

Rapiti dai luoghi e in perenne ritardo sulla tabella di marcia, verso le 14 ci siamo resi conto di dover fare rientro al più presto in hotel per recuperare i bagagli e correre in stazione!La strada a piedi avrebbe richiesto quasi un’ora di cammino e così, per non correre il rischio di perdere il treno, abbiamo deciso di organizzare un rientro d’emergenza fermando 5 taxi per strada e negoziando un modico prezzo di 1 euro a persona!

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Ormai è quasi sera ed eccoci sul treno che lento attraversa la piatta campagna macedone, tra mare e villaggi rurali che hanno l’aria di essere poveri, ma tranquilli.

Con una romantica luce al tramonto arriviamo dopo chilometri di campi in vista di Kalambaka. Ci si avvicina piano al paese e alle grandi onde di pietra delle Meteore che lo sovrastano. Più lontane sullo sfondo dorato del tramonto le vette della catena del Pindo, l’ultima estremità meridionale dei Balcani.

L'abitato di Kastraki, vicino a Kalambaka.

Domani dedicheremo la giornata ad un lungo trekking per salire fino ai monasteri più alti. Davanti a questo scenario fantastico l’impresa ci spaventa per la sua lunghezza, ma ci affascina. Se vorrete, domani vi racconteremo come è andata.

Giulia MazzolaIsabella Belluschi Denise La MendolaMatilde SalaAntonio Di BellaDaniel Sula

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3^ TAPPA – Martedì 10 aprileLE METEOREDopo la sveglia delle 8:00, ci siamo ritrovati fuori dall’hotel per cercare qualcosa da portare con noi lungo i 20 km di trekking che ci aspettano oggi.

Dopo aver preso d’assalto varie panetterie siamo riusciti a riempirci gli zaini di sfoglie con spinaci e feta, panini e ciambelle con il sesamo. Sotto un cielo luminoso abbiamo preso di petto la dura salita per uscire dal villaggio.

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I sentieri per salire a piedi alle Meteore non sono molto segnalati, ma in varie ricerche in internet siamo riusciti a raccogliere le informazioni fondamentali per organizzare un trekking.

Giunti ormai in quota sulla via verso il monastero di Varlaam.

Lungo la impegnativa salita iniziale, tra piante in fiore e colonne di roccia arenaria impressionanti, Veronica ci ha descritto l’origine e la morfologia delle Meteore (parola che deriva dal greco antico e significa: “sospesi in aria”). In seguito Maddalena ci ha raccontato la storia del luogo, che alcuni eremiti scelsero per stabilirsi a vivere e meditare tra le rocce e successivamente vennero abitati dai monaci, che qui si stabilirono per sfuggire alle persecuzioni ottomane.

In primo piano i monasteri e le torri di roccia delle Meteore, sullo sfondo la catena montuosa del Pindo.

Dopo una impegnativa ora e mezza di salita abbiamo raggiunto il primo monastero, Varlaam, di cui Luca ci ha illustrato in particolare il Catholicon, la cupa chiesa posta al suo centro e piena di riflessi dorati.

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Terminata la visita ci siamo potuti sedere a gustare il nostro pranzo al sacco davanti a un paesaggio che sembrava uscito da una favola.

La lunga scalinata per salire alla Grande Meteora.

Nel pomeriggio siamo poi ripartiti verso il secondo monastero chiamato Grande Meteora. Paolo ci ha parlato della sua fondazione, risalente al 1536, e della sua imponente costruzione che sorge su uno sperone di roccia a 600 metri s.l.m. Gli ambienti interni del monastero sono costruiti sullo stile di quelli presenti sul Monte Athos. Prima di terminare la visita ci siamo divertiti a scattarci qualche foto sulla balconata dalla quale era possibile ammirare un panorama mozzafiato. La cosa bizzarra è stata che le ragazze dovevano indossare una specie di gonna per coprire le gambe.

Il monastero di Rossanou tra le formazioni rocciose di arenaria.

Usciti da questo monastero Marta ci ha parlato del monastero di Ypapantis, costruito nelle rocce, ma che sfortunatamente non abbiamo potuto visitare perché chiuso. Questo monastero è uno dei più lontani da

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Kalambaka, situato tra le rocce in una posizione spettacolare e aperto solo una volta l’anno, il 2 di febbraio, il giorno in cui per il calendario ortodosso si celebra la presentazione di Gesù al tempio.

Verso le 16, dovendo ripercorrere la strada verso casa, abbiamo deciso di fare ritorno. Rispetto alle previsioni iniziali ci siamo lanciati a capofitto per sentierini meno battuti e scorciatoie alternative, giungendo in breve tempo all’abitato di Kastraki vecchia e da lì verso Kalambaka.

Il ritorno per sentieri secondari verso Kalambaka.

Con tanta fatica, ma la sensazione di aver compiuto una piccola impresa, siamo arrivati in hotel per le 18.

Le gambe sono stanche, ma ci aspetta una lunga giornata di trasferimento in cui saremo in treno e poi in traghetto verso l’isola di Agistri.

Seguiteci anche domani e venite con noi dalla montagna verso il mare.

Marta SivieroMaddalena LecchiVeronica PirottaLuca CaccianoPaolo Giambersio

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4^ TAPPA – Mercoledì 11 aprileVERSO L'ISOLA DI AGISTRILa Grecia è una terra speciale, famosa per la sua storia, per le monumentali presenze architettoniche che punteggiano il territorio o per i luoghi di vacanza balneare. Di questi ultimi i più importanti si trovano di certo sulle isole, che ospitando un quinto della popolazione greca sono un secondo paese disperso in mezzo al mare.

Delle 6000 isole greche presenti solo 200 sono abitate; di queste, tutti conosciamo Mykonos e Santorini, ma pochi sanno di Agistri: una piccola

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isola del Golfo Saronico situata a pochi chilometri via mare dalla più nota Egina, sede dell’antico tempio di Atena Afaia.

Agistri è una minuscola isola della quale gli stessi greci sembrano gelosi. Ne custodiscono quasi segretamente la presenza, ne curano l’isolamento e la riservatezza, preservando questo patrimonio naturalistico spettacolare e quasi incontaminato per il turismo locale.

Anche per noi è stato difficile raggiungerla. La giornata è stata quasi interamente dedicata al trasferimento dalle Meteore alla piccola cittadina di Skala, a nord-est dell’isola.

In treno verso Atene: il vagone ristorante semivuoto all'alba.

Siamo partiti in treno da Kalambaka alle 5:42 del mattino. Fuori era ancora buio, il mondo addormentato. È stato difficile risvegliare i nostri sensi dopo una giornata impegnativa come quella di ieri. In realtà è stato difficile svegliare anche alcuni nostri compagni che non rispondevano ai tentativi di richiamo dei docenti e degli amici. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Tutti insieme e mezzi addormentati, pur preoccupati dal ritardo, siamo riusciti a prendere il treno che ci ha portati ad Atene!

Dalla stazione centrale di Atene ci siamo recati con la metropolitana al Pireo, uno degli scali commerciali più grandi del mondo, dall’antichità fino ai nostri giorni, e il porto turistico con più passeggeri in Europa. Dal 2016 il Pireo è di proprietà di una compagnia cinese ed è il punto di arrivo nel Mediterraneo della iniziativa del governo di Pechino chiamata Nuova Via della Seta.

Da Atene una piccola imbarcazione ci ha portati in cinquanta minuti sull’isola di Agistri. Erano le 14:30 di un pomeriggio poco assolato. Ad accoglierci un vento fresco e un mare piatto e trasparente. Avevamo immaginato diversamente il nostro arrivo sul posto. Speravamo in una giornata luminosa, nel caldo e, perché no, in qualche tuffo ristoratore. Non è andata così!

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Abbiamo lasciato i nostri bagagli in hotel e ci siamo incamminati verso una prima esplorazione dell’isola. Cercavamo la spiaggia di Chalikidia della quale Valentina ci ha raccontato la storia e degli aneddoti locali.

Il gruppo sopra l'abitato di Skala

Aurora, la nostra guida, ha avuto qualche difficoltà nel trovarla. Il sentiero era nascosto agli occhi da una fitta vegetazione e poco battuto. Ma anche stavolta non ci siamo lasciati scoraggiare dalle difficoltà. Insieme, con determinazione, lo abbiamo scovato e percorso fino ad uscire dal bosco e affacciarci su un costone roccioso a picco sul mare. Uno spettacolo per gli occhi e per il cuore. Finalmente ci siamo riposati.

Il porto di Skala al tramonto.

Questo luogo è stato la scenografia di un tempo dedicato alla riflessione, silenziosa o condivisa. Abbiamo parlato delle difficoltà economiche e sociali incontrate in giornata durante il passaggio da porti e stazioni. Abbiamo parlato di noi e delle nostre vite, dei nostri sogni e dei nostri amori. Anche della stanchezza e delle soddisfazioni di questo viaggio, di

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una giornata non ancora terminata e di quella che deve cominciare. Domani ci attendono nuovi sentieri da esplorare. Speriamo nel sole e in nuove emozioni da raccontare. Magari anche con un bel tuffo, chissà… ci potrebbe stare.

Antonella BiancoAurora PaganiValentina PassoniSimone Ciscato

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5^ TAPPA – Giovedì 12 aprileSULL’ISOLA DI AGISTRIL’Isola di Agistri ha una storia centenaria, faceva parte insieme alle altre isole Saroniche del Regno di Egina governato dal Re Eaco. Durante il 700 a.C. era abitata dagli Arbaniti. A partire dal V secolo a.C. invece finì sotto il dominio del Peloponneso.

Oggi l’isola è abitata da 1100 persone divise in tre microscopici centri abitati: Megalochori (il capoluogo), Limenaria e Skala. Quest’ultimo è il villaggio maggiormente turistico, dove si concentrano hotel, negozi e taverne, la sua spiaggia bagnata da acque cristalline impressiona per i fondali cosparsi di posidonia e ricci di mare.

Il trekking verso Aponissos.

Con soli 13 km quadrati di superficie (7 meno di Vimercate!), Agistri è un piccolo concentrato di varietà paesaggistica. Ha baie sia rocciose che sabbiose, zone pianeggianti e montuose, una vegetazione ricca di olivi, carrubi e alberi di agrumi, oltre a numerossissime erbe aromatiche. La dorsale montuosa che la percorre è coperta di pinete che sono rifugio per lepri, volpi e cinghiali.

Le strade sono poche e non compiono nemmeno il giro completo dell’isola; in molti angoli si arriva solo tramite sentieri o in barca.

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La nostra giornata è iniziata con in mente di percorrere l’intero perimetro dell’isola, seguendo la pianificazione che avevamo progettato durante gli incontri pomeridiani a scuola.

Da Skala abbiamo incominciato subito a salire lungo la costa montuosa, prima inoltrandoci nella pineta poi, pian piano, alzandoci di quota, ammirando dall’alto scorci di mare e delle altre isole vicine. Dopo 4 ore di cammino nella natura incontaminata siamo giunti a Limenaria, dove l’unica presenza umana è una taverna al centro di un villaggio, che per il resto sembra subire l’abbandono.

I gatti nel villaggio di Limenaria.

Diverso è per la presenza animale: nei vicoli bianchi e blu è pieno di gatti che sonnecchiano al sole. Visitiamo la piccola chiesina di Limenaria e ripartiamo alla volta di Aponissos.

Aponissos è una delle spiagge più spettacolari dell’isola. Si deve attraversare una riserva naturale formata da un lago salato, per giungere sulla costa rocciosa davanti a un isolotto, collegato ad Agistri da un ponticello artificiale, e a un’isola più grande, montuosa e totalmente disabitata.

Sull’isolotto durante l’alta stagione è attivo uno stabilimento balneare, oggi però è chiuso e ci sono degli operai che verniciano i cancelli di ingresso ancora sbarrati.

Siamo stanchi e accaldati e il giro programmato sembra adesso diventato troppo lungo. Dopo 4 ore di cammino siamo dalla parte opposta dell’isola e avremmo perlomeno altre tre ore di cammino per tornare all’hotel.

Mentre pensiamo a una soluzione, approfittiamo per fare un tuffo in mare e mangiare il nostro pranzo.

Al piccolo porto di Aponissos ci sono alcuni pescatori intenti ad aggiustare le loro reti da pesca e chiediamo informazioni sui mezzi che potrebbero portarci indietro. Fino a giugno, qui, non arrivano né autobus, né barche. Alla fine, anche se siamo fuori stagione, ci suggeriscono di chiamare il servizio di taxi boat.

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Torniamo così circumnavigando l’isola e godendoci un comodo e meraviglioso punto di vista!

Dopo 4 ore di trekking sotto al sole, un meritato tuffo.

Al nostro rientro ci accoglie un tramonto dorato e abbiamo ancora qualche momento per rimanere davanti al mare, prima di andare a fare una doccia e richiudere gli zaini, perché domani si ritorna ad Atene e ai suoi tesori.

Antonella BiancoAurora PaganiValentina PassoniSimone Ciscato

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6^ TAPPA – Venerdì 13 aprileATENE E L'ACROPOLILasciamo Agistri e le sue acque cristalline con un velo di tristezza, oggi è il nostro ultimo giorno in Grecia, domani si vola via. Una piccola imbarcazione ci riporta sulla terra ferma, sono volti conosciuti quelli dei marinai, gli stessi che due giorni fa ci hanno condotti fin qui.

Una volta ad Atene abbiamo lasciato i nostri bagagli in hotel e, attraversando vicoli sporchi e caotici, siamo arrivati nella zona più storica e turistica di Monastiraki, quartiere che prende il suo nome dal monastero del X secolo che lo caratterizza.

Circondano la piazza altri edifici: la Moschea Tzisdarakis e la Biblioteca di Adriano, quest’ultima edificata con il marmo frigio della moschea stessa. Della biblioteca rimangono imponenti colonne corinzie e parte delle mura perimetrali che lasciano intuire la sua antica divisione in due parti, una dedicata alla conservazione dei manoscritti e l’altra alla loro visione.

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Antonio in piazza Monastiraki intervistato da una tv locale greca.

Percorriamo la salita verso l’Acropoli partendo dall’antica Agorà dell’Atene del V secolo. Giulia ci parla della sua importanza nel periodo dell’età di Pericle, quando la piazza fungeva da luogo di incontro delle personalità pubbliche dell’epoca e di scambio commerciale. Ci racconta poi della sua antica struttura lasciandoci immaginare l’imponenza degli edifici che la circondavano.

Le Cariatidi dell'Eretteo.

Solo nel 1931 l’Agorà è stata aperta al pubblico grazie al via libera sull’area di 24 ettari occupata da 365 case moderne, ognuna delle quali doveva essere acquistata e demolita. Siamo su una strada fiancheggiata da negozietti ed edifici moderni, ma Isabella ci ricorda che stiamo percorrendo l’antica via panatenaica lungo la quale, fra il V e il IV secolo a.C. ogni quattro anni, si svolgeva la processione in onore di Athena.

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Le fanciulle vergini della città, le ergastinai, avevano il compito di tessere il peplo sacro da donare come sacrificio alla dea e lo portavano al Partenone proprio durante le Panatenee.

Ritroveremo questo evento sui bassorilievi del fregio ionico del Partenone che avremo modo di vedere al museo dell’Acropoli. È stato bellissimo vedere le opere che conoscevamo e ascoltare i nostri compagni esporre di fronte alla guida. Sono stati bravissimi.

Il momento del pranzo è stato rapido e frugale. Sfoglie ripiene e dolcetti presi in un panificio, mangiati lungo il cammino verso l’Acropoli.

Alessia fa da guida turistica all'Acropoli.

Finalmente arriviamo in cima e ci sorprende la monumentalità e la grandezza del Partenone. Daniel e Carlo sono state le nostre guide all’interno dell’antico luogo sacro di Atene. Ci hanno condotti attraverso un percorso ben studiato che dai Propilei, grandioso ingresso all’Acropoli, col suo maestoso colonnato dorico, ci ha portati al Tempietto di Atena Nike, all’Eretteo, al Partenone e alla più appartata zona dei teatri. Tutti hanno lavorato oggi, tutti protagonisti di una lezione socratica e accomunati da un grande entusiasmo.

A sorprenderci è stato soprattutto il Partenone. Marta e Matilde ci hanno raccontato la sua storia fin dai tempi della ricostruzione nel V sec. a.C. alla sua ingloriosa fine nel XVII sec. quando esplose a causa della sua trasformazione in polveriera ad opera dei veneziani guidati dal Morosini. Ci hanno parlato della sua struttura e dei bassorilievi ad opera di Fidia. Le metope, il fregio ionico e i frontoni raccontano miti ed eventi legati alla figura della dea protettrice della città e a quella di Poseidone. La leggenda narra che in seguito ad una loro disputa sia stata fondata la città. Poseidone, dio del mare, prometteva abbondanza e ricchezza fondata sugli sviluppi del commercio marittimo. Athena prometteva pace e saggezza simboleggiati da una pianta di ulivo, attributo sacro della dea.

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Intanto il sole calava all’orizzonte ed il caldo soffocante della città lasciava spazio alla visione di uno splendido tramonto. Che meraviglia i tramonti in Grecia. Sono stati lo sfondo di ogni scenario in queste serate ormai finite e quello visto dall’Acropoli, con la città bianca che parte dalle montagne e arriva fino all’Egeo, è stato il più spettacolare.

Matilde fa da guida turistica all'Acropoli.

La vasta area urbana di Atene e in rilievo il Monte Licabetto.

La giornata si è conclusa all’insegna del divertimento e delle tradizioni locali. Eravamo stanchi e affamati, ma ancora avidi di “vita greca”. Il nostro viaggio si è concluso in una taverna coi tavolini all’aperto e la musica dal vivo. Danzando tutti insieme il Syrtaki di Zorba, noi e i nostri professori.

Arrivederci Grecia, è stato bello viverti e scrivere di te.

Beatrice ColomboAlessia InvernizziMatilde VillaCarlo Varisco

Page 21: Da Salonicco alle Isole Saroniche - Istituto di Istruzione ... · siamo resi conto di dover fare rientro al più presto in hotel per recuperare i bagagli e correre in stazione! La

TITOLI DI CODA __________________________________________

§ LE PUNTATE ONLINE §

Ringraziamo MBNews per l'entusiasmo con cui ha accolto la nostra richiesta di collaborazione. Di seguito i link alle singole puntate del

diario pubblicate online:

- Introduzione al viaggio

- A Salonicco

- Da Salonicco a Kalambaka

- Salendo alle Meteore

- Verso le isole

- L’isola di Agistri

- L’Atene e l'acropoli

__________________________________________§ I VIAGGIATORI §

Studenti: Isabella Belluschi, Antonella Bianco, Luca Cacciano, Simone Ciscato, Beatrice Colombo, Antonio Di Bella, Paolo Giambersio, Alessia

Invernizzi, Denise La Mendola, Maddalena Lecchi, Giulia Mazzola, Aurora Pagani, Valentina Passoni, Veronica Pirotta, Matilde Sala, Marta Siviero,

Daniel Sula, Carlo Varisco, Matilde Villa.

Proff.: Marilena Scarpino, Alfio Sironi.

__________________________________________§ RINGRAZIAMENTI §

Si ringraziano infine le famiglie degli studenti per aver sostenuto l'iniziativa ed averla seguita passo dopo passo con attenzione. Ringraziamo altresì le dirigenti scolastiche, Mariella Rauseo, per aver creduto nel progetto fin dalla sua nascita,

e Elena Centemero che ci ha sostenuti durante il corso del viaggio. Un ringraziamento particolare va alla segreteria scolastica, in particolare alla

signora Angelina Salemi, che ha svolto la lunga e complessa parte burocratica che un viaggio di istruzione come questo ha naturalmente comportato.