dante in tutte le lingue del...

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Redazione: Argnani Roberta, Bondoli Aurora, D’Eliseo Emanuele, Di Donna Maria, Duranti Francesca, Galli Lucia, Gurnari Giulia, Magrini Chiara, Maltese Thomas, Marsico Martina, Masciarelli Allegra, Recca Letizia, Rhazouani Sana, Ricci Benedetto, Scaioli Viola, Teodor Chris, con un sentito ringraziamento al prof.Telò, alla prof.ssa Mercuri e alla signora Delia. Tutti noi vi auguriamo una buona Pasqua e vi ringraziamo, al prossimo numero! Il Settembre a Ravenna è sempre speciale. Una città piccola come la nostra porta sulle spalle una grande responsabilità , legata ad uno degli uomini più importanti che la storia abbia mai generato: il sommo poeta Dante Alighieri. E’ nostro dovere in quanto suoi concittadini ricordarlo, celebrarlo, diffonderlo a chi non lo conosce tramite infinite iniziative che il nostro Comune organizza ogni S e t t e m b r e . Un po’ come il grande Roberto Benigni che con il suo ‘’Tutto Dante’’ porta in giro per la penisola i versi del poeta, “rischiando’’ nel 2007 il premio Nobel. Vorrei però raccontarvi la mia esperienza, vissuta partecipando ad una delle iniziative dantesche l’anno passato che mi ha procurato una immensa gratificazione. Come forse sapete la ‘’Divina Commedia’’ è il secondo libro più tradotto al mondo dopo la ‘’Bibbia’’. Ed infatti a Ravenna arrivano da tutto il mondo intellettuali illustri per far conoscere la loro versione della “Commedia”. Fra il Settembre e l’Ottobre scorsi dunque si è tenuta questa rassegna di conversazioni e di letture internazionali nella chiesa di San Francesco; quest’anno in lingua portoghese, islandese e lettone. Ho partecipato all’ultimo di questi incontri, quello che vedeva come protagonista la Lettonia, e posso testimoniarvi che è un’esperienza da vivere assolutamente. La suggestiva illuminazione della basilica e i versi immortali di Dante che riecheggiavano fra le mura hanno contribuito a creare un’atmosfere ammaliante. Ho potuto così ascoltare uno dei più influenti scrittori lettoni, Walter Bisenieks, recitare il XXX canto del Paradiso, raccontare la fatica che comporta un lavoro estremo come la traduzione e la stria del suo tanto amato paese negli anni in cui era vessato dal regime sovietico. Non è stata solo una semplice lettura, è stato un incontro fra culture lontane e non potrà che essere un’esperienza che arricchirà in maniera indelebile il mio e il vostro bagaglio culturale. Roberta Argnani, Vincitrice del ‘reportage per Dante’ anno 2012 Dante in tutte le lingue del mondo L’importanza del Sommo Poeta 20 Finalmente! Sboccia, come un fiore primaverile, “La Campanella”: il nostro, anzi il vostro, giornalino scolastico! Gli sforzi di tutti noi sono stati ripagati con questa pubblicazione, che nonostante le innumerevoli complicazioni, è qui, tra le vostre mani. Vi stiamo lasciando lo sfogo delle passioni di tutti noi, il frutto del nostro modesto sforzo di dimostrare quanto teniamo alla nostra scuola… (Continua a pag. 2) 2—Presentazione 3—Junk Food at school 4—NO TAV 6—Il bullismo? E’ ancora tra noi 7—La mia classe 8—Magio Bike Tour 9—Marocco, terra da scoprire... 10—Oscar 2013, la notte delle star! 11—Nativi e tardivi digitali 12—10 cose da non fare quando… 13—Liberi di essere felici 14—My best friend: Peppone Verdi! 15—Educazione Siberiana 16—”V per Vendetta” 17—San Valentino con TAMO 18—Fumetto: “Viaggiare nel tempo” 20—Dante in tutte le lingue del mondo Liceo Classico Dante Alighieri, anno 1, numero 1

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Page 1: Dante in tutte le lingue del mondolcalighieri.racine.ra.it/Campanella/Giornalino__1.pdfCampanella”: il nostro, anzi il vostro, giornalino scolastico! Gli sforzi di tutti noi sono

Redazione:

Argnani Roberta, Bondoli Aurora, D’Eliseo Emanuele, Di Donna Maria, Duranti Francesca, Galli Lucia, Gurnari Giulia, Magrini Chiara, Maltese Thomas, Marsico Martina, Masciarelli Allegra, Recca Letizia, Rhazouani Sana, Ricci Benedetto, Scaioli Viola, Teodor Chris, con un sentito ringraziamento al prof.Telò, alla prof.ssa Mercuri e alla signora Delia. Tutti noi vi auguriamo una buona Pasqua e vi

ringraziamo, al prossimo numero!

Il Settembre a Ravenna è sempre speciale. Una città piccola come la nostra porta sulle spalle una grande responsabilità , legata ad uno degli uomini più importanti che la storia abbia mai generato: il sommo poeta Dante Alighieri. E’ nostro dovere in quanto suoi concittadini ricordarlo, celebrarlo, diffonderlo a chi non lo conosce tramite infinite iniziative che il nostro Comune organizza ogni S e t t e m b r e . Un po’ come il grande Roberto Benigni che con il suo ‘’Tutto Dante’’ porta in giro per la penisola i versi del poeta, “rischiando’’ nel 2007 il premio Nobel. Vorrei però raccontarvi la mia esperienza, vissuta partecipando ad una delle iniziative dantesche l’anno passato che mi ha procurato una immensa gratificazione. Come forse sapete la ‘’Divina Commedia’’ è il secondo libro più tradotto al mondo dopo la ‘’Bibbia’’. Ed infatti a Ravenna arrivano da tutto il mondo intellettuali illustri per far conoscere la loro versione della “Commedia”. Fra il Settembre e l’Ottobre scorsi dunque si è

t e n u t a q u e s t a r a s s e g n a d i c o nv e r s a z i o n i e d i l e t t u r e internazionali nella chiesa di San Francesco; quest’anno in lingua portoghese, islandese e lettone. Ho partecipato all’ultimo di questi incontri, quello che vedeva come protagonista la Lettonia, e posso testimoniarvi che è un’esperienza da vivere assolutamente. La suggestiva illuminazione della basilica e i versi i m m o r t a l i d i D a n t e c h e riecheggiavano fra le mura hanno contribuito a creare un’atmosfere ammaliante. Ho potuto così ascoltare uno dei più influenti scrittori lettoni, Walter Bisenieks, recitare il XXX canto del Paradiso, raccontare la fatica che comporta un lavoro estremo come la traduzione e la stria del suo tanto amato paese negli anni in cui era vessato dal regime sovietico. Non è stata solo una semplice lettura, è stato un incontro fra culture lontane e non potrà che essere un’esperienza che arricchirà in maniera indelebile il mio e il vostro bagaglio culturale.

Roberta Argnani, Vincitrice del

‘reportage per Dante’ anno 2012

Dante in tutte le lingue del mondo L’importanza del Sommo Poeta

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Finalmente! Sboccia, come un fiore primaverile, “La Campanella”: il nostro, anzi il vostro, giornalino scolastico! Gli sforzi di tutti noi sono stati ripagati con questa pubblicazione, che nonostante le innumerevoli complicazioni, è qui, tra le vostre mani. Vi stiamo lasciando lo sfogo delle passioni di tutti noi, il frutto del nostro modesto sforzo di dimostrare quanto teniamo alla nostra scuola… (Continua a pag. 2)

2—Presentazione 3—Junk Food at school 4—NO TAV 6—Il bullismo? E’ ancora tra noi 7—La mia classe 8—Magio Bike Tour 9—Marocco, terra da scoprire... 10—Oscar 2013, la notte delle star! 11—Nativi e tardivi digitali 12—10 cose da non fare quando… 13—Liberi di essere felici 14—My best friend: Peppone Verdi! 15—Educazione Siberiana 16—”V per Vendetta” 17—San Valentino con TAMO 18—Fumetto: “Viaggiare nel tempo” 20—Dante in tutte le lingue del mondo

Liceo Classico Dante Alighieri, anno 1, numero 1

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“La Campanella” siamo noi, siete voi Se non ci foste voi a leggerlo, questo giornalino non avrebbe senso:

Buona lettura!

...E’ per questo motivo che, devo ammetterlo, ero piuttosto sconsolato quando mi sono reso conto che la r e d a z i o n e f o s s e c omp o s t a esclusivamente da “matricole” di prima annata. Non per la loro anima novella della scuola, anzi, ma piuttosto perché non vi fossero presenze di 2°, 3° e 4°. Sinonimo di uno scarso interesse nella scuola, nonostante si abbia sempre la lingua predisposta alla critica. Per fortuna però, a dare vita a questo giornalino, ho trovato l’entusiasmo e la passione di tutti i ragazzi che hanno contribuito alla realizzazione di tutto ciò. Allora ben venga l’apparente paradosso, che vede più interessati alla Nostra scuola

tempo. Ma ben venga anche un pizzico di esperienza di chi si appresta a spegnere le candeline del primo e, si spera, ultimo lustro all’interno di queste mura. Ve lo garantisco, con l’obiettivo di farvi passare anche solo cinque minuti piacevoli, o una ricreazione diversa dalle altre, abbiamo dato tutti noi stessi, lasciando spazio, come vedrete, alle tematiche p i ù d i s p a r a t e . Sì, lo so, la “concorrenza” non manca all’interno dell’istituto, ma nonostante la stima che io nutra nei confronti “loro” – tra l’altro, vi ho anche collaborato in un’occasione -, vi prego di separare le due cose: questo che spero vi stiate per apprestare a leggere, è il Vostro giornalino, della Vostra scuola, scritto nella speranza di dare un po’ di colore al nostro “nido

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Emanuele D’Eliseo e Benedetto Ricci

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JUNK FOOD AT SCHOOL Anche la Disney si mette in moto per sanare la piaga dell’obesità

infantile … noi adolescenti cosa scegliamo?

Perché è così popolare fra noi il cibo-spazzatura? È poco costoso, facilmente reperibile e appaga. Tuttavia, non ci sentiamo in colpa u n a v o l t a terminato? Non siamo ancora sazi d o p o a v e r l o consumato? La risposta viene data d a i r a g a z z i intervistati: più della metà, infatti, consuma cibo-spazzatura, o merendine contenenti cioccolato, derivati, conservanti e chi più ne ha più ne metta. Spesso non ci preoccupiamo di guardare l’etichetta di ciò che scegliamo, eppure dovremmo, anche se non sempre riusciamo a trovare negli involucri delle merendine le quantità e le sostanze che stiamo cercando. Molte volte è l’effetto delle pubblicità che ci influenza nella scelta delle merende, situate sugli scaffali delle macchinette, come molti ragazzi affermano. Spesso, infatti, si parte con un impeto salutista, ma vedere i colori

accattivanti delle merendine più note ci condiziona, richiamando alla nostra mente le sfavillanti pubblicità che ci

m a r t e l l a n o durante tutto l’arco della giornata. In una media di 30 persone circa, più della metà afferma di consumare m e r e n d i n e c o n t e n e n t i cioccolata e/o

simili spendendo dai 50 ai 70 centesimi al giorno. La restante parte consuma taralli o schiacciatine, i quali non costituiscono comunque un cibo sano e privo di carboidrati e grassi. Come affermano molti nutrizionisti, in un intervallo di tempo così breve sarebbe ideale consumare una porzione di frutta e/o verdura.Si è attivato all’interno del liceo un gruppo di ragazzi che, ogni intervallo, promuove la vendita di mele che, pur non essendo un’abitudine molto diffusa, gioverebbe alla salute di molti.

Aurora Bondoli e Viola Scaioli

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L’opinione pubblica italiana, ormai da anni è divisa tra chi ritiene che l’alta velocità in Val di Susa sia un grande passo avanti per l'economia e chi invece ritiene che sia uno spreco che ci sia in gioco la conservazione di un territorio che tra l’altro, grazie alle sue meraviglie, è stato sempre una meta prediletta dai turisti. Il popolo della Val di Susa sta dimostrando, ogni giorno di più, la sua forza e la sua coesione contro gli interessi comuni di “ q u a l c u n o ” . La cosa più importante, però, è capire cosa spinge questi cittadini ad organizzarsi e a battersi contro questa infrastruttura e perché lo Stato continui ad opporsi. I No Tav la definiscono un'opera inutile, costosa, inquinante e criminale: la linea ferroviaria prevede una galleria di 23 km attraverso una montagna altamente amian t i fe r a , i l Mus inè , che sgretolandosi inquinerebbe l'aria con fibre di amianto; questo minerale, se inalato, provoca tumori alle vie respiratorie. Inoltre l'impresa durerà circa 15 anni, vale a dire una fucina che lavorerà giorno e notte mettendo sulla strada centinaia di camion. “I benefici economici sono rilevanti, si dimezzano i tempi di percorrenza: da Torino a Chambery si passa da 152 minuti a 73, da Parigi a Milano da 7 a 4 ore. Inoltre si genera occupazione sul territorio, queste sono opere che consentiranno agli italiani di avere una

prospettiva migliore". Sono le parole rilasciate da Mario Monti in una dichiarazione, dove però non erano previste domande da parte dei giornalisti. La realizzazione della Tav ha comunque un costo di costruzione pari a 15 miliardi di euro, tutto affidato apparentemente a privati: una linea che sarebbe quasi inutilizzata visto che quella già esistente Torino-Modane è utilizzata solo al 30% e che la Torino-Lyon è stata soppressa per mancanza di passeggeri. Perché un governo si dovrebbe intestardire a favore di un progetto del genere? A chi serve? I No Tav hanno già da tempo inquadrato la Cmc, cooperativa ravennate, contestata diverse volte per aver ottenuto appalti come quello per l'ampliamento della base americana a Vicenza e per la realizzazione di quella di Sigonella, e per i suoi vecchi rapporti con il politico marchigiano Primo Greganti coinvolto nell'inchiesta mani pulite per aver preso una tangente nell'affare Enel. Sono coinvolte nel Tav anche Rocksoil spa e Impregilo, general contractor di questo progetto e del ponte sullo stretto di Messina. Negli ultimi trent'anni l'Alta velocità è diventata un’opera che favorisce una presunta collusione tra Stato e mafia come successe ai tempi dalla costruzione dell'Autostrada del Sole e della ricostruzione post-terremoto in Irpinia. Le mafie si presentano con

Il dilemma dell’Alta Velocità

Cosa comporta l’Alta Velocità in Italia? Perché assistiamo ormai

quotidianamente a proteste degli abitanti della Val di Susa?

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È già il secondo anno che partecipo all’iniziativa proposta da Tamo – Ravenna Antica - in occasione della festa degli innamorati: San Valentino! Nel pomeriggio del 14 febbraio, nella suggestiva e accogliente sala del museo del Tamo (S. Nicolò in Via Rondinelli) , insieme ad alcuni professori e studenti del Liceo Classico “Dante Alighieri”, abbiamo dato voce a un amore diverso rispetto a quello proposto l’anno scorso, che era infelice e tormentato, come ad esempio quello sofferto di Paolo e Francesca descritto nel V canto dell’inferno Dantesco. Quest’anno abbiamo messo in luce un amore più leggero e scanzonato, quasi libero da vincoli e basato sulla semplicità e sulla spontaneità, un amore che probabilmente porta più gioie che dolori, e che comunque non necessariamente è vulnus e flamma...

Ai miei precetti volgetevi, giovani

caduti in trappola, voi che il vostro

amore ha in ogni modo ingannato.

Imparate da me a guarire, come da

me imparaste ad amare...(dai Rimedia

amoris di Ovidio).

Abbiamo improntato la serata come un talk show: presentatore un Vespa scanzonato, ospiti d’onore Ovidio, Paride, Fabio Volo, Piero Angela , la criminologa Debbora … e intermezzi semi seri di spot, trailer, citazioni e piccoli siparietti. Uno spasso! Si sono alternati toni felici e arrabbiati,

divertiti e sguaiati, impettiti e riservati, interpretando le tipiche dinamiche degli spettacoli televisivi. Peccato che non l’abbiate visto: vi sarebbe piaciuto. Per cui non dimenticate l’appuntamento il prossimo anno, stesso giorno e stessa ora: parleremo ancora e sempre d’amore.

Lucia Galli

San Valentino con TAMO

Come festeggiare la festa degli innamorati in maniera particolare

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“V per Vendetta”: Giustizia o Terrorismo?

Recensione di un film che ci può far riflettere

Recentemente, ho avuto modo di vedere un film che mi ha colpito molto, non tanto per le scene di azione, nonostante esse fossero più che stupefacenti, quanto per la storia di sottofondo, quella su cui riflettere, il cui significato non ti viene dato esplicitamente, perché lo devi ricercare tu: il film di cui parlo è “V per Vendetta”. La vicenda parte con un’ambientazione a tratti futuristica e a tratti fantastica, di genere distopico dunque, con una Londra governata da un regime dittatoriale e filo-nazista, i cui sudditi (perché di cittadini non si parla) sono governati col pugno di ferro, con la censura e la totale assenza di libertà. “V”, all’interno della storia, pare un terrorista ma, in realtà, ciò che si può capire da subito è che ci si trova all’interno, poiché “V” non è una pe r sona , ma i l s imbo lo d i reincarnazione all’ideale di libertà e di giustizia, con volontà di vendetta e di ribellione alla situazione. Il film prosegue, attraverso omicidi e vendette, irruzioni di “V” nella televisione pubblica, nel tentativo di scuotere la massa, esplosione del Palazzo di Giustizia, fino al colpo finale, quando esploderà il Parlamento inglese, tra fuochi di artificio e giubilo

terror ist ico, bensì l iberator io ideologicamente. Il film si apre con un obiettivo ed una volontà che ci viene rivelata sin dall’inizio, ovvero quella del fare

esplodere il Parlamento inglese, che ricade nella data del 5 Novembre, giorno dell’attentato in cui Guy Fawkes nel 1605 cercò di far saltare il Re e il Parlamento. Per concludere non si può non parlare del vero simbolo di questo film, ovvero la famosa maschera di “V”, che ha recentemente spopolato poiché viene usata come s i m b o l o d a u n famosissimo gruppo di h a c k e r c h i a m a t o “ A n o n y m o u s ” che , i ndo s s ando l a

maschera di Guy, protesta contro tutti i governi e colpisce moltissime multinazionali (recentemente ha anche colpito la Sony). Consiglio vivamente questo film, soprattutto perché non si spazia solo tra vendetta e liberazione, ma soprattutto perché affronta il tema della Giustizia, giustizia in ogni ambi to e per ogni persona, indifferentemente tra colore della pelle, orientamento sessuale, credo religioso. Tra citazioni di Shakespeare e umorismo sottile, questo film può cambiare, se compreso, il modo di pensare e forse, perché no, di vivere. 16

prezzi vantaggiosi, risparmiando sui materiali (come accadde con la Casa dello Studente a L’Aquila). Proprio con la realizzazione di opere come questa la mafia avrebbe la possibilità di accrescere il suo potere economico e di controllo sul territorio, ma anche quella di sotterrare illegalmente, come negli altri cantier i del l ’Alta Velocità , tonnellate di rifiuti tossici e non. Non è un segreto infatti che nel 1995 venne sciolto, per la prima volta nel Nord - Italia, il consiglio comunale di Bardonecchia per infiltrazione mafiosa, proprio nel periodo in cui si stava costruendo la nuova autostrada e il traforo del Frejus. Per non parlare poi dei costi di gestione di quest’opera che

bilità 2013 ha stanziato per la Tav Torino Lione 60 milioni di euro per il 2013, 100 milioni di euro per il 2014, 680 milioni di euro per il 2015, 150 milioni per ciascuno degli anni dal 2016 al 2029: per un totale di due miliardi e 640 milioni. Al contrario, il fondo per la salute viene decurtato di ulteriori 600 milioni nel 2013 e di un miliardo di euro nel 2014. Una cosa è certa, in un periodo di crisi come questo è inammissibile, a nostro avviso, che l’Italia investa soldi in un’opera del genere, tagliando sulla sanità, dove in certi ospedali non è garantito neanche un posto letto, oppure sull’istruzione e sulla ricerca, visto che sono sempre di più i giovani che scappano dall’Italia in cerca di fortuna.

Allegra Masciarelli

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Il bullismo? E’ ancora tra noi

Continua tuttora ad esistere tra i giovani d’oggi, provocando molta

sofferenza.

Il bullismo, come già tutti sappiamo, è una forma di comportamento aggressivo che negli ultimi anni si è sempre più affermato nelle scuole e anche attraverso i vari social network. La mia intenzione non è quella di descrivere tutte le tipologie di bullismo, ma di raccontarvi ciò che è successo pochi giorni fa a una ragazza che frequenta una scuola di Ravenna. Tutto è cominciato una sera su uno dei social network, quando una ragazza iniziò a prendere in giro un’altra, commentandole le foto in modo poco gentile, ridicolizzandola e deridendola davanti a tutti per i suoi pochi chilogrammi in più. La ragazza, sentendosi sempre più umiliata, decise di chiedere delle spiegazioni all’altra sul perché del suo comportamento. Quest’ultima anziché darle delle risposte concrete, la prese ancor di più per i fondelli. Tuttavia, tutto questo non le bastò. Dopo avergliene dette di tutti i colori, fotografò la loro conversazione e poi la condivise cosicché tutti potessero vederla. Le persone che videro la fotografia si comportarono come i soliti “spettatori del bullismo”, si misero dalla parte della ragazza che aveva commesso quell’orribile atto e iniziarono pure loro a deridere l’altra. Non riesco a capire come mai possa esistere così tanta cattiveria nel XXI secolo, pensavo che con l’evoluzione della tecnologia si fosse evoluto anche

anche da tante persone sconosciute, la ragazza decise di non rispondere più a quelle offese e il giorno seguente non andò nemmeno a scuola. Forse non ci andò per vergogna, per una forma di disagio oppure persino per paura di essere nuovamente criticata. La mia impressione è che la cosiddetta “bulla” non sapesse dell’esistenza del proverbio : non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te! Magari la prossima volta che cercherà di fare una cosa simile qualcuno avrà il coraggio di dirle che non va bene comportarsi in quel modo perché potrebbe fer ire gravemente i sentimenti e l’autostima dell’altra con le sue parole. Una bella iniziativa fu iniziata nel 2010 dal sindaco Matteucci, il quale disse che serve “un patto per disciplinare e punire, un patto che coinvolga tutte le agenzie educative” per affrontare questo problema. Personalmente, sono sconvolta da quanta malvagità e invidia ci sia tra ragazze che a prima vista sembrano simpatiche e cortesi. Ultimamente ho notato come sia scomparsa la propria identità. A parer mio soltanto coloro che riescono a distinguersi dalla massa, e che non si vergognano a esporre il proprio pensiero avranno veramente successo. Le persone nei nostri giorni tendono principalmente a essere tutte uguali so l tanto per fare una be l la impressione, nascondendo ciò che in realtà sono.

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Educazione siberiana è l’ultimo film del premio Oscar Gabriele Salvatores, tratto dall'omonimo romanzo di Nicolai Lilin. È un esperimento nuovo del regista, che abbandona completamente i suoi passi per giungere in un luogo diverso e quasi sconosciuto: la Transnistria. Educazione Siberiana è la storia di un ’amic i z i a t r a d ue ragazzini, Kolima e Gagarin, che crescono insieme in una comuni t à a r ca i ca d i siberiani; con il crollo del Muro di Berlino e del regime sovietico però anche in Transnistria si inizia a respirare un’aria nuova che altera gli equilibri del loro mondo, il vento dell’ovest porta con sé la moda, la droga e la corruzione, nei cieli della città svettano grattaceli e grandi palazzi accanto agli edifici fatiscenti della gente comune. È proprio durante questo passaggio epocale che crescono i due amici. Kolima, a differenza di Gagarin, rimarrà sempre fedele all’educazione che gli è stata trasmessa da suo nonno Kuzjia -interpretato dal carismatico John Malkovich- basata su rigide regole: sul rispetto dei deboli, i cosiddetti “voluti da Dio” e sul disprezzo di alcune categorie come la polizia, gli spacciatori e gli usurai. Infatti, secondo quando ci racconta Lilin, nel suo romanzo i siberiani, ai tempi della resistenza contro le oppressioni del governo sovietico,

s i opponevano a l l ’a r re s to , combattendo contro la polizia fino alla morte. Nicolai Lilin in questo libro racconta

la sua infanzia, trascorsa in una comunità criminale siberiana, si discute molto però su la veridicità di questi fatti da lui narrati e della storia di questo popolo, gli urka siberiani di cui lui descrive le tradizione e le usanze. Ma la cosa che più mi ha incuriosito è la vicenda dello “stato” della Transnistria (situato tra la Moldavia e l’Ucraina), tra virgolette perché non è una nazione vera e propria, infatti pur

avendo dichiarato la sua indipendenza nel 1990, questa non è mai stata riconosciuta a livello internazionale ma di fatto ha una moneta propria, una sua bandiera e un suo governo con il suo esercito e la sua polizia. I pochi che riescono a visitarla raccontano che la città pricipale, Tiraspol è piena di simboli militari e ci sono statue di Lenin ovunque. L’ex presidente, Igor Smirnov, proprietario d e l l a She r i f f s r l , p o s s i e d e praticamente tutto: la benzina, i centri commerciali, la televisione, gli stadi, l e s q u a d r e d i c a l c i o e c c . Il reddito pro capite è di 50 dollari al mese eppure ci sono grattaceli e palazzi. In questo paese si producono e si vende legalmente e illegalmente armi. In questa fucina bellica infatti si

Educazione Siberiana Attraverso un bellissimo film, Gabriele Salvatores ci fa conoscere cosa

significasse vivere in Siberia ai tempi di Stalin

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My best friend : Peppone Verdi ! La musica lirica entra a scuola

Ieri sono andato a teatro con un mio vecchio amico: Giuseppe Verdi. “ Ma scusa, prof. ! non è un po’ morto ?” – Scherziamo? Morto? Ma è più vivo che mai !! Da me è sempre di casa: cantano a tutto busso Violetta e Alfredo che si ameranno per altri mille anni ; Aida con Radamès sono condannati a spirare nella tomba egizia altre migliaia di volte e Attila che vuole invadere l’Italia , ma si trova tutti contro : personaggi dai nomi incantevoli come Foresto, Ezio e la bella Odabella, una sorta di vergine guerriera che preferisce la spada al fidanzato ( e poi parlano di Romanticismo!) . Adesso che è il bicentenario dalla nascita (1813) poi, Peppone si è tutto ringalluzzito e gira per i teatri e le strade rianimando i suoi famosi banditi Masnadieri ed Ernani ( Schiller permettendo), come se fossero sempre pronti a ribellarsi ad un tiranno e a morire per amore.

“Ma prooof. È roba vecchia quella !” Vecchio il “Va’ pensiero sull’ali dorate, va’ ti posa sui clivi, sui colli, ove olezzan tepide e molli l’aure dolci del suolo natal “ ??? Ma , per favoore ! Apri le orecchie e, su, ascolta che è roba sempre fresca e soprattutto costa poco. La cultura costa poco e vale molto , lo sapevi? Viva V.E.R.D.I. ! Ascolta, noi veniamo da

lì, te ne rendi conto? da una lotta di ragazzi che amavano la loro terra, l’Italia, fino a sacrificarsi, per noi. “ Senta , prof., adesso è retorico, sa ?” . - Retorico? Allora ti racconto due cose di una storia d’amore vera vera, fra Peppone e Peppina ( Giuseppina Strepponi) , anche un po’ scandalosa per i tempi. Magari non oggi, ma la prossima volta, OK ?

Prof. L. Telò

camminare, fare un viaggio in treno, visitare nuove città, nuovi luoghi … tutto questo è un bene, sono possibilità che si hanno nella vita e bisogna coglierle al volo, sfruttarle e godere dei loro frutti. Nella nostra ricerca di quella felicità-benessere è bene quindi vivere una vita libera, scevra di troppe preoccupazioni e ostacoli per l’anima.

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Perché la libertà di fare ciò che ci si sente e di seguire il nostro cuore sulla via del benessere (non bisogna dimenticarsene) è una prerogativa dell’essere umano. Quindi, provateci: alzatevi dalla sedia sulla quale siete seduti, saltate in sella e … buon giro!

Maria Di Donna

La mia classe

Semplice aula stretta e decisamente poco accogliente?

La mia classe. Quando mi sono fermata a riflettere su cosa scrivere a proposito della mia classe, ho pensato c h e d o v e s s e e s s e r e facilissimo. In fondo, è il luogo dove trascorro gran parte del mio tempo, sei ore al giorno tutti i giorni per quasi duecento giorni l’anno per cinque anni: mille ore più o meno. E invece ho scoperto che è molto più difficile del previsto. Perché la mia classe non è solo un’aula troppo stretta di quattro mura, con la vernice gialla consumata dal tempo e i banchi imbrattati di scritte dalle generazioni di studenti che si sono succedute. Non è semplicemente il luogo dove seguo (qualche volta) le lezioni, dove mi precipito la mattina per non arrivare in ritardo e ritrovarmi davanti alla porta chiusa. Dentro quella stanza gelata d’inverno e bollente durante gli ultimi mesi di lezione, ho scoperto cosa vuol dire condividere esperienze, momenti tristi e felici, cosa vuol dire aiutarsi a vicenda, che si tratti di consolare qualcuno o passare un bigliettino durante una verifica. Ormai sono al quarto anno, e se guardo indietro nel tempo mi sembra ieri che entravo timidamente all’interno del Liceo, con tutte le mie ansie e preoccupazioni. Durante questi anni sono cresciuta, e con me le mie compagne: ci siamo scambiate proble-

mi, e non sono di certo mancate le litigate, come succede in ogni gruppo formato da tante personalità, in apparenza impossibili da conciliare Perché in fondo è questo che siamo: un insieme di ragazze diverse ma legate dallo stesso obiettivo, uscire da questa scuola con un pezzo di carta che testimoni che siamo “mature”, pronte ad affrontare il mondo che spesso ci sembra troppo grande e cattivo, e ci spaventa. Non so se una volta finita la scuola rimarrò in contatto con tutte le mie compagne ma per adesso mi diverto a immaginarci tra vent’anni e sono sicura che non mi dimenticherò facilmente degli anni delle scuole superiori.

Chiara Magrini

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Sulle ruote e sui pedali, sulla scia di quel genio che ha inventato la bicicletta (o velocipede, vedete voi), corrono spesso sogni lunghi una vita, di chi di pedalare non può proprio farne a meno. A questa casta, che poi tanto ristretta non è, appartengono Marco Meini e Giovanni Gondolini, che hanno deciso di lasciare tutto e intraprendere la volta del “mondo”: un giro del mondo in bicicletta, chiamato "Magio Bike Tour", che danzerà verso l’Oriente, accarezzando l’Australia, scivolando lungo il sud-est asiatico per scoprire che sapore ha l’Alaska, ridiscendendo – come nel gioco con le scale e i serpenti – verso l’America del Sud, ed infine il “Grande Nero”, l’Africa. L’obiettivo prevede una durata di cinque anni, ma non è da escludere che i due avventurieri cambino programma in corso d’opera. Sono 100.000 i chilometri che separano Ravenna, punto di partenza, a Ravenna, punto d’arrivo, tra tante salite e altrettante discese. L'avventura - Marco e Giovanni non sono i primi ad affrontare questo tipo di avventura, ma ogni esperienza di questo genere è singolare a modo suo. "La partenza non è sempre una fuga.

C'è chi parte perché può, chi perché

deve, e chi, come noi, perché non può

farne a meno". Così i due amici danno il via al loro viaggio attraverso il loro diario online, che accompagnerà chiunque abbia voglia, da qui al 2018, di sapere dove sono e cosa combinano.

Con loro ci saranno ovviamente a t t r e z z i t e c n o l o g i c i c h e , paradossalmente parlando, li terrà collegati al “mondo”: sulle mountain bike, tra gli oltre 50 chilogrammi di bagagli, ci saranno dei pannelli solari per alimentare i telefoni e i computer, attraverso i quali aggiorneranno il loro blog, qualche pezzo di ricambio per la bici. D'altronde, chi vorrebbe restare a piedi negli altopiani desolati dell'Iran, o in qualche anonima città africana? Alla partenza, amici e parenti, hanno sa lu t a to con un p izz i co d i commozione i due, augurando loro un buon viaggio, nella speranza di rivederli il prima possibile. Alcuni però, si incontreranno per strada: "Con qualche amico però ci daremo

appuntamento per qualche rendez-

vouz in giro per il mondo". E chissà che non incontrino addirittura qualche conoscente per caso: Quant’è piccolo

il mondo…", si dice sempre... Che dite, glielo chiediamo tra cinque anni quanto è piccolo?

Thomas Maltese

Marco e Giovanni alla volta del mondo

Marco Meini e Giovanni Gondolini hanno dato il via al loro “Magio

Bike Tour”, un giro del mondo su due ruote.

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chiesa. Evita anche la telefonata muta con respiro tremolante. • Non pedinarlo. Ha svoltato l’angolo e non riesci a vederlo? Senti l’impulso di correre per vedere cosa fa lì dietro e con chi è? Sbagliatissimo! Gli stalker sono come il pesce: il loro odore non da solo disturbo. Cercate su internet un bravo psicoanalista che si metta a lavorare sul vostro disturbo paranoide. • Niente chiodo schiaccia chiodo. Andare con la prima persona che vedi per dimenticare non serve a nulla. Ad una mia amica, è capitato di passere la serata imprigionata ad una persona, per non chiamarlo in altre maniere, che non conosceva la doccia da

• Niente tragedie. Avrai di sicuro studiato Romeo e Giulietta, Antonio e Cleopatra, l'Otello e tutte le altre storie che non finiscono per niente bene. Se il tuo sogno è quello di diventare uno dei protagonisti delle opere di Shakespeare, mi d i s p i a c e , a r r i v i t a r d i . • Niente “restiamo amici”. La peggior fregatura della storia dell’umanità. Lo hanno fatto anche gli uomini preistorici: non si sono estinti per puro caso. Se è lui a proportelo corri via, il più veloce possibile. È così che Bolt ha scoperto il suo talento. Imitalo.

Francesca Duranti

“Liberi di essere felici” Pedalate, camminate, viaggiate: godetevi la vita

Dal Dopoguerra ad oggi sono cambiate in meglio tante cose e –a dire il vero- ci si è anche un po’ troppo adattati alle situazioni, lasciandoci scorrere tutto alle spalle come fosse una noiosa routine. La nostra vita si è infiacchita A parere di parecchi antropologi proprio per questo tipo di situazione, la gente italiana di oggi (e del futuro) rischia “un eccessivo rilassamento mentale e fisico”. Ebbene sì, la passività (e non solo quella del fumo) agli eventi della vita fa male! Sempre a parere di molti studiosi (medici e psicologi in primis), dunque sembra necessario, per ottenere una vita equilibrata, uscire di casa, stirarsi un po’ la schiena, salire su una bici e, come dice la famosa

massima, “andare dove ci porta il cuore”. La mente più rilassata, cogliendo numerosi stimoli sensoriali (la vista di un bel panorama, l’odore particolare di un luogo, il vento sulla pelle … ad esempio), si attiva, diventa più veloce,

allenata. Il corpo, invece, logicamente, risente positivamente dei movimenti fisici: la bicicletta è considerata un toccasana da molti medici esperti. E poi, come negare a noi stessi il piacere della scoperta, del movimento, della solitudine? I pensieri si riordinano, le soluzioni ai problemi riaffiorano e la musica dell’anima riprende. Ma la bici non è l’unico “mezzo per raggiungere il proprio benessere” -perché è di benessere che si tratta poi:

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Ed eccoci qua con la prima uscita ufficiale del nostro giornalino s c o l a s t i c o . Quest’anno vogliamo rendere queste pagine più interessanti e divertenti per tutti, dai maturandi ai ragazzi di prima. Per questo ho deciso di creare questa sorta di rubrica. Dicesi rubrica un elenco di ….in questo caso di e s p e r i e n z e , d i situazioni che molto probabilmente vi sono già capitate o vi capiterà di vivere. Chissà quante volte ti sei chiesto: “Chissà c o s a s a r e b b e successo se avessi detto o fatto quella c o s a … . ” Ecco, questa è la rubrica delle “10 cose da non dire quando..” oppure “10 cose da non fare quando..” Cominciamo subito! Il tuo lui ha deciso di troncare la vostra per te bellissima storia d’amore. La tua lei ti ha scaricato e tu non ne avevi proprio voglia. Non l’hai presa bene. Ecco le 10 cose da non fare q u a n d o s i v i e n e l a s c i a t i : • Gettarsi a piombo sulla Nutella. Non ti renderà più felice. Piuttosto ti creerà dei problemi con qualche nuovo coinquilino che verrà ad abitare sulla tua fronte. Certo, se ti senti solo una seconda testa potrebbe sempre aiutare,

• Fare un falò con tutte le foto e i vari ricordini. I falò di solito si fanno a ferragosto e adesso c’è un’ordinanza che vieta anche quelli. Evita i fuochi, divertiti a giocare a freccette con le f o t o b e c c a n d o s o l o l u i . • No alcol please. Una“bella sbronza”

non funziona. Il giorno dopo alito pesante e fegato allo stato di un fagiolo degradato. Senza parlare del mal di testa. • Ascoltare canzoni da lacrima automatica. Il repertorio varia da 1 a 3 testi che ti possono ridurre ad uno stato vegetativo. Si tratta di grandi classici come “Wish you were here”

dei Pink Floyd a “Someone like you” di Adele. Si temono allagamenti in c a m e r a . • Non distruggere psicologicamente i tuoi amici. Visto che ti vogliono bene non infiammare le loro orecchie con interminabili monologhi sull’ex . Potrebbero sognare di ghigliottinarti. Potresti far loro l’effetto del risveglio il lunedì mattina. O peggio potrebbero iniziare a dileguarsi o ad avere urgente bisogno della toilette quando arrivi tu. • Evita le chiamate, specialmente notturne. Vuoi vendicarti e chiamarlo nel bel mezzo della notte per svegliarlo per puro divertimento o per chiedergli di tornare? Meglio non farlo, questione di dignità. Le preghiere si dicono in

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Marocco, terra da scoprire…

Lungi dai numerosi luoghi comuni che lo circondano, il Marocco

nasconde infinite bellezze

Non tutti conoscono la vera faccia del Marocco. La maggior parte delle persone, quando sente il nome di questo stato, è spinta a pensare subito al terrorismo. questo a causa della strage dell’ 11 settembre 2001 alle Torri Gemelle, attentato, compiuto da Al-Qaida, Il M a r o c c o t u t t a v i a , contrariamente a quello che si pensa, è uno degli stati africani e arabi più sviluppati a livello sociale, che riconosce i diritti delle donne e le diverse libertà: di culto, di stampa, di parola… Purtroppo, non tante persone conoscono le bellezze che si possono trovare in questa terra: il contrasto tra il deserto del Sahara e le montagne innevate dell’ Ifrane ,il mar Mediterraneo e l’oceano Atlantico. Il Marocco è un paese berbero-arabo nel nord-ovest dell'Africa il cui nome deriva da Marrakesh, capitale e città imperiale tra il 1062 e il 1273. Abitato fin dalla dai berberi, il paese conobbe la colonizzazione di vari popoli come fenici, cartaginesi, romani, vandali, bizantini e infine dagli arabi. Nel 788, salì al potere per la prima volta una dinastia araba, quella degli Idrissidi, che regnò fino al 917 e che diffuse l'islam tra le popolazioni berbere. Il Marocco è stato fonte d'ispirazione per molti artisti stranieri. Il pittore francese Eugene Delacroix ha dipinto molti quadri ispirandosi ad esso,

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avendolo visitato negli anni '30 del XIX secolo; a partire da questo momento i suoi quadri presentano scorci di mercati marocchini e scene di vita negli harem. Un secolo dopo la stessa passione travolse anche Hollywood: prima venne Marlene Dietrich con Marocco, quindi, nel 1942 quello che è poi diventato un classico, Casablanca. La bevanda nazionale del Marocco è il tè alla menta , preparato con tè verde cinese, rametti di menta fresca;il piatto nazionale è il 'couscous', semola finemente macinata e cotta che di solito accompagna uno stufato di agnello e verdure. Un altro piatto molto diffuso è il 'tajine', un ottimo stufato di carne e verdure aromatizzato con erbe e spezie; prende il nome dal contenitore in cui cuoce, un basso piatto di terracotta con un alto coperchio di forma conica. Un ultimo buon motivo, per scoprire la splendida terra del Marocco…

Sana Rhazouani

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OSCAR 2013: la notte delle “star”!

L’ambito premio cinematografico quest’anno è andato a ...

Chi mai potrebbe interessarsi ad una serata in cui assegnano insignificanti s t a t u e t t e d o r a t e a r i c c o n i hollywoodiani? A noi, ovviamente! La consegna degli Oscar 2013, il 24 febbraio, è stata l’85ª edizione con nuove e vecchie grandi icone del c i n e m a .

Numerosissime le categorie e i candidati, ma solo uno il vincitore per ognuna! Come miglior film, il premio va ad “Argo”, un’inaspettata vittoria, della quale ha parlato Ben Affleck: attore protagonista e regista. Il premio miglior attore protagonista va a Daniel Day-Lewis, che ha brillantemente interpretato il celebre presidente americano Abramo Lincoln nel film “Lincoln”. Il miglior attore non protagonista è stato vinto dal fantastico Christoph Waltz, capace di comunicare stati d’animo attraverso il solo movimento delle sopracciglia! Christoph ha

nista nel film “Il lato positivo”. La ventiduenne, oltre ad essere la seconda più giovane ad aver vinto un Oscar, è stata anche incredibilmente impacciata cadendo lungo la scalinata e, ai SAG Awards, il suo splendido lungo abito da sera in seta blu ha “ceduto”,

l a s c i a n d o intravedere le gambe ma, n o n o s t a n t e t u t t o , h a regnato col suo premio c o m e , appunto, una vera regina. La miglior attrice n o n protagonista, è stata Anne

Hathaway, ne “Les Miserables”. La serata è stata piena di scherzose battute, lunghi ringraziamenti e tanta musica, infatti, la famosissima cantante Adele, ha vinto l’Oscar per aver cantato “ S k y f a l l ” , c o l o n n a s o n o r a dell’omonimo film. Buffe curiosità sulla serata, oltre alla caduta di Jennifer Lawrence, sono state le stampelle dell’attrice Kristen Stewart (che insieme all’attore Daniel Radcliffe ha presentato la miglior scenografia), si dice abbia calpestato scalza dei vetri... a lei andrebbe l’Oscar per l’attrice più maldestra!

Martina Marsico

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Nativi e tardivi digitali

Come conoscere e affrontare le nuove tecnologie, sempre di più parte

integrante della nostra vita

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Le moderne tecnologie sono ormai parte della nostra vita quotidiana, e sembrano essere indispensabili per la società e per potervi vivere bene. Fin da piccoli si impara a giocare con tablet e pc, per non parlare degli smartphone. E’ risaputo che l’uomo sia un animale sociale e oggi se non hai un profilo facebook sei “out”. Gli adolescenti e i bambini si sono adeguati rapidamente all’arrivo di queste tecnologie nella loro vita. Ma i genitori come reagiscono ai rapidi cambiamenti che ha subito la società? Quali sono pregi e difetti che ha portato con sé questo stile di vita? Il giornalista scientifico Andrea Vico è riuscito a presentare questi due mondi illustrando egregiamente pregi e difetti che caratterizzano due generazioni così vicine eppure diversissime tra loro: “Mentre noi siamo abituati

all’uso di social network i genitori,

abituati ad un altro stile di vita, sono

come degli immigrati in un mondo

sconosciuto: partono con il loro

bagaglio di conoscenze senza sapere

cosa li aspetta”.

La differenza principale tra il mondo di ieri e quello odierno è la mancanza di contatto fisico: oggi si ha la p o s s i b i l i t à d i “ v i v e r e contemporaneamente in due mondi” e la si può considerare un’arma a doppio taglio in quanto siamo in grado di fare più cose contemporaneamente, ma spesso ci dimentichiamo quale sia il mondo “reale” , dove sia l’IO vero e quale sia più importante. Se un amico

riempiamo di messaggi mentre una volta se un amico aveva bisogno era necessario correre sotto casa sua e passare del tempo assieme. Le statistiche parlano chiaro: più del 90% degli adolescenti utilizza un computer e molti lo usano in media 3 ore. Queste tecnologie hanno dato la possibilità di avere degli stimoli a cui rispondiamo (questo si rifà agli studi di Pavlov, per cui ad uno stimolo si associa una risposta) e questo è positivo... ma quando non ci sono più stimoli? Ci sentiamo vuoti. Bisogna inoltre stare attenti, poiché anche i sistemi più protetti sono a rischio. Lo dimostra un test svolto di recente: le “cavie” erano sottoposte ad una lettura della mente (falsa) attraverso la quale l’indovino conosceva tutti i loro dati personali. Il trucco è subito svelato: hacker che accedono ai nostri dati privati, anche a quelli bancari . Fortunatamente però, questo mondo parallelo ha anche lati positivi: la ricerca è più rapida, si apprende più in fretta e si possono fare più cose contemporaneamente. I bambini non hanno perso il modo di apprendere toccando e percependo, lo fanno solo in maniera diversa e la scuola dovrebbe adeguarsi alle nuove tecnologie per consentire agli allievi u n mi g l i o r r e nd imen to . E ’ fondamentale, dunque, cercare di mantenere una via di mezzo tra ieri e oggi, trovare un punto di incontro per consentite un migliore stile di vita.

Letizia Recca