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Deliberazione n. 8/2011/G REPUBBLICA ITALIANA Corte dei conti Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato I, II e Collegio per il controllo sulle entrate nell’adunanza e Camera di consiglio del 13 luglio 2011 * * * Visto il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con R.D. 12 luglio 1934, n. 1214; vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20; vista la legge 20 dicembre 1996, n. 639; visto il regolamento per l’organizzazione delle funzioni di control- lo, approvato con deliberazione n. 14/2000 delle Sezioni Riunite in data 16 giugno 2000 e successive modificazioni; visto il programma di controllo per l’anno 2010, approvato con deliberazione della Sezione n. 25/2009/G depositata in Segreteria il 30 dicembre 2009 ed in particolare l’indagine rubricata sub I.1 della suddet- ta deliberazione concernente gli “Effetti degli istituti definitori alternativi al contenzioso”; vista la relazione con la quale il Consigliere Paolo Santomauro ha riferito sull'esito dell’indagine; vista l'ordinanza del 23 giugno 2011, con la quale il Presidente della Sezione di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato ha convocato il I, il II ed il Collegio per il controllo entrate per l'adunanza

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Deliberazione n. 8/2011/G

REPUBBLICA ITALIANA

Corte dei conti

Sezione centrale di controllo

sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato

I, II e Collegio per il controllo sulle entrate

nell’adunanza e Camera di consiglio del 13 luglio 2011

* * *

Visto il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con

R.D. 12 luglio 1934, n. 1214;

vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20;

vista la legge 20 dicembre 1996, n. 639;

visto il regolamento per l’organizzazione delle funzioni di control-

lo, approvato con deliberazione n. 14/2000 delle Sezioni Riunite in data

16 giugno 2000 e successive modificazioni;

visto il programma di controllo per l’anno 2010, approvato con

deliberazione della Sezione n. 25/2009/G depositata in Segreteria il 30

dicembre 2009 ed in particolare l’indagine rubricata sub I.1 della suddet-

ta deliberazione concernente gli “Effetti degli istituti definitori alternativi

al contenzioso”;

vista la relazione con la quale il Consigliere Paolo Santomauro ha

riferito sull'esito dell’indagine;

vista l'ordinanza del 23 giugno 2011, con la quale il Presidente

della Sezione di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato

ha convocato il I, il II ed il Collegio per il controllo entrate per l'adunanza

2

del 13 luglio 2011, ai fini della pronunzia, ai sensi dell'articolo 3 comma 4

della l. n. 20/1994, sulle attività di gestione in argomento;

vista la nota n. 0006108 del 24 giugno 2011, con la quale il Servi-

zio adunanze della Segreteria della Sezione ha trasmesso la relazione al-

le Amministrazioni interessate e convocate le stesse per l’adunanza del

13 luglio 2011;

udito il Relatore;

uditi per le Amministrazioni convocate:

• La Dott.ssa Silvia Allegrini del Ministero dell’economia e delle

finanze, dirigente;

• La Dott.ssa Adelina Rosanna De Cilla ed il Dott. Felice Schipani

dell’Agenzia delle entrate, dirigenti;

DELIBERA

di approvare, con integrazioni individuate dall’adunanza collegiale, l’alle-

gata relazione conclusiva dell’indagine;

ORDINA

• che la presente deliberazione e l’unita relazione - ai sensi e per gli ef-

fetti dell’art. 3, comma 6 della l. n. 20/94, modificato dall’art. 1, com-

ma 172 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, nella parte che pre-

scrive alle Amministrazioni controllate di comunicare alla Corte “entro

sei mesi dalla data del ricevimento della relazione” le misure conse-

guenzialmente adottate, e dall’art. 3, comma 64, l. 24 dicembre

2007, n. 244/2007, il quale prescrive che le stesse Amministrazioni,

ove ritengano di non ottemperare ai rilievi della Corte, adottino, entro

un mese dalla data di ricezione del referto, apposito motivato provve-

3

dimento - sia trasmessa, a cura della Segreteria della Sezione:

− alla Presidenza del Senato della Repubblica e della Camera dei

Deputati;

− alle Commissioni bilancio del Senato della Repubblica e della Ca-

mera dei Deputati;

− alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, quale organo di coordi-

namento dell’attività amministrativa del Governo;

− alle Amministrazioni convocate per l’adunanza;

• che, ai sensi e per gli effetti dell’art. 41, R.D. 11 luglio 1934, n. 1214,

copia della presente delibera e unita relazione sia trasmessa al com-

petente Collegio delle Sezioni Riunite, affinché possa trarne deduzioni

ai fini del referto al Parlamento sul Rendiconto Generale dello Stato

anche in ordine alle modalità con le quali le Amministrazioni interes-

sate si sono conformate alla vigente disciplina finanziaria e contabile.

IL PRESIDENTE

Giorgio CLEMENTE

IL RELATORE

Consigliere Paolo SANTOMAURO

Depositata in Segreteria 20 luglio 2011

Il DIRIGENTE

Dott.ssa Cesira Casalanguida

Sezione centrale di controllo sulla gestione

delle Amministrazioni dello Stato

* * * * *

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

Il Magistrato istruttore

Cons. dott. Paolo Santomauro

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

I

I N D I C E

Indice pag I

Legenda “..” 1

Sintesi “..” 2

1. Gli istituti deflativi del contenzioso “ “ 5

1.1 Autotutela. “ “ 5

1.2 La rinuncia all’impugnativa (c.d. acquiescenza). “ “ 8

1.3 La conciliazione giudiziale. “ “ 11

1.4 Accertamento con adesione. “ “ 13

1.5 Adesione ai contenuti dell’invito al contraddittorio. “ “ 15

1.6 Adesione al contenuto dei verbali di constatazione “ “ 16

1.7 Il ravvedimento. “ “ 18

1.8 La definizione agevolata delle sanzioni. “ “ 20

1.9 Deflazione del contenzioso in Commissione Tributaria Centrale e in Cassazione.

“ “ 22

1.10 Diritto di interpello. “ “ 26

2. Effetti dell’applicazione degli istituti deflattivi del contenzioso. Dati del bilancio dello Stato

“ “ 29

3. L’applicazione degli istituti deflattivi del contenzioso in relazione agli accertamenti (e al seguito degli stessi)

“ “ 39

3.1 Numero dei controlli / accertamenti “ “ 42

3.1.1 Controlli con esito positivo e negativo. (dati sub I, L e M). “ “ 44

3.1.2 Accertamenti non impugnati né definiti con interventi alternativi e deflattivi del contenzioso. (dati sub I e H).

“ “ 45

3.1.3 Accertamenti definiti per adesione. (dati sub A, B, C, D e I). “ “ 46

3.1.4 Accertamenti non impugnati ma definiti per acquiescenza. “ “ 48

3.1.5 Accertamenti impugnati. (dati sub F, F1 ed I). “ “ 48

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

II

3.1.6 Accertamenti definiti in sede di autotutela. (dati sub G). “ “ 49

3.2 Maggiore imposta accertata (MIA) e definita (MID) “ “ 50

3.2.3 Importi totali di MIA e MID. (dati sub I, L e M). “ “ 51

3.2.4 MIA e MID degli accertamenti non impugnati né definiti per adesione o acquiescenza. (dati sub H, I ed M).

“ “ 52

3.2.5 MIA e MID degli accertamenti impugnati. (dati sub F e I).

“ “ 54

3.2.6 MIA e MID degli accertamenti non impugnati, ma definiti per adesione. (dati sub A, B, C, D ed I). “ “ 55

3.2.7 MIA e MID degli accertamenti definiti per rinuncia all’impugnazione. (dati sub E). 58

3.2.8 MIA e sanzioni degli accertamenti definiti in sede di autotutela.(dati sub G). 59

4. Sanzioni “ “ 61

4.1 Numero dei controlli / accertamenti “ “ 61

4.1.1 Importi totali delle sanzioni connesse a MIA e MID (dati sub F, H, e D).

“ “ 63

4.1.2 Sanzioni accertate e definite relative agli accertamenti definiti per adesione.(dati sub D).

“ “ 66

4.1.3 Sanzioni accertate e definite negli accertamenti definiti per rinuncia all’impugnazione (dati sub E). “ “ 68

5. Riscossioni “ “ 70

6. Aggiornamenti “ “ 80

7. Adunanza del 13 luglio 2011 “ “ 84

8. Conclusioni “ “ 85

9. Considerazioni finali e raccomandazioni “ “ 94

Appendice “ “ 98

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

1

LEGENDA

• A - Accertamenti definiti per adesione ai verbali di constatazione (art. 5 bis

D.Lgs 218/97);

• B - Accertamenti definiti per adesione agli inviti (art. 5 comma 1 bis D.Lgs

218/97);

• C - Accertamenti definiti per adesione ordinaria;

• D = (A+B+C) - Totale accertamenti definiti per adesione;

• E - Accertamenti definiti per rinuncia all'impugnazione (acquiescenza ex art.

15 D.Lgs 218/97);

• F - Accertamenti notificati e impugnati;

• F1 – Parziale di F relativo alla conciliazione giudiziale perfezionata;

• G - Accertamenti notificati annullati in autotutela;

• H - Accertamenti notificati non impugnati (né definiti per adesione o

acquiescenza);

• I = (D+E+F+G+H) - Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati;

• L - Accertamenti con esito negativo (non notificati);

• M = (I+L) - Totale accertamenti eseguiti

• MIA - Maggior Imposta Accertata;

• MID - Maggior Imposta Definita

• SAT – Sanzioni Accertate Totali

• SDT – Sanzioni Definite Totali

• NB Nei dati riportati sono esclusi gli accertamenti parziali automatizzati ex art.

41-bis del DPR 600/73.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

2

Sintesi.

Il legislatore ha ritenuto opportuno prevedere una serie di strumenti per

consentire la definizione delle controversie tributarie senza dover instaurare o dover

proseguire un contenzioso in sede giurisdizionale. La finalità di prevenire le liti o di

concordare modalità per raggiungere soluzioni conciliatorie, alternative al

contenzioso e quindi in grado di deflazionarlo, deriva dall’ovvia considerazione che

non iniziare o non continuare una causa può essere conveniente sia per il

contribuente che per l’Amministrazione, se sussistono le condizioni che consentono

di effettuare questa scelta e se ciò risponde all’interesse generale.

Gli istituti definitori e deflattivi in questione, di cui i più noti sono

l’accertamento per adesione, l’acquiescenza e la conciliazione giudiziale, a parte

l’autotutela, hanno ciascuno specifiche caratteristiche e disciplina, che sono

analiticamente illustrate nel paragrafo 1. La loro applicazione comporta di norma

una diminuzione delle maggiori imposte definite (MID) rispetto alle maggiori

imposte accertate (MIA), una riduzione delle sanzioni rispetto a quelle

originariamente irrogate e particolari effetti sugli importi, modalità e risultati delle

riscossioni; tutte conseguenze che possono essere convenientemente quantificate e

valutate solo in rapporto ai corrispondenti accertamenti.

L’obiettivo dell’indagine è consistito appunto nell’individuazione di tali

effetti e conseguenze, anche allo scopo di poter infine esprimere un giudizio sulla

efficacia degli istituti deflattivi e sulla gestione dei medesimi.

Questa ricerca è stata effettuata con riferimento al quadriennio 2006 - 2009

e si è basata su dati relativi agli accertamenti riguardanti II.DD. IVA ed IRAP,

esclusi gli accertamenti parziali automatizzati ex art.41-bis DPR n. 600/1972,

ottenuti, nel contesto di una impegnativa istruttoria, dall’Agenzia delle entrate. Nel

referto (v. paragrafo 6) si dà conto anche di aggiornamenti delle situazioni al 2010,

ma nei limiti resi possibili dalla non ancora completata elaborazione ed acquisizione

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

3

dei dati, rilevati fino al 31/5/2011. Non sarebbero stati invece confacenti per le

finalità dell’indagine i dati delle entrate erariali derivanti dagli istituti deflattivi

indicati nel bilancio dello Stato in quanto, come si sottolinea al paragrafo 2, non

possono desumersi dal bilancio dello Stato i rapporti di tali entrate ( desunte dalle

riscossioni e dai versamenti) con i corrispondenti originari accertamenti (MIA e

MID). Dai dati del bilancio dello Stato non è dunque possibile avere

adeguata conoscenza degli effetti dell’applicazione dei suddetti istituti;

questi dati risultano in ogni caso parziali (in particolare non comprendono l’IRAP;

riguardano non tutti gli istituti deflattivi individuati invece nel presente referto; non

evidenziano un chiaro collegamento tra i singoli istituti e i corrispondenti capitoli).

L’analisi, dettagliatamente illustrata con numerosi prospetti, ha

evidenziato, a livello nazionale, che la MID totale del quadriennio è stata

pari solo al 51,2% della MIA originaria, con un quasi dimezzamento, quindi,

delle originarie pretese fiscali. Ha evidenziato inoltre che i mezzi di definizione

delle controversie tributarie alternative al contenzioso, vale a dire

l’autotutela, l’accertamento per adesione (nelle tre procedure dell’adesione

ordinaria, caratterizzata dal previo contraddittorio tra fisco e contribuente,

dell’adesione agli inviti a comparire e dell’adesione ai processi verbali di

constatazione), l’acquiescenza nonché la conciliazione giudiziale, pur consentendo,

certo positivamente, una riscossione di importi vicini alle rispettive MID, alle

connesse sanzioni ed eventuali interessi, hanno riguardato accertamenti e

riscossioni di numero ed importi (di MIA e poi MID) di modesta entità

(11,26%) se rapportati ai totali degli accertamenti, in qualunque modo

sorti e/o definiti. E che invece i numeri e gli importi più elevati (46,15%)

sono da riferirsi agli accertamenti non impugnati, per i quali si è registrato,

altresì, il più basso livello di riscossione, soprattutto spontaneo, non tramite

ruolo. Ne deriva, come viene tra l’altro esposto nelle conclusioni, che molta parte

dei debiti tributari risultanti dagli originari accertamenti (siano essi stati impugnati,

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

4

o non impugnati, o definiti con strumenti alternativi al contenzioso) non vengono

incassati e che gli accertamenti non impugnati sono quelli di minor resa in termini

di riscossioni. Le mancate impugnazioni, cioè l’inerzia di fronte alle pretese

dell’Amministrazione, appaiono dunque per molti contribuenti preferibili rispetto alle

definizioni realizzabili grazie agli istituti deflattivi del contenzioso, malgrado le

agevolazioni e le riduzioni delle sanzioni che queste comportano.

Va precisato, infine, che a livello regionale (v. paragrafo conclusioni e

Appendice)i dati sopra riassunti presentano degli scostamenti rispetto alla media

nazionale, ma che tali scostamenti, per quanto talvolta importanti, non smentiscono

affatto le risultanze e le considerazioni alle quali si è pervenuti.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

5

1. Gli istituti deflattivi del contenzioso.

Considerato che ognuno degli strumenti o istituti di cui trattasi può essere

utilizzato in presenza di specifiche condizioni e comportare specifiche conseguenze,

anche se talvolta comuni a quelle di altro istituto, i meccanismi di attivazione e

l’entità degli effetti possono essere adeguatamente compresi e valutati solo

conoscendo e tenendo presenti le normative e le caratteristiche che li

contraddistinguono.

Di seguito sono perciò esposte caratteristiche e disciplina degli istituti

deflattivi più tradizionali (annullamento in autotutela; acquiescenza con rinuncia

all’impugnazione; conciliazione giudiziale; accertamento con adesione del

contribuente), di quelli più recentemente introdotti (adesione al contenuto degli

inviti al contraddittorio; adesione ai contenuti dei verbali di constatazione) nonché

di altri comportamenti che hanno o possono anch’essi avere un effetto deflattivo

(ravvedimento operoso; definizione agevolata del debito delle sanzioni; deflazione

delle controversie giunte in Commissione Tributaria Centrale (CTC) e in Cassazione

dopo due gradi di giudizio di soccombenza dell’Amministrazione; esercizio del diritto

di interpello.)1.

1.1. Autotutela.

L’autotutela in materia tributaria si sostanzia nel potere, discrezionale, degli

uffici dell’amministrazione finanziaria di annullare, rivedere e correggere i propri atti

riconosciuti illegittimi o infondati 2. Non è possibile esercitare il potere di autotutela

1 L’analisi e l’applicazione degli istituti deflattivi del contenzioso sono oggetto di apposite circolari dell’Agenzia delle entrate, alle quali si è fatto opportunamente riferimento nell’illustrazione che segue. Per quanto riguarda gli istituti deflattivi più tradizionali si è tenuto conto, in particolare, del contributo informativo trasmesso dall’Agenzia in data 16 luglio 2010 prot. 108673.

2 Il potere di autotutela trova espressa previsione in specifiche disposizioni normative: art. 68, comma 1, del D.P.R. 27 marzo 1992, n. 287, successivamente abrogato dall’art. 23, lettera mm), n. 7, del

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

6

per motivi sui quali sia intervenuta sentenza passata in giudicato favorevole

all’Amministrazione finanziaria (art. 2, comma 2, del D.M. n. 37 del 1997) né in

caso di giudicato sfavorevole in quanto l’amministrazione è tenuta a conformarsi

alle statuizioni contenute nella decisione giurisdizionale (art. 68 del D. Lgs. n. 546

del 1992).

L’ufficio non può dunque esercitare l’autotutela in presenza di decisioni dei

giudici che riguardano il merito della controversia. Non così, invece, per le sentenze

dal contenuto meramente processuale (ad esempio, la sentenza passata in

giudicato che abbia dichiarato l’inammissibilità del ricorso).

L’autotutela può essere esercitata anche in pendenza di giudizio (anche se

sono scaduti i termini di impugnazione: circolare n. 258/E del 4 novembre 1998);

su istanza di parte, ovvero su iniziativa dell’ufficio, nei confronti di un atto

illegittimo o infondato3 e portare all’annullamento totale o parziale di tale atto.

Il provvedimento di annullamento a seguito di autotutela deve

necessariamente contenere le motivazioni che hanno indotto l’ufficio ad annullare

l’atto in tutto o in parte ed evidenziare l’interesse dell’Amministrazione a questo

tipo di decisione. Infatti, l’illegittimità o l’infondatezza dell’atto non è da sola

D.P.R. 26 marzo 2001, n. 107; art. 2-quater del D.L. 30 settembre 1994, n. 564, convertito dalla legge 30 novembre 1994, n. 656, successivamente modificato dall’art. 27 della legge 18 febbraio 1999, n. 28; D.M. 11 febbraio 1997, n. 37; art. 7, comma 2, lettera b), della legge 27 luglio 2000, n. 212. L’art. 68, comma 1, del D.P.R. n. 287 del 1992 disponeva che “Salvo che sia intervenuto giudicato, gli uffici dell’Amministrazione finanziaria possono procedere all’annullamento, totale o parziale, dei propri atti riconosciuti illegittimi o infondati con provvedimento motivato comunicato al destinatario dell’atto”. Con l’art. 2-quater del D.L. n. 564 del 1994, il legislatore ha previsto che “Con decreti del Ministero delle finanze sono indicati gli organi dell’Amministrazione finanziaria competenti per l’esercizio del potere di annullamento d’ufficio o di revoca, anche in pendenza di giudizio o in caso di non impugnabilità, degli atti illegittimi o infondati. Con gli stessi decreti sono definiti i criteri di economicità sulla base dei quali si inizia o si abbandona l’attività dell’Amministrazione”. Inoltre, al comma 1-bis dell’art. 2-quater, e stato stabilito che “Nel potere di annullamento o di revoca (…) deve intendersi compreso anche il potere di disporre la sospensione degli effetti dell’atto che appaia illegittimo o infondato”. Sulla base dell’art. 2-quater predetto è stato emanato il D.M. 11 febbraio 1997, n. 37, che ha provveduto alla concreta regolamentazione dell’istituto dell’autotutela. Da ultimo, l’art. 7 della legge n. 212 del 2000, in tema di chiarezza e motivazione degli atti, ha disposto che gli atti dell’amministrazione finanziaria devono tassativamente indicare l’organo e l’autorità amministrativa presso i quali è possibile promuovere un riesame anche nel merito dell’atto in sede di autotutela.

3 Secondo il tradizionale inquadramento della dottrina, l’illegittimità riguarda quegli errori che attengono agli aspetti procedimentali dell’attività istruttoria o ai profili formali, mentre l’infondatezza attiene agli errori sui fatti oggetto d’imposizione e alle questioni estimative inerenti alla qualificazione della materia imponibile.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

7

condizione sufficiente a determinare un intervento in via di autotutela, essendo

necessaria la sussistenza congiunta di un interesse “concreto ed attuale” dell’A.F.

all’annullamento. Con riferimento all’illegittimità o all’infondatezza dell’atto

impositivo, l’art. 2 del D.M. n. 37 del 1997 ha individuato, a titolo meramente

esemplificativo, le ipotesi in cui può frequentemente porsi un intervento in via di

autotutela 4.

Il comma 1-bis dell’art. 2-quater del D.L. n. 564 del 1994 (aggiunto dalla

legge 18 febbraio 1999, n. 28) ha previsto che nel potere di annullamento o di

revoca (...) deve intendersi compreso anche il potere di disporre (prima di adottare

l’eventuale provvedimento di annullamento) la sospensione degli effetti dell’atto che

appaia illegittimo o infondato 5.

La presentazione di un’istanza di autotutela non sospende i termini per

l’eventuale presentazione del ricorso innanzi alla Commissione tributaria

provinciale. Pertanto, l’atto di cui si chiede il riesame ai fini dell’annullamento, se

non impugnato entro sessanta giorni dalla notifica, diviene definitivo.

Infine, qualora l’ufficio accolga l’istanza di autotutela presentata dal

contribuente, il provvedimento va portato a conoscenza del contribuente prima

della scadenza dei termini per l’impugnazione, onde evitare che si attivi inutilmente

il contenzioso (circolare n. 258/E del 4 novembre 1998).

L’annullamento dell’atto illegittimo comporta automaticamente

l’annullamento degli atti a esso consequenziali (ad esempio, il ritiro di un avviso di

4 Precisamente, il comma 1 del predetto art. 2 dispone che “L’Amministrazione finanziaria può procedere, in tutto o in parte, all’annullamento o alla rinuncia all’imposizione in caso di autoaccertamento, senza necessità di istanza di parte, anche in pendenza di giudizio o in caso di non impugnabilità, nei casi in cui sussista illegittimità dell’atto o dell’imposizione, quali tra l’altro:a) errore di persona;b) evidente errore logico o di calcolo;c) errore sul presupposto dell’imposta; d) doppia imposizione; e) mancata considerazione di pagamenti di imposta regolarmente eseguiti;f) mancanza di documentazione successivamente sanata, non oltre i termini di decadenza; g) sussistenza dei requisiti per fruire di deduzioni, detrazioni o regimi agevolativi, precedentemente negati;h)errore materiale del contribuente, facilmente riconoscibile dall’Amministrazione”.

5 Dunque, la facoltà di sospendere gli effetti dell’atto discende dalla più ampia potestà di autotutela (risoluzione n. 21/E del 7 febbraio 2007). Con la circolare del 6 marzo 1998, n. 77/E, il soppresso Dipartimento delle entrate era pervenuto a tale conclusione rilevando al riguardo come “il potere di autotutela includa logicamente anche quello di sospensione degli effetti dell’atto al fine di consentire all’ufficio di valutarne la legittimità e la fondatezza, prima di adottare l’eventuale provvedimento di annullamento”.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

8

accertamento infondato comporterà l’annullamento della conseguente iscrizione a

ruolo e delle relative cartelle di pagamento) e la restituzione delle somme riscosse

sulla base degli atti annullati (circolare n. 198/S del 5 agosto 1998).

Secondo una costante giurisprudenza il potere di autotutela costituisce una facoltà

discrezionale che non può essere sindacata nel merito in sede giurisdizionale. In

altri termini, ad avviso della giurisprudenza di legittimità, “il mancato esercizio del

potere di autotutela da parte della pubblica amministrazione non è sindacabile (…),

trattandosi di esercizio di un potere discrezionale della stessa e non di un obbligo

giuridico” (Cass. n. 1710 del 26 gennaio 2007) 6.

1.2. La rinuncia all’impugnativa (c.d. acquiescenza).

L’istituto è stato introdotto nell’ordinamento tributario con l’art. 15 del

decreto legislativo n. 218 del 1997. La norma prevede al comma 1 la riduzione ad

un terzo delle sanzioni irrogate 7 dai competenti uffici qualora il contribuente non

impugni gli avvisi di accertamento o di liquidazione dei tributi dovuti: per le

violazioni in materia di imposte sui redditi e di imposta sul valore aggiunto; per

l’insufficiente dichiarazione di valore agli effetti dell’imposta di registro; per

l’omessa o tardiva dichiarazione della successione o di quella sostitutiva, nonché

per l’incompletezza e l’infedeltà della stessa.

La predetta riduzione compete qualora siano rispettate tutte le condizioni

espressamente previste dall’articolo 15. Pertanto, è necessario che il contribuente:

rinunci ad impugnare l’avviso di accertamento; rinunci a presentare l’istanza di

6 Ne consegue che il sindacato del giudice tributario può riguardare il corretto esercizio del potere discrezionale dell’Amministrazione finanziaria, nel senso che il giudice tributario investito del rifiuto dell’Amministrazione finanziaria di esercitare il potere di autotutela ha facoltà di giudicare sulla legittimità di tale rifiuto, ma non sulla fondatezza della pretesa fiscale, che costituirebbe indebita sostituzione della funzione giurisdizionale a quella amministrativa (Cass., SS.UU., n. 7388 del 27 marzo 2007; Cass., SS.UU., n. 9669 del 23 aprile 2009).

7 La riduzione delle sanzioni è stata modificata da ¼ ad ⅓ dalla legge di stabilità per il 2011. (L. 13. 12. 2010, n.220: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato, legge di stabilità 2011, pubblicata nella G.U. 21. 12. 2010 n. 297, S.O). Tale legge ha tra l’altro stabilito, in generale, l’aumento delle sanzioni di ¼ a 1/3 e di 1/8 a 1/6.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

9

accertamento con adesione (v. oltre); provvedendo inoltre a pagare, entro il

termine per la proposizione del ricorso, le somme complessivamente dovute,

tenendo conto della riduzione delle sanzioni.

Con l’articolo 21, comma 22, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 che ha

sostituito, con effetto dal 1° gennaio 1998, il comma 2 dell’articolo 15 del decreto

legislativo 19 giugno 1997, n. 218, il legislatore ha ampliato gli effetti conseguenti

alla definizione per mancata impugnazione degli avvisi di accertamento,

equiparandoli sostanzialmente a quelli conseguenti alla definizione a seguito

dell’accertamento con adesione in materia di imposte sui redditi e di imposta sul

valore aggiunto 8.

Successivamente sono state introdotte significative modifiche all’istituto

della rinuncia all’impugnativa, con la previsione della possibile riduzione delle

sanzioni prima a un 1/8 e poi a 1/6 a seguito della legge n. 220/2010, di stabilità

per il 2011, e con la possibilità del pagamento rateale del debito.

L’art. 27, comma 4-ter, del decreto legge n. 185 del 2008, aggiunto in sede

di conversione in legge, ha integrato l’art. 15 del decreto legislativo n. 218 del

1997, inserendo il nuovo comma 2-bis. Con la nuova disposizione, è stato stabilito

che, nei casi di avviso d’accertamento e di liquidazione che non siano stati preceduti

dall’invito al contraddittorio (d’iniziativa dell’ufficio) previsto per l’accertamento con

adesione, le sanzioni debbano essere ridotte alla metà di quelle previste negli

ordinari casi di definizione per mancata impugnazione da parte del contribuente,

8 Pertanto l’accertamento in materia di imposte sui redditi e/o di imposta sul valore aggiunto, definito per omessa impugnazione successivamente al 1 gennaio 1998, oltre alla riduzione, ora ad un terzo, delle sanzioni irrogate per le violazioni indicate all’articolo 2, comma 5, del citato decreto legislativo n. 218, produce gli ulteriori effetti previsti dalle disposizioni degli articoli 2, commi 3, 4 e 5, ultimo periodo, e 8, commi 2, 3 e 3-bis del medesimo decreto legislativo. Si rammenta che l’accertamento definito con adesione non è soggetto ad impugnazione, non è integrabile o modificabile da parte dell’ufficio e non rileva ai fini dell’imposta comunale per l’esercizio di imprese e di arti e professioni, nonché ai fini extratributari, fatta eccezione per i contributi previdenziali e assistenziali, la cui base imponibile è riconducibile a quella delle imposte sui redditi. La definizione esclude, anche con effetto retroattivo, in deroga all’articolo 20 della legge 7 gennaio 1929, n. 4, la punibilità per i reati previsti dal decreto - legge 10 luglio 1982, n. 429, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1982, n. 516, limitatamente ai fatti oggetto dell’accertamento; la definizione non esclude comunque la punibilità per i reati di cui agli articoli 2, comma 3, e 4 del medesimo decreto-legge.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

10

con la conseguenza che la misura della sanzione risultava essere pari ad 1/8 poi

modificata, in aumento, ad 1/6 dalla legge di stabilità per il 2011. L’ulteriore

riduzione ad un sesto non si applica, per espressa previsione, nei casi in cui sia

stato in precedenza consegnato al contribuente un verbale di constatazione e, pur

sussistendo i presupposti per poter aderire al contenuto di tale verbale ai sensi

dell’art. 5-bis del decreto legislativo n. 218 del 1997, gli interessati non se ne siano

avvalsi.

Circa la possibilità del pagamento rateale e relative garanzie, la legge n. 311

del 30 dicembre 2004, in particolare i commi 418 e 419, ha modificato gli artt. 8 e

15 del decreto legislativo n. 218 del 1997, in tema di accertamento con adesione e

acquiescenza, e l’art. 48 del decreto legislativo n. 546 del 1992 in tema di

conciliazione giudiziale.

Con gli interventi sopra evidenziati il legislatore ha inteso assicurare un più

elevato grado di tutela del credito erariale, sia mediante la previsione del rilascio di

garanzie qualificate a presidio del rischio connesso ai pagamenti dilazionati delle

somme non iscritte a ruolo, sia stabilendo che, in caso di inadempimento, il

recupero delle somme dovute debba avvenire mediante ruolo anche nei confronti

del soggetto garante.

Da ultimo il decreto legge n. 40 del 2010 (convertito dalla legge n. 73 del

2010) con l’articolo 3, comma 1, lettera b) è intervenuto di nuovo sulla disciplina

delle garanzie che il debitore è tenuto a prestare ai fini del pagamento rateale delle

somme dovute, al fine di escludere la prestazione di garanzia nel caso in cui

l’importo complessivo delle rate successive alla prima non sia superiore a 50.000

euro. La modifica in esame, riferita alla conciliazione giudiziale e all’accertamento

con adesione, trova applicazione anche nell’ambito dell’istituto della acquiescenza

all’avviso di accertamento o di liquidazione.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

11

1.3. La conciliazione giudiziale.

La conciliazione giudiziale – disciplinata dall’articolo 48 del decreto legislativo

31 dicembre 1992, n. 546 – è il mezzo attraverso il quale si può chiudere un

contenzioso aperto con il fisco in una lite pendente. Si applica alle controversie per

le quali hanno giurisdizione le Commissioni tributarie provinciali e non oltre la prima

udienza.

Rispetto al campo di applicazione dell’accertamento con adesione (v. oltre),

la conciliazione giudiziale si estende ad un maggior numero di tributi. Ad esempio,

anche ai tributi locali.

La conciliazione giudiziale può essere proposta alle parti dalla stessa

Commissione tributaria ovvero dalle parti stesse: ad esempio, contribuente, ufficio

impositore dell’Agenzia delle entrate, ente locale, concessionario della riscossione,

ecc.

I vantaggi che il contribuente può trarre dal ricorso all’istituto della

conciliazione giudiziale sono: la possibilità di chiudere definitivamente la partita con

il fisco, se la conciliazione è totale; la compensazione delle spese di giudizio; la

riduzione delle sanzioni amministrative al 40% delle somme irrogabili in rapporto

all’ammontare del tributo risultante dalla conciliazione 9; la diminuzione delle pene

previste per i reati tributari fino alla metà di quanto previsto per ogni singolo reato

tributario e l’eliminazione delle pene accessorie, se l’estinzione dei debiti tributari a

seguito della conciliazione avviene prima della dichiarazione di apertura del

dibattimento di primo grado.

Il tentativo di conciliazione non è vincolante. Infatti, se le parti nel tentare

l’accordo non lo raggiungono, possono sempre proseguire nel contenzioso 10.

9 La riduzione delle sanzioni è stata modificata da ⅓ al 40% dalla legge di stabilità per il 2011. 10 Come si svolge il procedimento.

La conciliazione giudiziale può essere realizzata sia in udienza che fuori udienza.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

12

L’articolo 3, comma 1, lettera b) del decreto legge 25 marzo 2010, n. 40,

convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2010, n. 73, è intervenuto,

come si è detto al precedente paragrafo 1.2, sulla disciplina delle garanzie che il

debitore è tenuto a prestare ai fini del pagamento rateale delle somme dovute al

fine di escludere la prestazione di garanzia nel caso in cui l’importo complessivo

delle rate successive alla prima non sia superiore a 50.000 euro 11.

La conciliazione in udienza può essere avviata su iniziativa delle parti o dello stesso giudice. In particolare si può verificare uno dei seguenti casi: il contribuente, con una domanda di discussione in pubblica udienza depositata presso la segreteria della commissione e notificata all’ufficio entro i 10 giorni precedenti la trattazione, può chiedere di conciliare in tutto o in parte la controversia; l’ufficio impositore, dopo la data di fissazione dell’udienza di trattazione e prima che questa si sia svolta, può depositare una proposta scritta già concordata con il ricorrente; il giudice tributario, con intervento autonomo, può invitare le parti a conciliare la controversia. Se l’accordo viene raggiunto, viene redatto un verbale, in udienza, contenente i termini della conciliazione e la liquidazione delle somme dovute. La conciliazione “fuori udienza” viene avviata formalmente una volta che sia intervenuto l’accordo tra l’ufficio e il contribuente sulle condizioni alle quali si può chiudere la controversia. In questa ipotesi lo stesso ufficio, prima della fissazione della data di trattazione, provvede a depositare presso la segreteria della commissione una proposta di conciliazione con l’indicazione dei contenuti dell’accordo. Se l’accordo viene confermato, il presidente della commissione tributaria dichiara, con decreto, l’estinzione del giudizio. La conclusione e il perfezionamento dell’accordo. Una volta raggiunto l’accordo, la “conciliazione” si conclude con la redazione di un atto scritto in doppia copia. La conciliazione si perfeziona, e quindi produce i suoi effetti, solo se il contribuente provvede al versamento delle somme dovute secondo le modalità seguenti: - in unica soluzione, entro 20 giorni dalla data del verbale (conciliazione in udienza) o della

comunicazione del decreto del presidente della commissione (conciliazione fuori udienza); - in forma rateale, in un massimo di 8 rate trimestrali di uguale importo, o in un massimo di 12

rate trimestrali se le somme dovute superano 51.645,69 euro. La prima delle rate deve essere versata entro il termine di 20 giorni dalla data del processo verbale o del decreto presidenziale, mentre per le rate successive, che sono gravate degli interessi legali, è necessario che il contribuente presti garanzia esclusivamente mediante polizza fideiussoria o fideiussione bancaria ovvero rilasciata dai consorzi di garanzia collettiva dei fidi (Confidi) iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, per tutto il periodo di rateazione aumentato di 1 anno. Gli interessi sulle rate sono calcolati dal giorno successivo a quello del processo verbale di conciliazione o a quello di comunicazione del decreto di estinzione del giudizio, e fino alla scadenza di ciascuna rata.

Il contribuente deve consegnare all’ufficio una copia dell’attestazione del versamento accompagnata, nell’ipotesi di pagamento rateale, dalla documentazione della garanzia prestata. In caso di mancato versamento anche di una sola delle rate successive, se il garante non versa l’importo entro 30 giorni dalla notifica di apposito invito, il competente ufficio dell’Agenzia delle Entrate provvede all’iscrizione a ruolo delle somme dovute a carico del contribuente e dello stesso garante.

11 L’intervento normativo ha lo scopo di non imporre oneri gravosi al contribuente, quando l’importo rateizzato sia di entità non particolarmente rilevante. Il secondo periodo del comma 3 dell’articolo 48 del D. Lgs. n. 546 del 1992, nella versione previgente alle modifiche in commento, prevedeva che il pagamento delle somme dovute per la conciliazione giudiziale dovesse avvenire in unica soluzione ovvero, previa prestazione di idonea garanzia, in forma rateale, in un massimo di otto rate trimestrali di pari importo, estese fino ad un massimo di dodici rate trimestrali se l’importo dovuto fosse superiore a 51.645,69 euro. Il versamento delle somme dovute per la conciliazione delle controversie tributarie è effettuato utilizzando il modello F24 per le imposte dirette, per le imposte sostitutive e per l’IVA, e con il mod. F23 per le altre imposte indirette, indicando gli appositi codici tributo reperibili sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, nonché il codice atto relativo all’istituto conciliativo a cui si è aderito. Per le Imposte dirette e per l’IVA è consentito effettuare, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo n. 241 del 1997, la compensazione di tutte le somme dovute per effetto della conciliazione giudiziale, con i crediti d’imposta del contribuente.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

13

1.4. Accertamento con adesione.

A seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 218 del 1997, che

ha previsto la possibilità dell’accertamento con adesione, è stato istituzionalizzato

nell’ordinamento il contraddittorio con il contribuente. L’accertamento con adesione

è infatti un procedimento mediante il quale si addiviene a un atto di accertamento

concordato con il contribuente in materia di imposte dirette, IVA o delle altre

imposte indirette. Tale procedimento non è peraltro ammesso quando l’ufficio sia a

conoscenza di reati per frodi fiscali imputabili al contribuente 12.

Il procedimento può essere attivato su iniziativa dell’Ufficio o su iniziativa del

contribuente.

L’iniziativa da parte degli Uffici consiste nell’invio al contribuente di uno

specifico invito nel quale, per espressa previsione della norma, devono essere

indicati i periodi d’imposta suscettibili di accertamento ed il giorno e il luogo della

comparizione per definire l’accertamento con adesione 13.

L’innesco del procedimento di adesione da parte del contribuente è

disciplinato dal comma 2 dell’articolo 6 del citato decreto legislativo n. 218 del

1997, che ha previsto la possibilità per il contribuente, al quale sia stato notificato

un avviso di accertamento o di rettifica non preceduto dall’invito al contraddittorio,

di presentare in carta libera un’istanza di accertamento con adesione.

12 Tale procedura è stata introdotta nel nostro ordinamento dal decreto legislativo n. 218 del 1997, in attuazione dei principi e dei criteri direttivi contenuti nell’art. 3, comma 120, della legge n. 662 del 1996. Sotto il profilo soggettivo, nell’ipotesi di più soggetti obbligati, la definizione può essere richiesta e ottenuta anche da uno solo di questi; la definizione operata da uno dei coobbligati o da uno solo degli obbligati solidali, estingue la pretesa tributaria nei confronti di tutti.

13 Pur non essendo espressamente previsto normativamente, per garantire la necessaria trasparenza dell’azione amministrativa e per consentire al contribuente una immediata cognizione delle questioni che saranno oggetto del contraddittorio, nell’invito devono essere esplicitati, anche sinteticamente, gli elementi rilevanti ai fini dell’accertamento in possesso dell’ufficio. Poiché la partecipazione del contribuente al procedimento non è obbligatoria, ne consegue che la mancata risposta all’invito dell’ufficio non è sanzionabile, fermo restando, ovviamente, il potere dell’ufficio di procedere alla notifica degli avvisi di accertamento o di rettifica. Si precisa che l’attivazione del procedimento di invito al contraddittorio non riveste carattere di obbligatorietà essendo la stessa, in tutti i casi, lasciata alla valutazione degli uffici che dovranno pertanto tenere conto delle proprie esigenze e capacità operative soprattutto in prossimità dei termini di decadenza dell’azione di accertamento.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

14

Tale istanza deve essere presentata prima dell’impugnazione dell’avviso di

accertamento dinanzi alla Commissione tributaria provinciale; l’impugnazione

dell’atto comporta infatti rinuncia all’istanza di accertamento con adesione.

La presentazione dell’istanza produce preliminarmente l’effetto di

sospendere per un periodo di 90 giorni sia i termini per l’impugnazione dell’atto

davanti alla Commissione di primo grado sia i termini per il pagamento dell’I.V.A.

dovuta ai sensi dell’art. 60, comma 1, del D.P.R. n. 633 del 1972.

Gli uffici, entro quindici giorni dalla ricezione dell’istanza formulano al

contribuente un invito a comparire. Poiché gli elementi costitutivi dell’accertamento

sono contenuti nell’avviso notificato, nell’invito l’Ufficio può limitarsi a indicare il

giorno e il luogo in cui il contribuente o il suo rappresentante deve presentarsi per

l’instaurazione del contraddittorio.

La formulazione dell’invito non comporta alcun obbligo di definizione

dell’accertamento per l’ufficio, che dovrà attentamente valutare, caso per caso,

l’idoneità degli elementi forniti dal contribuente a ridimensionare la pretesa

tributaria 14.

L’accertamento con adesione da parte del contribuente, previo

contradditorio, comporta la riduzione delle sanzioni a 1/3 del minimo15.

14 Il contribuente ha anche la possibilità, ai sensi del comma 1 dell’articolo 6 del decreto legislativo 218 del 1997, di chiedere all’ufficio, con apposita istanza in carta libera, la formulazione della proposta di accertamento ai fini dell’eventuale definizione delle risultanze di accessi, ispezioni o verifiche. L’istanza deve essere inoltrata all’Ufficio competente ad eseguire gli accertamenti con riferimento agli specifici periodi d’imposta interessati dal controllo relativamente ai quali il contribuente chiede la formulazione della proposta di accertamento. Prima di attivare il procedimento di definizione con l’invio al contribuente dell’invito di cui all’articolo 5, gli uffici devono esaminare gli elementi contenuti nel processo verbale di constatazione redatto a seguito degli accessi, ispezioni o verifiche effettuati nei confronti del contribuente che ha presentato l’istanza, nonché gli altri eventuali elementi disponibili.

15 La riduzione delle sanzioni è stata modificata da 1/4 ad 1/3 dalla legge di stabilità per il 2011, a partire dal 1 febbraio 2010.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

15

1.5. Adesione ai contenuti dell’invito al contraddittorio.

L’art. 27, comma 1, lettera b) del decreto legge 29 novembre 2008, n. 185

ha introdotto all’art. 5 del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, i commi da 1-

bis a 1-quinquies che disciplinano il nuovo istituto della «definizione

dell’accertamento mediante adesione ai contenuti dell’invito al contraddittorio», ai

fini delle imposte sui redditi e dell’IVA e, con modifica all’art. 11 del suddetto

D.Lgs., anche ai fini delle altre imposte indirette. 16.

In particolare, il comma 1-bis prevede che: “(….) il contribuente può

prestare adesione ai contenuti dell’invito di cui al comma 1 mediante comunicazione

al competente ufficio e versamento delle somme dovute entro il quindicesimo

giorno antecedente la data fissata per la comparizione (…)”.

Nella circolare n. 4/E del 16 febbraio 2009 dell’Agenzia delle entrate si

precisa che “tale istituto persegue il fine di semplificare la gestione dei rapporti tra

l’Amministrazione finanziaria ed il contribuente, ispirandoli a principi di reciproco

affidamento, nonché di agevolare la compressione dei tempi di definizione degli

accertamenti (…). Il nuovo istituto deflattivo del contenzioso fornisce infatti al

contribuente la possibilità di accelerare la definizione del rapporto tributario,

accettando i contenuti dell’invito a comparire, nel quale è rappresentata l’ipotesi di

pretesa fiscale e i motivi che la determinano”.

Alla definizione, che si realizza mediante l’acquisizione dell’assenso del

contribuente e il pagamento delle somme dovute entro il quindicesimo giorno

antecedente la data fissata per la comparizione, sono connessi vantaggi sia a favore

16 Il comma 1-bis, lettera b), introdotto, in sede di conversione, nell’art. 27 del decreto legge n. 185 del 2008, ha inoltre aggiunto all’art. 11 del decreto legislativo n. 218 del 1997, il nuovo comma 1-bis, il quale estende l’applicazione dell’istituto della “definizione dell’accertamento mediante adesione ai contenuti dell’invito al contraddittorio” alle imposte indirette diverse dall’IVA (quali l’imposta di Registro, sulle successioni, sulle donazioni ecc.). Anche in tal caso viene quindi offerta al contribuente la possibilità di definire l’invito al contraddittorio, con modalità ed effetti analoghi a quelli previsti, ai fini delle imposte sui redditi e dell’IVA, dal nuovo comma 1-bis dell’art. 5 del decreto legislativo n. 218 del 1997.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

16

del contribuente che dell’Amministrazione finanziaria.

Per il contribuente, si tratta della riduzione delle sanzioni ad 1/6 (la metà

della misura prevista nell’ipotesi di accertamento con adesione, pari ad un terzo del

minimo stabilito dalla legge) nonché della possibilità di rateizzare il pagamento delle

somme dovute senza la prestazione di garanzie 17.

Per l’Amministrazione il vantaggio consiste nella definizione in tempi più

rapidi della pretesa tributaria, avendo acquisito in via preventiva l’assenso del

contribuente ed evitando, in tal modo, la fase del contraddittorio.

1.6. Adesione al contenuto dei verbali di constatazione.

Natura, caratteristiche ed effetti dei verbali di constatazione richiedono una

specifica illustrazione.

Un processo verbale di constatazione deve essere compilato, anche in caso

di esito regolare, al termine di controlli e verifiche tributarie (v. art.52 D.P.R. n.

633/72 e art. 33 D.P.R. n. 600/73). Deve essere sottoscritto da parte dei

verificatori e del contribuente, al quale ne va rilasciata copia, e trasmesso all’Ufficio

dell’Agenzia delle entrate competente per l’accertamento affinché provveda, se

emergono violazioni delle norme tributarie: a far rettificare la dichiarazione; ad

accertare e liquidare le imposte dovute; ad irrogare le sanzioni; a calcolare

eventuali interessi da pagare18. Il verbale ha infatti natura di atto

endoprocedimentale nell’ambito del procedimento di accertamento, e quindi non è

autonomamente impugnabile. Considerata la sua funzione e finalità è ovvio che nel

documento debbano essere verbalizzate tutte le operazioni effettuate e le

osservazioni e rilievi formulati. In quanto redatto da pubblici ufficiali è un atto

17 La riduzione delle sanzioni a 1/6 è stata disposta dalla legge di stabilità per il 2011, a partire dagli atti emessi dal 1° febbraio 2011.

18 La riduzione delle sanzioni, pari alla metà di quella prevista in caso di accertamento con adesione “ordinario”, previo contraddittorio, è stata modificata da ⅛ ad 1/6 dalla legge di stabilità per il 2011 a partire dagli emessi dal 1° febbraio 2011.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

17

pubblico, che fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza del

documento dal pubblico ufficiale e di quanto avvenuto nella verifica (v. art. 2699 e

2700 c.c.). Non ha però alcun valore probatorio particolare circa le conseguenze di

ordine giuridico - fiscale dei fatti materiali di cui sopra e non vincola, per tali

aspetti, l’Ufficio accertatore, né, tanto meno, il giudice.

Anche il rilascio della copia al contribuente, o a soggetto autorizzato in base

a procura o per altre specifiche circostanze, deve essere attestato dal verbale. Il

rilascio della copia del verbale, ancorché non coincidente con una formale notifica, è

alla stessa equiparabile perché ne certifica la piena conoscenza da parte del

contribuente (v. Cassazione n.24913 del 13/5/2005).

Secondo un principio generale (art. 3 Legge 7/8/1990 n. 241 e art. 7 Legge

n. 212/2000), il verbale deve contenere la motivazione dei rilievi constatati, nel

senso che ne deve indicare i presupposti di fatto, cioè quanto accaduto nel controllo

o nella verifica, e le ragioni giuridiche di tali rilievi, e quindi non soltanto la citazione

delle norme su cui si fondano. La mancanza o carenza di motivazione del verbale

potrebbe determinare l’invalidità dell’avviso di accertamento emanato in

recepimento del verbale di constatazione che, da solo, come si è detto, non può

incidere sulla sfera personale del contribuente.

Il contribuente può avvalersi dell’istituto dell’adesione al verbale di

constatazione ( per la cui disciplina v. l’art. 5 bis del D.Lgs. n. 218/1997 introdotto

dall’art. 83, comma 18, del D.L. 25/6/2008 n. 112, convertito con modificazioni

dalla L. 6/8/2008 n.133 e la circolare n.55/E del 17/9/2008 dell’Agenzia delle

entrate) per definire la sua pendenza fiscale. A tal fine deve comunicare, a pena di

nullità con un apposito modello, all’Ufficio competente dell’Agenzia delle entrate e

all’organo che lo ha redatto, di solito un Reparto della Guardia di finanza, la sua

adesione integrale al contenuto del documento entro il termine, perentorio, di 30

giorni dalla consegna dello stesso al contribuente. L’atto che definisce

l’accertamento parziale sulla base del verbale e dell’adesione al suo contenuto deve

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

18

poi essere notificato al contribuente dall’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate entro i

successivi 60 giorni. In caso di mancato pagamento (da effettuarsi tramite

versamento con mod. F24 con appositi codici di tributo) l’Ufficio provvede

all’iscrizione a ruolo a titolo definitivo delle somme.

L’adesione al contenuto dei verbali di constatazione è ammissibile solo nei

casi in cui si può procedere agli accertamenti parziali ai sensi dell’art. 41 bis del

D.P.R. n.600/73 e perciò nei casi di violazioni sostanziali in materia di imposte sui

redditi e sul valore aggiunto (omesse o infedeli dichiarazioni, anche per effetto di

deduzioni, esenzioni e agevolazioni in tutto o in parte non spettanti o di detrazioni

IVA in tutto o in parte indebite) nonché di analoghe violazioni sostanziali in materia

di IRAP, addizionale regionale o comunale all’IRPEF ed imposte sostitutive, e con

esclusione quindi delle violazioni sostanziali relative ad imposte diverse, come, ad

esempio, l’imposta di registro. L’adesione deve dunque riferirsi a quei contenuti dei

verbali che, per le imposte suddette, determinano, in conseguenza, un recupero di

materia imponibile o di imposta o sanzioni commisurate alla maggiore imposta

accertata o non versata, riguardanti, inoltre, periodi di imposta per i quali, all’atto

della redazione del processo verbale, non siano scaduti ancora i termini per la

presentazione della dichiarazione, considerato che altrimenti non sarebbe possibile

procedere ad un accertamento parziale.

1.7. Il ravvedimento.

Il contribuente o il sostituto d’imposta che abbiano commesso omissioni e

irregolarità fiscali possono regolarizzarle attraverso l’istituto del ravvedimento (art.

13 del D. Lgs. n. 472 del 18-12-1997), beneficiando della riduzione delle sanzioni

amministrative. Esso è applicabile a tutte le irregolarità commesse ai fini delle

imposte dirette, indirette e tributi locali.

Il ravvedimento costituisce uno strumento efficace per evitare l’instaurarsi

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

19

del contenzioso fiscale, a patto che ricorrano le condizioni richieste dalla legge e

venga utilizzato entro limiti di tempo determinati.

Il ravvedimento è consentito prima dell’inizio di qualunque attività di

controllo da parte dell’ente accertatore. E pertanto quando:

• la violazione non sia stata già constatata dall’ufficio o ente impositore e

notificata all’autore della stessa;

• non siano iniziati accessi, ispezioni e verifiche; in questi casi l’esclusione del

ravvedimento non è totale, ma è limitata ai periodi ed ai tributi che sono

oggetto di controllo;

• non siano iniziate altre attività amministrative di accertamento (notifica di

inviti a comparire, richieste di esibizione di documenti, invio di questionari,

ecc.) formalmente comunicate.

Indagini di altro tipo, come quelle di natura penale, non sono di ostacolo al

ravvedimento.

L’omesso o insufficiente pagamento delle imposte dovute a titolo di acconto

o di saldo in base alla dichiarazione dei redditi e dell’IVA, nonché l’omesso o

insufficiente versamento delle ritenute alla fonte operate dal sostituto d’imposta,

possono essere regolarizzati eseguendo spontaneamente il pagamento dell’imposta

dovuta, degli interessi moratori (calcolati al tasso legale annuo dal giorno in cui il

versamento avrebbe dovuto essere effettuato a quello in cui viene effettivamente

eseguito) e della sanzione in misura ridotta.

In particolare, la sanzione (ordinariamente prevista nella misura del 30%)

viene ridotta a 1/10, quindi al 3% (precedentemente ad 1/12), se il pagamento

viene eseguito entro 30 giorni dalla scadenza prescritta e a 1/8 (precedentemente a

1/10), se si effettua il pagamento con ritardo superiore a 30 giorni ma entro il

termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno d’imposta in cui la

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

20

violazione “formale” o “sostanziale”, è stata commessa19.

Per regolarizzare queste violazioni non è necessario presentare una

dichiarazione integrativa. Il ravvedimento non è valido se manca anche uno solo

degli importi dovuti (per imposta, per interessi, per sanzione) 20.

1.8. La definizione agevolata delle sanzioni.

Il contribuente può ridurre il peso delle sanzioni, ma solo di esse, anche per

una via diversa dalla acquiescenza o dall’adesione agli inviti al contraddittorio o

dall’adesione ai verbali di constatazione, che si riferiscono peraltro all’intero ambito,

sia per imposta che sanzioni, di una pretesa fiscale non adempiuta. Il contribuente

può infatti definire senza ricorrere al giudice, con un pagamento ridotto ad ⅓ delle

sanzioni irrogate, una sua controversia tributaria riguardante soltanto queste ultime

19 La riduzione del beneficio delle sanzioni è stata disposta dalla legge di stabilità per il 2011, a decorrere dalle violazioni connesse dall’entrata in vigore, al 1° gennaio 2011.

20 Violazioni di natura formale. Quando si parla di violazioni formali bisogna distinguere tra le due seguenti fattispecie: - violazioni “formali”, che non hanno conseguenze sostanziali e cioè non incidono sulla

determinazione della base imponibile, dell’imposta e sul versamento del tributo; - violazioni “meramente formali”, che, oltre a non avere risvolti sostanziali, non arrecano nemmeno

pregiudizio all’esercizio delle azioni di controllo da parte dell’Amministrazione finanziaria. Mentre le prime sono punibili, le seconde non sono sanzionabili (è l’Ufficio a valutare caso per caso se la violazione è “formale” o meramente formale”). Tardiva trasmissione delle dichiarazioni da parte degli intermediari. Per la tardiva od omessa trasmissione delle dichiarazioni da parte dei soggetti abilitati all’invio telematico, ai fini dell’applicazione del ravvedimento è necessario che la dichiarazione non trasmessa possa ancora essere validamente presentata. Pertanto, la possibilità di ravvedersi per l’intermediario che non abbia trasmesso tempestivamente la dichiarazione presuppone necessariamente la validità della dichiarazione tardivamente presentata, che sussiste, come detto, quando la stessa sia presentata entro novanta giorni dalla scadenza del termine naturale di presentazione. In particolare, la specifica sanzione a carico dell’intermediario (da 516 a 5.164 euro) può essere ridotta ad 1/12 del minimo (ossia 43 euro) se la dichiarazione viene trasmessa con un ritardo non superiore a 90 giorni; ovviamente, alla sanzione per tardiva trasmissione telematica della dichiarazione si affiancano le sanzioni per tardiva presentazione della dichiarazione, di cui si è detto in precedenza, che, comunque, devono essere irrogate a carico del contribuente. Contestualmente alla trasmissione telematica della dichiarazione l’intermediario deve procedere al pagamento della sanzione in misura ridotta. Dichiarazione correttiva e integrativa La materia dei termini per la presentazione delle dichiarazioni per le imposte sui redditi e di IRAP è stata innovata con successive modifiche legislative al Regolamento di cui al D.P.R. 22/7/1998 n. 322 (art.2). A seguito di tali innovazioni il contribuente può correggere la sua dichiarazione presentando una nuova dichiarazione, correttiva, entro i termini di scadenza. Ed è pure legittimato a presentare una dichiarazione integrativa oltre i termini di scadenza e di validità della precedente dichiarazione, ma entro il termine di scadenza della dichiarazione relativa all’anno successivo, allo scopo di chiarire la sua posizione, di beneficiare della riduzione delle sanzioni e dell’eventuale compensazione se dovesse emergere a suo favore un minor debito o un maggior credito.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

21

ovvero una controversia concernente anche l’imposta, ma limitatamente ai profili

delle sanzioni 21. In tal modo, il contribuente dando una dimostrazione indiretta di

un ravvedimento rispetto al suo comportamento tributario, ottiene l’effetto di

deflazionare, per detti sanzioni o profili, il contenzioso giurisdizionale, pur

mantenendo ancora aperta la eventualità di ricorrere al giudice per gli aspetti

relativi al pagamento dell’imposta cui le sanzioni risultavano collegate.

La suddetta possibilità di definizione agevolata è concessa al contribuente, e

agli obbligati in solido, prima che scada il termine, di 60 giorni, dal provvedimento

di contestazione delle sole sanzioni, o di contestazione del tributo e connesse

sanzioni, per proporre ricorso giurisdizionale. La relativa disciplina è contenuta

nell’art. 16, comma 3, del D.Lgs. n. 472/1997 per il pagamento ridotto delle

sanzioni, qualora l’atto contenga unicamente la contestazione delle sanzioni, e

nell’art. 17, comma 2 dello stesso decreto, quando invece l’atto riguardi sia

l’accertamento del tributo che l’irrogazione delle sanzioni.

In quest’ultimo caso si pone il problema se il contribuente che avesse

proposto e vinto l’eventuale ricorso giurisdizionale possa pretendere, a seguito di

questo verdetto secondo cui l’imposta non è dovuta, il rimborso delle sanzioni,

ridotte, in precedenza pagate. Una risposta negativa equivale a dire che la

definizione agevolata delle sanzioni comporta la loro riduzione e liquidazione in

modo definitivo ed immutabile, qualunque sia la sorte di un giudizio sulla

fondatezza o meno dell’imposta. L’Agenzia delle entrate, nella circolare 12/E del

12/3/2010, si è pronunciata nettamente per questa tesi, precisando che in caso di

definizione agevolata delle sanzioni al contribuente è preclusa la possibilità di

avanzare pretese di rimborso delle stesse in quanto la suddetta definizione estingue

in maniera irrevocabile la relativa obbligazione tributaria.

21 La riduzione delle sanzioni è stata modificata da ¼ ad ⅓ dalla legge di stabilità del 2011, con effetto dagli atti emessi dal 1° febbraio 2011.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

22

1.9. Deflazione del contenzioso in Commissione Tributaria Centrale e

in Cassazione.

Il D.L. 25 marzo 2010 n. 40 come convertito, con modificazioni, dalla L. 25

maggio 2010 n. 73, prevede, al comma 2 bis dell’art. 3, introdotto in sede di

conversione, procedure per deflazionare il contenzioso pendente innanzi alla

Commissione tributaria centrale e alla Corte di Cassazione. Questa procedura si

applica ai ricorsi che siano stati iscritti a ruolo in primo grado entro il 25 maggio

2000, e cioè da oltre 10 anni dalla data di entrata in vigore della legge di

conversione del decreto (25 maggio 2010), e che siano stati conclusi nei precedenti

gradi di giudizio con la soccombenza integrale dell’Amministrazione finanziaria dello

Stato.

E’ da sottolineare che la definizione della controversia consentita dalle

suddette norme concerne soltanto le vertenze in cui sia parte in giudizio

l’Amministrazione finanziaria dello Stato, anche tramite le Agenzie fiscali, e non

quindi in cui sia parte un Ente locale. Tale definizione è ammessa per qualunque

tipo di tributo, compresi quelli il cui gettito sia devoluto ad Enti diversi dallo Stato,

come ad esempio l’IRAP.

La soccombenza dell’Amministrazione nei precedenti gradi di giudizio deve

essere stata integrale, nel senso del completo accoglimento della domanda del

ricorrente. Per le pendenze in Cassazione deve ricordarsi che possono essersi svolti

in precedenza tre gradi di giudizio (nelle Commissioni tributarie di primo, secondo

grado e centrale)22.

22 Due sentenze della Cassazione, la n. 21097 e la n. 21714 depositate in cancelleria il 22 ottobre 2010, rendono esplicita l’impostazione della Corte circa l’inammissibilità dell’istanza qualora non vi sia stata soccombenza integrale dell’Amministrazione finanziaria in tutti i precedenti gradi (due o tre) di giudizio. Con la sentenza 21097 la Cassazione ha chiarito che, nella fattispecie, non vi era stata soccombenza dell’Amministrazione perché la Commissione tributaria regionale aveva “recepito, sia pure limitatamente alla indeducibilità delle spese, l’appello dell’ufficio”. La Corte non ha applicato la “sanatoria” ed ha quindi deciso la controversia accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle entrate,

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

23

La controversia si considera pendente a condizione che, alla data di entrata

in vigore del citato comma 3, vale a dire il giorno successivo a quello della

pubblicazione nella G.U., e quindi il 26 maggio 2010, non sia stata ancora

depositata la decisione. La controversia è pendente in Commissione tributaria

centrale fin quando non sia stato depositato il dispositivo della decisione e, in

Cassazione, fino a quando non sia stata depositata nella Cancelleria la sentenza

sottoscritta dal giudice.

La cessazione della controversia, con le modalità di cui appresso, non

comporta l’acquisizione di giudicato della controversia stessa, ma solo il venir meno

di tutte le pronunce emanate nei precedenti gradi di giudizio.

La deflazione delle controversie pendenti, con esclusione di quelle aventi ad

oggetto istanze di rimborso, in Commissione tributaria centrale, che avviene con

l’estinzione del giudizio per cessata materia del contendere, consegue

automaticamente dall’emanazione di un apposito decreto del Presidente della

Commissione o di altro componente da lui delegato, senza la presentazione di

un’istanza da parte del contribuente né versamento di una somma.

Per le controversie pendenti in Cassazione la definizione agevolata delle

stesse richiede invece che il contribuente presenti un’apposita istanza per

ottenerla, entro 90 gg. dall’entrata in vigore della legge di conversione e quindi

entro il 24 agosto 2010, con la rinuncia ad ogni eventuale pretesa di equa

riparazione ai sensi della L. 24 marzo 2001 n. 89 e con l’attestazione di aver

pagato un importo pari al 5% dell’ammontare dell’imposta contestata. Il valore

della controversia viene desunto dal tributo o dal maggior tributo contestato

rigettando il ricorso incidentale del contribuente, e rinviando la causa, anche per le spese, ad altra sezione della Commissione regionale. Ad analoga conclusione di inammissibilità la Cassazione è pervenuta con la sentenza n. 21714, avendo riscontrato che non vi era stata integrale soccombenza dell’Amministrazione in quanto era stato accolto, sia pure parzialmente, il ricorso dalla stessa proposto alla Commissione tributaria centrale, che in applicazione della precedente normativa, che prevedeva tre gradi di giudizio presso le Commissioni tributarie, costituiva il terzo grado di giudizio. Nel caso in esame la Cassazione ha accolto un motivo del ricorso e rinviato la causa ad una Commissione tributaria regionale pugliese.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

24

nell’atto introduttivo del giudizio di primo grado.

L’estinzione della controversia per effetto della suddetta definizione

agevolata comporta la compensazione integrale delle spese di giudizio.

Si intende mettere in rilievo che mentre la deflazione delle controversie in

CTC è ammessa per tutte le controversie che abbiano le caratteristiche di cui si è

detto ed è disposta automaticamente, la deflazione delle controversie in Cassazione

può applicarsi soltanto alle istanze dei contribuenti presentate entro il 24 agosto del

2010. Il che dà a questo istituto il carattere di una misura applicabile in via del

tutto transitoria e di cui si sono potuti avvalere unicamente quei contribuenti che si

sono trovati nelle ricordate condizioni entro il 24 agosto.

In merito alle controversie in CTC, è probabile che le banche dati

dell’Agenzia delle entrate non consentano l’estrazione degli elementi informativi

utili a conoscere il numero, e gli importi, dei ricorsi suscettibili della definizione

automatica di cui si è detto. Tale impossibilità è spiegabile a causa dello scarso

livello di informatizzazione della gestione del contenzioso in CTC al momento della

proposizione dei ricorsi e, malgrado il più recente perfezionamento del sistema

informativo, della mancanza di sicuri dati relativi ai due precedenti gradi di giudizio.

Per quanto concerne le controversie deflazionate in Cassazione, le

informazioni disponibili sono state desunte, previo interpello all’Agenzia delle

entrate, dalla risposta data il 13.10.2010 dal Sottosegretario all’economia e finanze

Onorevole Sonia Viale all’interrogazione dell’Onorevole Alberto Fluvi nella VI

Commissione economia e finanze della Camera dei Deputati (n. 5-03565). Mentre

l’interrogante aveva osservato che la deflazione in oggetto poteva apparire come

una sorta di sanatoria, il Sottosegretario ha invece sottolineato che le norme in

questione sono state dirette a deflazionare e semplificare il contenzioso tributario e

a contenere la durata dei processi. Circa l’avvenuta applicazione delle norme

stesse, il Sottosegretario ha dichiarato che all’Agenzia delle entrate risultavano

effettuati n. 177 versamenti sul codice tributo 8109 (“Definizione delle liti fiscali

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

25

pendenti ai sensi dell’articolo 3, comma 2-bis, lettera b), del decreto-legge del 25

marzo 2010, n. 40”), mentre le istanze di definizione – trasmesse fino a quel

momento all’Agenzia dalla Corte di Cassazione, per gli adempimenti di cui all’art.

48 ter del decreto legge n. 78 del 2010 – ammontavano a n. 105.

È il caso di notare che la norma è stata utile, e sfruttata, soltanto da un

numero del tutto esiguo di contribuenti di fronte al rilevantissimo carico della

Sezione Tributaria della Cassazione (che sarebbe di alcune migliaia di ricorsi,

secondo la replica da parte dell’Onorevole Fluvi, e di più di 7.000 l’anno e con più di

30.000 di arretrato, secondo il “Il Sole 24 Ore”, pag. 39 del 14 ottobre 2010).

È pure da evidenziare che la stessa Cassazione con l’ordinanza n. 18055 del

4 agosto 2010, ha espresso dubbi sulla legittimità della suddetta definizione delle

liti pendenti rispetto al diritto comunitario ed ha deciso di sottoporre la questione

alla Corte di Giustizia U.E. Tra l’altro, nell’ordinanza si è chiesto di verificare se dai

principi che governano il Mercato Unico possa ricavarsi un divieto di prevedere una

misura straordinaria di definizione delle controversie, la cui applicazione, come nel

caso di specie, sia limitata nel tempo e condizionata al pagamento di una sola parte

(5%) dell’imposta contestata. Si è aggiunto inoltre che trattandosi di una sorta di

condono, la relativa disposizione potrebbe essere considerata un aiuto di Stato, ciò

che avrebbe richiesto un’apposita autorizzazione comunitaria. In generale, la Corte

ha ricordato di esercitare una funzione di garanzia ineliminabile sulla corretta

interpretazione e applicazione del diritto comunitario, avendo l’obbligo, quale ultimo

giudice, ai sensi dell’art. 267 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, di

rimettere alla Corte di Giustizia ogni questione pregiudiziale di interpretazione o di

validità di diritto comunitario; obbligo che non sussiste per i giudici dei precedenti

gradi e, nel caso di specie, per le Commissioni tributarie. Ha quindi sottolineato che

la percentuale di annullamenti di decisioni di tali giudici da parte della Corte di

Cassazione è assai elevata, come del pari rilevante è il numero di rinvii pregiudiziali

operati dalla Corte in materia tributaria per questioni spesso non rilevate dalle

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

26

Commissioni tributarie. La Corte, in altri termini, ha inteso far presente che non si

può ritenere scontata o molto probabile una conferma della soccombenza

dell’Amministrazione anche in Cassazione per il fatto che vi siano state due

precedenti pronunce di soccombenza da parte dei giudici tributari.

1.10. Diritto di interpello.

Un effetto deflattivo del contenzioso giudiziale può derivare anche

dall’esercizio del diritto di interpello da parte del contribuente.

Il diritto di interpello “ordinario” introdotto in via generale dall’art.11 della L.

212/2000 (“Statuto dei diritti del contribuente”) consiste nel diritto del contribuente

di presentare un’istanza all’Amministrazione finanziaria per conoscere la soluzione

da dare ad un caso concreto e personale sul quale sussistono obiettive condizioni di

incertezza. La risposta dell’Amministrazione, che deve essere scritta e motivata e

resa entro 120 giorni, non vincola il contribuente ad attenersi al parere ricevuto,

diversamente da quanto comporta per gli Uffici, che non possono invece emettere

atti impositivi e sanzionatori difformi. Trascorsi senza riscontro i 120 giorni si deve

intendere che l’Amministrazione concordi con la interpretazione data dal

contribuente (silenzio – assenso). Di conseguenza, sono nulli eventuali atti di

accertamento emessi in difformità dalla soluzione indicata dal contribuente e da

ritenersi condivisa dall’Amministrazione con il suo silenzio – assenso.

L’interpello deve essere presentato di persona dal contribuente (ma sono

legittimati altresì, per gli aspetti di diretta competenza in materia di ritenute, i

sostituti di imposta nonché i responsabili del pagamento di imposta, ad esempio i

notai per gli atti dei loro clienti, oltre che, naturalmente, i procuratori, generali o

speciali, del contribuente - persona fisica). Il normale destinatario dell’istanza è

l’Agenzia delle entrate considerato che gestisce quasi tutti i tributi che possono

essere oggetto dell’interpello, vale a dire le imposte sui redditi, sul valore aggiunto,

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

27

di registro, di bollo, sulle concessioni governative, altri tributi minori ed anche, in

quanto titolare della relativa potestà di accertamento, l’IRAP, pur di spettanza delle

Regioni. Per i tributi non gestiti dalla predetta Agenzia l’interpello deve essere

rivolto ai soggetti competenti (ad esempio l’Agenzia delle dogane per le accise,

Comuni, Province e Regioni per i tributi locali di rispettiva titolarità e competenza).

Giova fare un breve cenno delle varie categorie dell’interpello, avvertendo

che la normativa e applicazione dell’istituto sono state diffusamente trattate dalla

circolare n.32/E del 14/6/2010 dell’Agenzia delle entrate, Direzione centrale

normativa. Con la circolare si è evidenziato che il diritto di interpello ha avuto

progressivamente un notevole sviluppo, con un ampliamento delle tipologie delle

istanze, e che sono state date più precise indicazioni per evitare che si producano

effetti non sempre adeguati alle finalità per le quali l’interpello è stato introdotto,

vale a dire aumentare la collaborazione tra fisco e contribuente, rendere più chiare

le norme da applicare, raggiungere un accordo atto a non far insorgere eventuali

controversie23.

23 Le istanze di interpello si possono distinguere dal punto di vista procedurale e per le finalità nelle seguenti: a) presentate ai sensi del ricordato articolo 11 della legge 212 del 2000, tra le quali gli interpelli

ordinari di cui si è detto nonché, tra l’altro, quelli che il contribuente è tenuto a presentare preventivamente per la disapplicazione della speciale disciplina delle Conctrolled Foreing Companies (CFC) ai sensi degli articoli 167 e 168 del TUIR, in base alla quale sono imputati ad un soggetto residente in Italia i redditi conseguiti da un ente con sede estera dallo stesso partecipato o controllato;

b) presentate ai sensi dell’articolo 21 della legge 30 dicembre 1991 n.413 tra le quali gli interpelli antielusivi, che sono volti ad ottenere il parere dell’Amministrazione in ordine al carattere potenzialmente elusivo di alcune operazioni ovvero in ordine alla corretta classificazione di alcune spese, esclusivamente nei casi di applicazione delle disposizioni degli artt. 37, comma 3, e 37 bis del D.P.R. n.600/1973. Il silenzio assenso si forma, in questi interpelli, dopo una mancata risposta entro 120 giorni seguita da una diffida da parte del contribuente a rispondere entro i successivi 60 giorni rimasta senza esito (v. circolare n.5/E del 2009);

c) presentate, prima della presentazione della dichiarazione dei redditi, per far disapplicare le norme antielusive che limitano deduzioni, detrazioni, crediti d’imposta ai sensi dell’art. 37-bis, comma 8, del D.P.R. n. 600/1973. Il contribuente deve provare, ottenendo così il conforme parere dell’Amministrazione, che gli effetti elusivi che la norma suddetta intende evitare, nel caso concreto, non possono realizzarsi.

d) avanzate dalle imprese con attività internazionale interessate alla norma di cui all’articolo 8 del D.L. 30/9/2003 n. 269, convertito con modificazioni nella legge 24 novembre 2003 n. 326 (c.d. Ruling di standard internazionale) ai fini del regime applicabile in materia di prezzi di trasferimento, interessi, dividendi, royalties, che si concludono con un accordo tra Amministrazione e contribuente che è vincolante nel periodo d’imposta dell’accordo stesso e nei due periodi successivi. L’istituto si caratterizza per essere una procedura che si svolge in contraddittorio tra l’Amm.ne e il contribuente in ordine ad operazioni complesse di carattere transnazionale.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

28

* * * *

Riassumendo quanto esposto in questo paragrafo, si rileva che gli effetti

degli istituti deflattivi rispetto agli accertamenti possono risultare i seguenti:

• l’annullamento della maggiore imposta (MIA) e delle relative sanzioni, in tutto

o in parte, in caso di provvedimento di autotutela;

• la riduzione della MIA e delle relative sanzioni e quindi la definizione di una

meno elevata maggiore imposta (MID) e connesse sanzioni. Questo effetto si

verifica nella conciliazione giudiziale e nell’accertamento, in contraddittorio,

con adesione;

• la riduzione delle sanzioni. Questo effetto si verifica nella rinuncia

all’impugnazione con acquiescenza; nel ravvedimento operoso; nella

definizione agevolata delle sanzioni contestate;

• la rapida definizione della controversia in via stragiudiziale a seguito

dell’assenso del contribuente all’accertamento comunicatogli, nei casi di

adesione agli inviti al contraddittorio e di adesione ai processi verbali di

constatazione;

• prevenire l’insorgere di una controversia grazie all’adesione

dell’Amministrazione alla tesi del contribuente relativa ad una questione

interpretativa e/o applicativa esposta in un interpello.

Le dimensioni di tali effetti sono più oltre indagate sulla base del numero

degli accertamenti e del valore degli stessi.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

29

2. Effetti dell’applicazione degli istituti deflattivi del contenzioso. Dati

del bilancio dello Stato 24.

L’applicazione degli istituti di definizione delle controversie tributarie

alternativi e deflattivi del contenzioso, ed i relativi effetti finanziari, sono di

complessa quantificazione e valutazione.

Al riguardo devesi subito sottolineare che non sono sufficienti né congrui per

giungere alle quantificazioni e valutazioni di cui sopra i dati del bilancio dello Stato.

Da questo si possono infatti rilevare, peraltro con i limiti di cui si dirà appresso, le

somme che costituiscono le entrate (previste, accertate, riscosse e versate) dello

Stato derivanti dalle definizioni tributarie intervenute per adesione, acquiescenza e

conciliazione giudiziale, ma non sono altresì desumibili i rapporti di tali entrate con

gli accertamenti tributari di origine (MIA e MID), soltanto partendo dai quali si

possono invece analizzare gli effetti delle suddette definizioni tributarie.

Inoltre, a differenza dei dati comunicati dall’Agenzia delle Entrate,

ovviamente non confluiscono nel bilancio statale quelli relativi all’IRAP, che

costituisce una consistente fonte di entrata, e non è sempre evidenziato e/o

24 Le fonti statistiche utilizzate dal Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) per la costruzione del conto del Settore pubblico sono le risultanze contabili della gestione di bilancio e di Tesoreria e altre informazioni relative al Settore statale (dati relativi alla gestione dei fondi della riscossione, informazioni fornite dalla CDP, da Poste italiane Spa e dall'INPS; dati relativi all'attualizzazione di mutui accesi da soggetti privati con onere di rimborso a carico dello Stato; ecc..), nonché i prospetti informativi che gli enti del Settore pubblico sono tenuti a fornire trimestralmente al Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato (RGS) del MEF ai sensi della legge 468 del 1978, e successive modificazioni. (Per gli enti previdenziali vengono utilizzati, oltre ai dati dei prospetti informativi, quelli estrapolati dai rispettivi rendiconti). In particolare, per il bilancio statale vengono utilizzati come dati di base quelli risultanti dal conto del bilancio del rendiconto generale, se disponibili e, nel caso in cui quest'ultimo documento non sia ancora stato predisposto, si utilizzano: - per gli incassi: i dati comunicati dalla Banca d'Italia al MEF relativi agli incassi, quelli contenuti nel

Sistema Informativo delle Entrate della RGS e le informazioni relative alle riscossioni effettuate attraverso la procedura di delega unica (modello F24);

- per i pagamenti: i dati comunicati dalla Banca d'Italia al MEF relativi ai pagamenti effettuati sui singoli capitoli di bilancio aggregati per categoria economica.

Relativamente agli incassi la procedura di delega unica, entrata in vigore nel 1998, consente, al contribuente, di versare i principali tributi, i contributi sociali, l'IRAP, ecc. in un'unica soluzione con compensazione orizzontale di eventuali crediti. I versamenti affluiscono in maniera indistinta in Tesoreria (nella contabilità speciale "Fondi della riscossione") e vengono successivamente ripartiti, previa lordizzazione delle somme compensate, per la contabilizzazione agli enti intestatari (Stato, Regioni, Enti locali, INPS, Camere di Commercio, ecc.). Tale operazione è di competenza della Struttura di gestione dell’Agenzia delle entrate incardinata nel Settore contabilità e bilancio della Direzione Centrale Amministrazione, Pianificazione e Controllo.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

30

rinvenibile il collegamento tra i singoli istituti deflattivi ed i capitoli/articoli di

bilancio.

Va poi sottolineato che le riscossioni da modello F24 determinano, nel

momento in cui sono acquisite dalla competente Struttura di gestione

dell’Amministrazione, la valorizzazione dell’accertato nel bilancio dello Stato in

misura pari agli importi indicati dai contribuenti nella colonna “a debito” dello stesso

modello F24. Pertanto le fasi dell’entrata “accertamento” e “riscossione” coincidono

ed avvengono nello stesso momento. La modalità gestionale dell’accertamento

contestuale25, tuttavia, non si rileva per tutti i capitoli/articoli riconducibili all’attività

conseguente a tutti gli istituti deflattivi.

Quanto descritto, come comunicato dalla Struttura di gestione, avviene

anche per i versamenti rateali eseguiti tramite F24: in pratica la riscossione delle

singole rate determina la valorizzazione dell’accertato nel momento in cui tali

somme sono acquisite. Gli importi iscritti in bilancio come “accertamenti” non si

riferiscono dunque all’esercizio di competenza, ma a quello in cui viene effettuato il

versamento da parte del contribuente. E’ da tener presente che la fase della

previsione di bilancio non è di competenza della Struttura di gestione dell’Agenzia

ma viene effettuata direttamente dalla Ragioneria generale dello Stato.

Malgrado i suddetti limiti, si è comunque ritenuto utile indicare nelle tabelle

e grafico successivi - concernenti gli istituti deflattivi nel totale, l’accertamento con

adesione, l’acquiescenza e la conciliazione giudiziale - i capitoli/articoli del bilancio

dello Stato sui quali inequivocabilmente affluiscono entrate derivanti dall’utilizzo dei

citati istituti, e che sono oggetto del voto parlamentare.

E’ da tener presente che l’individuazione dei capitoli/articoli di interesse è

stata effettuata prendendo come punto di partenza la definizione di tali

25 Di cui si trova riferimento nel “Quadro di classificazione delle entrate” pubblicato annualmente dalla Ragioneria Generale dello Stato e nel quale vengono elencati tutti i capitoli/articoli inseriti nel bilancio con la descrizione delle caratteristiche di ciascuno (classificazione, modalità gestionale ecc.).

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

31

capitoli/articoli, ma che non per tutte le fattispecie tale identificazione è chiara. Va

inoltre tenuto presente che gli articoli di bilancio che, per ciascuna delle imposte, si

riferiscono agli incassi da ruolo ricevono tutti i ruoli, e quindi non solo quelli che

vengono emessi per la riscossione di somme conseguenti all’applicazione di istituti

alternativi al contenzioso. Lo stesso dicasi per le sanzioni: ed infatti, nell'esaminare

le definizioni degli articoli dei capitoli ad esse intestati (3312 – Imposte dirette e

3313 – Imposte indirette) non è possibile individuare quelli la cui fonte siano istituti

deflattivi (fa eccezione solo l’art. 13 del cap. 3312 che, tuttavia, riguarda solo le

sanzioni per violazioni relative all'accertamento con adesione dovute dai sostituti di

imposta).

Le risultanze in bilancio delle conseguenze dell’applicazione degli istituti

alternativi al contenzioso possono essere desunte dall’analisi dei capitoli/articoli

elencati nella seguente tabella “A”.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

32

Tabella “A” Iscrizione in bilancio dei capitoli e/o articoli sui quali affluiscono le entrate relative agli istituti deflattivi del contenzioso

Titolo Natura Attività

22Versamenti dovuti a seguito dell'accertamento con adesione

1 1 2

24

Versamenti dovuti a seguito di omessa impugnazione dell'avviso di accertamento e di rinuncia all'istanza di accertamento con adesione

1 1 2

10Versamenti dovuti a seguito dell'accertamento con adesione

1 1 2

11

Versamenti dovuti a seguito di omessa impugnazione dell'avviso di accertamento e di rinuncia all'istanza di accertamento con adesione

1 1 2

18Versamenti dovuti a seguito dell'accertamento con adesione

1 1 2

19

Versamenti dovuti a seguito di omessa impugnazione dell'avviso di accertamento e di rinuncia all'istanza di accertamento con adesione

1 1 2

3Versamenti dovuti a seguito dell'accertamento con adesione

1 1 2

4

Versamenti dovuti a seguito di omessa impugnazione dell'avviso di accertamento e di rinuncia all'istanza di accertamento con adesione

1 1 2

5Versamenti dovuti a seguito dell'accertamento con adesione

1 1 2

8

Versamenti dovuti a seguito di omessa impugnazione dell'avviso di accertamento e di rinuncia all'istanza di accertamento con adesione

1 1 2

1171

Imposte dirette

derivanti dalla

definizione di pendenze e controversie tributarie

7Versamenti dovuti a seguito dell'accertamento con adesione per anni pregressi

1 2 2

3312

Sanzioni relative alla riscossione

delle imposte dirette

13Sanzioni per violazioni relative all'accertamento con adesione dovute dai sostituti di imposta

2 1 1

Capitoli Articoli

Classificazione in

bilancio (*)Accertamento con adesione

1023I.R.P.E.F.

(Imposta sui redditi)

1024

I.R.E.S. (Imposta sul reddito delle

società)

1203 I.V.A.

1025

I.L.O.R. (Imposta locale sui redditi)

1201Imposta di registro

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

33

Titolo Natura Attività

1 IRPEF - Imposta e relativi interessi 1 2 2

2I.R.E.S. (già IRPEG) - Imposta e relativi interessi

1 2 2

3I.L.O.R.- Imposta e relativi interessi

1 2 2

4Imposte diverse da I.R.E., I.R.E.S. e I.L.O.R. e relativi interessi

1 2 2

1 I.V.A. 1 2 12 Imposta di registro 1 2 13 Imposta ipotecaria 1 2 1

4Imposta sulle successioni e donazioni

1 2 1

5 Diritti catastali e di scritturato 1 2 16 Altre tasse e imposte sugli affari 1 2 1

7Canoni di abbonamento alle audioaudizioni circolari ed alla televisione

1 2 1

8 Tasse automobilistiche 1 2 19 Liti pendenti in materia di dogane 1 2 1

(*) - LegendaTitolo 1: Entrate tributarieTitolo 2: Entrate extra tributarieNatura 1: Entrate ricorrentiNatura 2: Entrate non ricorrentiAttività 1: Entrata derivante da attività ordinaria

1171

Imposte dirette

derivanti dalla

definizione di pendenze e controversie tributarie

Classificazione in

bilancio (*)

1253

Entrate derivanti

dalla definizione

delle situazioni e pendenze in materia di imposte indirette

Capitoli Articoli

Conciliazione giudiziale

Dalla tabella si rileva la differente impostazione degli effetti

dell’accertamento con adesione (e/o di altri istituti caratterizzati da procedure di

adesione, nonché della rinuncia all’impugnativa) e della conciliazione giudiziale.

Per l’accertamento con adesione26 sono stati previsti in bilancio, per ciascuna

delle maggiori imposte (IRPEF, IRES, ILOR, imposta di registro e IVA) due articoli:

uno concernente i versamenti dovuti a seguito dell'accertamento con adesione e

l’altro quelli dovuti per omessa impugnazione dell'avviso di accertamento e rinuncia

all'istanza di accertamento con adesione (acquiescenza). Ad essi si possono

26 Accertamento con adesione in senso stretto, adesione ai contenuti dell’invito a comparire, adesione ai verbali di constatazione. Viene poi aggiunta la rinuncia all’impugnativa o acquiescenza.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

34

aggiungere l’art. 7 del cap. 1171 27 che riceve i versamenti dovuti a seguito

dell'accertamento con adesione per anni pregressi e, come già detto, l’art 13 del

cap. 3312 28 per le sanzioni per violazioni relative all'accertamento con adesione

dovute dai sostituti di imposta.

Riguardo alla conciliazione giudiziale, esistono due capitoli sui quali

affluiscono le entrate derivanti dalla definizione di pendenze e controversie

tributarie; il primo quando si tratti di imposte dirette (cap. 1171) e il secondo per le

indirette (cap. 1253); ciascuno dei capitoli è ripartito negli articoli corrispondenti

alle imposte di riferimento.

Applicando la classificazione di bilancio introdotta dal 2008, dalla tabella si

rileva che vengono ritenute di natura ricorrente tutte quelle indicate negli articoli

relativi all’accertamento con adesione, ad eccezione dell’art. 7 del cap. 1171 che

riguarda gli anni pregressi, ed entrate tributarie di natura non ricorrente quelle

relative alla conciliazione giudiziale. Dalla tabella si rileva, inoltre, che vengono

ritenute derivanti da attività di accertamento e controllo tutte le entrate che

affluiscono sugli articoli dell’accertamento con adesione (ad eccezione delle

sanzioni), nonché quelle della conciliazione giudiziale concernente, però, solo le

imposte dirette, in quanto le entrate derivanti dalla conciliazione per le imposte

indirette sono state invece considerate originate da attività di ordinaria gestione,

così come le sanzioni per violazioni relative all'accertamento con adesione dovute

dai sostituti di imposta.

Secondo quanto affermato in merito dalla Ragioneria Generale dello Stato29

la collocazione tra le entrate di natura ricorrente dei capitoli/articoli afferenti

all’accertamento con adesione (comprese le sanzioni) trova motivazione nella

circostanza che l’istituto in argomento rientra nella normale prassi

27 Cap. 1171: Imposte dirette derivanti dalla definizione di pendenze e controversie tributarie. 28 Cap. 3312: Sanzioni relative alla riscossione delle imposte dirette. 29 E-mail in data 18 gennaio 2011.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

35

dell’amministrazione finanziaria e permette di raccogliere introiti aventi un

andamento grosso modo regolare. Diversamente, le somme introitate in base

all’accertamento con adesione, ma relative ad anni pregressi (da imputarsi

all’articolo 7 del cap. 1171), vengono riconosciute come entrate non ricorrenti in

quanto correlate alla definizione una tantum di partite relative ad anni precedenti.

Del pari, vengono considerate non ricorrenti le entrate derivanti dalla conciliazione

giudiziale, in quanto l’istituto si sostanzia nella definizione di controversie relative a

partite pregresse, che non pare possano garantire un flusso di entrate regolare nel

tempo.

Per quanto riguarda la classificazione delle conciliazioni giudiziali relative alle

imposte indirette come entrate derivanti da attività ordinaria di gestione,

classificazione che fa sorgere perplessità, risulta che la RGS reputa ora che tale

collocazione non sia appropriata e che la stessa debba essere modificata in entrate

derivanti da attività di accertamento e controllo, analogamente alla conciliazione

delle imposte dirette. Tale modifica potrà essere effettuata in sede di disegno di

legge di bilancio 2012.

Complessivamente, a seguito dell’applicazione degli istituti deflattivi del

contenzioso, dai consuntivi di bilancio dal 2006 al 2009 risultano essere stati

effettuati versamenti totali di importi sempre crescenti in termini assoluti. Nel

grafico n. 1 si riporta la somma dei versamenti, sia di competenza che dei residui,

relativi ai capitoli/articoli concernenti gli accertamenti con adesione e le conciliazioni

giudiziali. Tale somma parte da circa 805 milioni del 2006 per arrivare ai 2.700

milioni del 2010.

La distribuzione percentuale tra accertamento con adesione e conciliazione

giudiziale vede la prevalenza del primo mediamente per il 90%.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

36

Grafico 1

Versamenti totali relativi agli istituti deflattivi del contenzioso

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

2006 2007 2008 2009 2010

milioni

Accertamento con adesione Conciliazione giudiziale

FONTE: Elaborazione Corte dei conti su dati Sistema Informativo RGS – Corte dei conti

Non è invece possibile comprendere dai dati di bilancio illustrati dal grafico

se l’aumento del versato, riscontrato, in cifra assoluta, nel progredire degli anni, lo

sia anche rispetto al dovuto, cioè rispetto agli importi degli accertamenti (di MIA

e/o MID) degli stessi anni, perché, come si è detto all’inizio di questo paragrafo, nel

bilancio dello Stato l’accertato è sempre fatto eguale al riscosso, che, tra l’altro,

risulta poi sempre superiore al versato. Non possono pertanto dedursi dalle cifre

suddette elementi di valutazione dell’efficacia dell’azione amministrativa.

E’ poi interessante rilevare la distribuzione degli aggregati “Accertamento

con adesione” e “Conciliazione giudiziale” evidenziata dalla seguente tabella B:

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

37

Tabella “B” Rilevazioni in bilancio delle risultanze dell’applicazione degli istituti deflattivi del contenzioso dal 2006 al 2010 - Distribuzione percentuale degli aggregati “Accertamento con adesione” e Conciliazione giudiziale”

Prev. iniz. e

def di

comp. Accertato

Riscosso di

Comp.

Riscosso

Residui

Riscosso

Totale Vers. Comp. Vers. Res. Vers. Totali

Ese

rciz

io

mil.

distr.

% mil.

distr.

% mil.

distr.

% mil.

distr.

% mil.

distr.

% mil.

distr.

% mil.

distr.

% mil.

distr.

%

TOTALE ARTICOLI ACCERTAMENTO CON ADESIONE

2006 292 69,9 699 73,3 699 88,3 25 41,6 724 85,0 685 88,3 9 31,2 695 86,2

2007 680 96,9 1.007 92,7 1.007 95,5 27 35,6 1.034 91,4 971 95,4 15 28,1 986 92,0

2008 1.298 97,7 1.558 66,2 1.558 92,8 50 65,5 1.608 91,6 1.487 92,7 37 72,0 1.524 92,0

2009 1.852 98,1 2.394 89,7 2.394 91,1 84 60,1 2.478 89,6 2.331 90,9 71 63,9 2.402 89,8

2010 2.430 98,4 2.546 93,5 2.546 94,6 74 58,4 2.620 93,0 2.477 95,2 60 62,1 2.538 94,0

TOTALE ARTICOLI CONCILIAZIONE GIUDIZIALE

2006 126 30,1 255 26,7 92 11,7 35 58,4 128 15,0 91 11,7 20 68,8 111 13,8

2007 22 3,1 79 7,3 48 4,5 50 64,4 97 8,6 47 4,6 38 71,9 85 8,0

2008 31 2,3 794 33,8 121 7,2 26 34,5 147 8,4 118 7,3 14 28,0 132 8,0

2009 36 1,9 276 10,3 233 8,9 56 39,9 289 10,4 232 9,1 40 36,1 272 10,2

2010 39 1,6 178 6,5 145 5,4 53 41,6 198 7,0 125 4,8 37 37,9 162 6,0

TOTALE ISTITUTI DEFLATTIVI

2006 418 100,0 954 100,0 791 100,0 61 100,0 851 100,0 776 100,0 29 100,0 805 100,0

2007 702 100,0 1.086 100,0 1.055 100,0 77 100,0 1.132 100,0 1.018 100,0 53 100,0 1.071 100,0

2008 1.329 100,0 2.352 100,0 1.679 100,0 76 100,0 1.755 100,0 1.605 100,0 52 100,0 1.657 100,0

2009 1.888 100,0 2.670 100,0 2.627 100,0 139 100,0 2.766 100,0 2.563 100,0 111 100,0 2.674 100,0

2010 2.469 100,0 2.724 100,0 2.691 100,0 127 100,0 2.818 100,0 2.603 100,0 97 100,0 2.700 100,0

FONTE: Elaborazione Corte dei conti su dati Sistema Informativo RGS – Corte dei conti

La distribuzione percentuale degli importi relativi ai due aggregati evidenzia

la grande prevalenza dell’accertamento con adesione rispetto alla conciliazione

giudiziale, ad iniziare dalle previsioni (che, peraltro, presentano gli stessi identici

importi sia in fase iniziale che definitiva): in media pari al 97% delle previsioni totali

di entrata tra il 2007 ed il 2010. Solo nel 2006 le previsioni relative alla

conciliazione giudiziale sono state indicate in una buona percentuale del totale, cioè

nel 30%.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

38

E’ inoltre da porre in rilievo che:

• le previsioni di entrata del totale degli istituti deflattivi, sia iniziali che

definitive, coincidenti, risultano largamente inferiori ai risultati di riscossioni e

versamenti;

• i versamenti, sia di competenza che in conto residui, risultano costantemente

inferiori alle riscossioni.

Per le ragioni già dette, ed in particolare per il fatto che le entrate previste

nel bilancio – tra l’altro non comprensive dell’IRAP – sono quantificate in base alle

riscossioni ed ai versamenti dell’anno e che i valori degli accertamenti, da cui le

somme delle riscossioni e dei versamenti derivano, sono sempre fatti eguali a quelli

delle riscossioni, giova ribadire che gli effetti dell’applicazione degli istituti deflattivi

del contenzioso non può essere verificata, in mancanza dei dati reali degli

accertamenti, dalle risultanze del bilancio dello Stato. Pertanto, nel corso

dell’indagine e nelle sue conclusioni si farà riferimento unicamente ai dati rilevabili

dagli archivi dell’Agenzia delle entrate, che consentono invece di effettuare i

riscontri e le valutazioni richiesti dal presente lavoro.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

39

3. L’applicazione degli istituti deflattivi del contenzioso in relazione agli

accertamenti (e al seguito degli stessi).

All’Agenzia delle entrate sono stati chiesti i dati degli accertamenti fiscali

effettuati e degli esiti degli stessi, diversificandoli a seconda delle scelte dei

contribuenti (di impugnare o meno gli accertamenti ovvero di definirli con

procedure di adesione o simili) e dell’Amministrazione, allo scopo di evidenziare le

diverse entità e valori dell’applicazione dei vari istituti di definizione alternativa del

contenzioso.

Dopo intenso e prolungato raccordo istruttorio, l’Agenzia ha infine trasmesso

una nutrita serie di tabelle, che sono riportate in allegato, contenenti i dati

rispondenti alle richieste di questa Corte, sulla base dei quali sono stati inoltre

costruiti i numerosi prospetti esposti nel referto. Le tabelle dell’Agenzia delle

entrate allegate ed i prospetti elaborati da questa Corte indicano le cifre relative

agli accertamenti eseguiti in materia di imposte dirette, IVA ed IRAP, esclusi gli

accertamenti parziali automatizzati ex art. 41-bis DPR n. 600/1972, nel periodo

2006-2009. (E’ da tenere presente che dei possibili, non completi aggiornamenti

relativi al 2010 si fa cenno nel paragrafo delle conclusioni).

Per la migliore comprensione dei dati delle tabelle e dei prospetti viene

inserita, ad inizio del referto, una apposita legenda.

Per ciascuno degli anni 2006-2009 il totale degli accertamenti eseguiti è

ricavato dalla somma degli accertamenti (dati sub M) con esito positivo (dati sub I)

e degli accertamenti con esito negativo, e quindi senza seguito; il che consente di

valutare il rilievo degli uni rispetto agli altri e di quantificare con precisione la

superiore entità degli accertamenti positivi, sia in cifra assoluta che percentuale.

A seconda delle reazioni del contribuente, gli accertamenti con esito positivo

(dati sub I) vengono distinti in pratica in tre gruppi: a) quelli non impugnati e

destinati a diventare definitivi (dati sub H); b) quelli impugnati dinanzi alla giustizia

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

40

tributaria (dati sub F), la cui definizione, in mancanza di conciliazione giudiziale,

dipende dall’esito del giudizio; c) quelli definiti con procedure e modalità che, nel

reciproco interesse delle parti, consentono di evitare l’avvio o la prosecuzione di un

contenzioso giudiziale, e cioè gli accertamenti definiti attraverso i vari istituti

alternativi e deflattivi del contenzioso (adesione all’accertamento da parte del

contribuente, nelle possibili forme; acquiescenza, con esplicita rinuncia

all’impugnazione; conciliazione giudiziale nell’ambito di provvedimenti impugnati;

annullamenti in autotutela).

Nelle suddette tabelle dell’Agenzia ogni tipologia di accertamento e di esito

viene quantificato, in ciascun anno del quadriennio 2006 – 2009, attraverso

l’indicazione del numero di controlli al riguardo effettuati, degli importi della MIA

(Maggiore imposta accertata) e relative sanzioni, della MID (Maggiore imposta

definita) e relative sanzioni e, infine, degli importi riscossi tramite versamento con

modello F24 ovvero tramite ruolo.

Va chiarito che il numero dei controlli che figurano nelle tabelle costituiscono

il numero degli accertamenti che l’Agenzia ha “consuntivato” in ciascun anno, vale a

dire quelli che nell’ambito degli atti endoprocedimentali pervenuti, dai propri uffici e

dalla Guardia di Finanza a seguito di riscontri e verifiche, sono stati presi in

considerazione e lavorati fino all’atto conclusivo dell’accertamento. Detti

accertamenti consuntivati, inoltre, sono normalmente riferiti a debiti tributari di uno

o più anni precedenti a quello del controllo. Leggendo le tabelle dell’Agenzia si deve

tener presente, pertanto, che esse illustrano quanto accaduto in termini di

accertamenti effettuati nell’anno considerato, ma che, di norma, non vi è

corrispondenza tra tale anno di accertamento ed anno di insorgenza del debito

tributario, che può essere, e normalmente è, insorto in anno precedente, né tra

numero di accertamenti conclusi nell’anno considerato e numero di pendenze

tributarie sorte o comunque ancora in essere in quello stesso anno.

Va pure chiarito che nelle tabelle sono riportate il numero e l’entità degli

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

41

accertamenti registrati nel periodo e/o nell’anno considerato nonché l’esito di tali

accertamenti anche se verificatosi in anni successivi: unico modo per consentire di

collegare gli accertamenti di un certo anno alle loro conseguenze.

Le colonne relative al numero dei controlli, alla MIA e alle sanzioni accertate

si illustrano da sé e non necessitano di spiegazioni. Le richiedono invece, ai fini di

una migliore comprensione, quelle concernenti la MID, e relative sanzioni, e le

riscossioni.

La maggior imposta definita (MID) può riferirsi alle seguenti diverse

fattispecie:

a) all’intesa tra fisco e contribuente, al fine di prevenire l’insorgenza di una

controversia, nelle varie forme dell’accertamento per adesione (dati sub A, B,

C e D, nel totale) o per la formale rinuncia all’impugnazione con acquiescenza

all’accertamento (dati sub E). Si tratta di tutti i casi in cui si addiviene ad una

definizione concordata, sia della maggiore imposta così definita (MID) che

delle relative sanzioni;

b) ad una controversia non più suscettibile di risolversi con forme concordate di

definizione (es. per l’intervenuta scadenza dei termini per attivare le

procedure di adesione), ma non ancora conclusa avendo il contribuente deciso

di impugnare gli accertamenti in via giudiziale (dati sub F). Di conseguenza, la

maggiore imposta definita (MID) e relative sanzioni indicate nelle tabelle

dell’Agenzia negli accertamenti impugnati vanno riferite ai casi in cui può

verificarsi, dopo l’impugnazione, un atto di definizione conclusivo della

vertenza. Il che può accadere in primo grado con la conciliazione giudiziale

perfezionata (dati sub F 1) ovvero, in mancanza di conciliazione, al termine

dell’iter giudiziario innescato dall’impugnazione. Dalle sanzioni connesse alle

MID “concordate” con la conciliazione giudiziale o stabilite al termine del

processo vanno poi distinte le sanzioni definite, esse sole, in maniera

agevolata, ai sensi della normativa dell’art. 16, comma 3, e dell’ art. 17,

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

42

comma 2, del D.Lgs. n. 472/1997, che consente al contribuente di concludere

la sua vertenza con il fisco limitatamente alle sanzioni irrogate pagandole in

misura ridotta;

c) ad una controversia conclusa per inattività o inerzia del contribuente di fronte

all’accertamento notificatogli, non avendo egli utilizzato le varie possibilità di

definizione alternativa del contenzioso né impugnato l’accertamento (dati sub

H).

E’ pure da tener presente che:

d) differenze tra MIA e MID non dovrebbero esservi nei casi di accertamento per

adesione ai verbali di constatazione (dati sub A) e agli inviti al contraddittorio

(dati sub B), che si concludono con il pagamento integrale della MIA. Talune,

lievi differenze tra MIA e MID sono perciò spiegabili, in particolare, a causa

della presenza degli interessi che si aggiungono alle MID.

Infine, riguardo alle riscossioni con mod. F24 deve considerarsi che:

e) gli importi delle riscossioni indicati nelle tabelle possono risultare inferiori a

quelli dovuti (per MIA o MID) perché tengono conto solo dei pagamenti

effettuati, non di quelli dovuti, e perché possono risentire delle rateizzazioni.

Premesso quanto sopra, i dati forniti dall’Agenzia delle entrate, elaborati

dalla Corte dei Conti nei numerosi prospetti che seguono, consentono valutazioni e

rilievi significativi e di interesse per l’indagine, non solo dalla lettura in sé ma

soprattutto confrontandone gli importi ed i loro andamenti nel corso degli anni. Per

la migliore comprensione dei dati è necessario fare riferimento, si ripete, alla

legenda riportata all’inizio della relazione, dopo l’indice.

3.1. Numero dei controlli/accertamenti.

Il numero degli accertamenti positivi, con l’indicazione cioè di addebiti

tributari, è stato nel quadriennio di gran lunga prevalente (oltre il 94%). A seconda

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

43

dell’esito, il numero complessivo è risultato suddiviso come segue (prospetto

seguente)

- 36,44% accertamenti non impugnati né definiti con modalità alternative al

contenzioso;

- 27,88% accertamenti definiti per adesione ( di cui, in assoluta prevalenza,

con adesione ordinaria);

- 16,94% accertamenti impugnati, di cui lo 0,57% definito con conciliazione

giudiziale, in primo grado, e i restanti definiti secondo l’esito

dell’impugnazione e del relativo processo, salva sempre l’eventualità di

annullamenti in autotutela;

- 16,40% definiti per acquiescenza;

- 2,34% definiti in autotutela.

Grafico 2

27,88%

16,40%

0,57%

16,94%

2,34%

36,44%

0,00%

5,00%

10,00%

15,00%

20,00%

25,00%

30,00%

35,00%

40,00%45,00%

50,00%

d e f1 (parte diF)

f g h

Controlli Nazionali - Totale quadriennio

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

L’andamento dal 2006 al 2009 evidenzia una flessione del numero dei

controlli che hanno trovato una soluzione nelle procedure di adesione e un aumento

di quelli impugnati. Le altre fattispecie (E G H) sono sostanzialmente stabili.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

44

Grafico 3

CONTROLLI NAZIONALI - Percentuali andamento annuale

0,00%

5,00%

10,00%

15,00%

20,00%

25,00%

30,00%

35,00%

40,00%

d 29,89% 29,58% 27,64% 25,35%

e 15,86% 17,48% 15,52% 16,88%

f1 0,73% 0,66% 0,66% 0,30%

f 15,27% 15,39% 17,90% 18,40%

g 2,50% 2,31% 2,44% 2,14%

h 36,47% 35,23% 36,51% 37,23%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

3.1.1. Controlli con esito positivo e negativo (dati sub I, L e M).

I controlli con esito positivo, cioè con accertamento di irregolarità e della

sussistenza di debiti tributari, superano di gran lunga quelli con esito negativo, che,

tra l’altro, non vengono notificati al contribuente. Nel periodo 2006-2009 risultano

effettuati n. 1.445.892 controlli.

ACCERTAMENTI 2006 2007 2008 2009 Totale

(I) Accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)300.792 285.499 387.012 396.392 1.369.695(L) Accertamenti con esito negativo (non notificati) 22.621 18.778 19.816 14.982 76.197(M) Totale accertamenti eseguiti (I+L) 323.413 304.277 406.828 411.374 1.445.892

% controlli con esito negativo L su M 6,99% 6,17% 4,87% 3,64% 5,27%

Prospetto 1 – numero dei controlli

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

45

Ripartiti negli anni, il numero dei controlli con esito negativo è stato

soltanto, rispetto al totale dei controlli, del 6,99% nel 2006, del 6,17% nel 2007,

del 4,87% nel 2008 e del 3,64% nel 2009. Il che dimostra che secondo gli

accertamenti del fisco il comportamento del contribuente è raramente non

censurabile e, invece, quasi sempre irregolare (a prescindere dall’entità delle

irregolarità addebitate), con poche differenze nel corso degli anni.

3.1.2. Accertamenti non impugnati né definiti con interventi

alternativi e deflattivi del contenzioso (dati sub I e H).

Rappresentano il maggior numero del totale degli accertamenti con esito

positivo.

Nel periodo 2006-2009 non sono stati impugnati n. 499.144 accertamenti

pari al 36.44% del totale degli accertamenti con esito positivo 1.369.695. Ripartiti

negli anni si tratta del 36.47% nel 2006, del 35,27% nel 2007, del 36,51% nel

2008 e del 37,23% nel 2009. (Divergono di poco le percentuali riferite al totale

degli accertamenti, sia positivi che negativi, sub M ).

ACCERTAMENTI 2006 2007 2008 2009 Totale

(H) Accertamenti notificati non impugnati (né definiti per adesione o acquiescenza)

109.709 100.585 141.285 147.565 499.144

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

300.792 285.499 387.012 396.392 1.369.695

(M) Totale accertamenti eseguiti 323.413 304.277 406.828 411.374 1.445.892

% non impugnati H sul totale M 33,92% 33,06% 34,73% 35,87% 34,52%% non impugnati H sul totale I 36,47% 35,23% 36,51% 37,23% 36,44%

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

Prospetto 2 – Numero degli accertamenti notificati non impugnati

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Se ne deve dedurre che in questi casi, così numerosi, il contribuente non

ritiene conveniente impugnare l’accertamento, ma nemmeno avvalersi dei benefici

previsti, con la riduzione delle sanzioni, sia con la definizione degli accertamenti per

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

46

adesione che con la rinuncia all’impugnazione a seguito dell’acquiescenza di cui

all’art. 15 D.Lgs. 218/97.

Ne consegue che nella maggior parte degli accertamenti positivi il

contribuente preferisce non assumere alcuna iniziativa di fronte alla pretesa

dell’Amministrazione. A motivo, probabilmente, delle superiori difficoltà e dei

maggiori oneri che incontrerebbe avviando un’incerta impugnazione rispetto al

versamento dell’importo richiestogli o a causa dell’esiguità degli “sconti” che

otterrebbe, nella fattispecie, scegliendo invece di definire la questione con una

procedura di adesione all’accertamento o con una formale acquiescenza. Ovvero,

ritenendo il contribuente che il fisco non riuscirebbe comunque a riscuotere quel

credito, ad esempio per situazioni di nullatenenza, o in ipotesi di comportamenti

fraudolenti tali da rendere molto difficile l’individuazione ed il perseguimento dei

debitori.

3.1.3. Accertamenti definiti per adesione (dati sub A, B, C, D e I).

Nel periodo 2006-2009 sono stati definiti per adesione n. 381.827

accertamenti pari al 27,88% del totale degli accertamenti positivi (n. 1.369.695).

Ripartiti negli anni, sono stati definiti per adesione il 29,89% degli accertamenti

positivi nel 2006, il 29,58% nel 2007, il 27,62% nel 2008 e il 23,82% nel 2009.

ACCERTAMENTI 2006 2007 2008 2009 Totale

(D) Totale accertamenti definiti per adesione (A+B+C)

89.910 84.464 106.952 100.501 381.827

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

300.792 285.499 387.012 396.392 1.369.695

% di D rispetto a I 29,89% 29,58% 27,64% 25,35% 27,88%

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti

Prospetto 3 – Numero degli accertamenti definiti con adesione

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Di specifico interesse è la distinzione tra le tre possibilità di adesione

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

47

consentite dall’ordinamento: quella “ordinaria”, introdotta con il D. Lgs. n.

218/1997, che consegue ad una intesa tra Amministrazione e contribuente

raggiunta al termine di un contraddittorio (dati sub C) e le altre due, che consistono

nell’adesione al pagamento di importi conformi alle richieste dell’Amministrazione

indicate negli inviti ad un eventuale contraddittorio (dati sub B) ovvero conformi

alle somme risultanti dai verbali di constatazione redatti a seguito di verifiche ed

ispezioni (dati sub A). Le adesioni sub B e sub A, introdotte nel 2008, possono

essere quantificate, com’è ovvio, solo a partire dalla loro applicazione.

ACCERTAMENTI 2006 2007 2008 2009 Totale

(A) Accertamenti definiti per adesione ai verbali di constatazione (art. 5 bis D.Lgs 218/97)

1.098 16.763 17.861

(B) Accertamenti definiti per adesione agli inviti (art. 5 comma 1 bis D.Lgs 218/97)

5 11.627 11.632

(C) Accertamenti definiti per adesione ordinaria

89.910 84.464 105.849 72.111 352.334

(D) Totale accertamenti definiti per adesione (A+B+C)

89.910 84.464 106.952 100.501 381.827

% di A rispetto a D 1,03% 16,68% 4,68%% di B rispetto a D 0,005% 11,57% 3,05%% di C rispetto a D 100,00% 100,00% 98,97% 71,75% 92,28%

Prospetto 4 – Numero degli accertamenti definiti per adesione

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Nel 2008, anno di inizio dell’applicazione delle nuove tipologie di adesione

(dati sub A e B), queste hanno raggiunto le ancor modeste percentuali, sul totale

delle adesioni sub D, dello 0,005% (adesioni agli inviti sub B) e dell’1,03 (adesione

ai verbali di constatazione, sub A), e, quindi, l’adesione ordinaria è restata

assolutamente prevalente (98,97% sub C). Nel 2009, l’adesione agli inviti e ai

verbali di constatazione si è rivelata di crescente interesse per il contribuente,

raggiungendo la misura, rispettivamente, dell’ 11,57% e del 16,68% del totale delle

adesioni, pur restando sempre prevalente l’adesione ordinaria, pari al 71,75% del

totale delle adesioni.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

48

3.1.4. Accertamenti non impugnati ma definiti per acquiescenza

(dati sub E ed I).

Si tratta di definizioni meno numerose delle precedenti, ma di numero

consistente.

ACCERTAMENTI 2006 2007 2008 2009 Totale

Somma di (E) Accertamenti definiti per rinuncia all'impugnazione (acquiescenza ex art. 15 D.Lgs 218/97) 47.715 49.896 60.080 66.920 224.611Somma di (I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***) 300.792 285.499 387.012 396.392 1.369.695

% di E rispetto a I 15,86% 17,48% 15,52% 16,88% 16,40%

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per

Prospetto 5 – Numero degli accertamenti definiti per acquiescenza con rinuncia

all’impugnazione

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Nel periodo 2006-2009 sono stati definiti per acquiescenza n. 224.611

accertamenti, pari al 16,4 % del totale degli accertamenti positivi (n. 1.369.695 ).

Ripartiti negli anni risultano definiti per acquiescenza il 15,86% degli accertamenti

positivi nel 2006, il 17,48% nel 2007, il 15,52% nel 2008 ed il 16,88% nel 2009.

3.1.5. Accertamenti impugnati (dati sub F, F1 ed I).

Il numero degli accertamenti positivi impugnati non è inferiore a quello dei

non impugnati e variamente definiti.

Nel periodo 2006-2009 sono stati impugnati n. 232.069 accertamenti, pari al

16.94% del totale degli accertamenti positivi (n. 1.369.695). Ripartiti negli anni

risultano impugnati, rispetto al totale degli accertamenti positivi, il 15,27% degli

accertamenti nel 2006, il 15,39% nel 2007, il 17,90% nel 2008 ed il18,40% nel

2009.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

49

2006 2007 2008 2009 Totale

(F) Accertamenti notificati e impugnati 45.925 43.952 69.260 72.932 232.069(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***) 300.792 285.499 387.012 396.392 1.369.695

% di F rispetto a I 15,27% 15,39% 17,90% 18,40% 16,94%

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti

Prospetto 6 – Numero degli accertamenti notificati e impugnati

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Una modesta percentuale (3,36% nel quadriennio) degli accertamenti

impugnati di cui sopra risulta definita, in primo grado presso le Commissioni

tributarie provinciali, attraverso la conciliazione giudiziale perfezionata.

ACCERTAMENTI 2006 2007 2008 2009 Totale

(F1) Accertamenti impugnati definiti con conciliazione giudiziale perfezionata

2.186 1.886 2.537 1.198 7.807

(F) Accertamenti notificati e impugnati 45.925 43.952 69.260 72.932 232.069(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

300.792 285.499 387.012 396.392 1.369.695

% F1 rispetto a F 4,76% 4,29% 3,66% 1,64% 3,36%% F1 rispetto a I 0,73% 0,66% 0,66% 0,30% 0,57%

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

Prospetto 7 – Numero degli accertamenti impugnati definiti con conciliazione giudiziale

perfezionata.

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Precisamente, sono stati definiti per conciliazione giudiziale perfezionata n.

7.807, accertamenti (2.186 nel 2006; 1.886 nel 2007; 2.537 nel 2008 e 1198 nel

2009), pari allo 0,57% del totale degli accertamenti positivi (n. 1.369.695). Ripartiti

negli anni, si tratta dello 0,73% nel 2006, dello 0,66% nel 2007, dello 0,66% nel

2008 e dello 0,3 % nel 2009.

3.1.6. Accertamenti definiti in sede di autotutela (dati sub G).

Taluni accertamenti, siano stati o meno impugnati, vengono annullati

dall’Amministrazione in autotutela. Ciò è accaduto, nel periodo 2006-2009, per n.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

50

32.044 accertamenti pari al 2,34% del totale degli accertamenti positivi (n.

1369.695). Ripartiti negli anni si tratta del 2,50% del totale degli accertamenti

positivi nel 2006, del 2,31% nel 2007, del 2,44% nel 2008, e del 2,14% nel 2009.

ACCERTAMENTI 2006 2007 2008 2009 Totale

(G) Accertamenti notificati annullati in autotutela

7.533 6.602 9.435 8.474 32.044

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

300.792 285.499 387.012 396.392 1.369.695

% G rispetto a I 2,50% 2,31% 2,44% 2,14% 2,34%

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

Prospetto 8 – Numero degli accertamenti definiti in sede di autotutela

Gli annullamenti decisi dal fisco per motivazioni di insostenibilità degli

accertamenti precedentemente operati non sono stati pochi, dunque, nel periodo

considerato e hanno seguito un trend abbastanza stabile negli anni.30

3.2. Maggiore imposta accertata (MIA) e definita (MID).

In questo paragrafo si rileva in dettaglio che:

- il rapporto tra gli importi totali di MID e MIA è stato, nel quadriennio 2006 –

2009, del 51,2%: il fisco, dunque, ha definito i suoi accertamenti ( MID ) con

poco più della metà delle pretese originarie ( MIA );

- della MIA totale del periodo 2006 - 2009, il 36,44% del numero degli

accertamenti, pari al 46,15% degli importi del suddetto totale, ha riguardato

accertamenti non impugnati né definiti con modalità alternative al

contenzioso. Taluni di tali accertamenti non impugnati sono stati peraltro

parzialmente annullati in autotutela, per cui anche relativamente agli

accertamenti non impugnati si registra, accanto alla MIA, una MID, sia pure di

30 L’autotutela in questione viene definita “negativa”, per differenziarla da quella “positiva”, intesa come potere di riesame positivo dell’avviso di accertamento o come accertamento integrativo e/o modificativo.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

51

importo quasi equivalente (94,48%). Le MIA e le MID degli accertamenti non

impugnati sono risultati di importo più elevato nell’ambito delle MIA e MID

totali del periodo;

- gli accertamenti impugnati hanno riguardato, in totale, il 41,13% del totale

della MIA del periodo, e quindi un notevole importo della MIA, sia pure

inferiore a quello, di cui sopra si è detto, relativo agli accertamenti non

impugnati;

- gli accertamenti che sono stati oggetto di adesione, di importo totale di molto

inferiore agli accertamenti non impugnati ed impugnati, sono risultati pari all’

11,26% del totale della MIA del periodo, la gran parte del quale a seguito

dell’adesione ordinaria, previo contraddittorio. Nell’ambito del suddetto

11,26% la MID complessiva è risultata pari al 53,87% di detto importo della

MIA, di cui la maggior parte (48,76%) per l’adesione ordinaria;

- ulteriori accertamenti, pari all’1,46% della MIA, sono venuti meno a seguito di

rinuncia all’impugnazione;

- di non poco rilievo sono stati gli accertamenti annullati dall’Amministrazione in

autotutela (v. prospetto n. 15).

3.2.3. Importi totali di MIA e MID (dati sub I, L e M).

Nel periodo 2006 – 2009, sul totale degli accertamenti positivi (n.

1.369.695) la MIA è risultata di 70.792.258.692, con una media di 51.685 per

accertamento.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

52

2006 2007 2008 2009 Totale

Numero Controlli 300.792 285.499 387.012 396.392 1.369.695

Maggiore Imposta Accertata Totale (***)

12.623.845.521 13.647.877.590 20.204.722.646 24.315.812.936 70.792.258.692

Maggiore Imposta Definita Totale

7.129.254.960 6.903.234.213 10.727.931.814 13.001.292.221 37.761.713.208

% MID rispetto a MIA

56,47% 50,58% 53,10% 53,47% 53,34%

51.68527.569

Prospetto 9: MIA e MID degli accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H)

***

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

media MIA rispetto al totale dei controlli media MIA rispetto al totale dei controlli

Nello stesso periodo, sul totale degli accertamenti positivi (n. 1.369.695) la

MID è stata di 37.761.713.208, pari al 53,34% della MIA, con una media di 27.569

per accertamento.

Diversi sono i rapporti relativi alle diverse tipologie di accertamento e di

definizione.

3.2.4. MIA e MID degli accertamenti non impugnati né definiti

per adesione o acquiescenza (dati sub H, I ed M).

Nel periodo 2006 – 2009 la MIA relativa agli accertamenti non impugnati è

risultata la più elevata (euro 32.672.633.670), pari al 46,15% della MIA degli

accertamenti positivi dell’intero periodo (euro 70.792.258.692) secondo un trend

pari al 48,48% nel 2006; al 40,21% nel 2007; al 46,35% nel 2008 e al 48,11% nel

2009.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

53

2006 2007 2008 2009 Totale

MIA (H) Accertamenti notificati non impugnati (né definiti per adesione o acquiescenza)

6.119.448.534 5.488.456.434 9.365.512.082 11.699.216.620 32.672.633.670

MIA (I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

12.623.845.521 13.647.877.590 20.204.722.646 24.315.812.936 70.792.258.692

MID (H) Accertamenti notificati non impugnati (né definiti per adesione o acquiescenza)

5.865.068.185 5.279.799.306 8.885.918.644 10.838.192.075 30.868.978.210

MID (I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

7.129.254.960 6.903.234.213 10.727.931.814 13.001.292.221 37.761.713.208

% MIA H rispetto MIA I

48,48% 40,21% 46,35% 48,11% 46,15%

% MID H rispetto MIA H

95,84% 96,20% 94,88% 92,64% 94,48%

% MID H su MID I 82,27% 76,48% 82,83% 83,36% 81,75%

Prospetto 10: MIA e MID degli accertamenti non impugnati nè definiti per adesione o acquiescenza

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

La maggiore imposta definita (MID) per tali accertamenti non impugnati è

risultata anch’essa la più elevata, essendo stata di euro 30.868.978.210, pari ad

oltre l’81,75% della MID di tutti gli accertamenti positivi dell’intero periodo

(37.761.713.208).

L’importo relativo alla MID del periodo risulta essere stato pari al 94,48%

della MIA relativa dell’intero periodo (32.672.633.670). Nei singoli anni la MID è

risultata pari al 95,84% della MIA nel 2006, al 96,20% nel 2007, al 94,88% nel

2008 e al 92,64% nel 2009.

Per spiegare la scelta del contribuente di non impugnare gli accertamenti né

di ricorrere ad istituti deflattivi, si rinvia alle ipotesi già esposte a proposito del

numero degli accertamenti non impugnati (paragrafo 3.1.2).

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

54

3.2.5. MIA e MID degli accertamenti impugnati (dati sub F e I).

Nel periodo 2006-2009 la MIA relativa agli accertamenti impugnati è

risultata di 29.113.996.448, pari al 41,13% della MIA totale degli accertamenti

positivi (70.792.258.692) del periodo, e quindi piuttosto elevata.

2006 2007 2008 2009 Totale

(F) Accertamenti notificati e impugnati

5.352.079.016 6.059.920.699 8.086.666.190 9.615.330.542 29.113.996.448

F1 - di cui conciliazione giudiziale perfezionata

171.995.508 1.327.789.050 332.969.025 313.300.935 2.146.054.519

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

12.623.845.521 13.647.877.590 20.204.722.646 24.315.812.936 70.792.258.692

(F) Accertamenti notificati e impugnati

575.334.125 627.731.904 240.208.827 122.544.492 1.565.819.347

F1 - di cui conciliazione giudiziale perfezionata

50.459.351 274.577.813 93.250.535 75.802.512 494.090.211

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H)

7.129.254.960 6.903.234.213 10.727.931.814 13.001.292.221 37.761.713.208

% MIA F su MIA I 42,40% 44,40% 40,02% 39,54% 41,13%

% MIA F1 su MIA F 3,21% 21,91% 4,12% 3,26% 7,37%% MIA F1 su MIA I 1,36% 9,73% 1,65% 1,29% 3,03%

% MID F1 su MIA F1 29,34% 20,68% 28,01% 24,19% 23,02%% MID F1 su MID I 0,71% 3,98% 0,87% 0,58% 1,31%

Maggiore Imposta Accertata Totale

Maggiore Imposta Definita Totale

Prospetto 11: Mia e Mid degli accertamenti impugnati.

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Il prospetto 11 mostra gli importi della MIA degli accertamenti impugnati

(sub F) nei singoli anni, che, rispetto alla MIA del totale degli accertamenti positivi

degli stessi anni (sub I), risultano pari al 42,40% nel 2006; al 44,40% nel 2007; al

40,02% nel 2008 e al 39,54% nel 2009. La forte riduzione delle MID, rispetto alle

MIA, evidenziata nel prospetto si spiega, come pure si dirà a proposito delle

sanzioni definite negli accertamenti impugnati (prospetto 19), con il fatto che gli

esiti delle impugnazioni risultanti e quindi noti negli anni 2006-2009 sono una

minoranza rispetto a tutte le impugnazioni avviate ma non ancora concluse,

risalenti anche a molti anni addietro.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

55

Nel quadriennio circa il 7,37% degli importi MIA contestati in via giudiziaria

(sub F) sono stati oggetto di definizione, in primo grado, nel corso di una procedura

di conciliazione giudiziale perfezionata (sub F1). Nel 2007 si è riscontrato un picco

di tali procedure (sub F1), che hanno riguardato il 21,91% degli accertamenti

impugnati (sub F) e il 9,73% di tutti gli accertamenti (sub I). Con conciliazione la

MID dovuta nel quadriennio si è ridotta a meno di un quarto (23,02%) della relativa

MIA, con una riduzione sicuramente significativa.

3.2.6. MIA e MID degli accertamenti non impugnati, ma definiti

per adesione (dati sub A, B, C, D ed I).

La MIA del totale degli accertamenti positivi (sub I), riguarda, per circa

l’87%, nel quadriennio, come si è visto, la somma degli accertamenti non impugnati

(46,15%) e di quelli impugnati (41,13 %) (sub H e sub F). Gli accertamenti definiti

per adesione (sub D) riguardano perciò la gran parte della MIA residua, che è

risultata nel periodo 2006-2009 di 7.974.720.646 pari all’11,26% della MIA del

totale degli accertamenti con esito positivo del periodo considerato.

Maggiore Imposta Accertata Totale 2006 2007 2008 2009 Totale

(A) Accertamenti definiti per adesione ai verbali di constatazione (art. 5 bis D.Lgs 218/97)

36.866.579 246.176.313 283.042.892

(B) Accertamenti definiti per adesione agli inviti (art. 5 comma 1 bis D.Lgs 218/97)

109.638 513.622.908 513.732.546

(C) Accertamenti definiti per adesione ordinaria

1.008.532.009 1.946.679.279 2.482.962.222 1.739.771.698 7.177.945.208

(D) Totale accertamenti definiti per adesione (A+B+C)

1.008.532.009 1.946.679.279 2.519.938.440 2.499.570.918 7.974.720.646

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

12.623.845.521 13.647.877.590 20.204.722.646 24.315.812.936 70.792.258.692

MIA D su MIA I 7,99% 14,26% 12,47% 10,28% 11,26%

MIA C su MIA D 100,00% 100,00% 98,53% 69,60% 90,01%

MIA B su MIA D 0,00% 20,55% 6,44%

MIA A su MIA D 1,46% 9,85% 3,55%

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

Prospetto 12: MIA degli accertamenti definiti per adesione (dati sub A, B, C, D, I).

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Il prospetto mostra i dati dei singoli anni e mette a confronto l’entità della

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

56

MIA accertata con le procedure di adesione con quella risultante da tutti gli

accertamenti definiti positivamente nel periodo.

La MIA del complesso degli accertamenti definiti per adesione (sub D) va

suddivisa tra le tre possibili tipologie di adesione di cui ai dati in C, B, A.

Lo stesso prospetto contiene i dati per le tre tipologie citate.

In percentuale, identici risultano i dati del 2006 e 2007 (100% di adesione

ordinaria, sub C, e zero per le altre adesioni su B e sub A, che non erano state

ancora introdotte).

Nei successivi anni 2008 e 2009, con l’introduzione delle adesioni sub A e

sub B, si è registrata una progressiva diminuzione delle adesioni ordinarie sub C a

cui ha corrisposto un aumento percentuale della adesione sub B che dallo 0% del

2008 è passata al 20,55% del 2009; analogamente l’adesione sub A è passata

dall’1,46% del 2008 al 9,85 del 2009.

Considerato che l’adesione ordinaria è finalizzata anzitutto a rivedere la

pretesa tributaria (MIA) attraverso il contraddittorio tra Amministrazione e

contribuente, mentre le altre due possibilità di adesione consentono essenzialmente

di far ridurre soltanto le sanzioni, la MID (vedi seguenti prospetti 13) è risultata

molto ridotta (48,76%) rispetto alla MIA nel primo caso, di revisione integrale del

rapporto tributario, e pochissimo ridotta negli altri due.

La MID complessiva, sub D, nel periodo 2006-2009, è stata pari al 53,87%

della MIA del periodo e pari all’11,38% della MID di tutti gli accertamenti.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

57

2006 2007 2008 2009 Totale

(A) Accertamenti definiti per adesione ai verbali di constatazione

36.866.579 246.176.313 283.042.892

(B) Accertamenti definiti per adesione agli inviti

109.638 513.622.908 513.732.546

(C) Accertamenti definiti per adesione ordinaria

1.008.532.009 1.946.679.279 2.482.962.222 1.739.771.698 7.177.945.208

(D) Totale accertamenti definiti per adesione (A+B+C)

1.008.532.009 1.946.679.279 2.519.938.440 2.499.570.918 7.974.720.646

(A) Accertamenti definiti per adesione ai verbali di constatazione

36.756.443 245.975.547 282.731.990

(B) Accertamenti definiti per adesione agli inviti

109.638 512.942.031 513.051.669

(C) Accertamenti definiti per adesione ordinaria

545.066.688 842.881.825 1.332.332.329 779.943.222 3.500.224.063

(D) Totale accertamenti definiti per adesione (A+B+C)

545.066.688 842.881.825 1.369.198.410 1.538.860.799 4.296.007.722

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

7.129.254.960 6.903.234.213 10.727.931.814 13.001.292.221 37.761.713.208

MID D su MIA D 54,05% 43,30% 54,33% 61,56% 53,87%

MID D su MID I 7,65% 12,21% 12,76% 11,84% 11,38%

Maggiore Imposta Accertata

Maggiore Imposta Definita

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

Prospetto 13: MIA e MID degli accertamenti definiti per adesione (dati sub A, B, C, D, I).

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Nei singoli anni la MID sub C è stata, rispetto alla MIA:

2006 2007 2008 2009 Quadriennio

54,05% 43,30% 53,66% 44,83% 48,76%

La MID sub B è stata pari al 100% della rispettiva MIA nel 2008 e al 99,87%

nel 2009.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

58

2006 2007 2008 2009 MID B su MIA B

- - 100,00% 99,87%

La MID sub A è stata pari al 99,70% della rispettiva MIA nel 2008 e al

99,92% nel 2009.

2006 2007 2008 2009 MID A su MIA A

- - 99,70% 99,92%

3.2.7. MIA e MID degli accertamenti definiti per rinuncia

all’impugnazione. (dati sub E).

2006 2007 2008 2009 Totale

(E) Accertamenti definiti per rinuncia all'impugnazione (acquiescenza ex art. 15 D.Lgs 218/97)

143.785.962 152.821.178 232.605.934 501.694.855 1.030.907.929

Somma di (I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

12.623.845.521 13.647.877.590 20.204.722.646 24.315.812.936 70.792.258.692

(E) Accertamenti definiti per rinuncia all'impugnazione (acquiescenza ex art. 15 D.Lgs 218/97)

143.785.962 152.821.178 232.605.934 501.694.855 1.030.907.929

Somma di (I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

7.129.254.960 6.903.234.213 10.727.931.814 13.001.292.221 37.761.713.208

% MIA E su MIA I 1,14% 1,12% 1,15% 2,06% 1,46%% MID E su MIA E 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%% MID E su MID I 2,02% 2,21% 2,17% 3,86% 2,73%

Maggiore Imposta Accertata Totale

Maggiore Imposta Definita Totale

Prospetto 14: Mia e Mid degli accertamenti definiti per rinuncia all'impugnazione

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Come si evince dal prospetto 14, le definizioni attraverso l’acquiescenza, con

rinuncia all’impugnazione (sub E), hanno riguardato importi modesti, sia in termini

di MIA che di MID, rispetto agli importi totali degli accertamenti positivi.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

59

3.2.8. MIA e sanzioni degli accertamenti definiti in sede di

autotutela (dati sub G).

Se alla MIA degli accertamenti con esito positivo fin qui considerata si

aggiunge quella relativa agli accertamenti definiti in autotutela (esclusa in tutte le

altre tabelle, come viene precisato in calce alle stesse), viene in evidenza il peso

non trascurabile di questo tipo di definizione.

Si riportano gli importi della MIA e delle sanzioni venute meno a carico del

contribuente a seguito degli annullamenti deliberati dall’Amministrazione in sede di

autotutela, il cui numero è stato indicato nel precedente prospetto n. 8. Nel

quadriennio i n. 32.044 accertamenti definiti a seguito di autotutela hanno

comportato l’annullamento di euro 2.854.228.384 di MIA e di 3.496.263.791 di

sanzioni, pari al 3,88% degli importi totali di MIA e al 4,33% delle sanzioni

accertate totali.

Il prospetto seguente illustra l’andamento nei singoli anni.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

60

2006 2007 2008 2009 Totale

(G) Accertamenti notificati annullati in autotutela

7.533 6.602 9.435 8.474 32.044

(G) Accertamenti notificati annullati in autotutela

274.378.165 517.909.690 206.533.212 1.855.407.318 2.854.228.384

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H)

12.898.223.686 14.165.787.280 20.411.255.857 26.171.220.253 73.646.487.077

(G) Accertamenti notificati annullati in autotutela

230.219.502 812.871.838 269.270.691 2.183.901.761 3.496.263.791

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H)

14.640.222.494 17.833.932.746 22.066.519.091 26.143.381.333 80.684.055.664

Mia G su MIA I 2,13% 3,66% 1,01% 7,09% 3,88%Sanzioni Accertate G su Sanzioni Accertate I

1,57% 4,56% 1,22% 8,35% 4,33%

Prospetto 15: MIA e sanzioni degli accertamenti definiti in sede di autotutela

Numero Controlli

Maggiore Imposta Accertata Totale

Sanzioni Accertate Totali

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Si notano immediatamente i rilevanti importi di MIA e di sanzioni annullati

nel 2009, in particolare per effetto di una più recente maggior cautela

dell’amministrazione a non correre rischi di soccombenza in controversie originate

da pretese, anche di notevole entità, apparse però scarsamente sostenibili.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

61

4. Sanzioni.

In questo paragrafo, come viene illustrato in dettaglio, viene rilevato che:

- gli importi delle sanzioni accertate e definite dipendono ovviamente dagli

importi delle MIA;

- il rapporto tra gli importi totali delle sanzioni definite, cui si aggiungono gli

interessi, sulle sanzioni accertate totali è di poco inferiore al 49% nel

quadriennio (vedi prospetto 16);

- gli importi delle sanzioni definite risultano, prescindendo dall’aggiunta di

interessi, da una riduzione delle corrispondenti sanzioni MIA più o meno

consistente a seconda del tipo di definizione degli accertamenti;

- a seguito dell’applicazione degli istituti deflattivi del contenzioso, le sanzioni

conseguenti alle MID rispetto alle MIA evidenziano una riduzione più

significativa nelle ipotesi di accertamento con adesione ordinaria, cioè previo il

contraddittorio tra contribuente e amministrazione, nonché, ma in misura

inferiore, nei casi di acquiescenza con rinuncia all’impugnazione.

- una sostanziale equivalenza, tra le sanzioni MID e MIA, si registra nelle ipotesi

degli accertamenti non impugnati. Nel caso invece di impugnazione, l’entità

della sanzione connessa alla MID dipende dall’esito dell’impugnazione: qualora

si perfezionasse una conciliazione giudiziale la sanzione risulterà ridotta

rispetto a quella relativa alla MIA; altrimenti le sanzioni saranno determinate

in altro atto conclusivo del processo.

4.1. Sanzioni accertate e definite (dati sub A, B, C, D, F, H, I).

Gli importi delle sanzioni definite risultano essere state pari al 48,58% di

quelle accertate, per le varie agevolazioni che si ottengono con la definizione.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

62

2006 2007 2008 2009 Totale

Sanzioni Accertate Totali

14.410.002.991 17.021.060.909 21.797.248.401 23.959.479.572 77.187.791.873

Sanzioni Definite Totali

8.446.341.632 6.803.196.411 10.884.993.430 11.366.408.282 37.500.939.755

% di SDT di I rispetto a SAT di I

58,61% 39,97% 49,94% 47,44% 48,58%

Prospetto 16: Sanzioni connesse agli accertamenti con esito positivo definiti e notificati

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

L’aspetto delle sanzioni è particolarmente rilevante negli accertamenti con

esito positivo definiti grazie agli istituti deflattivi del contenzioso (per adesione, sub

A, B, C, D; acquiescenza, sub E; conciliazione giudiziale, sub F) considerato che

grazie a tali istituti i contribuenti possono beneficiare di consistenti riduzioni delle

sanzioni.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

63

4.1.1. Importi totali delle sanzioni connesse a MIA e MID (dati

sub F, H, e D).

2006 2007 2008 2009 Totale

(H) Accertamenti notificati non impugnati (né definiti per adesione o acquiescenza)

7.993.949.519 7.912.628.706 10.883.464.292 11.827.734.275 38.617.776.792

(F) Accertamenti notificati e impugnati

5.318.363.994 6.527.666.646 8.439.942.922 9.400.526.851 29.686.500.413

(D) Totale accertamenti definiti per adesione (A+B+C)

950.949.975 2.420.461.724 2.239.659.919 2.327.765.890 7.938.837.508

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

14.410.002.991 17.021.060.909 21.797.248.401 23.959.479.572 77.187.791.873

(H) Accertamenti notificati non impugnati (né definiti per adesione o acquiescenza)

7.676.243.071 6.065.674.188 10.327.723.806 10.891.043.747 34.960.684.812

(F) Accertamenti notificati e impugnati

563.053.504 462.359.471 168.161.574 70.859.511 1.264.434.060

(D) Totale accertamenti definiti per adesione (A+B+C)

170.361.588 235.088.531 330.668.411 341.855.022 1.077.973.552

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

8.446.341.632 6.803.196.411 10.884.993.430 11.366.408.282 37.500.939.755

Sanzioni Accertate Totali

Sanzioni Definite Totali

Prospetto 17: Sanzioni accertate e definite

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Nel quadriennio, sul totale delle sanzioni degli accertamenti positivi (sub I:

77.187.791.873), le sanzioni degli accertamenti non impugnati (sub H:

38.617.776.792) sono state pari al 50,03% del totale delle sanzioni accertate (I); le

sanzioni degli accertamenti impugnati (sub F: 29.686.500.413) pari al 38,46% delle

sanzioni accertate; le sanzioni degli accertamenti definiti per adesione (sub D:

7.938.837.508) pari al 10,29% delle sanzioni accertate.

2006 2007 2008 2009 Quadriennio

SAT di H rispetto

a SAT di I 55,48% 46,49% 49,93% 49,37% 50,03%

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

64

2006 2007 2008 2009 Quadriennio

SAT di F rispetto

a SAT di I 36,91% 38,35% 38,72% 39,24% 38,46%

SAT di D rispetto

a SAT di I 6,60% 14,22% 10,27% 9,72% 10,29%

Non dissimile risulta la graduatoria degli importi delle sanzioni definite nelle

varie tipologie rispetto al totale delle sanzioni definite (I: 37.500.939.755): le

sanzioni definite degli accertamenti non impugnati (sub H 34.960.684.812) sono

pari al 93,23% del totale delle sanzioni definite; di quelli impugnati (sub F:

1.264.434.060) pari al 3,37%; di quelli definiti per adesione (sub D:

1.077.973.552) pari al 2,87%.

2006 2007 2008 2009 Quadriennio

SDT di H rispetto

a SDT di I 90,88% 89,16% 94,88% 95,82% 93,23%

SDT di F rispetto

a SDT di I 6,67% 6,80% 1,54% 0,62% 3,37%

SDT di D rispetto

a SDT di I 2,02% 3,46% 3,04% 3,01% 2,87%

In merito agli accertamenti non impugnati, nei quali si registrano gli importi

più elevati delle sanzioni, è opportuno rilevare, in particolare, che nel quadriennio le

sanzioni definite degli accertamenti non impugnati (sub H) sono state pari al

90,53% delle sanzioni accertate. Nei singoli anni le sanzioni definite hanno

rappresentato, rispetto alle sanzioni accertate, il 96,03% nel 2006; 76,66% nel

2007; 94,89% nel 2008; 92,08% nel 2009 (vedi prospetto 18).

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

65

2006 2007 2008 2009 Totale SAT (H) Accertamenti notificati non impugnati (né definiti per adesione o acquiescenza)

7.993.949.519 7.912.628.706 10.883.464.292 11.827.734.275 38.617.776.792

SDT (H) Accertamenti notificati non impugnati (né definiti per adesione o acquiescenza)

7.676.243.071 6.065.674.188 10.327.723.806 10.891.043.747 34.960.684.812

SDT di H su SAT di H 96,03% 76,66% 94,89% 92,08% 90,53%

Prospetto 18: Sanzioni accertate e definite negli accertamenti notificati non impugnati (H).

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Quindi, negli accertamenti non impugnati le sanzioni definite sono state di

poco inferiori alle sanzioni accertate, sia nei totali del periodo considerato che nei

singoli anni.

Il discorso si inverte per le sanzioni relative agli accertamenti oggetto di

impugnazioni (sub F), in esito alle quali il rilievo delle sanzioni definite su quelle

accertate si abbassa progressivamente.

2006 2007 2008 2009 Totale

Sanzioni Accertate 5.318.363.994 6.527.666.646 8.439.942.922 9.400.526.851 29.686.500.413Sanzioni Definite 563.053.504 462.359.471 168.161.574 70.859.511 1.264.434.060

SDT di F rispetto a SAT di F

10,59% 7,08% 1,99% 0,75% 4,26%

Prospetto 19: Sanzioni accertate e definite negli accertamenti notificati e impugnati (F)

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Nel periodo 2006-2009 (vedi prospetto 19) le sanzioni accertate negli

accertamenti impugnati (sub F) sono state di 29.686.500.413 e le sanzioni definite

di 1.264.434.060, pari solo al 4,26% delle sanzioni accertate. Nei singoli anni è

evidente la flessione della percentuale del rapporto tra sanzioni definite ed

accertate, che passa dal 10,59% nel 2006 allo 0,75% nel 2009.

Quindi, negli accertamenti impugnati le sanzioni definite risultano essere

state di modesta entità rispetto alle sanzioni accertate, sia nei totali del periodo

2006 – 2009, che nei singoli anni. Si può ritenere che tali così modeste risultanze

(tratte, come si è detto all’inizio, dalle tabelle fornite dall’Agenzia delle entrate) si

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

66

spieghino per il fatto che negli anni considerati non siano state ancora definite le

impugnazioni, e quindi non quantificati gli esiti e le relative sanzioni. Ma possono

altresì essere state, in parte, anche la conseguenza dell’impugnazione, ove

conclusa, promossa dal contribuente nella convinzione, poi avvalorata dall’esito dei

ricorsi, di un successo, sia come riduzione della MIA che delle sanzioni.

4.1.2. Sanzioni accertate e definite relative agli accertamenti

definiti per adesione (dati sub D).

Le osservazioni contenute in questo paragrafo sono tratte dall’analisi dei

seguenti prospetti 20 e 21 e dal grafico 4.

2006 2007 2008 2009 Totale

(D) Totale accertamenti definiti per adesione (A+B+C)

950.949.975 2.420.461.724 2.239.659.919 2.327.765.890 7.938.837.508

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

14.410.002.991 17.021.060.909 21.797.248.401 23.959.479.572 77.187.791.873

(D) Totale accertamenti definiti per adesione (A+B+C)

170.361.588 235.088.531 330.668.411 341.855.022 1.077.973.552

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

8.446.341.632 6.803.196.411 10.884.993.430 11.366.408.282 37.500.939.755

SDT di D su SDT di I 2,02% 3,46% 3,04% 3,01% 2,87%SDT di D su SAT di D 17,91% 9,71% 14,76% 14,69% 13,58%

Prospetto 20: Sanzioni accertate e definite negli accertamenti definiti per adesione

Sanzioni Accertate Totali

Sanzioni Definite Totali

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Il totale delle sanzioni conseguenti agli accertamenti definiti per adesione

(sub D) è stato nel periodo 2006-2009 di euro 7.938.837.508 e il totale delle

sanzioni definite di euro 1.077.973.552, pari al 13,58% delle sanzioni accertate. Il

prospetto 21 illustra l’andamento numerico e percentuale nei singoli anni.

Le sanzioni definite relative agli accertamenti conclusi per adesione (totali

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

67

sub D), sono circa il 2,87% (D/I) del totale delle sanzioni definite sub I), nel

quadriennio.

2006 2007 2008 2009 Totale (A) Accertamenti definiti per adesione ai verbali di constatazione (art. 5 bis D.Lgs 218/97)

32.916.384 195.931.115 228.847.499

(B) Accertamenti definiti per adesione agli inviti (art. 5 comma 1 bis D.Lgs 218/97)

109.412 456.538.776 456.648.188

(C) Accertamenti definiti per adesione ordinaria

950.949.975 2.420.461.724 2.206.634.123 1.675.295.999 7.253.341.821

(D) Totale accertamenti definiti per adesione (A+B+C)

950.949.975 2.420.461.724 2.239.659.919 2.327.765.890 7.938.837.508

(A) Accertamenti definiti per adesione ai verbali di constatazione (art. 5 bis D.Lgs 218/97)

9.208.018 33.585.435 42.793.452

(B) Accertamenti definiti per adesione agli inviti (art. 5 comma 1 bis D.Lgs 218/97)

13.790 77.858.729 77.872.519

(C) Accertamenti definiti per adesione ordinaria

170.361.588 235.088.531 321.446.603 230.410.858 957.307.580

(D) Totale accertamenti definiti per adesione (A+B+C)

170.361.588 235.088.531 330.668.411 341.855.022 1.077.973.552

SDT di A su SAT di A 27,97% 17,14% 18,70%SDT di B su SAT di B 12,60% 17,05% 17,05%SDT di C su SAT di C 17,91% 9,71% 14,57% 13,75% 13,20%

Prospetto 21: Sanzioni accertate e definite negli accertamenti definiti per adesione

Sanzioni Accertate Totali

Sanzioni Definite Totali

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Il rilievo percentuale delle sanzioni relative agli accertamenti definiti per

adesione ordinaria (sub C) è diminuito man mano che è aumentato il ricorso alle

adesioni agli inviti al contraddittorio (sub B) e ai verbali di constatazione (sub A).

Nelle adesioni sub C la percentuale delle sanzioni definite sul totale delle sanzioni

definite per adesione (sub D) è passata dal 100% del 2006 e 2007, anni in cui non

esistevano ancora le possibilità di adesione sub B e A, al 97,21% del 2008 e al

67,40% del 2009. Di conseguenza (v. grafico 4), rispetto al totale delle sanzioni

definite con adesione, le sanzioni definite relative all’adesione sub B sono passate

da una percentuale praticamente nulla (0,004%) nel 2008 al 22,78% nel 2009 e

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

68

quelle relative all’adesione sub A dal 2,78% nel 2008 al 9,82% nel 2009.

Grafico 4

0,00%

20,00%

40,00%

60,00%

80,00%

100,00%

SDT di C su SDT di D 100,00% 100,00% 97,21% 67,40%

SDT di B su SDT di D 0,00% 0,00% 0,00% 22,78%

SDT di A su SDT di D 0,00% 0,00% 2,78% 9,82%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Negli accertamenti per adesione ordinaria (sub C), che determina sia la MID

che le relative sanzioni, l’entità delle riduzioni delle sanzioni dipende dall’esito del

contraddittorio tra fisco e contribuente mentre le riduzioni delle sanzioni previste

per gli accertamenti definiti per adesione introdotti nel 2008 (dati sub A e B),

caratterizzati dall’adesione al pagamento degli identici importi richiesti

dall’Amministrazione, sono determinate automaticamente, ma la riduzione può

essere piuttosto elevata (le sanzioni infatti possono diminuire fino ad 1/6). In base

alle cifre indicate nel prospetto 21 le sanzioni definite con l’adesione ordinaria

risultano della percentuale più bassa rispetto alle sanzioni accertate. Quindi, la

riduzione delle sanzioni è risultata più elevata, e conveniente per il contribuente,

utilizzando l’istituto dell’adesione ordinaria.

4.1.3. Sanzioni accertate e definite negli accertamenti definiti

per rinuncia all’impugnazione (dati sub E).

Le sanzioni definite con l’acquiescenza sono state di importo pari allo 0,53%

rispetto alle sanzioni comunque definite e pari, nel quadriennio, al 20,94% delle

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

69

sanzioni accertate. L’acquiescenza si è rivelata quindi un buon compromesso nel

caso in cui l’impugnazione di un accertamento sarebbe stato di esito incerto,

portando ad una riduzione delle sanzioni originariamente applicabili pari ad oltre il

79%.

2006 2007 2008 2009 Totale

(E) Accertamenti definiti per rinuncia all'impugnazione (acquiescenza ex art. 15 D.Lgs 218/97)

146.739.503 160.303.833 234.181.268 403.452.556 944.677.159

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

14.410.002.991 17.021.060.909 21.797.248.401 23.959.479.572 77.187.791.873

(E) Accertamenti definiti per rinuncia all'impugnazione (acquiescenza ex art. 15 D.Lgs 218/97)

36.683.469 40.074.221 58.439.640 62.650.002 197.847.331

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

8.446.341.632 6.803.196.411 10.884.993.430 11.366.408.282 37.500.939.755

SDT di E SU SDT di I 0,43% 0,59% 0,54% 0,55% 0,53%

SDT di E SU SAT di E 25,00% 25,00% 24,95% 15,53% 20,94%

Sanzioni Accertate Totali

Sanzioni Definite Totali

Prospetto 22: Sanzioni accertate e definite negli accertamenti definiti per rinuncia all'impugnazione.

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

70

5. Riscossioni.

Gli importi delle riscossioni riportati in questo paragrafo sono riferiti al

pagamento di debiti tributari, costituiti dalla somma di MID + sanzioni + interessi, e

sono distinti tra importi riscossi a seguito di un’iniziativa spontanea del contribuente

e/o previa emissione di ruoli. Dette riscossioni sono inoltre suddivise tra quelle

seguite alla definizione di accertamenti con procedure alternative all’avvio o

prosecuzione di un contenzioso (in primis per adesione, nonché per acquiescenza,

conciliazione, autotutela) e quelle concernenti accertamenti non impugnati e non

definiti con dette procedure alternative.

Tali importi, in qualunque modo riscossi, nel periodo o anno preso in

considerazione, possono divergere, anche notevolmente, dagli importi

originariamente dovuti, e ciò per effetto delle definizioni “agevolate” dalle procedure

di adesione e/o dell’applicazione di altri istituti deflattivi del contenzioso, ovvero per

effetto di rateazioni.

In questo paragrafo, con l’ausilio delle cifre esposte più oltre in dettaglio,

viene rilevato che:

- le riscossioni, in totale, risultano piuttosto modeste rispetto al totale del

dovuto; in particolare risultano assolutamente esigue le riscossioni per ruolo;

- rispetto al dovuto, la maggior parte delle riscossioni derivano da definizioni

per adesione, poi dall’ acquiescenza; sono invece di scarsa entità quelle degli

accertamenti non impugnati ed impugnati;

- un risultato deludente in termini di riscosso/dovuto non si registra in tutte le

fattispecie di definizione degli accertamenti. Non lo è affatto nei casi di

accertamento per adesione e per acquiescenza, nei quali il riscosso è

sostanzialmente corrispondente al dovuto;

- le riscossioni spontanee con F 24 sono la regola negli accertamenti definiti con

“intese” con il contribuente (adesione, nelle varie forme, e acquiescenza);

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

71

- nelle ipotesi di mancata definizione concordata, invece, le riscossioni, limitate,

degli importi degli accertamenti, sia impugnati che non impugnati, avvengono

prevalentemente attraverso il ruolo.

Deve quindi sottolinearsi che, mentre alla gran parte degli accertamenti non

segue la fase della riscossione, un tale risultato negativo non si verifica invece con

le definizioni “concordate”, per adesione, per acquiescenza e conciliazione

giudiziale. In questi casi, si realizza una soluzione di compromesso che viene

considerata di interesse da entrambe le parti: il contribuente evita di avviare o

proseguire un contenzioso, probabilmente per lui perdente, e si determina quindi a

pagare, ma beneficiando di riduzioni rispetto all’ammontare dovuto in base

all’iniziale accertamento e relative sanzioni; il fisco, a sua volta, rinuncia a

riscuotere un possibile maggiore introito, quale otterrebbe con la completa

esecuzione degli originari accertamenti, in cambio di un sicuro e più rapido incasso.

Nel periodo 2006 – 2009 (v. sub I) le riscossioni (MID + interessi + sanzioni

definite) con mod. F24 sono state di 7.415.812.038 e quelle per ruolo 911.972.038,

per un totale di 8.327.784.075 pari solo all’ 11,06% di quanto dovuto (il 9,85% con

mod F24 1,21% con iscrizione a ruolo). Il seguente prospetto 23 indica l’andamento

nel quadriennio delle riscossioni.

2006 2007 2008 2009 Totale

Maggiore Imposta Definita Totale

7.129.254.960 6.903.234.213 10.727.931.814 13.001.292.221 37.761.713.208

Sanzioni Definite Totali

8.446.341.632 6.803.196.411 10.884.993.430 11.366.408.282 37.500.939.755

Riscosso con F24 1.009.724.338 1.761.442.364 2.180.578.731 2.464.066.605 7.415.812.038Riscosso da ruolo 324.280.444 309.633.550 201.326.669 76.731.375 911.972.038DOVUTO = MID + SDT

15.575.596.591 13.706.430.624 21.612.925.245 24.367.700.503 75.262.652.963

RISCOSSO TOTALE 1.334.004.782 2.071.075.913 2.381.905.400 2.540.797.980 8.327.784.075

% RISCOSSO TOTALE su DOVUTO

8,56% 15,11% 11,02% 10,43% 11,06%

% RISCOSSO con F24 su DOVUTO

6,48% 12,85% 10,09% 10,11% 9,85%

% RISCOSSO da RUOLO su DOVUTO

2,08% 2,26% 0,93% 0,31% 1,21%

Prospetto 23: Riscossioni relative agli accertamenti con esito positivo definiti e notificati

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

72

Analizzando le singole tipologie di accertamento (vedi prospetto 24), nel

quadriennio, mentre le riscossioni conseguenti ad accertamenti definiti per adesione

(sub D) e per rinuncia all’impugnazione e acquiescenza (sub E) sono attorno al

100% (in alcuni casi maggiore del 100% per l’aggiunta di interessi),

particolarmente modeste risultano invece le riscossioni relative agli accertamenti

non impugnati, sub H, che sono state meno dell’1%, con andamento fortemente

decrescente, che nel 2009 si è attestato intorno allo 0,20%.

2006 2007 2008 2009 TotaleD - TOTALE DOVUTO = MID+SDT 715.428.276 1.077.970.356 1.699.866.821 1.880.715.821 5.373.981.274 D - TOTALE RISCOSSO = RISCOSSO+RISCOSSO DA RUOLO

743.621.554 1.143.773.648 1.740.981.238 1.600.012.585 5.228.389.024

E - TOTALE DOVUTO = MID+SDT 180.469.431 192.895.399 291.045.574 564.344.857 1.228.755.260 E - TOTALE RISCOSSO = RISCOSSO+RISCOSSO DA RUOLO

174.917.287 194.899.904 285.981.026 605.218.185 1.261.016.403

H -TOTALE DOVUTO = MID+SDT ######### ######### ######### ######### #########H -TOTALE RISCOSSO = RISCOSSO+RISCOSSO DA RUOLO

84.849.023 96.142.826 84.449.079 44.043.139 309.484.067

D - % RISCOSSO su DOVUTO 103,94% 106,10% 102,42% 85,07% 97,29%E - % RISCOSSO su DOVUTO 96,92% 101,04% 98,26% 107,24% 102,63%H - % RISCOSSO su DOVUTO 0,63% 0,85% 0,44% 0,20% 0,47%

Prospetto 24: Riscossioni relative agli accertamenti definiti per adesione, per rinuncia all'impugnazione

e non impugnati

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

La maggior parte delle riscossioni (vedi prospetto 25) si è verificata per gli

accertamenti definiti per adesione, che da sole hanno rappresentato il 62,78% del

riscosso di tutti gli accertamenti (I) e che sono avvenute quasi esclusivamente con

mod. F24.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

73

2006 2007 2008 2009 Totale Importi dovuti D 715.428.276 1.077.970.356 1.699.866.821 1.880.715.821 5.373.981.274Importi Dovuti I 15.106.807.800 13.134.257.036 21.421.711.998 24.237.193.557 73.899.970.392

(D) Totale accertamenti definiti per adesione (A+B+C)

743.609.141 1.143.758.217 1.740.930.685 1.600.010.287 5.228.308.330

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

1.009.724.338 1.761.442.364 2.180.578.731 2.464.066.605 7.415.812.038

(D) Totale accertamenti definiti per adesione (A+B+C)

12.413 15.431 50.553 2.298 80.694

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

324.280.444 309.633.550 201.326.669 76.731.375 911.972.038

Importo riscosso D 743.621.554 1.143.773.648 1.740.981.238 1.600.012.585 5.228.389.024Importo riscosso I 1.334.004.782 2.071.075.913 2.381.905.400 2.540.797.980 8.327.784.075

% riscosso D su riscosso I

55,74% 55,23% 73,09% 62,97% 62,78%

Riscosso con F24

Riscosso da ruolo

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

Prospetto 25: Riscossioni relative agli accertamenti definiti per adesione

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

In rapporto ai totali di riscossione con le procedure di adesione (sub D), la

percentuale degli importi riscossi per adesione ordinaria (sub C), rispetto a quella

relativa alle adesioni ai verbali di constatazione (sub A) e agli inviti (sub B), è

diminuita man mano che, a partire dal 2008, è stato ammesso e si è poi consolidato

il ricorso alle procedure di adesione sub A e sub B (v. grafico sottostante).

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

74

Grafico 5

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Riscossioni relative alle diverse procedure di ades ione

% RISCOSSO - A su D 0,00% 0,00% 2,16% 13,16%

% RISCOSSO - B su D 0,00% 0,00% 0,00% 33,95%

% RISCOSSO - C su D 100,00% 100,00% 97,84% 52,89%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Le riscossioni relative agli accertamenti definiti per rinuncia all’impugnazione

(sub E) hanno rappresentato nel quadriennio il 15,14% delle riscossioni totali (sub

I) mentre quelle relative agli accertamenti notificati e non impugnati (sub H) hanno

rappresentato solo il 3,72% (vedi prospetto 26).

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

75

2006 2007 2008 2009 totale

E - TOTALE RISCOSSO = RISCOSSO CON F24 + RISCOSSO DA RUOLO

174.917.287 194.899.904 285.981.026 605.218.185 1.261.016.403

H -TOTALE RISCOSSO = RISCOSSO CON F24 + RISCOSSO DA RUOLO

84.849.023 96.142.826 84.449.079 44.043.139 309.484.067

I - TOTALE RISCOSSO = RISCOSSO CON F24 + RISCOSSO DA RUOLO

1.334.004.782 2.071.075.913 2.381.905.400 2.540.797.980 8.327.784.075

% RISCOSSO E su RISCOSSO I

13,11% 9,41% 12,01% 23,82% 15,14%

% RISCOSSO H su RISCOSSO I

6,36% 4,64% 3,55% 1,73% 3,72%

Prospetto 26: Riscossioni relative agli accertamenti definiti per rinuncia all'impugnazione e a

quelli notificati non impugnati

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Nel seguente prospetto 27 è riportato l’ammontare delle riscossioni degli

accertamenti impugnati ma definiti, in primo grado, con la conciliazione giudiziale,

che si conclude con una MID ridotta rispetto alle originarie MIA e sanzioni (vedi

precedenti prospetti 7 e 11). Secondo le caratteristiche della conciliazione

giudiziale, che si perfeziona con il versamento del debito “concordato”, la

riscossione risulta pressoché equivalente al dovuto (oltre il 90% nel prospetto) ed

effettuata spontaneamente con mod. F24, costituendo fatti del tutto marginali

l’iscrizione a ruolo del debito residuo (come può accadere in caso di mancato

pagamento di rate successive alla prima: vedi nota n. 10) e la relativa riscossione

(poco più del 3% del riscosso totale).

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

76

2006 2007 2008 2009 Totale

F1 - DOVUTO = MID + SANZIONI DEFINITE

68.145.661 343.966.888 114.031.319 100.702.160 626.846.028

F1 - di cui conciliazione giudiziale perfezionata

10.585.555 4.408.147 3.311.938 387.718 18.693.359

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

324.280.444 309.633.550 201.326.669 76.731.375 911.972.038

F1 - di cui conciliazione giudiziale perfezionata

59.801.867 314.023.491 95.242.439 76.933.077 546.000.874

(I) Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati (D+E+F+G+H) (***)

1.009.724.338 1.761.442.364 2.180.578.731 2.464.066.605 7.415.812.038

F1 - RISCOSSO = RISCOSSO DA RUOLO +RISCOSSO CON F24

70.387.422 318.431.638 98.554.377 77.320.795 564.694.233

I - RISCOSSO = RISCOSSO DA RUOLO +RISCOSSO CON F24

384.082.311 623.657.040 296.569.108 153.664.452 1.457.972.912

PERCENTUALE RISCOSSO SU DOVUTO DI F1

103,29% 92,58% 86,43% 76,78% 90,08%

PERCENTUALE RISCOSSO DI F SU DOVUTO DI I

18,33% 51,06% 33,23% 50,32% 38,73%

PERCENTUALE RISCOSSO CON RUOLO F1 su RISCOSSO TOTALE F1

15,04% 1,38% 3,36% 0,50% 3,31%

Prospetto 27: Riscossioni relative agli accertamenti impugnati definiti con conciliazione giudiziale.

Riscosso totale

(***) I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

Percentuali riscosso dovuto

Riscosso da ruolo

Riscosso con F24

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Soffermando l’attenzione sulle riscossioni per ruolo (vedi prospetto 28), si

può rilevare come, nel quadriennio, solo l’11% circa del totale delle riscossioni è

avvenuta con questa modalità, alla quale si ricorre essenzialmente per poter

riscuotere accertamenti, impugnati (sub F) o non impugnati (sub H), che non

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

77

vengono definiti per adesione (sub D) o per rinuncia all’impugnazione (sub E) o per

conciliazione (sub F 1).

2006 2007 2008 2009 Totale Riscosso con F24 1.009.724.338 1.761.442.364 2.180.578.731 2.464.066.605 7.415.812.038 Riscosso da ruolo 324.280.444 309.633.550 201.326.669 76.731.375 911.972.038

RISCOSSO TOTALE 1.334.004.782 2.071.075.913 2.381.905.400 2.540.797.980 8.327.784.075

% RISCOSSO con F24 su RISCOSSO TOTALE

75,69% 85,05% 91,55% 96,98% 89,05%

% RISCOSSO DA RUOLO su RISCOSSO TOTALE

24,31% 14,95% 8,45% 3,02% 10,95%

Prospetto 28: Riscossioni relative agli accertamenti con esito positivo

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Il seguente prospetto 29 evidenzia le cifre delle riscossioni totali, da ruolo e

con F24, delle MID derivanti dagli accertamenti impugnati (sub F), da quelli definiti

con conciliazione giudiziale (sub F1) e da quelli non impugnati (sub H). Emerge che

il totale delle MID riscosse è stato superiore per gli accertamenti impugnati (sub F)

rispetto ai non impugnati (sub H) e che tra le modalità delle riscossioni è risultata

prevalente per questi ultimi la riscossione da ruolo (73,43% nel quadriennio). La

riscossione da ruolo risulta essere stata elevata anche nelle MID relative agli

accertamenti impugnati (sub F) (44,44% nel quadriennio, ma con andamento in

forte calo nel 2009). Con la precisazione, tuttavia, che sono invece risultate di

dimensioni modeste le riscossioni da ruolo nelle MID concordate con la conciliazione

giudiziale (sub F 1) (solo il 3,31% del riscosso totale) considerato che in tale tipo di

definizione di accertamenti impugnati è ovvio che il dovuto sia normalmente

versato spontaneamente con mod. F24.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

78

2006 2007 2008 2009 Totale

(F) Accertamenti notificati e impugnati

248.152.473 230.148.005 143.837.166 57.280.922 679.418.565

F1 - di cui conciliazione giudiziale perfezionata

10.585.555 4.408.147 3.311.938 387.718 18.693.359

(H) Accertamenti notificati non impugnati (né definiti per adesione o acquiescenza)

74.414.418 77.986.381 55.942.186 18.909.904 227.252.889

(F) Accertamenti notificati e impugnati

82.464.445 406.111.530 126.656.891 234.243.149 849.476.016

F1 - di cui conciliazione giudiziale perfezionata

59.801.867 314.023.491 95.242.439 76.933.077 546.000.874

(H) Accertamenti notificati non impugnati (né definiti per adesione o acquiescenza)

10.434.605 18.156.446 28.506.893 25.133.235 82.231.178

F - TOTALE RISCOSSO (RUOLO+F24)

330.616.918 636.259.535 270.494.057 291.524.071 1.528.894.581

F1 TOTALE RISCOSSO (RUOLO+F24)

70.387.422 318.431.638 98.554.377 77.320.795 564.694.233

H TOTALE RISCOSSO (RUOLO+F24)

84.849.023 96.142.826 84.449.079 44.043.139 309.484.067

F - % RISCOSSO DA RUOLO su TOTALE RISCOSSO

75,06% 36,17% 53,18% 19,65% 44,44%

F1 - % RISCOSSO DA RUOLO su TOTALE RISCOSSO

15,04% 1,38% 3,36% 0,50% 3,31%

H - % RISCOSSO DA RUOLO su TOTALE RISCOSSO

87,70% 81,12% 66,24% 42,93% 73,43%

Percentuale riscossioni DA RUOLO sul TOTALE RISCOSSIONI (RUOLO + F24)

Prospetto 29: Riscossioni - Ripartizione relative agli accertamenti impugnati e non

impugnati

Riscosso da ruolo

Riscosso con F24

Totale riscossioni

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Per quanto riguarda gli accertamenti definiti per acquiescenza con rinuncia

all’impugnazione (sub E), piuttosto rilevanti come totale delle riscossioni, le

riscossioni per ruolo, indicate nel prospetto 28, sono state modeste, addirittura

inferiori al punto percentuale per ogni singolo anno, stante l’assoluta prevalenza

delle riscossioni spontanee con mod. F24.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

79

2006 2007 2008 2009 TotaleE - TOTALE RISCOSSO = RISCOSSO CON F24+RISCOSSO DA RUOLO

174.917.287 194.899.904 285.981.026 605.218.185 1.261.016.403

H -TOTALE RISCOSSO = RISCOSSO CON F24+RISCOSSO DA RUOLO

84.849.023 96.142.826 84.449.079 44.043.139 309.484.067

% RISCOSSO DA RUOLO E su RISCOSSO TOTALE E

0,97% 0,76% 0,52% 0,09% 0,41%

% RISCOSSO DA RUOLO H su RISCOSSO TOTALE H

87,70% 81,12% 66,24% 42,93% 73,43%

Prospetto 30: Riscosso da ruolo relativo agli accertamenti definiti per rinuncia

all'impugnazione e per quelli non impugnati.

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

80

6. Aggiornamenti.

La presente relazione è stata redatta, come si è più volte precisato (v. in

particolare al paragrafo 3), analizzando i dati del quadriennio 2006-2009, che sono

stati trasmessi, progressivamente e con successivi perfezionamenti, dall’Agenzia

delle entrate.

Un aggiornamento integrale di tutte le situazioni illustrate, ciò che

renderebbe il controllo svolto con questa indagine completamente “concomitante”,

è possibile solo in maniera limitata, e precisamente solo con riferimento al 2010 e

solo in parte, in quanto l’ulteriore, valida collaborazione istruttoria richiesta a tal

fine dall’Agenzia delle entrate, che ha realizzato e inviato un apposito prospetto,31

non ha tuttavia potuto ovviare alla mancanza di dati non ancora completamente

acquisiti e/o elaborati e/o verificati, al 31/5/2011.

I dati disponibili relativi al 2010 appaiono ciò nonostante utili per effettuare

taluni confronti rispetto al quadriennio precedente; confronti che vengono di seguito

posti in evidenza, ma che, si sottolinea, non comportano differenziazioni

significativamente apprezzabili e tali da contraddire il trend dei dati del quadriennio

2006-2009, che restano perciò la base dell’ analisi contenuta nel referto.

Le variazioni intervenute nel 2010 rispetto al 2009 sono desumibili dai due

seguenti prospetti. Il primo (prospetto n.31), trasmesso dall’Agenzia delle entrate,

e semplificato, indica i numeri degli accertamenti, degli importi delle relative MIA e

MID, delle connesse sanzioni e delle riscossioni, riferiti a ciascuno dei possibili esiti

degli accertamenti rilevati nel 2010. Il secondo (prospetto n. 32), elaborato da

questa Corte, indica le percentuali dei numeri ed importi degli accertamenti ed esiti

di cui sopra rispetto al totale di quelli con esito positivo (indicato sub I) per

evidenziarne “il peso”dei valori rispettivi.

31 E- mail dell’Agenzia in data 15/6/2011.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

81

Prospetto 31: Situazione nazionale 2010 (dati aggiornati al 31 maggio 2011).

A B C D E F F1 G H I L M

Totale

Accertamenti

Accertamenti

definiti per

adesione ai verbali di

constatazione

(art. 5 bis

D.Lgs

218/97)

Accertamenti

definiti per

adesione agli inviti (art. 5

comma 1 bis

D.Lgs

218/97)

Accertamenti

definiti per

adesione ordinaria

Totale accertamenti definiti per adesione

Accertamenti definiti per

rinuncia all'impugnazione

(acquiescenza ex art. 15 D.Lgs

218/97)

Accertamenti notificati e impugnati

di cui

conciliazione

giudiziale perfezionata

Accertamenti notificati

annullati in autotutela

Accertamenti notificati non impugnati (né

definiti per adesione o

acquiescenza)

Totale accertamenti

con esito positivo definiti e notificati

Accertamenti con esito negativo

(non notificati)

Totale accertamenti

eseguiti

Numero Controlli

15.128 12.559 51.392 79.079 70.624 64.002 421 7.008 150.561 371.274 10.382 381.656

Maggiore Imposta Accertata Totale

552.919.765 539.903.336 2.521.088.578 3.613.911.679 810.769.654 9.445.449.221 29.877.620 140.813.851 13.683.563.749 27.495.582.401

Maggiore Imposta Definita Totale

552.566.934 539.902.370 809.988.825 1.902.458.129 810.769.654 15.466.160 10.220.394 - - 11.588.892.903

Sanzioni Accertate Totali

481.003.834 368.639.003 1.916.387.495 2.766.030.332 833.941.828 9.088.895.872 28.757.355 142.496.684 14.126.913.331 26.815.781.363

Sanzioni Definite Totali

75.013.751 66.548.011 203.359.694 344.921.456 253.539.241 8.709.089 2.854.921 - 9.167.224.370 9.774.394.156

Riscosso 449.511.700 516.722.734 678.746.443 1.644.980.877 839.762.876 37.152.922 8.744.887 - 6.580.485 2.528.477.161

Riscosso da ruolo

- - - - 93.886 4.507.452 31.769 - 1.033.966 5.635.305

Fonte: Agenzia delle entrate.

NB: I dati relativi alle maggiori imposte e alle sanzioni accertate non comprendono i dati relativi agli accertamenti annullati per autotutela

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

82

Prospetto 32: Situazione nazionale 2010 - percentuale dati (dati aggiornati al 31 maggio 2011).

A B C D E F F1 G H I

Totale

accertamenti

Accertamenti

definiti per adesione ai verbali di

constatazione (art. 5 bis D.Lgs

218/97)

Accertamenti

definiti per adesione agli inviti (art. 5 comma 1 bis

D.Lgs 218/97)

Accertamenti

definiti per adesione ordinaria

Totale accertamenti definiti per adesione

Accertamenti definiti per

rinuncia all'impugnazione (acquiescenza ex

art. 15 D.Lgs 218/97)

Accertamenti notificati e impugnati

di cui

conciliazione giudiziale

perfezionata

Accertamenti notificati

annullati in autotutela

Accertamenti notificati non impugnati (né

definiti per adesione o

acquiescenza)

Totale accertamenti

con esito positivo definiti e notificati

Numero Controlli

4,07% 3,38% 13,84% 21,30% 19,02% 17,24% 0,11% 1,89% 40,55% 100,00%

Maggiore Imposta Accertata Totale

2,01% 1,96% 9,17% 13,14% 2,95% 34,35% 0,11% 0,51% 49,77% 100,00%

Maggiore Imposta Definita Totale

4,77% 4,66% 6,99% 16,42% 7,00% 0,13% 0,09% 0,00% 76,45% 100,00%

Sanzioni Accertate Totali

1,79% 1,37% 7,15% 10,31% 3,11% 33,89% 0,11% 0,53% 52,68% 100,00%

Sanzioni Definite Totali

0,77% 0,68% 2,08% 3,53% 2,59% 0,09% 0,03% 0,00% 93,79% 100,00%

Riscosso 17,78% 20,44% 26,84% 65,06% 33,21% 1,47% 0,35% 0,00% 0,26% 100,00%

Riscosso da ruolo

0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 1,67% 79,99% 0,56% 0,00% 18,35% 100,00%

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

83

Precisato che i dati ancora non completamente elaborati dall’Agenzia delle

entrate o carenti riguardano soprattutto gli accertamenti non impugnati (sub H) e le

conciliazioni giudiziali (dati sub F) e che quelli di maggiore attendibilità sono i dati

relativi all’accertamento per adesione e alla acquiescenza, dai prospetti si rileva in

particolare che:

- gli accertamenti non impugnati né definiti attraverso istituti alternativi al

contenzioso giudiziale (dati sub H) sono stati anche nel 2010 la maggioranza,

aumentando anzi del 3,5% rispetto al 2009 (v. paragrafo 3.1.2);

corrispondentemente, gli accertamenti impugnati (dati sub F) sono lievemente

diminuiti, passando dal 18,40% del 2009 (v. paragrafo 3.1.5) al 17,24%;

- gli istituti deflattivi più utilizzati sono stati ancora quelli dell’adesione agli

accertamenti (dati sub D), anche se ridotti del 4% nel numero (v. paragrafo

3.1.3), e dell’acquiescenza (dati sub E), passata dal 16,88% del 2009 (v.

paragrafo 3.1.4) al 19,02%;

- nell’ambito degli istituti deflattivi caratterizzati dall’adesione del contribuente

(dati sub D) hanno continuato a prevalere le conclusioni per adesione

ordinaria (64,99%, dati sub C) rispetto a quelli per adesione ai verbali di

constatazione (19,13%, dati sub A) e agli inviti a comparire (15,88%, dati sub

B);

- in ordine agli importi, è da segnalare che la MID degli accertamenti definiti per

adesione è risultata nel 2010 pari al 52,64% della MIA relativa, con una lieve

diminuzione rispetto al 53,87% del quadriennio 2006-2009 (v. paragrafo

3.2.4);

- le sanzioni definite con le conclusioni per adesione sono state pari al 12,47%

di quelle accertate, con una riduzione rispetto al 14,69% del 2009 (v.

paragrafo 4.1.2). Le sanzioni definite a seguito dell’acquiescenza sono

risultate nel 2010 del 30,45% di quelle accertate, più elevate rispetto al

29,04% del precedente quadriennio (v. paragrafo 4.1.3).

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

84

7. Adunanza del 13 luglio 2011.

Nell’Adunanza è stata evidenziata l’esigenza di dare al bilancio di previsione

dello Stato caratteristiche di specificità e di adeguata rilevabilità dell’applicazione

degli istituti deflattivi del contenzioso di cui ha preso atto, in particolare, il

rappresentante del Ministero dell’economia. Sono stati inoltre presi in

considerazione, ed oggetto di informazioni e delucidazioni da parte dei

rappresentanti dell’Agenzia delle entrate, i temi del controllo (audit) degli

accertamenti per adesione, anche con riferimento a possibili patologie nell’utilizzo di

tali definizioni, della fattibilità di una separazione nella statistica degli accertamenti

di quelli della più evidente probabilità di non produrre risultati in termini di

riscossioni, della valutazione della sostenibilità delle pretese fiscali e della solvibilità

dei soggetti “accertati” nonché del trend degli annullamenti in autotutela nel corso

degli anni e, infine, dei monitoraggi e dei controlli interni sull’attività dell’Agenzia.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

85

8. Conclusioni

Gli elementi da prendere in considerazione ai fini di quantificazioni e

valutazioni conclusive sugli effetti, rilevati nel quadriennio 2006 – 2009,

dell’applicazione degli istituti deflattivi del contenzioso sono:

- i numeri degli accertamenti, in totale e a seconda del tipo di reazioni che

hanno determinato nel contribuente e nell’Amministrazione;

- le MIA di tali accertamenti e le MID con cui sono stati definiti;

- il peso delle sanzioni relative alle MIA e MID;

- i risultati degli accertamenti definiti in termini di riscossioni ;

- taluni aspetti particolari, individuati nel ruolo della Guardia di Finanza nella

determinazione dell’entità degli accertamenti; nella tipologia delle imposte

che ne sono oggetto; nella situazione a livello regionale.

Numero degli accertamenti

Il numero degli accertamenti con esito positivo è stato nel quadriennio 2006

- 2009 di oltre il 94%. Secondo gli accertamenti del fisco il comportamento del

contribuente è quindi raramente non censurabile e, invece, quasi sempre irregolare

(a prescindere dall’entità delle irregolarità addebitate), con poche differenze nel

corso degli anni.

A seconda del tipo di esito, il numero complessivo degli accertamenti del

quadriennio (n. 1.369.695) è risultato suddiviso come segue:

- 36,44% accertamenti non impugnati né definiti con modalità alternative al

contenzioso;

- 27,88% accertamenti definiti “d’intesa” di cui, in assoluta prevalenza, pari al

71,75%, con adesione ordinaria. E’ però da segnalare che dal 2009 il ricorso

alle altre due forme possibili di adesione, cioè agli inviti a comparire e ai

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

86

verbali di constatazione, si è rivelato di crescente interesse per il

contribuente, avendo raggiunto in tale anno la misura, rispettivamente,

dell’11,57% e del 16,68% del numero complessivo delle adesioni;

- 16,94% accertamenti impugnati, di cui lo 0,57% del numero complessivo

degli accertamenti sono stati poi definiti con conciliazione giudiziale, in primo

grado. Sono così rimasti impugnati quegli accertamenti che, non essendo stati

definiti con la conciliazione giudiziale (16,94% - 0,57% = 16,37% degli

accertamenti totali), hanno proseguito nell’iter contenzioso, salva sempre

l’eventualità di annullamenti in autotutela;

- 16,40% definiti per acquiescenza;

- 2,34% definiti in autotutela.

Va sottolineato che gli accertamenti non impugnati sono stati i più numerosi

(36,44%) e, quindi, che nella maggior parte degli accertamenti positivi il

contribuente ha preferito non assumere iniziative di fronte alla pretesa

dell’Amministrazione. A motivo, probabilmente, delle superiori difficoltà e dei

maggiori oneri che avrebbe incontrato avviando un contenzioso dall’esito incerto

oppure a causa dell’esiguità degli “sconti” che avrebbe ottenuto, nella fattispecie, se

avesse scelto di definire la questione con una procedura di adesione

all’accertamento o con una formale acquiescenza. Ovvero, avendo ritenuto, il

contribuente, che il fisco non sarebbe riuscito comunque a riscuotere quel credito

per l’incapienza reddituale o patrimoniale del debitore ovvero per situazioni

fraudolente (interposizioni fittizie, schermi societari, società off-shore, etc.) tali da

rendere molto difficile l’individuazione ed il perseguimento dei debitori.

Importi degli accertamenti

La maggiore imposta accertata (MIA) relativa a tutti gli accertamenti con

esito positivo, si è distribuita nel quadriennio nelle seguenti percentuali:

- il 46,15%, la cifra più elevata, ha riguardato gli accertamenti non impugnati.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

87

Tuttavia, per comprendere se e in quale misura la preferenza del contribuente

di restare inattivo di fronte all’accertamento sia dipeso, eventualmente, da un

riconoscimento della fondatezza dell’attività di accertamento così evidente da

non indurlo neanche a percorrere le varie strade di definizione “concordata”,

rese molto più facili dalla più recente legislazione, ovvero se tale inerzia sia

stata consigliata dalla ritenuta possibilità di sfuggire al pagamento, occorre

verificare se e quanto il contribuente abbia poi effettivamente versato o sia

stato costretto a versare e quindi quali siano state le riscossioni degli importi

accertati e/o definiti, negli accertamenti non impugnati, di cui si dirà più

avanti;

- il 41,13% della MIA totale ha riguardato gli accertamenti impugnati;

- l’11,26% del totale della MIA ha riguardato gli accertamenti definiti per

adesione;

- l’1,46% ha riguardato l’acquiescenza;

Gli istituti di definizione alternativa al contenzioso rappresentati

dall’adesione, nelle tre procedure illustrate, e dall’acquiescenza, hanno dunque

avuto applicazione, sommando le percentuali di cui sopra, nel 12,72% del valore di

tutti gli accertamenti (MIA).

Aggiungendo gli accertamenti annullati per autotutela (3,88% v. prospetto

15) la suddetta percentuale sale a 16,60%.

Per quanto riguarda la definizione degli importi MID rispetto a quelli originari

(MIA) si è osservato che:

- in ordine agli accertamenti definiti con procedure alternative al contenzioso,

l’imposta definita (MID) è stata del 53,87% della MIA corrispondente. In

particolare, la MID derivante dall’adesione ordinaria è risultata, nel

quadriennio, del 48,76% della MIA corrispondente, vale a dire di un importo

più che inferiore alla metà della pretesa originaria dell’Amministrazione. Nei

casi di adesione (nonché di acquiescenza) vi è stato quindi un notevole

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

88

divario, in diminuzione, degli importi definiti (MID) rispetto a quelli originari.

Questi importi sono stati ridotti, peraltro, con il ricorso legittimo a procedure

di definizione agevolata;

- la MID degli accertamenti non impugnati è stata del 94,48% della MIA

corrispondente;

- la MID di quelli impugnati è risultata solo del 5,38% della MIA di partenza,

secondo calcoli tuttavia non completi, non essendo stato possibile disporre,

alla data delle rilevazioni, dell’esito di tutte le impugnazioni.

Importi delle sanzioni

Rispetto al totale delle sanzioni accertate, è risultato (v. prospetto 17) che:

- il 50,03%, la maggior parte delle sanzioni accertate, ha riguardato gli

accertamenti che poi non sono stati impugnati;

- il 38,46% quelle relative agli accertamenti invece impugnati;

- il 10,29% le sanzioni accertate con gli accertamenti poi definiti per adesione,

nelle tre procedure ricordate.

Con la definizione degli accertamenti, il debito tributario originario viene

modificato, risultando infine composto dalle “nuove” MID, le connesse sanzioni e gli

interessi. Il rapporto tra gli importi totali delle sanzioni definite, cui si aggiungono

gli interessi, e le sanzioni accertate totali è stato nel quadriennio di poco inferiore al

49%. Quindi, al momento in cui le vertenze tributarie si sono concluse con la

definizione, il debito delle sanzioni è risultato diminuito, in totale, di più della metà.

Negli accertamenti non impugnati le sanzioni definite sono state di poco

inferiori a quelle accertate, mentre negli accertamenti poi impugnati le sanzioni

definite figurano di modesta entità e molto minori rispetto alle sanzioni accertate.

Ciò è spiegabile, come si è già accennato, con la mancanza dei dati relativi all’esito

delle impugnazioni nonché con il successo delle impugnazioni la cui conclusione è

invece nota sia in termini di riduzione della MIA che delle sanzioni, come accade

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

89

nelle conciliazioni giudiziali perfezionate.

Nell’ambito dell’applicazione degli istituti deflattivi del contenzioso, in

particolare dell’adesione all’accertamento, le MID e le sanzioni connesse alle MID

hanno evidenziato, rispetto alle MIA e alle sanzioni originarie connesse alle MIA,

una riduzione più significativa nelle ipotesi di accertamento con adesione ordinaria.

E’ bene ricordare che negli accertamenti che vengono definiti per adesione

ordinaria, l’entità delle riduzioni (delle MIA e) delle sanzioni accertate dipende

dall’esito del contraddittorio tra fisco e contribuente, e pertanto da una apposita

riconsiderazione della vicenda tributaria, e che le riduzioni (delle MIA e) delle

sanzioni di cui alle due procedure di adesione introdotte nel 2008, caratterizzate

dall’adesione al pagamento degli identici importi richiesti dall’Amministrazione, sono

invece determinate automaticamente. Per favorire, evidentemente, l’accordo, le

sanzioni possono in tal caso diminuire in misura consistente, fino ad 1/6.

Tenuto conto che le sanzioni definite con l’adesione ordinaria, previo

contraddittorio, sono risultate, rispetto alle altre due procedure di adesione, della

percentuale più bassa (13,20%) delle corrispondenti sanzioni accertate (v.

prospetto 21), ne consegue che la riduzione delle sanzioni originarie è risultata più

elevata, e conveniente per il contribuente, con l’adesione ordinaria.

Le sanzioni definite a seguito dell’acquiescenza hanno rappresentato una

parte modesta (0,53%) dell’intero importo delle sanzioni definite nel quadriennio.

Tuttavia, la definizione dell’accertamento con l’espressa rinuncia all’impugnazione e

con l’acquiescenza da parte del contribuente ha comportato una riduzione delle

sanzioni originarie al 20,94%, con una diminuzione quindi del 79,06%:

l’acquiescenza si è rivelata pertanto un’ottima opzione per il contribuente nel caso

in cui l’impugnazione sarebbe stata di esito incerto.

Importi delle riscossioni

Una volta che siano stati definiti gli importi dovuti (MID + relative sanzioni +

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

90

interessi) è fondamentale capire e valutare se e quanto di tali importi venga infine

riscosso dall’Amministrazione per verificare, alla fine dell’iter, l’esito degli originari

accertamenti (MIA e connesse sanzioni), onde poter esprimere un motivato giudizio

sull’efficienza, efficacia ed economicità dell’attività di accertamento, e quindi sulla

relativa gestione.

Al riguardo occorre allora tener presente che:

- non vengono ovviamente riscosse le MIA e relative sanzioni ( pari a più del

4% delle MIA e sanzioni totali) degli accertamenti annullati con atti di

autotutela, che assolvono ad una funzione “giustiziale” perché tendono a

rimediare a vizi di legittimità e/o di opportunità degli originari provvedimenti;

- le riscossioni totali, cioè di tutti gli accertamenti non annullati in qualunque

modo definiti, sono risultate nel quadriennio, sia pure anche per effetto,

talvolta, di rateazioni, molto modeste rispetto al totale dovuto (MID + relative

sanzioni + eventuali interessi = 75.262.652.963 euro): precisamente (v.

prospetto 23), sono state di appena l’11,06% (8.327.784.075 euro) del

dovuto, di cui il 9,85% riscosso con mod. F24 e 1,21% da ruolo. E’

interessante notare che la percentuale del riscosso rispetto al dovuto è andata

progressivamente diminuendo dal 2007 al 2009, in contraddizione con il

potenziamento dell’azione di contrasto all’evasione fiscale;

- la maggior parte delle riscossioni realizzate, nelle cifre percentuali modeste

rispetto al dovuto dell’11,06% di cui è detto, sono derivate da definizioni per

adesione, che hanno rappresentato (v. prospetto 25) il 62,78% di tutte le

riscossioni conseguite da tutti gli accertamenti in qualunque modo definiti;

seguite poi, a grande distanza, dalle riscossioni derivanti (v. prospetto 26)

dalle definizioni con l’acquiescenza, pari al 15,14% delle riscossioni totali, e da

quelle, di ancora più scarsa entità, derivanti dalla definizione degli

accertamenti non impugnati, pari soltanto al 3,72% delle riscossioni totali;

- settorialmente, un risultato non deludente in termini di riscosso/dovuto si è

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

91

registrato soltanto nei casi di accertamenti definiti per adesione e per

acquiescenza, nei quali (v. prospetto 24) il riscosso è stato sostanzialmente

corrispondente al dovuto (MID + sanzioni + interessi) nonché nelle

conciliazioni giudiziali (v. prospetto 27). Bassissima, invece, è risultata la

percentuale del riscosso/dovuto degli accertamenti non impugnati, la cui MID,

giova ripeterlo (v. prospetto 10), ha rappresentato ben l’81,75% della MID

totale, ma per i quali (v. prospetto 24) solo lo 0,47% del dovuto (MID + SDT,

pari a 65.829.663.022 euro) è stato riscosso;

- negli accertamenti definiti con “intese” con il contribuente (adesione, nelle

varie forme, acquiescenza, nonché conciliazioni giudiziali) le riscossioni

spontanee con mod. F 24 sono state la regola;

- nelle ipotesi di mancata definizione concordata, cioè negli accertamenti restati

non impugnati nonché in quelli impugnati non definiti con conciliazione

giudiziale, le riscossioni, molto limitate, come si è detto, rispetto al dovuto,

sono invece avvenute prevalentemente da ruolo. Precisamente (v. prospetto

29), per il 73,43% del relativo totale riscosso negli accertamenti non

impugnati e per il 44,44% negli accertamenti impugnati definiti (cui va

aggiunto, ma solo per il 3,31%, il riscosso da ruolo derivante dalle definizioni

concordate con conciliazione giudiziale).

* * * *

Seguono brevi considerazioni su aspetti particolari, desunte dai dati esposti

ed illustrati in Appendice.

Tipologia delle imposte definite

Circa la tipologia delle maggiori imposte definite (MID e, nei casi di

annullamenti in autotutela, MIA) con le procedure alternative e deflattive del

contenzioso, è da notare che, nel quadriennio, l’IVA non ha avuto il peso più

importante, che è stato invece principalmente rappresentato dall’IRPEG e

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

92

dall’IRPEF.

Controlli e Processi verbali di constatazione della Guardia di Finanza.

I controlli della Guardia di Finanza, ancorché molto meno numerosi (solo il

16,64% nel quadriennio) di quelli effettuati dall’Agenzia delle entrate, hanno dato

luogo a PVC (Processi verbali di constatazione) di importi, per accertamenti singoli

e complessivi, superiori (con una MID pari al 51,44% della MID totale del

quadriennio) a quelli accertati, e poi definiti, dall’Agenzia.

Situazione regionale

E’ stata effettuata una ricerca sulla situazione a livello regionale per

evidenziare particolarità territoriali e gli scostamenti rispetto alle medie nazionali.

Tale analisi non ha riguardato in dettaglio tutte le Regioni essendo stata

limitata alle otto Regioni con i dati più rilevanti (Lombardia, Lazio, Sicilia,

Campania, Piemonte, Toscana, Veneto ed Emilia-Romagna); ha approfondito non

tutti gli aspetti degli esiti degli accertamenti esaminati in sede nazionale; non ha

operato distinzioni tra le province, malgrado possano esservi differenze significative

tra le province all’interno delle regioni. (Si rammenta, a proposito dei dati riferibili

alle province, che l’Agenzia delle Entrate ha imperniato sui suoi uffici provinciali e

sulle particolarità di ciascuna provincia la sua attività sul territorio).

Non si escludono, quindi, limitazioni o incompletezza dei risultati esposti

sulle situazioni regionali né l’opportunità dello svolgimento di una futura più ampia

indagine.

Tra le risultanze emerse preme ricordare l’assoluta prevalenza, circa gli esiti

degli accertamenti, di quelli restati non impugnati né altrimenti definiti, come già

evidenziato a livello nazionale, e che dove sono stati registrati i più alti valori delle

mancate impugnazioni – come nelle quattro regioni con il maggior numero dei

controlli (Lombardia, Lazio, Sicilia e Campania) – sono altresì risultati meno elevati i

valori del ricorso a procedure deflattive.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

93

Ciò induce a ribadire che la scelta del contribuente di non assumere iniziative

di fronte all’accertamento è verosimilmente espressione di un calcolo di

convenienza basato sulla ritenuta improbabilità che l’Agenzia riesca a riscuotere

quanto dovuto. Un intervento finalizzato a rendere difficilmente realizzabile tale tipo

di calcolo, attraverso miglioramenti nell’esecuzione degli accertamenti e nelle

riscossioni, favorirebbe, è da presumere, un maggiore utilizzo degli istituti deflattivi

in quanto potrebbe presentarsi più conveniente “contrattare” in tal modo la

definizione dell’accertamento.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

94

9. Considerazioni finali e raccomandazioni.

L’importanza degli effetti degli istituti deflattivi del contenzioso è tale da

meritare una specificazione ed individuazione ad hoc nel bilancio dello Stato, che

invece, come si è visto (v. paragrafo 2), non sono consentite dalla attuale struttura

di tale documento. In questo senso si rivolge quindi una apposita raccomandazione

al Ministero dell’economia, Ragioneria generale dello Stato.

La diffusione di non pochi strumenti e modalità di conclusioni “concordate”

nei rapporti fiscali è divenuta una caratteristica del nostro ordinamento, come è

stato sottolineato dalla migliore dottrina 32.

In una situazione siffatta, l’efficienza tributaria mediante accordi va

considerata alla luce di una riduzione significativa dei costi transattivi, in modo che

risultino inferiori a quelli connessi con l’applicazione autoritativa dell’imposta e della

sanzione, con provvedimento o sentenza. Occorre infatti valutare, da un lato, il

costo del processo e, dall’altro, quello delle procedure alternative di definizione e, in

quest’ambito, di ogni singolo istituto al tal fine utilizzabile, nonché il costo-

opportunità della eventuale scelta di non adempiere e del grado strutturale di

osservanza delle norme tributarie 33.

Quanto sopra premesso, non si ritiene che l’analisi svolta consenta di

formulare un giudizio senza riserve positivo sulle definizioni “concordate”, cioè per

adesione, nelle tre procedure possibili, per acquiescenza e conciliazione giudiziale,

che, con l’aggiunta dell’autotutela, sono state raggruppate nella locuzione di istituti

32 V. Carlo Garbarino in “ Imposizione ed effettività nel rapporto tributario”, Cedam editrice 2003, pag.1, il quale osserva che nell’ordinamento tributario italiano “si è ormai verificata la transizione dal modello unilaterale di imposizione a quello bilaterale nell’ambito di una più ampia transizione delle amministrazioni pubbliche dall’autorità al consenso”.

33 Anche l’autotutela deve essere il frutto della ponderazione di più interessi ”secondari” rispetto all’interesse primario della cura dell’interesse pubblico. Al costo dell’autotutela in termini di rinuncia alla pretesa impositiva, l’ufficio deve contrapporre i costi del proseguimento di una vertenza in sede giudiziaria (es. costo della difesa in giudizio; spese e costi, anche in termini di immagine, di una possibile soccombenza) ovvero determinarsi in base all’ “esiguità delle pretese tributarie in rapporto ai costi amministrativi connessi alla difesa delle pretese stesse” (D.M. n. 37/1997 contenente direttive per l’abbandono delle liti già iniziate. Circolare n. 85 dell’8/7/1997).

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

95

di definizione “alternativa e deflattiva del contenzioso”. In particolare, si è

dell’avviso che la circostanza secondo cui il fisco riesca ad incassare, sia pure con

riduzioni, le MIA e le relative sanzioni (ed interessi) senza dover attendere l’esito di

un processo e sostenerne i costi, non è di per sé una ragione sufficiente per far

sempre preferire dette soluzioni. Non dovrebbe esserlo quando invece la fondatezza

ed il soddisfacimento della originaria pretesa dell’Amministrazione appaiano molto

più probabili (come può verificarsi in accertamenti definibili con le adesioni non

ordinarie e nell’acquiescenza) ovvero quando l’avvio della procedura di adesione

ordinaria si rivelasse un mezzo utilizzabile, tra l’altro con un effetto di attenuazione

della deterrenza degli accertamenti, per scopi elusivi e dilatori, piuttosto che

strumento di opportuna riconsiderazione del rapporto tributario. Con l’occasione, si

fa notare che non è da escludere che negli accertamenti definiti con l’adesione

ordinaria, previo contraddittorio, la non infrequente notevole riduzione della MID

rispetto alla MIA originaria potrebbe tener luogo, in realtà, di un intervento di

annullamento in autotutela, causato dalla sostanziale infondatezza, almeno

parziale, dell’accertamento poi oggetto di adesione.

Si ritiene pure che un più sicuro giudizio sulle minori riduzioni delle sanzioni

disposte dalla legge di stabilità del 2011 per le varie ipotesi di definizione

“concordata” (v. paragrafo 1 ed apposite note) non possa essere espresso prima di

un sufficiente riscontro di esperienza. Di certo, visti i livelli elevati delle sanzioni che

si aggiungono alle MIA sin dall’inizio della richiesta dell’Amministrazione, il beneficio

di una loro diminuzione (che la legge di stabilità del 2011 ha però reso adesso

minore) ha finora rappresentato per il contribuente un importante incentivo a

pervenire a definizioni “d’intesa”34.

34 La Corte dei conti, Sezioni riunite in sede di controllo, nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica del maggio 2011, pag. 82, ha rilevato che l’inversione di tendenza rispetto all’impostazione del 2008 (d.l. n. 112/2008 art. 83, comma 18 e d.l. n. 185/2008 art.16) disposta dalla legge di stabilità del 2011 con l’aumento delle sanzioni nei casi di definizione “bonaria” delle vertenze è indicativa di una strategia del legislatore alquanto mutevole, i cui riflessi sui comportamenti dei

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

96

A parte i possibili effetti della modifica delle sanzioni di cui sopra, si intende

sottolineare che la questione dell’opportunità o meno di ricorrere a soluzioni

definitorie alternative al contenzioso richiede, da parte dell’Amministrazione, il

costante affinamento delle specifiche disposizioni e circolari concernenti i criteri da

seguire. In modo da prendere in considerazione, se necessario anche da un punto

di vista diverso/superiore da quello dell’ufficio che tratta la pratica, non solo gli

importi delle imposte in contestazione, le riduzioni cui potrebbero essere soggette

ed il contesto in cui la procedura si svolge, ma altresì principi e valutazioni di ordine

generale sulla più efficiente gestione degli accertamenti.

Peraltro, al di là della convenienza e/o dell’opportunità dell’eventuale

sviluppo o, al contrario, dell’eventuale restringimento dell’applicazione dei ricordati

istituti di definizione alternativa al contenzioso, devesi ribadire che essi, pur

favorendo le riscossioni di importi vicini alle MID, alle connesse sanzioni e di

eventuali interessi, rappresentano strumenti di un’importanza finanziaria relativa

nel quadro complessivo degli accertamenti fiscali, riguardando una porzione esigua

di tutti gli accertamenti, in qualunque modo definiti, e di tutte le riscossioni. In

particolare, risultano di gran lunga superiori le cifre attinenti agli accertamenti non

impugnati, che, come più volte si è segnalato, sono inoltre del più basso livello di

riscossione, soprattutto spontaneo. Ne consegue che gli accertamenti non

impugnati recano al fisco un danno maggiore in termini di minori introiti e che le

mancate impugnazioni appaiono più convenienti, per la massa dei contribuenti

complessivamente considerati, delle definizioni d’intesa, malgrado le agevolazioni

che queste ultime comportano. Le politiche e la gestione degli accertamenti

dovrebbero quindi anche mirare, facendone un obiettivo primario, alla migliore

individuazione delle cause di tale fenomeno e al suo ridimensionamento.

Considerato che si individua la causa principale, soprattutto nei casi degli

contribuenti e sulla capacità dell’amministrazione di conseguire un effettivo miglioramento della tax compliance andrebbero attentamente analizzati.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

97

accertamenti più consistenti, in situazioni tributarie caratterizzate da frodi o

comunque tali da rendere sin dall’inizio del tutto problematica l’acquisizione delle

pretese dell’Amministrazione (es. nullatenenza; fallimenti; occultamento di cespiti

in paradisi fiscali) e perciò in accertamenti di fatto non ritenuti pericolosi dal

contribuente, che resta perciò inerte, l’Agenzia delle entrate dovrebbe intensificare

gli sforzi per monitorare in tempo tali situazioni e tipo di contribuenti ed orientare

l’effettuazione degli accertamenti per tener conto anche della solvibilità. Con la

presumibile conseguenza, inoltre, di incrementare gli introiti tributari con un

maggior ricorso alle definizioni d’intesa attraverso gli istituti deflattivi.

La necessità di migliorare l’esito delle riscossioni è stato oggetto,

recentemente, di specifica attenzione da parte del legislatore e dell’Agenzia delle

entrate, di cui è opportuno fare un breve cenno.

In questa direzione va l’art. 29 del decreto legge n. 78 del 2010, ai sensi del

quale gli avvisi di accertamento emessi e notificati dal 1/7/2011 diverranno

esecutivi dopo 60 giorni dalla notifica senza doversi ricorrere alla notifica di un titolo

esecutivo diverso, come la cartella di pagamento. Va pure evidenziato che è stata

inoltre aumentata la pena del reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle

imposte di cespiti aziendali.

In relazione anche a queste novità normative è quindi intervenuta l’Agenzia

delle entrate con la circolare n. 21/E del 18/5/2011. Con tale atto è stato tra l’altro

sottolineato che i funzionari verificatori ed accertatori dovranno svolgere ogni

possibile approfondimento ove emergano elementi potenzialmente sintomatici di

una deliberata spoliazione dell’attivo patrimoniale in danno dell’Erario e sono state

date direttive per effettuare migliori controlli prima dell’emissione dei ruoli, per

garantire una maggiore qualità dei medesimi, per assicurare il riscontro dei

pagamenti rateizzati e, in mancanza, per assumere i comportamenti conseguenti.

Gli effetti delle misure accennate potranno peraltro essere meglio valutate

dopo un congruo periodo di applicazione.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

98

A P P E N D I CE

In questa appendice vengono analizzati, con riferimento alle MID, gli aspetti

delle definizioni degli accertamenti concernenti:

- la tipologia delle imposte oggetto degli accertamenti e della definizione

tramite istituti deflattivi;

- il contributo della Guardia di Finanza all’attività di accertamento;

- la situazione a livello regionale.

Imposte oggetto delle MID.

La MID relativa agli accertamenti con esito positivo (sub I) è composta, nei

vari anni del quadriennio, dalle imposte e dai relativi importi indicati nel grafico

seguente.

Grafico 1 appendice.

-500.000.000

1.000.000.0001.500.000.0002.000.000.0002.500.000.0003.000.000.0003.500.000.0004.000.000.0004.500.000.0005.000.000.000

MID per imposta - Totale accertamenti con esito pos itivo definiti e notificati

Altre M ID 177.223.913 160.601.744 299.407.025 368.510.258

M ID IRAP 329.595.225 371.967.595 538.609.677 770.259.646

M ID IRPEF 1.440.768.999 1.286.054.477 2.505.539.527 3.793.253.429

M ID IRPEG/IRES 1.281.330.815 1.923.862.857 2.709.304.265 3.363.504.251

M ID IVA 3.375.461.234 2.807.593.448 4.528.113.028 4.659.022.657

M ID post contenzioso 524.874.774 353.154.091 146.958.292 46.741.979

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

99

Confrontando gli importi del 2009 rispetto al 2006 emerge un aumento

generalizzato per tutte le imposte (tranne che per le MID risultanti dopo l’esito del

contenzioso per accertamenti impugnati).

Analizzando gli stessi dati in termini percentuali, risulta, tra l’altro, (v.

grafico 2) che dal 2006 al 2009, rispetto al totale della MID, il peso dell’IVA

diminuisce di circa l’11,5 mentre quello l’IRPEF aumenta di quasi il 9%.

Grafico 2 appendice.

Totale - MID per IMPOSTA 2006-2009

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

ALTRE IM POSTE 2,49% 2,33% 2,79% 2,83%

IRAP 4,62% 5,39% 5,02% 5,92%

IRPEF 20,21% 18,63% 23,36% 29,18%

IRPEG/IRES 17,97% 27,87% 25,25% 25,87%

IVA 47,35% 40,67% 42,21% 35,84%

POST CONTENZIOSO 7,36% 5,12% 1,37% 0,36%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Il grafico 3 che segue illustra l’imposta sui cui prevalentemente incidono gli

istituti deflativi esaminati:

- nelle adesioni (sub D) IRPEG/IRES (44,69%);

- nelle rinunce all’impugnazione (sub E) IRPEF (28,32%) e IRPEG/IRES

(30,34%);

- nelle conciliazioni giudiziali (sub F1) IRPEG/IRES (70,02%);

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

100

- negli annullamenti in autotutela (sub G) IRPEF (61,02%) (è stata considerata

la MIA in quanto non vi è una definizione della MID).

Grafico 3 appendice.

Incidenza degli istituti deflativi sulle varie impo ste nel quadriennio

Altre

Imposte

Altre

Imposte

Altre

Imposte

Altre

Imposte

IRAP

IRAP

IRAP

IRAP I

RPEF

IRPEF

IRPEF

IRPEF

IRPEG/IRES

IRPEG/IRES

IRPEG/IRES

IRPEG/IRES

IVA

IVA

IVA

IVA

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Alt re Imposte 7,52% 13,97% 0,73% 3,80%

IRAP 7,01% 5,22% 6,17% 7,39%

IRPEF 20,24% 28,32% 8,87% 61,02%

IRPEG/IRES 44,69% 30,34% 70,02% 14,21%

IVA 20,54% 22,15% 14,20% 13,57%

M ID - D M ID - E M ID - F1 M IA -G

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

I grafici che seguono mostrano, per i singoli istituti definitori, l’incidenza

anno per anno nel quadriennio delle diverse imposte.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

101

Grafico 4 appendice.

MIA di G- Accertamenti notificati e annullati in au totutela

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Altre Accertate 3,25% 2,04% 6,55% 4,06%

IRAP 4,75% 6,77% 4,66% 8,26%

IRPEF 24,25% 16,21% 31,29% 82,28%

IRPEG/IRES 27,93% 44,72% 20,70% 2,95%

IVA 39,82% 30,26% 36,81% 2,45%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

La MIA degli accertamenti notificati e annullati in autotutela, e che quindi

non verrà incassata, interessa soprattutto l’IRPEF che da una quota parte del

16,2% del 2007 passa all’82,28% del 2009. A questo corrisponde un andamento

opposto dell’IRPEG/IRES che negli stessi anni passa da una quota parte del 44,72%

al 2,95%; l’IVA che si era mantenuta abbastanza costante nel triennio 2006-2008

(sopra il 30%) rappresenta nel 2009 una quota parte solo del 2,45%.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

102

Grafico 5 appendice.

MID di D- Totale accertamenti definiti per adesione

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Altre Accertate M ID 6,97% 5,10% 7,44% 9,13%

IRAP - M ID 9,17% 7,17% 6,55% 6,56%

IRPEF - M ID 21,22% 19,06% 20,86% 19,97%

IRPEG/IRES - M ID 35,41% 45,95% 45,25% 46,80%

IVA - M ID 27,24% 22,72% 19,90% 17,55%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Negli accertamenti definiti per adesione spicca la costante diminuzione

dell’IVA.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

103

Grafico 6 appendice.

MID di E - Accertamenti definiti per rinuncia all'i mpugnazione (acquiescenza ex art. 15 D.Lgs 218/97)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Alt re Accertate M ID 17,52% 17,20% 15,78% 11,13%

IRAP - M ID 4,74% 6,07% 5,96% 4,75%

IRPEF - M ID 22,70% 27,29% 30,94% 29,04%

IRPEG/IRES - M ID 22,00% 21,74% 20,08% 40,10%

IVA - M ID 33,04% 27,70% 27,24% 14,98%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Negli accertamenti definiti per rinuncia all’impugnazione spicca l’aumento

della quota parte dell’IRPEG/IRES nel 2009 e la costante diminuzione della quota

parte dell’IVA.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

104

Grafico 7 appendice.

MID di F1 - conciliazione giudiziale perfezionata

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Altre Accertate M ID 1,02% 0,41% 1,81% 0,36%

IRAP - M ID 8,58% 6,29% 5,43% 5,05%

IRPEF - M ID 16,54% 3,81% 18,46% 10,28%

IRPEG/IRES - M ID 41,81% 83,00% 48,66% 68,10%

IVA - M ID 32,05% 6,49% 25,64% 16,21%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

La conciliazione giudiziale perfezionata evidenzia un andamento opposto tra

IRPEG/IRES, IRPEF e IVA: infatti ad una diminuzione/aumento della quota parte

della prima corrisponde un aumento/diminuzione della quota parte delle altre due.

Accertamenti collegati ai processi verbali di constatazione (pvc) della

Guardia di Finanza.

La GdF contribuisce notevolmente all’attività di accertamento. Nel

quadriennio il numero degli accertamenti con esito positivo (sub I) definiti sulla

base dei PVC della GdF ha rappresentato il 16,64% del totale dei controlli con esito

positivo (1.369.695), a cui corrisponde però un importo MID ben più elevato, pari al

51,44% del totale (37.761.713.208).

L’andamento negli anni di questi due dati è illustrato nel prospetto seguente.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

105

Nel 2009 a fronte del 14,53% del numero dei controlli corrisponde una MID

del 54,89% di quella totale.

Grafico 8 appendice.

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Gli stessi dati relativi all’Agenzia delle entrate evidenziano un andamento

opposto. Nel 2009 a fronte dell’ 85,47% del numero di controlli corrisponde una

MID del 45,11% del totale.

Grafico 9 appendice.

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Accertamenti con esito positivo Agenzia delle Entrate

Numero Controlli 80,30% 82,47% 84,23% 85,47%

Maggiore Imposta Definita 49,41% 48,30% 52,36% 45,11%

2006 2007 2008 2009

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Accertamenti con esito positivo GdF

Numero Controlli 19,70% 17,53% 15,77% 14,53%

Maggiore Imposta Definita 50,59% 51,70% 47,64% 54,89%

2006 2007 2008 2009

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

106

I verbali redatti dalla GdF hanno costituito la base della definizione di una

MID nazionale, relativa agli accertamenti con esito positivo (sub I), nei singoli anni

del quadriennio, composta dalle diverse imposte negli importi indicati nel grafico

seguente.

Grafico 10 appendice.

-500.000.000

1.000.000.0001.500.000.0002.000.000.0002.500.000.0003.000.000.0003.500.000.0004.000.000.0004.500.000.0005.000.000.000

GDF - MID per imposta - Totale accertamenti con esi to positivo definiti e notificati

Altre M ID 61.883.716 41.739.673 64.787.618 92.662.863

IRAP 203.751.145 203.040.901 306.370.286 473.608.334

IRPEF 635.387.802 534.208.418 669.464.220 2.159.345.250

IRPEG/IRES 834.732.535 1.016.833.735 1.565.768.470 1.745.658.414

IVA 1.595.686.723 1.599.485.654 2.434.879.317 2.633.063.048

post contenzioso 275.522.046 173.739.043 70.019.634 31.496.456

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

107

Grafico 11 appendice.

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

L’andamento percentuale degli stessi dati evidenza - in particolare nel 2009

rispetto al 2008 - una diminuzione della MID relativa all’IVA di oltre il 10%, di

quella relativa all’IRPEG/IRES di quasi il 6% ed un aumento di quella relativa

all’IRPEF di oltre 17%.

I controlli/accertamenti dell’Agenzia delle entrate hanno dato luogo alla

definizione di una MID nazionale, relativa agli accertamenti con esito positivo (sub

I), nei singoli anni del quadriennio, articolata come indicato nel grafico seguente.

GdF - MID per IMPOSTA andamento percentuale 2006-2 009

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

ALTRE IMPOSTE 1,72% 1,17% 1,27% 1,30%

IRAP 5,65% 5,69% 5,99% 6,64%

IRPEF 17,62% 14,97% 13,10% 30,26%

IRPEG/IRES 23,14% 28,49% 30,63% 24,46%

IVA 44,24% 44,82% 47,64% 36,90%

POST CONTENZIOSO 7,64% 4,87% 1,37% 0,44%

2006 2007 2008 2009

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

108

Grafico 12 appendice.

-500.000.000

1.000.000.0001.500.000.0002.000.000.0002.500.000.0003.000.000.0003.500.000.0004.000.000.0004.500.000.0005.000.000.000

Ag.Entrate - MID per imposta - Totale accertamenti con esito positivo definiti e notificati

Altre M ID 115.340.198 118.862.071 234.619.408 275.847.395

IRAP 125.844.080 168.926.694 232.239.391 296.651.313

IRPEF 805.381.197 751.846.059 1.836.075.308 1.633.908.178

IRPEG/IRES 446.598.280 907.029.123 1.143.535.795 1.617.845.837

IVA 1.779.774.510 1.208.107.795 2.093.233.711 2.025.959.609

post contenzioso 249.352.727 179.415.048 76.938.658 15.245.524

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

L’andamento annuale degli stessi dati evidenza (v. grafico 13) un

andamento che si discosta da quello rilevato per la GdF. Infatti i valori relativi alla

quota parte rappresentata dall’IVA si sono mantenuti abbastanza stabili nel triennio

2007-2009; quelli dell’IRPEG/IRES sono aumentati di circa 7% nel 2009 rispetto al

2008 e quelli dell’IRPEF hanno avuto un picco del 32,69% nel 2008 per poi

scendere al 27,86% nel 2009.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

109

Grafico 13 appendice.

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Situazione a livello regionale

Un’analisi diversificata per regioni è utile per mettere in evidenza da un lato

il diverso “peso” che le regioni hanno avuto sulla situazione nazionale e, dall’altro,

gli scostamenti che si sono riscontrati nelle varie regioni rispetto ai dati nazionali.

La ricerca sulla situazione regionale è partita dalla verifica delle situazioni di tutte le

Regioni, ma è stata poi circoscritta e approfondita solo relativamente alle 8 regioni

con i dati più rilevanti (Lombardia, Lazio, Sicilia, Campania, Piemonte, Toscana,

Veneto ed Emilia – Romagna) in quanto sono state oggetto di più del 68,5% di tutti

gli accertamenti effettuati nel quadriennio 2006-2009 e di oltre l’82% delle MID

regionali complessive. Per ciascuna di dette Regioni l’analisi si è concentrata sugli

esiti degli accertamenti (distinti, come al solito, tra impugnati; non impugnati;

definiti per adesione, nelle tre procedure; per acquiescenza; per conciliazione

Agenzia delle entrate - MID per IMPOSTA andamento percentuale 2006-2009

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

ALTRE IMPOSTE 3,27% 3,56% 4,18% 4,70%

IRAP 3,57% 5,07% 4,13% 5,06%

IRPEF 22,87% 22,55% 32,69% 27,86%

IRPEG/IRES 12,68% 27,20% 20,36% 27,58%

IVA 50,53% 36,23% 37,27% 34,54%

POST CONTENZIOSO 7,08% 5,38% 1,37% 0,26%

2006 2007 2008 2009

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

110

giudiziale; per autotutela) che sono stati tuttavia illustrati soltanto in rapporto al

numero dei medesimi e agli importi delle corrispondenti MID, senza l’ulteriore

approfondimento circa gli aspetti delle sanzioni e delle riscossioni, come è stato

invece fatto a livello nazionale.

Si ritiene peraltro che la selezione in questa occasione effettuata sia più che

sufficiente per illustrare convenientemente le diversità e le caratteristiche territoriali

degli accertamenti ed in particolare di quelli poi interessati da procedure di

definizione alternativa del contenzioso.

Numero, tipologia, scostamenti regionali rispetto alla media nazionale e MID

degli accertamenti effettuati nelle suddette 8 Regioni risultano con chiarezza dai

seguenti grafici.

Merita di essere segnalato che:

- la Lombardia e il Lazio registrano i numeri degli accertamenti e gli importi

delle corrispondenti MID più elevati;

- gli accertamenti non impugnati né altrimenti definiti (dati sub H), prevalgono

rispetto agli altri possibili esiti in tutte le 8 Regioni, sia come numero che

come MID (con l’eccezione della Toscana e del Veneto, dove è stato superiore

il numero, non certo le MID, degli accertamenti definiti per adesione). In

particolare, la MID regionale di tali accertamenti non impugnati né altrimenti

definiti ha raggiunto punte addirittura superiori al 90% nel 2009 in Emilia-

Romagna, Campania e Sicilia.

Il seguente grafico illustra la distribuzione in percentuale del numero totale

dei controlli con esito positivo (sub I) eseguiti nel quadriennio (1.369.695) nelle

varie regioni.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

111

Grafico 14 appendice.

0%

2%

4%

6%

8%

10%

12%

14%

CONTROLLI - Distribuzione regionale nel quadriennio

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Oltre il 68% dei controlli nel quadriennio si concentra in 8 regioni (Lombardia

Lazio Sicilia Campania Piemonte Toscana Veneto e Emilia Romagna).

Le punte minime, inferiori al 2%, si concentrano in Umbria, Basilicata, Trento,

Molise, Bolzano e Valle d'Aosta.

Il grafico seguente illustra invece, in percentuale, la distribuzione regionale

degli importi della MID degli accertamenti con esito positivo nel quadriennio (sub I

37.761.713.208).

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

112

Grafico 15 appendice.

MID - Distribuzione regionale quadriennio20,9

1%

16,8

5%

14,2

1%

8,7

8%

7,8

1%

5,3

0%

4,6

9%

4,0

7%

3,7

0%

2,3

0%

2,0

5%

1,8

5%

1,6

5%

1,5

6%

1,1

9%

0,9

0%

0,7

8%

0,5

1%

0,4

1%

0,3

8%

0,1

1%

0,00%

5,00%

10,00%

15,00%

20,00%

25,00%

LOM

BA

RD

IA

LAZ

IO

EM

ILIA

RO

MA

GN

A

CA

MP

AN

IA

VE

NE

TO

PIE

MO

NT

E

TO

SC

AN

A

SIC

ILIA

PU

GLI

A

MA

RC

HE

LIG

UR

IA

AB

RU

ZZ

O

CA

LAB

RIA

FR

IULI

VE

NE

ZIA

GIU

LIA

SA

RD

EG

NA

UM

BR

IA

BO

LZA

NO

TR

EN

TO

BA

SIL

ICA

TA

MO

LIS

E

VA

LLE

D'A

OS

TA

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

I successivi grafici si feriscono alle 8 regioni più significative come sopra

individuate.

Il confronto tra la percentuale del numero totale dei controlli con esito

positivo e la percentuale della MID corrispondente evidenzia un andamento nel

quadriennio sostanzialmente costante.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

113

Grafico 16 appendice.

I - confronto tra percentuale numero controlli e percentuale importi MID nelle 8 regioni più significative.

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Numero Controlli 68,15% 68,21% 68,83% 68,86%

M aggiore Imposta Def inita Totale 82,84% 79,62% 80,29% 86,01%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Nel quadriennio (v. grafico 17 seguente), i 939.063 controlli eseguiti con

esito positivo si distribuiscono, nei vari anni del quadriennio, con un andamento

percentuale simile negli anni: aumentano nel 2008, presentano qualche flessione

nel 2009 con valori comunque tutti decisamente superiori a quelli del 2007.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

114

Grafico 17 appendice.

CONTROLLI - Distribuzione annuale dei controlli con esito positivo nelle 8

regioni più significative

15%

17%

19%

21%

23%

25%

27%

29%

31%

33%

35%

LOM BARDIA 21,73% 20,29% 29,13% 28,84%

LAZIO 21,58% 21,59% 29,36% 27,47%

SICILIA 23,75% 21,87% 27,63% 26,75%

CAM PANIA 21,80% 20,68% 27,46% 30,06%

PIEM ONTE 21,18% 20,47% 28,64% 29,71%

TOSCANA 22,70% 20,28% 26,49% 30,53%

VENETO 21,73% 20,41% 29,06% 28,80%

EM ILIA ROM AGNA 19,82% 20,04% 28,75% 31,38%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Nelle 8 regioni i controlli con esito positivo eseguiti nel quadriennio sono

stati definiti con le diverse procedure nelle percentuali mostrate dal grafico 18

successivo. Prevale sempre l’esito rappresentato dalla mancata impugnazione (sub

H), salvo che in Veneto.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

115

Grafico 18 appendice.

CONTROLLI PER TIPOLOGIA DI DEFINIZIONE NEL QUADRIE NNIO NELLE 8 REGIONI PIU' SIGNIFICATIVE

0%

10%

20%

30%

40%

50%

LOM B A R D IA16 4 ,3 3 4

LA Z IO 12 9 ,6 55

SIC ILIA 12 4 ,16 2

C A M PA N IA 12 0 ,8 8 8

PIEM ON TE112 ,3 4 2

TOSC A N A 9 8 ,58 7

V EN ETO 9 4 ,9 18

E. R OM A GN A 9 4 ,177

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

I grafici sottostanti mostrano lo scostamento per il quadriennio della

percentuale dei controlli positivi che trovano esito nell’applicazione di ciascuno dei

diversi istituti deflativi (sub D, E, F1, G), rispetto alla corrispondente media

nazionale.

La situazione relativa agli accertamenti definiti per adesione (sub D)

presenta scostamenti dalla media nazionale con punte che vanno dal +9,43%

(Veneto) al -10,50% (Lazio).

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

116

Grafico 19 appendice.

D - Accertamenti definiti per adesione - Scostament o rispetto alla media nazionale

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

45%

50%

D su I 23,18% 17,38% 21,30% 23,71% 33,75% 33,69% 37,31% 30,97%

media nazionale 27,88% 27,88% 27,88% 27,88% 27,88% 27,88% 27,88% 27,88%

scostamento -4,70% -10,50% -6,58% -4,17% 5,87% 5,81% 9,43% 3,09%

LOM BARDIA LAZIO SICILIA CAM PANIA PIEM ONTE TOSCANA VENETOEM ILIA

ROM AGNA

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Nei dati relativi agli accertamenti definiti per rinuncia all’impugnazione (sub

E) la situazione della Campania evidenzia uno scarso ricorso all’istituto, con uno

scostamento in negativo rispetto alla media nazionale del 5,57%.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

117

Grafico 20 appendice.

E - Accertamenti definiti per rinuncia all'impugnaz ione - Scostamento rispetto alla media nazionale

10%

20%

30%

40%

50%

E su I 19,32% 14,84% 13,85% 10,83% 20,27% 16,39% 19,32% 16,40%

media nazionale 16,40% 16,40% 16,40% 16,40% 16,40% 16,40% 16,40% 16,40%

2,92% -1,56% -2,55% -5,57% 3,87% -0,01% 2,92% 0,00%

LOM BARDIA

LAZIO SICILIACAM PANI

APIEM ONTE TOSCANA VENETO

EM ILIA ROM AGN

A

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate

Per quanto riguarda i dati relativi alle conciliazioni giudiziali perfezionate

(sub F1) e agli accertamenti annullati in autotutela (sub G), numericamente poco

rilevanti, non si evidenziano scostamenti significativi dalla media nazionale.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

118

Grafico 21 appendice.

F1 - Accertamenti definiti con conciliazione giudiz iale perfezionata

0,00%1,00%2,00%3,00%4,00%5,00%6,00%7,00%8,00%9,00%

10,00%

F1 su I 0,48% 0,39% 0,39% 0,27% 0,64% 0,84% 0,75% 0,75%

media nazionale 0,57% 0,57% 0,57% 0,57% 0,57% 0,57% 0,57% 0,57%

LOMBARDIA

LAZIO SICILIACAMPANI

APIEMONTE

TOSCANA

VENETOEMILIA

ROMAGN

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Grafico 22 appendice.

G - Accertamenti annullati in autotutela - Scostame nto sulla media nazionale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

G su I 2,66% 2,53% 2,27% 1,86% 1,73% 2,44% 2,33% 2,24%

media nazionale 2,34% 2,34% 2,34% 2,34% 2,34% 2,34% 2,34% 2,34%

LOM BARDIA

LAZIO SICILIACAM PA

NIAPIEM ON

TETOSCAN

AVENETO

EM ILIA ROM AG

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Va inoltre sottolineato che il numero dei controlli con esito positivo non

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

119

impugnati né definiti con l’applicazione degli istituti deflativi (sub H) è molto

rilevante in termini percentuali in ognuna delle regioni considerate.

Come esempi di comportamenti opposti si evidenziano (v. grafico 23) le

punte estreme del +7% nel Lazio e del -7% nel Veneto rispetto alla media

nazionale.

Grafico 23 appendice.

H - Accertamenti notificati non impugnati ne defini ti con istituti deflativi - Scostamento rispetto alla media nazionale

25%

30%

35%

40%

45%

50%

H su I 37,16% 43,47% 39,86% 37,85% 35,58% 33,00% 29,28% 37,85%

media nazionale 36,44% 36,44% 36,44% 36,44% 36,44% 36,44% 36,44% 36,44%

scostamento 0,72% 7,03% 3,42% 1,41% -0,86% -3,44% -7,16% 1,41%

LOM BARDIA

LAZIO SICILIA CAM PANIA PIEM ONTE TOSCANA VENETOEM ILIA

ROM AGNA

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Relativamente alla distribuzione annuale della MID all’interno di ciascuna

regione, il grafico 24 seguente evidenzia situazioni particolari dell’Emilia Romagna,

con un picco positivo nel 2009 del 57,76%, e del Veneto, con un picco positivo nel

2008 (41,11%) ed un calo nel 2009 (20,50%).

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

120

Grafico 24 appendice.

MID - Distribuzione annuale in ciascuna delle 8 reg ioni più significative

7%

17%

27%

37%

47%

57%

LOM BARDIA 17,26% 21,07% 28,28% 33,40%

LAZIO 17,30% 17,84% 30,73% 34,12%

SICILIA 18,47% 16,76% 26,95% 37,82%

CAM PANIA 27,39% 17,35% 24,21% 31,06%

PIEM ONTE 15,42% 24,20% 32,39% 27,98%

TOSCANA 19,13% 21,67% 31,00% 28,20%

VENETO 18,72% 19,67% 41,11% 20,50%

EM ILIA ROM AGNA 19,59% 7,77% 14,88% 57,76%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Dal grafico 25 sottostante risulta evidente che in tutte le regioni è

nettamente prevalente la MID riguardante gli accertamenti non impugnati né

definiti per adesione (sub H) che va da un minimo del 63,2% della Toscana ad un

massimo di 90,77% nel Lazio.

La MID relativa agli accertamenti definiti per adesione (sub D), presenta

valori percentuali significativi in Veneto (13,35% della MID regionale), Lombardia

(16,58%), Piemonte (17,50%) e Toscana (25,81%).

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

121

Grafico 25 appendice.

MID PER TIPOLOGIA DI DEFINIZIONE NEL QUADRIENNIO NELLE 8 REGIONI PIU SIGNIFICATIVE16,5

8%

3,1

8%

3,6

2%

1,3

2%

4,6

1%

1,5

3%

3,0

9%

1,0

9%

90,7

7%

5,8

2%

1,6

7%

3,0

6%

0,4

1%

89,4

4%

6,2

6%

1,5

2%

3,7

5%

0,1

2%

88,4

8%

13,3

5%

2,7

0%

5,2

6%

1,0

4%

78,6

9%

17,5

0%

5,4

9%

9,6

5%

6,5

7%

67,3

6%

25,8

1%

4,4

8%

6,5

1%

2,5

3%

63,2

0%

6,2

0%

2,3

2%

1,9

4%

0,1

7%

89,5

5%

76,6

2%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

D E F F1 H D E F F1 H D E F F1 H D E F F1 H D E F F1 H D E F F1 H D E F F1 H D E F F1 H

LOM BARDIA LAZIO EM ILIAROM AGNA

CAM PANIA VENETO PIEM ONTE TOSCANA SICILIA

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

I grafici che seguono mostrano, in percentuale, in ciascuna regione

l’andamento annuale e il peso della MID relativo a ciascuna tipologia di definizione.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

122

Grafico 26 appendice.

Lombardia - MID andamento annuale (in percentuale)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

D 7,93% 14,61% 19,48% 19,82%

E 2,24% 1,86% 2,44% 5,13%

F 6,67% 8,34% 1,53% 0,84%

F1 0,94% 3,34% 0,69% 0,78%

H 83,16% 75,19% 76,55% 74,21%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

Grafico 27 appendice.

LAZIO - MID andamento annuale (in percentuale)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

D 3,01% 4,39% 4,63% 5,53%

E 1,97% 1,55% 1,33% 1,47%

F 6,65% 7,91% 0,49% 1,11%

F1 0,43% 5,09% 0,34% 0,02%

H 88,36% 86,15% 93,55% 91,89%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

123

Grafico 28 appendice.

EMILIA ROMAGNA - MID andamento annuale (in percentu ale)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

D 4,11% 13,95% 12,54% 3,57%

E 0,91% 2,53% 1,97% 1,74%

F 6,48% 8,14% 7,22% 0,15%

F1 0,74% 0,95% 0,86% 0,11%

H 88,50% 75,38% 78,27% 94,54%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate. Grafico 29 appendice.

CAMPANIA - MID andamento annuale (in percentuale)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

D 2,55% 6,42% 9,16% 7,19%

E 1,05% 1,37% 1,42% 2,09%

F 8,17% 6,77% 1,05% 0,25%

F1 0,08% 0,23% 0,16% 0,05%

H 88,24% 85,44% 88,37% 90,47%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

124

Grafico 30 appendice.

VENETO - MID andamento annuale (in percentuale)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

D 10,16% 12,27% 9,89% 24,25%

E 1,72% 2,38% 1,69% 5,93%

F 10,86% 11,14% 1,78% 1,46%

F1 0,80% 1,50% 1,24% 0,39%

H 77,25% 74,21% 86,63% 68,36%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate. Grafico 31 appendice.

PIEMONTE - MID andamento annuale (in percentuale)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

D 17,28% 14,60% 17,26% 20,41%

E 4,71% 2,90% 3,51% 10,43%

F 10,47% 29,35% 1,92% 1,11%

F1 1,10% 25,18% 0,63% 0,36%

H 67,53% 53,15% 77,31% 68,05%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

125

Grafico 32 appendice.

TOSCANA - MID andamento annuale (in percentuale)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

D 20,95% 23,80% 26,65% 29,74%

E 2,43% 2,74% 3,30% 8,49%

F 11,41% 7,80% 7,69% 0,91%

F1 1,84% 2,97% 4,37% 0,63%

H 65,21% 65,66% 62,35% 60,86%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate. Grafico 33 appendice.

SICILIA - MID andamento annuale (in percentuale)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

D 5,83% 7,63% 6,90% 5,24%

E 2,56% 2,40% 2,25% 2,20%

F 5,29% 4,02% 0,61% 0,32%

F1 0,28% 0,30% 0,18% 0,04%

H 86,32% 85,94% 90,24% 92,24%

2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Agenzia delle entrate.

“Effetti dell’applicazione e dell’estensione degli istituti definitori delle controversie fisco/contribuente alternativi al contenzioso”

126

Si conferma l’andamento opposto tra i dati sub D e sub H, particolarmente

evidente in Piemonte, Toscana e Veneto nel 2009: ad un aumento della MID

derivante dalle procedure di adesione (sub D) corrisponde una diminuzione della

MID non impugnata né definita in altri modi (sub H). Da segnalare il brusco calo

della MID in D dell’Emilia Romagna tra il 2008 e il 2009 (dal 12,54% al 3,57%) e

l’aumento rilevante nello stesso periodo in Veneto (dal 9,89% al 24,25%).

Infine in Piemonte, nel 2007, ben il 25,18% della MID deriva dalla

conciliazione giudiziale (sub F1), che negli altri anni e nelle altre regioni si è sempre

mantenuta in percentuali modeste.

Dai dati illustrati risulta confermato che la maggior parte della MID deriva da

accertamenti che il contribuente preferisce non impugnare. Ben distanziato, al

secondo posto nelle scelte del contribuente, risulta il ricorso alle procedure di

adesione (sub D).

Per quanto riguarda la rinuncia all’impugnazione (sub E), relativa sempre ad

importi MID piuttosto modesti, si segnalano le punte del 2009 in Piemonte

(10,43%) e in Toscana (8,49%).