diritto commerciale

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1 http://www.sharenotes.it APPUNTI DI DIRITTO COMMERCIALE (integrati col libro “campobasso”) Introduzione: nel nostro diritto privato c‟è un complesso di norme riferite agli imprenditori (che costituiscono il “diritto commerciale”), soggetti che esercitano professionalmente attività economica finalizzata alla produzione e allo scambio di beni o servizi. Va ricordato che la nostra costituzione riconosce la proprietà privata e la libertà di iniziativa economica e il modello di sviluppo economico si basa sull‟economia di mercato avente due caratteristiche: Libertà dei privati di dedicarsi alla produzione e alla distribuzione necessaria per il soddisfacimento dei bisogni materiali della collettività; Libertà di coesistenza tra operatori economici (pubblici o privati) e libertà di competizione tra loro Il nostro sistema è ad economica libera e il fenomeno imprenditoriale costituisce perciò l‟asse portante dello sviluppo economico e del processo di razionale utilizzazione delle risorse produttive per il miglioramento del benessere materiale della collettività. Il diritto commerciale è quel diritto che fa riferimento alla figura dell‟imprenditore, ovvero è l‟insieme di regole sull‟attività, gli strumenti che utilizza, il contesto in cui opera. Esso, nominato anche “diritto privato delle imprese”, è parte del diritto privato che ha per oggetto e regola l‟attività e gli atti dell‟impresa. L‟attuale diritto commerciale non è solo diritto del commercio e dei commercianti per due motivi: 1) poiché riguarda tutte le imprese giuridicamente commerciali (industriali, bancarie, assicurative, di trasporto..) e non solo quelle dedite al commercio; in questo fanno eccezione quelle agricole; 2) poiché nel sistema vigente tutti gli imprenditori (e non solo quelli commerciali) sono sottoposti ad uno speciale statuto professionale. Questo diritto è talmente complesso che persino il legislatore ha difficoltà a individuarne le varie norme: bisogna considerare tutte le cose e persone che gravitano attorno all‟impresa e all‟imprenditore. Ci sono diversi individui portatori di interesse che vanno tutelati secondo questo diritto: l‟imprenditore è portatore di interesse per la sua attività imprenditoriale, i finanziatori necessitano di garanzie per il soddisfacimento di crediti, i consumatori che acquistano prodotti e servizi, i lavoratori dipendenti, i residenti vicini agli stabilimenti produttivi tutelati per l‟inquinamento atmosferico.. Perciò il legislatore deve tener conto di tutti questi interessi, i quali variano a seconda dei settori e del tempo. Le fonti del diritto commerciale non sono solo quelle “legislative” ma ci sono anche quelle “regolamentari” e “norme internazionali” per poter regolamentare i rapporti tra i soggetti di diversa nazionalità. La nascita del Diritto Commerciale risale al Basso medioevo (12° secolo), epoca in cui termina il sistema feudale basato su un‟economia di pura sussistenza: qui il fondo bastava a sfamare una famiglia e gli scambi limitati erano necessari per ottenere ciò che era impossibile reperire dal feudo stesso per le esigenze di sostentamento dei vari abitanti. Con la crescita delle città, nascono i mercati, facendo rifiorire l‟economia di scambio alimentata dalla produzione degli artigiani e dai traffici dei mercanti. Nasce inoltre la figura del mercante: egli si dedicava interamente agli scambi come una vera e propria professione e non per ottenere ciò che gli serviva ma per trarne un profitto. In questo contesto politico e sociale il diritto commerciale era costituito da due tipi di diritti: quello degli affari mercantili e quello comune ( diritto romano + diritto canonico). Quest‟ultimo tutelava la proprietà privata e conservava la ricchezza non incentivando la diffusione e gli scambi. Per risolvere ciò la stessa classe mercantile fondò una regolamentazione, lo “ius mercatorum” (= diritto dei mercanti): è un diritto di classe, ovvero un insieme di regole create e amministrate direttamente dai mercanti contrapposto allo “ius civile”. La soluzione delle controversie fra mercanti è affidata a organi di giustizia (i consoli) formati alle rispettive corporazioni che decidono le varie regole consuetudinarie. Con lo ius mercato rum nascono: - il principio delle libertà delle forme contrattuali , - la tutela del creditore (dove il debitore deve pagare entro la scadenza senza dilazioni sennò i debiti scaduti producono interessi), - nuovi contratti (come il contratto di assicurazione, il contratto di cambio), - nuovi istituti (scritture contabili), - forme associative (come la società in nome collettivo e in accomandita semplice), - il fallimento (modo per definire il dissesto dei mercati). Il diritto commerciale è “un diritto speciale” poiché dotato di proprie fonti e di propri organi di giustizia, e un “diritto di classe” in quanto espressione dello stesso ceto mercantile e della sua autonomia corporativa. Con la nascita degli Stati Nazionali monarchici (16° secolo) termina l‟autonomia normativa delle corporazioni mercantili e il diritto commerciale diventa diritto nazionale e statale: infatti i sovrani dei vari stati iniziano a intervenire negli scambi commerciali per controllare ciò che accadeva nel loro Stato e negli altri. L‟attività economica è concepita come strumento di accrescimento della potenza dello Stato e di espansione coloniale ed è finalizzata al controllo, alla protezione e al potenziamento dei traffici.

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  • 1 http://www.sharenotes.it

    APPUNTI DI DIRITTO COMMERCIALE (integrati col libro campobasso)

    Introduzione: nel nostro diritto privato c un complesso di norme riferite agli imprenditori (che costituiscono il diritto commerciale), soggetti che esercitano professionalmente attivit economica finalizzata alla produzione e allo scambio di beni o servizi. Va ricordato che la nostra costituzione riconosce la propriet privata e la libert di iniziativa economica e il modello di sviluppo economico si basa sulleconomia di mercato avente due caratteristiche:

    Libert dei privati di dedicarsi alla produzione e alla distribuzione necessaria per il soddisfacimento dei bisogni materiali della collettivit;

    Libert di coesistenza tra operatori economici (pubblici o privati) e libert di competizione tra loro Il nostro sistema ad economica libera e il fenomeno imprenditoriale costituisce perci lasse portante dello sviluppo economico e del processo di razionale utilizzazione delle risorse produttive per il miglioramento del benessere materiale della collettivit. Il diritto commerciale quel diritto che fa riferimento alla figura dellimprenditore, ovvero linsieme di regole sullattivit, gli strumenti che utilizza, il contesto in cui opera. Esso, nominato anche diritto privato delle imprese, parte del diritto privato che ha per oggetto e regola lattivit e gli atti dellimpresa. Lattuale diritto commerciale non solo diritto del commercio e dei commercianti per due motivi: 1) poich riguarda tutte le imprese giuridicamente commerciali (industriali, bancarie, assicurative, di trasporto..) e non solo quelle dedite al commercio; in questo fanno eccezione quelle agricole; 2) poich nel sistema vigente tutti gli imprenditori (e non solo quelli commerciali) sono sottoposti ad uno speciale statuto professionale. Questo diritto talmente complesso che persino il legislatore ha difficolt a individuarne le varie norme: bisogna considerare tutte le cose e persone che gravitano attorno allimpresa e allimprenditore. Ci sono diversi individui portatori di interesse che vanno tutelati secondo questo diritto: limprenditore portatore di interesse per la sua attivit imprenditoriale, i finanziatori necessitano di garanzie per il soddisfacimento di crediti, i consumatori che acquistano prodotti e servizi, i lavoratori dipendenti, i residenti vicini agli stabilimenti produttivi tutelati per linquinamento atmosferico.. Perci il legislatore deve tener conto di tutti questi interessi, i quali variano a seconda dei settori e del tempo. Le fonti del diritto commerciale non sono solo quelle legislative ma ci sono anche quelle regolamentari e norme internazionali per poter regolamentare i rapporti tra i soggetti di diversa nazionalit. La nascita del Diritto Commerciale risale al Basso medioevo (12 secolo), epoca in cui termina il sistema feudale basato su uneconomia di pura sussistenza: qui il fondo bastava a sfamare una famiglia e gli scambi limitati erano necessari per ottenere ci che era impossibile reperire dal feudo stesso per le esigenze di sostentamento dei vari abitanti. Con la crescita delle citt, nascono i mercati, facendo rifiorire leconomia di scambio alimentata dalla produzione degli artigiani e dai traffici dei mercanti. Nasce inoltre la figura del mercante: egli si dedicava interamente agli scambi come una vera e propria professione e non per ottenere ci che gli serviva ma per trarne un profitto. In questo contesto politico e sociale il diritto commerciale era costituito da due tipi di diritti: quello degli affari mercantili e quello comune ( diritto romano + diritto canonico). Questultimo tutelava la propriet privata e conservava la ricchezza non incentivando la diffusione e gli scambi. Per risolvere ci la stessa classe mercantile fond una regolamentazione, lo ius mercatorum (= diritto dei mercanti): un diritto di classe, ovvero un insieme di regole create e amministrate direttamente dai mercanti contrapposto allo ius civile. La soluzione delle controversie fra mercanti affidata a organi di giustizia (i consoli) formati alle rispettive corporazioni che decidono le varie regole consuetudinarie. Con lo ius mercato rum nascono: - il principio delle libert delle forme contrattuali, - la tutela del creditore (dove il debitore deve pagare entro la scadenza senza dilazioni senn i debiti scaduti producono interessi), - nuovi contratti (come il contratto di assicurazione, il contratto di cambio), - nuovi istituti (scritture contabili), - forme associative (come la societ in nome collettivo e in accomandita semplice), - il fallimento (modo per definire il dissesto dei mercati). Il diritto commerciale un diritto speciale poich dotato di proprie fonti e di propri organi di giustizia, e un diritto di classe in quanto espressione dello stesso ceto mercantile e della sua autonomia corporativa. Con la nascita degli Stati Nazionali monarchici (16 secolo) termina lautonomia normativa delle corporazioni mercantili e il diritto commerciale diventa diritto nazionale e statale: infatti i sovrani dei vari stati iniziano a intervenire negli scambi commerciali per controllare ci che accadeva nel loro Stato e negli altri. Lattivit economica concepita come strumento di accrescimento della potenza dello Stato e di espansione coloniale ed finalizzata al controllo, alla protezione e al potenziamento dei traffici.

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    Gli interessi dei sovrani e dei mercanti circa il controllo degli scambi commerciali erano simili: i primi volevano espandersi territorialmente e ci ai mercanti andava bene poich potevano ampliare i loro scambi traendone profitto. Proprio come strumento di espansione economica/territoriale nascono le moderne societ di capitale come la Compagnia delle Indie Occidentali, la quale raccoglieva necessariamente capitale da vari soggetti, ognuno dei quali possedeva la limitazione di responsabilit cos se laffare andava male i finanziatori perdevano solo la parte investita e non lintero patrimonio. Successivamente si passa alla Rivoluzione Francese dove nascono i codici napoleonici: sistema di raccolte di nuove norme mercantili concepite in modo separato nei diversi ambitiEssi sono stati adottati anche in altri paesi tra cui lItalia: qui si distinguevano in civile (del 1865), che regolava i rapporti civili, e di commercio/consumo (del 1865 modificato nel 1882), che regolava gli atti di commercio e lattivit dei commercianti. Questultimo abbandona loriginaria impostazione soggettiva e delinea un diritto speciale formalmente riferito non pi ad una determinata categoria di soggetti (i mercanti) bens ad una determinata categoria di atti: gli atti di commercio. I codici napoleonici in Italia durano fino al 1942, anno in cui nasce poi il vero e proprio codice civile, vigente ancora oggi con le varie modifiche pi o meno significative. Il diritto commerciale presentato come il diritto degli atti di commercio e lacquisto della qualit di commerciante conseguenza e riflesso del compimento abituale di atti di commercio. La categoria giuridica dei commercianti non pi costituita solo da coloro che esercitano attivit di interposizione nella circolazione dei beni. I commercianti sono tutti coloro che esercitano atti di commercio per professione abituale e le societ commerciali, gli industriali, i banchieri, le imprese di manifatture, editrici, di spettacoli pubblici Ovvero commerciante chiunque operi abitualmente nel campo della produzione e della distribuzione ad eccezione di agricoltori e artigiani, stato, comuni e provincie. LIMPRENDITORE: un concetto economico necessario a identificare soggetti che svolgono unattivit nel settore economico differenziandoli dagli altri individui nellambito del sistema economico. Essi sono differenti dai capitalisti, soggetti che offrono capitale e risorse attenendosi ad una loro remunerazione (=interesse); dai lavoratori, soggetti che offrono la loro forza lavoro e che ottengono una remunerazione costituita dallo stipendio; dai consumatori, coloro che domandano beni e servizi necessari per soddisfare i loro bisogni. Limprenditore attiva la procedura di produzione sopportando il rischio dimpresa: esso consiste nel fatto in cui i ricavi, derivanti dalla cessione dei beni prodotti, non siano sufficienti alla remunerazione del capitale che limprenditore (o i capitalisti) ha impiegato. Allimprenditore spetta non solo una remunerazione (=profitto, surplus) che residua dopo aver remunerato i fattori produttivi, ma anche la gestione e lorganizzazione dellintera attivit poich lui che rischia ed lui che prende le decisioni strategiche dellimpresa. Perci ricapitolando: Limprenditore economicamente quel soggetto intermedio fra chi dispone dei necessari fattori produttivi e chi domanda prodotti/servizi, che coordina,organizza e dirige il processo produttivo assumendo su di s il rischio relativo (cio che i costi sopportati non siano coperti dai ricavi ottenuti per la mancanza di domanda o per la situazione del mercato). Tuttavia, tutte queste considerazioni non sono abbastanza sufficienti per dare una definizione giuridica di imprenditore. Questo termine comparso dopo varie evoluzioni: inizialmente il soggetto principale del diritto commerciale era il mercante, il quale poi si sostituito con il commerciante (allepoca dei codici di commercio dove la cosa principale era lo scambio) che poi si tramuta in imprenditore durante let industriale. Il rapporto tra imprenditore e commerciante talmente simile da paragonarlo a quello di genere e specie: il commerciante una specie (cio un particolare tipo) di imprenditore e analogamente limprenditore il genere cui appartiene il commerciante. Inizialmente, nella seconda epoca era il contrario: limprenditore era una specie di commerciante poich era questultimo che domandava al produttore di beni (= imprenditore) la quantit di prodotti da mettere poi sul mercato. I requisiti necessari per definire giuridicamente limprenditore si trovano nellarticolo 2082 del codice civile: > La disciplina dettata non per identica per tutti gli imprenditori: essi si classificano in base a tre criteri:

    Loggetto dellimpresa: distingue limprenditore agricolo da quello commerciale; La dimensione dellimpresa: distingue il piccolo imprenditore da quello medio grande;

    La natura del soggetto: distingue limpresa individuale da quella collettiva, e quella pubblica da quella privata.

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    Il codice civile detta un insieme di norme applicabili a tutti gli imprenditori: ovvero lo statuto generale dellimprenditore che comprende parte della disciplina dellazienda, dei segni distintivi, la disciplina della concorrenza e dei consorzi ecc.. Esso si distingue poi da un insieme di norme specifico: lo statuto dellimprenditore commerciale (= statuto proprio dellimprenditore privato commerciale non piccolo) dove rientrano le scritture contabili, la disciplina della rappresentanza commerciale, il fallimento ecc.. Da questultimo statuto sono esonerati tutti gli imprenditori non commerciali, compresi quello agricolo e il piccolo imprenditore. Larticolo 2082 distingue giuridicamente fra chi e chi non imprenditore al fine di stabilire se siano applicabili o meno ad un dato soggetto le norme del codice civile che fanno riferimento allimpresa e allimprenditore. ATTIVITA: limpresa per essere tale deve rispettare il requisito di essere unattivit produttiva, cio finalizzata alla produzione o allo scambio di beni o servizi. Per qualificare unimpresa come attivit produttiva non necessaria la natura dei beni/servizi e il tipo di bisogno che andranno a soddisfare. Per attivit produttiva non si intende solo il godimento puro e semplice di un bene/servizio ma anche la loro produzione: per questo essa si contrappone a quella di mero godimento (che non d luogo alla produzione di nuovi beni e servizi e che quindi non pu essere definita impresa). Esempi di attivit di mero godimento: il proprietario di immobili che attraverso la locazione o laffitto ne gode i frutti. Esempi di attivit produttiva: se il proprietario dellimmobili adibisce esso ad un albergo, pensione o residence, egli non si limita a godere dei frutti ma anche a fornire un servizio. Altro esempio il proprietario di un fondo agricolo destinato alla coltivazione, oppure limpiego delle proprie disponibilit finanziarie nella compravendita di strumenti finanziari (azioni, titoli, obbligazioni..), oppure le societ di investimento o quelle finanziarie. ECONOMICA: unattivit economica se volta tendenzialmente alla copertura dei costi con i ricavi, ovvero le entrate devono remunerare i fattori produttivi utilizzati. Altrimenti si ha consumo e non produzione di ricchezza. Lobbiettivo dellimprenditore quindi quello di realizzare un profitto, e il legislatore, nellarticolo 2082 lo impone come obbiettivo a cui le imprese devono puntare (anche se poi magari per varie difficolt non riescono) e non come obbligo senno non possono essere definite tali. Al legislatore gli basta che lattivit segua il principio delleconomicit e lo fa per comprendere nellinsieme degli imprenditori pi soggetti possibili. In questo insieme sono esclusi (e quindi non sono imprenditori): soggetti che producano beni/servizi erogati gratuitamente o a prezzo politico cio quelli il cui scopo diverso da quello di lucro, volto alla liberalit; non sono imprenditori anche lente pubblico o lassociazione privata che gestiscono gratuitamente o a prezzo simbolico ospedali, scuole, mense e ospizi per i poveri. E imprenditore, invece, chi gestisce i medesimi servizi col metodo economico, ricoprendo i costi con i ricavi, anche se ispirato ad un fine pubblico o ideale e anche se le condizioni di mercato non consentono poi in fatto di remunerare i fattori produttivi (= anche se poi magari limpresa entra in perdita). ORGANIZZATA: lattivit oltre ad essere economica deve essere anche organizzata, deve cio seguire una coordinazione di atti che creano un apparato produttivo stabile complesso formato da persone e beni strumentali (macchinari, locali, materie prime..) E imprenditore quindi chi opera una coordinazione di fattori produttivi che portano alla produzione o scambio di beni o servizi. Ma limprenditore pu essere anche chi opera usando solo il fattore capitale e il proprio lavoro senza dar vita ad alcuna organizzazione (es. gioielleria di uno autonomo) Inoltre non necessario che lattivit organizzativa dellimprenditore debba concretizzarsi con solo apparati strumentali fisicamente percepibili (locali, macchinari..) ma possono essere anche finanziari. Questo requisito dellarticolo 2082 distingue limprenditore vero e proprio dal lavoratore autonomo appartenenti, di solito, al settore dei prestatori autonomi dopera manuale ( elettricisti, idraulici..) o di servizi personalizzati (mediatori, agenti di commercio..): essi NON sono imprenditori poich la semplice organizzazione a fini produttivi del proprio lavoro non pu essere considerata organizzazione imprenditoriale per la mancanza della etero organizzazione dellattivit. Un conto organizzare il proprio lavoro un conto organizzare unattivit dimpresa. PROFESSIONALE: un concetto pi circoscritto inteso come esercizio abituale e non occasionale di una data attivit produttiva. Non perci imprenditore chi compie unisolata operazione di acquisto e successiva rivendita di merci. Lattivit per essere professionale deve essere stabile e continuata/ripetuta nel tempo; ci non significa che lattivit debba essere esclusiva o avere interruzioni:: per le attivit cicliche o stagionali ( stabilimenti balneari, impianti sciistici..) sufficiente il costante ripetersi di atti di impresa secondo le scadenze proprie di

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    quel tipo di attivit. Inoltre lattivit per essere professionale non deve essere per forza unica e principale: possibile il contemporaneo esercizio di pi attivit da parte dellimprenditore. PRODUZIONE/SCAMBIO DI BENI/ SERVIZI: lattivit dimpresa ha il compito di produrre o scambiare beni o servizi. Ci esclude una gran parte di soggetti dallessere imprenditori: per esempio gli speculatori di borsa, soggetti che fanno scommesse sullandamento dei prezzi. Inoltre questo requisito dellarticolo 2082 apre la questione dellimprenditore per conto proprio se pu essere considerato tale. Anche se secondo alcuni la risposta affermativa poich nellarticolo non richiesto che beni e servizi debbano essere destinati al mercato, prevale lopinione contraria: lattivit in proprio non imprenditoriale poich non destinata al mercato bens allimprenditore stesso. In effetti limprenditore ha una funzione intermediaria tra proprietari dei fattori produttivi e consumatori, basta che una parte dei beni sia destinata al mercato che egli un reale imprenditore. Non sono considerate imprese sotto profilo giuridico: la cooperativa, produce solo per i propri soci, le aziende costituite dallo Stato o altri enti pubblici per la produzione di beni/servizi da fornire dietro corrispettivo allente di pertinenza. Tra le varie imprese, invece, possono considerarsi tali: - la coltivazione del fondo; - la costruzione di appartamenti non destinati alla rivendita: costruire unabitazione attivit imprenditoriale poich essa coinvolge terzi che entrano in contatto con lattivit coordinata a quel soggetto che ci andr ad abitare (=imprenditore). N.B. Un requisito non richiesto obbligatoriamente nellarticolo 2082 lo scopo di lucro; essenziale solo che lattivit venga svolta secondo modalit oggettive astrattamente lucrative. La nozione di imprenditore unitaria e comprensiva sia dallimpresa privata che pubblica; ci implica che requisito essenziale pu essere considerato solo ci che comune a tutte le imprese e a tutti gli imprenditori. Limpresa pubblica deve operare secondo i criteri di economicit ma non tenuta alla realizzazione di un profitto. La maggior parte delle societ operano con metodo lucrativo: deve conseguire utili (lucro oggettivo) e lutile deve essere devoluto ai soci (lucro soggettivo). Poi ci sono le societ cooperative con scopi mutualistici, dove tendenzialmente opera per fornire beni o servizi direttamente ai membri dellorganizzazione a condizioni pi vantaggiose di quelle che troverebbero nel mercato; non perci finalizzata al conseguimento dei ricavi sui costi. Particolari sono le imprese sociali, nelle quali lutile non deve essere distribuito tra soci, amministratori, partecipanti ma comunque unattivit organizzata alla produzione e scambio di beni e servizi. I NON REQUISITI DELLARTICOLO 2082: esistono alcuni elementi che non sono citati nellarticolo che definisce limprenditore, ma sono necessari per valutarne la sua qualifica:

    o Liceit dellattivit: esistono attivit definite illecite, contrarie alle norme imperative, allordine pubblico e al buon costume: contrabbando di sigarette,smercio di droga, gestione della prostituzione, ma anche lattivit bancaria esercitata senza lautorizzazione della Banca dItalia illecita. Indubbiamente lillecito va represso e sanzionato anche se per alcune volte unattivit illecita pu dar luogo al compimento di varie attivit valide e lecite: per esempio illecito il contratto con cui il fabbricante di droga acquista la materia prima necessaria ma leciti sono i contratti rispetto a terzi ( trasporto, acquisto di macchinari..). Terzi creditori meritevoli di tutela possono esistere anche quando lattivit di impresa illecita e perci lesposizione al fallimento di chi eserciti attivit commerciale illecita non pi giustificata. Perci lattivit con atti illeciti considerata impresa illegale quando essa viola le norme del buon costume, ordine pubblico e delle norme imperative. Mentre quando illecito loggetto (il contrabbando, la fabbricazione della droga..) allora si parla di impresa immorale. In questi casi si teme perci che tutelando i terzi estranei allillecito si finisca col dover tutelare anche chi n lautore: secondo il principio generale dellordinamento, da un comportamento illecito non possono derivare effetti favorevo9li per lautore dellillecito, perci questultimo considerato imprenditore di unattivit illecita e in quanto imprenditore commerciale pu fallire come tutti gli altri.

    o Professioni intellettuali: in esse la qualifica di imprenditore esclusa in via di principio dal legislatore (es. avvocati, ingegneri, notai..). Si applicano le norme imprenditoriali alle professioni intellettuali solo se lesercizio della professione costituisce elemento di una attivit organizzata in forma di impresa. E il caso per esempio del medico che gestisce una clinica privata o del professore titolare di una scuola privata: qui vi sono le due distinte attivit, intellettuale e di impresa. Lartista o il professionista che svolge la propria attivit da solo non diventer mai imprenditore nemmeno se accorpa diversi collaboratori per simboleggiare unimpresa organizzata (es gruppo di avvocati).

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    Nellattivit intellettuale mancano i due requisiti: carattere economico dellattivit e lorganizzazione di tipo imprenditoriale. Se lintellettuale trasforma la sua attivit gi organizzata e non pi personale, pu diventare imprenditore.

    o Imputazioni dellattivit: larticolo 2082 non richiede che lattivit imprenditoriale sia esercitata in modo diretto: si possono quindi avere dei collaboratori o sostituire il soggetto imprenditore con altri per esercitare delle attivit dellimpresa. In questi casi particolari, il vero imprenditore definito attraverso il principio della spendita del nome: secondo cui il soggetto che spende il proprio nome per conto dellimprenditore faccia si che lattivit imprenditoriale ricada su quel soggetto stesso chi spende il proprio nome nel compiere atti relativi allimpresa imprenditore, chi invece opera in nome suo no (ovvero il rappresentante). Lesercizio dellattivit dimpresa pu avvenire in maniera: diretta, cio con mandato di rappresentanza, dove il mandante incarica un altro soggetto (il mandatario) a realizzare un atto in nome suo; o indiretta, cio senza mandato di rappresentanza, dove il mandatario agisce per conto del mandante ma col proprio nome con la conseguenza che lui (e non il mandante) acquister i diritti e assumer obbligazioni derivanti dal contratto concluso con il terzo. Successivamente il mandatario obbligato a ritrasferire al mandante i diritti acquistati e ha diritto a essere rimborsato dal mandante per quanto ha dovuto pagare al contraente.

    In seguito a questultimo tipo di mandato, possono accadere degli abusi e delle dissociazioni fra il soggetto cui fortemente imputabile la qualit dellimprenditore e il reale interessato. In questo caso il soggetto che compie in proprio nome i singoli atti di impresa limprenditore palese / prestanome, mentre il soggetto che somministra al primo i mezzi finanziari e fa propri i guadagni il dominus / imprenditore indiretto o occulto. Questa tecnica fa si che limprenditore occulto incarichi un altro soggetto a svolgere le prestazioni rimanendo nascosto e tutelando il proprio patrimonio personale. Questo modo di operare crea problemi quando i creditori non vengono pagati poich gli affari stanno andando male; in questo caso i creditori potranno provocare il fallimento del prestanome (poich limprenditore vero e proprio nascosto). Per il problema che se lobbligato nei loro confronti solo il prestanome, il rischio dellimpresa non sar sopportato dallimprenditore occulto ma ricadr sui creditori stessi. Quindi bisogna far fallire non solo limprenditore palese ma anche il dominus, attraverso la teoria dellimprenditore occulto: secondo cui quando lattivit dimpresa esercitata tramite prestanome, i responsabili verso i creditori sono sia limprenditore palese che locculto, ed entrambi risponderanno del fallimento della loro impresa. Questa teoria prosegue affermando che ci fosse applicabile anche per i soci occulti di una societ occulta: ovvero nel caso in cui chi contratta con i terzi si presenta come imprenditore individuale ma in realt ha uno o pi soci occulti. Se fallisce la societ occulta inevitabile che fallisca anche limprenditore occulto. Due tipi di soci negativi sono: socio tiranno: un socio azionista che viola norme riguardo ai rispettivi patrimoni suoi e della societ: egli utilizza il patrimonio della societ per scopi personali e viceversa finanza la societ col suo patrimonio personale. Il socio sovrano quellindividuo azionista che pur rispettando le regole in possesso del maggior pacchetto azionario di controllo. Una tecnica per reprimere gli abusi e di tutela per i creditori quella dell impresa fiancheggiatrice: ipotizzando di aver trovato le prove del rapporto tra imprenditore palese e occulto, quando questultimo insolvente e non finanzia pi il primo per vari motivi (o perch non cha pi soldi o perch ha visto che comunque limpresa sempre in perdita), il socio o i soci che hanno abusato dello schermo societario risponderanno come titolari di unautonoma impresa commerciale individuale o societaria, per le obbligazioni da loro contratte nello svolgimento dellattivit fiancheggiatrice della societ di capitali ed in quanto tali potranno fallire semprech si accerti linsolvenza della loro impresa. Ma nemmeno questa teoria sufficiente poich afferma che risponde chi ha deciso loperazione e non chi presta il nome mentre la legge definisce linscindibilit tra potere decisionale e responsabilit!!

    o E importante individuare lesatto momento quando un soggetto diventa imprenditore, e quindi iniziare ad applicargli le varie norme, e quando cessa di esserlo. Inizio dellimpresa: dipende se la persona fisica o giuridica. Per la persona fisica il momento in cui diventa imprenditore non coincide con la nascita dellindividuo. Un soggetto imprenditore quando effettivamente inizia a esercitare unattivit dimpresa (criterio delleffettivit); non sufficiente quindi lintenzione di dare inizio allattivit. Lattivit dimpresa si forma con la ripetizione nel tempo di atti omogenei e coordinati tra loro (es. agente di commercio..) oppure quando creata una stabile organizzazione aziendale (es. stabilimento industriale..).

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    Praticamente il soggetto imprenditore non necessariamente al compimento del primo ciclo produttivo (es. individuo che vende calzature non inizia a essere imprenditore quando vende il suo primo paio di scarpe.): si pu gi diventare imprenditori durante la fase preliminare di organizzazione e prima del compimento del primo atto di gestione. Inoltre per lattivit dimpresa servono operazioni preparatorie che la organizzano: materie prime, macchinari, dipendenti. Per la persona giuridica, invece, le societ diventano imprese fin dal momento della loro costituzione. Esse si suddividono in: societ di capitale, dal momento in cui sono iscritte nel registro sono imprese, e societ di persone, se non sono iscritte esistono come imprese ma sono irregolari. Fine dellimpresa: definito in base al tipo di persona. La persona fisica segue anche nella cessazione dellattivit il principio di effettivit: nel momento in cui lindividuo si cancella dal registro delle imprese egli non pi imprenditore. Ma in pratica il momento di fine pu essere anche prima, ovvero quando viene disgregato il complesso aziendale (licenziamenti, vendita di impianti..). Per la persona giuridica, essa cessa di esistere quando cancellata dal registro delle imprese. Il momento della cessazione molto importante poich a partire da quel momento inizia a decorrere un anno in cui limpresa pu essere ancora soggetta a fallimento. Inizialmente la societ non era pi impresa quando aveva terminato tutti i rapporti giuridici (cio non aveva pi debiti o crediti). Questo, insieme allastensione del fallimento fino ad un anno dopo la cessazione dellattivit comportavano che, dato che limpresa insolvente (che ha dei debiti e non riesce a saldarli) fallisce, essa era allora assogettabile al fallimento alinfinito, fino a quando non saldava i debiti poich finche non erano conclusi lattivit non si reputava cessata. Con la legge del 2007 il problema si risolto: gli imprenditori individuali e collettivi possono essere dichiarati falliti entro un anno dalla cancellazione dal registro delle imprese, se linsolvenza si manifestata anteriormente alla medesima o entro lanno successivo.

    o Capacit: la capacit allesercizio di attivit di impresa la si acquista assieme alla capacit dagire (18 anni) e la si pu perdere per interdizione o inabilitazione. Lesercizio di determinate professioni (es. avvocati, notai..) non costituiscono limiti della capacit dagire ma sono solamente incompatibili con lesercizio di unimpresa commerciale. E possibile lesercizio di attivit di impresa per conto e nellinteresse di un incapace (cio che non ha capacit giuridica, come il minore o linterdetto) o da parte di soggetti limitatamente capaci di agire (che in parte compiono alcuni atti giuridici, come lemancipato, linabilitato e il beneficiario di amministrazione di sostegno), con losservanza delle disposizioni al riguardo dettate. Il codice civile prevede norme specifiche a riguardo per lattivit commerciale mentre per quella agricola no (essendo regolata dal codice comune). Lamministrazione del patrimonio degli incapaci regolata in modo da garantirne la sua conservazione: il rappresentante del minore o dellinterdetto (ovvero i genitori o il tutore) legittimato a compiere solo atti di ordinaria amministrazione ma la qualifica appartiene al soggetto in nome del quale esercitata (anche se minorenne) e gli atti di straordinaria amministrazione sono compiuti sempre dai tutori o genitori in caso di necessit. Vi il divieto assoluto di iniziare unattivit di impresa commerciale per lincapace (interdetto e/o minore) e linabilitato. Ad eccezione del minore emancipato, il rappresentante del quale pu essere autorizzato dal tribunale alla continuazione dellesercizio di unimpresa preesistente, per esempio nel caso in cui il minore eredita lazienda paterna. Il genitore o il tutore legittimato a compiere tutti gli atti che rientrano nellesercizio dellimpresa sia di ordinaria amministrazione (es. vendere attrezzature e merci, contrarre i mutui..) che si straordinaria amministrazione, per questultimi necessaria un aspecifica autorizzazione. Minore e interdetto non possono iniziare lesercizio di unattivit (salvo minore emancipato che pu continuarla). Linabilitato un soggetto la cui capacit di agire limitata agli atti di ordinaria amministrazione ed essi possono solo continuare personalmente (o con lassistenza di un curatore o nominando un institore/ direttore generale) unattivit dimpresa e non iniziarla. Il minore emancipato pu essere autorizzato ad iniziare una nuova impresa o a continuarla, anche senza lassistenza del curatore e pu compiere da solo atti che eccedono lordinaria amministrazione anche se estranei allesercizio dellimpresa. Il beneficiario dellamministrazione di sostegno, conservando capacit di agire per tutti gli atti non esclusivi, pu liberamente iniziare o continuare unimpresa senza assistenza.

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    LE CATEGORIE DEGLI IMPRENDITORI: i vari tipi di imprenditori si distinguono in base:

    A. Alloggetto dellattivit che realizzano: attivit commerciale o attivit agricola; B. Alla dimensione dellattivit che esercitano: piccolo imprenditore o altri; C. Alla natura del soggetto che esercita lattivit: attivit individuale o collettiva e attivit pubblica o

    privata.

    a) Limprenditore commerciale ha determinati obblighi come liscrizione al registro delle imprese, tenuta di scritture contabili e assoggettamento al fallimento e altre procedure concorsuali. Nella categoria di imprenditore agricolo, invece, si restringe lambito di applicazione delle norme dellimprenditore commerciale: difatti egli esonerato dagli obblighi di questultimo ad esclusione delliscrizione nel registro delle imprese (sempre come funzione di pubblicit legale). Inoltre possibile definire unulteriore terza categoria di imprenditori quelli civili: essi non sono menzionati dal legislatore ma sono individuabili in base al criterio meramente negativo di non poter essere qualificate n agricole n commerciali, e sono sottoposte alla disciplina generale dellimprenditore. Imprenditore agricolo: individuato dallarticolo 2135 del codice civile: E imprenditore agricolo chi esercita unattivit diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, allallevamento del bestiame e attivit connesse. Colui che svolgeva questattivit, allinizio non era considerato un vero e proprio imprenditore, poich fino al 1942 la coltivazione del fondo non era regolata dal codice commerciale (ma da quello civile) perci era visto come uno sfruttamento della terra legata al diritto che il soggetto aveva su di essa (es. affitto, usufrutto, enfiteusi..) Anche se i frutti andavano poi venduti al mercato non era comunque unimpresa. Oggi, invece, limprenditore agricolo esiste ed distinto da quello commerciale: il primo esonerato da norme che riguardano il secondo ed quindi regolato solo dallo Statuto generale dellimprenditore. Le attivit agricole di questo tipo di imprenditore sono distinte in: attivit agricole essenziali e attivit agricole per connessione. Le prime sono costituite da: selvicoltura (= cura e coltivazione del bosco), coltivazione del fondo, allevamento del bestiame. Queste sono attivit tipicamente agricole che hanno subto una profonda evoluzione dal 1942 ad oggi, a causa del progresso tecnologico. Per esempio, per quanto riguarda la coltivazione del fondo, inizialmente lagricolo era un soggetto legato al fattore terra dove sopportava sia il rischio economico che quello ambientale. Con lavanzo della tecnologia lagricoltura divenne industrializzata e meccanizzata con prodotti chimici (concimi..) per poter accrescere la produttivit naturale della terra; cos limprenditore agricolo non era pi legato al fondo ma bens ad un ciclo biologico vegetale e animale. Quindi il concetto terra stato allargato e tramutato on fondo. Anche per quanto riguarda lallevamento c stato un avanzo: si passati dal bestiame ( bovini, suini, caprini..), necessario per la produzione di latte, carne, lana, ad animali, a causa della nascita di nuovi allevamenti ( di altri animali come il baco da seta, cavalli da corsa..). Le attivit agricole per connessione sono attivit dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione dei prodotti ottenuti prevalentemente4 da unattivit agricola essenziale, e lo sono anche le attivit dirette alla fornitura di beni o servizi mediante lutilizzazione di attrezzature o risorse. Perci lattivit agricola per connessione tale se rispetta determinati requisiti: per esempio un individuo coltiva luva, in parte la vende e in parte la trasforma in vino; queste attivit prese singolarmente sono definite commerciali, ma se invece rispettano determinati requisiti oggettivi e soggettivi, sono attivit agricole per connessione e limprenditore non commerciale ma agricolo. Il requisito soggettivo richiesto il seguente: il soggetto imprenditore agricolo che esercita le varie attivit deve essere lo stesso (es. chi trasforma luva in vino deve essere lo stesso soggetto che la coltiva). Perci il viticoltore che produce solo vino imprenditore agricolo mentre quello che vende anche formaggi imprenditore commerciale. Il requisito oggettivo richiesto, invece, quello9 di usare prevalentemente oggetti prodotti dallesercizio di attivit agricola essenziale. Imprenditore commerciale: definito nellarticolo 2195: E imprenditore commerciale chi esercita una o pi delle seguenti categorie di attivit:

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    Attivit industriale diretta alla produzione di beni e servizi: settore in cui vengono trasformate le materie prime in prodotti; il caso delle imprese industriali (automobilistiche, chimiche, edili, tessili)

    Attivit intermediaria nella circolazione dei beni: il commerciante acquista beni e li rivende ad altri intermediari (commercio allingrosso) o ai consumatori (commercio al minuto), creando una serie di operazioni di scambio.

    Attivit di trasporto per terra, acqua o aria: lattivit di trasporto considerata unattivit produttiva di servizi;

    Attivit bancaria e assicurativa: sono attivit di intermediazione nella circolazione del denaro (creano finanziamenti..)

    Altre attivit ausiliarie delle precedenti: sono imprese produttrici di servizi (es. imprese di agenzia, mediazione, deposito, commissione, marketing, pubblicit..)

    Nel codice civile non rientra pi la terza categoria, ovvero quella delle imprese civili (attivit che costituivano limpiego di materie prime e la loro trasformazione in nuovi beni ad opera delluomo), come le imprese di caccia, pesca, imprese minerarie, agenzie matrimoniali, investigative Ma il codice definisce che chi non imprenditore agricolo allora commerciale e viceversa, perci per limprenditore civile non vi spazio.

    b) Il secondo criterio di differenziazione della disciplina degli imprenditori la dimensione dove si distingue la categoria del piccolo imprenditore da quella dell imprenditore medio grande. Il piccolo imprenditore sottoposto allo statuto generale dellimprenditore, esonerato dalla tenuta delle scritture contabili, dallassoggettamento al fallimento e altre procedure concorsuali, ma obbligatoria liscrizione nel registro delle imprese (sempre per pubblicit legale). Egli, nel codice civile (come limprenditore agricolo), ha nozione negativa: serve per restringere ulteriormente lambito di applicazione dello statuto dellimprenditore commerciale. Larticolo 2083 definisce piccoli imprenditori i coltivatori diretti di fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano unattivit professionale col lavoro proprio e dei componenti della famiglia. Per avere una piccola impresa necessario che: - limprenditore presti il proprio lavoro nellimpresa; - il suo lavoro e quello eventuale dei familiari che collaborano nellimpresa prevalgano rispetto al lavoro altrui sia rispetto al capitale investito nellimpresa. Non mai piccolo imprenditore chi investe ingenti capitali nellimpresa (es. gioielliere). Anche la legge fallimentare definiva il piccolo imprenditore: inizialmente era sono piccoli imprenditori quelli aventi unattivit commerciale e che sono riconosciuti titolari di un reddito inferiore al minimo imponibile per limposta di ricchezza mobile e che non hanno investito un capitale superiore a lire novecentomila; non sono piccoli imprenditori le societ commerciali. Per questi parametri monetari (reddito di ricchezza mobile e capitale investito) entrano in contrasto con quello fissato dal codice civile ( prevalenza funzionale del lavoro familiare) necessit di trovare un coordinamento!! Ci fu risolto con labolizione della ricchezza mobile mentre il capitale non superiore a 900 mila lire non era stato pi aggiornato quindi fu eliminato. Finalmente nel 2007 stata definita una nuova disposizione fallimentare che non definisce pi chi piccolo imprenditore ma individua alcuni parametri e requisiti dimensionali dellimpresa, al di sotto dei quali limprenditore commerciale non fallisce. Limpresa familiare consiste nello sfruttamento dei familiari da parte del capo-famiglia: essi non sono considerati n lavoratori n dipendenti e perci non godono di determinati diritti e doveri. Il legislatore avrebbe potuto imporre un formale contratto di lavoro o obbligare una forma societaria, ma egli ha voluto valorizzare il rapporto familiare nellimpresa: limpresa familiare limpresa nella quale collaborano il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado dellimprenditore. E frequente che essa si una piccola impresa ma comunque non vanno confusi i due distinti concetti. Comunque i membri della famiglia godono di diritti patrimoniali e amministrativi. I primi sono:

    Diritto al mantenimento secondo le condizioni patrimoniali della famiglia; Diritto di partecipazione agli utili in proporzione al lavoro qualitativo e quantitativo prestato; Diritto sui beni acquistati con gli utili: se lutile usato per comprare beni, essi hanno il diritto

    su quei beni comprati; Diritto di prelazione (cessione) sullazienda in caso di divisione ereditaria o di trasferimento

    dellazienda stessa.

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    I diritti amministrativi invece sono quelli inerenti alla gestione straordinaria, di cui vi posso partecipare e prendere decisioni i vari membri della famiglia che appartengono allimpresa. Invece gli atti di gestione ordinaria rientrano nelle competenze solo dellimprenditore, il quale ne risponde in caso di insolvenza, fallimento e varie obbligazioni.

    c) Il terzo criterio di distinzione quello in base alla natura dellattivit: pu essere individuale (il titolare

    un solo soggetto) collettiva ( come le societ, necessarie per lesercizio collettivo di attivit di impresa). Ma la natura distingue anche limpresa privata, dove i soggetti sono dei privati, o pubblica ( dove il soggetto imprenditore pubblico, ve ne sono diversi tra cui imprese organo (stato, regioni, provincie), enti pubblici economici (enel, ferrovie dello stato..), societ a partecipazione pubblica, caso in cui lo Stato o altri svolgono attivit dimpresa servendosi di strutture di diritto privato, sono in pratica societ privati i cui soci sono enti pubblici.)

    LO STATUTO DELLIMPRENDITORE COMMERCIALE: limprenditore commerciale sottoposto a una serie di discipline, in parte comuni con gli altri imprenditori (statuto generale dellimprenditore), in parte propria e specifica, ovvero: Lo statuto speciale dellimprenditore commerciale. Le norme di questultimo appartengono a quattro ambiti particolari:

    Pubblicit legale: gli imprenditori hanno la necessit di poter disporre di informazioni veritiere e non contestabili su fatti e situazioni delle imprese con cui entrano in contatto. Il legislatore ha cos introdotto la pubblicit legale: cio previsto lobbligo di rendere pubblici atti e fatti della vita dellimpresa. Queste informazioni sulle varie imprese sono accessibili anche a terzi e producono leffetto dellopponibilit a chiunque degli atti o fatti cos resi conoscibili. Lo strumento di pubblicit legale delle imprese commerciali il registro delle imprese; nasce nel 1942 ma rimane inattivo fino al 1995 poich le informazioni erano situate nelle cancellerie dei tribunali. Oggi esso non pi solo strumento di pubblicit legale delle imprese commerciali, ma anche strumento di informazione sui dati organizzativi delle altre imprese; la tenuta del registro affidata alle camere di commercio ed pubblico, chiunque pu consultarne i dati. Coloro che si iscrivono nel registro delle imprese, vengono suddivisi in due sezioni in base alla categoria di imprenditore: sezione ordinaria comprende imprenditori individuali commerciali non piccoli, tutte le societ (ad esclusione della societ semplice), i consorzi tra imprenditori con attivit esterna, enti pubblici economici, societ estere con sede dellamministrazione (oggetto principale della societ) in Italia, gruppi europei di interesse economico con sede in Italia. Le sezioni speciali comprendono invece piccoli imprenditori, artigiani, societ semplici, imprenditori agricoli, societ tra professionisti. Nel registro delle imprese gli atti e fatti dellimpresa riguardano gli elementi di individuazione dellimprenditore (dati anagrafici suoi, ditta, oggetto, sede principale..) e la struttura e organizzazione della societ (atto costitutivo, nomina e revoca degli amministratori..). Liscrizione eseguita su domanda dellinteressato o dufficio se obbligatoria; anche la cancellazione dufficio se non vi provvede limprenditore. Inoltre prima di procedere alliscrizione, lufficio del registro deve controllare che il fatto o latto soggetto a iscrizione e che sia regolare. Gli effetti delliscrizione si ripercuotono in maniera differente nella sezione ordinaria e in quella speciale. Nella prima essa ha sempre funzione di pubblicit legale, serve cio non solo a rendere conoscibili dati pubblicati ma ha anche:

    o Efficacia dichiarativa: essa si suddivide a sua volta in positiva, tutto ci che scritto opponibile a terzi, cio questi ne devono essere a conoscenza poich scritto; e negativa, tutto ci che non scritto non opponibile a terzi e non si pu pretendere che essi ne siano a conoscenza;

    o Efficacia normativa: liscrizione il presupposto (= la condizione) per applicare una certa normativa. E il caso per esempio delle societ in nome collettivo e quelle in accomandita semplice: esse, anche se non registrate, esistono comunque ma sono definite irregolari e gli saranno applicate le norme delle societ semplice e non le loro (non essendo iscritte).

    o Efficacia costitutiva: si suddivide ulteriormente in totale, perch latto sia produttivo di effetti deve essere evidente fra le parti e anche ai terzi, e in parziale, quando liscrizione consente di considerare la sua esistenza solo nei confronti dei terzi.

    Scritture contabili: sono i documenti che contengono la rappresentazione, in termini quantitativi e/o monetari, dei singoli atti di impresa, della situazione del patrimonio dellimprenditore e del risultato

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    economico dellattivit svolta. Le scritture contabili valutano landamento dellattivit di unimpresa e contribuisce a rendere efficiente la sua organizzazione e gestione: lobbligo di tenuta delle scritture per tutti gli imprenditori iscritti nella sezione ordinaria del registro e vale anche per le imprese sociali e le societ commerciali (ad eccezione di quella semplice) anche se non esercitano attivit commerciale. Le scritture necessarie per unordinata contabilit variano a seconda del tipo di attivit, delle dimensioni e dellarticolazione territoriale dellimpresa. In generale limprenditore deve tenere tutte le scritture contabili che siano richieste dalla natura e dalle dimensione dellimpresa. I libri contabili da tenere sono: il libro giornale, registro cronologico-analistico dove devono essere indicate quotidianamente le operazioni relative allesercizio dellimpresa; il libro degli inventari, registro periodico-sistematico che deve essere redatto allinizio dellesercizio dellimpresa e successivamente ogni anno. Questultimo ha la funzione di fornire il quadro della situazione patrimoniale dellimprenditore, e quindi contiene lindicazione e la valutazione delle attivit e passivit dellimprenditore chiudendosi poi con stato patrimoniale e conto economico. Altre scritture sono: libro mastro, dove le singole operazioni sono registrate non cronologicamente ma sistematicamente (es. per tipo di cliente, operazione..); libro di cassa, che contiene entrate e uscite di denaro, libro magazzino, che registra entrate e uscite delle merci. Oggi la tenuta delle scritture contabili avviene con sistemi pi efficienti e informatici. N.B. Le informazioni dellimpresa situate nelle scritture contabili non sono accessibili a terzi ma ci sono ovviamente delle eccezioni:

    Il bilancio delle societ di capitali e cooperative pu essere reso pubblico mediante registro;

    Nelle imprese soggette a controllo pubblico (spa, societ quotate in borsa, imprese bancarie..) il diritto al segreto non sussiste a fronte delle esigenze conoscitive della pubblica amministrazione.

    Secondo lefficacia probatoria, i terzi possono usare le scritture contabili come mezzo di prova a sfavore dellimprenditore. Viceversa se le scritture contabili mancano o sono tenute scorrettamente, limprenditore non pu usarle a proprio favore come mezzo processuale di prova contro terzi. Le condizioni previste affinch limprenditore possa usarle contro altri sono pi rigorose: le scritture devono essere regolarmente tenute, e la controparte deve essere un imprenditore relativo a rapporti inerenti con limpresa.

    Procedura concorsuale: serve per risollevare limpresa dalla crisi e per realizzare parit di trattamento tra imprese: la pi frequente il fallimento, poi c lamministrazione straordinaria dellimpresa in crisi, il concordato preventivo, la liquidazione coatta amministrativa. Il piccolo imprenditore esonerato da queste procedure concorsuali.

    Rappresentanza commerciale: nello svolgimento della propria attivit limprenditore pu valersi della collaborazione di altri soggetti, interni o esterni allorganizzazione aziendale (questultimi possono agire con terzi sempre in nome e per conto dellimprenditore): agire in rappresentanza dellimprenditore. Le figure tipiche di ausiliari interni sono: gli institori, i procuratori e i commessi. Il conferimento di un altro soggetto dellincarico di compiere uno o pi atti giuridici relativi alla propria sfera patrimoniale non abilit di per s lincarico di agire in nome dellinteressato, con conseguente imputazione diretta degli effetti degli atti posti in essere; per questo necessaria una dichiarazione di volont, ovvero la procura. Il terzo che contratta con chi dichiara di agire in veste di rappresentanza deve accertare la validit di questo mandato/procura nel diritto privato: ma se ci avvenisse anche in diritto commerciale si creerebbe un rallentamento delle operazioni poich ci sono troppi terzi (fornitori, distributori..). In presenza di ci vi quindi la rappresentanza commerciale appartenente al diritto dellimprenditore, esso evita ai terzi di dover controllare ogni volta se valido il mandato ecc.. I tipi di rappresentanti, in ordine gerarchico, sono: o Institore: colui che preposto dallimprenditore allesercizio dellimpresa o di una sede

    secondaria; in pratica lalterego dellimprenditore. Essere institore significa avere la rappresentanza dellimprenditore nello svolgimento delle attivit dimpresa: egli sottoposto solo ed esclusivamente allimprenditore. Inoltre, essendo al vertice della gerarchia del personale, linstitore ha la qualifica di dirigente: nel vertice assoluto se egli preposto allintera impresa dipender solo dallimprenditore, nel vertice relativo se preposto ad una filiale dipender da un institore di grado pi alto. Linstitore tenuto congiuntamente allimprenditore, alladempimento degli obblighi di iscrizione nel registro delle imprese e di tenuta delle scritture contabili dellimpresa o della sede cui preposto. Poi in caso di fallimento dellimprenditore le sanzioni penali saranno a carico anche allinstitore. I poteri dellinstitore sono: rappresentanza sostanziale, con cui egli, anche in assenza del mandato, pu compiere tutti gli atti pertinenti allesercizio dellimpresa in nome

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    dellimprenditore (potere decisionale). Ovviamente le limitazioni sono che linstitore non possa compiere atti che superino lesercizio dellimpresa come la vendita o laffitto dellazienda, il cambiamento delloggetto dellattivit, alienare o ipotecare immobili. Altro potere la rappresentanza processuale, in cui linstitore pu agire in giudizio al posto dellimprenditore ed essa si suddivide in: rappresentanza giudiziale attiva, se il rappresentante che agisce in giudizio colui che ha sollevato la causa, o passiva, se invece subisce la causa. I limiti che ha linstitore sono posti alcuni dalla legge, altri dallimprenditore, il quale li deve trascrivere sul registro delle imprese per renderli efficaci (dato che da questa iscrizione discende la responsabilit dellimprenditore per le operazioni che linstitore realizza se eccede i suoi poteri) sono: - i limiti previsti dalla legge sono che egli non pu vendere in blocco lazienda o ipotecare o vendere immobili salvo che limprenditore non lo autorizzi; - i limiti previsti dallimprenditore riguardano tutte quelle operazioni a sua discrezione e che dipendono dalle capacit del rappresentante. Linstitore pu: non spendere, cio pu dimenticarsi di firmare in nome dellimprenditore e firma col proprio nome; ci fa si ch gli effetti di quellatto ricadano comunque solo sullimprenditore se esso rientra nellattivit dimpresa, nel caso in cui latto appartiene ad unattivit esterna allimpresa allora ne risponde il rappresentante. Quando linstitore spende in nome del proprio imprenditore, deve agire entro i limiti posti sia dalla legge che dallimprenditore stesso cos se qualcosa andasse male ne risponder questultimo; se per linstitore rappresentante supera e va oltre i limiti consentiti bisogna verificare se le varie limitazioni sono state scritte nel registro delle imprese (in questo caso ne risponde linstitore) oppure no ( ne risponder limprenditore). Gli obblighi comuni allinstitore e allimprenditore sono quelli di tenere le scritture contabili e di adempiere alliscrizione nel registro delle imprese.

    o Procuratore: colui che preposto allattivit dimpresa dallimprenditore ma in maniera ristretta, a uno specifico settore. I procuratori sono degli ausiliari subordinati di grado inferiore rispetto allinstitore poich non sono posti a capo dellimpresa o di una sede secondaria, e, anche se hanno funzioni direttive, il loro potere decisionale circoscritto ad un determinato settore operativo dellimpresa. Inoltre il procuratore non ha responsabilit giuridica, cio non rappresenta in giudizio limprenditore e non ha nemmeno obblighi di scritture contabili e di iscrizione al registro delle imprese; per quanto riguarda la spendita del nome se egli si dimentica di agire per conto dellimprenditore questultimo ne risponder. Un esempio di procuratori sono il direttore del settore acquisti, il dirigente personale, il direttore del settore pubblicit. In mancanza di specifiche limitazioni, i procuratori hanno quindi un potere di rappresentanza generale dellimprenditore rispetto alla specie di operazioni per cui essi sono stati investiti a fare: il dirigente del settore acquisti, ad esempio, potr compiere in nome dellimprenditore tutti gli atti che tipicamente rientrano in tale funzione, ma non avranno potere decisionale per il settore pubblicit o del personale.

    o Commesso: un ausiliario subordinato al quale sono affidate mansioni esecutive e materiali che li pongono in contatto con i terzi: commesso di negozio, commesso viaggiatore, cameriere del bar o ristorante, impiegato in banca allo sportello. Ai commessi riconosciuto il potere di rappresentanza dellimprenditore anche in mancanza di uno specifico atto; essi possono compiere atti che ordinariamente comportano la specie di operazioni di cui sono incaricati. Essi non possono: -derogare alle condizioni generali di un contratto predisposte dallimprenditore, -esigere il prezzo delle merci che consegnano n concedere dilazioni o sconti che non siano duso, - se preposti alla vendita, esigere il prezzo delle merci al di fuori dei locali stessi n allinterno dellimpresa se alla riscossione destinata apposita cassa. Essi possono: ricevere dallimprenditore reclami relativi alle inadempienze contrattuali o direttive che riguardano lesecuzione dei contratti. Non inoltre richiesta alcuna forma di pubblicit legale per laffidamento del loro incarico: la loro qualifica fatta con mezzi idonei (es. targhette).

    LAZIENDA: un complesso di beni organizzati dallimprenditore per poter svolgere lattivit dimpresa (articolo 2555). Esso un concetto diverso da quello di impresa (attivit economica esercitata dallimprenditore al fine della produzione o scambio di beni o servizi): lazienda lapparato strumentale

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    (locali, macchinari, attrezzature, materie prime) di cui limprenditore si avvale per lo svolgimento della propria attivit. Lazienda infatti un insieme di beni eterogenei (mobili e immobili, materiali e immateriali, fungibili e non) che nel corso dellattivit subiscono modificazioni qualitative e quantitative. In merito al concetto di azienda vi sono due visioni di essa che nella pratica non coincidono e di cui una prevale sullaltra: teoria unitaria, secondo cui lazienda un bene unico e distinto dai ben che la compongono, inoltre immateriale e qualificata come una universalit di beni; teoria atomistica (quella oggi prevalente), dove lazienda concepita come una semplice pluralit di beni tra loro collegati che la compongono, e sui quali limprenditore pu vantare diritti diversi (propriet) Il rapporto fra i singoli elementi costitutivi dellazienda fa si che il complesso unitario acquisti di regola un valore di scambio maggiore della somma dei valori dei singoli beni che lo costituiscono. Il valore dellazienda perci dato dalla sommatoria dei beni che la compongono pi un valore aggiuntivo detto avviamento. Questultimo ha lattitudine di consentire la realizzazione di un profitto (ricavi eccedenti i costi) e dipende da: fattori oggettivi ( fattori ottenuti combinando due beni, che permangono anche se muta il titolare dellazienda come la qualit..) e fattori soggettivi (abilit operativa dellimprenditore di coordinare le varie attivit, conservare la clientela..). Gli elementi costitutivi dellazienda sono tutti quei beni di qualsiasi natura (immobili e mobili, materiali e immateriali, fungibili e non) organizzati dallimprenditore per lesercizio dellimpresa ovvero sono quelli necessari a svolgere lattivit dimpresa. Per qualificare un dato bene aziendale rilevante lo scopo funzionale che gli ha impresso limprenditore, ed irrilevante invece il titolo giuridico (reale o obbligatorio) che legittima egli a utilizzarlo nel processo produttivo: quindi pu anche non esserne proprietario, basta che quel bene sia usato per lo scopo funzionale dellattivit che pu essere definito come bene aziendale. Perci i beni di propriet dellimprenditore non destinati allo svolgimento dellattivit dimpresa (es. casa e auto dellimprenditore) non possono essere considerati beni aziendali; mentre i beni di propriet di terzi ma di cui limprenditore pu disporre tramite per esempio laffitto s (es. il macchinario in leasing o laffitto di locali). Farebbero comunque parte dellazienda anche i crediti verso la clientela o i debiti verso i fornitori e lo stesso avviamento (che una semplice qualit dellazienda positiva o negativa): questa concezione per sbagliata Lazienda perci un complesso di soli beni (cose che possono formare oggetto di diritti) e non concepibile come complesso di beni e rapporti giuridici. Trasferimento dazienda o di alcuni beni: lazienda pu essere venduta, conferita in societ, donata e su di essa possono essere costituiti diritti reali (usufrutto) o personali (affitto) di godimento a favore di terzi. Limprenditore pu trasferire lintera azienda o singoli beni aziendali: in questultimo caso per bisogna distinguere il caso in cui i beni da trasferire siano necessari e idonei a realizzare unattivit dimpresa (allora come se si trasferisse lintera azienda) oppure siano slegati da essa (per questo si usano regole del diritto privato). Nel trasferimento dellazienda non sono richieste forme particolari per la validit del contratto mentre se il contratto riguarda singoli beni, come per esempio il trasferimento di immobili, allora necessaria la forma scritta. Ci sono anche norme da rispettare per il particolare tipo di negozio traslativo posto in essere: ad esempio il conferimento di azienda in una societ di capitali deve avvenire per atto pubblico. Effetti dellalienazione dellazienda: riguardano il divieto di concorrenza dellalienante, i contratti, i crediti e debiti aziendali.

    Sullalienante: chi aliena lazienda deve astenersi, per un periodo massimo di 5 anni, dalliniziare una nuova impresa che possa sviare la clientela dellazienda ceduta. Questo divieto di concorrenza vale per la vendita volontaria e per quella coattiva (vendita in blocco dellimpresa da parte degli organi fallimentari) pone due esigenze: linteresse dellalienante a non vedere troppo limitata la sua libert di iniziativa economica (ecco perch il limite non pu essere aumentato) e linteresse dellacquirente di non subire uno sviamento della clientela involontario. E vietato prolungare oltre i 5 anni la durata del divieto ma la si pu ridurre in accordo con lacquirente

    Sui debiti dellazienda: a tutela della posizione dei terzi i debiti vengono trasferiti automaticamente se risultano dalle scritture contabili ma lalienante non liberato salvo che il creditore non abbia acconsentito espressamente alla sua liberazione. In caso in cui u creditori non abbiano acconsentito a liberare lalienante egli risponder allacquirente inadempiente.

    Sui crediti dellazienda: nel diritto privato la cessione dei crediti era notificata al debitore ceduto. Nel diritto commerciale la notifica stata sostituita con liscrizione nel registro delle imprese: se il debitore ceduto paga al vecchio titolare, questo dovr pagare lindebito al nuovo titolare.

    Sui contratti in corso di esecuzione : in caso di contratti a prestazioni corrispettive in cui entrambe le parti non hanno terminato lesecuzione (altrimenti sarebbe un credito/debito) stipulati dallalienante

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    per assicurarsi i fattori produttivi necessari allorganizzazione dellimpresa, allo svolgimento dei cicli produttivi, per dar sbocco ai suoi prodotti (esempio: contratto di lavoro, di fornitura, di trasporto, di somministrazione dei prodotti dellimpresa ai clienti). I manuali in questo caso distinguono spesso tra Contratti di impresa: tutti gli atti necessari allattivit di impresa Contratti aziendali: per poter disporre dei beni dellazienda La distinzione irrilevante ai fini della disciplina perch uguale per le due categorie perch entrambi i contratti sono funzionali allattivit di impresa e quindi vengono trasferiti automaticamente allacquirente dellazienda, salvo il caso di contratti personali ovvero in cui lidentit di una delle parti stata determinante nella conclusione del contratto perch la prestazione legata allabilit / capacit dellesecutore. Queste regole sono derogabili dalle parti: alienante e acquirente possono stabilire quali contratti trasferire e quali no, la vont delle parti sovrana, la disciplina standard si applica se non si disposto nulla. Nel trasferimento dazienda, a differenza del diritto privato, non viene quindi richiesto il consenso della controparte ceduta, ma ella pu recedere dal contratto entro 3 mesi dalla cessione per giusta causa. Regole specifiche sono previste per i contratti particolari come il contratto di lavoro. Per i contratti personali come gi detto non vengono trasferiti automaticamente e, in caso le parti optino per trasferire il contratto serve il consenso del contraente ceduto, si torna alla disciplina di diritto comune riguardante la cessione del contratto.

    Usufrutto e affitto dellazienda: lazienda pu essere costituita in usufrutto o concessa in affitto. Usufrutto: esso utile sia per consentire allusufruttuario la libert operativa necessaria per gestire proficuamente limpresa, sia per tutelare linteresse del concedente affinch non sia danneggiata lefficienza del complesso aziendale. Lusufruttuario deve: -esercitare lazienda sotto la ditta che la contraddistingue, -condurre lazienda senza modificarne destinazione e modo di conservarne lefficienza dellorganizzazione e degli impianti, -pu godere dei beni aziendali e ha il potere di disporne nei limi segnati dalle esigenze della gestione, -pu acquistare e immettere nellazienda nuovi beni (che diventano propriet del nudo proprietario e sui quali lusufruttuario avr diritto di godimento e potere di disposizione.). La violazione di tali obblighi o la cessazione dalla gestione dellazienda determinano la fine dellusufrutto per abuso dellusufruttuario. Al termine dellusufrutto lazienda risulter composta da beni diversi da quelli originari: con linventario si possono stabilire le differenze allinizio e fine dellusufrutto. Affitto: un contratto diverso dalla locazione di un immobile destinato allesercizio di attivit dimpresa poich il contratto ha per oggetto il locale e non i beni organizzati. Usufrutto e affitto sono regolati da norme come il divieto di concorrenza e la successione nei contratti aziendali. Il nudo proprietario e il locatore sono perci tenuti a non iniziare una nuova impresa idonea a sviare la clientela per la durata dellusufrutto e dellaffitto e possono subentrare automaticamente nei contratti aziendali per la durata dellusufrutto o dellaffitto. LA SOCIETA: unorganizzazione di persone e mezzi create dallautonomia privata per lesercizio in comune di unattivit produttiva. Sono in pratica strutture organizzative tipiche previste dallordinamento per lesercizio in forma associata dellattivit dimpresa (impresa collettiva). Le societ sono la categoria di imprese collettive pi numerosa e importante e sono lassetto organizzativo delle imprese medie e di grandi dimensioni; anche leconomia pubblica usa la forma societaria. Ci sono otto tipi di societ diverse tra loro: societ semplice, societ in nome collettivo, societ in accomandita semplice (che sono societ di persone), societ per azioni, societ in accomandita per azioni societ a responsabilit limitata (che sono societ di capitali), societ europea, societ cooperativa europea. Questi tipi di societ sono accomunati dalla stessa nozione legislativa di contratto di societ: col contratto di societ due o pi persone conferiscono beni o servizi per lesercizio in comune di unattivit economica allo scopo di dividerne gli utili. Le societ costituiscono contratti associativi (insieme di contratti cui fa parte quello di societ) o con comunione di scopo, che si differenziano da quelli di scambio, poich nei primi il soddisfacimento dellinteresse unico, mentre nei secondi lavvenimento che soddisfa linteresse di una delle parti diverso dallaltro (es. compravendita venditore e acquirente hanno interessi diversi). Caratteri strutturali dei contratti associativi e del contratto di societ:

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    - Nei contratti associativi le prestazioni di ciascuna parte possono anche essere di diversa natura e ammontare, e sono comunque finalizzate ad uno scopo comune e tutte trovano il loro corrispettivo nella partecipazione ai risultati dellattivit comune o nellacquisto della partecipazione sociale. - Il contratto associativo plurilaterale e aperto, pu essere stipulato da pi parti e da un numero illimitato di parti. - Il contratto associativo e il contratto di societ in particolare, contratto di organizzazione di una futura attivit. Il contratto di societ non esaurisce la sua funzione con lesecuzione delle prestazioni poich fissa le basi organizzative della futura attivit comune, nascono perci da esso situazioni strumentali e non finali. Patrimonio sociale: insieme di rapporti giuridici attivi e passivi che fanno capo alla societ. E costituito dai conferimenti eseguiti o promessi dai soci, che subiscono continue variazioni qualitative e quantitative in relazione alle vicende economiche della societ. La consistenza del patrimonio sociale accertata periodicamente dal bilancio di esercizio e la differenza tra attivit e passivit detta patrimonio netto. Il patrimonio sociale costituisce la garanzia generica principale od esclusiva dei creditori della societ. Capitale sociale: cifra che esprime il valore in denaro dei conferimenti quale risulta dalla valutazione compita nellatto costitutivo della societ. Perci il capitale sociale nominale rimane immutato nel corso della vita della societ finquando non se ne decide laumento o la diminuzione; quindi un valore storico. Le societ sono enti associativi costituiti da tre elementi: conferimenti dei soci, esercizio comune di unattivit economica (scopo-mezzo), scopo di divisione degli utili (scopo-fine). I conferimenti sono le prestazioni cui le parti del contratto di societ si obbligano: sono i contributi che i soci usano per la formazione del patrimonio iniziale della societ. La loro funzione quella di dotare la societ del capitale di rischio per lo svolgimento dellattivit: ogni socio in pratica col conferimento destina parte della propria ricchezza alla societ correndo il rischio di non ricevere alcuna remunerazione se la societ non consegue utili, o di perdere tutto (o in parte) il valore del conferimento se la societ entra in perdita. Loggetto dei conferimenti ogni entit suscettibile di valutazione economica: ovvero beni e servizi (per esempio denaro, beni di natura mobili o immobili, materiali o immateriali). Lo scopo mezzo ovvero lesercizio in comune di unattivit economica loggetto sociale della societ che si propongono di svolgere i soci. Esso modificabile nel corso della vita della stessa solo con losservanza delle norme che regolano le modificazioni dellatto costitutivo. In tutte le societ loggetto sociale deve consistere nello svolgimento di unattivit economica e produttiva (finalizzata cio alla produzione di beni e servizi) esercitata in comune con altri. Inoltre il risultato dellattivit di una societ deve essere comune cio imputabile al gruppo in quanto tale in modo che tutti siano partecipi al risultato positivo o negativo della medesima attivit: se due persone acquistano un camion in comune per trasportare i prodotti delle loro attivit, questo non una societ. N.B. Lattivit delle societ presenta di regola tutti i caratteri propri dellattivit dimpresa. Ma le societ senza impresa sono ammissibili? Ci sono due tipi di societ senza impresa: - Le societ occasionali esercitano unattivit economica occasionale (non professionale): lattivit quindi non oggettivamente duratura e si esaurisce al compimento di pochi atti. Quindi possono essere nominate societ ma non sono imprese perch appunto manca il requisito di professionalit. - Le societ tra professionisti svolgono unattivit economica ma non legislativamente considerata attivit di impresa: il caso degli avvocati, medici.. Sono comunque ammesse come societ le societ di mezzi, costituita da professionisti per lacquisto e la gestione in comune di beni strumentali allesercizio individuale delle rispettive professioni: per esempio due medici aprono una societ per dividersi le spese di studio. Lo scopo-fine delle societ coincide con lo scopo di conseguire degli utili (lucro oggettivo) destinati ad essere suddivisi fra i soci cui spetta (lucro soggettivo). Oltre allo scopo di lucro esistono altri tipi di scopi: - Scopo mutualistico: perseguito dalle societ cooperative, il suo obbiettivo quello di fornire direttamente ai soci beni o servizi a condizioni pi vantaggiose rispetto a quelle del mercato. - Scopo consortile: perseguito da tutti i tipi di societ (esclusa quella semplice), il suo obbiettivo quello di operare economicamente organizzando le fasi dellimpresa: ottenere maggior guadagni a minor costi. Le societ consortili non devono per forza perseguire a uno scopo di lucro in senso proprio.

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    - Senza scopo: ci sono societ senza alcuno scopo di lucro come le imprese sociali che svolgono attivit volte a produrre beni e servizi di utilit sociale: gli utili ottenuti qui non vanno ai soci ma andranno reinvestiti nel patrimonio della societ. Societ VS Associazioni: lelemento di distinzione tra le due lo scopo dellattivit e la destinazione di eventuali utili conseguiti: nelle societ, come detto, lo scopo lucrativo o economico e gli eventuali utili saranno suddivisi tra i soci; nelle associazioni invece lo scopo ideale e altruistico e gli utili conseguiti sono dati in beneficenza (es. i gruppi associativi, anche se producono beni o servizi, li erogano gratuitamente o a prezzo politico). Societ VS Comunione: si differiscono per vari elementi:

    Modo in cui si costituiscono: mentre la societ un contratto che ha per oggetto lesercizio in comune di unattivit economica, la comunione una situazione giuridica che sorge quando la propriet (o un altro diritto reale) spetta in comune a pi persone (es. gli eredi ereditano beni non per loro volont ma per la situazione giuridica che si verificata).

    Rapporto tra beni ed esercizio delle attivit: nelle societ i beni sono il mezzo attraverso il quale esercitano la loro attivit; nella comunione lattivit che svolge la funzione servente rispetto si beni, difatti essi conservano il bene consentendone a ciascuno il giusto godimento.

    Il vincolo di destinazione: nelle societ i beni sociali non possono essere usati per scopi personali salvo autorizzazioni eccezionali; nella comunione non c nessun vincolo di destinazione, ognuno pu usare il bene in compropriet con gli altri col limite di non pregiudicare luso da parte degli altri.

    Scioglimento della societ/comunione: il singolo socio non pu provocare lo scioglimento anticipato della societ, mentre nella comunione ogni comproprietario pu chiedere lo scioglimento della comunione.

    N.B. Le aziende gestite da entrambi i coniugi dopo il matrimonio sono imprese coniugali che possono essere costituite come una vera e propria societ: i creditori di questimpresa potranno valersi del patrimonio illimitatamente e soddisfarsi direttamente anche sui beni della comunione legale e sui beni aziendali I TIPI DI SOCIETA: le societ possono essere distinte tra loro in base a diversi elementi:

    In base allo scopo: ci sono societ lucrative, mutualistiche e consortili In base al tipo di attivit: che pu essere commerciale (obbligatoriamente iscritte nel registro) o non

    commerciale (come la societ semplice). In base alle obbligazioni sociali: ovvero se rispondono del patrimonio della societ e quello

    personale dei soci (snc e ss), oppure vi sono societ dove alcuni soci rispondono illimitatamente (accomandatari) e alcuni limitatamente (accomandati) (sas e saa), oppure ci sono societ dove risponde solo la societ col proprio patrimonio (spa e srl).

    In base alla personalit giuridica: quelle che ce lhanno sono dette societ di persone (ss, snc, sas), dove il soggetto socio autonomo dagli altri; quelle che non ce lhanno sono dette societ di capitali (spa, saa e srl), dove non c distinzione tra societ e soci.

    Gli elementi che distinguono le societ di capitale e le societ di persone sono: - Responsabilit dei soci: nelle societ di persone la responsabilit illimitata (ogni socio risponde oltre che del patrimonio investito nella societ anche col proprio patrimonio), sussidiaria (lobbligazione principale la societ e il suo patrimonio e in caso di in capienza i soci intervengono col loro patrimonio), solidale (il creditore sociale pu rivolgersi a qualsiasi dei soci e richiedere lintero pagamento del credito: poi chi ha soddisfatto per intero il pagamento ha azione di regresso nei confronti degli altri soci, che cederanno a lui la propria quota). Inoltre nelle societ di persone (ad eccezione delle sas) la responsabilit ce lhanno tutti i soci illimitatamente: nelle sas ci sono invece gli accomandatari (responsabili illimitatamente) e gli accomandanti (responsabili limitatamente). - Amministrazione: essa attribuita a tutti o ad alcuni o a uno dei soci o a terzi (soggetti esterni non appartenenti alla societ) nelle societ di persone (dipende dai tipi). Nelle sas per esempio solo chi ha responsabilit illimitata pu amministrare la societ (cio gli accomandatari). Secondo alcuni economisti non legittimo che una societ sia amministrata da un soggetto di cui non ne fa parte ed completamente estraneo ed esterno. - Trasferimento delle qualit del socio: nelle societ di persone necessario il consenso degli altri soci.

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    - Autonomia patrimoniale: nelle societ di capitale i soggetti hanno autonomia patrimoniale perfetta poich il patrimonio dei soci diviso da quello della societ; nelle societ di persone, invece, i soggetti hanno autonomia patrimoniale imperfetta: ci non significa che i patrimoni dei soci e della societ siano un tuttuno ma nemmeno che siano completamente separati Societ semplice: un tipo di societ di persone che pu esercitare solo attivit non commerciale Societ in nome collettivo: tipo di societ di persone con attivit commerciale o non commerciale. Qui tutti i soci rispondono solidamente ed illimitatamente per le obbligazioni sociali. Societ in accomandita semplice: societ di persone costituita da due tipi di soci: accomandatari (con responsabilit illimitata) e accomandanti (con responsabilit limitata). Elementi appartenenti alle societ semplici e in nome collettivo (valgono anche per quelle in accomandita semplice)

    COSTITUZIONE: il momento di nascita della societ: a differenza delle societ di capitale, esse sono costituite per contratto o atto unilaterale. Per tutti i tipi di societ di persone prevista liscrizione al registro delle imprese (nella sezione speciale) con la sola funzione di pubblicit legale. Si noti che se le societ non sono iscritte nel registro delle imprese non possono applicare le varie norme inerenti a quel tipo di societ: per esempio nel caso delle SNC, se non sono iscritte nel registro, sono delle societ irregolari cui le uniche discipline applicabili sono quelle delle SS. Perci ai fini della registrazione e della regolarit della societ, latto costitutivo della SNC deve essere redatto per atto pubblico o scrittura privata. Ci che latto deve contenere di preciso : 1) dati anagrafici dei soci (nome, cognome, data di nascita..), 2) la ragione sociale, costituita dal nome di uno o pi soci, 3) i soci che hanno lamministrazione e rappresentanza della societ, 4)la sede della societ e sedi secondarie, 5) loggetto sociale, 6) i conferimenti dei soci, 7) le prestazioni a cui sono obbligati i soci dopera, 8) norme secondo le quali gli utili devono essere ripartiti e la quota di ogni socio negli utili e perdite. Nelle SS non sono previste norme di forma e contenuto del contratto poich svolgono attivit non commerciali. Solo per quanto riguarda i beni conferiti (mobili o immobili) necessaria la forma scritta. Per il contenuto logico che in esse siano inseriti gli elementi essenziali che definiscono quei contratti di costituzione della societ. Nelle SNC ci sono alcune regole per forma e contenuto dellatto costitutivo. Per la forma richiesta quella dellatto pubblico oppure della scrittura privata. Per il contenuto larticolo 2295 indica gli elementi che devono essere presenti nel contratto: generalit dei soci, ragione sociale, quali soci hanno la rappresentanza (*), la sede, loggetto sociale (=quale attivit svolge la societ), i conferimenti (*), prestazioni soci dopera, criteri per la ripartizione di utili (*), durata della societ. Se mancano gli elementi (*) c una disciplina legale (prevista dalla legge) che interviene colmando il vuoto. Se invece manca uno degli altri elementi, la mancanza impedisce liscrizione al registro. Se lelemento (*) manca nelle SS, esse esistono lo stesso ma senza pubblicit dichiarativa poich non potranno essere iscritte nel registro delle imprese,e perci non sar nemmeno opponibile a terzi. Se lelemento (*) manca nelle SNC, esse esistono ma come societ irregolari non iscritte ovviamente al registro, e non potranno perci applicare norme inerenti alle snc (ma solo quelle delle ss). In queste societ irregolari la responsabilit dei soci per forza illimitata. Inoltre linvalidit del contratto parziale pu essere costituito da cause di nullit (se contrario a norme imperative o se loggetto illecito) e di annullabilit (in caso di incapacit delle parti o per errore o dolo) ma se ad essere invalido lintero contratto ci porta allo scioglimento dellintera societ Se il contratto non formalizzato e scritto nel registro delle imprese significa che non stata scelta la vera e propria forma societaria (che una sorta di presunzione), perci si costituiscono cos le societ di fatto (societ che nascono con semplici comportamenti concludenti da parte dei soci): se la loro attivit non commerciale sono regolate da norme della societ semplice, se invece lattivit commerciale sono regolate dalle norme delle snc irregolari con la conseguenza che tutti i soci risponderanno illimitatamente e personalmente delle obbligazioni sociali. Una societ di fatto che esercita attivit commerciale esposta al fallimento che automaticamente determina il fallimento di tutti i soci. Diverso il caso delle societ occulte, esse si differenziano ulteriormente dai soci occulti di una societ palese: societ occulta quella costituita con la volont di soci di non rivelarne lesistenza. Essa pu essere una societ di fatto ma pu risultare da un atto segreto tenuto tra i soli soci. La

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    societ esiste solo tra loro, non esternalizzata a terzi, e lattivit dimpresa non svolta in nome della societ (nascosta) perci gli atti di impresa non sono formalmente imputabili; ma c un mandatario senza rappresentanza della societ occulta che nei confronti dei terzi agisce in nome proprio (tenendo occulta la societ) e a lui saranno imputabili gli atti ed eventuali effetti. Nel caso del socio occulto di una societ palese (che esiste) lattivit dimpresa svolta in nome della societ e ad essa saranno imputabili gli atti. Ovviamente sia i soci palesi che quelli occulti sono esposti al fallimento. Quindi: nelle societ di fatto i soci si comportano tra loro e con i terzi come se la societ, anche se non formalizzata, esistesse. Nelle societ occulte i soci si comportano tra loro come se la societ esistesse, ma individualmente con i terzi come se non esistesse alcuna societ. N:B. Inoltre vi sono le societ apparenti, le quali sono societ che apparentemente esistono agli occhi dei terzi (quindi sono societ normali esposte al fallimento ecc..) ma in realt tra i soci non c alcun rapporto di societ, esso solo apparentemente esistente nei confronti dei soci. Nella partecipazione ad una societ di persone richiesta la capacit di agire e le regole di partecipazione degli incapaci ad unimpresa commerciale valgono anche per lsnc: il minore, linterdetto e inabilitato non possono costituire una snc ma possono solo continuarla con autorizzazione del tribunale (se viene a loro ceduta o donata); il minore emancipato pu costituire una snc sempre con autorizzazione del tribunale; il beneficiario dellamministrazione di sostegno pu partecipare alla costituzione di una snc senza autorizzazione.

    OBBLIGAZIONI SOCIALI: per quanto riguarda la collaborazione i soci si obbligano in modo

    concorde e omogeneo. Lobbligo di conferimento essenziale per lacquisto di qualit di socio ma non per la costituzione delle societ di persone. Se nellatto i conferimenti non sono menzionati precisamente subentra la legge con norme dispositive suscettibili di prova contraria (previsione legale): se nellatto non specificato alcunch di essi si presume che i conferimenti devono essere eseguiti in denaro e che i soci siano obbligati a conferire tra loro in parti uguali. Nelle societ di persone i beni conferibili sono ogni entit (bene o sevizio) suscettibile di valutazione economica e utile al conseguimento delloggetto sociale: quindi variano dal denaro, ai beni. Al trasferimento di propriet, crediti, prestazioni dopera o semplicemente anche la responsabilit personale e illimitata per le obbligazioni sociali. Per i vari tipi di conferimento ci sono delle discipline dettate dal codice: - per i beni conferiti in propriet la titolarit del bene passa dal socio alla societ attraverso le norme della vendita. Il conferente-socio per tenuto tenuto a garanzia per evizione e vizi fino al passaggio di propriet (se il bene perisce prima del trasferimento colpa ancora sua: per questo motivo il socio pu essere escluso dalla societ). - Per i beni conferiti in godimento la propriet del bene (e quindi anche il rischio) sono a carico del socio (quindi se la cosa perisce o il godimento diventa impossibile per causa non degli altri il socio proprietario potr essere escluso) ma la societ pu usarlo. Inoltre il socio ha diritto alla restituzione del bene al termine della societ nello stato in cui si trova ma se perito/deteriorato, per causa imputabile alla societ, ha diritto ad un risarcimento. - Per i crediti conferiti il socio risponde dellinsolvenza del debitore nei confronti della societ nei limiti del valore assegnato al suo conferimento: il socio tenuto al rimborso spese ed eventuali interesse senn pu essere escluso dalla societ. - Per i conferimenti dopera: nelle societ di persone il conferimento pu essere costituito anche dallobbligo del socio di prestare la propria attivit lavorativa (manuale o intellettuale) a favore della societ. Il socio dopera non un lavoratore subordinato e non ha il diritto al trattamento salariale dei lavoratori subordinati. Su egli grava il rischio dellimpossibilit di svolgimento della prestazione, anche per causa a lui non imputabile. Non dipende quindi dalla societ ma ha diritto ad una remunerazione che corrisponde alla partecipazione degli utili indicata nellatto costitutivo; se non indicato ci si appella al giudice. Tutti i conferimenti dei soci formano il patrimonio iniziale della societ, la quale diventa quindi proprietaria dei beni conferiti a titolo loro. Inoltre essi non possono servirsi per fini estranei alla societ n dei beni conferiti inizialmente n di quelli che acquisteranno successivamente. I conferimenti fanno dunque parte del capitale sociale (= valore in denaro dei conferimenti). Nelle SS non ci sono regole e norme legate a questo capitale e non richiesta alcuna valutazione iniziale dei conferimenti.

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    Nelle SNC una disciplina indica determinati obblighi per questo capitale: - indicare il valore dei conferimenti nellatto, -indicare i criteri usati per la valutazione, -divieto di ripartizione fra i soci di utili non realmente conseguiti (fittizi); e in presenza di perdite non possono essere ripartiti utili fino a che il capitale sociale non sia reintegrato o ridotto in misura corrispondente, - divieto di rimborsare i soci con conferimenti eseguiti o di liberarli dallobbligo di versamenti in assenza di una specifica deliberazione di riduzione del capitale sociale, - i soci non possono disporre liberamente dei beni, -divieto di concorrenza tra soci, senn colui che viola ci pu essere escluso.

    PARTECIPAZIONE UTILI/PERDITE: tutti i soci hanno diritto di partecipare a utili e perdite della gestione sociale e ci segnalato nellatto costitutivo. Non necessario che la ripartizione sia proporzionale ai conferimenti, lunico limite il divieto di patto leonino (art 2265): nullo il patto con il quale uno o pi soci sono totalmente esclusi da ogni partecipazione a utili e perdite. Perci sono nulli i criteri di ripartizione congegnati in modo tale da determinare la sostanziale esclusione di uno o pi soci dalla partecipazione a utili e perdite. Se nellatto non si precisa nulla nellatto circa le ripartizioni, prevale la presunzione legale: - se il contratto non dispone nulla, le parti spettanti ai soci (di utili e perdite) si presumono proporzionali ai conferimenti; - se non determinato il valore dei conferimenti, le parti si presumono distribuite uguali tra i soci; - se determinata solo la parte dei guadagni di ciascuno, si presume che la partecipazione alle perdite sia direttamente proporzionale a quella degli utili; - la parte spettante al socio dopera se non determinata nel contratto, fissata dal giudice secondo equit. Condizione sufficiente affinch ogni socio possa pretendere lassegnazione della sua parte di utili lapprovazione del rendiconto: una sorta di bilancio che indica il resoconto dellattivit svolta determinando il successo/insuccesso della societ. Quando il rendiconto approvato, ogni socio ha diritto di ottenere una quota degli utili. Se un socio vuole rinunciare agli utili (e magari reinvestirli nella societ) necessario il consenso di tutti i soci: questa rinuncia si pu presumere anche dal comportamento del socio, il quale non richiedendo la quota indica che vuole reinvestirla. Nelle SS lapprovazione del rendiconto, se il compimento degli affari sociali dura oltre un anno, deve essere predisposto dai soci amministratori al termine di ogni anno, salvo diversa predisposizione. Nelle SNC lapprovazione del bilancio va coordinata con lobbligo di tenuta delle scritture contabili. Ovviamente se vi sono perdite vietata la distribuzione degli utili fino a che il capitale non venga reintegrato o ridotto.

    RESPONSABILITA DEI SOCI: nelle ss e nelle snc innanzitutto la societ che risponde delle obbligazioni sociali e poi se necessario anche i soci. Nelle SS i soci che rispondono personalmente e solidamente sono quelli che hanno agito in nome e per conto della societ e, salvo patto contrario, anche gli altri soci (art 2267). Per questultimi quindi la responsabilit personale pu essere esclusa o limitata da un apposito patto sociale, il quale opponibile a terzi solo se portato a conoscenza con mezzi idonei. Ci ribadisce che il primo soggetto responsabile nelle ss la societ, poi i soci che agiscono realizzando operazioni in nome della societ e rispondono col patrimonio personale (avendo la responsabilit illimitata). Per salvo patto contrario nellarticolo si intende che alcuni soci hanno la responsabilit limitata ma che per possono svolgere operazioni amministrative. Se nellatto non precisato nulla, tutti i soci sono illimitatamente responsabili (compresi gli altri soci). Se c un patto contrario allora c la distinzione di responsabilit limitata e non. Nelle SNC la responsabilit illimitata vale per tutti i soci; Il patto contrario non ha effetto nei confronti di terzi ma vale solo tra i soci:m perci agli occhi dei creditori non visibile lefficacia del patto contrario e possono chiedere a qualunque socio il pagamento. I tre tipi di soci presen