dispensa donati mg1 ud5 anatomia e fisiolog. 14 15
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Materiale didattico ad uso interno
OPERA ARMIDA BARELLI
PROVINCIA AUTONOMA
DI TRENTO
CORSO PER OPERATORE SOCIO SANITARIO
SEDE DI LEVICO TERME
IL BISOGNO DI MOVIMENTO
(Modulo Generale 1 – Unità Didattica n° 5)
A cura di: Tiziana Donati
Docente: Tiziana Donati
Data di pubblicazione: 01 ottobre 2014
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INDICE ANALITICO
CAP. 1 LA CELLULA E I TESSUTI ……………………………………………………………….. PAG. 03
1.1 la struttura della cellula …………………………………………………………………. pag. 03
1.2 Le funzioni della cellula …………………………………………………………………. pag. 05
1.3 I tessuti ………………………...…………………………………………………………. pag. 05
1.3.1 Il tessuto epiteliale …………………………………………………………………. pag. 06
1.3.2 Il tessuto connettivo e di sostegno …………………………………………………. pag. 06
1.3.3 Il tessuto di sostegno cartilagineo ed osseo ...………………………………………. pag. 07
1.3.4 Il tessuto muscolare ………………………………………………………………… pag. 07
1.3.5 Il tessuto nervoso ………………………………………………………………….... pag. 07
CAP. 2 L’APPARATO SCHELETRICO …………………………………………………………….. PAG. 09
2.1 Il sistema scheletrico ……………………………………………………………………... pag. 09
2.2 Caratteristiche e funzioni delle ossa ……………………………………………………… pag. 10
2.3 La colonna vertebrale ...………………………………………………………………… pag. 11
2.4 L’osso sacro ………………………………………………………………………………. pag. 12
2.5 Il disco intervertebrale ……………………………………………………………………. pag. 12
2.6 Le coste …………………………………………………………………………………… pag. 13
2.7 Gli arti superiori e inferiori ……………………………………………………………….. pag. 14
2.7.1 Le ossa degli arti superiori ……………………………………………………….... pag. 14
2.7.2 Le ossa degli arti inferiori ………………………………………………………….. pag. 16
CAP. 3 LE ARTICOLAZIONI ……….. ……………………………………………………...…….. PAG. 18
3.1 Tipologia di articolazioni ………………………………………………………………… pag. 18
3.2 Struttura delle articolazioni ……… ……………………………………………………… pag. 19
3.3 Le articolazioni del corpo umano ………………………………………………………… pag. 19
3.4 I movimenti ………………………………………………………………………………. pag. 22
CAP. 4 IL SISTEMA MUSCOLARE .....…………………………………………………………….. PAG. 24
4.1 La struttura dei muscoli ...………………………………………………………………… pag. 24
4.2 La contrazione muscolare ………..……………………………………………………….. pag. 26
4.3 Come si nutrono i muscoli ………………………………………………………………... pag. 28
4.4 Le proprietà dei muscoli ………………………………………………………………….. pag. 28
4.5 I principali muscoli da ricordare .…………………………………………………………. pag. 28
CAP. 5 IL SISTEMA NERVOSO …......…………………………………………………………….. PAG. 30
5.1 Il cervello ………………….……………………………………………………………… pag. 30
5.2 Le parti dell’encefalo …..……….………………………..……………………………….. pag. 31
5.3 La protezione dell’encefalo .……………………………………………………………... pag. 32
5.4 I neuroni ………………………………………………………………………………….. pag. 33
5.5 Il sistema nervoso .………………………………………………………………………... pag. 34
5.5.1 Il sistema nervoso centrale .………………………………………………………... pag. 34
5.5.2 Il sistema nervoso periferico …..………………………………………………….. pag. 34
5.5.3. Il sistema nervoso autonomo ………………………………………………………. pag. 35
CAP. 6 GLI ORGANI DI SENSO …......…………………………………………………………….. PAG. 37
6.1 Il tatto …………………………………………………………………………………….. pag. 37
6.2 La vista …………………………………………………………………………………. pag. 37
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6.3 L’udito ……………………………………………………………………………………. pag. 38
6.4 L’olfatto …………………………………………………………………………………. pag. 39
6.5 Il gusto ……………………………………………………………………………………. pag. 40
DOMANDE DI AUTOAPPRENDIMENTO …………………………………………………… PAG. 41
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA …………………………………………………………… PAG. 41
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CAPITOLO 1.
LA CELLULA E I TESSUTI
1.1 LA STRUTTURA DELLA CELLULA
La cellula è l’unità di base che costituisce tutti gli organismi viventi. Se osserviamo al
microscopio cellule di tessuti diversi, vedremo che ognuna di esse è differente per aspetto e forma:
possono essere rotonde, a stella, allungate,
piatte, ecc. La parte più importante della
cellula è il nucleo. In genere ha una forma
sferica, è avvolto da una membrana che lo
separa dal citoplasma e ha alcuni pori che
comunicano con quest’ultimo. All’interno
del nucleo è presente il DNA o acido
desossiribonucleico, grazie al quale si
trasmettono da una generazione all’altra i
caratteri ereditari. Il nucleo può essere
considerato il motore della cellula perché,
oltre ad essere responsabile della
trasmissione caratteriale, controlla tutta
l’attività cellulare.
I mitocondri sono corpuscoli granulari o filamentosi presenti in
tutti i tipi di cellule. Essi sono capaci di attività motoria e di
modificare la loro forma. Sono avvolti da due membrane, una
esterna ed una interna. Quella interna è pieghettata e forma delle
creste mitocondriali.
I mitocondri servono a produrre energia che possa essere
impiegata dalla cellula nel corso delle sue attività meccaniche e
metaboliche. Praticamente i mitocondri sono la centrale
energetica della cellula.
L’apparato di Golgi consiste in diverse cisterne
membranose appiattite, disposte una accanto all’altra, e di
vacuoli, che originano dalle estremità terminali delle stesse
cisterne. Sovente, questo organulo, è situato tra il nucleo e la
superficie della cellula e spesso è in comunicazione col
reticolo endoplasmatico, Tutto il materiale proteico
sintetizzato dal reticolo endoplasmatico rugoso giunge al
Golgi ove viene racchiuso in granuli di secreto circondati da
una membrana. Questo organulo ha il ruolo importante nella
sintesi delle glicoproteine, nel trasporto e nella preparazione
del materiale destinato alla secrezione e al rilascio di ciò
nell’ambito extracellulare.
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Il reticolo endoplasmatico rugoso è rivestito da una superficie
esterna di ribosomi. Questo organulo è la sede della sintesi delle
proteine.
Il reticolo endoplasmatico liscio è costituito da un insieme di
tubuli privi di ribosomi. Questa struttura partecipa a processi metabolici
diversi, quali la sintesi ormonale, il colesterolo e i lipidi e il trasporto di
metaboliti indispensabili allo svolgimento della contrazione muscolare.
I lisosomi sono organuli cellulari che si formano per distacco dal
complesso di Golgi. Sono piccole vescicole osservabili all'interno del
citoplasma. La loro funzione è quella di svolgere la digestione cellulare,
Il citoplasma e' la sostanza viscosa, gelatinosa
compresa tra la membrana cellulare e l'involucro
nucleare. E' formata da acqua, sali minerali e sostanze
organiche. In esso si trovano degli organuli adibiti alle
varie funzioni che la cellula deve svolgere.
La membrana plasmatica avvolge tutta la cellula ed è formata da due strati di lipidi (grassi)
e da molecole proteiche, sulla superficie e all'interno delle quali sono uniti dei carboidrati. La
funzione svolta è quella di controllare il passaggio delle sostanze in ingresso e in uscita dalla
cellula. La membrana plasmatica è in grado di stabilire quali e quante sostanze debbano uscire ed
entrare (permeabilità selettiva ).
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1.2 LE FUNZIONI DELLA CELLULA
Pur essendo un organismo minuscolo, la cellula è in grado di svolgere tutte le attività
necessarie alla propria sopravvivenza. Le sue funzioni principali sono tre:
1. nutrirsi: assorbendo gli alimenti disciolti o catturando le sostanze solide. Le cellule del nostro
corpo si nutrono con le sostanze disciolte nel sangue;
2. riprodursi, dividendosi in due parti che danno origine a due nuove cellule;
3. comunicare: muovendosi da un punto all’altro per mezzo dei pseudopodi (piccoli piedi),
flagelli o ciglia (filamenti sui quali si appoggia per spostarsi). Caratteristica questa, delle cellule
libere e non di quelle che formano i tessuti.
La riproduzione cellulare. Quando
una cellula giunge alla massima
maturità, si divide in due cellule
figlie che, a loro volta, si divideranno
non appena saranno mature a
sufficienza.
Questo processo di divisione
cellulare si chiama riproduzione.
La crescita corporea subisce un
arresto nell’età adulta, quando il
numero di cellule nuove è uguale a
quello delle cellule vecchie che
muoiono.
1.3 I TESSUTI
L’insieme di cellule dotate di struttura e di funzioni consimili forma una struttura definita tessuto.
Esistono quattro differenti tessuti:
tessuto epiteliale
tessuto connettivale e di sostegno
tessuto muscolare
tessuto nervoso.
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1.3.1 Il TESSUTO EPITELIALE
Gli epiteli svolgono l'importante funzione di isolare
l'ambiente corporeo interno dalla disidratazione o
dall'invasione microbica, permettendo allo stesso
tempo gli scambi metabolici (secrezione,
escrezione, assorbimento), gassosi e la ricezione
degli stimoli mediata da recettori chimici o termici.
Gli epiteli sono costituiti da cellule a mutuo
contatto che poggiano su una membrana basale
ancorata al tessuto connettivo sottostante e non sono
vascolarizzati, in quanto la nutrizione di questo
tessuto avviene per scambio indiretto attraverso la membrana basale .
Spesso il tessuto epiteliale di
rivestimento può avere numerose
specializzazioni che garantiscono la
funzionalità del tessuto stesso.
Il tessuto epiteliale può venire
classificato in base alla funzione (ad
esempio tessuto epiteliale di
rivestimento o ghiandolare), in base alla
forma delle cellule (tessuto epiteliale
pavimentoso, cubico o cilindrico)
oppure in base al numero di strati di
cellule (tessuto monostratificato,
pluristratificato o pseudo stratificato).
Vi sono 3 tipi principali di tessuti:
epitelio di copertura: ha la funzione di proteggere, più raramente di scambio di sostanze.
epitelio ghiandolare: ha la funzione di secrezione;
epitelio degli organi di senso: ha la funzione di registrazione di stimoli esterni.
1.3.2 IL TESSUTO CONNETTIVO E DI SOSTEGNO
Il tessuto connettivo è diffuso in tutto il corpo con molteplici
compiti: nelle ossa e nella cartilagine forma lo scheletro di
sostegno per il corpo, circonda gli organi dando loro una
delimitazione e formando dei gruppi funzionali e forma
l’impalcatura nella quale si dispongono le cellule dell’organo
stesso. È in questa tipologia di tessuti che si colloca ad esempio il
tessuto adiposo.
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1.3.3 IL TESSUTO DI SOSTEGNO: CARTILAGINEO ED OSSEO
Il tessuto cartilagineo appartiene alla famiglia dei connettivi specializzati nella resistenza
meccanica. La particolarità di questo tessuto consiste nell'assenza di terminazioni nervose e capillari
sanguigni, in questo caso la nutrizione è favorita dalla libera diffusione nell'acqua presente nella
sostanza fondamentale. Le funzioni del tessuto cartilagineo variano dal sostegno di strutture, alla
protezione di attriti meccanici tra tessuti differenti.
Il tessuto osseo è una forma specializzata di tessuto connettivo. È un tessuto dinamico e in
continuo rinnovamento, mantenuto e nutrito dai numerosi capillari che scorrono in appositi canali
scavati nella matrice. Le funzioni svolte dal tessuto osseo sono: funzioni scheletriche e di sostegno;
di protezione di parti molli; meccaniche; trofiche, (come sede di deposito del calcio).
1.3.4 IL TESSUTO MUSCOLARE
Il muscolo è un tessuto eccitabile e può essere stimolato elettrochimicamente, esso è formato
da cellule molto allungate ben disposte in una struttura altamente regolare. Il tessuto muscolare
viene facilmente riconosciuto e classificato in T.M. liscio e T.M striato scheletrico e T.M striato
cardiaco.
1.3.5 IL TESSUTO NERVOSO
Il tessuto nervoso svolge l'importante funzione di
comunicazione tra le varie parti di un organismo vivente,
permettendo così la risposta e l'adattamento
dell'organismo con l'ambiente esterno. Esso è costituito
da una rete comunicante di milioni di cellule particolari,
chiamate neuroni, connessi tra loro attraverso giunzioni
intercellulari specializzate (sinapsi). Ogni neurone è
formato da un corpo cellulare contenente il nucleo della
cellula nervosa e da due tipi di prolungamenti: uno
singolo, detto assone, ed uno o più dendriti. L'assone è un
prolungamento cilindrico e sottile la cui lunghezza può raggiungere anche più di un metro, esso
termina con dei bottoni sinaptici adibiti alla trasmissione dell'impulso nervoso. I dendriti invece
sono prolungamenti conici, molto ramificati la cui lunghezza non supera mai i 700 μm. I neuroni
possono essere classificati o riconosciuti in base al numero di prolungamenti (neuroni unipolari,
bipolari, multipolari); in base alla lunghezza dell'assone; oppure in base alla funzione (neuroni
sensitivi, motori, associativi).
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CAPITOLO 2.
L’APPARATO SCHELETRICO
2.1 IL SISTEMA SCHELETRICO
È l'apparato più voluminoso del corpo umano, di cui rappresenta l'80% circa del peso. Le
ossa, organi statici, sono unite tra loro mediante articolazioni. Ossa e articolazioni insieme formano
lo scheletro che svolge attività di sostegno del corpo, costituendone l'impalcatura generale. In
misura diversa, secondo le loro caratteristiche, le articolazioni conferiscono una certa libertà di
movimento reciproco alle ossa che collegano. Nell'apparato locomotore si distinguono tre
sottoapparati corrispondenti a tre distretti corporei: testa, tronco, arti. La testa comprende le ossa
della scatola cranica, che racchiudono da ogni lato l'encefalo, e l'osso mandibolare, nella parte
anteriore corrispondente alla faccia.
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Il tronco è strutturato attorno alla colonna vertebrale (o rachide) formata dalle vertebre.
La colonna vertebrale comunica con le
ossa del bacino a livello sacrale; sostiene la
testa, dà attacco ai dispositivi osteoarticolari o
muscolari delle spalle, del torace e
dell'addome; verso il basso dà inserzione al
bacino, su cui si inseriscono gli arti inferiori;
svolge funzioni determinanti per la stazione
eretta e partecipa con gli altri sottoapparati ai
movimenti del tronco e degli arti
2.2 CARATTERISTICHE E FUNZIONI DELLE OSSA
Le ossa sono organi duri, formati
prevalentemente da tessuto osseo, che a seconda della
struttura si distingue in compatto e spugnoso.
Essendo molto elastiche, le ossa sono in grado
di resistere a sollecitazioni meccaniche di notevole
entità e di svolgere quindi una funzione protettiva nei
confronti di organi più delicati, come cuore e polmoni
ospitati nella gabbia toracica, cervello e midollo
spinale alloggiati nella scatola cranica e nel canale
vertebrale.
Il numero delle ossa presenti nello scheletro di
un individuo in età adulta è intorno ai 200 elementi.
Le ossa presentano alcune caratteristiche costanti
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Rispetto alla forma, le ossa vengono distinte in tre gruppi:
ossa lunghe,
ossa piatte,
ossa corte.
2.3 LA COLONNA VERTEBRALE
Chiamata anche spina dorsale o rachide, è formata da 32
vertebre separate da dischi fibro-cartilaginei.
E’ composta da cinque zone:
a) cervicale,
b) toracica,
c) lombare,
d) sacrale
e) coccigea.
Le vertebre cervicali sono formate da piccoli corpi, le lombari e sacrali sono molto più
grandi, questo perché il peso del corpo diventa più
gravoso nelle vertebre inferiori.
Sul piano sagittale, la spina dorsale presenta 4
curvature: due cifosi e due lordosi. La lordosi si trova a
livello cervicale e a livello lombare ed è una curvatura
con la concavità rivolta indietro. La lordosi cervicale è
meno accentuata rispetto a quella lombare. Le cifosi sono
inverse alle lordosi, sono la toracica e la sacrale che
comprende anche il coccige, questa è più accentuata della
toracica.
Se la curvatura sul piano frontale è accentuata, è una scoliosi, cioè una deviazione
permanente laterale e rotatoria della colonna vertebrale. Una scoliosi può interessare ogni tratto
della spina dorsale: cervicale, dorsale o lombare.
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2.4 L’OSSO SACRO
Si trova tra il tratto lombare e quello coccigeo ed ha la forma simile ad una piramide
rovesciata. E' formato dai corpi di 5 vertebre uniti senza interposizione di dischi intervertebrali.
OS S O SA C R O : V I S T A F R O N T A L E , L A T E R A L E E P O S T E R I O R E .
Lateralmente, i processi trasversi si sono fusi tra loro formando delle sporgenze chiamate
ali. I fori intervertebrali sono detti fori sacrali, sono presenti quattro fori anteriori e quattro
posteriori per lato, da questi escono i nervi spinali. L'osso sacro ai due lati presenta una superficie
articolare chiamata faccetta auricolare perché ha una forma che ricorda l'orecchio. Questa si articola
con una faccetta abbastanza sottile che sta nell'osso dell'anca formando l’articolazione sacro-iliaca.
L’osso sacro si articola inferiormente con il coccige.
Il coccige è' un osso impari e simmetrico è situato nella porzione inferiore della spina
dorsale. E' formato da 3 a 5 vertebre rudimentali saldate tra loro ed ha forma rettangolare.
2.5 IL DISCO INTERVERTEBRALE
E' un cuscinetto fibrocartilagineo,
situato tra il corpo di una vertebra e quella
sottostante. Si trova tra le vertebre del
tratto cervicale, dorsale e lombare, non è
presente a livello sacrale o coccigeo.
I dischi sono più alti anteriormente
nella parte dorsale e cervicale, viceversa
nel tratto toracico, ne consegue la forma
caratteristica del rachide con le tre curve
fisiologiche.
I dischi intervertebrali aumentano
di spessore progressivamente andando
dalla zona cervicale a quella lombare.
Il disco è composto da fibre
collagene, cartilaginee e connettivali, non
contiene vasi sanguigni o terminazioni
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nervose. Ha una funzione di ammortizzatore per attenuare le pressioni a cui è sottoposta la colonna
durante il giorno, provenienti sia dal basso che dall’alto. E' formato da due strutture concentriche:
.la parte interna è chiamata nucleo polposo, di consistenza gelatinosa, è costituito
prevalentemente da mucopolisaccaridi idrofili e acqua;
la parte esterna è l’Anulus Fibroso, cioè una solida e rigida capsula esterna, le cui fibre sono
oblique e disposte in fasci concentrici con direzioni opposte.
Questa struttura serve per distribuire equamente le forze esercitate sulla colonna.
2.6 LE COSTE
Dette comunemente costole, sono le ossa del
torace piatte e nastriformi, (ne possediamo 12 paia) in
grado di proteggere e contenere gli organi vitali della
cavità toracica. Hanno origine dalle 12 vertebre
dorsali e si estendono fino allo sterno.
La gabbia toracica è costituita dalle coste,
dalle vertebre toraciche e dallo sterno ed ha un
importante ruolo di protezione del cuore e dei
polmoni. Le coste, dalla prima alla settima, si
chiamano “vere” o “sternali” perché si articolano con
lo sterno mediante l'interposizione di una cartilagine,
questo fa si che la gabbia toracica sia meno rigida. Le
coste dall’ottava alla decima non si articolano con lo
sterno, ma con la costa precedente. L'undicesima e la dodicesima terminano anteriormente libere e
sono dette coste fluttuanti. L'interposizione della cartilagine costale, rende la gabbia toracica più
elastica. Le cartilagini costali si allungano progressivamente dalla prima fino alla settima, poi si
accorciano. E' fondamentale la loro libertà di movimento che deve consentire di allargare la gabbia
toracica durante l’inspirazione e di restringerla durante l’espirazione.
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2.7 GLI ARTI SUPERIORI E INFERIORI
Gli arti superiori costituiscono il sottoapparato della prensione formato dalle spalle, dalle
braccia e dagli avambracci, dalle mani; Gli arti inferiori costituiscono il sottoapparato della
deambulazione, che consente gli spostamenti del corpo nell'ambiente esterno, ma svolge sia in
marcia sia da fermo attività antigravitarie, coordinate a quelle della colonna vertebrale; è costituito
dal bacino, dalle cosce, dalle gambe e dai piedi.
2.7.1 LE OSSA DEGLI ARTI SUPERIORI
La scapola è un osso piatto che forma la parte posteriore della spalla; presenta una cresta
saliente e, al vertice superiore, l'apofisi coracoide. È articolata con l'omero per mezzo di una cavità
(cavità glenoidea).
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La clavicola è un osso lungo a forma di S orizzontale poco
marcata, dalla parte antero-superiore del torace. E' articolata con lo
sterno e con la scapola.
L’omero forma lo scheletro del braccio. Presenta una certa torsione
e alle estremità termina con due teste: la superiore, arrotondata e
rivestita di cartilagine, è articolata con la scapola e permette i
movimenti del braccio, nelle diverse direzioni; l'altra, la testa
inferiore, è articolata con il radio e l'ulna a mezzo di una formazione
articolare (troclea), a forma di puleggia
L’ulna, insieme al radio,
costituisce lo scheletro dell'avambraccio.
All'estremità superiore presenta un
prolungamento, detto "olecrano", che
articolandosi con la troclea omerale,
impedisce all'avambraccio di portarsi
indietro, oltre l'allineamento con l'omero.
Il radio è l'estremità inferiore, che è la parte più voluminosa
dell'osso, si articola con le ossa del polso e consente alla mano di
compiere numerosi movimenti.
Il polso o carpo è formato da 8 ossa
distribuite su due file: nell'allineamento contiguo all'avambraccio si
succedono (dal radio verso l'ulna) lo scafoide, il semilunare, il
piramidale e il pisiforme; nell'altra fila, il trapezio, il trapezoide,
l'osso grande e l'unciforme.
Il metacarpo o palma della mano è composto da 5 ossa.
Le dita: ogni dito è composto da 3 ossa, chiamate
falangi; fa eccezione il pollice che ne ha due.
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2.7.2 LE OSSA DEGLI ARTI INFERIORI
Il bacino è formato dalle due ossa dell'anca, o
iliaco, e dal sacro. L'osso iliaco, lungo e più tosto
incurvato, si compone di tre ossa saldate fra loro: sul
davanti il pube; al centro l'ileo, che forma gran parte del
bacino; sul dietro l'ischio.
Una cavità ospita la testa del femore. Insieme al
sacro, l'osso dell'anca forma il cingolo dell'arto inferiore o
pelvico. Per "bacino" si intende comunemente l'unione del
sacro con le ossa dell'anca.
Il femore è l'unico osso della coscia, il più lungo del
sistema. L'estremità superiore o "testa" è articolata con la
cavità cotiloidea delle ossa iliache; l'estremità inferiore è
fornita di una puleggia o troclea, su cui scivola la rotula,
osso discoide, articolato con la tibia
Come l‘ avambraccio, la gamba consta di due ossa lunghe
affiancate: la tibia, da un lato, che si articola con il femore, il
perone e l'astragalo; dall'altro, il perone, che si articola a sua volta
con la tibia e l'astragalo.
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Tarso e Metatarso. Insieme alle falangi e alle falangine, il tarso e il metatarso costituiscono
lo scheletro del piede, su cui gravita il peso di tutto il corpo. Tarso e metatarso costituiscono un
ponte o arco. Il metatarso consta di 5 ossa, dette appunto metatarsali. Le falangi sono 3 per ogni
dito; l'alluce ne ha soltanto 2.
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CAPITOLO 3.
LE ARTICOLAZIONI
La fisiologia associa al corpo umano tre piani, detti piani principali, che hanno
un’importanza fondamentale nella descrizione del movimento articolare. La posizione di
riferimento del corpo (posizione anatomica) che si usa per definire questi piani è quella eretta con
gli arti inferiori uniti. I piani principali normalmente definiti sono tre:
Il piano sagittale, definito come il piano di
simmetria del corpo;
Il piano frontale, definito come il piano
perpendicolare a quello sagittale che passa per il
centro di massa del corpo nella sua posizione di
riferimento;
Il piano orizzontale, definito come il piano
ortogonale agli altri due e passante per il centro
di massa del corpo.
E’ importante notare come questa
descrizione venga effettuata in modo oggettivo,
essendo legata all’identificazione del centro di
massa che non è un punto anatomico ed è interno al
corpo.
3.1 TIPOLOGIE DI ARTICOLAZIONI
Le articolazioni costituiscono il sistema di
connessione tra due o più segmenti ossei. Nell'esame di una
articolazione vanno presi in considerazione le superfici
articolari e i mezzi di connessione. Le articolazioni vengono
classificate in base al grado di mobilità che permettono le
superfici di contatto.
Si possono individuare tre tipi di articolazioni:
Fibrose: non sono dotate di movimento (es: ossa del
cranio);
Sinartrodiali: sono dotate di movimenti limitatissimi (es:
le articolazioni tra le vertebre)
Diartrodiali o sinoviali: dotate di ampia possibilità di movimento (es: ginocchia, anche, spalle)
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3.2 STRUTTURA DELLE ARTICOLAZIONI
La capsula articolare è costituita da un
manicotto di tessuto connettivo denso, che si
inserisce tra i segmenti ossei in connessione
rivestendo completamente l'articolazione.
I legamenti sono sostanzialmente dei
cordoni connettivali che uniscono un capo osseo
con l'altro. Sono molto resistenti e possono
situarsi all'interno o all'esterno della capsula
articolare.
I tendini si inseriscono direttamente
sulle ossa, servono a stabilizzare l’articolazione
ed a trasmettere le forze tra gli elementi che
mettono in connessione.
Le cartilagini articolari rivestono le superfici articolari. La cartilagine articolare è soffice,
comprimibile, estensibile e deformabile. Inoltre tende a riacquistare sempre il suo spessore di
riposo. Viene nutrita dal liquido sinoviale e non è vascolarizzata.
La membrana sinoviale secerne un liquido vischioso (liquido sinoviale) che ha lo scopo di
facilitare lo scorrimento tra le due superfici a contatto. In sostanza ha la stessa funzione di un
lubrificante su di un cuscinetto. Tappezza l’interno della cavità articolare, con l’eccezione della
cartilagine articolare.
Il liquido sinoviale riempie la cavità articolare. Ha la funzione di lubrificare l’articolazione
e di nutrire la cartilagine articolare che è priva di vascolarizzazione. È un liquido chiaro, trasparente
ad elevata viscosità, ottenuta grazie all’acido ialuronico. Il liquido sinoviale dei versamenti
infiammatori (artriti) è riccamente cellulato e poco viscoso.
3.3 LE ARTICOLAZIONI DEL CORPO UMANO
Le principali sono:
Articolazione del cranio
Articolazioni del tronco
- articolazioni della colonna vertebrale
- articolazioni vertebro-costali
- articolazioni costo-sternali
Articolazioni degli arti superiori:
- complesso articolare della spalla
- articolazione del gomito
- articolazione del polso
- articolazioni della mano
Articolazioni degli arti inferiori
- articolazione dell'anca
- articolazione del ginocchio
- articolazione della caviglia
- articolazioni del piede.
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Le ossa del cranio si articolano fra loro in maniera immobile o semimobile, pertanto sono
caratterizzate da articolazioni appartenenti al gruppo delle sinartrosi, quasi sempre suture. L’unica
articolazione intrinseca di tipo mobile è rilevabile fra la mandibola e l’osso temporale.
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Le articolazioni più mobili del nostro organismo per forma e struttura sono l’articolazione
della spalla e l’articolazione dell’anca. Queste articolazioni permettono tutti i movimenti:
flessione, estensione, adduzione, abduzione, circonduzione, intra ed extrarotazione
ARTICOLAZIONE DELLA SPALLA
ARTICOLAZIONE DELL’ANCA
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3.4 I MOVIMENTI
La flessione è il movimento che porta la parte anteriore della coscia verso il tronco, per cui
la coscia e tutto l'arto inferiore si
trovano anteriormente a un piano
frontale passante per il centro
dell'articolazione. L'ampiezza
massima della flessione è
condizionata da diversi fattori: a
seconda che essa sia di tipo attivo
o passivo e dalla flessione del
ginocchio. Nei movimenti attivi
dell'anca la flessione è di circa 90°
con ginocchio esteso e di 120° con
ginocchio flesso. Nella flessione
passiva i valori cambiano
rispettivamente in 120° e 140°.
L'estensione è il movimento che porta l'arto inferiore posteriormente al piano frontale.
Come per la flessione la sua ampiezza è differente a seconda che sia di tipo attivo o passivo
e che avvenga a ginocchio flesso o esteso.
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L'abduzione è il movimento che porta l'arto inferiore
esternamente allontanandolo dal piano di simmetria del
corpo.
L'abduzione dell'anca, misurata come angolo tra l'asse
longitudinale dell'arto inferiore e l'asse formato
dall'intersezione del piano sagittale e frontale, raggiunge i
45° se è di tipo attivo ma può arrivare a 180° in movimenti
passivi come nella "spaccata frontale" di una ballerina.
L'adduzione è il movimento che porta l’arto ad
avvicinarsi al piano di simmetria del corpo umano.
A causa del contatto degli arti inferiori non esiste un
movimento di adduzione "puro"; esso è possibile solo se
accompagnato da una lieve flessione o estensione dell'anca.
I movimenti di rotazione interna ed esterna
avvengono rispetto all'asse verticale dell'articolazione. La
rotazione esterna è il movimento che porta la punta del
piede in fuori, quella interna lo porta in dentro. La
relativa escursione massima viene misurata con il
ginocchio flesso di 90°.
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CAPITOLO 4.
IL SISTEMA MUSCOLARE
I muscoli costituiscono la parte attiva dell’apparato locomotore: sono loro infatti che,
seguendo le istruzioni ricevute mediante i nervi, permettono di muoversi. L’insieme dei muscoli
costituisce circa il 40% del peso totale del nostro corpo. Ognuno di noi ha circa 400 muscoli, molti
dei quali piccoli e poco potenti. I muscoli sono in contatto con varie strutture del corpo: con le ossa,
a cui sono collegati direttamente o per mezzo di un tendine, con la pelle (come i muscoli del viso) o
con le mucose ( come i muscoli della lingua).
4.1 LA STRUTTURA DEI MUSCOLI
I muscoli sono formati da un gran numero di fibre, raggruppate in fasci primari e avvolte da
una specie di guaina. A loro volta, questi fasci primari si suddividono e formano i cosiddetti fasci
secondari e terziari che, raggruppati, compongono l’intero muscolo. La membrana traslucida di
tessuto connettivo che riveste il muscolo è chiamata perimisio. Questa si prolunga formando i
tendini che uniscono i muscoli alle ossa.
Esistono due tipologie di muscoli, che si caratterizzano per i diversi movimenti che
compiono:
i muscoli a fibra striata detti volontari, grazie alle caratteristiche delle loro cellule, presentano
una serie di strisce o bande, chiare e scure, da cui prendono il nome. Le fibre striate sono di
colore rossiccio e formano quella parte del corpo detta “carne”. Unite alle ossa o alla pelle, si
muovono soltanto al nostro comando e sono caratterizzate da una contrazione rapida.
Appartengono a questo tipo di muscoli i bicipiti, i tricipiti, i quadricipiti, ecc. Il cuore è un
muscolo involontario, formato però da fibre muscolari striate.
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i muscoli a fibra liscia detti involontari, hanno la forma di un fuso e sono più piccoli di quelli a
fibra striata. Le fibre lisce si trovano esclusivamente nelle pareti degli organi, come lo stomaco
e la vescica. Sono di colore rosato e si muovono indipendentemente dalla nostra volontà. Si dice
per tanto, che la loro contrazione è lenta e involontaria. Appartengono a questo gruppo i muscoli
che formano le pareti dei vasi sanguigni e del tubo digerente.
Una forma diversa per ogni funzione. I muscoli non hanno un’unica forma. Dei circa 400
presenti nel corpo umano, ognuno ha una forma particolare, adeguata alla funzione che deve
svolgere. Se consideriamo i muscoli per affinità di forma e di funzione, possiamo raggrupparli in
cinque categorie:
a) fusiformi, a forma di fuso; questi muscoli grossi nella parte centrale e sottili alle estremità,
sono generalmente divisi in due o tre sezioni (ventri);
b) piatti e larghi, quelli della fronte e il cosiddetto retto addominale, nell’addome;
c) a forma di ventaglio, come i pettorali e i temporal;
d) orbicolari, a forma di occhiello, come quelli che circondano occhi e labbr;
e) anulari, quelli che chiudono i condotti e vengono chiamati sfinteri. Sono i muscoli che
chiudono la vescica o l’orifizio anale.
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LA CONTRAZIONE MUSCOLARE
Abbiamo già visto che un muscolo striato si contrae soltanto quando il cervello glielo ordina
inviandogli un messaggio. Sono questi i muscoli che mettiamo in moto quando decidiamo di
camminare, di correre, di muovere un braccio, eccetera.
Ma come accade ciò?
Da ogni muscolo a fibra striata parte una fibra sensitiva che informa il cervello o il
midollo spinale sullo stato di contrazione o distensione del muscolo; in risposta a ciò, il muscolo
riceve l’ordine di mantenere la stessa posizione o di modificarla.
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I muscoli a fibra liscia, invece, dipendono dal cosiddetto sistema nervoso autonomo, che
funziona indipendentemente dalla nostra volontà, provocando sistematicamente il movimento
necessario per il buon funzionamento dell’organismo. Così, per esempio, il movimento delle pareti
dell’apparato digerente fa sì che il cibo le percorra in maniera automatica, senza ricevere alcun
comando. Un altro compito importante dei muscolo lisci è mantenere la forma dei vasi sanguigni.
Vene e arterie, infatti, sono avvolte da uno strato di cellule muscolari più sottile di quello
dell’intestino, ma essenziale per facilitare il flusso sanguigno.
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4.2 COME SI NUTRONO I MUSCOLI
I muscoli sono delle macchine generatrici di movimento e come tali hanno bisogno di
“carburante”. Le sostanze che forniscono
energia ai muscoli sono principalmente
il glucosio, ma anche proteine e grassi,
con le quali è possibile produrre
glucosio, grazie a delle trasformazioni
chimiche che avvengono durante il
processo digestivo. Attraverso il sangue
il glucosio arriva ai muscoli, dove si
trasforma in riserva definita glicogeno,
indispensabile per il buon
funzionamento muscolare. Ogni
qualvolta il nostro organismo abbisogna
di energia, il glicogeno viene trasformato
di nuovo in glucosio. Oltre a ciò, alla
muscolatura, serve anche l’ ossigeno per
permetterle di utilizzare il glucosio.
4.3 LE PROPRIETÀ DEI MUSCOLI
I muscoli hanno due proprietà: l’elasticità e
l’eccitabilità.
La prima consiste nella capacità che hanno di
aumentare la propria lunghezza per tornare poi alle dimensioni
originarie.
La seconda è la sensibilità dei muscoli nei confronti
degli impulsi nervosi e degli stimoli esterni (cambiamenti della
temperatura, scosse elettriche, punture, ecc).
Esiste un altro stato dei muscoli definito tono
muscolare. Si tratta di una leggera tensione che i muscoli
presentano a riposo. Questa contrazione permette l’attività
posturale, quella che consente, ad esempio, di stare in piedi o
seduti.
4.4 PRINCIPALI MUSCOLI DA RICORDARE
- Muscoli del collo: sternocleidomastoideo, scaleni.
- Muscoli del tronco posteriore: trapezio, gran dorsale, paravertebrali, quadrato dei lombi;
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- Muscoli del tronco anteriore: gran pettorale, piccolo pettorale, torchio-addominale (obliqui e
retto-addominale), intercostali;
- Muscoli dell’arto superiore: deltoide, bicipite, tricipite, flessori ed estensori delle dita;
- Muscoli dell’arto inferiore: anteriori, quadricipite, tibiale anteriore, flessori ed estensori del
piede, posteriori, glutei, bicipite femorale; tricipite surale.
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CAPITOLO 5.
IL SISTEMA NERVOSO
5.1 IL CERVELLO
All’interno del nostro cranio c’è il centro direzionale dell’intero organismo: l’encefalo.
L’encefalo pesa circa 1300 grammi e il cervello ne costituisce la parte più voluminosa. Il cervello è
composto da un numero elevato di neuroni, le cellule che compongono il nostro sistema nervoso.
La superficie del cervello appare
rugosa, con numerose piegature,
dette circonvoluzioni e
scanalature, chiamate solchi se
piccole e scissure se di
dimensioni maggiori. La scissura
interemisferica lo divide in due
parti simmetriche: l’emisfero
destro e l’emisfero sinistro. Ogni
emisfero, a sua volta, è diviso da
altre scissure e risulta formato
dunque da quattro porzioni
definite lobi, che prendono il
nome dell’osso che li protegge
(lobo frontale, temporale,
parietale e occipitale).
Il cervello è costituito da
due strati:
la corteccia cerebrale, o materia grigia (sottile rivestimento che ricopre il cervello ed è formata
in gran parte da neuroni che ricevono le sensazioni e trasmettono ordini);
la materia bianca che costituisce il resto del tessuto del cervello ed è composta dai cosiddetti
dendriti o prolungamenti delle cellule nervose.
Alla materia grigia cerebrale giungono molti stimoli
provenienti dalle terminazioni nervose. Il cervello
reagisce a tali stimoli e sovrintende alle funzioni
dell’organismo, coordinandole. Nella materia grigia ci
sono i centri nervosi i quali hanno essenzialmente tre
funzioni:
2. Registrare, interpretare e immagazzinare le
informazioni provenienti dai vari organi di senso
per tradurle in specifiche sensazioni: udito, vista, olfatto, tatto, ecc.
3. Inviare ai muscoli gli impulsi motori che si trasformeranno in movimenti volontari: camminare,
correre, ecc.
4. Essere la sede dell’intelligenza, che permette di ricordare, ragionare, provare emozioni, ecc
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5.2 LE PARTI DELL’ENCEFALO
Di seguito vengono presentate le principali
parti dell’encefalo e alcune delle funzioni che
dipendono da quella specifica zona cerebrale.
Il cervelletto è un organo che pesa circa 10 volte
meno del cervello, è situato nella parte postero-inferiore del
cranio, sotto la regione occipitale del cervello. La funzione
principale è quella di coordinare le uscite motorie: infatti, le
lesioni cerebellari compromettono la coordinazione dei
movimenti degli arti e degli occhi, ma anche l'equilibrio.
Il ponte di Varolio è situato davanti al cervelletto e
rappresenta il luogo di “passaggio” di molte terminazioni
nervose. Agisce come stazione di trasmissione sia per le
terminazioni nervose che da tutto il corpo arrivano
all’encefalo, sia per quelle motorie, che dal cervello e dal
cervelletto inviano ordini verso il midollo spinale.
L’ipotalamo è la
parte dell’encefalo che fa
da ponte tra il sistema nervoso e il sistema endocrino: in
parte invia segnali attraverso il sistema nervoso, in parte attiva
la vicina ghiandola ipofisi perché liberi ormoni. È formato da
gruppi di cellule chiamati nuclei ipotalamici, ognuno dei quali
controlla funzioni come la temperatura corporea, l’appetito, il
sonno, ecc. L’ipotalamo infatti mantiene costante la
temperatura corporea e l’equilibrio dei liquidi, controlla la
sensazione di fame e di sete e stimola la secrezione degli
ormoni che intervengono nella crescita e nell’attività sessuale.
E’ collegato inoltre, ad altre zone del sistema nervoso fungendo da tramite tra la corteccia cerebrale,
gli organi di senso, l’apparato digerente e altri sistemi.
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Il talamo è un organo posto in profondità
dell’encefalo, è costituito da due corpi di materia grigia
di forma ovoidale situati sotto ogni emisfero del
cervello. Il suo compito è analizzare e mettere in
relazione gli impulsi ricevuti da ognuno degli organi
di senso, prima che questi vengano trasmessi all’area
sensoriale della corteccia cerebrale e diventino
sensazioni consapevoli.
Si tratta di una sorta di stazione intermedia per
l’informazione sensoriale: funziona come un punto di
trasmissione delle informazioni relative alle
sensazioni e al movimento. Il talamo, infatti, analizza gli impulsi che gli giungono dagli organi di
senso, per poi inviarli alla corteccia cerebrale.
5.3 LA PROTEZIONE DELL’ENCEFALO
L’encefalo è dotato di varie protezioni: innanzitutto è protetto dalle ossa craniche; sotto di
esse ci sono tre membrane chiamate meningi.
La più interna
è la pia madre, molto
sottile e ricca di vasi
sanguigni.
L’aracnoide è
un tessuto intermedio;
nello spazio che lo
separa dalla pia
madre, si trova il
liquido cefalo-
rachidiano (sostanza
liquida con il compito
di proteggere e nutrire
i centri nervosi).
Infine la
membrana più esterna
è la dura madre, che
aderisce allo stato
interno dell’osso ed è
la più fibrosa e
resistente.
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5.4 I NEURONI
Abbiamo già visto che i neuroni
sono cellule composte da una zona
centrale, detta corpo cellulare o soma, al
cui interno si trova il nucleo, e da alcune
ramificazioni di diversa lunghezza.
Queste ramificazioni sono di due
tipi: i dendriti, numerosi e abbastanza
corti, che ricevono gli stimoli provenienti
dall’esterno e l’assone, un prolungamento
molto lungo, che trasmette gli impulsi
verso l’esterno del corpo cellulare.
Tutte le sensazioni e gli ordini inviati alle diverse parti dell’organismo, entrano dall’encefalo
e dal midollo spinale tramite una fitta rete di nervi. I nervi sono fasci di fibre nervose; alcuni
partono dal midollo spinale passando attraverso gli orifizi intervertebrali (fori che si trovano nella
colonna vertebrale). Una fibra nervosa è formata, a sua volta, da una catena di neuroni.
Il prolungamento più lungo del
neurone si chiama assone ed è la parte
attraverso la quale viene trasmesso
l’impulso nervoso.
L’assone è avvolto da una sorta
di guaina protettiva, formata da una
sostanza, chiamata mielina. Lo stato di
mielina può variare. Essa non è altro
che la membrana plasmatica delle
cellule che vanno a rivestire il neurone.
La differenza principale tra questa
membrana e la altre è che possiede una
quantità di lipidi maggiore.
La sinapsi è una struttura altamente specializzata che consente la comunicazione tra le
cellule del tessuto nervoso. Attraverso la trasmissione sinaptica, l'impulso nervoso può viaggiare da
un neurone all'altro, utilizzando sia l’assone che i dendriti.
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5.5 IL SISTEMA NERVOSO
Il sistema nervoso è costituito da tre sistemi che lavorano in parallelo: il sistema nervoso
centrale (SNC), il sistema nervoso periferico (SNP) e il sistema nervoso autonomo (SNA).
5.5.1 Il Sistema Nervoso Centrale
Gli organi principali del sistema nervoso centrale sono l’encefalo e il midollo spinale.
L’encefalo è composto da tre organi: il cervello, il cervelletto e il tronco encefalico che
costituisce una sorta di collegamento tra encefalo e midollo spinale. Il midollo spinale è composto
di sostanza bianca all’esterno e di quella grigia all’interno, al contrario di quanto accade nel cervello
(la materia grigia nella sezione trasversale si presenta con la forma di “H”).
Il midollo spinale è un cordone di fibre nervose che parte dal tronco encefalico e corre
all’interno della colonna vertebrale. Ha forma quasi conica, è inserito e protetto dal forame
vertebrale, oltre che dal liquido cerebro-spinale e dalle meningi.
La sostanza bianca è composta da fasci di fibre nervose ascendenti e discendenti, le prime
portano informazioni di tipo sensitivo, le seconde portano i comandi motori ai muscoli.
5.5.2 Il Sistema Nervoso Periferico
Sistema nervoso periferico è il termine usato per descrivere tutti i nervi che si trovano
all’esterno del sistema nervoso centrale (SNC). Esso trasporta l’informazione sensoriale da tutto il
corpo al SNC, e porta i comandi dal SNC di nuovo ai muscoli, agli organi e alle ghiandole. I nervi
che raccolgono l’informazione dal SNC sono chiamati nervi efferenti o motori. I nervi periferici
sono connessi al SNC in coppia, emergendo tra le vertebre come nervi spinali. Ogni nervo spinale
contiene un sensore ed un nervo motore.
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Ci sono 31 coppie di nervi spinali connessi al midollo spinale. Inoltre, ci sono 12 coppie di
nervi cranici che connettono il tronco dell'encefalo e altre regioni del cervello. I nervi spinali che
entrano ed escono dal midollo spinale sono numerati come le vertebre che vi passano attraverso.
5.5.3 Il sistema nervoso autonomo
Il sistema nervoso autonomo (costituito dal sistema simpatico e parasimpatico) controlla
tutte le funzioni del corpo che normalmente non sono sotto un controllo conscio, come il battito
cardiaco, la respirazione, la digestione, anche mentre siamo addormentati.
Nei seguenti schemi possiamo riepilogare la struttura del Sistema Nervoso nei suoi tre principali
sistemi e interrelazioni.
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CENTRALE PERIFERICO
CERVELLO MIDOLLO SPINALE Simpatico Parasimpatico NERVI
CRANICI
NERVI
SPINALI
AUTONOMO
SISTEMA NERVOSO
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CAPITOLO 6.
GLI ORGANI DI SENSO
I cinque sensi sono le "finestre" che utilizziamo per raccogliere informazioni dal mondo esterno.
6.1 IL TATTO
Con un metro e mezzo di quadrato di superficie, sottilissima e complessa, la pelle è il più grande e il
più indefinibile degli organi di senso.
È anche il primo che si sviluppa nel feto
(già a otto settimane di gestazione, il bambino
reagisce se viene toccato) ed è fondamentale per
il nostro benessere, non solo fisico.
La pelle però non è tutta uguale: le
terminazioni nervose che registrano le
sensazioni e le trasmettono al cervello - circa
600 mila in tutto il corpo - sono più fitte sui
polpastrelli delle dita, sulla punta della lingua e
sulla mucosa delle labbra.
Ogni contatto attiva numerosi recettori,
corpuscoli nervosi situati nella cute, che
attraverso una serie di neuroni trasmettono al talamo - la regione del cervello che funge da "centro di
smistamento" per i messaggi provenienti dall'esterno - le sensazioni provocate dai diversi stimoli. Alcuni
recettori sono sensibili alla pressione, altri gli stimoli termici o al dolore: tutti trasformano gli stimoli fisici in
impulsi elettrici, che a loro volta provocano la liberazione di neurotrasmettitori che verranno elaborati e
interpretati dal cervello.
6.2 LA VISTA
Si calcola che l'ottanta per cento delle
informazioni che pervengono al nostro cervello
provengono da questo senso. Gli organi recettori della
vista sono gli occhi che sono strumenti ottici come il
miscroscopio o il telescopio ma al contrario di essi sono
molto più complessi ed accurati. Gli occhi possono
distinguere moltissimi colori possono adattarsi
velocemente alle variazioni di luce e possono mettere a
fuoco un'immagine automaticamente. L'apertura da dove
entra la luce si chiama pupilla. Le sue dimensioni
vengono regolate dall'iride che quindi controlla la quantità
di luce che entra nell'occhio. La luce poi passa dal
cristallino che è una lente che serve a mettere a fuoco
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l'immagine che infine viene proiettata sulla retina.
L'immagine che viene proiettata sulla retina
è capovolta rispetto a ciò che sta davanti ai nostri
occhi.Questa immagine viene convertita dalla retina
in impulsi sensoriali ed inviati al cervello tramite il
nervo ottico. Anche se gli occhi sono uguali ognuno
di noi ne ha uno che il cervello privilegia nel
processare le informazioni; questo viene chiamato
occhio dominante.
La percezione è il passo successivo
all'acquisizione: dopo che gli occhi hanno convertito
gli stimoli luminosi in informazioni neurali il nostro cervello deve codificare queste informazioni per
ricostruire internamente l'immagine che gli occhi hanno acquisito e interpretarla al fine di estrarne
rappresentazioni utili del mondo che ci circonda. Infatti noi non vediamo “gradazioni di luce” o un insieme
di linee curve o rette ma vediamo facce, persone, oggetti, scritte, paesaggi, ecc.
L'interpretazione del mondo quindi è una traslazione una trasposizione sotto un'altra forma della
realtà: il cervello aggiunge sottrae riorganizza e codifica le informazioni sensoriali che gli arrivano per
fornire un'interpretazione il più possibile esatta del mondo esterno.
6.3 L’UDITO
L’udito è l’unico senso che ci permette di sapere cosa succede nel nostro ambiente, infatti non
dobbiamo guardare il ramoscello che si spezza per sapere che c’è qualcuno che sta camminando dietro di noi
nel buio. Questa abilità fornisce importanti vantaggi per la sopravvivenza di tutte le specie animali. Inoltre la
struttura della società umana richiede l’utilizzo del linguaggio orale che richiede la sofisticata e rapida analisi
dei suoni di cui è composto, garantita proprio dalle strutture dell’orecchio ed in particolare dell’orecchio
interno, la sua centralina elettrica.
L’orecchio esterno
raccoglie le onde sonore e
funzionando come un imbuto le
convoglia in uno stretto tubo
(condotto uditivo esterno) che
va all’interno dell’orecchio.
Alla fine del condotto uditivo
esterno c’è la membrana del
timpano.
Il timpano è una
membrana sottile che vibra
quando viene colpita dalle onde
sonore. Divide la zona detta
orecchio esterno dall’orecchio
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medio. È collegata ad una serie di tre ossicini che si trovano proprio all’interno dell’orecchio medio.
Questi ossicini si chiamano martello, incudine e staffa. La catena ossiculare trasmette le vibrazioni
sonore in un piccolo organo dell’orecchio interno detto coclea (o chiocciola) che è una struttura che ha la
forma del guscio della chiocciola.
L’orecchio interno è pieno di liquidi che trasmettono i cambiamenti di pressione all’interno della
coclea. Dentro la coclea si trovano le cellule ciliate che catturano le vibrazioni sonore e mandano impulsi
nervosi al nervo acustico. Il nervo acustico porta il messaggio sonoro fino al cervello, dove il suono viene
interpretato e capito.
6.4 L’OLFATTO
L’olfatto permette la percezione delle sostanze
chimiche volatili, ovvero disperse nell'aria, mediante
recettori sensoriali specializzati. L'olfatto, insieme al
gusto, viene perciò definito come “senso chimico”.
Tra gli aspetti più oscuri era la capacità
dell’olfatto di distinguere e immagazzinare in una
sorta di “memoria olfattiva” circa diecimila odori
differenti. Sono stati identificati un gruppo di un
migliaio di geni: questi controllano la produzione di
altrettante proteine che funzionano da recettori
sensoriali. Tali recettori sono localizzati nella
membrana delle cellule olfattive, le quali occupano
una piccola zona dell’epitelio che riveste la parte dorsale della cavità nasale.
Ogni cellula olfattiva è un neurone bipolare, cioè
caratterizzato da due prolungamenti: uno rivolto verso
l’ambiente esterno e deputato alla percezione dello
stimolo odoroso, l’altro che si prolunga in senso opposto a
formare il nervo olfattivo.Ogni cellula olfattiva è
altamente specializzata nella percezione di pochi odori.
Da essa si diparte una sottile fibra nervosa, che giunge
direttamente a uno dei circa duemila glomeruli situati nel
bulbo olfattivo.
A ogni glomerulo arrivano le fibre nervose di
cellule olfattive dotate dello stesso tipo di recettori. Da
tali “microregioni” del bulbo olfattivo l’informazione
raggiunge porzioni cerebrali nelle quali confluiscono anche gli stimoli provenienti da numerosi altri recettori
olfattivi, che vengono elaborati e combinati fra loro. Alla fine, si produce uno schema che descrive con
precisione tutte le componenti di un determinato odore e ci consente di associarlo a un particolare elemento
(ad esempio, un profumo a un fiore, un odore sgradevole a un cibo avariato). Ciò permette di richiamarne la
sensazione anche in altri momenti.
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6.5 IL GUSTO
Il gusto è il senso deputato alla percezione dei sapori
attraverso cellule specializzate (recettori) sensibili alla
concentrazione e alle caratteristiche chimiche delle sostanze
in soluzione.
I recettori del gusto sono perciò chemiorecettori; si
trovano principalmente sulla superficie della lingua e, in
misura minore, nel palato molle, nella faringe, nella laringe.
Il numero dei recettori declina con l’età fino a dimezzarsi
verso gli 80 anni, con riduzione della capacità gustativa.
I chemiorecettori del gusto sono riuniti in strutture
invisibili a occhio nudo, le gemme gustative (o bottoni
gustativi), che ne contengono in numero variabile (da 30 a
100). Le circa 9000 gemme gustative a loro volta sono
localizzate alla sommità o ai lati di strutture più grandi, le
papille gustative, che sono invece visibili. In base alla
forma, si riconoscono papille gustative fungiformi, foliate e
circumvallate. Ogni tipo di papilla gustativa contiene un
numero variabile di gemme gustative, da una sola a oltre
200; è rivestito da cellule epiteliali soggette a rapido
rinnovamento che, distaccandosi, formano sulla superficie
della lingua una sorta di patina di colore biancastro. La
presenza di papille in rilievo ha lo scopo di aumentare la
superficie destinata alla percezione sensoriale.
Il sapore delle diverse sostanze assunte viene percepito in bocca, quando la superficie della lingua,
attraverso i calici gustativi ( così sono chiamati i recettori presenti nelle papille) viene a contatto con il cibo.
Esistono tipi diversi di calici gustativi, associati a diversi tipi di papille. Questa varietà consente di
differenziare le sensazioni percepite: abbiamo recettori per il sapore DOLCE, altri per il SALATO, altri per
l’ACIDO e altri infine per l’AMARO. I recettori per il dolce sono presenti per lo più sulla punta e sul dorso
della lingua, quelli per il salato alla punta e ai bordi, quelli per l’acido ai bordi, quelli per l’amaro sul dorso e
sulla parte posteriore della superficie linguale
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DOMANDE DI AUTOAPPRENDIMENTO
1. Cos’è la cellula?
2. Cos’è un tessuto? Elencare i principali tipi di tessuti e le loro funzioni.
3. Quali sono le funzioni svolte dalle ossa?
4. Quali ossa si articolano rispettivamente con il femore e l’omero?
5. Come si compone un osso?
6. Quali sono le tipologie di ossa?
7. Che cosa si intende per articolazione?
8. Citare un’articolazione capace di tutti i movimenti e descriverla.
9. Molto sommariamente descrivere che cos’è un muscolo.
10. Dove si trova il Deltoide? Il Tricipite?
11. Da che cosa è costituito il SNC? (sistema nervoso centrale)
12. Da cosa è regolato il funzionamento delle ghiandole?
13. In che modo avviene la trasmissione dell’influsso nervoso?
14. Quali sono gli effetti benefici del movimento sugli apparati del nostro organismo?
15. In quante parti è suddiviso lo scheletro e che funzioni svolge?
16. Come sono chiamate le tre curve fisiologiche della colonna vertebrale?
17. Da quali ossa è composta l’articolazione dell’anca e quali movimenti possiede?
18. In quali regioni corporee si trovano le seguenti ossa: omero, perone, atlante, carpo, ulna,
ischio, metatarsi, falangi e femore?.
19. Saper definire, con la corretta terminologia, i principali movimenti che avvengono a livello
delle maggiori articolazioni degli arti superiori, inferiori e del tronco.
20. Saper definire, con la corretta terminologia, le principali regioni corporee del nostro corpo.
21. Quali sono i modi per rendere il nostro corpo più stabile e quindi in maggior equilibrio?
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BIBLIOGRAFIA
- Barillè A., Esplorando il corpo umano, Ed. Deagostini
- Blandine, Calais, Germain, Anatomia e movimento, Ed. L’Arciere
- Kimber , Gray, Stackpole, Anatomia e fisiologia, Edizione Piccin
- Manfredi L., Paoletti P., Uomo salute malattia, Ed. Clitt
SITOGRAFIA
- www.anatomytrains.it
- www.bams.unich.it
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- www.dmuvialba.unimi.it
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