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OPERA ARMIDA BARELLI PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO CORSO PER OPERATORE SOCIO SANITARIO SEDE DI LEVICO TERME IL BISOGNO DI ALIMENTAZIONE (Modulo Generale 1 Unità Didattica n° 6) A cura di: Alessandro Duca Docente: Alessandro Duca Data di pubblicazione: 29 settembre 2014 Materiale didattico ad uso interno

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OPERA ARMIDA BARELLI

PROVINCIA AUTONOMA

DI TRENTO

CORSO PER OPERATORE SOCIO SANITARIO

SEDE DI LEVICO TERME

IL BISOGNO DI ALIMENTAZIONE

(Modulo Generale 1 – Unità Didattica n° 6)

A cura di: Alessandro Duca

Docente: Alessandro Duca

Data di pubblicazione: 29 settembre 2014

Materiale didattico ad uso interno

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2 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

INDICE:

Maslow – teoria dei bisogni p.3

Principali errori alimentari p.3

Fattori che infuiscono sulla nutrizione p.4

Disturbi patologici legati al bisogno di alimentazione p.4

Disturbi che possono rendere difficoltosa l’alimentazione p.6

Principi assistenziali alla persona con nausea e vomito p.7

Assistenza durante i pasti p.9

Organizzazione generale della preparazione e distribuzione del vitto nelle istituzioni

e strutture protette p.11

Rilevazione del peso corporeo p.13

Nutrizione enterale p.16

Nutrizione parenterale p.18

Test di autovalutazione p.21

Bibliografia p.21

Glossario p.22

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3 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

“La tua medicina sia il tuo cibo” (Ippocrate)

“Noi siamo quello che mangiamo” (Feuerbach)

Maslow, psicologo americano, elabora, tra gli anni ’40 e ’50, la famosa teoria della piramide dei bisogni:

5. Autorealizzazione (divenire ciò che si è)

4. Stima (fiducia, prestigio)

3. Sociali (affetto/appartenenza/identificazione)

2. Sicurezza (accudimento)

1. Primari (respirazione, alimentazione, riproduzione, sonno, omeostasi)

Un’alimentazione sana è una condizione necessaria ma non sufficiente per conservare o riconquistare lo stato di salute.

BENESSERE – ALIMENTAZIONE LEGAME STRETTISSIMO TRA PATOLOGIE ED ERRORI ALIMENTARI

Principali errori alimentari nella civiltà industrializzata:

1. Eccesso alimentare

2. Alimentazione sbilanciata (iperproteica, iperlipidica, in gran parte di origine animale)

3. Condizioni ambientali non idonee (in fretta, in ambienti affollati, in presenza di cattivi odori,ad orari irregolari)

4. Consumo di alimenti (o “prodotti”) manipolati industrialmente (ad es. latte artificiale, merendine, presenza di

antiossidanti, conservanti, coloranti, esaltatori di sapidità, aromi “naturali”

Gli stimoli che inducono una risposta al bisogno di alimentazione sono:

Fame: bisogno fisiologico, bisogno aspecifico

Appetito: procurarsi un piacere, bisogno specifico di una particolare sostanza(ho voglia di..), spesso stimolato da

un’alimentazione sbilanciata che provoca carenze di determinati nutrienti, vitamine, sali minerali, oligoelementi. -Esiste una

sfasatura tra la sazietà fisiologica e la sazietà psicologica.-

Sete: bisogno di riequilibrare i liquidi all’interno dell’organismo; viene influenzata dagli alimenti ingeriti, dalla temperatura e

umidità ambientale, dall’attività fisica svolta, da alterazioni dell’omeostasi (febbre), disturbi dell’apparato digerente

(diarrea/vomito).

Disidratazione: alterazione dell’equilibrio idroelettrolitico

D. Ipertonica: maggiore perdita di acqua con aumento dei livelli plasmatici di sodio (sudorazione intensa- il sudore è ipotonico)

D. Isotonica: perdita di acqua ed elettroliti in proporzioni equilibrate (diarrea/vomito)

D. Ipotonica: maggiori perdite di sali che di acqua con diminuizione dei livelli plasmatici del sodio (diuretici)

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4 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

Fattori che influenzano l’alimentazione

L’alimentazione è l’atto di alimentarsi e di procurarsi nutrienti. E’ l’assunzione di alimenti naturali, attraverso le vie naturali-

fisiologiche.

FATTORI FISICI/BIOLOGICI

1. Efficienza ed integrità dell’apparato digerente ad iniziare dalla bocca(dentatura, protesi), esofago (di Barrett), stomaco

(ernia iatale, gastrite, ulcera), duodeno (ulcera, duodenite), digiuno, colon (colite, diverticolite), ecc..

2. Appetito e stimoli che lo aumentano o diminuiscono

3. Intolleranze alimentari (es. celiachia) o allergie (es. latte, uova, crostacei, ecc..)

4. Efficienza motoria legata all’età (giovane o anziana) o a patologie che la influenzano direttamente (es. artrosi) o

indirettamente (es. deficit visivo).

5. Età: neonati, adolescenti,adulti e anziani hanno esigenze nutrizionali diverse e diversi metabolismi.

FATTORI AMBIENTALI

1. Il clima e quindi la temperatura ambientale influenzano la scelta dei cibi e la disponibilità stagionale (frutta e verdura)

2. Ambiente idoneo (condizioni igieniche, pulizia, odori, rumore)

FATTORI CULTURALI/GEOGRAFICI/RELIGIOSI

FATTORI ECONOMICI

1. Benessere o indigenza

DIPENDENZE DA SOSTANZE

1. Alcool, fumo, droga

PATOLOGIE CON SINTOMI DISTURBANTI O TERAPIE CON EFFETTI COLLATERALI ANORESSIZANTI

1. Oncologia (nausea, dolore, dispnea, stipsi)

2. Patologie neurologiche (disfagia)

3. Chemio e radio terapia

DISTURBI PATOLOGICI LEGATI AL BISOGNO DI ALIMENTAZIONE

Malnutrizione= si definisce ogni disordine della nutrizione; può essere dovuta a dieta non bilanciata o insufficiente,oppure ad

alterazioni dei processi di assorbimento e di utilizzazione dei cibi. ( Dorland )

Denutrizione= cessazione o insufficienza dei processi nutritivi con conseguente atrofia ( cachessia ) e degenerazione ( edemi da

carenza proteica- ascite idremica provocata da un aumentato contenuto di acqua nel sangue ; amenorrea nella donna ).

Obesità = aumento del peso corporeo ( del 15-20% ) che va oltre i limiti delle esigenze scheletriche e fisiche e che da il risultato

di un eccessivo accumulo di grasso nel corpo.

Si distinguono : l’obesità dell’adulto ( ipertrofia degli adipociti ); obesità costituzionale ( iperplasia + ipertrofia degli adipociti )

che colpisce per lo più i bambini. Si differenziano inoltre due fenotipi ( espressione di un singolo gene o coppia di geni ) per

distribuzione del grasso corporeo: ginoide ( donna ) che determina un accumulo preferenziale nella regione gluteo-femorale;

androide ( uomo ) con accumulo preferenziale nella regione addominale.

L’obesità incide sulla salute affaticando l’organismo esponendolo a complicazioni a carico di vari organi ed apparati :

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5 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

cuore, sovraccarico di lavoro per irrorare una maggiore massa corporea; apparato vascolare, aterosclerosi e ipertensione; apparato

scheletrico, schiacciamenti vertebrali, lesioni articolari; aumentato rischio post-operatorio in caso d’ intervento

chirurgico,deiscenza e infezione della ferita chirurgica; apparato respiratorio, apneee ostruttive notturne ( C-PAP ventilazione ad

aria compressa con regolazione pressoria variabile in base alla prescrizione dello specialista dopo studio del paziente ) e ridotta

distensibilità della gabbia toracica; sistema endocrino,intolleranza glucidica,diabete,irregolarità mestruali; esistono inoltre studi

che associano l’obesità ad un aumentato rischio tumori ( endometrio, colo rettale, colecisti,renale, mammella nella menopausa e

testicolo ).

Si viene a creare inoltre un circolo vizioso nel quale la persona obesa dovrebbe fare attività fisica per contrastare l’aumento di

peso ( migliorando il metabolismo ) ma non è in grado di praticarla. Ciò comporta spesso dei problemi psicologici di isolamento e

di natura estetica ( immagine negativa nella società ).

Gran parte dei problemi di obesità sono legati ad un eccesso di apporto calorico; spesso subentra anche una alterata immagine di

sé ( come l’anoressica/o si vede grassa/o, il grasso si vede normale ). Infatti i bambini figli di genitori obesi sono esposti ad un

aumentato rischio di predisposizione all’obesità.

L’obesità è una patologia che necessita di un approccio multidisciplinare sia di tipo medico (

dietologo,diabetologo,endocrinologo,chirurgo,ortopedico ) che di altre professioni come il dietista, lo psicologo, il personal

trainer.

Esistono vari strumenti per valutare il grado di obesità:

1. IMC o BMI che rappresenta il rapporto tra il peso corporeo espresso in kg e l’altezza in m quadrati sottopeso <18.5 ;

normopeso 18.5-24.9; sovrappeso 25-29.9; obesità moderata 30-34.9; obesità severa 35-39.9; obesità grave > 40. ( es.

peso 74 kg. e altezza 1.76m → 74/3.0976= 23.88 ).

2. Misurazioni antropometriche ( ad es. giro vita – valori soglia : 102 cm maschio e 88 cm femmina ).

3. Plicometria che misura con il plicometro lo spessore delle pliche cutanee ( bicipitale,tricipitale,sottoscapolare e

sovrailiaca sulla linea mediana ascellare ).

4. Impedenziometria che misura la bio resistenza dei tessuti corporei al passaggio di una corrente elettrica a bassa potenza e

alta frequenza.

Bulimia: disturbo caratterizzato da episodi di fame esagerata che continua fino a quando insorge dolore addominale,sonno, o

vomito autoindotto. Dà consapevolezza di comportamento anomalo e provoca depressione del tono dell’umore dopo l’esagerata

ingestione di cibo. Si alternano periodi di iperalimentazione a periodi di alimentazione normale o digiuno. Differisce

dall’anoressia,in cui si possono avere episodi bulimici, in quanto nella bulimia non si hanno mai importanti perdite di peso. Le

caratteristiche tipiche del comportamento bulimico sono:

ingestione di una quantità eccessiva di cibo(diverse migliaia di calorie) in poco tempo e di nascosto dagli altri;

sensazione di non poter controllare questo comportamento;

l’eccessiva ingestione di cibo è preceduta e seguita da un forte stress emotivo.

Dopo l’episodio compulsivo la persona bulimica viene colta da un forte senso di colpa e si punisce vomitando; può arrivare ad

usare diuretici e lassativi nel tentativo di perdere peso.

Se questo comportamento diventa ripetitivo, con cadenza frequente (tre volte alla settimana, per tre mesi) si è di fronte ad un

segnale di disordine alimentare.

Si viene ad instaurare una vera e propria dipendenza dal cibo, con una totale perdita di controllo e vomitando incessantemente (si

possono evidenziare, in questi soggetti, lesioni dello smalto dei denti da contatto con l’acido cloridrico dei succhi gastrici e

callosità alle dita delle mani, tanto il gesto viene ripetuto).

L’anoressia: disordine mentale, che si ha soprattutto nelle donne, caratterizzato dal rifiuto a mantenere un peso corporeo minimo

normale, grossa paura dell’obesità che non diminuisce con la riduzione del peso, disturbi dell’immagine corporea determinati

dalla sensazione di essere grasso nonostante l’estrema emaciazione e la amenorrea (nelle donne).

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6 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

Si associa al rifiuto della malattia, alla resistenza alla psicoterapia e/o alla terapia farmacologica, ad una marcata riduzione della

vita sociale, al vomito autoindotto, abuso di lassativi e diuretici. Spesso è necessaria l’ospedalizzazione per prevenire la morte da

inedia.

Una persona anoressica comincia con l’evitare cibi ritenuti grassi e a preferire alimenti “sani” e poco calorici. E’ ossessionata

dalle calorie, dalla composizione dei cibi e dalla bilancia.

Fare diagnosi nei soggetti adolescenti può risultare difficile per i cambiamenti fisici tipici di quest’età caratterizzata da rapidi

cambiamenti del rapporto peso/altezza. Questo comportamento patologico, si può manifestare o con riduzione costante della

quantità degli alimenti ingeriti, o con alimentazione compulsiva seguita da vomito autoindotto, iper-attività fisica per perdere

ulteriormente peso.

“E’ il sintomo di una parola che non riesce a esprimersi altrimenti. E’ il sintomo di un desiderio perso nel tentativo disperato di

adattarsi alle aspettative degli altri.” (“Volevo essere una farfalla” ed.Mondadori di Michela Marzano, filosofa e scrittrice).

Anoressia e cachessia neoplastica

Sindrome caratterizzata da marcata malnutrizione calorico-proteica con involontaria,progressiva perdita di peso e tessuto

muscolare associata a mancanza di appetito ( anoressia ) , sazietà precoce e astenia. E’ di solito attribuibile principalmente a tre

fattori :

- diminuita assunzione di nutrienti per patologia neoplastica del tratto gastrointestinale o a causa degli effetti collaterali dei

chemioterapici ( nausea e vomito );

- liberazione di proteine ( citochine ), da parte del tumore,che provocano un disequilibrio ipotalamico ( alterazione dello

stimolo della fame e senso di sazietà e conseguente anoressia ;

- la patologia oncologica crea processi infiammatori nell’organismo che aumentano il metabolismo.

Riguarda più dell’80% dei pazienti oncologici in stadio avanzato di malattia ed ha un impatto pesante sulla prognosi

riducendo sia la risposta alle terapie ( farmacologiche,radiologiche e chirurgiche ) che l’efficienza della risposta immunitaria.

Peggiora la qualità di vita del paziente poiché diminuisce la capacità di svolgere le A.V.Q ( attività della vita quotidiana ) e

provocando l’isolamento sociale.

DISTURBI CHE POSSONO RENDERE DIFFICOLTOSA L’ALIMENTAZIONE

Disfagia : difficoltà nella deglutizione; è una alterazione della deglutizione di cibo semisolido o solido,liquido o entrambi. Può

essere classificata in due modi: o in base alla sede anatomica coinvolta ( orofaringea ed esofagea ) o in base al tipo di lesione (

neuromotoria – da lesioni neurologiche – oppure meccanica – da alterazioni anatomiche. Nel 75% la D.O. dipende dall’ictus ( ed

è temporanea nel 90% dei casi ), dalle demenze e dal morbo di Parkinson ( progressiva e permanente ). La D.O. è caratterizzata

dalla difficoltà ad iniziare la deglutizione; la D.E. è invece caratterizzata dal rallentamento o dall’impedimento del passaggio del

cibo dall’esofago allo stomaco.

La disfagia si manifesta con residui di cibo in bocca, tosse, soffocamento, voce gorgogliante, rigurgiti durante o dopo il pasto.

Negli anziani questa patologia è comune per varie ragioni: ridotta secrezione salivare, minore efficienza dei nervi della laringe,

patologie croniche , assunzione di farmaci. Può comportare malnutrizione e disidratazione; polmonite ab ingestis ( D.O. ).

Dispepsia : alterazione della capacità o delle funzioni digestive. Può essere legata a patologie gastro-intestinali ( dispepsia di

origine atonica, gastrica, colica, salivare ).

Si può associare a sintomi come:

- alitosi

- pirosi gastrica ( reflusso gastro-duodenale )

- eruttazione ( legata all’ingurgitare i pasti )

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7 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

- flatulenza ( fenomeni fermentativi intestinali )

Condizioni cavo orale

Il cavo orale con mucosa integra, dentizione adeguata e salivazione nella norma ( da 1 a 2l/ die ) contribuisce in maniera

importante a facilitare una corretta nutrizione. L’efficiente masticazione, l’ insalivazione del cibo sono processi importanti della

digestione che inizia in bocca ( la triturazione del cibo facilita il contatto con enzimi come la ptialina che predigerisce gli amidi ).

La saliva aiuta a mantenere integri sia i denti, abbassando l’acidità della bocca, che la mucosa orale, grazie alla presenza di

sostanze che regolano la flora batterica ( lisozima enzima antibatterico e immunoglobuline con azione antibatterica e antivirale ).

Fattori che riducono la secrezione salivare sono:

- scarsa idratazione e alimentazione per os ;

- febbre;

- clima secco;

- terapie radianti del capo/collo;

- disturbi respiratori ( russare, patologie delle alte vie respiratorie;

- ansia ( adrenalina ).

Osservazioni del cavo orale per valutare:

- integrità mucosa orale ( rappresenta la prima barriera contro le infezioni ) da alterazioni come:

sanguinamenti,afte,ulcere,micosi.

- integrità apparato dentale ( la masticazione inizia il processo digestivo ) da alterazioni come:

edentia,carie,mobilità,protesi inadeguate.

- presenza riflesso faringeo della deglutizione valutando asimmetrie o alterazioni motilità dell’ugola.

( ALTERAZIONI DA INFIAMMAZIONE: rubor,dolor,calor,tumor )

I PRINCIPI ASSISTENZIALI ALLA PERSONA CON NAUSEA E VOMITO

La nausea (sensazione di vomito imminente) è determinata da una distensione dello stomaco, del duodeno o dell’esofago. La

nausea può essere accompagnata da una sensazione generale di malessere con debolezza, vertigini, mal di testa, sudorazioni,

conati di vomito, pallore cutaneo.

IL VOMITO

E’ un importante meccanismo di difesa dell’organismo che, attraverso contrazioni dell’addome, dell’esofago e della faringe ed il

rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore, provoca lo svuotamento del materiale che si trova nello stomaco, attraverso la

bocca.

Il riflesso del vomito è comandato dal centro del vomito che si trova nel midollo allungato.

Il meccanismo del vomito. II contenuto gastrico viene premuto nell’esofago ed espulso all’esterno dall’azione combinata di

contrazioni addominali, compressione da parte del diaframma e movimenti di espirazione.

Le cause del vomito.

Le cause sono di varia natura:

- Conseguenza di un sano riflesso di difesa che costringe ad espellere cibi non tollerati dall’organismo;

- Aumento della pressione all’interno dello stomaco dovuta ad un riempimento eccessivo;

- Disturbi e ostacoli al deflusso (passaggio) gastro-intestinale;

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8 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

- Aumento della pressione cerebrale dovuto a traumi del cranio e/o del cervello, tumori, ecc. In questo caso si parla di

“vomito centrale”.;

- Disturbi dell’apparato vestibolare (deputato all’equilibrio) dovuti a sindromi vertiginose, mal d’auto, mal di mare

(cinetosi);

- Vomito in corso di gravidanza;

- Vomito indotto da farmaci emetici o da stimolazione manuale (tipico nella bulimia e nell’anoressia mentale);

- Vomito riflesso nel caso di dolore viscerale (coliche addominali, renali, infarto del miocardio).

Complicanze correlate al vomito

Il vomito continuo o molto frequente causa disidratazione, squilibri elettrolitici (dovuta alla perdita importante di sali), anomalie

del metabolismo e astenia (debolezza) psicofisica. Nei neonati, nei bambini piccoli, negli anziani e nei soggetti già debilitati, può

instaurarsi rapidamente un quadro clinico pericoloso.

Un’altra complicanza deriva dalla possibilità che il materiale gastrico, venga accidentalmente inspirato (vedi interventi

assistenziali).

Interventi assistenziali in caso di vomito

- Dimostrare un atteggiamento comprensivo e non disgustato

- Posizionare la persona secondo le sue condizioni, aiutarlo a stare seduto; se è privo di conoscenza o debole o appena

operato, metterla in posizione laterale e tenergli la testa abbassata per prevenire le broncopolmoniti ab ingestis (da

ingestione del materiale vomitato, nell’albero respiratorio)

- Sorreggere la bacinella reniforme, disporre teli monouso, togliere eventuali protesi mobili

- Sorreggere con una mano la fronte, per infondere sicurezza, far respirare profondamente la persona e premere con le

mani l’eventuale ferita

- Rimuovere al più presto la biancheria sporca, fare rinfrescare il viso e sciacquare la bocca, Arieggiare la stanza, lasciare a

portata di mano bacinella, fazzoletti, teli monouso per eventuali altri episodi di vomito

- Annotare la quantità e l’aspetto del materiale vomitato e riportare all’Inf. l’accaduto. Attenzione: se materiale vomitato

anomalo lasciare in visione in vuotatoio all’Inf.

Ciò che si deve osservare e riferire in caso di vomito

Stato del paziente: se cosciente, lucido oppure se vi è stata perdita di coscienza, se agitato, tachicardico, dispnoico,

pallido, sudato, …)

Il momento d’insorgenza (prima o dopo il pasto, a digiuno, indipendentemente dall’assunzione di cibo);

Le modalità di espulsione: preceduto o meno da nausea, con conati e dolore, senza sforzo con piccole quantità, a

getto senza alcun preavviso;

La frequenza: ogni tanto, spesso;

Il materiale espulso – tipo di vomito emesso:

Alimenti residui digeriti o non digeriti vomito alimentare

Colore biancastro: succhi gastrici o saliva e muco

Da verde a verde scuro: biliare vomito biliare

Rosso vivo o striature ematiche: sangue fresco vomito ematico

Nero come i fondi del caffè (ematemesi): emorragia a carico dello stomaco o dell’esofago, quando il

sangue è alterato dall’azione dell’acido cloridrico, presente nello stomaco ematemesi

Marrone, con odore di feci (fecaloide): per il reflusso di materiale intestinale. vomito fecaloide

corpi estranei ingeriti, che hanno causato il vomito.

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9 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

L’ASSISTENZA DURANTE I PASTI

Un’atmosfera tranquilla, la compagnia di persone gradevoli, una posizione comoda, un’apparecchiatura gradevole e appropriata,

la pulizia l’assenza di cattivi odori, sono tutti elementi che favoriscono l’assunzione del cibo.

L’assistenza nella somministrazione del cibo:

Imboccare richiede molta sensibilità e capacità d’immedesimazione. Imboccare una persona non è tanto una questione del fare,

bensì del saper fare basato sulla delicatezza, la dedizione, la pazienza.

Assistere la persona in quest’attività, significa anche abbellire con un fiore il suo tavolino, magari il giorno del suo comp leanno, o

quando ricomincia a mangiare dopo un lungo digiuno, o semplicemente per rendere più lieto un giorno qualsiasi. “Bisogna donare

al cuore, non alla mano”, diceva il poeta Rilke. E la Bibbia ricorda che “non di solo pane vive l’uomo”.

La persona deve essere assistita in maniera adeguata rispetto al suo problema, va quindi ricordato che anche per l’alimentazione,

si devono sempre stimolare le capacità che essa ancora possiede.

Sistemare la persona in posizione seduta, regolando il tavolino servitore alla giusta altezza;

Sistemare le persone impedite nella migliore posizione possibile, controllare le eventuali protesi dentarie, assicurarsi che abbiano

il riflesso della deglutizione, proteggere con bavagli o traverse la biancheria personale e del letto; impiegare gli ausili da tavola, se

necessario.

E’ fondamentale agire con cordialità e professionalità, rispettando i tempi della persona assistita.

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10 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

Sono utili per mangiare e bere:

- Piatti che impediscono la fuoriuscita del cibo;

- Bordi alti da applicare ai piatti normali o piatti con bordo extra alto (fig. (8.7);

- Contenitori con manici per bicchieri e tazze;

- Bicchieri con beccuccio, tazze speciali (fig.8.8);

- Piatti e bicchieri con base a ventosa;

- Posate speciali per mano destra e sinistra;

- Reggi posate con laccio al polso;

- Sottopiatti e sottobicchieri anti scivolo.

INDICAZIONI GENERALI PER LA DISTRIBUZIONE/SOMMINISTRAZIONE DEL PASTO

Gli spazi vuoti sono a disposizione degli studenti che potranno annotarvi le considerazioni emerse durante la discussione in

classe

1) MOMENTO INFORMATIVO

Raccogliere le informazioni che consentono di attuare un intervento mirato e sicuro:

2) MOMENTO ORGANIZZATIVO

Preparare la persona, sé stessi, l’ambiente, il materiale occorrente

Persona:

L’ambiente:

Il materiale occorrente:

3) MOMENTO ESECUTIVO

Eseguire l’intervento (rispettando i principi igienici, di sicurezza, etici)

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11 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

4) MOMENTO VALUTATIVO (valutazione del risultato)

Persona:

L’ambiente:

Il materiale occorrente:

ORGANIZZAZIONE GENERALE DELLA PREPARAZIONE 0 E DISTRIBUZIONE

DEL VITTO NELLE ISTITUZIONI E STRUTTURE PROTETTE

L’OSS svolgerà la propria attività nei servizi di tipo socio-assistenziale, socio-sanitario, residenziale e semi-residenziale, in

ospedale ed a domicilio delle persone assistite.

Il contesto lavorativo modifica alcune modalità operative assistenziali, fra le quali anche quelle correlate al bisogno di

alimentazione.

In istituto l’utente arriva con le sue necessità, i suoi bisogni, richieste e abitudini alimentari: l’istituzionalizzazione, seppur

temporanea, crea uno stato di anormalità poiché diverso dall’ambiente familiare.

In istituto è la stessa organizzazione interna che impone:

- ORARI INSOLITI

- MENU’ INCONSUETI

- COMMENSALI ESTERNI

Il benessere dell’utente dipende dalla tipologia del vitto ed in particolare:

- Modalità di preparazione

- Capacità della persona di affrontare la situazione e le conseguenti restrizioni

- Desideri e abitudini alimentari, nel limite del possibile

OBTV GENERALI:

- Favorire l’apporto dei principi nutritivi in quantità e qualità previste

- Favorire la funzionalità degli organi preposti all’alimentazione

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12 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

- Garantire i livelli assistenziali adeguati al livello di autonomia

- Appagare globalmente la persona

PRINCIPI BASE LEGATI ALLA NORMATIVA DELLA HACCP:

Lavaggio mani in zona diversa dalla cucina

Indossare cuffia e copricamice

Velocità nella porzionatura e distribuzione del cibo

Non sostare nelle vicinanze del carrello termico contenente il cibo, non tossire o starnutire sopra al carrello;

parlare lo stretto necessario quando vicini al carrello

Limitare il numero di persone che possono avvicinarsi al carrello

In caso di vassoi singoli già porzionati, controllo contestuale del menù con la situazione attuale del paziente.

Toccare i piatti sul bordo esterno, non toccare il cibo con le mani

Niente manipolazioni di cibi in caso di malattia (compatibilmente con il tipo di malattia)

Tenere gli ambienti di lavoro in condizioni di pulizia costante

USO DI CARRELLI TERMICI: aprire i coperchi dei contenitori solo ad uso effettivo, non prima

USO DI PIATTI TERMICI: scoperchiare i piatti solo quando il vassoio è davanti al paziente

USO DI SCALDAPIATTI E PIATTI CALDI ALMENO A 5-6 °C MAGGIORI RISPETTO ALLE PIETANZE

RISPETTARE I PERCORSI PULITI, evitare urti e spandimento di cibi liquidi,

L'HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points = "Analisi dei Rischi e Controllo dei Punti Critici ) è un sistema di

autocontrollo che ogni operatore nel settore della produzione di alimenti deve mettere in atto al fine di valutare e stimare pericoli e

rischi e stabilire misure di controllo per prevenire l'insorgere di problemi igienici e sanitari.

L’HACCP è stato introdotto in Europa nel 1993 con la direttiva 43/93/CEE (recepita in Italia con il decreto legislativo D.Lgs

155/97), che prevede l'obbligo di applicazione del protocollo HACCP per tutti gli operatori del settore alimentare. Questa

normativa è stata sostituita nel 2006 dal Regolamento CE 852/2004

L'Haccp e un sistema preventivo di controllo degli alimenti, finalizzato a garantirne la sicurezza, l'igiene e la conservazione ed e

stato recepito in Italia con il decreto legislativo n.155 del 26 maggio 1997 emanato in attuazione delle direttive CEE nn. 93/43 e

96/3 concernenti l'igiene dei prodotti.

Le aziende che trattano prodotti alimentari sono OBBLIGATE ad introdurre al loro interno un sistema di autocontrollo basato sui

principi del metodo HACCP (Hazard-Analysis-Critical-Control-Points).

HCCP: Analisi e controllo dei punti critici, al fine di garantire che

◦ la preparazione,

◦ la trasformazione,

◦ la fabbricazione,

◦ il confezionamento,

◦ il deposito,

◦ il trasporto,

◦ la distribuzione,

◦ la manipolazione,

◦ la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione, dei prodotti alimentari

siano effettuati in modo igienico soprattutto in quelle fasi dei processi produttivi nei quali si possono verificare dei rischi

alimentari dovuti alla mancanza di controllo e di applicazione delle corrette procedure igieniche e produttive.

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13 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

RILEVAZIONE DEL PESO CORPOREO

Obiettivi didattici:

Definire che cosa si intende per rilevazione del peso corporeo

Elencare gli scopi e le indicazioni di questo procedimento

Indicare il materiale necessario per rilevare il peso di una persona

Descrivere la sequenza delle fasi di rilevazione del peso corporeo

DEFINIZIONE

Per rilevazione del peso corporeo si intende la misurazione del peso di una persona.

SCOPO

- Valutazione dello stato nutrizionale della persona

- Monitoraggio del bilancio idrico in alcune situazioni fisiologiche quali la gravidanza e in presenza di patologie

dell’apparato urinario, cardiovascolare e del metabolismo

- Determinazione del dosaggio di determinati farmaci (es. diuretici), terapie infusorie ecc.

QUANDO SI ESEGUE

- All’ammissione in reparto

- Regolarmente ogni settimana o quotidianamente a seconda della prescrizione, ad es. nelle malattie cardiache, renali o

durante dietoterapia.

TIPI DI BILANCE

- A piatto, tradizionale, per la posizione eretta

- Fornite con sedile che appoggia su di un telaio a rotelle

- Da letto, di regola elettronica con sollevatore e supporto a rotelle, dispositivo di pesatura/lettura

PRECAUZIONI

Per controlli esatti del peso corporeo:

- utilizzare la stessa bilancia per lo stesso paziente

- pesare sempre alla stessa ora e con lo stesso abbigliamento

- informarsi se la persona ha evacuato.

PREPARAZIONE DEL MATERIALE

- Scelta del materiale a seconda dello stato del paziente e controllo del suo buon funzionamento

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Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

(nelle bilance a piatto verificare che la lancetta sia posta sullo zero)

- Sul piatto o sedile della bilancia, mettere una salvietta o un telino monouso, da sostituire per ogni paziente.

ESECUZIONE

- Identificare il paziente/ospite e spiegargli la procedura

- Chiedere alla persona di urinare quando lo stato psico-fisico lo permette

- Lavarsi le mani

- Preparare il materiale occorrente considerando lo stato della persona

- Garantire la privacy

- Mettere la salvietta di carta sulla pedana o sul sedile della bilancia

- Invitare il paziente/ospite a togliersi la vestaglia e le calzature (aiutarlo se necessario)

- Sbloccare la bilancia (bilancia tradizionale) o accenderla (bilancia elettronica)

- Controllare l’azzeramento della bilancia se provvista dell’apposito dispositivo

- Aiutare il paziente/ospite a stare in piedi sulla pedana con le braccia lungo i fianchi o, nel caso della bilancia con sedile a

sedersi

- Effettuare la misurazione

- Aiutare il paziente/ospite a tornare a letto

- Gettare le salviette di carta e rimettere a posto la bilancia

- Lavarsi le mani

- Registrare il dato sulla documentazione infermieristica o in cartella termografica

CONCETTO DI FRAGILITA’

La fragilità è uno stato di fisiologica vulnerabilità legato e/o all’invecchiamento dovuto ad un’alterazione della capacità

omeostatica e/o ad una ridotta capacità dell’organismo di far fronte a stress come le malattie acute.

PAZIENTE FRAGILE: “I vecchi, la città e la medicina” (Ttrabucchi M. , Il Mulino 2005)

Si tratta di un fenomeno sindromico che coinvolge molti sistemi ed esita in una perdita parziale o totale delle capacità

dell’organismo di tendere all’omeostasi. Tale condizione è determinata dalla concomitanza di diversi fattori: biologici, psicologici

e socioambientali che agendo in modo sinergico si amplificano e si perpetuano vicendevolmente. Pur non essendo una condizione

esclusiva della popolazione anziana, il fenomeno è prevalentemente osservabile nella fascia degli ultra settantacinquenni dove la

cronicità, la comorbilità, la compromissione funzionale, la polifarmacoterapia e le problematiche di tipo socio-sanitario giocano

un ruolo determinante. Disabilità e fragilità spesso coesistono: la disabilità indica la perdita della funzione, la fragilità indica una

situazione di instabilità nella quale è insito il rischio di perdita della funzione per l’elevata suscettibilità a degli eventi stress

NUTRIZIONE ARTIFICIALE

Da sempre un adeguato apporto nutrizionale è necessario per la prevenzione o il decorso di qualsiasi processo patologico.

Si rivela, quindi, necessaria un’alimentazione che comprenda sempre proteine, glucidi, lipidi, vitamine, sali minerali con un

adeguato apporto idrico, per poter evitare un deficit nutrizionale, definito come malnutrizione energetico-proteica.

La constatazione e la possibilità di affrontare il problema della malnutrizione si sono evolute solo negli ultimi decenni, quando

tecnologie e conoscenze mediche si sono migliorate a riguardo.

Si è così sviluppata la NUTRIZIONE ARTIFICIALE (N.A.), che comprende:

- Nutrizione Parenterale

- Nutrizione Enterale

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15 Opera Armida Barelli

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DEFINIZIONE

Per NUTRIZIONE ARTIFICIALE s’intende, quindi, un’alimentazione per via venosa o enterale con l’introduzione di tutte le

sostanze nutrienti e un adeguato apporto calorico, necessarie all’individuo. E’ quindi un metodo terapeutico di supporto

nutrizionale, che può essere protratto anche per lungo tempo.

L’importanza della N.A. si è consolidata allo scopo di preservare l’attività metabolica del paziente, permettendo di affrontare la

malattia attraverso la terapia chirurgica, altrimenti a rischio di mortalità.

INDICAZIONI

I pazienti che manifestano uno squilibrio calorico-proteico da difetto di apporto, vengono suddivisi in 4 gruppi:

1. pazienti che non possono mangiare a causa di disturbi masticatori o di deglutizione (int. ch. alla mandibola, ictus

cerebrali, stenosi esofagea da neoplasia o terapie radianti) o a causa di alterazioni di coscienza (stati comatosi, trauma

cerebrale, …);

2. pazienti che non devono mangiare a causa di interventi chirurgici specie se nella zona gastrointestinale o a causa di

patologie che possono colpire il canale gastrointestinale (es. supporto nutrizionale precoce dopo intervento chirurgico,

pancreatite acuta);

3. pazienti che non vogliono a causa di disturbi della nutrizione (anoressia, anziani denutriti, depressione);

4. pazienti che non mangiano abbastanza: in alcune patologie, che determinano stress (stati settici, ustioni gravi, ferite

estese, respirazione artificiale…) sono aumentate le richieste nutrizionali. Spesso in tali pazienti è indicata una nutrizione

artificiale combinata (NPT+NE), proprio perché necessitano di un apporto nutrizionale ipercalorico e iperproteico.

VANTAGGI E SVANTAGGI NE-NPT

Considerando che entrambe le terapie mirano ad un equilibrio calorico-proteico, la loro corretta applicazione va valutata paziente

per paziente.

Ciò nonostante la NPT dovrebbe essere utilizzata quasi esclusivamente in presenza di alterazioni digestive che impediscono l’uso

della via enterale; essa ha una importanza fondamentale e decisiva, ma va limitata al periodo strettamente necessario ed

indispensabile, sia per la potenziale pericolosità (dovuta alla cateterizzazione venosa centrale) sia per il rilevante costo economico.

La NE deve essere iniziata il più precocemente possibile, ma soltanto in presenza di un’accertata agibilità del tratto gastro-

enterico.

La N.E. risulta più vantaggiosa rispetto alla NPT per i seguenti motivi:

- facilità di somministrazione

- economicità

- ridotto coinvolgimento del personale

- più fisiologica

E’ controindicata, invece, nei casi:

- di vomito incoercibile,

- diarrea grave,

- emorragie gastrointestinali.

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LA NUTRIZIONE ENTERALE

Consiste nel portare a livello digestivo composti ad altissima digeribilità tramite sondino nasogastrico o mediante stomia.

I metodi impiegabili possono essere di due tipi:

a) tramite sondino nasogastrico: considerato l’approccio più comune e più semplice per la N.E.. Viene applicato

preferibilmente su pazienti in cui è previsto il ritorno all’alimentazione orale. L’inconveniente più frequente è dato

dall’accettabilità del paziente.

Prevede l’introduzione nello stomaco di una sonda attraverso naso o bocca. Si utilizzano sondini in silicone

morbidi con diametro di circa 8-10 French.

b) tramite stomia (Gastrostomia Percutanea Endoscopica – PEG): è una metodica utilizzata frequentemente nella NE a

lungo termine, per garantire un maggior confort e qualità di vita dignitosa. La sonda, inoltre, ha un diametro maggiore di

quella per SNG e, quindi, difficilmente si occlude.

È l’introduzione di una sonda nello stomaco, durante EGDS (esofago-gastro-duodeno-stomia), che viene

abboccata chirurgicamente alla parete addominale. Ad essa viene poi fissato un dispositivo che permetterà

l’alimentazione enterale.

Più rare le stomie nel faringe (faringostomia) e nella prime anse digiunali (digiunostomia).

INDICAZIONI

La N.E. è sicuramente la via di somministrazione artificiale più fisiologica ma la scelta di questo tipo di alimentazione presuppone

una adeguata integrità anatomica e funzionale del tratto gastroenterico. Ciò significa che il tratto interessato al passaggio dei

nutritivi deve possedere una mucosa gastrointestinale sufficientemente intatta e funzionante.

La valutazione medica su questo tipo di alimentazione deve essere effettuata ponderando il rapporto rischio/beneficio. I criteri di

valutazione riguardono:

condizioni della persona, prognosi, indicazioni terapeutiche;

tempo di durata per tale alimentazione;

consenso scritto della persona/tutore;

valutazione psicologica e capacità di adattamento del paziente.

CONTROINDICAZIONE ASSOLUTA alla NE: ostruzione tratto gastroenterico

MISCELE

Le miscele attualmente utilizzate sono costituite da nutrienti presenti in forma liquida o in polvere facilmente digeribili.

Esse vengono stabilite dal medico con la supervisione di una dietista, considerando la patologia del paziente, il supporto

nutrizionale (in base al fabbisogno di liquidi, calorie, proteine, acidi grassi essenziali, micronutrienti) e la via d’accesso

utilizzabile.

Esistono, quindi, miscele naturali-artigianali (con omogeneizzati di carne, parmigiano, semolino, olio, acqua,…) che, seppur poco

costose, hanno l’inconveniente di essere poco omogenee e fluide e talvolta incomplete di vitamine e sali minerali; miscele

industriali già pronte, con bassa viscosità e complete dal punto di vista nutrizionale.

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17 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

In commercio vi sono prodotti già confezionati sterilmente con un numero definito di calorie e sost. nutritive in rapporto al

volume da somministrare; sono conservabili per lungo tempo ma hanno la controindicazione di essere costosi.

Queste miscele nutritive preconfezionate si possono trovare arricchite di fibre, preparate per diabetici, per insufficienza renale,

respiratoria.

MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE

Esistono due modalità di somministrazione:

a) continua

b) intermittente

a) Caratterizzata da un’infusione a basa velocità per tutto l’arco delle 24 ore. E’ una metodica adottata maggiormente nelle

fasi iniziali di N.E., in modo da permettere un graduale adattamento intestinale. Si può realizzare anche una somministrazione

concentrata in 8-14 ore su 24, con predilezione del periodo notturno, lasciando così il malato libero durante la giornata.

b) Permette la somministrazione di una quantità di miscela per 4-6 volte al giorno, in base al fabbisogno del paziente. Tale

metodica facilita una maggiore libertà di movimento rispetto alla somministrazione continua.

La somministrazione delle miscele può essere attuata:

1. mediante schizzettone: consiste nella somministrazione in pochi minuti di bolo unico (250-400 ml) di miscela

nutrizionale mediante siringa, ripetuta ogni 4-6 ore. E’ stata abbandonata per i suoi effetti collaterali quali

tensione addominale, vomito e diarrea e perché richiedeva troppe manipolazioni lungo la linea infusionale,

esponendola al rischio di contaminazione batterica. E’ utilizzata per la somministrazione di farmaci.

2. a caduta libera: richiede semplicemente il collegamento della sacca contenente la miscela al sondino per mezzo

di un deflussore provvisto di camera contagocce. Anche questa tecnica non è esente da inconvenienti: la velocità

di infusione non è garantita con precisione

3. per mezzo di una pompa peristaltica: assicura una velocità di flusso costante garantendo, così un completo

assorbimento dei nutrienti.

ASSISTENZA AL PAZIENTE CON NUTRIZIONE ENTERALE

La preparazione delle sacche contenenti le miscele nutritive e la loro somministrazione è di competenza infermieristica, ma anche

l’operatore sociosanitario può fare molto per assistere il paziente alimentato artificialmente, sia per via enterale che parenterale.

Ogni volta che siamo a stretto contatto con il malato, durante le attività assistenziali (il posizionamento del paziente, il rifacimento

del letto, ecc.), possiamo osservarlo attentamente, per poter cogliere eventuali problemi e riferirli tempestivamente all’Infermiere.

E’ importante:

- osservare la pervietà del set di somministrazione, evitando angolature o pressioni lungo la linea (sondino e deflussore).

- osservare se vi sono perdite di liquido (sul letto, poltrona, vestiario) e segnalarle eventualmente all’Infermiere, poiché

possono essere causate da ostruzione della sonda (per elevata viscosità della miscela, uso della sonda per la

somministrazione dei farmaci o inadeguato lavaggio della stessa)

- posizionare il paziente in posizione semiseduta durante la somministrazione e per almeno 30 minuti dopo la fine del

pasto, per evitare il pericolo di inalazione tracheo-bronchiale della dieta

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- controllare che il cerotto applicato a livello nasale, per fermare il sondino nasogastrico, sia ben aderente alla cute e

verificare la presenza di eventuali decubiti all’ala del naso, causati dalla pressione della sonda

- segnalare la presenza di nausea e vomito, che possono essere causati dall’elevata velocità di somministrazione

- osservare segni di difficoltà respiratoria e asfissia, causati dal malposizionamento del sondino: se non è ben fissato alla

narice, può spostarsi e finire in trachea e provocare soffocamento.

- Sorvegliare i pazienti agitati e irrequieti per il sondino nasogastrico, che potrebbero sfilarselo

- Controllare la stomia gastrica e segnalare eventuali segni d’infezione (arrossamento, calore e prurito della cute, presenza

di tumefazione del punto d’inserzione della sonda, secrezione e dolore nel punto di uscita, febbre)

- Se la pompa peristaltica suona per un allarme (termine della miscela, ostruzione della sonda, ecc.), chiamare l’infermiere.

Nel frattempo, in accordo con il personale infermieristico, si può posizionare la pompa in stand-by, ma assolutamente

mai spegnerla.

- Posizionare il campanello vicino al paziente durante la somministrazione dell’alimentazione

- Rassicurare il malato e sostenerlo se presenti vissuti emotivi negativi (“mangio attraverso un tubo”, “non posso più

mangiare come tutti”, ecc.);

- Assicurare un’accurata igiene orale con frequenza: i pz con NE accusano facilmente infezioni o processi infiammatori del

cavo orale, per secchezza mucosa orale e faringea e delle labbra.

EFFETTI COLLATERALI E COMPLICANZE

Gastrointestinali: flatulenza, nausea, singhiozzo, vomito, diarrea. Sono sintomi spesso correlati alla velocità dell’infusione

e raramente alla composizione delle soluzioni.

La diarrea è la complicanza più frequente. Essa riduce l’assorbimento favorendo la malnutrizione, la facilità a contrarre

infezioni, il rischio di sviluppare lesioni da decubito, la perdita di elettroliti e liquidi con conseguente disidratazione. Può

essere causata da intolleranza al lattosio contenuto nei preparati (usare preparazioni prive di tale sostanza), dalla

contaminazione degli alimenti (rispettare la corretta igiene nella preparazione e conservazione degli alimenti), dall’elevata

osmolarità delle miscele nutritive (usare preparazioni iso-osmotiche), dalla velocità di somministrazione troppo elevata

(controllare la velocità), dalla temperatura fredda della miscela (portarla a temperatura ambiente prima dell’uso).

Sistemiche: aritmie, epistassi sanguinamenti del tratto gastrointestinale, iper/ipo glicemia, otite media, polmonite ab

ingestis, sepsi, perforazione intestinale, ascesso della parete addominale, fistole tracheobronchiali, pneumotorace (nel

posizionamento del SNG).

Meccaniche: occlusione della sonda, attorcigliamento della sonda, dislocazione della sonda, allargamento ed arrossamento

della stomia, rimozione accidentale della sonda.

LA NUTRIZIONE PARENTERALE

Consiste nel somministrare sostanze nutritive in forma liquida e sterile direttamente nel sangue attraverso la via venosa.

Tutte le sostanze nutritive infuse sono allo stato elementare, pronte per essere utilizzate direttamente dalle cellule.

Vengono utilizzati accessi venosi di grosso calibro, come la succlavia e la giugulare.

E’ possibile scegliere anche una Nutrizione Parenterale Periferica in base alla durata della NP e in base alla qualità e quantità

di soluzioni da infondere.

Attraverso la via periferica, infatti, si possono solo infondere soluzioni con una osmolarità uguale a quella del sangue, per

intolleranza delle pareti venose e rischio di complicanze infiammatori.

I vasi di grosso calibro, invece, permettono la somministrazione di soluzioni con un’osmolarità maggiore di quella del sangue e

quindi può fornire supporti energetici elevati e prolungati nel tempo.

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19 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

INDICAZIONI

Come detto in precedenza, l’utilizzo della NPT è indicato nel momento in cui il tratto enterico non è in grado di svolgere le sue

funzioni oppure nel caso in cui è consigliato un riposo intestinale (per malattia gastroenterica).

E’ indicata in particolare nelle seguenti circostanze:

persone con incapacità a nutrirsi con gravi mal assorbimenti;

morbo di Chron, pancreatiti, fistole intestinali gravi;

in supporto a terapie antineoplastiche;

persone denutrite in attesa di intervento chirurgico.

MISCELE

Sono preparate dal farmacista in base alle reali necessità del paziente (peso, patologie, apporto calorico, …).

E’ fondamentale verificare l’integrità e la limpidezza delle soluzioni da utilizzare per evidenziare l’eventuale presenza di

precipitati, cambiamenti di colore, formazione di agglomerati.

MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE

Esistono due modalità di somministrazione:

1. continua: estesa per l’intero arco delle 24 ore

2. intermittente: limitata ad una parte della giornata (12/16 ore)

Mentre la prima viene maggiormente utilizzata in Ospedale, la seconda si riscontra particolarmente nella pratica domiciliare.

Quest’ultimo metodo lascia maggior libertà al malato di gestirsi la giornata, in quanto spesso l’alimentazione avviene nelle ore

notturne.

La somministrazione delle miscele può essere attuata:

1. con pompe peristaltiche: regolano sia la quantità di soluzione nell’unità di tempo che la quantità totale della miscela

programmata anticipatamente. Attualmente il mercato dispone di una vasta varietà di pompe provviste di allarmi che si

attivano all’esaurimento della sacca o di arresto dell’infusione. Lo svantaggio sta nel costo rilevante sia per l’acquisto che

per il materiale di consumo.

2. infusione per gravità: è il metodo più semplice e meno costoso ma con notevoli svantaggi rispetto alla somministrazione

della pompa, quali l’impreciso controllo dei volumi infusi e della velocità di somministrazione. Si può dire che questo

metodo ormai è tralasciato.

ASSISTENZA AL PAZIENTE CON NUTRIZIONE PARENTERALE

La gestione del Catetere Venoso Centrale e della nutrizione parenterale è di competenza infermieristica, ma l’OSS può collaborare

nell’identificare tempestivamente l’insorgenza di problemi.

E’ importante:

- quando si ritira la sacca nutrizionale dalla farmacia, osservare se essa si presenta integra, se la soluzione è limpida, se vi è

la presenza di agglomerati o precipitati, se l’etichetta riportante i dati del paziente è corretta.

- osservare la pervietà del set di somministrazione, evitando angolature o pressioni lungo la linea del deflussore)

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20 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

- osservare se vi sono perdite di liquido (sul letto, poltrona, vestiario) e segnalarle eventualmente all’Infermiere, poiché

possono essere causate da ostruzione del deflussore (per elevata viscosità della miscela, coaguli di sangue, infusione

ferma per troppo tempo) o causate dal sraccordo del deflussore con il cateterino

- segnalare la presenza di sanguinamento dal catetere o di indumenti imbevuti di sangue, che può essere causata dalla

rottura del catetere o dal cappuccio svitato o staccato

- avvisare se si osserva il reflusso di sangue nel catetere o nel deflussore, causato dal termine dell’infusione prima del

previsto

- Controllare la sede d’inserzione del catetere venoso e segnalare eventuali segni d’infezione (arrossamento e calore della

cute, presenza di gonfiore del punto d’inserzione del catetere, dolore al punto d’uscita o lungo il tragitto del catetere,

febbre)

- Chiamare l’infermiere se la medicazione del catetere si è staccata: è fondamentale mantenere l’asepsi del catetere e della

sede d’inserzione dello stesso, maneggiandoli il meno possibile dopo un accurato lavaggio delle mani

- Se la pompa peristaltica suona per un allarme (termine della miscela, ostruzione della sonda, ecc.), chiamare l’infermiere.

Nel frattempo, in accordo con il personale infermieristico, si può posizionare la pompa in stand-by, ma assolutamente

mai spegnerla.

- Posizionare il campanello vicino al paziente durante la somministrazione dell’alimentazione

- Rassicurare il malato e sostenerlo se presenti vissuti emotivi negativi (“mangio attraverso un tubo”, “non posso più

mangiare come tutti”, ecc.).

EFFETTI COLLATERALI E COMPLICANZE DELLA NPT

Nausea, vomito, cefalee, sensazione di caldo/freddo, rialzi della TC;

complicanze correlate alla posizione del CVC o ad eventuale sua occlusione, lesioni polmonari, pleuriche, embolie,

trombosi;

complicanze metaboliche: l’utilizzo di soluzioni ipertoniche favorisce all’interno dell’organismo degli scompensi che

possono causare delle situazioni di iperglicemia, ipopotassiemia e ad altri squilibri idroelettrolitici.

Complicanze settiche: catetere e punto d’inserzione rappresentano una via aperta per i microrganismi. I primi segni

d’infezione locali e la febbre rendono opportuni accertamenti mirati colturali.

CONCLUSIONI

La Nutrizione Artificiale modifica in modo effettivo quelli che sono i bisogni della persona connessi all’alimentazione, la

sensazione della fame e dell’appetito (appagato nel mangiare), l’apprezzare il cibo con la vista e con il gusto, la soddisfazione del

sedersi a tavola con familiari e amici fino ad arrivare ai bisogni correlati all’immagine di sé ed al proprio stile di vita.

Molto spesso la presenza di una sonda altera gli equilibri psicologici della persona, soprattutto se si tratta di una terapia a lungo

termine.

Anche i familiari possono avvertire queste sensazioni. E’ compito dell’equipe sanitaria sostenere la persona e la famiglia per

favorire un adattamento alla situazione.

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21 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

TEST DI AUTOVALUTAZIONE

1. Individua e descrivi brevemente i fattori che influiscono l’alimentazione

2. Elenca i principali errori alimentari nella società industrializzata

3. Spiega il significato di malnutrizione e denutrizione

4. Spiega le conseguenze dell’obesità

5. Definisci bulimia e anoressia

6. Spiega cosa si intende per: disfagia,dispepsia,pirosi,flatulenza

7. Distingui anatomicamente i tipi di disfagia e indica la disfagia che più facilmente causa episodi di ab ingestis

8. Descrivi cosa osservi di un cavo orale per cogliere alterazioni e compromissioni

9. Spiega quali sono gli interventi assistenziali che si devono attivare nei confronti della persona con vomito e le

informazioni che l’OSS deve rilevare e riferire

10. Spiega cause e complicanze del vomito

11. Spiega cosa si intende per alimentazione

12. Spiega il significato di nutrizione parenterale ed enterale e quali sono le competenze dell’OSS, nell’assistere la persona

alimentata attraverso questa modalità

13. Spiega le indicazioni generali per la distribuzione/somministrazione del pasto

14. Spiega le attenzioni che deve avere un operatore d’assistenza nell’imboccare una persona

15. Cosa può comportare un’istituzionalizzazione relativamente al bisogno di alimentazione

16. Quali sono i principi base legati anche alla normativa HACCP relativamente alla somministrazione del pasto?

17. Quali sono i momenti in cui si può suddividere il pasto?

18. Cosa si intende per nutrizione artificiale?

19. Cosa è la N.E. e quali sono le sue indicazioni?

20. Descrivi le comuni metodiche di N.E.

21. Descrivi le modalità di somministrazione della N.E.

22. Quali sono gli interventi assistenziali dell’OSS nella N.E. ?

23. Quali sono i possibili effetti collaterali della N.E. ?

24. Cosa si intende per Nutrizione Parenterale ?

25. N.P.P. o N.P.T. spiega la differenza

26. Come viene infusa la N.P.T. ?

27. Quali sono gli interventi assistenziali dell’OSS nella N.P.T.

28. Quali sono i possibili effetti collaterali e complicanze della N.P.T. ?

29. Come si rileva il peso corporeo e con quali strumenti ?

30. Quali sono i momenti fondamentali per la rilevazione del peso corporeo e quali sono i quattro principi base per una

corretta rilevazione ?

BIBLIOGRAFIA

Liliane Juchli , “ L’assistenza infermieristica di base “ , 3° edizione

J.Linderberg – M. Hunter – A.Kruszewski , Nursing : “ L’assistenza infermieristica centrata sulla persona “

Fiocca S. Fondamenti di Anatomia e Fisiologia umana ( 1991 ) Milano Sorbona

Nancy M.Holloway, Piani di assistenza in medicina e chirurgia ( 1993 ) Milano- Edizioni Sorbona

Ferrara A., Medicina Interna ( 1994 ) , EdiSES

Massini R. , Longhi C., Marchetti P. , Medicina Interna ( 1994 ) Milano. Mc Graw – Hill

Brunner L.S. , Suddarth D.S. , Il manuale dell’Infermiere ( 1987 ) Padova – Piccin Nuova Libraria

F.Cavazzuti, G. Cremonini, Assistenza geriatrica oggi ( 1998) Casa Editrice Ambrosiana

E.Rocchi, Il medico in cucina ( 1990 ) Editrice la Grafica

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22 Opera Armida Barelli

Corso per Operatore Socio sanitario Sede di Levico Terme

Dizionario Medico Illustrato Dorland, ( 1988 ) Seconda Edizione Italiana

L.Saiani, A. Brugnolli,”Trattato di Cure Infermieristiche” ( 2011 ) Casa Editrice Sorbona

Glossario

Amenorrea = assenza flusso mestruale

Anoressia = mancanza o perdita d’appetito

Anoressia nervosa = perdita dell’appetito dovuta a disordini emotivi con disturbi dell’immagine corporea

Bulimia = disturbo mentale caratterizzato da episodi di fame esagerata interrotti da vomito autoindotto, senza importanti

perdite di peso

Cachessia = accentuato e profondo stato di disordine costituzionale, cattiva salute generale e malnutrizione, debolezza

Deflusso = passaggio

Edentia = parziale o totale assenza di denti

Elettroliti = Sali presenti nei liquidi corporei,intra ed extra cellulari ,fondamentali per le funzioni organiche e processi fisiologici (

i principali sono: sodio,potassio,cloro ,calcio, magnesio )

Enterale = intestinale

Ematemesi = emissione, attraverso il vomito, di sangue

Emetici = farmaci che provocano il vomito

Fecaloide = somigliante a materiale fecale

Metabolismo = insieme di trasformazioni chimico-biologiche che si svolgono all’interno di un organismo e che stanno alla base

dei processi d’assimilazione

Parenterale = via d’introduzione nell’organismo, di sostanze attraverso l’accesso venoso,sottocutaneo,intramuscolare

Percutaneo = che viene fatto passare attraverso la cute

reflusso = movimento di ritorno di un liquido ( ad es. ritorno del succo gastico, in esofago )

Retrosternale = posto dietro lo sterno

Stenosi = restringimento

Stomia = abboccamento di un viscere all’esterno