divina commedia - inferno - canto iv

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  • 7/26/2019 Divina Commedia - Inferno - Canto IV

    1/9

    Dante Alighieri

    Divina Commedia

    INFERNO

    Canto IV

    Canto quarto, nel quale mostra del primo cerchio de linferno, luogo detto Limbo, e quivi tratta de

    la pena de non battezzati e de valenti uomini, li quali moriron innanzi lavvenimento di Ges

    Cristo e non conobbero debitamente Idio; e come Ies Cristo trasse di questo luogo molte anime.

    uppemi lalto sonno ne la testa

    un greve truono, s! chio mi riscossi

    come persona ch" per forza desta; #

    e locchio riposato intorno mossi,

    dritto levato, e fiso riguardai

    per conoscer lo loco dovio fossi. $

    %ero " che n su la proda mi trovai

    de la valle dabisso dolorosa

    che ntrono accoglie dinfiniti guai. &

    'scura e profonda era e nebulosa

    tanto che, per ficcar lo viso a fondo,

    io non vi discernea alcuna cosa. ()

  • 7/26/2019 Divina Commedia - Inferno - Canto IV

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    *'r discendiam qua gi nel cieco mondo*,

    cominci+ il poeta tutto smorto.

    *Io sar+ primo, e tu sarai secondo*. (

    - io, che del color mi fui accorto,

    dissi *Come verr+, se tu paventi

    che suoli al mio dubbiare esser conforto/*. (0

    -d elli a me *Langoscia de le genti

    che son qua gi, nel viso mi dipigne

    quella piet1 che tu per tema senti. )(

    2ndiam, ch3 la via lunga ne sospigne*.

    Cos! si mise e cos! mi f3 intrare

    nel primo cerchio che labisso cigne. )4

    5uivi, secondo che per ascoltare,

    non avea pianto mai che di sospiri

    che laura etterna facevan tremare; )6

    ci+ avvenia di duol sanza mart!ri,

    chavean le turbe, cheran molte e grandi,

    dinfanti e di femmine e di viri. #7

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    Lo buon maestro a me *8u non dimandi

    che spiriti son questi che tu vedi/

    'r vo che sappi, innanzi che pi andi, ##

    chei non peccaro; e selli hanno mercedi,

    non basta, perch3 non ebber battesmo,

    ch" porta de la fede che tu credi; #$

    e se furon dinanzi al cristianesmo,

    non adorar debitamente a 9io

    e di questi cotai son io medesmo. #&

    :er tai difetti, non per altro rio,

    semo perduti, e sol di tanto offesi

    che sanza speme vivemo in disio*. 4)

    Gran duol mi prese al cor quando lo ntesi,

    per+ che gente di molto valore

    conobbi che n quel limbo eran sospesi. 4

    *9immi, maestro mio, dimmi, segnore*,

    comincia io per volere esser certo

    di quella fede che vince ogne errore 40

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    *uscicci mai alcuno, o per suo merto

    o per altrui, che poi fosse beato/*.

    - quei che ntese il mio parlar coverto, (

    rispuose *Io era nuovo in questo stato,

    quando ci vidi venire un possente,

    con segno di vittoria coronato. 4

    8rasseci lombra del primo parente,

    d2b"l suo figlio e quella di o",

    di

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    on era lunga ancor la nostra via

    di qua dal sonno, quandio vidi un foco

    chemisperio di tenebre vincia. $&

    9i lungi neravamo ancora un poco,

    ma non s! chio non discernessi in parte

    chorrevol gente possedea quel loco. 6)

    *' tu chonori sc=enz=a e arte,

    questi chi son c hanno cotanta onranza,

    che dal modo de li altri li diparte/*. 6

    - quelli a me *Lonrata nominanza

    che di lor suona s ne la tua vita,

    graz=a acquista in ciel che s! li avanza*. 60

    Intanto voce fu per me udita

    *'norate laltissimo poeta;

    lombra sua torna, chera dipartita*. 0(

    :oi che la voce fu restata e queta,

    vidi quattro grandombre a noi venire

    sembianzavevan n3 trista n3 lieta. 04

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    Lo buon maestro cominci+ a dire

    *

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    Cos! andammo infino a la lumera,

    parlando cose che l tacere " bello,

    s! comera l parlar col1 dovera. (7

    %enimmo al pi" dun nobile castello,

    sette volte cerchiato dalte mura,

    difeso intorno dun bel fiumicello. (70

    5uesto passammo come terra dura;

    per sette porte intrai con questi savi

    giugnemmo in prato di fresca verdura. (((

    Genti veran con occhi tardi e gravi,

    di grande autorit1 ne lor sembianti

    parlavan rado, con voci soavi. ((4

    8raemmoci cos! da lun de canti,

    in loco aperto, luminoso e alto,

    s! che veder si potien tutti quanti. ((6

    Col1 diritto, sovra l verde smalto,

    mi fuor mostrati li spiriti magni,

    che del vedere in me stesso messalto. ()7

  • 7/26/2019 Divina Commedia - Inferno - Canto IV

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    I vidi -letra con molti compagni,

    tra quai conobbi -tt+r ed -nea,

    Cesare armato con li occhi grifagni. ()#

    %idi Cammilla e la :antasilea;

    da laltra parte vidi l re Latino

    che con Lavina sua figlia sedea. ()$

    %idi quel >ruto che cacci+ 8arquino,

    Lucrezia, Iulia,

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    e vidi il buono accoglitor del quale,

    9=ascoride dico; e vidi 'rfeo,

    8ul=o e Lino e ?eneca morale; (4(

    -uclide geom"tra e 8olomeo,

    Ipocr1te, 2vicenna e Gal=eno,

    2vero!s che l gran comento feo. (44

    Io non posso ritrar di tutti a pieno,

    per+ che s! mi caccia il lungo tema,

    che molte volte al fatto il dir vien meno. (46

    La sesta compagnia in due si scema

    per altra via mi mena il savio duca,

    fuor de la queta, ne laura che trema. (7

    - vegno in parte ove non " che luca.