Adelmo Mattioli
Aggiornamento al 12/4/2017
Aggiornato con D.Lgs n. 80/2015 e D.lgs n. 148/2015
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Disposizioni amministrative
dopo il D.lgs n. 80/2015 • messaggio INPS n. 4576 del 6/7/2015
• messaggio INPS n. 4805 del 16/7/2015
• circolare INPS n. 139 del 17/7/2015
• circolare INPS n. 152 del 18/8/2015 (congedo parentale ad ore e circ. INPS n. 230 del 29/12/2016)
• messaggio INPS n. 5521 del 3/9/2015 (aggiornamenti programmi)
• messaggio INPS n. 6704 del 3/11/2015 (cumulabilità del congedo parentale)
• circolare INPS n. 40 del 23/02/2016
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Anticipazione del TFR nel settore privato Art. 5 del D.lgs n. 151/2001
Nei periodi di congedo parentale è possibile richiedere l’anticipazione del TFR al Datore di lavoro per il sostegno economico. Anche le Forme di previdenza complementare lo possono prevedere.
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Il congedo parentale può essere utilizzato: - a ore (in assenza di previsione contrattuale solo pari alla metà dell’orario medio giornaliero)
- a giorni - a mesi (circ. INPS n. 17 del 26 gennaio 1982 - AGO n. 138382; n. 109/2000; n. 8/2003).
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Congedo anche ad ore applicabile anche ai lavoratori dipendenti pubblici o privati iscritti ai fondi esclusivi dell’AGO della Gestione dipendenti pubblici, ferme restando le disposizioni specifiche previste dai rispettivi quadri normativi di riferimento.
Sono esclusi dalla disciplina del congedo parentale di cui al c. 1-ter dell’art.32 del d. lgs. 151/2001 il personale delle Forze armate, dell'Arma dei carabinieri, del Corpo della guardia di finanza, il personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato, Corpo forestale dello Stato e Dipartimento
dell’amministrazione penitenziaria) e il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
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L’articolo 8, c. 7, del D.lgs n. 81/2015 consente di chiedere la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, in sostituzione del congedo parentale, per una sola volta, con una riduzione dell’orario non superiore del 50%. Il datore di lavoro è tenuto a dar corso alla trasformazione entro 15 giorni dalla richiesta.
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Tranne i casi di oggettiva impossibilità, il genitore è tenuto a preavvisare il datore di lavoro secondo le modalità e criteri definiti dai contratti collettivi e comunque, con un termine di preavviso non inferiore a 5 giorni, in caso di richiesta di congedo parentale mensile o giornaliero, e non inferiore a 2 giorni in caso di congedo orario (art. 32, comma 3, T.U.).
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La Direzione Generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con interpello n.
13/2016, ha risposto ad un quesito dell’Assaereo (Associazione Nazionale Vettori e Operatori), in merito alla corretta
interpretazione della disciplina sui congedi parentali di cui all’art. 32, D.Lgs. n. 151/2001, così come modificato dall’art. 7,
comma 1, lett. c), D.Lgs. n. 80/2015, recante misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, in vigore
dal 25 giugno 2015. In particolare l’istante chiede se, a seguito del suddetto intervento normativo che prevede per la
richiesta di congedo un periodo di preavviso non inferiore a cinque giorni, le previsioni contenute nella contrattazione
collettiva formatasi nella vigenza della precedente disciplina normativa possano continuare a ritenersi operative anche
con rifermento al periodo di preavviso previgente, fissato nel termine non inferiore ai 15 giorni.
La risposta in sintesi del Ministero “…Ciò premesso, in risposta al primo quesito, in considerazione del fatto che l’operatività delle misure introdotte nei
termini previsti dal D.Lgs. n. 80/2015 resta condizionata alla verifica, effettuata in sede di monitoraggio periodico, circa la
loro perdurante compatibilità finanziaria e tenuto altresì conto del fatto che il Legislatore del 2015 ribadisce, in continuità
con la formulazione precedente dell’art. 32, comma 3, D.Lgs. n. 151/2001, la validità del rinvio alla contrattazione collettiva
per la disciplina dell’istituto, si può ritenere che le clausole della contrattazione collettiva già vigenti alla data di entrata in
vigore del D.Lgs. n. 80/2015 continuano ad essere efficaci anche in relazione alla individuazione dei termini di preavviso
nella stessa previsti.
In particolare, deve ritenersi che i termini di preavviso minimi restino fissati in 15 giorni tutte le volte in cui la
contrattazione collettiva abbia richiamato, ai fini della loro individuazione, il termine minimo previsto dalla normativa
vigente al momento della definizione degli accordi.
Per quanto concerne il secondo quesito, riguardante la possibile collocazione temporale alternativa del congedo da parte
del datore di lavoro, va osservato che la giurisprudenza di legittimità qualifica il diritto alla fruizione del congedo in
termini di diritto potestativo, in relazione al quale vige l’unico onere del rispetto del preavviso (cfr. Cass. 16 giugno 2008,
n. 16207). Resta comunque ferma la possibilità – così come rappresentato con risposte ad interpello n.
31/2010 e n. 1/2012 in relazione ai permessi legge 104/92 – di disciplinare la fruizione dei congedi
attraverso accordi da prendere anche a cadenza mensile con i richiedenti o con le loro rappresentanze
aziendali, volti a contemperare la necessità di buon andamento dell’attività imprenditoriale con il diritto
alla cura della famiglia.”
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Anche in assenza di una contrattazione collettiva che disciplini compiutamente il congedo parentale su base oraria, i genitori lavoratori dipendenti possono fruire del congedo parentale ad ore in misura pari alla metà dell’orario medio giornaliero (del periodo di paga quadrisettimanale o mensile immediatamente precedente a quello nel corso del quale ha inizio il congedo parentale)
Congedo parentale ad ore - vedi bene circ. INPS n. 230/2016
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Rispetto alle modalità già in uso (giornaliera o mensile), l’introduzione della modalità oraria non modifica la durata del congedo parentale e pertanto rimangono invariati i limiti complessivi ed individuali entro i quali i genitori lavoratori dipendenti possono assentarsi dal lavoro.
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Le giornate o i mesi di congedo parentale possono alternarsi con giornate lavorative in cui il congedo parentale è fruito in modalità oraria, nei limiti eventualmente stabiliti dalla contrattazione collettiva.
……. In ordine alla fruizione frazionata del congedo parentale si richiamano le istruzioni fornite nei msg n. 28379/2006 e n. 19772/2011……… se la fruizione di un periodo di congedo parentale avviene su base oraria – con copresenza quindi nella stessa giornata di assenza oraria a titolo di congedo e di svolgimento di attività lavorativa – le domeniche (ed eventualmente i sabati, in caso di settimana corta), non sono considerate né ai fini del computo né ai fini dell’indennizzo. Infatti, in caso di congedo parentale fruito in modalità oraria
è sempre rinvenibile lo svolgimento di attività lavorativa.
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Con il congedo parentale ad ore è esclusa la cumulabilità del congedo stesso con permessi o riposi disciplinati dal T.U. n. 151/2001 Il congedo ad ore quindi non può essere fruito nei medesimi giorni in cui il genitore fruisce di riposi giornalieri per allattamento (artt. 39 e 40 del T.U.) oppure nei giorni in cui il genitore fruisce dei riposi orari (art. 33 del T.U.)
per assistenza ai figli disabili. Risulta invece compatibile la fruizione del congedo parentale su base oraria con permessi o riposi disciplinati da disposizioni normative diverse dal T.U., quali ad esempio i permessi di cui all’art.33, c. 2 e 3, della legge n. 104/92. Rimane fermo che la contrattazione collettiva, anche di livello aziendale, nel definire le modalità di fruizione del congedo parentale può prevedere diversi criteri di compatibilità.
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Tabella compatibilità – msg INPS n. 6704/2015
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Si rammenta che in base al disposto di cui all’art. 32, c. 1 ter, le ipotesi di incumulabilità descritte con la tabella precedente trovano applicazione nei casi di mancata regolamentazione, da parte della contrattazione collettiva, anche di livello aziendale, delle modalità di fruizione del congedo parentale su base oraria. Ne consegue quindi che la contrattazione collettiva, anche di livello aziendale, nel definire le modalità di fruizione del congedo parentale, può prevedere tra l’altro anche criteri di cumulabilità differenti rispetto a quelli definiti dal citato comma 1 ter dettagliati con il messaggio INPS n. 6704/2015.
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Contribuzione figurativa. Le ore di congedo parentale - diano o non diano diritto all’indennità di cui all’art. 34 del D.lgls.151/2001 – sono coperte da contribuzione figurativa. Anche nel caso di fruizione oraria del congedo parentale, si applica quanto già disposto al
punto 3 della circolare numero 139/2015 e cioè che la fruizione del congedo parentale è coperta da contribuzione figurativa fino al 12° anno di vita del bambino ovvero fino al 12° anno di ingresso del minore in caso di adozione o affidamento. Per la valorizzazione del periodo di congedo parentale fruito dopo il 6° anno di vita del bambino o dopo il 6° anno dall’ingresso in famiglia del minore adottato o affidato si applica il comma 2 dell’art. 35 del T.U. (retribuzione convenzionale, integrabilità con riscatto o versamenti volontari). Tale disposizione si applica anche per i periodi di congedo fruiti dai genitori oltre il periodo complessivo di 6 mesi (anche se fruiti entro il predetto 6° anno). La valorizzazione della contribuzione figurativa sulla base della retribuzione avviene in forza dell’art. 40 della legge 183 del 2010, cioè in base alle voci retributive ricorrenti e continuative perse per le ore di congedo. La valorizzazione della contribuzione figurativa sulla base della retribuzione convenzionale avviene in forza di quanto disposto dal comma 2 dell’art.35, D.lgls.151/2001.
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Dal 25 giugno 2015: elevazione da 8 a 12 anni del limite temporale di fruibilità del congedo parentale
L’art. 32 del T.U. a seguito della riforma, che “per ogni bambino, nei primi suoi 12 anni di vita (e non più 8 anni di vita come previsto in precedenza), ciascun genitore ha diritto di astenersi dal lavoro secondo le modalità stabilite dal presente articolo”.
Resta invariato il periodo massimo di fruizione del congedo parentale (limite massimo individuale pari a 6 mesi, elevabile a 7 nel caso in cui il padre lavoratore dipendente fruisca di almeno 3 mesi di congedo parentale; limite massimo complessivo tra i genitori pari a 10 mesi, elevabili a 11 nel caso in cui il padre fruisca di congedo parentale per un periodo non inferiore a 3 mesi; limite massimo di 10 mesi in caso di genitore solo).
In attuazione del nuovo art. 32 T.U., dal 25 giugno 2015 ciascun genitore lavoratore o lavoratrice dipendente può fruire di periodi di congedo parentale residui fino a 12 anni di vita del figlio.
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Il congedo parentale spetta ad entrambi i genitori - anche congiuntamente -
fino al compimento di 12 anni di età del bambino
per un periodo complessivo tra i 2 genitori, non superiore a 10 mesi (in presenza di particolari condizioni può raggiungere 11 mesi)
ciascun genitore non potrà superare i 6 mesi (continuativi o frazionati) – genitore solo può arrivare a 10 mesi
Articolo 32 T.U. Disposizioni recepite anche da INPGI con delibera del 4/4/2001
Il padre può utilizzare il congedo parentale anche durante l’astensione obbligatoria per maternità o durante la fruizione dei riposi orari della madre.
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Alla madre spetta per massimo 6 mesi, dopo il periodo di congedo per maternità.
Al padre spetta per massimo 7 mesi, dalla nascita del bambino, anche se la madre non è lavoratrice (in tal caso il periodo massimo fra entrambi può raggiungere 11 mesi).
Nel caso di un solo genitore, il congedo spetta per massimo 10 mesi (11 mesi per il padre) dopo il congedo di maternità o paternità in caso di:
• morte dell’altro genitore
• abbandono del figlio da parte di un genitore
• affido esclusivo risultante da un provvedimento formale
• non riconoscimento del figlio da parte di un genitore
• situazione di grave infermità dell’altro genitore (msg INPS n. 22911/2007
Articolo 32 T.U. circolari INPS n. 109/2000 e n. 8/2003
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In concreto nel caso di ragazza madre o di genitore single, la condizione di genitore solo, si realizza solo a condizione che non vi sia stato il riconoscimento da parte dell’altro genitore.
La stessa condizione, nel caso di genitori divorziati, si realizza solo se nella sentenza di separazione risulti l’affidamento del figlio ad un solo genitore.
Articolo 32 T.U. chiarimenti con la circ. INPS n. 8/2003
Per la documentazione amministrativa vedi il msg INPS n. 8774/2007
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Qualora la situazione di unico genitore subentri o venga a cessare, si devono rispettare le regole generali, valutando sempre i periodi di congedo complessivamente già usufruiti (anche da entrambi i genitori)
Articolo 32 T.U. chiarimenti con la circ. INPS n. 8/2003
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Dal 25 giugno 2015: elevazione da 8 a 12 anni del limite temporale di fruibilità del congedo parentale
La nuova disposizione trova applicazione anche per i casi di adozione, nazionale e internazionale, e di affidamento. Pertanto il congedo parentale può essere fruito dai genitori adottivi e affidatari, qualunque sia l’età del minore, entro 12 anni (e non più 8 anni) dall'ingresso del minore in famiglia. Il congedo non può essere fruito oltre il raggiungimento della maggiore età del minore (art. 36 del T.U. maternità/paternità).
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Elevazione da 3 a 6 anni dei limiti temporali per l’ indennizzo del 30% L’art. 34 del T.U. prevede: “Per i periodi di congedo parentale di cui all'art. 32 alle lavoratrici e ai lavoratori è dovuta fino al 6° anno di vita del bambino (e non più fino al 3° anno di vita del bambino), un'indennità pari al 30 % della retribuzione, per un periodo massimo complessivo tra i genitori di sei mesi …”
La riforma eleva, quindi, da 3 a 6 anni di vita del figlio il periodo entro il quale, nel limite massimo di 6 mesi, il genitore, che fruisce di periodi di congedo parentale, ha diritto all’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera.
Quanto sopra si applica anche ai casi di adozione o affidamento; in particolare, il c. 3 dell’art. 36 del T.U., prevede il diritto all’indennità per congedo parentale, a prescindere dalle condizioni di reddito, per i periodi fruiti entro i 6 anni (e non più i 3 anni) dall’ingresso in famiglia del minore.
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ARAN: congedo parentale e retribuzione piena Pubblicato il 4 Maggio 2016 L’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) ha pubblicato, nella propria pagina dedicata agli Orientamenti Applicativi del Contratto collettivo del Comparto Ministeri, una risposta in merito al congedo parentale, interamente retribuito, dopo le modifiche apportate dal DLn. 80/2015 all’art. 34 del D.lgs n. 151/2001. In particolare, l’Agenzia ha chiarito che il beneficio dei primi 30 giorni, interamente retribuiti, di congedo parentale deve essere elevato al sesto anno di vita del bambino anche per i pubblici dipendenti.
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Periodi di congedo parentale indennizzabili a prescindere dalle condizioni di reddito
Il genitore, lavoratrice o lavoratore dipendente, ha diritto all’indennità di congedo parentale, pari al 30% della retribuzione media giornaliera, per un periodo massimo complessivo tra i genitori di 6 mesi, fruiti entro i 6 anni di vita del bambino oppure entro i 6 anni dall’ingresso in famiglia del minore adottato o affidato.
Quindi, rispetto alla disciplina precedente - che prevedeva l’indennizzo del 30% per un periodo complessivo di sei mesi di congedo parentale fruito fino a 3 anni di vita del bambino, oppure fino a 3 anni dall’ingresso in famiglia del minore adottato o affidato – l’attuale disciplina comporta che anche i periodi di congedo parentale fruiti dai 3 a 6 anni siano indennizzati a prescindere dal reddito del genitore richiedente (ma sempre rispettando il limite dei 6 mesi)
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Periodi di congedo parentale indennizzabili subordinatamente alle condizioni di reddito
I periodi di congedo parentale ulteriori rispetto al menzionato limite di 6 mesi oppure fruiti tra i 6 anni e gli 8 anni di vita del bambino (oppure tra i 6 e gli 8 anni dall’ingresso in famiglia del minore adottato o affidato) sono indennizzati nella misura del 30% della retribuzione media giornaliera a condizione che il reddito individuale del genitore richiedente sia inferiore a 2,5 volte l'importo del trattamento minimo di pensione.
Quindi, rispetto alla disciplina precedente - che prevedeva, per i periodi di congedo parentale ulteriori rispetto ai 6 mesi e per i periodi fruiti dai 3 agli 8 anni di vita del bambino, oppure dai 3 anni agli 8 anni dall’ingresso in famiglia del minore adottato o affidato – l’attuale disciplina ha lasciato inalterato il limite degli 8 anni.
Esempio 1: il genitore di un figlio che ha 5 anni, per il quale l’altro genitore ha già fruito di 6 mesi di congedo parentale, può fruire dei periodi ulteriori che saranno indennizzati subordinatamente alle condizioni di reddito (periodi ulteriori rispetto ai 6 mesi).
Esempio 2: il genitore di un figlio che ha 7 anni, per il quale residuano complessivi 9 mesi di congedo parentale, può fruire di tali periodi che saranno indennizzati subordinatamente alle condizioni di reddito (periodi superiori a 6 anni di vita del bambino).
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Periodi di congedo parentale non indennizzabili
I periodi di congedo parentale fruiti nell’arco temporale dagli 8 anni ai 12 anni di vita del bambino, oppure dagli 8 anni ai 12 anni dall’ingresso in famiglia del minore adottato o affidato non sono in alcun caso indennizzati.
Rispetto alla disciplina previgente - che individuava negli 8 anni di vita del bambino, oppure negli 8 anni dall’ingresso in famiglia del minore adottato o affidato, il limite temporale oltre il quale non era più possibile fruire del congedo parentale – l’attuale disciplina estende l’arco temporale di fruibilità del congedo dagli 8 ai 12 anni. Esempio: genitore “solo” di un figlio che ha già 11 anni di vita, per il quale residuino ancora 10 mesi di congedo parentale. Il congedo è fruibile fino
ai 12 anni di vita ma non è indennizzabile.
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Tabella di sintesi: congedo parentale – figli naturali Età del figlio
naturaleCongedo Madre Congedo Padre Congedo Totale Trattamento Economico
Max 10 mesi
30% indennizzo INPS - per un
massimo di 6 mesi (180 gg)
complessivi tra madre e padre.
Max 11 mesi (se il
padre ha usufruito di
almeno 3 mesi di
congedo)
30% indennizzo INPS per
restante periodo di congedo
(oltre i 6 mesi nel limite
massimo di 10 o 11) solo in
caso di reddito personale
inferiore a 2,5 volte il TM INPS -
per l'anno 2016: euro
16.311,43
Max 10 mesi
Max 11 mesi - se il
padre ha usufruito di
almeno 3 mesi di
congedo (al netto del
periodo precedente)
Max 10 mesi
Max 11 mesi
(se il padre ha
usufruito di almeno 3
mesi di congedo)
(al netto del periodo
precedente)
I 36 mesi complessivi sono
indennizzati al 30% a
prescindere dai limiti di
reddito
Max 36 fra i 2 genitori
dai 6 anni
(+1gg) - agli 8
anni
30% indennizzo INPS per
restante periodo di congedo
(nel limite massimo di 10 o 11
mesi) solo in caso di reddito
inferiore a 2,5 volte il TM INPS -
per anno 2016: euro
16.311,43
dagli 8 anni
(+1gg) - ai 12
anni
Nessun Indennizzo
(verificare solo le disposizioni
contrattuali)
Max 6 mesi (al netto
del periodo
precedente)
Max 7 mesi (al
netto del periodo
precedente)
Max 6 mesi (al netto
del periodo
precedente)
Max 7 mesi (al netto
del periodo
precedente)
dalla nascita ai
6 annimassimo 6 mesi massimo 7 mesi
Figli disabili
gravi (legge n.
104/92) - dalla
nascita al 12°
anno di vita
Max 36 mesi (il
prolungamento
decorre dalla
conclusione del
periodo normale di
congedo parentale
teoricamente
fruibile)
Max 36 mesi
complessivi con la
madre
Per il 2107 stessi valori
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Tabella di sintesi: congedo parentale per adozioni nazionali, internazionali e affidi
Data di ingresso in
famiglia - fino alla
maggiore età
Congedo Madre Congedo Padre Congedo Totale Trattamento Economico
Max 10 mesi
30% indennizzo INPS - per un
massimo di 6 mesi (180 gg)
complessivi tra madre e padre.
Max 11 mesi (se il
padre ha usufruito di
almeno 3 mesi di
congedo)
30% indennizzo INPS per
restante periodo di congedo
(oltre i 6 mesi nel limite
massimo di 10 o 11) solo in
caso di reddito personale
inferiore a 2,5 volte il TM INPS -
per l'anno 2016: euro
16.311,43
Max 10 mesi
Max 11 mesi - se il
padre ha usufruito di
almeno 3 mesi di
congedo (al netto del
periodo precedente)
Max 10 mesi
Max 11 mesi
(se il padre ha
usufruito di almeno 3
mesi di congedo)
(al netto del periodo
precedente)
entro i primi 6
anni
dall' ingresso in
famiglia
massimo 6 mesi massimo 7 mesi
Figli disabili
gravi (legge n.
104/92) - entro il
12° anno di
ingresso in
famiglia (mai
oltre la maggiore
età)
Max 36 mesi (il
prolungamento
decorre dalla
conclusione del
periodo normale di
congedo parentale
teoricamente
fruibile)
Max 36 mesi
complessivi con la
madre
I 36 mesi complessivi sono
indennizzati al 30% a
prescindere dai limiti di
reddito
Max 36 fra i 2 genitori
dai 6 anni
(+1gg) - agli 8
anni
dall'ingresso in
famiglia
30% indennizzo INPS per
restante periodo di congedo
(nel limite massimo di 10 o 11
mesi) solo in caso di reddito
inferiore a 2,5 volte il TM INPS -
per anno 2016: euro
16.311,43
dagli 8 anni
(+1gg) - ai 12
dall'ingresso in
famiglia (mai
oltre la maggiore
età)
Nessun Indennizzo
(verificare solo le disposizioni
contrattuali)
Max 6 mesi (al netto
del periodo
precedente)
Max 7 mesi (al
netto del periodo
precedente)
Max 6 mesi (al netto
del periodo
precedente)
Max 7 mesi (al netto
del periodo
precedente)
Per il 2107 stessi valori
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Per i periodi indennizzabili è dovuta una indennità pari al 30% della retribuzione (nella base retributiva di riferimento non si computano il rateo giornaliero relativo alla gratifica natalizia o alla tredicesima mensilità e agli altri premi o mensilità o trattamenti accessori eventualmente erogati).
Articolo 34 T.U. Trattamento economico
Nel settore del pubblico Impiego i primi 30 giorni sono interamente retribuiti e non sono validi per la maturazione delle ferie e della 13° mensilità
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Limite di reddito per i periodi indennizzabili qualora il reddito personale, assoggettabile ad
IRPEF, del richiedente sia inferiore
a 2,5 volte l’importo annuo del TM INPS
per l’anno 2017 pari a euro € 16.311,43 circ. INPS n. 70/2017
Articolo 34 T.U. Trattamento economico
Per l’accertamento reddituale valgono le norme dell’integrazione al T.M.: si esclude: il TFR, i redditi a tassazione separata, il reddito della casa di abitazione, i redditi già tassati alla fonte e i redditi esenti, ecc.
Adelmo Mattioli 31
L’INPS specifica che gli ulteriori mesi (da 6
o 7 a 10/11 mesi ) riconoscibili al “genitore solo” sono indennizzabili solo se vengono rispettati i limiti di reddito personale (2,5 volte il TM INPS). Limite anno 2012: € 15.617,22
Limite anno 2013: € 16.101,47
Limite anno 2014: € 16.294,85
Limite anno 2015: € 16.311,43
Limite anno 2016: € 16.311,43
Limite anno 2017: € 16.311,43
Articolo 32 T.U. chiarimenti con la circ INPS n. 8/2003, n. 51/2006, n. 77/2007, n. 48/2008, n. 14/2009, n. 37/2010
Circ. INPS n. 70/2017
Adelmo Mattioli 32
Articolo 34 T.U. Trattamento economico Calcolo dell’indennità economica per congedi parentali. Si prende a riferimento la retribuzione media globale giornaliera del mese o del periodo di paga quadrisettimanale immediatamente precedente a quello nel corso del quale ha avuto inizio l’astensione dal lavoro. Tuttavia, nell’ipotesi in cui la lavoratrice fruisca del congedo parentale immediatamente dopo il congedo di maternità (ipotesi praticabile anche senza ripresa dell’attività lavorativa prima del congedo parentale), la retribuzione da prendere a riferimento per il calcolo dell’indennità per congedo parentale è quella del periodo mensile o quadrisettimanale scaduto ed immediatamente precedente a quello nel corso del quale ha avuto inizio il congedo di maternità (senza conteggiare i ratei di mensilità aggiuntive).
Laddove, invece, dopo il congedo di maternità, la lavoratrice riprenda l’attività lavorativa (anche per un solo giorno), si prende a riferimento, trattandosi di prestazioni diverse, la retribuzione relativa a tale periodo di ripresa dell’attività, ancorché questo cada nello stesso mese in cui ha avuto inizio il congedo parentale. In caso di fruizione frazionata del congedo parentale, invece, si prende a riferimento la retribuzione del mese precedente, nonostante le frazioni siano intervallate da giorni di ripresa dell’attività.
Ovviamente la retribuzione va divisa per il numero dei giorni lavorati o retribuiti, eventualmente ridimensionati in caso di “settimana corta”.
Circolare INPS n. 8/2003 e n. 94/2009
Adelmo Mattioli 33
Articolo 34 T.U. Trattamento economico
Calcolo dell’indennità economica per congedi parentali.
Consulta il messaggio INPS n. 2781 del 16/02/2012 per la determinazione della retribuzione media giornaliera ai fini del calcolo del congedo parentale se nel mese precedente sono stati indennizzati periodi riposo per allattamento
Adelmo Mattioli 34
Circolare INPS n. 62/2010
Svolgimento di altra attività lavorativa durante la fruizione di congedo parentale per maternità
Sono stati chiesti chiarimenti in merito alla riconoscibilità o meno del diritto all’indennità per congedo parentale (astensione facoltativa per maternità D.Lgs.151/2001) in favore di lavoratori dipendenti che, durante la fruizione del congedo stesso, intraprendono una nuova attività lavorativa.
A tale riguardo è stato interpellato il Ministero del Lavoro che, nel rendere il proprio parere, ha sottolineato che il congedo parentale risponde alla precipua funzione di assicurare al genitore lavoratore un periodo di assenza dal lavoro finalizzato alla cura del bambino e non può, quindi, essere utilizzato dal lavoratore stesso per intraprendere una nuova attività lavorativa che, ove consentita, finirebbe col sottrarre il lavoratore dalla specifica responsabilità familiare verso la quale il beneficio in esame è orientato.
Adelmo Mattioli 35
Articolo 32 T.U.
Evento malattia Indennità di maternità Indennità di malattia
infortunio
Indennità di infortunio, se l’indennità di maternità è di importo superiore si eroga una quota differenziale (circ. INPS n. 182/97)
Indennità di infortunio
CIG e CIGS Indennità di maternità
Si consiglia sempre di interrompere il congedo parentale e richiedere l’integrazione salariale essendo economicamente più vantaggiosa
Congedo matrimoniale
Assegno per congedo matrimoniale
Assegno per congedo matrimoniale
Mobilità Indennità di maternità Indennità di mobilità
NASPI Indennità di maternità NASPI
Congedo di maternità Congedo parentale
Trattamento spettante
Adelmo Mattioli 36
In caso di parto plurimo, adozioni ed affidamenti (anche non fratelli, il cui ingresso sia avvenuto nella stessa data), compete
“per ogni bambino”, il diritto al “congedo parentale”.
Messaggio/INPS del 27/6/2001 n. 569 e circolare n.8/2003
- devono essere presentate domande separate
Articolo 32 T.U.
Adelmo Mattioli 37
Il congedo parentale può essere fruito anche in modo frazionato. Tra un periodo (anche di un solo giorno per volta) e l’altro di congedo parentale (non in caso di assenza ad ore) deve essere effettuata una ripresa effettiva del lavoro.
Il congedo non è frazionabile escludendo soltanto il sabato (settimana corta) e la domenica, o escludendo i periodi di ferie, che in tal caso sarebbero conteggiati come giornate rientranti nel periodo di congedo (vedi diapositive successive con esempi specifici).
Articolo 32 T.U. Frazionabilità
Adelmo Mattioli 38
Termine per la presentazione della domanda all’INPS Deve essere necessariamente presentata all’INPS in data antecedente alla fruizione del congedo o massimo entro la data di inizio della suddetta fruizione.
Messaggio INPS n. 15795 del 25/5/2006
La domanda all’INPS
Adelmo Mattioli 39
Malattia insorta durante o alla fine del congedo parentale:
viene modificato radicalmente il precedente orientamento, in pratica il periodo di congedo parentale viene considerato “parentesi neutra” anche quando supera i 60 giorni continuativi, in tal modo il diritto all’indennità di malattia viene sempre garantito.
Articolo 32 T.U.
Chiarimento INPS con circolare n. 8/2003
Adelmo Mattioli 40
Il principio di neutralizzazione del congedo parentale si applica anche quando la malattia insorga dopo la conclusione del periodo di congedo parentale.
I giorni di malattia certificati che si verifichino durante il congedo parentale, devono essere considerati neutri, al fine del conteggio del periodo complessivo di congedo parentale spettante…..
Articolo 32 T.U.
Chiarimento INPS con la circolare n. 8/2003
Adelmo Mattioli 41
Attenzione per il calcolo del periodo massimo:
Si deve usare lo stesso criterio in cui frazioni di congedo siano intervallate da ferie, come chiarito nella circolare INPS n. 82/2001, poi maggiormente con specifici messaggi INPS n. 28378/2006 e n. 19772/2011
Articolo 32 T.U.
Adelmo Mattioli 42
Facendo seguito alle istruzioni fornite con messaggio 28379 del 25.10.2006, si precisa che ai fini del computo e dell’indennizzo dei giorni di congedo parentale i giorni festivi, le domeniche ed i sabati (in caso di settimana corta) che ricadono all’interno di un periodo di ferie, malattia, o assenze ad altro titolo non sono in alcun caso indennizzabili, né computabili in conto congedo parentale.
Articolo 32 T.U.
Chiarimento INPS con msg n. 19772-2011
Adelmo Mattioli 43
1° settimana: dal lunedì al venerdì = congedo parentale Sabato e domenica 2° settimana: dal lunedì al venerdì = ferie - malattia - assenza ad altro titolo Sabato e domenica 3° settimana: dal lunedì al venerdì = ferie o malattia o assenza ad altro titolo Sabato e domenica 4° settimana: dal lunedì al venerdì = congedo parentale
Esempio: lavoratore, con orario di lavoro articolato su cinque giorni lavorativi (c.d. settimana corta), fruisca di congedo
parentale nel seguente modo:
Adelmo Mattioli 44
il sabato e la domenica compresi tra la seconda e la terza settimana non sono computabili, né indennizzabili a titolo di congedo parentale in quanto tali giorni - compresi in un periodo unico di congedo parentale posto che, dalla prima alla quarta settimana, non vi è ripresa dell’attività lavorativa - risultano comunque ricompresi all’interno di un periodo di assenza fruita ad altro titolo (periodo neutro ai fini di interesse).
Articolo 32 T.U.
Chiarimento INPS con msg n. 19772-2011
Adelmo Mattioli 45
Viceversa, il sabato e la domenica ricadenti tra la prima e la seconda settimana e tra la terza e la quarta sono computabili ed indennizzabili in conto congedo parentale in quanto tali giorni cadono, rispettivamente, subito dopo e subito prima il congedo parentale richiesto.
Articolo 32 T.U.
Chiarimento INPS con msg n. 19772-2011
Adelmo Mattioli 46
Quanto sopra vale anche nei casi in cui il lavoratore alterni congedo parentale e ferie nel seguente modo: dal martedì al giovedì = congedo parentale venerdì = ferie sabato e domenica lunedì = ferie dal martedì a giovedì = congedo parentale. Anche in tale ultima ipotesi, infatti, il sabato e la domenica non si computano a titolo di congedo parentale in quanto inclusi in un periodo, seppur breve, di ferie (venerdì e lunedì).
Chiarimento INPS con msg n. 19772-2011
Adelmo Mattioli 47
A chiarimento di quanto sopra esposto si espongono ancora due possibili casi: Caso 1 da lunedì a venerdì = congedo parentale sabato e domenica da lunedì a mercoledì = ferie giovedì = ripresa del lavoro il sabato e la domenica rimangono evidentemente esclusi dal computo del congedo parentale in quanto la frazione di congedo termina il venerdì (infatti, successivamente alle ferie, il lavoratore riprende l’attività lavorativa).
A chiarimento di quanto sopra esposto si espongono ancora due possibili casi:
Adelmo Mattioli 48
Caso 2 da lunedì a venerdì = congedo parentale sabato e domenica da lunedì a mercoledì = ferie giovedì = congedo parentale venerdì = ripresa del lavoro
il sabato e la domenica vanno conteggiati ed indennizzati in conto congedo parentale in quanto tali giorni sono compresi in un’unica frazione di congedo (dal lunedì della prima settimana al giovedì della seconda) e ricadono immediatamente dopo il congedo parentale.
A chiarimento di quanto sopra esposto si espongono ancora due possibili casi:
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I criteri sopra indicati trovano applicazione anche nell’ipotesi in cui il lavoratore, avendo già richiesto un periodo di congedo parentale, presenti un’altra domanda (o diverse domande) di congedo parentale determinanti di fatto una proroga del periodo di congedo precedentemente richiesto.
Articolo 32 T.U.
Chiarimento INPS con msg n. 19772-2011
Adelmo Mattioli 50
Nell’ipotesi in cui la/il lavoratrice/tore, a seguito di un periodo di congedo parentale, fruisca, immediatamente dopo, di giorni di ferie o malattia, riprendendo quindi l'attività lavorativa, le giornate festive e i sabati (in caso di settimana corta) cadenti tra il suindicato periodo di congedo parentale e le ferie o la malattia non vanno computate in conto congedo parentale. Per maggior chiarezza si faccia riferimento all' esempio seguente riferito a lavoratori con orario contrattuale articolato su cinque giorni (settimana corta) dal lunedì al venerdì:
1a settimana: dal lunedì al venerdì = congedo parentale;
2a settimana: dal lunedì al venerdì = ferie o malattia;
3a settimana: lunedì = ripresa dell' attività lavorativa
In questo caso, le giornate di sabato e di domenica, comprese tra la prima e la seconda settimana e tra la seconda e la terza non devono essere conteggiati come congedo parentale.
Articolo 32 T.U.
Chiarimento INPS con msg n. 28379-2006
Esempi in parte superati dal msg INPS precedente
Adelmo Mattioli 51
Viceversa, allorquando si susseguano, senza interruzione, un primo periodo di congedo parentale, un periodo di ferie o di malattia ed un ulteriore periodo di congedo parentale, i giorni festivi ed i sabati (in caso di settimana corta),che si collocano immediatamente dopo il primo periodo di congedo ed immediatamente prima del successivo, devono essere conteggiati come giorni di congedo parentale (v. circolare INPS n..82/2001, par. I, ultimo cpv.).
A chiarimento si riporta l'esempio che segue, riferito sempre all'ipotesi di settimana corta:
1a settimana: dal lunedì al venerdì = congedo parentale;
2a settimana: dal lunedì al venerdì = ferie o malattia;
3a settimana: dal lunedì al venerdì = congedo parentale.
In questo caso, le giornate di sabato e di domenica comprese tra la prima e la seconda settimana e tra la, seconda e la terza devono essere conteggiate come congedo parentale.
Articolo 32 T.U.
Chiarimento INPS con msg n. 28379-2006
Esempi in parte superati dal msg INPS precedente
Adelmo Mattioli 52
La lavoratrice che sia contemporaneamente titolare di
due (o più) rapporti di lavoro part-time di tipo orizzontale (o misto) può astenersi a titolo di congedo parentale da uno dei rapporti di lavoro proseguendo l’attività lavorativa sull’altro rapporto in essere. In tale caso, ai fini del computo dei mesi di congedo parentale, l’assenza, benché limitata ad alcune ore della giornata lavorativa, si considera per l’intera giornata. L’indennità, invece, ove spettante, dovrà essere commisurata alle ore di effettiva assenza dal lavoro.
Articolo 32 T.U.
Chiarimento INPS con msg n. 19772-2011
E legittimo?
Adelmo Mattioli 53
Le pause contrattuali, non possono essere
conteggiate ed indennizzate a titolo di congedo parentale. Circolare n. 41 del 13 marzo 2006
6-2 INDENNITA’ DI MATERNITA’, DI MALATTIA E TBC ... Per quanto riguarda, invece,il congedo parentale (già astensione facoltativa), si ritiene, come già precisato nella sopra citata circolare, che il diritto a fruire del beneficio di cui all’art. 32 del T. U. non possa essere riconosciuto durante le pause contrattuali, essendo tale diritto esercitabile nei soli periodi di svolgimento dell’attività lavorativa. Vanno pertanto indennizzate nella misura del 30% della retribuzione (senza riproporzionamenti, ugualmente a quanto previsto nell’ipotesi di cui al capoverso precedente) che la/il lavoratrice/tore percepirebbe qualora non si astenesse e conteggiate come congedo parentale soltanto le giornate di previsto svolgimento dell’attività (comprese le festività cadenti nei periodi di congedo parentale richiesti) e non anche le giornate rientranti nelle c.d. pause contrattuali. Circolare n. 30 del 3 marzo 2010
3.2 Congedo parentale L’indennità di congedo parentale, nella misura del 30% della retribuzione giornaliera (come sopra individuata), andrà corrisposta per le sole giornate di lavoro contrattualmente previste, con esclusione quindi delle eventuali giornate di pausa contrattuale, in coincidenza delle quali, come noto, non è esercitabile il diritto in questione.
Pause contrattuali – part-time verticale
Adelmo Mattioli 54
Con nota n. 3004 del 28 agosto 2006, rispondendo ad un interpello dell'Università di Verona, il Ministero del Lavoro e della Previdenza
Sociale ha affermato che i congedi parentali (ex astensione
facoltativa), possono essere sospesi in caso di malattia del bambino, ovviamente è indispensabile la domanda del genitore.
E' necessario ricordare che nel settore privato la malattia del bambino non è mai retribuita o integrata dall'INPS (nel settore pubblico, al contrario, i primi 30 per ogni anno di vita del bambino sono retribuiti per intero, ma solo fino al 3° anno di età).
Il congedo per malattia del bambino compete alternativamente fra i genitori, se entrambi lavoratori dipendenti.
Articolo 32 T.U. Interpello del 28/8/2006
Vedi anche interpello del 20/3/2009 n. 31 dove si ritiene possibile la sospensione del congedo parentale per richiedere i 3 gg di permesso retribuito come da contratto (in questo caso Università)
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Tabella sintetica
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Articoli 61 e 62 T.U.
Viene ribadita l’esclusione per le lavoratrici domestiche e per le lavoratrici a domicilio per le quali viene riconfermato unicamente il diritto al congedo di maternità.
La Corte Costituzionale con la sentenza n. 334/2002 ribadisce per l’ennesima volta la legittimità costituzionale delle norme che escludono le lavoratrici domestiche da determinate tutele (no divieto di licenziamento, no congedo parentale, no permessi giornalieri, no permessi per malattia figlio, indennità maternità subordinata a requisiti contributivi - DPR n° 1403/71)
Adelmo Mattioli 57
La Direzione Nazionale INPS afferma con messaggio n. 757 del 24/10/2001 il diritto all’ANF anche durante il periodo di “congedo parentale” non retribuito per superamento dei limiti di reddito personale
Articolo 34 T.U.
Assegno al nucleo familiare
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Il congedo parentale è esteso alle lavoratrici autonome per i figli nati dal 1.1.2000.
Attenzione: compete per un periodo massimo di 3 mesi entro il 1° anno di vita del bambino
Alle lavoratrici compete una indennità economica pari al 30% della retribuzione minima giornaliera.
Articolo 69 T.U. Lavoratrici autonome Circolare 46/2006
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Contribuzione figurativa dei periodi di congedo parentale fruiti in corso di rapporto di lavoro. Riscatto dei periodi corrispondenti al congedo parentale caduti fuori dal rapporto di lavoro.
La fruizione del congedo parentale è coperta da contribuzione figurativa fino al 12° anno di vita del bambino ovvero fino al 12° anno di ingresso del minore in caso di adozione o affidamento.
Per la valorizzazione del periodo di congedo parentale fruito dal settimo anno di vita in poi si applica il comma 2 dell’art.35 del d.lgs.151/2001 (retribuzione convenzionale, integrabilità con riscatto o versamenti volontari ).
Nei limiti temporali ai quali è sottoposta la riforma in oggetto, l’allungamento della fruibilità del congedo parentale si applica anche al beneficio di cui al comma 5 dell’art.35 del d.lgs.151/2001 (riscatto dei periodi corrispondenti al congedo parentale fuori dal rapporto di lavoro).