Sezione 2
CONCORRENZA E REGOLAZIONE NEI SETTORI ENERGETICI
STRUTTURA DEI MERCATI E REGOLAZIONE DEL SETTORE ELETTRICO
STRUTTURA DEI MERCATI E REGOLAZIONE DEL SETTORE DEL GAS NATURALE
OBBLIGHI DI SERVIZIO PUBBLICO, QUALITÀ E TUTELA DEI CONSUMATORI
IL BILANCIO DELLA REGOLAZIONE DAL 1996 A OGGI
La legge 14 novembre 1995, n. 481, indica le linee direttrici dell’attività di
regolazione che l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha svolto nel settore
dell’energia elettrica durante i sei anni trascorsi dall’avvio della sua operatività,
avvenuto in data 23 aprile 1997. Mantenendo come riferimento costante gli
obbiettivi fondamentali di promozione dell’efficienza e della concorrenza nel
settore, l’Autorità ha posto al centro della propria attività di regolazione la
definizione di un sistema tariffario certo, trasparente e basato su criteri prede-
finiti; parallelamente, inoltre, ha fissato le condizioni tecnico economiche di
accesso e interconnessione con le reti, tali da garantire fruibilità non discrimi-
natoria delle infrastrutture essenziali. Ai dettami della legge n. 481/95, nel
corso del 1999, si sono aggiunte le disposizioni del decreto legislativo 16
marzo 1999, n. 79, che ha dato attuazione alla Direttiva europea 96/92/CE,
assegnando all’Autorità un ruolo centrale nel processo di liberalizzazione del
settore elettrico italiano, destinato a tradursi in provvedimenti, proposte (pre-
valentemente al Ministero delle attività produttive, già Ministero dell’industria,
del commercio e dell’artigianato) e pareri. La legislazione ha dunque delineato
un’evoluzione delle funzioni dell’Autorità, accentuandone il ruolo di regolato-
re del mercato elettrico in via di formazione. In tal senso, l’Autorità è stata
chiamata a intervenire con strumenti di regolazione “preventiva”, orientati a
definire meccanismi e incentivi pro competitivi e a evidenziare comportamenti
contrari allo sviluppo della concorrenza.
L’Autorità ha così definito un quadro di regolazione del settore elettrico che,
nel corso dei sei anni, è stato distinto da alcune tappe fondamentali, coinci-
denti con l’inizio di altrettante fasi del processo di liberalizzazione dello stes-
so settore. Il primo stadio della regolazione, rappresentato sostanzialmente
dalla delibera del 26 giugno 1997, n. 70 (riguardante la determinazione dei
costi riconosciuti per l’approvvigionamento delle risorse per la generazione di
energia elettrica), ha segnato l’avvio delle attività di razionalizzazione del qua-
dro normativo del settore e di introduzione di meccanismi capaci di indurre un
progressivo recupero di efficienza produttiva. La seconda fase, riconducibile in
particolare alle delibere del 18 febbraio 1999, n. 13, e del 29 dicembre 1999,
n. 204 e n. 205, ha determinato l’inizio della riforma del sistema tariffario,
che ha portato a una maggiore aderenza delle tariffe ai costi di produzione ed
erogazione dei servizi, incentivando le imprese al recupero di efficienza. La
terza fase, sostanziatasi nell’entrata in vigore nel 2002 del Testo integrato
(approvato con delibera del 10 ottobre 2001, n. 228), rappresenta in realtà il
punto di partenza di un periodo di riforma delle regole del settore elettrico che
Mandato, procedure
e accountability
135
4. STRUTTURA DEI MERCATI E REGOLAZIONEDEL SETTORE ELETTRICO
è oggi nel suo stadio cruciale, cioè quello di avvio dell’operatività del mercato
dell’energia elettrica e di completamento del processo di liberalizzazione previ-
sto dal decreto legislativo n. 79/99.
L’azione dell’Autorità si è sostanziata quindi in un’intensa attività di regola-
zione e di controllo.
L’attività di regolazione è stata condotta attraverso il costante coinvolgimento
nel processo decisionale dei soggetti interessati, con l’obbiettivo di coniugare
l’imparzialità delle scelte tecniche e la maggiore condivisione possibile delle
stesse da parte sia degli operatori del settore sia dei consumatori. L’Autorità ha
provveduto inoltre ad assicurare la massima divulgazione delle sue decisioni,
proposte e iniziative, tramite il suo sito Internet e l’organizzazione di semina-
ri informativi in occasione dei momenti più importanti dell’evoluzione della
regolazione del settore.
Nel processo di formazione delle decisioni dell’Autorità hanno inoltre assunto
importanza crescente, in considerazione dell’obiettivo di creazione di un unico
mercato interno dell’energia elettrica, il confronto e la collaborazione con gli
altri regolatori e le istituzioni europee, anche attraverso il CEER (Council of
European Energy Regulators) e il Forum di Firenze dei regolatori europei del-
l’elettricità.
L’attività di controllo dell’Autorità, nel settore elettrico, ha riguardato preva-
lentemente la verifica del rispetto della disciplina normativa da parte degli ope-
ratori, attraverso lo svolgimento di attività istruttoria, nonché di controlli tec-
nici e ispettivi.
La fase iniziale dell’attività di regolazione del settore elettrico è stata caratte-
rizzata da un primo insieme di interventi di natura strutturale, volti a intro-
durre i tasselli originari del futuro assetto del settore, e da un secondo insieme
di misure a carattere contingente, finalizzate a sciogliere i nodi rimasti irrisol-
ti nel precedente contesto di regolazione.
La tappa fondamentale di questa prima fase è stata, come già richiamato, l’a-
dozione della delibera n. 70/97, che ha dato attuazione all’art. 3, comma 5,
della legge n. 481/95 in materia di aggiornamento delle tariffe in relazione ai
costi variabili di combustibile.
La delibera n. 70/97 da un lato ha razionalizzato la struttura della tariffa elet-
trica, individuandone chiaramente la parte legata alla variazione del prezzo del
combustibile, e dall’altro ha introdotto un innovativo meccanismo di aggiorna-
mento di tale parte, finalizzato a incentivare la gestione efficiente degli
impianti di produzione. Il nuovo metodo di aggiornamento, infatti, abbando-
nando il principio del rimborso “a piè di lista” dei costi variabili di produzione,
La prima fase della
regolazione del settore
elettrico (1996-1999):
primi interventi
di razionalizzazione
e riforma
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si basa sul riconoscimento di un costo variabile di produzione standard, calco-
lato sulla base di un consumo specifico medio determinato dall’Autorità per gli
impianti termoelettrici e dell’andamento di un paniere di combustibili fossili
quotati sui mercati internazionali.
Questo meccanismo di aggiornamento ha favorito un progressivo aumento del-
l’efficienza del parco di produzione italiano, in attesa che la completa libera-
lizzazione del settore lasci al mercato tale compito; allo stesso tempo ha garan-
tito una fluttuazione del prezzo dell’energia elettrica pagato dai clienti finali
meno spiccata rispetto alla forte variabilità fatta registrare dal prezzo del
petrolio nel periodo considerato (Fig. 4.1). Tale meccanismo di aggiornamento,
corretto con gli aggiustamenti apportati con le delibere 25 febbraio 1999, n.
24, e 29 novembre 2002, n. 194, finalizzata ad accentuarne l’efficacia quale
strumento di attenuazione degli effetti inflattivi della variazione del prezzo del
petrolio, continua ancora oggi a essere utilizzato per aggiornare la tariffa
pagata dai clienti vincolati a copertura dei costi variabili di produzione dell’e-
nergia elettrica.
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
137
1997mag
1998gen
1999gen
2000gen
2001gen
2003gen
2002gen
40
60
80
100
120
140
160
180
tariffa media elettricitàpetrolio Brent (euro/b)
FIG. 4.1 ANDAMENTO DELLA TARIFFA ELETTRICA A CONFRONTO CON IL PREZZO DEL PETROLIO 1997-2003
Numeri indice maggio 1997=100
La prima fase della regolazione del settore elettrico, poi, si è distinta per l’av-
vio di un ampio processo di consultazione in previsione della riforma comples-
siva del sistema tariffario e della definizione di regole non discriminatorie rego-
lanti l’accesso e l’uso delle reti elettriche. Atto iniziale di tale processo è stato
il Documento diffuso dall’Autorità nel giugno 1997, intitolato Criteri per la
definizione del nuovo ordinamento tariffario. Con esso l’Autorità ha delinea-
to criteri in materia di tariffe, quali la certezza e la trasparenza del sistema
tariffario, la tutela degli interessi di utenti e consumatori attraverso la promo-
zione della concorrenza e dell’efficienza, la flessibilità del sistema e il suo
orientamento ai costi.
Tra la fine del 1999 e l’inizio del 2000, l’Autorità ha portato a termine la prima
parte di riforma del sistema tariffario del settore elettrico e delle condizioni
tecnico economiche per l’accesso alle reti elettriche. Gli interventi hanno
riguardato la definizione delle regole necessarie ad avviare sistemi di acquisto
e vendita di energia elettrica tra produttori, clienti grossisti e clienti finali ido-
nei, e l’attuazione della riforma tariffaria in aderenza ai principi introdotti
dalla legge n. 481/95.
Con la delibera n. 13/99 l’Autorità ha disciplinato le condizioni del servizio di
vettoriamento dell’energia elettrica, stabilendo le modalità tecniche ed econo-
miche di accesso al servizio di trasporto per i clienti idonei. Tale disciplina si
proponeva tra l’altro di assicurare condizioni non discriminatorie per l’accesso
alle reti da parte degli utenti delle reti medesime, oltre che di incentivare gli
esercenti delle reti a gestire e sviluppare le stesse in condizioni di efficienza ed
economicità.
Con la delibera n. 204/99 l’Autorità ha precisato il nuovo regime tariffario per
la fornitura dell’energia elettrica ai clienti del mercato vincolato: la sua azione
si è basata sul principio della rispondenza delle tariffe ai costi e alla qualità del
servizio ricevuto.
Con la delibera n. 205/99 l’Autorità ha definito la regolazione dei prezzi di ces-
sione dell’energia elettrica dai produttori ai distributori e ha stabilito il corri-
spettivo per il trasporto sulla rete di trasmissione nazionale e sulle reti di distri-
buzione dell’energia elettrica acquistata dalle imprese distributrici per la forni-
tura dei clienti del mercato vincolato.
L’introduzione della nuova disciplina con le delibere nn. 13/99, 204/99 e
205/99 ha consentito di superare il precedente sistema tariffario scarsamente
orientato ai costi, rigido e privo di meccanismi di incentivazione al recupero di
efficienza (se si esclude la componente a copertura dei costi variabili di produ-
zione già riformata con la delibera n. 70/97).
Si ricorda infatti che il regime tariffario in vigore prima della riforma operata
La seconda fase della
regolazione del settore
elettrico (1999-2001):
il nuovo sistema tariffario
e l’avvio della
liberalizzazione
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138
dall’Autorità aveva le sue origini nei provvedimenti di unificazione delle tarif-
fe emanati dal Comitato interministeriale dei prezzi (CIP) nel 1953 e nel 1961,
successivamente modificati, da ultimo con il provvedimento CIP 14 dicembre
1993, n. 15. Tale sistema prevedeva tariffe all’utenza finale fissate in via ammi-
nistrativa ed era caratterizzato dalla presenza di un numero molto elevato di
classi tariffarie (oltre 40 diverse tipologie di utenza). Il processo di liberalizza-
zione del settore elettrico ha determinato invece l’esigenza di una riforma
strutturale del suo sistema tariffario, che mal si adeguava a una prospettiva di
graduale apertura del mercato, non permettendo i margini di flessibilità e
imprenditorialità necessari per la liberalizzazione dell’offerta del servizio.
Il sistema tariffario precedente era caratterizzato inoltre da prezzi che in molti
casi non riflettevano adeguatamente i costi della fornitura del servizio alle
diverse tipologie di utenza, come invece dovrebbe accadere. Inoltre, la deter-
minazione delle tariffe avveniva con l’obiettivo di coprire i costi complessivi dei
servizi forniti, tramite un criterio sostanzialmente di riconoscimento a piè di
lista. La garanzia di copertura a posteriori dei costi sostenuti non forniva ade-
guati incentivi per l’impresa al contenimento degli stessi, in quanto il loro
aumento riflesso nelle tariffe non dà luogo a una minore redditività dell’im-
presa e, simmetricamente, i benefici di una loro riduzione non si traducono in
una più elevata redditività dell’impresa, ma sono trasferiti ai consumatori attra-
verso una riduzione delle tariffe.
La riforma tariffaria del 1999 ha introdotto invece un sistema ispirato alla ade-
renza delle tariffe ai costi che promuove l’efficienza degli esercenti il servizio
elettrico. Tale sistema presenta diverse caratteristiche che ne evidenziano la
natura innovativa: in primo luogo, l’applicazione del meccanismo del price cap
(in applicazione dell’art. 2, comma 18, della legge n. 481/95) per l’aggiorna-
mento annuale delle tariffe, che introduce un incentivo trasparente e predeter-
minato al recupero di efficienza da parte dei gestori del servizio; in secondo
luogo, l’abbandono della logica di differenziazione del prezzo dell’energia elet-
trica in base alla destinazione d’uso, in favore di un orientamento della tariffa
applicata al costo del servizio sottostante; in terzo luogo, l’abbandono di un
sistema di applicazione delle tariffe rigido, sostituito da un altro più flessibile,
fondato su opzioni tariffarie proposte dagli esercenti sulla base di vincoli fis-
sati dall’Autorità e da questa verificate. Solo per i clienti domestici la riforma
tariffaria del 1999 ha previsto una maggiore protezione rispetto alla generalità
dell’utenza. A questo fine la delibera n. 204/99, coerentemente con il principio
di copertura dei costi del servizio elettrico, ha fissato una tariffa che le impre-
se distributrici devono offrire obbligatoriamente ai clienti domestici, pur
potendo proporre alternative ulteriori, soggette alla stessa disciplina stabilita
per le opzioni tariffarie speciali destinate all’utenza non domestica.
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L’intervento di riforma tariffaria ha richiesto una gradualità di applicazione
tanto per i clienti non domestici quanto per quelli domestici. Per questi ultimi,
in particolare, la riforma ha necessitato di tempi piuttosto lunghi, data anche
l’esigenza di coordinamento, ai fini della determinazione di tariffe agevolate,
con la definizione da parte del Governo degli obiettivi in materia di accesso a
condizioni facilitate di erogazione dei servizi di pubblica utilità per i cittadini
in situazione di disagio economico. Al riguardo, nel mese di febbraio 2003,
l’Autorità ha pubblicato un Documento per la consultazione contenente le pro-
poste per la definizione di un regime di tutela dei clienti domestici del merca-
to vincolato in condizioni di svantaggio sociale.
Nel periodo compreso tra il 1999 e il 2001 l’Autorità ha inoltre adottato altri
importanti provvedimenti necessari al compiersi del processo di liberalizzazio-
ne avviato con il decreto legislativo n. 79/99, tra cui:
• la predisposizione di direttive per le separazioni contabile e amministrativa
per i soggetti che operano nel settore dell’energia elettrica (delibera dell’11
maggio 1999, n. 61, successivamente modificata e integrata con la delibe-
ra 5 dicembre 2001, n. 310);
• disposizioni riguardanti la definizione delle modalità e delle condizioni delle
importazioni di energia elettrica in presenza di capacità di trasporto dispo-
nibili insufficienti;
• la predisposizione di Direttive al Gestore della rete di trasmissione naziona-
le S.p.A. (Grtn) per l’adozione delle regole tecniche di connessione alla rete
di trasmissione nazionale (delibera del 9 marzo 2000, n. 52);
• la predisposizione di Direttive al Grtn per l’adozione di regole tecniche per
la misura dell’energia elettrica (delibera del 3 agosto 2000, n. 138);
• la definizione delle condizioni per l’erogazione del servizio di dispaccia-
mento da parte del Grtn (delibera del 30 aprile 2001, n. 95).
Nell’autunno 2001 l’Autorità ha adottato il Testo integrato recante disposizio-
ni per l’erogazione dei servizi di trasporto, di misura e di vendita dell’energia
elettrica (delibera n. 228/01). Con esso si è realizzata l’armonizzazione delle
norme in ambito tariffario emanate dalla medesima Autorità, in particolare con
riferimento alla determinazione e alla regolazione dei corrispettivi per il servi-
zio di trasporto per i clienti finali, per le imprese distributrici e per i produtto-
ri, per il servizio di acquisto e vendita dell’energia elettrica destinata al merca-
to vincolato, nonché con riferimento alla regolazione del servizio di misura del-
l’energia elettrica.
Con il Testo integrato viene abrogata la disciplina del vettoriamento, sostitui-
La terza fase della
regolazione del settore
elettrico (2002-2003):
le regole per il
completamento della
liberalizzazione
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140
ta da una del trasporto dell’energia elettrica unica per i clienti del mercato libe-
ro e per quelli del mercato vincolato, compatibile con l’avvio della borsa elet-
trica prevista dal decreto legislativo n. 79/99.
Il Testo integrato ha inoltre posto le basi per un’ulteriore evoluzione nella libe-
ralizzazione della filiera elettrica identificando, coerentemente con quanto
contemplato dalle concessioni di distribuzione rilasciate, il servizio di misura
come separato dalla distribuzione e, quindi, passibile di ristrutturazione e
impostazione anche su basi concorrenziali.
Con l’entrata in vigore del Testo integrato, a decorrere dall’1 gennaio 2002, si
è concluso il processo di riforma da parte dell’Autorità delle tariffe e delle con-
dizioni tecnico economiche per l’accesso e l’uso delle reti elettriche di trasmis-
sione e di distribuzione.
La terza fase dell’attività di regolazione, dunque, si propone come la premessa
a un nuovo e, se possibile ancor più delicato stadio, cioè quello della piena
liberalizzazione e dell’avvio del sistema delle offerte previsti dal decreto legi-
slativo n. 79/99. Per esso l’Autorità è chiamata sia a promuovere la concorren-
za e l’efficienza, anche tramite interventi miranti a prevenire l’esercizio del
potere di mercato, sia a favorire la massima trasparenza nel mercato elettrico.
Viene in questo modo a realizzarsi il nuovo ruolo dell’Autorità quale regolato-
re del mercato in via di formazione.
I sei anni trascorsi dall’istituzione dell’Autorità si delineano come un periodo
di grande fermento e innovazione, certamente il più dinamico dalla nazionaliz-
zazione del 1962 del settore elettrico in Italia. In tale contesto essa ha dovuto
confrontarsi con la necessità di superare le inevitabili resistenze al cambiamen-
to e con l’assoluta novità degli obbiettivi da perseguire, dunque con l’esigen-
za di affinare progressivamente gli strumenti e le strategie di regolazione,
anche in relazione all’evolvere del mandato legislativo.
L’Autorità si è confrontata con un delicato esercizio di bilanciamento tra le esi-
genze di innovazione e riforma e quelle di stabilità e certezza, al fine di attrar-
re un sufficiente livello di investimenti e favorire così lo sviluppo della concor-
renza; oltre che di tutelare i clienti finali contenendo il livello dei prezzi e assi-
curando la qualità del servizio. Tali preoccupazioni si sono tramutate in scelte
di riforma graduale (come nel caso del sistema tariffario), tali da consentire a
clienti e operatori i necessari tempi di apprendimento e adattamento al nuovo
sistema.
I risultati dell’attività di regolazione possono essere valutati con riferimento a
diversi elementi: uno di questi è sicuramente l’analisi dell’andamento dei prez-
zi finali. A riguardo, il settore elettrico richiede alcune cautele, in particolare
Bilancio dell’attività
di regolazione
e sue prospettive
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141
in relazione alla necessità di individuare e differenziare gli ambiti in cui la pos-
sibilità di intervento del regolatore è più diretta (come nel caso del prezzo
regolamentato di servizi eserciti in regime di monopolio), da quelli in cui i fat-
tori esogeni assumono carattere prevalente e rispetto ai quali il regolatore, in
attesa della piena liberalizzazione del settore, può porsi quasi esclusivamente
obbiettivi di trasferimento efficiente del segnale di prezzo sui consumatori (è
questo il caso della componente di prezzo a copertura dei costi variabili di pro-
duzione per i clienti vincolati).
L’evoluzione dei dati, in tal senso, sembra indicare un impatto generalmente
positivo dell’attività di regolazione, più evidente nel contenimento dei prezzi
relativi ai servizi di trasporto (più direttamente esposti all’azione del regolato-
re), ma importante anche per la componente tariffaria connessa al costo di
combustibile, soprattutto in termini di limitazione della variabilità a cui sono
stati esposti i clienti finali.
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142
apr. 2003gen. 2003gen. 2002gen. 2001gen. 2000gen. 1999gen. 1998mag. 1997
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
9,269,54
8,91 9,30
10,50
9,85
10,56 10,60
FIG. 4.2 COMPOSIZIONE DELLA TARIFFA ELETTRICA 1997-2003(A)
ce/kWh
COMPONENTE A COPERTURA DEI COSTI RELATIVI AL SERVIZIO DI TRASPORTO E DEI COSTI FISSIDI GENERAZIONE
COMPONENTE A COPERTURA DEI COSTI SOSTENUTI NELL’INTERESSE GENERALE
COMPONENTE A COPERTURA DEL COSTO DEL COMBUSTIBILE
(A) Sino al 2001 il valore medio della componente a copertura dei costi fissi di generazione, trasporto edistribuzione è calcolato sull’insieme dei clienti liberi e vincolati, mentre dal 2002 è calcolato suisoli clienti vincolati.
Tali considerazioni devono, comunque, diventare un punto di partenza anziché
di arrivo per la nuova fase di regolazione, caratterizzata da alcune priorità chia-
re, che attende l’Autorità. In primo luogo è necessaria la definizione di un qua-
dro di regolazione che favorisca il completamento del processo di liberalizzazio-
ne avviato dal decreto legislativo n. 79/99, con l’entrata in operatività di merca-
ti organizzati per le contrattazioni spot dell’energia elettrica e per quelle a ter-
mine, e con una maggiore apertura del mercato dal lato della domanda. Ciò
implica sia la prevenzione dei comportamenti anticompetitivi da parte degli ope-
ratori, sia la definizione di norme per il nuovo periodo di regolazione tariffaria
(che avrà inizio nel 2004), tali da rimuovere ogni possibile ostacolo residuo alla
liberalizzazione, quale l’insufficiente disponibilità di informazioni o il controllo
delle stesse da parte di soggetti interessati a rallentare il processo. A tali inter-
venti dovrà poi aggiungersi una crescente attenzione alle nuove problematiche
che il settore elettrico andrà ad affrontare con il consolidarsi dei meccanismi di
mercato, tra cui la garanzia della sicurezza della fornitura a prezzi ragionevoli.
L’EVOLUZIONE DEL MERCATO NEL 2002
Il bilancio degli operatori riportato nella tavola 4.1 sintetizza la presenza, nel
2002, delle diverse categorie di operatori nelle varie fasi del ciclo, evidenzian-
do gli scambi di energia tra queste. Esso non è direttamente confrontabile con
quello relativo al 2001. Se la struttura per fasi è rimasta essenzialmente inva-
riata, il contesto in cui operano le imprese elettriche, e in una certa misura loro
stesse, sono cambiati e necessitano di una nuova chiave di lettura. Il bilancio
evidenzia 9 categorie di operatori in relazione alle loro capacità di generazio-
ne e alle loro caratteristiche di intermediazione dell’energia.
Per quanto riguarda i produttori, il bilancio rileva in disparte Enel S.p.A., in
quanto operatore di riferimento con quasi il 54 per cento della generazione
elettrica netta (comprensiva di pompaggi e perdite) e il 66 per cento delle ven-
dite finali nel 2002; questo gruppo include oltre a Enel Produzione S.p.A., an-
che Enel Green Power S.p.A., Eurogen S.p.A. (fino al mese di maggio) e Inter-
power S.p.A., nonché i trader Enel Trade S.p.A. ed Enel Energia S.p.A. I princi-
pali concorrenti uniscono Edison S.p.A. con le aziende elettriche cedute da
Enel; nel 2002 include Endesa S.p.A., Edipower S.p.A. (a partire dal mese di
maggio) e le relative società di trading. Nel 2002 questo gruppo contribuiva per
il 24 per cento alla generazione, ma solo per il 5 per cento alle vendite dirette a
clienti finali. Gli altri produttori maggiori aggregano le rimanenti aziende con
incidenza sulla generazione totale compresa tra lo 0,5 e il 2 per cento; si tratta
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143
TOTALEGRUPPOENEL
PRINCIPALIGRUPPI
CONCOR-RENTI
ALTRIPRODUTTORIMAGGIORI
PRODUTTORIMINORI
AUTOPRODUTTORI
GROSSISTIINDIPEN-
DENTI
GROSSISTIESTERI
CONSORZIGROSSISTI
CLIENTIFINALI
di Eni Power S.p.A. e delle maggiori aziende municipali (Aem Milano S.p.A., CVA
Idroenergia S.p.A., Asm Brescia S.p.A., Aem Torino S.p.A. e Acea Roma S.p.A.)
con le loro società di commercializzazione. I produttori minori raccolgono la
realtà ancora molto frammentata delle rimanenti aziende degli enti locali. Gli
autoproduttori corrispondono agli oltre 1.000 impianti che producono preva-
lentemente per usi propri. Maggiori approfondimenti sulla generazione elettrica
nel 2002 sono riportati più avanti nel capitolo.
Per quanto riguarda i grossisti, il bilancio introduce una distinzione in fun-
zione della logica del mercato a monte e a valle: quelli esteri sono associati
ad aziende elettriche con sede estera; i consorzi grossisti agiscono prioritaria-
mente per conto dei loro consorzi di acquisto; quasi tutti i consorzi di mag-
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144
TAV. 4.1 BILANCIO DELL’ENERGIA ELETTRICA NEL 2002(A)
TWh
(A) Le somme dei dati parziali possono non corrispondere ai totali a causa degli arrotondamenti.
Fonte: Dichiarazioni degli operatori ed elaborazioni su dati del Grtn.
Produzione nazionale netta 145,0 65,0 16,7 22,6 21,0 0,0 0,0 0,0 0,0 270,3
di cui: CIP6 4,0 22,1 2,1 20,2 5,8 0,0 0,0 0,0 0,0 54,1
Energia destinata ai pompaggi 10,6 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 10,6
Saldo estero 23,0 2,1 1,5 0,1 0,0 5,7 6,6 4,7 7,0 50,6
Contratti Enel 22,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 22,5
Assegnato dal Grtn 0,0 1,3 1,2 0,0 0,0 4,8 1,7 1,8 6,0 16,9
Assegnato dai gestori esteri 0,5 0,8 0,2 0,1 0,0 0,8 4,8 2,9 1,0 11,2
Trasferimenti netti 48,3 -51,0 -1,1 -18,3 -2,8 5,2 1,9 7,1 10,6 0,0
di cui: CIP6 29,1 5,3 2,2 0,2 0,0 3,7 1,8 1,4 10,6 54,1
Perdite 13,2 1,0 1,1 0,3 1,2 0,7 0,5 0,8 1,1 19,9
Totale risorse 192,7 15,1 16,0 4,1 17,1 10,2 7,9 11,0 16,4 290,5
Mercato vincolato 162,9 0,0 10,4 2,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 175,2
Mercato libero 29,8 15,1 5,6 2,1 17,1 10,2 7,9 11,0 16,4 115,3
di cui:
Vendite dirette e autoconsumi 20,1 5,2 3,7 0,8 17,1 4,7 7,5 4,9 16,4 80,4
Vendite tramite consorzi 9,7 9,9 1,9 1,3 0,0 5,5 0,5 6,1 0,0 34,9
Vendite e consumi finali 192,7 15,1 16,0 4,1 17,1 10,2 7,9 11,0 16,4 290,5
giori dimensioni hanno istituito una società grossista o sono in procinto di
farlo. Infine, la categoria dei grossisti indipendenti raccoglie tutti quelli rima-
nenti che non hanno significativi legami di proprietà o di associazione con
produttori o con altri operatori del settore elettrico. L’elenco dei principali
grossisti che coprono circa l’80 per cento delle vendite di energia è riportato
nella tavola 4.2, in ordine decrescente per quanto riguarda le vendite totali. I
dati riportati indicano una forte concentrazione delle vendite in 4 grossisti
con oltre il 55 per cento del mercato. Inoltre, sono evidenti l’incidenza cre-
scente delle vendite ad altri grossisti e la diminuzione delle vendite comples-
sive; per i primi 18 grossisti (con vendite maggiori di 1 TWh) le vendite ai
clienti finali costituiscono l’84 per cento di quelle totali (oltre 98 per cento
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
145
TAV. 4.2 STRUTTURA DELLE VENDITE DEI PRINCIPALI GROSSISTI SUL MERCATO LIBERO DELL’ENERGIA ELETTRICA
TWh; anno 2002
GROSSISTA VENDITE VENDITE AD TOTALEA CLIENTI FINALI ALTRI GROSSISTI
Enel Energia (ex Enel Trade) 30,0 0,3 30,4
Edison Energia 14,6 0,2 14,8
EGL Italia 5,7 1,8 7,5
Energia 5,2 0,0 5,2
Dalmine Energie 2,7 0,1 2,8
EniPower Trading 2,5 0,2 2,7
NET 0,4 2,1 2,5
ASM Energy 0,7 1,3 2,0
Alpenergie Italia 1,2 0,6 1,8
Assoenergia 1,8 0,0 1,8
Energetic Source 0,5 1,3 1,8
Aem Energia 1,3 0,3 1,6
EDF Energia Italia (ex EDF Italia) 0,6 1,0 1,6
T.P.E. Trading per l'Energia 0,0 1,6 1,6
ElectrONE 0,5 1,0 1,5
Electra Italia 0,9 0,6 1,5
TecnoEnergia 0,7 0,7 1,3
Centomilacandele 1,2 0,1 1,3
Totale (grossisti con vendite > 1,0 TWh) 70,5 13,1 83,6
Altri (54 grossisti) 11,6 10,3 21,8
TOTALE 82,1 23,4 105,4
Fonte: Dichiarazioni dei grossisti ai sensi della delibera n. 91/99.
per Enel Energia ed Edison Energia); per i restanti 54 grossisti (con vendite
inferiori a 1 TWh) tale valore cala a 53 per cento.
Per ultimo viene esplicitato anche un comparto dei clienti finali che include le
imprese in genere grandi consumatrici di energia elettrica, operanti diretta-
mente sul mercato per l’assegnazione di capacità di importazione e/o di bande
CIP6. Come viene evidenziato nelle ultime righe del bilancio, produttori e/o
grossisti si assicurano la maggior parte dei consumi finali.
Un approfondimento particolare meritano i trasferimenti tra i vari operatori,
composti dalla somma di sei principali voci con il segno positivo per energia
ricevuta e negativo per energia ceduta: i trasferimenti di bande di potenza CIP6
al Grtn, evidenziate nella seconda riga del bilancio; le assegnazioni di energia
da parte del Grtn al mercato libero nelle aste CIP6; l’attribuzione delle rima-
nenze di bande CIP6 al mercato vincolato; gli scambi di energia sul mercato
libero tra grossisti con vendite di energia in eccesso e acquisto di energia in
difetto; infine, le vendite ai distributori per la fornitura sul mercato vincolato.
Contribuiscono al trasferimento netto molto positivo del gruppo Enel sia le asse-
gnazioni CIP6 per il mercato libero e vincolato, sia l’acquisto dai principali grup-
pi concorrenti di energia (circa la metà di quella prodotta) per la rivendita sul
mercato vincolato. Il valore fortemente negativo dei trasferimenti di questi ulti-
mi è dovuto all’elevata cessione di energia CIP6 al Grtn, a fronte di assegnazio-
ni molto più limitate e scambi trascurabili. Questo notevole trasferimento spiega
anche il valore estremamente negativo delle cessioni dei produttori minori. Le
assegnazioni di energia CIP6 chiariscono la maggior parte dei trasferimenti ai
grossisti indipendenti ed esteri, mentre per i consorzi grossisti la maggioranza
delle cessioni deriva dai loro interscambi. Infine, i trasferimenti fortemente posi-
tivi della categoria dei clienti finali sono essenzialmente le assegnazioni CIP6 con
contratti interrompibili.
Sommando la produzione nazionale al saldo estero e ai trasferimenti netti, e
sottraendo l’energia destinata ai pompaggi e le perdite, si ottengono le risorse
totali disponibili per la vendita sul mercato finale. Le vendite sul mercato libe-
ro (escludendo gli autoconsumi degli autoproduttori) sono aumentate del 30 per
cento rispetto al 2001. Le vendite dirette ai clienti finali rappresentano poco
meno del 65 per cento di quelle complessive sul mercato libero; di queste, il 26
per cento è costituito dagli approvvigionamenti autonomi dei clienti finali
mediante assegnazioni di bande di importazione e di energia CIP6. Il principale
fornitore sul mercato delle vendite dirette è il gruppo Enel con il 32 per cento
del mercato (esclusi gli autoproduttori), seguito a distanza dai grossisti esteri. I
clienti finali componenti di consorzi vengono riforniti in prevalenza dal gruppo
Enel e dai principali gruppi concorrenti (56 per cento); i consorzi grossisti
coprono appena il 17 per cento delle vendite finali totali ai consorzi.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
146
GENERAZIONE E IMPORTAZIONE
Struttura del mercato della produzione nazionale
La struttura della produzione nazionale di energia elettrica è caratterizzata da
due aspetti fondamentali: in primo luogo, nonostante il compimento, nel
periodo 2001-2003, delle dismissioni della capacità produttiva dell’Enel, previ-
sta dall’art. 8 del decreto legislativo n. 79/99, si riscontra tuttora la presenza
di un operatore dominante la cui quota di generazione rimane attorno al 50 per
cento della produzione destinata al consumo; in secondo luogo si rileva che
una quota importante della produzione nazionale, oltre il 20 per cento, pro-
viene da impianti sotto incentivazione, quasi tutti CIP6, la cui energia è ritira-
ta dal Grtn, ai sensi dell’art. 3, comma 12, del decreto legislativo n. 79/99.
Tale struttura dovrebbe comunque subire una evoluzione nei prossimi anni, a
seguito sia dei piani di conversione a ciclo combinato degli impianti delle
società di produzione cedute dall’Enel (già previsti dal decreto del Presidente
del Consiglio dei ministri 4 agosto 1999), sia delle previste realizzazioni di
nuove centrali di produzione sul territorio italiano, da parte di operatori nazio-
nali ed esteri.
Per quanto riguarda il 2002, la produzione nazionale ha risposto solo in parte
all’incremento del fabbisogno elettrico, che è stato soddisfatto con un ulterio-
re aumento delle importazioni.
A fronte della crescita della domanda di energia elettrica dell’1,8 per cento rispet-
to al 2001, con una richiesta sulla rete nazionale stimata a 310 400 GWh, la pro-
duzione nazionale di energia elettrica nel 2002 è aumentata dell’1,6 per cento,
mentre le importazioni hanno fatto registrare un incremento del 4,6 per cento.
Nel dettaglio della generazione nazionale la produzione da impianti termoelet-
trici è salita del 4,8 per cento; il contributo dei derivati petroliferi è cresciuto
dell’8 per cento rispetto al 2001, assestandosi a 18,3 Mtep; il gas naturale è
incrementato del 2,5 per cento per un totale di 18,5 Mtep; in forte crescita
anche i combustibili solidi, con un aumento percentuale dell’8,4 per cento e un
contributo alla generazione elettrica pari a 9,2 Mtep. Sul fronte delle energie
rinnovabili la generazione geotermica ha conseguito una generazione superio-
re del 3,4 per cento rispetto allo scorso anno, mentre sia la produzione idroe-
lettrica sia la generazione eolica hanno registrato una contrazione rispettiva-
mente del 10,9 per cento e del 5,3 per cento.
Il 2002 ha visto un ulteriore avvicinamento della punta di domanda estiva a
quella invernale. La prima si è infatti assestata a 50 974 MW, in aumento del
4,8 per cento rispetto all’anno precedente, la seconda a 52 590 MW con un
incremento contenuto all’1,2 per cento rispetto al 2001. Il fabbisogno nelle ore
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
147
di punta è stato coperto per il 12 per cento con il ricorso alle importazioni, con
il 62 per cento con l’offerta di impianti termoelettrici, con il 25 per cento con
impianti idroelettrici e per il rimanente 1 per cento da impianti geotermici.
Anche quest’anno gli aumenti della domanda sono stati più consistenti nel
Centro (3 per cento) e nel Sud (2,8 per cento) mentre si sono verificati aumen-
ti più contenuti nelle regioni settentrionali.
Dismissione Interpower Con la cessione di Interpower si è completato, nel gennaio 2003, il processo di
dismissione della capacità produttiva dell’Enel, per un totale di 15 000 MW. I
suoi effetti sulla concorrenza nel settore potranno tuttavia manifestarsi solo
con il completamento dei lavori di conversione a ciclo combinato degli impian-
ti ceduti dall’Enel.
L’ultima Gen.Co., comprendente 2 548 MW di impianti termoelettrici e 63 MW
di impianti idroelettrici, è stata acquisita dalla società VOLT S.p.A., partecipa-
ta pariteticamente da Acea Electrabel S.p.A. ed Energia Italia S.p.A. Il prezzo di
acquisto è ammontato a 551 milioni di euro, al quale deve essere aggiunto il
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
148
TAV. 4.3 PRODUZIONE LORDA DI ENERGIA IN ITALIA PER FONTE 1997-2002
GWh
(A) Valori stimati.
Fonte: Grtn.
1997 1998 1999 2000 2001 2002(A)
Solidi 20 518 23 311 23 812 26 272 31 730 35 800
Gas naturale 60 649 70 213 86 217 97 607 95 906 98 800
Prodotti petroliferi 113 282 107 237 91 286 85 878 75 009 76 100
Altri combustibili 5 600 5 900 5 900 8 800 14 200 15 900
Totale termoelettrico (1) 200 049 206 661 207 215 218 557 216 845 226 600
Pompaggi (2) 4 965 6 232 6 451 6 688 7 064 7 563
Idroelettrico 41 599 41 213 45 358 44 204 46 810 40 500
Eolico 118 232 402 563 1 178 1 109
Fotovoltaico 6 6 6 6 5 6
Geotermico 3 905 4 214 4 403 4 705 4 506 4 700
Biomassa e rifiuti 820 1 228 1 822 1 906 2 587 3 185
Totale rinnovabili (3) 46 448 46 893 51 991 51 384 55 086 49 500
TOTALE (1+2+3) 251 462 259 786 265 657 276 629 278 995 283 663
debito per 323 milioni di euro per arrivare al valore complessivo della cessione
pari a 874 milioni di euro.
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
149
TAV. 4.4 I TEMPI DELLA DISMISSIONE, PREZZI E SOCIETÀ ACQUIRENTI DELLE GEN. CO.
Elettrogen Luglio 2001 Endesa 51%, 2 630 5 438 Endesa ItaliaBanco Santander Central di cui:Hispanico 34%, - 4 424 termoAsm Brescia 15% - 1 014 idro
Eurogen Maggio 2002 Edison 40%, 3 700 7 008 EdipowerAem Milano 13,4%, di cui:Aem Torino 13,3%, - 6 242 termoAtel 13,3%, - 766 idroUnicredito Italiano 10%, Interbanca 5%, Royal Bank of Scotland 5%
Interpower Gennaio 2003 Acea Electrabel 50%, 874 2 611 Tirreno PowerEnergia Italia 50% di cui:
- 2 548 termo- 63 idro
NOME CLOSING SOCIETÀ ACQUIRENTE PREZZO (Me) POTENZA NUOVO GEN.CO. DATE COMPRENSIVO EFFICIENTE NOME SOCIETÀ
DEL DEBITO NETTA (MW)
Energia Italia al momento dell’acquisizione di Interpower risultava partecipata
per il 62 per cento da Energia S.p.A., una società a sua volta controllata al 74
per cento da Cir e partecipata al 26 per cento da Verbund, per l’11 per cento
da Hera, per l’11 per cento dall’Amga S.p.A. di Genova, per l’8 per cento dalla
Monte Paschi e per il rimanente 8 per cento da Bnl. La holding Acea Electrabel
è il risultato della joint venture, siglata nel dicembre 2002, tra Acea S.p.A. e la
società belga Electrabel.
La società acquirente ha di seguito modificato il nome di Interpower in Tirreno
Power, con riferimento alla localizzazione sul Mare Tirreno dei quatto impianti
che la compongono: Napoli Levante, Civitavecchia Sud, Genova e Vado Ligure.
Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 1999,
Approvazione del piano per le cessioni degli impianti Enel S.p.A., indivi-
duava gli impianti che Enel avrebbe ceduto entro il 2003. In base a quest’arti-
colo, infatti, proprio a decorrere dall’1 gennaio nessun soggetto avrebbe potu-
to produrre o importare più del 50 per cento dell’energia elettrica in Italia.
Lo stesso decreto, contestualmente al riconoscimento degli impianti attribuiti
alle Gen.Co., riportava l’elenco degli impianti convertibili a ciclo combinato
insieme a un’ipotesi di programma di trasformazione e allo stato delle proce-
dure autorizzative necessarie alla partenza dei lavori.
Tali programmi risultano in alcuni casi modificati sia nei tempi sia nel tipo di
conversione proposto nei piani industriali delle società acquirenti.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
150
POTENZA IN MW
AL 1999
PRIMA DOPO
1194 quattro gruppi
1181 quattro gruppi
376 due gruppi
624 due gruppi
1210 quattro gruppi
1657 quattro gruppi
921 quattro gruppi
1251 quattro gruppi
–
1200 quattro gruppi
411 tre gruppi
937 quattro gruppi
1200 quattro gruppi
S. Filippo Mela
Brindisi Nord
Chivasso
Piacenza
Sermide
Turbigo
Monfalcone
Ostiglia
Fiume Santo
Tavazzano
Trapani
Napoli Levante
TorrevaldaligaSud
Vado Ligure
–
1200 MW
800 MW tre gruppi
660 MW
1200 MW
–
800 MW
1200 MW
1200 MW
400 MW
1200 MW
800 MW
Lavori di ambientalizzazione
Modifica per riavvio esercizio
Autorizzazione rilasciata nel marzo 2001
Emissione bandi di gara perrealizzazione progetto
Richiesta di autorizzazione ottobre 2002 per impiego dicarbone su quattro gruppi (anziché conversione a CCGT)
Autorizzazione concessa agosto 2000
Siglato accordo con autoritàlocali per l’impiego del carbonenei quattro gruppi
Autorizzazione concessa nel2002 e successiva modifica
Non ancora richiesta autoriz-zazione; VIA necessaria
Esonero VIA, autorizzazione del2001, lavori già iniziati
Autorizzazione concessa nel 2002
Giugno 2004
Giugno 2004 per due gruppi
Tre gruppi entro fine 2003;per il quarto gruppo è statorichiesto il rinvio dei lavoriper garantire la sicurezza
Dal luglio 2003 è previstol’impiego di carbone in tutti i quattro gruppi
Tre gruppi entro il 2005 insostituzione di due gruppi
Repowering di due gruppi a gas; due gruppi a carbone funzionano alternativamente
Olio combustibile
Carbone, oliocombustibile
Olio combustibile
Olio combusti-bile e gas
Carbone, oliocombustibile
Olio combustibile
Carbone e orimulsion
Olio combustibile
Gasolio e gas
Olio combustibile
Olio combusti-bile e gas
Olio combustibile e carbone
Olio combustibile
Gas
Gas
Gas
Carbone
Gas
Carbone
Gas
Gas
Gas
Gas e carbone
COMBUSTIBILE
TAV. 4.5 STATO DEI PROGRAMMI DI RICONVERSIONE DEGLI IMPIANTI APPARTENENTI ALLE GEN.CO.
SOCIETÀ E IMPIANTI
CONVERSIONI A CCGT
NEL DPCM
STATO DI AVANZAMENTOPROCEDURA AMMINISTRATIVA
O LAVORICOMPLETAMENTO LAVORI
Eurogen/Edipower
Elettrogen/Endesa
Interpower
Fonte: Stime dell’Autorità da articoli di stampa.
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
151
La tavola 4.5 riporta lo stato delle conversioni come approvato nel decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 1999, lo stato di avanzamento
delle procedure autorizzative e dei lavori di conversione, nonché le eventuali
modifiche rispetto al piano originario.
Autorizzazioni Il processo di autorizzazione per la realizzazione di nuove centrali da parte del
Ministero delle attività produttive è un tassello fondamentale per il progredire
dell’apertura del mercato a nuovi operatori. La normativa per il rilascio delle
autorizzazioni è stata modificata nel 2002, nel tentativo di accelerare il pro-
cesso, anche se, spesso, nella pratica, i progetti riscontrano ritardi nelle con-
cessioni a livello locale. Il ministero, con le modalità previste dalla nuova pro-
cedura introdotta dal decreto 9 aprile 2002, n. 55 (il cosiddetto “decreto sbloc-
ca centrali” successivamente integrato dalla legge 17 aprile 2003, n. 83), e a
conclusione dei procedimenti avviati prima di esso, ha rilasciato sinora nume-
rose nuove autorizzazioni.
I progetti autorizzati riguardano a volte modifiche d’impianto, ma nella mag-
gior parte dei casi la costruzione a nuovo di centrali elettriche, in particolare
con la tecnologia a ciclo combinato.
A maggio 2003 il Ministero delle attività produttive aveva rilasciato autorizza-
TAV. 4.6 AUTORIZZAZIONI RILASCIATE DAL MINISTERO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE AL MAGGIO 2003
Fonte: Ministero delle attività produttive.
Lombardia 3 nuove centrali; una trasformazione a ciclo combinato 1 690 3 005
Piemonte 1 nuova centrale 250 470
Friuli V.G. 1 nuova centrale 800 1 500
Liguria 1 trasformazione a ciclo combinato
Emilia Romagna 2 nuove centrali 1 585 2 770
Toscana 1 modifica per adeguamento ambientale
Puglia 3 nuove centrali; una modifica per riavvio esercizio 1 920 3 550
Molise 1 nuova centrale 750 1 300
Campania 1 nuova centrale 780 1 340
Calabria 2 nuove centrali 1 600 2 760
Totale Italia 14 nuove centrali, 2 trasformazioni a ciclo combinato, 9 375 16 7401 modifica per riavvio esercizio, 1 modifica per adeguamento ambientale
REGIONE NUMERO CENTRALI MWe MWt
zioni per 18 centrali termoelettriche, di cui 14, pari a 9 375 MWe, prevedono
la costruzione di nuovi impianti a ciclo combinato e 4 la modifica per conver-
sione, ambientalizzazione o riavvio esercizio di impianti esistenti (Tav. 4.6).
Nel Nord Italia le autorizzazioni sono riferite a 7 nuove centrali, pari a una
potenza di 4 325 MWe, e 2 trasformazioni a ciclo combinato; nel Centro Italia
le autorizzazioni riguardano una modifica per adeguamento ambientale; nel
Sud Italia le autorizzazioni sono per 8 centrali nuove per 5 050 MWe e una
modifica per riavvio esercizio.
Vi sono, inoltre, richieste pendenti presso il Ministero delle attività produttive
per il rilascio di autorizzazioni per ulteriori 39 013 MWe (Tav. 4.7).
Il completamento delle riconversioni delle centrali delle Gen.Co. (Tav. 4.5) e la
messa in funzione delle centrali autorizzate (Tav. 4.6) e in fase di autorizza-
zione (Tav. 4.7) dovrebbero permettere, nei prossimi anni, una maggiore con-
correnza sul lato dell’offerta.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
152
TAV. 4.7 RICHIESTE DI AUTORIZZAZIONE DI NUOVE CENTRALI AL MAGGIO 2003
Richieste depositate presso il Ministero delle attività produttive
Fonte: Ministero delle attività produttive
Piemonte 9 5 872 10 267
Lombardia 10 nuove centrali, una riqualificazione, un ampliamento 5 542 10 075
Veneto 5 2 715 4 810
Friuli V.G. 1 nuova centrale e una modifica 400 750
Liguria 3 2 150 4 120
Emilia Romagna 4 nuove centrali, un ampliamento, una trasformazione 2 345 4 210
Toscana 2 650 1 240
Abruzzo 2 1 178 2 150
Molise 2 1 150 2 034
Umbria 1 800 1 400
Lazio 9 centrali e 2 modifiche 5 596 10 035
Campania 5 3 081 5 501
Puglia 4 nuove centrali, una modifica 2 422 4 275
Calabria 6 3 912 6 996
Basilicata 1 1 200 2 200
Totale Italia 39 013 70 063
REGIONE NUMERO CENTRALI MWe MWt
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
153
A oggi, infatti, il settore dell’offerta rimane fortemente caratterizzato dalla
presenza di Enel, contenuta al di sotto del 50 per cento della produzione desti-
nata al consumo (la produzione netta meno la produzione destinata ai pom-
paggi) solo includendo nel bilancio elettrico l’energia prodotta in impianti
CIP6.
FIG. 4.3 CONTRIBUTO PERCENTUALE DELLE MAGGIORI SOCIETÀ ALLA PRODUZIONE DESTINATA AL CONSUMO 2002
Fonte: Elaborazioni dell’Autorità su dati degli operatori.
Endesa Italia (6,7%)Aem Milano (1,3%)
C.V.A-IdroEnergia (1,0%)
Edison (4,9%)
Eurogen (2,8%)
EdiPower (4,2%)
Aem Torino (0,6%)Acea (0,4%)
Enel (43%)Green Power (2,0%)
Interpower (2,5%)
Eni (1,3%)
Altri (7,8%)
Grtn (20,8%)
Asm Brescia (0,5%)
La figura 4.3 riporta le percentuali della produzione destinata al consumo delle
maggiori società di generazione italiane. Nel 2002 il gruppo Enel comprensivo
di Enel Produzione ed Enel Green Power (oggi integrata in Enel Produzione) ha
fornito il 45 per cento del fabbisogno; secondo protagonista del mercato è
stato il Grtn che ha immesso nel sistema il 21 per cento dell’energia elettrica
consumata, corrispondente a quella ritirata dagli impianti sotto convenzione
CIP6; le due Gen.Co. cedute, Eurogen (oggi Edipower) ed Elettrogen S.p.A.
(oggi Endesa Italia S.p.A.) hanno generato il 7 per cento ciascuna. Seguono
Edison con il 5 per cento, Interpower (nel 2002 ancora parte del gruppo Enel)
con il 2 per cento, e le varie municipalizzate.
Attribuendo l’energia CIP6 ai produttori di origine anziché al Grtn, lo scenario
muta leggermente, la quota di Enel ed Enel Green Power ammonta al 46,5 per
cento, secondo produttore nazionale è Edison con oltre il 13 per cento, seguo-
no le due Gen.Co. rimaste al 7 per cento, Interpower, ed Eni S.p.A. È da nota-
re la forte frammentazione degli impianti CIP6 di cui quasi la metà, pari al 10
per cento della produzione destinata al consumo, è distribuita tra numerosi
altri produttori.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
154
FIG. 4.4 CONTRIBUTO PERCENTUALE DELLE MAGGIORI SOCIETÀ ALLA PRODUZIONEDESTINATA AL CONSUMO 2002 COMPRENSIVO DELLA GENERAZIONE CIP6
Fonte: Elaborazioni dell’Autorità su dati degli operatori.
Asm Brescia (0,7%)Endesa Italia (6,8%)
Aem Milano (1,4%)C.V.A-IdroEnergia (1,1%)
Edison (13,4%)
Eurogen (2,8%)
EdiPower (4,2%)
Aem Torino (0,6%)Acea (0,4%)
Enel (43,5%)
Green Power (3,0%)
Interpower (2,5%)
Eni (1,9%)
Altri (7,8%)
Altri CIP6 (10%)
Al netto dell’energia CIP6, ovvero calcolando le percentuali senza includere l’e-
nergia elettrica prodotta in impianti CIP6 che non potranno partecipare diret-
tamente alla definizione del prezzo orario nella borsa elettrica, il gruppo Enel
copre il 56 per cento del mercato seguito da Endesa Italia ed Edipower con il
9 per cento ciascuna.
Va tuttavia sottolineato che, per parte consistente del 2002, il 21 per cento
della capacità di generazione di Endesa Italia e di Edipower non è stato dispo-
nibile a causa dell’avvio dei lavori di repowering; similmente il 15 per cento
circa dalla potenza installata di Enel è stata indisponibile.
TAV. 4.8 CONTRIBUTO PERCENTUALE DELLE DIVERSE FONTI COMBUSTIBILI NELLE PRIME CINQUE IMPRESE DI GENERAZIONE
(A) Comprensiva della generazione di Enel Green Power.(B) Comprensiva della generazione di Eurogen.
Fonte: Elaborazioni dell’Autorità su dati degli operatori.
RINNOVABILI CARBONE DERIVATI GAS ALTROPETROLIO NATURALE
Enel(A) 24,5 18,8 29,1 27,5 0,1
Edison 12,6 - 1,8 74,4 11,2
Endesa IT 7,3 13,8 49,1 29,8 -
Edipower(B) 10,6 6,9 43,1 39,4 -
Interpower 3,4 58,2 21,8 16,6 -
Media nazionale 17,9 13,0 27,6 35,8 5,7
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155
Il contributo percentuale sul totale della generazione convenzionale è molto
differente all’interno delle cinque più grandi società (Tav. 4.8). Il completa-
mento del processo di liberalizzazione del mercato dell’offerta, nella fase di
autorizzazione di nuovi impianti, non potrà prescindere dal garantire un equi-
librato mix di generazione ai diversi operatori del mercato.
L’energia ritirata dal Grtn rappresenta circa il 20 per cento dell’energia elettri-
ca netta prodotta in Italia. Tale energia (Tav. 4.9) viene ritirata dal Grtn agli
operatori in base al provvedimento CIP6 o, nel caso si tratti di eccedenze o di
energia elettrica prodotta in impianti idroelettrici di potenza inferiore ai 3 MW,
secondo i prezzi e le modalità indicate rispettivamente nelle delibere
dell’Autorità 28 ottobre 1997, n. 108, e 18 aprile 2002, n. 62.
La generazione di energia elettrica “incentivata” è ammontata nel 2002 a
54 100 GWh, in leggero aumento rispetto ai 53 525 GWh del 2001. In particola-
re, è cresciuta la generazione sotto convenzione CIP6 e da impianti idroelettrici,
la cui cessione è regolata dalla delibera n. 62/02, mentre è drasticamente calata
la cessione in qualità di eccedenza disciplinata dalla delibera n. 108/97.
Energia prodotta
da impianti sotto
incentivazione
TAV. 4.9 RITIRI DI ENERGIA DA PARTE DEL GRTN DELLA PRODUZIONE DA IMPIANTI INCENTIVATI E IN ECCEDENZA
GWh; energia ritirata da produzioni CIP6, mini idro e in eccedenza
Produzione CIP6 47 153 49 751
Produzione mini idro (delibera n. 62/02) 2 769 2 899
Cessione eccedenza (delibera n. 108/97) 3 603 1 450
Totale 53 525 54 100
2001 2002
Fonte: Grtn.
L’energia ritirata dal Grtn è stata ceduta per il 29,4 per cento al mercato vin-
colato al prezzo medio di 5,872 ce/kWh e per il 76,4 per cento al mercato libe-
ro, tramite asta, a un prezzo medio di 4,693 ce/kWh (cfr. il paragrafo sulla
vendita ai clienti idonei).
La produzione di impianti CIP6 per il 2003 è prevista sugli stessi volumi di
energia del 2002, con una leggera diminuzione dei costi determinata dallo sca-
dere degli 8 anni di incentivazione specifica per tecnologia per qualche impian-
to, e dal permanere delle concessioni di ritiro dell’energia per un periodo supe-
riore agli 8 anni degli stessi impianti.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
156
Il protrarsi delle concessioni CIP6
Il comma 2, dell’art. 15, del decreto legislativo n. 79/99, al fine di definire un
quadro temporale certo delle realizzazioni degli impianti CIP6, richiedeva ai sog-
getti beneficiari delle incentivazioni di presentare all’Autorità, entro l’1 aprile
2000, le autorizzazioni degli impianti non ancora in esercizio, evidenziando che
il mancato adempimento a tale obbligo avrebbe comportato la decadenza da
ogni diritto alle incentivazioni medesime.
L’Autorità, a seguito dell’istruttoria, con la delibera del 27 novembre 2000, n.
175, ha presentato una prima lista di soggetti adempienti all’obbligo, elencando
115 impianti; quindi con delibera del 26 giugno 2001, n. 144, completava la lista
con ulteriori 114 impianti, e con delibera del 5 luglio 2001, n. 151, elencava gli
impianti che alla scadenza indicata del decreto n. 79/99 non avevano presentato
le necessarie autorizzazioni.
A seguito di tali misure, alcune società per le quali l’Autorità aveva deliberato
l’esclusione dalle provvidenze previste dal provvedimento CIP6 erano ricorse al
Tribunale amministrativo regionale (TAR), per ottenere l’ammissione alle provvi-
denze medesime. L’Autorità a sua volta ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato
nei casi in cui il TAR aveva dato esito positivo ai ricorsi presentati dagli operato-
ri degli impianti esclusi.
Anche al fine di semplificare le numerose vicende legali pendenti, l’art. 34,
recante Semplificazione di oneri burocratici in materia di fonti rinnovabili, della
legge 12 dicembre 2002, n. 273, Misure per favorire l’iniziativa privata e lo svi-
luppo della concorrenza, modifica il comma 2, dell’art. 15, del decreto legislati-
vo n. 79/99, spostando al 31 dicembre 2002 il termine ultimo per presentare
all’Autorità le autorizzazioni necessarie alla costruzione degli impianti CIP6. Tali
autorizzazioni comunque devono risultare concesse, come già prescritto dal
decreto legislativo n. 79/99, entro l’1 aprile 2000.
Con delibera del 15 marzo 2003, n. 19, l’Autorità ha aggiornato le delibere del 27
novembre 2000, n. 175, e del 26 giugno 2001, n. 144. La delibera n. 19/03 ripor-
ta nell’allegato A gli impianti che, avvalendosi delle prescrizioni dell’art. 34, pos-
sono rientrare nell’ambito di applicazione del provvedimento CIP6. Si tratta di 13
impianti per una potenza totale di 51 MW. Per altri 10 impianti, invece, l’Autorità
subordina l’adempimento al comma 2, dell’art. 15, del decreto legislativo n.
79/99, come modificato dall’art. 34 della legge n. 273/02, al pronunciamento del
Consiglio di Stato.
Struttura delle importazioni
Le importazioni di energia elettrica sono ulteriormente incrementate nel 2002;
il transito di maggiori volumi di energia è stato reso possibile grazie sia all’en-
trata in esercizio della nuova rete di interconnessione sulla frontiera meridio-
nale con la Grecia sia ai miglioramenti tecnici e gestionali promossi dal Grtn
sulla frontiera settentrionale. Lo scadere di contratti di lungo termine di Enel
ha, inoltre, determinato un incremento sostanziale della capacità di intercon-
nessione destinata al mercato libero.
La capacità di interconnessione con l’estero sulla frontiera settentrionale risul-
ta essere per l’anno 2003 di 6 400 MW, di cui 5 700 sulla frontiera nord ovest
e 600 sulla frontiera nord est, ai quali si devono aggiungere 100 MW sulla fron-
tiera slovena senza garanzia di utilizzo.
Nel 2002 è stato inaugurato l’esercizio commerciale, sulla frontiera meridiona-
le, dell’elettrodotto in corrente continua tra la Puglia e la Grecia per una
potenza complessiva di 500 MW. Tale collegamento risulta di importanza stra-
tegica per l’integrazione del mercato elettrico del Sud Est Europa con il mer-
cato elettrico europeo continentale.
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
157
TAV. 4.10 QUANTITÀ E PREZZI MEDI DI RITIRO DELL'ENERGIA ELETTRICA DA PARTE DEL GRTN
1) Energia CIP6 49 751 9,348 2,650 6,699
di cui assimilata 41 216 8,548 1,837 6,711
- di cui impianti esistenti assimilati 6 046 6,841 - 6,841
- di cui impianti nuovi assimilati 35 170 8,904 2,152 6,751
di cui rinnovabile 8 528 13,214 6,582 6,638
- di cui impianti esistenti rinnovabili 746 5,780 0,054 5,726
- di cui impianti nuovi rinnovabili 7 782 13,927 7,209 6,726
2) Eccedenze n. 108/97 1 450 6,996 - -
3) Mini idro n. 62/02 2 899 6,066 - -
Totale (1+2+3) 54 100 9,109 - -
TIPO DI INCENTIVAZIONE GWh RITIRATI PREZZO MEDIO DI CUI DI CUI COSTO NEL 2002 DI RITIRO COMPONENTE EVITATO DI
ce/kWh INCENTIVANTE IMPIANTO E SPECIFICA PER COMBUSTIBILETECNOLOGIA
Fonte: Grtn.
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158
L’interconnessione sulla frontiera meridionale
L’interconnessione Italia Grecia non solo rappresenta un passo in avanti nel pro-
cesso di integrazione delle reti transeuropee, in linea con le conclusioni del
Consiglio europeo di Barcellona, dove gli Stati membri hanno stabilito di rag-
giungere entro il 2005 un livello di interconnessione con le reti elettriche pari ad
almeno il 10 per cento della capacità di generazione installata, ma anche un’ul-
teriore opportunità per il mercato elettrico nazionale; esso infatti amplifica le
proprie possibilità sia di importazione, estendendo l’offerta di energia elettrica
in Italia, sia di esportazione, dal momento che i differenziali di prezzo e di capa-
cità produttive nazionali rendono conveniente l’esportazione verso la Grecia nei
mesi estivi.
In base agli accordi sottoscritti tra l’Autorità italiana e la Regulatory Authority
for Energy of Greece (RAE; l’Autorità di regolazione della Grecia), ciascuna
Autorità stabilisce le regole di assegnazione della capacità di trasporto per il 50
per cento della capacità totale dell’elettrodotto nel periodo compreso tra aprile
e dicembre 2003. La capacità disponibile, destinata al mercato libero, è di 500
MW verso la Grecia e di 300 MW verso l’Italia.
Poiché la domanda di importazione in Italia supera la capacità di trasporto
disponibile, l’Autorità ha definito un sistema di assegnazione pro quota in analo-
gia ai criteri che regolano l’assegnazione delle bande disponibili sulla frontiera
del Nord Italia.
La capacità di importazione, pari a 150 MW, è stata spartita tra 50 operatori,
mentre si sono aggiudicati i 250 MW di esportazione 8 società.
La destinazione della capacità sulla frontiera settentrionale è notevolmente
cambiata dal 2002 al 2003 in ragione di due circostanze: lo scadere di contratti
pluriennali di Enel con gli operatori esteri per una potenza di 600 MW e il
miglioramento tecnico e di gestione dell’interconnessione, che ha permesso
l’impiego di ulteriori 400 MW.
La capacità di importazione, come stabilita dalla delibera dell’Autorità del 21
novembre 2002, n. 190, modificata dalla delibera del 5 dicembre 2002, n. 200,
risulta essere così suddivisa tra le varie realtà del mercato elettrico nel 2003:
• il mercato libero ha a disposizione una potenza di 4 145 MW di cui 1 445
assegnati su base annuale a contratti non interrompibili, 1 200 assegnati su
base biennale a contratti interrompibili, 1 500 allocati ai gestori esteri;
• Repubblica di San Marino, Corsica e Stato del Vaticano hanno riservata una
potenza complessiva di 155 MW;
• i contratti pluriennali di Enel con gli operatori esteri, la cui energia è desti-
nata al mercato vincolato, ammontano nel 2003 a una potenza di 2 000 MW.
Dal 2007 la capacità impegnata sotto contratti pluriennali è destinata a
ridursi a 600 MW, mentre a decorrere dal 2011 non ci saranno più contratti
pluriennali in essere;
• i clienti del mercato vincolato beneficiano inoltre di una capacità riservata
di 100 MW sulla frontiera settentrionale e di ulteriori 100 MW su quella
meridionale.
La tavola 4.11 riporta lo schema di suddivisione della capacità di importazione
per paese e per destinazione.
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159
TAV. 4.11 ALLOCAZIONE DELLA CAPACITÀ DI IMPORTAZIONE 2002-2003 SULLA FRONTIERA SETTENTRIONALE
FRONTIERA ELETTRICA
ANNO 2002
F CH A SLO TOTALE
ANNO 2003
F CH A SLO TOTALE
1 Assegnata al mercato libero 2 653 220 380 3 253 3 453 220 480 4 153
di cui:
– Interrompibili 500 100 600 950 250 1 200
– Allocati ai gestori esteri - 1 000 110 190 1 300 - 1 200 110 190 1 500
– Non interrompibili 1 153 10 190 1 353 1 303 10 140 1 453
2 Assegnate a San Marino, 147 147 147 147Corsica, Vaticano
3 Contratti pluriennali desti- 1 800 800 2 600 1 400 600 2 000nati al mercato vincolato
4 Ulteriore capacità assegnata 100 100al mercato vincolato
Capacità complessiva 5 400 220 380 6 000 5 700 220 480 6 400(1+2+3+4)
Gli obiettivi dell’Autorità nella promozione della concorrenza dell’offerta
L’elevata concentrazione dell’offerta di energia elettrica riscontrabile sul mer-
cato italiano ha confermato nell’attività regolatoria del 2002 la priorità a indi-
viduare ulteriori misure idonee ad aumentare la pluralità dei soggetti operanti
sul lato dell’offerta. Nell’attesa dell’avvio della borsa elettrica, del completa-
mento del processo di dismissione degli impianti Enel, del loro ammoderna-
mento e dell’entrata in funzione di altri impianti, è risultato opportuno avan-
zare proposte finalizzate a favorire l’ingresso di nuovi operatori nel mercato. I
due ambiti nei quali l’Autorità ha indirizzato la propria attività sono: l’avanza-
mento di proposte mirate a ridurre il potere di mercato dell’operatore domi-
nante, attraverso l’individuazione di misure aggiuntive al vincolo per un singo-
lo operatore di eccedere il 50 per cento della produzione e della importazione
nazionale; la promozione di un sistema di accesso prioritario per gli operatori
che incrementino la capacità di interconnessione con l’estero, come misura
aggiuntiva all’attuale gestione delle linee di interconnessione che permette,
grazie all’allocazione pro quota, un incremento dell’offerta proporzionale alla
potenza di interconnessione disponibile al netto dei contratti a lungo termine.
A tale proposito, rispondendo alle finalità generali di promozione della concor-
renza, l’Autorità ha delineato i possibili interventi in materia attraverso due
Documenti per la consultazione, e ha inoltrato, l’11 marzo 2002 e il 13 giugno
2002, due segnalazioni a Governo e Parlamento.
I due Documenti per la consultazione avanzati sono:
• Proposte per l’adozione di misure urgenti per la promozione della concor-
renza nell’offerta di energia elettrica per il mercato libero per l’anno
2002 (7 agosto 2001);
• Inquadramento e proposte per interventi in materia di linee dirette per lo
scambio di energia elettrica con l’estero (27 febbraio 2002).
Il primo Documento era incentrato principalmente sulla disciplina delle importa-
zioni di energia elettrica e sullo strumento dei Virtual Power Plant (VPP; cessio-
ne di disponibilità di capacità produttiva senza alienazione della proprietà); men-
tre il secondo verteva sulla disciplina delle cosiddette linee dirette di importazione.
In materia di importazioni, il Documento per la consultazione del 7 agosto
2001 sottolineava le principali problematiche connesse alla allocazione della
capacità di interconnessione con l’estero e ne proponeva il superamento attra-
verso diversi metodi alternativi di allocazione della capacità di importazione.
L’Autorità si impegnava contestualmente a promuovere accordi con le Autorità
di regolazione dei paesi confinanti, al fine di pervenire all’allocazione con-
giunta della capacità di trasporto. Ciò ha condotto, nel corso del 2001, alla sot-
toscrizione di un accordo, a valere per l’anno 2002, con la Commission de
regulation de l’électricité (l’Autorità di regolazione della Francia) per la for-
mazione di un’area di libero scambio dell’energia elettrica. In base all’accordo
veniva assegnata congiuntamente al Grtn e al Reseau de transport de l’élec-
tricité (il gestore di rete della Francia) tutta la capacità di trasporto della rete
di interconnessione tra l’Italia e la Francia, oltre che la parte della capacità di
trasporto della rete di interconnessione tra l’Italia e la Svizzera assegnabile da
parte dell’Italia, ovvero, per il 2002, 1 653 MW su 2 653 MW disponibili.
Le importazioni:
dal Documento
per la consultazione
all’attività regolatoria
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161
Con la delibera n. 190/02, l’Autorità ha definito le modalità e le condizioni per
l’assegnazione della capacità di trasporto sulla frontiera settentrionale per il
2003, prevedendo in particolare:
• la conferma per il 2003 della creazione di un’area di libero scambio costi-
tuita dalle linee di interconnessione tra l’Italia e la Francia e del 50 per
cento delle linee disponibili tra l’Italia e la Svizzera. Per tale capacità è stata
confermata l’assegnazione congiunta ai clienti finali con determinati requi-
siti, effettuata da parte del Grtn e del Reseau de transport de l’électricité
mediante un metodo di razionamento pro quota;
• l’assegnazione del 50 per cento, mediante un metodo di razionamento pro
quota, delle capacità di trasporto sulle reti di interconnessione tra l’Italia e
l’Austria e tra l’Italia e la Slovenia;
• la possibilità di richiedere bande di capacità di trasporto per transitare l’e-
nergia elettrica sulla rete di trasmissione nazionale (importazione e conte-
stuale esportazione dell’energia elettrica importata);
• l’assegnazione coordinata tra Grtn e Austrian Power Grid (il gestore di rete
dell’Austria) ed Eles (il gestore di rete della Slovenia) di eventuali capacità di
trasporto su base annuale messe a disposizione, in maniera speculare, dai pre-
detti gestori;
• un meccanismo di negoziazione secondaria, basato su metodi di mercato,
per assegnare la capacità di trasporto che si rende disponibile su un oriz-
zonte temporale inferiore all’anno (assegnazione di breve termine).
Nel mese di maggio 2002, a seguito dell’entrata in esercizio del collegamento tra
Grecia e Italia, l’Autorità e la RAE hanno sottoscritto un accordo contenente i
principi di una procedura congiunta per la gestione della capacità di trasporto
sulla rete di interconnessione tra l’Italia e la Grecia; tale accordo prevede:
• l’assegnazione congiunta da parte del Grtn e di Hellenic Transmission
System Operator (il gestore di rete della Grecia), mediante un metodo di
razionamento pro quota, delle richieste di capacità di trasporto;
• richieste, in misura massima del 35 per cento, della capacità totale di tra-
sporto assegnabile;
• due distinte assegnazioni con riferimento alle due possibili direzioni di scam-
bio dell’energia elettrica (una per le importazioni e una per le esportazioni).
Le procedure di assegnazione dell’anno 2002 hanno risentito del carattere spe-
rimentale che ha accompagnato il primo periodo di esercizio commerciale del
collegamento (Test Operation Period – TOP). Ciò ha comportato la rivisitazio-
La delibera n. 190/02,
e la regolazione delle
attività di importazione
per l’anno 2003
ne dell’accordo sottoscritto nell’anno 2002 dall’Autorità e dalla RAE, al fine di
apportare i necessari interventi correttivi per l’assegnazione di capacità di tra-
sporto nel corso dell’anno 2003 (vedi riquadro nelle pagine precedenti).
Sempre in tema di importazioni, l’art. 35 della legge 12 dicembre 2002, n. 273,
Disposizioni in materia di importazioni e fornitura di energia elettrica, pre-
vede la possibilità di garantire l’allocazione prioritaria delle bande d’importa-
zione per tre tipologie di utenti con particolari requisiti. Le quote di capacità
riservate per le assegnazione prioritarie dovranno essere definite con provvedi-
menti successivi da parte del Ministero delle attività produttive.
Conseguentemente, con l’approvazione di tale articolo, le modalità e le condi-
zioni di allocazione della capacità d’importazione non sono più unicamente di
competenza dell’Autorità come prescritto dal comma 2, dell’art. 10 del decreto
legislativo n. 79/99.
In materia di produzione nazionale, il Documento per la consultazione del 7
agosto 2001 proponeva l’introduzione dei VPP, cioè contratti in base ai quali il
proprietario dell’impianto si impegna a renderlo disponibile per la produzione,
e la controparte acquista il diritto a formulare l’offerta sul mercato all’ingros-
so relativamente all’energia elettrica producibile dal medesimo. Tali contratti
hanno il pregio di favorire la pluralità dell’offerta senza indurre variazioni del-
l’assetto proprietario, consentendo il pieno sfruttamento delle economie di
scala presenti nell’attività di generazione e preservando la competitività delle
imprese in vista di un mercato concorrenziale europeo.
L’Autorità, rifacendosi ad analoghe esperienze maturate all’estero, in particola-
re in Francia, in Irlanda e in Canada, suggeriva che l’operatore dominante, ed
eventualmente altri soggetti, sottoscrivessero contratti tipo VPP con riferimen-
to a una quota della loro capacità produttiva.
Nel corso del 2002, tuttavia, durante i lavori parlamentari sul disegno di legge
AS 1125 di conversione del decreto legge 7 febbraio 2002, n. 7, recante Misure
urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico, veniva avanzata la
possibilità di introdurre un tetto del 50 per cento alla dotazione di potenza
installata sul territorio nazionale nella disponibilità di un unico soggetto.
L’introduzione di un simile vincolo avrebbe permesso di ridurre la concentra-
zione della proprietà nel settore della generazione elettrica a un livello più inci-
sivo rispetto a quanto prescritto dal decreto legislativo n. 79/99.
La segnalazione dell’Autorità al Governo e al Parlamento dell’11 marzo 2002,
relativa al suddetto disegno di legge, esprimeva pertanto un pieno assenso a
tale intervento. L’Autorità contestualmente suggeriva di individuare i circa
5 000 MW di capacità che Enel avrebbe dovuto cedere a terzi in impianti di
Ulteriori misure per la
promozione della
concorrenza: il Documento
per la consultazione,
le segnalazioni al Governo
e al Parlamento
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
162
modulazione e di punta, data la loro importanza strategica nel definire il prez-
zo dell’energia elettrica.
L’introduzione del nuovo tetto avrebbe, nei fatti, reso inutile il ricorso ai VPP,
ma l’articolo relativo al citato intervento veniva successivamente stralciato dal
disegno di legge AS 1125, rendendo necessaria l’individuazione di ulteriori misu-
re per accelerare il processo di liberalizzazione nell’offerta di energia elettrica.
Nuovamente, in occasione della segnalazione al Governo su possibili misure per
la promozione della concorrenza nel mercato dell’energia elettrica trasmessa
con delibera del 13 giugno 2002, n. 106, venivano avanzate numerose propo-
ste per limitare il potere di mercato dell’operatore dominante.
In particolare, si sottolineava la necessità di rivedere e integrare le quote sta-
bilite dal decreto legislativo n. 79/99, considerando l’articolazione del mercato
in zone geografiche, quindi, in presenza di vincoli di trasporto sulla rete nazio-
nale, la possibilità di concentrazione dell’offerta su scala regionale; si faceva
inoltre rilevare che rimanevano quasi esclusivamente di proprietà del gruppo
Enel gli impianti di modulazione e di punta, fondamentali nel definire i prezzi
dell’energia elettrica sul mercato.
Per ovviare a questi aspetti anticompetitivi la segnalazione avanzava la proposta di:
• introdurre, per i soggetti già operanti prima del decreto legislativo n. 79/99,
un tetto massimo del 40 per cento di produzione e importazione, al netto
dell’autoproduzione e dell’energia incentivata di cui all’art 3, comma 12, del
decreto legislativo n. 79/99, a decorrere dall’1 gennaio 2006; per i nuovi
soggetti veniva chiesto invece un tetto del 20 per cento;
• introdurre soluzioni che in via transitoria sottraessero a Enel parte della
disponibilità di energia generata in impianti di modulazione e di picco,
ricorrendo ai VPP, o a contratti di produzione in conto terzi, disciplinati
dall’Autorità; oppure affidando la disponibilità di energia da impianti di
modulazione e di picco a un soggetto terzo, quale, per esempio, il Grtn;
• rivedere, con riferimento al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri
4 agosto 1999, le clausole riguardanti il periodo minimo di mantenimento
delle attività di produzione nell’ambito delle società che hanno acquisito i
15 000 MW di impianti dismessi da Enel.
Il Documento per la consultazione del 27 febbraio 2002 era stato preparato con
l’intento di giungere alla definizione di modalità che favorissero gli interventi
per l’attivazione di linee dirette per lo scambio di energia elettrica con l’estero.
Il Documento definisce una “linea diretta per lo scambio con l’estero” come una
rete senza obbligo di connessione di terzi, che collega una zona di rete inter-
La delibera 1 agosto 2002,
n. 151, e le linee dirette
e di accesso prioritario
all’interconnessione
con l’estero
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163
connessa di competenza di un gestore estero con la rete di trasmissione italia-
na a mezzo di un solo sito di connessione, stabilito sul territorio nazionale.
A giudizio dell’Autorità, in una fase transitoria, la realizzazione di queste linee
dirette potrebbe sia contribuire alla formazione della concorrenza nell’offerta di
energia elettrica per il mercato libero, sia sopratutto, ampliare la quantità di
energia elettrica importata dall’estero oltre i limiti posti dalla capacità di tra-
sporto della rete di interconnessione facente parte della rete di trasmissione na-
zionale.
Tuttavia è prerogativa del Ministero delle attività produttive definire gli obbiet-
tivi e le linee di politica generale che consentono di precisare le esigenze di in-
cremento della capacità di scambio con l’estero e il grado di concorrenza nel-
l’offerta di energia elettrica importante per la determinazione della durata della
fase transitoria.
Ai fini della promozione della concorrenza, l’Autorità ha provveduto a emana-
re un provvedimento (delibera n. 151/02) contenente disposizioni in tema di
accesso prioritario alla capacità di trasporto sulla rete di interconnessione con
l’estero in seguito alla realizzazione di interventi di sviluppo diretto della rete
di interconnessione. La delibera n. 151/02, vista l’eccezionale scarsità della
capacità di importazione di energia elettrica, ha introdotto una fattispecie di
accesso regolato per la quale:
• ai soggetti che realizzano interventi di sviluppo diretto della rete di tra-
smissione nazionale di interconnessione con l’estero è riconosciuto l’acces-
so a titolo prioritario, per un periodo di 10 anni, a una quota pari all’80 per
cento dell’incremento di capacità determinato dall’infrastruttura oggetto
dell’intervento di sviluppo diretto;
• in detto periodo non è riconosciuta alcuna remunerazione ai soggetti se non
quella implicita derivante dall’assegnazione dei diritti di accesso a titolo
prioritario;
• le infrastrutture oggetto degli interventi di sviluppo diretto sono parte della
rete di trasmissione nazionale e, come tali, vengono gestite dal Grtn.
Aste CIP6 In conformità alle disposizioni del decreto del Ministro delle attività produtti-
ve del 22 novembre 2002, l’Autorità ha provveduto anche per l’anno 2003 a
disciplinare le procedure concorsuali per la cessione dell’energia ritirata dal
Grtn, ai sensi dell’art. 3, comma 12, del decreto legislativo n. 79/99.
La scelta di cedere ai clienti idonei l’energia ritirata dal Grtn in base alle con-
cessioni CIP6 ha rappresentato, anche quest’anno, uno strumento di promozio-
ne della concorrenza in un contesto caratterizzato da una limitata scelta nelle
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
164
alternative di approvvigionamento.
Le modalità di assegnazione tramite asta, tuttavia, hanno garantito soltanto
per alcune categorie di utenti un approvvigionamento di energia elettrica a
basso costo, facendo ricadere sulla collettività la differenza tra i ricavi delle
procedure concorsuali (Tav. 4.15) e il costo di acquisto sostenuto dal Grtn per
il ritiro (Tav. 4.10).
SERVIZIO DI TRASPORTO E DISPACCIAMENTO DELL’ENERGIA
I tempi dell’avvio del dispacciamento di merito economico
Il decreto legislativo n. 79/99, all’art. 5, comma 1, prevedeva che entro l’1 gen-
naio 2001 avesse luogo la transizione da un regime di dispacciamento passan-
te a un regime di dispacciamento di merito economico.
Al momento in cui si scrive rimane ancora in vigore il criterio di dispacciamen-
to passante, dal momento che il quadro delle regole indispensabili all’avvio del
dispacciamento di merito economico e del sistema delle offerte non è ancora
stato completato.
Con la delibera 30 aprile 2001, n. 97, l’Autorità aveva trasmesso al Ministro
dell’industria, del commercio e dell’artigianato, ai sensi dell’art. 5 del decreto
legislativo n. 79/99, il proprio parere relativamente allo schema di disciplina del
mercato elettrico, predisposto dal Gestore del mercato S.p.A. (Gme). Seppure
favorevole, l’Autorità ha richiesto che il Gme modificasse lo schema, integran-
do alcuni elementi ritenuti essenziali ai fini di un corretto funzionamento dei
meccanismi di mercato e del rispetto delle condizioni per l’erogazione del ser-
vizio di dispacciamento come definite con sua delibera n. 95/01.
Visto il parere dell’Autorità, il Ministro dell’industria, del commercio e dell’ar-
tigianato, con decreto del 9 maggio 2001, ha approvato la disciplina del mer-
cato elettrico, la quale stabilisce che le norme attuative e procedurali siano pre-
cisate nelle sue Istruzioni e nelle disposizioni tecniche di funzionamento.
Nel gennaio 2002, il Gme ha inviato le Istruzioni al Ministro delle attività pro-
duttive che, nel mese seguente, le ha trasmesse all’Autorità, la quale, il 23 apri-
le 2002 con delibera n. 72, ha rilasciato il proprio parere favorevole, specifi-
cando la necessità di integrare alcuni interventi e modificarne altri.
Al momento in cui si scrive il testo delle Istruzioni predisposto dal Gme sulla
base delle osservazioni dell’Autorità è ancora all’esame del Ministro delle atti-
vità produttive, mentre la sezione relativa alla contrattazione dei certificati ver-
di è stata scorporata e approvata separatamente con decreto ministeriale del 14
marzo 2003.
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
165
Per quanto riguarda le disposizioni tecniche di funzionamento del mercato, con
la delibera n. 95/01, l’Autorità aveva definito le condizioni per l’erogazione, da
parte del Grtn, del servizio di dispacciamento dell’energia elettrica sul territo-
rio nazionale, secondo criteri di merito economico.
La delibera disciplina sia le modalità di approvvigionamento, da parte del Grtn,
delle risorse necessarie al mantenimento dell’equilibrio delle immissioni e dei
prelievi nel sistema elettrico e alla gestione delle congestioni di rete, sia le con-
dizioni per l’assegnazione agli operatori dei diritti di utilizzo della capacità di
trasporto dell’energia elettrica.
Il 31 ottobre 2001 il Grtn aveva trasmesso lo schema delle regole per il dispac-
ciamento all’Autorità, che si è pronunciata, con delibera 8 maggio 2002, n. 87,
formulando osservazioni vincolanti, recepite dal Grtn nella versione finale delle
Regole per il dispacciamento di merito economico, approvata dal consiglio di
amministrazione della medesima società in data 12 luglio 2002.
L’avvio del sistema delle offerte non può prescindere dall’approvazione delle
Istruzioni alla disciplina del mercato da parte del Ministro delle attività pro-
duttive. Contemporaneamente è necessario completare la normativa per quan-
to attiene in particolare:
• la definizione delle modalità di autorizzazione dei contratti bilaterali in
deroga al sistema delle offerte, al fine di consentire agli operatori il ricorso
a modalità di scambio alternative alla borsa dell’elettricità;
• la definizione di un sistema per l’attribuzione convenzionale di un profilo di
prelievo orario dell’energia elettrica presa nei punti che non sono dotati di misu-
ratore orario (sistema di load profiling), così da assicurare la potenziale parteci-
pazione attiva al sistema delle offerte di tutta la domanda del sistema elettrico.
Quest’ultimo punto ha interessato in particolar modo le attività dell’Autorità
durante il 2002. In agosto è stato emanato un Documento per la consultazio-
ne sulla Determinazione convenzionale dei profili di prelievo di energia elet-
trica per i clienti finali non dotati di misuratore orario e definizione dei
flussi informativi necessari alla previsione e alla consuntivazione dei prelie-
vi di energia elettrica.
L’Autorità, partendo da una analisi delle due principali metodologie adottate in
ambito internazionale per l’implementazione delle procedure di load profiling,
per area e per categoria, avanza, per il sistema italiano, la proposta di adozione
del meccanismo del load profiling per area, opportunamente accompagnato da
un’analisi dei flussi informativi necessaria per attivare la soluzione proposta.
Gli esiti del procedimento per la consultazione hanno portato l’Autorità a for-
mulare una successiva proposta semplificata di applicazione del meccanismo di
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
166
load profiling per area, presentata ai soggetti interessati durante il mese di
ottobre 2002. Dando seguito alle osservazioni emerse in tale sede è stato costi-
tuito un gruppo di lavoro informale, comprendente l’Autorità, le imprese di
distribuzione e il Grtn, che si propone di analizzare le problematiche connesse
con lo scambio di informazioni necessarie alle procedure di load profiling tra
clienti finali, distributori e Grtn.
In attesa dell’avvio di un servizio di dispacciamento di merito economico, è
risultato necessario prevedere una disciplina per il servizio di dispacciamento
transitorio. Essa è stata introdotta con la delibera del 7 marzo 2002, n. 36,
dove vengono specificate le modalità di corresponsione degli oneri per i servi-
zi di bilanciamento e di scambio di energia elettrica.
L’applicazione della delibera n. 36/02 ha tuttavia evidenziato alcuni problemi
di contabilizzazione e di liquidazione delle partite economiche. Sono emerse,
in modo particolare, inefficienze nella gestione dei flussi di informazioni rela-
tivi ai contratti stipulati, tipicamente, misure di immissioni e di prelievi di ener-
gia elettrica e ripartizione della medesima tra i vari contratti; oltre che diverse
omissioni dagli obblighi di stipula dei contratti di bilanciamento e di scambio,
cui erano tenuti i clienti idonei.
Pertanto l’Autorità ha ritenuto opportuno provvedere alla consultazione degli
operatori mediante pubblicazione, in data 12 febbraio 2003, del Documento
per la consultazione su Modificazione delle condizioni transitorie per l’ero-
gazione del servizio di dispacciamento dell’energia elettrica e spunti in
materia di approvvigionamento delle risorse per il medesimo servizio, così da
superare i problemi emersi durante l’anno e avanzare una proposta migliorati-
va di regolazione.
In tale Documento si proponeva una riforma della disciplina del dispacciamen-
to transitorio che abbia come punti qualificanti:
• la subordinazione della stipula del contratto di trasporto per i punti di pre-
lievo alla conclusione dei contratti di bilanciamento e scambio per i mede-
simi punti;
• il vincolo del mandatario unico per la stipula dei contratti di trasporto,
bilanciamento e scambio;
• l’obbligo di raggruppare in un solo rapporto contrattuale tutti i punti di
prelievo nella disponibilità per ambito di competenza di un’impresa di distri-
buzione;
• la fatturazione in acconto dei corrispettivi per il bilanciamento sulla base
delle attestazioni dei titolari del bilanciamento;
La disciplina del
dispacciamento transitorio
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
167
• il computo dei saldi preliminari dei contratti di scambio sulla base delle
attestazioni del relativo titolare e la fatturazione in acconto dei medesimi
qualora negativi.
Nel Documento per la consultazione sono stati forniti anche molteplici spunti
di riflessione riguardo l’opportunità di revisione dei meccanismi di remunera-
zione amministrata delle risorse per il dispacciamento, nel momento in cui con
la frammentazione della produzione su più operatori a seguito della dismissio-
ne delle Gen.Co. da parte dell’Enel può verificarsi una divaricazione fra i corri-
spettivi riconosciuti per la fornitura delle suddette risorse ai singoli operatori e
i costi sostenuti dai medesimi.
Il Documento per la consultazione 12 febbraio 2003 ha trovato attuazione,
limitatamente alle condizioni transitorie per l’erogazione del servizio di dispac-
ciamento, con la pubblicazione dell’allegato A alla delibera dell’Autorità 1 apri-
le 2003, n. 27, concernente modificazioni, a decorrere dall’1 aprile 2003, della
delibera dell’Autorità n. 36/02.
Attività di regolazione tecnica ed economica del servizio
Come previsto dalla delibera n. 228/01, l’Autorità è tenuta ad aggiornare
annualmente i parametri tariffari relativi al servizio di trasporto, distribuzione
e vendita dell’energia elettrica. Per il 2003, tale aggiornamento è stato effet-
tuato con la delibera dell’1 agosto 2002, n. 152. Il risultato dell’andamento
contrastante dei diversi parametri è un leggero aumento dei costi di trasporto
per tutte le tipologie di utenti finali.
I costi riconosciuti relativi alle attività di vendita dell’energia elettrica e di
misura (transitoriamente compresa nel servizio di trasporto) per l’anno 2003 si
riducono dell’1,5 per cento rispetto all’anno 2002. Tale variazione risulta dalla
differenza tra il tasso di recupero di produttività, fissato dall’Autorità al -4 per
cento annuo per il periodo di regolazione 2000-2003, e il tasso di inflazione
rilevato dall’Istat pari, per il 2002, al 2,5 per cento.
I costi riconosciuti relativi all’attività di distribuzione, invece, aumentano
dell’1,7 per cento rispetto all’anno 2002, grazie all’applicazione dei tassi che
esprimono l’andamento dell’inflazione, i recuperi di produttività, i costi rico-
nosciuti derivanti da recuperi di qualità del servizio incrementati di circa il 2,9
per cento, i costi relativi a interventi di controllo della domanda attraverso
l’uso efficiente delle risorse, circa 0,3 per cento. Proprio la voce relativa ai costi
riconosciuti come incentivazione dei recuperi di qualità del servizio, passati da
75 milioni di euro nel 2002 ai circa 110 milioni di euro, ha determinato il mag-
giore incremento dei costi di distribuzione.
L’aggiornamento
dei corrispettivi
del servizio di trasporto
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168
I costi riconosciuti relativi all’attività di trasmissione per l’anno 2003 aumen-
tano del 4 per cento rispetto all’anno 2002. Tale variazione, oltre all’applica-
zione dei tassi che esprimono l’andamento dell’inflazione e i recuperi di pro-
duttività, dipende dal valore assunto dal tasso di variazione dei costi ricono-
sciuti derivanti da mutamenti del quadro normativo e dalla variazione degli
obblighi relativi al servizio universale. In particolare, a determinare l’aumento
dei costi riconosciuti concorrono:
• gli oneri che derivano dalla variazione del perimetro della rete di trasmis-
sione, attuata con decreto del Ministro delle attività produttive 23 dicembre
2002 (2,7 per cento);
• gli oneri relativi agli accordi internazionali per i transiti transfrontalieri nel
2002 (cross border tariff) (1,9 per cento);
• gli oneri derivati da un aggiustamento dei costi riconosciuti per l’attività
propria del Grtn, necessario per adeguare il corrispettivo al consolidarsi della
sua organizzazione e della sua struttura (0,9 per cento).
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
169
TAV. 4.12 TARIFFA MEDIA PER IL SERVIZIO DI TRASPORTO PER LE DIVERSE TIPOLOGIE CONTRATTUALI
Tariffa media al netto delle imposte e delle componenti A; ce/kWh
BT domestici 4,923 4,947 0,024 0,5
BT illuminazione pubblica 1,790 1,822 0,032 1,8
BT altri usi 3,985 4,018 0,033 0,8
MT illuminazione pubblica 1,050 1,072 0,022 2,1
MT altri usi 1,471 1,493 0,021 1,4
AT 0,445 0,455 0,011 2,4
TIPOLOGIE ANNO 2002 ANNO 2003 DIFFERENZA VARIAZIONE %2003-2002 2003-2002
Le descritte variazioni dei costi riconosciuti hanno condotto all’aggiornamento
dei parametri del vincolo V1 (vincolo ai ricavi conseguibili da ciascun distribu-
tore per ogni tipologia contrattuale), comportando una variazione media dei
corrispettivi applicabili ai clienti finali pari a quanto riportato nella tavola 4.12.
Per quanto riguarda i corrispettivi per il servizio di trasporto dell’energia elet-
trica per le imprese distributrici e per i produttori (titolo 2, sezione 2, del Testo
integrato) la variazione dei costi riconosciuti ha implicato un aumento medio
del 3 per cento della componente a carico dei distributori (CTR) e un aumento
del 4,1 per cento del corrispettivo gravante sui produttori.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
170
VENDITA AI CLIENTI IDONEI
Il mercato della vendita di energia elettrica ai clienti idonei
L’apertura del mercato è proseguita con la consueta vivacità durante il 2002 e
nei primi mesi del 2003, come si può rilevare dalla tavola 4.131, che riporta la
suddivisione dei clienti idonei per tipo di idoneità e per regione assieme al con-
sumo (i dati di consumo si riferiscono ai prelievi dalla rete, più l’eventuale
autoproduzione, meno le cessioni alla rete dell’energia in eccesso).
I quantitativi di energia coinvolti negli acquisti sul mercato libero riguardano
evidentemente i soli prelievi, anche se l’entità di energia effettivamente auto-
prodotta può risentire dei prezzi spuntati sul mercato. L’incidenza dell’auto-
produzione sui consumi è significativa, come viene indicato nella tavola 4.14.
Gli autoconsumi degli autoproduttori contribuiscono nel complesso a circa il 15
per cento dei consumi dei clienti idonei. L’apporto dell’autoproduzione ai con-
sumi dei clienti finali è particolarmente rilevante per i clienti multisito nazio-
nali, per i clienti finali e per le società consortili, spesso dotate di impianti di
autoproduzione a livello consortile. Risulta invece trascurabile per le imprese
societarie, per i gruppi e per i consorzi. L’incidenza dell’autoproduzione sui
consumi dei clienti idonei varia molto anche a livello regionale, raggiungendo
i valori massimi in Sicilia dove l’autoconsumo rappresenta il 43 per cento dei
consumi dei clienti idonei.
L’insufficienza dell’offerta sul mercato libero viene evidenziata dal confronto
tra i dati riportati in questa tavola e quelli riguardanti le vendite sul mercato
libero, presentati nel bilancio elettrico della tavola 4.1. A fronte di un fabbiso-
gno elettrico del mercato libero nel 2002, pari a poco più di 117 TWh in ter-
mini dei soli prelievi dalla rete, le vendite da parte dei grossisti (escludendo gli
autoconsumi) ammontano a circa 98 TWh. Il rimanente fabbisogno elettrico dei
clienti idonei, circa 20 TWh o il 15 per cento del totale, è stato coperto sul
mercato vincolato, probabilmente perché i prezzi proposti sul mercato libero
non erano sufficientemente attraenti.
Ai fini della descrizione dell’evoluzione dei clienti idonei nell’anno trascorso è
opportuno distinguere tra due periodi prima e dopo l’abbassamento della soglia
1 I dati relativi ad aprile 2002 presentati in questa tavola non corrispondono a quelli
riportati nella Relazione Annuale 2002 per via del ritardo di circa un mese nel reca-
pito postale del riconoscimento di idoneità. Inoltre, differenze nei consumi possono
sussistere in quanto le dichiarazioni dei distributori sono talvolta riferite a periodi
inferiori all’anno solare.
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
171
di idoneità a 0,1 GWh avvenuta il 29 aprile 2003. Per motivi di sinteticità, nel
seguito si farà riferimento all’aprile 2003 per indicare il 28 aprile, ultimo gior-
no del precedente regime di idoneità, e a maggio 2003 per indicare il periodo
immediatamente successivo.
Fino al 28 aprile 2003 Tra la fine di aprile 2002 e aprile 2003 il numero di clienti idonei è aumenta-
to da 11 205 a 13 475 e il relativo consumo da 124,8 a 136,7 TWh. I dati evi-
denziano una crescita più forte delle imprese societarie e dei clienti multisito
nazionali, mentre i gruppi hanno avuto un incremento limitato per via della
evoluzione di molte imprese in clienti multisito nazionali. Il consumo medio per
sito ha continuato il calo già evidenziato negli anni precedenti, ma più veloce-
mente che nel passato (da 11,1 a 10,1 GWh), indicando un più forte contribu-
to di siti con consumi inferiori alla soglia di idoneità di 9 GWh (componenti
soprattutto di imprese societarie e multisito nazionali). Vi sono tuttavia sostan-
ziali differenze tra le diverse tipologie di idoneità: i consumi medi delle impre-
se societarie si sono notevolmente abbassati, stabili sono quelli dei gruppi, in
leggero aumento quelli dei clienti multisito nazionali. Molto significativo è
inoltre il divario esistente tra il consumo medio delle diverse tipologie di ido-
neità: per i clienti finali circa 6 volte maggiore di quello dei raggruppamenti di
imprese, che a loro volta hanno un consumo medio triplicato rispetto alle
imprese consorziate.
Gli incrementi differenziati tra le varie regioni sembrano legati alla difformità
della composizione produttiva e delle dimensioni delle imprese, più che a una
diversa logica imprenditoriale. Il numero di siti è aumentato da un minimo del
10 per cento in Molise a un massimo del 32 per cento in Basilicata, se si esclu-
de la Val d’Aosta che ha pochi clienti idonei con consumi superiori a 1 GWh.
Anche il consumo medio per sito è diminuito in quasi tutte le regioni. Fanno
eccezione Trentino Alto Adige, Marche, Molise e Calabria con un leggero
aumento. Generalmente il calo maggiore è avvenuto dove è più forte la cresci-
ta del numero di clienti idonei. Permane comunque una notevole differenzia-
zione tra le regioni: i consumi medi per sito variano da valori minimi attorno a
6 GWh nelle Marche e in Calabria, con una preponderanza di piccole e medie
imprese, e valori massimi superiori a 40 GWh in Sicilia e Sardegna, caratteriz-
zate da una prevalenza di grandi impianti ad alto consumo energetico.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
172
TAV. 4.13 EVOLUZIONE DEL MERCATO LIBERO 2002-2003
NUMERO CONSUMO CONSUMO NUMERO CONSUMO CONSUMO NUMERO CONSUMO CONSUMO SITI (TWh) PER SITO SITI (TWh) PER SITO SITI (TWh) PER SITO
(GWh) (GWh) (GWh)
APRILE 2002 APRILE 2003 MAGGIO 2003
Per tipo di idoneità
Clienti finali 688 62,4 90,7 817 65,3 79,9 n.d. n.d. -
Imprese societarie 421 5,9 14,0 611 6,9 11,2 n.d. n.d. -
Gruppi 526 7,5 14,3 555 7,9 14,2 n.d. n.d. -
Multisito nazionali 824 12,8 15,6 1 059 17,0 16,1 n.d. n.d. -
Consorzi 7 073 27,8 3,9 8 434 31,1 3,7 n.d. n.d. -
Società consortili 1 673 8,4 5,0 1 999 8,5 4,3 n.d. n.d. -
Per regione
Val d'Aosta 5 0,3 53,5 11 0,3 30,0 239 0,4 1,7
Piemonte 1 207 13,9 11,5 1 410 14,9 10,6 11 688 19,1 1,6
Lombardia 3 298 30,7 9,3 3 906 33,0 8,5 34 245 45,9 1,3
Liguria 178 1,7 9,3 227 1,8 7,8 3 033 3,5 1,1
Veneto 1 598 13,8 8,6 1 892 14,8 7,8 15 976 20,0 1,3
Trentino Alto Adige 266 2,0 7,4 296 2,4 8,1 3 558 3,6 1,0
Friuli Venezia Giulia 408 5,3 13,1 482 5,6 11,6 3 810 7,1 1,9
Emilia Romagna 1 215 9,9 8,2 1 535 11,6 7,6 14 390 17,8 1,2
Toscana 792 7,3 9,2 931 7,6 8,2 10 301 11,0 1,1
Marche 364 2,0 5,5 424 2,4 5,6 4 498 4,0 0,9
Umbria 131 2,8 21,6 171 3,1 18,4 1 277 3,8 2,9
Lazio 526 4,7 8,9 691 5,5 8,0 8 926 9,3 1,0
Abruzzo 216 2,7 12,7 253 3,0 12,0 2 612 4,1 1,6
Molise 59 0,6 9,8 65 0,7 10,3 517 0,9 1,7
Campania 272 5,2 19,0 346 5,8 16,8 7 397 9,1 1,2
Puglia 233 4,7 20,3 284 5,2 18,5 6 449 7,3 1,1
Basilicata 43 0,9 21,5 57 1,1 19,5 1 056 1,5 1,4
Calabria 102 0,6 6,0 115 0,7 6,0 2 751 1,5 0,5
Sicilia 176 8,8 50,0 230 9,4 41,1 7 787 12,4 1,6
Sardegna 116 6,8 59,0 149 7,5 50,5 3 306 8,7 2,6
Per classe di consumo (GWh)
0,1 - 0,2 0 0,0 - 0 0,0 - 67 590 9,5 0,1
0,2 - 0,5 0 0,0 - 0 0,0 - 40 474 12,6 0,3
5,0 - 1,0 0 0,0 - 0 0,0 - 14 966 10,6 0,7
1,0 - 2,0 4 172 5,6 1,3 5 363 6,9 1,3 10 105 13,4 1,3
2,0 - 5,0 3 772 11,8 3,1 4 397 13,7 3,1 6 296 19,5 3,1
5,0 - 10,0 1 564 10,9 7,0 1 792 12,5 7,0 2 276 15,8 6,9
10,0 - 20,0 847 11,7 13,8 987 13,7 13,9 1 115 15,5 13,9
20,0 - 50,0 496 15,2 30,7 562 17,1 30,4 597 18,1 30,3
50,0 - 100,0 183 12,5 68,5 194 13,4 68,8 208 14,3 69,0
> 100,0 171 57,0 333,4 180 59,4 329,8 189 61,9 327,4
Totale 11 205 124,8 11,1 13 475 136,7 10,1 143 816 191,1 1,3
Fonte: Banca dati dei clienti idonei.
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
173
TAV. 4.14 INCIDENZA DELL’AUTOPRODUZIONE SUI CONSUMI DEI CLIENTI IDONEI A FINE APRILE 2003
Miliardi di kWh
PRELIEVO PRODUZIONE CESSIONE CONSUMO
Per tipo di idoneità
Clienti finali 52,7 18,0 5,3 65,3
Imprese societarie 6,3 0,7 0,1 6,9
Gruppi 7,5 0,5 0,1 7,9
Multisito nazionali 13,0 23,8 19,8 17,0
Consorzi 30,2 1,3 0,3 31,1
Società consortili 7,9 2,7 2,0 8,5
Per regione
Val d'Aosta 0,3 0,0 0,0 0,3
Piemonte 13,0 3,9 2,0 14,9
Lombardia 30,0 13,3 10,2 33,0
Liguria 1,6 0,2 0,0 1,8
Veneto 13,5 1,5 0,2 14,8
Trentino Alto Adige 2,1 0,4 0,0 2,4
Friuli Venezia Giulia 4,6 1,6 0,6 5,6
Emilia Romagna 9,6 5,5 3,5 11,6
Toscana 6,7 2,4 1,4 7,6
Marche 2,2 0,7 0,5 2,4
Umbria 3,1 0,0 0,0 3,1
Lazio 5,1 0,4 0,0 5,5
Abruzzo 2,7 0,6 0,3 3,0
Molise 0,7 0,0 0,0 0,7
Campania 5,5 0,4 0,0 5,8
Puglia 3,9 3,6 2,2 5,2
Basilicata 0,9 0,3 0,1 1,1
Calabria 0,7 0,0 0,0 0,7
Sicilia 5,4 10,7 6,7 9,4
Sardegna 6,0 1,6 0,1 7,5
Totale 117,5 47,0 27,8 136,7
Fonte: Banca dati dei clienti idonei.
Dal 29 aprile 2003 Il quadro dei clienti idonei cambia notevolmente con l’abbassamento della so-
glia di idoneità a consumi pari a 100 000 kWh annui a partire dal 29 aprile
2003, ovvero dopo 90 dalla vendita di Interpower (legge 5 marzo 2001, n. 57). I
dati disponibili già dai primi giorni del mese di maggio evidenziano una decu-
plicazione dei clienti idonei, diventati quasi 144000 per un consumo complessi-
vo di 191 TWh riferito al 2002, in corrispondenza di circa il 66 per cento dei
consumi finali di energia elettrica del paese. È molto significativa la distribuzio-
ne dei clienti idonei tra classi di consumo: quasi un terzo dei consumi è dovuto
a siti con consumi maggiori di 100 GWh, mentre più o meno la metà deriva da
siti con consumi superiori a 20 GWh; i siti dei nuovi clienti idonei con consumi
inferiori a 1 GWh contribuiscono nel complesso ad appena il 17 per cento dei
consumi del mercato libero. L’85 per cento dei clienti idonei ha consumi minori
di 1 GWh e il 75 per cento più bassi di 0,5 GWh. È infine opportuno evidenziare
l’incidenza dei nuovi clienti idonei con consumi superiori a 1 GWh nel 2002, ov-
vero quei clienti finali che avrebbero già potuto entrare nel mercato libero prima
del 29 aprile se avessero fatto richiesta. Stimati in 7 300, avevano nel 2002 un
consumo complessivo di circa 22 TWh, cioè il 40 per cento dell’incremento del
mercato libero, e un sorprendente numero di siti con consumi molto elevati: 35
con consumi superiori a 20 GWh e ben 9 con consumi maggiori di 100 GWh2.
Il contributo delle aste CIP6 e delle importazioni per incrementare l’offerta nel mer-cato libero
L’energia totale delle aste CIP6 destinata al mercato libero, nel 2002, ammonta
a 39 052 GWh, pari al 40 per cento circa del totale della domanda del mercato
libero. L’energia è stata ceduta dal Grtn tramite tre aste differenziate per tipolo-
gia di cliente finale: cliente finale interrompibile senza preavviso, cliente finale
interrompibile con preavviso e clienti idonei non interrompibili, di cui all’art. 2
della delibera dell’Autorità 30 giugno 1999, n. 91. Le bande di ampiezza co-
stante di 10 MW sono state assegnate su base annuale. Nella tavola 4.15 vengo-
no riportati la potenza CIP6 attribuita per l’anno 2002 al mercato libero per di-
versa tipologia di cliente finale e il prezzo medio formatosi sulle aste.
Il decreto del Ministero delle attività produttive del 22 novembre 2002 indivi-
dua, per il 2003, una diversa classificazione dei clienti finali ai quali destinare
l’energia CIP6 e dedica loro 4 400 MW da assegnare su base annuale e 200 MW
da assegnare su base mensile. Le novità rispetto al 2002 sono:
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
174
2 Questi contributi si possono ricavare dalle differenze tra i valori riportati nella tavola
4.14 per i mesi di aprile e maggio 2003.
• la sostituzione della categoria “interrompibile senza preavviso” con quella di
cliente finale con almeno il 55 per cento dei suoi consumi in fascia F4;
• la disponibilità di 200 MW di potenza da assegnarsi su base mensile.
Con delibera del 12 dicembre 2002, n. 204, l’Autorità ha definito le procedure
concorsuali e i prezzi base d’asta per le diverse categorie individuate dal decre-
to ministeriale sopra citato.
Importazioni La capacità destinata al mercato libero è aumentata (Tav. 4.11) da 3 253 MW del
2002 a 4 153 MW nel 2003. Di questi il Grtn, congiuntamente al Reseau de tran-
sport de l’électricité francese, ne ha assegnati 2 053 secondo le modalità specifi-
cate nella delibera n. 190/02, ovvero con il metodo pro quota (Tav. 4.17). Quindi,
1 500 MW sono stati allocati ai gestori esteri, mentre i rimanenti 600 erano stati
allocati nel 2002 sulla base di contratti interrompibili a scadenza biennale. Le
bande a disposizione del Grtn sono state divise in 1 453 MW per l’assegnazione
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
175
Non interrompibili 3 180 4,9843
Interrompibili con preavviso 820 4,0497
Interrompibili senza preavviso 500 3,8998
Totale assegnazioni 4 500 4,6935
CLIENTI FINALI MW ASSEGNATI PREZZO MEDIO DI ACQUISTO ce/kWh
TAV. 4.15 QUANTITÀ E PREZZO MEDIO DI ACQUISTO DELL’ENERGIA ELETTRICA ASSEGNATANEL 2002 NELLE ASTE CIP6
Fonte: Grtn.
Con assegnazione annuale 4 400
- di cui non interrompibili 3 000 2,43+0.659*Ct
- di cui interrompibili con preavviso 1 000 1,80+0.659*Ct
- di cui col 55% dei consumi in F4 400 1,98+0.659*Ct
Con assegnazione mensile 200 2,43+0.659*Ct* coefficiente mensile AM
Totale 4 600
CLIENTI FINALI MW ASSEGNATI PREZZO BASE FISSATO DALL’AUTORITÀ
TAV. 4.16 QUANTITÀ DI ENERGIA ASSEGNATA NEL 2003 E PREZZO BASE NELLE ASTE CIP6
Fonte: Grtn.
Le azioni dell’Autorità per la semplificazione delle procedure di riconoscimento del-l’idoneità
Con la delibera 13 marzo 2003, n. 20, l’Autorità ha ridefinito le procedure per
la certificazione e il riconoscimento di idoneità per l’accesso al mercato libero
dell’energia elettrica. Come noto, l’art. 10, comma 4, della legge 5 marzo 2001,
n. 57, ha abbassato la soglia di idoneità a 0,1 GWh “a decorrere dal novante-
simo giorno dalla cessione, da parte dell’Enel di non meno di 15 000 MW di
capacità produttiva”. La cessione di capacità produttiva è avvenuta in data 29
gennaio 2003; pertanto l’abbassamento della soglia, ai fini del riconoscimento
della qualifica di cliente idoneo, si è prodotto a partire dal 29 aprile 2003.
Oltre all’abbassamento della soglia, la disposizione ha portato altre due impor-
tanti modifiche per i clienti finali idonei rispetto all’art. 14 del decreto legisla-
tivo n. 79/99:
• in precedenza i clienti finali con consumi superiori alla soglia di 9 GWh (di
1 GWh nel caso di appartenenza a raggruppamenti) avevano diritto a parte-
cipare al mercato libero; invece, ai sensi dell’art. 14, comma 5 bis, del decre-
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176
annuale a clienti finali non interrompibili e 600 MW per l’assegnazione biennale a
clienti interrompibili, che vanno ad aggiungersi ai 600 MW che erano stati asse-
gnati lo scorso anno con contratti a durata biennale. Tutta la capacità è stata as-
segnata per bande di 1 MW ciascuno in base al criterio pro quota.
Dei 1 453 MW, la capacità disponibile sulla frontiera nord ovest, cioè 1 303 MW,
è stata spartita tra 48 operatori, mentre la capacità della frontiera nord est è
stata assegnata a 16 operatori.
Dei 600 MW disponibili con caratteristiche di interrompibililità, la capacità
sulla frontiera nord ovest è stata assegnata a 77 operatori, mentre quella a nord
est, cioè 150 MW, a 57 operatori.
TAV. 4.17 ASSEGNAZIONE DI CAPACITÀ DISPONIBILE SULLA FRONTIERA SETTENTRIONALE PER IL 2003
Fonte: Grtn.
MW NUMERO MW NUMERO MWASSEGNATARI ASSEGNATARI
FRONTIERA NORD OVEST FRONTIERA NORD EST TOTALE
Clienti non interrompibili 1303 48 150 16 1453
Clienti interrompibili 450 77 150 57 600
Totale 1753 125 300 73 2 053
to legislativo n. 79/99, i clienti finali il cui consumo sia risultato superiore
a 0,1 GWh nell’anno solare precedente, sono a tutti gli effetti idonei a
decorrere dal 29 aprile 2003. Pur avendo la qualifica di idoneità, sono tut-
tavia liberi di non esercitare il diritto di recesso di cui all’art. 2 della deli-
bera 20 ottobre 1999, n. 158, e rimanere nel mercato vincolato;
• diversamente dal regime precedente, non è più prevista la possibilità di rag-
giungere la soglia di idoneità mediante associazione tra clienti finali con
consumi inferiori a essa. L’appartenenza a consorzi, società consortili, grup-
pi di impresa, imprese costituite in forma societaria e raggruppamenti socie-
tari su scala nazionale diventa una caratteristica puramente accessoria la cui
ragione d’essere non è più la possibilità di partecipare al mercato libero ma,
per esempio, la convenienza di appartenere a un gruppo di maggiori dimen-
sioni per meglio sfruttare le opportunità offerte dal mercato.
Con l’abbassamento della soglia, il numero di clienti finali idonei è più che
decuplicato, passando da circa 13 000 a oltre 150 000. Il riconoscimento di
idoneità a un così grande numero di clienti finali, utilizzando la metodologia
di certificazione cartacea stabilita con la delibera n. 91/99, sarebbe stato
impraticabile nei tempi ragionevolmente brevi richiesti dal mercato. L’Autorità
ha ritenuto che per assicurare l’entrata nel mercato libero a tutti i clienti fina-
li idonei a partire dalla stessa data (il 29 aprile) era necessario che i gestori
delle reti le comunicassero entro il 28 aprile i dati dei clienti finali allacciati
alle loro reti in possesso dei requisiti di idoneità.
Il ricorso alle dichiarazioni dei distributori non è tuttavia sufficiente per garan-
tire l’idoneità a tutti i clienti finali che ne hanno diritto. Si possono infatti veri-
ficare situazioni nelle quali i distributori non sono a conoscenza dello stato di
idoneità di un loro cliente o la cui conoscenza comporta costi eccessivi. Si trat-
ta, per esempio, di:
• autoproduttori i cui prelievi dalla rete di distribuzione nel corso del 2002
sono stati inferiori a 0,1 GWh;
• siti con più punti di prelievo e con prelievi singoli nell’anno solare 2002
inferiori a 0,1 GWh ma la cui somma è superiore a 0,1 GWh;
• siti con durata dei prelievi inferiore a 365 giorni e per i quali la soglia di 0,1
GWh è raggiungibile solo in proporzione alla durata effettiva dei prelievi
(metodo del pro rata giorno).
Tra i siti con più punti di prelievo vi sono le reti (telematiche, irrigue, di acquedotti
ecc.) che spaziano su aree territoriali estese anche su due e più distributori distin-
ti. Per risolvere tutti questi e altri casi, è stato predisposto un sistema di autocer-
tificazione per via telematica mediante collegamento al sito Internet dell’Autorità.
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
177
Grazie a esso i clienti finali che ne hanno diritto ma che non appaiono sull’elenco
possono accedere al mercato libero semplicemente iscrivendosi sul sito Internet.
Rimane immutato il sistema di verifica e di controllo a posteriori delle condi-
zioni di idoneità, stabilito con la delibera n. 91/99. In particolare, entro il 31
marzo di ogni anno i distributori trasmettono all’Autorità i dati relativi ai pre-
lievi e alle immissioni di energia elettrica effettuati, nell’anno solare preceden-
te, da tutti i clienti finali allacciati alla propria rete che sono inseriti nell’elen-
co dei clienti finali idonei. Inoltre, entro la stessa data gli autoproduttori tra-
smettono all’Autorità una dichiarazione da cui risultano i dati relativi alla
quantità di energia elettrica prodotta all’interno del sito di consumo.
In base a queste informazioni l’Autorità può accertare la sussistenza dei requi-
siti di idoneità dei clienti finali compresi nell’elenco, tenendo conto anche dei
quantitativi di energia autoprodotta e ceduta alla rete, dell’esistenza di più
punti di misura nella disponibilità del soggetto, anche dislocati sul territorio e
su più reti di distribuzione.
Sono rimasti invariati anche gli altri obblighi di informazione previsti dalla
delibera n. 91/99, relativi alle vendite di energia elettrica da parte di distribu-
tori e grossisti ad altri clienti idonei, necessari all’Autorità per il monitoraggio
dello sviluppo del mercato libero. Allo stesso scopo sono stati introdotti nuovi
doveri di informazione sulle vendite ai clienti idonei effettuate da parte dei
consorzi e delle società consortili, nonché dei produttori con oltre 10 MW di
potenza installata. Le dichiarazioni di tutti questi soggetti devono essere tra-
smesse all’Autorità entro il 31 gennaio di ogni anno.
Con l’occasione della modifica delle procedure di riconoscimento della qualifi-
ca di idoneità, al fine di garantire la più ampia conoscenza dei soggetti ope-
ranti sul mercato elettrico e pertanto di facilitare la liberalizzazione dello stes-
so, l’Autorità ha ritenuto opportuno istituire elenchi distinti per clienti finali
idonei, distributori e acquirenti grossisti, clienti esteri, consorzi e società con-
sortili, produttori. Questi elenchi sono pubblicati per facilitare i contatti tra
acquirenti e venditori e, quindi, per promuovere la concorrenza sul mercato.
DISTRIBUZIONE E VENDITA AL MERCATO VINCOLATO
Il monopolio locale della distribuzione e il mercato della fornitura ai clienti vincolati
Nel corso del 2002 e dei primi mesi del 2003 è avanzato il processo di razio-
nalizzazione della distribuzione dell’energia elettrica secondo le disposizioni
dell’art. 9 del decreto legislativo n. 79/99. Nella seconda metà del 2002, il
Ministero delle attività produttive ha rilasciato 27 concessioni di distribuzione
Completamento del
processo di cessione
delle reti di distribuzione
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
178
ad altrettanti Comuni e 6 a isole. La procedura di rilascio non è tuttavia anco-
ra stata completata per diverse imprese di distribuzione, tra le quali Enel
Distribuzione.
Parallelamente al rilascio delle concessioni sono continuate le cessioni da parte
di Enel Distribuzione di porzioni di rete: esse hanno tra l’altro riguardato
Milano, Verona, Vercelli e Gorizia. La tavola 4.18 elenca le cessioni di porzioni
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
179
TAV. 4.18 CESSIONI DI PORZIONI DI RETE DI DISTRIBUZIONE DA PARTE DI ENEL DISTRIBUZIONE ALL’1 MARZO 2003
A.S.P. Polverigi Polverigi (AN) 1 19/12/02 01/01/03
A.S.P.M. Soresina Soresina (CR) 1 28/02/02 01/03/02
A.S.S.M Tolentino Tolentino (MC) 1 21/12/01 01/01/02
A.S.SE.M. San Severino 1 01/03/02 01/03/02San Severino Marche Marche (MC)
A.T.En.A. Vercelli 1 20/12/02 01/01/03
ACEGAS Trieste 1 29/03/00 31/03/00
ACEA Distribuzione Roma 2 27/06/02 01/07/01
AEM Cremona Cremona 1 21/03/02 01/04/02
AEM Milano Milano 2 29/10/02 31/10/02
AEM Tirano Tirano (SO) 1 24/05/01 01/06/01
AEM Torino Torino 1 21/12/01 31/12/01
AGSM Verona Verona 2 29/11/02 01/12/02
AMET Trani (BA) 1 31/01/03 01/02/03
AMG Gorizia 1 28/02/03 01/03/03
AMI Imola Imola (BO) 4 28/06/02 01/07/02
AMIAS Selvino Selvino (BG) 1 23/09/00 12/12/00
AMPS Parma Parma 1 27/12/00 31/12/00
AMSP Seregno Seregno 1 29/03/01 31/03/01
ASM Sondrio Sondrio 1 28/03/02 01/04/02
Idroelettrica Valcanale Tarvisio (UD) 1 19/12/02 01/01/03
SEM Morbegno Morbegno (SO) 4 23/04/02 01/05/02
SIEC Chiavenna Chiavenna (SO) 2 28/06/02 01/07/02
IMPRESA ACQUIRENTE CITTÀ N. COMUNI STIPULA DEL EFFICACIA DELOGGETTO CONTRATTO CONTRATTO
DI CESSIONE
Fonte: Elaborazioni su dati di Enel Distribuzione.
di rete di Enel Distribuzione concluse, all’1 marzo 2003, per un totale di oltre
1,5 milioni di clienti.
In altri ambiti comunali, tra i quali Terni, Modena e Vicenza, sono state avvia-
te le procedure di arbitraggio finalizzate alla cessione della porzione di rete di
Enel Distribuzione. In alcuni casi, come emerge dalla tavola 4.19, esse hanno
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180
TAV. 4.19 IMPRESE CHE HANNO AVVIATO LA PROCEDURA DI ARBITRAGGIO PER L’ACQUISIZIONE DI PORZIONI DI RETE DI ENEL DISTRIBUZIONE
IMPRESA ACQUIRENTE CITTÀ N. COMUNI DATA SOTTOSCRIZIONE OGGETTO DI CESSIONE ACCORDO
A.M.E.A. Paliano Paliano (FR) 1 24/09/02
AEC Salbertrand Salbertrand (TO) 1 08/05/01
AIM Vicenza Vicenza 1 14/01/03
AMAIE Sanremo (IM) 1 n.s.
ASM Terni Terni 1 n.s.
ASPEA Osimo (AN) 1 n.s.
AST Recanati (MC) 1 n.s.
Camuna Energia Cedegolo (BS) 2 n.s.
Coop. Agricola Forza e Luce Aosta 3 10/12/02
Meta Modena 1 n.s.
n.s.: nessun accordo sottoscritto
Fonte: Elaborazioni su dati di Enel Distribuzione.
TAV. 4.20 IMPRESE CHE HANNO CEDUTO COMPLETAMENTE L’ATTIVITÀ DI DISTRIBUZIONEA ENEL DISTRIBUZIONE
AEC Arrone Arrone (TR) 1 20/04/01 01/05/01
AEC Jenne Jenne (Roma) 1 08/11/01 01/01/02
AEC Montefranco Montefranco (TR) 1 24/07/00 25/07/00
AEC Pozzomaggiore Pozzomaggiore (SS) 1 28/02/02 28/02/02
AEC San Gemini San Gemini (TR) 2 21/12/01 01/03/02
AEM Montecompatri Montecompatri (Roma) 1 02/05/02 01/05/02
AEM Vigo di Cadore Vigo di Cadore (BL) 1 26/07/02 01/08/02
Ditta Compassi Gelindo Dogna (UD) 1 21/06/02 01/10/02
SEM Musellarese di E. Sarra Musellaro (Pescara) 3 04/06/01 01/07/01
IMPRESA CEDENTE CITTÀ N. COMUNI STIPULA EFFICACIA OGGETTO DI DEL CONTRATTO DEL CONTRATTOCESSIONE
Fonte: Elaborazioni su dati di Enel Distribuzione.
già condotto alla sottoscrizione di un accordo preliminare alla stipula del con-
tratto definitivo di cessione.
La stessa Enel Distribuzione, in altri ambiti comunali, ha invece acquisito por-
zioni di rete di distribuzione o ha rilevato completamente l’attività. Le tavole
4.20 e 4.21 riassumono gli accordi già sottoscritti, che riguardano poco meno di
15 000 clienti.
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
181
TAV. 4.21 IMPRESE CHE HANNO CEDUTO PORZIONI DI RETE A ENEL DISTRIBUZIONE
A.S.P. Polverigi Polverigi (AN) 3 19/12/02 01/01/03
A.S.P.M. Soresina Soresina (CR) 2 28/02/02 01/03/02
A.S.S.M. Tolentino Tolentino (MC) 6 21/12/01 01/03/02
A.S.SE.M. San Severino Marche San Severino Marche (MC) 1 01/03/02 01/03/03
AEM Tirano Tirano (SO) 1 24/05/01 01/06/01
AMI Imola Imola (BO) 10 28/06/02 01/07/02
ASM Sondrio Sondrio 2 28/03/02 01/04/02
Idroelettrica Valcanale Tarvisio (UD) 1 19/12/02 01/01/03
SEM Morbegno Morbegno (SO) 3 23/04/02 01/05/02
SIEC Chiavenna Chiavenna (SO) 4 28/06/02 01/07/02
IMPRESA CEDENTE CITTÀ N. COMUNI STIPULA EFFICACIA OGGETTO DEL CONTRATTO DEL CONTRATTO
DI CESSIONE
Fonte: Elaborazioni su dati di Enel Distribuzione.
Attività di regolazione economica della distribuzione
Con l’aggiornamento dei parametri tariffari relativi al servizio di trasporto
avvenuto con la delibera n. 152/02, l’Autorità ha rideterminato i vincoli tarif-
fari (V1 e V2) nell’ambito dei quali i distributori hanno potuto predisporre e
proporre, per l’approvazione, le proprie opzioni tariffarie per l’anno 2003.
Ai fini della proposta delle opzioni tariffarie 2003, l’Autorità ha reso disponibi-
le ai distributori un sistema telematico mediante il quale registrare e inoltrare
elettronicamente le offerte. Con riferimento al servizio di trasporto dell’energia
elettrica, i distributori hanno presentato all’Autorità, entro il 31 ottobre 2002,
le proposte relative alle opzioni tariffarie base e speciali per l’anno 2003, delle
quali l’Autorità ha poi verificato la compatibilità con le disposizioni del Testo
integrato. Con delibera del 19 dicembre 2002, n. 211, l’Autorità ha quindi prov-
veduto ad approvarle tutte, introducendo anche un regime tariffario integrativo
destinato a sopperire alla mancata proposta per il 2003 da parte di 7 esercenti.
Approvazione delle
opzioni tariffarie
Nel complesso, l’Autorità ha valutato 886 opzioni tariffarie base presentate da
172 distributori e 99 opzioni tariffarie speciali proposte da 32 distributori.
Tutte le opzioni sia base sia speciali sono risultate conformi alle disposizioni
del Testo integrato, e sono state pubblicate sul sito Internet dell’Autorità, come
previsto dallo stesso.
La procedura di proposta e approvazione delle opzioni tariffarie risulta essersi
ormai consolidata nel sistema tariffario italiano: il numero di distributori che
non ha aderito è infatti passato dai 21 del 2000 (opzioni 2001) a soli 7 eser-
centi del 2002 (opzioni 2003). Allo stesso tempo le opzioni proposte nel 2002
per l’anno 2003 sono risultate tutte conformi alle disposizioni vigenti, diversa-
mente da quanto verificatosi nel 2000 e nel 2001.
Regolazione economica della vendita ai clienti del mercato vincolato
Nel corso del 2002 e nei primi mesi del 2003, riguardo alla regolazione econo-
mica della vendita ai clienti del mercato vincolato, l’Autorità si è dedicata da
un lato al consueto aggiornamento dei parametri tariffari, dall’altro all’inte-
grazione delle novità legislative circa le modalità di recepimento dei costi dei
combustibili nella parte variabile della tariffa e all’inclusione di una nuova
componente a copertura degli oneri di acquisto dei certificati verdi. Infine, per
portare a compimento la riforma tariffaria e contemporaneamente garantire
l’accesso al servizio ai consumatori domestici economicamente disagiati, nel
febbraio 2003 l’Autorità ha diffuso un Documento per la consultazione per
l’introduzione di una tariffa sociale.
A partire dall’1 gennaio 2003, e a valere sino all’effettivo avvio del sistema
delle offerte di acquisto e di vendita dell’energia elettrica, l’Autorità ha defini-
to, con delibera 12 dicembre 2002, n. 203, il prezzo dell’energia elettrica all’in-
grosso per l’anno 2003.
Tale intervento si è reso necessario, in linea con quanto adottato negli anni
2000-2002, poiché il contesto normativo e di mercato richiede ancora una
regolazione diretta dei prezzi dell’energia elettrica all’ingrosso, al fine di crea-
re un assetto che, prevenendo l’esercizio di potere di mercato da parte dell’o-
peratore in posizione dominante nell’attività di produzione, consenta il for-
marsi di prezzi efficienti. La regolazione diretta permette all’impresa produttri-
ce distributrice la copertura dei propri costi riconosciuti, stante il quadro nor-
mativo vigente. Infine, detta regolazione è stata concepita per il funzionamen-
to del sistema in assenza dell’operatività dell’Acquirente Unico S.p.A. quale
garante della fornitura ai clienti del mercato vincolato.
Determinazione del prezzo
all’ingrosso per il mercato
vincolato
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182
La metodologia utilizzata per la determinazione del prezzo all’ingrosso dell’e-
nergia elettrica destinata al mercato vincolato per il 2003 è equivalente a quel-
la adottata nel 2002. La componente a copertura dei costi fissi di produzione
è determinata rapportando il livello dei costi riconosciuti a un livello di produ-
zione di riferimento relativo agli impianti termoelettrici, in modo sia da rende-
re compatibili i prezzi con un mercato dell’energia elettrica all’ingrosso effi-
ciente, sia da garantire l’equilibrio economico finanziario delle imprese sulla
base dei costi di produzione riconosciuti agli impianti termoelettrici e a livelli
di produzione di riferimento.
Per l’anno 2003 tale componente, in ciascuna fascia oraria, risulta sostanzial-
mente allineata ai valori dell’anno 2002, collocandosi però sotto quelli relativi
all’anno 2000.
In seguito alla conversione in legge del decreto 4 settembre 2002, n. 193 (legge
28 ottobre 2002, n. 238) e all’approvazione del decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri 31 ottobre 2002, recante criteri integrativi per la defini-
zione delle tariffe dell’elettricità e del gas da parte dell’Autorità, la medesima
Autorità, con delibera n. 194/02, ha provveduto a definire nuove modalità per
l’aggiornamento della componente della tariffa elettrica a copertura dei costi
variabili di generazione. Con tale provvedimento l’Autorità ha inteso applicare
quanto disposto dal richiamato decreto del Presidente del Consiglio dei mini-
stri, con riferimento in particolare all’esigenza di definire metodologie di
aggiornamento delle tariffe dei servizi di pubblica utilità che ne minimizzino
l’impatto inflazionistico. Per una trattazione più estesa del quadro normativo
che ha portato alla revisione dei meccanismi di indicizzazione si veda il riqua-
dro corrispettivo nel Capitolo 5.
Più precisamente, la delibera n. 194/02 introduce modifiche alle modalità di
aggiornamento del parametro Ct, costo unitario variabile riconosciuto dell’e-
nergia elettrica prodotta da impianti termoelettrici alimentati a combustibili
fossili commerciali, che viene rivisto periodicamente dall’Autorità e utilizzato
per adeguare le componenti tariffarie CCA e PV applicate rispettivamente ai
clienti non domestici vincolati e ai clienti domestici. Le modifiche introdotte
riguardano 3 parametri di indicizzazione, vale a dire:
• il periodo di indicizzazione: anteriormente all’entrata in vigore della delibe-
ra n. 194/02, il parametro Ct veniva rivisto sulla base della media degli ulti-
mi 4 mesi del prezzo del paniere di combustibili fossili utilizzato quale rife-
rimento. Con le nuove modalità di aggiornamento il periodo di indicizza-
zione è stato aumentato da 4 a 6 mesi;
I nuovi criteri di
definizione del Ct
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
183
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184
• la soglia di invarianza: la delibera n. 194/02 dispone che il parametro Ct
venga aggiornato qualora si registrino variazioni, in aumento o in diminu-
zione, maggiori del 3 per cento del parametro Vt, definito come il costo uni-
tario riconosciuto dei combustibili (art. 6, comma 5, della delibera n. 70/97).
La soglia di invarianza era precedentemente fissata al 2 per cento;
• la periodicità dell’aggiornamento: la delibera n. 194/02 ha previsto che que-
sta abbia cadenza trimestrale e non più bimestrale.
Con la delibera del 23 dicembre 2002, n. 227, l’Autorità ha definito le moda-
lità di copertura degli oneri derivanti dall’applicazione dell’art.11 del decreto
legislativo n. 79/99, con riferimento all’energia elettrica destinata al mercato
vincolato. Detto articolo, al fine di incentivare l’uso delle energie rinnovabili,
prevede che gli importatori e i soggetti responsabili degli impianti i quali, in
ciascun anno, importino o producano energia elettrica da fonti non rinnovabi-
li, immettano nel sistema elettrico nazionale, nell’anno successivo, una quota
prodotta da impianti da fonti rinnovabili. I soggetti possono adempiere al sud-
detto obbligo anche acquistando certificati verdi (certificati che attestano la
produzione di energia elettrica da parte di impianti alimentati da fonti rinno-
vabili) da altri soggetti o dal Grtn.
Con riferimento all’energia elettrica destinata al mercato libero, il trasferimen-
to sui clienti finali degli oneri derivanti dall’obbligo di acquistare i certificati
verdi avviene, secondo una logica di mercato, mediante l’incorporazione di tali
oneri nel prezzo di vendita, liberamente stabilito tra le parti. Per i clienti fina-
li del mercato vincolato, invece, il trasferimento degli oneri può verificarsi solo
nei limiti consentiti dalle tariffe amministrate definite dall’Autorità, nell’ambi-
to del prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso. Per tale ragione, la delibera
n. 227/02 ha istituito un’apposita componente tariffaria, VE, espressa in cen-
tesimi di euro per kilowattora, da incorporare nella CCA (la componente tarif-
faria a copertura dei costi di acquisto e vendita dell’energia elettrica per i clien-
ti del mercato vincolato con contratti diversi da quelli per l’utenza domestica),
e nel PV (la componente tariffaria a copertura dei costi di combustibile per l’u-
tenza domestica).
La medesima delibera ha istituito un apposito conto presso la Cassa conguaglio
per il settore elettrico al quale verrà destinato il gettito derivante dall’applica-
zione della componente VE. Non sono ancora state definite, invece, le moda-
lità secondo le quali i fondi raccolti andranno ai beneficiari. Resta inteso che
tali modalità dovranno consentire ai produttori e agli importatori un riconosci-
mento dei costi differenziato in funzione dell’effettivo onere sostenuto.
Copertura degli oneri
di acquisto dei certificati
verdi
L’art. 4 del decreto legislativo n. 79/99 attribuisce all’Acquirente Unico la fun-
zione di assicurare la fornitura di energia elettrica per i clienti del mercato vin-
colato in condizioni di continuità, sicurezza, efficienza e parità di trattamen-
to. Il medesimo articolo prevede che, sulla base delle direttive impartite
dall’Autorità, l’Acquirente Unico stipuli contratti di vendita con i distributori a
condizioni non discriminatorie, consentendo l’applicazione della tariffa unica
al mercato vincolato e garantendo il proprio equilibrio di bilancio.
In ottemperanza al disposto dell’art. 4, l’Autorità, con la delibera del 17 luglio
2002, n. 136, ha avviato un procedimento volto all’acquisizione degli elemen-
ti utili all’emanazione delle suddette direttive, nell’ambito del quale è prevista
la costituzione di gruppi di lavoro per predisporre strumenti normativi afferen-
ti a materie specialistiche.
Per i clienti del mercato vincolato con contratti diversi da quelli per l’utenza
domestica, il servizio di vendita dell’energia elettrica viene erogato secondo
quanto disposto dal Testo integrato, dando luogo all’applicazione della com-
ponente CCA a copertura dei costi di acquisto e vendita dell’energia elettrica.
Tale componente è stata fissata e aggiornata periodicamente dall’Autorità in
funzione della variazione del parametro Ct (si veda in proposito il paragrafo I
criteri di definizione del nuovo Ct).
In base alle disposizioni del Testo integrato, inoltre, ai distributori è lasciata la
facoltà di offrire ai propri clienti anche opzioni tariffarie ulteriori per il servi-
zio di vendita, che essi potranno scegliere in alternativa alla componente CCA.
Per l’anno 2003, 11 distributori hanno deciso di proporre opzioni ulteriori di
vendita (per un totale di 13 opzioni tariffarie); l’Autorità ha verificato preven-
tivamente tali opzioni e le ha approvate con delibera n. 211/02. Le opzioni
tariffarie ulteriori di vendita proposte e approvate sono state pubblicate sul sito
Internet dell’Autorità.
Il sistema tariffario per i clienti domestici previsto dal Testo integrato si basa
su tariffe fissate e aggiornate dall’Autorità, al fine di garantire loro una mag-
gior tutela. In particolare sono previste le seguenti tariffe domestiche:
• D2, destinata a essere applicata ai contratti stipulati nelle abitazioni di resi-
denza anagrafica, con impegno di potenza non superiore a 3 kW;
• D3, destinata a essere applicata ai contratti stipulati nelle abitazioni di resi-
denza anagrafica con impegno di potenza superiore a 3 kW e ai contratti per
le abitazioni non di residenza;
Il servizio di vendita
per i clienti domestici
Il servizio di vendita
per i clienti vincolati
non domestici
Direttive all’Acquirente
Unico
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
185
• D1, tariffa di riferimento che non viene applicata ai clienti finali; essendo
definita come tariffa che copre i costi del servizio, assolve una funzione di
mero riferimento per la determinazione dei ricavi spettanti agli esercenti,
che saranno stabiliti in funzione sua.
Le tariffe domestiche per il 2003, a esclusione della componente PV, sono state
aggiornate con delibera dell’1 agosto 2002, n. 153, che ha tra l’altro disposto
la proroga dell’applicazione delle tariffe D2 e D3 rimandando all’1 gennaio
2004 l’entrata in vigore della tariffa D1 per tutti i clienti domestici, inizial-
mente prevista all’1 gennaio 2003. Ciò anche in ragione della necessità di coor-
dinare l’entrata in vigore della tariffa D1 con la definizione di regimi di tutela
dei clienti domestici del mercato vincolato in condizioni di disagio economico.
Sempre con riferimento al mercato dei clienti domestici, inoltre, occorre ricor-
dare che le disposizioni del Testo integrato prevedono la possibilità, per i distri-
butori, di offrire opzioni ulteriori, quale alternativa alle tariffe D2 e D3. Anche
per l’anno 2003 alcuni distributori si sono avvalsi di questa possibilità.
Aggiornamenti bimestrali L’andamento favorevole dei prezzi internazionali dei combustibili registrato nel
2001, che aveva consentito riduzioni pari a circa il 30 per cento del parametro
Vt, si è interrotto all’inizio del 2002, nonostante la rivalutazione dell’euro nei
confronti della moneta americana. Questa inversione di tendenza si è tradotta
in un aumento del parametro Ct, che è passato da 3,514 ce/kWh del secondo
bimestre 2002 a 4,106 ce/kWh del primo trimestre 2003.
La variazione del Ct intervenuta nel periodo marzo 2002-marzo 2003, pari a un
aumento del 16,8 per cento, è stata relativamente contenuta se paragonata a
quella dei prezzi dei combustibili, anche per effetto dell’emanazione del decreto
legge n. 193/02, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, Serie generale, n. 207 del
4 settembre 2002, convertito senza modificazioni nella legge n. 238/02; essa ha
di fatto bloccato le tariffe ai livelli previsti per il quarto bimestre del 2002 fino
al termine dell’anno e ha portato alla definizione da parte dell’Autorità di nuovi
criteri di aggiornamento delle tariffe elettriche (si veda in proposito il paragrafo
I nuovi criteri di definizione del Ct).
In relazione al citato decreto legge n. 193/02, occorre rilevare come i suoi
effetti in termini di blocco delle tariffe si siano dispiegati sulle sole tariffe fis-
sate dall’Autorità relativamente a servizi di pubblica utilità. Il decreto legge,
pertanto, non ha prodotto effetti diretti sui prezzi non fissati in via ammini-
strativa quali, per esempio, quello delle forniture di energia elettrica sul mer-
cato libero. Gli effetti su tale mercato sono stati, piuttosto, indiretti e legati,
per esempio, a clausole contrattuali che prevedevano l’aggiornamento del prez-
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
186
zo dell’energia elettrica fornita a un cliente libero sulla base dell’andamento
del parametro Ct fissato dall’Autorità.
Nel corso del 2002 e del primo trimestre 2003, l’Autorità ha provveduto anche
ad aggiornare le aliquote delle componenti tariffarie A e UC. In particolare, nel
periodo considerato, le modifiche hanno riguardato esclusivamente la compo-
nente tariffaria A3, che alimenta il Conto per nuovi impianti da fonti rinnova-
bili e assimilate. L’aliquota media di tale componete tariffaria è passata da 0,75
ce/kWh nel primo bimestre 2002 a 0,92 ce/kWh, con un aumento di 0,17
ce/kWh. L’incremento della componente tariffaria A3 si è reso necessario prin-
cipalmente per due ordini di motivi. In primo luogo per tener conto del mag-
gior onere da produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate e
oggetto di incentivazione a norma del provvedimento CIP6, onere determinato
dall’esito delle procedure concorsuali per la cessione su base annuale dell’e-
nergia elettrica di cui all’art. 3, comma 12, del decreto legislativo n. 79/99
(energia elettrica prodotta ai sensi del provvedimento CIP6). L’adeguamento
della componete A3, inoltre, è da ricondursi alla previsione di minori entrate
derivanti dall’applicazione della componente tariffaria A7, la cosiddetta “ren-
dita idroelettrica”. L’effetto congiunto dell’esito delle procedure concorsuali e
della diminuzione del gettito della componente tariffaria A7, tra l’altro, ha
comportato anche una maggiore esposizione IVA del Grtn, incrementando ulte-
riormente la necessità di gettito.
Occorre comunque rilevare che l’incremento complessivo della componente
tariffaria A3 è stato limitato da un apposito intervento dell’Autorità, che con
delibera 26 giugno 2002, n. 124, ha modificato le modalità di imposizione,
esazione e gestione delle componenti A2, A3, A5 e A6 (si veda in merito il para-
grafo Aggiornamento degli oneri di sistema).
Il 20 febbraio 2003 l’Autorità ha diffuso un Documento per la consultazione
relativo alla definizione di tariffe per la fornitura di energia elettrica ai clienti
domestici in bassa tensione economicamente disagiati. Tale Documento, predi-
sposto nell’ambito del procedimento avviato con la delibera 15 novembre 2001,
n. 264, integrata con la delibera 5 dicembre 2002, n. 199, rappresenta un
importante passaggio nell’armonizzazione degli obbiettivi economico finanzia-
ri degli esercenti con quelli generali di carattere sociale, secondo le prescrizio-
ni della legge n. 481/95.
La proposta contenuta in tale Documento individua un sistema tariffario che
consenta la fruizione del servizio elettrico alle fasce economicamente deboli
della popolazione a prezzi contenuti, senza oneri per il bilancio dello Stato e
attraverso un limitato ricorso al trasferimento di reddito dagli altri clienti del
Tariffa sociale e tariffa
per terremotati
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
187
servizio. Secondo quanto proposto, l’accesso alla tariffa sociale avverrà in base
a un meccanismo oggettivo di verifica dello stato di disagio economico,
l’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), strumento predispo-
sto dal Governo per la fornitura agevolata di servizi essenziali.
La tariffa sociale proposta è caratterizzata da prezzi fortemente ridotti. Più
precisamente, si prevedono sia l’azzeramento, o la forte diminuzione, della
componente tariffaria espressa in centesimi di euro per punto di prelievo, sia il
mantenimento di una componente espressa in centesimi di euro per kilowatt
impegnato in modo da poter modulare l’onere per il cliente in funzione del-
l’impegno di potenza. Le agevolazioni sulle componenti tariffarie non dipen-
denti dai consumi saranno uguali per tutti i clienti e non dipenderanno dalla
numerosità del nucleo familiare. Sulle componenti tariffarie legate ai consumi
l’Autorità intende, invece, introdurre differenziazioni delle agevolazioni essen-
do accertata una correlazione tra consumo di energia elettrica e numerosità del
nucleo familiare. La percentuale di sconto accordata dipenderà dalla quantità
di energia elettrica corrispondente al consumo normale di una famiglia, tenu-
to conto della sua composizione. In questo modo si identificherà una fascia
protetta di consumo, nell’ambito della quale il cliente in stato di disagio godrà
di una certa agevolazione.
Con la definizione della tariffa sociale l’Autorità porterà a compimento la rifor-
ma dell’ordinamento tariffario dell’energia elettrica destinata ai clienti dome-
stici avviata nel 2000. Una volta adottata la tariffa sociale, pertanto, potrà
essere ridefinito il processo di convergenza delle tariffe domestiche D2 e D3
verso una tariffa unica, rispondente ai costi del servizio (oggi identificata dalla
tariffa di riferimento D1).
Coerentemente con il proprio mandato, nel corso del 2002 e dei primi mesi del
2003, in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte del
Dipartimento della protezione civile e alle successive richieste formulate dal
Commissario delegato all’emergenza, l’Autorità ha provveduto a emanare prov-
vedimenti tariffari a carattere speciale in favore delle popolazioni colpite da
calamità naturali.
In particolare, con delibera 29 novembre 2002, n. 197, l’Autorità ha disposto
l’applicazione di tariffe fortemente ridotte per le forniture di energia elettrica
effettuate alle popolazioni colpite dal sisma del 31 ottobre 2002 nelle provin-
ce di Campobasso e Foggia. Identico provvedimento è stato adottato con deli-
bera 23 gennaio 2003, n. 5, in favore delle popolazioni colpite dall’attività vul-
canica dell’Etna nel territorio della provincia di Catania e dagli eventi sismici
nella medesima area.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
188
PREZZI E TARIFFE DELL’ENERGIA ELETTRICA
Grazie al favorevole andamento delle quotazioni internazionali dei prodotti petro-
liferi nel corso del 2001, a partire dal secondo trimestre dello stesso anno il prezzo
dell’energia elettrica per le famiglie italiane ha registrato ripetute riduzioni.
L’anno si è chiuso con un indice3 tornato sui valori dell’autunno 2000 e con
una dinamica di segno nettamente negativo (-2,6 per cento rispetto al dicem-
bre 2000). Il contributo dell’energia elettrica all’inflazione complessiva si è
infatti azzerato nei mesi estivi per divenire negativo a partire da settembre.
L’andamento degli indici
Istat
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
189
3 Nell’ambito del paniere nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC),
l’Istat rileva mensilmente il prezzo dell’energia elettrica, posto all’interno della cate-
goria “Spesa per l’abitazione” (circa la procedura di rilevazione dell’indice elementare
del prezzo dell’energia elettrica, vedi le precedenti Relazioni Annuali).
TAV. 4.22 INDICI MENSILI DEI PREZZI DELL'ENERGIA ELETTRICA
Numeri indice 1995=100 e variazioni percentuali
MESI PREZZO VAR. % PREZZO VAR. % PREZZO VAR. % PREZZO VAR. % NOMINALE 2001-2000 REALE(A) 2001-2000 NOMINALE 2002-2001 REALE(A) 2002-2001
2001 2002
Gennaio 103,2 9,3 90,1 6,1 98,1 -4,9 83,6 -7,1
Febbraio 103,2 9,3 89,7 6,1 98,1 -4,9 83,2 -7,3
Marzo 103,4 9,3 89,8 6,2 98,0 -5,2 83,1 -7,5
Aprile 103,4 9,3 89,4 5,9 98,0 -5,2 82,8 -7,5
Maggio 100,3 2,7 86,5 -0,4 99,0 -1,3 83,4 -3,6
Giugno 100,3 2,7 86,3 -0,3 99,0 -1,3 83,4 -3,4
Luglio 100,5 1,0 86,5 -1,9 101,3 0,8 85,2 -1,5
Agosto 100,5 1,0 86,5 -1,8 101,3 0,8 85,1 -1,7
Settembre 100,5 -0,1 86,4 -2,7 101,3 0,8 84,9 -1,7
Ottobre 100,5 -0,1 86,3 -2,6 101,3 0,8 84,7 -1,8
Novembre 100,4 -2,6 86,0 -4,9 101,3 0,9 84,4 -1,9
Dicembre 100,4 -2,6 86,0 -4,9 101,3 0,9 84,3 -1,9
Media annua 101,4 3,1 87,5 0,3 99,8 -1,5 84,0 -3,9
(A) Rapporto percentuale tra l'indice di prezzo dell'energia elettrica e l'indice generale (esclusi i tabac-chi).
Fonte: Elaborazioni su dati Istat, numeri indice per l'intera collettività – indici nazionali.
Considerato in termini reali, il prezzo dell’energia elettrica risulta essersi ridot-
to in misura ancora maggiore: in dicembre l’indice è inferiore quasi del 5 per
cento rispetto al dato dell’anno precedente.
I valori elevati con cui si era aperto il 2001 hanno tuttavia pesato sulla media
annua che, rispetto al 2000, ha registrato ancora un aumento pari al 3,1 per
cento (0,3 per cento in termini reali).
La successiva sensibile ripresa delle quotazioni internazionali, specialmente a
partire dal secondo trimestre del 2002, ha portato il valore del prezzo dell’e-
nergia elettrica a registrare nel mese di luglio un rincaro del 2,3 per cento
rispetto al mese precedente. Il prezzo di luglio è poi rimasto invariato sino alla
fine dell’anno, per effetto del provvedimento di blocco tariffario deciso dal
Governo mediante il decreto legge n. 193/02 (convertito dalla legge n.
238/02). L’anno si è chiuso con una dinamica di segno positivo (0,9 per cento
rispetto a dicembre 2001), destinata a salire ancora a causa del continuo
aumentare del prezzo internazionale del greggio.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
190
III 2003
VIVIVIIIIII 2002
VIVIVIIIIII 2001
0
2
4
6
10,59 10,6410,15 10,17 10,17 10,12 9,85 9,83 9,97 10,30 10,30 10,30 10,52 10,60
8
10
12
FIG. 4.5 COMPOSIZIONE DELLA TARIFFA ELETTRICA MEDIA NAZIONALE AL NETTO DELLE IMPOSTE NEGLI ULTIMI DUE ANNI
ce/kWh
Sino al 2001 il valore medio della componente a copertura dei costi fissi di generazione, trasporto e di-stribuzione è calcolato sull’insieme dei clienti liberi e vincolati, mentre dal 2002 è calcolato sui soliclienti vincolati.
COMPONENTE A COPERTURA DEI COSTI RELATIVI AL SERVIZIO DI TRASPORTO E DEI COSTI FISSIDI GENERAZIONE, TRASMISSIONE E DISTRIBUZIONE
COMPONENTE A COPERTURA DEI COSTI SOSTENUTI NELL'INTERESSE GENERALE
COMPONENTE A COPERTURA DEL COSTO DEL COMBUSTIBILE
Tuttavia, confrontandosi con un livello generale, il prezzo dell’energia elettri-
ca in termini reali nella seconda parte del 2002 ha registrato continui cali, così
che a dicembre 2002 risultava ancora di quasi due punti percentuali inferiore
al dicembre 2001.
Il prezzo dell’energia elettrica per le famiglie italiane nel 2002 è quindi dimi-
nuito dell’1,5 per cento rispetto al 2001, ovvero di quasi 4 punti percentuali se
misurato in termini reali.
Gli andamenti appena visti attraverso l’indice Istat dei prezzi al consumo tro-
vano conferma nel movimento della tariffa media nazionale al netto delle
imposte calcolata dall’Autorità.
Il suo valore pari a 10,30 ce/kWh nel secondo trimestre 2003 appare infatti
sostanzialmente invariato rispetto a quello del primo bimestre 2001 (10,59
ce/kWh). Ciò è il risultato di una sensibile e costante discesa registrata sino al
secondo bimestre 2002, periodo a partire dal quale la tariffa media ha ripreso
a salire, per giungere rapidamente al livello di due anni prima.
L’analisi per componenti della tariffa elettrica media nazionale al netto delle im-
poste, illustrata nella figura 4.5, mostra come l’evoluzione complessiva nel corso
degli ultimi due anni sia però il risultato di andamenti differenziati al suo interno.
A fronte di una riduzione nella componente a copertura del costo dei combu-
stibili e di una sostanziale stabilità di quella a copertura dei costi fissi (sulla
quale attualmente interviene l’Autorità, ma che in futuro sarà determinata dal-
l’operare della concorrenza), la componente a copertura degli oneri generali di
sistema è invece tendenzialmente cresciuta nel tempo.
Costo dei combustibili La componente relativa al costo dei combustibili, che riflette l’andamento delle
fonti primarie a partire dalle quali l’energia elettrica viene generata, ha regi-
strato nel corso del 2001 una significativa discesa, ma è poi tornata a salire nel
2002 e si manterrà in ascesa anche nella prima parte del 2003. Dal 52,4 per
cento del primo bimestre 2001, l’incidenza, al netto delle imposte, di questa
componente sulla tariffa media ha infatti raggiunto un minimo, pari al 39,4 per
cento, nel secondo bimestre 2002 ed è poi tornata a crescere sino al 46,8 per
cento del secondo trimestre 2003. L’incremento del costo dei combustibili nel
2002 è dovuto ai continui notevoli rincari delle quotazioni internazionali
(descritti nella prima sezione di questa Relazione Annuale), solo parzialmente
attenuati dal contemporaneo apprezzamento dell’euro sul dollaro. La dimensio-
ne e la costanza nel tempo dei rincari sono state tali da influire anche sul nuovo
sistema di indicizzazione messo a punto dall’Autorità nel novembre 2002 (si
Analisi per componenti
della tariffa elettrica media
nazionale
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
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192
veda il paragrafo sulla regolazione economica della vendita ai clienti del merca-
to vincolato), che ha disposto la periodicità di aggiornamento trimestrale, anzi-
ché bimestrale, il calcolo delle variazioni sulla media dei prezzi internazionali
degli ultimi 6 mesi anziché degli ultimi 4 mesi, nonché l’innalzamento della
soglia di invarianza dal 2 al 3 per cento.
Costi fissi La componente relativa ai costi fissi del sistema elettrico è oggi pari a 4,78
ce/kWh e incide complessivamente per il 45,1 per cento sulla tariffa elettrica
media. Rispetto al 2001 questa componente è cresciuta poco in termini assoluti
(in quell’anno era pari a 4,69 ce/kWh), mentre la sua incidenza è aumentata di
circa 2 punti percentuali a causa del ridursi del peso della parte a copertura del
costo dei combustibili. La componente relativa ai costi fissi dipende dall’anda-
mento di diverse classi di costo, che possono essere sintetizzate in due categorie:
costi fissi di generazione e costi fissi di trasporto (trasmissione e distribuzione).
Nell’attesa che si sviluppi la borsa elettrica, i primi sono stati fissati
dall’Autorità (attraverso una stima del costo standard) in 2,26 ce/kWh. La com-
ponente relativa ai costi fissi di trasporto, unica per tutto il territorio naziona-
le, ammonta a 2,52 ce/kWh, di cui 0,34 sono relativi ai costi di trasmissione
sulla rete in alta tensione e 2,18 a quelli di distribuzione. L’Autorità ha defini-
to i corrispettivi di trasmissione tenendo conto sia del costo dell’infrastruttura,
sia dei costi di congestione, mentre in passato erano stabiliti in base a una
tariffa “da punto a punto”, vale a dire rispetto al percorso compiuto dall’ener-
gia lungo la rete (che – oltre a essere poco rilevante nella determinazione dei
costi – era di difficile identificazione). I corrispettivi relativi alla distribuzione
dell’energia in media e bassa tensione sono stati definiti dall’Autorità a parti-
re dal contributo degli utenti alla formazione della richiesta di punta.
Oneri generali di sistema Nel secondo trimestre 2003 gli oneri generali di sistema ammontano in media
a 0,86 ce/kWh e influiscono sulla tariffa complessiva per l’8,1 per cento. Come
si vede dalla figura, l’entità di tali costi e la loro incidenza sono molto cresciute
nel tempo: nel primo bimestre 2001 tale componente valeva infatti 0,35
ce/kWh e incideva solo per il 3,3 per cento sulla tariffa totale.
Questa componente tariffaria, determinata in base a provvedimenti governati-
vi, è relativa a diverse voci di costo, in particolare a:
• oneri derivanti dalla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e
assimilate, pari a 0,60 ce/kWh; si tratta della componente più onerosa nel-
l’ambito degli oneri di sistema, che serve a compensare la differenza tra il
prezzo di ritiro dell’energia CIP6 da parte del Grtn e i ricavi della vendita
della stessa al mercato vincolato e al mercato idoneo tramite asta;
• costi incagliati o stranded cost, pari a 0,14 ce/kWh; si tratta dei rimborsi
per gli investimenti effettuati e gli impegni assunti dall’impresa già mono-
polista e dalle altre imprese produttrici distributrici prima dell’avvento della
liberalizzazione, che il mercato concorrenziale può non consentire di
ammortizzare o onorare. In base a un decreto emanato dal Ministro dell’in-
dustria, del commercio e dell’artigianato di concerto con il Ministro del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica nell’aprile del 2001,
il riconoscimento dei costi incagliati avviene partendo da consuntivi di fine
anno, per un periodo di 7 anni. Il recente decreto ministeriale del 18 marzo
2003, tuttavia, sospende il rimborso degli stranded cost a partire dall’1 gen-
naio 2004;
• costi connessi con lo smantellamento delle centrali e con la chiusura del
ciclo di combustibile nucleare, pari a 0,06 ce/kWh;
• oneri destinati a coprire attività di ricerca svolte dalle imprese nell’interesse
generale del paese, pari a 0,03 ce/kWh;
• oneri destinati al finanziamento di integrazioni tariffarie concesse alle
imprese elettriche minori per garantirne l’equilibrio finanziario, disposte
dalla legge 9 gennaio 1991, n. 10, che ammontano a 0,03 ce/kWh.
ONERI DI S ISTEMA
Nel corso del 2002 l’Autorità è intervenuta con propria delibera n. 124/02 a
modificare le modalità di imposizione, esazione e gestione delle componenti
A2, A3, A5 e A6. Tale intervento si è reso necessario per limitare gli effetti deri-
vanti dall’esposizione del Grtn in relazione agli oneri finanziari e fiscali conse-
guenti alle compravendite di energia elettrica cui è tenuto ai sensi dell’art. 3,
comma 12, del decreto legislativo n. 79/99 (oneri destinati a essere coperti
dalla componente tariffaria A3).
La crescente esposizione del Grtn è da ricondursi sostanzialmente all’effetto
congiunto dell’entrata in operatività, nell’anno 2002, di nuova capacità di gene-
razione ammessa al regime e della riduzione del gettito della componente A7 im-
posta ai titolari di impianti idroelettrici. In particolare, l’aumento della capacità
di generazione ammessa al regime ha determinato un aumento della quantità di
energia elettrica che il Grtn è tenuto a ritirare, con il conseguente incremento
dello sbilancio economico tra i costi di acquisto della suddetta energia elettrica e
i ricavi derivanti dalla vendita della medesima. Parallelamente, la situazione con-
Gestione del gettito
delle componenti A
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
193
giunturale dei primi mesi dell’anno 2002, con particolare riferimento allo sfavo-
revole andamento idrologico che ha, di fatto, ridotto la producibilità degli im-
pianti di generazione idroelettrici installati sul territorio nazionale, ha fortemen-
te condizionato gli effetti dell’applicazione del regime della compensazione del-
la maggiore valorizzazione dell’energia elettrica prodotta da impianti idroelettri-
ci (cosiddetta estrazione della rendita idroelettrica), deprimendo il gettito della
componente A7 applicata ai titolari di impianti idroelettrici quale adeguamento
dei corrispettivi dagli stessi dovuti al Grtn per il servizio di trasporto.
Le modifiche introdotte dall’Autorità con la richiamata delibera n. 124/02
hanno riguardato esazione, imposizione e gestione delle componenti tariffarie
A sia per i clienti liberi sia per quelli vincolati. Per quanto riguarda i clienti del
mercato libero, si è previsto che le componenti tariffarie A2, A3, A5 e A6 non
siano applicate come maggiorazione ai corrispettivi del servizio di trasporto
versati da questi ultimi all’impresa distributrice per ambito territoriale di com-
petenza, ma ai corrispettivi per il bilanciamento erogato agli stessi clienti dal
Grtn. In tal modo è stato possibile consentire al Grtn di trattenere, a titolo di
acconto sui versamenti a esso dovuti ai sensi del comma 42.6 del Testo inte-
grato, il gettito generato dall’imposizione della componente tariffaria A3. Con
riferimento alle componenti tariffarie A applicate ai clienti del mercato vinco-
lato, invece, la delibera n. 124/02 ha autorizzato la Cassa conguaglio per il set-
tore elettrico a delegare alle imprese distributrici il versamento diretto al Grtn
di una percentuale del gettito della componente A3 dalle stesse riscossa, per-
centuale definita dalla medesima Cassa in relazione alle esigenze di gettito.
Stranded cost Le disposizioni riguardanti gli stranded cost, rendita idroelettrica e rimborso
dei costi non recuperabili da gas nigeriano, riportati nel box, modificano quan-
titativamente i prelievi tariffari destinati a coprire tali oneri.
L’esito complessivo delle disposizioni del decreto è difficilmente quantificabile.
L’effetto positivo, che potrebbe risultare dalla soppressione dei conti non recu-
perabili con tre anni di anticipo, è mitigato dalle conseguenze negative alle
modifiche apportate alle modalità di calcolo dei medesimi e alla soppressione
del prelievo sulla produzione di energia idroelettrica dall’1 gennaio 2002. A tale
effetto di entità e di segno incerti va sommato quello sicuramente negativo
ottenuto dalle variazioni apportate dal decreto al metodo di definizione dei
costi derivanti dall’impiego del gas nigeriano.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
194
Con la delibera n. 55/02 è stato approvato il Regolamento del Fondo per il
finanziamento delle attività di ricerca del settore elettrico, predisposto dalla
Cassa conguaglio per il settore elettrico. La stessa delibera precisa, integrando
le disposizioni della delibera n. 158/01, che l’Autorità decide l’ammissibilità al
finanziamento del Fondo dei progetti di ricerca, determina la misura, parziale
o totale, del finanziamento e provvede alla verifica dei programmi di ricerca
sulla base di istruttorie realizzate da esperti nominati dalla Cassa conguaglio
per il settore elettrico.
Con la delibera n. 144/02 l’Autorità ha disposto che, per l’anno 2001, la Cassa
conguaglio per il settore elettrico conceda alla società Cesi un acconto, inte-
grante quelli già erogati, fino a un valore pari alla competenza del primo seme-
stre 2001 del Fondo per il finanziamento dell’attività di ricerca, a copertura dei
finanziamenti riconosciuti ai progetti di ricerca conclusi negli anni 2000 e 2001
e ai progetti in corso o avviati durante il 2001; questo, salvo verifiche con esito
positivo effettuate dall’Autorità ai sensi del decreto ministeriale 17 aprile 2001
secondo le procedure stabilite con la delibera n. 158/01.
Stranded cost, rendita idroelettrica e gas nigeriano
La memoria per l’audizione presso la X Commissione attività produttive, commer-
cio e turismo della Camera dei deputati, in occasione della conversione del
decreto legge 18 febbraio 2003, n. 25, recante Disposizioni urgenti in materia di
oneri generali del sistema elettrico, costituisce un documento di sintesi della
vicenda riguardante il prelievo della rendita idroelettrica e il riconoscimento sia
degli stranded cost, sia dei costi non recuperabili da gas nigeriano.
Stranded cost
Il riconoscimento degli stranded cost, praticato in molti Stati dell’Unione euro-
pea, è previsto dalla Direttiva europea 96/92/CE e dal decreto legislativo n.
79/99.
Il diritto a percepire il rimborso agli stranded cost, ovvero ai costi non recupera-
bili (CNR), è giustificato dal fatto che nel contesto di mercato monopolistico, l’o-
peratore pubblico può essersi trovato nella condizione di far gravare sui propri
costi di produzione oneri aggiuntivi determinati da obblighi di servizio. Il proces-
so di liberalizzazione del mercato, con la necessaria perdita di quote per l’ex
monopolista, non permette a quest’ultimo il recupero dei maggiori costi sostenu-
ti prima della liberalizzazione.
Sulla base di proposte formulate dall’Autorità, la disciplina dei CNR è stata intro-
dotta a partire dal 2000 e doveva durare fino al 2006.
Il principio su cui essa si basa è quello di un rimborso non determinato a priori,
I finanziamenti del settore
elettrico: A5
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
195
ma commisurato all’emergere dei CNR a seguito dello sviluppo del mercato, quin-
di precisato annualmente a posteriori. Infatti l’alto livello dei costi di produzio-
ne nazionale, nonché le modalità e i tempi del processo di liberalizzazione non
permettevano di prevedere significative riduzioni dei ricavi o rapide perdite di
quote di mercato da parte dell’ex monopolista; un rimborso dei CNR definito a
priori avrebbe comportato il rischio per i consumatori di pagare una seconda
volta costi già saldati nel tempo attraverso le tariffe.
L’esperienza del biennio 2000-2001, durante il quale il complessivo ammontare
dei costi da reintegrare alle imprese produttrici distributrici non è stato partico-
larmente rilevante, e le previsioni sull’andamento del prezzo all’ingrosso dell’e-
nergia elettrica nei prossimi anni inducono a ritenere che il rimborso dei CNR non
si presenta come significativo; può quindi essere soppresso, con vantaggi in ter-
mini di semplicità, prevedibilità, minor onere per i consumatori, minori distorsio-
ni nel mercato.
Il decreto legge n. 25/03 interviene sui meccanismi di rimborso dei CNR connessi
a impianti di generazione, cambiandone sia le modalità di calcolo sia la durata
rispetto a quanto previsto dalla normativa introdotta con decreto ministeriale 26
gennaio 2000, modificato dal decreto ministeriale 17 aprile 2001 e successive
delibere dell’Autorità.
Riguardo alle modalità di calcolo dei CNR, il decreto legge introduce due dispo-
sizioni che determinano un loro aumento rispetto ai criteri di calcolo seguiti
dall’Autorità. Infatti, il decreto prevede una riduzione dei ricavi che vengono
imputati a copertura dei costi riconosciuti con conseguente aumento di quelli
non recuperati, cioè dei CNR da rimborsare.
In primo luogo, è eliminata la compensazione tra società, cioè tra Enel e acqui-
renti delle Gen.Co.: le società proprietarie di impianti di generazione ammessi al
meccanismo di rimborso per le quali i ricavi sono stati superiori a quelli ricono-
sciuti, e che quindi hanno avuto CNR negativi, non dovranno contribuire al finan-
ziamento dei CNR positivi di altre società.
In secondo luogo, la disponibilità totale di energia rispetto alla quale viene misu-
rata la parte di ricavi a copertura dei costi fissi di impianto deve essere calcola-
ta al netto dell’energia elettrica eventualmente acquistata alle aste dell’energia
incentivata ai sensi del provvedimento CIP6.
Il periodo per il quale sono riconosciuti i CNR viene ridotto di 3 anni con termine
al 2003 anziché al 2006. L’onere per i consumatori per il periodo 2004-2006 sarà
pertanto nullo.
Rendita idroelettrica
Il prelievo sulla rendita idroelettrica era stato introdotto considerando che la
liberalizzazione avesse determinato plusvalenze negli impianti idroelettrici. Nel
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
196
contesto monopolistico, infatti, l’energia idroelettrica era remunerata in base al
suo costo, senza il rimborso del cosiddetto “onere termico”, mentre nel contesto
attuale essa riceve lo stesso prezzo dell’energia di origine termoelettrica. Una
parte di tale plusvalenza, che ha il carattere di una rendita, viene prelevata in
misura via via decrescente, e va ad alimentare il Fondo dal quale si pagano i CNR
o altri oneri di sistema.
In seguito al decreto legge n. 25/03, il prelievo sulla rendita idroelettrica viene
sospeso a partire dal 2002 e quindi con 2 anni di anticipo rispetto a quanto pre-
cedentemente disposto.
Il rimborso sui costi non recuperabili da gas nigeriano
Nel solo caso dell’Enel, a CNR per spese d’investimento si aggiungono stranded
cost, derivanti dall’impiego del gas nigeriano, che viene liquefatto per il traspor-
to e poi rigassificato. Tale processo risulta particolarmente costoso a seguito
della mancata costruzione di terminali di rigassificazione in Italia e quindi alla
necessità di avvalersi di un contratto con Gas de France; i maggiori costi imputa-
bili a tale mancata costruzione sono rimborsati fino al 2010.
Il rimborso è stato calcolato dall’Autorità come pari agli oneri contrattuali di
rigassificazione in Francia e trasporto, al netto del costo stimato della rigassifi-
cazione in Italia nell’ipotesi di terminale a Montalto di Castro. Il decreto legge
dispone il metodo di definizione dei costi: non si deve tener conto del costo della
rigassificazione in Francia e non si deve dedurre quello ipotetico della rigassifi-
cazione in Italia. Poiché quest’ultimo è stimato molto maggiore del primo, l’ef-
fetto del decreto legge è quello di accrescere l’importo del rimborso.
4 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E E L E T T R I C O
197
IL BILANCIO DELLA REGOLAZIONE DAL 1996 A OGGI
Il primo gennaio 2003 è stata completata la liberalizzazione del mercato del
gas naturale: i tempi possono essere considerati maturi per un primo bilancio
dell’attività di regolazione nel settore.
La liberalizzazione si è svolta nel quadro degli indirizzi di politica energetica
formulati dal Governo e secondo il mandato della legge 14 novembre 1995, n.
481, mirando in particolare all’applicazione del decreto legislativo 23 maggio
2000, n. 164, con il quale è stata recepita nell’ordinamento nazionale la nor-
mativa comunitaria di liberalizzazione del settore del gas. Queste norme hanno
impresso un notevole mutamento di rotta, rispetto al passato, all’attività di
regolazione, dato che hanno posto al centro dell’agenda del regolatore gli
obiettivi di efficienza dei servizi di pubblica utilità e di promozione della con-
correnza. Tale cambiamento corrisponde al superamento della concezione del-
l’impresa pubblica come strumento principale di controllo dei servizi di pubbli-
ca utilità, tenuto conto delle politiche di privatizzazione attuate.
Nello scorso decennio, la trasformazione delle imprese pubbliche in società per
azioni quotate in borsa ha posto all’attenzione dei mercati la questione dell’e-
quilibrio economico e finanziario di queste imprese. Al contempo, continuando
le stesse a fornire servizi di pubblica utilità in condizioni di monopolio, è sorta
la necessità di assicurare la tutela degli utenti, garantendo universalità del servi-
zio, prezzi contenuti e qualità elevata delle prestazioni. L’istituzione di
un’Autorità indipendente di regolazione e il decreto di liberalizzazione del setto-
re hanno costituito una risposta a tali necessità nell’ambito dell’industria del gas
naturale. Essendo mutata la veste delle imprese di pubblica utilità e potendo
ormai dirsi soddisfacente l’estensione dei servizi dell’elettricità e del gas natura-
le sul territorio nazionale, è cambiato anche il compito dell’Autorità incaricata
della regolazione delle tariffe e dei prezzi. Quest’ultima non poteva più fondarsi
sul criterio del rimborso a piè di lista dei costi all’impresa, né limitarsi a essere
uno strumento di controllo dell’inflazione, così come era accaduto soprattutto
negli anni Settanta. Piuttosto, l’accento posto sulla scarsità di risorse economi-
che e finanziarie ha indotto a introdurre il criterio di efficienza nell’uso delle
risorse come nuovo principio ispiratore del controllo dei prezzi.
La concorrenza fra le imprese è il mezzo migliore per raggiungere obiettivi di
efficienza. Tuttavia il settore del gas è stato tradizionalmente dominato da
imprese monopolistiche verticalmente integrate in tutte le fasi della filiera. Il
dispiegarsi della concorrenza richiede provvedimenti di liberalizzazione che si
concretizzano:
• nell’apertura graduale del mercato nelle fasi in cui la concorrenza fra più
199
5. STRUTTURA DEI MERCATI E REGOLAZIONEDEL SETTORE DEL GAS NATURALE
imprese è tecnicamente possibile (per esempio, la produzione, l’importazio-
ne e la vendita);
• nel disciplinare il libero accesso alle fasi nelle quali siano presenti infra-
strutture essenziali per tutte le imprese operanti a monte e a valle, distin-
guendo quelle che sono destinate a rimanere in regime di monopolio (tra-
sporto in alta pressione e distribuzione locale di gas naturale) da quelle
potenzialmente concorrenziali (stoccaggio).
Lo stimolo della concorrenza nel settore del gas ha richiesto un’intensa attività
di regolazione, mirata sia a una corretta separazione fra attività monopolisti-
che e concorrenziali presenti nella stessa impresa (unbundling), sia al libero
accesso alle reti di trasporto e distribuzione nonché ai giacimenti di stoccag-
gio, che restano sostanzialmente essential facilities oggetto di monopolio.
L’attività di regolazione dell’accesso alle infrastrutture essenziali si è tradotta
nell’emanazione sia del Codice di rete per il trasporto, sia di disposizioni tran-
sitorie per l’accesso ai giacimenti di stoccaggio, in vista della pubblicazione del
relativo Codice. È attualmente in preparazione il modello di riferimento per il
Codice di rete per l’accesso e l’uso delle reti di distribuzione, al quale dovran-
no conformarsi i Codici emanati dai numerosi operatori di questo segmento. Gli
obiettivi fondamentali della regolazione dell’accesso riguardano il raggiungi-
mento di effettive condizioni di neutralità delle infrastrutture essenziali rispet-
to alle altre fasi della filiera, tenuto conto della presenza sia di operatori che,
almeno dal punto di vista del controllo proprietario, restano verticalmente inte-
grati in tutte le fasi (è il caso di Eni S.p.A., l’impresa tuttora dominante), sia di
altri che operano invece solo in alcune di esse. Il raggiungimento di effettive
condizioni di neutralità delle infrastrutture essenziali è uno dei requisiti che
consente di garantire l’accesso non discriminatorio di tutte le imprese alle
infrastrutture stesse. Tuttavia la loro completa neutralità dipende anche da
disposizioni sul controllo della proprietà, che vanno oltre l’attività di regola-
zione. Quest’ultima, nell’ambito di un sistema caratterizzato da scarse capacità,
sia di trasporto sia di stoccaggio del gas, è chiamata invece a stabilire priorità
di accesso basate su principi non discriminatori e che consentano anche ai
nuovi entranti di affermarsi nell’ambito delle fasi potenzialmente concorren-
ziali della filiera: l’importazione e la vendita.
La prima Direttiva europea relativa alla liberalizzazione del mercato del gas
naturale prevedeva l’opzione fra accesso regolato e accesso negoziato alle
infrastrutture essenziali. L’Italia optò allora per l’accesso regolato sia alla rete
di trasporto sia ai servizi di stoccaggio di gas naturale. La nuova proposta di
Direttiva conferma tale scelta, restringendo l’opzione di accesso negoziato ad
alcuni casi particolari. A due anni dal decreto di liberalizzazione il mercato ita-
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
200
liano del gas è completamente aperto dal lato della domanda, ma la concor-
renza effettiva tra operatori dal lato dell’offerta stenta a decollare dati i vin-
coli e le strozzature infrastrutturali sul versante dell’approvvigionamento este-
ro. Nel disciplinare l’accesso, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha quin-
di valutato un trade off fra l’incentivazione degli investimenti infrastrutturali,
mediante la concessione di diritti esclusivi di lungo termine alle imprese che
incrementano la capacità disponibile, e la necessità di ridurre l’entità della
capacità soggetta a tali diritti, allo scopo di favorire l’accesso alle infrastruttu-
re essenziali anche ad altre imprese. Da un lato, infatti, l’incremento di capa-
cità è benefico anche dal punto di vista collettivo, dato che la scarsità di offer-
ta di capacità rispetto ai fabbisogni di un mercato liberalizzato costituisce
comunque un ostacolo alla concorrenza; dall’altro, invece, i benefici collettivi
si riducono nella misura in cui si restringe il libero accesso mediante conferi-
mento ad alcune imprese di diritti esclusivi di lungo termine relativamente ad
ampie quote dell’incremento stesso di capacità. Perciò nella regolazione degli
accessi a nuove infrastrutture (terminali di GPL e nuovi gasdotti di importazio-
ne), l’Autorità, in deroga al principio dell’accesso regolato, ha riservato per un
periodo di tempo determinato un accesso prioritario (80 per cento della capa-
cità per 25 anni) alle imprese che investono in nuove infrastrutture.
L’accesso regolamentato alle infrastrutture essenziali implica l’obbligo da parte
dell’Autorità di fissare le tariffe di trasporto e di stoccaggio del gas. Fino all’av-
vio della completa liberalizzazione del mercato del gas naturale, avvenuta l’1
gennaio 2003, l’Autorità ha conservato il controllo delle tariffe sia di vendita
agli utenti finali sia di utilizzo delle infrastrutture essenziali: trasporto, stoc-
caggio e distribuzione. Con la completa liberalizzazione del mercato, la con-
correnza dovrebbe progressivamente sostituire la regolazione delle tariffe di
vendita finale nel contenere i prezzi pagati dagli utenti. Tuttavia, l’attuale
assenza di concorrenza nella vendita all’ingrosso e al minuto di gas naturale
richiede il mantenimento di forme di controllo sui prezzi finali da parte
dell’Autorità, almeno fino a quando non si sia sviluppato un grado sufficiente
di competizione. Anche il controllo delle tariffe di stoccaggio potrebbe lascia-
re il passo alla concorrenza, se si determinerà un grado sufficiente di competi-
zione pure in questa fase della filiera, non caratterizzata strutturalmente da
monopolio naturale ma dominata in Italia da un monopolio di fatto. Le tariffe
di trasporto e distribuzione sono oggetto di regolazione, trattandosi di settori
caratterizzati da monopolio naturale.
Prima di analizzare la struttura e l’andamento delle tariffe regolate
dall’Autorità, è utile ricordare i criteri di riferimento per la fissazione e l’ag-
giornamento delle tariffe, tenendo conto dei principi economici recepiti dalla
normativa attualmente in vigore.
5 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E D E L G A S N A T U R A L E
201
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
202
Il primo prevede che l’Autorità fissi le tariffe sulla base dei costi efficienti
sostenuti dalle imprese (efficienza allocativa). Se, infatti, il prezzo del servizio
è legato al costo, gli utenti pagheranno una somma corrispondente al valore
delle risorse (fattori della produzione) destinate alla produzione di quel servi-
zio. Tuttavia, l’evidenza puramente contabile del costo non assicura di per sé
che l’impresa abbia seguito un comportamento efficiente nell’uso delle risorse
a sua disposizione (efficienza produttiva). Nel far ciò l’Autorità si accerta che i
costi sulla base dei quali vengono a formarsi le tariffe corrispondano realmen-
te a un uso efficiente delle risorse all’interno delle imprese. Non è possibile
infatti stabilire a priori che l’impresa abbia minimizzato i costi, e comunque
essa non sarebbe indotta a farlo quando fosse certa della copertura a piè di
lista. È dunque opportuno, ove possibile, fissare le tariffe sulla base di un costo
standard, che dovrebbe riflettere l’impiego di una combinazione di fattori pro-
duttivi ritenuta tecnicamente ed economicamente soddisfacente da parte
dell’Autorità di regolazione, per quanto suscettibile di ulteriori miglioramenti
nel tempo, anche attraverso le innovazioni rese possibili dai progressi tecnici e
organizzativi.
Nel caso dei servizi pubblici offerti in condizioni di monopolio locale, come la
distribuzione del gas in bassa pressione, l’Autorità dispone della possibilità di
comparare numerose imprese fra di loro, molte delle quali prestano lo stesso
servizio in condizioni analoghe. In simili casi l’Autorità può giungere alla defi-
nizione di un costo standard sulla cui base articolare la tariffa. Se nel settore
sono presenti imprese ancora più efficienti, queste sono destinate a ottenere
extra profitti, grazie al prezzo regolato sulla base del costo standard. Nel caso
invece di imprese caratterizzate da minore efficienza, la regolazione sulla base
del costo standard non consentirà loro di coprire tutti i costi, ed esse dovran-
no procedere a ristrutturazioni o altre strategie di alleanza e concentrazione.
Qualora il criterio del costo standard non possa essere impiegato, la regolazio-
ne deve procedere a uno scrutinio attento delle evidenze contabili della singo-
la impresa per determinare il livello dei costi su cui fondare le tariffe. Questo è
stato, per esempio, il caso delle tariffe sia di trasporto sia di stoccaggio del gas.
È inevitabile in queste circostanze lasciare all’impresa regolata una rendita
dovuta alla sua maggiore informazione sui costi. Compito dell’Autorità è quel-
lo di ridurre al massimo tale rendita, in maniera da avvicinare il più possibile i
prezzi ai costi e minimizzare così lo spreco di risorse.
Il metodo di aggiornamento delle tariffe, prescritto dalla legge istitutiva
dell’Autorità, basato su un meccanismo di price cap, è volto a favorire l’uso
efficiente delle risorse interne all’impresa, cioè l’efficienza produttiva. Tale
metodo prevede che la variazione consentita del prezzo non possa prescindere
dal raggiungimento di un certo obiettivo di efficienza, espresso dal tasso
annuale di variazione della produttività dei fattori, tasso che l’Autorità ha
avuto il potere di fissare discrezionalmente, in base alle sue competenze tecni-
che. L’aggiornamento annuale delle tariffe si basa quindi sulla variazione di un
indice medio dei prezzi, dalla quale viene però sottratta la variazione “obbli-
gata” di produttività che si ritiene ragionevolmente raggiungibile dall’impresa.
Il guadagno di produttività prestabilito viene così trasferito ai consumatori, che
subiscono una variazione dei prezzi minore rispetto al tasso medio di inflazio-
ne. D’altra parte ogni ulteriore guadagno di produttività – superiore cioè al
livello prefissato – non contribuirà a ridurre ulteriormente i prezzi e potrà per-
ciò essere trattenuto dall’impresa a beneficio della riduzione dei suoi costi e
quindi dell’aumento dei suoi profitti. Esiste dunque l’incentivo per le imprese
a ridurre i costi nel tempo per aumentare i profitti. Nelle revisioni pluriennali
del livello dei prezzi è l’Autorità a valutare i guadagni di produttività concre-
tamente ottenuti dalle imprese e a scegliere di traslare un’ulteriore parte del-
l’aumento di tali guadagni sui clienti finali, in termini di riduzioni dei prezzi.
Per tracciare un primo bilancio dell’attività di regolazione in campo tariffario
si può guardare alla struttura e all’andamento della tariffa di fornitura finale
pagata dagli utenti vincolati. Le tariffe del gas naturale prevedono 3 compo-
nenti fondamentali: una relativa al costo della materia prima (comprendente
quindi anche i costi di importazione e commercializzazione del gas dall’estero),
una riguardante i costi fissi (di trasporto, stoccaggio, distribuzione e vendita) e
infine una relativa alle imposte. Quest’ultima è particolarmente onerosa nel
caso del gas naturale, soprattutto per i consumatori domestici. Infatti essa inci-
de in media per il 45,4 per cento e costituisce la risultante della somma fra
imposte di consumo, addizionali regionali e imposta sul valore aggiunto (IVA).
Si noti fra l’altro che la base imponibile di quest’ultima comprende anche le
due imposte precedenti. Tenendo inoltre conto che l’addizionale regionale varia
da regione a regione, si può verificare che stilando una classifica fra le princi-
pali città italiane in merito al livello dei prezzi finali del gas naturale, l’ordina-
mento muta completamente quando si passa dal prezzo al netto delle imposte
a quello al lordo delle stesse. Dunque, su quasi metà del prezzo finale la rego-
lazione è ininfluente e il livello del prezzo finale dipende piuttosto dalle deci-
sioni di politica fiscale. Da questo punto di vista è venuta a crearsi anche una
discrasia fra l’imposizione indiretta sul gas, che continua a essere strutturata
per fasce di consumo riconducibili ai suoi diversi usi – così come lo era la “vec-
chia” tariffa di vendita agli utenti finali – e la tariffa attualmente in vigore, la
cui struttura è indipendente dagli usi.
La componente materia prima nell’ambito della tariffa media in vigore alla fine
del 2002 incideva per il 21,5 per cento sul totale (23,8 per cento nel secondo
trimestre 2003). Rispetto a tale componente occorre ricordare che anche il
5 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E D E L G A S N A T U R A L E
203
prezzo del gas risente dell’andamento dei prezzi petroliferi. Nei contratti inter-
nazionali di importazione esistono clausole di indicizzazione del prezzo di
acquisto del gas al prezzo del petrolio greggio e dei suoi derivati. Anche il prez-
zo di consumo finale, attraverso la “quota materia prima”, è quindi collegato
all’andamento dei prezzi petroliferi. Il meccanismo di indicizzazione preesi-
stente all’istituzione dell’Autorità, basato unicamente sull’andamento del prez-
zo del gasolio (in quanto sostituto del gas) sul ristretto mercato nazionale,
determinava aumenti di prezzo non giustificati in relazione alle quotazioni
internazionali del gasolio stesso. Dopo aver immediatamente ancorato il prez-
zo del gas al prezzo internazionale del gasolio (1998), l’Autorità è intervenuta
con un provvedimento di modifica dei criteri di indicizzazione (1999), indivi-
duando all’interno del costo riconosciuto della materia prima una quota che
corrisponde al costo di acquisto del gas all’estero e scegliendo per l’indicizza-
zione di tale quota un paniere composto da prezzi dei greggi, del gasolio e del-
l’olio combustibile. Allo scopo di diluire le impennate dei prezzi petroliferi,
l’Autorità ha scelto di calcolare le variazioni dell’indice dei prezzi con un mec-
canismo di medie semestrali, adeguato a stemperare nel tempo le variazioni dei
prezzi stessi, tenendo conto al contempo del ritardo temporale di variazione dei
prezzi nei contratti internazionali di approvvigionamento del gas (pari appun-
to a 6 mesi). Le preoccupazioni sull’andamento dell’inflazione italiana hanno
spinto a un’ulteriore revisione di tale sistema di indicizzazione. Per il gas, la
delibera 29 novembre 2002, n. 195, ha disposto che – a partire dal gennaio
2003 – la periodicità di aggiornamento tariffario divenga trimestrale, anziché
bimestrale; che il calcolo delle variazioni sia effettuato sulla media dei prezzi
internazionali degli ultimi 9 mesi rispetto al mese precedente il trimestre di
applicazione, anziché degli ultimi 6 mesi; mentre ha mantenuto la soglia di
invarianza al 5 per cento. L’insieme dei provvedimenti contribuirà a ridurre
ulteriormente la variabilità del prezzo finale pagato dai consumatori, cioè a
renderlo meno volatile rispetto al prezzo del petrolio da cui in parte dipende.
Dal 1998 al 2002 questa componente del prezzo è cresciuta del 44 per cento
(la crescita sale al 66 per cento se si considerano anche i primi due trimestri del
2003).
La componente relativa ai costi fissi incideva per il 33,2 per cento sulla tariffa
media in vigore alla fine del 2002 (32 per cento nel secondo trimestre del
2003). Per effetto dei provvedimenti adottati dall’Autorità tale componente si
è ridotta del 6 per cento rispetto al valore del 1998. La componente dei costi
fissi comprende due parti: i costi relativi all’attività di trasporto e stoccaggio,
che incidono per il 45 per cento, e i costi relativi all’attività di distribuzione
locale (comprensivi anche dei costi di vendita all’utente finale), che rappresen-
tano il restante 55 per cento dei costi fissi. Alla fine del 1999 l’Autorità è inter-
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204
venuta con un provvedimento di riduzione della componente relativa ai costi
fissi dopo aver accertato che i costi dei servizi di trasporto in metanodotto,
stoccaggio in giacimento, bilanciamento e vendita del gas all’ingrosso, com-
plessivamente pagati alla società Snam S.p.A., erano del 12 per cento superio-
ri rispetto alle più prudenti stime di costo, desumibili dai bilanci di questa
società. La conseguente riduzione del prezzo finale è stata pari a 23,7 lire al
m3 (equivalenti a 1,22 centesimi di euro al m3) a partire dall’1 gennaio 2000.
L’Autorità è successivamente intervenuta sulle singole componenti dei costi
fissi, allo scopo di definire le tariffe di trasporto e rigassificazione, di stoccag-
gio e di distribuzione in base ai costi effettivi di questi servizi. I provvedimen-
ti relativi assumono un duplice significato per il mercato del gas. I precedenti
servizi richiedono una tariffa regolata in quanto sono prestati ancora in condi-
zioni di monopolio; ma, in base alla liberalizzazione, sono ora accessibili a
tutte le imprese autorizzate a utilizzarli per poter svolgere l’importazione e la
vendita del gas all’ingrosso e al minuto. Fissando tariffe che non discriminano
fra le imprese e che sono basate sui costi efficienti, l’Autorità contribuisce a
rendere concreta ed effettiva la concorrenza nella vendita di gas; si prevengo-
no così gli abusi di posizione dominante da parte dei gruppi industriali che,
essendo storicamente attivi in tutte le fasi della filiera, potrebbero perseguire
strategie di esclusione dei potenziali concorrenti stabilendo tariffe troppo ele-
vate per gli indispensabili servizi di trasporto e stoccaggio. La riformulazione di
queste singole tariffe è destinata a riversarsi a valle in termini di minori prezzi
per l’utente finale. Infatti, i minori prezzi per il trasporto e lo stoccaggio con-
tribuiscono a ridurre i costi delle imprese che utilizzano tali servizi per vende-
re gas. La concorrenza nell’ambito della vendita dovrebbe costituire il mecca-
nismo atto a trasferire ai consumatori finali tale riduzione dei costi in termini
di abbassamento dei prezzi. Tuttavia, il mancato decollo dei meccanismi con-
correnziali non ha ancora consentito di trasmettere ai consumatori i benefici
delle riduzioni tariffarie nei segmenti del trasporto e dello stoccaggio già deli-
berate dall’Autorità. Pertanto, di tali riduzioni beneficiano attualmente soltan-
to i clienti del mercato all’ingrosso, cioè i grandi clienti industriali e le impre-
se di distribuzione urbana del gas. L’attività di vigilanza sui contratti sotto-
scritti da queste imprese ha infatti evidenziato la presenza di sconti sul prezzo
della materia prima, riconducibili alle riduzioni delle tariffe di trasporto e stoc-
caggio disposte dall’Autorità.
In particolare per quanto riguarda le tariffe di trasporto del gas, l’Autorità ha
modificato il precedente meccanismo tariffario basato sulla distanza fra punti
di immissione e punti di prelievo del gas, definendone uno nuovo che attenua
l’impatto del fattore distanza e si fonda prioritariamente sulla capacità di tra-
sporto prenotata in entrata e in uscita sui metanodotti ad alta pressione e sul
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205
flusso di energia vettoriata. Sulla parte finale della rete regionale dei metano-
dotti a media pressione vige invece una tariffa a “francobollo” completamente
indipendente dalla distanza (sopra i 15 km). La tariffa è strutturata in modo
tale da incentivare la società di trasporto ad aumentare il flusso di gas vetto-
riato, coerentemente con l’obiettivo della liberalizzazione di estendere le quan-
tità di gas commercializzate dai nuovi entranti nell’industria. Le nuove tariffe
di trasporto approvate dall’Autorità per l’anno termico 2002-2003 vedono una
riduzione media complessiva di alcuni punti percentuali rispetto alle tariffe del-
l’anno precedente. La riduzione poteva essere influenzata dalla traslazione in
tariffa della tassa regionale sui metanodotti, deliberata dalla Regione Sicilia nel
marzo 2002. Tuttavia, ritenuta illegittima tale tassa, che si configurava come
un dazio sugli scambi di gas, l’Autorità non ha riconosciuto alla società di tra-
sporto il trasferimento dell’onere tributario in tariffa, evitando i relativi incre-
menti del prezzo del trasporto (salvo il caso in cui, nell’accertamento definiti-
vo, il tributo risultasse effettivamente dovuto).
Nell’industria del gas lo stoccaggio ha una funzione sia strategica, per far fron-
te al rischio di interruzioni delle importazioni dall’estero, sia di modulazione
stagionale delle forniture, consentendo di immettere gas nei giacimenti adibiti
a questa funzione, per poi prelevarlo nei periodi di punta invernale. In Italia
l’attività di stoccaggio è svolta in un regime di monopolio di fatto da Stogit
S.p.A., una società controllata dal gruppo Eni. L’Autorità ha definito le nuove
tariffe di stoccaggio con l’obiettivo sia di incentivare l’ingresso di nuove impre-
se in una fase della filiera dove la concorrenza è possibile, sia di controllare il
monopolio di fatto con la determinazione di una tariffa regolata che rimuove
il precedente meccanismo di discriminazione dei prezzi su base stagionale,
messo in atto dal monopolista per massimizzare i suoi profitti. La nuova tarif-
fa, basata sui costi risultanti da evidenze contabili, prevede corrispettivi di
capacità, correlati ai costi per detenere il gas nei giacimenti e per ottenere la
disponibilità massima di punta da prelevare nei periodi più freddi; nonché cor-
rispettivi variabili per l’effettiva iniezione ed erogazione di gas. Disponendo
l’Italia di giacimenti di stoccaggio a costi ridotti rispetto ad altri paesi europei,
la definizione di corrispettivi fondati sui costi ha permesso di ridurre le tariffe
pagate dalle imprese, che richiedono i servizi di stoccaggio per poter svolgere
efficacemente le attività di importazione e vendita del gas. Inoltre la struttura
dei corrispettivi di capacità impegnata è tale che l’applicazione del meccanismo
del price cap induce l’impresa di stoccaggio a migliorare l’efficienza produtti-
va attraverso l’aumento di capacità disponibile a parità di costo, rendendo così
disponibile agli utenti maggiori quantità di una risorsa ritenuta tuttora scarsa
in relazione ai fabbisogni della filiera del gas.
L’Autorità ha altresì definito le nuove tariffe per la distribuzione del gas, ora
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206
separata dall’attività di vendita ai clienti finali. L’attività di distribuzione,
essendo un monopolio naturale locale, continuerà a essere regolamentata con
una propria tariffa. Poiché il servizio di distribuzione viene svolto in Italia da
una molteplicità di operatori, comprendenti imprese pubbliche e private, non-
ché Comuni che prestano il servizio in economia, l’Autorità nel definire le
nuove tariffe ha messo in atto un meccanismo di “concorrenza comparativa”;
ciò con lo scopo di stimare i parametri fondamentali da cui dipende il costo di
distribuzione in base al confronto fra i costi effettivi di un campione rappre-
sentativo di imprese, prendendo poi come base per le tariffe i costi di quell’in-
sieme di imprese che si sono rivelate più efficienti, applicando così il principio
del costo standard. Successivamente tale metodo è stato integrato per tenere
conto di alcune sentenze della magistratura amministrativa, che hanno rilevato
l’opportunità di determinare i valori tariffari sulla base dei costi di investimen-
to dichiarati dalle imprese che dispongono di bilanci certificati. Naturalmente,
tale integrazione ha creato una distorsione degli incentivi all’efficienza pro-
duttiva, soprattutto nel caso dei maggiori operatori del settore, essendo quelli
che ricorrono alla certificazione di bilancio. Ulteriori margini di riduzione delle
tariffe di distribuzione potrebbero essere raggiunti in seguito allo sfruttamen-
to delle economie di scala che si manifesterebbero per effetto della fusione
degli operatori minori presenti in tale segmento della filiera (oltre 700). A que-
sto livello dovrebbero però incidere anche norme diverse rispetto a quelle di
regolazione, come, per esempio, quelle relative alla riforma dei servizi pubblici
locali tuttora dibattuta in Parlamento in relazione all’emanazione del regola-
mento attuativo dell’art. 35 della legge finanziaria 2002.
Le precedenti valutazioni sulla composizione della tariffa media del gas natu-
rale e sull’andamento delle principali componenti devono essere integrate alla
luce dei meccanismi di regolazione introdotti prima della legge n. 481/95 e
miranti a favorire la massima estensione della metanizzazione nel nostro paese.
In base a un meccanismo noto come “sventagliamento”, il prezzo della materia
prima pagato dalle aziende di distribuzione locale sul mercato all’ingrosso
veniva corretto secondo l’andamento dei consumi medi: più elevati nel Nord
Italia e nelle zone interne del Sud, più bassi nelle altre zone del Sud e anche
in alcune zone rivierasche del Nord, a causa dell’incidenza dei consumi per
riscaldamento. Di conseguenza, i clienti delle zone dai consumi medi più ele-
vati pagavano un prezzo maggiore di quello che sarebbe stato giustificato sulla
base dei loro costi medi di distribuzione (più bassi grazie all’ampiezza del con-
sumo per riscaldamento); mentre i clienti residenti nelle zone dai consumi medi
più bassi (in forza della scarsa incidenza dei consumi per riscaldamento) paga-
vano un prezzo finale minore di quanto i loro costi medi di distribuzione (più
elevati) avrebbero consentito. Grazie a questo meccanismo che creava sussidi
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incrociati sul piano territoriale si poteva espandere la metanizzazione anche in
zone climatiche avverse rispetto alla crescita dei consumi. Tale meccanismo –
tipicamente legato all’esistenza di un monopolio pubblico nella vendita all’in-
grosso – non è più in vigore dal luglio 2002. Nel caso in cui si sviluppasse una
vera e propria concorrenza sul mercato della vendita del gas, i prezzi finireb-
bero con il muoversi nella direzione dei costi marginali. Nonostante il compi-
mento della liberalizzazione, con la totale apertura al mercato per quanto
riguarda la domanda, in atto dall’1 gennaio 2003, i vincoli di capacità sui
metanodotti internazionali e la struttura a lungo termine dei contratti di
importazione limitano la concorrenza sul mercato all’ingrosso; questo tenuto
conto che in Italia l’approvvigionamento di gas si basa soprattutto sulle impor-
tazioni e che la quota di produzione nazionale è sostanzialmente appannaggio
dell’impresa dominante.
L’Autorità garante per la concorrenza e per il mercato (provvedimento A 329 –
Blugas – Snam del 21 novembre 2002) ha ritenuto colpevole la società Eni di
abuso di posizione dominante, poiché ha inteso ottemperare all’obbligo di ces-
sione di parte delle sue disponibilità di gas (previsto dal decreto legislativo
n. 164/00) mediante vendite di gas all’estero, che hanno privilegiato alcuni
operatori concorrenti, piuttosto che con procedure trasparenti e non discrimi-
natorie, saturando in tal modo anche la capacità di trasporto di gas nelle reti
internazionali ad alta pressione. La situazione attuale del mercato all’ingrosso
vede l’impresa dominante non solo in qualità di titolare della quasi totalità dei
contratti di importazione, ma anche nella duplice veste di fornitore, per quan-
to riguarda l’approvvigionamento di gas naturale ai nuovi entranti e di concor-
rente, per quanto riguarda la vendita di gas ai clienti del mercato all’ingrosso.
Tuttavia, occorre osservare che la concorrenza non comporterebbe riduzioni dei
prezzi finali per i clienti nemmeno nel caso in cui si ampliassero i quantitativi
di gas importati direttamente dai nuovi entranti, se tali quantitativi continuas-
sero a raggiungere il mercato italiano nell’ambito di contratti a lungo termine
caratterizzati da clausole take or pay (come di fatto avviene attualmente). In
forza di tali contratti gli importatori, indipendentemente dai volumi di gas riti-
rati, sostengono al contempo un ingente costo fisso (corrispondente all’80 per
cento circa del valore dei quantitativi contrattati) e un costo marginale di ven-
dita nullo. Una simile struttura dei costi induce sia l’impresa dominante, sia i
nuovi entranti a non perseguire strategie aggressive di ribasso dei prezzi al fine
di sottrarre quote di mercato ai rispettivi concorrenti. Ne consegue che, alme-
no nella prima fase della liberalizzazione, le imprese operanti sul mercato
all’ingrosso trovano più conveniente adottare una strategia volta al manteni-
mento delle quote di mercato esistenti e dei margini di profitto derivanti dalla
segmentazione del mercato.
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208
L’esperienza concreta di liberalizzazione del mercato del gas in un paese impor-
tatore insegna che l’apertura del mercato per quanto riguarda la domanda e la
separazione delle fasi potenzialmente competitive da quelle monopolistiche,
abbinata al libero accesso a queste ultime, sono condizioni necessarie ma non
sufficienti affinché si sviluppi un tipo di concorrenza tale da apportare benefi-
ci ai consumatori in termini di riduzioni dei prezzi. Pertanto ulteriori misure di
promozione della concorrenza sono indispensabili al fine di rendere il mercato
del gas sempre più liquido e sempre più competitivo. Il bilancio della regola-
zione del settore è dunque positivo se misurato nei termini della creazione di
condizioni necessarie affinché si sviluppi un mercato concorrenziale, così come
sono state concepite dalla normativa comunitaria, recepita poi a livello nazio-
nale. Tuttavia raggiunto tale risultato “intermedio” occorrono ulteriori misure
di promozione della concorrenza nel mercato. Fra queste rientrano sicuramen-
te misure (adottate dall’Autorità) di incentivazione degli investimenti infra-
strutturali mediante la concessione di diritti esclusivi di sfruttamento alle
imprese che incrementano la capacità disponibile e misure di sostegno dello
sviluppo di mercati spot per gli scambi, sia di gas naturale sia di diritti di capa-
cità, nell’ambito di hub (fisici o virtuali), simili a quelli creati negli Stati Uniti
e nel Regno Unito.
L’EVOLUZIONE DEL MERCATO NEL 2002
Pur in presenza di elementi contrastanti, il 2002 ha rappresentato un anno di si-
gnificativo progresso per la liberalizzazione del mercato del gas in praticamente
tutte le fasi del ciclo, dall’importazione alla vendita finale. Gli elementi fonda-
mentali di questo cambiamento vengono evidenziati nel bilancio riportato nella
tavola 5.1, che illustra i principali flussi di energia tra gli operatori del mercato.
La produzione nazionale è rimasta nello stato di ristagno in cui si trova da
diversi anni. Essa non è attualmente molto significativa per la concorrenza del
settore a causa del suo ruolo ormai secondario (poco più del 20 per cento del
fabbisogno totale), del predominio di un produttore con quasi il 90 per cento
della produzione totale e delle condizioni non particolarmente favorevoli alle
società nuove entranti. Per quanto riguarda le importazioni, si nota innanzi-
tutto un aumento consistente sia nei quantitativi importati da nuovi operatori
sia nel numero di importatori. La tavola 5.2 indica tuttavia una forte concen-
trazione per pochi importatori, la maggior parte dei quali beneficia di vendite
fuori frontiera da parte dell’operatore dominante. Sono infatti notevolmente
aumentate le vendite di Eni alla frontiera a favore di Edison S.p.A., Plurigas
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209
S.p.A., Dalmine S.p.A. ed Energia S.p.A. Finalizzate al raggiungimento dell’o-
biettivo disposto dal decreto legislativo n. 164/00, esse hanno raggiunto
5 miliardi di m3 nel 2002, rispetto a poco più di 1 miliardo nel 2001. Le impor-
tazioni indipendenti dall’Eni corrispondono a circa il 20 per cento di quelle
totali; inoltre, escludendo le importazioni dell’Enel S.p.A., questa percentuale
scende ad appena il 6 per cento, che va confrontata con il 5 per cento circa del
2001.
Sempre con riferimento alle importazioni, il 2002 ha anche visto una notevole
diversificazione nelle fonti di approvvigionamento con ben 37 società distinte
che hanno esportato gas naturale in Italia. Ciò è dovuto sia alla crescita e al
dinamismo dei grossisti esteri, sia al numero crescente di produttori che ven-
dono direttamente l’energia sul mercato. Questo sviluppo riflette soprattutto la
rottura del monopolio di esportazione norvegese imposto dall’Unione Europea
nel corso del 2001 e che ha avuto il primo impatto nel 2002. Tuttavia, l’offer-
ta estera è estremamente concentrata (Tav. 5.2). Otto società tra cui Sonatrach,
Gazprom, Gasunie hanno coperto il 93,9 per cento delle importazioni naziona-
li (54,6 miliardi di m3) con quantitativi maggiori di 1 miliardo di m3 ciascuna.
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210
TAV. 5.1 BILANCIO DEL GAS NATURALE NEL 2002
Miliardi di m3; valori basati su un contenuto energetico inferiore del gas pari a 8 250 kcal/m3; le immissioni in stoccaggio sono indicate con il segno positivo
PAESIPRODUTTORI GROSSISTI
ENI EDISON ENI EDISON ENI ALTRI
TOTALE
ALTRI ENEL ALTRI ENEL
VENDITA FINALE SEPARATA
Produzione nazionale 12,5 1,2 0,6 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 14,3
Importazioni nette 0,4 0,0 0,0 41,2 7,9 4,3 4,3 0,0 0,0 0,0 0,0 58,1Importazioni dirette 0,4 0,0 0,0 41,2 7,9 2,7 1,0 0,0 0,0 0,0 0,0 53,1Vendite Eni alla frontiera 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,7 3,3 0,0 0,0 0,0 0,0 5,0
Trasferimenti 0,1 0,0 0,0 12,5 7,7 2,0 1,8 8,2 3,3 12,0 8,5 56,0da Eni 0,0 0,0 0,0 12,5 7,0 0,8 0,5 8,2 1,4 7,0 7,0 44,3da Enel 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,8 0,0 1,9 0,5 0,3 3,6da Edison 0,0 0,0 0,0 0,0 0,4 1,2 0,0 0,0 0,0 1,6 0,4 3,6da altri 0,1 0,0 0,0 0,0 0,3 0,0 0,5 0,0 0,0 2,9 0,8 4,6
Variazione scorte -0,1 0,0 0,0 1,4 1,1 -1,4 0,2 0,0 0,0 0,0 0,0 1,4
Consumi e perdite di rete 0,1 0,0 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 0,2 0,1 0,3 0,2 1,0
Totale risorse 0,4 0,0 0,0 20,3 10,8 5,3 1,9 8,0 3,2 11,7 8,3 70,0
Vendite e consumi finali 0,4 0,0 0,0 20,3 10,8 5,3 1,9 8,0 3,2 11,7 8,3 70,0Generazione termoelettrica 0,4 0,0 0,0 6,6 10,7 2,7 1,0 0,0 0,1 0,8 0,1 22,5Grande e media industria 0,0 0,0 0,0 13,5 0,0 2,6 0,9 1,4 0,6 1,6 0,8 21,4Commercio e piccola industria 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 2,4 0,5 3,9 2,0 8,8Utenze civili 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 4,0 2,0 5,4 5,3 16,7Altri usi 0,0 0,0 0,0 0,2 0,1 0,0 0,0 0,1 0,0 0,1 0,1 0,6
VENDITAFINALE
INTEGRATA
Fonte: Dichiarazioni degli operatori.
Tra queste figurano anche Eni e la sua controllata Lasmo. Il rimanente 6 per
cento (3,6 miliardi di m3) è stato esportato da 29 società per quantitativi com-
presi tra 6 e 800 milioni di m3 con un valore medio pari a circa 127 milioni di
m3.
Il bilancio degli operatori, riportato nella tavola 5.1, evidenzia anche un signi-
ficativo livello di trasferimenti, soprattutto tra grossisti e da grossisti a società
di vendita. I trasferimenti complessivi ai grossisti, principalmente da parte di
produttori, importatori e altri grossisti, ammontano a circa 24 miliardi di m3.
La maggior parte dei trasferimenti è avvenuta dai grossisti alle società di ven-
dita sulle reti locali, per un totale di 25,5 miliardi di m3. Grossisti diversi da Eni
(soprattutto i gruppi Enel ed Edison, Plurigas ed Energia) coprivano il 29 per
cento di queste vendite, rispetto a meno del 3 per cento nel 2001. Nel 2002 i
trasferimenti alle imprese di distribuzione che non avevano ancora effettuato la
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211
TAV. 5.2 OPERATORI DEL SETTORE GAS NEL 2002
Milioni di m3
IMPORTATORI QUANTITÀ ESPORTATORI QUANTITÀ GROSSISTI(A) QUANTITÀ IMPORTATE ESPORTATE VENDUTE
Eni Gas & Power 41 269 Sonatrach 22 228 Eni Gas & Power 60 744
Enel Trade 7 913 Gazexport 16 945 Enel Trade 15 075
Edison Gas 4 345 Gasunie 4 489 Edison Gas 7 976
Plurigas 2 012 Nigeria LNG 3 471 Plurigas 3 572
Energia 800 Eni Gas & Power 3 062 Aem Trading 1 658
Dalmine Energia 575 Lasmo Overseas 1 947 Energia 611
Eni - Divisione Agip 354 Promgas 1 673 Dalmine Energia 574
Energas 231 Statoil 1 611 Edison Energia 423
Eos Energia 198 Distrigaz 372 Blugas 345
Gaz de France 178 Agip Croatia 354 Eos Energia 316
Energetic Source 90 Gaz de France 313 Utilità 298
E Noi 84 RAG Austria 258 Energas 230
Blugas 72 Norsk Hydro Produksjon 226 Gaz de France 203
Altri (7 operatori) 72 Altri (21 operatori) 1 244 Cartiere Burgo 178
Italcogim Trading 124
Eurogas 116
E Noi 100
Altri (18 operatori) 459
Totale 58 193 Totale 58 193
(A) I dati includono sia le rivendite tra operatori sia le vendite sul mercato finale.
Fonte: Dichiarazioni degli operatori.
separazione della società di vendita corrispondevano a circa 8,5 miliardi di m3,
coprendo il 27 per cento delle vendite complessive sulle reti di distribuzione
locale. In questi casi, caratterizzati da realtà più piccole e meno dinamiche, la
penetrazione delle società diverse da Eni è stata significativamente inferiore
(meno del 18 per cento).
Rispetto al 2001 il bilancio del 2002 indica un significativo calo dell’operatore
dominante sul mercato delle vendite finali, come era del resto inevitabile in
base ai tetti fissati dal decreto legislativo n. 164/00. I concorrenti del gruppo
Eni hanno aumentato la copertura delle vendite finali dal 57 al 60 per cento
circa; dal 42 al 47 per cento, escludendo il mercato della distribuzione locale.
L’Eni ha perso quote di mercato sia nel settore della generazione elettrica sia
in quello industriale. Anche l’Enel ha ridotto in modo significativo la sua quota
del mercato per gli usi di generazione elettrica (da 12,3 a 10,8 miliardi di m3);
ma questo va visto nell’ottica di un maggiore impegno nel settore della vendi-
ta sul mercato della distribuzione locale, tenendo presente anche la cessione
delle Gen.Co. i cui impianti hanno avuto un consumo di gas naturale stimabi-
le in circa 3,3 miliardi m3 nel 2002. Il maggiore aumento della concorrenza si
riscontra per il gruppo Edison che ha quasi raddoppiato la sua quota raggiun-
gendo circa l’8 per cento delle vendite sul mercato finale; gli altri grossisti
hanno aumentato l’incidenza sulle vendite finali di quasi il 60 per cento.
La penetrazione del mercato della distribuzione locale da parte di grossisti o di
altri concorrenti delle società di vendita del distributore locale è stata signifi-
cativa (circa 320 milioni di m3) nonostante le difficoltà riscontrate ancora nel
2002 per l’accesso sulle reti locali; in ogni caso pare evidente che i grossisti si
siano indirizzati soprattutto sui clienti di maggiori dimensioni allacciati alle
reti regionali.
Le vendite sul mercato libero ammontavano a 44,2 miliardi di m3. Di esse, quel-
le effettuate attraverso consorzi sono valutabili in 443 milioni di m3 per un
totale di 34 consorzi e 569 utenti finali, con una vendita media per consorzio
pari a 13 milioni di m3 e per utente a 779 000 m3. Il mercato dei consorzi è
coperto soprattutto da Eni Gas S.p.A. (45 per cento) e da Energia (39 per
cento). Il rimanente 16 per cento è stato rifornito da 8 grossisti. I consorziati
minori (con consumi inferiori a 200 000 m3) costituisco solo una piccola parte
delle vendite totali, meno del 6 per cento. Questi utenti sono tuttavia molto
numerosi (285 o circa la metà del totale), sono concentrati in 6 consorzi e
hanno un consumo medio di 93 000 m3. Escludendo i consorziati minori, il
consumo medio per utente consorziato aumenta a 1,4 milioni di m3.
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212
APPROVVIGIONAMENTO: PRODUZIONE NAZIONALE E IMPORTAZIONI
Struttura del mercato dell’approvvigionamento (produzione nazionale e importazioni)
Come si è visto al paragrafo precedente, Eni rimane tuttora l’impresa dominan-
te nell’approvvigionamento (produzione e importazioni), con oltre il 70 per
cento di volumi immessi in rete nel 2002 (nel 2001 la quota era intorno all’80
per cento), nonostante il ridimensionamento, dovuto al rispetto dei tetti anti-
trust fissati dal decreto legislativo n. 164/00. Nel corso del 2002 la produzio-
ne nazionale ha mantenuto il trend decrescente che si sta affermando da qual-
che anno. La quota di gas nazionale sul totale dei consumi è scesa al 20 per
cento (lo scorso anno era ancora intorno al 24 per cento), confermando come
l’Italia sia sempre più dipendente dagli approvvigionamenti dall’estero.
Per quanto riguarda le importazioni, stanti la capacità di trasporto esistente nel
nostro paese e le opere di potenziamento sulla rete già realizzate o in corso (si
veda più oltre), grazie inoltre alle nuove regole predisposte dall’Autorità in
materia di accesso alle infrastrutture, il numero di soggetti importatori si è
accresciuto nel corso degli ultimi due anni. Per l’anno termico 2002-2003
hanno ottenuto capacità di trasporto presso i punti di interconnessione con l’e-
stero 20 importatori.
Ai sensi della delibera dell’Autorità 17 luglio 2002, n. 137, sono stati inviati
all’Autorità i documenti contrattuali di importazione da parte dei soggetti che
richiedevano l’accesso alla rete nazionale. L’analisi dei contratti ricevuti con-
sente di fare alcune riflessioni sullo stato delle importazioni nell’anno termico
2002-2003 e di confrontarlo con quello pubblicato nella Relazione Annuale
dello scorso anno.
In termini di volume, sono ancora preponderanti i contratti di importazione
pluriennale, con durate differenti illustrate nella figura 5.1.
La figura 5.2 mostra invece la durata residua di tali contratti, che al massimo
è ventennale.
Il mercato del gas è quindi ancora fortemente caratterizzato da contratti di
importazione di durata pluriennale con clausola di tipo take or pay.
Tuttavia, i contratti annuali, sebbene poco rilevanti singolarmente dal punto di
vista dei volumi contrattuali, meritano la medesima attenzione di quelli plu-
riennali, in quanto spesso sono (e sono stati, per esempio, lo scorso anno) il
“veicolo” che permette l’ingresso di nuovi operatori, alla prima esperienza nel
mercato internazionale del gas.
I contratti di importazione via gasdotto di durata non superiore a 12 mesi (con-
tratti spot), attivati nel corso dell’anno termico 2001-2002 e/o validi sino al
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214
termine del 2002, hanno comportato complessivamente importazioni per circa
2 miliardi di m3.
Anche quest’anno sono stati numerosi i contratti e gli accordi contrattuali
annuali registrati.
A completamento dello scenario dell’approvvigionamento, è utile anche un’in-
dicazione sul valore della quota di take or pay dei contratti di importazione.
La struttura del contratto annuale prevede, generalmente, che essa sia pari
all’intera quantità contrattuale.
Il 2 per cento indicato nella figura (Fig. 5.3) è da attribuirsi ai contratti annua-
FIG. 5.1 STRUTTURA DEI CONTRATTI (ANNUALI E PLURIENNALI) ATTIVI NEL 2003, SECONDO LA DURATA INTERA
Da 25 a 30 anni (44,2%)Da 15 a 20 anni (31,9%)
Da 5 a 10 anni (8,5%)
Meno di 5 anni (0,6) 1 anno (4,7)
Da 21 a 24 anni (10,2%)
FIG. 5.2 STRUTTURA DEI CONTRATTI (ANNUALI E PLURIENNALI) ATTIVI NEL 2003, SECONDO LA DURATA RESIDUA
Da 11 a 14 anni (11,8%)
Da 5 a 10 anni (16,5%)
Meno di 5 anni (1,9%)1 anno (4,7%)
Da 15 a 20 anni (65,1%)
Più di 20 anni (0%)
li o comunque con durata inferiore ai 5 anni.
Il grado di flessibilità dei contratti aumenta con l’aumentare dei volumi con-
trattuali, ma soprattutto della durata dei contratti stessi.
La figura 5.4 mostra come si riduce a meno dello 0,5 per cento l’incidenza dei
contratti con take or pay totale, nel momento in cui si estende l’analisi all’in-
tera fornitura.
I contratti, il cui take or pay si attesta intorno all’85 per cento della capacità
contrattuale annuale, rappresentano la quota maggiore, tanto in riferimento al
volume annuale quanto all’intero volume contrattuale.
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215
FIG. 5.3 RIPARTIZIONE DEI CONTRATTI (ANNUALI E PLURIENNALI), SECONDO LA QUOTA DITAKE OR PAY RISPETTO AL VOLUME CONTRATTUALE ANNUALE (PER L'ANNO 2003)
ACQ: quota contrattuale annua
ACQ: quota contrattuale annua
TOP da meno del 100% a 90% ACQ (27%)
TOP da meno del 90% a più del 80% ACQ (41,4%)
TOP 100% ACQ (2,3%)
TOP 80% ACQ (29,4%)
FIG. 5.4 RIPARTIZIONE DEI CONTRATTI (ANNUALI E PLURIENNALI), SECONDO LA QUOTA DI TAKE OR PAY RISPETTO AL VOLUME CONTRATTUALE DELLA FORNITURA INTERA
TOP da meno del 100% a 90% ACQ (22,3%)
TOP da meno del 90% a più del 80% ACQ (50,0%)
TOP 100% ACQ (0,4%)
TOP 80% ACQ (27,3%)
Le azioni dell’Autorità nella promozione della concorrenza nell’offerta di gas
Nel paragrafo precedente si è parlato del notevole grado di dipendenza estera
del nostro paese. L’attuale capacità di trasporto delle strutture di importazione
(gasdotti e terminale di GNL) è strettamente commisurata al soddisfacimento
della domanda. Anche tenendo conto dei potenziamenti già programmati, essa
può ritenersi sufficiente solo nel breve periodo. Tale situazione incide negati-
vamente sull’approvvigionamento di gas in Italia per quanto riguarda sia la
sicurezza, sia il costo, nella misura in cui questi aspetti dipendono dalla diver-
sificazione delle fonti e dalla concorrenza fra gli operatori. È pertanto neces-
sario favorire la realizzazione di opere che contribuiscano alla diversificazione
geografica e tipologica delle fonti di approvvigionamento, che stimolino l’ac-
cesso al mercato nazionale di nuovi operatori e che concorrano tanto alla ridu-
zione del rischio di formazione di cartelli dei produttori quanto al conteni-
mento del loro potere di mercato.
A tale fine assumono importanza, da un lato, la realizzazione di nuove infra-
strutture o il potenziamento di quelle esistenti, dall’altro la definizione di rego-
le di accesso che siano trasparenti e non discriminatorie. In tal senso l’Autorità
ha definito regole per la realizzazione di nuovi terminali di GNL e per il loro
potenziamento (delibera 15 maggio 2002, n. 91); regole per la realizzazione di
nuovi gasdotti finalizzati al trasporto di gas naturale da sistemi esteri inter-
connessi con il sistema nazionale, o per il potenziamento di gasdotti esistenti
(art. 11 della delibera n. 137/02); nonché regole per l’accesso alle infrastruttu-
re di importazione esistenti (in particolare l’art. 9 della delibera n. 137/02).
La rilevanza del potenziamento delle infrastrutture di importazione è indicata
anche nel Documento di programmazione economica e finanziaria per gli anni
2002-2006, e ribadita nello schema di Documento di programmazione econo-
mica e finanziaria per gli anni 2003-2007.
Questi interventi richiedono ingenti investimenti e garanzie per la copertura dei
costi, anche a motivo dei tempi necessari per la formazione di un mercato euro-
peo interno del gas naturale concorrenziale. Per l’incremento degli investimen-
ti in nuove attività di trasporto occorre assicurare, per un congruo numero di
anni, le condizioni di economicità e di redditività e perciò l’equilibrio econo-
mico finanziario degli investimenti e della loro gestione. In altri termini, risul-
ta opportuno prevedere una garanzia pluriennale del flusso dei ricavi derivanti
dalla gestione delle nuove capacità di trasporto che vengono allestite.
Il mercato internazionale del gas è allo stato attuale caratterizzato dalla pras-
si di negoziare contratti di importazione di durata pluriennale di tipo take or
pay, o comunque connotati dalla previsione di impegni di prelievo annuali
garantiti e flessibilità variabili.
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217
Una delle condizioni ricercate da chi sottoscrive un contratto pluriennale di
approvvigionamento, con obblighi di take or pay, è quella di contenere il
rischio del rifiuto di accesso al mercato designato, assicurandosi la capacità di
trasporto in entrata, per un periodo commisurato all’impegno di approvvigio-
namento assunto (tenendo conto della possibilità della sua rinegoziazione,
quale risulta dalla prassi del settore).
Secondo le stime dell’Autorità, le immissioni previste nel 2010 da strutture esi-
stenti e già programmate, per contratti di approvvigionamento già sottoscritti,
sono quelle indicate nella tavola 5.3.
Tra i potenziamenti già programmati i più significativi riguardano il nuovo
gasdotto di importazione dalla Libia, per circa 8 miliardi di m3 all’anno, e quello
per il gasdotto con punto di entrata a Tarvisio, in relazione al completamento del
quarto contratto di acquisto di gas russo, da parte di Eni.
La delibera n. 91/02 Con la delibera n. 91/02, l’Autorità ha definito le regole che disciplinano l’ac-
cesso prioritario ai nuovi terminali di rigassificazione del GNL per i soggetti che
investono nella loro realizzazione.
L’accesso prioritario ai soggetti che sostengono il costo dell’allestimento del
terminale di rigassificazione dà attuazione al principio fissato dal decreto legi-
slativo n. 164/00, laddove prevede che “l’accesso non può essere rifiutato ove
il cliente sostenga il costo delle opere necessarie per ovviare alla mancanza di
capacità di connessione”.
Nel predisporre le regole per l’accesso prioritario, l’Autorità ha inteso concilia-
re le garanzie di accesso di lungo periodo, richieste dai promotori che sosten-
gono il costo delle opere necessarie alla realizzazione dei terminali di GNL, con
i diritti degli altri clienti che richiedono l’accesso, sia di breve sia di lungo
periodo, alla capacità derivante dalla realizzazione di tali terminali.
La quota massima di nuova capacità conferita ai finanziatori dell’impianto è
stata fissata all’80 per cento della nuova capacità di rigassificazione di ciascun
terminale. La capacità restante (20 per cento) e quella eventualmente non con-
TAV. 5.3 IMMISSIONI DA STRUTTURE ESISTENTI (E PROGRAMMATE) AL 2010
Importazioni via gasdotto 84,6
Importazione di GNL (Panigaglia) 3,5
Produzione nazionale 8,0
Totale immissioni 96,1
IMMISSIONI DA MILIARDI DI m3 ALL’ANNO
cessa in via prioritaria sono disponibili per tutti gli altri operatori alle tariffe
fissate dall’Autorità.
Questo criterio di conferimento resterà in vigore sino al raggiungimento di una
capacità complessiva nazionale di rigassificazione pari a 25 miliardi di m3 per
anno. Essa è tale da assicurare il raggiungimento delle finalità di cui al
Documento di programmazione economica e finanziaria 2002-2006, tenuto
conto delle strutture di approvvigionamento esistenti e di quelle già program-
mate, nonché delle previsioni di consumo nel medio lungo termine (Tav. 5.4),
e riguarda i soli impianti che entreranno in esercizio entro il 31 dicembre 2010.
La scadenza del 2010 è ritenuta sufficiente a consentire la realizzazione della
nuova capacità considerata; mantiene, inoltre, secondo le previsioni disponibi-
li, un contesto di domanda in crescita, che stimola l’ingresso di nuovi operato-
ri e può facilitare, per le sue caratteristiche dinamiche, la formazione di un
mercato interno maggiormente concorrenziale. È anche favorito lo sviluppo di
un mercato spot, per partite di gas che si rendessero disponibili nel breve perio-
do, in grado di fornire un significativo stimolo alla concorrenza.
Nella delibera n. 91/02 è però specificato un limite di promozione di nuova
capacità realizzabile da un unico soggetto, pari a un terzo dei 25 miliardi di m3
all’anno di capacità complessiva di rigassificazione, posto al fine di evitare la
formazione di un monopolio della nuova capacità di rigassificazione. Questa
dovrà infatti essere promossa almeno da due soggetti societari diversi, visto il
vincolo posto al singolo promotore che è appunto di 8,33 miliardi di m3 di
capacità di rigassificazione annuale con accesso prioritario (corrispondente a
un terminale da 10,4 miliardi di m3 di capacità annuale, se si applica la quota
massima dell’80 per cento per l’accesso prioritario).
I terminali di GNL sono generalmente parte integrante di un progetto più ampio
che comprende le fasi di esplorazione e produzione di gas naturale, la realizza-
zione di treni di liquefazione del gas naturale nel paese di produzione, l’allesti-
mento sia di navi metaniere per il trasporto del GNL, sia di capacità di rigassifi-
cazione presso il terminale di GNL. Questo è il caso di molti dei nuovi terminali
finora proposti in Italia (vedi oltre). Il compimento delle opere necessarie per la
realizzazione della catena di GNL contempla il finanziamento delle risorse da
parte di banche tramite strutture di project financing, che considerano un’at-
tenta ripartizione dei rischi tra i diversi soggetti che vi partecipano. Risulta così
opportuno prevedere una garanzia pluriennale del flusso dei ricavi derivanti dalla
gestione delle nuove capacità di rigassificazione allestite, che funga da garanzia
collaterale del rimborso del debito. Il diritto di priorità di accesso pluriennale al
terminale deve essere coerente con gli impegni sottoscritti nel contratto di com-
pravendita tra produttore e importatore di GNL (che abbraccia tipicamente un
periodo di 20 anni, benché con una tendenza alla riduzione).
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218
Ai sensi del decreto legislativo n. 164/00, l’impresa che detiene il terminale di
GNL e il cliente che ha finanziato l’allestimento di capacità e che le utilizza (il
promotore utilizzatore) devono essere separati societariamente.
Al fine di garantire condizioni di massima trasparenza al mercato, l’Autorità ha
anche stabilito un obbligo di pubblicità, tramite Internet, delle condizioni eco-
nomiche negoziate tra il soggetto che detiene il terminale e il soggetto titola-
re dell’accesso prioritario. Gli interessati all’accesso prioritario sono tenuti a
farne richiesta all’Autorità, che valuterà le domande nell’ordine temporale di
ricezione. Le richieste devono essere accompagnate dalla descrizione delle
modalità di finanziamento degli impianti e da copia degli atti amministrativi
necessari per la loro realizzazione.
La delibera contempla la possibilità di cessione della capacità ad accesso prio-
ritario o il suo trasferimento a terzi. Infine prevede la decadenza della titola-
rità, in caso di mancato utilizzo su base annuale di parte della capacità per la
quale esiste un titolare di accesso prioritario del terminale di GNL. La parte di
capacità non utilizzata è ricondotta alle disposizioni dell’Autorità in materia di
accesso ai terminali di GNL, analogamente alla quota di nuova capacità alla
quale non si applica l’accesso prioritario.
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219
TAV. 5.4 PRELIEVI PREVISTI AL 2010
Autorità per l'energia elettrica e il gas 2003 90-100
Snam Rete Gas 93
Enel 96
Unione petrolifera 2002 88
Energy Information Administration / U.S. Department of Energy 2002 88
International Energy Agency 2001 85
ENTE DI PREVISIONE ANNO DI PREVISIONE MILIARDI DI m3
ALL’ANNO
TAV. 5.5 PRELIEVI PREVISTI AL 2020
Energy Information Administration / U.S. Department of Energy 2002 107
International Energy Agency 2001 109
ENTE DI PREVISIONE ANNO DI PREVISIONE MILIARDI DI m3
ALL’ANNO
Le disposizioni dell’art. 11 della delibera n. 137/02 (descritta più avanti per la
parte relativa alla regolazione del trasporto) attribuiscono una priorità di acces-
so alla nuova capacità di trasporto via gasdotto in entrata dall’estero.
La priorità è riconosciuta ai promotori della nuova capacità entro limiti di
quantità e di durata analoghi a quelli stabiliti per la nuova capacità di rigassi-
ficazione, oltre che con simili condizioni per il godimento e il mantenimento
dell’accesso prioritario (come, per esempio, l’applicazione del principio use it
or lose it, secondo cui si ha decadenza dal diritto di accesso prioritario alla
capacità per la quale si rilevi il mancato utilizzo su base annuale). Anche l’ac-
cesso prioritario alla nuova capacità di trasporto in entrata dall’estero via
gasdotto è stabilito, infatti, in misura non superiore all’80 per cento di tale
nuova capacità e per un periodo non superiore a 20 anni, per i soggetti utiliz-
zatori che abbiano provveduto a sostenerne il costo.
Le forme con le quali i soggetti sostengono il costo delle nuove infrastrutture
possono includere la sottoscrizione di contratti di trasporto di lungo periodo,
con impegni di pagamento del tipo ship or pay, nell’ambito di strutture finan-
ziarie riconducibili alla tecnica della finanza di progetto.
Per non ostacolare l’attuazione di tali strutture finanziarie, nelle quali assumo-
no primaria rilevanza i flussi dei ricavi e la garanzia del loro effettivo produr-
si, secondo un’articolazione temporale e territoriale a volte complessa, si
ammette che le condizioni economiche per l’erogazione del servizio di traspor-
to con tale nuova capacità siano negoziate tra l’impresa di trasporto che eroga
il servizio e il titolare dell’accesso (lo sponsor delle nuove infrastrutture). Ai fini
della trasparenza, dette condizioni devono essere pubblicate sul sito Internet
dell’Autorità o nel Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e della Geotermia.
L’accesso a condizioni non discriminatorie e trasparenti per la quota di nuova
capacità che resta a disposizione di tutti gli utenti del servizio di trasporto è
garantito dall’applicazione delle condizioni generali di accesso a tale servizio
descritte negli altri articoli della delibera.
Il limite stabilito, ai fini del riconoscimento della priorità di accesso, dall’art.
11 del provvedimento, è pari alla capacità di 75 milioni di m3 al giorno.
Le capacità di trasporto continue dall’estero, pubblicate dal Ministero delle
attività produttive nel Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e della Geotermia
per l’anno termico 2002-2003, per i punti di interconnessione con l’estero via
gasdotto (rispetto alle quali sono state effettuate le valutazioni di incremento
della capacità di trasporto), assommano a 224,9 milioni di m3 al giorno, alle
condizioni standard di temperatura e di pressione, equivalenti mediamente a 70
miliardi di m3 all’anno (applicando un fattore di carico medio delle importa-
zioni, come definito dal decreto ministeriale 9 maggio 2001, pari a 0,85) (Tav.
5.6).
L’articolo 11 della
delibera n. 137/02
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220
Con la realizzazione entro il 2015 di nuova capacità via gasdotto per 75 milio-
ni di m3 al giorno, si stima che la capacità di importazione annua venga incre-
mentata mediamente di circa 23 miliardi di m3. Con questo nuovo apporto, il
sistema nazionale del gas disporrebbe, entro il 2015, di una capacità annua
complessiva di approvvigionamento di circa 105 miliardi di m3; essa sarebbe
sufficiente sia a non porre vincolo al soddisfacimento in condizioni di concor-
renza della domanda prevedibile per quell’anno, di circa 100 miliardi di m3
(ottenuta per interpolazione delle stime disponibili per il 2010 e il 2020, nel-
l’ipotesi di sviluppo medio del sistema economico), sia a mantenere sostanzial-
mente la medesima condizione anche fino al 2020 e oltre (Tavv. 5.4 e 5.5).
La differenziazione dei gasdotti dai terminali di GNL, specie sotto l’aspetto
della loro efficacia nella diversificazione (anche dinamica) delle fonti di approv-
vigionamento, e l’incertezza dello scenario nel medio lungo periodo suggeri-
scono di non porre vincoli alla scelta fra l’uno o l’altro modo di approvvigio-
namento, oltre a quelli derivanti dalle normali considerazioni economiche. Il
limite di nuova capacità, ai fini del riconoscimento dell’accesso prioritario, vale
perciò disgiuntamente, per i nuovi gasdotti e per i nuovi terminali di GNL.
A completamento dello scenario di approvvigionamento, andrebbero considera-
ti infine i contratti di importazione via gasdotto di durata non superiore a 12
mesi. Tuttavia, non è possibile stimarne l’entità relativamente all’anno 2010 e
oltre, dato che essa dipende dalle dotazioni infrastrutturali e dalle condizioni
di apertura a terzi che si affermeranno.
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221
Importazione dalla Russia(A) Tarvisio 76,4
Importazione dal Nord Europa Passo Gries 61,5
Importazione dal Nord Africa Mazara del Vallo 87,0
Impianto di rigassificazione GNL Panigaglia 10,0
Totale via gasdotto(B) 224,9
Totale via gasdotto e GNL(B) 234,9
PUNTO DI INTERCONNESSIONE PUNTO DI CAPACITÀ CONSEGNA/RICONSEGNA CONTINUA
TAV. 5.6 CAPACITÀ DI TRASPORTO CONTINUE PER L’ANNO TERMICO 1 OTTOBRE 2002 – 30 SETTEMBRE 2003
Valori in milioni di m3 standard per giorno
(A) 64,9 milioni m3 standard per giorno sino al 31 ottobre 2002.(B) Non è considerata in questo contesto la capacità di trasporto in importazione dalla Slovenia presso il
punto di Gorizia, in quanto ottenuta attraverso la riduzione del flusso fisico in uscita verso tale paese.
Fonte: Ministero delle attività produttive.
In base a quanto stabilisce l’art. 24, comma 5, del decreto legislativo n. 164/00,
l’Autorità è tenuta a fissare i criteri atti a garantire a tutti gli utenti della rete
la libertà di accesso a parità di condizioni, la massima imparzialità e la neutra-
lità del servizio di trasporto in situazioni di normale esercizio, nonché gli obbli-
ghi dei soggetti che svolgono le attività di trasporto e dispacciamento. Tale
compito è stato assolto con la delibera n. 137/02, che ha definito le garanzie
per il libero accesso al servizio di trasporto di gas naturale e le norme per la
predisposizione dei Codici di rete da parte delle imprese di trasporto.
Durante la fase di predisposizione del Codice, nel mese di agosto 2002, la
società Snam Rete Gas S.p.A., esercente l’attività di trasporto di gas naturale,
ha pubblicato nel proprio sito Internet un documento avente a oggetto la pro-
cedura di conferimento della capacità di trasporto per l’anno termico 2002-
2003. Tale documento prevedeva (alla lettera B), n. 2), una clausola secondo la
quale Snam Rete Gas non avrebbe assegnato capacità di trasporto ai richieden-
ti, già titolari di contratti di trasporto per l’anno termico 2001-2002, che non
avessero provveduto, alla data di presentazione delle richieste di capacità, al
pagamento delle fatture per il servizio di trasporto già venute a scadenza, rela-
tive a importi superiori al valore della garanzia bancaria rilasciata in connes-
sione con il suddetto contratto di trasporto.
In seguito a tale pubblicazione da parte di Snam Rete Gas, sono pervenute
all’Autorità segnalazioni di utenti che lamentavano l’illegittimità della clauso-
la descritta, in quanto metodo per introdurre surrettiziamente un’ipotesi di
rifiuto di accesso non prevista dal decreto legislativo n. 164/00.
L’esame condotto da parte degli uffici dell’Autorità ha confermato l’illegittimità
della clausola, in quanto rappresentante un’ipotesi di rifiuto all’accesso al servi-
zio di trasporto di gas naturale ulteriore rispetto a quelle tipizzate dal decreto
legislativo n. 164/00; secondo quest’ultimo (art. 24, comma 2), infatti, “le impre-
se del gas naturale possono rifiutare l’accesso al sistema solo nel caso in cui esse
non dispongano della capacità necessaria, o nel caso in cui l’accesso al sistema
impedirebbe loro di svolgere gli obblighi di servizio pubblico cui sono soggette,
ovvero nel caso in cui dall’accesso derivino gravi difficoltà economiche e finan-
ziarie a imprese operanti nel settore in relazione a contratti di tipo take or pay
sottoscritti prima dell’entrata in vigore della Direttiva 98/30/CE”.
Coerentemente con i poteri a essa attribuiti dalla legge istitutiva, l’Autorità ha
ordinato a Snam Rete Gas la rimozione della clausola potenzialmente lesiva dei
diritti degli utenti (con la delibera n. 219/02), entro il termine di 30 giorni dal
ricevimento del provvedimento.
La delibera
19 dicembre 2002, n. 219
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222
TRASPORTO E STOCCAGGIO
Struttura e organizzazione delle attività di trasporto, di stoccaggio e dei terminalidi rigassificazione
Trasporto Con le opere di potenziamento realizzate sul gasdotto di importazione dalla Russia
nel corso del 2002 e sul tratto in corrispondenza di Passo Gries grazie all’entrata
in esercizio della nuova centrale di compressione presso Masera, la capacità di tra-
sporto relativa ai punti di interconnessione della rete nazionale di gasdotti con i
sistemi di trasporto esteri (nonché con il terminale di rigassificazione di
Panigaglia) è stata incrementata del 10 per cento rispetto allo scorso anno.
È stato avviato tra l’altro il punto di importazione presso Gorizia, in preceden-
za adibito alla sola esportazione verso la Slovenia.
I valori delle capacità di trasporto per ciascun punto di ingresso sono calcolati,
mediante verifiche idrauliche della rete di trasporto e tenendo conto degli sce-
nari più gravosi di prelievo degli utenti previsti nel corso dell’anno termico, in
modo da garantire il trasporto nel rispetto del buon funzionamento e della sicu-
rezza del sistema.
Le richieste di capacità per l’importazione, pervenute durante la campagna di
conferimento 2002-2003, hanno determinato la saturazione dei punti di entrata
della rete nazionale di gasdotti collegati alle dorsali di importazione provenienti
dal Nord (importazioni dalla Norvegia e da paesi dell’Unione europea) e, in par-
ticolare, dal Nord Est (in massima parte importazioni dalla Russia e paesi extra
Unione europea).
Per l’importazione dal Nord Africa rimane sostanzialmente una maggiore disponi-
bilità, anche se la capacità di trasporto relativa al punto di ingresso di Mazara del
Vallo è stata lievemente ridotta (di 1 milione di m3) rispetto al 2002, in base a
variazioni nelle previsioni dei consumi e delle produzioni nazionali lungo la linea.
Nel settore delle importazioni Eni è ancora l’impresa dominante, con oltre il 70
per cento della capacità conferita nei punti di ingresso sopra illustrati, ma
diventa rilevante anche la presenza di nuovi operatori. Per l’anno termico
2002-2003 hanno complessivamente ottenuto capacità di trasporto presso i
punti di interconnessione con l’estero 20 importatori.
Oltre ai potenziamenti menzionati, quelli in programma maggiormente significa-
tivi sono relativi al nuovo gasdotto di importazione dalla Libia, con punto di
entrata nel sistema nazionale di gasdotti ubicato in Sicilia (Gela) e con una capa-
cità di circa 8 miliardi di m3 all’anno; il potenziamento del tratto del gasdotto di
approvvigionamento dall’Algeria, che attraversa il territorio tunisino, per circa 6,5
miliardi di m3 all’anno; il potenziamento del tratto austriaco del gasdotto di
importazione dalla Russia, con punto di entrata a Tarvisio, per ulteriori 6,5
miliardi di m3 all’anno. Esiste infine un ulteriore progetto per un nuovo gasdot-
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223
to di importazione dall’Algeria attraverso la Sardegna, per il quale sta per essere
avviato lo studio di fattibilità e per il quale è prevista dalla legge 12 dicembre
2002, n. 273, la possibilità di un finanziamento a carico dello Stato.
Stoccaggio Nel corso del 2002 sono stati notevoli gli incrementi di capacità, in termini di
working gas disponibile per il servizio di modulazione, effettuati dalla Stogit
nell’ambito dell’ottimizzazione delle capacità dei campi gestiti in maniera
coordinata e integrata, prescritta dal decreto legislativo n. 164/00.
Infatti, anche a seguito delle sollecitazioni da parte dell’Autorità e del Ministero
delle attività produttive allo scopo di risolvere il problema dell’accesso al servi-
zio di stoccaggio di modulazione, per il quale le richieste presentate nell’aprile
del 2002 erano state di gran lunga superiori alla capacità offerta, Stogit ha effet-
tuato una revisione tecnica di tutti i propri campi, individuando le soluzioni per
aumentare i volumi della riserva attiva (working gas), indicate di seguito.
Nel giugno 2002, mediante una operazione di riempimento tecnicamente otti-
mizzata in alcuni livelli stratigrafici della Concessione Fiume Treste (stoccaggio
di San Salvo, in Abruzzo), la società è stata in grado di mettere a disposizione
un volume aggiuntivo di 200 milioni di m3 standard di working gas per il ciclo
di ricostituzione 2002. A questo proposito è opportuno ricordare che per tali
livelli, nel marzo 2000, il Ministero delle attività produttive aveva autorizzato
il raggiungimento della pressione statica iniziale di giacimento, sino ad allora
limitata al 90 per cento. A partire dal ciclo di ricostituzione successivo, si era
quindi iniziato a incrementare il volume di stock per conseguire l’obiettivo
della pressione massima, che si pensava essere stata raggiunta alla fine della
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224
TAV. 5.7 CONFERIMENTO DI CAPACITÀ DI TRASPORTO DI TIPO CONTINUO IN ITALIA
Milioni di m3 standard per giorno, se non altrimenti indicato; anno termico 2002-2003
Passo Gries 61,5 55,2 6,3 90
Tarvisio 76,4 76,4 0 100
Panigaglia (GNL) 10,0 10,0 0 100
Mazara Del Vallo 87,0 75,9 11,1 87
Gorizia 0,7 0,7 0 100
Totale 235,6 218,2 17,4 92
PUNTO DI ENTRATA TECNICA CONFERITA DISPONIBILE QUOTA DELLA RETE NAZIONALE PERCENTUALE
CONFERITA/CONFERIBILE
Fonte: Ministero delle attività produttive e comunicazioni di Snam Rete Gas.
campagna di invaso del 2001. In realtà, sulla base delle indicazioni della cam-
pagna di iniezione erogazione 2001-2002, è risultato invece che i tempi di sta-
bilizzazione delle pressioni in giacimento, dovuti alla sua configurazione geo-
logica, sono più lunghi di quanto originariamente stimato. Ciò ha consentito di
poter considerare operativamente possibile l’incremento indicato.
Ancora, nel luglio del 2002, a seguito dell’autorizzazione del Ministero delle
attività produttive, è stato adibito a stoccaggio un nuovo livello della conces-
sione di Settala in Lombardia. Inoltre, su un altro livello del medesimo giaci-
mento, per la prima volta in Italia è stato condotto uno studio di fattibilità, in
collaborazione con il Dipartimento di georisorse e territorio del Politecnico di
Torino, per il superamento in iniezione della pressione originaria del giacimen-
to1, pratica già esistente in altri paesi. La modellizzazione numerica degli sfor-
zi indotti nelle rocce che costituiscono la base e la copertura del giacimento, e
la simulazione del comportamento dinamico del giacimento nelle fasi di inie-
zione erogazione hanno rivelato che esistono ampie condizioni di sicurezza per
l’effettuazione di un programma di stoccaggio con pressioni superiori a quella
originaria. Il Ministero delle attività produttive, valutati i risultati ottenuti dallo
studio di Settala, ha approvato in via sperimentale il superamento della pres-
sione massima di gestione del livello sino al 107 per cento della pressione ori-
ginaria di giacimento. Con tale incremento della pressione di iniezione, pari al
7 per cento rispetto alla pressione originaria di giacimento, si è potuta rende-
re disponibile per il sistema nazionale del gas una significativa quota di spazio
di working gas ulteriore (oltre 400 milioni di m3 standard) senza modificare i
pozzi e le infrastrutture di superficie attualmente installate.
Questo progetto, condotto a termine con successo, costituisce un esempio effi-
ciente di potenziamento del complesso degli stoccaggi in Italia anche per
quanto riguarda le caratteristiche di erogabilità, l’ottimizzazione della gestio-
ne e le modalità di ricostituzione per nuovi giacimenti da convertire in stoc-
caggio (con la riduzione dei tempi di prima ricostituzione). Si ricorda a tal pro-
posito che è in fase conclusiva la procedura di assegnazione delle concessioni
relative ai nuovi giacimenti selezionati dal Ministero delle attività produttive
per la conversione a stoccaggio (l’elenco di tali concessioni è stato pubblicato
dal Ministero delle attività produttive sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi
e della Geotermia del 31 ottobre 2001).
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1 Il decreto del Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato 28 luglio 1975,
recante Disciplinare tipo per le concessioni di stoccaggio di gas naturale in giacimenti
di idrocarburi, stabiliva che la pressione massima raggiungibile con lo stoccaggio non
deve essere superiore al 100 per cento della pressione originaria del giacimento, sebbe-
ne non tutti i campi ancora nel 2002 fossero eserciti a tale pressione.
Infine, negli ultimi giorni di agosto, cioè ancora durante la fase di iniezione, a
seguito sia degli interventi effettuati sul campo di Ripalta per incrementare la
pressione sino al valore originario, sia del conseguimento delle relative auto-
rizzazioni all’esercizio da parte delle Autorità competenti, Stogit ha ottenuto
un ulteriore incremento, pari a circa 150 milioni di m3 standard.
Gli incrementi descritti hanno permesso di esaudire la richiesta di stoccaggio di
modulazione per clienti del settore civile relativamente alle necessità per l’inver-
no mediamente rigido e, in parte, per il periodo invernale rigido con frequenza
ventennale, che non era stato possibile soddisfare in prima battuta ad aprile.
Per il prossimo anno termico 2003-2004, considerando fissa la quota riservata
allo stoccaggio strategico, pari a 5 100 milioni di m3 standard, stabilita dal
Ministero delle attività produttive, i valori per lo spazio e la disponibilità di
punta del complesso degli stoccaggi nazionale disponibili per il servizio di
modulazione ciclica e minerario sono rispettivamente pari a circa 7,3 miliardi di
m3 standard e circa 205 milioni di m3 standard giornalieri.
Terminali GNL Dei progetti presentati per la realizzazione di nuovi terminali di rigassificazio-
ne di GNL, riassunti nella tavola 5.8 a eccezione del progetto di Edison Gas
S.p.A. di Rovigo (offshore adriatico), autorizzato già nel 20002, sino a oggi solo
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226
TAV. 5.8 PROGETTI PER NUOVI TERMINALI DI RIGASSIFICAZIONE IN ITALIA
Edison Gas Offshore Adriatico 4,6 ÷ 6 autorizzato
Edison Gas Rosignano (Toscana) 3 in istruttoria
Enel Taranto (Puglia) 5 ÷ 8,9 in istruttoria
Enel Vado Ligure (Liguria) 5 ÷ 9 in istruttoria
Enel Muggia (Friuli) 5 ÷ 9 in istruttoria
BG Italia Brindisi (Puglia) 4 ÷ 12 autorizzato
LNG Terminal Lamezia Terme (Calabria) 6 ÷ 10 parere negativo della Regione – presentato nuovo progetto per il Comune di S. Ferdinando da 6 ÷ 12 G(Sm3)/a
LNG Terminal Corigliano Calabro (Calabria) 8 parere negativo della Regione
Petrolifera Gioia Tauro Gioia Tauro (Calabria) 4,2 ÷ 8 in istruttoria
Offshore Lng Toscana Offshore Livorno 3 ÷ 6 in istruttoria
SOCIETÀ UBICAZIONE TERMINALE CAPACITÀ STATO ATTUALE DEL PROGETTOG(Sm3)/a
Fonte: Ministero delle attività produttive.
uno, il progetto di British Gas Italia S.p.A., ha ottenuto dopo un lungo e com-
plesso iter le necessarie autorizzazioni, e cioè:
• il decreto autorizzativo del Ministero delle attività produttive del 21 gennaio 2003;
• l’accordo sostitutivo di concessione, dall’autorità portuale, del 21 gennaio 2003.
Il terminale, con una capacità prevista di 8 miliardi di m3 standard, dovrebbe
essere realizzato a Brindisi entro il 2007.
Nel corso del 2002 altre due vicende hanno riguardato il sistema di trasporto
nazionale, richiedendo in un caso anche un intervento, solo di tipo consultivo,
da parte dell’Autorità: si tratta del gasdotto Transmed e della tassa ambienta-
le sui gasdotti introdotta dalla Regione Sicilia.
L’art. 30 della legge n. 273/02, recante Misure per favorire l’iniziativa priva-
ta e lo sviluppo della concorrenza (si tratta di uno dei collegati alla legge
finanziaria del 2003), ha stabilito che, a decorrere dall’anno 2002-2003, le
tariffe di trasporto sulla rete nazionale dei gasdotti, determinate ai sensi del
decreto legislativo n. 164/00, non si applicano alla parte dei gasdotti sottoma-
rini, di importazione di gas naturale da Stati non appartenenti all’Unione euro-
pea, che ricade entro il mare territoriale italiano. È questo il caso del gasdotto
appartenente alla società Transmediterranean Pipeline Co. Ltd., ubicato nel-
l’offshore siciliano. Più precisamente, il Governo ha demandato le modalità di
applicazione delle disposizioni del decreto legislativo n. 164/00 ad accordi tra
lo Stato italiano e gli altri Stati interessati, vincolandole comunque al rispetto
della Direttiva 98/30/CE. Il secondo comma del medesimo articolo ha inoltre
autorizzato le imprese di trasporto operanti nel territorio nazionale a realizza-
re le eventuali compensazioni tra i soggetti interessati per i pagamenti effet-
tuati nell’anno termico 2001-2002.
Altre attività connesse
alla rete di trasporto
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2 Il progetto ha già ricevuto tutte le autorizzazioni rilevanti a livello nazionale e locale.
In particolare:
• lo Studio di impatto ambientale è stato approvato dalla Regione Veneto nell'agosto del
1999;
• il Ministero dell'ambiente ha concesso il VIA (Valutazione d'impatto ambientale) nel
dicembre del 1999;
• l'autorizzazione del Ministero dell'industria, del commercio e dell’artigianato è stata
rilasciata nel luglio del 2000;
• il progetto è parte qualificante del Documento d'intesa Edison – Regione Veneto fir-
mato nel marzo del 2000.
Con la legge regionale 26 marzo 2002, n. 2, recante Disposizioni programma-
tiche e finanziarie per l’anno 2002, la Regione Sicilia ha istituito un tributo
ambientale “allo scopo di finanziare investimenti finalizzati a ridurre e preve-
nire il potenziale danno ambientale derivante dalle condotte installate sul ter-
ritorio della regione siciliana”. Secondo questa legge il gettito del tributo “è
destinato a finanziare iniziative volte alla salvaguardia, alla tutela e al miglio-
ramento della qualità dell’ambiente con particolare riguardo alle aree interes-
sate dalla presenza delle condotte”.
Il presupposto dell’imposizione è dato dalla presenza, sul territorio regionale, di
gasdotti classificabili di prima specie, ai sensi del decreto ministeriale 24 novem-
bre 1984, ossia di gasdotti, principalmente di interconnessione con i sistemi di
importazione dal Nord Africa, eserciti a pressioni medio alte (superiori a 24 bar).
L’imposta approvata dal governo della Regione Sicilia è un’imposta sulla pro-
prietà dei metanodotti. Il presupposto della tassa siciliana è infatti la proprietà
dei metanodotti (art. 6, comma 3, della legge regionale n. 2/02).
Il tributo siciliano è un’imposta in somma fissa, poiché è commisurata al volume
dei metanodotti e non al flusso di energia in essi trasportata. Come tale, pertan-
to, è difficilmente qualificabile come imposta ambientale, dal momento che que-
st’ultima dovrebbe essere un’imposta sulla quantità di energia (come le accise).
Infatti, accrescendo il costo di ogni unità di energia, essa dovrebbe influire sui
costi marginali di produzione e quindi anche sul prezzo finale pagato dal consu-
matore, stimolando un minor uso dell’energia e, di conseguenza, un minor inqui-
namento. Il tributo invece, proprio perché strutturato quale imposta in somma
fissa, non dipende dalla quantità di energia trasportata e quindi non induce un
minor consumo di metano; l’unico risultato che ottiene è quello di aumentare i
costi fissi dell’impresa, a parità di quantità di gas trasportate.
Nell’esercizio delle proprie funzioni consultive (vedi anche Capitolo 7),
l’Autorità ha inviato diverse segnalazioni su tale tributo: al Governo, alla
Commissione europea, al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente
della Camera dei deputati e al Presidente del Consiglio dei ministri.
Con la delibera 23 maggio 2002, n. 96, l’Autorità ha segnalato al Governo che
le disposizioni della legge della Regione Sicilia n. 2/02 presentano profili di
illegittimità tali da determinare gravi impedimenti alla realizzazione degli
obiettivi di liberalizzazione e apertura del mercato interno del gas naturale,
nazionale ed europeo, nonché potenziali rilevanti ripercussioni sulla sicurezza
degli approvvigionamenti.
In particolare, secondo l’Autorità, il tributo comporta un ostacolo alla libera
circolazione di merci tra le Regioni e tra gli Stati membri dell’Unione europea,
e pertanto si configura come un dazio. La giurisprudenza della Corte costitu-
zionale ha più volte affermato il principio dell’irrilevanza della forma della
La tassa sul gasdotto
regionale istituita dalla
Regione Sicilia
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228
limitazione, dovendosi ritenere incostituzionale qualunque provvedimento che
induca in qualsiasi modo ostacoli alla libera circolazione tra le Regioni. Se il
tributo fosse legittimo dovrebbe trovare riconoscimento in tariffa. L’eventuale
riconoscimento nella tariffa di trasporto del gas (che grava oggi per circa il 15
per cento sul costo finale del servizio comprese le tasse) dell’onere derivante
per l’impresa dall’imposizione regionale determinerebbe aumenti dei corrispet-
tivi previsti sui punti di entrata e di uscita dalla rete. L’Autorità ha segnalato
inoltre che, a fronte di tali aumenti del costo delle importazioni dall’Algeria, si
potrebbe scatenare una rincorsa di aumenti anche per il gas di altre provenien-
ze, con evidenti conseguenze negative per il livello dei prezzi nell’intero paese.
Il tributo determina anche un aumento degli oneri complessivi per la realizza-
zione di nuove infrastrutture nella regione Sicilia, pregiudicando da un lato lo
sviluppo di nuovi investimenti nella regione, dall’altro la realizzazione delle
iniziative già programmate per nuove importazioni di gas.
Il 20 giugno 2002, con la delibera n. 112, L’Autorità ha trasmesso al Presidente
della Commissione europea una nota nella quale ha ritenuto necessario illustra-
re gli effetti che possono aversi sul mercato nazionale ed europeo del gas natu-
rale dall’applicazione delle disposizioni della legge regionale n. 2/02, affinché la
Commissione avvii tempestivamente le iniziative ritenute più opportune.
Nella medesima data, l’Autorità ha trasmesso al Presidente del Senato, al
Presidente della Camera osservazioni e proposte concernenti le disposizioni della
legge della Regione Sicilia n. 2/02, e al Presidente del Consiglio dei ministri il
documento (delibera 20 giugno 2002, n. 113).
Come si vedrà meglio di seguito, contro questo tributo Snam Rete Gas ha presen-
tato ricorso al Tribunale amministrativo regionale (TAR) della Lombardia, il quale
lo ha ritenuto in contrasto con l’ordinamento comunitario e, quindi, non rilevan-
te ai fini tariffari, riconoscendo la validità degli argomenti dell’Autorità. A parti-
re dal mese di dicembre 2002, Snam Rete Gas ha sospeso i pagamenti del tributo.
Attività di regolazione economica e tecnica della rete di trasporto, dello stoccaggioe dei terminali di rigassificazione
Nel corso del 2002 e dei primi mesi del 2003 l’attività di regolazione economi-
ca da parte dell’Autorità ha riguardato l’aggiornamento delle tariffe di traspor-
to, stoccaggio e rigassificazione; nell’ambito della regolazione tecnica, l’atti-
vità è stata invece dedicata al completamento del quadro normativo del tra-
sporto, con la definizione dei Codici di rete. Nell’ambito di tali attività
l’Autorità si è avvalsa di una serie di tavoli tecnici per discutere degli argomenti
più controversi, tavoli ai quali hanno preso parte il Ministero delle attività pro-
duttive e gli operatori del settore.
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L’aggiornamento del quadro tariffario è avvenuto: per il trasporto con le deli-
bere 26 giugno 2002, n. 120, e 25 luglio 2002, n. 146; per l’utilizzo dei ter-
minali di rigassificazione con la delibera 2 luglio 2002, n. 128. Le tariffe di
stoccaggio, attualmente in vigore e valide sino al 2006, sono state definite con
la delibera 26 marzo 2002, n. 49, descritta in dettaglio nella Relazione
Annuale dello scorso anno.
Ai sensi dell’art. 12 della delibera 30 maggio 2001, n. 120, che ha fissato i cri-
teri per la determinazione delle tariffe di trasporto e per l’utilizzo dei termina-
li di GNL, nel marzo 2002 Snam Rete Gas ha presentato all’Autorità la propo-
sta tariffaria per l’anno termico 2002-2003.
Nella proposta Snam Rete Gas chiedeva il riconoscimento in tariffa del tributo
ambientale imposto dalla legge della Regione Sicilia n. 2/02, sotto forma del
parametro Y previsto dalla delibera n. 120/01. Il termine Y è uno dei parametri
che, in sede di aggiornamento annuale, consente di inserire nel calcolo dei rica-
vi di riferimento per la definizione della tariffa i costi derivanti da eventi
imprevedibili ed eccezionali e da mutamenti del quadro normativo.
Ritenendo non applicabile il tributo disposto dalla Regione Sicilia perché in
contrasto con normative europee direttamente applicabili a livello nazionale
(come si è visto in dettaglio al paragrafo precedente), con la delibera n. 120/02
l’Autorità non ha approvato le proposte presentate da Snam Rete Gas e ha invi-
tato la società a proporne di nuove, definite senza considerare gli effetti della
legge della Regione siciliana. L’Autorità ha comunque autorizzato Snam Rete
Gas a inserire nei contratti con i propri clienti clausole volte a garantire una
rapida definizione di conguagli a suo favore ove, nell’accertamento definitivo,
il tributo fosse risultato effettivamente dovuto.
Contro questa delibera, che ha respinto le tariffe calcolate da Snam Rete Gas
includendo il riconoscimento in tariffa del tributo ambientale siciliano, la
società ha presentato ricorso presso il TAR della Lombardia.
Nel mese di luglio, con delibera n. 146/02, l’Autorità ha approvato le tariffe per
il trasporto e il dispacciamento del gas naturale per l’anno termico 2002-2003,
riformulate da Snam Rete Gas nelle due ipotesi di esclusione e di accoglimen-
to del tributo ambientale sui gasdotti istituito dalla Regione Sicilia.
Le nuove tariffe (Tav. 5.9), in vigore dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003, pre-
sentano una riduzione complessiva di alcuni punti percentuali rispetto alle
tariffe dell’anno termico 2001-2002, per effetto dell’aumento dei volumi di gas
trasportato e del price cap. Rispetto allo scorso anno termico, i corrispettivi di
Delibera n. 146/02:
approvazione tariffe
di trasporto
Delibera n. 120/02:
rigetto delle tariffe
di Snam Rete Gas
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TAV. 5.9 TARIFFE DI TRASPORTO E DISPACCIAMENTO
Anno termico 2002-2003; tariffe in assenza di debenza del tributo disposto dalla legge dellaRegione Sicilia n. 2/02
CORRISPETTIVI UNITARI VARIABILI (e/GJ)
CV 0,173371
CVP 0,003955
Corrispettivi unitari di capacità di rete nazionale (e/a/Sm3)/g)
CPe CPu
Mazara del Vallo 2,731958 Friuli Venezia Giulia A 0,767583
Passo Gries 0,301757 Trentino Alto Adige- Veneto B 0,822427
Tarvisio 0,711128 Lombardia Orientale C 0,959557
Panigaglia 0,595533 Lombardia Occidentale D 1,060067
Nord Occidentale 0,077469 Nord Piemonte E1 1,278973
Nord Orientale 0,077469 Sud Piemonte e Liguria E2 1,060067
Rubicone 0,112715 Emilia e Liguria F 0,822427
Falconara 0,476509 Basso Veneto G 0,756084
Pineto 0,698533 Toscana e Lazio H 0,669824
San Salvo 0,517729 Romagna I 0,584786
Candela 0,614680 Umbria e Marche L 0,432183
Monte Alpi 0,862638 Marche e Abruzzo M 0,521080
Crotone 1,885737 Lazio N 0,583876
Gagliano 2,020059 Basilicata e Puglia O 0,625054
Campania P 0,409057
Stoccaggi Eni – Divisione Agip / Edison Gas 0,161823 Calabria Q 0,387413
Sicilia R 0,149773
CORRISPETTIVI UNITARI DI CAPACITÀ DI RETE REGIONALE CRr (e/a/Sm3/g)
Rete Gas Italia 1,249947
Edison Gas e SGM 1,638625
CORRISPETTIVO FISSO CF(A) 1° livello 2° livello 3° livello
Rete Gas Italia (e/a) 3 120,3909 7 801,0276 17 693,5942
Edison Gas e SGM (e/punto di riconsegna) 5 219,9858 2 156,2891 31,2170
(A) La definizione dei livelli è in funzione di una serie di parametri, tra cui vi possono essere il consumoannuo del punto di riconsegna, la tipologia di catena di misura, i metri cubi prelevati, la tipologiadegli apparati di misura o il metodo di acquisizione dei dati di misura.
capacità sulla rete nazionale risultano più bassi in media del 4 per cento nei
punti di entrata e del 14 per cento nei punti di uscita, mentre quelli sulla rete
regionale risultano inferiori del 7 per cento circa; viceversa i corrispettivi fissi
sono aumentati dello 0,7 per cento.
È da evidenziare che sulla tariffa di trasporto di gas naturale pende comunque
l’accertamento della effettiva debenza da parte di Snam Rete Gas del tributo
regionale siciliano. La delibera n. 146/02 prevede che qualora fosse accertata la
legittimità del tributo regionale, il suo riconoscimento in tariffa sarà automa-
tico e retroattivo. A tal fine l’Autorità ha reso disponibili agli operatori inte-
ressati al trasporto del gas, oltre ai valori tariffari entrati in vigore l’1 ottobre
2002, anche quelli che dovranno essere applicati in caso di conferma di legit-
timità.
A gennaio 2003 il TAR della Lombardia ha reso nota la sentenza3 con la quale
ha respinto la domanda di Snam Rete Gas di annullare la delibera dell’Autorità
n. 120/02, dichiarando, in via incidentale, l’incompatibilità del tributo ambien-
tale della Regione Sicilia sui gasdotti con l’ordinamento comunitario.
Nel luglio 2002 l’Autorità, con delibera n. 128/02, ha approvato le tariffe per
l’utilizzo dei terminali di GNL per l’anno termico 2002-2003 (Tav. 5.10). Le
nuove tariffe, in vigore a partire dall’1 ottobre 2002, presentano un aumento
complessivo medio dello 0,8 per cento rispetto alle tariffe dell’anno termico
2001-2002, valide fino al 30 settembre 2002.
Delibera n. 128/02:
tariffa di rigassificazione
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TAV. 5.10 TARIFFA DI RIGASSIFICAZIONE PER L'UTILIZZO DEL TERMINALE DI PANIGAGLIA DI GNL ITALIA S.P.A.
Anno termico 2002-2003
di impegno associato ai quantitativi di GNL scaricato e/a/m3 liquidoCQS 3,609349
associato agli approdi contrattuali e/numero di approdiCNA in un anno 17 007,119989
variabili per l'energia associata ai volumi rigassificati:CVL e/GJ 0,064737CVLP e/GJ 0,001250
Perdite per m3 rigassificato 2%
CORRISPETTIVI UNITARI UNITÀ DI MISURA VALORE
3 Sentenza del 24 gennaio 2003, n. 130.
Lo scorso marzo l’Autorità (con delibera n. 21/03) ha disposto una modifica
della tariffa di stoccaggio applicata dalla Stogit per l’anno 2003, definendo
una componente addizionale a tale tariffa da versare da parte degli utenti del
servizio di stoccaggio di modulazione ciclica, in proporzione al numero dei
clienti finali direttamente o indirettamente da loro forniti tramite le reti di
distribuzione. Un breve excursus è utile per comprendere la ragione di tale
componente addizionale.
Nel 1991, in concomitanza con l’adeguamento da parte del Comitato intermi-
nisteriale dei prezzi (CIP) della quota fissa della materia prima utilizzata per il
calcolo delle tariffe per il mercato civile, Snam aveva stipulato con un prima-
rio istituto assicurativo un contratto di assicurazione per gli utenti del settore
civile (precisamente la Polizza di assicurazione responsabilità civile incendio
infortuni – Utenti civili gas metano), con decorrenza dallo stesso anno.
I soggetti beneficiari della copertura prestata dal contratto di assicurazione
sono su tutto il territorio nazionale “le persone che - siano o meno intestata-
rie del contratto di fornitura - usano anche occasionalmente gas metano o da
esso derivato fornito tramite reti di distribuzione urbana, in relazione all’uti-
lizzo di un impianto interno a valle del punto contrattuale di consegna da parte
del fornitore”, ad esclusione delle “seguenti utenze allacciate alle reti di distri-
buzione urbana:
• consumatori industriali e complessi ospedalieri con prelievo annuo superio-
re rispettivamente a 200 000 e 300 000 m3 annui;
• consumatori di metano per autotrazione”.
Nel 2002, in conseguenza della riorganizzazione societaria, Eni è succeduta
nella posizione contrattuale della Snam e ha concordato proroghe della sca-
denza della copertura assicurativa sino al 31 dicembre 2003. All’inizio del 2003
Eni ha trasferito l’assicurazione a Stogit.
In base al prospetto presentato all’Autorità da quest’ultima, gli oneri comples-
sivi derivanti dal trasferimento dell’assicurazione alla Stogit, riferiti a 17 milio-
ni di clienti finali, sono quantificabili complessivamente in 6,5 milioni di euro,
pari al costo di circa 38 ce per cliente finale.
Tali oneri si aggiungono ai costi sostenuti dalla società per l’erogazione del
servizio di stoccaggio per l’anno 2003. Di conseguenza, essendo la struttura
tariffaria basata sui costi, l’Autorità ha disposto la modifica della relativa tarif-
fa di stoccaggio, riconoscendo a Stogit il costo aggiuntivo derivante da tale
assicurazione.
Modifica della tariffa
di stoccaggio di Stogit
per l’anno 2003:
la delibera 13
marzo 2003, n. 21
5 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E D E L G A S N A T U R A L E
233
In merito all’attività di regolazione tecnica di trasporto e dispacciamento, con
la delibera n. 137/02, l’Autorità ha stabilito i criteri atti a consentire il libero
accesso alle infrastrutture di trasporto e gli obblighi per le imprese che svolgo-
no tale attività, ai sensi dell’art. 24, comma 5, del decreto legislativo n. 164/00.
Il provvedimento contiene regole immediatamente integrabili nei contratti esi-
stenti e norme per la definizione del Codice di rete delle imprese di trasporto.
In tal senso, è servita l’esperienza di un anno di applicazione della delibera
n. 120/01 sulle tariffe, che conteneva, in via transitoria, alcune indicazioni
urgenti in materia di accesso al servizio di trasporto, in particolare sui temi
delicati del conferimento di capacità e del bilanciamento; così come sono ser-
vite l’esperienza del gruppo di lavoro informale e le indicazioni tratte dall’in-
contro e dal confronto tra l’Autorità e il Ministero delle attività produttive, le
imprese di trasporto, di stoccaggio e gli utenti, sui temi del bilanciamento e
della pubblicazione dei dati (argomento trattato più oltre).
Il provvedimento si compone di due parti principali. La prima, relativa propria-
mente all’accesso, regola sostanzialmente gli obblighi per le parti tramite i
quali è disciplinata la fase precontrattuale, che si conclude con la sottoscrizio-
ne del contratto di trasporto tra utente e impresa di trasporto. La seconda
riguarda l’erogazione del servizio di trasporto, secondo i termini dei singoli
rapporti contrattuali.
A seguito dell’emanazione della delibera n. 137/02 da parte dell’Autorità, alcu-
ne società utenti del servizio di trasporto, che svolgono attività di importazio-
ne e trading di gas naturale, precisamente Dalmine Energie S.p.A., Edison Gas,
Energia, Eni divisione Gas & Power S.p.A., Plurigas, e l’impresa di trasporto
Snam Rete Gas hanno presentato ricorso al TAR della Lombardia per l’annulla-
mento di alcune parti della delibera. I temi contestati riguardano principal-
mente la procedura di conferimento di capacità presso i punti di importazione,
in particolare l’ordine di priorità stabilito per l’accesso (in relazione alla data
di sottoscrizione del contratto e alla durata dello stesso) e le modalità di ripar-
tizione della capacità in caso di congestione, la durata del conferimento, non-
ché il conferimento prioritario per le nuove strutture di importazione. In meri-
to al primo ricorso, presentato da Dalmine Energie nell’agosto 2002, il TAR
della Lombardia ha respinto la relativa richiesta di sospensione dell’esecuzione
della delibera, giudicando non sussistenti gli estremi per tale richiesta. Per
quanto riguarda lo stato degli altri ricorsi, presentati nel novembre 2002, sono
tuttora pendenti presso il TAR in attesa di giudizio.
Regolazione dell’accesso
alla rete di trasporto:
la delibera n. 137/02.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
234
Per consentire l’accesso a nuovi entranti bisogna che questi possano anzitutto
accedere alle informazioni sino a ora detenute dal solo incumbent. L’Autorità
ha pertanto posto in capo alle imprese di trasporto obblighi informativi:
• a beneficio degli utenti del servizio, in modo da attenuare l’asimmetria
informativa che attualmente svantaggia i nuovi entranti;
• nei confronti dell’Autorità, ai fini dell’esercizio dei compiti di monitoraggio
e vigilanza di quest’ultima.
A titolo di esempio, tra le informazioni che le imprese di trasporto devono
comunicare all’Autorità sono comprese tutte quelle che riguardano l’importa-
zione. In tal senso, e solo per questo tema, l’Autorità richiede informazioni e
dati anche a soggetti diversi dalle imprese di trasporto, quali quelli che eserci-
tano l’attività di importazione.
Uno degli aspetti più importanti e delicati nella disciplina della regolazione del-
l’accesso alle infrastrutture di trasporto del gas naturale è il conferimento di ca-
pacità di trasporto, in particolare delle capacità presso i punti di entrata della rete
nazionale interconnessi con l’estero, punti nevralgici del sistema, dove di fatto si
verificano episodi di congestione. Il conferimento è l’esito del processo mediante
il quale viene individuata (e quindi attribuita) la quantità massima di gas che cia-
scun utente può immettere o prelevare dalla rete in termini di volume giornaliero.
L’Autorità ha predisposto i criteri con i quali sono definite le modalità per il
conferimento della capacità di trasporto tenendo conto della specificità della
situazione dell’approvvigionamento del sistema nazionale del gas e della sua
elevata dipendenza da fonti anche esterne all’Unione europea, con forniture,
regolate in massima parte da contratti pluriennali di tipo take or pay, che pre-
vedono sia impegni di pagamento annuali, indipendenti dalle quantità di gas
effettivamente ritirate, sia una certa flessibilità di ritiro nel corso dell’anno.
È necessario ricordare a tal proposito che il decreto legislativo n. 164/00 pre-
vede una specifica tutela dei contratti di tipo take or pay sottoscritti prima
dell’entrata in vigore della Direttiva 98/30/CE; indicazione confermata anche
dai successivi Documenti di programmazione economica e finanziaria, rispetti-
vamente per il 2002-2006 e 2003-2007, quest’ultimo recentemente approvato
dal Consiglio dei ministri. Le modalità di conferimento devono pertanto rispon-
dere alla duplice esigenza di tutelare in misura ragionevole i vecchi contratti di
importazione e di favorire la promozione della concorrenza, permettendo a
nuovi operatori di entrare nel mercato.
È stato stabilito che il conferimento avvenga su base annuale per tutti i punti
Delibera n. 137/02:
conferimento di capacità
Delibera n. 137/02:
obblighi informativi
5 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E D E L G A S N A T U R A L E
235
della rete nazionale, a eccezione di quelli di entrata interconnessi con l’estero, ove
si mantiene la cadenza annuale di conferimento, ma con un anticipo di 2 anni e
con la possibilità di estendere il conferimento alla durata di 5 anni per i titolari
di contratti di importazione pluriennali. Tale possibilità corrisponde all’esigenza di
non penalizzare questa forma di approvvigionamento che, con la durata annuale,
resterebbe esposta all’alea della congestione in entrata e non potrebbe ragione-
volmente essere praticata. La durata quinquennale consente cioè di superare que-
sto ostacolo, tenuto anche conto delle possibilità di rinegoziazione periodica dei
contratti di approvvigionamento e di trasporto all’estero verso l’Italia.
L’anticipo di 2 anni soddisfa invece l’esigenza di lasciare un tempo sufficiente
per intraprendere azioni di risposta a un’eventuale congestione in entrata: da
parte dell’impresa di trasporto, con l’accelerazione della realizzazione di poten-
ziamenti; da parte degli utenti, con l’offerta di sostenere il costo dei potenzia-
menti o con la rinegoziazione dei loro contratti di approvvigionamento e di tra-
sporto all’estero, verso l’Italia. L’anticipo, inoltre, offre: all’impresa di traspor-
to maggiore certezza sui ricavi (e quindi sull’equilibrio economico e finanzia-
rio degli investimenti) e ai titolari di contratti di approvvigionamento plurien-
nali una precedenza rispetto ai titolari di contratti annuali.
L’Autorità ha stabilito un ordine di priorità per l’accesso ai punti di entrata
della rete di trasporto interconnessi con l’estero, anche in considerazione degli
episodi di congestione verificatisi in alcuni di essi durante i conferimenti per
l’anno termico 2001-2002. In base a tale ordine, hanno diritto di accesso:
• in primo luogo, i soggetti titolari di contratti di importazione di tipo take
or pay sottoscritti prima dell’entrata in vigore della Direttiva 98/30/CE, per
la quantità media giornaliera prevista dal contratto;
• in secondo luogo, i titolari di contratti di importazione pluriennali “post
direttiva”;
• ove residui dal conferimento pluriennale, i soggetti sopra menzionati hanno
accesso al conferimento di capacità annuale, concorrendovi insieme ai sog-
getti titolari di contratti di importazione di durata non superiore all’anno,
per la cosiddetta flessibilità di ritiro giornaliero oltre la quantità media gior-
naliera, ove prevista nei contratti di importazione; si tratta di un quantitati-
vo di gas prelevato giornalmente che il vincolo contrattuale massimo annua-
le rende generalmente sostenibile solo entro una scala temporale limitata e
che serve anche alla gestione delle opportunità commerciali collegate alla
variabilità del prezzo di acquisto.
Strumenti per scoraggiare eventuali fenomeni di accaparramento di capacità so-
no la previsione di una garanzia finanziaria, a copertura delle obbligazioni con-
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
236
seguenti al conferimento stesso (che è distinta dalla garanzia a copertura delle
obbligazioni derivanti dalla conseguente erogazione del servizio), l’applicazione
del principio use it or lose it, riconosciuto anche in sede di coordinamento euro-
peo (Forum di Madrid), e il trasferimento della relativa capacità da un utente al-
l’altro, nel caso in cui il cliente finale cambi il proprio fornitore di gas naturale.
L’Autorità ha definito le condizioni minime per l’esecuzione dei contratti di
trasporto, riguardanti propriamente l’erogazione del servizio, ossia le fasi di
prenotazione e assegnazione delle capacità di trasporto, il bilanciamento com-
merciale e la tutela dei contraenti in relazione alla risoluzione di controversie
relative al contratto di trasporto. Eccetto che per le norme in materia di bilan-
ciamento e di corrispettivi di bilanciamento, fissate ai sensi dell’art. 18, comma
6, del decreto legislativo n. 164/00, per l’erogazione del servizio di trasporto
l’Autorità ha stabilito norme che si configurano sostanzialmente come principi
di carattere generale, lasciando in tale ambito una maggiore autonomia alle
imprese di trasporto.
Il provvedimento prevede che l’impresa di trasporto sia tenuta a svolgere l’atti-
vità di dispacciamento nel rispetto di quanto indicato dall’Autorità in merito
alle prenotazioni e alla programmazione delle consegne e delle riconsegne del
gas degli utenti. Le prenotazioni effettuate dagli utenti non devono eccedere
le capacità loro conferite.
Considerando gli elementi emersi nel corso dell’attività del gruppo di lavoro,
l’Autorità ha previsto inoltre la possibilità di cessione o di scambio delle capa-
cità conferite tra gli utenti, nonché del gas entrato in rete, tenendone conto ai
fini del bilanciamento; ciò nell’intento di realizzare un National Balancing
Point formato dall’intera rete nazionale di gasdotti, sull’esempio inglese.
Ai sensi dell’art. 8, comma 6, del decreto legislativo n. 164/00, le imprese di tra-
sporto devono governare i flussi di gas naturale e i servizi accessori, compresa la
modulazione, necessari al funzionamento del sistema; esse hanno pertanto l’ob-
bligo di assicurare il bilanciamento fisico della rete di trasporto. Poiché tuttavia
le imprese di trasporto non sono proprietarie del gas trasportato e non hanno il
controllo delle quantità di gas rese disponibili o prelevate dagli utenti, gli uten-
ti della rete sono responsabili delle situazioni in cui i propri prelievi non siano
equilibrati con le proprie immissioni (cosiddetto bilanciamento commerciale).
L’Autorità ha stabilito i corrispettivi che l’utente versa in caso di proprio sbi-
lanciamento, stabilendo delle soglie di tolleranza abbastanza ampie, in modo
da facilitare le imprese nuove entranti.
Delibera n. 137/02:
bilanciamento
Delibera n. 137/02:
erogazione del servizio
5 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E D E L G A S N A T U R A L E
237
I principi, i criteri e gli obblighi appena descritti devono confluire nei Codici di
rete predisposti dalle imprese di trasporto, previa consultazione aperta a tutti i
soggetti coinvolti. Nella strutturazione dei Codici definita dall’Autorità (e già
proposta nel relativo Documento per la consultazione), la materia è organizza-
ta in modo da rendere i Codici uniformi per quanto concerne il contenuto, l’or-
ganizzazione, la terminologia e la simbologia adottata. Anche al fine della veri-
fica di conformità dei Codici di rete redatti dalle imprese di trasporto ai criteri
fissati dall’Autorità, è stato previsto un indice minimo di argomenti che il
Codice deve trattare; tali argomenti sono organizzati in sezioni e capitoli.
Le sezioni riguardano: l’informazione, l’accesso e l’erogazione del servizio, la
qualità del servizio, la programmazione, l’amministrazione, le emergenze e la
procedura di aggiornamento del Codice stesso.
La sezione Informazione comprende la descrizione del contesto normativo,
delle caratteristiche del sistema di trasporto, dei servizi offerti dall’impresa di
trasporto e delle caratteristiche dei sistemi per lo scambio di dati e informa-
zioni tra l’impresa di trasporto e gli utenti. In linea con il provvedimento, nella
struttura del Codice si è mantenuta distinta la fase dell’accesso al servizio di
trasporto da quella di erogazione del servizio medesimo: a ognuna delle due
fasi è dedicata una sezione.
La sezione Accesso comprende la descrizione delle fasi dell’accesso al servizio,
dai requisiti legali richiesti all’utente, alla procedura del conferimento, ai requi-
siti tecnici di accesso al servizio (per esempio, è descritta la procedura di allac-
ciamento alla rete), nonché alla descrizione della gestione dei punti di conse-
gna e di riconsegna.
La sezione relativa all’Erogazione del servizio di trasporto descrive gli iter della
prenotazione, dell’assegnazione e della riassegnazione della capacità, nonché
degli scambi e delle cessioni di capacità; la sezione comprende le regole del
bilanciamento e le modalità di misura della quantità e della qualità del gas
consegnato e riconsegnato.
La sezione Qualità del servizio riguarda la descrizione dei parametri di qualità
tecnica e commerciale del servizio.
La sezione Programmazione riguarda la programmazione delle manutenzioni e le
modalità di comunicazione agli utenti degli interventi di manutenzione; la sezio-
ne comprende anche l’insieme delle procedure adottate dall’impresa per il coor-
dinamento con le imprese che gestiscono le altre attività della filiera del gas.
La sezione Amministrazione descrive le modalità di fatturazione; richiama le
responsabilità e gli obblighi di natura fiscale e doganale in capo alle parti pre-
visti dalla normativa vigente; descrive inoltre le modalità di risoluzione di even-
tuali controversie tra le parti relative all’interpretazione e all’applicazione del
contratto di trasporto.
Delibera n. 137/02:
Codici di rete
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238
Nella sezione Emergenza, sono descritte le procedure che l’impresa di traspor-
to, gli utenti e i loro clienti devono osservare all’insorgere di situazioni di
emergenza (nonché al cessare di tali situazioni).
Infine, nella sezione Aggiornamento del Codice di rete, l’impresa di trasporto
redige una propria procedura di aggiornamento del Codice di rete, che preveda
la consultazione con la generalità degli utenti e dei soggetti interessati.
Gruppo di lavoro Nel novembre del 2001 l’Autorità, ai sensi delle proprie delibere 3 agosto 2000,
nn.146 e 150, istituì un gruppo di lavoro informale con la finalità di acquisire
elementi utili ai fini dell’elaborazione dei provvedimenti che l’Autorità ha il
compito di emanare, ai sensi del decreto legislativo n. 164/00. L’Autorità pro-
mosse tale iniziativa anche tenendo conto del particolare momento di apertu-
ra al mercato del settore del gas, dell’allora imminente inizio del nuovo regime
tariffario degli stoccaggi e dell’esistenza di un cospicuo numero di temi che
necessitavano di una soluzione armonizzata tra le diverse attività della filiera.
Al gruppo di lavoro, che si é riunito per la prima volta il 30 novembre 2002,
hanno preso parte, insieme ai rappresentanti dell’Autorità, un rappresentante
della Direzione Generale dell’Energia e delle Risorse Minerarie del Ministero del-
le attività produttive e un rappresentante per ciascuno dei seguenti soggetti
esterni: imprese di trasporto (Edison T&S S.p.A., Snam Rete Gas), imprese di
stoccaggio (Stogit), trader (AIGET), clienti e utenti del sistema nazionale del
gas (Assocarta, Assomineraria, Confindustria, Enel FTL, Federgasacqua, Gasit,
Snam, Unapace).
Nel corso del primo incontro, il gruppo di lavoro ha demandato le attività rela-
tive ai temi della pubblicazione di dati e dei corrispettivi di bilanciamento a due
sottogruppi specifici, che hanno proseguito separatamente le proprie attività
sino al giugno del 2002, riferendo risultati e ricevendo indicazioni per il prosie-
guo nel corso degli incontri del gruppo di lavoro in sessione plenaria.
Il gruppo di lavoro ha ottenuto largo consenso tra gli operatori del settore,
costituendo un’importante opportunità di confronto tra i diversi soggetti coin-
volti nelle attività della filiera del gas. Degli esiti dell’attività del gruppo di
lavoro si è tenuto conto in sede di elaborazione dei recenti provvedimenti in
materia di trasporto e di stoccaggio assunti dall’Autorità.
Nonostante gli incrementi descritti in precedenza a proposito della capacità di
stoccaggio, l’offerta di stoccaggio di modulazione a oggi è ancora limitata
rispetto alle richieste da parte degli utenti del servizio. Ne segue la necessità
per l’Autorità di porre vincoli precisi per l’accesso allo stoccaggio in questa fase
di regolazione dell’attività.
Verso i Codici
di stoccaggio
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239
La delibera 27 febbraio 2002, n. 26, contiene già regole relative alle modalità
di conferimento dei servizi di stoccaggio, valide sino all’emanazione da parte
dell’Autorità di criteri, obblighi e priorità per l’accesso a tali servizi e per l’ela-
borazione dei Codici di stoccaggio.
Sulla base dell’esperienza positiva maturata nelle procedure di conferimento
relative all’anno termico 2002-2003 e in relazione alle richieste pervenute per
il nuovo anno, l’Autorità, con la Comunicazione del 28 marzo 2003, ha formu-
lato chiarimenti circa le modalità applicative dell’art. 10 della delibera n. 26/02
(sul conferimento di capacità di stoccaggio, appunto), al fine di consentire un
corretto e certo svolgimento del conferimento di capacità di stoccaggio per il
prossimo anno termico 2003-2004.
In linea di massima le indicazioni dell’Autorità sanciscono la procedura appli-
cata lo scorso anno nei riguardi degli utenti del servizio di stoccaggio di modu-
lazione che servono, direttamente o indirettamente, le utenze civili, queste
ultime tutelate dal decreto legislativo n. 164/00 (art. 18).
I limiti alle richieste di spazio di stoccaggio da parte di questi utenti, per la
fase di iniezione del gas nei giacimenti, sono fissati sulla base dei consumi del
settore civile, in modo da far fronte alla necessità di modulazione per questa
tipologia di clienti finali sia in caso di inverno mediamente rigido sia in caso
di inverno rigido con frequenza ventennale.
Nel primo caso, il limite è fissato al 33,4 per cento del prelievo aggregato nel-
l’anno 2001 dei citati clienti, riforniti dall’utente al 31 marzo 2003, o del pre-
lievo aggregato relativo all’anno 2002 per le nuove utenze.
Nel secondo caso, viene riconosciuto agli utenti un ulteriore quantitativo mas-
simo di spazio in stoccaggio in misura non superiore al 25 per cento della
quota prevista per l’inverno mediamente rigido.
Nel caso in cui la richiesta di conferimento da parte di un utente sia inferiore
ai predetti limiti, la ripartizione avverrà tenendo conto della richiesta di tale
utente, nel rispetto delle priorità di accesso.
Ai sensi della Comunicazione, le imprese di stoccaggio si coordineranno tra loro
onde evitare che a ogni singolo utente sia conferita più di una volta la capa-
cità di stoccaggio di modulazione per le medesime forniture, in modo da otti-
mizzare le risorse di stoccaggio nazionali complessive.
In conseguenza delle esigenze, legate a fattori climatici e abitudini di consu-
mo, tipiche dello stoccaggio finalizzato a soddisfare la modulazione dell’an-
damento giornaliero, stagionale e di punta dei consumi, l’impresa di stoccag-
gio darà indicazione dei margini di flessibilità consentiti all’utente anche per la
fase di erogazione.
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240
DISTRIBUZIONE E VENDITA NEL MERCATO LIBERO E VINCOLATO
Struttura delle attività di distribuzione e vendita per il mercato libero e vincolato
Anche nel corso del 2002 sono emerse importanti modifiche riguardanti la strut-
tura degli operatori presenti nei segmenti della filiera del gas relativi alla distri-
buzione e alla vendita, sia per il mercato libero, sia per quello vincolato. Il rece-
pimento della Direttiva europea, infatti, da un lato ha indotto modifiche di natu-
ra legale, come le separazioni societarie, e dall’altro, accrescendo il grado di con-
correnza, ha stimolato la creazione di nuovi soggetti (nuove imprese o consorzi
di imprese già esistenti), pronti a cogliere nuove opportunità di profitto.
Alla fine del 2002, in base alle soglie di idoneità vigenti prima dell’apertura
totale del mercato alla concorrenza, risultavano operanti 18 consorzi di consu-
matori, che riunivano circa 300 aziende dell’Italia settentrionale. Le regioni che
hanno mostrato una più veloce capacità di reazione sono state la Lombardia, il
Veneto, il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna. Laddove queste realtà con-
sortili sono riuscite a ottenere forniture di gas spuntando prezzi vantaggiosi, è
assai probabile che siano destinate a mantenersi anche dopo l’allargamento
della qualifica di idoneità a tutti i consumatori, avvenuto a partire dall’1 gen-
naio di quest’anno.
Si è già visto, nel paragrafo dedicato alla fase dell’approvvigionamento, come
negli ultimi due anni siano nati numerosi nuovi soggetti importatori che ven-
dono all’ingrosso nel mercato liberalizzato nazionale; attualmente vi sono però
anche 4 clienti grossisti non importatori e 11 consorzi di distributori che riven-
dono il gas ai clienti vincolati e idonei allacciati alle proprie reti di distribu-
zione. I consorzi di distribuzione sono generalmente costituiti da aziende di
distribuzione operanti nell’Italia settentrionale, concentrate soprattutto in
Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana.
Circa lo svolgimento dell’attività di distribuzione e di vendita occorre ricorda-
re, tuttavia, come, in base alle disposizioni del decreto legislativo n. 164/00,
entro l’1 gennaio 2003:
• gli enti locali dovevano indire gare per l’affidamento del servizio di distri-
buzione o comunque trasformare le gestioni dirette in società di capitali o
in società cooperative a responsabilità limitata (art. 15);
• tutte le imprese di gas naturale che svolgono attività di distribuzione e di
vendita (comprese quelle che forniscono meno di 100 mila clienti finali)
dovevano separare societariamente le stesse attività di distribuzione e di
vendita (art. 21);
Gli operatori
nella distribuzione
e nella vendita
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241
• le imprese che intendono svolgere attività di vendita del gas naturale a
clienti finali dovevano essere autorizzate dal Ministero delle attività produt-
tive (art. 17).
Il Ministero delle attività produttive ha reso nota la situazione al 30 aprile 2003
delle domande di autorizzazione alla vendita a clienti finali presentate, rias-
sunta nella tavola 5.11. Più precisamente, il ministero ha pubblicato gli elenchi
delle società che hanno ottenuto (o non hanno ottenuto) l’autorizzazione alla
vendita, distinguendole in 4 tipologie. In primo luogo vi sono le società e gli
enti locali le cui richieste di autorizzazione sono state valutate positivamente:
si tratta in tutto di 187 operatori che hanno ottenuto l’autorizzazione a svol-
gere l’attività di vendita o stanno per riceverla in via formale dal Ministero
delle attività produttive. Un secondo elenco evidenzia i nominativi di 92
società o Comuni che hanno richiesto l’autorizzazione alla vendita, per il per-
fezionamento della quale il ministero ha chiesto e ricevuto ulteriori elementi
integrativi; questi soggetti hanno ottenuto in via transitoria (attraverso il silen-
zio assenso) l’autorizzazione a svolgere l’attività di vendita, in attesa dell’esa-
me degli elementi integrativi da parte del ministero. Il terzo elenco comprende
234 società che al 30 aprile non avevano ancora comunicato il completamento
delle operazioni di separazione societaria o di trasformazione in gestione diret-
ta, che sono state autorizzate alla vendita in via eccezionale e transitoria sino
al 30 giugno 2003. L’ultima lista include invece 46 società che, pur avendo pre-
sentato la domanda, non hanno inviato le integrazioni richieste dal ministero e
non sono state quindi autorizzate.
Considerando anche le 131 domande eliminate (in quanto presentate due volte
dal medesimo soggetto, o perché nel frattempo è intervenuta una fusione di
due soggetti che avevano fatto domanda separatamente e così via), al 30 apri-
le erano 318 le pratiche concluse su un totale di 690 esaminate.
Per effetto dei mutamenti in corso, al 31 dicembre 2002 risultavano operativi
all’Autorità:
• 449 società di sola distribuzione;
• 244 distributori integrati, vale a dire sia con attività di distribuzione, sia di
vendita;
• 149 società di sola vendita.
I clienti Se si osserva il mercato del gas dal lato della clientela, invece, si può dire che
nel corso del 2002 più di 1 700 aziende, di cui 300 società di distribuzione,
hanno esercitato i propri diritti di clienti idonei, nel senso che o hanno cam-
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
242
biato il fornitore o hanno ridiscusso i termini del contratto con il fornitore esi-
stente. Tali imprese sono localizzate principalmente nel Nord Italia, con
Lombardia ed Emilia Romagna che si sono dimostrate le regioni più vitali da
questo punto di vista. Poco più di 300 sono invece i clienti idonei complessi-
vamente emersi nell’Italia centro meridionale, vale a dire nelle regioni Lazio,
Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia.
Interessanti sono i primi dati a disposizione sul numero di clienti che hanno
cambiato fornitore, che hanno cioè esercitato il cosiddetto switching: nella fase
intermedia del mercato sono più di 70 le società di vendita o di distribuzione
che hanno stipulato un contratto di acquisto all’ingrosso con un soggetto diver-
so da Eni; nella fase finale del mercato si possono contare più di 900 clienti ido-
nei serviti da operatori diversi dal dominante o dal distributore locale, di cui
circa 600 clienti singoli o consorziati sono forniti da nuovi operatori.
Regolazione delle attività di distribuzione e vendita per il mercato libero e vincolato
Nel corso del 2002 e del primo trimestre 2003 le attività dell’Autorità nelle fasi
di distribuzione e vendita sono state dedicate, da un lato alla modifica e al rin-
novo di alcune regole del quadro tariffario, messo a punto negli scorsi anni,
rese necessarie dall’esito di alcuni ricorsi e/o da modifiche legislative interve-
nute in corso d’anno; dall’altro si sono concentrate a definire o a predisporre
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243
TAV. 5.11 SITUAZIONE DELLE DOMANDE DI AUTORIZZAZIONE ALLA VENDITA
Fonte: Ministero delle attività produttive.
NUMEROPOSIZIONE DELLE SOCIETÀ
187
131
318
92
234
46
372
690
Autorizzate definitivamente (che hanno ricevuto o per le quali è in corso latrasmissione dell’autorizzazione formale)
Eliminate (doppioni, fusioni, rinunce ecc.)
Totale pratiche concluse
Autorizzate per silenzio assenso (in attesa di verifica da parte del Ministerodelle attività produttive)
Autorizzate in via eccezionale e transitoria sino al 30 giugno 2003,nonostante non abbiano ancora completato le operazioni di separazionesocietaria o di trasformazione delle gestioni dirette
Non autorizzate, alle quali il Ministero delle attività produttive ha richiestodati integrativi
Totale pratiche in corso
Totale
nuove regole in vista della completa liberalizzazione del mercato del gas, ovve-
ro dell’allargamento dell’idoneità alla totalità dei clienti.
Appartengono al primo profilo le modifiche e integrazioni di natura tariffaria
apportate, in seguito alla conclusione di alcuni ricorsi, alla delibera 28 dicembre
2000, n. 237, così come il nuovo meccanismo di indicizzazione della parte della
tariffa destinata a coprire i costi della materia prima, adottato in seguito all’e-
manazione del decreto sui criteri tariffari integrativi predisposti dal Governo.
Appartengono invece al secondo profilo la presentazione del Documento per la
consultazione per la regolazione dell’accesso alle reti di distribuzione e le
norme poste a tutela dei consumatori idonei dopo la liberalizzazione comple-
ta. Nel dicembre 2002 l’Autorità ha adottato una delibera che ha evidenziato
come, nonostante l’estensione dell’idoneità alla totalità della clientela, ve ne
sia ancora un’ampia quota (17 milioni di famiglie, in primo luogo) il cui pote-
re contrattuale è tuttora fortemente limitato e che perciò necessita di una par-
ticolare tutela. È inoltre nel quadro di tale delibera che l’Autorità ha predispo-
sto un Documento per la consultazione che definisce una tariffa di fornitura da
offrire ai clienti idonei da tutelare nel passaggio al mercato completamente
liberalizzato. Nell’ambito delle attività poste in essere dall’Autorità a tutela dei
clienti finali del gas è poi da menzionare la regolazione delle condizioni di
sicurezza degli impianti di utenza gas, descritta in dettaglio nel Capitolo 6. È
dell’aprile 2003, infine, la presentazione di un Documento per la consultazio-
ne in cui l’Autorità ha illustrato le proprie proposte per la regolazione delle
garanzie di libero accesso al servizio di distribuzione del gas sulle reti locali e
per la predisposizione dei Codici di rete da parte delle imprese di distribuzione.
Infine, si dà conto in questo paragrafo della consueta attività di controllo tarif-
fario nonché degli aggiornamenti bimestrali (divenuti trimestrali dopo la modi-
fica del sistema di indicizzazione).
La delibera n. 122/02 è stata adottata per ottemperare al principio di diritto
recato da tre sentenze del TAR della Lombardia passate in giudicato (le sen-
tenze 13 giugno 2001, n. 6694, 13 giugno 2001, n. 6695, e 13 giugno 2001,
n. 6698, rese rispettivamente sui ricorsi di Valgas S.p.A., ASM Brescia S.p.A. e
Sinergia S.p.A.), che hanno imposto la modifica dei criteri di determinazione
del costo del capitale investito stabiliti dalla precedente delibera n. 237/00 per
i soggetti che dispongono di dati di bilancio concreti.
In particolare, il provvedimento prevede per gli esercenti il servizio di distribu-
zione, che dispongano di bilanci certificati a partire dall’esercizio che si è con-
cluso anteriormente all’1 gennaio 1991 e con adeguate evidenze relative al set-
tore del gas, l’introduzione di una procedura (opzionale) alternativa di calcolo
Modifiche e integrazioni
di natura tariffaria
(delibera 26 giugno 2002,
n. 122)
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
244
del capitale investito nell’attività di distribuzione, basata sul metodo del costo
storico rivalutato, in luogo di quella imperniata sull’applicazione della formula
parametrica prevista dalla delibera n. 237/00. Il provvedimento mantiene, invece,
inalterato il sistema di valutazione parametrico per tutti gli esercenti il servizio
di distribuzione che non hanno bilanci certificati o ne dispongono solo a comin-
ciare dall’esercizio che si è chiuso a partire dall’1 gennaio 1991, o nel caso in cui
non sia possibile desumerne adeguate rilevanze attinenti il settore del gas.
Anche nei confronti della delibera n. 122/02 alcuni operatori hanno presenta-
to ricorsi al TAR della Lombardia. Quest’ultimo, accogliendo il ricorso presen-
tato dalla società Aem Distribuzione Gas e Calore S.p.A., con sentenza 19
dicembre 2002, n. 171, pubblicata con deposito in segreteria il 27 gennaio
2003, ha annullato l’art. 2, comma 2, lettere a), c) ed e), “per violazione degli
obblighi di partecipazione al procedimento”. In particolare, il TAR ha accolto la
censura della ricorrente che lamentava la mancata adozione da parte
dell’Autorità “di alcuna modalità di informazione e di consultazione delle
imprese distributrici”. A tal fine, il TAR della Lombardia ha ritenuto che le moti-
vazioni contenute nella delibera impugnata non fossero idonee a “concretare
fattispecie di urgenza qualificata” tali da giustificare il mancato rispetto dei
predetti obblighi di partecipazione al procedimento.
Con la delibera 17 aprile 2003, n. 36, l’Autorità, ha avviato un procedimento
per l’ottemperanza alla sentenza n. 171/03, finalizzato all’adozione di un prov-
vedimento che, in esecuzione del principio di diritto affermato dalle sentenze
del TAR della Lombardia nn. 6694/01, 6695/01 e 6698/01, definisca le moda-
lità attraverso le quali l’esercente l’attività di distribuzione possa determinare
le proprie opzioni tariffarie sulla base di dati concreti, “qualora lo stesso sia in
grado, in virtù della propria efficienza, di dimostrare i costi sopportati per gli
investimenti”. In particolare, adottando la sopra citata delibera, l’Autorità ha
deciso di non impugnare la sentenza n. 171/03, ritenendo che l’esigenza mag-
giormente meritevole di tutela fosse quella di rimuovere le incertezze sull’ordi-
namento tariffario vigente che le vicende giurisdizionali di cui sopra possono
ingenerare.
Considerata l’opportunità di stabilire criteri generali integrativi per la determi-
nazione delle tariffe da parte dell’Autorità, volti a contenere gli impulsi infla-
zionistici che dal costo dell’energia si trasmettono al sistema dei prezzi finali,
il Governo ha adottato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 31
ottobre 2002 (per una descrizione dettagliata del quadro normativo che ha
dato origine a tale decreto e ai conseguenti provvedimenti dell’Autorità si
rimanda al riquadro che segue).
Delibera n. 195/02:
nuova indicizzazione
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245
Quadro normativo di riferimento della delibera n.195/02
In base al disposto della legge n. 481/95, l’Autorità “stabilisce e aggiorna, in
relazione all’andamento del mercato, la tariffa base, i parametri e gli altri ele-
menti di riferimento per determinare le tariffe” dei servizi sottoposti alla sua
attività di regolazione.
È questo il generale potere in materia tariffaria rimesso all’Autorità dalla sua
legge istitutiva, in base al quale, con la delibera 23 aprile 1998, n. 40, l’Autorità
ha avviato il procedimento per la formazione del provvedimento in materia di fis-
sazione e aggiornamento delle tariffe del servizio del gas in relazione all’anda-
mento del mercato. Al termine di tale procedimento, sulla base delle informazio-
ni e degli elementi conoscitivi acquisiti, l’Autorità, ritenendo necessario intro-
durre nuovi criteri di indicizzazione delle tariffe per la parte relativa al costo
della materia prima nel servizio di distribuzione dei gas a mezzo di reti urbane,
tali da riflettere l’andamento dei mercati delle materie prime energetiche, ha
adottato la delibera 22 aprile 1999, n. 52, recante appunto “criteri per l’indiciz-
zazione delle tariffe per la parte relativa al costo della materia prima, nel servi-
zio di distribuzione dei gas a mezzo di reti urbane”. Sostanzialmente con essa si
stabiliva, al verificarsi di determinate condizioni, un aggiornamento delle tariffe
dei gas con periodicità bimestrale e con riferimento alla media mobile dei prezzi
dei combustibili sui mercati internazionali rilevati nel periodo che intercorre tra
il settimo e il penultimo mese precedente la data di aggiornamento.
Il 4 settembre 2002, il Governo ha adottato il decreto legge n. 193, nel quale ha
stabilito, al primo comma, che “fermo quanto disposto dalla normativa vigente,
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del
Consiglio dei ministri adottata su proposta del ministro competente, sono stabi-
liti criteri generali integrativi per la determinazione delle tariffe dei servizi pub-
blici di cui alla legge 14 novembre 1995, n. 481”; mentre al secondo comma si è
proceduto al blocco delle tariffe, stabilendo che “in attesa dell’adozione dei
provvedimenti previsti dal comma 1, e comunque fino al 30 novembre 2002, si
applicano le tariffe determinate anteriormente all’1 agosto 2002”.
Al fine di eliminare incertezze in ordine all’applicazione delle disposizioni conte-
nute nel decreto legge l’Autorità, con la Comunicazione 29 ottobre 2002, ha pre-
cisato che:
a) l’art. 1 del decreto legge n. 193/02 ha protratto l’efficacia delle determinazio-
ni tariffarie adottate dall’Autorità anteriormente all’1 agosto 2002, fino all’a-
dozione, da parte del Governo, di criteri generali integrativi rispetto a quelli
stabiliti dalla legge n. 481/95 e, da parte dell’Autorità, delle conseguenti
determinazioni attuative;
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
246
b) gli effetti delle disposizioni di cui alla precedente lettera a) sarebbero cessati
nel caso di mancata emanazione, entro il 30 novembre 2002, dei criteri inte-
grativi di cui all’art. 1, comma 1, del decreto legge n. 193/02;
c) quanto sopra escludeva che l’Autorità potesse procedere, prima dell’adozione
dei criteri integrativi o, in mancanza, prima del 30 novembre 2002, all’adozio-
ne di provvedimenti di aggiornamento tariffario;
d) successivamente all’adozione dei criteri integrativi, l’Autorità avrebbe deter-
minato nuove modalità di aggiornamento tariffario, tali da recepire il contri-
buto derivante dall’applicazione dei criteri integrativi alla riduzione degli
impulsi inflazionistici delle tariffe, garantendo nel contempo l’equilibrio eco-
nomico e finanziario degli esercenti;
e) sulla base delle nuove modalità, l’Autorità avrebbe successivamente adottato
l’aggiornamento delle determinazioni tariffarie di cui alla lettera a).
Il decreto legge n. 193/02 è stato convertito in legge dall’art. 1 della legge 28
ottobre 2002, n. 238.
Il 31 ottobre 2002, è stato adottato il decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri recante Criteri generali integrativi per la definizione delle tariffe dell’e-
lettricità e del gas. Considerata l’opportunità di stabilire questi ultimi da parte
dell’Autorità, per contenere gli impulsi inflazionistici derivanti dal costo dell’e-
nergia sul sistema dei prezzi finali del paese, il decreto impone all’Autorità di:
• definire, calcolare e aggiornare le tariffe relative all’elettricità e al gas, anche
successivamente alla apertura dei mercati ai clienti idonei, al fine di consen-
tire un ordinato e graduale passaggio al mercato liberalizzato da parte degli
utenti finali che si trovano nella condizione di cliente vincolato;
• definire metodologie di aggiornamento delle tariffe in relazione alla compo-
nente dei costi variabili, che minimizzino l’impatto inflazionistico, in partico-
lare prevedendo frequenze di aggiornamento congrue con l’obiettivo di ridur-
re gli impulsi inflazionistici dei prezzi dell’energia, sotto il vincolo di tutelare
la piena economicità delle imprese produttrici di energia, nel più generale
rispetto degli obiettivi di competitività del sistema produttivo;
• definire le modalità di imputazione degli oneri derivanti da misure a contenuto
sociale, al fine di minimizzare il costo netto complessivo dell’intervento e di
rispettare condizioni di neutralità dell’incidenza sulle diverse tipologie di utenza.
In ottemperanza a quanto stabilito nel decreto presidenziale 31 ottobre 2002,
l’Autorità ha adottato la delibera n. 195/02.
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247
Applicando i criteri integrativi indicati dal decreto del Presidente del Consiglio
dei ministri 31 ottobre 2002 e considerando che la sola diminuzione della fre-
quenza di aggiornamento delle tariffe del gas non avrebbe consentito di ridur-
re il fermento inflazionistico e, dunque, non avrebbe raggiunto l’obiettivo pri-
mario imposto dal Governo, l’Autorità, con la delibera n. 195/02, ha stabilito:
• di adottare una periodicità di aggiornamento trimestrale anziché bimestrale
delle tariffe del gas;
• di estendere il periodo di riferimento per la rilevazione delle variazioni dei
prezzi dei combustibili sui mercati internazionali da 6 a 9 mesi;
• di mantenere una cadenza temporale di aggiornamento delle tariffe che
coincida con l’anno solare, con inizio dei trimestri l’1 gennaio;
• di lasciare immutata la soglia di invarianza pari al 5 per cento.
Al fine di ridurre il numero di interventi di adeguamento delle tariffe, è stata
rivista la periodicità di aggiornamento attraverso l’ampliamento da 2 a 3 mesi
dell’intervallo di tempo tra un aggiornamento e il seguente. Optando per un
minor numero di aggiornamenti in un contesto di prezzi crescenti, può deter-
minarsi un beneficio in termini di dinamica inflazionistica generale, che opera
attraverso due canali: il primo è direttamente legato alla stabilità di una voce
elementare su cui è basata la rilevazione del paniere Istat dell’inflazione; il
secondo agisce indirettamente attraverso le aspettative d’inflazione, ovvero
limitando l’impatto dell’effetto annuncio, che spesso si manifesta a seguito
degli adeguamenti tariffari. Infatti, dopo una variazione al rialzo delle tariffe
pubbliche – e di quelle energetiche in particolare – le aspettative di inflazione
tendono a crescere, inducendo gli operatori economici di altri mercati ad
aumentare i propri prezzi nel tentativo di mantenere invariati i prezzi relativi.
L’estensione dell’intervallo tra un aggiornamento e l’altro trova, tuttavia, un
limite naturale nel principio secondo il quale le tariffe devono riflettere i costi
del servizio, principio a cui l’Autorità deve attenersi in base alla propria legge
istitutiva, nonché nella stessa necessità di garantire l’equilibro economico e
finanziario delle imprese. I prezzi delle materie prime energetiche sono, infat-
ti, particolarmente volatili e le imprese devono poter recuperare i propri costi
nella fase di vendita. Un’eccessiva estensione dell’intervallo potrebbe compor-
tare rischi per quei soggetti che svolgono transazioni di breve termine o effet-
tuano forniture spot, che potenzialmente potrebbero diventare via via più
numerosi con l’apertura del mercato.
È stato, invece, mantenuto l’aggiornamento delle tariffe il primo giorno di cia-
scun trimestre, con inizio dei trimestri l’1 gennaio di ogni anno. Ciò al fine di
mantenere il riferimento all’anno solare, già in vigore, e dunque di assicurare
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248
continuità alle imprese, nonché allo scopo di introdurre un aggiornamento all’1
ottobre, tradizionale inizio dei contratti di approvvigionamento e data di avvio
dell’anno termico del trasporto e, approssimativamente, della stagione del
riscaldamento.
L’ampliamento del periodo preso a riferimento per la rilevazione degli indica-
tori del paniere, ossia del numero di termini che compongono le medie mobili
delle quotazioni internazionali di riferimento, produce un effetto positivo in
periodi di tensione inflazionistica. L’estrema volatilità che caratterizza il prez-
zo delle commodities porta spesso a registrare valori di picco, ai quali seguono
inversioni di tendenza. Pertanto, quanto più aumenta il periodo di riferimento,
tanto minore sarà l’incidenza dei singoli picchi nella media e dunque tanto più
forte sarà l’effetto di attenuazione delle punte. Pertanto, al fine di accentuare
il contributo alla stabilità delle tariffe, sia in periodi di tensione inflazionistica
sia in periodi di prezzi calanti, è stata introdotta una estensione della media
mobile a 9 mesi, ritenuta sufficiente a garantire una relativa stabilità alla tarif-
fa e a mantenere un segnale per gli operatori delle variazioni in atto nei mer-
cati energetici. La periodicità di 9 mesi risulta inoltre non in contrasto con i
ritardi temporali tipici dei contratti di importazione, tenuto conto che, dopo
l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 164/00, si ha notizia che siano stati
modificati i contratti che prevedevano ritardi di 3 mesi, stabilendo periodi non
inferiori ai 6 mesi; il mercato spot e i contratti a breve hanno avuto invece un
trascurabile sviluppo fino a questo momento.
Si è invece preferito mantenere la soglia di invarianza, cioè l’intervallo (in valo-
re assoluto) di variazione del paniere all’interno del quale non si dà luogo ad
adeguamenti tariffari, già fissata al 5 per cento con la delibera n. 52/99.
In concomitanza con l’avvio del nuovo sistema è apparso anche opportuno pro-
cedere a un ribasamento del valore dell’indice, posto uguale a uno all’1 luglio
2002, ovvero alla data dell’ultimo aggiornamento. Le variazioni del nuovo indi-
ce riguarderanno pertanto il valore base della quota materia prima fissato alla
data dell’1 luglio 2002, pari a 0,3151 ce/MJ, in applicazione della delibera
n. 52/99. Non vi sono evidenze di un andamento di questo valore non in linea
con quello dei prezzi all’importazione nell’Unione europea tale da giustificare
un intervento su di esso.
Ai sensi del decreto legislativo n. 164/00, a decorrere dall’1 gennaio 2003 tutti
i clienti sono diventati idonei, acquistando la capacità “di stipulare contratti di
fornitura, acquisto e vendita con qualsiasi produttore, importatore, distributo-
re o grossista sia in Italia sia all’estero”.
Il fatto che, dall’inizio di quest’anno, i clienti finali il cui consumo sia uguale o
L’obiettivo della delibera
12 dicembre 2002, n. 207:
la tutela del consumatore
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249
inferiore a 200 000 m3 all’anno si sarebbero trovati ad affrontare per la prima
volta una contrattazione nel mercato libero, imponeva un intervento che garan-
tisse, almeno nella prima fase, le loro posizioni economiche. Questi consumato-
ri, infatti, proprio per i loro scarsi consumi non avevano, né avrebbero acquista-
to in forza della nuova qualifica, un forte potere contrattuale, senza essere ovvia-
mente in grado di valutare, non avendo sino ad allora contrattato personalmen-
te le condizioni di fornitura, la complessità delle formule di prezzo in uso. A ciò
si aggiunga che, dal lato della offerta, con una concorrenza certamente molto
debole, si potevano facilmente temere possibili tendenze al rialzo dei prezzi fina-
li che si sarebbero riverberate a svantaggio dei clienti finali. L’Autorità, monito-
rando l’effettiva composizione del mercato, aveva rilevato che tali condizioni di
concorrenzialità dal lato dell’offerta, indispensabili per garantire la libera scelta
del fornitore, erano assenti. Le poche proposte contrattuali pervenute ai clienti,
e da questi segnalate all’Autorità, presentavano condizioni peggiorative rispetto
a quelle allo stato praticate ed esponevano dunque i consumatori finali al rischio
di repentini, ma soprattutto incontrollati, aumenti dei prezzi. Ad aggravare mag-
giormente tale scenario vi era poi da considerare che la tariffa di vendita del gas,
stabilita dall’Autorità a garanzia dei clienti vincolati, sarebbe divenuta inapplica-
bile a far data dall’1 gennaio 2003, in quanto i destinatari – i clienti vincolati –
altri non erano che quei consumatori che per effetto della liberalizzazione sareb-
bero divenuti per l’appunto tutti idonei.
Conseguentemente, l’Autorità ha ritenuto necessario e urgente intervenire per
tutelare i neo clienti idonei, circa 17 milioni di utenti, che con l’inizio del 2003
si sarebbero trovati nella condizione di dover rinegoziare immediatamente
nuove condizioni di vendita, con le evidenti difficoltà appena esplicitate. Il
provvedimento era sia necessario, perché la tutela del consumatore – specie in
condizioni di debolezza contrattuale – costituisce obiettivo primario da perse-
guire attraverso l’esercizio della potestà regolatoria, sia urgente per quanto
detto e per la spinta proveniente dalle disposizioni del decreto del Presidente
del Consiglio dei ministri 31 ottobre 2002 (vedi il riquadro sul contesto nor-
mativo della delibera n. 195/02). Quest’ultimo, infatti, dava il compito
all’Autorità di “definire, calcolare e aggiornare le tariffe relative all’elettricità e
al gas, anche successivamente all’apertura dei mercati ai clienti idonei, al fine
di consentire un ordinato e graduale passaggio al mercato liberalizzato da parte
degli utenti finali che si trovano nella condizione di cliente vincolato”. Anche
per il Governo era chiaro, infatti, che il semplice allargamento della qualifica di
idoneità a tutti gli utenti non significava garantire loro le prerogative connes-
se con il detto status, in quanto la possibilità di poter scegliere il fornitore che
avrebbe loro offerto il prezzo più competitivo presuppone – come si è detto –
una effettiva concorrenzialità dal lato dell’offerta. Ciò, evidentemente, non si
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250
sarebbe verificato automaticamente a quella data, ma solo a seguito di un
fisiologico processo graduale.
In questa situazione, l’Autorità ha emanato, con la delibera n. 207/02, una diret-
tiva agli esercenti l’attività di vendita di gas naturale, nella quale si prevede che:
• gli esercenti l’attività di vendita continuino ad applicare ai clienti finali, che
alla data del 31 dicembre 2002 si trovavano nella condizione di cliente non
idoneo, condizioni e modalità praticate alla stessa data, determinate ai sensi
delle delibere n. 237/00 e n. 195/02, al fine di assicurare che la scelta di nuove
condizioni avvenga in un congruo periodo di tempo e senza discontinuità;
• tale tutela sia estesa anche ai clienti finali che, pur trovandosi nella condi-
zione di cliente idoneo alla data del 31 dicembre 2002, non hanno esercita-
to la capacità di stipulare contratti connessa con tale condizione;
• al fine di assicurare la tutela dei clienti finali che alla data del 31 dicembre
2002 si trovavano nella condizione di cliente non idoneo, gli esercenti l’at-
tività di vendita del gas naturale propongano, unitamente a quelle dagli
stessi definite, offerte contrattuali recanti condizioni economiche di forni-
tura, determinate sulla base di criteri stabiliti dall’Autorità;
• gli esercenti pubblicizzino tutte le condizioni offerte ai clienti, in modo da
consentire loro di scegliere sulla base di informazioni trasparenti e non
discriminatorie.
La direttiva in esame, dunque, ha approntato un sistema di tutela che non
influisce minimamente con la libertà degli esercenti di proporre liberamente le
proprie opzioni contrattuali.
Anche relativamente al diritto di recesso l’Autorità è intervenuta, modificando
la precedente delibera 7 agosto 2001, n. 184, al fine di adeguare il riconosci-
mento della facoltà di recesso prevista per i clienti idonei in tale delibera alle
esigenze dei clienti finali che si trovano nella condizione di cliente idoneo a
decorrere dall’1 gennaio 2003. Ai sensi della delibera n. 207/02, salvo diverso
ed espresso accordo tra le parti, è stabilita infatti la facoltà di recedere dal con-
tratto con un preavviso non superiore a 30 giorni, nel caso di contratti con
clienti finali che si trovano nella condizione di cliente idoneo a decorrere dalla
data dell’1 gennaio 2003, ai sensi del decreto legislativo n. 164/00.
In sintesi, le condizioni economiche applicate dagli esercenti alla data del 31
dicembre 2002 continuano a essere praticate sia ai clienti che diventano idonei
a decorrere dall’1 gennaio 2003, sia ai clienti che, pur avendo già tale capacità,
non l’avevano ancora esercitata, solo fino a quando i clienti stessi non scelgano
Le disposizioni della
delibera n. 207/02:
la tutela del cliente
idoneo
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251
le nuove condizioni. Le condizioni e le modalità determinate ai sensi delle deli-
bere n. 237/00 e n. 195/02 si continuano ad applicare solo transitoriamente, in
quanto i nuovi criteri saranno determinati dall’Autorità con successivo provvedi-
mento, sulla base delle risultanze della consultazione assicurata dalla diffusione
del Documento per la consultazione Condizioni economiche per la fornitura di
gas naturale dagli esercenti l’attività di vendita di seguito illustrato.
Il 12 dicembre 2002, l’Autorità ha emanato un Documento per la consultazione
allo scopo di definire le condizioni economiche di fornitura che gli esercenti, ai
sensi della delibera n. 207/02, sono tenuti a offrire ai clienti finali che si ritie-
ne necessario tutelare nella fase del passaggio al mercato liberalizzato.
Destinatari del provvedimento sono gli esercenti l’attività di vendita di gas natu-
rale che già fatturano direttamente i sopra citati clienti finali o che intendono
servirli.
Le condizioni economiche di fornitura proposte per i neo clienti idonei risulta-
no dalla somma di singole componenti già individuate dalla delibera
n. 237/00 (QE, QVI, QL, QT, QS, TD, QF e QVD). Esse individuano i singoli costi
delle fasi della filiera che vanno a comporre il conto finale della fornitura di
gas.
La componente QE, prevista a copertura dei costi di approvvigionamento del
gas naturale, è calcolata con riferimento al costo marginale di approvvigiona-
mento del gas per il sistema nazionale che, data la forte dipendenza dalle
importazioni, è rappresentato dal costo marginale di importazione. Dati i limi-
tati volumi di GNL che contribuiscono al fabbisogno del paese, si è assunto
come costo marginale quello del gas importato mediante gasdotto. Essa rico-
nosce i costi di acquisto del gas naturale su base fob, i consumi tecnici e le per-
dite di rete per il trasporto internazionale e le royalties pagate per il transito
in paesi terzi. Poiché il costo marginale risulta uguale al costo medio di approv-
vigionamento, il valore della componente QE è stato calcolato con riferimento
al paniere di materie prime energetiche previsto dalla delibera n. 52/99, come
modificata dalla delibera n. 195/02, rappresentativo di quello effettivamente
presente nei contratti di importazione di gas. L’aggiornamento della compo-
nente QE è trimestrale, ai sensi della delibera n. 195/02.
La componente QVI riconosce i costi di commercializzazione all’ingrosso e rap-
presenta quelli di approvvigionamento del gas non strettamente legati alla sola
materia prima ma che possono essere ricondotti a:
• costo del trasporto internazionale, relativo al trasporto del gas dal punto di
consegna in territorio estero al punto di entrata della rete nazionale di
gasdotti, a carico dell’importatore;
Consultazione sulle
condizioni economiche
per la fornitura di gas
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
252
• costo dell’attività di vendita all’ingrosso, che riconosce i costi sostenuti dal-
l’impresa che stipula contratti di acquisto per la rivendita nella fase all’in-
grosso;
• margine commerciale, destinato a remunerare i rischi connessi con l’attività
di compravendita del gas naturale, con particolare riferimento da un lato
all’incertezza della domanda di gas naturale e dall’altro al grado di concor-
renza già presente e in corso di intensificazione nel mercato all’ingrosso.
La componente QT riconosce i costi di trasporto sulle reti nazionali e regiona-
li ed è calcolata in base alle tariffe determinate ai sensi della delibera n.
120/01. La componente QS riconosce i costi per lo stoccaggio di modulazione
ed è calcolata in base alle tariffe determinate ai sensi della delibera n. 26/02.
L’Autorità propone che il calcolo delle componenti QT e QS venga effettuato
per impianto di distribuzione, con riferimento ai volumi complessivi di vendi-
ta. Ai fini della determinazione delle quantità di riferimento da adottare nel
calcolo delle componenti QT e QS per ciascun impianto di distribuzione, risul-
ta necessario definire il profilo di prelievo stagionale, con dettaglio mensile, e
il profilo di prelievo giornaliero di tale impianto. Per il calcolo delle compo-
nenti QT e QS l’Autorità propone di riferirsi alla capacità giornaliera al prelie-
vo di punta 1 su 20, con riferimento all’art. 18 del decreto legislativo n.
164/00, che prevede per le imprese di trasporto, fino al 31 dicembre 2002, e per
gli esercenti l’attività di vendita, a partire dall’1 gennaio 2003, l’obbligo di
garantire la disponibilità di un servizio di modulazione stagionale e di punta
stagionale e giornaliera adeguata alla domanda di un anno con inverno rigido
con frequenza ventennale. Si tratta di un’ipotesi prudente rispetto ai compor-
tamenti in atto degli esercenti l’attività di vendita sul mercato libero, ma tale
da scongiurare praticamente il rischio di ulteriori costi di trasporto o di stoc-
caggio derivanti da penali per supero delle capacità conferite.
I costi relativi all’utilizzo dei terminali di GNL, identificati dalla delibera n.
237/00 nella componente QL, sono da intendersi compresi nelle componenti QE
e QVI. Infatti, tenuto conto che la convenienza di una catena di GNL o di una
fonte alternativa è effettivamente valutata sulla base del costo marginale di
importazione via gasdotto, ne risulta che la somma delle componenti QE e QVI
riconosce implicitamente anche i costi relativi all’attività di rigassificazione.
Le componenti TD, QF e QVD rappresentano, rispettivamente, la quota varia-
bile e quella fissa della tariffa di distribuzione e la quota rappresentativa dei
costi di vendita al dettaglio del gas distribuito, previste dalla delibera n.
237/00. Ai fini della determinazione delle condizioni economiche per la forni-
tura di gas naturale, l’Autorità propone di continuare a determinare tali com-
ponenti per ambito tariffario sulla base dei criteri della delibera n. 237/00.
5 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E D E L G A S N A T U R A L E
253
Concorrenza e tutela del cliente finale nel settore del gas
A decorrere dall’1 gennaio 2003, tutti i clienti finali di gas naturale sono liberi di
scegliere da chi acquistare il gas naturale e a quali condizioni economiche. La com-
pleta apertura del mercato costituisce il presupposto affinché la concorrenza fra
gli esercenti l’attività di vendita possa effettivamente aver luogo. Tuttavia, il grado
di concorrenza dipende anche dalla struttura del mercato nazionale e dall’artico-
lazione dell’offerta di gas nelle fasi a monte della filiera.
Le esperienze di liberalizzazione di altri paesi mostrano però che l’avvio della
concorrenza è un processo graduale. Può, intanto, essere necessario predisporre
adeguate forme di tutela per i clienti caratterizzati da minori consumi, in parti-
colare nella fase di avvio del mercato liberalizzato, tenuto conto del loro scarso
potere contrattuale e della loro poca dimestichezza a contrattare le condizioni
economiche di fornitura. Perfino nell’ambito di mercati caratterizzati da un con-
fronto concorrenziale sul lato dell’offerta, come è il caso del Regno Unito, la
riduzione del potere di mercato dell’operatore dominante è avvenuta gradual-
mente e con intensità diversa nei vari segmenti di mercato. Il processo di libera-
lizzazione è stato infatti caratterizzato da numerosi interventi del regolatore
volti a monitorare e governare il comportamento degli operatori. In primo luogo
nel Regno Unito è stata mantenuta una tariffa di fornitura regolamentata per i
clienti finali serviti dall’impresa dominante. La rimozione definitiva della regola-
zione tariffaria è avvenuta solo con il raggiungimento, valutato dal regolatore
nell’ambito di una determinata area territoriale, di un grado soddisfacente di
concorrenza in tutti i segmenti di mercato, evidenziato non soltanto dall’entrata
di nuove imprese, ma anche dalla consistente riduzione dei prezzi pagati dai
clienti finali.
Anche nel caso italiano, è stato mantenuto in capo agli esercenti l’attività di ven-
dita l’obbligo di offrire, unitamente a quelle da essi stessi definite, condizioni eco-
nomiche di fornitura stabilite dall’Autorità ai clienti finali che necessitano di tute-
la in ragione dei loro minori consumi e, in generale, della loro minore forza con-
trattuale, in particolare nella fase di avvio del mercato. Tale intervento si è reso
necessario per tutelare i clienti finali che alla data del 31 dicembre 2002 si trova-
no nella condizione di cliente non idoneo, ma che a decorrere dall’1 gennaio 2003
devono negoziare nuove condizioni di fornitura del gas naturale con gli esercenti.
Inoltre, le tariffe di fornitura ai clienti del mercato vincolato applicate dagli
esercenti, ai sensi della delibera n. 237/00 fino al 31 dicembre 2002, prevedono,
in luogo delle componenti tariffarie relative alla quota materia prima, al tra-
sporto, alla rigassificazione e allo stoccaggio di gas, un’unica componente tran-
sitoria, la componente “costo materia prima”, articolata per ambito tariffario.
Tale componente include diverse attività e non riflette perciò le tariffe di tra-
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
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sporto e di stoccaggio, definite sulla base dei criteri stabiliti dall’Autorità con le
delibere n. 120/01 e n. 26/02. Più precisamente, la componente è calcolata
tenendo conto del cosiddetto sistema di sventagliamento, vale a dire sulla base
dei consumi specifici medi annui per utente della località servita: essa assume
valori inferiori nel caso di località che hanno bassi consumi medi annui per clien-
te e al contrario, valori superiori per le località con consumi medi annui più alti.
Il sistema dello sventagliamento era stato previsto al fine di favorire l’estensio-
ne del servizio gas nelle zone di nuova metanizzazione, caratterizzate da consu-
mi medi più bassi, in una logica di socializzazione del costo resa possibile dall’e-
sistenza di un monopolio pubblico nella fase di vendita all’ingrosso. Il monito-
raggio effettuato dall’Autorità sui nuovi contratti di vendita del gas all’ingrosso,
stipulati successivamente al 30 giugno 2002, mostra come vi siano state riduzio-
ni dei prezzi all’ingrosso determinate soprattutto da quelle apportate alle tariffe
di trasporto e di stoccaggio del gas. Appare, invece, più dubbia e, comunque,
limitata, la riduzione per effetto della concorrenza sul prezzo della materia
prima. Le difficoltà a reperire fonti alternative di gas e la scarsa liquidità del
mercato a livello europeo limitano la concorrenza fra le imprese operanti nel-
l’ambito del mercato all’ingrosso ed è verosimile che, in assenza di interventi, nel
mercato liberalizzato si delineerebbe un sostanziale mantenimento del potere di
monopolio da parte dell’attuale operatore dominante, con effetti economici
negativi sui clienti finali. In Italia, data la forte dipendenza dalle importazioni
del gas, vi è un’elevata presenza di contratti take or pay, in forza dei quali gli
importatori, indipendentemente dai volumi di gas ritirati, sostengono al contem-
po un ingente costo fisso e un costo marginale di vendita nullo. Una tale struttu-
ra di costi degli operatori induce sia l’impresa dominante, sia i nuovi entranti a
non perseguire strategie aggressive di ribasso dei prezzi al fine di sottrarre quote
di mercato ai rispettivi concorrenti.
Ne consegue che in una prima fase della liberalizzazione, gli operatori del mercato
all’ingrosso adottano una strategia volta al mantenimento delle quote di mercato
esistenti e dei margini di profitto derivanti dalla segmentazione del mercato.
5 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E D E L G A S N A T U R A L E
255
Le condizioni economiche di fornitura del gas naturale risultanti dall’applica-
zione dei criteri proposti dal Documento per la consultazione rappresentano un
importante cambiamento rispetto al sistema in vigore. Tali criteri sono volti a
dare trasparenza in relazione alle singole voci di costo e a trasferire sul cliente
finale i benefici della riduzione di costi operata per le fasi del trasporto e dello
stoccaggio. Il nuovo ordinamento proposto dall’Autorità, prevedendo che le
condizioni economiche di fornitura rispecchino i costi effettivi del servizio,
rimuove anche il sistema dello sventagliamento (vedi il riquadro sulla concor-
renza). Infatti, nelle attuali condizioni di mercato, in presenza di più operato-
ri e di un settore che ha già in parte realizzato l’obiettivo di diffusione del ser-
vizio gas sul territorio, non vi sono più ragioni per un suo mantenimento.
A fronte degli impatti attesi, nel Documento per la consultazione si è ritenuto
opportuno valutare alcune soluzioni volte ad attutire gli effetti della sostituzio-
ne delle condizioni economiche di fornitura, definite dalla delibera n. 237/00,
con quelle risultanti dai criteri descritti nel Documento per la consultazione stes-
so, assicurando la necessaria gradualità. L’applicazione del principio di responsa-
bilità di costo potrebbe infatti comportare in alcuni casi un aumento della spesa
media per il servizio gas, sebbene a livello di sistema consenta un risparmio
medio annuo generalizzato. Per quanto corretto l’obiettivo di dare al cliente
finale il segnale del costo effettivo del servizio gas, per orientare la scelta tra le
possibili alternative di consumo, si ritiene, tuttavia, opportuno privilegiare la
gradualità dell’impatto, soprattutto per le conseguenze a livello locale.
Il 3 aprile 2003 l’Autorità, con la diffusione di un apposito Documento, ha
aperto la consultazione sulle proprie proposte per la regolazione delle garanzie
di libero accesso al servizio di distribuzione del gas sulle reti cittadine e per la
predisposizione dei Codici di rete da parte delle imprese di distribuzione.
Con la delibera n. 137/02, l’Autorità aveva definito i criteri atti a garantire la
libertà di accesso, a parità di condizioni, al servizio di trasporto e dispacciamen-
to. La consultazione che aveva preceduto la predisposizione della delibera n.
137/02 ha raccolto osservazioni che risultano oggi rilevanti anche ai fini della
predisposizione di una analoga delibera per l’attività di trasporto sulle reti di
distribuzione. Di conseguenza, il Documento per la consultazione sull’accesso al
servizio di distribuzione si sofferma sui temi legati alle specificità della distribu-
zione o che, comunque, meritano un’ulteriore fase di consultazione. Per facilita-
re la comprensione delle complesse problematiche sottoposte a consultazione, al
Documento pubblicato è stato allegato uno schema di articolato di delibera.
Consultazione sulle
garanzie di accesso
alle reti di distribuzione
Impatto del nuovo
ordinamento
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
256
Le proposte dell’Autorità sulle granzie di accesso alle reti di distribuzione
Tra i temi trattati nel Documento risultano essere di particolare rilievo:
a) Definizione di obblighi informativi
La liberalizzazione del mercato del gas ha modificato il ruolo degli operatori e ha
introdotto nuove esigenze di disponibilità di informazioni legate alle differenti
responsabilità in capo ai medesimi operatori. La progressiva apertura del merca-
to e la conseguente crescita di scambi di informazioni fra utenti e imprese di
distribuzione necessitano quindi di un quadro di riferimento certo e omogeneo,
ritenuto necessario per il corretto funzionamento del sistema, che definisca gli
obblighi informativi per gli utenti e le imprese di distribuzione.
b) Adozione dei profili di prelievo standard
La struttura del servizio di distribuzione prevede, oltre all’impresa di distribuzione,
una molteplicità di imprese di vendita che instaurano rapporti commerciali con un
insieme di clienti assai diversificato, sia sotto il profilo dell’entità dei consumi, sia
sotto l’aspetto della distribuzione temporale degli stessi. È necessario che i dati di
consumo dei clienti siano conosciuti dai soggetti interessati con scadenze prefis-
sate e si riferiscano a intervalli temporali adeguati (mensili, giornalieri, orari). Pe-
raltro, molti misuratori non consentono oggi la trasmissione dei dati di lettura con
frequenza oraria, e tanti neppure con frequenza giornaliera. Inoltre, nei misuratori
installati presso clienti finali con consumi annui inferiori ai 200 000 m3 normal-
mente la lettura avviene con frequenza semestrale, o addirittura annuale. L’esten-
sione della misura oraria a tutti i punti di riconsegna comporterebbe, a oggi, costi
eccessivi rispetto ai benefici conseguibili. Si è quindi ritenuto necessario prevede-
re, in mancanza di misurazioni orarie o almeno giornaliere, procedure e criteri per
la stima di valori sostitutivi, fondati su categorie di utenza.
In particolare una metodologia applicabile per la stima dei prelievi in assenza di
idonee serie storiche di misurazioni è quella di elaborare profili standard di pre-
lievo, per varie tipologie di clienti finali.
I profili standard vengono stabiliti sulla base di funzioni di regressione che lega-
no i prelievi di una determinata tipologia di clienti finali in ciascun giorno a
variabili esogene, quali, per esempio, quelle meteorologiche, nonché alle specifi-
cità tipologiche. Le curve di regressione sono, a loro volta, determinate a partire
dalla rilevazione su campioni rappresentativi dei clienti finali di ciascuna cate-
goria, sui quali sono disponibili serie storiche di misurazioni.
Le principali imprese di distribuzione risultano dotate di modelli di regressione in
grado di stimare i prelievi futuri delle utenze, in funzione delle condizioni meteo-
rologiche. Per questo motivo si ritiene che le imprese di distribuzione possano
5 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E D E L G A S N A T U R A L E
257
mettere a disposizione degli utenti profili di prelievo standard per le principali
tipologie di clienti finali, che consentano di stimare i prelievi per le utenze senza
dover ricorrere a onerose soluzioni per la lettura frequente dei misuratori, in par-
ticolar modo per quelli installati presso punti di riconsegna con prelievi annui
inferiori o uguali a 200 000 m3. Detti profili dovrebbero essere aggiornati conti-
nuamente, in funzione dei dati di misura puntuali derivanti dalle letture effetti-
ve rilevate nel tempo, così come in funzione delle condizioni meteorologiche e di
qualsiasi altro fattore che influisca nei confronti dell’andamento dei prelievi del
cliente finale. In particolare, i profili standard potrebbero essere eventualmente
adattati alle specificità dei prelievi del cliente finale. Per esempio, sarebbe pos-
sibile tenere conto dei diversi livelli di prelievo per il riscaldamento del cliente
finale domestico, applicando fattori moltiplicativi coerenti con la superficie del-
l’abitazione o con i dati storici disponibili per il singolo punto di riconsegna al
cliente finale. In questo modo, la capacità impegnata dalle utenze (in particolar
modo quelle domestiche) può essere dedotta dal profilo di prelievo standard pub-
blicato dall’impresa di distribuzione. Naturalmente, l’utilizzo dei profili di prelie-
vo standard rappresenta una soluzione alternativa alla lettura effettiva. Qualora
siano disponibili le misurazioni effettive, queste sostituiscono quelle stimate.
c) Conferimento di capacità
Mentre sulla rete di trasporto, la capacità è conferita nei punti sia di entrata sia di
uscita, nel caso della distribuzione è sufficiente che la capacità venga conferita nei
soli punti di riconsegna al cliente finale dell’impianto di distribuzione. Il punto di
consegna (detto anche punto di alimentazione) della rete di distribuzione coincide,
infatti, con il punto di riconsegna della rete di trasporto per il quale il conferimen-
to è già stato effettuato dall’impresa di trasporto, ai sensi della delibera n. 137/02.
Diversamente dal regime previsto per il trasporto, nella distribuzione si prevede
che la capacità venga conferita per un periodo di tempo che termini con il momen-
to nel quale il contratto di compravendita per cui viene richiesto l’accesso, per
qualsiasi motivo, finisca definitivamente di produrre effetti tra le parti. Il conferi-
mento di capacità non avviene a scadenze prestabilite ed è consentito agli utenti
di richiedere in qualsiasi momento revisioni della capacità conferita. I punti di ri-
consegna relativi a clienti finali con prelievi annuali inferiori a 200 000 m3, in gran
parte relativi alle utenze di tipo civile, sono esenti dall’applicazione della discipli-
na dei corrispettivi in caso di superamento della capacità conferita. Vengono inol-
tre previsti criteri pertinenti la procedura cui l’impresa di distribuzione si attiene
nel caso di nuovi conferimenti per sostituzione nella fornitura a clienti finali (il co-
siddetto switch), che rimuovono potenziali ostacoli alla immediata esecutività
della richiesta di capacità strumentale dell’impresa di vendita subentrante.
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d) Corrispettivi in caso di superamento della capacità conferita
Esigenze di gestione efficiente della rete di distribuzione richiedono che le capa-
cità conferite presso i punti di riconsegna al cliente finale non debbano essere
superate da quelle effettivamente utilizzate. Per questo è necessario introdurre
segnali economici che inducano gli utenti a chiedere la capacità di riconsegna al
cliente finale effettivamente necessaria. Essi sono rappresentati da corrispettivi
dovuti dall’utente in caso di superamento della capacità conferita.
Analogamente a quanto stabilito per il trasporto, anche per l’attività di distribu-
zione i proventi derivanti dall’applicazione di detti corrispettivi rispettano il
principio della revenue neutrality e vengono di conseguenza detratti dal vinco-
lo sui ricavi relativo alla determinazione tariffaria dell’anno termico successivo.
Alla luce dell’impossibilità a procedere alla quantificazione puntuale della capa-
cità oraria di riconsegna al cliente finale effettivamente utilizzata (situazione
che si riscontra in particolar modo per i clienti finali), si è ritenuto opportuno
esentare i punti di riconsegna relativi a clienti finali con prelievi annuali inferio-
ri a 200 000 m3 dall’applicazione dei corrispettivi e dall’obbligo di indicazione da
parte dell’utente di una specifica capacità oraria, ma di assoggettarli al conferi-
mento della capacità oraria risultante dall’applicazione dei profili di prelievo
standard di cui al Capitolo 5, eventualmente adattati alle specificità dei prelievi
del cliente finale nonché ricondotti dalla base giornaliera alla base oraria.
e) Ripartizione degli oneri connessi con il gas non contabilizzato e con
gli autoconsumi dell’impianto di distribuzione
Considerando che l’impianto di distribuzione non può essere esente da perdite di
gas, che i misuratori installati non sono esenti da errori di misura e che possono
verificarsi prelievi di gas non autorizzati, il dato di misura del gas transitato nei
punti di consegna non coincide di norma con i dati di prelievo complessivamente
rilevati presso i punti di riconsegna.
Ne consegue che il cosiddetto gas non contabilizzato, che comprende i prelievi
non autorizzati, gli errori di misura e le perdite, rappresenta un costo del sistema
da ripartire tra gli utenti e l’impresa di distribuzione, che deve essere incentiva-
ta a garantire un accettabile livello di efficienza di gestione.
È ragionevole definire una soglia oltre la quale l’impresa di distribuzione è rite-
nuta “inefficiente” e, come tale, tenuta a sostenerne il costo. La delibera n.
237/00 riconosce all’impresa di distribuzione la remunerazione di una soglia effi-
ciente di perdite e autoconsumi pari allo 0,7 per cento del gas immesso nell’im-
pianto. Si assume che il livello efficiente di gas non contabilizzato al netto di
perdite (autoconsumi esclusi) non possa essere superiore all’1,3 per cento del gas
immesso nell’impianto.
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259
Conseguentemente il criterio proposto per la ripartizione del rischio e degli oneri
del sistema di distribuzione prevede che gli oneri relativi agli autoconsumi siano
in ogni caso completamente a carico dell’impresa di distribuzione e che, se posi-
tiva, la differenza fra il volume del gas misurato nel punto di consegna diminui-
to degli autoconsumi e il volume del gas consegnato ai clienti finali sia socializ-
zabile tra imprese di vendita solamente entro la soglia dell’1,3 per cento del
volume di gas complessivamente misurato presso i punti di consegna al netto
degli autoconsumi. Oltre tale soglia i costi del gas non contabilizzato sono impu-
tati a carico dell’impresa di distribuzione, che provvederà a corrispondere alle
imprese di vendita un adeguato corrispettivo per il gas non riconsegnato.
f) Omogeneità dei Codici di rete per la distribuzione
L’apertura del mercato e la comparsa sulla scena di molteplici soggetti in qualità
di utenti del sistema, a fronte della complessa e molteplice realtà degli esercen-
ti il servizio, evidenziano l’esigenza che i Codici di rete adottati da ciascuna
impresa di distribuzione abbiano un contenuto quanto più omogeneo tra loro.
La normativa attuale prevede che, sulla base dei criteri che saranno definiti
dall’Autorità, ciascuna impresa di distribuzione predisponga un proprio Codice di
rete.
V’è il rischio di assistere al proliferare di centinaia di Codici di rete per la distri-
buzione tra loro molto diversi, costituenti una barriera all’apertura del mercato
del gas alla concorrenza e in particolare all’accesso alle reti di distribuzione da
parte di nuovi operatori.
Nel nostro paese, la presenza di Codici di rete per la distribuzione dai contenuti
tendenzialmente omogenei comporterebbe indubbi vantaggi, anche economici,
per le stesse imprese di distribuzione che potranno limitare l’onere economico e
gestionale relativo all’approntamento e all’aggiornamento del loro Codice di rete
e dei previsti profili di prelievo standard. Ulteriori benefici per la distribuzione
potrebbero emergere nel lungo termine grazie all’ottimale sfruttamento dell’as-
set infrastrutturale che potrà essere ottenuto dall’applicazione delle metodolo-
gie di stima dei prelievi e dal loro graduale affinamento. L’aspetto del conteni-
mento dei costi interessa le imprese di distribuzione dimensionalmente più pic-
cole, che potrebbero incontrare maggiori difficoltà nel reperimento delle nuove
competenze occorrenti alla predisposizione e all’aggiornamento del Codice di
rete per la distribuzione e dei profili di prelievo standard.
Al fine di soddisfare l’esigenza di omogeneità dei Codici, l’Autorità propone di
definire in maniera dettagliata la disciplina delle garanzie di libero accesso al
servizio di distribuzione e di emanare disposizioni dall’elevato grado di autoat-
tuazione.
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260
Le proposte tariffarie per l’anno termico 2002-2003 sono state trasmesse dalle
imprese mediante la compilazione di un questionario predisposto dagli uffici
dell’Autorità e pubblicato sul suo sito Internet. Il questionario consente di rac-
cogliere i dati in maniera uniforme e permette lo sviluppo automatico dei con-
teggi; in questo modo è agevolata non solo la trasmissione dei dati da parte
delle imprese, ma anche la predisposizione delle proposte tariffarie.
Gli uffici dell’Autorità hanno verificato la conformità delle proposte trasmesse
ai criteri previsti dalla delibera n. 237/00, e in particolare che l’opzione tariffa-
ria base non comportasse un ricavo superiore al vincolo dei ricavi per la distri-
buzione. L’analisi della documentazione trasmessa da 646 imprese ha evidenzia-
to, per 415 di esse, difformità nei dati rispetto a precedenti comunicazioni ed
errate aggregazioni degli stessi. In tutti questi casi gli uffici dell’Autorità hanno
provveduto a comunicare alle imprese l’esito del controllo, invitandole a proce-
dere alle rettifiche degli errori e a ripresentare le proposte modificate.
Le proposte tariffarie presentate da 570 esercenti sono state approvate (con le
delibere 19 dicembre 2002, n. 217, 12 febbraio 2003, n. 11 e 30 aprile 2003,
n. 45) e pubblicate nel sito Internet dell’Autorità. Alla data del 15 maggio 2003
sono in corso di verifica le proposte tariffarie relative ad altre 76 imprese, tra
cui quelle presentate da 18 società che hanno determinato le tariffe sulla base
dei criteri previsti dalla delibera n. 122/02. L’esame di queste ultime è stato
però sospeso in considerazione del fatto che il TAR della Lombardia, acco-
gliendo il ricorso di un operatore, ha annullato la predetta delibera. L’Autorità
ottempererà alla predetta sentenza diffondendo un Documento per la consul-
tazione che formula una nuova proposta di criterio di calcolo di tipo indivi-
duale del capitale investito.
Alla data del 15 maggio 2003, 6 imprese non hanno ancora provveduto a pre-
sentare le proposte tariffarie per l’anno termico 2002-2003. Per queste si è
attivata la procedura prevista dall’art. 13, comma 7, della delibera n. 237/00,
che prevede che sia l’Autorità a provvedere alla determinazione delle opzioni
tariffarie.
Aggiornamenti bimestrali Si è già visto come alcuni eventi manifestatisi nel corso dell’anno 2002, tra cui
l’introduzione dell’euro e gli atti governativi finalizzati alla riduzione degli
impulsi inflazionistici, abbiano reso necessario l’intervento dell’Autorità sul
sistema di aggiornamento delle tariffe.
In particolare la delibera del 27 febbraio 2002, n. 25, oltre a definire l’aggior-
namento per il bimestre marzo-aprile 2002 delle tariffe di fornitura del gas ai
clienti del mercato vincolato, ha trasformato da lire in euro i valori base già
assunti nella delibera n. 52/99. La stessa delibera ha ridefinito il paniere di rife-
Attività di controllo
tariffario
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261
rimento in quanto, a partire dall’1 gennaio 2002, alcuni tipi di greggio non
erano più quotati. Inoltre, in coerenza con quanto disposto dal decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri 31 ottobre 2002, l’Autorità, con la delibe-
ra n. 195/02, ha modificato il metodo di calcolo per l’aggiornamento periodi-
co delle tariffe del gas legato alle variazioni dei prezzi internazionali dei com-
bustibili e delle materie prime. Per il gas naturale si è modificata la periodicità
di aggiornamento, portandola da bimestrale a trimestrale, e si è esteso il perio-
do di riferimento per la rilevazione delle variazioni dei prezzi dei combustibili
sui mercati internazionali a 9 mesi. Anche per i gas di petrolio liquefatto e gli
altri gas la periodicità di aggiornamento è diventata trimestrale. Si è inoltre
stabilito che il calcolo delle variazioni faccia riferimento a un periodo di 3 mesi
per la rilevazione dei prezzi internazionali.
Nel corso dell’anno 2002 e nei primi mesi dell’anno 2003 si sono quindi regi-
strate le variazioni tariffarie riassunte nella tavola 5.12.
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262
TAV. 5.12 VARIAZIONI TARIFFARIE PER L’ANNO 2002 E PER LA PRIMA METÀ DEL 2003
27 dicembre 2001, n. 320 1 gennaio 2002 -0,0310 -1,1930 -0,0475 -4,7566
27 febbraio 2002, n. 25 1 marzo 2002 -0,0285 - 1,0978 0,0581 5,8141
23 aprile 2002, n. 70 1 maggio 2002 -0,0170 - 0,6548 -0,0296 -2,9621
26 giugno 2002, n. 121 1 luglio 2002 0,0166 0,6394 ---- ----
23 dicembre 2002, n. 229 1 gennaio 2003 0,0277 1,0670 0,1229 12,2986
24 marzo 2003, n. 24 1 aprile 2003 0,0211 0,8128 0,1148 11,4880
DELIBERAZIONI AUTORITÀ DECORRENZA VARIAZIONE VARIAZIONEDELLA TARIFFE DELLE TARIFFE
DEL GAS NATURALE(A) DEL GPL(A)
ce/MJ ce/m3 ce/MJ ce/m3
(A) Sono stati assunti:• M, coefficiente di adeguamento alla quota altimetrica e alla zona climatica, pari a 1;• potere calorifico superiore pari a 38,52 MJ/m3 (9 200 kcal/m3) per il gas naturale e 100,07 MJ/m3
(23 900 kcal/m3) per il GPL.
PREZZI E TARIFFE DEL GAS
Nonostante due importanti riduzioni realizzate nei mesi centrali del 2001, il prez-
zo del gas naturale per le famiglie italiane (che comprende il gas impiegato per
riscaldamento e per cottura cibi e produzione di acqua calda) rilevato dall’Istat4
ha registrato in media d’anno un incremento del 7,3 per cento (Tav. 5.13).
Nel corso del 2001, tuttavia, si è assistito a un incremento generale del livello
dei prezzi tale che il tasso d’inflazione per l’intera economia si è assestato al
2,8 per cento. Di conseguenza, la crescita del prezzo del gas misurata in ter-
mini reali è risultata più contenuta e pari al 4,4 per cento. Il contributo del gas
all’inflazione complessiva è infatti andato riducendosi per divenire quasi nullo
nel mese di dicembre.
Nel corso del 2002 il prezzo del gas non ha quasi risentito della parallela sen-
sibile ripresa nelle quotazioni dei combustibili internazionali. L’indice, nella cui
rilevazione è incluso anche il gas in bombole, ha infatti registrato continue
riduzioni sino al mese di giugno; in luglio ha evidenziato un incremento di
quasi un punto percentuale rispetto al mese precedente, ma poi i rincari sono
stati contenuti a valori molto ridotti, per effetto del provvedimento di blocco
tariffario deciso dal Governo mediante il decreto legge 4 settembre 2002,
L’andamento degli
indici Istat
5 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E D E L G A S N A T U R A L E
263
4 Nell'ambito del paniere nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, l'Istat
rileva mensilmente il prezzo del gas all'interno della categoria "Spesa per l'abitazione".
La rilevazione viene effettuata sulla base di alcune voci elementari che comprendono:
gas per cottura cibi e produzione di acqua calda; gas per riscaldamento; gas in bombo-
le. Soltanto le prime due voci riguardano il gas per usi civili distribuito a mezzo rete
urbana, il cui prezzo è regolato dall'Autorità. Il calcolo dell'indice avviene sulla base del-
l'individuazione del costo medio del gas per le famiglie tenendo conto della tariffa vera
e propria (T1 e T2), della quota fissa (nolo contatore) e delle imposte (imposta governa-
tiva, addizionale regionale e IVA). Il consumo medio delle famiglie italiane considerato
(differenziato localmente) è pari a circa 220 m3/anno nel caso del gas per cottura cibi e
a circa 1 300 m3/anno nel caso del gas per riscaldamento.
Dal 1999 l’Istat modifica annualmente la struttura di ponderazione dell’indice dei prez-
zi. Sino al 1998 l’incidenza del gas nel calcolo dell'indice generale è stata pari a 1,86
per cento, nel 1999 è scesa a 1,75 per cento; nel 2000 il peso è salito a 1,94 per cento
e a 2,23 nel 2001, per poi tornare a scendere a 1,91 nel 2002 e a 1,69 nel 2003.
Più precisamente, il peso del gas nel paniere totale, comprensivo cioè della rilevazione
dei tabacchi, che sino al 1998 era pari a 1,82 per cento, è sceso a 1,72 nel 1999, ha rag-
giunto 1,90 nel 2000 e 2,19 per cento nel 2001; è sceso poi a 1,87 nel 2002 e ha rag-
giunto 1,66 per cento nel 2003. Tali pesi divengono quelli indicati sopra quando calco-
lati sull'indice totale esclusi i tabacchi – vale a dire sull'indice che determina il tasso
d'inflazione ufficiale.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
264
TAV. 5.13 INDICI MENSILI DEI PREZZI DEL GAS
Numeri indice 1995=100 e variazioni percentuali
(A) Rapporto percentuale tra l'indice di prezzo del gas e l'indice generale (esclusi i tabacchi).
Fonte: Elaborazioni su dati Istat, numeri indice per l'intera collettività – indici nazionali.
2001 2002
VAR. % VAR. % VAR. % VAR. %MESI PREZZO 2001/ PREZZO 2001/ PREZZO 2002/ PREZZO 2002/
NOMINALE 2000 REALE(A) 2000 NOMINALE 2001 REALE(A) 2001
Gennaio 129,2 15,4 112,7 11,9 124,7 -3,5 106,3 -5,7
Febbraio 129,8 15,7 112,9 12,3 124,7 -3,9 105,8 -6,3
Marzo 130,1 12,8 112,9 9,6 122,8 -5,6 104,1 -7,9
Aprile 130,2 13,2 112,6 9,7 120,7 -7,3 101,9 -9,5
Maggio 127,5 8,1 110,0 4,9 119,4 -6,4 100,6 -8,6
Giugno 127,3 7,9 109,6 4,7 119,3 -6,3 100,5 -8,3
Luglio 125,1 4,2 107,7 1,2 120,3 -3,8 101,2 -6,0
Agosto 124,9 4,0 107,5 1,1 120,3 -3,7 101,0 -6,0
Settembre 124,8 1,5 107,3 -1,1 120,7 -3,3 101,2 -5,7
Ottobre 124,8 2,5 107,1 -0,1 121,0 -3,0 101,2 -5,6
Novembre 127,7 2,1 109,4 -0,3 121,1 -5,2 100,9 -7,8
Dicembre 128,0 2,2 109,6 -0,1 121,2 -5,3 100,9 -7,9
Media annua 127,5 7,3 109,9 4,4 121,4 -4,8 102,1 -7,1
n. 193 (convertito dalla legge 28 ottobre 2002, n. 238, recante misure urgenti
in materia di servizi pubblici). L’anno si è chiuso con una dinamica di segno
nettamente negativo (-5,3 per cento rispetto al dicembre 2001).
Valutando i dati in media d’anno, nel 2002 il prezzo del gas per le famiglie ita-
liane è diminuito di quasi 5 punti percentuali rispetto al 2001. La riduzione
diviene ancor più rilevante – pari a 7 punti percentuali – se misurata in termi-
ni reali, dato che il prezzo del gas si è confrontato con un livello generale dei
prezzi in netto aumento.
I dati dell’Istat trovano conferma nella tariffa media nazionale per la famiglia
tipo, pubblicata dall’Autorità. Il primo semestre del 2002 è stato caratterizza-
to da una serie di diminuzioni del prezzo del metano, mentre nella seconda
metà dell’anno e all’inizio del 2003 si è riscontrata una tendenza al rialzo,
dovuta ai forti aumenti dei prezzi internazionali del petrolio.
Tariffa media nazionale
del gas
Infatti, le quotazioni del petrolio Brent, che nell’anno 2002 hanno registrato un
valore medio pari a circa 25 $/b (superiore di circa 0,5 $/b rispetto all’anno
2001), sono passate da 19,5 $/b del mese di gennaio a 28,7 $/b del mese di di-
cembre, pari a un aumento percentuale del 47 per cento; nel gennaio 2003 è sta-
ta confermata questa tendenza, infatti il costo del barile ha superato i 31 dollari.
L’ascesa dei prezzi è stata leggermente attenuata dall’apprezzamento del tasso
di cambio dell’euro rispetto al dollaro. Infatti, la moneta europea è passata da
un cambio di 0,88 dollari per euro, registrato nel mese di gennaio 2002, a 1,02
dollari per euro del mese di dicembre 2002, con un aumento percentuale del 15
per cento; il cambio medio riferito all’anno 2002, pari a 0,95 dollari per euro,
ha subìto un apprezzamento di circa il 5,5 per cento rispetto all’anno 2001
(0,89 dollari per euro).
Nel contempo, le accise sulle forniture di gas (Tav. 5.14), che dall’1 novembre
2001 erano state riportate ai valori fissati dal decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri 15 gennaio 1999, sono state ridotte con il decreto mini-
steriale 25 marzo 2002 (decorrenza 1 gennaio 2002) e confermate per il 2003
con il decreto del Ministero dell’economia e delle finanze 13 gennaio 2003.
Nella figura 5.5 è riportato l’andamento della tariffa media del gas naturale al
lordo delle imposte distinta nelle sue componenti.
5 . S T R U T T U R A D E I M E R C A T I E R E G O L A Z I O N E D E L S E T T O R E D E L G A S N A T U R A L E
265
0
10
20
30
40
50
60
70
apr.03
gen.03
nov.02
set.02
lug.02
mag.02
mar.02
gen.02
nov.01
set.01
lug.01
mag.01
mar.01
gen.01
62,76 62,7660,93 58,75 58,75 60,52 58,05
56,74 55,95 56,72 56,72 56,7257,99 58,96
FIG. 5.5 TARIFFA MEDIA NAZIONALE DEL GAS NATURALE
ce/m3
IMPOSTE MATERIA PRIMA COSTI FISSI
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266
TAV. 5.14 IMPOSTE SUL GAS
Ce/m3; aliquote percentuali in vigore nel 2002 e nel 2003
TARIFFA T1 T2 T3 T4
Imposta di consumo
Normale 4.00 4.00 17.00 17.00 1.25
Località ex Cassa 3.87 3.87 12.42 12.42 1.25del Mezzogiorno
Addizionale regionale(A)
Piemonte 2.00 2.00 2.58 2.58 0.62
Lombardia(B) 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00
Veneto 0.52 0.52 1.29 1.29 0.62
Liguria(C) 2.00 2.00 2.58 2.58 0.62
Emilia Romagna 2.00 2.00 3.10 3.10 0.62
Toscana 2.00 2.00 2.60 2.60 0.60
Umbria 0.52 0.52 0.52 0.52 0.52
Marche 1.55 1.55 1.55 0.62 0.62
Lazio 2.00(D) 2.00(D) 3.10 3.10 0.62
Abruzzo 1.93 1.93 2.58 2.58 0.62
Molise 0.52 0.52 0.52 0.52 0.52
Campania 1.93 1.93 2.58 2.58 0.52
Puglia 1.93 1.93 2.58 2.58 0.62
Basilicata 1.93 1.93 2.58 2.58 0.62
Calabria 1.93 1.93 2.58 2.58 0.62
Aliquota IVA (%) 10 20 20 20 20
COTTURA E RISCALDAMENTO RISC. CENTR. USIUSO ACQUA INDIVIDUALE USI ARTIG. E INDUSTRIALI
CALDA COMM.
CONSUMO <250 m3/a >250 m3/a
(A) Le Regioni a statuto speciale hanno posto l’addizionale regionale pari a zero.(B) A decorrere dall’1 gennaio 2002 non è più dovuta (art. 1, comma 10, legge regionale 18 dicembre
2001, n. 27).(C) Aliquota ridotta a 1,55 per i comuni appartenenti alla fascia climatica "E" e a 1,03 per quelli nella
fascia "F".(D) Aliquota ridotta a 1,57 nelle località che ricadono nell'ex area della Cassa del Mezzogiorno. Si tratta
delle regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna; delle pro-vince di: Frosinone, Latina; di alcuni comuni della provincia di Roma compresi nel comprensorio dibonifica di Latina; di comuni della provincia di Rieti compresi nell'ex circondario di Cittaducale; dialcuni comuni della provincia di Ascoli Piceno inclusi nel territorio di bonifica del Tronto; delle isoled'Elba, del Giglio e Capraia.
IL BILANCIO DELLA REGOLAZIONE DAL 1996 A OGGI
Alla nascita dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, le modalità del rappor-
to tra i soggetti erogatori dei servizi elettrico e del gas e i loro utenti erano
determinate in misura prevalente da decisioni unilaterali degli esercenti stessi.
Di fronte a un servizio con caratteri di monopolio, l’utente poteva solo sce-
gliere di aderire alle condizioni proposte dal fornitore oppure di farne a meno,
anche se quest’ultima opzione appare più teorica che reale nei casi di servizi
essenziali come quelli di cui si sta trattando.
Da questo punto di vista, che il servizio sia gestito da mano pubblica o priva-
ta non fa gran differenza. La gestione pubblica diretta è stata la risposta pro-
prio alla questione della fornitura di determinati beni e servizi essenziali in
regime non di mercato. Essa si è dimostrata efficace nel diffondere i servizi in
modo capillare; ma non sempre ha garantito agli utenti qualità ed efficienza,
ossia un adeguato rapporto tra qualità del servizio e prezzo pagato.
Nel settore dell’energia elettrica, la tutela dei consumatori è stata tradizional-
mente affidata alle prescrizioni degli atti di concessione e degli accordi di pro-
gramma periodicamente sottoscritti tra l’amministrazione concedente e l’eser-
cente. Tali prescrizioni erano in generale piuttosto povere di indicazioni relati-
ve alla tutela dei consumatori e alla qualità del servizio erogato: nel contratto
di programma sottoscritto nel 1991 con l’Enel S.p.A., l’unico impegno previsto
al riguardo consisteva nel rispetto di un tempo massimo di 6 giorni per l’esecu-
zione degli allacciamenti che non comportano lavori sulla rete di distribuzione.
Nel settore del gas, elementi di tutela dei consumatori possono essere contenu-
ti nelle convenzioni di concessione o nei documenti a esse allegati o collegati.
In questo campo le esperienze sono fortemente differenziate, dato l’elevato
numero di concessioni, tutte diseguali, definite su base territoriale municipale.
Le condizioni contenute nei contratti di fornitura sono quindi state unilateral-
mente fissate dal soggetto più forte tra quelli contraenti, fatte salve nel setto-
re del gas eventuali previsioni derivanti dalle convenzioni di concessione. Al
consumatore finale non rimaneva altra strada che quella dell’adesione al con-
tratto predisposto dalla controparte, accettandone ogni clausola pena l’esclu-
sione dal godimento del servizio.
Per quanto riguarda la qualità del servizio, in entrambi i settori regolati gli
esercenti avevano introdotto standard individuali o generali per talune presta-
zioni, attraverso le loro Carte dei servizi. Il sistema si era tuttavia rivelato piut-
tosto debole, in quanto gli standard fissati dalle imprese sono risultati local-
mente molto differenziati e di solito poco sfidanti; inoltre, gli indennizzi su
richiesta del cliente, in caso di violazione degli standard, si contavano sulle
267
6. OBBLIGHI DI SERVIZIO PUBBLICO,QUALITÀ E TUTELA DEI CONSUMATORI
dita di una mano, mentre gli aventi diritto sarebbero stati molte migliaia.
La tutela dei consumatori e la garanzia di adeguati livelli di qualità del servi-
zio sono tra le principali finalità istituzionali dell’Autorità, che il legislatore ha
voluto dotare di compiti e poteri incisivi in tale direzione. Entrambi gli obiet-
tivi sono peraltro tipici dell’intervento regolatorio anche in altri paesi.
L’Autorità è quindi intervenuta con provvisioni specifiche di riequilibrio dei
rapporti contrattuali, valide per tutti i fornitori di energia elettrica e gas. Le
clausole contrattuali più rilevanti sono oggi fissate dal regolatore: così è, per
esempio, per gli obblighi di lettura dei contatori, per la periodicità di fattura-
zione, per i termini minimi di pagamento, per la fissazione degli interessi di
mora in caso di ritardato pagamento, per le modalità di preavviso in caso di
minaccia di distacco per mancato pagamento delle fatture, per il deposito cau-
zionale che il cliente paga al fine di ottenere la fornitura di energia e per vari
altri aspetti del rapporto contrattuale. Doveri e diritti di entrambe le parti inte-
ressate appaiono oggi definiti in modo completo, omogeneo ed equilibrato. Le
condizioni contrattuali introdotte sono obbligatorie per i clienti vincolati e
costituiscono una base di offerta anche per gli idonei, a cui sono comunque
proponibili patti alternativi a quelli standard definiti dall’Autorità, che il clien-
te può liberamente scegliere.
Rapporti contrattuali più equilibrati tendono a prevenire l’insorgenza di con-
trasti tra fornitori del servizio e loro clienti. Una parte del contenzioso esisten-
te viene comunque portata all’attenzione dell’Autorità, che interviene con gli
strumenti messi a disposizione dalla legge per la risoluzione delle controversie.
A fronte di alcune migliaia di reclami, istanze e segnalazioni ricevute nel corso
del periodo 1996-2002, la gran parte delle problematiche sono state risolte
attraverso interventi di chiarimento o segnalazione diretta agli esercenti, affin-
ché questi adeguino la loro condotta ai diritti della clientela riconosciuti su
base contrattuale o regolamentare.
In un numero ridotto di situazioni sono stati avviati procedimenti che hanno
determinato ordini di cessazione di comportamenti lesivi dei diritti dei clienti
o l’irrogazione di sanzioni pecuniarie amministrative, come previsto dalla legge.
La corretta informazione alla clientela finale è stata promossa, sia per il servizio
elettrico sia per il servizio gas, anche attraverso la definizione di nozioni minime
obbligatorie per le bollette, con l’obiettivo di renderne completo e omogeneo il
contenuto informativo, pur lasciando piena libertà agli esercenti relativamente
alle modalità di presentazione di tali informazioni. L’Autorità ha anche provve-
duto a mettere a disposizione schede informative relative ai diritti dei clienti
finali e agli effetti della liberalizzazione dei mercati sui soggetti interessati.
Codici di condotta commerciale sono stati introdotti relativamente alle modalità
di proposizione delle offerte commerciali ai clienti, così da prevenire l’insorgere
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
268
di problematiche legate a comportamenti non corretti o a lacune informative.
Le funzioni di garanzia assegnate dalla legge all’Autorità sono state espresse, nel
quadro di riferimento costituito dagli interventi parlamentari e governativi in
materia, anche riguardo a particolari problematiche connesse con il potenziale
impatto negativo per i clienti dei servizi regolati. Così, in occasione dell’adegua-
mento dei sistemi informatici all’anno 2000 (millennium bug), l’Autorità ha ema-
nato specifiche Linee guida a tal proposito. In occasione del passaggio dalla lira
all’euro sono state introdotte regole di conversione delle tariffe unitarie che,
imponendo l’utilizzo di un numero di decimali superiore a quello minimo previ-
sto dalle norme generali, garantivano una transizione al nuovo regime senza
alcun onere o vantaggio, neppure di natura casuale, per una delle parti in causa.
L’Autorità ha dedicato grande attenzione alla qualità del servizio, con il dupli-
ce obiettivo di definire i livelli minimi obbligatori e di promuovere il migliora-
mento della qualità delle prestazioni rese.
I suoi principali interventi, durante i primi sei anni di attività, sono stati rea-
lizzati nelle seguenti direzioni:
• verifica dell’attuazione della Carta dei servizi da parte dei diversi esercenti e
pubblicazione comparativa dei risultati da questi raggiunti in appositi rap-
porti annuali sulla qualità del servizio, in modo da rendere trasparente il
livello di qualità effettivamente garantito ai clienti;
• analisi dell’importanza dei diversi fattori di qualità per gli utenti e delle
aspettative degli stessi relativamente alla qualità del servizio ricevuto, attra-
verso una apposita indagine conoscitiva sul campo;
• rilevazione sistematica della soddisfazione delle famiglie per il servizio elet-
trico e del gas, al fine di monitorare l’evoluzione nel tempo della percezio-
ne dei clienti riguardo alle forniture;
• introduzione di una nuova regolazione della qualità commerciale per
entrambi i servizi, attraverso standard unici sul territorio nazionale relativi
alle principali prestazioni alla clientela;
• obbligo di pagamento di indennizzi automatici al cliente interessato in caso
di violazione degli standard;
• nuova regolazione della continuità del servizio di distribuzione dell’energia
elettrica, prima affidata alla libera decisione degli esercenti, oggi legata a
un sistema di incentivi economici e penalità orientati al miglioramento del
servizio e alla riduzione dei forti differenziali esistenti tra regioni setten-
trionali e meridionali del paese;
• nuova regolazione della sicurezza e della continuità del servizio di distribu-
zione del gas, al fine di mettere sotto controllo i principali indicatori e com-
portamenti legati alla sicurezza.
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
269
Nel complesso, l’intervento dell’Autorità ha determinato il passaggio da un
sistema in cui i livelli di qualità del servizio erano fissati dalle imprese esercenti
a un altro disciplinato da standard e norme stabiliti dal regolatore, con livelli
minimi che non possono essere violati se non a pena di effetti economici nega-
tivi per l’esercente interessato, e incentivi al miglioramento laddove opportuno.
L’ampio intervento di regolazione ha prodotto i suoi principali effetti a partire
dal biennio 2001-2002. È oggi possibile verificare quindi i risultati raggiunti,
che saranno più ampiamente presentati nel seguito del capitolo.
Nel campo della qualità commerciale, le principali prestazioni alla clientela
sono oggi assoggettate a standard più restrittivi di quanto avveniva con le pre-
cedenti Carte dei servizi. Per esempio, sia l’attivazione della fornitura sia la
disattivazione su richiesta del cliente devono verificarsi entro 5 giorni lavorati-
vi, mentre in precedenza la prima avveniva entro 10-20 giorni e la seconda
entro 10-15, a seconda della localizzazione del cliente interessato; l’esecuzio-
ne di lavori semplici è oggi garantita entro 15 giorni lavorativi, mentre in pre-
cedenza in alcune aree era stabilito un tempo massimo di 80 giorni.
Per ogni caso di violazione degli standard specifici (ossia individuali) di qualità
viene oggi pagato automaticamente al cliente interessato l’indennizzo previsto
dall’Autorità; esso aumenta (da due a cinque volte a seconda del ritardo) in
caso di accredito in bolletta oltre i tempi massimi previsti. Sia nel settore elet-
trico sia in quello del gas l’Autorità ha ritenuto di dover estendere le garanzie
previste dagli standard di qualità commerciale a tutti i clienti di dimensioni
medie e piccole, siano essi vincolati o liberi di scegliere il fornitore preferito.
Per quanto riguarda la continuità del servizio elettrico, l’introduzione di un
obbligo di miglioramento annuale e di un sistema di incentivi economici e
penalità ha determinato, nell’arco di tre anni, una sensibile riduzione della
durata media annua (-43 per cento) e del numero (-31 per cento) di interru-
zioni. La qualità del servizio per quanto riguarda questo fondamentale fattore
è oggi molto più vicina a quanto registrato nei maggiori paesi europei, e i dif-
ferenziali territoriali si sono sensibilmente ridotti. In tre anni, il rapporto tra
minuti di interruzione medi per cliente nelle regioni settentrionali rispetto a
quelle meridionali è sceso da 1:3 a 1:2.
Le norme introdotte relativamente alla sicurezza e alla continuità del servizio
di distribuzione del gas hanno riguardato l’odorizzazione del gas, l’ispezione
periodica delle reti, la protezione catodica delle reti in acciaio, gli obblighi di
pronto intervento. Sono stati fissati livelli nazionali base e di riferimento per
ciascuno degli indicatori di sicurezza e di continuità; le performance dei diver-
si distributori relativamente ai vari indicatori, nel rispetto degli obblighi mini-
mi introdotti, sono oggi oggetto di pubblicazione comparativa al fine di sti-
molare il miglioramento.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
270
In attuazione di disposizioni generali di fonte governativa o parlamentare,
l’Autorità ha anche sviluppato proposte e provvedimenti relativamente alla
sicurezza degli impianti a gas post contatore e all’uso razionale dell’energia.
Sul primo fronte, l’affidamento ai distributori del gas di compiti di accerta-
mento dello stato di sicurezza degli impianti è in via di realizzazione grazie a
un regolamento dell’Autorità. Per quanto riguarda invece gli interventi di pro-
mozione dell’efficienza energetica negli usi finali, il legislatore ha voluto intro-
durre obblighi di risparmio di energia a carico dei distributori da raggiungersi
attraverso meccanismi di mercato; questi ultimi prevedono la libera contratta-
zione di titoli di efficienza energetica (TEE), concessi a seguito di azioni di
risparmio di energia realizzate da distributori, società controllate o collegate e
società specializzate in servizi energetici. Le norme attuative a carico
dell’Autorità sono orientate a coniugare la certezza del conseguimento degli
obiettivi, parte degli impegni italiani di attuazione degli accordi internaziona-
li per il contenimento dei gas serra, con meccanismi che ne consentano il rag-
giungimento al minor costo possibile per il sistema economico nazionale.
Tutti gli interventi di garanzia, tutela del consumatore e promozione della qua-
lità e dell’efficienza energetica realizzati dall’Autorità vengono definiti, tra l’al-
tro, attraverso il coinvolgimento delle associazioni dei consumatori, esercitato
soprattutto con processi di consultazione propedeutici all’emanazione dei prin-
cipali provvedimenti. Azioni di comune interesse nel campo della formazione e
dell’informazione ai consumatori finali vengono realizzate nell’ambito di un
protocollo d’intesa tra l’Autorità e il Consiglio nazionale dei consumatori e
degli utenti (CNCU).
L’Autorità, mentre opera per la promozione della concorrenza e per estendere
progressivamente a tutti i clienti finali i benefici della liberalizzazione, realiz-
za quindi interventi di garanzia e promozione della qualità del servizio: più
forti per le attività non soggette a concorrenza, quali la trasmissione e la distri-
buzione di gas ed energia elettrica, rispettose del diritto di scelta della parti
interessate nelle attività in cui si esercita una reale concorrenza.
Affinché la liberalizzazione non comporti l’indebolimento della tutela, in par-
ticolare per le categorie meno protette, l’Autorità prosegue la sua opera sia di
monitoraggio dell’impatto che la liberalizzazione avrà sulla concorrenza, sia di
introduzione di azioni più selettive affinché il processo concorrenziale operi nel
rispetto dei diritti dei clienti.
Nel seguito viene proposta un’analisi più approfondita degli interventi realizza-
ti dall’Autorità nel corso dei primi sei anni del suo mandato in ciascuna delle
aree di azione menzionate, commentando, laddove il tempo trascorso dall’inter-
vento di regolazione e i dati disponibili lo consentono, i risultati conseguiti fino
a oggi.
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
271
LA QUALITÀ NEL SETTORE DELL’ENERGIA ELETTRICA E DEL GAS NATURALE
L’attività svolta dall’Autorità sulla qualità del servizio ha seguito diverse dire-
zioni principali, illustrate in dettaglio nei paragrafi che seguono:
• verifica dell’attuazione della Carta dei servizi;
• nuova regolazione della qualità commerciale per entrambi i servizi;
• nuova regolazione della continuità del servizio di distribuzione dell’energia
elettrica;
• nuova regolazione della sicurezza e continuità del servizio di distribuzione
del gas;
• nuova regolazione della sicurezza degli impianti di utenza gas;
• rilevazione sistematica della soddisfazione delle famiglie per il servizio elet-
trico e gas;
• interventi relativi alla misura del gas per i clienti finali.
Verifica dell’attuazione della Carta dei servizi
Prima dell’introduzione delle nuove direttive dell’Autorità, la qualità dei servizi
pubblici era disciplinata da norme che trovano origine nella direttiva del
Presidente del Consiglio dei ministri del 27 gennaio 1994, rivolta a tutti i sogget-
ti pubblici e privati erogatori di servizi pubblici, più nota come Carta dei servizi.
L’Autorità, in attuazione dell’art. 2, comma 12, lettera p), della legge 14
novembre 1995, n. 481, ha monitorato il grado di attuazione della Carta dei
servizi nei settori di propria competenza, pubblicando appositi rapporti sulla
qualità, disponibili sul suo sito Internet.
Nel settore elettrico, alla data del 31 dicembre 1999, i clienti il cui esercente
aveva adottato una Carta dei servizi erano pari al 99 per cento dell’intera uten-
za alimentata in bassa tensione in Italia (Tav. 6.1). Il numero di esercenti che
hanno adottato la Carta dei servizi nel settore è aumentato di anno in anno nel
corso del periodo 1996-1999. Oltre all’Enel, nel 1999, 100 imprese distributrici
locali hanno dichiarato di aver adottato la Carta dei servizi (7 in più dell’anno
precedente). L’Enel ha predisposto dal 1996 una Carta dei servizi per ognuna
delle 147 zone di distribuzione in cui era articolata l’organizzazione operativa;
nel 1999, a seguito della riorganizzazione, sono stati introdotti nuovi standard
di qualità per i 74 esercizi della struttura operativa di distribuzione.
Nel settore gas, nel 1999 i clienti del servizio il cui esercente aveva adottato
una Carta dei servizi costituivano circa il 93 per cento dell’intera utenza nazio-
nale (Tav. 6.1).
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
272
Le analisi condotte dall’Autorità hanno dimostrato che, nei settori della distri-
buzione e della vendita di energia elettrica e gas, la disciplina delle Carte dei
servizi non forniva né sufficienti garanzie dei diritti degli utenti né adeguati
stimoli agli esercenti a migliorare il servizio, per i seguenti motivi:
• gli schemi generali di riferimento si limitavano a definire alcuni indicatori di
qualità, ma rinviavano agli esercenti la definizione degli standard di qualità;
il risultato finale è stato che gli esercenti hanno definito i propri standard in
modo spesso “prudenziale”, senza aggiornali sistematicamente, tanto che essi
risultavano essere disomogenei e differenziati su base locale, senza che que-
ste diversità fossero sempre riconducibili a oggettive condizioni territoriali;
• gli schemi generali di riferimento lasciavano agli esercenti la possibilità di
determinare autonomamente le modalità procedurali e l’entità dei rimborsi
in caso di mancato rispetto di alcuni standard specifici; quasi tutti gli eser-
centi hanno scelto una procedura di rimborso basata sull’istanza dell’uten-
te che ha subìto il disservizio, meccanismo quest’ultimo di assai minor effi-
cacia rispetto a quello del rimborso automatico;
• le prassi e gli strumenti utilizzati dagli esercenti nella raccolta dei dati rela-
tivi al rispetto degli standard della Carta dei servizi presentavano caratteri-
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
273
TAV. 6.1 GRADO DI ADOZIONE DELLA CARTA DEI SERVIZI NEL SETTORE ELETTRICO E DEL GAS
Fonte: Dichiarazioni degli esercenti.
TOTALE TOTALE NEL SETTORE ELETTRICO NEL SETTORE GAS
Numero Carte dei servizi adottate
1996 211 –
1997 227 501
1998 240 531
1999 174 497
2000 – 516
Clienti BT dei soggetti esercenti che hanno adottato la Carta dei servizi (milioni)
1996 31,0 –
1997 31,3 14,0
1998 31,9 14,9
1999 32,3 14,9
2000 – 15,0
stiche diverse e differenti gradi di completezza; questa condizione limitava
la pubblicazione comparativa dei dati, che costituisce uno stimolo impor-
tante al miglioramento;
• nella disciplina della Carta dei servizi, la qualità non aveva nessun effetto
sulle tariffe, né erano previsti incentivi economici per il suo miglioramento.
L’Autorità ha anche rilevato una scarsa conoscenza delle Carte dei servizi da
parte degli utenti (Tav. 6.2).
Nel quadro dell’attività di controllo delle Carte dei servizi, l’Autorità ha effettua-
to controlli presso gli esercenti, al fine di verificare la veridicità dei dati raccolti
per l’accertamento del rispetto degli standard contenuti nelle Carte dei servizi.
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274
TAV. 6.2 CONOSCENZA DELLA CARTA DEI SERVIZI
Sanno che esiste la Carta dei Servizi 21,0
Hanno visto o letto la Carta dei ServizI:- per il gas 9,6
- per l’elettricità 9,5
- per la scuola 7,4
- per la USL e gli ospedali 10,0
- per le poste 6,0
NUMERO DI CLIENTI IN % DEL TOTALE
Fonte: Indagine realizzata per conto dell’Autorità; rilevazione 1998.
Definizione eaggiornamento deglistandard
Gli esercenti possono definire i propristandard di qualità, che quindirisultano differenziati da azienda aazienda; di fatto, gli standard definitidagli esercenti sono nella maggiorparte dei casi “prudenziali”, non
L’Autorità definisce standard diqualità validi per tutti gli esercenti,eventualmente differenziati inrelazione a caratteristiche oggettive(per esempio, standard di continuitàdifferenziati in relazione alle
ARGOMENTO DISCIPLINA DELLA CARTA DEI SERVIZI NUOVA REGOLAZIONE DELLA QUALITÀ
Differenze tra la disciplina della Carta dei servizi e la nuova regolazione
della qualità del servizio
Complessivamente, la nuova regolazione della qualità introdotta dall’Autorità ha
superato la disciplina della Carta dei servizi, la cui attuazione aveva mostrato
alcuni limiti.
Le principali differenze tra la disciplina della Carta dei servizi e la nuova regola-
zione della qualità del servizio, per i servizi di distribuzione e vendita dell’ener-
gia elettrica e del gas, sono sinteticamente rappresentate nella tavola che segue.
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
275
Qualità commerciale dei servizi di distribuzione e vendita dell’energia elettrica e delgas
La qualità commerciale si riferisce alla tempestività di esecuzione delle presta-
zioni richieste dagli utenti (come, per esempio, preventivi, allacciamenti, atti-
vazioni, verifiche tecniche, risposta a reclami e richieste scritte di informazio-
ni), alla puntualità degli appuntamenti con gli utenti, alle caratteristiche di fre-
quenza di lettura dei consumi e di adeguatezza delle modalità di fatturazione.
Si tratta di temi comuni a entrambi i settori regolati.
Per ovviare ai limiti evidenziati dall’attuazione della disciplina della Carta dei
servizi, l’Autorità ha definito un nuovo quadro di regolazione della qualità
commerciale per entrambi i settori:
• per il servizio di distribuzione e vendita dell’energia elettrica, con la delibe-
ra 28 dicembre 1999, n. 201;
• per il servizio di distribuzione e vendita del gas, con la delibera 3 marzo
2000, n. 47.
La nuova regolazione
della qualità commerciale
Rimborsi in caso dimancato rispetto deglistandard
Registrazione dei tempie delle interruzioni
Partecipazione einformazione degliutenti
Effetti economici delmiglioramento
aggiornati e a volte differenziatianche all’interno della stessa aziendasenza motivo.
Gli esercenti possono definire lemodalità di rimborso; quasi tutti gliesercenti hanno introdotto rimborsisu richiesta degli utenti; di fatto, gliutenti aventi diritto al rimborso nonpresentano richiesta e quindi irimborsi non vengono erogati.
Non sono previsti obblighi specifici diregistrazione. Gli indicatoriconsiderati nello schema generale diriferimento si prestano ainterpretazioni disomogenee. Alcuniesercenti che hanno emesso la Cartadei servizi non verificano il rispettodegli standard.
Da indagini demoscopiche risulta chegli utenti non sono informati delleCarte dei servizi; gli standard sonofissati senza consultazione.
Non previsti dalla Carta dei servizi.
caratteristiche del territorio servito).Gli standard sono aggiornatiperiodicamente e per la continuitàsono progressivi anno per anno.
I rimborsi agli utenti sono automatici incaso di mancato rispetto degli standardspecifici per cause di responsabilitàdegli esercenti. Nel primo periodo diattuazione sono già state pagate alcunemigliaia di rimborsi.
Sono state definite regole diregistrazione dei tempi e delleinterruzioni, e sono stati introdottiobblighi sanzionabili di registrazionee di documentazione. Tutti gliesercenti devono inviare all’Autoritàun rapporto annuale sul rispettodegli standard.
Sono previsti obblighi diinformazione agli utenti (invio deglistandard in allegato alla bolletta ecomunicazione all’atto dellarichiesta). Gli standard sono definitiprevia consultazione con leassociazioni rappresentative.
Per la riduzione progressiva delleinterruzioni è stato introdotto unsistema di incentivi e di penalitàagganciato alla tariffa.
Scopo della regolazione della qualità commerciale è quello di definire standard
nazionali, minimi e obbligatori per tutti, tesi alla tutela degli utenti e al
miglioramento medio complessivo del sistema.
Gli standard di qualità
Gli standard di qualità si suddividono in specifici e generali.
Gli standard specifici di qualità si riferiscono alle singole prestazioni da garan-
tire al cliente; essi rappresentano il tempo massimo entro cui deve essere garan-
tita ogni singola prestazione. Per esempio, tempo massimo di attivazione 5 gior-
ni lavorativi.
Gli standard generali di qualità si riferiscono al complesso delle prestazioni rese
ai clienti; diversamente dagli standard specifici, indicano la percentuale minima
di utenti a cui deve essere garantita la prestazione richiesta entro un determina-
to tempo. Per esempio, almeno 90 per cento di risposte a reclami scritti o richie-
ste di informazioni scritte entro 20 giorni lavorativi.
Il nuovo quadro di regolazione della qualità del servizio comporta un notevole
passo in avanti rispetto alla precedente regolazione della Carta dei servizi in
quanto:
• sono stati definiti, dopo consultazione con i soggetti interessati, standard di
qualità nazionali, validi per tutti gli esercenti; si è così superato il regime
precedente degli standard autodefiniti dagli esercenti nelle proprie Carte dei
servizi, generalmente senza consultazione e che comportavano notevole
diversità di trattamento degli utenti nelle differenti zone del paese; gli stan-
dard definiti dall’Autorità si avvicinano ai casi migliori presenti nel settore;
• sono stati introdotti indennizzi automatici in caso di mancato rispetto degli
standard specifici di qualità per cause imputabili agli esercenti e non per
cause dovute a forza maggiore o a responsabilità di terzi o al cliente stesso;
si è così superato il regime precedente di procedure di rimborso su richiesta
degli utenti interessati che si è dimostrato inefficace;
• sono state uniformate le modalità di registrazione dei tempi di effettuazio-
ne delle prestazioni, superando la precedente difformità nelle misurazioni
tra un’azienda e l’altra.
I nuovi standard nazionali di qualità commerciale definiti dall’Autorità costi-
tuiscono la base minima che ogni esercente deve assicurare ai propri clienti del
mercato vincolato. Gli esercenti hanno la facoltà di stabilire propri standard,
solo se migliorativi (o ulteriori) rispetto a quelli dell’Autorità.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
276
L’entità dei rimborsi è definita dall’Autorità, ed è maggiore per le tipologie di
utenti che hanno costi di uso dell’energia e della rete più elevati. I rimborsi
automatici devono essere corrisposti al cliente attraverso detrazione dall’im-
porto addebitato nella prima fatturazione utile, e comunque entro 90 giorni
solari dalla scadenza del tempo massimo per l’esecuzione della prestazione
richiesta dal cliente. L’esercente che non riesce a rispettare questo termine deve
pagare un rimborso di entità doppia o quintupla, in ragione del ritardo di paga-
mento.
La corresponsione del rimborso automatico non esclude la possibilità per il
cliente di richiedere in sede giurisdizionale il risarcimento dell’eventuale danno
ulteriore subìto; a tale proposito è stata prevista un’apposita comunicazione
nella bolletta di accredito del rimborso.
Le direttive dedicano infine una attenzione particolare all’informazione che gli
esercenti devono assicurare all’utente sugli standard specifici e generali di qua-
lità commerciale, rendendoli per questa via più consapevoli dei propri diritti:
• una volta all’anno, tutti gli utenti devono ricevere dall’impresa esercente
con cui intrattengono un rapporto contrattuale le informazioni sugli stan-
dard di qualità garantiti e sui risultati effettivamente raggiunti nel corso
dell’anno;
• l’impresa esercente deve informare ogni utente che faccia richiesta di una
prestazione soggetta a standard specifici, del tempo massimo e del rimbor-
so previsti;
• l’Autorità pubblica annualmente, nell’ambito della propria indagine sulla
qualità del servizio sia nel settore elettrico sia in quello del gas, i tempi
medi reali di effettuazione delle prestazioni, come dichiarati dalle imprese
esercenti, e i relativi parametri di controllo degli standard (percentuale di
casi fuori standard, per le diverse cause).
La registrazione dei dati di qualità secondo criteri uniformi e la comunicazio-
ne obbligatoria di quelli di sintesi all’Autorità permettono di verificare l’effet-
tivo rispetto degli standard.
Con l’introduzione degli indennizzi automatici e con i nuovi standard definiti
dall’Autorità, il numero di indennizzi effettivamente pagati ai clienti in caso di
mancato rispetto degli standard è nettamente cresciuto (Tav. 6.3).
La tavola 6.4 riporta la suddivisione degli indennizzi relativi agli standard spe-
cifici dei settori gas ed elettricità per l’anno 2001.
Gli effetti della nuova
regolazione della qualità
commerciale
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
277
La nuova disciplina introdotta dalle delibere n. 201/99 e n. 47/00 prevedeva un
periodo di prima attuazione, intercorrente tra la data di entrata in vigore e il
31 dicembre 2002. Durante tale intervallo di tempo, erano soggetti alla novel-
la regolazione della qualità commerciale solo le aziende con più di 5 000 clien-
ti finali. Le delibere prevedevano che al termine di questo periodo l’Autorità
avrebbe effettuato una verifica sulla base dei dati forniti dagli esercenti stessi,
al fine di valutare modalità e tempi per l’estensione della sua applicazione
anche agli esercenti che in sede di prima attuazione erano stati esonerati.
Sulla base dell’esperienza acquisita nel corso della prima attuazione e dei dati
Attività svolta
nell’ultimo anno
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
278
TAV. 6.3 ANDAMENTO DEL NUMERO DEI RIMBORSI PAGATI AI CLIENTI NEGLI ANNI 1997-2002
(A) Nel settore elettrico la regolazione dell’Autorità è entrata in vigore dall’1 luglio 2000; il dato 2000è riferito solo al secondo semestre.
(B) Nel settore gas la regolazione dell’Autorità è entrata in vigore dall’1 gennaio 2001; il gruppo Italgasha applicato spontaneamente gli indennizzi automatici anche nel periodo 1997-2000.
Fonte: Dichiarazioni degli esercenti all’Autorità.
CARTA DEI SERVIZI NUOVA REGOLAZIONE
INDENNIZZI 1997 1998 1999 2000 2001 2002
Settore elettricità(A) 21 54 22 4 771 12 437 52 229
Settore gas(B) 1 237 707 1 640 3 709 12 090 13 356
TAV. 6.4 RIEPILOGO DEL NUMERO DI RIMBORSI PER STANDARD SPECIFICI NEI SETTORI GAS ED ELETTRICITÀ, ANNI 2001-2002
Fonte: Dichiarazioni degli esercenti all’Autorità.
Preventivazione per lavori semplici 4 638 13 143 2 334 3 741
Esecuzione di lavori semplici 1 562 6 866 3 341 4 378
Attivazione della fornitura 2 358 13 633 2 241 3 268
Disattivazione della fornitura su richiesta 1 385 6 742 3 418 1 247
Riattivazione per morosità 1 378 7 837 290 122
Fascia di puntualità per 463 1 323 462 596appuntamenti personalizzati
Ulteriori standard definiti dagli esercenti 653 2 685 4 4
Totale 12 437 52 229 12 090 13 356
ELETTRICITÀ GAS
STANDARD N. RIMBORSI N. RIMBORSI N. RIMBORSI N. RIMBORSIPAGATI 2001 PAGATI 2002 PAGATI 2001 PAGATI 2002
comunicati dagli esercenti, che hanno evidenziato l’efficacia del meccanismo
degli indennizzi automatici, l’Autorità ha ritenuto opportuno estendere il
campo applicativo della nuova regolazione della qualità commerciale, per allar-
gare progressivamente la tutela dei diritti dei consumatori.
Con le delibere 19 dicembre 2002, n. 220 (per il settore elettrico) e n. 221 (per
il settore gas), l’Autorità ha previsto di abbassare la soglia di esenzione tempo-
ranea per gli esercenti di dimensioni minori; dal 2004, l’applicazione della
regolazione della qualità commerciale sarà estesa:
• agli esercenti con un numero di clienti finali, allacciati o forniti, minore o
uguale a 5 000 e maggiore di 3 000, per tutti i livelli specifici di qualità e
per i relativi indennizzi automatici;
• agli esercenti con un numero di clienti finali, allacciati o forniti, minore o
uguale a 3 000, limitatamente alle prestazioni di attivazione della fornitura
e di riattivazione della stessa in caso di morosità.
Per quanto riguarda il settore elettrico, con la delibera n. 220/02 l’Autorità ha
voluto inoltre adeguare la disciplina della qualità commerciale all’andamento
del processo di liberalizzazione. Infatti, per effetto dell’abbassamento della
soglia di idoneità prevista dall’art. 10, comma 4, della legge 5 marzo 2001, n.
57, è stato necessario programmare l’applicazione della delibera di qualità
commerciale a tutti i clienti finali allacciati alle reti di distribuzione di media e
bassa tensione, indipendentemente dal fatto che essi appartengano al mercato
vincolato o libero.
Inoltre, in entrambi i settori si è prevista la possibilità, per il cliente finale del
mercato libero, di chiedere all’esercente del servizio di misura o di vendita l’ap-
plicazione di standard di qualità commerciale diversi da quelli stabiliti
dall’Autorità (che restano come riferimento), purché non peggiorativi.
Continuità del servizio di distribuzione dell’energia elettrica
La continuità del servizio (mancanza di interruzioni nell’erogazione dell’ener-
gia elettrica agli utenti) è il più significativo tra i diversi fattori di qualità del
servizio elettrico, sia sotto il profilo della rilevanza per gli utenti, sia per l’in-
cidenza economica degli investimenti necessari a ridurre le interruzioni.
Obiettivo della regolazione è tutelare gli utenti e fornire agli esercenti gli sti-
moli necessari a ridurre le interruzioni.
Data la difformità iniziale tra i metodi utilizzati dagli esercenti è stato necessa-
rio, come presupposto essenziale per l’introduzione di una regolazione della
Nuova regolazione della
continuità del servizio
elettrico
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
279
continuità del servizio, definire un sistema uniforme di indicatori, che consen-
tisse un confronto certo tra i dati elaborati dagli esercenti e rendesse praticabi-
le l’attività di controllo a campione. A questo fine l’Autorità ha introdotto
obblighi di registrazione delle interruzioni, basati sull’utilizzo più ampio possi-
bile di sistemi di registrazione automatica dell’istante di inizio delle interruzio-
ni (tramite i sistemi di telecontrollo), corredati da alcune registrazioni manuali.
Gli obiettivi di regolazione delle interruzioni sono i seguenti:
• avvicinare il livello medio di continuità del paese ai migliori livelli medi
nazionali registrati attualmente in altri paesi europei, da raggiungere nel
minor numero possibile di anni;
• ridurre i divari esistenti tra le diverse regioni a parità di grado di concentra-
zione dell’utenza, senza far peggiorare le situazioni in cui già oggi si regi-
strano i migliori livelli effettivi di continuità;
• tutelare gli utenti attraverso l’introduzione di indennizzi automatici indivi-
duali o collettivi, cioè commisurati al valore medio di continuità registrato
in uno stesso ambito territoriale e applicati a tutti gli utenti dell’ambito,
proporzionalmente ai loro consumi.
La regolazione delle interruzioni senza preavviso lunghe (cioè di durata supe-
riore a 3 minuti) è stata introdotta per il periodo 2000-2003 con la delibera 28
dicembre 1999, n. 202, che ha costituito una rilevante novità per il nostro
paese.
Allo scopo di tenere conto delle forti differenze iniziali presenti sul territorio
nazionale anche a parità di grado di concentrazione territoriale, la regolazione
definisce gli ambiti territoriali a cui si riferiscono i livelli generali di continuità
del servizio.
A ciascun ambito territoriale sono stati assegnati, nel corso del 2000, i livelli
tendenziali di continuità per gli anni 2000-2003 che definiscono un “percorso
di miglioramento” obbligatorio in ciascun ambito territoriale, a partire dal
livello effettivo medio registrato nello stesso ambito durante il biennio 1998-
1999. Il miglioramento obbligatorio è tanto maggiore quanto peggiore è la
continuità del servizio, in modo da produrre un fenomeno di convergenza.
Per tre regioni del Mezzogiorno (Campania, Calabria e Sicilia), per le quali non
si sono ritenuti validi i dati di continuità del servizio relativi al biennio 1998-
1999, sono stati definiti livelli tendenziali di continuità per il periodo 2001-
2003 con tassi di miglioramento più severi di quelli applicati nel resto d’Italia
(Tav. 6.5).
Per gli ambiti territoriali che hanno già raggiunto una qualità ottimale è pre-
visto un regime particolare di incentivazione al mantenimento di tali livelli.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
280
Il sistema di incentivi e di penalità dei distributori prevede che, per ognuno dei
circa 300 ambiti territoriali interessati, l’incentivo o la penalità venga determi-
nato in relazione al proprio obiettivo di miglioramento, costituito dal livello
tendenziale di continuità per ciascun anno, sulla base di una media mobile
biennale. Il sistema, basato su valori medi biennali per evitare che gli eventi
meteorologici possano incidere sui dati di continuità del servizio, esclude le
interruzioni dovute a cause di forza maggiore o a danni imputabili a terzi.
Il meccanismo prevede inoltre incentivi per gli ambiti territoriali che migliora-
no più degli obiettivi, e penalità per quelli che raggiungono risultati negativi
con una franchigia (entro il 5 per cento in più o in meno) che non dà luogo né
a incentivi né a penalità.
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
281
TAV. 6.5 MIGLIORAMENTI DI CONTINUITÀ OBBLIGATORI PER IL GRUPPO ENEL
Durata complessiva delle interruzioni senza preavviso lunghe; minuti persi per utente per anno(A) e percentuali di miglioramento medio(B)
LIVELLO BASE OBIETTIVO OBIETTIVO OBIETTIVO OBIETTIVO1998-1999 1999-2000 2000-2001 2001-2002 2002-2003
Nord 100 93 86 81 76
Miglioramento medio - 7% 14% 19% 24%
Centro 192 168 149 133 120
Miglioramento medio - 13% 23% 31% 38%
Sud(C) 277 237 205 180 159
Miglioramento medio - 14% 26% 35% 43%
Sud(D) 324 269 237 181 140
Miglioramento medio - 17% 27% 44% 57%
Enel 188 163 146 124 108
Miglioramento medio - 13% 23% 34% 43%
(A) I livelli di continuità sono espressi in minuti persi per utente all’anno, valore medio biennale netto.(B) Il miglioramento medio percentuale è calcolato sempre rispetto al livello base 1998-1999.(C) Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Sardegna (livello base 1998-1999).(D) Calabria, Campania e Sicilia (livello base 2000); dati 1998-1999 stimati.
I risultati raggiunti nel primo periodo di attuazione della regolazione economi-
ca delle interruzioni senza preavviso lunghe (2000-2002) indicano che la rego-
lazione ha prodotto stimoli efficaci alla riduzione del numero e della durata
delle interruzioni (Fig. 6.1). Sono stati infatti rilevati miglioramenti, sia per
Enel sia per la maggior parte delle imprese distributrici locali.
I dati di continuità evidenziano che la durata complessiva di interruzione per
cliente, considerando tutte le interruzioni senza preavviso lunghe, è passata da
Effetti della nuova
regolazione della
continuità del servizio
di distribuzione
dell’energia elettrica
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
282
228 minuti persi nel 1999 a 130 minuti persi nel 2002. Il miglioramento è stato
guidato dalla riduzione dei valori dell’indicatore di riferimento (durata com-
plessiva delle interruzioni senza preavviso lunghe per cliente BT), calcolato
escludendo le interruzioni attribuite a cause di forza maggiore, a cause ester-
ne o con origine sulle reti di alta tensione e sulla rete di trasmissione naziona-
le. L’indicatore di riferimento è passato da 175 minuti persi nel 1999 a 98
minuti persi nel 2002; il miglioramento della durata complessiva di interruzio-
ne per cliente ha indotto un parziale beneficio anche in termini di riduzione del
numero di interruzioni per cliente, che è sceso da 4,2 interruzioni per cliente
nel 1999 a 2,9 nel 2002.
FIG. 6.1 MIGLIORAMENTO DELLA CONTINUITÀ DEL SERVIZIO NEL PERIODO 1998-2002
1998 1999 2000 2001 2002
DURATA CUMULATA TOTALE (incluso interruzioni dovute a forza maggiore, a terzi o originate su reti AT)
DURATA CUMULATA NETTA (incluso interruzioni dovute a forza maggiore, a terzi o originate su reti AT)
0
25
50
75
100
125
150
175
200
225
250
225 228
209
miglioramento1999-2002:43%
regolazione continuità del servizio
171
130
98
118
157
175188
Uno degli obiettivi della nuova regolazione della continuità del servizio di
distribuzione dell’energia elettrica era quello di ridurre le differenze territoria-
li, in particolare tra le regioni del Nord e quelle del Centro Sud. Anche sotto
questo profilo, il nuovo sistema di regolazione ha prodotto una sensibile ridu-
zione dei divari esistenti (Tav. 6.6, Tav. 6.7, Tav. 6.8). Sul sito Internet
dell’Autorità sono disponibili i dati disaggregati per regione e per impresa
distributrice.
Dal punto di vista economico, il miglioramento comporterà un aggravio delle
tariffe piuttosto limitato. In base a una simulazione effettuata dagli uffici
dell’Autorità, si può prevedere che per l’intero periodo 2000-2003 l’impatto
tariffario degli incentivi, al netto delle penalità versate dagli esercenti che non
riescono a raggiungere i livelli tendenziali di continuità, sia inferiore a 3 euro
all’anno per cliente.
Infine, la valutazione degli effetti della regolazione della continuità del servi-
zio nel periodo 2000-2003 deve tenere conto anche del numero di imprese
distributrici progressivamente soggette alla regolazione stessa. Nell’anno 2000,
la regolazione della continuità del servizio ha interessato 7 imprese distributri-
ci, per un totale di 24,1 milioni di clienti (ripartiti in 230 ambiti territoriali).
Nel 2003, si prevede invece che riguarderà 24 imprese distributrici (su 41 con
più di 5 000 clienti), per un totale di 33,4 milioni di clienti, pari a oltre il 99
per cento del loro numero complessivo, inclusi quelli serviti da imprese distri-
butrici con meno di 5 000 clienti.
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
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TAV. 6.6 RIDUZIONE DEI DIVARI REGIONALI DI CONTINUITÀ DEL SERVIZIO ELETTRICO, 1999-2002
Nord 136 92 2,6 2,0
Centro 224 111 5,0 2,9
Sud(A) 356 195 6,0 4,2
Italia 228 130 4,2 2,9
DURATA DI INTERRUZIONE NUMERO DI INTERRUZIONI PER CLIENTE(MINUTI PERSI PER CLIENTE)
1999 2002 1999 2002
(A) Per le regioni Campania, Calabria e Sicilia i dati del 1999 sono stati stimati dagli uffici dell’Autorità,in mancanza di dati validi forniti dagli esercenti.
Fonte: Dichiarazioni degli esercenti.
Nel corso del 2002 l’attività sulla continuità del servizio elettrico è stata foca-
lizzata su due filoni:
• definizione di un Testo integrato della continuità del servizio, che comprende
tutte le delibere a carattere generale già emanate dall’Autorità su questa mate-
ria, con alcune modifiche e integrazioni suggerite dall’esperienza attuativa;
• effettuazione di controlli sui dati di continuità del servizio forniti dagli
esercenti relativi al 2001 e svolgimento del procedimento per la definizione
degli incentivi e delle penalità relativi allo stesso anno.
Con la delibera 1 agosto 2002, n. 155, l’Autorità ha armonizzato nel Testo
integrato della continuità del servizio tutta la disciplina della continuità del
servizio di distribuzione dell’energia elettrica. Il Testo integrato abroga i pre-
Attività svolta nell’ultimo
anno
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TAV. 6.7 INDICATORI DI CONTINUITÀ DEL SERVIZIO ELETTRICO NEL 2002, GRUPPO ENEL
Piemonte 3,11 175,63 0,42 53,10
Valle d'Aosta 1,50 62,05 1,06 141,96
Liguria 2,79 97,30 0,22 22,36
Lombardia 1,71 82,85 0,36 42,01
Trentino Alto Adige 3,21 171,20 0,63 79,21
Veneto 2,19 92,29 0,88 132,00
Friuli Venezia Giulia 1,85 87,86 0,65 99,10
Emilia Romagna 1,58 61,95 0,59 90,56
Toscana 2,79 100,83 0,79 112,05
Marche 2,28 82,37 0,98 144,16
Umbria 2,37 76,00 1,45 177,32
Lazio 3,79 133,41 1,26 243,52
Abruzzo 2,84 105,19 1,27 262,34
Molise 2,88 92,20 1,44 301,83
Campania 4,12 159,77 0,30 66,68
Puglia 3,93 202,03 0,73 163,48
Basilicata 3,82 178,29 1,40 336,77
Calabria 5,70 212,38 1,60 413,62
Sicilia 4,42 258,48 0,88 239,63
Sardegna 4,06 165,99 0,75 160,91
NORD 2,14 99,64 0,52 70,71
CENTRO 2,99 105,97 1,03 164,47
SUD 4,20 194,86 0,83 201,34
ITALIA 3,08 137,17 0,73 136,94
INTERRUZIONI SENZA PREAVVISO INTERRUZIONI CON PREAVVISOANNO 2002 ANNO 2002
NUMERO MEDIO DURATA CUMULATA NUMERO MEDIO DURATA CUMULATA DI INTERRUZIONI TOTALE DI INTERRUZIONI TOTALE
cedenti provvedimenti a carattere generale, ma non altera in maniera sostan-
ziale la coerenza della disciplina applicata. Sono state introdotte alcune modi-
fiche su aspetti tecnici, quali, per esempio:
• la possibilità di apportare rettifiche dei dati comunicati fino al 30 settem-
bre, per tenere conto delle difficoltà degli esercenti nell’acquisizione della
documentazione necessaria a comprovare le cause di forza maggiore;
• la modifica dei termini del procedimento per la definizione dei recuperi di
continuità del servizio e l’approvazione e la verifica delle istanze, così da
tenere conto dell’iter procedurale stabilito dal decreto del Presidente della
Repubblica 9 maggio 2001, n. 244;
• il chiarimento dei criteri di attribuzione delle origini e delle cause delle
interruzioni; a questo stesso scopo, a seguito di richieste delle imprese
distributrici, l’Area consumatori e qualità del servizio, d’intesa con l’Ufficio
controlli e ispezioni dell’Autorità, ha reso disponibili istruzioni tecniche per
la corretta registrazione delle cause e delle origini delle interruzioni.
Per quanto concerne i controlli tecnici, ne sono stati effettuati 12 a campione
(che portano a 49 il numero complessivo di quelli realizzati nel periodo 2000-
2002). Con la delibera 23 gennaio 2003, n. 7, l’Autorità ha determinato per
ciascun ambito territoriale i recuperi di continuità del servizio conseguiti dagli
esercenti durante l’anno precedente, sulla base dei dati di continuità del servi-
zio comunicati, nonché degli esiti dei controlli effettuati.
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
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TAV. 6.8 INDICATORI DI CONTINUITÀ DEL SERVIZIO ELETTRICO NEL 2002, AZIENDE ELETTRICHE LOCALI CON PIÙ DI 100 000 CLIENTI FINALI
Acea Roma 2,72 128,03 0,16 17,53
Aem Milano 1,32 62,94 0,69 40,12
Aem Torino 1,43 42,40 0,14 8,31
Agsm Verona 0,73 27,26 0,19 25,35
Acegas Trieste 0,80 29,82 0,24 23,15
Aec Bolzano 1,17 43,25 0,44 40,32
Asm Brescia 1,32 31,18 0,34 18,09
Amps Parma 0,79 43,74 0,27 31,43
Meta Modena 0,93 23,47 0,27 19,03
INTERRUZIONI SENZA PREAVVISO INTERRUZIONI CON PREAVVISOANNO 2002 ANNO 2002
AZIENDE ELETTRICHE NUMERO MEDIO DURATA CUMULATA NUMERO MEDIO DURATA CUMULATA LOCALI DI INTERRUZIONI TOTALE DI INTERRUZIONI TOTALE
Nel corso dello stesso procedimento sono state esaminate le interruzioni acca-
dute in occasione di un’ondata di maltempo che ha interessato, nei giorni 13 e
14 dicembre 2001, alcune regioni del Nord Italia e, nei giorni successivi, alcu-
ne località del Sud Italia. Dopo aver provveduto a richiedere agli esercenti ope-
ranti sul territorio investito dal maltempo informazioni relative alle eventuali
interruzioni del servizio verificatesi in quella circostanza, l’Autorità ha conte-
stato a Enel Distribuzione S.p.A. e ad Amps S.p.A. (Parma) l’attribuzione inte-
grale di tali interruzioni a cause di forza maggiore, ritenendo invece, sulla base
della documentazione fornita dagli stessi esercenti, di suddividere la durata
delle interruzioni, attribuendo ad altre cause solo la quota pari alla media sto-
rica dei tempi di intervento sui medesimi impianti, e a cause di forza maggio-
re la restante parte del tempo di intervento. È stato quindi necessario determi-
nare, per quegli esercenti che avevano attribuito erroneamente le interruzioni a
cause di forza maggiore, il valore presunto dell’indicatore di riferimento per gli
ambiti territoriali interessati dal maltempo. Si è inoltre applicata la disposizio-
ne a carattere generale prevista dall’art. 25, comma 2, del Testo integrato della
continuità del servizio che stabilisce, nel caso in cui l’Autorità definisca il valo-
re presunto annuale dell’indicatore di riferimento, il non riconoscimento dei
costi ipotizzati per gli ambiti territoriali interessati.
La nuova regolazione della sicurezza e della continuità del servizio di distribuzionedel gas
La sicurezza del servizio è la salvaguardia delle persone e delle cose dai danni
derivanti da esplosioni, da scoppi e da incendi provocati dal gas distribuito;
essa dipende dall’odorizzazione artificiale del gas, finalizzata a consentire di
avvertirne la presenza nell’aria, dalla riduzione delle fughe di gas attraverso l’i-
spezione delle rete di distribuzione e la protezione catodica delle reti in acciaio,
da un servizio di pronto intervento in caso di chiamata.
La continuità del servizio di distribuzione del gas è la mancanza di interruzio-
ni nell’erogazione della fornitura ai clienti. Il gas dovrebbe essere fornito con
continuità, in quanto le interruzioni del servizio possono esporre i clienti a
rischi all’atto della riattivazione dell’erogazione, nonché provocare loro danni e
disagi. Tuttavia, per motivi tecnici, non è possibile raggiungere la mancanza
assoluta di interruzioni.
Alla fine del 2000 l’Autorità ha emanato la delibera 28 dicembre 2000, n. 236,
con la quale ha definito la regolazione della sicurezza e della continuità del
servizio di distribuzione del gas ponendosi come scopo quello di:
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286
• salvaguardare la sicurezza fisica delle persone e delle cose e tutelare l’am-
biente attraverso la riduzione del gas metano immesso in atmosfera;
• tutelare i clienti riducendo il numero e la durata delle interruzioni;
• ridurre i divari esistenti tra i diversi distributori operanti nel paese, senza far
peggiorare le situazioni in cui già oggi si registrano i migliori livelli effetti-
vi di sicurezza e di continuità.
Il provvedimento ha introdotto un sistema di obblighi e di controlli per la rego-
lazione della sicurezza e della continuità del servizio, fissando per il periodo
2002-2003 i livelli nazionali base e di riferimento per ciascuno degli indicato-
ri al riguardo.
Per regolare con sufficiente precisione la sicurezza e la continuità del servizio,
l’Autorità ha scelto il singolo impianto di distribuzione come ambito territoria-
le per il quale calcolare i livelli effettivi di sicurezza e di continuità.
La pubblicazione comparativa dei livelli effettivi e dei punteggi di indicatore
per ogni impianto di distribuzione e per ogni distributore stimola questi ultimi
al miglioramento dei propri livelli effettivi di sicurezza e di continuità.
La regolazione della sicurezza e della continuità del servizio di distribuzione del
gas introduce l’obbligo per ogni distributore di definire procedure operative per
la gestione di emergenze (fuori servizio di cabine di alimentazione della rete, di
interi tratti di rete di media o di bassa pressione ecc.) e di incidenti derivanti
dall’uso del gas distribuito; oltre che di comunicare tempestivamente al
Comitato italiano gas (CIG) ogni emergenza o incidente che lo abbia coinvolto.
Il dispiegamento della regolazione della sicurezza e della continuità è stato
graduale e precisamente:
• per tutte le imprese di distribuzione, a partire dal 2001, sono decorsi gli
obblighi di effettuazione del pronto intervento anche per chiamata relativa
a segnalazione di fuga di gas sull’impianto del cliente;
• per ogni impresa distributrice con più di 5 000 utenti (e per ogni impianto
da essa gestito con più di 1 000 utenti allacciati) dall’1 gennaio 2002 è
decorso l’obbligo di predisporre e mantenere costantemente aggiornato un
registro nel quale riportare i dati riguardanti la sicurezza e la continuità;
• per ogni impresa distributrice con più di 5 000 utenti (e per ogni impianto
da essa gestito con più di 1 000 utenti allacciati):
- dall’1 luglio 2001 è decorso l’obbligo di dotarsi di planimetria aggiorna-
ta;
- dall’1 gennaio 2002 è decorso l’obbligo del rispetto della regolazione
della sicurezza e della continuità.
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287
Entro il 31 dicembre 2003, l’Autorità effettuerà una verifica sulla base dei dati
comunicati dai distributori in attuazione della regolazione. In base a essa,
l’Autorità potrà estendere l’applicazione della regolazione anche ai distributori
che in sede di prima attuazione sono stati esonerati, individuare ulteriori indi-
catori di sicurezza e di continuità del servizio, modificare gli obblighi di servi-
zio o introdurne di nuovi.
I dati sulla qualità tecnica del servizio gas a mezzo di reti urbane a clienti per
usi civili sono pubblicati dall’Autorità a cadenza annuale a partire dai dati
comunicati dagli esercenti il servizio gas.
Il 2001 è stato il primo anno di applicazione delle nuove regole fissate dall’Auto-
rità, con la delibera n. 47/00, per il servizio di pronto intervento. A differenza
della precedente disciplina della Carta dei servizi, vengono definite dall’Autorità
le situazioni di pronto intervento e uno standard generale di tempestività secon-
do il quale l’esercente deve recarsi sul luogo di chiamata. La delibera n. 236/00 ha
introdotto, a partire dal 2002, l’ulteriore obbligo di intervento anche in caso di
segnalazione di dispersioni a valle del punto di consegna.
La tavola 6.9 fornisce il riepilogo generale delle prestazioni di pronto interven-
to per l’anno 2002 relative ai grandi esercenti.
Il 2002 è stato il primo anno di applicazione delle nuove regole fissate
dall’Autorità con la delibera n. 236/00, per le attività di ispezione della rete
interrata di distribuzione (così da individuare le dispersioni di gas), di protezio-
ne catodica delle reti in acciaio e di odorizzazione del gas. Le tavole 6.10 e 6.11
forniscono il riepilogo generale delle attività di ispezione della rete e di localiz-
zazione delle dispersioni per l’anno 2002 relative ai grandi esercenti.
La tavola 6.12 fornisce il riepilogo generale delle attività di protezione catodi-
ca relative ai grandi esercenti per l’anno 2002.
A partire dal 2003 gli esercenti con più di 5 000 clienti finali allacciati hanno
l’obbligo di comunicare all’Autorità, entro il 31 marzo di ogni anno, i dati di
sicurezza e continuità del servizio di distribuzione del gas. Gli esercenti con un
numero di clienti finali allacciati minore o uguale a 5 000 hanno l’obbligo di
invio dei soli dati relativi alle chiamate di pronto intervento. L’Autorità, per
favorire la tempestività nella comunicazione dei dati e facilitare il suo compi-
to di vigilanza, ha predisposto un sistema per l’invio telematico dei dati con
l’accreditamento diretto di ogni esercente tramite Internet.
Inoltre, nel corso del 2002, è stata rivolta particolare attenzione allo sviluppo
delle norme tecniche relative alle attività correlate alla sicurezza e alla conti-
Attività svolta nell’ultimo
anno
Effetti della nuova
regolazione della sicurezza
e della continuità
del servizio di
distribuzione del gas
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289
TAV. 6.9 PRONTO INTERVENTO DEI GRANDI ESERCENTI, ANNO 2002
SOCIETÀ ITALIANA PER IL GAS 4 272 551 62 433 14,6 5 283 1,2 67 716
CAMUZZI GAZOMETRI 928 085 16 276 17,5 1 972 2,1 18 248
AEM DISTRIBUZIONE GAS E CALORE 834 005 21 495 25,8 507 0,6 22 002
HERA 656 691 9 908 15,1 156 0,2 10 064
NAPOLETANA GAS 608 322 11 880 19,5 39 0,1 11 919
ENEL DISTRIBUZIONE GAS 509 300 7 254 14,2 94 0,2 7 348
ITALCOGIM RETI 498 940 7 689 15,4 330 0,7 8 019
AZIENDA ENERGIA E SERVIZI 451 893 9 847 21,8 327 0,7 10 174
AZIENDA MEDITERRANEA GAS E ACQUA 320 138 5 713 17,8 8 0,0 5 721
FIORENTINA GAS 309 775 6 933 22,4 495 1,6 7 428
GEAD 263 273 5 366 20,4 204 0,8 5 570
SICILIANA GAS 193 373 4 014 20,8 414 2,1 4 428
AGAC 192 451 2 675 13,9 134 0,7 2 809
ASM BRESCIA 156 993 1 495 9,5 1 562 9,9 3 057
AGES 155 013 2 007 12,9 198 1,3 2 205
CONSIAG RETI 153 860 1 520 9,9 326 2,1 1 846
ASCOPIAVE 152 652 777 5,1 306 2,0 1 083
AMPS 139 181 2 442 17,5 79 0,6 2 521
SGR RETI 134 786 1 353 10,0 327 2,4 1 680
AZIENDA PADOVA SERVIZI 127 239 865 6,8 160 1,3 1 025
AGSM RETE GAS 126 191 3 004 23,8 669 5,3 3 673
META RETE GAS 120 975 1 166 9,6 194 1,6 1 360
AMG ENERGIA 119 510 5 790 48,4 876 7,3 6 666
COGAS 114 108 30 0,3 1 272 11,1 1 302
ACEGAS 113 444 654 5,8 1 040 9,2 1 694
AZIENDA MUNICIPALE DEL GAS 102 972 1 701 16,5 0 0,0 1 701
TRENTINO SERVIZI 102 512 299 2,9 109 1,1 408
TOTALE 11 858 233 194 586 16,4 17 081 1,4 211 667
N. CLIENTI IMPIANTO A VALLE DEL PUNTO N. TOTALE FINALI DI DISTRIBUZIONE DI CONSEGNA CASI
ESERCENTI CASI N. CASI OGNI CASI N. CASI OGNI 1 000 CLIENTI 1000 CLIENTI
FINALI FINALI
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290
TAV. 6.10 RETE ISPEZIONATA DAI GRANDI ESERCENTI, ANNO 2002
SOCIETÀ ITALIANA PER IL GAS 4 272 551 21 561 8 718 40,4 14 629 6 287 43,0
CAMUZZI GAZOMETRI 928 085 7 999 2 595 32,4 3 412 1 339 39,3
AEM DISTRIBUZIONE GAS E CALORE 834 005 2 405 2 405 100,0 478 478 100,0
HERA 656 691 2 912 1 091 37,4 4 914 1 523 31,0
NAPOLETANA GAS 608 322 3 244 1 172 36,1 715 310 43,3
ENEL DISTRIBUZIONE GAS 509 300 4 956 3 638 73,4 2 813 2 146 76,3
ITALCOGIM RETI 498 940 3 273 1 982 60,5 2 261 2 264 100,1
AZIENDA ENERGIA E SERVIZI 451 893 1 119 298 26,7 171 85 49,5
AZIENDA MEDITERRANEA GAS E ACQUA 320 138 1 201 277 23,1 370 122 33,0
FIORENTINA GAS 309 775 1 166 446 38,2 1 283 567 44,2
GEAD 263 273 2 236 1 761 78,7 3 677 2 550 69,4
SICILIANA GAS 193 373 1 271 313 24,6 726 359 49,4
AGAC 192 451 1 887 887 47,0 1 221 462 37,8
ASM BRESCIA 156 993 1 253 496 39,6 392 316 80,6
AGES 155 013 1 429 968 67,7 660 458 69,4
CONSIAG RETI 153 860 816 188 23,1 367 189 51,4
ASCOPIAVE 152 652 2 230 638 28,6 1 181 431 36,5
AMPS 139 181 574 78 13,6 1 094 134 12,2
SGR RETI 134 786 1 157 357 30,9 1 235 372 30,1
AZIENDA PADOVA SERVIZI 127 239 994 554 55,8 247 175 71,0
AGSM RETE GAS 126 191 810 619 76,4 285 256 89,7
META RETE GAS 120 975 673 195 28,9 532 184 34,6
AMG ENERGIA 119 510 490 437 89,2 190 130 68,2
COGAS 114 108 1 083 328 30,3 853 342 40,1
ACEGAS 113 444 611 490 80,3 117 117 100,0
AZIENDA MUNICIPALE DEL GAS 102 972 310 9 2,9 64 64 100,0
TRENTINO SERVIZI 102 512 985 377 38,2 385 173 44,9
TOTALE 11 858 233 68 648 31 316 45,6 44 272 21 833 49,3
RETE IN BASSA PRESSIONE RETE IN ALTA O MEDIA PRESSIONE
ESERCENTI N. CLIENTI ESTENSIONE RETE LUNGHEZZA RETE % RETE ESTENSIONE LUNGHEZZA RETE % RETE FINALI IN Km ISPEZIONATA ISPEZIONATA IN Km ISPEZIONATA ISPEZIONATA
IN Km IN Km
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
291
TAV. 6.11 INDIVIDUAZIONE DI DISPERSIONI NELLE RETI DEI GRANDI ESERCENTI, ANNO 2002
SOCIETÀ ITALIANA PER IL GAS 36 190 8,5 15 005 2 315 0,15 25 722 0,71
CAMUZZI GAZOMETRI 11 411 12,3 3 934 174 0,04 7 605 0,67
AEM DISTRIBUZIONE GAS E CALORE 2 883 3,5 2 883 1 669 0,58 12 730 4,42
HERA 7 826 11,9 2 613 291 0,11 5 655 0,72
NAPOLETANA GAS 3 959 6,5 1 482 193 0,13 6 589 1,66
ENEL DISTRIBUZIONE GAS 7 770 15,3 5 784 279 0,05 2 019 0,26
ITALCOGIM RETI 5 535 11,1 4 246 117 0,03 2 713 0,49
AZIENDA ENERGIA E SERVIZI 1 290 2,9 383 9 0,02 4 407 3,42
AZIENDA MEDITERRANEA GAS E ACQUA 1 572 4,9 399 406 1,02 4 605 2,93
FIORENTINA GAS 2 449 7,9 1 012 95 0,09 3 211 1,31
GEAD 5 913 22,5 4 311 284 0,07 1 935 0,33
SICILIANA GAS 1 997 10,3 672 9 0,01 2 023 1,01
AGAC 3 108 16,1 1 349 55 0,04 1 256 0,40
ASM BRESCIA 1 645 10,5 812 134 0,16 530 0,32
AGES 2 088 13,5 1 425 48 0,03 544 0,26
CONSIAG RETI 1 183 7,7 377 63 0,17 424 0,36
ASCOPIAVE 3 411 22,3 1 069 3 0,00 248 0,07
AMPS 1 668 12,0 211 35 0,17 1 090 0,65
SGR RETI 2 393 17,8 729 58 0,08 819 0,34
AZIENDA PADOVA SERVIZI 1 241 9,8 730 111 0,15 277 0,22
AGSM RETE GAS 1 096 8,7 875 62 0,07 1 109 1,01
META RETE GAS 1 206 10,0 379 15 0,04 454 0,38
AMG ENERGIA 680 5,7 567 35 0,06 4 228 6,21
COGAS 1 936 17,0 670 57 0,09 1 214 0,63
ACEGAS 727 6,4 607 111 0,18 705 0,97
AZIENDA MUNICIPALE DEL GAS 374 3,6 73 0 0,00 1 015 2,71
TRENTINO SERVIZI 1 370 13,4 549 8 0,01 156 0,11
TOTALE 112 920 9,52 53 149 6 636 0,12 93 283 0,83
NUMERO DISPERSIONI
ESERCENTI ESTENSIONE METRI DI RETE LUNGHEZZA RETE DA RETE PER Km RETE SEGNALATE PER Km DA RETE IN Km PER CLIENTE ISPEZIONATA ISPEZIONATA ISPEZIONATA DA TERZI SEGNALAZIONE
FINALE IN Km DI TERZI
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
292
TAV. 6.12 PROTEZIONE CATODICA DELLE RETI DEI GRANDI ESERCENTI, ANNO 2002
SOCIETÀ ITALIANA PER IL GAS 4 272 551 36 190 30 438 30 436 2 100,0
CAMUZZI GAZOMETRI 928 085 11 411 10 981 10 740 241 97,8
AEM DISTRIBUZIONE GAS E CALORE 834 005 2 883 1 025 572 453 55,8
HERA 656 691 7 826 6 432 6 166 266 95,9
NAPOLETANA GAS 608 322 3 959 3 001 3 001 0 100,0
ENEL DISTRIBUZIONE GAS 509 300 7 770 7 625 7 611 14 99,8
ITALCOGIM RETI 498 940 5 535 5 465 5 447 18 99,7
AZIENDA ENERGIA E SERVIZI 451 893 1 290 519 519 0 99,9
AZIENDA MEDITERRANEA GAS E ACQUA 320 138 1 572 451 49 402 10,9
FIORENTINAGAS 309 775 2 449 1 699 1 613 86 94,9
GEAD 263 273 5 913 5 835 5 787 48 99,2
SICILIANA GAS 193 373 1 997 1 915 1 915 0 100,0
AGAC 192 451 3 108 2 953 2 953 0 100,0
ASM BRESCIA 156 993 1 645 666 398 268 59,8
AGES 155 013 2 088 2 085 878 1 207 42,1
CONSIAG RETI 153 860 1 183 1 032 1 027 5 99,5
ASCOPIAVE 152 652 3 411 3 411 3 411 0 100,0
AMPS 139 181 1 668 1 629 1 322 307 81,2
SGR RETI 134 786 2 393 2 380 2 380 0 100,0
AZIENDA PADOVA SERVIZI 127 239 1 241 77 54 23 69,8
AGSM RETE GAS 126 191 1 096 801 764 37 95,3
META RETE GAS 120 975 1 206 970 970 0 100,0
AMG ENERGIA 119 510 680 191 191 0 99,9
COGAS 114 108 1 936 1 831 1 808 23 98,8
ACEGAS 113 444 727 556 356 200 63,9
AZIENDA MUNICIPALE DEL GAS 102 972 374 372 156 216 41,9
TRENTINO SERVIZI 102 512 1 370 1 339 1 339 0 100,0
TOTALE 11 858 233 112 920 95 679 91 861 3 816 96,0
ESERCENTI N. CLIENTI ESTENSIONE RETE ESTENSIONE ESTENSIONE ESTENSIONE % RETE FINALI IN Km RETE IN RETE IN ACCIAIO RETE IN ACCIAIO IN ACCIAIO CON
ACCIAIO Km CON PROTEZIONE NON PROTETTA PROTEZIONE CATODICA IN Km IN Km CATODICA
nuità del servizio. Su impulso dell’Autorità, l’APCE (Associazione per la prote-
zione dalle corrosioni elettrolitiche) e l’ATIG (Associazione tecnica italiana del
gas) – in collaborazione con il CIG – hanno redatto le Linee guida necessarie
all’applicazione della delibera n. 236/00, ai sensi dell’art. 28 della stessa.
Le raccomandazioni contenute nelle Linee guida rappresentano i requisiti mini-
mi essenziali per l’effettuazione delle attività trattate dalla delibera riguardo
agli aspetti di sicurezza e continuità del servizio di distribuzione del gas non
coperti o non ancora sufficientemente regolati da norme tecniche nazionali o
europee. Le Linee guida saranno periodicamente riviste e aggiornate per tene-
re conto dell’evoluzione tecnica e normativa nel loro campo di applicazione.
Nuova regolazione della sicurezza degli impianti di utenza gas
L’Autorità ha da sempre attribuito grande importanza alla sicurezza nell’uso del
gas a valle del punto di consegna. A tal fine ha provveduto a emanare una serie
di disposizioni finalizzate a promuovere la sicurezza degli impianti.
Particolarmente rilevanti sono state le regole introdotte nel corso dell’anno
2000 dalla delibera n. 47/00, relativa alla qualità commerciale dei servizi di
distribuzione e vendita del gas, e dalla delibera n. 236/00, relativa alla regola-
zione della sicurezza e della continuità del servizio di distribuzione del gas.
Fondamentali per la sicurezza a valle del punto di consegna del gas sono gli
obblighi in capo ai distributori per quanto riguarda il controllo dell’odorizza-
zione del gas fornito e il servizio di pronto intervento, che deve essere effet-
tuato dal distributore anche nel caso di chiamata per segnalazione di fughe di
gas a valle del contatore; tali disposizioni assegnano ai distributori un ruolo
diretto nella sicurezza degli impianti di utenza gas, con l’obbligo di sospensio-
ne della fornitura in presenza di dispersioni localizzate a valle del punto di
consegna.
Anche nella definizione della nuova metodologia tariffaria per i servizi di distri-
buzione e fornitura del gas, introdotta con la delibera 28 dicembre 2000, n.
237, l’Autorità ha previsto un meccanismo transitorio per la promozione della
sicurezza degli impianti di utenza a gas. Con la successiva delibera 18 aprile
2002, n. 64, sono state precisate le norme di dettaglio per il riconoscimento dei
costi sostenuti dalle imprese di distribuzione del gas per la promozione della
sicurezza degli impianti dei clienti finali. In tal modo i distributori sono stati
incentivati ad attuare specifiche iniziative al riguardo (per esempio, verifiche
volontarie degli impianti di utenza, corsi di formazione per operatori del set-
tore, campagne informative ai clienti finali sulla sicurezza post contatore).
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
293
In attuazione dell’art. 16, comma 5, del decreto legislativo 23 maggio 2000, n.
164, e del compito attribuito dalla legge istitutiva di tutela in eguale misura
dei clienti finali anche sotto il profilo della sicurezza, l’Autorità ha pubblicato,
nel giugno 2002, il Documento per la consultazione Regolazione delle attività
di accertamento della sicurezza degli impianti di utenza a gas.
In esso, l’Autorità ha proposto di individuare, come impianto di utenza, tutto
quello a valle del punto di consegna del gas (inclusi i sistemi di aerazione, ven-
tilazione e scarico dei fumi, con esclusione delle apparecchiature) e di suddivi-
dere gli impianti di utenza in tre gruppi:
• impianti di utenza in servizio o esistenti;
• impianti di utenza modificati;
• impianti di utenza nuovi.
Il regolamento proposto stabilisce che il distributore controlli, tramite personale tec-
nico, dipendente o esterno, la documentazione prevista dalla legislazione e dalla
normativa vigenti in tema di sicurezza, provvedendo a un accertamento diretto sul-
l’impianto di utenza solo nel caso di documentazione incompleta o incoerente.
Il Documento pone molta attenzione agli aspetti legati alla tutela della con-
correnza: sono stati pertanto previsti requisiti soggettivi di incompatibilità per
gli accertatori sul singolo impianto, ipotizzando, per esempio, che il controllo
non possa essere effettuato dal progettista o da chi lo ha realizzato.
Per quanto riguarda la copertura dei costi, l’Autorità ha proposto un meccani-
smo che incentiva comportamenti virtuosi da parte dei clienti finali attraverso:
• il riconoscimento in tariffa dei costi degli accertamenti per i quali risulti
completa la documentazione fornita;
• l’addebito diretto al cliente finale che viceversa ha fornito una documenta-
zione incompleta o incoerente.
L’Autorità ha previsto, sulla base dei dati disponibili e dopo la piena attuazione
della nuova regolazione, un’incidenza media annua per cliente finale non supe-
riore a 4 euro.
La proposta della nuova regolazione della sicurezza degli impianti di utenza a gas
prevede tempi che assicurino una adeguata gradualità per tutti i soggetti interes-
sati: i distributori, gli installatori, i clienti finali. In particolare, a partire dalla data
di pubblicazione del provvedimento da parte dell’Autorità, si ipotizzano:
• 60 giorni per l’avvio degli accertamenti degli impianti nuovi;
• 180 giorni per l’avvio degli accertamenti degli impianti modificati;
• 365 giorni per l’avvio degli accertamenti degli impianti esistenti, con una
periodicità di controllo compresa tra 8 e 12 anni.
Attività svolta nell’ultimo
anno
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
294
L’Autorità è intervenuta anche riguardo alla copertura assicurativa, a favore dei
clienti finali civili, per i rischi derivanti dall’uso del gas. A fronte della disponi-
bilità manifestata da Eni S.p.A., se pure in via transitoria e per il solo anno
2003, di rinnovare l’assicurazione stipulata a partire dal 1991 dalla società Snam
S.p.A. a favore dei clienti finali del gas naturale allacciati a reti di distribuzione
urbana (con l’esclusione di industrie e complessi ospedalieri rispettivamente con
consumi superiori a 200 000 e 300 000 m3 annui e dei consumatori per auto-
trazione) e in scadenza, l’Autorità ha provveduto con delibera 13 marzo 2003,
n. 21, alla copertura dei relativi costi sostenuti dalla Stogit S.p.A.
Con delibera 30 aprile 2003, n. 47, l’Autorità ha avviato il procedimento per
individuare il meccanismo assicurativo più idoneo per raggiungere in modo sta-
bile e definitivo gli obiettivi che si propone la vigente polizza assicurativa; que-
sto tenendo conto dell’esigenza di una polizza che si applichi a tutti i clienti
finali per usi civili, a prescindere dalle modalità e condizioni di fornitura del
gas. Tale soluzione sarà focalizzata con il contributo di tutti i soggetti inte-
ressati e operanti nel settore del gas.
Rilevazione sistematica della soddisfazione delle famiglie
Nel corso degli anni 1998-2002 l’Istat ha rivolto per conto dell’Autorità, all’in-
terno dell’indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, a un
campione costituito da oltre 20 000 famiglie rappresentative di tutte le regioni
d’Italia, specifici quesiti volti a rilevare la soddisfazione degli utenti e l’efficacia
dei servizi nei settori dell’energia elettrica e del gas.
Il livello generale di soddisfazione dell’utenza dei due servizi è complessivamen-
te buono; all’interno di un grado di soddisfazione mediamente alto si evidenzia-
no situazioni differenziate sotto il profilo geografico (Tav. 6.13 e Tav. 6.14).
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
295
TAV. 6.13 SODDISFAZIONE COMPLESSIVA PER IL SERVIZIO ELETTRICO
Percentuali ottenute dai giudizi "molto soddisfatto" e "abbastanza soddisfatto”
Nord Ovest 94,6 94,5 94,1 94,5
Nord Est 93,1 94,1 92,0 94,3
Centro 89,4 91,3 89,6 91,1
Sud 86,4 88,1 88,7 89,2
Isole 83,7 83,9 84,5 84,5
Italia 90,3 91,2 90,6 91,7
1998 1999 2000 2001
Fonte: Istat, Indagine multiscopo, anni 1998-2001.
Interventi in tema di misura del gas per i clienti finali
L’art. 18, comma 5, del decreto legislativo n. 164/00, ha introdotto novità rile-
vanti in tema di misura del gas per i clienti finali:
• a partire dall’1 luglio 2002, impone la misura oraria del gas ai clienti con
consumo annuo superiore a 200 000 Sm3;
• affida all’Autorità la potestà di:
- prorogare tale termine su istanza di imprese di trasporto o di distribuzione;
- estendere tale obbligo al di sotto della soglia dei 200 000 Sm3 ad altre
tipologie di clienti.
L’obbligo della misura oraria del gas costituisce un processo complesso che
vede coinvolti e in alcuni casi contrapposti i seguenti soggetti:
• imprese di trasporto;
• imprese di distribuzione;
• costruttori dei misuratori;
• costruttori dei convertitori;
• costruttori dei data logger;
• venditori grossisti;
• venditori al dettaglio;
• clienti finali.
L’introduzione della misura oraria, importante per lo sviluppo della concorren-
za, richiede innanzitutto la definizione di aspetti specialistici tecnici relativi ai
misuratori e di sistema, da una parte standardizzati e dall’altra specifici a secon-
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
296
TAV. 6.14 SODDISFAZIONE COMPLESSIVA PER IL SERVIZIO GAS
Percentuali ottenute dai giudizi "molto soddisfatto" e "abbastanza soddisfatto”
Nord Ovest 95,0 95,0 94,6 94,7
Nord Est 94,5 94,7 94,0 94,5
Centro 94,5 95,7 94,9 94,3
Sud 94,5 95,1 94,9 96,0
Isole 89,8 95,6 91,5 96,3
Italia 94,5 95,2 94,5 94,9
1998 1999 2000 2001
Fonte: Istat, Indagine multiscopo, anni 1998-2001.
da delle esigenze di tutti i soggetti interessati. Tali attività, stante la loro mol-
teplicità e complessità, necessitano in genere di tempi di definizione non brevi.
A seguito di una ricognizione che ha consentito di verificare la mancata defi-
nizione di tali aspetti, l’Autorità con la delibera 11 luglio 2002, n. 130, ha dif-
ferito di 18 mesi l’avvio della misura oraria del gas.
LA TUTELA DEI CONSUMATORI NEL SETTORE DELL’ENERGIA ELETTRICA E DEL GAS
La legge istitutiva n. 481/95 ha assegnato all’Autorità la promozione della
tutela degli interessi di utenti e consumatori, nel quadro degli obiettivi di poli-
tica generale formulati dal Governo e dal Parlamento.
L’attività svolta dall’Autorità in questo ambito nel corso dei sei anni trascorsi
dalla sua istituzione ha seguito 5 direzioni principali:
• verifica dei reclami, delle istanze e delle segnalazioni provenienti da utenti
singoli o associati;
• nuova regolazione delle condizioni di fornitura per i servizi di distribuzione
e vendita dell’energia elettrica e del gas;
• diffusione delle informazioni inerenti le condizioni di svolgimento dei ser-
vizi mirata al miglioramento degli standard di trasparenza e alla riduzione
dell’asimmetria informativa tra consumatori ed esercenti;
• coinvolgimento delle associazioni dei consumatori nei settori regolati attra-
verso la partecipazione alle audizioni periodiche, al processo di consultazio-
ne finalizzato all’emanazione di provvedimenti generali, nonché alla defini-
zione di un protocollo d’intesa con il CNCU;
• individuazione delle modalità di promozione del ricorso degli utenti alla
risoluzione stragiudiziale delle controversie.
La valutazione dei reclami, delle istanze e delle segnalazioni
Dalla sua istituzione a oggi l’Autorità ha ricevuto un numero crescente di recla-
mi, richieste di informazione e segnalazioni relative ai settori dell’energia elet-
trica e del gas, da parte sia dei consumatori sia delle loro associazioni. Da un
totale complessivo di circa 200 comunicazioni inviate nel periodo 1998-1999 si
è giunti alle oltre 700 nell’anno 2002-2003 (Tav. 6.15). Come si evince dalla
tavola, sostanzialmente costante nel tempo rimane invece il rapporto tra il
numero di reclami, segnalazioni e richieste di informazioni riguardanti il servi-
zio di distribuzione e vendita di energia elettrica e quello relativo al servizio di
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
297
distribuzione e vendita del gas. Tale rapporto trova origine innanzitutto nel
differente numero di clienti dei servizi (coloro che usufruiscono del servizio del
gas sono quasi la metà degli utenti del servizio elettrico) e inoltre nella mag-
giore percepibilità da parte dei clienti elettrici di alcuni disservizi di carattere
tecnico (discontinuità del servizio, sbalzi di tensione ecc.).
Nel settore elettrico l’attività di valutazione dei reclami, focalizzata inizial-
mente su questioni tariffarie, si è negli ultimi anni progressivamente estesa a
problemi relativi alla continuità del servizio e alle modalità di fatturazione, con
specifico riguardo alla ricostruzione dei consumi a seguito del malfunziona-
mento del misuratore. Nell’ambito del settore gas la valutazione dei reclami,
delle richieste di informazioni e delle segnalazioni si è invece concentrata, sep-
pure in percentuali diverse nel corso degli anni, sulle problematiche inerenti la
fatturazione, gli allacciamenti e i contratti.
Al netto dei reclami tariffari (non trattati in questo capitolo) tra l’1 maggio
2002 e il 30 aprile 2003 sono state trasmesse all’Autorità 718 comunicazioni,
di cui l’83 per cento è rappresentato da reclami, mentre l’11 per cento è costi-
tuito da richieste di informazione e il 6 per cento da segnalazioni.
Il 67,96 per cento delle comunicazioni ha riguardato il settore elettrico con par-
ticolare riferimento alle interruzioni della fornitura (30 per cento), alle proble-
matiche legate alla fatturazione (21 per cento), a difficoltà riscontrate al momen-
to dell’allacciamento alla rete di distribuzione (16 per cento), all’interpretazione
di clausole contrattuali (9,3 per cento), a questioni attinenti alla qualità della
fornitura e alla qualità commerciale (6,5 per cento), nonché alle contestazioni in
merito al corretto funzionamento dei gruppi di misura (6,3 per cento).
Crescente risulta essere l’attenzione posta dai clienti alla qualità del servizio
offerto, con particolare riguardo sia alla componente strategica della continuità
sia all’aspetto della qualità commerciale, legata al rispetto da parte degli eser-
centi degli standard specifici e generali di qualità fissati dall’Autorità.
Per quanto concerne il settore del gas, i reclami hanno rappresentato il 75,66
per cento dei casi, le richieste di informazione il 18,69 per cento e le segnala-
zioni il 5,65 per cento. Gli argomenti che sono stati oggetto di approfondi-
mento riguardano principalmente l’interpretazione dei contratti (28 per cento),
le problematiche relative alla fatturazione (27 per cento) e agli allacciamenti
(21 per cento), la trasparenza delle bollette (8,6 per cento), nonché la qualità
della fornitura e la qualità commerciale. Infine, il contenzioso relativo alla deli-
bera 18 ottobre 2001, n. 229 (si veda in proposito il paragrafo successivo), ha
particolarmente inciso sulle richieste di informazione pervenute nell’ultimo
anno sia attraverso la posta elettronica sia attraverso il telefono.
Attività svolta
nell’ultimo anno
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
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299
TAV. 6.15 RECLAMI, RICHIESTE DI INFORMAZIONI E SEGNALAZIONI RICEVUTE DALL’AUTORITÀ NEL PERIODO MAGGIO 1999 – APRILE 2003
RECLAMI RICHIESTE DI SEGNALAZIONIINFORMAZIONE
1999-2000Totale 221 79 23Elettrici 155 48 14Gas 66 31 9
2000-2001Totale 375 124 38Elettrici 270 85 32Gas 105 39 6
2001-2002Totale 449 77 45Elettrici 323 36 30Gas 126 41 15
2002-2003Totale 596 79 43Elettrici 422 36 30Gas 174 43 13
TAV. 6.16 PRINCIPALI ARGOMENTI OGGETTO DEI RECLAMI, DELLE SEGNALAZIONI E DELLE RICHIESTE DI INFORMAZIONI RICEVUTI DALL’AUTORITÀ NEL PERIODO MAGGIO 2002 – APRILE 2003
ENERGIA ELETTRICAInterruzioni 131 30,0Fatturazione 86 21,0Allacciamenti 70 16,0Contratti 40 9,3Qualità commerciale e qualità fornitura 28 6,5Contatori 27 6,3Tariffe 19 4,4Bollette 16 3,7Call center 12 2,8
GASContratti 58 28,0Fatturazione 57 27,0Allacciamenti 43 21,0Bollette 18 8,6Qualità commerciale e qualità fornitura 12 5,7Tariffe 6 2,6Contatori 6 2,6Call center 5 2,3Imposte 4 2,2
ARGOMENTI OGGETTO DI RECLAMO TOTALE CASI TOTALE CASInumero %
Condizioni contrattuali di fornitura dell’energia elettrica e del gas
L’attività di valutazione di reclami, istanze e segnalazioni dei consumatori e
degli utenti è funzionale a interventi di natura regolamentare e in particolare
all’emanazione di direttive volte a modificare le condizioni generali del rappor-
to di utenza.
Nel corso del primo triennio di attività l’Autorità ha rilevato sia nel settore elet-
trico sia in quello del gas una scarsa equità nei rapporti contrattuali tra clien-
te ed esercente, determinata dalla mancanza di una specifica regolamentazio-
ne (sia civilistica sia amministrativa) in materia e dallo squilibrio tra le posizio-
ni dei contraenti. Le analisi condotte dall’Autorità hanno evidenziato che il
rapporto tra consumatore ed esercente era disciplinato esclusivamente da un
contratto di somministrazione predisposto unilateralmente dall’esercente e da
numerose prassi non codificate in clausole contrattuali, soggette a una totale
discrezionalità da parte dell’esercente stesso.
In un quadro comune di disomogeneità è necessario però sottolineare le diffe-
renze che contraddistinguono i due ambiti. Il settore gas è infatti caratterizza-
to dalla presenza di un elevato numero di esercenti e da un contesto istituzio-
nale di riferimento più articolato e complesso rispetto a quello elettrico, date
la titolarità delle attività di distribuzione e di vendita in capo all’ente locale e
la grande varietà di condizioni di fornitura che questo ha comportato. Giova
rammentare che, dall’1 gennaio 2003, come stabilito dal decreto legislativo n.
164/00, l’ente locale è titolare della sola attività di distribuzione.
Per ovviare alla evidenziata sperequazione contrattuale, l’Autorità ha emanato
per il settore elettrico la delibera 28 dicembre 1999, n. 200, che definisce i
requisiti contrattuali minimi garantiti a tutti i clienti vincolati, lasciando liberi
gli esercenti di offrire condizioni di fornitura migliorative rispetto a quelle
regolamentate.
Tra le novità introdotte si citano le procedure e i vincoli atti a regolare e limi-
tare i casi in cui l’esercente può operare il distacco della fornitura; l’eliminazio-
ne dell’anticipo sulla fornitura e l’introduzione di un obbligo in capo all’eser-
cente, che decida di richiederlo, di remunerare il deposito cauzionale; la defini-
zione di una procedura per la ricostruzione dei consumi in caso di accertato
malfunzionamento del gruppo di misura; la possibilità per il cliente di ottenere
la rateizzazione di fatture di conguaglio particolarmente onerose; la periodicità
di lettura del misuratore; la periodicità e le modalità di fatturazione.
Analogamente, l’Autorità, con delibera n. 229/01, ha disciplinato le condizioni
contrattuali del servizio di vendita del gas ai clienti finali in un contesto giu-
ridico caratterizzato da una più rapida accelerazione del processo di liberaliz-
zazione: infatti, a partire dall’1 gennaio 2003, tutti i clienti finali del servizio
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
300
gas sono riconosciuti quali clienti idonei e, a decorrere dalla stessa data, l’at-
tività di vendita è completamente liberalizzata.
Avverso tale provvedimento alcuni esercenti e associazioni di categoria hanno
presentato ricorso dinnanzi al Tribunale amministrativo regionale (TAR) per la
Lombardia, che ha pronunciato una sentenza di accoglimento parziale delle
doglianze presentate limitatamente a due disposizioni di dettaglio, lasciando
sostanzialmente integro l’impianto della delibera. Pertanto, dal 19 dicembre
2002, data del deposito della sentenza, anche i clienti del mercato del gas pos-
sono godere di adeguate misure di tutela tali da garantire loro la possibilità di
cogliere i benefici della concorrenza.
In considerazione dunque delle caratteristiche peculiari del settore gas e al fine
di determinare un livello minimo di tutela anche nel mercato liberalizzato, il
citato provvedimento prevede che le condizioni contrattuali di garanzia indivi-
duate dall’Autorità debbano essere offerte in modo trasparente a tutti i clien-
ti, ai quali l’esercente può offrire in alternativa anche condizioni differenti, che
il cliente medesimo può scegliere o negoziare.
In vista della totale apertura del mercato del gas, l’Autorità ha adottato un
ulteriore provvedimento a tutela dei consumatori. Considerata, infatti, l’impos-
sibilità di prevedere l’immediato imporsi di condizioni concorrenziali,
l’Autorità, con delibera 12 dicembre 2002, n. 207, ha stabilito che le società di
vendita del gas dovranno obbligatoriamente continuare ad applicare ai clienti
finali, che alla data del 31 dicembre 2002 si trovavano nella condizione di
cliente non idoneo, e ai clienti finali già idonei alla stessa data che non hanno
però esercitato la capacità di stipulare contratti connessa con tale requisito, le
condizioni di fornitura praticate alla medesima data, ferma restando altresì
l’applicazione delle delibere n. 47/00, n. 184/01 e n. 229/01. Va sottolineato
che l’impatto della delibera n. 207/02 sulla delibera n. 229/01 ha comportato
l’introduzione automatica delle condizioni contrattuali previste dalla delibera
n. 229/01, in tutti i contratti in essere al 31 dicembre 2002 riguardanti clienti
nella condizione sopra illustrata.
La delibera n. 207/02 ha altresì introdotto nuovi termini per il recesso per i
clienti che alla data del 31 dicembre si trovavano nella condizione di clienti non
idonei, riducendo da 90 a 30 giorni i termini per il preavviso, così come fissa-
ti dalla delibera n. 184/01.
In materia di condizioni contrattuali del servizio di vendita del gas ai clienti
finali, con delibera 1 aprile 2003, n. 29, l’Autorità ha adeguato le disposizioni
della delibera n. 229/01, censurate dalla sentenza TAR citata nel paragrafo pre-
cedente, al dispositivo della sentenza stessa. È stata così imposta all’esercente,
Attività svolta
nell’ultimo anno
6 . O B B L I G H I D I S E R V I Z I O P U B B L I C O , Q U A L I T À E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I
301
in caso di mancata lettura del misuratore, la corresponsione di un indennizzo
automatico determinato in misura fissa, raddoppiandone l’importo per ciascu-
na mancata lettura consecutiva. Superando una contraddizione emersa in sede
giudiziaria, l’Autorità ha inoltre previsto che solo i clienti dotati di misuratori
accessibili, a prescindere dalla classe di consumo di appartenenza, devono rice-
vere bollette di conguaglio fondate sui consumi effettivi. La delibera n. 29/03
ha anche fissato i nuovi termini di applicazione delle condizioni contrattuali
previste dal provvedimento n. 229/01.
Informazione di consumatori e utenti
Tra le finalità istituzionali dell’Autorità rientra la garanzia della più ampia pub-
blicità delle condizioni di svolgimento dei servizi e della diffusione della cono-
scenza, al fine di assicurare la trasparenza, la concorrenza e la possibilità di
scelta degli utenti. Conoscere esattamente le caratteristiche del servizio e i
costi a esso associati significa, infatti, poter confrontare e scegliere consape-
volmente tra offerte diverse, ponendo al contempo le basi per un maggior svi-
luppo del mercato nel rispetto dei diritti dei consumatori.
Nell’ambito di questa funzione gli strumenti a disposizione dell’Autorità sono
essenzialmente direttive generali, che impongono sia requisiti di trasparenza
alle bollette e ai contratti, sia norme di comportamento agli esercenti, finaliz-
zate a garantire al cliente la necessaria correttezza in tutte le fasi del rappor-
to contrattuale e la diffusione dell’informazione attraverso strumenti istituzio-
nali di comunicazione.
Trasparenza delle bollette
Gli interventi dell’Autorità per assicurare la trasparenza delle bollette di fattu-
razione dei consumi di gas ed elettricità sono confluiti nell’adozione della deli-
bera 14 aprile 1999, n. 42, relativa al gas naturale distribuito a mezzo di reti
urbane e nell’emanazione della delibera 16 marzo 2000, n. 55, relativa alle bol-
lette del servizio di distribuzione e vendita dell’energia elettrica.
Con tali provvedimenti l’Autorità ha inteso razionalizzare e semplificare i docu-
menti di fatturazione attraverso l’imposizione di requisiti minimi, comuni e
inderogabili per tutti gli esercenti, che riguardano sia il contenuto sia la forma
della comunicazione, integrando, là dove presenti, le precedenti delibere del
Comitato interministeriale dei prezzi (CIP). Le delibere prevedono che, oltre alle
informazioni relative ai consumi e ai corrispettivi fatturati, siano fornite indica-
zioni che riguardano taluni aspetti del rapporto contrattuale in essere quali, per
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302
esempio, le conseguenze e le garanzie per i clienti al verificarsi di situazioni di
morosità. In particolare, il provvedimento n. 55/00 stabilisce che l’esercente for-
nisca al cliente dettagliate informazioni sulle opzioni tariffarie applicate.
Codici di condotta commerciale
Al fine di tutelare i clienti nel rapporto con l’esercente, l’Autorità ha altresì
ritenuto necessario imporre alle imprese elettriche la predisposizione di un
Codice di condotta commerciale, inteso quale strumento idoneo a garantire
un’informazione trasparente e corretta nell’offerta delle condizioni economi-
che. L’esercente dunque, attraverso l’adozione del Codice di condotta commer-
ciale, si assume precisi impegni di informazione nei confronti della propria
clientela, garantendo la disponibilità degli elementi necessari per analizzare
correttamente le caratteristiche delle diverse offerte economiche e la possibilità
di scegliere l’opzione tariffaria più vantaggiosa in rapporto alle proprie esigen-
ze di consumo.
Al fine di evitare che si creassero disparità di trattamento tra i clienti elettrici
serviti dagli esercenti i cui Codici di condotta commerciale sono stati sottopo-
sti all’approvazione dell’Autorità e tutti gli altri, l’Autorità ha ritenuto di deli-
neare un Codice di condotta commerciale per gli esercenti che non avevano
adempiuto spontaneamente all’obbligo di presentazione.
A differenza di quanto attuato per il settore elettrico, l’Autorità è intervenuta nel
settore gas con la delibera n. 237/00, imponendo a tutti gli esercenti l’adozione
di un Codice di condotta commerciale comune, identico nel contenuto a quello
delineato per gli esercenti elettrici che non l’avevano volontariamente presenta-
to per l’approvazione. Tale scelta è stata determinata dalla particolare configu-
razione del settore del gas, caratterizzato dalla presenza di oltre 750 distributo-
ri, alcuni dei quali di modeste dimensioni, a fronte della necessità di garantire ai
clienti condizioni omogenee di informazione e trasparenza.
Gli obblighi imposti dal Codice di condotta commerciale previsto dalla delibe-
ra n. 237/00 in materia di informazione e supporto dei clienti restano in vigo-
re nei confronti delle sole aziende distributrici anche a seguito della completa
liberalizzazione del mercato della vendita del gas.
Informazione
Affinché l’ampia e repentina liberalizzazione del mercato del gas disegnata dal
decreto legislativo n. 164/00 abbia effetti positivi sui consumatori finali, inclu-
si coloro che utilizzano il gas per attività diverse da quelle produttive (clienti
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303
domestici), l’Autorità ha ritenuto opportuno fornire agli utenti una serie di
informazioni pratiche sul nuovo assetto del settore e sui rapporti che legano il
consumatore e il fornitore, con particolare riguardo alla figura del venditore e
alla possibilità, riconosciuta al cliente, di scegliere il venditore in grado di
offrire le proposte più vantaggiose. Tali informazioni, presentate in forma di
risposta a domande frequenti (FAQ – Frequently Asked Questions), sono state
pubblicate nei primi mesi dell’anno 2003 sul sito Internet dell’Autorità.
Con lo stesso obiettivo di diffusione della conoscenza dei nuovi diritti dei con-
sumatori, l’Autorità ha provveduto a mettere a punto progressivamente schede
informative con i contenuti dei diversi provvedimenti adottati in materia di
tariffe, continuità del servizio, condizioni contrattuali, anch’esse pubblicate sul
suo sito Internet e diffuse alle associazioni dei consumatori.
Il coinvolgimento delle associazioni dei consumatori
La promozione della tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti si basa
anche su misure di partecipazione che prevedono un coinvolgimento diretto e
indiretto delle associazioni dei consumatori nel processo di regolazione, attra-
verso consultazioni, rilevazioni della soddisfazione degli utenti e dell’efficacia
dei servizi, collaborazione per la diffusione di conoscenze in merito ai settori
regolati. Tale coinvolgimento non solo accresce l’efficacia del processo decisio-
nale dell’Autorità e la rispondenza al mandato attribuitole dalla legge istituti-
va, ma favorisce un passaggio più equilibrato, sotto il profilo sociale, verso la
completa liberalizzazione dei servizi di pubblica utilità.
In un sistema di mercato dominato da strutture monopolistiche si è andata
consolidando la figura dell’utente dei servizi di pubblica utilità quale soggetto
passivo privo di reali strumenti di contrattazione, incapace dunque di incidere
in maniera efficace sulle modalità di fornitura dei servizi. Questo limitato pote-
re contrattuale non ha, d’altra parte, contribuito a stimolare il miglioramento
dell’efficienza e della qualità delle imprese. L’Autorità ricerca, quindi, nel
rispetto dei relativi ruoli istituzionali, la collaborazione partecipe dei consuma-
tori e dei loro organismi rappresentativi chiamati, attraverso la consultazione,
a dare un fattivo contributo all’attività di regolazione.
Con la sottoscrizione del Protocollo d’intesa con il CNCU il 17 ottobre 2001,
l’Autorità ha inoltre posto le basi per la realizzazione di iniziative congiunte
con l’obiettivo sia di promuovere l’informazione dei consumatori sui diritti e
sulle garanzie di cui godono in qualità di clienti dei servizi elettrico e gas, sia
di valorizzare l’esperienza e le iniziative delle associazioni dei consumatori nei
settori regolati.
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304
Il Protocollo d’intesa, oltre a confermare gli impegni assunti dall’Autorità in
materia di consultazione e di ragguaglio delle associazioni dei consumatori,
prevede lo sviluppo di iniziative nel campo dell’informazione, rivolte sia ai con-
sumatori sia agli operatori delle associazioni che lavorano a contatto col pub-
blico, la valorizzazione delle attività di monitoraggio dei servizi svolte dalle
associazioni e la possibilità di sperimentare forme stragiudiziali di risoluzione
delle controversie.
Il Protocollo affida il compito di progettare e sviluppare queste iniziative a un
gruppo di lavoro congiunto fra Autorità e CNCU. Nel corso dell’anno 2002 il
gruppo di lavoro ha elaborato gli schemi di progetto relativi alla realizzazione
di un programma formativo rivolto agli operatori delle associazioni e di una
campagna di informazione rivolta ai consumatori.
Per quanto riguarda l’attività di formazione, si è previsto un corso dedicato alla
preparazione degli operatori delle associazioni, ai quali saranno forniti gli stru-
menti necessari per la trasmissione delle conoscenze acquisite al personale delle
stesse associazioni posto a diretto contatto con i consumatori.
Il gruppo di lavoro ha inoltre proposto che la campagna informativa volta a
diffondere la conoscenza dei diritti e delle garanzie riconosciute ai clienti elet-
trici e gas sia realizzata mediante il finanziamento di uno o più progetti pre-
sentati dalle associazioni di consumatori e selezionati mediante un bando di
gara. Si ritiene infatti che le associazioni siano i soggetti più adatti a elabora-
re contenuti informativi efficaci e adeguati alle esigenze dei clienti. La propo-
sta prevede due tipi di strumenti informativi: schede sintetiche per la diffusio-
ne di informazioni e indicazioni pratiche sugli aspetti fondamentali del rap-
porto di utenza, quaderni volti a fornire informazioni più approfondite sui temi
più complessi.
Strumenti stragiudiziali di risoluzione delle controversie: la conciliazione
La legge n. 481/95 dispone, all’art. 2, comma 24, lettera b), che l’Autorità, a
seguito dell’emanazione da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri di
un apposito regolamento, gestisca procedure di conciliazione e di arbitrato, le
quali possono essere rimesse in prima istanza alle commissioni conciliative e
arbitrali delle Camere di commercio. A tutt’oggi il regolamento non è stato
ancora emanato, pertanto l’attività istituzionale relativa alle procedure conci-
liative e arbitrali non risulta di possibile attuazione.
L’attività svolta dall’Autorità nel corso dei sei anni trascorsi dalla sua istituzio-
Attività svolta
nell’ultimo anno
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305
ne a tutela dei clienti finali del mercato elettrico e del gas ha posto le condi-
zioni per sviluppare azioni anche nel campo della risoluzione dei conflitti.
Queste, nelle more della promulgazione del regolamento, potranno essere di
tipo sperimentale e non istituzionale.
In particolare, le garanzie fornite a tutti i clienti finali dei settori regolati attra-
verso l’emanazione di condizioni contrattuali minime e inderogabili e la defi-
nizione di una qualità minima del servizio, unitamente alla previsione di inden-
nizzi automatici in caso di mancato rispetto dei livelli specifici di qualità pre-
determinati hanno riequilibrato, almeno in parte, la sperequazione contrattua-
le esistente tra esercente e cliente finale.
Tuttavia l’elaborazione di regole contrattuali certe e trasparenti non esaurisce
le controversie, così come la corresponsione di indennizzi automatici non eli-
mina la necessità di definire ulteriori danni. La modifica del quadro di riferi-
mento, caratterizzato dalla liberalizzazione del mercato, con l’ingresso di nuovi
soggetti esercenti, dal coinvolgimento di clienti di minori dimensioni, dall’in-
troduzione di diritti certi e dalla conseguente crescita della consapevolezza da
parte dei clienti finali dell’acquisizione di tali diritti, favorisce dunque la spe-
rimentazione di forme conciliative, le cui procedure sono da individuare tenen-
do in considerazione le specifiche esigenze del consumatore.
L’EFFICIENZA ENERGETICA NEGLI USI F INALI , IL RISPARMIO ENERGETICO E LOSVILUPPO DI FONTI RINNOVABILI
Le finalità di natura sociale, di tutela ambientale e di uso efficiente delle risorse
costituiscono obiettivi di carattere generale dell’azione dell’Autorità ai sensi del-
l’art. 1, comma 1, della legge istitutiva, che le ha assegnato compiti e funzioni.
Durante i primi anni di attività dell’Autorità, il perseguimento di questi obiet-
tivi ha pertanto costituito un tema di natura trasversale nella predisposizione
dei principali provvedimenti di regolazione nel settore dell’energia elettrica e
del gas, primi fra tutti quelli di riforma dell’ordinamento tariffario precedente-
mente in vigore.
Nella primavera 2001 il Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigiana-
to (oggi Ministro delle attività produttive) di concerto con il Ministro dell’am-
biente ha emanato i decreti ministeriali 24 aprile 2001, pubblicati nel
Supplemento ordinario n. 125 alla Gazzetta Ufficiale, Serie generale, n. 117 del
22 maggio 2001; essi hanno profondamente riformato il quadro normativo
nazionale di promozione dell’efficienza e del risparmio energetico, introducen-
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306
do un sistema ambizioso e molto innovativo anche nel panorama internaziona-
le e assegnando all’Autorità nuove e complesse funzioni sia di regolazione, sia
di gestione del nuovo meccanismo normativo.
I principali elementi di novità immessi dal legislatore sono così riassumibili:
• introduzione di una logica di mercato in sostituzione di interventi di tipo
dirigistico che poco si adattano a un contesto di mercato liberalizzato in cui
i servizi di fornitura dell’energia elettrica e del gas sono offerti da una plu-
ralità di soggetti in concorrenza tra loro;
• ambito di applicazione esteso a una vastissima gamma di tipologie di inter-
venti e usi energetici;
• coinvolgimento di un ampio numero di soggetti;
• integrazione di strumenti tariffari e previsione di sanzioni amministrative.
I decreti ministeriali 24 aprile 2001 e il ruolo assegnato all’Autorità
I decreti ministeriali 24 aprile 2001 hanno dato attuazione a quanto stabilito,
in materia di promozione dell’efficienza e del risparmio energetico, dai decreti
legislativi 16 marzo 1999, n. 79 e n. 164/001. Essi hanno definito, per il perio-
do 2002-2006, obiettivi annuali di risparmio di energia primaria a carico dei
distributori che servivano più di 100 000 clienti finali alla fine del 2001. Le
finalità, determinate in rapporto a target nazionali (Tav. 6.17) e alla quota del
mercato della distribuzione detenuta da ogni soggetto, costituiscono parte
integrante del nuovo Piano nazionale di riduzione delle emissioni di gas
responsabili dell’effetto serra 2003-20102. Le Regioni e le Province autonome
possono definire obiettivi quantitativi e qualitativi ulteriori nel quadro dei
decreti, tenuto conto delle connesse risorse economiche aggiuntive.
Il mancato conseguimento degli obiettivi specifici da parte dei distributori è
sanzionato. I distributori perseguono i propri obblighi realizzando progetti che
prevedono interventi ricadenti nelle tipologie elencate nei decreti. L’ambito
degli interventi ammissibili è estremamente vasto e abbraccia tutti i settori di
utilizzo; i distributori sono tuttavia tenuti a conseguire non meno della metà
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307
1 Cfr. l’art. 9, comma 1, del decreto legislativo n. 79/99, e l’art. 16, comma 4, del decre-
to legislativo n. 164/00.
2 Approvato con delibera del Comitato interministeriale per la programmazione econo-
mica (CIPE) del 19 dicembre 2002, recante Revisione delle Linee guida per le politi-
che e misure nazionali di riduzione dei gas serra, in base a quanto disposto dalla
legge 1 giugno 2002, n. 120.
dei loro obiettivi attraverso interventi di riduzione dei consumi della forma di
energia distribuita. I progetti di risparmio possono essere realizzati anche da
società operanti nel settore dei servizi energetici e devono essere sviluppati e
valutati (in termini di risparmi conseguiti) in base a criteri definiti dall’Autorità
a seguito di consultazioni e sentite le Regioni e le Province autonome.
In alternativa allo sviluppo diretto di progetti di risparmio, i distributori potran-
no scegliere di soddisfare gli obblighi a loro carico acquistando da terzi TEE,
attestanti il conseguimento di risparmi energetici da parte di altri soggetti. Essi
vengono emessi dall’Autorità al termine di un processo di verifica finalizzato ad
accertare che i progetti siano stati effettivamente realizzati in conformità con le
disposizioni dei decreti e delle regole definite dalla stessa Autorità. Lo scambio
di TEE può avvenire tramite contratti bilaterali o in un mercato apposito istitui-
to dal Gestore del mercato elettrico S.p.A. (Gme) e regolamentato in base a
disposizioni stabilite dal Gme d’intesa con l’Autorità.
I costi sostenuti dai distributori per il conseguimento degli obiettivi possono
essere finanziati, per la parte non coperta da altre risorse, attraverso le tariffe
di trasporto e distribuzione dell’energia elettrica e del gas secondo criteri sta-
biliti dall’Autorità.
I compiti di regolazione assegnati dal legislatore all’Autorità si possono dun-
que così sintetizzare:
• definizione delle Linee guida per la preparazione, l’esecuzione e la valuta-
zione consuntiva dei progetti di risparmio e per il rilascio dei TEE (art. 5,
comma 5, dei decreti);
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308
TAV. 6.17 OBIETTIVI QUANTITATIVI NAZIONALI DI RISPARMIO ENERGETICO IMPOSTI DAI DECRETI MINISTERIALI 24 APRILE 2001
ANNO OBIETTIVO (Mtep/ANNO)
DISTRIBUZIONE DISTRIBUZIONEDI ENERGIA ELETTRICA DI GAS NATURALE
2002 0,10 0,10
2003 0,50 0,40
2004 0,90 0,70
2005 1,20 1,00
2006 1,60 1,30
Fonte: Decreti ministeriali 24 aprile 2001.
• definizione delle modalità di verifica e certificazione dei risparmi consegui-
ti dai progetti (art. 7, comma 3, dei decreti);
• definizione dei meccanismi tariffari di possibile copertura dei costi sostenu-
ti dagli esercenti per la realizzazione dei progetti (art. 9 dei decreti);
• definizione delle modalità per la verifica del conseguimento degli obiettivi
(art. 11, comma 2, dei decreti);
• quantificazione delle sanzioni da irrogare in caso di inadempienza agli
obblighi (art. 11 dei decreti);
• emissione di parere sulle proposte del Gme relativamente alle regole di funzio-
namento del mercato dei TEE (art. 10 dei decreti).
Accanto a questi compiti, l’Autorità è inoltre chiamata a svolgere, con il sup-
porto di soggetti terzi da essa delegati, le attività di gestione ordinaria del
nuovo quadro normativo:
• determinazione degli obiettivi specifici annuali di risparmio energetico a
carico dei diversi distributori di energia elettrica e di gas;
• verifica e certificazione dei risparmi conseguiti dai singoli progetti;
• controlli a campione;
• verifica del conseguimento degli obiettivi annuali a carico dei singoli distri-
butori;
• irrogazione di sanzioni per i soggetti inadempienti;
• computo e riconoscimento parziale dei costi sostenuti per la realizzazione
dei progetti attraverso lo strumento tariffario;
• rilascio di pareri di conformità di specifici progetti alle disposizioni dei
decreti e delle Linee guida.
L’attività svolta dall’Autorità per l’attuazione dei decreti ministeriali 24 aprile 2001
Nell’aprile 2002 l’Autorità ha diffuso un Documento per la consultazione con-
tenente le proposte per l’attuazione dei decreti ministeriali 24 aprile 2001.
Nel definire le proposte, l’Autorità ha perseguito l’obiettivo di coniugare l’esi-
genza di semplicità e trasparenza dei criteri e delle procedure attuative – essen-
ziale per minimizzare gli adempimenti a carico dei soggetti interessati – con
l’esigenza di garantire certezza e affidabilità agli operatori – essenziale per
favorire lo sviluppo del mercato dei prodotti e dei servizi energetici. Le propo-
ste sono altresì orientate a promuovere l’efficienza e l’innovazione tecnologica
e a tutelare lo sviluppo della concorrenza.
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309
Nel Documento sono stati proposti 3 metodi di valutazione dei risparmi conse-
guiti dagli interventi realizzati nell’ambito dei decreti:
• i metodi di valutazione standardizzata, che consentono di definire a priori il
risparmio medio ottenibile per ogni unità fisica di riferimento installata (per
esempio, lampadine, caldaie ad alta efficienza);
• i metodi di valutazione ingegneristica, che consentono di quantificare il
risparmio sulla base di un algoritmo di valutazione predefinito e della misu-
razione diretta di alcuni parametri;
• i metodi di valutazione a consuntivo, che permettono di quantificare il
risparmio attraverso la misura dei consumi di energia prima e dopo l’inter-
vento in base a un piano di monitoraggio energetico preliminarmente
approvato dall’Autorità.
Tutti e tre i metodi di valutazione tengono conto dell’impatto di fattori tecni-
ci e comportamentali sul perdurare nel tempo dei risparmi potenzialmente con-
seguibili attraverso gli interventi; sono inoltre orientati a valorizzare i risparmi
addizionali conseguiti dagli interventi, al netto di quelli che sarebbero stati
comunque ottenuti, anche in assenza degli interventi, per effetto dell’evolu-
zione tecnologica e di mercato. Nove schede esemplificative per la quantifica-
zione dei risparmi di energia primaria conseguibili attraverso altrettanti inter-
venti ammissibili ai sensi dei decreti ministeriali 24 aprile 2001 sono state poste
in consultazione in allegato al Documento.
È stata inoltre proposta l’identificazione sia di una dimensione minima per ogni
intervento, sia di criteri di tutela della concorrenza e di non discriminazione nei
confronti delle diverse tipologie di clienti nell’offerta e nell’esecuzione dei pro-
getti.
Al termine di verifiche e controlli sulla documentazione di progetto trasmessa
all’Autorità o conservata, l’Autorità emetterà TEE a certificazione dei risparmi
effettivamente conseguiti dagli interventi. Al fine di favorire l’accesso al mer-
cato dei TEE al più ampio numero di soggetti possibile, l’Autorità ha proposto
che abbiano diritto alla loro emissione le società di servizi energetici e tutti i
distributori di energia elettrica e gas, inclusi quelli non soggetti agli obblighi
stabiliti dai decreti. I TEE saranno di 3 tipi e si propone che abbiano una vita
utile pari a 5 anni, consentendo per questa via ai distributori una certa flessi-
bilità nell’utilizzare quelli eventualmente detenuti in eccesso rispetto al proprio
obiettivo specifico di un anno, al fine del conseguimento degli obiettivi speci-
fici nei quattro anni successivi.
Per quanto riguarda la sanzione da irrogare in caso di inadempienza agli obbli-
ghi stabiliti dai decreti, il Documento per la consultazione propone che il suo
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310
valore unitario (e/tep non risparmiato) sia pari al maggior valore tra un para-
metro fissato a priori e il prezzo medio di mercato dei TEE registrato nell’anno
al quale fa riferimento l’inadempienza, moltiplicato per un coefficiente supe-
riore a 1. Tale soluzione garantisce che la sanzione sia proporzionale e comun-
que superiore agli investimenti compensativi, come esplicitamente richiesto dai
decreti e, al contempo, evita che il valore della sanzione agisca da elemento
distorsivo nelle contrattazioni dei TEE, lasciando che il mercato riveli il costo
reale del risparmio energetico.
L’Autorità ha infine proposto che i distributori abbiano la possibilità di recu-
perare, attraverso lo strumento tariffario, la parte dei costi sostenuti per il con-
seguimento degli obiettivi quantitativi loro imposti non coperta da altre risor-
se; il riconoscimento proposto non è a piè di lista, bensì basato su parametri
standard così da promuovere l’efficienza nella realizzazione degli interventi di
risparmio; è inoltre limitato ai risparmi di energia primaria ottenuti dai singoli
distributori attraverso progetti di riduzione dei consumi della forma di energia
distribuita. Il prelievo verrebbe realizzato sulla quota variabile della tariffa e su
base presuntiva, con conguagli da effettuarsi al termine del processo di verifi-
ca del conseguimento degli obiettivi a carico dei singoli distributori.
In seguito alla pubblicazione del Documento per la consultazione del 4 aprile
2002, l’Autorità ha ricevuto dai soggetti interessati osservazioni e commenti sia
in forma scritta, sia nell’ambito delle audizioni pubbliche svoltesi in data 13 e
14 giugno 2002.
Tenendo conto dei commenti ricevuti dalla consultazione, l’Autorità ha avvia-
to la definizione delle regole di attuazione dei decreti ministeriali 24 aprile
2001, deliberando i primi provvedimenti attuativi.
Con provvedimento 1 agosto 2002, n. 152, nell’ambito dell’aggiornamento per
l’anno 2003 dei corrispettivi per il servizio di trasporto dell’energia elettrica e
degli importi per il riconoscimento dei recuperi di continuità del servizio,
l’Autorità ha deliberato l’esazione per l’anno 2003 degli importi per il ricono-
scimento di interventi finalizzati alla promozione dell’efficienza energetica nel
settore elettrico.
Con delibera 27 dicembre 2002, n. 234, sono state approvate le prime 8 sche-
de tecniche per la quantificazione dei risparmi conseguibili attraverso altret-
tanti interventi ammissibili ai sensi dei decreti. Le schede riguardano metodi di
valutazione di tipo standardizzato e contengono criteri di valutazione specifici
da intendersi come complementari a quelli di carattere generale che verranno
definiti nell’ambito delle Linee guida di cui all’art. 5, comma 5, dei decreti.
Ai fini della determinazione degli obiettivi specifici a carico dei singoli distribu-
Attività svolta nell’ultimo
anno
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311
tori, l’Autorità ha approvato la delibera 27 dicembre 2002, n. 233, finalizzata alla:
• quantificazione delle quantità di energia elettrica e di gas naturale distri-
buite sul territorio nazionale che servono come riferimento per il calcolo
degli obiettivi specifici per i distributori dell’anno 2002;
• richiesta ai singoli distributori, soggetti agli obblighi di cui ai decreti, di
inviare periodicamente le autocertificazioni delle quantità distribuite annual-
mente e di autocertificare il numero di clienti serviti al 31 dicembre 2001;
• definizione delle procedure attraverso le quali verranno determinati, con
successivo provvedimento dell’Autorità, gli obiettivi specifici a carico dei
singoli distributori.
Il 16 gennaio 2003 è stato diffuso un nuovo Documento per la consultazione
contenente nuove proposte di schede per la quantificazione dei risparmi ener-
getici conseguibili da specifiche tipologie di intervento ammissibili ai sensi dei
decreti ministeriali 24 aprile 2001; ciò con l’obiettivo di ampliare progressiva-
mente il numero di interventi valutabili attraverso metodi standardizzati e
ingegneristici, coerentemente con le proposte avanzate dall’Autorità nel
Documento per la consultazione 4 aprile 2002 e con la risposta positiva espres-
sa dai soggetti interessati.
Con delibera 1 aprile 2003, n. 28, l’Autorità ha approvato lo Schema di Linee
guida di cui all’art. 5, comma 5, dei decreti ministeriali 24 aprile 2001, delibe-
randone l’invio alle Regioni e alla Province autonome per acquisirne i commenti
e le osservazioni in base a quanto previsto dal legislatore e prima della sua
approvazione e pubblicazione. Lo Schema tiene conto dei commenti e delle
osservazioni ricevuti dalla consultazione svolta sul Documento 4 aprile 2002
per la parte relativa al contenuto delle Linee guida.
Nel corso dell’anno è stata infine avviata l’attività di gestione delle richieste di
parere preliminare di conformità di specifici interventi e progetti di risparmio
energetico alle disposizioni dei decreti, in collaborazione con i ministeri com-
petenti.
S E Z I O N E 2 . C O N C O R R E N Z A E R E G O L A Z I O N E N E I S E T T O R I E N E R G E T I C I
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