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Page 1: Gio Ponti a Milano - Silvia Icardi · 2020. 2. 3. · Il Grattacielo Pirelli sorto tra il `56 e il `61 Dalla Torre Rasini al Palazzo Rai un libro raccoglie le architetture progettate

ML12 Domenica 28 Ottobre 2018 Corriere della Sera

Blue NoteLatin jazz e hard bopper Jeremy PeltIn bilico tra ricerca e rispetto per la tradizione, tra sound acustico ed elettrico, Jeremy Pelt (foto), votato per diversi anni come stella nascente della tromba

dalla prestigiosa testata jazz Downbeat Magazine, a 41 anni occupa ormai uno spazio in prima fila sulla scena jazz Usa. Cresciuto artisticamente sulle tracce di grandi musicisti hard e post bop come Lee Morgan e Clifford Brown, il solista nato nel 1976 in California si è trasferito a New York, dove da alcune

stagioni capeggia un quintetto con cui si presenta al Blue Note per un solo concerto (via Borsieri 37, ore 21. Ingresso 28/33 euro). Affiancato da una formazione latin funk, con Victor Gould al piano, Pelt propone i nuovi brani di «Make noise!».

(P.Ca.)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Stili Qui accanto, Casa e Torre Rasini (1933). Qui sopra il Palazzo della Rai (1939) ritratto di notte (foto di Nicola Vaglia). Qui sotto, il Palazzo Borletti (1927)

Il libro

Il libro «Gio Ponti e Milano. Guida alle architetture 1920-1970» (in alto la copertina) è pubblicato da edizioni Quodlibet (pag. 272, e 22, luglio 2018)

Curato da Paolo Rossellie Salvatore Licitra, ha i testi firmati da Lisa Licitra Ponti

La prefazione è dell’architetto Stefano Boeri

All’interno foto e progetti delle architetture, con fotografie sia delle facciate che degli interni

In costruzioneIl Grattacielo Pirelli sorto tra il ‘56 e il ‘61

Dalla Torre Rasini al Palazzo Rai un libro raccoglie le architettureprogettate dal maestro dal ’25 al ’71Con un obiettivo: rinnovarsi sempre

Èstato recentementepubblicato dalleedizioni Quodlibetil volume «Gio Pon-ti e Milano». Il libroraccoglie le archi-

tetture progettate in città dalgrande maestro dal 1925 al1971, una quarantina di edificitra residenze, uffici e chiese.Come spiega Stefano Boerinella prefazione, il grandemerito di Gio Ponti (1891-1979) è stato quello di non ac-contentarsi di realizzareun’opera autografa, riconosci-bile e riconducibile a uno stileben definito ma, al contrario,quello di rincorrere di volta involta forme inedite, spesso in-novative, sempre assoluta-mente originali. Il grattacieloPirelli, Torre Rasini che presi-dia i Giardini di Porta Venezia,i Palazzi Montecatini di viaTurati e Largo Donegani, ilPalazzo della Rai, la chiesa diSan Luca Evangelista in viaAmpère, la Facoltà di Archi-tettura, la Clinica Columbus,la Torre Branca al Parco Sem-pione sono solo alcuni degliedifici che a Milano portanola sua firma. E, se fate mentelocale, ognuno segna con lasua presenza il tessuto urba-no, definendo nuovi canoniestetici, lanciando sfide strut-turali, introducendo materialifino ad allora sconosciuti.Senza dimenticare le tante ca-se private, progettate fin neiminimi dettagli sia negliesterni che negli interni: il li-bro si sofferma anche su alcu-ni esempi di androni e vaniscale come quello, per esem-pio, di Casa Melandri in vialeLunigiana «un caleidoscopi-co gioco di colori fra pareti egradini».

Come se non bastasse, GioPonti ha amato cimentarsi sudiverse scale: sua è la miticaseduta Superleggera, ma an-che le porcellane Richard Gi-nori o le piastrelle bianco-bludel favoloso Hotel dei Principia Sorrento (rimesse in produ-zione un anno fa, dopo mezzo

secolo dalle originali). Non «soltanto» architetto e

designer ma anche giornali-sta (fondò e diresse le riviste«Stile» e «Domus») e accalo-rato opinionista. Proprio dal-l’epistolario (120mila lettereindirizzate ad architetti, uo-mini di cultura, artisti, politi-ci, tra cui spiccano nomi delcalibro di Alberto Moravia,Tommaso Marinetti, Le Cor-

busier, Giulio Carlo Argan,Piero Bottoni, Frank Lloyd Wright) la figlia Lisa LicitraPonti ha tratto materiale perredigere i testi che corredanoil volume «Gio Ponti Milano».Il nipote, Paolo Rosselli, che siè occupato personalmentedel lavoro ciclopico di foto-grafare e indicizzare l’episto-lario (oggi consultabile dalpubblico) racconta: «Per rea-

lizzare questo volume abbia-mo messo a frutto le diversecompetenze di ciascuno dinoi eredi. Le fotografie inbianco e nero, per esempio,provengono dall’archivioPonti, circa 8000 scatti di cuisi occupa Salvatore Licitra. Io,che di professione sono foto-grafo, ho scattato personal-mente le immagini a coloricon l’intento di far notare allettore che le architetture dimio zio sono ancora oggi pre-senti nel tessuto urbano diMilano. Lisa, infine, ha scrittoi testi». Insomma un lavoro digruppo, fondato sull’entusia-smo e sul desiderio di questafamiglia di mantenere viva lamemoria di un così illustreantenato.

Silvia Icardi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gio Ponti a Milano

40Gli edifici cittadini — chiese, torri, banche, ville e palazzi — progettati da Gio Ponti in cinquant’anni

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