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16 giugno 2013di ENZO BIANCHIAscoltiamo oggi un brano che rivelala misericordia di Dio narrata da Ges Cristo: attraverso la remissione dei peccatilamore di Dio raggiunge luomo nelle valli di morte in cui egli si perde, e diviene per luiperdono, forza capace di riaprire un futuro a chi senza speranzaAnno CLc 7,36-8,316 giugno 2013Ascoltiamo oggi un brano che rivelala misericordia di Dio narrata da Ges Cristo: attraverso la remissione dei peccatilamore di Dio raggiunge luomo nelle valli di morte in cui egli si perde, e diviene per luiperdono, forza capace di riaprire un futuro a chi senza speranza.Gesamava la comunione della tavola e accettava gli inviti che gli venivano rivolti senza fare distinzione di persone, perchdesiderava annunciare a tutti la buona notizia del Vangelo: egli si recava a casa di noti peccatori (cf. Lc 5,29), cos come presso i farisei, uomini religiosi, pur sapendo che essi dicevano di lui: un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori (Lc 7,34). Mentre Ges a pranzo da un fariseo di nome Simone, una peccatrice di quella citt viene con un vasetto di olio profumato, si rannicchia ai piedi di Ges, li bagna di lacrime, li asciuga con i suoi capelli, li bacia e li cosparge di olio profumato. Ges accetta questo comportamento di una prostituta, comportamento sconveniente ma mosso da un amore gratuito, comportamento che lo rende impuro, e cos si espone al rimprovero del suo ospite che mormora tra s: Se costui fosse un profeta, saprebbe che specie di donna colei che lo tocca: una nota peccatrice!Da osservatore attento qual Ges si accorge del disappunto di Simone, e gli racconta la parabola di un creditore che condona a due debitori rispettivamente cinquecento e cinquanta denari. Ad essa fa seguire la domanda: Chi dei due lo amer di pi?. Laltro ammette: Quello a cui ha condonato di pi. A questo punto Ges, volgendosi verso la donna, ossia restituendole la dignit di essere umano, espone nuovamente a Simone i gesti di amore da lei compiuti e li commenta con una parola straordinaria:Siccome ha molto amato, le sono rimessi i suoi molti peccati. Ecco di cosa capace chi sa riconoscersi peccatore;ma colui al quale si perdona poco, ama poco.Siamo di fronte a un insegnamento capitale di Ges, che dovrebbe darci un altro sguardo, il suo sguardo che quello di Dio sugli eventi quotidiani. Lagire di Ges mostra sempre che Dio ama i peccatori, soprattutto i peccatori riconosciuti tali dagli uomini: ma qual il motivo dellapreferenza di Ges per la compagnia dei peccatori manifesti?Chi pecca di nascosto non mai spronato alla conversione da un rimprovero altrui, perch continua a essere stimato per ci che di lui appare allesterno; chi invece un peccatore pubblico si vede costantemente esposto al biasimo, e in tal modo indotto a un desiderio di cambiamento. Nel pentimento che nasce da un cuore spezzato (cf. Sal 51,19) pu dunque divenire sensibile alla presenza di Dio, il quale non desidera la morte del peccatore, ma che si converta e viva (cf. Ez 18,23). Ecco perch Ges ha dichiarato: Non sono i sani che hanno bisogno del medico ma i malati; non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori (Mc 2,17); e anche: I pubblicani e le prostitute vi precedono nel Regno di Dio (Mt 21,31). Egli prende di mira quanti si credono giusti e non si sentono solidali con gli altri uomini, ma giungono fino a vantarsi di tale separazione. Come il fariseo raffigurato in unaltra parabola (cf. Lc 18,9-14), essi ringraziano Dio per la propria giustizia, mentre disprezzano gli altri uomini, solo perch non vogliono riconoscersi peccatori come loro quello che fa Simone il fariseo, e che anche noi come lui siamo sempre tentati di fare!Infine Ges dice alla donna: Ti sono perdonati i tuoi peccati. Alludire ci, i commensali si scandalizzano: Chi costui che perdona anche i peccati?; la reazione gi mostrata da scribi e farisei (cf. Lc 5,21), latteggiamento di quanti non vogliono riconoscere in Ges linviato di Dio, colui che con una vita capace di sconvolgere i loro schemi ha narrato in modo unico e definitivo Dio Ma egli, incurante della loro durezza di cuore, conclude rivolto ancora alla donna:La tua fede ti ha salvata, va in pace!. Ges discerne chi si avvicina a lui con fede sincera,una fede che amore, e risponde offrendo gratuitamente un segno di salvezza e di pienezza di vitaHa affermato un padre della chiesa:Chi conosce il proprio peccato pi grande di chi risuscita i morti. Il vero miracolo riconoscersi peccatori: allora comprenderemo che uninutile fatica quella di nascondere agli altri il proprio peccato; basterebbe riconoscerlo per scoprire che Dio ci chiede solo di accettare che egli lo ricopra con la sua misericordia.Manicardi - 16 giugno 2013 XI Tempo Ordinario

Fonte:monasterodibosedomenica 16 giugno 2013Anno C2Sam 12,7-10.13;Sal 31;Gal 2,16.19-21;Lc 7,36-8,3Lamore di Dio raggiunge luomo nel suo peccato e diviene perdono: lamore che ha condotto Dio a eleggere David dono che si manifestato esistenzialmente e storicamente nei benefici operati da Dio stesso per David, il quale, pur avendone fruito, non ha saputo coglierli nel loro autentico valore e ha disprezzato il Donatore (cf.2Sam 12,10).Chiamato a dare il nome a ci che ha fatto, David conosce la contemporaneit della sua confessione di peccato e dellannuncio del perdono di Dio (cf.2Sam 12,13). Nel vangelo Ges narra lamore e il perdono di Dio accogliendo la peccatrice che si avvicina a lui mostrando di avere un cuore di carne e non di pietra (cf.Lc 7,36-50).

Nella prima lettura attraverso un racconto che parla di altro e di altri narrato dal profeta Natan (2Sam 12,1-4), che viene raggiunto David nel suo peccato (sei tu quelluomo:2Sam 12,7); nel vangelo attraverso una breve narrazione, una storiella che parla di un creditore e di due debitori (Lc 7,41-42), che Ges interpella Simone il fariseo e lo situa di fronte alle sue responsabilit (Tu non mi hai dato lacqua, tu non mi hai dato un bacio, tu non mi hai cosparso di olio il capo: cf.Lc 7,44-46). La narrazione di un racconto forma dolce e convincente che conduce luomo a prendere coscienza di s e a uscire dalla menzogna e dallipocrisia.

Accettando linvito a pranzo del fariseo Simone, Ges, che dai farisei era accusato di mangiare con pubblicani e peccatori (cf.Lc 15,2), mostra di agire in modo non ideologico, non prefissato: la comunione di Dio per tutti e Ges non esclude nessuno dal raggio del suo annuncio dellamore di Dio. Ges non sacralizza n demonizza categorie di persone: ogni persona, in quanto immagine di Dio, pu aprirsi alla comunione di Dio che non a compartimenti stagni.

Come accetta linvito di Simone, cos Ges accoglie la donna peccatrice (una prostituta) che si intrufola nel banchetto e manifesta con gesti sconvenienti il suo amore per Ges. Perch lincontro possa avvenire occorre che laltro sia lasciato libero di esprimersi come ne capace. Ges accoglie il linguaggio che questa donna conosce: linguaggio non verbale ma del corpo (essa tocca, bacia, piange bagnando di lacrime i piedi di Ges, li asciuga con i suoi capelli, li unge con profumo). Quel corpo fino allora oggetto della brama maschile, diviene soggetto di amore, quel corpo comprato si mostra capace di gratuit. Lamore coraggioso, e questa donna osa la sua capacit di amore correndo il rischio di essere disprezzata e giudicata, come non pu non avvenire nella casa di un uomo religioso e irreprensibile (cf.Lc 7,39).

Il giudizio, in cui si rifugia Simone, sia sulla donna (che razza di donna costei che lo tocca:Lc 7,39) che su Ges (Se costui sapesse:Lc 7,39), forse non altro che lespressione della paura di amare, di lasciarsi trascinare dallamore, di osare lunica cosa veramente sensata nella vita: amare. Al fariseo Simone accade ci che avviene spesso agli uomini religiosi: vedono solo peccato l dove c amore. E Ges sa vedere il grande amore, il molto amore di questa donna che agli occhi dei giusti solo una peccatrice.

Il linguaggio usato da Luca mostra che questa donna, con le sue lacrime e i suoi gesti di amore, sta vivendo il suo discepolato: il suo stare dietro a Ges (Lc 7,38; cf. 9,23; 14,27) e ai suoi piedi (Lc 7,7.38; cf. 10,39;At 22,3) la designa come discepola. Il discepolato uno stare dietro a Ges per seguirlo e ai suoi piedi per ascoltarlo, ma le forme di questa sequela e di questo ascolto non sono uniformi, ma diversi e personali, inerenti il mistero di ciascuna persona. E Ges sa vedere non solo lamore, ma anche la fede (Lc 7,50), l dove gli uomini religiosi trovano solo motivo di scandalo. Del resto, inLc 8,2-3, levangelista riporta una tradizione che parla di una comunit di discepoli e discepole che era alla sequela di Ges: non solo i Dodici, ma anche alcune donne, di cui si ricorda anche qualche nome. Vi qui il paradigma di una comunit cristiana composta di uomini e donne, che non conosce discriminazioni di genere.

Paolo CurtazXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)(16/06/2013)Vangelo:Lc 7,36-8,3

VisualizzaLc 7,36-8,3Simone il fariseo pensava di avere fatto un gesto nobile nell'invitare il discusso Rabb di Nazareth alla sua mensa. Non lo vedeva con disprezzo, come facevano molti del suo movimento, anzi.Era davvero incuriosito dalla predicazione di questo falegname del Nord scopertosi Profeta.Dopo i convenevoli tutti si erano distesi ai bordi della stuoia che fungeva da tavola, colma di ogni ben di Dio. Era normale, in occasione dei banchetti, lasciare le porte di casa aperte, affinch i passanti potessero entrare ed ammirare la suntuosa ospitalit del padrone di casa.Ma quando Simone e gli altri invitati vedono entrare "quella", di colpo tutti tacciono.L'imbarazzo cresce, la donna si avvicina a Ges, si inginocchia e scoppia a piangere bagnandogli i piedi. Scioglie i capelli, gesto ambiguo, gesto di seduzione, sufficiente in una coppia per chiedere il divorzio, e asciuga i piedi di Ges.L'imbarazzo, ora, stratosferico.In cuor suo Simone tenta di difendere Ges. Non pu essere un Profeta, altrimenti saprebbe che razza di donna questa e non si lascerebbe toccare, per non contrarre l'impurit rituale.Ges sorride: ha di fronte a s due prostitute.La donna e il fariseo.MeretriciLa donna una prostituta, "quella", una segnata, una peccatrice, una dannata. Non importa perch arrivata fino a quel punto di abiezione, non importa al perbenismo ipocrita la ragione di una scelta dolorosa, condannata da sempre e per sempre. In nome della religione e della moralit che erge i muri per non mettersi in discussione, questa donna il suo ruolo, il suo mestiere.Nessuna comprensione, nessuna possibilit, solo disprezzo, anche quando viene desiderata e usata.Piange, ora. Piange senza disperazione, piange sentendosi amata da un uomo vero, sentendosi capita e accolta da Dio.Senza giudizio, senza peso, senza ambiguit.Piange tutto il suo dolore, tutta la sua tenebra, tutta la sua rabbia. La bambina che c' in lei scopre il volto dell'assoluta misericordia.Simone una prostituta. Si vende a Dio, e si vende bene. Conosce bene la religione, vive fino in fondo i precetti di Israele, non come il popolino ignorante che si danna perch non conosce la Legge. Paga la decima anche sulla ruta e sulla menta, prega con fervore, studia la Torah giorno e notte. in una posizione di privilegio nella classifica dei meriti. devoto, ma freddo.Pu permettersi di giudicare - la legge dalla sua parte - pu mantenere le distanze.Ges converte entrambi.MaestroAlla donna insegna che il metro di giudizio di Dio l'amore e il perdono. La donna ha amato, tanto, male, facendosi del male, ma ha amato. A Dio basta, lui, che l'Amore, riconosce l'amore anche quando fatto a pezzi e fragile e disperato. Per Dio basta questo, salta ogni logica - religiosa, morale, perbenista - e va dritto all'essenziale: guarda al dentro, al desiderio, al dolore, alla verit. Quell'amore l'origine del perdono, il perdono che Dio d, sempre gratis, sempre senza condizioni, smuove l'amore.A Simone, con delicatezza, senza rabbia, Ges pone un caso da risolvere, quello dei due debitori, uno debitore di qualche euro, l'altro di qualche centinaia di migliaia di euro, che si vedono inaspettatamente condonati ogni pendenza. Chi sar pi contento? Simone ragione, riflette, giudica bene: sta imparando il punto di vista di Dio. chiamato, il fariseo, a mettersi nei panni del debitore.Un altro evangelista ci dice che Simone stato lebbroso: ragione in pi, lui che ha sperimentato la solitudine e l'emarginazione, per annullare la distanza che crea la lebbra del giudizio.A Dio non importa la devozione se non sorretta dalla passione, non cerca giusti ma figli, a lui non importa (a noi s: molto!) la nostra immagine spirituale. Vuole dai suoi discepoli verit, passione, forza, anche a costo di sbagliare.Il reCos Davide sperimenta la compassione di Dio che lo stana dalla falsa immagine in cui si rifugiato. Davide, potente, realizzato, sazio, annoiato cerca di salvarsi la faccia dopo avere avuto una relazione con Bersabea, che ora aspetta un figlio da lui. Invece di ammettere il proprio errore e assumersi le proprie responsabilit si inventa una tragica commedia in cui, alla fine, Davide diventer assassino di Uria, marito di Bersabea. Per salvarsi la faccia Davide l'ha persa di fronte al popolo.Ma Natan, profeta scomodo, lo mette di fronte alle proprie responsabilit.Davide prende coscienza del proprio limite.E, riconoscendolo, diventa grande, il pi grande. Dio preferisce chi sbaglia per troppa passione a chi non sbaglia per troppa tiepidezza. Chi tiepido, lo sappiamo, vomitato.Il fariseoPaolo, grande fariseo, era un assassino in nome di Dio. Poi Dio l'ha gettato in terra.Ora, scrivendo ai Galati, riflette sulla sua precedente esperienza di fede: non la legge che salva, non la norma, non il comandamento che posso osservare non per sovrabbondanza di passione, ma per scrupolo e per compiacimento. Da zelante osservante della legge Paolo riconosce di essere diventato un assassino, pensando cos di compiacere Dio. No, la legge non serve a nulla, l'amore che salva.AlloraTutti siamo prostitute.Ci vendiamo per un complimento, per coltivare il nostro ego (anche spirituale), per avere un ruolo sociale ed ecclesiale riconosciuto ed apprezzato, per essere, se non migliori, almeno non inferiori agli altri, disposti, come Davide, a tradire un'amicizia sincera pur di non ammettere i nostri errori.Tutti siamo perdonati e amati.La donna e Simone e Davide e Paolo e tu, amico lettore.Amati e perdonati da Dio, redenti e salvati, figli e uomini, discepoli e cercatori di Dio.Tutti, se vogliamo, possiamo costruire la Chiesa, il sogno di Dio, comunit di persone che hanno sperimentato nella propria vita la tenerezza del Padre e, perci, diventano capaci di perdono e di misericordia.L'amore conta, pesa pi del peccatopadre Ermes RonchiXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)(16/06/2013)Vangelo:Lc 7,36-8,3

VisualizzaLc 7,36-8,3Leggo questo racconto grondante di lacrime e d'amore, grondante di vita, e provo a guardare come guarda Ges, che si fa largo dentro il groviglio delle nostre contraddizioni morali, per fissarsi sul germe intatto, il germe divino che attende la risurrezione anche nel cuore dell'ultima prostituta. Ges vede oltre le etichette: arriva una donna e dove gli altri vedono solo una peccatrice, lui vede un'amante: ha molto amato.Un Vangelo che ci contesta e ci conforta. Il cristianesimo non un intreccio complicato di dogmi e doveri. Ges ne indica il cuore: ama, hai fatto tutto.Quella donna ha ascoltato il profondo bisogno di ricevere e dare amore, che ognuno di noi ha dentro; un bisogno che, se lo soffochi, ti rende infelice o avido o cinico.Va diritta davanti a lui, non gli chiede permesso, fa una cosa inaudita tanto sconveniente: mani, bocca, lacrime, capelli, profumo su di lui. Lei sa, con tutte le sue fibre, che quello strano rabb non l'avrebbe cacciata.Sono gesti contro tutti i rituali, che vanno oltre lecito e illecito, oltre doveri o obblighi, con una carica affettiva veemente. Ai quali Ges non si sottrae, che apprezza. Bastava, come tanti altri, chiedere perdono. Perch quell'eccesso, il profumo, le carezze, i baci? la lingua universale in cui detto il cuore. E Dio guarda il cuore. E gode vedendo la donna uscire da un rapporto scadente di contabilit o di baratto con il Signore, e spiccare il volo negli spazi della libert e del dono.Simone, tu non mi hai dato un bacio, questa donna invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi. Dal poco al molto amore: Ges, Dio desidera essere amato, va in cerca di persone e ambienti pronti a dargli affetto.Simone era molto religioso e molto duro. Forse perch viveva la fede come osservanza delle regole divine e non come risposta all'amore di Dio. Molto le perdonato perch molto ha amato. Ges cambia il paradigma della fede: dal peccato all'amore. Non il peccato, pur confessato ed espiato, l'asse portante del rapporto con Dio, ma ricevere e restituire amore. L'amore conta, vale, pesa pi del peccato. L'errore che hai commesso non revoca il bene compiuto, non lo annulla. il bene invece che revoca il male di ieri e lo cancella. Una spiga conta pi di tutta la zizzania del campo. La rivoluzione evangelica: passare dal poco al molto amore. L'amore non fa peccati. L'amore contiene tutto, tutti i doni e tutti i doveri (M. Bellet).Quella donna mostra che un solo gesto d'amore, anche se muto e nascosto, pi utile per questo nostro mondo dell'opera pi grandiosa: la rivoluzione portata da Ges, possibile a tutti, possibile a me, ogni giorno.gni gesto d'amore avvicina a Diopadre Ermes RonchiXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)(13/06/2010)Vangelo:Lc 7,36-8,3 (forma breve: Lc 7,36-50)

VisualizzaLc 7,36-8,3Un momento esplosivo del Vangelo, che rovescia convenzioni e ruoli, che mette prepotentemente al centro l'amore: questa donna ha molto amato. Questo basta. Un Vangelo che ci provoca, ci contesta e ci incoraggia. La fede non un intreccio complicato di dogmi e doveri. Ges ne indica il cuore: ama, hai fatto tutto.Ecco una donna venne... con un vasetto di profumo. Non con la cifra corrispondente (da dare ai poveri), non a mani vuote, non con un discorso di belle parole. Viene con quello che ha, con ci che esprime amore, pi che pentimento. Qualcosa per il corpo di Ges, solo per il corpo, e che rivela amore.Bagna i suoi piedi con le lacrime, li asciuga con i capelli, li profuma, li bacia. Sono gesti imprevisti, nuovi, oltre la legge, oltre lecito e illecito, oltre doveri o obblighi, con una carica affettiva veemente. Ai quali Ges non si sottrae, che apprezza. Bastava, come tanti altri, chiedere perdono. Ma perch questi gesti eccessivi, il profumo e le carezze e i baci? Gi nella legge antica Dio aveva chiesto per s un altare per i profumi; nel Cantico dei Cantici il profumo prolunga la presenza dell'amato, quando ha lasciato la stanza; le carezze e i baci sono la lingua universale dove detto il cuore. Ogni gesto d'amore sempre decretato dal cielo.Ges gode il fiorire dell'amore, vede la donna uscire dalla contabilit del dare e dell'avere, come se avesse una specie di conto da regolare con il Signore, ed effondersi negli spazi della libert e della creativit, fino a bruciare in un solo gesto un intero patrimonio di calcoli e di tristezze. Ogni gesto umano compiuto con tutto il cuore ci avvicina all'assoluto di Dio.Ges guarda al di l delle etichette: arriva una donna, gli altri vedono una peccatrice, lui vede un'amante: ha molto amato. L'amore vale pi del peccato. la nostra identit. L'errore che hai commesso non rvoca il bene compiuto, non lo annulla. il bene invece che revoca il male di ieri e lo cancella. Una spiga conta pi di tutta la zizzania del campo. Questo Dio che ama il profumo e le carezze, mi commuove. Non il grande contabile del cosmo, ma offerta di solarit, possibilit di vita profonda, gioiosa, profumata, che sa le sorgenti della gioia, del canto, dell'amicizia. Un solo gesto d'amore, anche muto e senza eco, pi utile al mondo dell'azione pi clamorosa, dell'opera pi grandiosa. la rivoluzione totale di Ges, possibile a tutti, possibile ogni giorno.

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