Download - Siderweb Speciale Assofond
Speciale ASSOFONDNovembre 2014
C 40 M 0 Y 90 K 0
COLORI DI RIFERIMENTO
C 95 M 80 Y 15 K 0
XXXII CONGRESSO DI FONDERIA - Lecce, 16 -17 ottobre 2014
«Esportare di più si può, si deve»
ASSOFOND - Federazione Nazionale delle Fonderie
1
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
Il giornalismo anglosassone si basa sulla regola delle Five Ws. Si tratta della costruzione dell’informazione fondata sulla risposta a cinque domande, condizione indispensabile per strutturare in maniera completa una notizia. Who (chi), what (che cosa), when (quando), where (dove) e why (perché): le stesse cinque domande le quali Assofond - nel corso del XXXII Congresso di fonderia tenutosi il 16 e il 17 ottobre a Lecce dal titolo «Esportare di più si può, si deve» - ha utilizzato come architrave sulla quale strutturare la variabile dell’export come rilancio del sistema delle fonderie nazionale. Una variabile, quindi, chiamata a diventare una costante.Chi è in grado di esportare. Che cosa viene ricercato nei mercati internazionali. Quando e dove dirigere le proprie azioni volte ad incrementare il tasso di export nel proprio business. E perché la presenza sui mercati globali delle fonderie italiane è, ora più che mai, un’esigenza che non può più essere procrastinata. Temi complessi e di natura diversa, ma che il programma proposto da Assofond ai propri associati ha affrontato nella loro interezza: dalle indagini macro economiche a cura del Centro Studi Confindustria, alle strategie per aggredire i mercati esteri proposte da ICE e Assafrica, dallo scenario delle fonderie su scala mondiale fornito attraverso il report delle conclusioni dell’International Foundry Forum, alle vie d’uscite per affrontare le problematiche della famiglia imprenditoriale fino ad una tavola rotonda viva e pulsante con i committenti e ad uno spettacolo teatrale incentrato sul fenomeno dilagante della contraffazione. Siderweb era presente e, attraverso la regola delle Five Ws, vi riferirà quanto è stato analizzato durante l’eventodi Assofond, al fine di contribuire a fornirvi gli strumenti per guardare cosa sta succedendo laddovela nostra vista non arriva.
Buona lettura.
1 Editoriale - Fiorenza Bonetti (Siderweb)2 Lettera del presidente Ariotti 3 Lecce accoglie la Fonderia Italiana per il suo XXXII Congresso - Assofond4 Venti anni tra crisi, trasformazioni, ridotta capacità competitiva e…crescita dell’export - Maria Pisanu (Assofond) 7 Centro Studi Confindustria: creare cose nuove, farlo meglio e mostrarle su palcoscenici globali - Fiorenza Bonetti (Siderweb)9 Assafrica: falsi miti, ma reali opportunità, dei mercati dell’Africa, Medio Oriente e Mediterraneo - Fiorenza Bonetti (Siderweb)11 ICE: i servizi, gli strumenti e le opportunità per l’internazionalizzazione dei propri prodotti - Fiorenza Bonetti (Siderweb) 12 Prospettive per le fonderie: le conclusioni dell’International Foundry Forum - Maria Pisanu (Assofond) 15 La Fonderia Italiana. Dati strutturali e indicazioni congiunturali - Maria Pisanu (Assofond) 18 Ambrosetti: come proteggere dal futuro il tesoro dell’impresa famigliare - Fiorenza Bonetti (Siderweb) 20 Perchè scegliere una fonderia italiana: le opinioni dei clienti - Fiorenza Bonetti (Siderweb) 23 «Tutto quello che sto per dirvi è falso» - Fiorenza Bonetti (Siderweb) 25 La voce alla politica: articolo 18, taglio IRAP e contributi via per 3 anni ai neoassunti: è la strada giusta? - Fiorenza Bonetti (Siderweb) 28 Squaratti (direttore Assofond): «Un evento tra conferme e scommesse vinte» - Fiorenza Bonetti (Siderweb) 30 XXXII Congresso di Fonderia Assofond: non solo dibattito - Gualtiero Corelli (Assofond)33 XXXII Congresso di Fonderia Assofond: i partner dell’evento34 Photogallery
L’editoriale di Siderweb
SOMMARIO
Editore Siderweb S.p.A. via Don Milani, 5 - 25020 Flero (Bs)Tel. 030 2540006 - Fax 030 2540041e-mail [email protected] tribunale n. 11/2004
Direttore responsabile Stefano FerrariContributi di Fiorenza Bonetti e AssofondResponsabile pubblicità Mauro FranchinaProgetto grafico ed impaginazione Siderweb
2
Cari Associati,
con grande piacere e non senza un briciolo di emozione ho partecipato al mioprimo Congresso nelle vesti di presidente di Assofond. È mio dovere informarvi, soprattutto gli assenti, dell’ampio consenso riscosso da questa XXXII edizione. Due giorni di incontri, dibatti-ti e tavole rotonde per fare il punto sulle criticità da affrontare e le opportunità da cogliere per il futuro delle nostre aziende. Idee, ragionamenti e stimoli arrivati sì dai contributi degli ospiti e dagliautorevoli relatori che hanno animato il Congresso ma, soprattutto, dagli imprenditori stessi, per af-frontare con coraggio le sfide alle quali i nuovi assetti del mercato mondiale stanno sottoponendoil sistema produttivo italiano. A questo proposito, desidero sinceramente ringraziare tutti coloro che hanno partecipato attivamente ai lavori congressuali, ma non posso nel contem-po sottacere un sincero dispiacere, pur comprendendo le motivazioni addotte, verso coloro che non hanno potuto condividere questo importante ed indimenticabile momento associativo.Ma veniamo ai numeri: 190 le preiscrizioni, 179 i partecipanti, 124 i congressisti, 55 gli ac-compagnatori, 30 le Fonderie, 16 le aziende sponsor, 125 i partecipanti alla cena pres-so il Chiostro dei Domenicani e 122 i partecipanti alla cena presso la Tenuta Lucagiovanni.Nel complesso, il Congresso ha riscosso un ottimo livello di apprezzamento da partedegli Associati che si sono espressi con una votazione media pari a 9/10. La valutazioneè risultata positiva per la qualità dei relatori, incluso il moderatore, e gli argomentitrattati nell’ambito del tema sull’internazionalizzazione.Non di meno per la location, l’organizzazione, le occasioni conviviali e di svagotra le bellezze della «Signora del barocco italiano» e dintorni, ricchi di storia e di un variegatopatrimonio artistico ed architettonico. Per l’ottima riuscita dell’evento sono da ringrazia-re molte persone, in particolare le 30 Fonderie intervenute, per aver aderito con entusiasmo ed aver permesso all’iniziativa di diventare un prezioso momento di incontro e di confron-to all’interno della nostra categoria professionale a prescindere dagli impegni e dalla distanza.Un ringraziamento speciale va agli sponsor, per il loro importante apporto economico, ma come nostri partner, per credere nelle potenzialità della Fonderia che ha un gran bisogno di rinnovar-si e che necessita di soluzioni specifiche. Un contributo fondamentale ai lavori è venuto dal-la partecipazione dei nostri clienti che hanno portato all’attenzione della platea la loro visio-ne d’insieme del nostro mercato con annessi problemi e criticità, ma anche potenzialità. Ed infine una volta ancora, il più caloroso grazie va a tutti i relatori che hanno portato un contri-buto inestimabile di competenza, e senza la cui disponibilità e gentilezza il successo del Con-gresso non sarebbe stato possibile. Gli atti del XXXII Congresso Nazionale di Fonderia sono sta-ti raccolti in questo «Speciale Assofond» interamente dedicato al nostro appuntamento biennale. Vi auguro buona lettura su quanto è stato trattato e discusso a Lecce.
Alla prossima...Roberto Ariotti
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
Lettera del presidente Ariotti a cura di Assofond
3
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
Il saluto della città di Lecce è
arrivato dal vice Sindaco avv.
Carmen Tessitore che si è detta
onorata di ospitare i lavori del
XXXII Congresso di Fonderia,
ovvero di un settore che ha ac-
compagnato lo sviluppo indu-
striale del nostro Paese con un
ruolo di vero e proprio motore
anche nella sua espressione
artistica e culturale che grazie
alla tecnologia della cera per-
sa, ci ha permesso di ereditare
un patrimonio di grande valore.
Salento: una terra protesanaturalmente verso aree inusuali per gli scambicommerciali dei getti
L’ingegner Salvatore De Ric-
cardis, nella veste di padrone
di casa, ha dato il benvenuto
ai colleghi presenti, ringrazian-
doli per aver privilegiato Lecce
come sede dei lavori dell’ap-
puntamento biennale ed au-
gurando a tutti di poter spe-
rimentare una piacevole
permanenza alla scoperta delle
innumerevoli bellezze turistiche,
culturali ed enogastronomiche.
«Gentili signore, illustri relatori,
cari colleghi, sono vivamente
compiaciuto ed onorato che
la terra di Lecce ospiti l’an-
nuale convegno di Assofond.
Questa provincia d’Italia pe-
riferica geograficamente ed
economicamente, risulta però
essere centrale per molti mo-
tivi di interesse: climatici, turisti-
ci, culturali enogastronomici.
• Climatici: la nostra lunga
estate permane da maggio ad
ottobre ed in questi giorni le nostre
marine sono assai frequentate
• Turistici per le nostre co-
ste incontaminate e la nostra
campagna salubre e ospitale
• Culturali: domani 17
ottobre ci sarà il verdetto
se Lecce sarà vincente nel-
la competizione di capita-
le europea della cultura 2019
• E n o g a s t r o n o m i c a
La mia azienda qui opera da 100
anni: oltre ai motivi di sofferenza
ordinari dobbiamo tener conto
quotidianamente , anzi momen-
to per momento, dei 1000 e più
km che ci separano dalle impor-
tanti aree industriali, handicap
che riusciamo ad abbattere un
po’ aiutati dalla benevolenza
del territorio che ci preserva da
calamità naturali, molto sorretti
dalla caparbietà, determinazio-
ne, essendo il risultato di tutti co-
loro che collaborano in azienda.
Essere presenti e vitali sul merca-
to comporta impegno immane.
E noi dobbiamo saper cogliere
ogni possibile opportunità non
solo dall’Europa ma dall’intera
area del mediterraneo. A Lecce,
il titolo del convegno acquisisce
perciò particolare significato:
esportare di più si può, si deve.
Il Salento è proteso naturalmen-
te verso aree inusuali per i no-
stri scambi commerciali. Fino a
ieri. Oggi si può, si deve essere
attenti ad ogni area di possibi-
le destinazione commerciale.
Queste le riflessioni e dibattito
che si svolgeranno a Lecce. Sta
qui il motivo della mia grande
soddisfazione ed orgoglio. Con
intensità di sentimento auguro
a tutti voi un sereno soggiorno,
agli organizzatori del conve-
gno successo, alle aziende una
prospettiva di minor turbolen-
ze nazionali ed internazionali.
Buon lavoro».
Lecce accoglie la Fonderia Italiana per il suo XXXII Congresso
4
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
La sessione inaugurale del
pomeriggio del 16 ottobre si
è aperta con l’intervento del
presidente Roberto Ariotti che,
sollecitato dal moderatore de
«Il Sole 24 Ore» Luca Orlando e
con grande orgoglio, ha esibito
ai congressisti i numeri dell’In-
dustria di Fonderia sotto il pro-
filo degli scambi con l’estero.
Questi dati danno evidenza
del percorso di sviluppo matu-
rato dal settore negli ultimi 20
anni sul fronte del commercio
estero. Il grado di apertura agli
scambi con l’estero è testi-
moniato da un apprezzabile
aumento della propensione
media all’esportazione. Dagli
anni novanta ad oggi, il peso
dell’export nel settore è passa-
to dal 9% al 34% per i volumi ed
è salito dal 18% al 45% in valore.
Eppure, guardando indietro a
questi ultimi venti anni, l’evolu-
zione delle condizioni di conte-
sto nell’economia a livello eu-
ropeo ed internazionale non
è sempre stata lineare. Dagli
anni novanta ad oggi sono
stati numerosi i mutamenti di
carattere economico, organiz-
zativo, tecnologico intervenuti
nel nostro sistema produttivo
e nel sistema degli scambi in-
ternazionali che hanno por-
tato ad un’accelerazione dei
processi di globalizzazione dei
mercati, la diffusione di tecno-
logie dell’informazione e della
comunicazione, l’ingresso di
nuovi paesi nella competizio-
ne internazionale e il conse-
guente cambiamento radica-
le dei modelli di competitività.
Ripercorrendo le dinamiche
macroeconomiche e i cam-
biamenti intervenuti negli ultimi
venti anni il periodo si apre con
una situazione di profonda crisi
del 1992-1993; il reinserimento
nel circuito commerciale e fi-
nanziario di paesi come la Rus-
sia, la Cina, nonché dei Paesi
dell’Europa dell’est a seguito
della «caduta del muro di Berli-
no» e di nuovi Paesi emergenti,
come India, Brasile ed Argenti-
na; l’entrata in vigore dell’Euro
nel 2002 che ha anche signifi-
cato l’impossibilità di adottare
strategie di svalutazione com-
petitiva finalizzate a favorire le
esportazioni; fino ad arrivare
alla crisi più recente del 2009.
Sfidando tutte le avversità, i
getti di Fonderia hanno ac-
quisito un ruolo crescente nel
commercio internazionale.
La fusione «made in Italy» rag-
giunge tutto il mondo, soprat-
tutto se si considera anche la
componente indiretta (le fusio-
ni assemblate su prodotti ita-
liani venduti all’estero); qui la
quota di export (diretta + indi-
retta) raggiunge il 70% medio,
con punte che toccano l’80%.
Nel tempo si sono registrate
forti spinte verso l’internazio-
nalizzazione, con l’apertura di
Venti anni tra crisi, trasformazioni, ridotta capacità competitiva e crescita dell’export
5
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
nuovi mercati, in particolare
extraeuropei, e si è accelera-
to il mutamento tecnologico
ed organizzativo. Tutto questo
pur in presenza di un contesto
domestico fortemente penaliz-
zante sotto il profilo del credito,
della pressione fiscale, dei vin-
coli burocratici, dei costi ener-
getici. Non si può trascurare il
fatto che le trasformazioni che
interessano continuamente
il commercio globale hanno
reso i processi di internaziona-
lizzazione sempre più comples-
si. La ricerca delle opportunità
nei mercati esteri, specie quelli
“nuovi”, richiede pertanto un
approccio informato ed ade-
guato alla comprensione delle
dinamiche locali, sotto molte-
plici punti di vista. Gran parte
delle imprese che vanno all’e-
stero sono di dimensioni medio-
piccole e difficilmente riesco-
no a gestire in proprio i rischi
dell’internazionalizzazione ed
ad ottenere adeguato acces-
so alla finanza per lo sviluppo
all’estero. Supportarle nel con-
trollare e fronteggiare questi
rischi, connessi ad esempio al
mancato pagamento, o ai re-
pentini mutamenti dell’assetto
politico, consente all’impresa,
specie se non molto struttura-
ta, di concentrarsi sul business
e sulla competitività della sua
offerta tecnica/commercia-
le nei Paesi di destinazione.
L’accesso a strumenti finan-
ziari per l’internazionalizzazio-
ne permette loro di sfruttare la
leva dell’export che, in questa
fase dell’economia italiana
con consumi stagnanti e inve-
stimenti in calo, rappresenta
l’unica via di crescita concre-
ta. «In uno scenario che non è
mai stato tanto incerto, difficile
e insidioso, ci sono alcune ra-
gioni di ottimismo ed è nostro
dovere continuare a crederci»
ha affermato Ariotti. La prima
è che il mondo continua a cre-
scere (la produzione mondiale
di getti ferrosi e non ferrosi nel
2012 ha raggiunto il traguar-
do dei 100 milioni di tonnella-
te, mentre i livelli pre-crisi sono
già stati ampiamente superati
a partire dal 2011). Un’altra
ragione è la forte ri-specializ-
zazione settoriale che ha por-
tato ad una crescita del peso
sull’export dei getti a maggio-
re intensità tecnologica. Molte
imprese hanno ben compreso
i cambiamenti epocali in atto
(tecnologie, globalizzazione) e
hanno adeguato le loro stra-
tegie. La crescita è obiettivo
comune a tutte le imprese.
L’attenzione è puntata sull’au-
mento del valore (performan-
6
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
ce del prodotto) e sulla diver-
sificazione produttiva facendo
leva sull’innovazione tecnolo-
gica e sulla ricerca, oltre che
sul contenimento dei costi. La
spinta all’innovazione va nella
direzione di aumentare la ve-
locità di risposta al mercato -
tradurre tempestivamente, in
tempi rapidissimi, il progetto
del cliente in applicazioni con-
crete - ma anche di accre-
scere la velocità di fornitura,
operare la differenziazione di
prodotto allontanandosi sem-
pre più dalla semplice com-
modity dove la concorrenza
di prezzo da parte di Paesi
low-cost ci vede soccomben-
ti con margini inadegua-
ti allo sviluppo dell’impresa.
Proprio in questo periodo di cri-
si, alcune Fonderie hanno mo-
strato di essere in grado di strut-
turarsi adeguatamente alle
richieste del mercato, quindi
di tenere il passo con aziende
committenti che a loro volta
servono realtà fortemente in-
ternazionalizzate, presenti in
tutti i mercati emergenti. In che
modo? Investendo milioni di
euro in innovazione per seguire
le esigenze dei grandi commit-
tenti, acquisendo tecnologie
più performanti sotto il profilo
dell’efficienza, della qualità,
affidabilità e anche sotto il pro-
filo del contenimento dei costi.
In tema di ricerca e sviluppo,
il presidente Ariotti ha ricorda-
to la recente iniziativa di Asso-
fond, finalizzata a fare emer-
gere nelle università network
di lavoro nelle progettazioni sui
nuovi materiali, mettendo così
in sinergia le competenze ac-
cademiche con quelle delle
aziende. Il progetto di ricerca
associativo per la caratteriz-
zazione meccanica dei getti
si pone come obiettivo quello
di aumentare l’impiego di get-
ti fornendo ai progettisti ed ai
fornitori dei software di calcolo
criteri per una progettazione
affidabile, basata sulla speci-
fica conoscenza e caratteriz-
zazione dei materiali, evitando
il ricorso a criteri convenzio-
nali per mancanza di dati.
7
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
Centro Studi Confindustria Creare cose nuove, farlo meglio e mostrarle su palcoscenici globali
«Siamo un popolo che non
può permettersi di fermarsi, di
accontentarsi di facili successi.
Dobbiamo sempre inventare
cose nuove che piacciono».
Con una citazione di Carlo
Maria Cipolla, storico dell’e-
conomia scomparso nel 2000,
Luca Paolazzi, direttore del
Centro Studi di Confindustria,
ha concluso la propria macro-
indagine dal titolo «Le imprese
italiane fuori dall’Europa do-
mestica». Un titolo dal quale si
evincono già due aspetti fon-
damentali dell’analisi proposta
alla platea composta dagli as-
sociati di Assofond. Da un lato,
il valore ormai imprescindibile
e vitale della presenza del-
le imprese italiane sui mercati
globali, dall’altra l’obbligo di
puntare la propria attenzione
e il proprio business laddove
si è spostato il baricentro del-
la crescita, ormai lontano dal
nostro mercato più prossimo
e conosciuto, incarnato pro-
prio dall’Europa domestica. Il
perché sia fondamentale per
un’azienda il proprio presidio
sul mercato globale, Paolazzi
lo spiega con un esempio che
viene “da lontano”. «La veloci-
tà straordinaria dell’industria-
lizzazione nei Paesi emergenti
è frutto dell’immediato con-
fronto delle proprie produzioni
sui mercati mondiali – descrive
– che ne ha innalzato conte-
stualmente il mercato poten-
ziale». Stare sulla piazza globa-
le, infatti, consente di sfruttare
al massimo i vantaggi compe-
titivi, ma necessita anche di
maggiori competenze e strut-
ture. Un alto tasso di esporta-
zioni, inoltre, si riflette sull’intero
sistema-Paese da cui si opera.
«La Germania ha capito per
prima che si stava entrando
con decisione nell’era della
globalizzazione – continua Pa-
olazzi – e lo dice anche il dato
del 2013, secondo cui il peso
delle esportazioni sul Pil ha rag-
giunto il 40%». Ben distante dal
23% dell’Italia, che ha aggan-
ciato il treno per il mondo solo
con l’inizio della crisi. Ma quali
sono i vantaggi per le imprese
esportatrici? Secondo il diret-
tore, le aziende con un alto
tasso di export vantano circa il
doppio del capitale immobiliz-
zato di quelle con un mercato
più ridotto, la dimensione del-
le prime è quasi 7 volte quella
delle seconde, così come la
redditività. Le imprese esporta-
trici evidenziano anche, però,
un costo del lavoro di circa il
25% maggiore rispetto a quelle
domestiche: un rincaro, am-
piamente compensato dalla
8
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
redditività straordinariamente
più alta. Ma in questo conte-
sto, come e dove si pongono
le imprese italiane? Le aziende
nazionali «soffrono» le dimen-
sioni più ridotte rispetto a quel-
le tedesche e necessiterebbe-
ro di una concentrazione delle
capacità per espandere i loro
orizzonti di business. Orizzonti
che sono solidamente ancora-
ti al di fuori dei confini dell’Ue,
ma che vedono difficoltà nel
raggiungere, invece, i merca-
ti emergenti o più lontani. Da
segnalare, infatti, che Paolaz-
zi sottolinea come le aziende
made in Italy mostrino un lega-
me molto più forte rispetto alle
“cugine” tedesche nell’export
verso Medio Oriente e Africa,
mentre perdono terreno ver-
so le destinazioni più remote,
dove spesso, però, si concen-
tra una forte crescita e una
domanda potenziale ancor
più significative. Non manca-
no, però, altri punti di forza
dell’impresa tricolore: la capa-
cità di mantenere elevata la
domanda potenziale, il tasso
di produzione industriale (otta-
vo al mondo e secondo in Eu-
ropa) e quello della vocazione
manifatturiera (quarto su scala
globale). Da quest’ultimo dato
– spiega Paolazzi – si evidenzia
pertanto un alto valore ag-
giunto pro-capite, sintomo di
maggiori competenze rispet-
to ai Paesi competitor. L’Italia,
inoltre è la sesta economia al
mondo in base al grado di va-
lore aggiunto sull’export. «Ma,
a differenza del pensiero co-
mune, – aggiunge Paolazzi – la
Cina si trova in prima posizione
in questa graduatoria». I tempi
delle sole commodities made
in China, quindi, sono passati
da un bel po’. L’Italia dell’ab-
bigliamento, del tessile, del
cuoio, calzature, pelletterie,
ma anche quella della mec-
canica, dei manufatti di base
e delle componenti elettroni-
che è quella che continua a
prosperare su scala mondiale,
occupando saldamente i pri-
mi tre gradini del podio. Que-
sto anche grazie al +23% evi-
denziato dalla qualità media
dei prodotti nell’arco tempo-
rale dal 2000 al 2014. A fronte
di queste qualità, le imprese
nazionali scontano difficoltà
legate al CLUP (Costo Lavoro
Unità Prodotta), pari al 20,1%
in più nel periodo 2007-2013,
a fronte del 12,9%, ad esem-
pio, della Germania. Anche
l’internazionalizzazione – che
è anche altro rispetto al mero
concetto di export – evidenzia
un certo ritardo nell’imprendi-
toria italiana: condizione che si
rispecchia anche nei dati rela-
tivi alle controllate all’estero di
aziende tricolori, che sono più
piccole sia in termini di nume-
ro di addetti che in fatturato,
rispetto agli altri sistemi eco-
nomici come quello tedesco,
francese o spagnolo. Su quali
leve, quindi, il sistema delle im-
prese nazionali deve puntare?
«L’ampliamento della gamma
di prodotti e servizi, la maggio-
re efficienza, l’innovazione or-
ganizzativa, la formazione de-
gli operatori e l’ingrandimento
della propria dimensione an-
che attraverso aggregazioni di
imprese» descrive Paolazzi che
conclude «e una maggiore
attenzione alle nuove tecno-
logie: presenza sul web, social
network volti al business e, in
generale, un’apertura verso il
concetto di comunicazione».
CLICCA QUI per scaricare le
slide proiettate durante l’intervento
9
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
«L’internazionalizzazione è un
imperativo per le aziende ita-
liane – afferma Pierluigi D’Aga-
ta, direttore generale di Assa-
frica & Mediterraneo – e i Paesi
target sono quelli emergenti.
Si è infatti chiuso il ciclo storico
della grande espansione degli
stati internazionalizzati: il futuro
è ormai concentrato altrove».
Parole che assumono un peso
rilevante alla luce dei dati rela-
tivi al Pil di queste aree, presen-
tati da Laura Dell’Agostino del
centro studi dell’associazione,
che evidenziano tassi di cresci-
ta del 3,8% per i Paesi del Nord
Africa e del Medio Oriente nel
2015. Cifra che sale fino al 5,8%
per l’area dell’Africa sub-saha-
riana. L’ intervento dei rappre-
sentanti di Assafrica analizza, in
prima battuta, la macro regio-
ne dei Paesi dell’Africa centro
- meridionale che attualmente
vede una presenza italiana le-
gata esclusivamente al mon-
do delle Ong. Discorso diverso
rispetto ad altri stati, Francia,
Germania e Stati Uniti su tutti,
che hanno già iniziato a presi-
diarne i mercati. Le proiezioni
elaborate dal centro studi di
Assafrica presentano tassi di
crescita del Pil per il 2015 che
vanno da un +2,3% del Suda-
frica, fino ad un +8,5% dell’Etio-
pia. Numeri che rispecchiano
i massicci piani di investimen-
to infrastrutturale che, sulla
base dei maggiori progetti in
programma, riguardano per il
24,9% le centrali e le reti elet-
triche, per il 20,9% la rete fer-
roviaria, l’edilizia commerciale
e industriale per il 14,9%, tanto
per citare i principali settori di
attività. «La quotazione delle
materie prime, pur provenen-
do spesso dai Paesi dell’Africa
centro – meridionale, non av-
viene all’interno di quei confi-
ni. – spiega D’Agata – E fino ad
oggi, il valore aggiunto prove-
niente dalla prima trasforma-
zione delle stesse è stato a be-
neficio dei Paesi industrializzati.
Per questa ragione, l’obiettivo
di questi Paesi è lo sviluppo
del comparto manifatturiero».
Ben più forte, invece, il radi-
camento italiano nel sud del
Mediterraneo, ben rappresen-
tato da un dato: 7,7%, pari al
commercio tricolore verso l’a-
rea nordafricana sul totale dei
Assafrica Falsi miti, ma reali opportunità, dei mercati dell’Africa, Medio Oriente e Mediterraneo
10
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
traffici oltre confine. Una cifra
che rende, peraltro, la nostra
economia la principale part-
ner in Europa nell’area. «Ben-
ché alcuni stati presentino una
situazione ancora instabile dal
punto di vista politico a seguito
della primavera araba – de-
scrive il direttore di Assafrica –
non corrisponde a realtà il ti-
more che l’export verso questi
Paesi si sia interrotto. Al contra-
rio, in numerosi casi, la caduta
di regimi ha permesso lo scar-
dinamento di oligarchie legate
ad altre economie occidenta-
li». «Anche nel Medio Oriente,
i tassi di crescita sono molto
significativi: dal 3% con cui si
chiuderà il 2014 per la Turchia
fino al 6,5% del Qatar» illustra
Dell’Agostino. Ma quali sono
i mercati che Assafrica invita
gli operatori delle fonderie ita-
liane a sondare? «Sui 70 Paesi
analizzati – descrive il diretto-
re dell’associazione - abbia-
mo identificato 15 nazioni di
grande interesse nei principali
settori utilizzatori di prodotti da
fonderia come l’automotive,
l’edilizia e le infrastrutture e l’oil
& gas». Marocco, Turchia, Ni-
geria, Etiopia e Sudafrica ven-
gono identificati come merca-
ti di notevole interesse per le
fonderie italiane che operano
nel settore dell’automotive.
Una selezione che deriva sia
dalla struttura dell’industria na-
zionale – come nel caso del-
la Turchia, 16° produttore di
veicoli al mondo -, ma anche
alla luce dei piani governativi
rivolti al settore. Da sottoline-
are, inoltre, il piano di svilup-
po industriale 2014-2020 del
Marocco che ha stanziato 2
miliardi di euro per l’espansio-
ne del settore automobilistico
e aeronautico. Nel building,
Assafrica identifica Tanzania,
Oman, Mozambico, Nigeria
e Algeria, con questi ultimi tre
stati di particolare interesse
anche per ingenti investimenti
legati al settore dell’oil & gas.
CLICCA QUI per scaricare le slide proiettate
durante l’intevento
11
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
Il processo di internazio-
nalizzazione delle impre-
se italiane è il frutto di un
insieme di obiettivi che
vanno raggiunti con ordi-
ne e convinzione. Spesso,
in questo cammino tutt’al-
tro che facile, le stesse
aziende necessitano di un aiu-
to concreto, di un servizio ad
hoc e volto all’accompagna-
mento costante e qualificato
fino al raggiungimento della
meta, fino alla capacità con-
sapevole di poter proseguire
autonomamente. L’istituto per
il Commercio Estero – ICE – è un
esempio di primo piano in que-
sto panorama. Cliccando qui è possibile scaricare la pre-
sentazione a cura di Giovanni
Sacchi, direttore Ufficio di co-
ordinamento servizi di pro-
mozione del Sistema Italia,
completa di contatti, infor-
mazioni e iniziative volte al
rilancio su scala internazio-
nale delle aziende italiane.
ICE I servizi, gli strumenti e le opportunità per l’internazionalizzazione dei propri prodotti
12
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
Non è più tempo di risposte
singole, di voci solitarie. Le dif-
ficoltà presentate quotidiana-
mente dall’attuale congiuntura
necessitano di risposte matu-
rate insieme, tra i vari livelli che
compongono la filiera di un
comparto produttivo. Con que-
sto presupposto si è aperta la
seconda giornata del Congres-
so che ha visto come protago-
nisti delle due tavole rotonde
alcuni dei principali attori che
partecipano alla definizione
della supply chain: da una par-
te i fornitori di impianti che in-
vestono in tecnologie offrendo
al nostro settore delle fonderie
impianti e capacità produtti-
ve d’avanguardia e dall’altra i
committenti, il cui impulso all’in-
ternazionalizzazione è fortissimo.
Questi ultimi puntano sempre di
più sulla capacità di accom-
pagnamento e sostegno delle
Fonderie, alle quali richiedono
sempre più alti livelli di specia-
lizzazione per abbattere i costi
e per migliorare gli standard
qualitativi delle loro produzioni.
Così, il XXXII Congresso di Fon-
deria, nel corso della secon-
da giornata, è sceso più a
fondo nei temi del settore; in
particolare la tavola roton-
da con l’intervento di Roberto
Ariotti (Presidente Assofond),
Francesco Savelli (Presidente
Amafond) e Gabriele Galante
(Presidente Cemafon) ha for-
nito interessanti spunti di rifles-
sione in merito alle prospettive
dell’industria di Fonderia, fer-
rosa e non ferrosa, focalizzan-
dosi sui temi e sulle conclusioni
emerse dal recente Foundry
Forum organizzato a Venezia
dal 25 al 27 settembre scorsi.
Il presidente di Amafond, Fran-
cesco Savelli, ha fornito una
descrizione minuziosa dei trend
dei principali player mondiali
del settore, illustrando il mondo
delle fonderie dal punto di vi-
sta della “geografia” dei getti.
L’indiscussa leadership cinese è
stata ribadita, ancora una vol-
ta, con dati previsionali ancora
più significativi. «Attualmente ci
è stato comunicato un output di
getti di 44 milioni di tonnellate –
spiega Savelli – che, nel volgere
di tre o quattro anni, ambisce a
diventare di 50 milioni. Si parla
del 50% della produzione mon-
diale». Amafond ha evidenzia-
to, però, nell’ultimo periodo,
un rallentamento dell’export
di impiantistica italiana per
fonderie in Cina, sintomo non
di un calo degli investimenti in
Fonderia, ma della presenza
Prospettive per le fonderie: le conclusioni dell’International Foundry Forum
13
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
più consistente di competitor
locali. Si è attestato in crescita
anche il comparto statuniten-
se. «Il processo di reshoring sta
sottraendo l’attività produtti-
va ad altri Paesi come gli sta-
ti centro e sudamericani» ha
aggiunto Savelli. In difficoltà la
Russia, «che sta accusando for-
temente le conseguenze della
guerra in Ucraina e le pesanti
sanzioni. – continua Savelli – Le
aziende italiane, a loro volta,
stanno faticando nell’export
con il Paese a causa dell’em-
bargo imposto». Da segnalare,
però, la partnership commer-
ciale che la Cina ha stretto pro-
prio con la Russia. «Gli istituti di
credito cinesi sono i finanziatori
dell’economia russa – spiega
il presidente – e questo aspet-
to facilita le società di Pechino
all’esportazione in Russia». In-
dia, Giappone e Brasile, infine,
mantengono un trend negati-
vo. «L’India evidenzia fonderie
ben lontane dall’efficienza e
dalla competitività – descrive
Savelli – mentre il Giappone ha
visto una contrazione fortissima
negli ultimi anni, con un sostan-
ziale dimezzamento in termini
di numeri di addetti e società.
Attualmente la produzione na-
zionale è ferma ai 2,5 milioni di
tonnellate, principalmente a
causa dei forti problemi ener-
getici conseguenti all’incidente
occorso alla centrale nucleare
di Fukushima. Il Brasile, infine,
mostra ancora grandi poten-
zialità non seguite da un con-
creto sviluppo. Anche in questo
caso, i costi energetici giocano
un ruolo di primaria importanza
nel mantenere l’output nazio-
nale sui 2,7 milioni di tonnellate».
Il messaggio chiave lanciato
da Gabriele Galante è: “Build
where you sell”. Il presidente
di Cemafon e numero uno di
IMF Group descrive i temi stra-
tegici sottesi al forum interna-
zionale. «La prima esigenza alla
quale abbiamo risposto con
l’organizzazione dell’Internatio-
nal Foundry Forum (IFF) è stata
il confronto tra tutti i livelli che
compongono la filiera delle
fonderie, spiega Galante. Le ri-
sposte ai problemi, infatti, sem-
pre più spesso, si possono iden-
tificare solo con un confronto
tra tutti gli attori che operano
in un comparto produttivo. Nel
caso di IMF e di tutte le realtà
che si occupano di impiantisti-
ca per fonderie, ad esempio, io
amo dire che noi non vendia-
mo macchinari, ma forniamo
ai nostri clienti ciò che loro vo-
gliono produrre». Parafrasando:
dobbiamo valorizzare il nostro
prodotto. «IMF esporta in alme-
no 26 Paesi e il nostro tasso di
esportazione è oltre il 90% già
da anni - spiega Galante - e
questa dimensione globale è,
oggi, un obiettivo non più po-
sticipabile». Ma come farlo?
«Cambiando mentalità: ricor-
diamoci che chi fa più utili è
anche chi fa più innovazione,
che non significa solamente
specializzarsi e raggiungere
prezzi inferiori». Servono «inno-
vazioni radicali, ma anche ca-
pacità di produrre dove si ven-
de - continua il presidente - che
è un must dell’industria auto-
mobilistica, principale mercato
di sbocco dei getti di fonderia
con una quota di almeno il 50%
della produzione complessiva»
(ndr 50% per i getti non ferrosi,
circa il 30% per i getti ferrosi).
Proprio la filiera automobilisti-
ca vede nel proprio futuro un
cambiamento significativo.
«L’automotive presenterà un
cambiamento radicale: l’al-
luminio avrà un peso sempre
maggiore, mentre ci si attende
un ridimensionamento corposo
14
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
dell’acciaio». Prendendo spun-
to dalle parole del Presidente
Ariotti riguardo il progetto di ri-
cerca di Assofond, Galante ha
posto l’accento sull’opportu-
nità di allargare la prospettiva
anche ai fornitori di impian-
ti e prodotti per lo sviluppo di
progetti comuni, ricordando
che lo scambio di informazio-
ni ed esperienze tra attori del-
la stessa filiera può consentire
il raggiungimento di traguar-
di di efficienza e qualità ben
più alti. Il presidente ha così
ribadito l’idea di un approc-
cio collaborativo prevedendo
una rete tra chi realizza gli im-
pianti di Fonderia, chi produ-
ce i getti e naturalmente chi si
occupa della ricerca, ovvero
università e centri di ricerca.
Il settore dei produttori di im-
pianti per le fonderie, in Italia,
sta dando risultati positivi nel
2014. Il primo semestre dell’an-
no in corso ha evidenziato un
positivo +2% della produzione ri-
spetto al medesimo periodo del
2013. La leva di tale incremen-
to va ricercata in un contesto
che, da anni, mostrava segni di
grande difficoltà. Il segno posi-
tivo per il 2014 si spiega grazie
ad una spinta positiva anche
del mercato interno che, bene-
ficiando delle ricadute positive
derivanti dalla legge Sabatini,
ha potuto contare sui significa-
tivi revamping di macchinari
nazionali e sull’acquisto di nuovi
impianti in sei fonderie nazionali
A conclusione di tale sessione
e per meglio inquadrare il set-
tore, il Presidente Ariotti ha il-
lustrato alla platea alcuni dati
strutturali dell’industria di Fon-
deria indicativi della consisten-
za del tessuto produttivo in una
prospettiva di lungo periodo,
per poi soffermarsi più com-
piutamente sulle risultanze di
bilancio d’esercizio e sull’evo-
luzione congiunturale del primo
semestre con le proiezioni atte-
se per l’ultima parte dell’anno.
15
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
La Fonderia Italiana. Dati strutturali e indicazioni congiunturali
Il Settore ha attraversato ne-
gli ultimi 40 anni diverse e
profonde fasi cicliche con
forti ridimensionamenti dei
propri livelli produttivi, segui-
ti da fasi consistenti di ripresa.
Gli effetti dell’ultima contra-
zione della domanda mon-
diale sono ben percepibili
osservando il collasso che ha
caratterizzato la produzione
media del settore. La reces-
sione del 2008-2009 è la più
lunga e la più profonda dalla
grande depressione in poi. Le
precedenti recessioni econo-
miche non sono durate più di
24-36 mesi. Il lungo ciclo av-
viatosi dopo la crisi del 1990-
1992 ha visto la produzione
di getti, oscillare intorno ad
un livello medio annuale di
riferimento pari a 2.300.000-
2.400.000 tonnellate, fino a
toccare il picco di massima
espansione registrato nel 2007
con oltre 2.700.000 tonnellate.
Negli ultimi cinque anni la
media annuale si è abbassa-
ta di circa 400.000 tonnellate,
con un nuovo livello produtti-
vo di riferimento settoriale in-
torno a 2.000.000 tonnellate.
Le prime proiezioni per l’an-
no in corso non fanno ipo-
tizzare significativi sco-
stamenti da tale livello.
Nel primo semestre dell’an-
no l’industria italiana delle
Fonderie conferma nel suo
complesso i segnali di un per-
corso di lento e graduale re-
cupero, emersi altresì dalle
dichiarazioni delle imprese ri-
levate nelle indagini trimestrali.
Gli indicatori relativi alla pro-
duzione industriale del com-
parto, corretti per gli effetti di
calendario, registrano un di-
screto incremento a livello ten-
denziale. Nella media dei pri-
mi sei mesi dell’anno i metalli
ferrosi hanno fatto registrare:
+5% i getti di ghisa, +10% i get-
ti di acciaio. Nell’ambito dei
metalli non ferrosi, alluminio
e magnesio +7%, mentre l’in-
cremento più marcato è stato
registrato per le fusioni di altri
metalli non ferrosi, principal-
mente zinco e zama con +14%.
Allungando il periodo di osser-
vazione ai primi 9 mesi sono
evidenti nuovi segnali di ralle-
namento. Solo la produzione
di getti di metalli leggeri (allu-
minio e magnesio) è riuscita a
mantenere la crescita del pri-
mo semestre. Entrando nel det-
taglio dei primi 9 mesi del 2014,
emerge una forte discontinuità
dei risultati, sia tra comparti sia
all’interno dello stesso compar-
to. I tassi di crescita tendenziali
della produzione (calcolati sui
16
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
corrispondenti mesi del 2013),
corretti per i giorni lavorati, rile-
vano una forte variabilità intor-
no al risultato medio. La perdu-
rante debolezza del mercato
interno ed il rallentamento del-
la ripresa nell’eurozona sem-
brano nuovamente indebolire
le prospettive di miglioramento
del quadro congiunturale del
terzo trimestre. A partire dal
mese di luglio, qualche segna-
le di fragilità del quadro con-
giunturale ha iniziato a deline-
arsi sul versante degli ordinativi
acquisiti nel trimestre, non solo
provenienti dal mercato inter-
no, ma anche dall’estero. La
fotografia del primo semestre,
ma anche le proiezioni per la
seconda parte dell’anno, con-
ferma un forte divaricamen-
to tra le realtà imprenditoriali
prescindendo dalla classe di-
mensionale di appartenenza
e in alcuni casi persino dalla
dimensione delle serie prodot-
te (piccole, medie e grandi
serie) che solitamente risulta
essere strettamente connes-
sa ad un insieme di elementi
distintivi dell’offerta. Nel con-
testo generale, le attese degli
imprenditori per l’ultima parte
dell’anno convergono verso
una flessione produttiva con
percezioni differenziate sull’en-
tità. Sul risultato del settore getti
di ghisa ha inciso la buona
performance del secondo
mercato di riferimento, ovvero
i mezzi di trasporto che assor-
bono quasi il 30% della produ-
zione totale dei getti di ghisa.
Il contributo della meccani-
ca (quasi il 50% del totale) è
stato negativo. L’edilizia pro-
segue il suo trend recessivo.
Sulla buona prestazione del
comparto getti non ferrosi
ha inciso la performance del
settore dei mezzi di trasporto
che assorbe oltre il 50% del-
la produzione del comparto.
NB I dati sono stati revisionati
secondo gli ultimi aggiorna-
menti Istat.
17
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
18
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
Studio Ambrosetti Come proteggere dal futuro il tesoro dell’impresa famigliare
In Italia, le imprese famigliari
rappresentano il 90% del tota-
le e sono in grado di generare
l’80% della ricchezza del no-
stro Paese e il 75% della forza
lavoro complessiva. Una fetta
importante del nostro sistema
economico, caratterizzato da
qualità che ne hanno permes-
so la nascita e la crescita suc-
cessiva. Ma è anche un siste-
ma che rischia di incorrere in
problematiche complesse, po-
ste in una terra di mezzo tra le-
gami affettivi, di sangue e il bu-
siness. Luca Petoletti – partner
TEH Ambrosetti – parte proprio
dalle qualità che spesso risie-
dono nell’impresa famigliare.
«Creatività, dedizione e tena-
cia, laboriosità e attenzione al
lungo termine sono i principali
punti di forza specifici delle re-
altà aziendali basate sulla fa-
miglia» spiega Petoletti, il qua-
le, però, illustra anche i possibili
problemi che si innescano al
loro interno e le modalità per
limitarli o affrontarli. «Quando
un imprenditore mi chiede se
sia difficile affrontare il passag-
gio generazionale – continua
il partner Ambrosetti – la mia
risposta è sempre una: rela-
tivamente, se non trascorre
troppo tempo». Questo per-
ché il trascorrere degli anni ge-
nera cambiamenti, tanto nel
singolo, quanto nella struttura
della famiglia e del business.
Inoltre, con le nuove genera-
zioni all’interno delle famiglie
imprenditoriali la vocazione
potrebbe essere di diversa
natura: un figlio, ad esempio,
potrebbe desiderare di fare
altro nella vita o avere diversi
valori rispetto al padre fonda-
tore. Con l’aumentare di gradi
famigliari in azienda, inoltre, si
contrae la spinta ad andare
d’accordo. «Con il diluirsi dei
rapporti di sangue – spiega Pe-
toletti – si allenta anche il vin-
colo della coesione di intenti».
«I miei figli hanno fatto i soldi.
Sì, i miei» scrive sulla propria
autobiografia «Onora il padre»
Tommy Berger, l’uomo che
fu linfa vitale di marchi come
Acqua Levissima e Caffè Hag.
Una constatazione amara,
frutto dell’esasperazione di un
nefasto passaggio genera-
zionale ai figli. Quali i segnali,
quindi, ai quali prestare atten-
zione per evitare di cadere in
questo precipizio. «Gli errori nei
quali più spesso si inciampa
19
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
sono il mancato rispetto dei
ruoli, dal quale deriva il privile-
gio della parentela a discapito
di competenza e merito – de-
scrive Petoletti, che continua
– Inoltre, spesso, sono assenti
criteri per famigliari e coniugi
in azienda, così come comuni-
cazione, informazione e chia-
rezza sul “chi decide cosa”».
Costituire holding, assolvere a
tutti gli elementi legali o tec-
nici, infatti, non è sufficiente.
«È indispensabile rispettare tre
esigenze: la tutela dell’impre-
sa, della famiglia, che pre-
suppone pari opportunità per
tutti nel rispetto della diversità
di ciascuno, e la malleabilità
della struttura ai cambiamen-
ti. Ricordiamoci, infatti, che un
vestito troppo rigido può di-
ventare una camicia di forza».
Ma quali sono i principi fonda-
mentali nel rapporto famiglia
– impresa? «Serve un equilibrio
tra i due fattori, partendo dalla
piena presa di coscienza del
fatto che in famiglia si è pa-
renti, ma in azienda si è soci.
– continua Petoletti – Serve,
pertanto, un rigore anche for-
male negli adempimenti così
come regole chiare». «Sugge-
riamo, infatti, la costituzione di
un Consiglio di famiglia, al fian-
co del consiglio di amministra-
zione – afferma – che si fondi
sull’informazione completa,
le regole di funzionamento e
l’accompagnamento dei più
giovani in modo graduale e
efficace. Quest’ultimo aspetto
permetterebbe anche che, se
la scelta di vita di questi ultimi
non contemplasse l’azienda,
siano comunque preparati a
vestire il ruolo di socio». Fon-
damentali, altresì, il rispetto dei
ruoli, l’attrattività delle azien-
de per i talenti che vi posso-
no subentrare e una gover-
nabilità stabile dell’azienda,
fatta di regole e condivisione.
«Un proverbio africano dice:
“Il miglior momento per pian-
tare un albero era 20 anni
fa”. Io aggiungo che il secon-
do, invece, è ora, perché se
c’è fiducia e chiarezza tra le
parti, la continuità dell’azien-
da è un obiettivo raggiun-
gibile» conclude Petoletti.
CLICCA QUI per scaricare le slide proiettate
20
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
Multinazionali, grandi aziende
italiane di respiro globale, figu-
re istituzionali in rappresentan-
za della filiera automobilistica:
realtà diverse, con obiettivi e
comparti di attività differenti,
ma tutte con l’attenzione pun-
tata sul settore nazionale delle
fonderie. Un dibattito vibrante
ha rappresentato la cartina
tornasole dell’ottima riuscita
del confronto, fatto di posizioni
opposte – come da fisiologico
gioco delle parti -, ma anche di
un proficuo scambio di analisi
e suggerimenti. Know how, co-
municazione, servizio, partner-
ship, reshoring e delocalizza-
zione e contratti: queste sono
state solo alcune delle parole
che si sono rincorse nel corso
del dibattito. «Se un compra-
tore globale come l’azienda
che rappresento si rivolge a
fornitori italiani deve ricevere
un feedback migliore rispetto
a quello proveniente da altre
realtà internazionali» spiega
Mosè Tosin, global commodity
manager castings del colosso
di trattori, mietitrebbie e silos
per l’alimentazione del bestia-
me AGCO. Con un consumo
annuo di 240 mila tonnellate di
ghisa nel 2013, infatti, la multi-
nazionale da quasi 12 miliardi
di dollari di fatturato, ad oggi,
ha rapporti commerciali con-
tenuti con il sistema delle fon-
derie italiane. «Per relazionarsi
con noi, le aziende italiane do-
vrebbero prestare attenzione
al costo, ma anche al servizio
che offrono. – spiega Tosin –
Inoltre, la comunicazione deve
essere fluida ed efficace e può
essere incarnata sia da un sito
internet attrezzato e internazio-
nale, così come dalla dimesti-
chezza con la lingua inglese
da parte di tutti i reparti dell’a-
zienda, da quello tecnico fino
a quello della logistica. Fonda-
mentale, inoltre, la trasparenza
nella produzione, l’affidabilità
e la flessibilità nel seguire le
necessità del cliente». In un’a-
zienda globale come AGCO,
«cresciuta attraverso acqui-
sizioni, pertanto con l’obietti-
vo di raggiungere una certa
standardizzazione, – continua
Tosin – AGCO proporrà sem-
Perché scegliere una fonderia italiana: le opinioni dei clienti
21
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
pre più la produzione di alcuni
componenti in due o tre zone
del mondo, per poi essere di-
stribuiti su scala mondiale. Ad
oggi, nel nostro settore, fonde-
rie globali non esistono». Co-
mer Industries, rappresentata
da Marco Sguanci, direttore
degli acquisti, ha chiuso il 2013
con 23 mila tonnellate di ghi-
sa acquistata, 43% delle quali
da fonderie italiane. La socie-
tà - specializzata nella proget-
tazione e produzione di sistemi
per la trasmissione di poten-
za nei settori delle macchine
agricole, l’edilizia e le rinnova-
bili – pone nello sviluppo del
co-design con le fonderie un
aspetto fondamentale per la
creazione di legami commer-
ciali importanti. «Sviluppare un
prototipo con il cliente – descri-
ve il responsabile degli acquisti
della società – è il primo passo
per poi poter realizzare volumi
e creare una partnership vera
e affidabile con un gruppo
come quello che rappresen-
to». Per Comer, la scelta delle
fonderie nazionali come forni-
tori è sì un’eredità del passato,
ma è giustificata anche per i
tempi stretti nella risposta nel-
la preparazione del prototipo,
per il controllo dell’inventario,
le performance di qualità e la
capacità di ottimizzare i getti.
Non mancano, però, anche
prerogative che fanno pende-
re la scelta verso player este-
ri. «Oltre alla discriminante dei
prezzi molto competitivi, forni-
tori globali garantiscono stra-
tegie rivolte allo studio e alla
realizzazione di prodotti nuovi.
– continua Sguanci - La ten-
denza delle fonderie estere,
inoltre, è quella di fornire pro-
dotti finiti attraverso centri di
lavorazione locali. Un aspet-
to, quest’ultimo, che riassume
l’esigenza stringente di rela-
zionarsi con realtà sempre più
“glocal”». Nella produzione di
estrema varietà offerta da Ma-
gneti Marelli – dal lightning ai si-
stemi di controllo motore, all’e-
lettronica e alle sospensioni
– la ghisa acquistata si aggira
attorno alle 60, 70 mila tonnel-
late annue. Tecnologia, costo
e fidelizzazione: queste, in sin-
tesi, le traiettorie che Giusep-
pe Gioetti, head of purchasing
del colosso con il cuore italia-
no, identifica come indispen-
sabili per lavorare con player
internazionali. Un esempio por-
tato da Gioetti riguarda lo svi-
luppo del braccio anteriore di
propria produzione. «Nel 2002,
2003 veniva prodotto con ghi-
sa sferoidale. – descrive Gioetti
– Successivamente si impiegò
acciaio altoresistenziale. Gra-
zie al knowhow di una fonderia
italiana e alla reciproca colla-
borazione si è tornati alla ghisa,
ma alla qualità ADI, in grado di
ridurne il peso, ma non le pre-
stazioni, dagli originali 8 kg agli
attuali 5,2 kg». Un significativo
passo in avanti dal punto di vi-
sta dell’alleggerimento dei vei-
coli, necessità sempre più strin-
gente per l’adeguamento alle
riduzioni emissive dei veicoli da
conseguire nei prossimi anni.
Un esempio, però, anche del-
la strategicità di una collabo-
razione volta all’innalzamento
del valore aggiunto del prodot-
to finito, frutto dell’unione del
know how dei diversi attori che
compartecipano al progetto.
Alessandro Gigli, purchasing
director di Carraro, descrive
con precisione quali i criteri
che regolano la formulazione
del prezzo nella politica della
società specializzata nei siste-
mi di trasmissione per applica-
zioni agricole, ma anche nel
22
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
SCARICA le slide di: Gigli (Carraro Spa)
Gioetti (Magneti Marelli) Giorda (ANFIA)
Sguanci (COMER Industries) Tosin (AGCO SAS)
building e l’eolico. «Il full cost è
costituito da prezzo del listino,
trasporto, duty, termini di pa-
gamento, PPM e, in futuro, dal
costo delle attrezzature» spie-
ga Gigli, che continua «queste
perché ricerchiamo nei nostri
fornitori la capacità di stare al
passo nell’innovazione tecnolo-
gica dei nostri prodotti, ma an-
che per la decisa operazione
di insourcing che il gruppo sta
attuando. Stiamo, infatti, chiu-
dendo terzisti per aumentare
il nostro valore aggiunto. Le
fonderie, evidenziano un con-
to economico legato a voci
esterne, mentre noi intendiamo
portarle al nostro interno». Da
questa strategia, Carraro pone
grande attenzione alle partner-
ship che rispondono a determi-
nate caratteristiche. «Carraro
garantisce attraverso la firma
di un contratto che il prodotto
realizzato dalla fonderia non
venga toccato per tutta la
durata dell’accordo» spiega il
purchasing director. Il legame
che si instaura permette che,
nel caso di un mercato in fase
di prosperità, Carraro porti con
sé anche il proprio fornitore.
Una partnership che mantiene
gli stessi rapporti di forza anche
nell’eventualità di una difficoltà
della congiuntura. «Se un for-
nitore ci segue, possiamo ga-
rantirgli la tranquillità derivante
dalla posizione privilegiata che
occupa» spiega Gigli «ma per
quanto riguarda le aziende
italiane, non siamo mai riusciti
a stringere accordi di questa
natura, a differenza di imprese
cinesi e indiane». Richieste e
suggerimenti, quelli forniti dai
relatori, che vanno a sommarsi
alla condizione attuale del mer-
cato dell’automobile in Italia,
settore di primaria importanza
per i getti di fonderia. «I numeri
relativi alla produzione domesti-
ca sono drammatici – descrive
Gianmarco Giorda, direttore di
ANFIA – e vanno da un -26,4%
dei veicoli commerciali realiz-
zati in Italia nel 2013 rispetto al
2007, fino al -57,4% delle auto-
vetture nel medesimo periodo
di confronto. Il nostro Paese sta
anche perdendo due settori
industriali: quello di produzione
di autobus e quello di rimorchi
e semirimorchi». Un quadro dif-
ficile che va ad intaccare una
filiera, quella dell’automotive,
che contribuisce al sistema Pa-
ese con 70 miliardi di euro ed
occupa un milione di addetti.
Ma qualcosa di positivo si sta
muovendo. «Stiamo lavorando
con il governo ad un progetto
di creazione di un polo unico
per la produzione di autobus
che permetta di mantene-
re vivo il comparto – continua
Giorda – mentre sul fronte auto-
mobili, la Maserati di Grugliasco
sta dando il via ad un significa-
tivo incremento di output, con-
cretizzando così il primo passo
del piano industriale di FCA».
23
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
Siamo certi di sapere tutto ciò
che ruota attorno al fenome-
no della contraffazione? Sia-
mo in grado di dire quale sia
il marchio italiano più contraf-
fatto? Ci sentiamo, infine, real-
mente sicuri di distinguere ciò
che è vero da ciò che è falso?
«Tutto quello che sto per dirvi è
falso» - progetto teatrale ospi-
tato nel corso del secondo po-
meriggio di convegni proposto
dal XXXII Congresso di Fonde-
ria – non è uno spettacolo. È un
percorso educativo alla legalità.
Attraverso casi reali raccontati
dall’attrice Tiziana Di Masi, si at-
traversano le infinite sfaccetta-
ture della contraffazione. Quella
che, tempo fa, poteva essere
legata quasi esclusivamente alla
figura dell’ambulante sulle spiag-
ge nel nostro Paese. Un fenome-
no ormai superato, tanto in di-
mensioni, quanto nella sostanza.
Quella che si fondava sull’impor-
tazione di merce prodotta all’e-
stero – Africa e Asia su tutti - che,
in Italia, trovava una destinazio-
ne logistica. Passato. La «contraf-
fazione 2.0» descritta all’interno
del progetto teatrale parla di
uno scenario tutto nuovo: quello
in cui in Italia si opera contraffa-
zione dello stesso Made in Italy,
che è anche il brand più sogget-
to ad operazioni di falsificazione.
Ciò che rende le nostre merci
eccellenti viene preso, maltrat-
tato, illecitamente riprodotto e,
spesso, «mescolato» ai prodotti
originali. Con il beneplacito de-
gli stessi acquirenti, s’intende: un
processo che permette il conta-
gio dell’infezione, la diluizione del
senso profondo di ciò che l’Italia,
nel mondo, rappresenta in mol-
ti settori, cioè eccellenza pura e
indiscussa. Un fenomeno che è
stato persino in grado di soppian-
tare in parte quello del «pizzo».
Poco male, si potrebbe pensare.
Molto male, invece, se si pensa
che è stato sostituito dall’obbligo
di vendere merce contraffatta.
Moda e cibo su tutti, si potrebbe
pensare. E ciò basterebbe a feri-
re ognuno di noi. Ma non è così:
questo perché, in assenza di una
certificazione della tracciabilità
di tutto ciò che viene realizzato
nel nostro Paese, viene impedi-
to al consumatore – o al cliente
utilizzatore – di scegliere consa-
pevolmente, non solo sulla base
del prezzo puro. «Tutto quello
che sto per dirvi è falso» parla di
un fenomeno globale, ma tutto
italiano: il reshoring. Ma quello
privo di tasse, prescrizioni am-
bientali. Regole, insomma. Quel-
le che fanno lottare ogni giorno
l’imprenditoria italiana, ma che,
con orgoglio, può dire di meri-
tarsi il proprio ruolo sociale nel
Sistema – Paese Italia. Un’ombra
troppo estesa quella della nuo-
va industria della contraffazio-
ne, nella quale serve una luce
che «Tutto ciò che sto per dirvi
è falso» contribuisce a fornire.
«Tutto quello che sto per dirvi è falso»
WE STEEL BELIEVE
20th - 21st - 22nd MAY 2015 fieramilano - Rho MILANO Italy
THE MAIN EVENT FOR THE STEEL INDUSTRY IN SOUTHERN EUROPE
Venerdì 22 maggio 2014 la Conference&Exhibition ospiterà l’Assemblea Annuale di Assofond. Durante la mattinata l’incontro a porte chiuse degli associati e dalle 11:00 il convegno pubblico
che Assofond realizzerà in collaborazione con Made in Steel.
25
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
La voce alla politicaArticolo 18, taglio all’IRAP e contributi via per 3 anni a neoassunti: è la strada giusta?
La Legge di Stabilità è stata
alla base del confronto politi-
co ospitato all’interno del con-
gresso leccese di Assofond. Un
acceso dibattito, quello mo-
derato da Luca Orlando, gior-
nalista de «Il Sole 24 Ore» che
ha visto simbolicamente con-
trapposti Raffaele Fitto, euro-
parlamentare di Forza Italia, ex
ministro nel governo Berlusconi
e governatore della Regione
Puglia fino al 2005, e Francesco
Boccia, deputato del PD e Pre-
sidente della V Commissione
Bilancio, Tesoro e Programma-
zione della Camera dei Depu-
tati. Come detto, proprio attor-
no alle misure inserite, ma non
ancora definite, nella Legge di
Stabilità del governo Renzi si è
animato il confronto. Tutto è
partito da una domanda, solo
all’apparenza semplice. IRAP,
articolo 18, contributi taglia-
ti per 3 anni per i neoassunti:
sono manovre che servono a
portare gli imprenditori ad as-
sumere nuovamente? La pla-
tea non è sembrata particolar-
mente calda sulla questione,
simbolo, forse, che sebbene
siano operazioni considerate
positivamente, non siano con-
dizioni uniche e sufficienti alla
ripresa. Anche i due esponen-
ti politici, seppur contrapposti
nelle loro posizioni, si sono detti
spesso in accordo, anche su
accorgimenti da apportare al
testo della legge o a posizioni
contrastanti rispetto alla linea
proposta dal governo. «Mai
come ora dobbiamo parla-
re agli imprenditori, a chi pro-
duce valore, con onestà – ha
dichiarato Boccia – riferendo,
pertanto, in maniera cristallina
quale sia il reale contesto in cui
si sta muovendo il sistema Pae-
se, per permettere loro di com-
prendere e condividere le stra-
de future. Il contesto deflattivo
in cui ci troviamo – frutto di cre-
scita, inflazione e liquidità, ad
eccezione di quella nei mer-
cati finanziari, pari a zero – sta
portando ad adeguare il ciclo
produttivo al ribasso, lascian-
do l’export come unica via
26
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
d’uscita. Per questo ho scelto
con piacere di partecipare a
questo convegno. Sono certo
che per uscire da queste sab-
bie mobili non sia però suffi-
ciente un decreto». «Credo
che sia sbagliato tacere sulle
iniziative che, anche se con-
dotte da un partito diverso da
quello a cui appartengo, io ri-
tengo positive. – afferma Fitto
– Il taglio della tassazione sul
lavoro e sull’IRAP credo siano
operazioni in terreno positivo.
Credo, contemporaneamen-
te, fondamentale affrontare
con serietà il problema del-
le coperture di tale mano-
vra, così come il fatto che
la Legge di Stabilità sia stata
progettata senza la giusta at-
tenzione alla presidenza del
semestre europeo». Ciò che,
però, la sala ha richiesto alle
figure politiche presenti è sta-
ta un’attenzione alla concre-
tezza dell’operare quotidiano
dell’imprenditoria nazionale,
in particolare, nella manifat-
tura. A dar voce al sentiment
comune è stato lo stesso pre-
sidente di Assofond, Rober-
to Ariotti, il quale, pur espri-
mendo parere positivo per i
temi legati alla tassazione nel
mondo del lavoro, ha chiesto
che le istituzioni pongano l’at-
tenzione su un tema di vitale
importanza. «La tassazione sui
fattori produttivi – ha dichia-
rato Ariotti – è una modalità
che penalizza le nostre azien-
de. Energia e materie prime
sono leve sulle quali chie-
deremmo di non calcare la
mano, in quanto ostacolano
ulteriormente la nostra com-
petitività. Chiederemmo di
pensare ad un diverso riequi-
librio della tassazione, maga-
ri anche agendo in maniera
più massiccia su quella in-
diretta, a fronte di un alleg-
gerimento di quella diretta».
27
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
28
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
Non è mai facile giudicare il pro-
prio lavoro. Per onestà intellettuale
e per una sana dose di umiltà, non
è stato, infatti, semplice chiedere
al direttore di Assofond, Silvano
Squaratti, di tracciare un bilancio
della XXXII edizione del Congresso
di Fonderia tenutasi a Lecce il 16
e il 17 ottobre scorsi. Ciò che ci è
stato trasferito, però, conferma
quanto già è emerso nel corso
della due giorni convegnistica.
«Questo è un appuntamento
biennale che ha una consolida-
ta storicità. – afferma Squaratti
– Ciò, contemporaneamente, ci
permette di essere forti di com-
petenze acquisite, ma ci sentia-
mo anche chiamati a rinnovarne
continuamente il format, al fine di
centrare con sempre maggiore
precisione le esigenze dei nostri
associati». Un binario, quindi, quel-
lo sul quale corre l’organizzazione
di questo evento, ma che si basa
su una condizione imprescindibi-
le. «Il Congresso di Fonderia è per
Assofond e per i suoi associati un
prezioso momento di networking,
– continua il direttore della fede-
razione – e l’opportunità concreta
di rinsaldare i legami, professionali
ma anche umani, all’interno del-
la nostra “famiglia”». Fatto salvo,
quindi, questo fondamentale
aspetto, il tema scelto per questa
32ma edizione è stato affrontato
sulla base di format consolidati,
ma anche di “ritorni” e assolute
novità. «Il tema dell’incremento
delle esportazioni all’interno del
business delle fonderie nazionali
è risultato essere, al termine delle
nostre riflessioni preventive all’or-
ganizzazione, un tema di vitale im-
portanza per il nostro comparto,
– descrive Squaratti – pertanto ab-
biamo voluto realizzare un calen-
dario di appuntamenti che riuscis-
se a fornire ai nostri associati degli
strumenti utili per affrontare le loro
probanti sfide quotidiane, ma an-
che in un’ottica prospettica». Da
questo presupposto, quindi, si è ri-
percorsa la strada battuta – e vin-
cente – rappresentata dalla tavo-
la rotonda con i committenti, ma
anche una che si era abbando-
nata da tempo. «L’incontro con
esponenti politici era un modello
che non avevamo più adottato
alla luce dello scollamento che si
era evidenziato tra i temi affrontati
dalle istituzioni e quelli, invece, che
stavano a cuore al nostro settore.
– ammette il direttore – Abbiamo,
invece, pensato di riproporlo in
questa occasione ed è stata una
soddisfazione su più fronti». In pri-
mis, per il feedback della platea
che si è dimostrata soddisfatta
e coinvolta. «Inoltre, la posizione
che, inaspettatamente, è stata
dichiarata con fermezza dal presi-
dente della V Commissione Bilan-
cio della Camera, Boccia, in tema
di virata verso una porzione mag-
giore di tassazione indiretta – con-
tinua Squaratti - ci ha permesso
di intavolare una discussione che
ci porterà a breve ad incontrarlo
personalmente, al fine di conse-
gnargli le istanze che Assofond ha
redatto in termini di alleggerimen-
to della pressione fiscale sui fattori
produttivi». E le scommesse? «Una
su tutte è stato lo spettacolo te-
atrale “Tutto ciò che sto per dirvi
è falso”. – continua il direttore – Il
questionario che abbiamo inol-
trato ai presenti ha evidenziato un
forte interesse sia per le tematiche
che per le modalità di espressio-
ne affrontate durante il progetto
teatrale andato in scena durante
il nostro congresso». Un metodo
innovativo, quindi, per affrontare
problemi nuovi. Le stesse modali-
tà con cui lo stesso evento orga-
nizzato da Assofond ha saputo
fare all’interno della due – giorni
leccese affrontando da diverse
angolazioni il tema dell’export.
Squaratti (direttore Assofond): «Un evento tra conferme e scommesse vinte»
30
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
L’esperienza e la memoria di
chi ha più di un capello bianco
testimoniano che il successo di
un’ edizione del consueto ap-
puntamento congressuale è le-
gato alle “location” che hanno
ospitato i lavori e i momenti con-
viviali previsti dal programma.
I temi, gli argomenti, pur di mas-
sima attualità ed interesse per
il momento contingente che
hanno interessato l’auditorio
ed acceso il dibattito, passano
così come spesso si attenua la
memoria dei relatori e delle per-
sonalità intervenute che hanno
animato le varie sessioni di la-
voro; restano invece sempre,
nel ricordo dei congressisti, le
location, le situazioni logistiche.
Quel particolare ambiente - la
sala dei lavori - quella partico-
lare cornice che hanno ospita-
to l’aperitivo o la cena prevista
dal programma oltre alla Cena
di Gala che nelle ultime edizio-
ni sono state “arricchite” dalle
cene offerte dai vari sponsor
del congresso che affiancano
l’Associazione nell’organizza-
zione degli eventi con un so-
stegno economico e di idee.
Da questo punto di vista, que-
sta XXXII edizione di Lecce
2014 sarà sicuramente ricor-
data da tutti, congressisti ed
accompagnatori, per quello
che la splendida terra salenti-
na ha saputo offrire nei quattro
giorni previsti dal programma.
Il primo degli appuntamenti
conviviali, la cena di giovedì
16 organizzata presso il Chio-
stro dei Domenicani, forse an-
che per l’atmosfera austera
e suggestiva del luogo, ha
piacevolmente colpito tutti.
Sarà stata la perfetta cornice
climatica, molto apprezzata
da quanti hanno sofferto i ca-
pricci di una estate rivelatasi
mai tale. O per il calore e l’al-
legria della “pizzica” suonata
e ballata nel cortile interno del
chiostro da un gruppo folcloristi-
co locale, nel momento dell’a-
peritivo di benvenuto. E suc-
cessivamente, al termine della
serata degustando dessert e
caffé. Sicuramente la serata
è rimasta nel cuore di tutti per
calore e per l’ospitalità offerta.
Dopo i saluti di benvenuto por-
tati ai convenuti dal presidente
della Gerli Metalli, Giorgio Gerli,
Antonio Gerli in una breve pausa
della cena, ha intrattenuto per
qualche minuto i presenti con
alcune considerazioni in linea
con quanto dibattuto nel po-
meriggio durante la sessione di
lavoro che ha inaugurato il Con-
XXXII Congresso di Fonderia Assofond: non solo dibattito
31
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
gresso. Il momento che il settore
della fonderia sta attraversando
si inquadra in un nuovo “ciclo”
economico figlio della crisi con-
giunturale degli anni 2009-2010,
che vede un nuovo scenario
strutturale nel quale il mercato e
tutti gli “attori” che al suo inter-
no operano devono ridisegnare
strategie ed assetti.In tale qua-
dro si inserisce appieno la rifles-
sione che Assofond ha voluto
svolgere incentrando l’attenzio-
ne delle fonderie sulla necessità
di sondare nuove strade e nuovi
mercati di sbocco. Esportare si
può e si deve, al di là dello slo-
gan del convegno, deve esse-
re il monito che deve guidare
le scelte delle imprese se vo-
gliono avere nuove prospettive.
Come evidenziato dai rela-
tori, la sfida dell’internazio-
nalizzazione necessita di una
“evoluzione” degli assetti delle
nostre imprese con aperture
a nuove conoscenze (a co-
minciare, banalmente, dalla
conoscenza delle lingue este-
sa ai diversi livelli aziendali)
e professionalità, ma anche
a modi di pensare differenti e
aperti verso culture nuove, nuovi
approcci alla gestione dei rap-
porti che coinvolgono tutti gli
aspetti della gestione aziendale.
Ma questo sforzo di internaziona-
lizzazione non deve farci dimen-
ticare “le radici” della nostra
tradizione imprenditoriale che
devono rimanere saldamente
ancorate nel terreno nazionale
che ben si conosce, necessario
per consentire “… la crescita dei
rami più in alto e più lontani …”.
La nuova sfida che rappresenta
una necessità di evoluzione per
garantirci un futuro, richiede ul-
teriori sinergie nelle quali i tradi-
zionali “partner” delle fonderie
devono svolgere un ruolo ancor
più importante a fianco delle no-
stre imprese; e questo è il senso
della presenza ai Congressi Asso-
fond dei fornitori delle fonderie.
Territorio salentino, ricco di cul-
tura e tradizione; vocazione
rurale e del territorio, delle pro-
duzioni vitivinicole e olearie.
Un’area geografica ed una
storia che ancora oggi trova-
no testimonianze nelle tan-
te “masserie” disseminate
fra le campagne salentine.
Non poteva mancare nel pro-
gramma un richiamo alla me-
moria che ha avuto come pro-
tagonista nella cena di venerdì
17 la Tenuta Lucagiovanni di Ma-
glie (LE), offerta da Sidermetal.
Gli ampi spazi ed i giardini ester-
ni della tenuta hanno accolto
i congressisti con un simpatico
aperitivo di benvenuto a base
di spiedini e “fritti” preparati al
momento e serviti con un sot-
tofondo musicale realizzato da
un quartetto jazz che, a fine
pranzo, ha accompagnato,
in un secondo spazio ester-
no, la degustazione dei des-
sert in un trionfo di tentazioni
al quale nessuno dei presenti,
signore comprese, ha saputo
resistere, rinviando al consue-
to «… da lunedì …» ogni pro-
ponimento di regime dietetico.
Approfittando di una pausa del-
la cena, dopo un breve saluto
di Celestino Uberti, patron di
Sidermetal, il presidente Rober-
to Ariotti ha formulato a tutti gli
intervenuti il saluto dell’Associa-
zione ed il ringraziamento suo
e di Assofond a quanti hanno
reso possibile lo svolgimento di
questa XXXII edizione del Con-
gresso di Fonderia, tracciando
un sintetico bilancio, assoluta-
mente positivo, dell’evento.
Ai relatori, agli esponenti dei
settori industriali clienti della fon-
deria che si sono confrontati in
modo franco con noi per aiu-
tarci a comprendere le logiche
32
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
economiche che discendo-
no dall’appartenenza ad un
mercato internazionalizzato nel
quale operano. Agli sponsor che
hanno affiancato l’Associazione
nella realizzazione del conve-
gno, contribuendo a sostenerne
i costi. Ma anche agli imprendi-
tori di fonderia e a tutti i congres-
sisti presenti, un sentito grazie.
Molto nutrito anche il program-
ma di visite organizzato per gli
accompagnatori nel pome-
riggio di giovedì e nella gior-
nata di venerdì, e per il “dopo
lavori” nella giornata di sa-
bato e di domenica mattina.
Tema dominante degli eventi
“la cultura”; cultura dell’arte ba-
rocca dominante, di cui si sono
ammirati ragguardevoli esempi
come la Cattedrale di Sant’An-
na di Gallipoli, la Chiesa matrice
di San Pietro e Paolo a Galatina,
per finire ai maestosi esempi di
barocco leccese, oltre a impor-
tanti esempi di stile romanico,
presenti nella capitale salentina,
alla cui visita è stata dedicata
la mattinata di domenica 19.
Cultura della tradizione nella
produzione olearia, un tempo
“fonte energetica” rappresen-
tata dall’olio lampante estrat-
to nel sottosuolo nei numerosi
“frantoi ipogei” presenti a Gal-
lipoli, oggi “risorsa alimentare”,
fondamentale elemento della
dieta mediterranea fonte di be-
nessere fisico oltre che di piace-
voli sensazioni gustative, ai quali
è stato dedicato un apprezzato
“corso” di degustazione dell’olio
di oliva, durante la visita ad una
masseria di Galatina, sabato 18.
Proprio la visita al frantoio Ipo-
geo ha consentito una piace-
vole scoperta “in tema”, se-
gnalataci dall’ing. De Riccardis:
la presenza di un torchio la cui
struttura superiore era costituita
da una fusione di ghisa realizza-
ta da un suo antenato (prima
che il cognome Riccardi acqui-
sisse la particella iniziale e la s fi-
nale); la fonderia … una tradizio-
ne di famiglia ultra centenaria!
Cultura presente nelle opere di
ingegno dell’uomo; dall’utiliz-
zo della “pietra leccese” nelle
costruzioni, all’uso della car-
tapesta per la realizzazione di
bassorilievi e statue che arric-
chiscono le chiese ed i luoghi di
culto, “surrogando” la mancan-
za di marmi o di legni pregiati.
Ed in tema di tradizione, nel-
la realizzazione di manufatti
artigianali. Molto apprezzato
dalle signore il pensiero loro
riservato: l’omaggio di “gio-
ielli” a tema floreale realizza-
ti in cartapesta policroma.
Storia e cultura anche nei cibi e
nelle preparazioni gastronomi-
che proposti nei vari momenti
conviviali, accompagnati dai
corposi vini rossi, o dai più deli-
cati ed aromatici vini rosati e
bianchi, tutti figli di un territorio
generoso e di sapienti tecniche
di coltivazione e produzione.
Non solo approfondimenti e
dibattiti, quindi, in questo XXXII
Congresso di Lecce, ma an-
che momenti culturali e con-
viviali. Il tutto nella migliore
tradizione dei Congressi di Fon-
deria Assofond che rimarranno
a lungo nella nostra memoria.
33
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
XXXII Congresso di Fonderia Assofond: i partner dell’evento
34
ASSOFOND XXXII CONGRESSO DI FONDERIAnovembre 2014SPECIALE
PHO
TOG
ALL
ERY