edizione speciale per la otta grimaldi lines · n un mercato sempre più globale – ma con radici...

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Edizione Speciale per la otta Grimaldi Lines piaceri food&travel Gli itinerari più affascinanti (e insoliti) tra Sardegna, Sicilia e Toscana. A tu per tu con lo chef milanese Claudio Sadler Il boom del mercato dell’arte che arriverà a 2.700 miliardi nel 2026 e il dietro le quinte della collezione privata del fondatore di Pomellato Fiori, lusso della Natura Il dono oreale è ormai un fenomeno globale, grazie alla ricetta (vincente) di Interora. Una storia iniziata oltre un secolo fa e che oggi continua a crescere lifestyle Barche da sogno e la svolta green dei colossi dell’automotive. I look più adatti alla città e la beauty nails per l’estate

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Edizione Speciale per la flotta Grimaldi Lines

piacerifood&travelGli itinerari più affascinanti

(e insoliti) tra Sardegna, Sicilia e Toscana. A tu per tu con

lo chef milanese Claudio Sadler

Il boom del mercato dell’arte che arriverà a 2.700 miliardi nel 2026 e il dietro le quinte della collezione privata del fondatore di Pomellato

Fiori, lusso della NaturaIl dono floreale è ormai un fenomeno globale, grazie alla ricetta (vincente)

di Interflora. Una storia iniziata oltre un secolo fa e che oggi continua a crescere

lifestyleBarche da sogno e la svolta green

dei colossi dell’automotive. I look più adatti alla città e la beauty nails per l’estate

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l'editoriale dell'OSPITE

MAGGIO 2019 7

n un mercato sempre più globale – ma con radici e talvolta derive sempre più locali (che si riflettono an-che nella nuova ondata populista) – il marketing del

territorio, e cioè il racconto e la promozione delle specificità di un luogo, diventa sempre più complesso.Da una parte il marketing efficace richiede identità, specializ-zazione, riconoscibilità per posizionarsi adeguatamente all’in-terno di un’offerta sempre più varia e articolata; d’altra parte, però, il mercato globale produce consumatori globali che ten-dono a volere offerte sempre più standardizzate che rischiano di produrre un progressivo appiattimento dell’offerta verso quei “non-luoghi” tanto studiati da Marc Augé.Sfida non banale, dunque, ma che l’Italia potrebbe essere par-ticolarmente attrezzata a vincere. Quell’Italia che, partita cer-tamente dalle sue vocazioni turistiche classiche (cultura, natura, città d’arte, giacimenti enogastronomici), ha saputo far evolvere l’offerta turistica in modo intelligente e al passo coi tempi: non solo legando all’offerta turistica i propri templi (sia quelli dello shopping che le mete del turismo religioso …) ma via via ag-giungendovi nuovi elementi di modernità: desi-gn tour (dai centri, musei e scuole di design fino alle Design weeks), turismo scientifico (a partire dall’esperienza pionieristica di Genova), Smart City (dove, prima fra tutte Milano, si impiegano le molteplici iniziative di rigenerazione urbana innovativa anche come occasione di attrazione turistica). Interessante, a questo proposito, la Sardegna che ha saputo creare una forte spinta

senza tradire se stessaSardegna, un'isola che innova

Idi Andrea Granelli

di modernizzazione pur mantenendo un altrettanto forte radi-camento con la propria identità e la propria storia. In questa regione – conosciuta soprattutto per le sue coste (ma con un interno fascinoso e talvolta addirittura selvaggio, punteggiato però di reperti antichissimi che ne testimoniano il contributo fondamentale all’origine della civiltà) – si alternano luoghi di grande innovazione che attirano studiosi e ricercatori da ogni parte del mondo e luoghi antichissimi, dove il tempo sembra si sia fermato. E le due dimensioni non solo convivono ma dialo-gano, si integrano e si complementano.La tradizione della longevità, la sopravvivenza rigenerata dei mestieri più antichi (pastorizia e industria casearia), dell’aver saputo proteggere l’identità culturale dalle onde dello tsuna-mi della globalizzazione; il luogo dove la gente sogna di fare le vacanze … ma anche il luogo dove crescono e si sviluppano le frontiere dell’innovazione tecnologica (digitale, esplorazione dello spazio, genomica …).Qui spesso l’innovazione è una rilettura senza soluzione di con-tinuità della tradizione, senza voler forzare la mano, senza ri-cercare disruptive innovation. Pensiamo alla straordinaria creatività di artisti come Maria Lai (nella foto in basso) e i suoi “libri di tessuto” che si rifanno all’antica tradizione ma sono artefatti pie-namente contemporanei. Interessante – quasi una metafora di questa dialettica tradizione-innovazione – è la genomica sarda. Il patrimonio genetico dei sardi è infatti unico nel suo genere, e contiene informazioni molto preziose sulle origini dell'occu-pazione della Sardegna nel contesto della preistoria europea; per questi motivi un team di biologi, genetisti, informatici ha

costituito una delle prime banche dati del geno-ma al mondo, unica perché secoli di isolamento geoculturale avevano portato a matrimoni fra consanguinei o tra individui che comunque ave-vano geni in comune. E il tutto era stato tracciato – e questo è un caso unico rispetto ad altri luoghi isolati – dagli archivi parrocchiali. E anche queste realtà diventano racconto del territorio, diventa-no nuove forme di marketing territoriale.

CHI ÈANDREA GRANELLI, PIONIERE

DI INTERNET IN ITALIA, È STATO AMMINISTRATORE DELEGATO

DI TIN.IT E OGGI GUIDA KANSO, SOCIETÀ DI CONSULENZA CHE SI

OCCUPA DI INNOVAZIONE

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appuntamenti

8 MAGGIO 2019

L’undicesima edizione del Porto Cervo Wine&Food Festival sarà all’insegna dei grandi numeri e delle novità: l’evento che inaugura la stagione turistica della Costa Smeralda, in programma dal 16 al 19 maggio al Conference Center di Porto Cervo, è stato presentato ufficialmente dal team Marriott Costa Smeralda, che organizza il festival. L’edizione 2019, firmata Marriott Costa Smeralda, la catena alberghiera internazionale che gestisce i quattro hotel Cala di Volpe, Cervo, Pitrizza e Romazzino per conto di Qatar Holding, ha già fatto registrare

il tutto esaurito, con la conferma della partecipazione di un numero record di produttori in arrivo dall’Italia e dall’isola. Gli organizzatori, inoltre, hanno ricevuto un grande numero di richieste da parte di turisti esteri, che hanno già prenotato una vacanza a Porto Cervo durante il festival. La rassegna quest’anno durerà quattro giorni, uno in più rispetto al canonico format,

16 - 19 maggio

4 - 5 maggio

I vini della costa Ben più di 800 etichette per un totale di oltre 100 viticoltori, provenienti dalle province toscane bagnate dal mar Tirreno. Vini da assaggiare in anteprima e annate che hanno fatto la storia per un percorso enologico unico che porta a Lucca tutte le produzioni migliori del territorio toscano costiero. Sono questi i numeri della 18esima edizione di “Anteprima Vini della Costa Toscana”, l’evento che richiamerà all’ex Real Collegio di Lucca, moltissimi appassionati e addetti ai lavori per degustare l’esclusiva produzione dei vigneron delle province toscane bagnate dal Tirreno.

Lucca, Real Collegio

segnando un importante passo in avanti dal punto di vista delle collaborazioni internazionali attraverso la partnership con il Miami e il New York Wine and Food Festival: due tra le maggiori rassegne enologiche al mondo. Inoltre, è stata stretta una nuova, importante, collaborazione con Alessandro Torcoli, editore di Civiltà del Bere, che sarà il consulente per i contenuti della manifestazione. Al Porto Cervo Wine&Food Festival parteciperanno, in totale, 75 produttori: 20 aziende legate al food e 55 cantine. La prima giornata, giovedì 16 maggio, sarà dedicata interamente agli operatori del settore, ai buyer internazionali e nazionali e ai giornalisti specializzati.

Porto Cervo (Olbia Tempio)

Porto Cervo Wine &Food festival

Quattro giorni in cui la bellissima spiaggia di San Vito Lo Capo ospiterà la nuova edizione (siamo giunti all’undicesima!) del Festival degli Aquiloni. Un’occasione per vedere questi splendidi giochi per bambini e adulti, provenienti da tutto il mondo, sfidarsi in emozionanti acrobazie tra le nubi. Per l’occasione, gli sfidanti si batteranno al ritmo di alcuni brani musicali scelti dai partecipanti all’iniziativa. Tra gli spettacoli più suggestivi anche quello dgegli aquiloni pirotecnici che, fluttuando nel cielo notturno, daranno vita a giochi di luci paragonabili a quelli dei fuochi d’artificio. L’evento è organizato dalla società Sotto&Sopra, con la cosnulenza artistica e organizzativa della Trapani Eventi e dell’associazione culturale “Sensi Creativi”, con il patrocinio del Comune di San Vito Lo Capo.

16 - 19 maggio

Festival degli aquiloni

San Vito Lo Capo (Tp)

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food&travel itinerari

26 MAGGIO 2019

La Sardegna è un’isola magica, ma non solo per i pae-saggi che incantano: tra coste e monti risuona l’eco di storie antiche, che si tramandano da secoli. Solo leg-gende o fatti realmente accaduti? Nessuno può dirlo

davvero. Certo che avventurarsi negli itinerari della tradizione isolana, tra leggende, villaggi fantasma e credenze popolari, è un’esperienza affascinante. Potreste imbattervi nelle janas, le fate dei boschi, che vivono nelle domus ipogei, le necropoli prenuragi-che, dette infatti domus de janas, che nel Logudoro sono i furrighesos

terre sardetutta la magia delle Fate, streghe e castelli infestati:

di Marianna Stucchi

Ogni luogo ha la sua leggenda:ecco le più belle storie che l'isola racconta, tra foreddos e is cogas

food&travel itinerari

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27MAGGIO 2019

terre sarde

e nella arbagia Mandrolisai i foreddos. Sono creaturine minusco-le, bellissime ed eleganti, in grado di condizionare, nel bene o nel male, il destino degli uomini. A Lodine (Lodè) si chiamano bajana o ajana, a Mores, onorva, ebeccu, zieri, Pattada, uddus , sono semplicemente fadas, mentre nel nuorese sono birghines o vir-ghines. Ma attenzione: le fadas potrebbero essere anche di statura normale e vivere mescolate alla gente comune... Non è un caso se in tutta la Sardegna di una persona fortunata si dice che è bene fadada e che l’imprecazione per antonomasia è mala jana ti currada, cioè “che la cattiva fata ti insegua”. Una delle leggende più dif-fuse nell’isola è quella della maga icchiriola, che soffiava in una grande conchiglia per attirare nella sua grotta le ragazze brutte a cui insegnare le arti magiche. Ma se capitate a rosei vi imbatte-rete nella storia della bellissima Maria Mangrofa, abbandonata dal fidanzato alla vigilia delle nozze: per il dolore si ritir in una bassa grotta, divenendo col tempo gobba, sdentata e coi capelli ispidi, promettendo regali dal suo prezioso corredo a chiunque accettasse di farle compagnia. n’altra leggenda vuole Maria Mangrofa lungo il fiume Cedrino, come custode della sorgente del Su Gologone, le cui acque, si dice, guariscono le malattie de-gli occhi. Ancora oggi quella zona si chiama 'sa costa de zia Maria Mangrofa. Fattucchiere e maghe si rincorrono per tutta la Sardegna. C’è ad-dirittura un paese di 15mila anime che si dice infestato dalle streghe: Villacidro, nel Medio Campidano. L si chiamano is cogas per via della piccola coda nascosta sotto la sottana. Creature maligne, in grado di trasfor-marsi in insetti che succhiano il sangue ai neonati non ancora battezzati. combatterle, Sisinnio, il santo dei villacidresi, alla cui festa, si dice, non si veda volare nemmeno una mosca. La supersti-zione ha per mietuto diverse vittime: ben sette presunte streghe villacedresi furono condannate dall’Inquisizione spagnola nel XVII secolo.

iavoli e sacrificiTra i paesi fantasma, non perdetevi Gairo Vec-chio ed Eltili. Il primo si trova nel cuore dell’ -gliastra. L c’è la rupe babaieca, dove i vecchi, si

Nelle necropoli prenuragiche vivono le janas, creature fatate che condizionano, nel bene e nel male, il destino di chi vi si imbatte per caso

dice nella leggenda, venivano accompagnati dai figli che do-vevano spingerli giù. L’imboccatura del sentiero che porta al precipizio sarebbe vicino al ponte sul io Pardu. Più in basso, dopo qualche chilometro, si trova Gairo ecchio. enne ab-bandonato dai suoi abitanti nel , dopo un’alluvione che mincacciava di far franare a valle l’intero abitato. Sempre in

gliastra c’è Eltili, un piccolo villaggio a chilometri da au-nei, i cui abitanti scomparvero intorno al , probabilmente a causa di una pestilenza. il paese della leggendaria Maria di

Eltili, rapita dai saraceni in tenera età durante la festa di San Lussorio (al museo diocesano di Lanusei si conserva l’abito che si dice indos-

sasse quel giorno) e vissuta in Africa come schiava per anni. ientrata in patria grazie a uno scambio di schiavi, visse sul Monte Colcau con un paio di ani-mali da cortile, suscitando la curiosità

di tutti per la sua fede islamica, il suoi vestiti e i suoi tatuaggi. Ancora oggi

in gliastra le fattucchiere mormorano misteriose parole apprese da Maria: ado-

nay, eloyn, tarabulis, arabonasmurgas, jerablem, dalzafios, abrox, balaim, gazal. Chissà quali magie evocano. Paesaggio e credenze popolari si fondono un po’ in tutta l’iso-

la. Cos La Sella del Diavolo, Sedd’e Su Diaulu, il promontorio che si trova nella zona meridionale di Cagliari, deve il suo nome alla sella persa da Lucifero disarcio-nato dall’arcangelo Michele, che toccando il suolo venne pietrificata. on a caso l’a-diacente Golfo de Casteddu si chiama an-

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food&travel itinerari

28 MAGGIO 2019

che Golfo degli Angeli. La presenza del diavolo viene ricordata anche sui Monti di La Cruzi, i Monti raili, dove, secondo la narrazione popolare, le imposte ve-nivano pagate con monete false coniate nei fraili, le fucine, sotto la protezione del Maligno. Che evidentemente tanto brig che, nel , quando i soldati del re ir-ruppero nella zona per catturare i falsari, dei laboratori non trovarono neppure l’ombra. orse il demonio si era trasferito a liena, nei grandi crepacci chiamati sas

nurras, da dove si crede che i diavoli escano per scorrazzare sul-le montagne in cerca di anime. Anche i menhir di Laconi, in provincia di ristano, hanno una storia da raccontare: è quel-la della regina nuragica Iddocca, che alla notizia della morte della figlia, per il dolore scagli intorn a s i massi destinati alla costruzione del nuraghe e si tramutò lei stessa in pietra. Non è invece leggenda, ma tragica realtà, quella delle vergini sacrificate dai enici agli dèi a Supramonte di Dorgali nella grotta di Ispingoli, “spina nella gola” per via della gigantesca stalattite/stalagmite, prima in Europa e seconda nel mondo per altezza. enivano gettate in un inghiottitoio, l’ bisso delle vergini, in prossimità della parete a nord-est sul fondo della grotta: un volo di quaranta metri fino alla sottostante grotta di San Giovanni Su Anzu.

Santi e fantasmigni chiesa sarda ha una storia da raccontare. Come quella in

cima al monte Gonare, presso il villaggio di rane, promessa alla Madonna dal giudice del Logudoro, Gonario di orres, in cambio di un miracolo: l’acquetarsi della tempesta che l’aveva sopreso al largo della costa sarda. C’è un masso solcato da un piccolo incavo che, si dice, sia la traccia lasciata dalle spalle della Madonna. Le donne del

La sella del diavolo deve il suo nome alla battagliache l'arcangelo Micheleingaggiò col demonio,pietrificato dalla caduta

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luogo vi si appoggiano per curare i dolori delle loro ossa. Anche il Golgo di Baunei, secondo la leg-genda popolare che si tramanda nell'a-rea, venne originato dal peso di un ba-silisco, s'iscultone in sardo, abbattuto da San Domenico. on a caso nella chiesa cagliaritana a lui dedicata, il mostro è raf-figurato sulle colonne. Ma forse quella del basilisco non è solo una leggenda: un gruppo di paleontologi ha scoperto a orre del Porticciolo, in provincia di Alghero, i resti di un enorme rettile ri-salente a circa milioni di anni fa. E che dire del Monte ardia, nel nuorese In sardo, significa “la guardia” e la sua storia risale all’VIII o IXI secolo, quando arrivarono i saraceni a saccheggiarla. La loro avanzata si interruppe alla vista di un’immensa fila di persone con in mano strani bastoncini bianchi e croci e randel-li e bandiere: era la processione alla Ma-donna, ma ai saraceni quella folla parve un esercito di soldati armati.

29MAGGIO 2019

Ogni fortezza che si rispetti ha il suo fantasma. Non fa eccezione il castello di Galtellì, in provincia di Nuoro: ormai in rovina, è infestato dallo spirito dell’ultimo Barone, in guardia dei suoi tesori nascosti. Uno spettro generoso con chi ha la fortuna di imbattervisi nelle lunghe notti sarde. Insieme a lui vagherebbero tra le rovine anche la moglie, la figlia, il genero ed un nipotino. Anche Castel Doria, nel territorio dell’attuale comune di Santa Maria Coghinassi, è abitato dagli spiriti: quello dell’ultimo principe. Si dice che sul fondo della cosiddetta "Conca di la muneta", dove i Doria battevano denaro, ci fosse una campana d’oro, a cui i passanti gettavano una pietra per farla suonare. La campana oggi non suona più: la cisterna è piena di sassi. Ma lì sotto di nasconderebbero ancora gli immensi tesori di Andrea Doria. Si narra che una dama, innamoratasi di lui, ma non corrisposta, si rivolse addirittura al Demonio. Ma San Giovanni, cui il principe Andrea a era devoto, lo protesse fino alla morte dai malefici della donna.

Castelli infestati