emozione e definizione della relazione. leggendo i quotidiani, i periodici, seguendo i mass-media,...
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EMOZIONE E DEFINIZIONE EMOZIONE E DEFINIZIONE
DELLA RELAZIONEDELLA RELAZIONE
Leggendo i quotidiani, i periodici, seguendo i mass-media, in
generale, veniamo a sapere che l’insegnamento va male, che
gli insegnanti vedono tutto nero, che gli studenti sono delle
sfortunate cavie di riforme informi, che i genitori si strappano
i capelli… Un coro antico si alza e urla tragicamente:
“l’insegnamento è inadatto,(…)” .
(M.J Chalvin)
L’insegnamento è criticato e vilipeso sin da quando Carlo Magno inventò la scuola.
Testimoni ne siano le riflessioni di intellettuali su di esso e sulle sue carenze in epoche diverse:
Alfredo il Grande, nel X secolo, accorgendosi che i libri depositati nelle biblioteche delle scuole anglosassoni sono scritti in latino, decide di tradurli.
Nel frattempo altri si interrogano sulla pedagogia e Sant’Anselmo insorge contro l’abitudine che hanno i maestri di picchiare i loro allievi e di costringerli a lavorare.
Milton, all’inizio del XVII secolo, facendo eco a questi denigratori del sistema scolare medievale, dichiara: “Quanto al sistema volgare di insegnamento, io lo guardo come un vecchio errore delle università ancora incrostate di ruggine scolastica dei tempi barbari.”
Anche John Locke si interroga sulla pedagogia e insiste sulla libertà:”C’è una quantità di cose che ci ispirano avversione per il fatto di esserci state imposte. Ho sempre pensato che lo studio poteva diventare un gioco, ricreazione per i bambini e che ci fosse il mezzo di infondere in loro il desiderio di apprendere se si fosse presentata loro l’istruzione come una cosa degna di onore, piacevole, ricreativa o come una ricompensa.”
Critiche sul contenuto, sui maestri, sulla presentazione dell’insegnamento…ritroviamo questi stessi dibattiti nel nostro XX secolo che risultano altrettanto attuali, presenti e preoccupanti. Ma ciò che è diverso dai secoli precedenti, è che oggi il problema dell’insegnamento è diventato l’assillo di tutti, che tutti hanno la loro opinione e soluzione per risolverla, perché il XX secolo è quello che ha visto l’accesso di tutti all’insegnamento…
(M.J. Chalvin)
Peggio ancora, le critiche vengono da gente non qualificata (…).
Ha poca importanza la competenza, l’età, niente spaventa nessuno quando si tratta di esprimere delle critiche, di dare suggerimenti, di almanaccare.
(M.J. Chalvin)
La questione della definizione e della funzione sociale delle emozionicostituisce
un nodo fondamentale del dibattito relativoalla “natura sociale” della specie umana
Lo studio delle emozioni è, infatti, strettamente collegato
all’indagine psicologica sulla cognizione e sul comportamento socialepoiché
le emozioni influenzano
la percezione, il giudizio, la memoria, il problem solving,
e molti altri aspetti del funzionamento individuale
gli atteggiamenti interpersonalie le relazioni sociali
il processo e l’esito delle negoziazioni e degli incontri sociali dipendono
dallo scambio di segnali emozionali(per es. di minaccia o di pacificazione)
l’attivazione del comportamento aggressivo
e della prosocialità
frustrazione-aggressività,empatia-comportamento
prosociale
ComunicazioneComunicazioneComunicazioneComunicazioneTEMPO
Emozione, comunicazione, relazione e apprendimentoEmozione, comunicazione, relazione e apprendimento
sono processi strettamente collegati e contenuti nel tempo.sono processi strettamente collegati e contenuti nel tempo.
EmozioneEmozioneEmozioneEmozione
RelazioneRelazioneRelazioneRelazione
ApprendimentoApprendimentoApprendimentoApprendimento
Una delle aree della psicologia sociale in cui le emozioni giocano un ruolo fondamentale è
lo studio delle “dinamiche di gruppo” e
del comportamento collettivo
Già Le Bon, nel 1895, postulavaun meccanismo
di “contagio emozionale”
per spiegare la natura irrazionale del comportamento delle persone,
quando si trovano in grandi folle
L’emozione è
un costrutto ipotetico
cioè un’entità non direttamente osservabile
ma inferibile
dai diversi indicatori emozionali e dalla loro interazione
Strutture cerebrali coinvolte nella dinamica emotiva
Con il termine emozione si indica
un processo che comportacambiamenti piuttosto ampi e interrelati
in vari sottosistemi dell’organismoe
che si verifica in risposta ad un evento scatenante,che ha un significato fondamentale per l’individuoin termini di sopravvivenza biologica o psicologica
l’emozione, pertanto, si configura come un processo dinamico e adattivo
di risposta ad una situazione di crisi
Le emozioni discrete basilari o primarie sono:
secondo Campos:-felicità-paura-tristezza-collera -interesse
secondo Argyle:-felicità-tristezza-sorpresa-disgusto/disprezzo-paura-interesse-vergogna-senso di colpa
La ruota di Plutchik
l’umore è uno stato emozionale più diffuso e duraturo(almeno qualche ora), non necessariamente
scatenato da un evento concreto
l’emotività è un tratto
della personalità relativamente stabile
Mentre l’emozione è un processo dinamico di durata relativamente breve
il sentimento è la risonanza affettiva,
meno intensa della passione e più duratura dell’emozione,
con cui il soggetto vive i propri stati soggettivi e
gli aspetti del mondo esterno(può includere più emozioni
anche di segno opposto)
Teoria classica dell’emozione
l’emozione – sensazione,elicitata da un evento emotigeno,è la causa e non la conseguenza
delle tipiche reazioni corporee
delle specifiche tendenze all’azione
E’ possibile distinguere diverse componenti dell’emozione
la sensazioneinterna
i modelli di rispostaa livello
neurofisiologico
l’espressionemotoria
la tendenzaall’azione
la valutazionecognitiva
o appraisal
ovveroi cambiamenti
nell’attivitàdel SNC
e del SNA
attraversoil volto, la voce,
i gesti
per es. desiderio
di fuggire, nascondersi,
ecc.
cioèl’attribuzione
di un significatoa ciò che
accade
cioè l’esperienza consapevole
dei cambiamentiche si verificanoin tutte le altre
componenti
L’emozione si configura, pertanto, come un processo complesso in grado di includere la maggior parte degli aspetti del funzionamento mentale
La maggior parte degli psicologi sociali
fanno riferimento alle tre principali componenti
sensazione
fisiologia
espressione
con il termine di
triade delle reazioni emozionali
La sincronizzazione dei processi psicologici e fisiologicial fine di mobilitare tutte le risorse di un organismo
per affrontare un evento significativo
comporta dei costi
si impedisce ad alcuni sottosistemi
di eseguire la loro normale funzione
(per es. non possiamo digerire o pensare con lucidità
quando siamo in preda ad una forte emozione)
la forte mobilitazione di energieriduce le risorse dell’organismo
per questa ragionel’attivazione prolungata
delle emozionicostituisce una fonte di stress
questa condizione apparentemente paradossale è spiegata dalla cruciale importanza delle emozioni
per la sopravvivenza, e l’adattamento dell’organismo all’ambiente
Gli esseri umani sperimentano emozioni in misura superiore a tutti gli animali,
e tuttavia sono i primi esseri veramente razionali!
Gli elevati costi dei meccanismi emozionali sono compensati
dalla cruciale importanza delle loro funzioni per la sopravvivenza e l’adattamento
l’espressione delle emozioni
si è evoluta da modelli di
comportamento adattivo
per es. l’inarcamento
delle sopracciglia
aumenta l’acuità visiva
l’espressione delle emozioni
costituisce un sistema di segnalazione
complesso, volto
alla regolazionedell’interazione
consente diinferire le
reazioni adun determinatoevento o azione
segnala una
particolaretendenza d’azione
le emozioni le emozioni creano uno scarto tracreano uno scarto tral’evento stimolante el’evento stimolante ela risposta istintuale,la risposta istintuale,
sostituendosostituendoall’automatismo all’automatismo delle catene S-R,delle catene S-R,una preparazioneuna preparazione
nei confronti di possibilinei confronti di possibili reazioni alternativereazioni alternative
le emozioni svolgono
un ruolo crucialenei processi di elaborazione
dell’informazione,soprattutto di natura sociale
le emozioni-le emozioni-sensazionisensazioni
consentono di consentono di riflettere e riflettere e
integrare tutteintegrare tuttele componentile componentidell’episodiodell’episodioemozionaleemozionale
garantisconogarantisconouna maggioreuna maggiore
flessibilitàflessibilitàdeldel
comportamentocomportamento
le reazioni emotive ci aiutano a selezionare
immediatamentegli stimoli rilevantida quelli irrilevanti
e quindi di e quindi di attuare unaattuare una costante costante attività diattività di
controllo econtrollo eregolazioneregolazionedegli eventidegli eventi
L’attività di ricerca sulle emozioni, in ambito psico-sociale, ha riguardato due questioni centrali:
lo studio delle situazioniche elicitano le
risposte emozionali
lo studio delle relazionitra specifiche situazioni e
particolari emozioni
In ambito filosofico, l’approccio normativo ha postulato l’esistenza di
una precisa corrispondenza tra determinate situazioni elicitanti e specifiche tipologie di emozioni
(per es. un insulto all’onore provoca sempre rabbia,un’aggressione da parte di un nemico ritenuto più forte provoca paura)
questo approccio è poco valido in termini previsionali: non è sempre possibile prevedere l’emozione risultante,
utilizzando esclusivamente informazioni relative alla situazione
Teoria delle emozioni di James-Lange
l’emozione è provocata dalla consapevolezza da parte del soggettodi uno specifico modello di cambiamento
a livello corporeo
Ad esempio:“incontriamo un orso nella foresta, il nostro cuore batte all’impazzata,
le ginocchia tremano, e poiché stiamo percependo
questi cambiamenti a livello fisiologico,avvertiamo la paura”
è anche definitaposizione periferica
in quantofocalizza l’attenzione
sull’attività delsistema nervoso
autonomo e somaticoi cambiamenti a livello corporeoderivano direttamente
dalla percezione del fatto eccitante
le nostre sensazioni dei medesimi cambiamenti nel momento in cui avvengono
costituiscono
l’emozione
La teoria dei due fattori di Schachter
è la prima teoria cognitiva delle emozioni
L’emozione è prodotta
dall’attivazione non specifica del sistema nervoso simpatico
dall’interpretazione cognitivasimultanea dell’evento elicitante
catalogata da sensazioni comeaccelerazione del battito cardiaco,
tremore alle gambe, ecc.
cioè sulla base della funzione direttiva
delle cognizioni che emergono direttamente dalla situazione immediata
per es. “ un uomo cammina da solo lungo un viottolo buio e improvvisamente compare una figura con una pistola”,
lo stato di attivazione non specifica che ne deriva, verrà interpretato alla luce delle conoscenze possedute sui viottoli bui e sulle pistole;
tale stato sarà denominato paura
Secondo Schachter, quando all’aumento dell’attivazione non corrisponde una cognizione appropriata
si attiva un processo di“ricerca di informazioni e autoattribuzione”
“Se percepisco un aumento nel livello di attivazione […] che non posso attribuire a un fattore esterno, so che probabilmente proverò un’emozione.
A questo punto esaminerò attentamente il mio ambiente fisico e sociale, e sulla base di tutti gli indizi rilevanti deciderò
qual è l’emozione più appropriata” Hewstone, M., Stroebe, W., (2002), Introduzione alla psicologia sociale, Il Mulino, Bologna, p. 164
Esperimento di Schachter e Singerè finalizzato a verificare
l’ipotesidella ricerca di informazioni
e autoattribuzionesi dice ai soggetti che si vuole verificarel’effetto di un composto vitaminico
si somministrano iniezioni di adrenalina oppure iniezioni placebo a quattro gruppi di soggetti
gruppo di controllo(iniezione placebo+
informazione: nessun effetto collaterale)
gruppi sperimentali
gruppo ignorante sull’adrenalina
(iniezione di adrenalina+ informazione: nessun
effetto collaterale
gruppo informatosull’adrenalina
(iniezione di adrenalina+ informazione sugli
effetti comuni dell’adrenalina
gruppo disinformatosull’adrenalina
(iniezione di adrenalina + informazione inesattasugli effetti del farmaco
somministrato)ipotesi
“nessuna emozione”:attivazione fisiologica
non presente ipotesi “emozione”:attivazione non
specifica + assenzadi informazione
sugli effetti
ipotesi“nessuna emozione”:
attivazione non specifica +
informazione adeguata
ipotesi “emozione”:attivazione non
specifica + informazione
inadeguata sugli effetti
Le ipotesi degli sperimentatori, in sintesi, eranole seguenti:
Hp 1: i soggetti del
gruppo di controllo e della condizione
informato sull’adrenalina
Hp 2: i soggetti
della condizione ignorante e
disinformato sull’adrenalina
non avrebbero dovuto provare emozioni
avrebbero dovuto provare emozioni
(attivazione non specifica senza cognizione adeguata)
I soggetti della condizione disinformato- ignorante sull’adrenalina avrebbero dovuto provare un’emozione
(aumento dell’attivazione non specifica + assenza di cognizioni sulla causa dell’attivazione stessa)
Ma quale?
per scoprirlo i ricercatori attuarono una seconda manipolazione :poiché l’aspettativa degli sperimentatori era che il contesto situazionale
avrebbe dovuto influenzare l’attivazione non specifica,si chiese ai soggetti di attendere che
il composto vitaminico producesse i suoi effetti,in compagnia di un altro soggetto sperimentale,
in realtà un complice dei ricercatori addestrato a comportarsi in maniera euforica o adirata
L’ipotesi era che i soggetti della condizione disinformato-ignorante sull’adrenalina avrebbero dovuto esaminare il loro ambiente alla ricerca di indizi plausibili
che spiegassero la presunta attivazione emozionale e pertanto sarebbero stati influenzati dallo stato emotivo del complice
in misura maggiore rispetto agli altri gruppi di soggetti
Allo scopo di verificare le ipotesi di ricerca, furono utilizzate due variabili dipendenti:
resoconti soggettivi osservazione del comportamento dei soggetti
e codifica degli indizi comportamentali di
euforia e rabbiasi chiese ai soggetti di
valutare il proprio stato emotivosu scale a cinque punti che
misuravano l’umore felice o arrabbiato
Anche se gli autori conclusero che questi risultati confermavano le loro ipotesi, in realtà solo una parte delle ipotesi ricevette conferma:-la variabile osservazione del comportamento confermò le ipotesi per entrambe le emozioni,-la variabile resoconto soggettivo mostrò solo un lieve effetto per l’euforia e l’opposto rispetto alle aspettative dei ricercatori, nel caso della rabbia
Le teorie dell’appraisal
Teoria di Arnold Teoria di Lazarus
il significato di un evento emotigeno
per la persona che lo sperimenta
è stabilito mediante un processo di valutazione
o appraisal dell’evento
che si basa su insieme dicriteri personali
descrive un processo di appraisalseguito da una serie di valutazioni successive
distingue
appraisal primario appraisal secondario
riguarda la piacevolezza/spiacevolezza
dell’evento oppurel’eventualità che esso
favorisca la realizzazione discopi personali
determina la misura in cui la persona sarà in grado di
fronteggiare le conseguenze
di un evento con le competenze, le risorse e il potere di cui dispone
All’interno del modello transazionale di Lazarusil significato dell’evento è determinato dall’interazione tra:
variabili situazionali(specifica natura dell’evento)
variabili personali(bisogni, scopi, risorse)
re-appraisal in grado di modificare le proprie
impressioni econseguentemente
le relative emozioni
Il meccanismo di appraisal che precede le emozioni consente di spiegare
le differenze culturali nelle situazioni che provocano emozioni
enell’esperienza emozionale
infatti, anche se esistono criteri di appraisal innati o acquisiti a livello universale
nella maggior parte dei casi, i criteri di appraisal dipenderanno da
bisogni acquisiti scopi e valoriculturalmente definiti
ad esempio,Wallbott e Scherer hanno rilevato che, mentre nelle culture individualistiche, le differenze tra emozioni di vergogna e colpa erano considerate relativamente limitate,
nelle culture collettiviste, i comportamenti che suscitavano esperienze di colpavenivano valutati come più gravi e immorali di quelli che provocavano la vergogna
E’ possibile rilevare notevoli differenze nei processi di appraisal
tra soggetti appartenenti
a culture diverse
tra membri diuno stesso gruppo etnico
o nazione
tra soggetti con differenti caratteristiche e strutture
di personalità
che si distinguonosulla base
di differentibisogni acquisiti,e di scopi e valori
culturalmentedefiniti
che possono essere portatoridi scopi e valori
assolutamente diversiin funzione dell’appartenenza
a differenti classi sociali,generazioni,
gruppi politici, ecc.
in particolare, le differenze nella struttura e nel concetto di Sé
possono determinarerisposte emotive diverse
per esempio individui con bassa auto-stima hannoreazioni emotive più forti
al fallimentorispetto a soggetti
con elevata auto-stima
Sebbene le principali teorie dell’emozioneconcordino sull’esistenza di una differenziazionenell’ambito della componente del sentimento
cioè ammettono
l’esistenza diuna molteplicità
di emozioni-sensazioni
interne
si trovano, invece, in disaccordoper quanto riguarda
l’ipotesi di una differenziazione dei modelli di risposta nei sistemi periferici
espressione fisiologia
Pattern di risposta nei sistemi periferici
James e Lange
sostengono che sia proprio
il feedback propriocettivoproveniente
dai sistemi perifericia connotare la
tipologia delle emozioni
a emozioni diversecorrispondono, pertanto,pattern di attivazioneneurofisiologica diversi
Schachter e Singer
sostengono invece chela differenziazione
tra le emozioni sia determinata
dall’attivazione non specifica del
sistema nervoso simpatico con l’interpretazione
cognitiva simultanea degli
elementi situazionali
non esistono pattern neurofisiologici specifici
le teorie dell’appraisal
divergono su questo punto
alcune teorienon
sollevanola questione
della differenziazione
fisiologica edespressiva
altre sostengonoche i risultati
della valutazioneprodurranno
specifici profilidi risposta, inclusala differenziazione
fisiologica
Una ulteriore prospettiva sulla questione della differenziazione delle emozioni è:
la teoria delle emozioni discrete di Tomkins
esisterebbero un numero limitato di emozioni discrete basilari o fondamentalicorrispondenti all’attivazione di:
programmi neurali innatiin grado di produrre
tipiche espressioni faccialipattern differenziati di reazioni
nella voce e nei sistemidi risposta fisiologica
La triade delle reazioni emozionali:
- espressione motoria
- cambiamenti fisiologici
- sensazioni interne
L’espressione motoria delle emozioni attraverso
il volto
il corpo
la voce
svolge una funzione fondamentale
nella comunicazione
nell’interazione socialesi deve, pertanto,
ipotizzare che
esistano segnali espressivi chiaramente differenziatiche corrispondano ai diversi tipi di emozioni
La modalità espressiva più estesamente studiata è : il volto
Se si assume che dei programmi motori neurali innati producano modelli di risposta specifici
per le emozioni primarie
le espressioni facciali delle emozioni (primarie)dovrebbero essere molto simili nelle varie culture
numerose ricerche interculturali (Ekman e Izard) hanno analizzato sia la codifica che la decodifica delle varie emozioni primarie
da parte di soggetti provenienti da culture molto diverse
i risultati emersi confermano che le espressioni facciali rappresentate da un attore
possono essere decodificate da giudici provenienti da culture diverse
Mentre le ricerche interculturali sull’espressione facciale hanno dimostratola presenza di una considerevole universalità
nell’espressione facciale delle emozioni
esistono, tuttavia anche prove dell’esistenza dispecificità culturali
nella percezione delle emozioni nel volto e nella loro codifica
una possibile spiegazione è che le varie culture si distinguano
nel controllo delle emozioni
cioè nelle regole sociali di esibizione delle emozioni
all’interno di specifici contesti
Diverse ricerche sperimentali hanno rilevato che
le emozioni espresse a livello vocale (in assenza di una corrispondente informazione verbale)sono universalmente riconoscibili , indipendentemente
dalla lingua dai confini culturali
è dunque plausibile l’ipotesi che l’espressione vocale, così come quella facciale
sia in parte basata su fattori biologici
i biologi del comportamento, sulla base dell’indagine comparata sulla comunicazione vocale tra animali,
suggeriscono l’esistenza di una continuità evolutiva nell’espressione vocale delle emozioni
si possono infatti rilevare notevoli somiglianze tra le espressioni vocali di diverse specie nella comunicazione di stati motivazionali-emozionali
rabbia, ostilità, dominanza(vocalizzazioni dura e tono elevato)
paura e impotenza (vocalizzazioni acute e sottili)
Tuttavia proprio come per l’espressione facciale, anche per quella vocale, esistono differenze rilevanti
fra le specie
fra le culture
attribuibili
ai vincoli posti dai sistemi di comunicazione
e dalle norme di espressione culturale
queste influenze sulla vocesono ancora più accentuate di quelle sul volto, perchénel corso dell’evoluzione
la voce è diventata
il segno che veicola il linguaggio(differenze sintattiche e fonologiche
tra diversi linguaggi)
Manipolazione strategica e controllata delle emozioni
L’espressione delle emozioni è estremamente complessa e sfaccettata
in quanto è determinata
automaticamente e involontariamente
dalla reazione di una persona
ad uno specifico evento
dal tentativo più o meno cosciente
di controllare, modificare e manipolare l’espressione emozionaleper ragioni strategiche
all’interno di una interazione sociale
Quando proviamo un’emozione, non siamo mai totalmente in balia di essa,
possiamo controllare, regolare o modulare le emozioni
regole di esibizione o display rules(mascheramento e soppressione
delle emozioni spontanee in accordo
con le prescrizioni sociali)
uso strategico delle emozioni(dissimulazione di emozioni spontanee
e simulazione di emozioni per ragioni tattiche)
l’espressione emotiva è soggetta al controllo culturale:
numerose culture sanciscono più o meno esplicitamente quali siano le emozioni
da mostrare legittimamente in determinate circostanze
il controllo dell’espressione delle emozioni
consente di mentire, ingannare e manipolare il proprio interlocutore,
allo scopo di ottenere dei vantaggi
I cambiamenti a livello fisiologico
forniscono energia e preparano all’esecuzione
di azioni specifiche(Cannon)
consistono in una attivazione generalizzata non specifica
(Schachter e Singer)
per ciascuna delle principali emozioni esistono dei meccanismi speciali
all’interno del SNC, che producono cambiamenti fisiologici appropriati per l’azione
nei diversi sottosistemi dell’organismo
La ricerca in questo ambito non è ancora pervenuta a conclusioni definitive, tuttavia gli studi più autorevoli (Cacioppo 1993, Stemmler 2001) sembrano aver identificato
profili di risposta fisiologica specifici per alcune emozioni elementari (paura, rabbia, tristezza)
tali pattern possono essere spiegati sulla base dei requisiti funzionali e adattivi nelle situazioni di paura, rabbia, ecc.
per es. in una situazione di paura la risposta fisiologica (aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, e della contrattilità muscolare cardiaca)
prepara l’organismo ad una possibile perdita ematica conseguente all’eventuale attacco di un predatore
La sensazione costituisce
il riflesso dei cambiamenti che si verificano in tutte le altre componenti
pertanto risulta centrale, nella dinamica emotiva, l’esperienza consapevole dei fenomeni che
accadono all’interno del nostro corpo
tale esperienza va collocata nel contesto complessivo
del nostro Sé(con la sua storia ele sue peculiarità)
della relazione che si stabilisce tra questo Sé particolare e
lo specifico evento emotigeno
Le dimensioni della sensazione
Alcuni autori hanno proposto un sistema tridimensionale per descrivere la natura di stati emozionali complessi,
individuando le dicotomie
piacevolezza - spiacevolezza
eccitazione – depressione
ovveroattività – passività
tensione – rilassamento
La maggior parte delle ricerche condotte nell’ambito dell’analisi dimensionale delle emozioni
hanno rilevato che
sulla base dei giudizi di somiglianza espressi da giudici diversi risulta possibile collocare i termini che descrivono le emozioni (etichette verbali)
all’interno di uno spazio bidimensionaledefinito da:
un asse orizzontale che rappresenta
la dimensione piacevolezza-spiacevolezza
un asse verticale che rappresenta
la dimensione attività-passività
la collocazione delle etichette nello spazio bidimensionale presenta una significativa concordanza e stabilità,
indipendentemente dal linguaggio e dalla cultura dei soggetti valutatori
Qualsiasi tentativo di classificazione delle emozioni all’interno di uno schema dimensionale
costituisce
una semplificazione
in realtà, la grande quantità di etichette verbali di emozioni
esistenti in tutte le lingue del mondoevidenzia che
è possibile differenziare i processi emozionaliin maniera molto più fine
Le etichette verbali delle emozioni sono state utilizzate nella ricerca antropologica,per confrontare gli stati emotivi sperimentati all’interno di culture diverse
ne è emerso cheesistono notevoli differenze nel lessico emozionale
utilizzato all’interno di culture pre-tecnologiche, rispetto alla terminologia emotiva delle lingue occidentali
le emozioni pertanto non sarebbero universali, ma determinate da valori e modalità d’interazione specifiche della cultura
le emozioni quindi sarebberoculturalmente e socialmente costruite
Queste differenze culturali non invalidano, tuttavia, l’idea fondamentale che il meccanismo emozionale di base sia comune alle varie specie,
piuttosto, è probabile che la sensazione interna espressa dall’etichetta verbale sia, a differenza delle altre componenti dell’emozione,
maggiormente influenzata dalla variazione socioculturale
Le diverse componenti delle emozioni sono tra loro fortemente correlateper cui è possibile ipotizzare che
modificando deliberatamente una di tali componenti
gli effetti si ripercuoteranno su tutte le altre
ipotesi della catarsi ipotesi del feedback
propriocettivo
La catarsi era la principale funzione
della tragedia greca
assistendo alle forti emozionirappresentate sul palcoscenico,
gli spettatori potevanoattraverso
un processo empaticoliberare e purificare i propri stati emotivi
implica che amplificando la componente espressiva dell’emozione(ad es. attraverso l’attività
motoria violenta)sia possibile intervenire
anche sulle altre componenti
riducendo illivello di
attivazionefisiologica
attenuando le sensazioni
interne
Al contrario della catarsi, il feedback propriocettivosi basa sull’idea che
l’aumento dell’attività fisiologicaoppure
un comportamento fortemente espressivosi presume possano
amplificare le sensazioni interne
Ipotesi del feedback facciale
Tomkins ha postulato che le espressioni facciali corrispondenti con un particolare stato interno
rinforzino le sensazioni corrispondenti
una de-amplificazione dell’espressività emozionale
o espressioni facciali incompatibili con l’emozione provata
attenuino le relative sensazioni
Tale ipotesi è congruente con una concezione componenziale dell’emozione:
le sensazioni dovrebbero controllarelo stato degli altri sottosistemi dell’organismo,
e pertanto dovrebbero essere più intense in presenza di espressioni forti
piuttosto che deboli
tuttavia le sensazioni, sulla base della loro attività di monitoraggio, dovrebbero anche riflettere
gli sforzi compiutiper mascherare o attenuare
l’espressione delle emozioni
per es.. l’essere costretti a mascherare la rabbia con un sorriso di circostanzapotrebbe aumentare piuttosto che diminuire la sensazione interna di rabbia
Le emozioni negli esseri umani non sono mai grezze o pure
non appena vengono provate esse vengono
monitorate eregolate
controllate omanipolate
Le emozioni possono essere regolate in due diversi modi:
rivalutazione
viene evitata la risposta emotivaprima ancora che possa svilupparsi,
controllando attivamente la valutazione di un evento
potenzialmente induttore di emozioni
soppressione
viene soppressa una particolare risposta
(ad esempio un’espressione facciale)