epidemiologia specializzazione[1]
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Master management delle funzioni di coordinamento nell’area della prevenzione
sanitaria
Introduzione alla Epidemiologia applicata ai servizi sanitari
Raffaele Palombino
• Definizione:L’epidemiologia si occupa dello studio delle malattie e
dei fenomeni ad esse correlati attraverso :
L’osservazione della distribuzione e dell’andamento delle patologie nella popolazione
L’individuazione dei fattori di rischio che influiscono su tale distribuzione
La ricostruzione della storia naturale delle malattie La programmazione e la valutazione degli interventi
preventivi e curativi L’individuazione delle priorità in sanità pubblica Le valutazioni di impatto sanitario (VIS)
R. Palombino
Quando nasce l’epidemiologia :Ippocrate nel 500 a.C. già osservava che
alcune malattie erano correlate a condizioni ambientali o individuali
J.Graunt nel 1662 a Londra studiò l’andamento della mortalità e della natalità collegate alle variabili sesso, età e stagionalità
J.Snow nel 1854 (Broad street pump) individuò il ruolo dell’acqua nella diffusione del colera quando ancora non era conosciuto l’agente eziologico del colera
R. Palombino
Perché l’epidemiologia e la prevenzione
sono oggi più importanti che nel passato ?
E’ cambiata la tipologia prevalente delle malattie
R. Palombino
prima oggi
eziologia unica multifattoriale
decorso acuto cronico
esito morte o guarigione invalidante
Perché l’epidemiologia e la prevenzione
sono oggi più importanti che nel passato ?
VARIAZIONE % DELLA MORTALITA’ IN ITALIA 1901-2002
1901-10 1941-50 1961 2002
MALATTIE INF. 15,9 10,6 2,8 0,4
TUMORI 2,9 7,8 16,6 32,2
MCC 9,6 17,3 30,4 39,9
M.PSIC H. E NERV. 9,7 12,1 15,5 3,0
M. RESPIRATORIE 19,5 13,6 7,8 4,6
M. APP.DIGERENTE 18,0 10,2 6,3 5,9 R. Palombino
Perché l’epidemiologia e la prevenzionesono oggi più importanti che nel passato ?
STORIA NATURALE MALATTIE INFETTIVE FASE LIBERA INCUBAZIONE MALATTIA CLINICA MORTE
GUARIGIONE CRONICIZZAZIONE PREVENZIONE PRIMARIA
STORIA NATURALE MAL. CRONICO DEGENERATIVE
FATTORI DI RISCHIO FASE LIBERA F. DI LATENZA F. PRECLINICA MALATTIA CLINICA CRONICIZZAZIONE E MORTE PREVENZIONE PREVENZIONE PREVENZIONE PRIMARIA SECONDARIA TERZIARIA
R. Palombino
L’epidemiologia ha evidenziato l’esistenza
di elementi o caratteristiche umane che
aumentano la probabilità di ammalarsi
• Fattore di rischio è ciò che aumenta la probabilità di ammalarsi
• Fattore protettivo è ciò che diminuisce la probabilità di ammalarsi
• Prevenzione primaria è eliminare i fattori di rischio ed esaltare i fattori protettivi
Non tutti i fattori di rischio possono essere eliminati: si pensi a quelli legati alla composizione genetica
R. Palombino
fattori di rischioRischio genetico :
non eliminabili ma identificabili Rischio ambientale:
inquinamento ambientaleinquinamento elettromagneticoradon
Rischio individuale : condizioni socio economiche
Stili di vita Rischio occupazionale:
condizioni non presenti nell’ambiente di vita condizioni presenti nell’ambiente di vita organizzazione del lavoro, stress
La prevenzione primaria : interviene per rimuovere o minimizzare i fattori di rischio
ha come obiettivo la riduzione dell’incidenza delle malattie
La prevenzione secondaria : Interviene per identificare precocemente le malattie o le
condizioni di rischio ha come obiettivo la riduzione dell’incidenza delle malattie
o della mortalità associata
La prevenzione terziaria : Interviene per eliminare o ridurre le complicanze di una
malattia Ha come obiettivo l’allungamento della sopravvivenza e il
miglioramento della sua qualità
R. Palombino
Esempi di prevenzione primaria M. infettive m. croniche incidentiVaccinazioni educ. alimentare limiti di velocità Disinfezione norme antinquinamento cinture sicurezzaSterilizzazione lotta alla droga uso del casconotifica casi campagne antifumo norme antincendioControlli limitazioni all’uso protezione dei alimenti di alcool lavoratori HACCP barriere antirumore impianti elettrici a norma Controlli acque vietare sostanze educazione Potabili pericolose stradale
Migliorare le condizioni culturali sociali ed economiche Ridurre le differenze di reddito di opportunità
R. Palombino
Perché l’epidemiologia e la prevenzione
sono oggi più importanti che nel passato ?
E’ invecchiata la popolazione
La domanda di salute è maggiore
E’ aumentata nella popolazione la
consapevolezza dei propri diritti
Sono investite ingenti risorse nella tutela
della salute
Le risorse non sono infinite per cui vanno
individuate le priorità di intervento R. Palombino
Fonti dei dati statistico epidemiologici
L’epidemiologia dalla analisi di informazioni
elementari (dati) produce informazioni
complesse
Tipologia dei dati
Dati disponibili (correnti) cioè raccolti di
routine per finalità sanitarie e/o amministrative
Dati non disponibili cioè non raccolti di routine
ma solo in presenza di sistemi informativi creati ad hoc
R. Palombino
Principali fonti di dati correnti Fonte dati sistema raccolta tipo dati Censimento comune –istat , demografici su residentiPopolazione decennale e domiciliati
Schede di morte medico –comune numero morti per età
asl- istat sesso, cause
Certificato ass. Ospedali-asl –regione numero nati e variabili Al parto ministero inerenti il neonato, il parto , la madre etc
Notifica mal. Medico-asl-regione numero mal. e variabiliInfettive ministero inerenti la persona e le circostanze
Scheda dimissione ospedali –asl tipo ricovero, diagnosi Ospedaliera regione-ministero variabili demografiche e assistenziali
Infortuni lavoro e datore di lavoro –inail numero inf. E malattie Malattie prof. professionali
Statistiche demog. Diversi enti -istat variabili demog.Sociali, economiche sociali-eonomiche R.
Palombino
Corso
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rmazio
ne : R
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istro d
i Morta
lita’ R
egio
ne
Cam
pania
Napoli..
Dott. Giancarlo D’Orsi : Settore Epidemiologia Descrittiva ASL Na2
MORTALITA’Flusso informativo
Medico certificatore (parte A) Ufficiale di Stato Civile (parte B)
Copia per la ASL (registro per Comune con elenco e cause)
Prefettura
Uffici Regionali ISTATISTAT
entro 24 h
entro 30 gg
Corso
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rmazio
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istro d
i Morta
lita’ R
egio
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Cam
pania
Napoli..18/10/2004
Dott. Giancarlo D’Orsi : Settore Epidemiologia Descrittiva ASL Na2
Il flusso dei dati regionali(Delibera R.C. n.3141 del 31/10/2003-Re.Mo.R.C.)
Progetto di Collegamento in reteProgetto di Collegamento in rete
Prefettura
ASL di decessoServizio di Epidemiologia e Prevenzione
Registro Rencam
Invio file deceduti in altra ASL
al SEP di residenzaRegistro di Mortalità Regionale
OER
Implementa registro cartaceo comunale dell‘ASL Informatizza su software unico regionaleCodifica schede di morte dei soli residenti
Invio scheda cartacea deceduti non residenti al SEP di
residenza
Invio trimestrale file deceduti non residenti
Invio semestrale file deceduti residenti
10 giorni10 giorni
30 giorni30 giorni
Obbligo di notificamalattie infettive
L’obbligo di notifica di tutti i casi di malattie infettive diffusive pericolose, per la salute pubblica, è previsto:nel Regio decreto del 27.07. 1934 n° 1265, artt. 253 e 254;ed è stato ribadito dal :Decreto del Ministero della Sanità del 15.12.1990 che modifica i flussi informativi, suddividendo le malattie in cinque classi di condizioni morbose, aggregate per: gravità ; frequenza; possibilità di azioni terapeutiche e/o di profilassi e/o di educazione sanitaria; importanza sul piano nazionale e internazionale
Servizio Epidemiologia e Prevenzione – A.S.L. Napoli 4
Servizio Epidemiologia e Prevenzione – A.S.L. Napoli 4
La sorveglianza delle malattie infettive
La sorveglianza è finalizzata ad obiettivi di salute, e cioè a prevenire ulteriori casi tramite: La rilevazione della loro frequenza (caso sporadico o cluster); L’individuazione delle fonti di contagio e dei modi di trasmissione;L’individuazione della popolazione a maggior rischio specifico;L’adozione di misure generali o specifiche di prevenzione;L’allocazione di risorse in attività di prevenzione.
Sistemi di rilevazione ad hoc
Registro tumori o di patologia
INFLUNET : SISTEMA DI SORVEGLIANZA SENTINELLA DELL’INFLUENZA
PASSI Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in ItaliaSulla prevalenza di fattori di rischio comportamentali
STUDIO DI POPOLAZIONE SULLA PREVALENZA DELL’ INFEZIONE DA VIRUS DELL’EPATITE B (HBV) E C( HCV) NELL’AREA COPERTA DAL REGISTRO TUMORI DI POPOLAZIONE DELLA REGIONE CAMPANIA
R. Palombino
Siti internet per reperimento dati demografici,sanitari, sociali economici
ISTAT WWW.ISTAT.ITMIN.SALUTE WWW.MINISTEROSALUTE.ITISTITUTO SUPERIORE DI SANITA WWW.ISS.ITCentro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza, Promozione della Salute www.epicentro.iss.itInflunet www.flu.iss.itSistema Spess www.spess.it Istituto superiore prevenzione e Sicurezza lavoro www.ispels.itInail www. Inail.itAss. nazionale oper. prevenzione www.snop.itAss. italiana registri tumori www.registri-tumori.itAgenzia per la protezione ambiente Apat www.apat.gov.it Piano nazionale Linee guida www.plng.itAss. it. Epidemiologia www.aie.itAutomobile club www.aci.it
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Le misure fondamentali:
A Misure di frequenza – servono a descrivere la frequenza, generalmente di uno stato morboso, in popolazioni diverse, nel tempo, nello spazio,per condizioni di età ecc. Si tratta quindi di misure a carattere descrittivo fra le quali le più importanti sono :
• Frequenza assoluta, cioè numero degli eventi• Proporzione, rapporto in cui il numeratore è
contenuto nel denominatore, in genere rapportato a cento, percentuale
• Rapporto, relazione fra due quantità indipendenti (rapporto maschi/femmine)
• Tassi, frequenza di un evento rapportato alla popolazione che lo ha espresso
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Le misure fondamentali:
Le misure di frequenza maggiormente utilizzate sono i tassi in quanto , riferendosi alla popolazione che li hanno espressi, permettono
un confronto sia spaziale (cioè con realtà geografiche diverse)
sia temporale (cioè con la stessa realtà geografica in un tempo diverso )
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
il tasso che è il rapporto fra il n° di osservazioni e la stima della popolazione che le ha espresse.
Esso viene espresso da una frazione nella quale:Il numeratore = n° di persone con una determinata
malattia o altra caratteristica in un dato
periodo di tempo o a un dato momento
Il denominatore = la popolazione che ha espresso il numeratore
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
Tale frazione, essendo inferiore all’unità, viene rapportata, per una più immediata confrontabilità, ad una costante che può essere 1.000-10.000-100.000-1.000.000 e ad un periodo di tempo che in genere è 1 anno.
Quando il numeratore non è compreso nel denominatore si parla di rapporto aritmetico.
Es. rapporto di natimortalità nati vivi x 1000 n° nati morti
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
I tassi prendono nomi diversi a seconda del fenomeno che misurano
Tasso di incidenza n° casi in 1 anno x 10.000 pop. dell’anno
Tasso di morbilità n° giornate di malattia x 1000 x anno pop. (o giorni lavorativi)
Tasso di prevalenza n° casi al momento osserv. X 10.000 popolazione
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Tassi di mortalità
T. Mortalità generale n° morti nell’anno x 1000 pop. a metà dell’anno
T. Mortalità infantile n° morti 1° anno di vita x 1000 n° nati durante l’anno
T. natimortalità n° nati morti X 1000 nati vivi + nati morti
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Tassi di riproduttività
T. di natalità n° nati vivi x anno x 1000 popolazione
R. di abortività n° aborti x anno x 1000 n° nati vivi
T. incr. naturale n° nati vivi – morti x anno x 1000 popolazione
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Tassi di efficienza dei servizi sanitari
T. di ospedalizzazione n° ammiss. in osp. x 1000 x anno popolazione
T. durata media degenza n° giornate degenza n° degenti
R. Palombino
Le misure in epidemiologiaLe più importanti misure di frequenza sono :
La prevalenza che misura, nell’ambito di una popolazione, il numero di soggetti malati o con una determinata caratteristica in un determinato istante (p.puntuale ) o in un ristretto periodo di tempo ( p. periodale)
Tasso di prevalenza n° casi al momento osserv. X 10.000 popolazione
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
Le più importanti misure di frequenza sono :
L’incidenza che misura, nell’ambito di una popolazione, il numero di soggetti che si ammala in un determinato periodo di tempo
Tasso di incidenza n° casi in 1 anno x 10.000 pop. metà anno
Quando la popolazione osservata è piccola, si utilizza il
tasso di incidenza persona /tempo
in cui al denominatore si calcolano le persone osservate per la durata di osservazione
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
Nelle malattie cronico degenerative in cui l’incidenza è stabile:
Il rapporto fra prevalenza (P) e incidenza (I) è eguale alla durata (D) della malattia (anni)
P/I= D
Il rapporto fra la prevalenza e la durata dà una stima della incidenza
P/D=I
Il prodotto fra l’incidenza e la durata dà una stima della prevalenza
IxD=P R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Correzione dei tassi
Per confrontare dei tassi che si riferiscono a due popolazioni diverse o ad una stessa popolazione in due differenti periodi bisogna verificare che la distribuzione di alcune variabili, che influenzano direttamente il tasso stesso, siano omogenee e in caso contrario apportare delle correzioni che annullino tale differenza.
Le più importanti di tali variabili sono l’età e il sesso.
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
Per rendere i tassi comparabili fra loro dobbiamo annullare le differenze di distribuzione. Ciò si risolve in due modi:
1. Usando tassi specifici per quelle variabili
2. Correggendo (o standardizzando) i tassi per quelle variabili
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Tassi specifici
Fra le variabili sempre correlate con le patologie le più importanti sono età e sesso.
Ad esempio due popolazioni potrebbero avere un diverso tasso di ca. della mammella non perché variano i fattori di rischio per questa malattia ma perché in una popolazione le donne sono più rappresentate che nell’altra.
Si usa quindi un tasso specifico per sesso
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Standardizzazione
Si intende la modificazione dei valori dei tassi stessi derivante dal rendere uguali nelle popolazioni in esame la distribuzione delle variabili per cui si vuole correggere.
Il tipo più usato di standardizzazione è quello per età
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
La standardizzazione per età: diretta
1. Si calcola l’incidenza del fenomeno sorvegliato per le diverse fasce di età in ciascuna delle popolazioni considerate;
2. Si sceglie poi una “popolazione standard” (che può essere quella nazionale o la somma delle due popolazioni considerate)
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
3. Si applicano ad ognuna delle classi di età della popolazione standard i tassi di incidenza osservati in ognuna delle popolazioni studiate ottenendo in tal modo il “numero di casi attesi” per ciascuna popolazione e per classe di età.
4. La somma, per ciascuna popolazione, dei casi attesi per ciascuna classe di età diviso il totale della popolazione standard x 1000 darà il tasso standardizzato per età per quella malattia per quella popolazione.
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
La standardizzazione diretta si usa quando:
Disponiamo di tassi specifici per classi di età della popolazione studiata
Vogliamo un tasso unico che sia però confrontabile con quelli osservati e osservabili in altre situazioni
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Standardizzazione per età: indiretta
Qualora di un fenomeno si abbia il numero totale dei casi e non la suddivisione per classi di età e lo si voglia confrontare con quello ottenuto da un’ altra popolazione, si può effettuare la standardizzazione indiretta.
R. Palombino
Le misure in epidemiologiaQuesta consiste nell’applicare i tassi specifici
per età di una popolazione di riferimento alle fasce di età delle popolazioni in studio. La somma dei singoli valori ottenuti per fascia di età per singola popolazione costituiranno per ciascuna di queste i valori attesi. Il rapporto tra il valore osservato e il valore atteso nelle due popolazioni sarà confrontabile senza l’influenza dell’età.
RSM ( rapporto standardizzato di mortalità )O/A x 100 (Osservati/attesi x 100 )
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
La standardizzazione, o correzione, può avvenire anche per altre variabili, oltre che per l’età, quando per una popolazione sono disponibili informazioni particolari. Ad esempio si può fare per la distribuzione dell’abitudine al fumo, delle classi sociali, della durata dell’attività lavorativa ecc.
R. Palombino
Misure di associazione
Uno dei principali obiettivi dell’epidemiologia è individuare i fattori che provocano o facilitano l’instaurarsi delle malattie :
Nelle malattie infettive in primis l’agente eziologico o causa
Nelle malattie cronico degenerative i fattori di rischio favorenti l’insorgenza
R. Palombino
Misure di associazione
la qualità di fattore di rischio di una variabile si definisce dimostrando :
una associazione statistica fra variabile e malattia
Che l’ associazione statistica sia causale
Associazione :• due variabili si dicono associate quando si
verificano insieme più frequentemente di quanto potrebbe avvenire per effetto del caso
R. Palombino
Associazioni statistiche
L’associazione può essere
• secondaria quando due eventi sono associati in quanto dipendono da una causa comune
• BPCO e ca polmone
• > mortalità negli interventi del primario , consumo di caffè e rischio cardiocoronarico,
• tumori e discariche, da condizioni socioeconomiche
R. Palombino
Associazioni statistiche
L’associazione può essere
• causale quando una definita esposizione aumenta il rischio di una condizione morbosa
R. Palombino
Associazioni statistiche
I fattori di rischio possono essere :
Necessari e non sufficienti , gli agenti eziologici delle malattie infettive
Necessari e sufficienti, trisomia 21 sindrome di down
Né necessari né sufficienti, i fattori di rischio delle mcd (fumo, dieta , scarso moto, etc)
R. Palombino
Caratteristiche dell’associazione causale
• Sequenza temporale , cioè il presunto fattore di rischio deve precedere temporalmente l’insorgenza della malattia ( p.e. tumori e infezioni opportunistiche)
• Plausibilità biologica , cioè la possibilità logica, confortata dalle conoscenze scientifiche , che l’esposizione possa determinare una aumento delle probabilità di ammalare
• Forza dell’associazione, cioè grado della associazione misurato dal rischio relativo
• Consistenza dell’associazione, cioè riscontro dell’associazione in diversi occasioni (studi) e diversi contesti
R. Palombino
Caratteristiche dell’associazione causale
• Relazione dose risposta, cioè un aumento o una diminuzione della forza dell’associazione all’aumentare o meno della esposizione
• Reversibilità , cioè la rimozione dell’esposizione determina una riduzione del rischio di ammalare
• Assenza di fattori di confondimento, cioè l’assenza di fattori di rischio della malattia associati al fattore in studio (p.e. condizioni socio economiche confondente del rapporto rifiuti e salute)
R. Palombino
Le misure in epidemiologiaMisure di associazione o di rischio servono a valutare se l’essere esposti ad un
particolare condizione (biologica, di vita, di lavoro, sociale) determina una maggiore probabilità di ammalarsi.
Si usano in epidemiologia eziologica (o analitica).Le più frequenti sono: rischio relativo (RR) rischio attribuibile (RA) rischio attribuibile esposti (RAE) rischio attribuibile di popolazione (RAP) Frazione eziologica (FE)
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Rischio relativoE’ il rapporto tra la frequenza di una malattia
nel gruppo dei soggetti esposti rispetto a quella nel gruppo dei non esposti. RR= M1
M0
• Rischio attribuibile esprime la stima del n° di casi di malattia che
sono attribuibili ad un fattore di rischio fra i soggetti compresi nel campione oggetto di studio, o fra tutti i soggetti che compongono la popolazione da cui il campione è estratto.
RA = M1 M0
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Rischio attribuibile negli esposti Rappresenta la proporzione di malati in una
popolazione esposta che può essere evitata eliminando il fattore di rischio
RAE =M1 meno M0 diviso M1
Rischio attribuibile di popolazione Rappresenta la quota di casi dell’intera
popolazione che non ammalerebbe se fosse eliminato il fattore di rischio
RAP = RA x P (prevalenza fattore di rischio)Oppure = M meno M0
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Frazione eziologica Rappresenta la proporzione totale di malati nella popolazione dovuta al fattore di rischio
FE = RAP : INC. TOTALE oppure
FE = M meno M0 : M
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
Odds ratio/ rischio relativo
Il RR può essere calcolato correttamente solo negli studi longitudinali
Negli studi di prevalenza e caso controllo si può calcolare una stima del RR definita odds ratio o rapporto crociato
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Le misure fondamentali:
C. Misure di efficienza e di efficacia -Servono a valutare la qualità di un servizio sanitario o di un test dal punto di vista del suo funzionamento intrinseco (efficienza) e della sua reale capacità di modificare la realtà nel senso degli obiettivi che ci siamo proposti (efficacia). Sono quindi misure che sono nate nella branca dell’epidemiologia che valuta i servizi sanitari.
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
Misure di efficienza sono:
1. Sensibilità
2. Specificità
3. Valore predittivo
Permettono di quantificare la capacità di un test diagnostico di individuare i soggetti malati(sensibilità) di discriminare i sani (specificità) e la probabilità che un soggetto individuato come malato o sano lo sia veramente
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
la sensibilità è la capacità (espressa in misura percentuale) del metodo di identificare i positivi tra tutti i malati
veri positivi/veri positivi + falsi negativi x 100
la specificità è la capacità (espressa in misura percentuale) del metodo di identificare i negativi tra tutti i sani
veri negativi/veri negativi + falsi positivi x 100
R. Palombino
sensibilità e specificità
Test Malattia
SI NO
+ a b
- c d
a+c b+d
a+b
c+d
a Sensibilità = a+c
d Specificità = b+d
aValore predittivo Pos = a+b
dValore predittivo Neg = c+d
veri pos Valore predittivo = X 100 tutti i pos
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
Misure di efficacia sono le misure che valutano variazioni nella patologia prima e dopo un intervento sanitario. Rientrano in queste i tassi di incidenza e di prevalenza, i tassi di mortalità e le loro differenze e le misure di sopravvivenza
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
Tasso di incidenza è il numero di nuovi casi di una malattia, in un determinato periodo, rapportato alla popolazione che lo ha espresso
Tasso di prevalenza è il numero totale di casi di una malattia in un determinato momento rapportato alla popolazione che lo ha espresso
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Misure di sopravvivenza Servono a valutare le differenze di
sopravvivenza in soggetti o gruppi di soggetti in cui è diverso il comportamento sanitario, ad es.,perché sono stati sottoposti ad un test diagnostico o a un intervento terapeutico, o più in generale perché vivono in situazioni con caratteristiche sanitarie e/o sociali diverse.
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
Le misure di sopravvivenza sono utilizzate per valutare l’attesa di vita media nella popolazione e le sue variazioni nel tempo o per valutare la sopravvivenza dopo interventi terapeutici in condizioni controllate (trial clinico).
Per la popolazione si usano le tavole di sopravvivenza, cioè la rappresentazione della mortalità per coorte di nascita.
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
• Inferenza sui tassi
Costituisce la generalizzazione dei risultati ottenuti da uno o più campioni all’universo dal quale questi sono stato estratti.
Tale generalizzazione si può effettuare sulla base di una corretta costruzione del campione.
R. Palombino
Le misure in epidemiologia
Se il campione è realmente rappresentativo dell’universo dal quale è stato estratto si possono trasferire con ottima approssimazione a quest’ultimo i risultati ottenuti dal primo.
Un campione è rappresentativo quando tutti i membri della popolazione dalla quale è stato estratto avevano una eguale, o comunque nota, probabilità di esservi incluso.
R. Palombino
Il campionamento
Il campionamento è un procedimento che consiste nell’estrarre un certo numero di unità tra tutte quelle componenti la popolazione universo in maniera tale che queste siano rappresentative dell’universo e che i risultati ottenuti dal loro esame possano essere estesi a quest’ultimo.
R. Palombino
Il campionamento
Il campione quindi è un sottoinsieme dell’universo, rappresentativo di esso.
Un campione è rappresentativo quando tutti i membri della popolazione dalla quale è stato estratto hanno avuto la stessa probabilità di essere inclusi nel campione.
R. Palombino
Il campionamento
Il campione può essere:• Probabilistico quando tutti i soggetti hanno una
probabilità nota di essere inclusi nel campione
• Non probabilistico ogni qualvolta si utilizzi una lista non completa o vi è una percentuale elevata di rifiuti o la scelta dei soggetti da intervistare all’interno dello strato o del grappolo è lasciata alla scelta dell’intervistatore
R. Palombino
Il campionamento
Il campionamento probabilistico può essere:
1. casuale semplice
2. sistematico
3. stratificato
4. a grappolo
R. Palombino
Il campionamento
I test di inferenza statistica sono applicabili a tutti i campioni probabilistici, sia che ogni soggetto abbia una uguale probabilità di essere incluso nel campione, sia che abbia semplicemente una probabilità nota, nel qual caso è possibile portare ai test le necessarie correzioni.
R. Palombino
Il campionamento
1. Campionamento casuale semplice
Tutti i soggetti ed anche tutte le combinazioni di soggetti hanno la stessa probabilità di essere scelti. Tale campionamento è senza la reimmissione dei soggetti, la probabilità di essere estratti è uguale per i soggetti che rimangono ed ogni estrazione è indipendente dalla precedente.
R. Palombino
Il campionamento
1. Campionamento casuale semplice
Altra metodica è quella di attribuire a ciascun soggetto un numero progressivo e ricorrere poi, per l’estrazione di un campione, ad una tabella di numeri casuali. Se nella tabella si incontrano numeri già scelti in precedenza bisogna trascurarli, poiché il campionamento avviene senza reimmissione.
R. Palombino
Il campionamento
2. Campionamento sistematicoConsiste nel prendere 1 soggetto ogni x
soggetti, determinando il primo a caso.
Se i criteri secondo i quali i soggetti sono elencati nella lista sono casuali, un campionamento sistematico può considerarsi a tutti gli effetti analogo ad un campionamento casuale semplice.
E’ indicato se la lista è molto lunga e bisogna scegliere un campione molto grande.
R. Palombino
Il campionamento
3. Campionamento stratificato
Per costruire un campionamento stratificato dobbiamo prima suddividere tutti i soggetti in gruppi o classi e scegliere poi campioni indipendenti all’interno di ciascun gruppo (con l’estrazione di un campione semplice o sistematico).
E’ usato per aumentare l’efficacia dello schema di campionamento
R. Palombino
Il campionamento
4. Campionamento a grappolo
Si divide l’universo in gruppi che vengono di solito chiamati grappoli; si scelgono grappoli che siano più eterogenei possibile al loro interno e più omogenei fra di loro ma che al tempo stesso siano abbastanza piccoli da permettere una forte riduzione delle spese connesse alle interviste.
E’ usato in genere per ridurre le spese
R. Palombino
Il campionamento
• Dimensioni del campioneLa grandezza del campione dipende
essenzialmente dal grado di variabilità che esiste tra le unità comprese nell’universo.
Maggiore è la variabilità più grande deve essere il campione.
Un modo sintetico per esprimere la variabilità intorno alla media dei valori osservati tra i membri di un universo è la deviazione standard.
R. Palombino
Il campionamento
Quando i valori provengono non dall’universo intero, ma da campioni, è necessario misurare l’errore medio che si commette stimando la media della popolazione con la media del campione.
Tale misura è data dall’errore standard che dipende sia dalla deviazione standard che dalla numerosità del campione. ES = DS
√nQuanto più piccolo è l’errore standard tanto più validi
sono i risultati
R. Palombino
• Tipi di studio in epidemiologia:
Epidemiologia descrittiva
Epidemiologia analitica: studio trasversale studio retrospettivo studio prospettivo
Epidemiologia sperimentale
R. Palombino
Tipi di studi in epidemiologia
• Studio descrittivo
E’ l’analisi secondaria di dati già esistenti o raccolti per scopi diversi
Riguarda le caratteristiche delle persone colpite da una certa malattia (o altro fenomeno sanitario) in rapporto al luogo e al tempo in cui tale fenomeno si è verificato
R. Palombino
studio descrittivo
gli studio descrittivi utilizzano primariamente i dati correnti, cioè quei dati raccolti routinariamente per finalità sanitarie o amministrative :
• Schede di morte
• Certificati assistenza al parto
• Scheda di dimissione ospedaliera
• Notifiche delle malattie infettive
• Notifica di malattie professionali e infortuni
• Consumo farmaceutico
• Dati demografici, periodici e censimentali
R. Palombino
studio descrittivo
Con lo studio descrittivo si può rispondere a tre tipi di domande:
1. Relativamente alle caratteristiche delle persone:
EtàSesso
Provenienza geograficaAttività lavorativa
Classe socialeAbitudini di vita
Religione,razza,stato civile ecc.
R. Palombino
studio descrittivo
2. Relativamente al luogo:
In una zona ristretta: reparti di una fabbrica
quartieri di una città
In una zona ampia: regioni
nazioni
continenti
R. Palombino
studio descrittivo
3. Relativamente al tempo:
Curve epidemiche
Andamenti stagionali
Trends temporali
Trends temporali dell’evento sanitario con altri fenomeni di cui si ipotizza una associazione
R. Palombino
MORTALITA' GENERALE FEMMINE, TASSI STANDARDIZZATI PER 100.000 ABITANTI
Servizio Epidemiologia e Prevenzione Raffaele Palombino
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
AREA AGRONOLANO
ASL NAPOLI 4
REGIONECAMPANIA
PROVINCIA DIAVELLINO
Agro Nolano :Ds 70 Ds 73 Ds 74
Servizio Epidemiologia e Prevenzione Raffaele Palombino
Figura 2: Incidenza annuale dell'HAV (per 100.000 abitanti), in Campania, in Italia e nell'ASL NA/4
0
5
10
15
20
25
30
35
40
1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003
Anni
Campania Italia ASL NA/4
Fonte dati Italia: Ministero della SaluteFonte dati Campania: OER
Servizio Epidemiologia e Prevenzione Raffaele Palombino
Distribuzione dei casi di Epatite A, per classe d’età, nell’ASL NA/4 e in Campania
* Fonte dati Regione Campania: ISS
ASL Napoli 4
(gennaio-dicembre 2004) Regione Campania
(gennaio-maggio ’04)
Classi d'età n. di casi % % cumulativa n. di casi %
0-5 18 11,8 11,8 54 8,7
6-10 14 9,2 21,0 70 11,4
11-20 41 27,0 48,0 183 30
21-30 56 36,8 84,8 209 34
31-40 21 13,8 98,6 74 12
41+ 2 1,3 100,0 19 3,1
non rilevata 0 6 0,9
Totale 152 615
Servizio Epidemiologia e Prevenzione Raffaele Palombino
* Tasso = (N. casi per distretto/ popolazione distretto anno 2003) X 100.000 abitanti
Grafico 5 - Tassi di incidenza di Epatite A per Distretti di residenza
0
20
40
60
80
100
120
140
160
69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 ASL
N.di casi Tasso*
Servizio Epidemiologia e Prevenzione Raffaele Palombino
Figura 6-Correlazione casi di Epatite A e consumo di frutti di mare crudi o poco cotti
70%
30%
SI NO
Servizio Epidemiologia e Prevenzione Raffaele Palombino
* Tasso = (N. casi per distretto/ popolazione distretto anno 2003) X 100.000 abitanti
Grafico 9 - Distribuzione casi di epatite A per Comune di residenza
0
5
10
15
20
25
Mas
sa d
i S.
Pomig
liano
Poggiom
arin
o
Sant'A
nasta
sia
Somm
a V.n
aVolla
ASL
n°
di
cas
i
0,0
50,0
100,0
150,0
200,0
250,0
300,0
350,0
400,0
Tas
si
casi tasso*
Servizio Epidemiologia e Prevenzione Raffaele Palombino
* Tasso = (N. casi per distretto/ popolazione distretto anno 2003) X 100.000 abitanti
Distretto N.di casi Tasso*
69 8 16,3
70 11 18,6
71 10 20,7
72 6 12,1
73 9 12,6
74 3 8,1
75 38 62,3
76 34 54,2
77 7 13,7
78 6 23,5
79 20 47,6 Totale ASL 152 27,3
Tassi di Epatite A per distretto
studio descrittivo
L’elemento tempo dà la prospettiva dinamica e storica del fenomeno.
Sono molto utilizzate a tale scopo le curve epidemiche che possono fornire utili indicazioni sull’origine di un evento a carattere epidemico
R. Palombino
studio descrittivo
La funzione più importante degli studi descrittivi è quella di fornire ipotesi sulle possibili cause di malattia.
Ipotesi di associazione che debbono essere testate da studi più approfonditi potendo essere apparenti o indirette.
R. Palombino
studio descrittivo
R. Palombino
Obiettivi:Descrivere la distribuzione di fenomeni sanitari in rapporto a tempo, spazio e caratteristiche individualiIpotizzare, attraverso correlazioni ecologiche, l’associazione tra malattie e fattori di rischioVantaggi:Dati già raccolti, accessibili, spesso già elaboratiBassi costi e rapidità di esecuzioneL’uso di classificazioni standard facilita i confrontiSvantaggi:Difficilmente si possono vagliare ipotesi etiologiche specificheDistorsioni più comuni:►Sottostima dei fenomeni per omissioni nella segnalazione
Studio trasversale
E’ la forma più semplice di ricerca epidemiologicaanalitica perché fornisce dati di base descrittivi:
della situazione al momento
sulla prevalenza di un fenomeno morboso
sull’associazione di questo a determinati fattori
OBIETTIVO:Individuare la causa delle malattie e i fattori che
ne favoriscono o ne ostacolano l’insorgenza e la diffusione
R. Palombino
Studio trasversale
La progettazione di uno studio trasversale:
1. Definizione:
dell’obiettivo
dell’entità delle risorse disponibili
del tempo necessario
2. Scelta della popolazione da studiare
3. Costruzione di un campione rappresentativo
R. Palombino
Studio trasversale4. Raccolta dati:
intervista
questionario autocompilato
esame documentale
esame obiettivo e/o strumentale
5. Definizione del grado di adesione all’indagine, qualunque sia la dimensione del campione è essenziale che la partecipazione si avvicini al 100%
6. Misura della validità dello strumento di rilevazione dei dati: sensibilità e specificità.
R. Palombino
Indagine di prevalenza delle infezioni ospedaliere presso le
strutture di ricovero
Luisa Sodano, Ministero della Salute-CCMRaffaele Palombino Asl Napoli 4
Skerdi Faria, Istituto Superiore di Sanità Carla Zaccaro, Azienda Ospedaliera “San Camillo-Forlanini”-Roma
Brusciano (NA), 21 ottobre 2005
Contesto
– nord est della città di Napoli– 35 comuni– 11 distretti sanitari– circa 530.000 abitanti– 11 strutture di ricovero: 2 pubbliche e 9
private accreditate – 866 posti-letto all’epoca dell’indagine
(autunno 2004) con un range compreso tra 34 e 150
Obiettivi– apprendere e mettere in pratica l’utilizzo di
strumenti epidemiologici per monitorare le IO
– rilevare la frequenza puntuale delle IO e descriverne le caratteristiche
– determinare la prevalenza dei pazienti esposti a procedure invasive
– quantificare l’uso degli antibiotici e identificarne i motivi
– calcolare la frequenza con cui si effettuano esami diagnostici
– rilevare la frequenza puntuale delle lesioni da pressione
Principali caratteristiche demografiche e assistenziali dei
pazienti Pazienti arruolati 574
Età media 54,2 anni
Femmine 55,7%
Degenza pre-indagine media
<7 gg (tranne che in una struttura)
Esami microbiologici 13,5%
Rx torace 64,5%
I pazienti delle case di cura private accreditate più frequentemente sono stati sottoposti ad<almeno una procedura diagnostica
2,6
0,00,00,00,00,0
1,1
3,23,7
4,4
6,0
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
10 8 1 2 7 3 4 5 6 9 Totale
Presidio
Prevalenza IO %
Prevalenza di IO in atto per presidio
Prevalenza di IO in atto per sito (n=574)
Sito di inf. ospedaliera
Prevalenza
Infezioni delle vie urinarie
1,4%
Infezioni del sito chirurgico
0,7%
Polmoniti 0,3%
Sepsi clinica 0,2%
Le infezioni più frequenti sono quelle delle vie urinarie e sono risultate associate all’uso del catetere vescicale
Prevalenza di procedure invasive
per tipologia (n=574) Tipo di procedura
Prevalenza
Catetere vescicale 15,2%
Drenaggio chirurgico 5,4%
Catetere vascolare centrale
0,5%
Intubazione 0,2%
Nutrizione parenterale totale
0,2%
Nel 70% dei pazienti il catetere vescicale era a circuito aperto
Nel 48% dei pazienti i drenaggi chirurgici erano a circuito aperto
Momento di avvio della profilassi antibiotica rispetto all’atto
chirurgicoClasse intervento
Avvio della profilassi antibiotica
prima durante dopo missing
% % % %
pulito (n=70) 61,4 15,7 15,7 7,1
pulito-contaminato (n=88) 29,5 37,5 30,7 2,3
La proporzione di procedure pulite con avvio della profilassi antibiotica prima dell’intervento è significativamente più elevata rispetto alle procedure pulito-contaminate
Motivi del trattamento antibiotico (n=258)
Motivo del trattamento
Percentuale
Assenza di indicazioni chiare
38,8%
Profilassi perioperatoria 31,0%
Terapia infezione 15,0%
Profilassi per altri motivi 13,6%
Missing 1,6%
In poco più della metà dei casi non è ben definito il motivo del trattamento antibiotico in atto al momento dell’indagine
studio trasversale
R. Palombino
Obiettivi:Descrivere la prevalenza di un fenomeno sanitario in rapporto a spazio e caratteristiche individualiAnalizzare le associazioni tra fattori di rischio e malattie attraverso il calcolo dell’odds ratioVantaggi:Di breve durata e relativamente poco costosoSe il campionamento è corretto i risultati sono generalizzabiliSvantaggi:Non si addice a fenomeni rari o di breve durataLe esposizioni pregresse più difficilmente misurabiliDistorsioni più comuni:►Conclusioni errate per campionamento non corretto ►Adesioni all’indagine non elevata
Studio retrospettivo (caso controllo)
Negli studi retrospettivi si parte dai malati (casi) ed in essi si verifica se vi sia presenza o vi sia stata esposizione a determinati fattori di rischio.
La stessa verifica si effettua in gruppi di sani (controlli)
Una differenza statisticamente significativa nella presenza di un fattore di rischio tra casi e controlli può indicare una responsabilità di tale fattore nel determinare la malattia
R. Palombino
Studio retrospettivo (caso controllo)
Scelta del gruppo di controllo (fondamentale per la correttezza delle conclusioni):
Il gruppo controllo può essere: campione rappresentativo della
popolazione campione di ricoverati per altre malattie
(senza fattori di rischio in comune) accoppiamento o matching (per ognuno dei
malati si scelgono uno o più controlli con le stesse caratteristiche)
R. Palombino
Studio retrospettivo (caso controllo)
Metodi di rilevazione dei dati:
1. Documenti già esistenti
2. Interviste
Possibili distorsioni dell’intervista:• la memoria delle persone colpite da una
malattia o da un evento può essere influenzata da diversi fattori
• i casi possono essere più disposti a collaborare dei controlli
R. Palombino
Studio retrospettivo (caso controllo)
Altre possibili distorsioni possono essere dovute a:
• variare nel ricordo di eventi passati• differenze nelle percentuali di rispondenza
casi/controlli• over matching che nasconde possibili
fattori di rischio
R. Palombino
Analisi statistica dei dati
Malati Sani Totale
fattore di rischio
Presente a b a+b
Assente c d c+d
Totale a+c b+d a+b+c+d
R. Palombino
Studio retrospettivo (caso controllo)
Da questo tipo di studio si può ricavare l’odds ratio (OR) una stima del Rischio Relativo (RR), cioè del rischio di sviluppare la malattia nelle persone esposte rispetto a quelle non esposte
RR = incidenza negli esposti/ incidenza nei non esposti
OR = stima del rischio relativo, rapporto crociato ad/bc
R. Palombino
studio retrospettivo
R. Palombino
Obiettivi:Valutare il ruolo di uno o più fattori di rischio nell’etiopatogenesi di una malattiaStimare il rischio relativo Vantaggi:E’ organizzativamente semplice poco costoso e rapidoPuò essere utilizzato per malattie anche molto rarePuò indagare contemporaneamente più fattori di rischioSvantaggi:Non è adatto se il fattore di rischio è poco frequente Mancanza di dati oggettivi su esposizioni pregresse Distorsioni più comuni:►Selezione non accurata dei casi e dei controlli ►Ricordi diversi nei casi rispetto ai controlli►Atteggiamenti diversi degli intervistatori nei casi rispetto ai controlli
Studio prospettico ( o di coorte)
Lo studio prospettico consiste nel porre sotto sorveglianza una popolazione definita, o un suo campione, per un certo numero di anni rispetto alla esposizione o meno a quel fattore di rischio o all’occorrenza o meno di quel fenomeno sanitario
R. Palombino
Studio prospettico ( o di coorte)
Il confronto dell’incidenza delle malattie o dell’evoluzione della mortalità nel gruppo degli esposti e dei non esposti permette, attraverso il calcolo del rischio relativo, una valutazione del ruolo dei fattori di rischio in questione nell’eziologia della malattia considerata
R. Palombino
Studio prospettico ( o di coorte)
Fasi:1. ipotesi sull’associazione di uno o più fattori
di rischio con una malattia o un altro evento sanitario;
2. scelta di una popolazione o del campione nel quale siano presenti, con una certa frequenza sia il fattore di rischio che la malattia;
3. valutazione in ogni componente della coorte delle condizioni di salute e di esposizione al/ai fattori di rischio
R. Palombino
Studio prospettico ( o di coorte)
4. registrazione (con periodicità stabilita caso per caso) delle variazioni dello stato di salute e dell’esposizione ai fattori di rischio
5. misurazione periodica dei tassi di incidenza negli esposti e nei non esposti
6. misurazione del rischio relativo per esposizione e, fra gli esposti, per grado di esposizione
R. Palombino
studio prospettico o di coorte
R. Palombino
Obiettivi:Calcolare i tassi di incidenza e di mortalità delle malattieCalcolare il rischio relativo (RR) e attribuibile (RA) attraverso l’analisi delle esposizioniAnalisi differenziata per livelli e durata dell’esposizione
Studio prospettico ( o di coorte)
Vantaggi:• adatto per malattie frequenti• Tutti i nuovi casi di malattia possono essere
accertati obiettivamente • Valuta contemporaneamente l’incidenza di più
malattie• il rischio relativo è preciso• il gruppo di controllo è costituito da parte della
coorte• La rilevazione dei fattori di rischio non è
influenzata dalla presenza della malattia
R. Palombino
Studio prospettico ( o di coorte)
Svantaggi:• Inadatto per malattie rare• tempi di attuazione lunghi• spesa considerevole• numero di soggetti necessari grande• perdita di soggetti durante lo studioLa dimensione del campione va correlata alla frequenza
della malattia alla grandezza del rischio relativo ipotizzato e alla durata dello studio
Distorsioni più comuni:► Perdite al follow up ► Cambiamenti nel tempo delle metodiche di
rilevazione► Diversità nell’accertamento negli esposti
rispetto ai non espostiR. Palombino
Studio di FraminghamStudio sui fattori di rischio per le malattie
cardiovascolari:
- iniziato nel 1948- durato 20 anni- coorte di 6.500 persone di età 32-60 anni da
una popolazione di 10.000
Ha dimostrato l’aumento del RR per malattia coronarica all’aumento della colesterolemia
R. Palombino
Studio di epidemiologia sperimentale
Si propone lo studio delle conseguenze della modificazione,controllata e programmata, di alcuni fattori che influenzano, o si ipotizza influenzino, un fenomeno.
osservazione della popolazione prima dell’intervento↓
intervento↓
osservazione della popolazione per valutare gli effetti dell’intervento
R. Palombino
Studi di epidemiologia sperimentale
Possono essere eseguiti in due modi:
• intervento negativo: introduzione del presunto agente nocivo in una popolazione sana e osservazione dello sviluppo o meno della relativa patologia;
• intervento positivo: introduzione di una misura preventiva o terapeutica e osservazione dell’evolversi della patologia
R. Palombino
Studi di epidemiologia sperimentale
Fasi:
1. scelta della popolazione o del campione che deve essere rappresentativa di quella più vasta alla quale si vuole estendere i risultati ottenuti
2. divisione casuale dei soggetti tra il gruppo dei trattati e il gruppo di controllo
3. confronto dei risultati ottenuti nei due gruppi
R. Palombino
Studi di epidemiologia sperimentale
R. Palombino
Obiettivi: Paragonare l’efficacia di due o più trattamenti
terapeutici, diagnostici, preventiviVantaggi: E’ lo studio più corretto da un punto di vista
metodologico (randomizzazione, doppio cieco) Sono rispettati i principi dell’inferenza
statisticaSvantaggi: Applicazioni limitate nell’uomo da problemi
etici Spesso difficile organizzativamente, di lunga
durata e costoso Distorsioni più comuni:►Perdita al follow up ►Rifiuto alla partecipazione►La conoscenza del trattamento può
influenzare l’accertamento dell’esito
Le fasi di uno studio epidemiologico
Formulazione di specifici obiettivi della ricerca e delle ipotesi di partenzaEsame attento e sistematico della letteratura esistenteDiscussione di gruppo tra tutti i partecipantiIdentificazione delle variabili che si intendono valutare e dei mezzi per ottenerleIdentificazione di fattori di confondimento che potrebbero falsare i risultati
Scelta del tipo di studio epidemiologico più appropriatoScelta del metodo di raccolta delle informazioni (questionari, misurazioni)Identificazione delle risorse (personale per le varie fasi, fondo, ecc.)Verifica dell’accessibilità dei dati (regole etiche, legge sulla privacy, ecc.)Valutazione dei tempi di esecuzione per le varie fasiPrecisa definizione di esposizione ed esiti
FASE PRELIMINARE
METODOLOGIA DI STUDIO
Le fasi di uno studio epidemiologico
Definizione della popolazione per la quale si vogliono trarre le deduzioni finaliScelta del campione più adeguato al contesto e verifica della accessibilità e cooperativitàScelta della dimensione campionaria (in base alle conclusioni attese, alle tecniche statistiche adottate ed alle risorse) e sua selezione (randomizzazione o altro metodo)
Scelta delle informazioni realmente necessarie per le finalità propostePreparazione del questionario o della scheda di raccolta dei datiDefinizione dei criteri per la raccolta delle informazioniPredisposizione delle codifiche alle risposte e delle modalità di codificazione
POPOLAZIONE E CAMPIONAMENTO
SISTEMA RACCOLTA DATI (questionari)
Le fasi di uno studio epidemiologico
Assicurarsi che vengano rispettate tutte le norme etiche di una ricerca scientificaRichiesta dell’eventuale consenso informatoRichiesta delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento della ricercaVerifica della compatibilità con le normative vigenti
E’ importante soprattutto se si tratta di una nuova ricercaValutazione del questionario o altro metodo di rilevamento dei datiEventuale addestramento degli intervistatoriValutazione della percentuale di adesioniAccettabilità dell’indagine da parte dei partecipanti
PROBLEMI ETICI E PRIVACY
STUDIO PILOTA