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4; - "": r=" 4'1 g4t2' Inno I. Sabato l Giugno 1SG3 ?timi. 24. 7111.11■■•■•••, •••■••••■■ EDUCATORE DEL POPOLO . » C,Druale si pubblica io Ma tutti i Sabati nelle ore antimeridiane. Le spese di Posta sono a carico degli'acquirenti. Le lettere non affrancate saranno respinte. La corrispondenza sarà diretta alla Direz ione dell' Educatore presso la Tipografia Citi. I manoscritti ancorcliò non pAblicati_ resteranno alla Dirczione. REMI AIDINSTRATII Domenica 18 Giugno, alle ore 7 antim. avranno luogo le elezioni dei Consiglieri Pro- vinciali e Comunali. Mancherebbe ad uno dei più sacri doveri verso la patria, chi per inerzia o per qualsivoglia altra causa, a que- ste non si trovasse presente. Si tratta di rinnuovare per intiero la rappresentanza Co- munale e Provinciale, appunto in questi mo- menti in cui i Clericali, implacabili nemici di Italia, tutto osano per trarla in rovina. Es- si certamente non si asterranno dall' inter- venirvi, come hanno fatto altre volte, nella folle lusinga che dovesse ritornare un pas 'sato, che ornai non esiste più che nella me- moria degli uomini e nelle pagine della sto- ria. Si essi non si asterranno, e tutto ose- ranno a danno della patria nostra. Ma noi che nutriamo sentimenti più generosi di lo- ro, e che vogliamo ad ogni costo il bene del- la patria nostra, troviamoci uniti e concordi nel giorno della lotta e riusciremo vittorio- si, come sempre fummo. Così, daremo alla patria persone liberali e oneste che le re- cheranno ottimi servigi; e nel tempo mede- simo renderemo inefficaci gli sforzi ultimi di un partito debole sì, ma audace e scel- lerato quanto mai si possa imaginare. Le case per i poveri Che fl povero artigiano il quale tutto il giorno si affatica per guadagnare un tozzo di pane per sù e per la sua famiglia, abbia ziltneno una casipola salubre dove possa ri- posarsi in seno (lei propri figli e della (Do- glie e ripararsi dal freddo, dal caldo e dal- la pioggia, è cosa tanto giusta che non pw- siamo dispensarci dal clrne qualche cosa. E se in Ogni tempo fu riconosciuta la ne- cessità di fabbricare case al povero, in niu- no altro fillanto in questo essa fu mai tan- to grand e . Infatti le città per l' aumentare della popolazione, o per il concorsa di gen- te chia matavi di fuori dal commercio O da- altre circostanze, vanno sempre ingranden- dosi, e le vecchie case, che prima servivano di tugurio al povero, sono trasformate in ricchi palazzi, oppure vengono demolite per dar iiI0g0 ad ampie piazze e larghe vie, ac- eiocchè la città presenti un a9e1to più bel- lo e maestoso al forestiero. Ma intanto che succede di lotta quella moltitudine di po- veri che da un quartiere è costretta ad emi- grare in cerca di 11113 nuova dimora '! Dif- fieilmente trova ove collocarsi, polche Mimo pensa a fabbricare case di tenue pigione, come ci vorrebbero per il povero, e per non dovere dormire all' aria aperta, parecchie famiglie si rintanano in una soffitta o in un pianterreno dove appena potrebbe starne una. Quanto danno ne venga alla pubblica igiene, non fa d uopo spender molte paro- le a dimostrarlo, in quanto che quando in una casettaccia buia e non ventilata, voi ave- te amalgamata tutta quella gente, é facile capire quanto ne soffra la loro salute. Ve- diamo infatti le malattie e le morti più fre- quenti nei poveri appunto per queste ragio- ni, e quando una epidemia o pestilenza ha imperversato in qualche città, sempre i quartieri ove la gente più si trova ammas- sata, furono i più tormentati. Senza volere qui enumerare tutti gl' inconvenienti che que- sto porta con sè, perchè altri meglio di noi il potrebbe, se volesse, un altro solo voglia- mo accennarne, e (Illesi!) è che la pubblica morale ci scapita troppo in qoella Cergesimi Due

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Page 1: EUCAOE E OOO - OPACopac.pisa.metavista.it/opaclib/opac/pisa/96/L... · ea • pplzn, o e l cocosa d ge e cia maai i uoi a commecio a ae cicosae, ao seme igae osi, e e eccie case,

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Inno I. Sabato l Giugno 1SG3 ?timi. 24.7111.11■■•■•••,•••■••••■■

EDUCATORE DEL POPOLO . »C,Druale si pubblica io Ma tutti i Sabati nelle

ore antimeridiane.

Le spese di Posta sono a carico degli'acquirenti.

Le lettere non affrancate saranno respinte.

La corrispondenza sarà diretta alla Direz ione

dell' Educatore presso la Tipografia Citi.

I manoscritti ancorcliò non pAblicati_ resteranno

alla Dirczione.

REMI AIDINSTRATIIDomenica 18 Giugno, alle ore 7 antim.

avranno luogo le elezioni dei Consiglieri Pro-vinciali e Comunali. Mancherebbe ad unodei più sacri doveri verso la patria, chi perinerzia o per qualsivoglia altra causa, a que-ste non si trovasse presente. Si tratta dirinnuovare per intiero la rappresentanza Co-munale e Provinciale, appunto in questi mo-menti in cui i Clericali, implacabili nemici diItalia, tutto osano per trarla in rovina. Es-si certamente non si asterranno dall' inter-venirvi, come hanno fatto altre volte, nellafolle lusinga che dovesse ritornare un pas'sato, che ornai non esiste più che nella me-moria degli uomini e nelle pagine della sto-ria. Si essi non si asterranno, e tutto ose-ranno a danno della patria nostra. Ma noiche nutriamo sentimenti più generosi di lo-ro, e che vogliamo ad ogni costo il bene del-la patria nostra, troviamoci uniti e concordinel giorno della lotta e riusciremo vittorio-si, come sempre fummo. Così, daremo allapatria persone liberali e oneste che le re-cheranno ottimi servigi; e nel tempo mede-simo renderemo inefficaci gli sforzi ultimidi un partito debole sì, ma audace e scel-lerato quanto mai si possa imaginare.

Le case per i poveriChe fl povero artigiano il quale tutto il

giorno si affatica per guadagnare un tozzodi pane per sù e per la sua famiglia, abbiaziltneno una casipola salubre dove possa ri-

posarsi in seno (lei propri figli e della (Do-glie e ripararsi dal freddo, dal caldo e dal-la pioggia, è cosa tanto giusta che non pw-siamo dispensarci dal clrne qualche cosa.E se in Ogni tempo fu riconosciuta la ne-cessità di fabbricare case al povero, in niu-no altro fillanto in questo essa fu mai tan-to grand e . Infatti le città per l' aumentaredella • popolazione, o per il concorsa di gen-te chiamatavi di fuori dal commercio O da-altre circostanze, vanno sempre ingranden-dosi, e le vecchie case, che prima servivanodi tugurio al povero, sono trasformate inricchi palazzi, oppure vengono demolite perdar iiI0g0 ad ampie piazze e larghe vie, ac-eiocchè la città presenti un a9e1to più bel-lo e maestoso al forestiero. Ma intanto chesuccede di lotta quella moltitudine di po-veri che da un quartiere è costretta ad emi-grare in cerca di 11113 nuova dimora '! Dif-fieilmente trova ove collocarsi, polche Mimopensa a fabbricare case di tenue pigione,come ci vorrebbero per il povero, e per nondovere dormire all' aria aperta, parecchiefamiglie si rintanano in una soffitta o in unpianterreno dove appena potrebbe starneuna.

Quanto danno ne venga alla pubblicaigiene, non fa d uopo spender molte paro-le a dimostrarlo, in quanto che quando inuna casettaccia buia e non ventilata, voi ave-te amalgamata tutta quella gente, é facilecapire quanto ne soffra la loro salute. Ve-diamo infatti le malattie e le morti più fre-quenti nei poveri appunto per queste ragio-ni, e quando una epidemia o pestilenzaha imperversato in qualche città, sempre iquartieri ove la gente più si trova ammas-sata, furono i più tormentati. Senza volerequi enumerare tutti gl' inconvenienti che que-sto porta con sè, perchè altri meglio di noiil potrebbe, se volesse, un altro solo voglia-mo accennarne, e (Illesi!) è che la pubblicamorale ci scapita troppo in qoella

Cergesimi Due

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di famiglie di cui ho fatto precedentemen-te parola.

Ora per venire a qualche conclusione noididamo, che come vediamo con molta sod-disfazione nostra, formarsi associazioni peredificare teatri diurni e notturni, per abbel-lire piane e monumenti artistici di grandepregio, per abbattere certe chiese e riedi-ticarle di nuovo, e per compiere altre ope-re più o meno importanti di queste; cosìvorremmo vedere ancora società le qualiintendessero a fabbricare case per il pove-ro, che tutto il giorno suda per procurareagli altri quegli agi e quei passatempi dicui egli non può in modo alcuno profitta-re. Parrebbe questo uno scopo tacto onestoe benefico, che non dovrebbe mancare chidi buon grado \ i dovesse prestare il suoconcorso.

In Firenze, per esempio, sorse la Socie-tà Anonima Edificatrire, la quale lestè as-sunse l' incarico di fabbricare dentro due an-ni tremila o più stanze da destinarsi ai po-veri. E perché quella società con più corag-gio ponesse mano a tale. opera di beneficen-za, quel municipio le ha garantito il fruttominimo del cinque per cento e l' ammortiz-zazione del capitale sociale entro lo spaziodi trenta anni.

In tal modo si opera a vanlag.gio di unaclasse tanto utile alla società come quelladegli artigiani, la quale sempre ne sarà gra-ta a quelli che in suo prò spesero le lorosostanze e i loro lumi, più che per il sem-plice a bbeliimento delle eitlà. Non già chenon si debbano fare queste ultime opere( ci guardi Dio dal disapprovarle ); si puòl' uno e l' altro, ma sempre preferendo quel-lo che più è necessario.

.1.1■••■■••••■•11.

LE TRATTATIVE CON ROMAModesti scrittori di un modesto giornaletto

per il Popolo noi ci eravamo astenuti fin quidalle quistioni politiche, persuasi che la tratta-zione di queste, al Popolo non avrebbe ad al-tro giovato che ad inliiscarh la mente e ad iste-rilirgli il core; ma la questione, che ora tieneagitati tutti gli animi, spaventati tutti i veraci ama-tori di libertà, è così vitale per la nostra esi-stenza ! occorre tanto poco buon senso per ri-solverla, tanta necessaria è sù questo punto l'a-zione concorde, la quale non può nascere chedal!' illuminato consenso di tutti gli italiani(giacchè tocca ai governati questa volta a di-rigere i loro governanti tratti fuori di strada dal-le carezze e dalle moine della Corte Papale) chenoi abbiamo creduto sacro dovere levare la no-stra comunque debole voce per avvertire i no-stri lettori del -come la pensiamo noi sù questafaccenda.

Avrete sentito rimuginare al certo negli scor-si giorni di una lettera di Vittorio Emanuele al

Papa, di una risposta del Papa al Re, di un&missione che il governo italiano aveva affidataal signor Vegezzi e ad altri presso il S. Padre.Su cosa pendessero i negoziati, anche ora checi si dicono conclusi era ed è mistero. Ci sivoleva far credere che non si trattasse che diprovvedere alle diocesi vacanti ; ma la voce pub-blica però proclamava ben più estese ed impor-tanti essere le trattative, che correvano frapalazzo Pitti ed il Vaticano. Si parlò di unarinunzia del Papa a quel che gli resta tuttaviadi dominio terreno, () miserabili brindelli, chesoli orbi possono apparire tuttora mantoreale: si parlò di un' investitura, che al Re Vit-torio Emanuele Sua Santità darebbe di tutta l'I-talia: si parlò perfino di una guerra di scomu-niche, armi mi pò irrugginite a dir la verità; oalmeno non tanto persuasive guadi° i cannoniCavalli, che il Papa ingaggerebbe contro l' hn-peratore (1' Austria qualora questi non fossepronto dietro la sua richiesta a cederci la Ve-nezia ; ma tutto questo a qual prezzo? La vocepubblica continuava e diceva: I . asse ecclesia-stico rimarrà intatto, le corporazioni religiose ri-spettate, mantenute i privilegi del clero, i vesco-vi tanto esiliati che incarcerati ( per le loro buo-ne azioni ) rimessi ai loro pasti, provviste lediocesi e gli altri benelizi vacanti, concesso ilmonopolio o almeno grandi privilegi al clerotonto secolare che regolare nell' istruzione, me-nomata e forse distrutta la libertà di stampa,negata la sanzione Reale ala legge sul matri-monio civile, concessi privilegi perpetui ed irre-vocabili alla Chiesa Romana sù mite le altrechiese ; se queste condizioni non si osservas-sero decadere ipso facto casa Savoja da tuttii diritti sù l' Italia concessile da' Pontefice! Eraun bel mercato per la corte di Roma regalareciò che non vai più nulla, regalare., un po dieffimera potenza materiale e ricevere in contrac-cambio ricchezze e privilegi, potenza economicae potenza morale, i mezzi per corrompere leintelligenze, e quelli per corrompere le volontà.Ali' oro e al sofisma, ma chi avrebbe resistito?Alla Croce di Dio non vedevate o ciechi comecon tali leve in pochi anni, che dico in pochianni, in pochi mesi, Ella rovesciava l' edificio,che con tanta cura avete inalzato? Non com-prendete che Roma potente significa il Bor-bone a Napoli. il Lorenese in Toscana, i Duchia Modena e a Parma, lo straniero dovunque,perchè questa è condizione di vita in Italia perlei? E vi credete tanto destri da giocare d a-stuzia con la corte di Boma? CO!) la corte diRoma che si è giocata sempre tutti i politici ipiù profondi, con la corte di Roma, astuzia per-sonificata? Oh ! largo, largo ai nuovi Macchia-velli, ai nuovi Montesquieu, ai nuovi Talleirand,ai nuovi Meternich, ai nuovi Cavour ; senza oc-

(1) Corre nel popolo un trito proverbio, che ci paretorni a pennello al caso presEnte : Papa Clemente colla pusmente buona, quel che non può aucre, lutto dona.

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ehiaii però gli han lasciati a casa ; van cotn-patiti se non vedono al di là di una spanna.

E poniamo anche che le trattative non siaggirassero che sul modo di provvedere alle dio-cesi ora vacanti : noí ve lo vogliamo concedere.E' stati tuttavia, come già ebbe a dire quel som-mo ingegno del Guerrazzi, tanti denti molari ri-messi alle ganasce papali affinché meglio maciul-lino i popoli. E poi le città italiane stavan for-se peggio senza i loro mitrati e caudati pasto-ri ? Si elevò forse una riv6uzione (e che í sob-billatori non mancassero tutti sanno e meglio ditutti sa il governo ) del popolo richiedente i suoivescovi ? Al contrario nessuno era stato mai tan-to contento ; tant' è vero che tua: applaudivanoalla misura che dicevasi di voler prender di ri-durre le diocesi a tante quante sono provinciein Italia. Come mai l' animo paterno di Pio IXsolo dopo cinque anni si è accorto dei gravidanni che venivano ai:a Religione dalle vedo-vate diocesi ? Donde nei nostri governanti tan-to zelo per il bene spirituale dei . loro soggetti,dopo tanti incorageiamenti ai preti, che si fin-gevano liberali, perchè si ribellassero a Roma,dopo avere approvata, se non anche aiutata, lapropaganda Piotestatite in Italia, dopo le velleitàtante vo te manifestate di costituire una ChiesaNazionale ?

Che le trattative dunque si siano limitate alsolo affare dei vescovi è impossibile il crederlo.Impossibile parimente il dire a che saranno riu-scite, o a che riusciranno; facile però lo indo-vinarlo. Facile lo indovinarlo dalla gioia, sfron-tata, dati' insolente baldanza che noi vediamo sulVolto a tutti i nemici d' Italia, dallo scoramentoda cui ved amo presi tutti gli amatori di lei.Quello che ora abbiamo ritratto da queste trat-tative, quello che si è fatto palese eccolo. Il Re,ìi stato assoluto dalle censure canoniche, l' Ita-lia è stata disonorata trascinandola a trattare conun governo, che l' ha sempre misconosciuta edins.ultata; con un governo che è la negazionedel dititto sul quale essa si fonda; del dirittopopolare: i Principi Reali, stando a quel che di-ce un giornale ora fiorentino, anderantio a Ro-ma per ricevere il S: Giubileo; i I beni cittadinisono stati minacciati a Siena, insultati a Milano,percossi a Napoli, feriti in Arezzo al grido an-tico di Viva Maria: le benedizioni vescovili so-mo scese per ordine del Papa sulla famiglia Rea-le, i frati sorto stati mantenuti, i cherici, nono-stante I' uguaglianza dei cittadini sancita dallostatuto, esentati tuttora dagli obblighi della le-va i giornali clericali, i giornali manifestamen-te sussidiati dai rovesciati governi sonosi fattipaladini della Monarchia ( o non dovrebbe ser-vir questo ad aprirvi gli occhi ? ), del Re Vit-torio Emanuele, del Re, galantuomo, titolo chenon si erano mai finora piegati a dargli, contronoialtri repubblicani, nemici al pari dell' altaree del trono, e di cui bisognerebbe ( 4 ) perchè

(I) Vedi uno degli ultimi numeri del giornale fiorentinoil COMMerei0.

le cose tornassero in quiete, impiccare una di-screta quantità e mandare in galera tutto il re-stante . . Oh ! vi è di che consolarsi ? . VI E DI CHE PIANGE.

G. MONTORZI

e t i 14 i* a

I.

In un libro scritto appositamente per l istruzio-ne del popolo, fi-a tante altre cose ho letto questoarticolo che credo rendere palese ai lettori del no-stro Giornale, poichè contiene delle verità poco av-vertite da molti e dei principii sanissimi.

Ecco l'articolo

Il desiderio di leggere è ormai diffuso general-mente; il numero dei lettori va sempre più cre -scendo; e i libri addivengono meno t-ari. Il che ènaturale: avviene dei libri quello che dei prodot tidel!' industria manifattrice: se vi è richiesta, vi éproduzione.

Ma i libri non sono derrate nè mereatanzia n èmanifattura come tante altre. Ho caro udir genitoriche dicano; questo figliuolo non farebbe altro cheleggere, divora i libri, ogni poco ne vorrebbe unonuovo; mi consolo a vedere i garzoocelli di botte-ga uscir di casa a giorno con un pezzo di panesotto un braccio e un libro sotto I' altro ( il cibodel corpo e quello per l' intelletto ) ; sotto contentoquando sul banco dell' artigiano vedo tra gli arnesidel suo lavoro un libro che gli farà compagnia neltempo del riposo. Quello per altro • che più di tutto,incomparabilmente più di tutto importa, si è il sa -pvre quali libri sono, ed a qual fìne si leggono.

Il contadino semina il grano, il mercante lo com-pra e lo rivende, il rnug,nujo lo macina e il fornajofa il pane . . . Bella scoperta ! ma avete voi maiposto mente alla premura che tutti hanno, dal con-tadino quando sceglie il seme da spargere pei sol-chi, alla fantesca che va al forno, di procacciar gra-no buono e pane eccellente

Fate quanti altri paragoni vi piace, e vedreteche il fine di chi fabbrica e quello di chi compraè sempre d' avere il buono ed il meglio che siapossibile. dr quanto a' l.bri va ella sempre così lafaccenda ? Ho paura di no.

Spesso m' è avvenuto d' udir fare questo di-scorso;

• Signor librajo, datemi un libro, che io con-tenti questo figliuolo che ha tanta smania di leggere i

« Che libro voleteUno purchè sia. Mi basta spender poco

Ovvero:Avrebbe ella da prestarmi un libro ? Ho vo-

glia di leggere r.a Quale vorreste ?it Uno qualunque ; basta che mi diverta, e che

io non abbia a durar fatica e capirlo. uSimilmente mi sono imbattuto in non pochi pa-

dri ( non parlo di poveri ) che vedendo in oggi in-valsa l' usanza di mandare i figliuoli a scuola, os-servando come anche i governi si dieno pensierod'aprire e di moltiplicare le scuole, e incomincian-do ad essere persuasi che l' istruzione sta necessa-ria, cercano la scuola pel figliolo, ma per primacosa ne vogliono una dove si spenda poco, una chesia vicina a casa ; del resto si curano tanto e quanto.

f

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L. L L • L L 1.-'1.A2 1....112-.TITL-5L-4:±1. •i L

4Oibo, la faccenda del leggere, come quella del

n'andare a scuola i figliuoli, non va governata cosìleggermente o cosi malamente.

Come ! Voi gridereste la croce addosso al vinajose e' vi vendesse acqua o aceto per vino, é vi im-porterebbe poco o nulla che il vostro figliuolo leg-gesse inezie o sconcezze, o che alla sctiol:i dove lomandate imparasse poco alle mani di maestri igno-ranti o negligenti ?

Cose dette e ridette le mille volte; ma sven-turatamente invano per molti ! Or non ti credereChe qui le siano ripetute per te cortese lettorenon .te n' offendere; non buttar via il libro. Leggiper dirmi poi se ho ragione, o leggi per gli altri,che poti esti trovare tra - i tuoi c000sceuti chi avessed' uopo di questi avvertimenti e di questi consigli.

( continua )SZL.ILWICILLMILIMIM,

LO SUNTO SP1EGiTO IL POPOLOIX.

Seguiteremo in quest; articolo a delucidare ilrestante degli articoli dello Statuto risguardantiCamera elettiva.

Art. 43. 11 Presidente, i Vicc-Presidenti e i se-gretari della Camera dei Deputati sono da essastessa nominali nel proprio seno al principio d' o-gni sessione, per tutta la sua durata.

Mentre nel Senato la nomina del Presidente edei Vice-Presidenti spetta al Re, qui invece tutte lecariche dell' Assemblea si fanno a maggioranza divoti dai membri che la compongono. Ciò si com-prende facilmente, polche sarebbe menomato allaCamera dei Deputati quel carattere d'indipendenzadal potere Regio, qualora il Re potesse, comunquesiasi, avervi un' influenza diretta o indiretta.

Art. .14. Se un Deputalo cessa. per qualunquemotivo dalle sue funzioni, il collegio che V avevaeletto sarà tosto convocato per fare una nuova e-lezione.

La misura di cui si parla in questo articolo èsuggerita dalla necessità che niun collegio manchi.del suo rappresentante al Parlamento: cosa del re-sto cui provvede la legge, ma cui pur troppo nonprovvedono) molti Deputati.

Art. 15. Nessun Deputalo può essere arrestato,fuori del caso di flagrante delitto, nel tempo dellasessione, nè tradotto in giudizio per materia cri-minale, senza il previo consenso dela Camera.

Art. 46. Non può eseguirsi alcun mandalo dicattura per debiti conti o di un deputato durantela sessione della Camera, come neppure nelle tresettimane precedenti e susseguenti alla medesima.

Tali disposizioni della legge costituzionale checostituiscono un privilegio per la persona dei De-putati, sono opportune, non solo per riguardo aldecoro dell' eletto del popolo, ma ancora per ri-

• guardo al popolo stesso che lo eleggeva. Vedemmogià come di simile prerogativa godano anche i mem-bri del Senato.

Art. 17. La Camera dei Deputati ha il dirittodi accusale i ministri del Re, e di tradurli dinan:iali' Alta Corte di giusti:ia.

PI diritto che quest' articolo conferisce alla Ca-rrera elettiva, è uno dei più importanti dello Sta-tuto. l ministri, abbiamo già veduto, sono quelli

-,che fanno eseguire le leggi, e che firmano sotto laloro responsabilità tutti gli atti che emana il Re,

sia quelli che furono già approvati .dal Parlamento,sia tutti gli altri nei quali il Parlamento non haparte. Le facoltà ministeriali sono dunque amplissi-me, e grande il suo potere, perchè tutto nello Statosi muove e si effettua per l' opera dei ministri.Importava quindi nell' interesse della Nazione, chequesta fosse premunita contro ogni abuso ministe-riale, contro ogni atto che dai ministri si facessenocivo alla Nazione. A ciò provvede l' -irticolo ;e l' Alta Corte di giustizia destinata a giudicare deiministri colpevoli è. il Senato.

Società Operaia di risiola

Una fra le varie società operaie che in que-sto . anno furono premiate dalla CommissioneCentrale di Beneficenza la quale risiede a Mi-lano, fu quella della città di Pistoia. Essa ripor-tò il premio di Lire mii le , perchè fu trovatauna delle meglio ordinate ed amministrate.

Mentre noi rivolgiamo parole di encomio aquesta società la quale tanto si è distinta daessere proposta a modello delle altre, vogliamosperare che anche la nostra pisana saprà farsidegna emula della pistoiese, tanto da meritarsinell'anno futuro qualche distinzione. Questo cisarebbe sommamente caro perchè ci sta moltoa cuore il bene del nostro paese.

Piazza Stecearia Varese

Nel 4 Giugno, giorno della festa dello Sta-tuto, la città di Varese dedicò a CESARE BECCARLA,la piazza del Cappello, antica residenza del Car-nefice. In quella circostanza il Dott. Zanzi.Ezechielle disse calde parole di lode all'illustreautore del Trattato dei Delitti e delle Pene, peril quale dai Codici penali furono cassate quellepene che ricordavano i barbari tempi dellaschiavitù e del medio Evo. Conehiudendo il suodiscorso l' oratore disse: « Ritornando al conso-lante confronto tra quei tempi ed oggi, traquei barbari spettacoli ed il culto del nomedi I3eccaria, rassereniamoci: rassereniamoci pen-sando che ormai la società, meglio che al pa-tibolo si raccomanda all'educazione, — meglio-che alla violenza ed al sangue, al rispetto -deidiritti ed all' osservanza dei doveri, — meglioche all' espiazione ed al terrore, al ra vvedi-mento ed al lavoro. Questa è una reale con-quista della civiltà : ebbene alla civiltà ed allapatria benedicendo, raccomandiamo ai posteri lamemoria e le aspirazioni generose di CesareBeccaria, ed inoltriamoci iìdenti nell' avvenire.

Tornammo Sa iviniCi gode l' animo nel vedere come il merito

sia stato ricompensato degnamente e vorremmoche sempre fosse così. L' egregio artista Tom-maso Salvini è stato insignito della Croce deiSanti Maurizio e Lazzaro.

PIETRO LIVI Gerente Responsabile

— Pisa, Tipografia Citi 1865 —