evoluzione

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GIUSEPPE CATALANI 25/09/2016 L’ EVOLUZIONE Sopravvivere Vivere Evolversi L’evoluzione è il fenomeno che permette alla specie di non estinguersi. L’evoluzione può diventare la causa dell’estinzione del singolo

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Leadership & Management


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Page 1: Evoluzione

GIUSEPPE CATALANI

25/09/2016

L’EVOLUZIONE Sopravvivere Vivere Evolversi

L’evoluzione è il fenomeno che permette alla specie di non

estinguersi. L’evoluzione può diventare la causa dell’estinzione del singolo

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25/9/2016

Exquire

Giuseppe Catalani 1

Sommario Premessa ................................................................................................. 1

L’origine ................................................................................................... 2

La scelta ................................................................................................... 2

Le condizioni ............................................................................................. 3

Conclusioni ............................................................................................... 4

PREMESSA

Un rinomato proverbio recita: “chi si ferma è perduto”, ma attenzione a non

dimenticarsi che c’è sempre bisogno di una fase di consolidamento dei traguardi

raggiunti. La storia dimostra che il correre troppo in avanti, senza preoccuparsi

di stabilizzare quanto raggiunto, indebolisce la struttura, che rischia di cadere.

Ma l’evoluzione è parte integrante di ogni processo, che attraverso la crescita

permette la salvaguardia della specie e in ogni realtà imprenditoriale, ma non

solo, ne determina la durata temporale. Molte sono le situazioni che si vengono a

creare durante la vita di un soggetto e quanto più esso è complesso, maggiori

sono le circostanze che possono portare alla sua caduta.

Statisticamente, ma sarebbe bene sfatare questo mito, la prima generazione

crea, la seconda consolida e la terza distrugge. Generalizzando: la prima è

mossa dallo spirito di affermarsi sia in termini di autogratificazione che di

immagine all’interno del gruppo o società di appartenenza, la seconda si muove

sull’onda di un dovere di mantenere ciò che il predecessore ha realizzato, la

terza, ormai lontana dall’origine, si dissocia dallo spirito del fondatore, rifiuta il

dovere e costruisce e vive la sua realtà. Quale spreco di risorse e di opportunità

mancate, ecco perché bene sarebbe poter intervenire sugli eventi, così da

permettere l’evoluzione positiva anziché una morte annunciata. Gli aspetti che

giocano su questa mancata evoluzione sono i più disparati, qui una breve

panoramica e personali considerazioni dettate da una esperienza vissuta, sia

dall’’interno che hai margini.

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L’ORIGINE

Un’idea nata per caso, una opportunità raccolta, un percorso pianificato, la

“disperazione”, così nascono le realtà imprenditoriali. L’origine ha alla sua base

un impulso forte, dettato dalla ricerca dell’autogratificazione o dalla necessità. In

questo frangente la motivazione spinge il soggetto alla ricerca di soluzioni ed

opportunità che gli consentano di “vivere” i propri sogni e desideri. Disposto al

sacrificio, dove l’impegno personale non ha limiti temporali nè fisici. Il mondo

gira intorno all’obiettivo che diviene il nuovo centro di attrazione, acquisendo un

posto prioritario nella scala dei valori. Ecco nascere il soggetto che assorbe le

risorse disponibili, ma queste devono essere salvaguardate, affinché la nuova

realtà duri nel tempo. Perché non sia un fuoco di paglia deve essere alimentata

con raziocinio, sopendo lo spirito creatore, a vantaggio di una maggiore

riflessività. Ma lo spirito creatore non deve scomparire, solo lui è in grado di

soccorrere il soggetto quando le situazioni si ingarbugliano e rallentano

l’evoluzione. Lungimiranza, conoscenza dei propri limiti, decisionismo quando

serve, alta considerazione di sé stessi, consapevolezza che nulla si può creare e

sviluppare da soli, considerazione degli altri e capacità di conoscerne i limiti,

sono gli elementi base di uno sviluppo proficuo, che portano il creatore a

costruire un sistema gestionale che funziona. L’evoluzione del sistema è regolata

da un ciclo circadiano contraddistinto da una fase di sviluppo intenso e una di

consolidamento. I tempi di ogni fase sono influenzati dal sistema di cui il

soggetto è parte, quindi indeterminati. In questo ciclo il creatore gioca la sua

partita più importante, deve saper coglie l’attimo (carpe diem), sempre alla

ricerca di nuove opportunità, solo lui, infatti, ha questo spirito (spirito creatore) e

deve continuamente metterlo a disposizione. Cercare, vedere, gustare, toccare,

sentire, parlare, capacità coltivate ed affinate nel tempo, indispensabili al

sistema che evolve. Ma il tempo ha anch’esso un suo ciclo, nulla si crea né si

distrugge ma tutto si modifica, così ogni realtà imprenditoriale giunge ad un giro

di boa, dove il creatore, giocoforza, deve far riemergere lo spirito creatore

sopito, perché a lui spetta la “scelta”.

LA SCELTA

Non è possibile trovare collaboratori simili a te, che abbiano il tuo spirito, anche

se esistono. Devi sapere che il tuo limite è superiore a quello di chiunque altro,

all’interno della tua cerchia, diversamente avresti un antagonista o un possibile

successore. Ma questo non è mai un freno allo sviluppo, se te ne rendi conto. La

consapevolezza è l’elemento che permette lo sviluppo, limitando i rischi

connessi. Nella fase di creazione e consolidamento hai cercato chi potesse

aiutarti, a volte hai scelto con attenzione, a volte, temendo il confronto, hai

rinunciato ad una risorsa che poteva fare la differenza. Hai agito cercando di

mantenere in vita il soggetto che hai creato, ti sei mosso affinché esso potesse

migliorarsi e svilupparsi proficuamente. Tra le tue peculiarità c’è la capacità di

una visione a lungo termine, ma a volte dimentichi che il tempo ha il suo ciclo e

un giorno ti troverai a dover prendere una decisione importante, molto simile

alla prima, quella che ti ha portato a realizzare il tuo sogno. Prepara il terreno,

muoviti con La stessa lungimiranza che contraddistingue la tua gestione.

Innamorati dei tuoi sogni, ma vivi la realtà, consapevole dei limiti tuoi e di chi ti

circonda. Quando arriverà il momento di scegliere, a te spetterà il compito di

decidere il futuro della tua creazione. Decreterai la sua vita o morte, il suo

sviluppo o l’inizio della sua decadenza che porterà alla sua estinzione. Scelta

difficile ma a te solo spetta questo “privilegio”, ma se ti muoverai sorretto dallo

spirito creatore sceglierai bene.

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LE CONDIZIONI Evoluzione: l’acqua scorre come il tempo e la tua creazione rimane impassibile con la sua

storia all’erosione, decretandone la forza e resistenza al tempo stesso.

Per fare questo la struttura deve aver sviluppato la capacità di adattarsi al tempo

e alle circostanze che il mercato decreta. La staticità, in alcuni momenti, ha una

sua ragione d’essere, dove la pausa è di riflessione non di immobilismo. Sono

questi i momenti dove ci si deve guardare intorno, sospinti dalla volontà di

ricercare nuove opportunità.

Poniti l’obiettivo di creare una struttura ben amalgamata, dove riconoscere le diverse funzioni a capo delle quali ha posto soggetti che conoscono i loro limiti. Lo sforzo maggiore è di eliminare le contrapposizioni frutto di un antagonismo dettato dallo spirito

di primeggiare. L’antagonismo sano è importante, ma non vale il concetto “divide et impera”, ovvero lo stesso deve essere usato con cautela e nei momenti giusti. Quali siano questi momenti? dipende da quali situazioni devi affrontare, ma è sempre una questione di tattica mai di strategia.

L’evoluzione, come anticipato, ha due momenti ben distinti, uno è la crescita,

l’altro è il consolidamento. Questo è un ciclo naturale, che deve essere gestito

perché dia i suoi frutti. Per ognuno di questi momenti devi avere le persone

giuste al momento ed al posto giusto. Difficilmente chi gestisce i momenti di

crescita ha la “pazienza” per gestire i momenti di consolidamento e viceversa.

Ciò non significa che il primo sia meno riflessivo del secondo, cambia solo il

modo di porsi alle situazioni. Lo sviluppo vuole una persona capace di avere una

visione globale delle problematiche e una capacità di analisi pronta ed

essenziale. Il dettaglio per lui è importante, ma è anche un elemento di

rallentamento. L’obbiettivo è la ricerca di opportunità economicamente

realizzabili. Il consolidamento necessità di attenzione ai particolari, è una attività

di rifinitura dove l’obiettivo è migliorare quello che già c’è. Molte guerre sono

state perse perché ci si è spinti molto avanti, dimenticandosi che la sussistenza

era altrettanto importante. Costruire questa struttura non è mai una attività

delegabile, soprattutto ai vertici, non esiste consulente capace di trovare e

scegliere la persona giusta, questo perché non ha la visione generale del

creatore. L’attenzione è da porre a ciò che c’è dietro la facciata, in relazione a

quello che è l’obbiettivo globale ed ispiratore. Spesso si pensa che l’istruzione e il

voto ottenuto determinino o garantiscano competenza e capacità di fare o

pensare. Approccio sbagliato, anzi devastante, l’istruzione può essere mero

nozionismo giudicato da soggetti che sono in perfetta sintonia con l’ambiente che

l’ha fornita. Ma tu che sei il creatore cosa cerchi? Probabilmente capacità di

analisi, volontà, concretezza, conoscenza e non certo nozionismo, disponibilità ad

apprendere sempre e comunque e non presunzione di conoscenza. Ma la

sensibilità a leggere, o meglio a cercare di leggere ciò che non è scritto e detto,

non è il frutto di una analisi di uno scritto, né di una valutazione psicologica del

profilo fatta su considerazioni estemporanee, essa è il frutto di un continuo

confronto, quotidiano, con la realtà della vita di impresa. Se questo è vero

quando si sceglie un collaboratore, a maggior ragione quando si sceglie il proprio

successore. La decisione è la seconda in termini di importanza (la prima è la

nascita), questa funzione è la più importante, giocherà un ruolo fondamentale

sulla continuità di ciò che è stato creato e su come questo si svilupperà.

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CONCLUSIONI

Qualsiasi realtà che si pone un obiettivo, ha la necessità di dare ordine alle cose

e alle persone che ne fanno parte (organizzazione). L’obbiettivo trova il suo

limite nelle cose da fare e nelle persone a cui sono affidate le azioni per il suo

raggiungimento. Il primo gradino è quindi stabilire cosa si vuole fare, come farlo

e quali le risorse per fare. Il secondo gradino è cercare ciò di cui si ha bisogno e

ridistribuire risorse e responsabilità. Il terzo gradino è mettere in movimento il

sistema creato gestendolo. In questa terza fase trova la sua collocazione il

concetto di evoluzione. L’evoluzione può essere attuata in termini di cose da fare

o di risorse umane. Il primo può tradursi in ampliamento o miglioramento di

prodotti o servizi, il secondo vede il sistema intervenire sull’organico attuando

una politica di quantità e/o qualità. Pur essendo i due aspetti distinti, uno non

può attuarsi senza l’altro, quindi i due termini sono interconnessi e

influenzandosi a vicenda, determinano il risultato finale. Le realtà che investono

su sé stese sono sempre vincitrici, infatti, anche nei momenti difficili sono capaci

di superare le difficoltà. Questa capacità è il frutto di una politica “preventiva”,

dove l’azione di miglioramento “continuo”, come la ricerca di nuove opportunità,

contraddistinguono la normale gestione d’impresa. La visione di insieme del

sistema azienda, deve prevedere una distribuzione di responsabilità ed attività

tale, da consentire il massimo sfruttamento delle risorse. Chiarire cosa ognuno

deve fare e quali i limiti di responsabilità permette, non solo di fare chiarezza tra

i componenti il sistema, ma consente loro di operare proficuamente all’interno

delle loro attribuzioni. In un sistema che vuole evolvere, positivamente, definiti

compiti e responsabilità, trova spazio un flusso di informazioni che si muove dal

basso verso l’alto e viceversa. Perché questo flusso di informazioni non si

disperda, ovvero perda la sua ragione d’essere, deve essere canalizzato

all’interno di un percorso determinato, al cui sbocco trova posto l’obbiettivo che il

creatore ha l’obbligo di determinare. A lui il compito di decidere dove andare

(l’evoluzione) controllando e interagendo con coloro che lo accompagnano in

questo percorso.