famija arciunesa

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Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Carlo Andrea Barnabè Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643884 Stampa: Litografia La.Ser. Coriano - Grafica: Composet Riccione - Anno XXXI- N°5 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2012 www.famijarciunesa.org - [email protected] CN/RN0665/2010 N°5 2012 NOVEMBRE-DICEMBRE Contro chi rema “contro”. Contro chi parla a pesce. Contro chi critica “a prescindere”. Contro chi non ama Riccione. FAMIJA ARCIUNESA oppone questo motto che accompagnerà da oggi in avanti le sue iniziative! Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Carlo Andrea Barnabè Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643884 Stampa: Litografia La.Ser. Coriano - Grafica: Composet Riccione - Anno XXXI- N°5 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2012 11 Ottobre 1912 Viale Viola diventa Viale Maria Ceccarini 100 anni dopo una statua per ricordarla

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Giornalino Città di Riccione

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Page 1: Famija Arciunesa

Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Carlo Andrea BarnabèAut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643884Stampa: Litografi a La.Ser. Coriano - Grafi ca: Composet Riccione - Anno XXXI- N°5 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2012

www.famijarciunesa.org - [email protected] CN/RN0665/2010

N°52012

NOVEMBRE-DICEMBRE

Contro chi rema “contro”.Contro chi parla a pesce.Contro chi critica “a prescindere”.Contro chi non ama Riccione.

FAMIJA ARCIUNESA oppone questo motto che accompagneràda oggi in avantile sue iniziative!

Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Carlo Andrea BarnabèAut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643884Stampa: Litografi a La.Ser. Coriano - Grafi ca: Composet Riccione - Anno XXXI- N°5 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2012

11 Ottobre 1912Viale Viola diventa Viale Maria Ceccarini100 anni dopo una statua per ricordarla

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LIBRI DI F.A.

RIPARATORE AUTORIZZATO OPEL GMAssistenza: Via Emilia 11 - RiccioneVendita e esposizione:Via Emilia 24 - Tel/Fax 0541 643527e-mail: [email protected]

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Betti Riccardo

Direttore Responsabile: Carlo Andrea Barnabè • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives Concolino, Maria Grazia Tosi • Collaboratori di questo numero: Renzo Stefanini, Giorgia Penzo, Sebastiano Sciara, Enzo Travaglini, Edmo Vandi, Walter Amati (archivio), Isidoro Lanari, Vilma Tosi, Daniele Casalboni, Daniele Montebelli, Giovanni Mattoni,Lorenzo Scola, Marco Travaglini, Roberto Betti, Armando Bellotti, Antonio Cianciosi, Piero Serafini, Miki Banci. • Foto: Foto Riccione • Pubblicità: Tel. 338 4304667• Grafica e impaginazione: Composet Riccione: 0541 606680 • Stampa: Litografia La.Ser. Coriano

REDAZIONE

150 anni della nostra storia attraverso le originali storie di 3 illustri pionieri dell’evoluzione della nostra Perla verde. libRo Di 132 PaGine a ColoRi in FoRmato a4 (210x297Cm.) Contiene Più Di 300 FotoGRaFie!nelle librerie, edicole e presso la sede di F.a. a 15,00 euro.

In dono ai soci di F.A.Riccione sotto la neve...ma dai! Riccione è bagni in mare, è crogiolarsi al Sole, è un bikini striminzito, è un bermuda colora-to, è andare al largo in moscone con una ragazza, è mostrarsi vanitosamente in Viale Ceccari-ni... Eppure, ogni tanto, anche Riccione si trova sotto la neve. Sicuramente meno di altri luoghi della Romagna; forse perchè il promontorio di Gabicce a sud e il trittico turrito di San Marino a ovest creano una specie di culla protettiva? Quante volte la spruzzata di bianco si è fermata a Rimini lasciandoci un po’ delusi e molto soddisfatti? Perchè poi in fin dei conti la neve qua dura poco, e dopo, è tutto un “paciu-go” che sporca strade e automo-bili. Camminare è problematico e la neve intralcia e ostacola oltre misura le nostre ataviche viziate abitudini.Si, d’accordo, se arriva alla vigilia di Natale, crea una bella atmosfera. I bambini si imbacuccano ben bene e poi si scatenano a fare a pallate e di una collinetta fanno una “pista nera” ansimando su e giù fino a sera. Ma poi, siamo sinceri, desideriamo che il Sole splenda a Santo Stefano. Allora, come si fa a prendere solo il bello della neve? Si sfoglia questo volumetto! E si percorre in lungo e in largo tutta Riccione, grazie agli scatti di Pico e Gianni Zangheri archiviati negli ultimi anni, per la nostra egoistica gioia di essere “immersi” nella neve mentre siamo, ben protetti, nel calduccio di casa nostra.libRo Di 64 PaGine a ColoRi in FoRmato 17x24cm.

Giuseppe Lo Magro

IL regALo DI NAtALe

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Una famiglia che cucina per voi

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eccoli i caldarrostai di F.a. che ogni sa-bato e domenica di ottobre nel gazebo posizionato in Viale Ceccarini, castra-no, cuociono e propongono il delizio-so frutto autunnale caldo e invitante a turisti e indigeni che affollano il centro della Perla verde. l’appuntamento con la caldarrosta si ripete da tanti anni con immutato gradimento e il contributo offerto quest’anno consente di racco-gliere fondi per la realizzazione della statua dedicata a maria Ceccarini. Da sin.: antonio C., G. Carlo, Paolo, marco, teresio, antonio b., liliana, Romano, bruno, aldo, Remo, natale e Giuseppe.

Quelli... delle caldarroste!

Dopo la donazione della Tac, un altro importante atto di li-beralità a favore dell’Ospedale di Riccione. La “Famija Ar-ciunesa” ha fatto dono alla struttura di un Insufflatore auto-matico di anidride carbonica, a supporto proprio della nuova Tac, utilizzata presso l’Unità Operativa di “Radiologia” diretta dal dottor Fabio Denicolò. Questo apparecchio, del valore di diecimila euro, serve infatti per migliorare l’esecuzione e la qualità della Tac del colon. Tale procedura richiede, per una migliore esecuzione, che il colon sia debitamente disteso, e l’insuffiatore di anidride carbonica svolge proprio questa fun-zione. Prima dell’acquisizione dell’apparecchiatura, l’esame veniva effettuato con una modalità, detta dell’aria-ambiente, che rendeva l’esame non ripetibile nell’immediato, e che ol-tre a consentire una minore qualità dell’esito, creava anche un maggior senso di gonfiore e pesantezza al paziente. Grazie al nuovo Insuffiatore automatico di anidride carbonica, oltre al miglioramento della qualità dell’esecuzione, il paziente avrà anche meno disagi “collaterali”. Ogni anno presso l’Ospeda-le di Riccione vengono eseguite all’incirca 300 Tac del colon.

Un insufflatore per la radiologia del “Ceccarini”

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UOMO - DONNA - BAMBINORICCIONE • V.le Ceccarini 177 (zona paese) • Tel. 0541 606067

CALZATURE E ABBIGLIAMENTO SPORTIVO

LA STATUA PER MARIA BOORMAN CECCARINI

1912 - 11 OTTOBRE - 2012

le misurazioni per la sistemazione(9 ottobre 2012).

la scultore leonardo lucchi effettua gli ultimi controlli.

il consigliere Spadoni “protegge” la sta-tua in attesa della cerimonia ufficiale.

la squadra dei “posatori” con alcuni consiglieri di F.a.

le targhe posizionate ai piedi della statua.

operai al lavoro preparano il basamento dove verrà posizionata la statua.

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LA STATUA PER MARIA BOORMAN CECCARINI

IL “SALOTTO” COMPIE 100 ANNI

a lato: autorità civili e militari in rappre-sentanza di: Consiglio comunale, Polizia urbana, Capitaneria di Porto, Comando Carabinieri e ospedale Giovanni Ceccarini.

il sindaco massimo Pironi in mezzo al C.d.a. di F.a. che ha ideato e realizzato il bellissimo progetto della statua in bron-zo per celebrare i 100 anni di Viale maria boorman Ceccarini. Da sin.: Paolo Santo-vito, Riccardo angelini, Giovanni olivieri, Giuseppe lo magro, il sindaco, teresio Spadoni, antonio Cianciosi, marco Zan-gheri, Franco baratti, antonio batarra.

il dott. Giancarlo Salva-tori, pronipote dei Cec-carini (al centro) nell’ab-braccio affettuoso degli sponsor del progetto statua. Giuseppe lo ma-gro - F.a., Serafino an-gelini, Cop. “Casa del Popolo”; massimo Piro-ni, Comune di Riccione; dott. Giovanni olivieri, Rotary club Riccione-Cattolica; marina Zoffoli, i.P.a.b. Ceccarini; Gior-gio mignani, Consorzio d’area Viale Ceccarini.

Sopra: Giancarlo Salvatori racconta la storia dei Ceccarini. Sotto: marina Zof-foli (i.P.a.b.) e il Sindaco massimo Pironi.

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il momento culminante del pomeriggio dell’11 ottobre. il “babbo” e il Sindaco tolgono il drappo svelando al pubblico la bellissima statua raffigurante la nostra amata benefattrice. a lato i meritati complimenti al bravissimo scultore leonardo lucchi.

LA STATUA PER MARIA BOORMAN CECCARINI

CERIMONIA “ALLEGRA” E SENZA FRONZOLI

affievoliti i clamori, maria boorman Ceccarini può, finalmente, “vigilare” sul Viale a lei dedicato.

il Coro “le allegre note”, diretto dal m° Fabio Pecci, ha aperto la cerimonia con una toccante esecuzione dell’inno di mameli.

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Riccione - C.so F.lli Cervi, 263 - Tel. 0541 60.55.51

Mò e pèn al fàm com una volta......e la spianèda la è da ùrle!

di Saponi Amedeo e Porcu Gian Franco & C.

MOSTRA FOTOGRAFICA

armando Semprini, accanto al manifesto della mostra, illustra gli aspetti più importanti dell’esposizione, vedi foto a destra, frutto di anni di approfondite ricerche in archivi storici e domeniche a “caccia” nei mercatini dell’antiquariato.

1862-2012 DALLA VAPORIERA AL “SALOTTO”Dall’ 11 al 24 ottobre u.s. 150 anni di storia riccionese attraverso i documenti, le foto e i filmati

di Armando Semprini (1862-1912), Gilberto “Jimmy” Monaco (1900-1940), Pico e Gianni Zangheri (1950-2012)2200 visitatori, apprezzamenti entusiastici e giudizi positivi. inviti a iosa per trasFormarLa in un LiBro

Pico e armando tagliano il nastro assistiti dal sindaco massimo Pironi e dal “babbo” di Famija arciunesa Giuseppe lo magro.

Presentazione ufficiale. Da sin.: Gianni Zangheri, armando Semprini, massimo Pironi, Giuseppe lo magro, il Capo 1ª cl. ivan Pinzon (Capitaneria di Porto), il ma-resciallo Claudio Cacace (Stazione Carabi-nieri) e Pico Zangheri.Sopra uno spaccato dell’esposizione.

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Oggigiorno si parla molto di bellezza e benessere, ma non tutti sanno cos’è una Spa, ce lo spieghi?SPA è l’acronimo di Salus Per Aquam ovve-ro “salute per mezzo dell’acqua”. La nostra zona umida dispone di sauna finlandese, bagno turco, doccia scozzese, cascata del ghiaccio, docce emozionali, relax pool con idromassaggi, lame cervicali e acqua a 35° arricchita e igienizzata con il prezioso sale marino integrale di Cervia... Un luogo magi-co dove dimentichi lo stress e ritrovi in pochi istanti armonia, relax e rinnovate energie.

Molto interessante! Raccontaci cosa proponete di speciale a chi volesse re-galarsi un pomeriggio al Corallo Bay?Qui da noi tutto è studiato per offrire un’e-sperienza unica che risveglia i sensi, rigenera il corpo e distende la mente. L’ambiente è particolarmente raffinato e accogliente e un team di professionisti del benessere è pron-to a coccolare e anche a viziare un po’ i no-stri ospiti. Proponiamo trattamenti estetici,

numerose tecniche di massaggio, percorsi benessere, programmi per Lei e per Lui, ri-tuali di coppia...

Tra i trattamenti che avete in menu cosa ci consigli?I trattamenti sono davvero tanti e tutti vali-di. La preferenza dipende dalle esigenze di ognuno, si può scegliere dai programmi più intensi alle formule brevi, da valutare in base ai propri obiettivi e al tempo che si decide di dedicarsi.

Provo a riformulare la domanda: dimmi secondo te qual’è il trattamento che si dovrebbero provare almeno una volta nella vita?Beh se la metti così, posso dirti che per concedersi un momento veramente specia-le non c’è niente di meglio che prenotare la Spa in esclusiva! Per feste private, per un in-solito addio al nubilato/celibato o semplice-mente per regalarsi insieme a un gruppo di amici un momento unico e indimenticabile.

Possiamo anche organizzare un suggestivo aperitivo con vista mare nel salottino accan-to alla Relax Pool.

Fantastico, credo che ne approfitterò pre-stissimo! Prima di salutarci ci dai ancora qualche piccolo consiglio per rimetterci in forma e prepararci all’inverno?Per fortificare il fisico può essere molto utile concedersi ogni tanto una pausa dai ritmi frenetici di tutti i giorni. Dedicare qualche ora a settimana al proprio corpo, lasciarsi trasportare dalle piacevoli sensazioni di un massaggio eseguito da mani esperte può fare davvero la differenza.Inoltre per sfruttare al massimo le qualità be-nefiche della Spa, consiglio di provare il no-stro Speciale Percorso Self Care Corallo che include selezionati ed efficaci cosmetici da utilizzare personalmente o in coppia, senza l’intervento dell’operatore, durante la perma-nenza nella zona umida. Una sinergia unica che donerà bellezza, vitalità, benessere e la piacevole sensazione di uscirne rinvigoriti e rigenerati.

Antonietta Righetti

La Baia del benessere... a RiccioneQualche domanda a Patrizia Dionisi, SPA Manager al Centro Benessere & Spa Corallo Bay

RIMANERE IN FORMA

domenica

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Il Presepe di Veterani: unico ed inimitabile!Vi attende nell’Arboreto Cicchetti con tante novità e nuove sorprese

Mattino 10,30 – 12,30 - Pomeriggio 15,30 – 19,30

APERTO TUTTI I GIORNIda sabato 15 dicembre 2012 a domenica 6 gennaio 2013

25 dicembre Natale – solo pomeriggio31 dicembre San Silvestro – solo mattino01 gennaio Capodanno – solo pomeriggio

e anche Domenica 13-20-27 Gennaio

Info: sede F.A. 0541 643 884 o Giuseppe al 338 430 4667

Arboreto Cicchetti, Via Bufalini, angolo Viale Ceccarini Alta (a 100 metri dall’Ospedale)

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totalmente animati.

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Orario di visita 2012-2013

2013

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Cena degli Auguri

INFo e PreNotAZIoNI: gIUsePPe 338 4304667 rIstorANte CrIstALLo - vIALe DANte - teL. 0541 605 404

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menù

a scopo benefico per i progetti dono di Famija Arciunesa

Finale con tombolata gigante

35eGamberi e Salmone Affumicati,

Squaquerone, Pistacchi e Insalata di CarciofiPolenta morbida e Ragù di Seppia

Zuppa d'Orzo, Cicerchie e Mazzancolle

Tagliatelle allo Sgombero e Olive

Fritto MistoSpiedini Misti di Pesce

Cozze Gratinate

Sorbetto al LimoneAcqua

Vini Podere Vecciano

Caffè e Digestivi

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I consiglieri Franco Baratti, Antonio Cianciosi, Riccardo Angelini premiano, con Spilla d’argento, Stella Bilancioni, Antonietta Bacchini, Martino Pari per l’ininterrotta partecipazione al Coro “ Città di Riccione” dalla sua nascita, avvenuta 30 anni fa.

Una FeSta oRiGinale PiaCeVoliSSima eD aPPlaUDitiSSima. Con Un GRanDe SPettaColo Del CoRo “Città Di RiCCione” e l’emoZionante CaRRellata Dei RiCoRDi Di eDmo VanDi.

Parte il 90°. Il sindaco di Riccione Massimo Pironi e il “Babbo” di Famija ArciunesaGiuseppe Lo Magro presentano la serata nella splendida cornice del Palacongressi.

Il Sindaco premia, con targa ricordo, la piccola Nicole Vitali (9 anni) per la sua sensibilità e generosità verso i coetanei meno fortunati ai quali ogni anno dona buona parte della sua “paghetta”.

Il consigliere Paolo Santovito premia, con Spilla d’argento, Ida Piselli (90 anni) per l’attività svolta in soccorso degli ani-mali selvatici nel territorio riccionese in collaborazione col W.W.F.

Il consigliere Teresio Spadoni premia, con Spilla d’argento, Gualtiero Masi (90 anni) per l’impegno quarantennale profuso volontariamente presso la Croce rossa locale.

Il consigliere Marco Zangheri premia, con Spilla d’argento, il tenore Gianluca Pasolini per i suoi successi in tutto il mondo conservando intatto il legame con Riccione.

Il Sindaco premia, con targa, il M° Marco Galli, direttore corista e arrangiatore delle musiche dello spettacolo ideato per il 90° Compleanno in concomitanza col 30° anniversario del Coro stesso.

90° Compleanno di RiCCione 18 ottobre 2012, palacongressi

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Applauso finale per Glauco Bianchi, autore della torta. L’ennesimo successo papillo-gustativo!

La squadra dei “tortaioli”. Hanno sudato le proverbiali sette camicie, ma prima di mezzanotte, la porzione di torta del Panificio Bianchi aveva estasiato il palato dei 400 partecipanti. Grandi!

Il brindisi augurale degli ideatori, organizzatori ed ospiti d’onore della serata. Da sin.: Edmo Vandi, Massimo Pironi, Giuseppe Lo Magro, Marco Galli, Gianluca Pasolini, Renzo Stefanini.

Il momento clou del 90° Compleanno. Il Sin-daco e il Babbo uniti nel taglio della torta.

Il presidente del Consorzio d’area di Viale Ceccarini, Giorgio Mignani premia con targa, Iris Baldisserra, che vanta una presenza commerciale nel Centro di Riccione lunga sessant’anni. Complimenti!

Sotto lo schermo col manifesto di “Saluti da Riccione” (titolo dello spettacolo musicale) i coristi “scalpitano” in attesa dell’inizio. A sin. il M° Marco Galli, a dx. l’amarcordista Edmo Vandi.

Comunedi Riccione

DaVVeRo eSaltante l’eSibiZione Del tenoRe GianlUCa PaSolini. lUCenti SPille D’aRGento e taRGhe PeR i CittaDini meRiteVoli. CaloRoSo bRinDiSi SPUmeGGiante e Una toRta Da “FaVola”.

ARRIVEDERCIAL 2013 PER IL91°

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AL palazzo e al mare

Grillo, l’uomo della provvidenza, il tra-ghettatore (a nuoto) della antipolitica, la sua battaglia l’ha praticamente già vinta. Ma cosa ne sarà, in periferia, dei grillini? Ma soprattutto: riuscirà il centrosinistra spompato dalle eterne lotte intestine a vincere in scioltezza la prossima torna-ta elettorale? E ancora. Massimo Pironi otterrà la nomination per una seconda candidatura? Oppure, come sembra nel-le ultime settimane, qualcuno potrebbe fermarlo a un passo dal traguardo? Mai come ora la situazione politica è stata tanto confusa. Il crollo del sistema par-titico travolgerà anche i ras della politica locale. Guardiamo a Riccione. Il Pdl è praticamente evaporato. Non c’è traccia di una battaglia, un intervento, il segno della presenza. Sarà per questa ragione che nel Pd hanno deciso di fare tutto da soli: maggioranza e opposizione, con Pironi sempre più in balìa della corren-te, costretto a vivacchiare senza portare a casa nulla di consistente da rivende-

grillo, Pironi e l’incubo 2014

Bolkestein. La parola suona minacciosa solo a pronunciarla. Ma va peggio per chi, parliamo di migliaia di concessionari, è costretto a farci i conti. Sta per scadere, infatti, il termine per il bando che dovrà assegnare le spiagge, un incubo che rischia di scuotere l’assetto storico dell’arenile, soprattutto in Riviera, dove famiglie che gestiscono da decenni gli stabili-

I bagnini nella tempesta di sabbiamenti balneari vedono per la prima volta messo in discussio-ne il loro futuro. A ottobre il governo è tornato ad occuparsi della vicenda; all’esame ci sono i paletti del bando e i requi-siti richiesti per attribuire le zone di spiaggia. L’obiettivo dei parlamentari impegnati da anni a garantire e tutelare i vec-chi concessionari è quello di puntare sugli investimenti fatti e sull’esperienza maturata sul campo, elementi che potrebbe-ro favorire chi fino al 2014 avrà il controllo della sabbia. Una battaglia che si combatte a Roma, ma anche in Europa, dove temono che gli italiani finiscano per annacquare la direttiva Bolkestein. Nel frattempo i bagnini guardano l’orizzonte con preoccupazione, incerti su cosa il governo Monti abbia in serbo per loro. Alcuni hanno scelto la strada di manifestare in piazza, altri hanno invece preferito trattare attraverso la diplomazia. La situazione si risolverà nei prossimi mesi, quando verranno definiti in maniera certa i parametri dell’assegnazione. Che un’adeguamento fosse necessario, anche i più coriacei sem-brano averlo capito. Ma la svolta, compresa l’eventualità di perdere il patrimonio, ha lasciato tutti sorpresi. La stretta fi-scale - dolorosa ma inevitabile - si accompagna con il rischio di mandare all’aria un sistema collaudato. Investimenti milionari destinati ( se qualcuno non interverrà per salvaguardarli) a scio-gliersi come neve al sole della ‘temutissima’ estate del 2015.

re agli elettori nel 2014. Se ci arriverà da candidato, nel 2014. I rischi ci sono, stando almeno ai rumors del partito, alla mai sopita ostilità verso il sindaco mani-festata dai dirigenti, alle scorribande dei ‘galliani’. Non è un caso il re-ingresso di Galli stesso nella segreteria del parti-to, dopo l’esilio dorato a Rimini. Anche perché Galli, fra qualche mese, dovrà

rinunciare alla poltrona di assessore per cessata attività della Provincia. E un Galli in fila all’ufficio di collocamento impen-sierisce non poco il sindaco. Che, dal canto suo, non sfonda tra gli elettori. Anzi, l’indice di gradimento sarebbe in picchiata. Musica per le orecchie dei gio-vani capi del Pd, che non vedono l’ora di dare il benservito senza tanti compli-menti all’«usurpatore». Stavolta Pironi non potrà contare sulla società civile che l’ha sostenuto nella campagna delle pri-marie, vinte grazie al contributo di tanti non-elettori, rimasti poi delusi dalla ‘pri-mavera’ mancata dal sindaco. Sullo sfon-do si staglia il colosso grillino, un gigante che macina consensi ma non ha ancora le gambe (e soprattutto le facce) per farsi largo. Ma arriveranno, e allora saranno dolori per la sinistra come per il Pdl. Pri-ma di allora c’è soltanto da capire cosa accadrà a livello nazionale con le Politi-che, ma i segnali per la attuale classe di-rigente suonano come campane a morto.

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Il ‘salotto’ può ancora attendere? Se lo chiedono non più soltanto i commercianti del viale o i pochi residenti della zona mare. Volenti o nolenti, viale Ceccarini resta il simbo-lo di Riccione, il cuore pulsante del sistema. Un emblema contestato e sbiadito, ma pur sempre un brand. E’ su que-sto che le recenti amministrazioni comunali hanno giocato, sfruttando fino all’osso la strada senza dare nulla in cambio. Il ‘salotto’ è utile per agganciarci sopra sponsor, manifesti, cartelloni, spot e amenità varie. In soldoni, una cifra da ca-pogiro. Quattrini che Geat e Comune hanno allegramente rastrellato, a volte calcando un po’ troppo la mano, in altri casi deturpando l’arredo originario. Insomma, viale Ceccarini ha fatto da salvadanaio per le giunte Masini-Imola-Pironi, ma nessuno di questi sindaci ha mai voluto ricambiare la corte-sia. Sollecitati da più parti e per un’infinità di anni, hanno promesso (in campagna elettorale) senza mai mantenere. I termini più abusati sono stati: nuovo look, ristrutturazione, arredi e tutto il campionario di aria fritta, mentre il viale sotto i piedi di milioni di turisti affondava. Nessuno ha mai avuto il coraggio di rimettere mano a un impianto datato, quando è noto ormai a chiunque che le mode invecchiano in fretta, e viale Ceccarini è soprattutto questo. Esperti di una presti-giosa griffe internazionale, visitando alcuni anni fa il ‘salotto’, ebbero a dire che più che aggiungere andava tolto. Ripu-lire, riordinare, inserire elementi di arredo originali, opere d’arte piuttosto che panchine a forma di barchetta che si trovano in ogni angolo della riviera. Puntare alto per resta-re in cima. Purtroppo non è mai andata così. Si preferisce vivacchiare, pensare al recupero come intervento di oscuri geometri (senza nulla togliere alla categoria) e una manciata di tecnici comunali. La firma di un archistar - e chi conosce i meccanismi che regolano le strade-simbolo in giro per il mondo - è sostanza, attira attenzione e presenze, è marke-ting essa stessa? Non ci sono i soldi, obiettano da un lustro gli amministratori. Verissimo, ma bisogna capire se c’è un ritorno prima di dire che l’investimento non vale la candela. La chiave è nel coinvolgimento dei proprietari dei negozi, che vedono erodere il loro valore commerciale. Progettare

viale Ceccarini sfruttato e abbandonatoche accade al salotto ?

Foto

RiC

Cio

ne

insieme il rilancio: al Comune conviene per ridare smalto alla sua immagine, ai proprietari per dare solidità al loro patrimonio. Det-ta così è semplice, ma ci vogliono il coraggio e la lungimiranza per realizzarlo. Ce la faranno? Permetteteci di essere pessimisti.

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la nostra storia

Sancita l’autonomia del Comune di Riccione il 19 ottobre 1922, preceden-temente l’elezione del primo sindaco, il rag. Silvio Lombardini, ci furono 410 giorni di una travagliata operazione per improntare l’inedita struttura ammi-nistrativa: il comando per 86 giorni fu affidato al dott. Felice Pullè quale de-legato del Commissario del Comune di Rimini, poi passò, il 14 dicembre e per 131 giorni, al Rag. Luigi Righi incaricato dal Prefetto di Forlì. Sempre lui, in ve-ste di Commissario Prefettizio, operò per 49 giorni, e a lui si accodò il sig. Augusto Marani, Commissario prefet-tizio per 144 giorni. Quella che segue è una sintesi della relazione stilata dal Commissario Prefettizio Righi alla fine del suo mandato, e che diventa un do-cumento curiosamente interessante per farsi un’idea di quali fossero le realtà ed i progetti in corso nel periodo storico di un Comune che faceva i suoi primi passi.

RelaZione Del CommiSSaRioPReFettiZio CaV. lUiGi RiGhi(sono state mantenute le forme verbali e le suddivisioni per capitoli proprie del documento originale)

UFFiCi e PeRSonalePer prima cosa si provvide all’organizza-zione degli uffici, sistemando nel villino affittato (in viale Ceccarini angolo viale Piva) come sede del Comune, lo Stato Civile e il Dazio e la segreteria. Venne mantenuto in servizio tutto il personale del Comune di Rimini e tutte le realtà fa-centi servizio lì, come il medico, la levatri-ce, gli stradini… e così anche l’applicato e il portiere della Delegazione Municipa-le istituita l’anno precedente. Dopodiché

riccione 90… anni fa

venne composto l’organico del perso-nale e predisposto ogni cosa per l’avvio della vita amministrativa.

SeRViZio PRoVViSoRio Di CaSSaRaccogliendo somme riguardanti tasse di soggiorno e proventi daziari rimasti sospesi, pensai di aprire un conto cor-rente presso una banca locale per prov-vedere alle spese inderogabili. Studiai i regolamenti delle tasse comunali in vi-gore presso il Comune di Rimini facendo lo stralcio dai relativi ruoli per conoscere l’ammontare dei redditi a carico dei con-tribuenti riccionesi. Disposi pure l’ag-giornamento dell’anagrafe in relazione ai dati del censimento del 1921, tramite apposito personale al quale vennero affi-dati la numerazione delle case con tavo-

lette in maiolica e placche di ferro per la denominazione dei viali.

CaRiCo Delle SPeSePer regolare meglio i rapporti col Comu-ne di Rimini in riferimento alla compe-tenza delle spese e delle entrate, ven-ne fissato il principio che tutte le spese anteriori al 31 dicembre 1922 facevano carico a Rimini e quelle dal 1°gennaio 1923 in avanti a Riccione. Furono perciò mantenute a favore di Rimini quelle tas-se riferibili ad esercizi precedenti benché riscosse nell’anno 1923; e così si doveva fare anche rispetto la Sovrimposta co-munale, ma per incongruenze sorte re-lative alla Delimitazione dei confini, sarà quest’anno il nostro Comune a riscuoter-la per intero.

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antiCiPaZione eSattoRialePer patto espresso nel contratto di Esat-toria, la Cassa di Risparmio di Rimini do-vette anticipare ai due Comuni la somma di un milione di lire, ma quando alla fine di marzo quello di Riccione si rivolse alla medesima per ritirare un acconto per pa-gare gli stipendi dei dipendenti che da tre mesi non percepivano nulla, ebbi la triste notizia che l’intera cifra era già stata totalmente versata al Comune di Rimini, il quale diventava così debitore verso Riccione. Con apposita delibera affermai che la cifra di 200.000 doveva essere re-stituita a Riccione e ora la pratica si trova presso l’Autorità superiore per le oppor-tune determinazioni.

DeleGaZione mUniCiPaleUna Delegazione Municipale con l’ap-provazione del Regio Prefetto assunse l’Amministrazione del territorio di Riccio-ne per provvedere ai più urgenti bisogni. L’acquisto di ghiaia per le strade, una passerella sul fiume Marano, una provvi-sta di combustibile per le scuole; in man-canza di mezzi finanziari si provvide con un prestito volontario fra i cittadini, rac-cogliendo la somma di Lire 9.000. Trat-tandosi di spese d’interesse generale era giusto venissero assunte dal nuovo Co-mune, e per questo in bilancio figurano appositi stanziamenti.

bilanCioLa mancata separazione patrimoniale tra i due Comuni diventa per l’Amministrazio-ne riccionese una difficoltà nell’individua-re i criteri da seguire. Secondo la regola per la quale il bilancio ordinario debba provvedere alle spese ordinarie, alle stra-ordinarie ricorrenti nonché al Servizio Prestiti, e che l’avanzo di amministrazione debba destinarsi al pagamento di spese straordinarie, il bilancio di quest’anno si

presenta acefalo, appunto per la man-canza dei dati riguardanti il patrimonio, e cioè le rendite patrimoniali derivanti dalle attività, gli oneri e gli ammortamenti. E’ stato giocoforza ritrarre dalla parte ordi-naria di competenza del Bilancio i mezzi occorrenti al finanziamento delle spese. Un tale provvedimento è mirato a conse-guire una disponibilità per il nuovo eser-cizio corrispondente all’ammontare dei lavori straordinari previsti in Bilancio nella rilevante somma di Lire 200.000. Detta disponibilità permetterà alla nostra Am-ministrazione di poter affrontare il carico derivabile dalla separazione patrimonia-le con Rimini in piena tranquillità, senza ricorrere a provvedimenti straordinari e senza ledere la consistenza del bilancio.

DaZioLa tariffa daziaria applicata dal Comu-ne di Rimini non poteva essere seguita da Riccione, per il diverso numero della popolazione e per concetti perseguiti differenti nella compilazione della tariffa. L’aumento dei generi di prima necessità e

specialmente dei grassi per condimento (lardo, strutto, pancetta, olio e burro) e la scarsità della pesca dovuta alla mancanza del porto, non poteva andare a colpire troppo un Comune che stava nascendo. Il dazio così non contempla il pesce fresco e riduce di oltre il 50% la tassa sui grassi in genere; colpisce invece alcune voci ri-guardanti generi di lusso, come dolciumi, formaggi fini, pesci salati in scatola… Su una nuova voce riguardante il materiale da costruzione, la mitezza della tassa ap-plicata non sarà d’ostacolo al continuo estendersi della nostra industria turistica che prevede edificazioni e ristrutturazioni in abbondanza.

taSSa Di FamiGliaNei ruoli di Rimini per la tassa famiglia dell’anno 1922 figuravano iscritti 237 partite di riccionesi, invece secondo la matrice compilata in base all’aggiorna-mento dell’Anagrafe arrivavano a 750: 513 contribuenti sfuggivano alla tassa. I ricorsi presentati salgono a 133. Ben 400 famiglie sono state esonerate il che di-mostra come l’accertamento dei redditi sia stato fatto con ponderazione. Tutti i piccoli proprietari che non assommano alcun reddito a quello della loro casetta non sono colpiti dalla tassa. I redditi che ne sono soggetti partono da un minimo di Lire 1.300 per arrivare ad un massimo di Lire 40.000 e le aliquote partono da un’1% per raggiungere il 6%.

taSSa beStiameE’ quella applicata dal Comune di Rimini precedentemente il distacco di Riccione. Dato l’elevato valore del bestiame e il reddito che se ne trae, la tassa di Lire 24 per capo non è certamente alta. Nessun aggravio penalizza l’industria agricola, la cui sovrimposta comunale viene mante-nuta nei limiti.

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Due promozioni da non perdere di vista

la nostra storia

taSSa SoGGioRnoQuesta tassa rappresenta il reddito mag-giore di tutto il sistema tributario locale. Una tassa che si differenzia a seconda del territorio: una prima fascia compren-de quello dalla ferrovia al mare, il viale Ceccarini e le trasversali di via Fogliano e dell’Insegna; tutto il resto del territorio appartiene alla seconda fascia. Per la pri-ma la tassa è di Lire 20 per gli adulti a Lire 10 per i bambini inferiori ai 12 anni e per i domestici; per la seconda fascia di Lire 15 per gli adulti e a Lire 7,50 per i bam-bini sino a 12 anni e per i domestici. Con l’applicazioni di tali tariffe si presume un incasso lordo di Lire 180.000.

lUCe elettRiCaIl contratto tra l’impresa elettrica di Ric-cione e il Comune di Rimini, scaduto il 31 dicembre, era molto oneroso. Oltre al prezzo di 1 lira per KW c’era l’onere da parte del Comune di corrispondere un canone annuo di Lire 9.000 per la manu-tenzione degli apparecchi e il corrispet-tivo di Lire 150 per ogni nuova lampada installata. Non essendoci la possibilità di sostituire l’intero impianto si procedette al rinnovo del contratto per un solo anno, però a condizioni più vantaggiose. L’eco-nomia verificatasi permise l’acquisto di tutti gli apparecchi di illuminazione, 134 lampade complete di Lire 25 cadauna, e di installarne altre 26.

meRCatiL’unico mercato che aveva predisposto prima il Comune di Rimini erano alcune cariole con pesci avvolti in cenci e sostan-ti nei pressi dell’Ospedale, che oltretutto disturbavano i pazienti per il cattivo odo-re. L’agricoltura e la vendita del bestia-me non disponevano di spazi idonei per accontentare le richieste dei residenti. Il successo delle varie fiere che venivano

organizzate, ha indotto l’Amministrazio-ne alla progettazione di mercati periodi-ci, al venerdì di ogni settimana. Mercato per merci, animali da cortile e il secon-do venerdì di ogni mese un mercato di bestiame grosso. La località è già stata individuata e in bilancio figurano i fondi.

CeSSi PUbbliCi e oRinatoiL’assoluta mancanza di chioschi pubblici sia in Paese che a Marina diventava un dan-no per l’igiene e la morale. Furono perciò costruiti una latrina nel borgo e acquistati sei chioschi in pietra a due posti. Di que-sti, quattro vennero distribuiti vicino alla spiaggia e due nei centri più abitati. Furo-no anche presi accordi con la Cooperativa dei Birocciai per il servizio di espurgo dei pozzi neri; le botti di ferro erano fornite dal Comune e i cavalli dalla Cooperativa.

laVatoiTutti si lamentano delle massaie che lava-no i panni vicino alle fontanelle facendo sì che l’acqua sporca penetri nel terreno. Risulta urgente quindi la costruzione di lavatoi, ma prima bisognava avere l’ac-qua; provvisoriamente abbiamo provve-duto con la costruzione di pozzi appositi,

in attesa di poter costruire un acquedot-to per il quale esiste già apposito pro-getto e relativi stanziamenti.

maCello PUbbliCoE’ da tempo un servizio insufficiente, sia quella parte dedicata ai bovini che, in particolar modo, quella ai suini, lo ‘sgozzamento’ dei quali ancora adesso avviene sulla pubblica via, dando uno spettacolo poco edificante ai passanti. Bisogna sistemare anche le attrezzature specifiche. È stato compilato un appo-sito progetto, così come anche per un piccolo canile per togliere dalle strade i tanti cani randagi.

iGieneLe condizioni sanitarie del Comune di Riccione sono ottime, facilitate da qua-lità naturali che però, visto l’afflusso di stranieri e l’esistenza degli Ospizi per bambini che rappresentavamo il più grande investimento turistico, richiedo-no una serie di provvedimenti. Fu subito istituito l’Ufficio d’Igiene con la nomina di un Ufficiale Sanitario incaricato. Fu pure realizzato un laboratorio per l’esa-me chimico microscopico delle materie alimentari, nonché una stufa di disinfe-zione. Queste spese trovano in bilancio uno stanziamento, ed anche la costruzio-ne di un locale di ricovero dei carri per il trasporto delle materie pure ed impure.

teRaPia GRatUitaImpressionato di come la spesa per i me-dicinali ai poveri arrivasse alla cospicua cifra di Lire 25.000 per un piccolo Comu-ne di 5.700 abitanti, procedetti a rifare l’elenco dei poveri. Inoltre per licitazione privata venne fissata la fornitura di medi-cine ad uno dei due farmacisti di paese. Il ribasso ottenuto sui prezzi fa sperare in una discreta economia.

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la nostra storia

SeRViZi FUnebRiAttualmente il servizio è esercitato dal-la Cooperativa Birocciai che possiede un apposito carro. Sono state gettate le basi affinché il servizio venga assunto dal Comune stesso riscattando il carro a prezzo di stima, lasciando alla Coopera-tiva la fornitura dei cavalli.

laVoRi PUbbliCiLa situazione delle strade era di comple-to abbandono. La Delegazione Munici-pale se ne occupò subito realizzando un inghiaiamento parziale con una spesa di Lire 13.000, e con un’aggiunta successi-va di Lire 36.000. La massicciata stradale consumata doveva essere rinnovata; così pure si dovevano costruire le cunette di scolo per impedire allagamenti in caso di pioggia, perché le strade collaterali diventavano spesso veri laghi di fango. L’Ufficio tecnico compilò un progetto completo di sistemazione del valore di Lire 600.000, ripartibili in diversi eser-cizi e rifondibili dai rispettivi frontalisti. Per andare in aiuto alla disoccupazione dell’inverno, l’ufficio predispose uno stralcio dei lavori, che non vennero però attuati per il mancato finanziamento della Cassa di Risparmio di Rimini. Era intenzione della cittadinanza realizzare un lavoro straordinario che servisse da réclame per il turismo: la sistemazione del viale Viola dal passaggio livello del-la ferrovia al mare. Soppressi i due viali laterali e sostituiti da due grandi marcia-piedi ai lati in mattonelle, i quattro filari di alberi sarebbero diventati due filari di magnolie. Il viale centrale si amplierebbe di oltre tre metri e verso il mare si com-pleterebbe di un’elegante rotonda per dare accesso ad una lunga piattaforma ad uso caffè e concerto. Questo viale, in continuazione di quello chiamato Maria Ceccarini dovrebbe assumere il nome

di Viale delle Magnolie Principessa Ma-falda. Il piazzale della stazione verrebbe sistemato unitamente al viale De Vito che da monte sbocca sul piazzale stesso, via-le destinato a diventare l’arteria principa-le del traffico dal paese alla stazione.

Ponte SUl maRanoOttenuta nel marzo del ’23 la delimita-zione dei confini del Comune di Riccione al Rio delle Asse anziché al Marano come era desiderio dei Riminesi, ciò provocò ostacoli alla pubblicazione del Decreto relativo sino a che i riccionesi non avesse-ro promesso di provvedere al più presto alla realizzazione del ponte sul Marano, per far così collegare Rimini a Cattolica.

Ponte SUl Rio meloDa studi attenti si stabilì la necessità di sistemare il ponte sul Rio Melo. Il pro-getto venne fatto e approvato e affidato alla ditta che attualmente sta sisteman-do il porto. L’Amministrazione ricorse ad

esperti che studiarono i giusti e specifici criteri di sistemazione, onde ad assicura-re che i fondali del porto non venissero danneggiati dalla sabbia del mare ma an-che da quella proveniente da monte.

laVoRi Del PoRtoRedatto il progetto di sistemazione del porto da parte dell’Ufficio del Genio Ci-vile di Forlì per l’importo di lire un milio-ne, dopo averne ottenuto l’approvazione con apposito Decreto venne fissato il fi-nanziamento per parte della Cassa Depo-siti e Prestiti. Il carico della spesa venne assunto per metà dallo Stato, il 10% dalla Provincia, e il 40% al Comune di Rimini prima ed ora a quello di Riccione.

aReniliIl Comune di Rimini provvide da tempo all’acquisto del Demanio di tutta la parte di arenile non venduta lungo la Litoranea sino al Rio Pedroso. Parte di questi arenili furono a loro volta venduti da Rimini, e

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tutt’ora di proprietà del Demanio, il qua-le ultimamente ha inserito le aste pub-bliche, andate deserte. Sono per questo iniziate le pratiche col Ministero delle Fi-nanze per l’acquisto diretto.

aCQUa PotabileVenne nominata apposita Commissione che prese in esame i vari progetti di ri-fornimento acqueo. Scartata l’opportuni-tà di ottenere l’acqua da Cattolica, non considerava l’idea di trovarla nel proprio suolo e neanche di prendere quella delle Fontanelle, il cui livello acquifero si sta-va già abbassando. Venne approvato un progetto temporaneo, che vedeva l’ap-

provvigionarsi d’acqua dal Comune di Rimini attraverso un pozzo posto in piaz-za Tripoli, convogliandola nell’acquedot-to che lungo la litoranea arrivava a Ric-cione; venne anche costruito in collina un enorme serbatoio di cemento per racco-

gliere l’acqua di notte da distribuire di giorno nelle ore di maggior consumo. La Commissione però alla fine scelse il pro-getto del medico riccionese Dott. Riccio-ni, quello cioè di trarre acqua dalla prima falda liquida scorrente nel sottosuolo.

ConSoRZio PeR l’aCQUeDottoIn seguito alla separazione di Rimini da Riccione, l’attuale acquedotto la cui tu-bazione corre nei due territori non può ritenersi esclusiva proprietà di Rimini, né Riccione si può considerare un utente qualsiasi: lo devono co-gestire. Si vuole così costituito un Consorzio la cui gestio-ne verrebbe affidata ad una Commissio-

ne paritetica composta da tre riccionesi e tre riminesi; sede a Rimini. iStRUZioneBen limitata è stata l’opera dell’Ammini-strazione in questo servizio. Costituito il Pa-tronato scolastico, oltre ai provvedimenti d’ordinaria amministrazione venne istituita una scuola di disegno per gli operai. Venne creato un corpo bandistico per opera di un comitato cittadino, con l’appoggio di que-sta Amministrazione e con l’intenzione di aprire una futura scuola di musica.

SPiaGGia PeR USo balneaReGrazie all’Autonomia si ottenne dal Mi-nistero della Marina la concessione della piaggia ad uso balneare alle stesse con-dizioni di Rimini. La vigilanza, nonché la tariffa relativa alle sub-concessioni ai sin-goli privati, era affidata ad una Commis-sione di vigilanza composta dal Coman-dante la Capitaneria del porto di Rimini, dal Presidente, da un rappresentante della Camera di Commercio di Rimini e uno del Comune di Riccione.

StaDiUmVenne costituita (il 28 aprile del ’21) una Società Anonima per Azioni per la costru-zione dello Stadium (un grande centro de-stinato a manifestazioni sportive e di spet-tacolo) e venne preso in affitto un terreno di circa 100.000 metri quadri di proprietà Verni e Ceschina, posto al di sotto della ferrovia e a sud del viale San Martino; il canone annuo era di Lire 20.000. Il defi-cit del primo anno richiese una seconda emissione di azioni e così ancora sino a che si decise lo scioglimento della socie-tà, i cui soci erano afflitti perché avevano visto sfumare un progetto grandioso pro-prio agli arbori del loro nuovo Comune.

Maria Grazia Tosi

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CORO CITTA’ DI RICCIONE

Quest’anno ricorre il 30° compleanno del Coro Città di Riccione, nato nel 1982 per volontà dell’Amministrazione Comu-nale di Riccione e di alcuni appassionati di canto. 30 anni di attività scanditi da numerosi eventi, tra quelli di maggior rilievo si annotano l’esibizione in Sala Nervi, Città del Vaticano, al cospetto del Santo Padre Giovanni Paolo II e l’esibi-zione presso il nuovo Liceo A.Volta di Riccione davanti al premio nobel Rita Levi Montalcini. Il Coro esegue con suc-cesso opere di musica sacra, negli ultimi anni ha intrapreso un percorso di ricerca ed innovazione diversificando la propria proposta musicale grazie alla direzione artistica di Stella Bilancioni, con il risulta-to di proporre repertori sempre nuovi ed alle volte anche inconsueti per un coro, in quanto oltre al canto si inserisce anche la recitazione dei coristi stessi. L’unicità di tali repertori è dovuta agli arrangiamen-ti realizzati personalmente dal Maestro Marco Galli a cui si deve la preparazione musicale del Coro, avvalendosi dei Ma-estri collaboratori Maura Miceli, pianista e cantante, e Romina Galuzzi, pianista. Il 2012 è stato un anno particolarmente in-tenso per il Coro, protagonista in proget-ti di grande rilievo artistivo. Ha partecipa-to, collaborando con il Coro Millennium di Rimini, alla realizzazione dell’Oratorio Paulus Apostolus per soli, coro e orche-stra del compositore riminese Egidio Araldi (opera allestita una prima volta in forma scenica nel 1955 a San Paolo del Brasile), realizzando a maggio la registra-zione discografica dell’opera a cura del-

30 anni tra passato, presente e futuro

Per trent’anni è stato un “pilastro” dell’ospedale di Riccione, dove ha vi-sto passare intere generazioni. Gior-gio Gobbi, 63 anni, dirigente medico dell’Unità operativa di Medicina inter-na del “Ceccarini”, nonché responsa-bile del modulo di Day Ospital, è an-dato in pensione. Anche se, di fatto, parte del suo cuore è rimasto in quella corsia che per lui era diventata una se-conda casa. Era, infatti, sua abitudine intrattenersi in ospedale quasi sem-pre oltre orario. Non a caso. Dedica-va, infatti, parecchio tempo a seguire gratuitamente decine di anziani in te-rapia anticoagulante orale. Per espri-mergli affetto e riconoscenza l’intero personale del reparto, e anche alcu-ni colleghi in pensione, con il prima-rio Andrea Grossi gli hanno riservato una sorpresa: una galà, organizzato al Grand Hotel di Rimini, con concerto. Sul palco il soprano Gladys Rossi, il baritono Maurizio Leoni e il pianista

Il “Ceccarini” saluta il dottor gobbi

la casa di edizioni musicali Rodaviva e il 13 settembre la prima rappresentazione assoluta in Europa nell’ambito della 63° edizione della Sagra Musicale Malate-stiana, nella storica chiesa S.Agostino di Rimini con la direzione del Maestro An-drés Juncos, alla presenza di un pubblico numeroso, riscuotendo critiche entusia-stiche. Altro appuntamento importante si è realizzato il 19 Ottobre al Palacon-gressi in occasione dei festeggiamenti del 90° compleanno di Riccione a cura di Famija Arciunesa. Uno spettacolo con la regia di Della Del Cherico, presentato con un’anteprima l’8 agosto, articolato in quattro quadri storici con recitazione di testi, proiezione di immagini e filmati

su Riccione, esecuzione di brani armoniz-zati dal Direttore Marco Galli. La serata è stata impreziosita dall’intervento del tenore Gianluca Pasolini, premiato dal Sindaco Massimo Pironi e dal Presidente di Famija Arciunesa Giuseppe Lo Magro. Questo favoloso anno si concluderà con un Concerto di Natale che sarà non solo un appuntamento musicale, ma anche ce-lebrativo dei 30 anni di attività del Coro Città di Riccione, dei Direttori che hanno dato il loro contributo, dei Collaboratori e tutte le persone che negli anni hanno fatto parte della formazione corale, con un particolare ricordo verso coloro che non sono più tra noi.

Renzo Stefanini

Davide Cavalli che hanno eseguito brani di Verdi e di Rossini, perché il dottor Gobbi è un grande appassiona-to ed esperto di musica classica. Dopo

lo spettacolo buffet a bordo piscina. Il noto medico non ha appeso del tut-to il camice al chiodo. In alcuni orari è tuttora in forze a Villa Maria, a Rimini.

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Anno nero per le statue e altre opere artistiche che arredano parchi, giardini e rotatorie di Riccione. I vandali, che a Capodanno con le mazze hanno distrut-to la statua in pietra leccese di Giovanni Palo II, negli omonimi giardini all’angolo tra i viali Ceccarini e Delle Magnolie, alla vigilia di Ferragosto hanno mandato in frantumi la perla in vetro. Quella che si trovava nella maxiconchiglia dei giardi-netti davanti al Palazzo del Turismo. A fine estate altro blitz nella rotatoria del-la Punta de L’Est, all’incrocio tra i viali Emilia e Portofino. Qui, con un flessibile, é stato mutilato il braccio della sirena in bronzo, che esce dall’acqua , o me-glio dalla vera del pozzo che era a Villa Mussolini, tenendo in mano una stella. L’opera da 15mila euro, firmata dallo scultore Anselmo Giardini, era stata re-alizzata nel 2004 per conto del Comu-ne dalla Fonderia di Massimo Fraternali per ricordare il toponimo e l’omonimo locale da ballo, che ha poi lasciato po-sto a un condominio. Tre assurdi episo-di ancora una volta pagati dai cittadini. E’ successo con la statua del Papa che l’artista Elena Ortica ha rifatto in bronzo, operazione da 30mila euro, e accadrà anche con il restauro della sirenetta, già commissionato all’artista. Resta da capi-re se il conchiglione del centro resterà senza la sua perla, frantumata, lancian-

Blitz contro le statue

dola contro i sassi dello stesso giardi-no. E non è la prima volta che accade. Sono a carico delle casse comunali an-che le ripuliture di muri, sottopassaggi e altre superfici pubbliche imbrattate dai vandali. Un pessimo malcostume che ai riccionesi costa 40mila euro all’anno. Ne dà conferma il sindaco Massimo Pironi, che appena un anno fa, solo per ridare dignità al sottopassaggio di viale Cecca-rini, aveva previsto una spesa di 20mila euro. D’altra parte, come ci spiegano, in questo caso è necessario usare mac-chine particolari con specifici solventi, capaci di eliminare gli aloni. D’altronde come lasciare un luogo di grande pas-saggio come questo tutto imbrattato? Ne va dell’immagine della città. E’ bene ricordare ai vandali che deturpano i beni pubblici l’esistenza di un’ordinanza che prevede multe salate, ma finora in fla-grante sono stati beccati sono una volta dei ragazzini, poi denunciati. Per il resto come deterrente non resta che Wally, la telecamera mobile. Meglio sarebbe per tutti dotarsi di senso civile.

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Si rigonfiano alla spicciola i palloni pres-sostatici che coprono diversi impianti sportivi di Riccione. Concessi dal Co-mune, che ora cerca di regolamentarne l’installazione, sono finiti nel mirino della Finanza che ha avviato l’operazione con una serie di controlli in elicottero su Rimi-ni, dove sono finiti nel mirino i tre palloni abusivi della Polisportiva Garden s.r.l. A ruota in gennaio l’indagine si è estesa a Riccione, dove il Comune si è difeso, dicendo di non sapere che i permessi per le strutture pressurizzate si dovessero

richiedere ogni volta che si rimontano. Tecnici e amministratori erano convin-ti che bastasse presentare domanda la prima volta. Nel tourbillon sono finiti i palloni dei campi da tennis di viale Ro-magna, nonché quelli sgonfiati dell’Asar e del Beach Arena, caso, quest’ultimo, molto più complesso. A tambur battente è così partita l’operazione di salvatag-gio. Il primo impianto a essere sanato è stato quello di viale Romagna, rima-sto in piedi con un permesso in deroga, concesso dall’ultimo consiglio comuna-le di settembre. Non senza i rimbrotti dell’opposizione, che avrebbe voluto far

Il “valzer” dei palloni viaggiare di pari passo le pratiche degli altri campi privati. Il 25 ottobre, lo stes-so consiglio ha dato il via libera al pal-lone pressostatico che coprirà il campo sportivo con manto sintetico in viale Forlimpopoli, gestito dalla società spor-tiva dilettantistica Virtus Tre Villaggi srl. Come il precedente caso, anche questo è andato in variante al Rue per le distan-ze dalla strada, con la solita motivazione, ossia quella dell’interesse pubblico. En-tro novembre, con soddisfazione della minoranza, si è trovata pure la soluzione

per la struttura privata dell’Asar. L’asses-sore all’Urbanistica Maurizio Pruccoli è ora alle prese con il Beach Arena, in viale Torino. Qui il pallone rimesso in piedi nel pomeriggio del 4 ottobre, è stato sgon-fiato la mattina seguente per mancanza di due permessi, quello dell’antisismica, che dev’essere rilasciato dal Genio Civi-le, e quello ambientale, che spetta alla Sovrintendenza di Ravenna. E’ un capito-lo a se stante la querelle che interessa le strutture, reti e container usati per i servi-zi, sulle quale pende l’ordinanza di ripri-stino del Comune, che il Beach Arena ha impugnato al Tar.

Nives Concolino

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Era la decana degli operatori com-merciali di Riccione Paese. L’ “ani-ma” della sua storica cartoleria, che ha visto passare intere genera-zioni di studenti. Adua Pozzi, nata l’11 ottobre 1935 in quel borgo che tanto ha amato, se n’è andata all’improvviso il 29 settembre, la-sciando nel dolore quanti l’hanno conosciuta, ma soprattutto il mari-to Rinaldo Berardi e i figli, Bobo e Rita, che l’affiancavano nel lavoro. Determinata, tenace e di grande spirito, aveva sempre la battuta pronta per i clienti che, spesso, entravano in negozio imbronciati e ne uscivano con il sorriso. Adua è vissuta sempre con discrezione, lontano dai clamori, ma proprio per quel suo carattere gioioso e per quella sensibilità verso la sua clientela, ha fatto breccia tra i ra-gazzi, come tra gli adulti e gli an-ziani. Non è un caso che nel giorno delle esequie, officiate dal parro-co don Maurizio Fabbri e dal suo cappellano don Alessio Alasia, la nuova chiesa di San Martino fosse zeppa di persone. Tra le centina-ia di presenti, oltre ai congiunti, compreso i nipoti Martina, Luca ed Enea, c’erano numerosi opera-tori del Paese, noti medici, albergatori, bagnini, artigiani, rap-presentanti di varie associazioni, compreso Famija Arciunesa, e diversi amministratori comunali di ieri e di oggi, a partire dal vicesindaco Lanfranco Francolini e dal sindaco Massimo Pironi che rimarca: “Adua è stata la nostra storia. Mi ha accompagnato fin da quando, a tre anni, sono entrato nella scuola delle “Ma-estre Pie”, ossia da quando si usava la penna stilografica con la carta assorbente fino a oggi, senza mai cambiare. Ci lascia un grande vuoto”. Sensazione riportata in diversi commenti ripor-tati da amici e conoscenti anche su diversi profili di Facebook,

come quello di Andrea Canini del Pier Caffè che ricorda Adua per “le battute e le prese in giro, che solo lei aveva il corag-gio di fare”, ma anche per la prontezza nel chiedere ai clienti come stavano figli e genitori. Un mito, una di quelle persone che lasciano il segno e che non dovrebbero mai mancare”. La Pozzi teneva tanto ai buoni rap-porti, che, come racconta la ni-pote Martina, la Pozzi per non scontentare nessuno, ogni mat-tina andava a prendere il caffè in un bar diverso del centro sto-rico. Nonna Adua era una gran-de lavoratrice, sottolinea, ma anche moglie, mamma e nonna speciale!”. Così don Maurizio la ricorda come donna “socievo-le, dalla battuta sempre pronta per tutti. Una signora dal carat-tere giocondo che guardava la vita con umorismo”. Aggiunge: “Non vorrei essere irriverente, ma Adua con le sue battute ora farà sorridere qualcuno anche in Paradiso…” La fede ad Adua di fatto non è mancata. Non solo, nonostante la famiglia e il lavoro, si è impegnata in par-

rocchia, come messaggera. Un ultima nota. Il cuore della Pozzi ha sempre pulsato forte per il marito morcianese, sposato il 30 settembre 1956 nella vecchia chiesa di San Martino, davanti a don Alfredo Montebelli. La freccia di Cupido era partita durante un ballo al Vallechiara Dancing. Internet era ancora lontano e an-che il telefono non era ancoro d’uso comune, tra i due cominciò così una fitta corrispondenza. Decine di lettere d’amore, scritte con la stilografica, che Adua, custodiva come reliquie in un cofa-netto assieme alle foto d’epoca.

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Commozione e dolore per la scomparsa della Contessa Grazia (Grace) Pullé, no-bildonna della nota dinastia riccionese (il padre Frangiotto Pullè, oltre a essere stato deputato, fu podestà di Riccione dal 1932 al 1941). Il suo cuore ha cessato di battere per sempre a 70anni compiuti, lo scorso 6 settembre, tra le grandi cure dei suoi cari. Lascia il marito Edmondo (Duccio) Forlani, noto geologo di fama internazionale, i tre figli, Andrea, Filippo e Francesca, e quattro fratelli Lina, Vitto-rio, Galeazzo, che vive a Milano, e Paola che abita a Cesena. Sempre sorridente, pacata e serena, la contessa era una don-na poliedrica, una vera creativa. Oltre ad aver insegnato per anni nelle medie di Riccione e altre scuole del Riminese, di-videva il suo tempo tra lo sport e l’arte della quale era una vera cultrice. Per un

Addio alla contessa Pullécerto periodo si è anche interessata di po-litica. “Mia sorella che aveva studiato alle Belle Arti di Urbino, ottenendo poi l’abi-litazione all’insegnamento - racconta la sorella Lina -, aveva una grande propen-sione per il disegno e la pittura. Un gran-de senso artistico! Le nostre case, che le piaceva tantissimo arredare con grande gusto e raffinatezza, ne sono piene. Era una amante del bello e questo spiccato gusto lo esprimeva anche nel vestire con eleganza”. Queste doti e il suo savoirfai-re sono sempre stati accompagnati da un perenne sorriso. “Grazia non si è mai ri-volta a una persona in maniera sgarbata, neppure in famiglia _ riprende la signora Lina _. Teneva tanto all’educazione e al rispetto e il suo esempio lo ha trasmesso ai figli. La sua gentilezza si esprimeva in ogni occasione”. Anche quando praticava lo sport, in particolare nuoto, schettinag-gio e tennis, come i suoi genitori (il padre Frangiotto e la madre Giannina Candiani) passati alla storia per le partite di doppio giocate a Riccione con il Duce e l’amico architetto Lucio Savorgnan. Un particola-re. Dopo aver insegnato per diversi anni, la contessa, ultima dei sette fratelli (Ro-berto ed Enrico sono scomparsi da tem-po) ha affiancato il marito nel lavoro. Non senza specializzarsi e ottenere attestati di merito. Ha seguito pure l’iniziativa provin-ciale: “Donne in politica”, promossa dalla Provincia, ma rimasta delusa, si è allonta-nata da quel mondo, dedicando più tem-po all’arte.

Nives Concolino

sArà inAugurAtA sAbAto 8 diCembre ALLe ore 11,00L’intervento, svolto sotto la supervisione della Soprintendenza per i beni ambientali e architet-tonici di Ravenna, ripristina l’antica recinzione dell’Ospedale. La rotatoria con l’eliminazione del semaforo avrà un importante effetto sul traffico e sulla mobilità cittadina. Il progetto ha un costo complessivo di 145.262 euro.

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il sindaco premia Rodolfo Francesconi conduttore della serata.

riccione: Città sempre proiettata nel futuroGrande soddisfazione per l'Associazione Le Nuvole di Riccione, che ha realizzato lo scorso 10 ottobre presso il Palazzo del Tu-rismo di Riccione un importante evento legato all'anniversario dei 90 anni di Riccione Comune autonomo. “Uomini e idee che hanno fatto Riccione”, conversando con i sindaci, è stato un in-contro che ha riunito, in una serata garbatamente condotta dal-lo scrittore ed intellettuale Rodolfo Francesconi, gli ex Sindaci Ennio Della Rosa (1956-1960), Terzo Pierani (1975-1991), Mas-simo Masini (1991-1999) e Daniele Imola (1999-2009). Introdot-ti da una presentazione del Presidente Teresio Spadoni e dopo il saluto dell'attuale Sindaco Massimo Pironi, i quattro sindaci hanno raccontato, con leggerezza e grande serietà, gli ultimi 60 anni di politica amministrativa di una città cresciuta per servizi, qualità della vita, attenzione alla partecipazione e alle persone. Una serata in cui si sono susseguiti i racconti dei momenti più difficili del mandato, le opere degne di nota, qualche sassoli-no nella scarpa, qualche polemica sui temi d'attualità, qualche rimpianto per ciò che si sarebbe potuto migliorare, ma anche momenti di auto-critica: una serata ricca di spunti di riflessione, a cui hanno assistito circa 200 persone. Le Nuvole è un'Asso-ciazione nata nel 2009 che ha promosso varie iniziative su temi di interesse civico e culturale, fra i quali: Mafia in Riviera, con Piergiorgio Morosini, Paolo Giovagnoli, Stefano Vitali; presen-tazione libro Vite in polvere di Angelò Langè, un poliziotto in

lotta al narcotraffico; Il testamento Biologico: incontro con Mina Welby; Le donne vogliono sapere: incontro col Dott. Manzo, Dott. Nicolini, Dott.sa Livi, sulla prevenzione dei tumori al seno; L'acqua è Vita incontro col Prof. Alberto Luccarelli; presentazio-ne del libro Psicologia dell'Umorismo, etc...; molte delle quali presentate con successo agli studenti delle Superiori. Le Nuvole è uno spazio aperto a giovani e adulti, dove confrontarsi aper-tamente sui temi di politica e di cultura che stanno alla base del vivere in comunità, con particolare attenzione alla realtà riccio-nese. L'Associazione si autofinanzia con le adesioni dei soci che, con il versamento di una quota annuale, si rendono sostenitori e fautori di tutte le iniziative sino ad ora realizzate, tutte a titolo gratuito e rivolte apertamente alla cittadinanza. Tutti possono aderire partecipando attivamente alla mission: creare opportu-nità di relazioni interpersonali e strumenti d’iniziativa culturale e politica di qualità, affinché tante donne e uomini siano sempre più consapevoli che “c’è bisogno di te per costruire un mondo migliore”. Attualmente, in collaborazione con gli Istituti Supe-riori riccionesi, l’Associazione ha allo studio la realizzazione di un grande progetto per la prossima primavera sui temi della coerenza delle scelte, della legalità e dell'ambiente.

Per Le Nuvole: Giorgia Penzo

Un bel poker di sindaci.Da sin.: Daniele Imola, Terzo Pierani, Ennio Della Rosa Massimo Masini.

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Il Coro Lirico Perla Verde della nostra Ar-cióun quest’estate ci ha regalato serate memorabili per la cittadinanza, coinvol-gendo anche il pubblico vacanziero con due concerti il 5 e 12 agosto. Entrambi sono stati eseguiti magistralmente dai maestri Fabrizio di Muro al piano, Da-vide Giuliani direttore del Coro Perla Verde, con la straordinaria partecipa-zione di Giammarco Mulazzani pianista, e soprattutto con un parterre di solisti d’eccezione, riccionesi doc, Laura Brioli (Mezzo Soprano); Omar Montanari (Ba-ritono) e i conterranei Monica Boschet-ti (Soprano); Paola Tiraferri (Soprano); Laura Palma (Soprano); Enrico Iviglia (Tenore); Cristiano Olivieri (tenore). Non meno importante è stato Paolo Forbici-ni amico e sostenitore del Coro Lirico

Perla Verde che si è rivelato un prepara-to e disinvolto presentatore nella sera-ta lirica del 12 agosto scorso. La serata lirica del 5 agosto (a Villa Mussolini) è stata un viaggio nei luoghi verdiani, pre-sentato da Enrico Beruschi, noto attore e regista italiano, ha raccontato Giusep-pe Verdi, le sue opere ed i suoi luoghi di vita e di ispirazione. E il Coro Lirico Perla Verde di Riccione, diretto dal M° Davide Giuliani, ha fatto rivivere Verdi attraverso gli occhi, le parole, la musica, l’arte e la vita del grande Maestro gran-de ambasciatore della cultura italiana nel mondo. La Serata è stata promossa dall’Assessorato Turismo e Commercio della Regione Emilia-Romagna, in col-laborazione con il Comune di Riccione, nell’ambito del progetto interregionale “Itinerari d’autore - Viaggio culturale

I ricercatori scientifici non trovano spa-zio in Italia, così i cervelloni, come la ric-cionese Elena Tonti classe 1980, volano all’estero. Complice anche il matrimonio che l’ha unita a un canadese, lo scorso settembre la studiosa se n’è andata Ol-treoceano, dove continuerà a svolge-re l’attività che l’ha impegnata, prima all’Harvard University di Boston negli Usa, poi al “San Raffaele” di Milano.

Durante la sua ricerca scientifica ha fat-to un’importante scoperta che riguarda i bifosfonati, capaci di aumentare la pro-tezione dei vaccini. Come spiega lei stes-sa “se, come previsto dal nuovo studio, vengono riprogettati, possono diventare più efficaci e sicuri”. A proposito della sperimentazione ci ha anticipato: “Per ora abbiamo provato con l’epatite. Ma i bifosfonati, che non hanno problemi di tossicità, si potranno usare pure per i vaccini contro l’influenza, contro il mor-billo e altro. Anche per gli antitumorali. A Boston stanno preparando i protocolli per farne uso sull’uomo”. Ricerche che procedono a rilento e spingono i cervel-loni a volare verso altri lidi. Come confer-ma la stessa Tonti “Sono parecchi quelli che vorrebbero rientrare nel nostro Pa-ese, ma non ce la fanno per mancanza di risorse. Questo è avvilente”. Elena, nel frattempo, è convolata a nozze con Ale-xander White, conosciuto a Boston. A ce-lebrare il matrimonio con rito misto nella chiesa di Gesù redentore all’Alba sono stati don Daniele Missiroli e don Giorgio Dell’Ospedale alla presenza di un nugolo d’invitati, giunti da tutto il mondo: Sud Africa, America, Brasile, Canada, Dubai e Inghilterra. Tra loro anche Janine Han-son, medaglia d’argento di canottaggio alle recenti Olimpiadi di Londra. Tre gior-ni dopo il “si”, il volo per Toronto con biglietto, sperano tutti di ritorno.

Nives Concolino

Lirica che passione nei salotti di riccione!

elena volain Canada

nei luoghi dei grandi personaggi d’Ita-lia”, cofinanziato dal Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del tu-rismo. Domenica 12 agosto 2012 nel Piazzale Ceccarini, antistante il Palazzo del Turismo ore 21,15, per uno spetta-colo di anticipazione del 90° comple-anno di Riccione, il Coro Lirico Perla Verde ha eseguito il “Grande concerto” in ricordo del Concerto di Beneficenza che l’illustre maestro e compositore Ruggero Leoncavallo tenne a Riccione il 12 agosto 1898: per l’occasione, l’esibi-zione è stata aperta proprio dall’esecu-zione di un raro spartito di Leoncavallo, ritrovato grazie ad una accurata quanto fortunata ricerca del direttore del Coro Lirico Perla Verde, Giammarco Mulazza-ni. L’offerta all’ingresso è stata devolu-

ta al Progetto “Scuole aperte a Finale Emilia” per la riapertura delle scuole nel Comune emiliano colpito dal terremoto del maggio scorso. È stato un susseguir-si di emozioni regalate dai solisti e dal coro con performance finale col botto e cascata di coriandoli sul palco come vuole la tradizione del brindisi alla città. Il bel canto sta forgiando appassionati tra le fila del Coro Perla verde tanto da essere stati diretti anche dal maestro Leardini e richiesti per scambi culturali con la corale di Faenza! A proposito… le iscrizioni sono aperte a tutti gli ap-passionati di lirica e non, perché fa bene cantare!!! Se volete conoscerli li trova-te tutti i mercoledì presso il Distretto Scolastico di Fontanelle alle ore 21,00..

Sebastiano Sciara

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Organizzata dal Parco Oltremare e Famija Arciunesa si è svolta al ter-mine della stagione una suggesti-va manifestazione che ha portato sulla collina riccionese oltre 5.000 persone, equamente divise tra locali e turisti. Parco aperto do-menica 23 settembre dalle 10,00 del mattino sino alle 18,30 per una ininterrotta sequela di spettacoli: Volo dei rapaci, Alchimia, Fatto-ria, con visite alle meravigliose vasche dei pesci del mediterraneo e dei cavallucci marini del mondo intero e incursioni all’ Imax per le proiezioni sul super-maxi-schermo con protagonisti “Il mare” e il “T-Rex”. Il finale poi non poteva che essere nella splendida laguna dei Delfini, stracolma di grandi e piccini, per ammirare le evoluzio-ni di quei mammiferi marini tanto amici dell’uomo. Il ringraziamento del pubblico è stato sorprenden-te: invitato ad esprimersi in una ”OLA” ha dato mostra di capacità rilevabili unicamente negli stadi dei mondiali di calcio. Tanto che ha concesso pure il BIS! La gior-nata ha avuto il suo epilogo con l’attesa estrazione dei numeri del-la sottoscrizione coi premi offerti dai gioiellieri di Riccione. I bimbi chiamati al sorteggio, unitamente ai relativi vincitori hanno aggiun-to una ulteriore dose di gioia per una giornata veramente straordi-naria. L’appuntamento al 2013 era negli occhi di tutti. Oltremare e Famija Arciunesa sono d’accordo!

La Famija a oltremare... che spettacolo!

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più è in sinergia con quello di tutti gli Enti Locali, collaborazione che mi auguro quindi di rinnovare di anno in anno, rendendo orgogliosi i nostri vicini di ospitare un’eccellenza italiana del divertimento che educa al rispetto degli ecosistemi che ci cir-condano, ed ovviamente collaborando alla ripre-sa dell’economia locale. Insieme si può fare tanto”

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Naziunèle, senza filtre..tòte ilé, in prucisioun.

E prit e tira fura un portacendra per mé...

una binidizioun.

Quand oun e piègn

Quand oun e piègnl’è tòta aqua ch’la vin giò

e cél u la strègnt’una mèna d’eria.

E cél un po’ fè meju l’arcoj t’una nòvla

prèima d’arturnèdrèinta un bicirsora ma la tavla.

Quand oun e piègnun gni fa chés:

e cèl ut bagna j’abrela tu bèca per un bès.

la spiagia d’arcioun

La spiagia d’Arciounla mi spiagia

s’e mèr ch’ut racounta

al parolead quej

ch’it vò bèn.S’la brisa

ch’l’at vola madòscumè la carèza

d’una mèna ligira. S’la sabia ch’l’atimpèlvera d’or.

S’e Sol ch’ut saluta se fè dla matèina...

...se e Paradisun è isé

a torne sòbte indrì.

Edmo Vandi

La spiaggia di Riccione

La spiaggia di Riccionela mia spiaggia

con il mareche ti racconta

le paroledi quelli

che ti vogliono bene. Con la brezza

che ti vola addossocome la carezza

di una mano leggera.Con la sabbia che ti

impolvera d’oro.Con il Sole che ti salutasul fare del mattino...

...se il Paradisonon è così

torno subito indietro.

I rasunamèntper capì la vitadi Edmo Vandi

L’era dmènga e un si truvèvaun idraulich.Isé l’è nèda Venezia.

Murì ad vendre 13 (trèg)e porta sfiga.

Signor...dam un po’ ad pacinza,ma sobte, sinà am’incaz.

An togh la drogaperche ai voj èsquand am divèrt.

E discors e dvènta lènghquand ta né gnint da dì.

La porta piò sicural’è quèla che t’pò lasè vèrta.

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E per sghènd e Pscadòrl’ha fat roba ad gran valor.

Frét, arost, te forne, in brèsatòt e pès ch’avém ad chèsa,i scampét, al sfoje, i canèl,capesènte e baganèl.

Tòta roba de nost mèr,an magnè quant uv pèr.Inafiè l’è ste lavorsnè se vèin de Pasador.

E per fnì sta gran magnèdaun gelato ui è per strèda,l’è un gran specialitàch’a la fam snè iquà.

Un guc-lèin ad cafè, sciampagn:poch però sinà me a ragn.

Un cunséglie, s’am cridì,dèp magnèd nu ‘ndè a durmì,énch perchè ma sta riuniounia da fè na premiazioun.E intènt at stè quèrt d’orabivi snè “Grapa Pasadora”.

Walter AmatiRistorante “Al Pescatore”in occasione del Concorso“Carlino d’oro” 1972

la mèj e la cagnèta

E mi amigh “Bas-cèn Cuntrèrie”l’ha telefanè un dé me su Vitirinerieper diji che in tòta frètauj mandèva la su mèj sla su cagnèta.

“La è vecia- l’ha dét – e la fa penala è sorda e la camèina apenaa pèns che ormai l’ònica cural’è fej cla drastica puntura.

Una decisioun che un po’ lam pésamo l’è per no védla piò torna ma chesa”.La rsposta de Vitirinerie la è stè isé:“Fors tè rasoun, mo sa ho da dì la mia

at la voj dì pricisa e s-cèta.Dèp cum la fa la tu cagnètaarturnè ma chèsa da par lia?

Edmo Vandi

La moglie e la cagnetta

Il mio amico “Bastian Contrariotelefonò un giorno al suo Veterinarioper dirgli che in tutta frettagli mandava sua moglie con la cagnetta.

“E’ vecchia -gli ha detto- e mi fa penaè sorda e poi cammina appenae penso che ormai l’unica curasia farle quella drastica iniezione.

Una decisione che un po’ mi pesama è per non vederla più per casa”La risposta del Veterinario è stata così:“Forse hai ragione, ma se devo dirti la mia

te la voglio dire precisa e schietta.Dopo come fa la tua cagnettaa tornare a casa da sola?

E mi Bà l’è un spilorc.Ai ho dmand da cumprè

un ghiaccioloun ha dét:

“Mèt la mèna te frigoe ciòcia al déde”.

G.L.M.

PataChèDeL’era isè bròt

che quand us farmèvada una putèna per strèda

lia la giva cla stèvaaspitand e su marid.

Page 38: Famija Arciunesa

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riccione per la cultura

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riflessioni di un ottuagenario SECONDAPUNTATA

Dicevo, nella precedente riflessione, che il Palazzo del Turismo è forse per i riccio-nesi il più logico punto di riferimento ci-vico e culturale. Non so quanti ci abbiano mai pensato. Io, che amo la mia città e mi occupo di cultura, ci ho ragionato molto e non ho trovato di meglio.Ecco alcuni motivi:• E’ un luogo accogliente situato in pieno centro cittadino;• E’ un luogo dove si allacciano le memo-rie di prima e dopo la guerra;• E’ un luogo dove si incontrano i ricordi dei riccionesi con quelli degli ospitì;• E’ stata la sede di importanti manifestazio-ni artistico-culturali della città, anche dopo l’acquisizione di nuovi importanti spazi;• E’ il luogo prediletto per le ricorrenze e assemblee cittadine;• Se il Palace è il luogo per le grandi cose, questo è il luogo per le piccole e medie cose dei riccionesi e degli amici di Riccione;• E’ il luogo dove tradizionalmente puoi avere tutte le informazioni che ti servono (dall’orario del treno allo spettacolo), me-glio che con Internet.Insomma: al Palazzo del Turismo ti senti a casa tua. E’ sufficiente citare un evento, fra i tanti, della storia del Palazzo: ricor-date la Fiera degli hobbies? Fu un evento di fama nazionale. Ricordo un marchin-gegno simpaticissimo, complicato ma inutile (una specie di moto perpetuo a base di palline metalliche sempre in mo-vimento). Ebbene, era diventato una si-gla televisiva nazionale! Ricordo anche di in inviato da Genova incaricato di copiare l’evento (e c’era riuscito). E’ bastato poi un avvicendamento al vertice del Palazzo per azzerare tutto, senza proporre nulla di meglio. E il peggio è che nessuno ha

protestato. Ma gli eventi da ricordare sa-rebbero tanti: dalla Fiera del Francobollo (ormai silurata anche quella), a Bit Movie (bellissima ma subito defunta) agli incon-tri di moda, ai concerti, alle mostre d’ar-te. E ancora i Premi per lo Spettacolo, poi per il Teatro; per il Giornalismo, poi Ilaria Alpi... Un dubbio però mi assale: i riccionesi sono svagati ma non insensi-bili, amano ricercare le proprie radici e farne memoria. Ebbene, è stata scritta una moltitudine di libri su tutto di Riccio-ne, fino a rasentare il nulla: dal librone di quattro chili sul Castello al libricino sul ponte romano..., ma nessuno ha mai pensato di scriverne uno sul Palazzo del Turismo! Forse perchè le sue fattezze ri-cordano l’architettura del Ventennio? O perchè l’Ente che lo abitava si chiamava

Azienda Autonoma di Soggiorno? Che io stia sbagliando tutto? Mah! Dunque, il recupero c’è stato (anche se l’operazione non è del tutto chiara), ma purtroppo un errore, a mio avviso, è stato fatto: tutta la parte sinistra del piano rialzato è stata adibita ad uffici. La sala preesistente era, per comodità e dimensioni, la più utile per gli incontri a livello cittadino. Ricordo un’infinità di mostre, convegni, conferen-ze (una, in particolare, del critico d’arte Federico Zeri, prima della sua scompar-sa). Gli uffici non potevano sistemarsi in alto? Comunque, nulla di irreparabile. A Riccione, per fortuna, i luoghi dove è possibile realizzare appuntamenti cultu-rali non mancano: oltre ai Palazzi, ci sono le Ville: Franceschi, Lodi Fè e Mussolini, nonché, addirittura, un Castello. Poi c’è il Centro della Pesa, che merita un discorso a parte. Doveva essere un grande Centro polivalente, poi ridotto a dimensione di Biblioteca. Ma ecco che nasce l’Antiqua-rium o Museo del Territorio: un autentico gioiello che va sistemato e tutelato. Giu-stamente. Ma la Biblioteca è rimasta così compressa e anchilosata. Conosco riccio-nesi che non l’hanno mai vista: eppure è aperta mattino e pomeriggio, offre molti servizi ed è gestita con scarso personale che fa turni massacranti. Volete vedere dove si annidano i giovani? Andate in Biblioteca, se trovate posto. La Biblio-teca dovrebbe essere il vero laboratorio culturale cittadino. Merita un’apposita ri-flessione. Ma procediamo con ordine. Ci riempiamo sempre la bocca con la parola cultura. Ma sappiamo che roba è? Per molti è sinonimo di paradiso, per altri di pallosità. Bene, la prossima volta parlere-mo di questo.

Isidoro

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DAI ricordi di edmo

I riccionesi più giovani non avranno mai sentito parlare di “Giochi senza frontie-re”, uno spettacolare torneo fra nazioni europee organizzato dalle televisioni nazionali di ogni singolo Paese. Eppure negli anni ‘80, Riccione fu protagonista d’eccellenza di questa serie di giochi che richiedevano abilità, forza, fantasia, pron-tezza di riflessi e tant’altro. Avevamo una squadra fortissima, sia al femminile che al maschile, che ci portò nel 1989 alla Fina-lissima che si svolse nella città di Tomar in Portogallo. Con la regia organizzativa del compianto Italo Nicoletti, Piazzale Roma divenne il teatro ideale per le pun-tate che la RAI trasmetteva da Riccione in diretta e in Eurovisione. Responsabile dell’ente televisivo era il romano Luciano Gigante, grande amico della Perla verde e fautore di molti servizi (in positivo) delle nostre attrattive turistiche. Aneddoti? La differenza dei livelli di ospitalità tra le va-rie nazioni. A Riccione la “Cena di Gala” per i team televisivi, gli atleti partecipan-ti e i sindaci delle varie città straniere, si svolgeva nei saloni del Grand Hotel con menù marinareschi da favola sia in qualità che in abbondanza. Si finiva quindi con la “rustida” finale, dalle due dopo mez-zanotte in poi, sulla spiaggia attorno a festosi e sfavillanti falò. Quando nel 1988 fummo ospitati per una semifinale dalla città di Essen in Germania, le cose anda-rono molto diversamente. Pernottamen-ti in camerini da “6 giorni ciclistiche” e buffet molto indicati per diete dimagran-ti. Il programma prevedeva anche là una “Cena di Gala” presso uno storico edi-ficio renano. Appuntamento alle ore 12 precise ma prima una gita in vaporetto sul lago Kruga. Aria frizzante e una fame da lupi. Sbarcammo in anticipo e aspet-

Veduta del Piazzale Roma con campo giochi e tribune per 1.500 spettatori.

riccione grande nei “giochi senza frontiere”

tammo per 20 minuti davanti alle porte sbarrate. Poi tutti dentro in sale ad archi separate fra loro. La nostra rappresen-tanza ufficiale era composta dal Sindaco Biagio Cenni e da Bepi Savioli. Sedemmo fiduciosi in attesa dei manicaretti teuto-nici. Arrivò un donnone con un enorme pentolone sottobraccio e un mestolo per versare nei piatti una poltiglia composta da cavolini di Bruxelles stracotti, misti a carne di maiale affumicata. Bastò l’odo-re per far dire a Biagio e Bepi, attraverso il sottoscritto che fungeva da interprete, che il “primo” non ci andava e pertanto avremmo aspettato il “secondo”. Ma il donnone ci diede una ferale notizia: “Es

gibt nichts anderes, nur Eintopf, unsere Spezialitaet!” (Non c’è nient’altro, que-sto è un Piatto Unico, la nostra speciali-tà). Preoccupato andai nella stanza dove sedavano gli atleti del nostro team. Era tutti beatamente in attesa, a braccia con-serte. “Beh non mangiate?”. Risposta: “No abbiamo saltato il “primo” e stiamo aspettando il “secondo”. Bepi e Biagio mi fecero chiamare una specie di diret-tore, gli misero una consistente manciata di marchi in mano e fecero portare pane e formaggio per tutti, anche per le altre squadre. Pensammo ai falò sulla spiag-gia!. (continua)

Edmo Vandi

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IMMAGINI DIGITALI

La cucina deLLa nonnaDi Vilma toSi

Lancio una provocazione che riassumo in una domanda: con Instagram siamo tut-ti potenzialmente in grado di fare belle foto di qualità ? E’ vero. I famosi “filtri” ri-escono a compiere miracoli. Trasformano un gattino spelacchiato in un batuffolo di tenerezza e una sedicenne sovrappeso nella gemella di Kim Kardashan. Insta-gram ha abbattuto il grado di separazio-ne tra fotografia amatoriale e di qualità? La questione è senza dubbio complessa. Instagram é un social network, che ha avuto il merito e l’intuizione di rivoluzio-nare un mondo della fotografia, fino ad ieri un po’ “di nicchia”, trasformando un’immagine in un elemento di viralità sociale. Voglio soffermarmi non tanto, quindi, sulla componente qualitativa e tecnologica del discorso, ma sposterei la vostra attenzione sul cambiamento del valore dell’ immagine in atto. Oggi una foto condivisa con Tumblr, Instagram, Pinterest, diventa non più solo una “bel-la” immagine di cui usufruire, una fonte di ricordi ed emozioni, un’opera d’arte, ma e sempre di più un messaggio, il pun-to di inizio di una conversazione, la na-tura stessa della comunicazione di uno o molti utenti. Non solo. La possibilità di interpretazione e di riuso dell’immagi-ne (taggarla, condividere aggiungendo commento o una didascalia) inaugura un approccio creativo alla fotografia, arric-

Instagram,tumblr, Pinterest e la fotografia

ingredienti:4 mele3 cucchiai colmi di farina3 cucchiai colmi di zucchero3 uova30 gr di burro½ bustina di lievito per dolciCon i 30 gr di burro imburrate beneuna tortiera e cospargetela con un cucchiaio di zucchero.Pelate e tagliate a fettine le mele e ricoprite con queste il fondo della tortiera.Mescolate in una ciotola la farina, le uova,lo zucchero rimasto, (2 cucchiai) e il lievito.Con la crema ottenuta riscoprite benele mele nella tortiera. Cuocete a 180° per 30 minuti e capovolgeteil dolce in un piatto quando è ancora caldo

torta di meleun po’ SpecialeSpeciale perché la mela è un frutto di importanza sto-rica. Per una mela Eva si è giocata il Paradiso, Newton ha scoperto la legge di gravità per una mela che gli è caduta in testa mentre meditava sotto un albero, per non parlare di Guglielmo Tell che ha messo in pericolo l’incolumità del figlio e quella “tonta” di Biancaneve ha rischiato brutto anche lei per una mela. Per me è una ri-cetta speciale perché me l’ha data una signora speciale che ho avuto il privilegio di avere come amica, la Signo-ra Gemma Amati, anche lei appassionata di cucina. Co-munque, fra le decine di ricette di torte di mele, sono si-cura che questa sarà senz’altro una delle piu’ semplici.

chita del contenuto aggiunto da parte della comunità. La grande forza di Insta-gram é stata senza dubbio la capacita strategica di aggregare persone, unirle attorno ad una passione, dare loro la capacita di raccontarsi, ma soprattutto di interagire, per immagini. Ne sono un esempio gli instagramers (Instagramersi-talia.it). Quindi i social network uccidono o danno una nuova opportunità di riscat-to e rinnovamento alla fotografia? La lotta per la sopravvivenza non riguarda solo il mondo della fotografia, ma sta in-vestendo grosso modo tutti i settori pro-fessionali in qualche modo rivoluzionati dalla deriva social della comunicazione e della creazione del contenuto. La sfi-

da sta nel capire le potenzialità dei nuovi mezzi, imparare ad usarli bene e speri-mentare nuove forme di creazione e co-municazione della propria “arte”. Penso infine che la qualità non verrà meno, anzi, in un mondo dove lo standard é dato dalla facilità di applicare dei filtri e ba-nalizzato dal proliferare di gattini, scarpe col tacco e cibo impiattato , la capacità professionale (ma soprattutto artistica) di riconoscere e di raccontare un mondo, una storia, in uno scatto, ha sempre più possibilità di emergere. La professionali-tà salverà la fotografia. Anche la nostra capacità di cambiare.

Daniele Casalboni

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Era nata a Urbino Anna Maria Cecchini, ma in seguito al trasferimento del padre ferroviere venne ad abitare a Riccione, ed è qui che l’ho conosciuta; dal nostro matrimonio è nata la figlia Laura. Ha in-segnato, Anna, e il suo lavoro l’ha svolto nelle scuole comunali per l’infanzia; nel tempo libero, invece, amava dipingere, e lo faceva per passione. L’antica Bibliote-ca di Alessandria era il “luogo della cura dell’anima”. Villa Franceschi a Riccione, era stata adibita negli anni sessanta, a Biblioteca Comunale. La custodia della cultura era stata affidata a Mario Mare-sta. L’anziano bibliotecario aveva sapu-to rendere attraente e vivo quel piccolo angolo dedicato alla conoscenza e alla lettura. Io ero appena un ragazzo e non frequentavo la villa in via Gorizia. Anna al contrario faceva parte del gruppo di gio-vinetti affamati di nuove letture. È stata lei molti anni dopo, quando ci siamo co-nosciuti, a raccontarmi le sue giornate in

biblioteca, un’adolescente curiosa che con alcuni suoi coetanei ha vissuto quella breve ma intensa stagione culturale. Mario dipingeva e in quel periodo l’aveva stimolata alla conoscenza e alla pratica della pittura. Le ha dedicato anche un quadro, un ritratto della giovane Anna. I suoi quadri appesi alle pareti della casa dei suoi genitori in via Santarosa, hanno attirato da subito la mia attenzione e la mia curiosità. Dopo la sua dolorosa scomparsa, con Roberto De Grandis ab-biamo deciso di raccogliere le sue creazioni in un libretto a testimonianza della sua passione artistica coltivata in silenzio sin dalla sua giovinezza. Sul cartoncino Anna ha cercato di scrivere il suo racconto, di esprimere le sue sensazioni, di comunicare le sue emozioni. Alla pittura è concesso il “privilegio” di narrare in silenzio. Non ho mai infranto il silenzio del suo lavoro. La invidiavo per la capacità di fissare con i colori il suo pensiero. Non ho mai capito se era soddisfatta, sa-pevo che la rendeva serena. Il lavoro ultimato veniva poi commentato insieme a nostra figlia Laura. Anna ed io abbiamo trascorso un tempo insieme prima che la malattia bussasse alla porta della sua vita. Quel libretto è un soffio di vento che attraversa la stanza dei ricordi per esprimere il mio affetto e la mia gratitudine per aver condiviso una vita in comune; è l’amore che resta.

Daniele Montebelli

Un viaggio d’Amore

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LA ZIRUDELA

La gènta lan véd l’ora d’andè in pensioun

per stè bon senza spacamènt ad quaioun.

La matèina is arcoj te bar per fè mizdé

s’un cafè, una ciacara, e giurnèl da sfujè.

I piga la schina, i pogia e cul sla scarana

senza tachè e ciarvèl, gnint ch’ui afana,

E pèr da véda i cuchèl giò a marèina

snè una s-ciuptèda ui dà una scruladèina

e quand l’ariva la “Sgrignouna sla falcèta”

ch’la fa cla dmandèina s-cèta s-cèta :

“Chi tzì...e mi bel’om? Cum i dis mi tu?”

in sa ‘rspond e i fa dò èc tènd com i bù.

E Lia inveci, s’una risadèina, lat dis:

“L’è ‘rvat e tu mumènt, s’un ti dispis”.

Isè i monta tl’utme treno senza fèla patì

e Lia la fés-cia la partenza senza sudì.

La gente non vede l’ora di andare in pensioneper stare in pace senza rotture di scatole.La mattina si radunano al bar per “fare” mezzodìun caffè, una chiacchierata, un giornale da sfogliare.

Curvano la schiena, appoggiano il sedere sulla sediasenza collegare il cervello, nulla che li preoccupi.Sembra di vedere i gabbiani giù sulla marinasolo una schioppettata li può turbare

e quando arriva la “Ridente beffarda con la falce”che fa quella domandina schietta schietta :“Chi sei bell’uomo? Chi sono i tuoi antenati?”non c’è risposta e fanno due occhi tondi da buoi.

E Lei invece, con una risatina, ti dice:“E’ giunto il momento, se non ti dispiace”.E salgono sull’ultimo treno senza intralcie Lei fischia la partenza senza sudare.

La “sgrignounasla falcèta”

La “ridentebeffardacon la falce”

Sa me la avrà da fè un pò ad fadiga

e mi pèn e sarà crosta senza muliga.

Tla mi testa ui è un gran buliroun

a spatach, a prél, in ogni cantoun.

A vagh a coj al purace a marèina

o sinà a circh i fòngh drì la culèina

ai cunc e a fac di sugh da fej spusè

sa spaghét e tajadèle, magnè da Re.

Ma quii chi ha bsèng ai dagh na mèna

s’ui è da spazè dò-tre dé o una stmèna

s’ui è da garavlè i sèld per un favor

o cumpagnè un vicèt da e su dutor.

A voj ès birb com un chèn da cacia

isè da nu caschè drèinta la s-dacia

ai fac la c-vèta sla vò e mi utme fièz

per ciapèm la avrà e còr te garnaghèz.

Con me avrà da fare un poco di faticail mio pane sarà di crosta senza mollica.In testa io ho grandi sconvolgimenti mi arrabatto, mi impegno, in ogni attività.

Vado a raccogliere le vongole sulla marinaoppure cerco i funghi dietro la collinali pulisco e ci faccio dei sughi da “sposare”con spaghetti e tagliatelle, mangiar da Re.

A quelli che hanno bisogno dò un aiutose c’è da pulire due tre giorni o una settimanase c’è da racimolare i soldi per una collettao accompagnare un anziano dal suo medico.

Voglio essere furbo come un cane da cacciacosì da non cadere dentro il setacciole faccio la finta se vuole il mio ultimo alitoper afferrarmi dovrà avere il cuore in gola.

Giuseppe Lo Magro

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ULTRACENTENARI‘

In tanti lo ricordano come ragazzo pro-digio, che il Duce amava sfidare nel suo campo da tennis, sul retro di Villa Mus-solini. Di fatto Lucio Savorgnan è diven-tato noto per aver disegnato diversi ho-tel, nonché il primo Piano regolatore di Riccione. Ma la sua popolarità va oltre. Lo scorso agosto, infatti, il noto architet-to ha soffiato su 102 candeline, entran-do così nella hit parade dei supernonni più longevi della città. A far festa nel suo hotel, il Picnic in viale Damiano Chiesa, oltre ai figli Enrico e Giulio con le rispet-

tive consorti e l’unico nipotino, Michele (sei anni), c’era la moglie Anna Maria Agostini (83 anni di origine romagnola). Ancora in salute (fino a 95 anni andava in bici e fino ai 90 giocava a tennis), Savorgnan è pure una buona forchetta. Per farlo felice a tavola basta servirgli riso, pasta, poca carne, molta frutta e dolci. Inten-sa e produttiva la sua vita, passata attraverso due conflitti bellici e trasferimenti in diverse città d’Italia. Nato il 10 agosto 1910, a Trieste, all’inizio della prima Guerra mondiale, Savorgnan con la sua famiglia si trasferì a Cagliari, dove il padre insegnava all’uni-versità. Finita la battaglia altro spostamento a Roma, dove intan-to il padre aveva avuto la cattedra di Statistica. Alla fine degli anni Venti, la famiglia cominciò a venire in vacanza in Romagna. Un primo approccio con Rimini, poi, dopo il primo giro col tram, trainato dai cavalli, ecco l’infatuazione per Riccione, dove, nel 1955 i Savorgnan acquistarono la villa, poi trasformata in pensio-ne. Per Lucio seguirono gli intensi studi universitari a Roma, dove si laureò in Architettura, finché diventato riccionese a tutti gli effetti, cominciò a elaborare importanti progetti. A ricordarceli è lui stesso con grande lucidità: “Ho disegnato quelli originari di diversi hotel come il Corallo, l’Arizona, il Mon Hotel e il Des Nations e anche quello del condominio Perla Verde – racconta -. Assieme a un tecnico romano ho pure redatto il primo Piano regolatore della città, mentre negli anni Cinquanta ho disegnato un paio di ville, costruite sull’Appia Antica per una nota attri-ce”. Merito anche dell’esperienza acquisita durante i due anni di tirocinio a Vienna, nello studio del noto architetto Clemens

Lucio savorgnan, l’architettoche giocò col Duce e re gustavo

Holz Meister, che gli aveva fatto progettare anche le finestre del Parlamento turco. Lavoro a parte, Savorgnan era pure un cam-pione di tennis, uno dei migliori di seconda categoria, ma aveva avuto l’onore di battere anche gli atleti di prima. La passione per questo sport lo portava a giocare anche in Costa Azzurra e a Saint Moritz, dove negli anni Trenta giocò con il Re Gustavo di Svezia, conosciuto a Roma. Arrivò, quindi, la prima partita con Mussolini, che vide il giovane Savorgnan uscire vincitore. Com’è noto, il Duce non amava perdere, ma per Lucio nutriva stima, lo riteneva “un tennista molto forte” al punto che lo volle con se a Villa Torlonia per una partita di doppio. Ma un altro filo rosso legava le due famiglie. Era stato proprio Mussolini a nominare il padre di Lucio, Franco Rodolfo Savorgnan, presidente dell’Isti-tuito nazionale di statistica. Sicché quando per caso, durante il primo incontro, scoprì che il giovane talentuoso tennista era suo figlio, gioì davvero. Un particolare: il noto architetto nutriva pure una grande passione per le barche a vela. Lui stesso ne disegnò un paio, tra le quali l’ “Amore mio”, goletta di 12 metri e mezzo, ora custodita dal Club nautico di Genova. Al granitico nonno gli auguri di Famija Arciunesa!

Nives Concolino

lucio Savorgnan con la moglie il nipotino e i due figli.

A quelli che hanno bisogno dò un aiutose c’è da pulire due tre giorni o una settimanase c’è da racimolare i soldi per una collettao accompagnare un anziano dal suo medico.

Voglio essere furbo come un cane da cacciacosì da non cadere dentro il setacciole faccio la finta se vuole il mio ultimo alitoper afferrarmi dovrà avere il cuore in gola.

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prospettive di lavoro

Riccione - Viale D’Annunzio, 133Tel. 0541 646006 - Bus Stop n. 41

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I sogni di un giovane sono quelli di sempre: un progetto di vita, un lavoro, un’esperienza, una soddisfazione da togliersi. Oggi in particolare, per realizzarli è importante non restare con le mani in mano, in attesa che “la situazione migliori” o che “qualcuno faccia qualcosa”, perché equivale a delegare il proprio futuro alla Provvidenza, con… i suoi tempi e le sue modalità. Prendia-mo l’esempio di due gruppi tra quelli attualmente in maggiore difficoltà: i giovani e coloro che hanno scelto l’italia per comin-ciare una nuova vita. Entrambi hanno un grande potenziale di energia, idee, creatività, voglia di comunicare. Un potenziale che spesso non riescono a esprimere e a convogliare in un progetto di vita. Come farlo? Le strade sono tante; tra queste, aprire un bar è un’idea ricca di stimoli che premia la creatività e l’originalità, supportata da dati di mercato incoraggianti. oggi è possibile aprire un bar a costi accessibili, perché il concetto stesso di bar si è allargato fino a comprendere tipologie di locali che fino ad ora non esistevano. Una nuova generazione di locali, basata sull’essenzialità, si avvia a popolare le nostre città: meno metri quadrati, più relazioni, servizi leggeri, più outdoor che indoor, meno arredamento, più segni di identità, purché mobili. I bar ospitano persone diverse, gruppi sempre variabili di amici che si incontrano, spostano ed ibridano continuamente. La rete è per-sone, legami, relazioni, divertimento e possibilità di lavoro. Per aprire un bar oggi non è necessario investire cifre proibitive; l’im-portante è individuare soluzioni moderne, essenziali, affidabili e flessibili a costi accessibili, che consentano di personalizzare e di modificare un locale con facilità e rapidamente. Ne è un esempio la storia del giovane Domenico noia, raccontata nel blog www.iltuoprimobar.it. Il ragazzo, barman e titolare del nuo-vo locale Jsthuar di Andria, è protagonista di una di quelle storie che vorremmo leggere più spesso: un caso di imprenditoria da parte di una categoria – quella dei giovani – che non intende restare ferma al palo. “Come tanti coetanei”, racconta Domeni-co, “ho lavorato nei bar per cominciare a guadagnare qualcosa in un ambiente giovane e dinamico. Dopo anni di risparmi che sembravano non bastare mai, ho finalmente avuto l’opportuni-tà di realizzarmi in autonomia con un budget limitato, grazie al costo contenuto del banco start up di IFI (attorno ai seimila euro). È la mia occasione per costruirmi un futuro”. “Nel Jsthuar si esibirà periodicamente la rockband in cui suono la chitarra, che

giovani protagonisti del loro futuro: il primo bar

è piuttosto conosciuta nella zona e ha un buon seguito di fans. Social network, amici e passaparola faranno il resto per far cono-scere il locale e – mi auguro – per farlo diventare un punto di rife-rimento per i giovani.” L’intervista completa a Domenico è pub-blicata nel blog iltuoprimobar.it, creato per chi pensa al proprio futuro a partire da un bar, soprattutto se alla prima esperienza. All’interno, tutte le informazioni necessarie e utili per aprire un locale, dai documenti legali ai consigli per l’arredo e la gestione.

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Amici che se ne vanno

Ha tanto amato il suo lavoro, da non con-cedersi mai un giorno di vacanza. Unico suo diversivo erano le fiere dell’abbiglia-mento, dove andava a caccia di quelle no-vità, che hanno poi fatto del suo negozio una delle boutique più prestigiose di Via-le Ceccarini. Protagonista Palmiro Vanni, nato il 23 luglio 1933 a San Clemente, ma fin dagli anni Cinquanta trapiantato a Riccione, dove per mezzo secolo, anche come sarto, ha servito pure noti perso-naggi del mondo dello spettacolo. Dopo tanti anni di intensa e gratificante carriera, Vanni è scomparso lo scorso 21 febbraio, a 78 anni. Ha lasciato due figlie, Manue-la e Simoma, e la moglie, Rosina Vittoria Tonini, sposata a 20 anni, sempre al suo fianco anche in negozio. E’ lei a ricordar-lo, ripercorrendo uno “spicchio” di storia del viale dello struscio. “Appena si trasfe-rì a Riccione con i suoi fratelli Nello, Lino e Renato - racconta – Palmiro cominciò a lavorare da Fantini e, quindi, da Serafino Pari, come sarto, finché nel 1966 aprì la sua boutique. Una delle prime a rimanere aperta d’inverno e di domenica, già ne-gli anni Settanta, assieme al Paradiso del Bimbo, Limoni e Baleani. L’attività rilevata

vanni: una vita per il “salotto”

L’Abissinia piange Isidoro (Nini) Maioli, decano dei calzolai riccionesi, scomparso a 81 anni lunedì 22 ottobre. In forze nel Viale San Martino, sin dal dopoguerra, per oltre sessant’anni è stato punto di riferimento anche per chi aveva solo bi-sogno di scambiare due chiacchiere, sen-za dover rifare tacchi e suole alle scarpe. Già, perché Nini era un’istituzione per tutti, amico e confidente per tanti. Fin da ragazzino ha portato avanti quell’atti-vità, che lo ha impegnato con passione e massima dedizione. Così, fino pochi anni fa. Di quel mestiere e dei suoi cari aveva fatto la sua ragione di vita. Appassionato

Nini Maioli un “pezzo” dell’Abissiniadi corse motociclistiche e di moto, Maioli ne custodiva gelosamente due esemplari a casa sua. Nel tempo libero colleziona-va organetti, fisarmoniche e macchinine da caffè. Molto conosciuto e stimato, proveniva da una famiglia numerosa di Fontanelle, una delle poche origina-rie del vecchio borgo riccionese: aveva nove fratelli, dei quali sei ancora in vita. Tantissimi i riccionesi che si sono stretti nel dolore attorno alla moglie Giovanna Zangheri e ai figli Massimiliano e Mile-na per l’ultimo saluto nella chiesa Mater Admirabilis, in Viale Gramsci. Una folta partecipazione, che ha colpito anche

trattava solo maglieria, ma si allargò subi-to ad altri capi d’abbigliamento, soprat-tutto femminili”. Un’evoluzione che ha seguito di pari passo la metamorfosi di Viale Ceccarini. “Io e mio marito – pro-segue la Tonini – abbiamo assistito allo

sviluppo del commercio e della vacanza, fino, purtroppo al cambiamento. Con il tempo è venuto meno l’aperitivo pome-ridiano, perché i bagnanti rimanevano in spiaggia fino a tarda ora. Poi, con l’isti-tuzione dell’isola pedonale, sono finite le sfilate delle auto e, pian piano sono ar-rivate le monomarche. Nel nostro nego-zio abbiamo sempre trattato le firme più importanti italiane e francesi. Di alcune avevamo addirittura l’esclusiva. Non era semplice. Diverse delle più prestigiose erano, riservate a Fantini. Abbiamo lavo-rato sempre con estrema serietà e profes-sionalità. Dal nostro negozio ogni capo, consigliato ai clienti con occhio esperto, anche nella scelta dei tessuti, usciva per-fetto, curato in tutto e per tutto. Se c’era bisogno, si accorciava, si stringeva o si allargava. In questo eravamo dei profes-sionisti”. E ancora: “Vanni (che ora riposa nel vecchio camposanto di Riccione) era un leone dal carattere forte, tutto casa e negozio. Nel 2003, poi, si sono abbassate le serrande di quella boutique. Uno degli ultimi baluardi delle autentiche boutique del “Salotto”.

Nives Concolino

don Daniele Missiroli, segno tangibile di quell’affetto che legava Nini a tante persone, conosciute per strada, ma so-prattutto nella sua calzoleria, che ormai fa parte della storia dell’Abissinia.

ni.co.

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Riscaldamento e condizionamento:Sicurezza, prevenzione e risparmioa cura di michelotti Roberto

la PUliZia Dell'imPianto Di RiSCalDamentoQUanDo, Come e PeRChè...Salve cari lettori della “FAMIJA ARCIUNESA”!In questo articolo parleremo della pulizia dell'impianto di riscaldamento,impareremo a capire quando è necessario effettuarla e suoi benefici.

e' necessario pulire un impianto:• sempre prima di installare una caldaia nuova in un impianto nuovo o vecchio, sia ad alta che a bassa temperatura;• quando esistono problemi di circolazione;• quando ci sono radiatori più freddi rispetto ad altri (anche solo parzialmente);• quando si notano differenti temperature sui pavimenti (negli impianti a bassa temperatura) o stanze più calde e stanze più fredde.

Gli impianti si devono pulire quando si mette in servizio un impianto nuovo o quando si installa una nuova caldaia in un impianto vecchio. Lo scopo della pulizia e del risciacquo è quello di proteggere dalla contaminazione di oli minerali, in modo particolare negli impianti di riscaldamento centrale con acqua a bassa temperatura, allontanando residui dannosi di fondente e detriti causati dall’installazione, che provocano corrosione.

Gli ossidi formati, si staccano dalle pareti dei tubi e i residui accumulati sono pericolosi perché oltre ad ostruire l'impianto danneggiano la caldaia. Le scaglie bloccano lo scambiatore secondario e la valvola deviatrice, intasano la pompa di circolazione.

La pulizia dei vecchi impianti rimuove fanghi neri (ossido di ferro) e calcare, il che migliora la circolazione e riduce lo spreco di combustibile e la rumorosità della caldaia.

La pulizia dell’vostro impianto va sempre eseguita da personale specializzato con prodotti specifici.

Dopo il risciacquo va sempre inserito nell’impianto un liquido protettivo al fine di prevenire il queste reazioni chimiche dell’acqua.

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NON HO TEMPO PER ALLENARMI. Oggi sì, e con più risultati!In base alle evidenze scientifiche, per il cuore, la capacità aerobica e la linea, l’allenamento ad alta intensità è migliore rispetto a quello a lunga durata.Cosa da non trascurare: il risparmio di tempo, allenamenti lunghi e stressanti creano un maggior abbandono dell’atti-vità fisica. L’allenamento a lunga durata consuma prevalentemente grasso sotto-cutaneo, mentre quello ad alta intensità oltre al grasso sottocutaneo favorisce il consumo del grasso viscerale, quello pe-ricoloso per la nostra salute. La scienza si è espressa a favore dell’alta intensità, anche per i malati affetti da disordini car-diometabolici. L’alta intensità rappresen-ta un vantaggio su tutti i fronti, rispetto all’allenamento a lunga durata e pro-muove maggiormente: Il miglioramento dei parametri ematici (glicemia, trigliceridi) La sensibilità insulinica La pressione arteriosa La capacità aerobica La riduzione del grasso viscerale

tutti a fare lalta intensita? Non proprio. Bisogna sempre contestualizzare l’attività fisica al proprio stile di vita ed, eventual-mente, alla propria cartella clinica. Gli alle-namenti dei due tipi, hanno prodotto be-nefici anche in persone con disordini car-diometabolici o nel postoperatorio di don-ne sottoposte a liposuzione. In questi casi spetta al medico decidere modi e tempi di lavoro. nei soggetti sani e principianti è indispensabile procedere per gradi prima di arrivare all’alta intensità, vero e proprio e si dovrebbe partire costruendo una base

di fondo (solo allenamenti a bassa intensi-tà). inoltre gli studi non hanno decretato la rimozione della bassa intensità, sempre utile sotto il profilo salute, capacità aero-bica e dimagrimento, ma hanno messo in luce il valore aggiunto dell’alta intensità che andrà ad integrare il classico allena-mento lungo ad andatura costante. Fare un allenamento intenso molto breve (po-chi minuti a settimana) circoscrive i benefi-ci al profilo ematico, senza però intaccare il grasso sottocutaneo e viscerale. Anche per l’alta intensità sono necessari dei tem-pi minimi (12’-15’) per essere efficace sul versante del dimagrimento. i pesi dovrebbero integrare l’allenamen-to aerobico. Sia per garantire tonicità mu-scolare e maggiore densità ossea su tutto il corpo, sia per aumentare il metabolismo anche a riposo grazie all’incremento della massa magra. Un po’ più di muscoli au-menta la spesa calorica durante tutta la giornata, notte compresa. E si dimagrisce più facilmente.

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La pelle è l’organo più importante del nostro corpo, respiriamo at-traverso di essa e ci protegge. È la manifestazione del nostro be-nessere, Come organo filtrante, la nostra pelle non lavora soltanto dall’interno all’esterno, ma trasporta anche dall’esterno all’interno. Perciò tutte le sostanze con cui entriamo in contatto ,vanno control-late attentamente rispetto il loro contenuto. Chi usa la cosmetica na-turale non deve preoccuparsi. I principi contenuti nei prodotti, sono basati su materie prime ricavate dalla tesoreria della natura. Ma l’of-ferta della naturalezza, ormai è diventata quasi illimitata, anche nei prodotti convenzionali, solo perché alla base chimica si pubblicizza l’aggiunta di qualche goccia di estratti o oli vegetali. Percio’la co-smetica naturale controllata, offre e garantisce una cura sana, inno-vativa e olistica, per abbellire, vitalizzare, rilassare e ricreare il corpo. La tendenza all’uso di prodotti naturali è però anche la conseguenza di un aumento di allergie causato da un inquinamento crescente e da un esponenziale aumento della sensibilizzazione a pollini, conser-vanti, coloranti etc.etc. I fabbricanti di prodotti naturali (certificati con vari marchi riconosciuti a livello internazionale) hanno elevate ambizioni durante lo sviluppo dei prodotti, affinchè favoriscano un trattamento moderno, naturale e soprattutto salutare della pelle. Il cauto maneggiare dei principi attivi e curativi naturali, e la presa in

Cosmetica naturale controllata considerazione delle ultime cognizioni scientifiche garantiscono pro-dotti innovativi, curativi e protettivi, che fanno rivivere la sensazione di naturalezza giorno per giorno. Oltre ad un’accurata scelta delle materie prime vegetali, è di grande importanza anche la compatibi-lità ambientale, dunque il processo di lavorazione a basso impatto di risorse, di ogni prodotto, come pure la migliore degradabilità dei principi attivi, nonché l’uso parsimonioso di confezioni riciclabili. Si usano per esempio, oli vegetali, grassi e cere, estratti d’erbe e acque profumate, oppure oli essenziali e aromi ricavati da una coltivazione biologica controllata oppure da una raccolta selvatica. Esistono del-le“ direttive“che descrivono standard sempre piu‘ severi e precisi, per garantire il consumatore ed offrire così un prodotto diverso, si-curo ed ecologico!Vi ricordo una sintesi interessante dei criteri salienti:1. materie prime naturali- coltivazione biologica controllata (cbc), considerando qualità e disponibilità - raccolta selvatica biologica controllata.2. Protezione animale -no esperimenti su animali, ne durante la produzione ne durante lo sviluppo e il controllo dei prodotti fi-nali. Proibito l’uso (p.es., l’olio di tartaruga, l’olio di lutreola, il grasso di marmotta, grassi animali, collageni animali e cellule)5. Rinuncia consapevole a: - coloranti organici e sintetici- profumi sintetici- silicone- paraffine e altri derivati petroliferi.6. Conservazione: Per la sicurezza microbiologica dei prodotti sono ammessi, a parte i sistemi di conservazione naturali, solo conservanti naturali specifici.7. Nessuna irradiazione radioattiva, non è permessa la disinfezio-ne di materie prime organiche e dei prodotti cosmetici finiti, tra-mite irradiazione radioattiva8. Controllo: Il controllo dell’ottemperanza dei suddetti criteri è garantito da un istituto di controllo indipendente.Penso che tutto ciò contribuisca ad aumentare la fiducia dei consumatori,in prodotti di qualità, da cui è molto difficile separarsi una volte che se ne sono appurate le virtù! Per dubbi, o maggiori informazioni, rivolgetevi al Vostro farmacista/erborista di fiducia, che con piacere soddisferà le Vostre richieste.

Scola dr Lorenzo

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2012. Il cuore batte. L’entusiasmo è al massimo.Lo staff è motivato e l’esperienza non ci manca.2013. Inaugurazione nuovo centro d’eccellenza.

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PARI... O DISPARI?A cura di Maria Grazia Tosi, con Cosima Avantaggiato, Cinzia Bernardini, Ulrike Bonfini, Livia Agnese Bordoni, Sara Bordoni, Manuela Fabbri,Catia Loprete, Alessandra Marinozzi, Maurizia Petrucci, Annalisa Sanchi, Assunta Sorvino, Emanuela Tonini, Anna Maria Viviano

lo SCettRo Del ComanDoNel giorno del loro sposalizio lo sposo portava la sposa a casa sua dove veniva organizzato il pranzo di nozze con il parentado di entrambi; la madre dello sposo andava incontro alla sposa con un grembiule da cucina e con una pannocchia in mano all’ingres-so dell’aia e avvicinandosi a lei, prendendola per mano, le diceva in modo solenne: ”mi rallegro che siate divenuta mia nuora, ecco (e le porgeva la pannocchia) che vi faccio padrona di casa; a voi toccherà ora a pensare e provvedere alle cose di casa e della fa-miglia”. E poi la baciava (dai Dialoghi dell’Abate Battarra, profes-sore di Filosofia di Petrolara di Coriano). Era il 1782, e ’lo scettro’ del comando passava da donna a donna, dalla signora matura alla giovane inesperta per la quale un ruolo come quello che si apprestava a ricoprire probabilmente rappresentava un’ambita aspirazione alla quale difficilmente avrebbe potuto rinunciare.

“io... SCommetto Che Ci RieSCo”Anche quest’anno la Provincia di Rimini e l’Assessorato alle Politi-che di genere e Pari Opportunità in collaborazione con la Cescot hanno organizzato il Laboratorio pratico di economia domestica . Un insieme di appuntamenti che sono partiti dal 22 ottobre e che per 10 incontri hanno visto un’ interessata partecipazione di cittadini… maschi. E’ infatti un progetto espressamente a loro dedicato, a tutti coloro almeno che hanno deciso di cimentarsi con le piccole e grandi prove della vita quotidiana, specialmente se single o conviventi con donne molto impegnate nelle proprie attività fuori casa. Stirare, lavare correttamente, preparare un menu sano con un occhio al budget, ottimizzare le pulizie ordina-rie e straordinarie, imparare norme di sicurezza e pronto soccor-so, intrattenere gli eventuali figli in modo costruttivo sono state le materie affrontate; e tutto questo evitando di farsi sopraffare dalla ‘sindrome della massaia’…

l’imPReSa e’ RoSaA proposito di lavorare fuori casa: al giugno 2012, secondo i dati elaborati dall’Ufficio studi della Camera di Commercio, le aziende ‘rosa’ nella nostra provincia sono salite a 8.229, qua-si un centinaio in più dell’anno precedente, e rispetto a due anni sono cresciute del 2.5%. Sono diventate, quindi, il 22,8% del totale di quelle presenti in provincia. In pratica, secondo questi dati, un’azienda su quattro è gestita da donne… la più alta concentrazione in Emilia Romagna. Per quanto riguarda specificamente il Comune di Riccione questi i dati risultanti dalla statistica della Camera di Commercio: le imprese fem-minili sono 1068, delle quali 125 le società di capitali, 330 le società di persone, 605 imprese individuali, 8 di ulteriore ti-pologia. Nel 2012 a Riccione sono state iscritte alla Came-ra di Commercio 40 nuove imprese femminili e ne sono ces-sate 56. Le imprese riccionesi femminili associate a CNA al settembre 2012 sono 291 e le imprenditrici ivi associate 318.

Cna e il laVoRo Delle DonneDavvero interessante l’aperitivo organizzato il 16 ottobre in un bar del Centro da CNA Riccione e CNA Impresa Donna di Rimini. Una delle tante iniziative che quest’ultima sta organizzando nell’ambito nel progetto “Cont@tto ”, una rete di imprese al femminile finalizza-ta allo sviluppo del business e allo scambio di esperienze, conoscen-ze, opportunità e buone pratiche. Un incontro tra donne dove ben si respirava quella loro voglia sempre più prepotentemente propo-sitiva di imporsi sul mercato del lavoro, facendo leva non solo sulla buona volontà e specifica competenza, ma anche sulla sensibilità e creatività che spesso appartiene al genere. Giovani e più mature cit-tadine riccionesi e riminesi hanno con entusiasmo raccontato le loro attuali attività lavorative ma anche quelle che intendono improntare. Un dato forte emerso è che sempre di più occorra un pensiero origi-nale per ‘inventarsi’ un lavoro, soprattutto per le ragazze che ancora devono ritagliarsi un proprio posto nel contesto socio-economico.

laVoRo e FamiGlia: DiFFiCile ConCiliaRe?Tutte le Regioni italiane, lo scorso luglio, hanno risposto all’invi-to del Dipartimento per le Pari Opportunità per stilare un bilancio sull’attuazione dell’Intesa Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sottoscritta nel 2010 e giunta alla fase degli impegni giuridicamen-te vincolanti. Le convenzioni sottoscritte con le Regioni, mirate ad attuare strategie condivise, sono tutte in fase di conclusione e oltre l’80% dei 40 milioni di euro assegnati a valere sul Fondo nazionale risulta impegnato, e il 73,7% già trasferito sui bilanci regionali sulla base dei risultati conseguiti. Tali risorse sono state una ventata di ossigeno e hanno consentito di avviare azioni concrete e nel con-tempo innovative per le donne e le comunità, quali il potenziamento dei servizi per l’infanzia, il reinserimento al lavoro delle donne che se ne sono allontanate per maternità, la sperimentazione di tipologie contrattuali facilitanti, l’erogazione di voucher per il ricorso a servizi legati alla cura dei più deboli.

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danza e romanzo

Nel dopoguerra l’eclettico artista Alberto Spadolini (1907 – 1972) trascorre spesso le sue vacanze a Riccione dove risiede la sorella Bice, frequenta le discoteche più alla moda tanto da essere soprannomi-nato dalla stampa “Leone della Riviera Adriatica”. Negli anni ’60 decora gli in-terni del Night-Club del Grand-Hotel di Rimini, e compone alcune delle sue più belle opere pittoriche. Alla riscoperta di Spadò, come era soprannominato a Parigi, concorre l’Istituto Statale d’Ar-te “Federico Fellini” di Riccione che nel maggio del 2005 allestisce, sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubbli-ca Ciampi e delle Ambasciate di Francia e di Svezia, una magnifica esposizione al Castello degli Agolanti di Riccione. Ma è solo di questi giorni la pubblicazione del romanzo storico “Spadò, il danzatore nudo. La vita segreta dell’eclettico artista Alberto Spadolini” (Andrea Livi Editore 2012), ambientato fra Villa Mussolini ed il Castello degli Agolanti, fra il Casinò de Paris e lo Ziegfield’s Follies di New York.Secondo il critico d’arte Philippe Dave-rio l’artista Alberto Spadolini è uno dei più simpatici personaggi della Parigi anni ’30. La sua incontenibile gioia di vivere lo porta a sperimentare tutte le arti: decora-tore apprezzato da Gabriele d’Annunzio, scenografo al Teatro degli Indipendenti accanto a De Chirico e Marinetti, emigra in Francia per diventare danzatore con Serge Lifar e Joséphine Baker (con cui ha una tempestosa love story), pittore pre-diletto da Max Jacob e da Jean Cocteau e poi cantante, scultore, illustratore, re-stauratore, giornalista, attore, sceneggia-tore e regista di documentari... Nel cinema Spadolini esordisce con “L’épervier” del 1933 accanto ad un giovanissimo Jean Marais ed alla prin-cipessa Natalie Paley, cugina dello zar Nicola II°, all’epoca legata sentimental-mente a Jean Cocteau; si scatena in un ballo primitivo su di un enorme tamburo nel film “Marinella” di Pierre Caron del 1936; è con l’affascinante Mila Pareli ne “Le monsieur de cinq heures” del 1938; collabora con Marcel Carné, Jacques Prévert e Jean Gabin al film “Le jour se léve” del 1939, distribuito in Italia con il titolo “Alba tragica” in cui interpreta il ruolo di un piccolo gangster. Secondo lo “Svenska Filmistitutet” di Stoccolma l’ar-tista italiano è fra i protagonisti del film “Le quai des brumes” (1938), tradotto con “Il porto delle nebbie”, uno dei mas-simi capolavori del cinema francese diret-to da Marcel Carné, sceneggiato da Jac-ques Prévert e con la partecipazione di Jean Gabin e Michèle Morgan. Il film, che

Ambientato a riccione il romanzo storico “spadò, il danzatore nudo”

Foto tratta dal documentario “nous les Gitans” (1951).

Fotografia di Fabbri Giuseppe scattata nei primi anni ‘50 in Via Foscolo angolo Via monti.

Da sinistra:i ventenni ruspantimariani leonardo mariani Gastone barilari PaoloFabbri Giuseppe.

appartiene al filone del realismo poetico, viene premiato alla mostra di Venezia del 1938 anche se proiettato nelle sale ita-liane solo venti anni dopo. Nel 1941, in piena seconda guerra mondiale, Spadò è ancora una volta a fianco di Jean Marais nel film “Le pavillon brule”, dove recita la parte di un minatore in una scena di ‘ba-garre’ e liti. Del regista Spadolini gli Ar-chives Français du Film hanno ritrovato lo splendido “Rivage de Paris” (1950) a cui partecipano il jazzista Django Reinhardt e la cantante Suzy Solidor. La Cinéma-theque Française ha restaurato “Nous les Gitans” (1951) dove Spadolini veste i panni di scenografo, regista, danzatore e autore dei testi. Il documentario, a cui prendono parte autentici gitani, propone una pagina di vita dei ‘figli del vento e del sole’. Non dimentichiamo infine che

Spadolini, amico di Roberto Rossellini e di Jean Renoir, viene personalmente as-sunto nel 1950 da sir Alexander Korda, fondatore della London Film, come adat-tatore dei dialoghi per le versioni fran-cesi de “I racconti di Hoffman”, Premio Miglior Produzione al Festival di Cannes del 1951 e “Outcast of the Island” regia di Carol Reed del 1951. La Mostra su Al-berto Spadolini, comprendente dipinti, scenografie, sculture, artistiche foto di Dora Maar (compagna di Pablo Picasso), di Maurice Seymour (Chicago), di Siegfri-ed Enkelmann (Berlino), ha avuto degna cornice per tutta l’estate alla Mole Van-vitelliana di Ancona prima di far ritorno a Riccione.

Atelier Alberto Spadolini - Riccionewww.albertospadolini.it

Copertina “Spadò il danzatore nudo”, 2012

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“Alla fine di otto-bre ha preso il via il campionato locale amatoriale misto di pallavolo, che coin-volge le squadre della provincia di Rimini. Quest’anno saranno tre i derby delle riccionesi, ma, vista la longevità del torneo, tutte le gare rappresenta-no sfide sentite. Ci si conosce tutti, o quasi, e magari più di uno nel corso de-gli anni ha cambia-to maglia, lasciando conti aperti. Ogni sfida ha la sua sto-ria, i suoi retrosce-na, la sua trepidazione. C’è sempre una rinnovata voglia di rivincita o di ri-petersi. La scorsa stagione si è conclu-sa a maggio 2012 con una finale deci-sa solo al quinto set, degno epilogo di una serie di play-off combattuti e ricchi di sorprese, che ha incoronato regina del campionato la squadra dell’Aqua-fan. La compagine riccionese, che vanta il maggior numero di titoli al suo attivo nella storia del campionato misto locale, non assaporava il piace-re della vittoria da qualche stagione, causa scissioni, abbandoni e ricambi generazionali vari. Il riferimento dei ragazzi non è però mai mutato: Gior-gio Maioli. Il padrino, organizzatore,

Lo scorso giugno abbiamo preso parte alla “Südtirol Sel-laronda HERO”, marathon di mountain bike, inserita nel calendario agonistico interna-zionale. Il percorso di 84 km., tutto rigorosamente fuoristra-da, transita nei mitici 4 passi (Gardena-Campolongo-Pordoi-Duron), totalizzando un dislivel-lo di 4.200 metri scalati in un sol giorno... na mazéda! Le Dolo-miti ci sono rimaste dentro, cosi abbiamo ripetuto l’esperienza anche in settembre, tra amici. Da sinistra: Enrico Demaldè, Massimo Troni, David Perini, Alessandro Gasparini, Alessan-dro Vichi, Andrea Montebelli.

voglia di rivincita!

südtirol sellaronda Hero 2012“europe’s hardest mountain bike race in the dolomites”

allenatore, selezionatore (e chi più ne ha più ne metta) dell’Aquafan, è da sempre al timone del gruppo, ugual-mente motivato ed agguerrito anche nelle stagioni meno ambiziose, consa-pevole delle reali conquiste di cui lo sport amatoriale, questo in particola-re, è prodigo: la pizzata tutti in grup-po dopo la gara resta un successo, sia che venga dopo una vittoria, che una sconfitta. E’ la sua atipica caratteristi-ca di accomunare maschi e femmine a rendere unico questo sport, perchè ne conferisce, a coloro che come Giorgio sanno coglierlo, un aspetto più ludico e gioviale.”

Miky Banci

MOUNTAIN BIKE

Nel segno di giorgio Maioli

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sportnews! sportnews!Se il 2012 è stato l’anno dei Campionati del mondo Master di nuoto che hanno sancito la capacità della Polisportiva Comunale Riccione di ospitare e organizzare manifestazioni internazionali; il 2013 sarà un anno ancora una volta ricco di eventi che richiameranno su Riccione migliaia di persone. In realtà, la nuova stagione del “grande sport” a Riccione è iniziata col Trofeo del 50° di nuoto, voluto dalla Polisportiva per festeggiare i suoi primi 50 anni di vita e tenutosi il 28 ottobre scorso. E’ proseguita, poi, con il Trofeo Città di Riccione di nuoto Master (8/9 dicembre) e i Campionati italiani assoluti invernali di nuoto (dal 17 al 19 dicembre) che hanno visto i tanti protagonisti del nuoto azzurro sfidarsi nella vasca dello Stadio del Nuoto.Nel 2013, sono in programma: i Campionati italiani primaverili di nuoto (9/15 aprile); La Strariccione di podismo (7 aprile); la manifestazione più grande in termini numerici: gli Italiani giovanili di nuoto (22/27 marzo 2013); il Trofeo Internazionale di nuoto Italo Nicoletti (31 maggio / 2 giugno 2013); L’International Skate Team

Trophy di pattinaggio artistico (28 e 29 giugno). Un calendario già ricco di prestigio e di presenze turistiche, che potrebbe arricchirsi di altri appuntamenti. Nella foto lo Stadio del Nuoto gremito di pubblico durante gli Italiani Primaverili di Nuoto.

I grandi appuntamenti sportivi della stagione 2012/2013

gennaio, tempo d’iscrizioniDopo le festività natalizie, riprendono i corsi e le lezioni organizzati dalle società e dalle sezioni della Polisportiva Comunale Riccione. Si può partire dalle attività organizzate in piscina per bambini, ragazzi ed adulti, compresi i corsi di aquawell-ness, ginnastica evolutiva, l’attività in palestra e yoga, per continuare con i tuffi, la subacquea, il nuoto agonistico, il nuoto master, la pallanuoto. Naturalmente ri-prendono anche le attività in palestra e all’aperto: pattinaggio, atletica leggera, ginnastica, Acrobatic Team, basket, pallavolo, podismo, boxe e kick boxe, karate, judo e scuola calcio.PeR aVeRe inFoRmaZioni Più DettaGliate SU oRaRi, CoSti eD eFFetti-Vo iniZio Dei CoRSi, Si PUò ChiamaRe la ReCePtion Dello StaDio Del nUoto (tel. 0541 644410), oPPURe la SeGReteRia Della PoliSPoRtiVa ComUnale (tel. 0541 643559). Si PUò anChe SCRiVeRe a [email protected] Nelle foto alcuni degli sport praticati in Polisportiva.

Un libro per ricordare 50 anni della PolisportivaLa Polisportiva Comunale Riccione festeggia in questo 2012 i cinquanta anni di vita. Tra le varie manifestazioni che si tengono per questa importante ricorrenza (non ultimo il trofeo del 50° di nuoto tenutosi nell’ottobre scorso), c’è anche la pubblicazione di un libro che fa seguito a quello che fu scritto nel 2002 per festeggiare i primi quaranta anni di attività. Il libro, che dovrebbe uscire nei giorni immediatamente precedenti il Natale, riproporrà gli ultimi dieci anni di storia della Polisportiva attraverso le immagini e il racconto dei personaggi e degli avvenimenti di questo periodo.

AUGURI DI BUONE FESTE!

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taekwondo Riccione - Song moo kwan. Centro Specializzato che si avvale della lunga esperienza e serietà del D.T. M° Geo Ottaviani C.N. 6° Dan, diplomato alla World Taekwondo Federation Seul Korea. Allievo del Grande Maestro Chung Kwang Soo 9° Dan. Ambasciatore per I’Europa e D.T. FIST Taekwondo Academy coadiuvato dal M° Roberto Betti 5° Dan e degli aiutanti istruttori Gianluca Lotti 4° Dan e Uguccioni Luna 3° Dan.

oRaRi Dei coRSi SempRe apeRti

Un vento di novità arriva quest’anno per la sede del Taekwondo a Riccione.. L’or-mai vecchio nome della palestra Sparta si è mutato in GolD wellneSS aCaDemy, il luogo non cambia ma la struttura rimoder-nata completamente offre un’organizza-zione, cordialità e ampi spazi difficilmente trovabili in tutta la riviera romagnola, in cui il nostro Taekwondo continua il suo cammino da ben 16 anni. I nostri obiettivi per il calendario sportivo 2012-2013 sono sempre in continua crescita e di grande privilegio.. Ma andiamo per ordine, ed è con grande orgoglio dobbiamo fare i complimenti ai nostri atleti Riccionesi che sono riusciti a fare un grande salto di qualità e lo dimostra Gianluca Lotti; nella categoria di Poomsae (forme) in Finlan-dia è arrivato 3° sul podio un onore per Riccione dato l’elevato livello come una gara di ClaSSe a. Questo conferma la buona preparazione che facciamo in pedana durante la settimana, insieme all’importanza di frequentare numerosi stage internazionali di aggiornamento, di cui l’ultimo si è tenuto in Germania il “19th. Internationales Taekwondo Camp in Attendorn” stage di grande importan-za per tecnici, allenatori e maestri. E ora anche i nostri atleti combattenti si stan-no preparando duramente per competi-zioni nazionali e internazionali. La prima sarà un Open CSEN a Massa Carrara il

Podio in classe A in Finlandia!

3-4 novembre dove saranno presenti atleti provenienti da tutta Italia, Sarde-gna compresa, e molto probabilmente ci sarà come ospite la squadra nazionale Messicana dove si prevedono ottimi in-contri. In contemporanea a Massa Carra-ra, il nostro atleta tecnico Gianluca Lotti sarà in trasferta in Portogallo a disputare un’altra competizione di poomsae sem-pre di classe A per mantenere la classifi-ca tra i primi tre a livello Europeo. L’altro evento sarà i primi di dicembre dove il nostro consiglio organizzativo sarà tenu-to ad approvare tra due Open, Germa-nia o Francia (Parigi), gara aggiunta al nostro calendario come nuova competi-zione internazionale.

L’anno nuovo 2013 presenta gare in Ita-lia, calendario CSEN/FIST, e un evento molto importante all’estero a marzo, dove il livello di difficoltà agonistico è molto alto, partecipano 1000 combat-tenti (numero chiuso) da molte nazioni del mondo, il risultato sarà molto impe-gnativo dato che per ogni singola cate-goria ci sono da 30/40 avversari; quindi una intensa maratona che oltre al livello qualitativo alto di competitori sarà uno sforzo fisico aggiuntivo mantenere le forze per arrivare fino in fondo.. Vole-vamo ricordare che il Taekwondo che insegniamo a Riccione è universale, rico-nosciuto dalla casa madre Kukkiwon (Co-rea) e oltre alle competizioni agonistiche (non obbligatorie) insegna la vera arte marziale/tradizionale orientale dove si impara oltre alla tecnica e alla disciplina il sistema di autodifesa (difese personali) più diffusa in Corea dalle forze armate speciali, l’Hosinsul, dove i nostri istruttori sono diplomati e riconosciuti.VI ASPETTIAMO! LE PRIME 2 PROVE SARANNO GRATUITE!

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VIA CARPEGNA 12 / Tel. e Fax 0541 605 827RICCIONE

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FIGHT CLUB RICCIONE

Il Fight Club Riccione, composto da un gruppo di giovani Maestri che hanno dato continuità al progetto del Mae-stro Enrico Nussbau-mer iniziato nel 1990, sta diventando una re-altà conosciuta, grazie al proprio palmares di vittorie, a livello nazio-nale ed internazionale con grande velocità. La stagione 2011-2012 si è conclusa con un esca-lation di successi che hanno portato l’atleta di punta, Aiman Abou

El Magd a raggiungere i quarti di finale dell’importante tor-neo “OKTAGON” nella specialità K1 e ai quarti di finale per lo YOKKAO EXTREME nella MUAI THAI oltre a vittorie nei vari tornei in giro per l’Italia. Il periodo di approfondimento della tecnica in Thailandia e la difficoltà nel trovare avversari hanno reso più difficile del dovuto il cammino di Giuseppe De Dome-nico che si è comportato egregiamente ed avrà la possibilità di confrontarsi nel panorama internazionale già il 16 Novembre in Svezia al “Rumble of the King”. Parte dei miglioramenti di que-sta stagione sono dati dall’inserimento nello staff di Armando Bellotti, Pugile Ex Professionista che ha impostato al meglio la scherma pugilistica di tutti i Thai Boxer ed ha dato i propri frutti già nel giro di qualche mese perché “anche nella Thaiboxing la maggior parte dei KO avviene con tecniche di Pugno”. Oggi la palestra fa parte anche della FPI (Federazione Pugilistica Ita-liana- CONI -) con la nuova avventura della Sezione pugilistica guidata dal Bellotti orientata a chi vuole intraprendere la car-riera professionistica sfruttando la sua esperienza internaziona-le e per gli amatori che vogliano solo scolpire il proprio corpo ed avere i primi insegnamenti dell’ “ARTE NOBILE”. Armando

grandi successi e nuova “guida“

Bellotti: chi è. “Sin da ragazzino ebbi un amore per il pugili-stico, ereditato da mio padre Emilio, grande appassionato di boxe nonchè mio primo tifoso. Mi portò in palestra a 13 anni e iniziai a praticare nella gloriosa Virtus di La Spezia, mia città natale. Era il 1986, poco dopo salivo sul ring per la prima volta e con allenatori di calibro olimpico e di profilo internazionale non potevo che imparare presto i fondamentali. Ho combattuto molto, 116 volte, di cui 100 da dilettante e 16 da professionista. Trasferitomi a Rimini, mia città adottiva portai due titoli emilia-no romagnoli, una vittoria internazionale come miglior pugile del torneo disputatosi in Francia (1994) , raggiunto la top ten come numero 9 assoluto dei super-welter, ho il record annuale di vittorie prima del limite 1995, 19 vittorie su 20 match. Da professionista 10 vittorie, di cui 7 prima del limite, 5 sconfitte. Ho calcato i ring di tutta Italia e parte d’Europa. Oggi a 40 anni di cui 27 passati in palestra, mi dedico all’insegnamento, pratico il mio sapere con l’intento di far apprezzare lo slang della boxe, ai nostri fighter. Un grazie alla famiglia del Figth Club Riccione che mi ha accolto. Non sempre si può vincere, ma è importante provarci, sempre!

Armando Bellotti

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TENNIS CLUB RICCIONEa cura di piero Serafini

PRemeSSaDodici anni orsono decisi di raccontare la nascita e la vita del nostro club, ma l’interruppi dopo qualche tempo per impe-gni professionali. Oggi, essendo avviato sul “Sunset boule-vard” (viale del tramonto) il maggior tempo libero mi per-mette di riscrivere quanto ho vissuto, dalla posa della prima pietra, Marzo 1962, ad oggi, passando attraverso numero-sissimi e non di rado, straordinari eventi compresi i successi agonistici. Più volte sono stato sollecitato a “farne” un libro, ma ho preferito ricorrere alle puntate”sulla notissima Famija Arciunesa”della quale ho l’onore di essere , da lungo tempo, collaboratore. Dopo questa lunga premessa ha inizio la storia che riguarderà i fatti più salienti del nostro “mezzo secolo”, anche se sarà inevitabile che qualche lettore troverà crona-che raccontate nei dodici anni precedenti.

PRima PaRteNella prima metà del ‘900, esisteva a Riccione un magnifico ca-stello ubicato dove oggi si trova via Gran Sasso, al centro di una vasta tenuta che occupava un’area, delimitata dalle attuali via Romagna, statale Adriatica, via Genova e, lato mare, la ferrovia. Il Conte Giovanni Mattioli era il proprietario di questa grande estensione di terra che era stata divisa in 10 “poderi “gestiti a mezzadria da altrettante famiglie di agricoltori.

storia dei primi 50 anniChi, prima del 1962, proveniente dalla statale percorren-do quella stradina che sarebbe diventata l’attuale via Ro-magna, avrebbe potuto ammirare, sulla sinistra, una fatto-ria modello circondata di vitigni, distesa di grano, frutteti ed animali di ogni tipo e quant’altro. Il cancello d’ingres-so situato sul lato monte è tutt’ora esistente, anche se orfano di uno dei 2 pini che lo ornavano. La famiglia di Righetti Lazzaro gestiva in modo esemplare una notevole estensione di terra. Finchè il conte Mattioli, proprietario di questo e altri terreni attorno, non decise di vendere tutto al richiedente Comune di Riccione, rappresentato dall’economo Rag. Gualtiero Masi. Nel contratto di com-pravendita vennero esclusi due lotti di terreno per ogni famiglia di coloni, gestori di quelle terre, a loro ceduti dal conte quale “liquidazione” per il fedele servizio reso. Fu cosi che, nella primavera del 1962 entrarono in azione le ruspe e in pochi mesi sorsero, 6 campi da tennis ed una elegante palazzina, sacrificando tutto ciò che c’era di bucolico. Nacque così questo importante complesso ten-nistico voluto dal Comune di Riccione e dalla Federtennis con l’intervento del C.O.N.I., dopo aver vinto la concor-renza di Rimini, Viareggio ed altri noti centri turistici. La F.I.T. avrebbe gestito il centro federale estivo, ma rimane-va il problema di chi fosse in grado di prenderne le redini

leGenDa Foto dei numeri riferenti al passato ed al pre-sente del nostro Circolo. n.1 campo centrale - altri campi. 2-3-4-5-6, beach tennis n. 7-8 casa colonica 9 e stalla, 10 pagliaio e pozzo, 11 ponte 12-13 Club house, 14 cancello d’ingresso, 15 cancello lato monte, in disuso, 16-17 muro d’allenamento e palestra.

per il resto dell’anno. Fu così che quell’estate un gruppo di appassionati , guidato da Adriano Pietanesi, si mise in movimento: accordi con l’amministrazione comunale, con-tatti con il C.O.N.I. , F.I.T. ecc.... Questi pionieri del tennis riccionese, nel settembre dello stesso anno, formarono il primo Consiglio Direttivo così composto: presidente A. Pietanesi, vice-presidente G.Busuoli, segretario-tesoriere A. Conti, consiglieri: E. Barilari, A. Corazza, M. Botticelli, P. Barilari, S. Gramellini, E. Bombardieri, seguiti in breve tempo da M. e J. Amati. Fu interpellato il sottoscritto, impegnato a Parma e Piacenza, per organizzare una scuo-la di avviamento ed addestramento, la sesta della mia carriera. Con grande entusiasmo accettai, felice di torna-re a casa, dopo 10 anni di peregrinaggio. Col massimo impegno ci mettemmo all’opera per reclutare i giovani e non, che in poco tempo accorsero numerosissimi. I diri-genti del circolo fornirono attrezzature, vestiario e campi con totale gratuità. Così nacque la scuola tennis, che di-venterà la più frequentata, rapportata alla popolazione.

il centro a lavori terminati.

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Alimentarsi è un gesto fondamentale che ci permette di vivere. All’inizio è la nostra mamma che ci da tutto ciò di cui abbiamo bisogno con le giuste proporzioni per un’equilibrata alimenta-zione, tramite la placenta prima e con l’allattamento e lo svez-zamento poi. Una volta adulti siamo noi a dover decidere cosa mangiare. “Noi siamo ciò che mangiamo” scriveva il filosofo Ludwig Feuerbach“, in effetti l’alimentazione incide sulla nostra salute e sulla qualità della vita in maniera preponderante, non a caso anche Ippocrate diceva “Fa’ che il cibo sia la tua medi-cina e la tua medicina il cibo”. Purtroppo, oggi, complice una cattiva informazione, accade che siamo più attenti a ciò che indossiamo, piuttosto a ciò che mettiamo nel nostro stomaco. Sicuramente l’attuale crisi economica ha ridotto notevolmente il potere d’acquisto che grava pesantemente sulla borsa del-la spesa e sulle scelte alimentari. In momenti di crisi, come questo che stiamo vivendo, credo che non sia facile affrontare l’argomento qualità alimentare. Personalmente ritengo, invece, che proprio in momenti come questi, di minore disponibilità economica, occorre rivolgere maggiore attenzione alla qualità

degli alimenti, piuttosto che alla quantità. E allora perché non approfittare di questa crisi per rivedere il nostro approccio con il cibo? Quando si entra in un market per fare la spesa veniamo spesso calamitati da marchi pubblicizzati in TV e da una miriade di offerte e sconti che condizionano fortemente le nostre scel-

alimentazione corretta

Fa bene alla salute e… all’ambiente!

Sapori di mareLA RICETTA DELLA PESCHERIA DEL MARE

CaRbonaRa Di maRe (PeR 4 PeRSone)

360 gr. di spaghetti800 gr. di misto mare fresco(gamberi, calamari,vongole sgusciate)3 uova- sale, pepe, olio extra vergine di oliva

Preparazione: Versare l’olio in una padella e mettere a soffriggere il misto mare. Aggiustare di sale e continuare la cottura per una deci-na di minuti nel frattempo cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata. In un piatto sbattere le uova, aggiustare di sale e pepe. Scolare gli spaghetti nella padella con il pesce a fuoco acceso, versare l’uovo negli spaghetti, spegnere il fuoco e mantecare bene. Buon appetito!

te, portandoci a volte verso acquisti di generi non strettamente necessari, se non addirittura inutili. Per ovviare a questo rischio occorre pianificare la scelta dei prodotti d’acquistare ancor pri-ma di entrare in un supermercato, cercare di fare acquisti mirati, consapevoli e soprattutto di qualità certificata, limitatamente al proprio fabbisogno familiare, evitare di riempire la dispensa di

generi a volte superflui, a volte dannosi per la salute, per finire poi nella spazzatura. Forse spenderemo gli stessi soldi ma ne guadagneremo sicuramente in salute e benessere e ne giove-rebbe anche l’ambiente. In base alla qualità degli alimenti che noi mangiamo possiamo determinare la nostra qualità della vita e possiamo anche decidere la qualità della vita dell’inte-ro Pianeta e “comunichiamo” agli altri chi siamo e i principi etici che abbiamo. Una alimentazione sana, naturale, meglio se biologica e di provenienza locale, come si dice a “Km. 0”, con un ridotto apporto di carne animale, non può che miglio-rare la nostra salute e l’ambiente in cui viviamo. Salvo alcuni particolari casi, è provato che è possibile vivere anche sen-za consumare carne. Mangiare molta carne, infatti, provoca danni all’ organismo. È risaputo che chi mangia carne è mag-giormente esposto al cancro e all’arteriosclerosi e in maniera, “inconsapevole”, provoca anche notevoli danni all’ambiente. Gli allevamenti di bovini consumano una quantità d'acqua molto maggiore di quella necessaria per coltivare soia, cereali, o verdure per il consumo diretto umano. Tanto per fare un esempio, per produrre soli cinque chili di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media in un anno, mentre cinque chili di carne non bastano a coprire il consumo di una settimana, per la stessa famiglia. Consumare carne fa aumentare le emissione di Co2 in atmosfera con un notevole dispendio di energia (petrolio). Per mantenere l’attuale con-sumo di carne, ogni anno vengono immessi in atmosfera circa 1.200 miliardi di tonnellate di Co2, con un incremento di circa 100 t./anno. Tanto per avere un’idea per una bistecca si im-mette in atmosfera circa 7 chili di Co2, mentre, per un piatto di ortaggi appena 50 grammi di Co2 (dati FAO). Occorre una forte presa di coscienza di questo problema e cercare, per quanto possibile, di ridurre gradualmente il consumo di carne. L’aumento di Co2 anidride carbonica in atmosfera pro-voca l’innalzamento della temperatura terrestre, il cosiddetto “riscaldamento globale”, con il conseguente scioglimento dei ghiacciai e una progressiva fusione dei poli, con conseguenze inimmaginabili. Conseguenze percettibili già da ora, periodi siccitosi alternati a periodi di forte piovosità con conseguenti dissesti idrogeologici, uragani e il riscaldamento delle correnti oceaniche. Se a tutto ciò aggiungiamo la deforestazione in atto del Pianeta, lo scenario è a dir poco “apocalittico”. Credo seriamente che occorra da subito, rivedere le nostre abitu-dini alimentari, prima che sia troppo tardi , come dire: “un piatto di lenticchie salverà la Terra”.

Antonio Cianciosi

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RICORRENZE NATALIZIE

Per non dimenticare l’orrore della guerra

C’era un tempo un presepe che annualmente appariva e spariva agli occhi dei bambini ( e degli adulti) che salivano ad ammirar-lo in via Campania. Ora, grazie all’area messa a disposizione dal Comune di Riccione si è deciso di installarlo in modo per-manente in Via Abruzzi 46 – zona di Villa alta, palestra comu-nale- presso la sede dell’A.I.S.M. (Ass. Ital. Sclerosi Multipla). Sarà uno stupendo presepe prevalentemente realizzato con materiale riciclato, frutto del paziente lavoro di Edoardo, Ste-fano, Adriano, Rino ed altri che si stanno dedicando gratuita-mente a questa realizzazione riversando impegno e capacità. Aria di Natale significa anche solidarietà. Le offerte raccolte saranno devolute all’ AISM per sostenere le attività e i servizi rivolti alle persone affette da sclerosi multipla e patologie si-milari. Salvo intoppi eccezionali i bravi artisti-artigiani prevedo-no di “inaugurare” a metà Dicembre. Una visita è d’obbligo!

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L’UOMO DI SARajevo

Tappa riccionese per “L’uomo di Saraje-vo”, opera dello scultore Giuseppe Gen-tili di Camerino. Il suo percorso pacifista contro tutte le guerre, ha incluso i giar-dini del municipio. E’ qui, a pochi passi dal monumento dei Caduti in guerra, che l’artista ha lasciato in mostra la sua opera, alta circa tre metri, fino allo scorso 31 ot-tobre. Dal primo novembre, infatti, ha ri-preso il suo cammino verso la capitale del-la Bosnia ed Erzegovina, che subì il duro assedio durante la guerra (1992-1995). Ricevuto anche dal Papa Benedetto XVI, l’artista è noto per il suo impegno umano: dalla ricerca indirizzata verso episodi bibli-ci, come la drammatica serie di Caino e Abele, al volto di Cristo della Sindone, carico di tragedia. A ricevere l’artista e la sua scultura in ferro, il 31 agosto nel corso di una breve cerimonia, è stato il sindaco Massimo Pironi. Presenti anche le autorità militari, il Comandante della Compagnia Carabinieri Antonio De Lise e il Capitano Gagliardi della Guardia di Finanza di Rimini. Con loro Gerardo Rosa Salsano,

presidente del Cad (Centro ascolto disa-bilità sociali) di Roma, il Generale Misha Loncarovic, rappresentante della città di Sarajevo, nonché “tutore” dell’opera, il proprietario Mario Battellini e la cu-ratrice dell’iniziativa Antonella Ventura che è pure presidente dell’associazione Arte per le Marche. La grande scultura in ferro, nata dalla sensibilità dell’artista, come testimonianza di pace e umanità contro tutte le guerre, giungerà a Sara-jevo in dicembre prossimo per il venten-nale della sanguinosa, crudele guerra di Bosnia, che come ricordato dal primo cit-tadino “deve farci riflettere, perché si è

consumata nell’indifferenza pressoché generale dell’Europa, a due passi da noi, sull’altra sponda dell’Adriatico”. Da qui l’appello a: “ Non dimenticare i caduti di quella guerra, atroce e insensata come tutte le guerre. Questo dev’essere l’impegno di ogni giorno per ogni uomo di buona volontà”.

Nives Concolino

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PASSEGGIANDO

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B O L O G N A

“teCla” la mUCCa PoetiCa. Sembra vera ma è la creazione dell’artista Maddalena Medas di Riccione. Un’opera che “pasco-la” in un parco privato con tanto di scritta poetica che recita: “e la luna al sole”. Stringimi amore mio forte, scaldami il cuore perchè io possa vivere il giorno. Stringimi amore mio forte, sussurrami il tuo amore perchè io possa, nel risve-glio, continuare a vivere per te”.

Ottobre, bivio Corso F.lli Cervi e Via Circonvallazione. E’ tempo di feste parrocchiali e si scatenano gli “spot” stradali. Quest’anno, dal punto di vista grafico, ha vinto nettamente la Stella Maris!

Il gazebo all’incrocio di Viale Dan-te ha gabbie per il prelievo di energia ad altezza uomo. Passeg-giando per negozi ci si potrebbe anche “incocciare”. Magari una copertura che nasconda i graffiti e salvi l’estetica? L’aiuola del sot-topasso lato monte invece, non avendo più le catene protettive, mostra un bel nastro di plastica biancorossa... da mesi e mesi...

StoRtURe in Viale CeCCaRini

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TOPONOMASTICA

Era la fine del 1986 quando Dante Tosi pubblicò “I PIONIERI. 1862-1922” col sottotitolo “Riccione, vocazione turisti-ca originale”. Senz’ombra di dubbio è il libro che ha fatto da”apripista” a tutte le pubblicazioni che sono uscite in se-guito, nate dalla spinta di un pubblico “affamato” di storia locale. In particola-re risultarono stuzzicanti le schede per-sonali dei 20 personaggi che grazie alle loro iniziative, alle loro idee ed ai loro progetti, permisero l’evoluzione di Ric-cione da piccolo borgo a città tra le più conosciute e frequentate. Personaggi unici ed irripetibili che Dante Tosi definì “Pionieri” dedicando loro il titolo della sua opera. Il libro fu apprezzato a tutte le “latitudini” e da più parti sgorgarono spontanei suggerimenti affinchè il ricor-

do dei Pionieri venisse tramandato alle nuove generazioni e divenisse indelebi-le, dedicando loro strade, piazze, scuo-le, rotonde. Rammentando che: Viale Maria Ceccarini esiste dal 1912 ; Viale Giacinto Martinelli già nel 1880 con An-cillotto e Abissinia indicava l’attuale Via-le Gramsci e che nel 1924 Viale Sarti (dal Gran Hotel alla linea ferroviaria) fu mu-tato in Viale Martinelli; notiamo che ben poco è stato fatto. Quattro dediche: a Don Montali la Piazza a San Lorenzo, a Don Tonini una minuscola rotonda (Via Milano- Piazzale Curiel), a Severo Savioli l’Istituto Alberghiero e al Conte Felice Pullè la via che ci collega a Miramare partendo dalla Rotonda delle Cartoli-ne anche se- distrazione?- tale insegna stradale esiste solo da Miramare verso Riccione- cioè in altro comune.

Nuove strade dedicate a....ma al “Palazzo”... c’è qualcuno che vuole bene a Riccione?

E gli altri 14? Leonilde Conti, Lodovico Cicchetti, Sebastiano Amati, Domeni-co Mancini, Ettore Tonini, Luigi Fabbri, Giuseppe Angelini “E Biènch”, Giusep-pe Angelini “Finèin”, Girolamo Fabbri, Domenico Galavotti, Giovanni Cecchi-ni, Secondo Savioli, Luigi Valcarenghi, Pietro Tontini, non meritano memoria? Dal “palazzo” le giustificazioni arrivano dal fatto che cambiare nome alle vie già esistenti comporterebbe disagi per i re-sidenti (patente, C.d.I, contratti utenze ecct. ecct) - qui siamo d’accordo- e che occorre aspettare che si creino nuo-ve strade. E QUI CASCA L’ASINO! Da poco è nata la zona artigianale sul lato Rimini di Via Piemonte con 10 (dieci) nuovi nomi. E a chi sono stati dedica-ti? Sangiovese, Trebbiano, Pagadebit,

Rebola, Cagnina, Chianti, Barolo, Bar-bera, Lambrusco, Albana, hanno avu-to l’onore della targa stradale. Il regno dell’ebbrezza. Quali sono i commenti dei riccionesi? Ecco un piccolo campio-nario. I s’è bivù e ciarvèl (si sono bevuti il cervello). E Cumoun e spera da truvè di sponsor nov tra’l cantèine (il Comune spera di trovare degli sponsor nuovi tra le cantine). Adès ui amènca snè da dè e nom ma la rutènda per antrè: Rutènda dl’Usteria! (adesso manca solo di trovare il nome alla rotonda per entrare: Roton-da dell’Osteria!). I ha rasoun, sa chi vèin us fa dal gate da cumunioun (hanno ra-gione, con quei vini si fanno delle sbor-nie indimenticabili). Os-cia ad fat canoun chi j’ha fumì (osteria che razza di “canno-ni” che si sono fumati).

G.L.M.

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