filosofía medieval

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La filosofia nel medioevo di Carlo Cilia Appunti sui più celebri filosofi medioevali, formatisi sulla dottrina cristiana e autori delle pagine più illuminanti nella storia della Chiesa. Gli scritti di Sant'Agostino, le prove dell'esistenza di Dio di Anselmo d'Aosta, le quattro leggi di Tommaso d'Aquino e il celebre "rasoio" di Ockham Università: Università degli Studi di Catania Facoltà: Lettere e Filosofia Esame: Filosofia del medioevo

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Filosofía de la Edad Media

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  • La filosofia nel medioevodi Carlo Cilia

    Appunti sui pi celebri filosofi medioevali, formatisi sulla dottrina cristiana eautori delle pagine pi illuminanti nella storia della Chiesa. Gli scritti di

    Sant'Agostino, le prove dell'esistenza di Dio di Anselmo d'Aosta, le quattroleggi di Tommaso d'Aquino e il celebre "rasoio" di Ockham

    Universit: Universit degli Studi di CataniaFacolt: Lettere e FilosofiaEsame: Filosofia del medioevo

  • 1. Quattro fasi del pensiero medioevale

    Il pensiero proto cristiano che si svilupp in parallelo col pensiero tardo antico pagano si pu considerarechiuso per quanto riguardo loccidente latino nel V sec. con S. Agostino, mentre per loriente greco nel VIIsec. con Massimo il Confessore. Possiamo benissimo dividere il pensiero medievale in 4 fasi che percorronotutto il suo millennio tra alto e basso medioevo: 1. V-IX sec. che vede il consolidamento del sacro romano impero e va sotto il nome di oscurantismomedievale a causa dello stato di bassissima e deprimente ricerca culturale. I maggiori esponenti del periodosono Boezio e Scoto Eriugena. 2. X-XI sec. che vede le lotte per le investiture e le crociate. unepoca caratterizzata dalla riformamonastica e troviamo Anselmo dAosta (esponente della scuola di Chartres) e Abelardo (esponente dellascuola di san Vittore). 3. XII-XIII sec., caratterizzato dal boom della Scolastica e con sommi esponenti di teologia e filosofia comeSan Tommaso, San Bonaventura e Duns Scoto. 4. Troviamo lepoca pi buia del medioevo per via delle due crisi che la caratterizzano: Chiesa-Stato e fede-ragione. Il grande esponente di questepoca Ockham.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 2. Filoni di scuole medioevali

    Ho menzionato la parola Scolastica, essa linsieme di teologia e filosofia che sinsegnava nelle scuolemedievali. Le scuole medievali erano per lo pi edifici scolastici nati nellambito ecclesiale, a causa dellachiusura delle ultime scuole filo-pagane da parte di Giustiniano nel 529. Infatti, la Chiesa dovette assorbireil compito di creare o unire le scuole esistenti. Nacquero scuole che fino al XIII secolo furono divise in trefiloni: 1. Monacali o abbaziali, erano ammesse ad unabbazia e condotte da monaci. Nel periodo delle invasionibarbariche furono il rifugio privilegiato della cultura sia per lopera di trascrizione sia per quella diconservazione dei classici. 2. Episcopali poich erano annessi ad una cattedrale. Erano le scuole che davano listruzione elementare perdiventare sacerdoti o assolvere ruoli di pubblica utilit e amministrazione. 3. Palatine, poich erano annesse alla corte e quindi ai Palatium. quella che senza dubbio influ di pi sullacultura medievale e contribu al suo risveglio. Fu voluta da Carlo Magno e fu affidata nel 781 a Alcuino diYork fino al 804.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 3. Alcuino e il metodo d'istruzione

    Alcuino si form nella scuola episcopale di Jarrow e fu direttore della scuola voluta da Carlo Magno,nonch suo consigliere riguardante tutte le questioni dellistruzione e del culto. Organizz il suo mododistruzione dividendolo in tre gradi: 1. Leggere, scrivere, principi di latino volgare e comprensione della Bibbia e testi liturgici. 2. Studio delle 7 arti liberali ( trivio: grammatica, retorica e dialettica; quadrivio: aritmetica, geometria,musica e astronomia). 3. Studio approfondito della Sacra Scrittura. Lui aveva in mente di far sorgere sulla terra dei Franchi una nuova Atene molto pi bella e nobile diquellantica, poich qui sinsegnava Ges Cristo.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 4. XIII secolo, avvento delle Universit

    Dopo il XIII secolo, queste tre tipi di scuole vanno man mano a decadere si fa sempre pi avantilUniversit. Le prime nascono a Bologna e Parigi come unassociazione di maestri e scolari. Questeuniversit ebbero conseguenze notevoli poich contribuirono a formare o meglio a creare una nuova classedintellettuali che si affiancava ai regnum e sacerdotium e aiutarono a superare le differenze di ceto graziealla nuova nobilt che si acquisiva l: la gentilezza. A Bologna prevalse lUniversitas scholarium, cio lacorporazione studentesca, mentre a Parigi prevalse lUniversitas magistrorum et scholarium cio una sorte diassociazione di maestri e scolari e si ampli la scuola della cattedrale di Notre Dame, che aveva acquistatosempre pi successo nel corso del tempo e fu vista in modo benevolo anche dalla Curia Romana chelagevol. Se si definisce col nome di Scolastica il pensiero elaborato nelle scuole e nelle universit,possiamo trovare lasse portante di questa cultura nel rapporto fede-ragione, e pi precisamente nellusodella filosofia per studiare ed interpretare la Bibbia, e di chiarificazione e difesa della fede in vista di unadottrina sistematica. I programmi di studio che si avevano dalla scuola palatina in pio, dove si distinguevanole arti liberali dalla teologia, li troviamo in due facolt: quella delle Arti, che raccoglieva le arti del trivio equadrivio e che svilupp in maniera pi libera e autonoma la ragione e la ricerca, laltra la Facoltteologica che cerc di dar corpo al contenuto della fede tramite lo studio, e linterpretazione della Bibbia.Tutto questo fa notare come vi era una tensione tra fede e ragione.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 5. Problema degli universali. Il realismo esagerato

    E' il realismo estremo di Scoto Eriugena, Guglielmo di Champeaux e in parte di Anselmo dAosta cheritiene che gli universali esistano per s, alla maniera dellIdee platoniche, ossia ante rem (prima delle cose).Siccome le Idee archetipe sono il modello della realt, la conoscenza di esse indirettamente la conoscenzadella realt e quindi esse sono la vera realt, le cose esistono nella misura di partecipazione con loro.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 6. Problema degli universali. Il nominalismo

    E' la posizione assunta soprattutto da Roscellino, secondo cui luniversale sarebbe un puro nome che designauna molteplicit di individui. In tal senso la conoscenza non pu che avere esiti scettici, perch non esistealcun legame sostanziale fra le parole/concetti e le cose.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 7. Problema degli universali. Il concettualismo

    E' la tesi di Abelardo. Egli osserva, che gli universali non esistono in natura ma nella nostra mente (postrem) come concetti; questi si formano allorch la mente nel processo conoscitivo-astrattivo distingue esepara i diversi elementi che sono compattati nella realt degli esseri concreti. Nei concetti universalilintelletto separa da pi enti simili un modo dessere comune, e questo il concetto universale per quelgruppo di individui. In tal modo, per, non viene colta lessenza delle cose, ma il loro status communis; diconseguenza noi non potremmo conoscere la verit in s, questa conosciuta solo da Dio, ma propriamente inostri concetti, che esprimono solo una parte della realt: appunto quella certa condizione di natura di cuipi oggetti partecipano.

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  • 8. Problema degli universali. Il realismo moderato

    E' tipico soprattutto di san Tommaso, secondo cui gli universali sussistono: Ante rem come idee-archetipo nella mente di Dio; In Re: come forme delle cose alla maniera di Aristotele, Post rem: nella mente delluomo come concetti. Si noti che in questo caso la collocazione post rem dipende dalla collocazione in re, che a sua volta dipendeda quella ante rem.

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  • 9. Vita e scritti di Sant'Agostino

    Aurelio Agostino nacque il 13 novembre del 354 a Tagaste in Algeri (Africa). Il padre Patrizio era unpiccolo proprietario terriero di religione pagana che si convert al cristianesimo solo alla fine della sua vita.La madre Monica era fervente cristiana. Agostino frequent le scuole di Tagaste e della vicina Madaura.Dopo si reco a Cartagine dove inizi gli studi di retorica. La sua formazione culturale si bas per intero nellalingua latina. Studi tutti gli autori latini e prese come modello e punto di riferimento Cicerone. Agostinoinsegn prima a Tagaste, poi a Cartagine e infine and a Roma. La produzione letteraria di Agostino immensa; troviamo scritti di carattere filosofico: Contro gli Accademici, lOrdine, i Soliloqui, Limmortalitdellanima, La quantit dellanima, Il maestro, La musica. Il capolavoro dogmatico-filosofico-teologicoscritto tra il 399 e il 419 riguarda la Trinit: De Trinitatae. Mentre il capolavoro apologetico scritto tra il413-427 La citt di Dio. Altri scritti sono quelli esegetici come la Dottrina cristiana, I commenti letterali alGenesi, i Commenti a Giovanni e quelli ai Salmi. Scrisse molte opere contro i Manichei sono: Sui costumidella chiesa cattolica e Sui costumi dei manichei, Sul libero arbitrio, La vera religione, Sul Genesi. Nonsolo, abbiamo anche opere contro i Donatisti: Contro la lettera di Parmeniano, Sul battesimo, ControGaudenzio vescovo dei donatisti. Anche contro i pelagiani scrisse alcune opere: Lo spirito e la lettera, Sullegesta di Pelagio, La grazia di Cristo e il peccato originale. Scrisse pure le Ritrattazioni, in cui esamina erettifica alcune tesi scritte prima e che non erano in perfetta linea con la Chiesa. Senza dubbio lopera piimportante e che costituisce un genere nuovo sono Le confessioni.

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  • 10. 386, anno della conversione di Sant'Agostino

    Il 386 fu un anno abbastanza decisivo per Agostino. Era giunto a Milano impregnato dalle idee delManicheismo anche se ormai intellettualmente deluso da esso, in lui si faceva sempre pi avanti loscetticismo. La conversione avvenuta in Agostino non un passaggio radicale dallateismo-pagano alCristianesimo, bens un passaggio sconvolgente e che avviene allinterno di un orizzonte monoteisticosostanzialmente cristiano, poich era cresciuto nelleducazione cristiana da parte della madre, avevaaccettato linserimento in un orizzonte religioso e per lui il monoteismo era molto evidente e il problemareligioso non era marginale. Egli narra la sua conversione nellopera: Le Confessioni, la ricostruisce e lanarra attraverso unattenta e ricca analisi di unevoluzione religiosa ed intellettuale insieme. Ma allora in checosa consiste la sua conversione? Certamente non solo un fatto morale in altre parole in un adeguamentodel comportamento alle verit intellettuali e religiose. Per lui, infatti, la morale strettamente secondaria equindi conseguente alla risposta teoretica.

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  • 11. Conversione di Agostino nelle "Confessioni"

    Il testo delle Confessioni narra la sua conversione vista per con lesperienza vissuta anni dopo. Notiamoche prima di essere battezzato nel 386, volle fare una rilettura o meglio una riflessione sul percorso che loaveva portato a ci. Fa iniziare tutto dalla lettura dellOrtenzio di Cicerone, e afferma che la sua lettura muttotalmente il suo pensiero, il suo modo di sentire, di pregare e suscit nuove aspirazioni e nuovi desideri.Possiamo affermare che la lettura dellOrtenzio apr il suo cuore alla ricerca della sapienza, come oggetto efine della filosofia. Questa scossa psicologica fu solamente il punto di partenza che lo port adunevoluzione lenta, per liberarsi dalla cultura retorica e fondarsi via via nella ricerca della sapienza. Citroviamo davanti ad una seria ricerca laica della verit nel desiderio di trovare risposta agli interrogativifondamentali delluomo, per dare cos senso e ragioni alla vita. Fuorviante per quanto si voglia, laconversione al manicheismo da parte dAgostino fu dovuta dalla conversione alla filosofia. Egli cadde inessa per una sete di razionalit: il manicheismo gli si proponeva come scienza in grado di sistemattizarelUniverso, Dio compreso, a differenza della fede cattolica in cui egli viveva in quel periodo e che gliimponeva solo di credere e non di chiedere.

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  • 12. Filosofare della fede in Sant'Agostino

    Agostino fu il pi grande pensatore cristiano ad attuare una matura sintesi tra fede, filosofia e vita,ritenendo che la fede avrebbe tratto luce e ricchezza dalla ragione e che la ragione a sua volta sarebbe statastimolata maggiormente dalla fede. In questa ricerca accanita della fede, lintelligenza dischiude gliorizzonti del pensiero e si accoglie questa luce che viene da Dio. Non appena si arriva a conoscere la veritdi Dio si rester allibiti: il sapere che parte dalla fede. Insomma nacque cos il filosofare nella fede o lafilosofia cristiana. Non una forma di fideismo cieco, per Agostino la fede non sostituisce lintelligenza enon la elimina, ma la stimola e la promuove e da canto suo lintelligenza non elimina la fede ma la rafforza ela chiarifica Credo ut intelligam, intelligo ut credam, (credo per pensare, penso per credere).

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 13. Metafisica dell'interiorit in Sant'Agostino

    La scoperta della persona e la metafisica dellinteriorit (dalluomo in genere alla persona): Se i greciquando si riferivano alluomo lo facevano pensando alluomo astratto e generale, lui va oltre poich siriferisce alla singola persona elabora, infatti, il concetto di persona sulla base del ruolo della volont.Agostino vede nei modi di essere della persona il riflesso di Dio Trinit: conoscere ed amare. Siamo quindilontano dallintellettualismo greco, che alla volont aveva lasciato se non scarsissimo spazio. Per Agostino, il confrontarsi della verit umana con la verit divina che porta alla scoperta dellio come persona,nellanima si rispecchia Dio. Anima e Dio sono i pilastri della filosofia agostiniana. Non indagando nelmondo ma scavando nellanima si trova Dio.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 14. Verit e illuminazione in Sant'Agostino

    Il conoscere quindi tende alla verit e la verit sidentifica con Dio, ci fa capire che la maggior parte delledimostrazioni dAgostino sullesistenza di Dio sono dimostrazioni dellesistenza di una verit somma esuprema. Egli non accetta del tutto la gnoseologia platonica, ne rifiuta la reminiscenza e la sostituisce conlilluminazione: Dio come nella creazione ci fa partecipi dellessere, cos ci fa partecipi della verit; essendoLui stesso la fonte della verit. Agostino diceva che nel momento stesso in cui si pretende di negare la veritla si afferma si fallor, sum (se dubito, proprio per poter dubitare, esisto, e se esisto sono certo di pensare).Per lui la sensazione non unaffezione che lanima subisce, poich gli oggetti sensoriali agiscono sui sensie ci non sfugge allanima, che agisce traendo non dallesterno ma dallinterno la rappresentazione di queloggetto che la sensazione. Quindi nella sensazione il corpo passivo mentre lanima attiva. Tutto ci solo il primo grado della conoscenza. Lanima grazie alla ragione le giudica sulla base di criteri checontengono un plus rispetto agli oggetti corporei: mutevoli e imperfetti per il corpo, immutabili e perfettiper lanima. Tutti questi criteri di conoscenza derivano da qualcosa che al di sopra della nostra mente: laVerit. Lintelletto quindi giudica grazie alla verit da cui giudicato.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 15. Agostino e Platone

    La verit la misura di tutte le cose e lo stesso intelletto misurato in base ad essa. La verit pu esserecolta col puro intelletto ed costituita dalla fede che sono le supreme realt intelligibili. Agostino riformaPlatone in due punti: 1. Le Idee, sono i pensieri di Dio; 2. Respinge la dottrina della reminiscenza sostituendola o meglio ripensandola e trasformandola in quelladellilluminazione: la verit di Dio la luce che illumina la mente umana nellatto della conoscenzapermettendole di cogliere le Idee intere come verit eterne e intelligibili presenti nella stessa mente divina.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

    La filosofia nel medioevo Pagina 15 di 76

  • 16. Esistenza di Dio in Sant'Agostino

    Dio (caratteri filosofici di Dio): A. sosteneva che la dimostrazione dellesistenza della certezza e della veritcoincide con la dimostrazione dellesistenza di Dio. 1. I caratteri di perfezione del mondo, ci fanno risalire al suo artefice 2. Consensus gentium: tutti i pensatori antichi anche pagani riconoscono che la specie umana e il mondosono creati da un essere supremo 3. I diversi gradi di bene fanno risalire al primo e supremo Bene che Dio. La novit dAgostino che luidimostra lesistenza di Dio non per spiegare il come ma per fruirne: amarlo, riempire il vuoto dellanima,porre fine allinquietitudine del cuore e per essere felici. Lui diceva che sulla terra assaporiamounimmagine della vera felicit che avremo in cielo e in maniera piena. Essere, Verit e Bene o Amore,sono gli attributi essenziali di Dio. LEssere non come per i greci la sostanza prima o suprema, ma va oltre,infatti la sostanza suprema anche Colui che . Dio nel creare le cose li rende partecipi dellessere sommoquali egli , ma in differenti gradi Agostino afferma che pi facile affermare ci che Dio non che ci cheeffettivamente , poich supera ogni nostro grado di pensiero.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 17. La Trinit in Sant'Agostino

    Agostino afferma con forza che questo Dio che E colui che , essenzialmente Trinit. Dio in sensoassoluto sia il Padre, sia il Figlio sia lo Spirito Santo, essi sono inseparabili nellEssere e operanoinseparabilmente, non essendoci differenza n funzionale n gerarchica, essi sono perfettamente uguali.Tuttavia queste tre persone sono distinte da Agostino, non dal punto di vista della sostanza ma da quellorelazionale: per cui il Padre ha il Figlio ma non il Figlio, che ha sua volta ha il Padre ma non il Padre,entrambi hanno lo Spirito Santo ma non sono lo Spirito Santo e viceversa. Ci significa che ciascuna delletre persone distinta dalle altre ma non ontologicamente diversa.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 18. Dottrina della creazione in Sant'Agostino

    Per Agostino la creazione delle cose dal nulla (ex nihilo), ossia non dalla sostanza di Dio e nemmeno daqualcosa che preesisteva. Per lui una realt pu derivare da unaltra in tre modi: 1. Una generazione; in questo caso il generato deriva dalla stessa sostanza del generante. 2. Una fabbricazione; allora il generato deriva da una materia esterna al generante. 3. Per creazione dal nulla assoluto; il generato non viene n dalla sostanza del generante n dalla materiaesterna. Tale azione un gratuito dono divino dovuto alla libera volont e alla bont di Dio, oltre che allasua infinita potenza.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

    La filosofia nel medioevo Pagina 18 di 76

  • 19. Struttura della temporalit ed eternit in Sant'Agostino

    Dio creando dal nulla il mondo, ha creato insieme ad esso il tempo stesso. Dunque prima del mondo noncera un prima temporale, perch non cera il tempo, ma leterno. Il tempo quindi diverso dalleterno. Lanatura del tempo si spiega in relazione allanima, che conserva il passato e anticipa il futuro. Per Agostino itempi sono tre: passato (memoria), presente del presente (intuizione), presente del futuro (attesa). Quindi iltempo non sta nel movimento e nelle cose ma bens nellanima, quindi legato alla memoria, allintuizionee allattesa, diventando unestensione dellanima

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 20. Dottrina delle Idee e delle ragioni seminali in Sant'Agostino

    Dio ha creato il mondo secondo ragione e quindi ha creato ciascuna cosa secondo un modello che eglistesso ha prodotto come suo pensiero. Le Idee sono quindi questi pensieri-modello di Dio, e sono la verarealt, ossia eterni e immutabili. Agostino ripropone (lo avevano gi fatto gli stoici) una teoria delle ragioniseminali: Dio non crea la totalit delle cose possibili come gi attuate, ma immette nel creato i semi o germidi tutte le cose possibili, che nel corso del tempo si sviluppano. Dio ha creato insieme alla materia,virtualmente tutte le possibilit di attuazione della medesima, infondendo in essa appunto le ragioni seminalidi ogni cosa. Levoluzione del mondo nel corso del tempo altro non che lattualizzarsi e il realizzarsi di taliragioni seminali, e dunque, un prolungamento dellazione creatrice di Dio.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

    La filosofia nel medioevo Pagina 20 di 76

  • 21. Stato ontologico del male in Sant'Agostino

    Il male non una sostanza o un essere, bens deficienza e privazione dellessere. Il problema del maleAgostino lo prospetta in tre livelli: 1. Metafisico-ontologico: da questo punto di vista nel cosmo non esiste male ma gradi inferiori di essererispetto a Dio. 2. Morale: il peccato. Esso dipende dalla cattiva volont, non ha una causa efficiente ma piuttostodeficiente, cio la scelta di un essere inferiore invece dellessere supremo. 3. Fisico: come la malattia, la sofferenza, i tormenti delluomo e la morte, sono la conseguenza del peccatooriginale.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 22. Volont, libert e grazia in Sant'Agostino

    La tematica del male morale porta in primo piano il concetto di volont delluomo, che Agostino consideracome autonoma dalla ragione. La ragione conosce, la volont sceglie e pu scegliere anche contro laragione. Tuttavia la volont raggiunge la perfezione e la piena libert quando non fa il male, ma per far ciha bisogno dellaiuto di Dio che opera tramite la grazia divina.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

    La filosofia nel medioevo Pagina 22 di 76

  • 23. Citt terrena e Citt divina in Sant'Agostino

    Il male amore di s (superbia), il bene lamore di Dio. linsieme degli uomini che amano se stessi o ilmondo formano la citt terrena, mentre linsieme degli uomini che amano Dio e gli altri formano la cittdivina. Entrambi i cittadini delle due citt, occupano la terra, ma quello celeste lo fa come un pellegrino,quello terreno come un dominatore. La storia ha un andamento lineare: ha un traguardo finale (giudiziouniversale), in cui il cittadino terreno destinato alla dannazione mentre, il cittadino celeste alla salvezza.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

    La filosofia nel medioevo Pagina 23 di 76

  • 24. "Ordo amoris" in Sant'Agostino. Amore essenza dell'uomo

    Nelle vicende delluomo e del mondo, la categoria dominante e assoluta non pi quella del sapere, comepensavano e volevano i greci, ma quella dellamore: lordo amoris, ossia lamare se stessi, gli altri e lecose secondo la dignit ontologica che propria di ciascuno. Lordo amoris il principale criterio diriferimento. La consistenza ontologica e morale delluomo dipende dal grado e dal peso del suo amore.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 25. Vita e scritti di Severio Boezio

    Un esponente del Periodo della Scolastica fu Severio Boezio, nato nel 480 e morto nel 524. Egli fu il primoscolastico e lultimo dei romani, possiamo definirlo una figura chiave nel sorgere del medioevo. Si prefissdi far conoscere ai latini la cultura greca attraverso traduzioni e commenti di molte opere greche tra cui icommenti alle opere di logica di Aristotele. Si spos giovanissimo con Rusticana e nel 510 divenne consolementre i suoi due figli lo divennero nel 522 e in questoccasione pronunci il panegirico di Teodorico.Sempre in questi anni esercit la carica di magister officiorum (direzione generale dei servizi di corte e dellostato, politica estera, commando delle guardie del re). A causa delle accuse di aver impedito lopera deidelatori nei riguardi del senato e di tramare per restaurare lautorit dellimperatore ai danni di Teodorico, daparte del refferetor Ciprino, fu arrestato e giudicato senza essere mai stato ascoltato e nellinverno del 524vicino Pavia. Tra le sue opere troviamo il commento allIsagoge di Porfirio, dove Boezio simbatte in unadelle questione fondamentali del medioevo: la questione degli universali o problema della natura ontologicadegli universali. Lui risolse questo problema nel senso di un realismo moderato: luniversale in quanto taleesiste solo nellintelletto umano e quindi incorporeo, nasce per astrazione dalla conoscenza degli individui.Lopera sua di maggior rilievo senza dubbio il De Consolatione philosophiae, scritta in prigione e sialterna tra versi e prosa e dove si possono sottolineare due punti fondamentali: la filosofia in grado diadditare alluomo quella che la vera felicita (Dio stesso o il Sommo bene) e di distrarlo dai beni materiali,la filosofia insegna a credere nella Provvidenza divina, anche se presente il male, essa fa vedere e insegneluniversale orientamento al bene della realt. Una volta che si ammessa lesistenza della Provvidenza,come si pu salvare la libert delluomo? Secondo Boezio, Dio conosce e dispone anche le cose future sullabase della natura che ciascuna di essa avr: eventi necessari o eventi liberi che siano. Insomma possiamodefinire Boezio un filosofo cristiano.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

    La filosofia nel medioevo Pagina 25 di 76

  • 26. Vita di Scoto Eriugena

    Un autore famoso del IX secolo senza dubbio Scoto Eriugena. Egli un filosofo che si rif molto alle ideeneoplatoniche assorbite nella lettura dello Pseudo-Dionigi Areopagita. Di origine irlandese, nacque intornoallanno 810 e nel 847, Carlo il Calvo lo chiama a dirigere la scuola palatina. Apprezzato professore inFrancia, disputo sotto invito dei vescovi di Reims e Laon la tesi della doppia predestinazione di Gotescalco(alcuni infallibilmente destinati allinferno altri al paradiso). Il suo pensiero sosteneva che la conoscenza diDio partiva dalla via positiva o attribuzione a Dio di tutte le perfezioni delle creature, e termina con la vianegativa cio la negazione della sufficienza di quella perfezione attribuita a Dio, Dio molto di pi di ciche noi diciamo di lui, quindi la via negativa si trasforma in una via super affermativa poich Dio al disopra dogni attribuzione fattagli.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

    La filosofia nel medioevo Pagina 26 di 76

  • 27. "De divisione naturae" di Boezio

    La sua opera di maggior rilievo fu il De divisione naturae. un trattato scritto in 5 libri sotto forma didialogo e riassumibile in 4 tappe collegabili con Dio. 1. La natura che crea non creata (Dio). 2. La natura che creata e che crea, vale a dire il Logos il quale contiene i modelli ideali di tutte le cose, manon come voleva Platone in pratica cause esemplare, ma bens cause efficienti per effetto dello Spirito Santoche fa derivare dagli eterni esemplari le realt individuali. 3. La natura che creata ma non crea, in altre parole il cosmo. Esso creato da Dio, una manifestazione diDio e luomo ha il compito specifico di ricondurlo a Dio. 4. Natura che non creata e non crea, cio Dio inteso come fine della Storia. Il mondo e luomo vengonoricapitolati in Dio, luomo non perde la sua individualit cos come non la perde laria poich attraversatadalla luce. Per Eriugena vi era una visione realistica degli universali, lui considerava la dialettica non solo come regoladel pensiero, ma anche come la struttura stessa della realt, come larte fondata dal Creatore nellatto dellacreazione. Non esiste quindi differenza tra religione e filosofia, ambedue fanno riferimento a Dio. Eriugenaaffermava quindi che nessuno entra in cielo se non attraverso la filosofia.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

    La filosofia nel medioevo Pagina 27 di 76

  • 28. Vita e scritti di Anselmo d'Aosta

    Nato ad Aosta nel 1033 da famiglia nobile, dopo la morte della madre, pellegrin in vari monasteri dellaFrancia, finch entr nel monastero benedettino di Bec in Normandia. Anselmo fece sorgere la teologiaincentrata sullo strumento della ragione. Tra il 1076 e il 77 scrisse le sue opere pi importanti: ilMonologion e il Proslogion. Nel 1078 fu eletto abate e contemporaneamente scrisse: il De grammatica e ilDe Veritate, il De libertate arbitrei, il De casu diaboli, il Liber de fide trinitatis, e il De incarnatione verbi.Nominato arcivescovo di Canterburry, simpegn a lungo con gli imperatori di quel periodo sulla lotta per leinvestiture, scrisse il Cursus homo, che ultim in Italia nel 1097. Mor il 21 Aprile 1109 mentre stavameditando sullanima.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

    La filosofia nel medioevo Pagina 28 di 76

  • 29. Centralit del problema di Dio in Anselmo d'Aosta

    Tutto il pensiero dAnselmo dominato dallidea di Dio. E questo il problema che sostiene e unifica le sueindagini. Infatti, per lui, altro parlare dellesistenza di Dio, altro parlare della sua natura. Altro chiedersise una cosa esiste, altro chiedersi cosa essa sia. Nel Monologion si nota pienamente questa distinzione,dove formula le prove a posteriori o dagli effetti alla causa dellesistenza di Dio. Nel Proslogion, inveceformula largomento ontologico vale a dire lanalisi dellidea di Dio, o meglio ci che non dipende dallanatura delle cose.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

    La filosofia nel medioevo Pagina 29 di 76

  • 30. Prove a posteriori dellesistenza di Dio in Anselmo d'Aosta

    Queste prove sono quattro ed Anselmo vuole dimostrare come dal mondo si previene a Dio: 1. La prima prova, si muove dallesistenza delle cose buone per risalire alla Bont assoluta, cio esistono lecose buone perch esiste ununica bont assoluta. 2. La seconda parte dalla variet delle grandezze per arrivare ad una somma grandezza, di cui le altre sonopartecipi. Questa grandezza riguarda la qualit delle cose e non la quantit. 3. La terza si basa sul concetto di causa: tutto ci che , esiste in virt di qualcosa, bisogna quindi ammettereche esiste un Essere supremo in virt del quale esistono tutte le cose. 4. La quarta prova si basa sui gradi di perfezione che rimandano ad una perfezione somma, una specie digerarchia degli esseri a cui capo sta lEssere supremo.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 31. Prova a priori dellesistenza di Dio in Anselmo d'Aosta

    Nel Proslogion, Anselmo introduce unultima prova dellesistenza di Dio, la cosi chiamata prova a priori oargomento ontologico (cio che non dipende dalla natura delle cose). Dio quella realt di cui nulla pupensarsi pi grande, e cosi quando si vorrebbe negare la sua esistenza, si cadrebbe in unaautocontraddizione, poich si verrebbe ad ammettere lesistenza mentale di Dio, ma nello stesso tempo nonla sua esistenza reale. Cosi si priva Dio della perfezione dellesistenza e ci contraddice la stessa nozione diDio a cui si pensa e cio lente di cui nulla pu pensarsi pi grande. Questa prova detto argomentoontologico perch dallanalisi dellidea di Dio che nella mente, si deduce la sua esistenza fuori dallamente, e anche detto a simultaneo perch nellidea di Dio trova inclusa ad un tempo la sua esistenza.

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  • 32. Libert umana e onniscienza divina in Anselmo d'Aosta

    La conoscenza umana si basa sul concetto e il concetto pu essere pi o meno vero a seconda della suamaggiore o minore adeguatezza rispetto alle cose. Il pensiero retto quello che esprime la realt cosi com.Per Anselmo esiste anche una rettitudine della volont e della libert. La libert la capacit di agiresecondo il bene, e non la possibilit di peccare perch altrimenti Dio non sarebbe libero. Ma come siconcilia la libert umana con lonniscienza/onnipotenza divina? Si concilia ammettendo che Dio prevede lecose nel modo in cui avverranno, ci reso possibile dal fatto che le previsioni divine hanno luogonelleternit, mentre la realizzazione nel tempo.

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  • 33. Ragione nel tracciato della fede in Anselmo d'Aosta

    La fede che cerca di comprendere: Anselmo realizza la sua speculazione nel rapporto di ragione/fede e siprefigge di chiarire con la ragione ci che si possiede con la fede. La ragione si muove lungo il tracciatodella fede per esplicitarne la verit. Si comprende quindi il senso di credo ut intelligam, in essa implicitoun uso confermativo della fede nei confronti della ragione, dove la fede vista come la garanzia della veritdella ragione.

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  • 34. Caratteristiche del realismo in Anselmo

    Il primo carattere nonch condizionatore di tutti gli altri lunit e perfetta corrispondenza tra linguaggio,pensiero e realt o mutuo rimando tra logica e mondo (tra res e voces). Per Anselmo ai concetti corrispondela realt e il rimando dei primi alla seconda il frutto di un movimento oggettivo. Egli il difensore di unaconcezione realistica degli universali: secondo cui ai concetti corrisponde una realt ontologica- teologica,da cui dipende tutta lattivit conoscitiva dellintelletto. Il termine universali deriva dallespressione unum indiversis ed indica ci che unifica una diversit, in altre parole le propriet comuni di una molteplicit diindividui. Per Platone erano le Idee, cio le essenze trascendenti di cui partecipano le realt concrete. PerAristotele il concetto, ottenuto dalla mente per astrazione. Per i medievali il problema consiste nellostabilire quale sia lo statuto ontologico degli universali: sono le idee e pensieri trascendentali di Dio o paroleinsignificanti?

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  • 35. Vita e scritti di Pietro Abelardo

    Nato a Le Pallet nel 1079, fu discepolo di Roscellino, Guglielmo di Champeaux e Anselmo di Laon. Pietropi che un umile discepolo. Lo si pu definire un discepolo insoddisfatto e critico nei riguardi di tutte ledottrine dei suoi ministri. Riusc ad aprire una scuola tutta sua a Parigi sulla collina Sainte Genere. Tra il1114 e il 1118 si ebbero gli anni pi brillanti del suo magistero, perch in questi anni insegn a NotreDamme. Sempre in questi anni ebbe la storia damore con la bella Eloisa, al cui termine entrarono entrambiin convento. Nei concili di Sassons (1121) e Sens (1140) furono respinte le sue tesi sul mistero della santaTrinit e sul ruolo affidato alla ragione nellindagine della verit cristiana. Mor ne1142 mentre era inviaggio verso il papa e fu accolto a Cluny da Pietro il Venerabile. I suoi scritti sono catalogati in quattrosettori: logico, teologico, etico - morale, autobiografico. 1. Gli scritti riguardante il settore logico sono: le Glosse letterali (al De Intrerpretatione, al De divisione diBoezio, a Porfirio e alle Categorie) pubblicate col titolo di Introdutiones parvalorum o dialecticae, Logicanostrorum, la Logica ingredientibus e la Dialectica. 2. Gli scritti di teologia sono. Teologia cristiana o summa bone, teologia o introductio ad theologiam,commentaria in epistulam Pauli ad Romanis ed expositio in hexaemeron. Usa il metodo del Sic et Non, cioil confronto tra le sentenze dei padri e la Scrittura. 3. Per letica abbiamo: Ethica seu scito te ipsum (conosci te stesso), Dialoqus inter judaeum, Philosophum etcristianum. 4. Quelli autobiografici sono: lhistoria Calamitatum, lEpostolorium e le Poesie..

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  • 36. Dubbio e regole della ricerca in Abelardo

    Abelardo riconosce la funzione positiva del dubbio in rapporto alla ricerca in quanto ne fornisce il punto dipartenza. Si tratta perci di un dubbio metodico, perch da il via alla ricerca. Per superare la fase del dubbioe in ogni caso necessario imporsi delle regole: 1. Analisi linguistico-terminologica del testo; 2. Verifica autenticit del testo; 3. I rapporti testo- contesto; 4. La ricerca della maggiore obbiettivit possibile nellesegesi.

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  • 37. Ratio, "intelligere e comprehendere" in Abelardo

    Abelardo esalta molto la dialettica, incentrata nella questione dei rapporti fra voces e res (voces: parole, res:ci che la parola vuol dire), poich costituisce la stessa ratio. Per lui coltivando la dialettica si coltiva laratio. Ecco che per Abelardo la ratio critica aveva un ruolo preponderante anche nella teologia. Tuttavia egliaveva ben chiaro il concetto di inattingibilit della natura divina e si proponeva quindi come obbiettivo nontanto la verit, ma quanto la verosimiglianza; cio una cognizione accessibile allumana ragione e noncontraria alla Sacra Scrittura. Si introduce cosi una distanza fra intelligere e comprehendere: la ratio e lafides permettono lintelligere, ma il comprehendere dono esclusivo di Dio.

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  • 38. Etica in Abelardo. Consensus animi

    In morale Abelardo mette in luce il ruolo della conoscenza come sorgente dellintentio o consensus animi.Lanima umana sarebbe teatro di impulsi che sono involontari e istintivi, e quindi premorali, la moralitsorge nel momento in cui la conoscenza d il suo consenso. Gli atti morali si qualificano dallinterno, perlintenzione di che opera. Comprendiamo dunque che Abelardo distingui il piano dellistintivit da quellocoscienziale e razionale. Il primo premorale, il secondo morale. Laccettazione dellelementointenzionale come fattore determinante della vita morale, ha in Abelardo un triplice obbiettivo: Il primo rappresentato dal bisogno di interiorizzare la vita morale. Il secondo obbiettivo che Abelardo persegue costituito dalle persuasioni che in nostro corpo non inquinato dalla concupiscenza, quindi di per s nonabbiamo in noi niente di peccaminoso, se non in conseguenza delladesione volontaria alla lorosollecitazione. Il terzo di contrastare lo stile diffuso del giudizio sempre pronto e facile nei riguardi delprossimo.

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  • 39. Intelligo ut credam e universali in Abelardo

    La ratio (logica dialettica) gode di una propria autonomia e ha delle specifiche regolo. Tuttavia, essa sedebitamente coltivata porta alla fede; da qui lespressione: intelligo ut credam. La ragione in nessun casogiunge a verit definitive, cosicch il sapere umano si conclude in ogni modo in forma di verosimiglianza. La grande controversia sugli universali: Abelardo comunque passato alla storia anche per la posizione cheha assunto nella secolare questione degli universali. Egli era per il concettualismo.

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  • 40. Vita e scritti di Ugo di San Vittore

    Non conosciamo i primi anni della vita di Ugo; egli probabilmente di origine fiamminga, nato a Sassonianel 1086. Ha insegnato a S Vittore dal 1125 fino alla sua morte avvenuta nel 1141. egli lesponente pi dirilievo della suddetta scuola. Le principali opere di Ugo sono: De Sacramentis christianae fidei: una vastaSomma di teologia, di cui sono notevoli le proporzioni e lordine interno: vi descritta tutta la storia delmondo. ordinata intorno a due fatti che ne segnano i momenti critici: la creazione e a restaurazione delmondo mediante la quale ci che era perito stato rifatto per opera del Verbo incarnato e dei sacramenti. LeScritture hanno come argomento lopera della restaurazione, esse espongono come stato creato il mondoper raccontare della caduta delluomo e poi della redenzione. Le scienze profane hanno come oggettolopera della creazione. Poi c il Commento alla gerarchia celeste: dallo pseudo Dionigi. Inoltre varicordato il Didascalicon: diviso in 6 libri. Ugo in questo opera descrive il suo ideale didattico epedagogico. Lo scritto si presenta come una guida alla lettura nel senso che indica allo studente ci chebisogna leggere e in quale modo.

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  • 41. "Didascalicon" di Ugo di San Vittore

    La lezione era fondata sullapproccio diretto alle fonti. I primi libri presentano le scienze pi vicine alla vitamateriale (arti meccaniche) come anche le discipline del trivio (grammatica, dialettica e retorica), e delquadrivio (aritmetica, geometria, musica e astronomia). Il pensiero di Ugo si organizza intorno allideadellunit essenziale dei saperi e dellessere umano che il peccato originale delle origini ha spezzato e chebisogna ricostruire. La sua pedagogia si applica a questessere umano decaduto, cercando di restituirglilimmagine e la somiglianza con Dio. Luomo potr ricostruire la sua integrit originaria mediante la ricercadella verit e lesercizio delle Virt. Le arti del trivio e del quadrivio hanno come fine di condurre eorientare la persona a un sapere pi elevato, quello della lettura meditata della Sacra Scrittura. Gli ultimilibri del Didascalicon intendono guidare lo studente in questa impresa. qui il punto di arrivo e il luogodella restaurazione dellimmagine di Dio. i consigli morali che si trovano nellopera, hanno lo scopo diassicurare il corretto esercizio delle scienze e di orientare alla contemplazione della verit. Questi consiglietici per lapproccio allo studio, specialmente allumilt, come condizione preliminare e orizzonte dentro ilquale reso possibile un viaggio spirituale nel campo del sapere umano. Essa descrive un atteggiamento diapertura della mente e del cuore a saper leggere i semi di verit che ci sono in tutte le cose e in tutte lepersone, aprendo lo spirito alla curiosit vera e al dialogo con tutti. Per Ugo tutte le cose e tutti gli enti,chiamati allesistenza dalla volont del creatore, sono lespressione storica e concreta di un progettodellintelligenza divina.

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  • 42. Le scienze per Ugo di San Vittore

    Luomo di studio non deve nel suo lavoro procedere a una tipologia selettiva dei saperi, frammentandosi inspecializzazioni esclusive, smarrendo cos la polifonia della verit. Per Ugo le scienze si riducono a quattroe queste quattro contengono tutte le altre: 1. La scienza teorica: che comprende la teologia, la matematica e la fisica. 2. La scienza pratica: che comprende la morale individuale, domestica e politica. 3. La scienza meccanica: che divide in sette branchie: tessitura, fabbrica darmi, navigazione, agricoltura,caccia, medicina e teatro. 4. La scienza logica: che si divide in grammatica e arte del discorrere. Per il rigore metodico e la struttura questopera fu un modello per le successive che verranno scritte inseguito.

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  • 43. "De institutione novitiorum" di Ugo di San Vittore

    Altra opera importante il De istitutone novitiorum: un libro scritto sulla formazione dei novizi. La vitadel monaco secondo Ugo riempita da una serie di esercizi, disposti in ordine gerarchico: la lettura oinsegnamento, la meditazione, la preghiera, lazione e infine la contemplazione, nella quale raccogliendolifrutto di ci che precede, si gusta in questa stessa vita quello che sar un giorno la ricompensa delle operebuone.

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  • 44. Vita e scritti di Pier Lombardo

    Pier Lombardo nacque a Novara e comp i suoi studi a Bologna e poi a San Vittore a Parigi. Qui dal 1140insegn presso la scuola cattedrale e nel 1159 divenne vescovo di Parigi e lanno successivo mor. Eglidivenne famoso per i suoi libri delle sentenze che anche se non particolarmente profondo in campofilosofico, raccolgono tutti i maggiori contributi delle correnti di pensiero anteriori , con lintento dipresentare un compendio della dottrina cristiana. Le verit di fede, sono contenute nella Sacra Scrittura, nonsempre per, cera stato accordo su alcuni brani importanti della Scrittura. Ecco che quando prese corpolesigenza di raccogliere e riportare insieme ai brani della Scrittura esprimenti la verit di fede, anche leinterpretazioni dei padri. Fu cos che nacquero le Summae o Sentenziae. Tra i vari libri di sentenze, le pifamose sono appunto quelle di Pier Lombardo: i Libri quattur setentiarum. Pier Lombardo scrisse pure uncommentario alle lettere di San Paolo e uno ai Salmi. I suoi Libri quattur setentiarum furono commentati datutti i scolastici del tempo. Non certo un opera originale, e piuttosto un opera di compilazione dovesfociano tutte le correnti anteriori. In questa opera Pier Lombardo riconosce i diritti della ragione ma non glisottomette la fede. I Libri quattur setentiarum sono: I. Dio uno e trino. II. Dio creatore, grazia, il peccato originale e quello Athumer III. Lincarnazione. IV. I sacramenti e ai novissimi (morte, paradiso, purgatorio e inferno).

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  • 45. Vita e pensiero di Giovanni di Salisbury

    Nato nel 1100 in Inghilterra a Salisbury, studi in Francia e frequent la scuola di Chartres. Fu allievo diAlbelardo. Dopo aver trascorso alcuni anni alla corte pontificia, torn il Inghilterra e divenne segretariodellarcivescovo di Canterburry: Tommaso Becket, al quale dedic il Metalogicon e il Policraticus. Allamorte di Tommaso ritorn in Francia e nel 1176 divenne vescovo di Chartres. Mor nel 1180. egli sostieneuna posizione filosofica non dogmatica. Di derivazione accademico- ciceroniana, che gli fece preferire itermini di una conoscenza probabile alla presuntuosa sicurezza di chi pretende di cogliere la verit. Lumiltdella ragione ben si addice alla fede cristiana che ritiene Dio solo veramente saggio.

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  • 46. Vita e opere di Avicenna

    Nato nel 980 nei pressi di Bukara in Persia , Avicenna ci ha lasciato nella sua autobiografia il racconto deglistudi enciclopedici a cui si dedic. Allet di 16 anni esercitava medicina, dopo aver assimilato lo studiodelle lettere, della geometria, della fisica, della giurisprudenza e della teologia. Tuttavia egli incontr nellaMetafisica di Aristotele un grosso ostacolo che super dopo molto tempo. Condusse una vita agitata eromanzesca in cui i piaceri occupavano una grande parte. Scrisse pi di cento opere che trattano i pi diversiargomenti, mori nel 1037 allet di 58 anni. Un primo gruppo di opere tratte dalla sua maggior opera: il libro della guarigione, in 18 volumi,comprendenti la Logica, la Retorica, la filosofia della natura, la psicologia e la Metafisica.

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  • 47. Pensiero logico di Avicenna

    La logica di Avicenna poggia, come quella di Aristotele, sulla distinzione del primo oggetto dellintelletto eil suo secondo oggetto. Luniversale una seconda intenzione, ma Avicenna la concepisce in modo diversoda Aristotele. Per lui ogni nozione universale definisce una realt mentale che si chiama essenza; ciascunaessenza si distingue per delle propriet proprie ben definite. Le essenze esprimono esattamente il reale da cuiil pensiero le astrae. La conoscenza logica ha una portata fisica e metafisica, perch la generalit degliuniversali e la loro predicabilit esprime le propriet fondamentali che ha lessenza di essere una emedesima. In questa prospettiva va rilevata una distinzione tra ente ed essenza: luno il concretato, laltralastratto. In Avicenna la nozione di essere non semplice, essa infatti si sdoppia in essere necessario epossibile. Lente possibile ci che esiste di fatto ma che di per se potrebbe anche non esistere poich nonha in se stesso la ragione del proprio essere ma la trova in una causa che lo ha posto in essere. Lesserenecessario quel essere che esiste di fatto e di diritto.

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  • 48. Idea di Dio in Avicenna

    Se allora i possibili esistono, perch esiste un necessario, causa della loro esistenza: Dio. Il Dio diAvicenna dunque necesse esse per definizione. Egli , ma se chiede che cosa , non c risposta; in lui nonc un quid a cu chiedere: quid sit? Il caso di Dio unico, poich in Lui ente ed essenza coincidono. Ilrapporto Dio-mondo in Avicenna un rapporto di necessit. Avicenna ha concepito la produzione delmondo da parte di Dio come lattualizzazione successiva di una serie di esseri, ciascuno dei quali, possibilein se, diventa necessario in virt del solo necesse esse, che Dio. Ci si pu chiedere se lintelletto di cuiparla Aristotele, non sia Dio oppure un essere soprasensibile, inferiore a Dio. Avicenna unisce la teoriadellintelletto alla costruzione del mondo astronomico e sovrappone allastrazione un altro modo diconoscere, di carattere sacro. Lavicennismo si presenta come una cosmogonia in cui dallEssere necessarioemanano tutti gli altri che ricevono lesistenza come un accidente, che il Primo essere comunica loro perliberalit naturale. Per Avicenna la produzione del mondo da parte di Dio eterna. La sola priorit del primosul resto quello del necessario sul possibile. Il necessario semplice e uno, perch la sua essenza autosufficiente; ora dalluno non pu uscire che luno.

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  • 49. Gradi di conoscenza e intellectus sanctus in Avicenna

    Essendo Dio intelligibile, latto di una sostanza intelligibile di conoscere; latto creatore deve essere lattostesso per il quale Dio conosce. Il Primo conosce se stesso e la conoscenza che egli ha di se costituisce ilprimo causato. Esso una sostanza intelligibile per se possibile ma necessario, in virt della sua causa.Questa intelligenza pensa in primo piano a Dio generando cosi una seconda intelligenza separata. Questaultima pensa se stessa come necessario per sua causa, e questo atto genera lanima della sfera celeste checontiene il mondo. essa si pensa come possibile in se stessa generando cos il corpo di questa sfera. Laseconda intelligenza procede allo stesso modo generando una terza intelligenza che a sua volta conoscendose stessa come necessaria genera lanima della seconda sfera e poi il corpo della seconda sfera. Questoprocesso continua fino allultima intelligenza separata, quella che presiede alla sfera della luna e che noiconosciamo poich essa il nostro intelletto agente. Questa intelligenza chiude la serie delle emanazioni eirradia le forme intelligibili sulla materie terrestri disposte ad accoglierle generando i sensi. Ogni uomo uno di questi esseri; lanima che anima il suo corpo una sostanza intelligibile che paragona, classifica, leimmagine dei corpi che percepisce con i sensi. Ci che si chiama astrazione qui dunque la ricezione di unadelle forme intelligibili, irradiate in un intelletto umano disposto ad accoglierlo, se pur con gradi differenti.C chi n capace subito, chi con difficolt e chi si eleva grazie alla purezza della loro vita fino acomunicare facilmente con lintelligenza divine. Questo ultimo stato lintellectus sanctus, il cui vertice lospirito di profezia. Ogni forma di contatto con lintelletto agente individuale e singolare delluomo.

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  • 50. Vita e pensiero di Averro

    Nato nel 1126 a Cordova , fu giurista, medico e grande commentatore di Aristotele e egregio metafisico.Come commentatore di Aristotele, redasse tre tipi di commenti: il Commento medio o liberi parafrasi deltesto, le Epitomi o semplici compendi, e il Grande Commento alla fisica, alla metafisica, al De Anima, al DeCoelo e agli analitici primi, testi commentati paragrafo per paragrafo. Averro aveva scritto altre opere tracui: il trattato decisivo sullaccordo tra filosofia e religione, la coniugazione tra lintelletto materiale elintelletto separato, e leternit del mondo. mor esiliato nel 1198. egli sostenne che la dottrina di Aristotelecoincide con la suprema verit, se pure teologia e filosofia convengono verso ununica verit, tuttavia, incaso di disaccordo, la posizione dei filosofi sarebbe pi autorevole: la rivelazione produce simboli imperfettiche tocca alla ragione decifrare.

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  • 51. Primato della filosofia ed eternit del mondo in Averro

    Averro sottolinea che non esiste una doppia verit ma esiste solo la verit della ragione e le verit dellereligioni sono simboli imperfetti e da interpretare, proposti alla mentalit di semplici e ignoranti, dellunicaverit che la filosofia chiarisce e rigorizza. Sostiene inoltre che leternit del mondo deriva dalleternit delMotore Immobile, in quanto causa finale del mondo stesso e non causa efficiente.

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  • 52. Unicit dei tipi di intelletti in Averro

    Tipica di Averro la tesi dellunicit dellintelletto possibile, il solo a cui spetta limmortalit: lintellettopossibile conosce gli universali e quindi non pu essere individuale, ma sar universale (uno per tuttalumanit). Da ci si deduce che lintelletto individuale non immortale. Lintelletto agente (divino) porta inatto gli universali, che sono in potenza nella fantasia e immaginazione del singolo uomo, la quale essendosensibile, contiene gli universali solo in potenza; in questa sede gli universali vengono colti dallintellettopotenziale. In un tale processo implicata non solo lesistenza del sapere individuale (la fantasia individuale), ma anche lesistenza del sapere universale di tutta lumanit, racchiuso nellintelletto possibile,come una sorta di bagaglio di conoscenze che riguarda tutti gli uomini e che cresce in ragione delle suesuccessive attuazioni. Quando lintelletto possibile sar completamente attualizzato dallintelletto divino, cisar la fusione intima dei due, corrispondente allunione mistica di cui parlano le religioni. Le resistenze allaristotelismo averroista: In conseguenza dellammissione di un unico intelletto possibileAverro nega limmortalit personale e la responsabilit morale individuale nel giudizio post mortem.Queste posizioni, che sono difficili da conciliare con la religione cristiana, suscitarono non poche resistenzeallAristotelismo, ma anche indussero ad un suo pi approfondito ripensamento.

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  • 53. Vita e pensiero di Alberto Magno

    Nacque tra gli anni 1193 e il 1206 da famiglia nobile. Dopo un periodo di insegnamento in alcune comunittedesche, dal 1240 al 1248 insegn a Parigi. Dal 1248 diresse lo studi generale dei domenicani, nel 1257fino al 1260 insegn a Colonia, dal 60 al 62 fu nominato vescovo di Ratisbona. Mor nel 1280. tra gli scrittiscientifici ricordiamo: Sui vegetali e sulle piante, Sui minerali e sugli animali. Tra quelli di filosofiaabbiamo: la Metafisica e il commento al Liber de causis, le parafrasi dellEtica, della Fisica e della Politicadi Aristotele. Tra gli scritti teologici si hanno: il Commento alle Sentenze di Pier Lombardo, la Summa decreaturis, il De Unitate intellectus (contro gli averroismi) e tra gli anni 70-80 la sua incompleta SummaTeologia. Per Alberto, vi una distinzione tra filosofia e teologia. Lui dice che il filosofo e il teologo sioccupano ambedue di Dio, ma da prospettive diverse: nella prospettiva filosofica conta solo la ragione,mentre nella fede si va oltre la ragione, in filosofia le premesse devono essere evidenti, nella fede inveceagisce lispirazione divina; la filosofia parte da dati di fatto, la fede dalla rivelazione, la filosofia esercita unavisione teoretica e distaccata delle cose, la fede implica un coinvolgimento affettivo, infine la fede puattingere a verit a cui la filosofia non giunge. Questo dipende dal fatto che il teologo si serve della ratiosuperior che raggiunge non le cose ma le cause eterne delle cose; la ratio inferior, propria della filosofo siferma alle cose. La prima ratio porta alla sapienza (Agostino), la seconda porta alla scienza (Aristotele).

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  • 54. Vita e opere di Tommaso d'Aquino

    Nacque nel 1221 a Roccasecca da famiglia numerosa,infatti erano 4 fratelli e 5 sorelle. Nonostante le ostilitdella famiglia entr nei domenicani. Dal 1248 al 1252 fu discepolo di Alberto Magno. Prima dellordinedomenicano dal 1239 al 1243 studi a Napoli dove entro in contato proprio coi domenicani. Solanmente nel1244 decise di entrare nellordine ma fu catturato dai fratelli e fu imprigionato. Dal 1245 al 1248 studi aParigi e dal 1252 al 1254 insegn a Parigi come baccalaures biblicus e dal 1254 al 56 come baccalauressententiarius. Mor il 7 marzo 1273 nel monastero di Fossanova mentre si recava a Lione per partecipare alconcilio. Le suo opere sono: Commenti alle sentenze di Pier Lombardo, De ente et essentia, De principis naturae,Quaestionis disputatae de veritate, Commento al De Trinitate di Boezio, Summa contro Gentiles, Questionedisputatae de potentia, Commento al De divinis nominibus dello Pseudo Dionigi, Compendium theologiae,De substantiis separatis. Abbiamo anche le opere scritte contro gli antiaristotellici e gli avverroisti: De aeternitate mundi, De unitate intellectus contro avveroistas. La sua opera maggiore e pi importante anche se incompleta senza dubbio la Summa Theologiae.

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  • 55. Filosofia e teologia in Tommaso d'Aquino

    Si discusso e si discute se in Tommaso vi sono una ragione autonoma dalla fede e una filosofia distintadalla teologia. In verit in Tommaso vi sono una ragione e una filosofia come preambola fidei. La filosofiaha una sua configurazione e una sua autonomia, ma non esaurisce tutto ci che si pu dire e conoscere.Bisogna integrare tutto ci con la Sacra dottrina. La differenza tra filosofia e teologia non sta nel fatto cheluna si occupa di certe cose e laltra di altre cose, poich entrambe parlano di Dio, delluomo e del mondo.La differenza sta che la prima offre una conoscenza imperfetta delle stesse cose di cui la teologia nechiarisce gli aspetti e i connotati specifici. La fede migliora la ragione, come la teologia perfezione la filosofia, perci La grazia non soppianta maperfeziona la natura. Quindi la teologia rettifica la filosofia come la fede orienta la ragione ed a sua volta lafilosofia ha una sua autonomia perch ha strumenti che la teologia non pu assimilare.

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  • 56. Ente logico ed ente reale in Tommaso d'Aquino

    La metafisica di Tommaso distingue lente dallessenza e privilegia il primo rispetto alla seconda. Lentepu essere logico (concettuale) e reale (extramentale). Lente logico funge da unione tra pi concetti ma cinon sta a significare che ad ogni ente logico corrisponda un ente reale. Da questa posizione di pensieroprende il via il realismo moderato. Lente reale e la distinzione fra essenza ed esistenza: lessere per analogia: Tutto ci che esiste ente, quindiDio, luomo e il mondo sono enti, tuttavia lo sono in modo diverso. In Dio essere ed essenza coincidonocio Dio essere ed essenza nello stesso tempo. Egli non ha potenza da realizzare poich gi tuttorealizzato. Il mondo e luomo hanno avuto posta lessenza dallessere. Ci significa che se le cose esistonopotrebbero anche non essere e se sono possono perire e non essere pi. Solo Dio essere ed essenza. Da ciso evince che il mondo non esiste per sua virt ma per dono e virt di un altro sommo essere la cui essenzasi identifica con lessere. Da ci partiranno le prove di San Tommaso sullesistenza di Dio.

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  • 57. Essere ed essenza in Tommaso d'Aquino

    In Tommaso latto dessere ha una superiorit sullessenza, tanto che la sua filosofia pu considerarsi unametafisica dellessere. Il problema dominante lo stabilire che cosa sia lessere e non che cosa sia lessenzaoppure perch c lessere e non il nulla. Comunque la soluzione appartiene allambito del mistero ealluomo tocca di meravigliarsi ogni volta del fatto che tutto quello che c c, mentre sarebbe logico chenon ci fosse. Tommaso sottolinea lesistenza anche del modo di essere che esprime in dieci categorie: lasostanza e nove accidenti. Senza dubbio una tale filosofia ottimista, perch scopre al fondo di ci che unsenso profondo poich la filosofia del concreto cio lessere latto grazie al quale le essenze esistono difatto. Da ci nasce la filosofa del credente poich mette in discussione l essenza e cogli latto fondante epositivo grazie al quale c qualcosa e non il nulla. Da ci nascono i connotati dellessere o trascendentali(propriet comuni ad ogni ente), cio: uno, vero e buono.

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  • 58. I trascendentali in Tommaso d'Aquino

    Ogni ente comprende in se luno, il vero e il buono, per cui si pu dire che lessere uno, vero e buono. Direche lessere uno significa affermare che esso intrinsecamente non contraddittorio, ma anche in questocaso lente si predica di Dio e delluomo solo per analogia. Dio veramente semplice, luomo ununit percomposizione (essenza + actus essendi). Il vero un trascendentale dellente nel senso che ogni ente e intelligibile. Ma ci pu dirsi in due sensi: daun lat, per affermare che esiste una verit antologica e dallaltro per affermare che esiste una verit logicache ladeguazione della nostra mente alloggetto. La verit di un ente dipende dal grado di essere chepossiede ecco perch Dio sommo ente e quindi somma verit. Infine, tutto ci che , anche buono perch frutto della bont diffusiva di Dio. in questa luce Dio sipresenta come Sommo bene.

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  • 59. Analogia e teologia negativa in Tommaso d'Aquino

    Dato che Dio causa del creato, il creato stesso presenta alcune similitudini con Dio. Daltra parte, latrascendenza di Dio implica anche una insuperabile disuguaglianza fra Creatore e creato, tanto che la nostraconoscenza di Dia per il fatto stesso che Dio non ha alcuna essenza specifica, risulta impossibile edesprimibile solo per via negativa. Questa contemporanea somiglianza e dissomiglianza del mondo con Diocostituisce il rapporto di analogia.

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  • 60. Cinque vie per dimostrare esistenza di Dio in Tommasod'Aquino

    Dio, per Tommaso, il primo nellordine ontologico, ma non in quello gnoseologico, ci significa che non colto immediatamente, ma per via di inferenza, a partire dai suoi effetti. Per Tommaso, Dio pur essendo ilfondamento di tutto deve essere aggiunto per via a-posteriori, muovendo cio dagli effetti, dal mondo. In talsenso, il nostro filosofo ha formulato cinque dimostrazioni dellesistenza di Dio, note come le cinque vie: I. Via dal mutamento. II. Via dalla casualit efficiente. III. Via dalla contingenza. IV. Via dai gradi di perfezione. V. Via dal finalismo.

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  • 61. Via dal mutamento e dalla causalit efficiente. Esistenza di Dio

    La prima via: via dal mutamento: Questa prima via parte dalla considerazione che tutto ci che si muove , mosso da altro e che quindi, per non finire in un regresso allinfinito che non spiegherebbe nulla, bisognaammettere un primum movens che non mosso da nulla: questo Dio. La seconda via: dalla causalit efficiente: La seconda via parte dalla constatazione che nessuna cosa puessere causa di se stessa e quindi si deduce il fatto che deve esistere una causa prima e incausata, cheproduce ma non prodotta, che si identifica con quel essere che si chiama Dio.

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  • 62. Via dalla contingenza. Esistenza di Dio

    Questa terza via parte dal principio che ci che pu non essere, un tempo non cera. Se dunque tutte le cosepossono non essere, in un dato momento niente ci fu nella realt. Ma se questo vero, anche ora nonesisterebbe niente, a meno che non ci sia qualcosa di necessariamente esistente. In conclusione: non tuttopu essere contingente, occorre che ci sia qualcosa di necessario ed quello che di solito chiamiamo Dio.

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  • 63. Via dai gradi di perfezione e dal finalismo. Esistenza di Dio

    La quarta via: dai gradi di perfezione: La quarta via deduce, dalla constatazione empirica di una gradazionedi perfezioni, lesistenza di una somma perfezione che appunto chiamato Dio. La quinta via: dal finalismo: La quinta via parte dalla constatazione che i corpi fisici operano per un fine ededuce che essi agiscono in tal modo perch sono diretti da un essere superiore. Dio.

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  • 64. Libero arbitrio in Tommaso d'Aquino

    Secondo Tommaso, luomo che per natura razionale, conosce il fine delle cose, ma non ha unacomprensione immediata dal fine ultimo di tutte le cose, cio Dio. se avesse la visione di Dio, ne sarebbefatalmente attratto, ma conoscendo solo fini parziali, la sua volont libera di volerli o non volerli. Luomoha altres una disposizione naturale a comprendere i principi delle azioni buone, ma pu anchedeliberatamente rifiutarli e quindi peccare: dunque il peccato dipende dal libero arbitrio.

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  • 65. Lex divina, aeterna, naturalis e humana in Tommaso d'Aquino

    I quattro tipi di legge: lex divina, lex aeterna, lex naturalis e lex humana: Tommaso distingue tre tipi di leggesopra cui mette la legge delle legge: la lex Divina. Le altre leggi che lui riconosce sono: lex aeterna, lexnaturalis e lex humana. La lex divina al dio sopra delle altre ed quella rivelata nel Vangelo, che connessa con il finesopranaturale delluomo, ossia la beatitudine eterna. La lex aeterna il piano razionale di Dio, lordine delluniverso. Questo ordine in parte sconosciutoalluomo e in parte noto: la parte nota costituisce la legge naturale, la cui essenza pu ridursi alla seguentemassima: SI DEVE FARE IL BENE ED EVITARE IL MALE, E IL BENE CIO CHE TENDE ALLACONSERVAZIONE E IL MALE ALLA DISTRUZIONE DI SE. Legata alla legge naturale vi la leggeumana, cio il diritto positivo posto dalluomo. questo deriva dalla legge naturale in due modi: perdeduzione( jus gentium) o per specificazione ( jus civile). Se essenziale per la legge umana la suaderivazione da quella naturale, allora evidente che esse non pu contraddirla.

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  • 66. Fede guida della ragione in Tommaso d'Aquino

    La centralit di Dio, inteso come il creatore dellessere in quanto tale e non solo delle forme dellessere,costituisce la linea guida della filosofia di Tommaso. Per questo motivo anche le prove cosmologichedellesistenza di Dio, che sembravano semplicemente riprese da Aristotele, hanno una portata metafisicaassente in Aristotele, a motivo del rapporto con latto creativo. Anche la teologia e la morale si staccanonettamente dai precedenti greci, in un caso per la concezione personalistica delluomo e, nellaltro, per laconcezione volontaristica dellatto morale e del peccato. Dio lessere supremo e perfetto, lessere vero.Tutto il resto il frutto del suo atto creativo, libero e consapevole. Per Tommaso, Dio fonte dellessere, ditutto lessere, il creatore oltre che delle forme, anche dellessere degli esseri. Quindi Dio prima di esseremotore, creatore e muove in quando crea, Dio Amore.

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  • 67. Vita e pensiero di Guglielmo di Ockham

    Apparteneva allordine francescano e nel 1316 era diventato generale dello stesso. Nel 1322 il capitoloprovinciale di Perugia stabiliva che Cristo e gli apostoli non avevano posseduto nulla perci a tale esempiodoveva rifarsi lordine e la Chiesa tutta. Una serie di bolle pontificie dichiarava eretiche queste tesi. Egliallora fugg in Germania fino alla morte. Per il filosofo lo Stato va ben distinto dalla Chiesa e questultimava concepita come linsieme dei fedeli dai tempi dei fedeli e dei profeti fino ad oggi. Nel corso dei tempiessa ha riconosciuto e sancito le verit che debbono essere credute per fede: in essa risiede linfallibilit inmateria religiosa e non nel Papa o nel Concilio. Altra cosa rappresenta il potere dellImpero che gi ai tempidi Ges esisteva a prescindere dalla Chiesa: date a Cesare quel che di Cesare.

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  • 68. Logica e termini universali in Guglielmo di Ockham

    Ockham parte da un problema logico per poi sviluppare la discussione sugli universali e sullesistenza diDio. Il suo scritto pi importante la Summa totius logicae. Esso segue lordine degli argomenti utilizzatoda Aristotele: parte dal problema dei termini, poi passa alle proposizioni e infine quello dei ragionamenti osillogismi. Termine ci che entra o pu entrar a far parte di una proposizione. Egli distingue tra terminimentali, orali o scritti. Quelli orali e scritti sono convenzionali (si pensi alle diverse lingue). Il terminementale il segno naturale di una cosa e non ha pertanto alcuna convenzionalit. Diversamente dalle paroleessi sono predicabili di pi cose ed in questo senso sono universali. Ockham per rifiuta tutte le forma direalismo che considerano gli universali come esistenti realmente, anche solo in potenza, nelle cose stesse.Ockham stato considerato un nominalista ma non alla stregua di Roscellino che considera gli universalisoltanto suoni: Ockham li considera appunto segni ed essi non sono istituiti arbitrariamente, ma sononaturali in quanto sono prodotti nellanima delle cose stesse di cui sono segno. Questo non vuol dire che isegni sono rappresentazioni o immagini delle cose. Ma sono segno delle cose cos come il fumo lo delfuoco.

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  • 69. Rasoio di Ockham

    Luniversale ha una natura intenzionale (da intendit ossia tendere verso) quindi tende verso loggetto di cui segno. Allora il termine universale uomo non segno di umanit ma di Socrate, Platone e i singoliindividui umani. Luniversale allora non esiste in s a prescindere dalle cose, ma proprio a partire da esse,prese nella loro singolarit e accomunate da una qualche relazione. Per questa dimostrazione dellinesistenzadegli universali Ockham utilizza il principio metodico del rasoio che prescrive di non dire pi cose di quantese ne possano dire, ed inoltre di non introdurre concetti aggiuntivi dando loro una esistenza reale. Tutti gliesistenti sono allora individuali e non hanno bisogno di dimostrazione alcuna. Un termine singolo, in quantosegno di una cosa, ha significatio, che si distingue dalla suppositio: suppositio deriva da supponere ossiastare al posto di qualcosa. Su questa base egli pu affrontare il problema della verit o falsit delleproposizioni.

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  • 70. Verit e sillogismo in Guglielmo di Ockham

    La verit non unentit dotata di esistenza indipendente dalla proposizione: la verit di una proposizionecoincide con la proposizione vera. Una proposizione come Socrate uomo vera non perch Socratepossiede lumanit o partecipa di essa o fa parte della sua essenza ma solo per una questione puramenteformale ossia per il fatto che Socrate e uomo coincidono, ossia c una cosa al posto della quale sta ilpredicato uomo, che coincide con esso: tanto il soggetto quanto il predicato stanno per la stessa cosa. Ilsillogismo si basa sul presupposto che ci che vale per un individuo, vale per tutti gli altri individui simili adesso. Questa considerazione permette di applicare la seguente regola di trasformazione: la proposizioneogni uomo un animale equivale a questuomo un animale. In questo modo si pu fare a meno deltermine ogni che funge da qualificatore universale, rinunciando cos definitivamente a costruire frasi chesi basano su termini universali. In questo modo una proposizione universale si baser solo su fatti singolidunque particolari; la verit allora scaturir solo da oggetti particolari abbandonando la possibilitdellesistenza di una verit universale e necessaria.

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  • 71. Conoscenza intuitiva e astrattiva in Guglielmo di Ockham

    Ockham ha come obiettivo quello di affrontare successivamente il problema della possibilit di dimostrarelesistenza di Dio e con esso la natura del mondo e delluniverso. Distingue due tipi di conoscenza: laconoscenza intuitiva quella in base alla quale sappiamo se una cosa esiste o no. Essa propria dei sensi:ma i sensi non bastano per formulare una proposizione formata da termini. Sar allora lintelletto a sostenerei sensi in tale processo conoscitivo. Questo tipo di conoscenza allora riguarda loggetto nella sua esistenzaattuale. La conoscenza astrattiva ha come caratteristica invece quella di conoscere gli stessi terminiconosciuti dalla conoscenza intuitiva, ma prescindendo dalla loro esistenza attuale. Questa allora non puesseri se preventivamente, magari anche in un altro luogo, non ci sia stata conoscenza intuitiva. Ma esiste unaltro tipo di astrazione che si basa su una singola astrazione precedente, accostata alla ripetizione di questaoperazione per oggetti simili: sar in questo modo che giunger ad un concetto che significa unamolteplicit di oggetti ossia un universale (vedo Socrate e lo conosco intuitivamente; una volta andato viariesco a conoscerlo attraverso il processo astrattivo; sulla base di questo, se a Socrate accosto Platone,Aristotele, riesco a cogliere il concetto di uomo). Dunque sul piano naturale si ha conoscenza intuitiva e poi astrattiva, mentre sul piano soprannaturale,riconoscendo lonnipotenza di Dio, possibile che si possa avere intuizione anche di un oggetto nonesistente; in realt per vero che Dio non pu spingerci a pensare lesistenza di una cosa se essa non esisterealmente. Dunque per Ockham la differenza tra intuitiva e astrattiva che la prima necessita dellesistenzaconcreta delloggetto per conoscerlo mentre la seconda pu conoscere sia alla presenza che non di unoggetto; il limite della conoscenza astrattiva che essa non pu formulare giudizi di esistenza. Ma dalmomento che la strattiva dipende da quella intuitiva e che Dio non ci inganna sullesistenza di una cosa chenon possiede attualit, lunico sapere possibile diventa quello fondato sullesperienza (empirismo).

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  • 72. Verit teologiche in Guglielmo di Ockham

    Partendo allora dalla sua impostazione logica, Ockham articola il suo discorso su Dio e sul mondo: le veritteologiche sono alla base della vita di un uomo perch esso consegua la beatitudine eterna. Ma non si puavere conoscenza intuitiva di Dio e dunque neanche astrattiva: la Rivelazione lunico strumento perchiarire il significato del termine Dio. Luomo pu formulare proposizioni riguardanti Dio solo partendodalle cose finite, riconoscendo che esse sono dissimile dalloggetto di ricerca. Ma gli articoli di fede nonsono n principi n conclusioni e neppure argomentazioni probabili, perch non a tutti appaiono evidenti. Sefossero evidenti la rivelazione sarebbe stata inutile. Allora la teologia non pu essere una scienza. Ragione efede sono distinte e non convergono. La teologia infatti riguarda verit pratiche, conoscenze indispensabiliper la salvezza.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 73. Essere primo e cause conservanti in Guglielmo di Ockham

    In qualche modo per possibile dimostrare lesistenza di un essere primo, ma il punto di partenza delragionamento non dato da una serie di cause efficienti poich una causa pu anche corrompersi dopo avergenerato il suo effetto. Il discorso allora dovr partire dalle cause conservanti ossia quelle in virt delle qualiuna cosa conserva il suo essere. Perch avvenga una conservazione dellessere indispensabile che la causacoesista con il suo effetto: se si andasse allinfinito nellordine delle cause conservanti che hanno in se causaed effetto, la serie di tale cause ed effetti sarebbe infinita in atto, e questa nozione aveva gi dimostratoAristotele, porta assurdit. Bisogner allora ammettere lesistenza di una causa prima nellordine delle causeconservanti. Ma se lesistenza di una causa prima pu essere dimostrata, non possono essere dimostrati gliattributi che ad essa si danno (lonnipotenza, lunicit). Di questi i possono dare solo argomentazionipersuasive.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 74. Creazione e categorie di sostanza e causa in Ockham

    A questo punto bisogna considerare la creazione, che ci insegna che Dio assolutamente libero, ciovincolato da nulla, in questo atto di amore che la creazione: in virt di questa libert egli avrebbe potutocreare qualsiasi altro tipo di mondo, governato da altre leggi; questo che rende il mondo contingente e noneterno. In questo modo si riconosce a Dio infinita onnipotenza e questo ha importanti conseguenze in fisicae in cosmologia: diventa possibile lesistenza di una pluralit di mondi. Alla base della conoscenza delnostro mondo sta lesperienza che lunica a darci una conoscenza scientifica delle leggi che lo governano eche valgono esclusivamente allinterno di esso. Ancora una volta egli applica il principio di economia delrasoio: non necessario ammettere che i corpi celesti sia costituiti da una materia diversa rispetto a quelladel nostro mondo: non si pu infatti dimostrare che i corpi celesti siano incorruttibili e quindi fatti di etere:nella sua onnipotenza Dio potrebbe distruggerli. In questo modo Ockham colpiva al cuore due cardini dellascienza aristotelica: le nozioni di sostanza e di causa: dal momento che solo grazie allesperienza che puesserci conoscenza inutile (rasoio) presupporre lesistenza di un sostrato delle cose chiamato sostanza.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 75. Tempo e movimento in Ockham

    Anche i concetti di tempo e movimento stanno sempre in relazione con le cose: esistono perch esistonocose che si muovono. Ed inoltre dal momento che lesperienza ci fa conoscere solo cose individuali, ancheci che chiamiamo causa ed effetto sono due cose diverse che vanno conosciute singolarmente, attraversodue atti di conoscenza distinti; in questo senso allora non detto che dalla conoscenza di una si puinfallibilmente risalire alla conoscenza dellaltra. E vero che se affinch esista una causa che d un effetto, sufficiente che quando presente la causa, a parit di condizioni, ci sia sempre anche leffetto. Ma non vero il contrario: perch esista un effetto sempre uguale dovrebbe essere sufficiente lesistenza di una causa,ma lesperienza ci dice che un medesimo effetto pu provenire da cause diverse. Questo dimostra che lecose non possiedono un loro finalismo: anche questaltro caposaldo della scienza aristotelica salta.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • 76. Anima e morale teologica in Guglielmo di Ockham

    Anche a proposito del concetto di anima Ockham utilizza il principio del rasoio: nessuno ha il diritto di direche intelletto e volont agiscano indipendentemente dallanima; anzi sono gli atti di intellezione e gli atti divolizione a differire tra loro, ma ci che li genera sempre e cmq lanima. La distinzione allora tra intellettovolont e anima solo nominale. Non esistendo universali, e dunque non esistendo fattori intermedi nellaconoscenza tra un soggetto e un oggetto, non pi necessario ammettere lesistenza di un intelletto agenteche aiuta lintelletto umano a conoscere portandolo allatto di volta in volta, o ad attualizzare luniversaleche in potenza in tutte le cose. Lanima allora possiede la facolt di autodeterminarsi. In effetti lesistenzadella liberta non dimostrabile ma lesperienza ci mostra che la volont pu rifiutare ci che la ragionecomanda. possibile solo che Dio si ponga, se vuole, come fine delle creature. Proprio cos si giustifica laRivelazione. su questo che si basa la sua morale teologica: un atto morale tale solo se come fine ha Dio,lamore di Dio. solo Dio a stabilire cosa bene o cosa male. Nessuna legge valida se prescinde dalvolere di Dio. Un atto allora per essere moralmente buono deve essere libero e non il risultato di unacostrizione; sar con la retta ragione che luomo scegliera liberamente i aderire al comando di Dio. Il destinoultraterreno per esclusivamente appannaggio di Dio: Lui con la sua grazia che decide chi vuole salvaree nulla esclude che egli applichi maggior misericordia per chi meno lo merita o vive esclusivamente secondoragione. Se cos allora prede ogni funzione mediatrice la Chiesa nelleconomia della salvezza.

    Carlo Cilia Sezione Appunti

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  • Indice

    1. Quattro fasi del pensiero medioevale 12. Filoni di scuole medioevali 23. Alcuino e il metodo d'istruzione 34. XIII secolo, avvento delle Universit 45. Problema degli universali. Il realismo esagerato 56. Problema degli universali. Il nominalismo 67. Problema degli universali. Il concettualismo 78. Problema degli universali. Il realismo moderato 89. Vita e scritti di Sant'Agostino 910. 386, anno della conversione di Sant'Agostino 1011. Conversione di Agostino nelle "Confessioni" 1112. Filosofare della fede in Sant'Agostino 1213. Metafisica dell'interiorit in Sant'Agostino 1314. Verit e illuminazione in Sant'Agostino 1415. Agostino e Platone 1516. Esistenza di Dio in Sant'Agostino 1617. La Trinit in Sant'Agostino 1718. Dottrina della creazione in Sant'Agostino 1819. Struttura della temporalit ed eternit in Sant'Agostino 1920. Dottrina delle Idee e delle ragioni seminali in Sant'Agostino 2021. Stato ontologico del male in Sant'Agostino 2122. Volont, libert e grazia in Sant'Agostino 2223. Citt terrena e Citt divina in Sant'Agostino 2324. "Ordo amoris" in Sant'Agostino. Amore essenza dell'uomo 2425. Vita e scritti di Severio Boezio 2526. Vita di Scoto Eriugena 2627. "De divisione naturae" di Boezio 2728. Vita e scritti di Anselmo d'Aosta 2829. Centralit del problema di Dio in Anselmo d'Aosta 2930. Prove a posteriori dellesistenza di Dio in Anselmo d'Aosta 3031. Prova a priori dellesistenza di Dio in Anselmo d'Aosta 3132. Libert umana e onniscienza divina in Anselmo d'Aosta 3233. Ragione nel tracciato della fede in Anselmo d'Aosta 33

  • 34. Caratteristiche del realismo in Anselmo 3435. Vita e scritti di Pietro Abelardo 3536. Dubbio e regole della ricerca in Abelardo 3637. Ratio, "intelligere e comprehendere" in Abelardo 3738. Etica in Abelardo. Consensus animi 3839. Intelligo ut credam e universali in Abelardo 3940. Vita e scritti di Ugo di San Vittore 4041. "Didascalicon" di Ugo di San Vittore 4142. Le scienze per Ugo di San Vittore 4243. "De institutione novitiorum" di Ugo di San Vittore 4344. Vita e scritti di Pier Lombardo 4445. Vita e pensiero di Giovanni di Salisbury 4546. Vita e opere di Avicenna 4647. Pensiero logico di Avicenna 4748. Idea di Dio in Avicenna 4849. Gradi di conoscenza e intellectus sanctus in Avicenna 4950. Vita e pensiero di Averro 5051. Primato della filosofia ed eternit del mondo in Averro 5152. Unicit dei tipi di intelletti in Averro 5253. Vita e pensiero di Alberto Magno 5354. Vita e opere di Tommaso d'Aquino 5455. Filosofia e teologia in Tommaso d'Aquino 5556. Ente logico ed ente reale in Tommaso d'Aquino 5657. Essere ed essenza in Tommaso d'Aquino 5758. I trascendentali in Tommaso d'Aquino 5859. Analogia e teologia negativa in Tommaso d'Aquino 5960. Cinque vie per dimostrare esistenza di Dio in Tommaso d'Aquino 6061. Via dal mutamento e dalla causalit efficiente. Esistenza di Dio 6162. Via dalla contingenza. Esistenza di Dio 6263. Via dai gradi di perfezione e dal finalismo. Esistenza di Dio 6364. Libero arbitrio in Tommaso d'Aquino 6465. Lex divina, aeterna, naturalis e humana in Tommaso d'Aquino 6566. Fede guida della ragione in Tommaso d'Aquino 6667. Vita e pensiero di Guglielmo di Ockham 6768. Logica e termini universali in Guglielmo di Ockham 6869. Rasoio di Ockham 69

  • 70. Verit e sillogismo in Guglielmo di Ockham 7071. Conoscenza intuitiva e astrattiva in Guglielmo di Ockham 7172. Verit teologiche in Guglielmo di Ockham 7273. Essere primo e cause conservanti in Guglielmo di Ockham 7374. Creazione e categorie di sostanza e causa in Ockham 7475. Tempo e movimento in Ockham 7576. Anima e morale teologica in Guglielmo di Ockham 76

    1. Quattro fasi del pensiero medioevale2. Filoni di scuole medioevali3. Alcuino e il metodo d'istruzione4. XIII secolo, avvento delle Universit5. Problema degli universali. Il realismo esagerato6. Problema degli universali. Il nominalismo7. Problema degli universali. Il concettualismo8. Problema degli universali. Il realismo moderato9. Vita e scritti di Sant'Agostino10. 386, anno della conversione di Sant'Agostino11. Conversione di Agostino nelle "Confessioni"12. Filosofare della fede in Sant'Agostino13. Metafisica dell'interiorit in Sant'Agostino14. Verit e illuminazione in Sant'Agostino15. Agostino e Platone16. Esistenza di Dio in Sant'Agostino17. La Trinit in Sant'Agostino18. Dottrina della creazione in Sant'Agostino19. Struttura della temporalit ed eternit in Sant'Agostino20. Dottrina delle Idee e delle ragioni seminali in Sant'Agostino21. Stato ontologico del male in Sant'Agostino 22. Volont, libert e grazia in Sant'Agostino23. Citt terrena e Citt divina in Sant'Agostino24. "Ordo amoris" in Sant'Agostino. Amore essenza dell'uomo25. Vita e scritti di Severio Boezio26. Vita di Scoto Eriugena27. "De divisione naturae" di Boezio28. Vita e scritti di Anselmo d'Aosta29. Centralit del problema di Dio in Anselmo d'Aosta30. Prove a posteriori dellesistenza di Dio in Anselmo d'Aosta31. Prova a priori dellesistenza di Dio in Anselmo d'Aosta32. Libert umana e onniscienza divina in Anselmo d'Aosta33. Ragione nel tracciato della fede in Anselmo d'Aosta34. Caratteristiche del realismo in Anselmo35. Vita e scritti di Pietro Abelardo36. Dubbio e regole della ricerca in Abelardo37. Ratio, "intelligere e comprehendere" in Abelardo38. Etica in Abelardo. Consensus animi39. Intelligo ut credam e universali in Abelardo40. Vita e scritti di Ugo di San Vittore41. "Didascalicon" di Ugo di San Vittore42. Le scienze per Ugo di San Vittore43. "De institutione novitiorum" di Ugo di San Vittore44. Vita e scritti di Pier Lombardo45. Vita e pensiero di Giovanni di Salisbury46. Vita e opere di Avicenna47. Pensiero logico di Avicenna48. Idea di Dio in Avicenna49. Gradi di conoscenza e intellectus sanctus in Avicenna50. Vita e pensiero di Averro51. Primato della filosofia ed eternit del mondo in Averro52. Unicit dei tipi di intelletti in Averro53. Vita e pensiero di Alberto Magno54. Vita e opere di Tommaso d'Aquino55. Filosofia e teologia in Tommaso d'Aquino56. Ente logico ed ente reale in Tommaso d'Aquino57. Essere ed essenza in Tommaso d'Aquino58. I trascendentali in Tommaso d'Aquino59. Analogia e teologia negativa in Tommaso d'Aquino60. Cinque vie per dimostrare esistenza di Dio in Tommaso d'Aquino61. Via dal mutamento e dalla causalit efficiente. Esistenza di Dio62. Via dalla contingenza. Esistenza di Dio63. Via dai gradi di perfezione e dal finalismo. Esistenza di Dio64. Libero arbitrio in Tommaso d'Aquino65. Lex divina, aeterna, naturalis e humana in Tommaso d'Aquino66. Fede guida della ragione in Tommaso d'Aquino67. Vita e pensiero di Guglielmo di Ockham68. Logica e termini universali in Guglielmo di Ockham69. Rasoio di Ockham70. Verit e sillogismo in Guglielmo di Ockham 71. Conoscenza intuitiva e astrattiva in Guglielmo di Ockham72. Verit teologiche in Guglielmo di Ockham73. Essere primo e cause conservanti in Guglielmo di Ockham74. Creazione e categorie di sostanza e causa in Ockham75. Tempo e movimento in Ockham76. Anima e morale teologica in Guglielmo di OckhamIndice