finale da grandi -...

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Salva il gomito in 5 mosse Gli esercizi per potenziare i muscoli e sciogliere i tendini Pag.21 Fratelli Doherty, alle porte di Wimbledon Scopri il mito di Reggie e Laurie ancora vivo nel tempio del tennis Pag.10 Finale da grandi GLI ALTRI CONTENUTI Prima pagina Pag.3 - Batch-point Pag.7 - Focus: così le teste di serie a Wimbledon Pag.8 - Circuito mondiale Wta Pag.11 - I numeri della settimana Pag.14 - Tennis in tv Pag.16 - Il punto: La Grande Sfida 2015 Pag.18 Fit-Tpra: campionati provinciali, aggiungi la tua tappa Pag.20 - La regola: palla colpita, punto finito? Pag.24 Anno XI - n.22 - 24 giugno 2015 LA RIVISTA Seppi, una volta tanto fortunato nel tabellone, se la gioca con Federer ad Halle. E torna tra i top 30 Pag.5 Che legnate! Abbiamo provato in anteprima la Lacoste LT 12, fatta di tiglio, balsa, noce e (poca) grafite Pag.22

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Salva il gomitoin 5 mosseGli esercizi per potenziare i muscoli e sciogliere i tendini

Pag.21

Fratelli Doherty, alleporte di WimbledonScopri il mito di Reggie e Laurieancora vivo nel tempio del tennis

Pag.10

Finale da grandi

GLI ALTRI CONTENUTIPrima pagina Pag.3 - Batch-point Pag.7 - Focus: così le teste di serie a Wimbledon Pag.8 - Circuito mondiale Wta Pag.11 - I numeri della settimana Pag.14 - Tennis in tv Pag.16 - Il punto: La Grande Sfida 2015 Pag.18 Fit-Tpra: campionati provinciali, aggiungi la tua tappa Pag.20 - La regola: palla colpita, punto finito? Pag.24

Anno XI - n.22 - 24 giugno 2015

LA RIVISTA

Seppi, una volta tanto fortunato nel tabellone, se la gioca con Federer ad Halle. E torna tra i top 30

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Che legnate!Abbiamo provato in anteprima la Lacoste LT 12, fatta di tiglio, balsa, noce e (poca) grafite

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prima pagina

Altro che fortuna...

di Enzo AndErloni

C’è un buon motivo per rima-nere composti quando la pal-la sbatte sul nastro e ricade dalla nostra parte. O quella

dell’avversario lo tocca e finisce molle nella nostra metà campo. Se si è tennisti e a un set se ne fa seguire un altro, a una partita un’altra, a un torneo il successivo, si sa che quando tireremo le somme, il conto sarà più o meno alla pari. Se non smetteremo di giocarcela, se saremo sempre pronti a cogliere l’occasione. Ho sempre pensato che Andreas Seppi fosse uno dei giocatori più sfortunati nei sorteggi di tutto il circuito. Se si van-no a ripercorrere le sue 13 annate da professionista si troveranno spesso ai primi turni i grandi campioni di questa epoca. Oppure sempre lo stesso (ostico) avversario in tornei successivi (nel 2012 incontrò l’uzbeko Denis Istomin, contro cui finiva quasi sempre al quinto set, in tre Slam su 4). Chi lo ha seguito da vici-no e con la passione che ha meritato il più forte giocatore italiano dopo il 2000, ricorderà momenti in cui aveva raggiun-to il grado di forma per cui poteva per-dere solo con i 5 o 6 giocatori più forti del mondo. Con gli altri se la giocava alla pari. Ebbene in quei periodi c’èra sempre pronto un Federer (non è un caso che ci abbia giocato 13 volte in carriera, una cifra da Top 10) al secondo turno anche

in quei tornei Atp, 250 o 500 dove non tutti i migliori erano presenti. E Andreas avrebbe potuto arrivare tranquillamente in semifinale o in finale. Anche perché, di solito, non perdeva con chi gli stava die-tro in classifica. Così vederlo in finale per la prima volta in un Atp 500 è stata una grande soddi-sfazione. E il fatto che ci sia arrivato attra-verso un quarto di finale in cui Gael Mon-fils si è infortunato inseguendo una palla e una semifinale alla quale Kei Nishkori è arrivato zoppicando, nulla toglie. Sempli-cemente riequilibria e insegna qualcosa sul tennis e la sua natura. Se lo affronti e vuoi scalare la montagna, devi stare lì. Devi tenere duro. Devi saper aspettare. Devi lasciare che i Karlovic scarichino i loro ace, che gli infortuni passino, che le manine dei sorteggi non siano perfide, che i tuoi demoni interiori trovino pace. E quando tutto si combina e ti lascia sali-re un gradino, ti devi fare trovare pronto. Andreas, pur reduce da un infortunio all’anca molto fastidioso, c’è riuscito an-che questa volta e sul prestigioso palco-scenico del Gerry Weber Stadion, 12.300 spettatori, ha giocato una bellissima par-tita, alla pari, contro il più grande tenni-sta di sempre (che peraltro aveva battuto quest’anno agli Open d’Australia), 8 volte vincitore sull’erba tedesca. Se oggi è di nuovo il primo italiano in classifica, n.27 del mondo, la fortuna non c’entra. Il ten-nis, per fortuna, è pura meritocrazia.

DIRETTOREAngelo Binaghi

COMITATO DI DIREZIONEAngelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina

DIRETTORE RESPONSABILEEnzo Anderloni

COORDINAMENTO REDAZIONALEAngelo MancusoSUPER TENNIS TEAMAntonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica)

FOTOGetty Images, Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli

HANNO COLLABORATOGiovanni Di Natale, Max Fogazzi, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Piero Valesio

A CURA DISportcast srlVia Cesena, 58 - 00182 [email protected]

PROGETTO GRAFICO REALIZZAZIONEEdisport Editoriale Srl

REDAZIONE E SEGRETERIAStadio Olimpico - Curva NordIngresso 44, Scala G00135 RomaInfo: [email protected]. Tribunale di Roma n. 1/2004

dell’ 8 gennaio 2004

Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

La rivista è disponibile in formato digitale sui siti www.federtennis.it e www.supertennis.tve spedita via newsletter. Per riceverla scrivere a [email protected]

Record di squadre e tesserati agonisti:superati i 90 mila

Non conosce sosta la costante cresci-ta della popolarità del tennis in Italia. Oltre ai tesserati, è aumentato sensibil-mente il numero delle squadre iscritte ai vari campionati nazionali: ad oggi si è raggiunta nel 2015 quota 14.108 ri-spetto alle 12.633 di fine giugno 2014, con un incremento di circa il 12%. Già superato abbondantemente anche il dato di fine 2014, quando le squadre furono 12.745.Tornando ai tesserati, il numero di quelli agonisti ha superato per la prima volta quota 90.000: per la precisione 90.796 contro 87.350 di fine giugno 2014. E’ già stato superato, inoltre, il numero dei tesserati agonisti FIT dell’intero 2014 (89.516).Un trend positivo cui sta contribuendo anche la scelta della FIT di puntare su una tv monotematica come “SuperTen-nis”, che dal 2008 ha riportato il tennis in diretta gratis nelle case degli italiani riscuotendo grande successo di ascolti e stimolando nel contempo altre realtà te-levisive a proporre più tornei durante la stagione: un magnifico spot promoziona-le h24 per il nostro sport.

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Andreas non ha il classico gioco da erba, eppure quella di Halleera la sua terza finale “verde”. Ecco come riesce ad adattarsi anche su una superficie non sua. E se in futuro gli italiani...

circuito mondiale

Seppi, okey su prato

Prima volta: il primo titolo Wta di Camila Giorgi è arrivato sull'erba di S-Hertogenbosch (in Olanda) dove in finale ha superato la svizzera Belinda Bencic, n.31 al mondo, per 7-5 6-3

di PiEro VAlEsio - foto GEtty imAGEs

Il punto è quando li vedi lì, sull’erba. È in quel momento che provi una strana ma non per questo spiacevo-le sensazione di straniamento. Un

italiano, o una italiana, su quel verde

eppure succede. Io lo sto guardando. Pensateci bene: è successo con Laura Golarsa, con Silvia Farina, con Lauren-ce Tieleman, con quella partita assurda e bellissima di Paolo Canè contro Ivan Lendl, con Errani-Vinci che conquistano il doppio a Wimbledon e abbracciandosi

diventa subito una sorta di ossimoro visivo davanti al quale si resta minimo minimo incuriositi: come di fronte a qualcosa che a rigor di logica non do-vrebbe essere. Come di fronte a certi riquadri cinematografici di Bunuel: non ha senso quello che sta succedendo;

Ad Halle, in Germa-nia, Andreas Seppi ha conquistato l’ottava finale Atp in carriera, di cui 3 vinte (un successo sull’erba di Eastbourne 2011). Questa volta il 31enne altoatesino, rientrato nei Top 30 (n.27 Atp) e tornato n.1 d’Italia, è stato fermato da Roger Federer per 7-6 6-4

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circuito mondiale

forse firmano, senza saperlo, la parola fine della loro storia agonistica, con Ca-mila Giorgi. Nulla come l’erba trasmette sensazioni dal sapore epico, nulla come un italiano sull’erba profuma di impre-sa, qualunque sia il suo cammino.

La terza finaleAndreas Seppi è assurto nello scorso weekend a simbolo di tutto questo. Il più mitteleuropeo dei nostri tennisti è

probabilmente quanto di più distante ci sia dall’erba. Non predilige il gioco spettacolare, forse frequenta con mag-gior frequenza la rete da pesca che non quella che divide il campo in due. Il suo servizio, per quanto solido, non è deva-stante, soprattutto nel suo atto secondo. Eppure, ciononostante ha giocato la sua terza finale su tale superficie. E non solo: contro Roger ha giocato una delle parti-te più belle della sua carriera, come già

gli successe in Australia: down-under gli riuscì il colpaccio, domenica no: ma ha comunque giustificato, con una partita eccellente, le botte di buona sorte (i ritiri consecutivi di Monfils e Nishikori) che lo avevano trascinato in finale.

AdattamentiPerché ciò succeda fa parte di quel-la totale imprevedibilità dell’essere e dunque anche e soprattutto del ten-

Gli inglesi godono notoriamente di buona memoria ma quasi certamente, fra poche ore dimenticheranno del tutto la posizione che Andy Murray tenne nei giorni del referendum sull'indipendenza della Scozia. Allora in molti si stracciarono le vesti annunciando che avrebbero perfino cambia-to nome alla montagnola di Wimbledon che gli era stata dedicata. Ora, nell'imminenza dei Championships e con Andy in grande salverò, reduce da una primavera scintillante (ritiro romano a parte) la dichiarazione del nostro (anzi: del loro) a favore del distacco della patria dal Regno Unito passerà certamente nel dimenticatoio. Le quotazioni di Murray in chiave Wimbledon sono in rialzo da mesi: ancor più oggi dopo il successo al Queen's pur tenendo conto del ben noto potere che il il successo al

circolo della Regina esercita su chi vuole imporsi in Church Road. Ma Roger Federer, dal canto suo, può mettere sul piatto della bilancia, oltre che una verve tutt'altro che trascurabile di cui ha dato dimostrazione nella sua Halle, un elemento psicologico in più: Roger ha posto in Wimbledon, come era naturale che fosse, il punto chiave della sua stagione. E la programmazione per un buon svizzero come lui è tutto o quasi. Quale delle due pulsioni avrà la meglio (quella più o meno patriottica di Murray o quella, diciamo così, esisten-ziale di Federer), è domanda che sta per ottenere una risposta. Aspettando di capire se a Londra vedremo lo stesso Wawrinka di Parigi e soprattutto se Djokovic avrà metabolizzato del tutto la tremenda botta alla sua autostima che Stan gli ha assestato a Roland Garros. (p.v.)

Murray al Queen's, Federer ad HalleMa Wimbledon è un discorso a due?

Plurivincitori: Roger Federer ha vinto il Gerry Weber Open di Halle, in Germania, per ben otto volte. Andy Murray, dal canto suo, ha trionfato per quattro volte al Queen’s Club di Londra. Come tradizione, ognuno ha i suoi percorsi d’avvicinamento a Wimbledon. Il minimo comune denominatore è vincere

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Mutande e tradizioniAspetto con grande curiosità di vedere le mutande indossate, per un massimo di due settimane a partire da lunedì prossimo, da Wawrin-ka. Quelle stile pigiama con le quali – qualcuno sospetta addirittura “grazie” alle quali, visto l’orrore che avevano il potere di suscitare, probabilmente anche negli avversari – ha vinto Parigi, “Stanimal” non potrà infatti rimettersele a Wimbledon, e non perché le ha lasciate in dono al museo del Roland Garros ma perché a Wimbledon è obbliga-torio vestirsi di bianco.

In questi giorni ho letto che fra i giocatori serpeggia il malcontento per quella che considerano un’anacronistica imposizione dei soliti in-glesi, maestri di ipocrisia, e do per scontato che una pesante azione di lobbying sia infruttuosamente in corso da anni per cercare di rimuo-verla. Azione destinata a perenne fallimento soprattutto perché, a differenza persino degli altri tre tornei del Grande Slam, Wimbledon non ha bisogno di accordi commerciali e sponsorizzazioni che possa-no vincolarne gli orientamenti e fanno, anzi, marketing istituzionale proprio puntando sulla tutela dei valori tradizionali. L’unico partner dei Championships nel settore dell’abbigliamento è Ralph Lauren, che però non produce materiale da gioco e che, comunque, è già abbon-dantemente ripagato dalle enormi dimensioni del suo celebre marchio “Polo” campeggiante sulle divise dei giudici di linea.

Ipocriti o no che siano, meno male che gli inglesi ci sono e lottano con noi che ancora crediamo a certe cose. Perché il giocare a tennis vestiti di bianco non è una stravaganza snob ma una vera e propria regola non scritta che meriterebbe di essere rispettata ovunque e non soltanto a Wimbledon.

Il tennis è, o dovrebbe essere, lo sport nel quale il rispetto per l’avver-sario è massimo. Il suo stesso nome è con tutta probabilità, come ci ha insegnato il sommo Gianno Clerici, un’anglicizzazione del francese “Tenez” (“Tenga!”), l’avvertimento che, ai tempi dei giochi di racchet-ta antenati del nostro, chi stava per battere rivolgeva all’avversario quale forma di cortesia. Vestirsi di bianco proprio questo è: una forma di cortesia e di rispetto verso chi sta dall’altra parte della rete ed ha così modo di distinguerti meglio. Le divise multicolore possono infatti, in certi casi, confondersi con l’ambiente circostante.

Tutto è cambiato negli anni ’70, quando sono stati gli italiani – Fila e Tacchini in primis – a introdurre elementi colorati diventati con gli an-ni sempre più invasivi. Fino all’estremo delle mutande di Wawrinka, un obbrobrio che – per fortuna – non sarebbe tollerato neppure in molti dei più blasonati circoli italiani.

Batch

circuito mondiale

batch - point

nis che rende l’esistenza (e dunque il tennis) tutto sommato interessante. Azzardiamo un’ipotesi? Ritiri altrui a parte è come se Andreas desse il me-glio di sé e costringesse pure la fortu-na ad aiutarlo dove meno ci si atten-derebbe un suo risultato, dove le sue spalle non devono reggere alcun peso e le sue gambe, già rapide di loro, pos-sono muoversi con leggerezza e meto-do. Certo l’erba degli ultimi giorni di torneo diventa una terra mascherata e con più insidie: ma non è questo il motivo che ha portato Seppi a vince-re una volta Eastbourne, arrivarci una seconda in finale e approdare all’at-to conclusivo ad Halle. C’è anche un adattamento mentale che Andreas po-ne in essere sulla quella superficie che lo rende efficace proprio dove dovreb-be esserlo meno. Quando poi ci si tro-va di fronte a un Federer che decide di essere Federer ti puoi adattare fin che ti pare ma la fine è nota.

Futura era dell’oro?Tuttavia perché non vedere in questi exploit del nostro l’ennesima e grade-vole dimostrazione che il genio italia-no, per quanto mai così vituperato a tutti i livelli, trova modi insospettabili per manifestarsi? E invece di mettere l’accento sul fatto che il tennis azzur-ro, soprattutto sull’erba, centra singo-li exploit e basta, perché non vedere in queste giornate i prodromi di una futura età dell’oro? (Camila stai ascol-tando?).

Ancora tanteombre, Rafa!

Dopo una stagione sulla terra rossa quanto mai deludente (per lui), anche la fetta di 2015 in verde si preannuncia tra luci e ombre per Rafael Nadal. All'esordio sull'erba aveva vinto la prima edizione del torneo di Stoccarda, non più tardi di una decina di giorni fa. Ma subito dopo è uscito al primo turno al Queen's, un torneo che aveva già vinto una volta nel 2008. A Wimbledon, dunque, lo spagnolo arriva con molti punti di domanda, dopo una sconfitta troppo precoce nel Club della Regina, subita per mano dell'ucraino Aleksander Dolgopolov con il risultato di 6-3 6-7 6-4. Ai Championships lo spagnolo si ritroverà la testa di serie n.10, e con avversari del livello di Dolgopolov dovrà farci i conti fin da subito.

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Wimbledon non segue il ranking per stilare il suo seeding maschile. Usa un metodo matematico che prende in considerazione solo i Top 32 e che dà precedenza ai più recenti risultati ottenuti sull’erba

focus

di AlEssAndro nizEGorodcEw

foto GEtty imAGEs

Wimbledon è alle porte, Londra è pronta ad accogliere i più forti giocatori del pianeta nel tempio del tennis. L’erba è la

superficie su cui giunge, solitamente, il maggior numero di sorprese, poiché i valori del ranking vengono stravolti dalle caratteristiche tecniche più o me-no adatte ai prati. Il sorteggio, all’All En-gland Club, risulta quindi decisivo. E an-cor più importante è riuscire ad accapar-rarsi una delle 32 teste di serie, così da evitare i top players nei primi due turni. Si è spesso sentito dire che a Wimbledon il seeding viene deciso arbitrariamente dall’organizzazione del torneo, ma tutto ciò è vero solamente in parte. L’assegna-zione delle teste di serie per il tabellone maschile (nel femminile si segue la clas-sifica) viene stabilita da un mero calcolo matematico, che va a premiare chi me-glio si è comportato sui prati nel recente passato.

La scalata nel seeding Le teste di se-rie del tabellone maschile di Wimble-don possono dunque variare rispetto al ranking, ma è bene sottolineare come vengono presi in considerazione sola-mente i primi 32 della classifica Atp il lunedì precedente all’inizio dell’evento.

Come funziona? All’attuale ranking van-no aggiunti i punti conquistati sull’erba negli ultimi 12 mesi. Che quindi, essen-do già conteggiati nel ranking, assumo-no valore doppio, oltre al 75% dei punti relativi al miglior punteggio ottenuto sempre su erba nei 12 mesi ancora pre-cedenti. Questo il motivo per cui lo scor-so anno Nadal, da numero 1 del mon-do, fu retrocesso alla testa di serie n.2, mentre fu Djokovic a guidare il seeding. Jerzy Janowicz, semifinalista l’anno pre-cedente a Londra, ottenne la testa di se-rie n.15 nonostante fosse n.24 al mon-do. E così Seppi, che scalò 6 posizioni nel seeding fino al n.25. E se venissero presi in considerazione anche i giocato-ri fuori dai primi 32 del ranking? Grazie allo studio del giornalista Luca Bran-cher, esperto di numeri, scopriamo che nel 2014 avrebbero potuto usufruire di una testa di serie anche Mahut, Dodig,

Simon e Florian Mayer, fortissimi su erba ma non compresi tra i primi 32 del mon-do. Mahut, specialista dei prati, grazie ai risultati ottenuti si sarebbe garantito addirittura il n.25.

E se gli altri Slam… Sempre grazie al lavoro statistico di Luca Brancher sco-priamo che, se Parigi avesse optato per il medesimo metodo (e ne avrebbe la pos-sibilità), quest’anno al Roland Garros Ra-fael Nadal avrebbe usufruito della terza testa di seria (anziché la sesta) e David Ferrer della quinta (anziché la settima). Fabio Fognini, per venire ai colori azzur-ri, sarebbe stato il n.20 del seeding con un +8 rispetto al ranking reale. A Mel-bourne e New York, invece, gli equilibri non cambierebbero di molto, perché ol-tre il 70% dei punti Atp viene assegnato sul cemento e vi sarebbero, dati alla ma-no, pochi spostamenti nel seeding.

Teste di serie: a Londra le scelgono così

Non solo Wimbledon: tutti gli Slampotrebbero usare un altro metodoIl fatto di poter stabilire le teste di serie, senza seguire pedissequamente il ranking, non è un unicum concesso soltanto a Wimbledon. Ogni torneo del Grande Slam, potenzialmente, potrebbe usufruire di questa possibilità, proprio come recita il «Rulebook», il libro delle regole. Ma solamente Londra sfrutta questa chance. Il sistema delle teste di serie serve per consentire ai giocatori più forti, e dunque più in alto in classifica, di incontrarsi solamente nelle fasi finali di una manifestazione. In questo modo il n.1 e n.2 di un evento possono sfidarsi solamente nell’ultimo atto del torneo.

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Tra il 1897 e il 1906 Laurie e Reggie Doherty hanno aperto una nuova era a Wimbledon, vincendo 9 titoli in singolare e 8 in doppio. E oggi per entrare ai Championships si passa dai Doherty Gates...

terza pagina

di AlEssAndro mAstrolucA

La porta su Wimbledon. Un’icona, una metafora perfetta, i Doher-ty Gates. Due metà, come Big e Little Do, i fratelli Laurence e

Reginald Doherty, che in un decennio hanno aperto le porte di Wimbledon verso una nuova era. E oggi, nel loro nome, è da quei cancelli che si passa per entrare ai Championships.In un decennio, i Doherty perfezio-nano, completano quel che i fratelli Renshaw avevano iniziato. Cresciuti a un isolato da Worple Road, sono anco-ra oggi gli ultimi vincitori dei Cham-pionships nati a Wimbledon. Più po-tente Reggie, il maggiore, più preciso Laurie, tra il 1897 e il 1906 vincono il titolo nove volte: almeno uno dei due fratelli è sempre presente al Challenge Round. Reginald domina gli anni a cavallo dei due secoli, tra il 1897 e il 1900, perde da Gore nel 1901 e avvia la cinquina di Laurie, un record che sarà eguaglia-to solo da Borg e Federer. Tra il 1903 e il 1906 “Little Do” non perde mai in singolare e diventa la prima grande star del tennis nel Novecento: nel 1902 è il primo straniero a vincere gli Us Championships. Per i suoi ultimi due successi a Wimbledon, sull’australiano Brooks e sul britannico Frank Riseley, arrivano oltre 30 mila spettatori: le tri-bune del Centre Court devono essere ricostruite e ampliate. La fine dell’era dei Doherty segna l’i-nizio di una nuova stagione per tutto

Fratelli… cancelli

il Regno Unito, il passaggio del potere politico dall’aristocrazia all’alta borghe-sia. Un cambiamento epocale che le ele-zioni del dicembre 1905 si incaricano di fotografare: i conservatori di Balfour si vedono sconfitti dai Liberali dei futu-ri primi ministri David Lloyd George e Herbert H. Asquith.Come i Renshaw, i Doherty non amano sfidarsi uno contro l’altro. Insieme, pe-rò, sono praticamente inarrestabili. Con Reggie a sinistra, giocano dieci finali consecutive a Wimbledon e ne vincono otto, un primato che ancora nessuna coppia ha mai eguagliato. In un decen-nio, perdono tre partite a Worple Road: contro i fratelli Baddeley nel 1896, e due volte contro Riseley e Sydney Smith, nel 1902 e nel 1906. In quel decennio d’oro, aggiungono anche due titoli ai campio-nati americani e l’oro olimpico a Parigi.

Scrivono anche un manuale di tennis, nel 1903, l’anno del “ratto” in Coppa Davis agli Stati Uniti. Nell’ultima giornata, Lau-rie sfida William Larned, che batterà due settimane dopo agli US Championships a Newport. Sul 4-4 al quinto, l’americano completa il break con un perfetto pas-sante. Laurie pensa però che la palla sia fuori e si volta verso il giudice di linea, che però non c’è. E l’aveva anche spie-gato: è un socio del Longwood Cricket Club di Boston, dove si sta giocando, e doveva prendere l’ultimo traghetto per Nantasket. Larned accetta di rigiocare il punto... e perderà 7-5. La Gran Breta-gna alza così la prima insalatiera della sua storia. Laurie vincerà l’oro olimpico anche nel 1908, con George Hillyard, il segretario dell’All England Club che spo-sterà Wimbledon a Church Road. E apri-rà nuove strade per la storia del tennis.

Sopra, Laurie e Reggie Doherty. Sotto, sul Centre Court di Wimbledon (finale 1906) contro Smith/Riseley

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circuito mondiale

di AndrEA nizzEro - foto GEtty imAGEs

F ive to watch, cinque da tene-re d’occhio. No, non sono tra le favorite per vincere Wim-bledon. Non sono necessaria-

mente le più in forma. Ma sono cin-que donne che hanno una storia da raccontare e una da far proseguire, in un modo o nell’altro. L’erba sarà per loro un’opportunità importan-te, tanto per le loro caratteristiche quanto per le delicate fasi di vita e carriera che stanno attraversando. Cinque da seguire, con un senso di-verso: non prettamente nell’ottica del torneo, o delle loro probabilità di fare risultato, ma da un punto di vista personale. Per loro l’erba po-trebbe rappresentare un toccasana oppure, al contrario, una sostanza intossicante.

Karolina Pliskova,manca tanto cosìA Birmingham Karolina Pliskova si è trovata di fronte alla porta che con-duce alla stanza dell’élite mondiale: la giovane ceca sarebbe entrata nella Top 10 se fosse riuscita a convertire 52 vincenti della finale in una vitto-ria ai danni della tedesca Angelique Kerber. Quella porta non l’ha varcata per una manciata di punti, quelli che le sono costati una partita estenuan-te e conclusa solo al tiebreak del ter-zo set. Se non si farà prendere dallo sconforto per il terzo titolo Premier che le sfugge tra le dita quest’anno, Karolina potrebbe diventare grande già nelle prossime settimane. Lei e sua sorella gemella Krystina sono at-tese al varco delle grandi da anni, ma solo Karolina ha preso il treno verso la vetta. Servizio, tempo sulla palla, slice: non le manca nulla per impen-sierire chiunque sull’erba. E il fatto che le sue prime due vittorie conse-cutive sul verde siano arrivate solo ora, a Birmingham, non deve essere frainteso: il suo gioco va benissimo per questa superficie, semplicemen-te non sapeva di poter appartenere al circolo delle grandi.

Laura Robson,erba di casa suaDiciotto mesi e qualche giorno. Tan-to è costato, a Luara Robson, un infortunio al polso sinistro la cui gravità è emersa solo con il passa-re del tempo, tantissimo tempo. Il rientro, sulla superficie che un paio d’anni fa l’aveva vista brillare come solo le predestinate possono, è stato l’equivalente di un diretto al mento: ha racimolato appena un game con-tro Daria Gavrilova. Nelle “quali” di Eastbourne, va detto, era letteral-mente il sorteggio peggiore che le

Una cinquina per cui la stagione verde significherà moltissimo. Non sono le favorite per Wimbledon, e nemmeno le più in forma, ma le loro stagioni - o carriere - potrebbero svoltare proprio sui prati

5 bombe da erba

K&K Pliskova, sorelle-tattooLe sorelle tatuaggio: Karolina e Kristyna Pliskova si erano già fatte notare sul verde au-stero e tradizionalista di Wimbledon per i loro tattoo tribali (nella foto quelli di Karolina). Ta-tuaggi che risaltano dai completini da gioco, in bella vista, su gambe e braccia.

La ceca Karolina Pliskova, 23 anni e numero 11 Wta

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circuito mondiale

potesse capitare. Ma lei ha preso con (giusta) filosofia sia la sfortuna che la mazzata: “Grazie, grazie, grazie a tutti quelli che sono venuti a veder-mi a Eastbourne oggi. Significa tutto per me. #guardareavanti”. La brillante mancina britannica è un personaggio che può fare solo bene al tennis fem-minile. L’erba di casa le farà capire quanta strada dovrà ancora percor-rere, per farsi ammirare di nuovo ai livelli che il suo talento le permette-rebbe.

to attesa Camila Giorgi? È la domanda cui si spera l’erba del 2015 dia rispo-sta. A Den Bosch ha finalmente tro-vato la sicurezza e la tranquillità che le era sempre mancata per portare a termine una settimana memorabile. “Che sia chiaro: Camila non ha vinto Wimbledon”, ha tenuto a precisare il tanto discusso Sergio Giorgi in un’in-tervista ad Alessandro Nizegorodcew seguita al primo successo WTA nel-la - fin qui - complicata carriera del-la figlia. “Camila si trova benissimo sull’erba, e si sente più forte qui che su altre superfici”: caratteristiche tec-niche e mentalità, una combinazione che rende Camila una sorta di ordi-gno al tritolo sui prati. Quello che le era sempre mancato era il controllo su timer e bersaglio dell’esplosione. Con la tranquillità acquistata a Den Bosch, le prossime tre settimane po-trebbero significare tantissimo per tutta la sua carriera.

Eugenie Bouchard,campo o passerella?Chi la conosce assicura che, in con-ferenza stampa dopo la sconfitta allo scorso Roland Garros, si è vista forse per la prima volta una Eugenie Bou-chard umana. Un’umanità che pur-troppo si è rivelata nella forma di una dolorosa confusione, quella di chi non sa più dove si trova e cosa deve fare. La protagonista del 2014 si ritrova a metà 2015 con appena sette partite vinte. Solo in due tornei (Australian Open e Indian Wells) è riuscita a vin-cere due partite di fila. Sull’erba ha già rimediato due sconfitte al primo tur-no. Mentre quella tennistica attraversa questa crisi preoccupante, c’è un’altra carriera che va a gonfie vele: quella da modella. Tra non molto, probabil-mente, Genie dovrà scegliere tra l’una e l’altra. E non è del tutto escluso che le prossime settimane sull’erba diano una direzione all’ago della bilancia.

Angelique Kerber, la nuova erbaiolache non aveva mai vinto sul verdeVincendo a Birmingham, la tedesca Angelique Kerber ha vinto il suo terzo torneo Premier stagionale e si è tenuta il suo posto nella Top 10 ai danni proprio della giocatrice sconfitta in finale, Karolina Pliskova. Una settimana perfetta, per una ex semifinalista di Wimbledon che non aveva mai vinto un titolo sul ver-de. Il punteggio, 6-7(5) 6-3 7-6(4), la dice lunga su quanto siano state combattute le due ore e sedici di gioco. Da aprile Angie ha rimesso in piedi una stagio-ne che rischiava di diventare una delle peggiori della sua carriera. Ora, con una forma invidiabile e il sesto titolo in carriera in bacheca, a Londra sarà tra le più temute. (an.ni.)

Victoria Azarenkadipende dai piediIl ranking di Victoria Azarenka dice 23, ma chi di tennis ne sa qualcosa in più del computer la metteva tra le prime quattro favorite per vincere Wimbledon. Fino a una settimana fa, i bookmaker non avevano molti dubbi: dietro Serena, la campionessa in cari-ca Kvitova e Maria Sharapova, c’era la bionda di Minsk. Almeno fino a quan-do non ha abbandonato Birmingham con un preoccupante (o angosciante?) dolore al piede sinistro. Sono ormai due anni che gli infortuni ai piedi tengono fermo a 17 il numero dei ti-toli vinti in carriera dalla ex n.1 del mondo. Proprio ora, dopo che il livel-lo con cui l’avevamo vista giocare a Parigi contro Serena era sembrato di nuovo molto vicino a quello delle mi-gliori, torna a farsi vivo il fantasma di un problema che sta mettendo a rischio la sua carriera. Wimbledon ci dirà quanto vicino (o lontana) è dalla vetta una delle poche tenniste che ha saputo interpretare il ruolo di regina nell’era di Serena Williams.

Camila Giorgi,l’ordigno dei pratiIn Olanda è davvero arrivata la tanto attesa svolta nella carriera della tan-

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i numeri della settimana

SbalorditIVO: 45 ace

di GiorGio sPAlluto – foto GEtty imAGEs

45 gli ace messi a referto nei quarti ad Halle dal croato Ivo Karlovic (nella foto), che ha migliorato il record di ace (44) in match al meglio dei 3 set che già deteneva in coabitazione con l’australiano Mark Philippoussis.

60 i turni di battuta difesi con successo da Karlovic nei 4 match disputati ad Halle. Il croato, che non ha mai perso il servizio in tutto il torneo, è uscito in semifinale senza concedere alcuna palla break nemmeno a Roger Federer.

27 gli ace con i quali la tedesca Sabine Lisicki, in appena 2 set contro Belinda Bencic, ha stabilito il nuovo record di ace messi a segno in un torneo WTA.

15 i titoli vinti su erba da Federer, il più vincente su questa superficie nell’Era Open. Nella classifica dei plurititolati sul “verde”, lo svizzero è seguito da Pete Sampras con 10 allori, Jimmy Connors con 9, John McEnroe e Lleyton Hewitt con 8, e Boris Becker con 7.

8 i titoli vinti da Roger Federer ad Halle, che diventa il torneo più presente nella bacheca dello svizzero. Superati i 7 allori conquistati a Wimbledon e Dubai. Solo Nadal, con i suoi 9 Roland Garros, si è aggiudicato uno stesso torneo per più di 8 volte.

I primi 25 del ranking AtpPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Novak Djokovic (SRB) 138452 Roger Federer (SUI) 96653 Andy Murray (GBR) 74504 Stan Wawrinka (SUI) 57905 Kei Nishikori (JPN) 56606 Tomas Berdych (CZE) 50507 David Ferrer (ESP) 44908 Milos Raonic (CAN) 44409 Marin Cilic (CRO) 3540

10 Rafael Nadal (ESP) 313511 Grigor Dimitrov (BUL) 260012 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 256513 Gilles Simon (FRA) 243514 Kevin Anderson (RSA) 209015 David Goffin (BEL) 201016 Feliciano Lopez (ESP) 193517 John Isner (USA) 189018 Gael Monfils (FRA) 188519 Tommy Robredo (ESP) 171020 Richard Gasquet (FRA) 161021 Leonardo Mayer (ARG) 158022 Roberto Bautista Agut (ESP) 154523 Pablo Cuevas (URU) 150224 Viktor Troicki (SRB) 149425 Ivo Karlovic (CRO) 1385 1354

Le prime 25 del ranking WtaPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Serena Williams (USA) 112912 Petra Kvitova (CZE) 68703 Simona Halep (ROU) 62004 Maria Sharapova (RUS) 59505 Caroline Wozniacki (DEN) 50006 Lucie Safarova (CZE) 40557 Ana Ivanovic (SRB) 38958 Ekaterina Makarova (RUS) 35759 Carla Suarez Navarro (ESP) 3345

10 Angelique Kerber (GER) 328511 Karolina Pliskova (CZE) 321012 Eugenie Bouchard (CAN) 311813 Agnieszka Radwanska (POL) 281514 Andrea Petkovic (GER) 266015 Timea Bacsinszky (SUI) 260516 Venus Williams (USA) 258617 Elina Svitolina (UKR) 240518 Sabine Lisicki (GER) 232019 Sara Errani (ITA) 214020 Garbine Muguruza (ESP) 207521 Madison Keys (USA) 198022 Samantha Stosur (AUS) 190023 Viktoria Azarenka (BLR) 189224 Flavia Pennetta (ITA) 184725 Alizé Cornet (FRA) 1845

I primi 25 italiani del ranking AtpPos. Rank. Nome Punti

1 27 Andreas Seppi 12802 28 Fabio Fognini 12503 56 Simone Bolelli 8464 88 Paolo Lorenzi 5885 113 Luca Vanni 4786 123 Marco Cecchinato 4477 183 Andrea Arnaboldi 2798 189 Thomas Fabbiano 2739 192 Matteo Viola 257

10 203 Filippo Volandri 24111 225 Matteo Donati 21512 232 Roberto Marcora 21013 243 Gianluca Naso 20514 245 Riccardo Bellotti 20315 249 Potito Starace 19916 253 Federico Gaio 19617 304 Erik Crepaldi 15718 323 Stefano Travaglia 14519 351 Stefano Napolitano 12920 376 Omar Giacalone 11821 383 Gianluca Mager 11422 388 Salvatore Caruso 11223 404 Flavio Cipolla 10524 409 Alessandro Giannessi 10425 417 Alessandro Bega 99Le prime 25 italiane del ranking Wta

Pos. Rank. Nome Punti1 19 Sara Errani 21402 24 Flavia Pennetta 18473 32 Camila Giorgi 14804 35 Roberta Vinci 12915 40 Karin Knapp 11756 78 Francesca Schiavone 7627 183 Alberta Brianti 2798 266 Giulia Gatto-Monticone 1579 273 Gioia Barbieri 151

10 323 Martina Caregaro 12011 330 Jasmine Paolini 11512 357 Gaia Sanesi 10113 405 Alice Savoretti 7614 409 Claudia Giovine 7515 428 Alice Matteucci 7216 440 Georgia Brescia 7017 445 Anastasia Grymalska 6818 457 Corinna Dentoni 6419 460 Anna Giulia Remondina 6420 468 Martina Trevisan 6121 473 Valeria Prosperi 6022 492 Stefania Rubini 5323 503 Cristiana Ferrando 5024 519 Bianca Turati 4625 550 Alice Balducci 41

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circuito mondiale

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il tennis in tv

Prati da cinetecaO

gni sera un film. Ma niente commedie, noir o colossal. Match da cineteca invece, con gli “official movie” di

Wimbledon sugli schermi di Super-Tennis in seconda serata, tutte le se-re alle ore 23 (fino a domenica, dalle 23.30 da lunedì in poi). E non solo, perché ad accompagnarli ci saranno

Lunedì rivivi Nadal-Federer, la storica finale di Wimbledon 2008

Giovedì 2500:00 - Magazine ATP00:03 - WTA Birmingam (replica)02:00 - ATP Queen’s (replica)04:00- ATP Halle (replica)06:00 - WTA Eastborne (replica)08:00 - Official Film Wimbledon 199609:00 - La Voce delle Regioni10:00 - WTA Eastborne (replica)11:30 -Tennis Magazine12:00 - LIVE WTA Premier Eastbourne 19:00 - Magazine ATP19:30 - WTA Eastborne (replica)21:00 - News21:05 - Trofeo FIT Tennis - Kinder + Sport ASD Poggetto Firenze21:15 - WTA Eastborne (replica)23:00 - Official Film Wimbledon 1997

Venerdì 2600:00 - WTA Eastborne (replica)02:00 - La Voce delle Regioni03:00 - Tennis Magazine03:30- ATP Queen’s (replica)05:30 - WTA Eastborne (replica)07:15 - Magazine ATP07:45 - Trofeo FIT Tennis - Kinder + Sport ASD Poggetto Firenze08:00 - Official Film Wimbledon 199709:00 - WTA Eastborne (replica)10:30 - WTA Eastborne (replica)12:00 - LIVE WTA Premier Eastbourne SF16:30 -Tennis Magazine17.00 - News17:05 - World of Tennis17:30 - ATP Queen’s (replica)19:00 - WTA Eastborne SF (replica)21:00 - News21:05 - WTA Eastborne SF (replica)23:00 - Official Film Wimbledon 1998

Sabato 2700:00 - ATP Halle Finale (replica)02:00 - WTA Birmingam (replica)04:00- ATP Halle (replica)06:00 - ATP Queen’s (replica)07:30 - World of Tennis08:00 - Official Film Wimbledon 199809:00 - Magazine ATP09:30 - Circolando TC Brindisi10:00 - WTA Eastborne SF (replica)12:00 - WTA Eastborne SF (replica)14:00 -Tennis Magazine14:30 - LIVE WTA Premier Eastbourne Finale16:30 - Magazine ATP17.00 - News17:05 - Trofeo FIT Tennis - Kinder + Sport ASD Poggetto Firenze17:15 - Sampras vs Federer Wimbledon 200121:00 - News21:05 - WTA Eastborne Finale (replica)23:00 - Official Film Wimbledon 1999

Domenica 2800:00 - Trofeo FIT Tennis - Kinder + Sport ASD Poggetto Firenze00:30 - ATP Queen’s Finale (replica)02:00 - WTA Eastborne QF (replica)04:00- ATP Halle (replica)06:00 - Magazine ATP06:30 - Circolando TC Brindisi07:00 - Reloaded ATP Master 1000 Roma08:00 - Official Film Wimbledon 199909:00 - WTA Eastborne Finale (replica)10:30 - Circolando TC Foggia11:00 - ATP Queen’s Finale (replica)13:00 - WTA Eastborne SF (replica)15:00 - WTA Eastborne SF (replica)17.00 - News17:05 - WTA Eastborne Finale (replica)19:00 - ATP Halle Finale (replica)20:30 - Beach Tennis Bibione Cup21:00 - News21:05 -Tennis Magazine21:30 - WTA Birmingham Finale (replica)23:00 - Official Film Wimbledon 2000

Lunedì 2900:00 - Trofeo FIT Tennis - Kinder + Sport ASD Poggetto Firenze00:15 - WTA Birmingham (replica)02:00 - WTA Eastborne SF (replica)04:00 - ATP Queen’s (replica)06:00 - WTA Eastborne SF (replica)08:00 - Official Film Wimbledon 200009:00 - World of Tennis09:30 - ATP Halle (replica)12:00 - WTA Eastborne Finale (replica)14:00 - Giorgi vs Krajicek, WTA S-Hertogenbosch (replica)16:00 - Tennis Magazine16:30 - Beach Tennis Bibione Cup17.00 - News17:30 - Official Film Wimbledon 200018:30 - Federer vs Nadal - Finale Wimbledon 200823:00 - News23:30 - Official Film Wimbledon 2001

Martedì 3000:30 - Beach Tennis Bibione Cup01:00 - Sampras vs Federer, Wimbledon 200104:45 - Tie Break05:00 - Magazine ATP05:30 - Svitolina vs Pennetta, WTA Roma 201507:00 - Reloaded ATP Master 1000 Roma08:00 - Official Film Wimbledon 200109:00- Beach Tennis Bibione Cup09:30 - Giorgi vs Bertens, WTA s-Hertogenbosch SF11:00 - Tennis Magazine11:30 - ATP Halle (replica)14:00 - Seppi vs Haas, ATP Halle (replica)15:30 - WTA Eastborne (replica)17.00 - News17:30 - Official Film Wimbledon 200118:30 - La Voce delle Regioni19:30 - Federer vs Nadal - Finale Wimbledon 200723:00 - News23:30 - Official Film Wimbledon 2002

Mercoledì 100:30- Federer vs Nadal - Finale Wimbledon 200805:00 - World of Tennis05:30 - Hantuchova vs Wrrani, WTA Roma 201507:15 - Tennis Magazine07:45 - Trofeo FIT Tennis - Kinder + Sport ASD Poggetto Firenze08:00 - Official Film Wimbledon 200209:00 - Seppi vs Robredo, ATP Halle 201511:00 - Word of Tennis11:30 - ATP Queen’s (replica)13:30 - WTA Birmingham (replica)15:30 - Beach Tennis Bibione Cup16:00 - La Voce delle Regioni17.00 - News17:30 - Official Film Wimbledon 200218:45 - Beach Tennis Bibione Cup19:15 - Magazine ATP19:45 - Tennis Magazine20:15 - Errani vs Sharapova, Roland Garros 2012 Finale23:00 - News23:30 - Official Film Wimbledon 2003

storiche, dicevamo, lunedì e marte-dì - imperdibili - potrete rivivere le emozioni delle due finali di Wimble-don che hanno segnato il rapporto tra Nadal e Federer. Ricordate quella del 2008? Finita quando in Italia erano le 10 e un quarto e con la prima vittoria di Rafa sull’erba londinese? Se non sono partite da cineteca queste...

Eastbourne in direttaLa finale alle 14.30 di domenica, ma anche le fasi calde a partire da mezzogiorno sia venerdì che sabato. È la copertura che Su-perTennis darà del torneo femminile Premier di Eastbourne, tappa d’avvicinamento a Wim-bledon del circuito femminile che terrà impe-gnate le migliori mentre ai Championships si disputeranno le qualificazioni. Evento Pre-mier, di primo piano dunque, proprio come le partecipanti, tra cui spiccano Kvitova e Wozniacki. Al via anche un poker azzurro con Errani, Pennetta, Giorgi e Vinci.

anche alcune perle, come le due finali consecutive che hanno portato su un altro livello la rivalità tra Rafael Na-dal e Roger Federer. Ma andiamo con ordine, parliamo di film. Ogni sera un anno (questa settimana dal 1997 al 2003), con i film ufficiali dei Cham-pionships, un percorso d’avvicina-mento ai 15 giorni di Church Road che parte dal passato per poi focaliz-zarsi sul presente. Già, perché l’er-ba sarà sempre protagonista, anche nelle strisce giornaliere di news che accenderanno i riflettori sullo Slam londinese.

Due fasce giornaliereGli inviati di SuperTennis racconte-ranno tutto ciò che c’è da sapere sulla stretta attualità inglese, con numeri, curiosità, informazioni e servizi da SW19. Un modo incredibile per vivere Wimbledon, tra fasi storiche e notizie dell’ultima ora. E a proposito di fasi fo

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NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali

17WWW.ZUSTENNIS.IT

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facciamo il punto

4 leggende senza etàA novembre, tra Verona e Modena (oltre che su SuperTennis Tv),torna la Grande Sfida: con quattro icone degli Anni ‘80: John McEnroe, Mats Wilander, Yannick Noah ed Henri Leconte

di riccArdo Bisti - foto GEtty imAGEs

“Abbiamo ingaggiato il me-glio degli Anni ‘80”. Erne-sto De Filippis ha presen-tato così la quarta edizio-

ne de ‘La Grande Sfida’, in programma il 20, 21 e 22 novembre a Verona e Mo-dena. Come per l’edizione 2014, farà parte dell’ATP Champions Tour. I nomi dei protagonisti mettono i brividi: John McEnroe, Mats Wilander, Yannick Noah ed Henri Leconte. Per intenderci, 15 vit-torie Slam e trionfi a grappoli in Coppa Davis. In italiano la parola non rende co-me in inglese, ma è corretto definirli tra i giocatori più “iconici” dell’Era Open. Per la prima volta, la Grande Sfida ripropo-ne per due volte lo stesso giocatore. Chi poteva essere, se non John McEnroe? Lo scorso anno fu definito “la nostra rockstar”. Non solo perché ha messo in piedi un gruppo musicale, ma perché a 56 anni sa ancora esaltare le folle con il suo carisma, un carattere irriverente e un tennis sublime. John ha vinto tanto (7 tornei del Grande Slam, ha dominato

il tennis nel 1984 vincendo 82 partite su 85), ma è ricordato soprattutto per il suo stile unico, a partire da quel servizio ini-mitabile, spalle alla rete. Ogni colpo era personale, impossibile da imitare, e poi le volée sono state tra le migliori di sem-pre, forse le migliori. Quando lo speaker annuncerà il suo nome al Palaolimpia di Verona e al Palapanini di Modena, beh, preparatevi alla pelle d’oca.

Il legame con ModenaCuriosamente, Mats Wilander vanta lo stesso numero di Slam di McEnroe. Un dato che la dice lunga sull’unico erede di Bjorn Borg. Tra l’altro Mats ha un antico legame con la provincia di Modena, dove si giocheranno le finali (in onda in diretta esclusiva su SuperTennis Tv): nel 1981 vinse i campionati europei junior a Ser-ramazzoni... l’anno successivo si impose al Roland Garros. La sua grande qualità? Sapersi migliorare anno dopo anno, fino a diventare quasi imbattibile. Nel 1988 vinse tre Slam su quattro, impresa quasi miracolosa, sublimata dal trionfo allo Us Open, dove Borg aveva sempre fallito.

Duetto franceseParlano francese gli altri due protagoni-sti. Se chiedete a un giovane transalpino di Yannick Noah, quasi certamente vi di-rà: “Chi, il cantante?”. Basta questo a ren-dere l’idea del personaggio. Ultimo fran-cese (e ultimo nero) a vincere uno Slam, è stato n. 3 Atp senza averne la qualità tennistica. Ma il fisico e le doti acrobati-che gli hanno fatto fare miracoli. Senza contare un carisma clamoroso che lo ha reso uno dei più grandi capitani nella sto-ria della Davis. Il suo capolavoro risale al 1991, quando rimise al mondo un Henri Leconte che fino a due settimane prima era su una sedia a rotelle per un’operazio-ne alla schiena. “Riton” sarà l’ultimo pro-tagonista de “La Grande Sfida”. Mancino, dotato di un braccio assassino, ha vinto meno di quel che il talento gli avrebbe concesso. Eppure, quando era in campo, lasciava sempre a bocca aperta. Il suo grande rimpianto è la finale del Roland Garros, persa contro Mats Wilander. Chis-sà che la Grande Sfida 4 non possa dargli la rivincita. In fondo, che volete che siano 27 anni d’attesa?

In senso orario, John McEnroe (56 anni e 7 Slam vinti), Mats Wilander (51 anni e 7 Slam), Yannick Noah (55 anni e un Roland Garros vinto) ed Henri Leconte (51 anni e una finale al Roland Garros)

Biglietti: venditalibera dal 10 luglio.Prelazione e scontiper i tesserati FitLa vendita libera dei tagliandi per La Gran-de Sfida 4 scatterà a partire dal 10 luglio sul circuito specializzato Ticketone. Ma prima è prevista una fase di prelazione ri-servata esclusivamente a tutti i tesserati Fit, che potranno usufruirne inviando co-pia della propria tessera all’indirizzo email [email protected]. Per ogni tesserato Fit che acquisterà due biglietti, al secon-do tagliando si applicherà uno sconto del 30%. Ma i vantaggi non finiscono qui, per-ché c’è una promozione pensata anche per i circoli: ogni 10 biglietti acquistati, uno sarà in omaggio. E poi c’è la possibilità del “pacchetto famiglia” aperto a tutti. Come funziona? Per due adulti e due under 18, oppure per un adulto e tre under 18, uno dei quattro biglietti sarà in omaggio.

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circuito amatoriale fit-tpra

Campionati provinciali:aggiungi la tua tappaTutto pronto per la nuova serie di tornei che decreteranno i campioni di ogni provincia. Ecco come i club Fit possono inserire il proprio torneo all’interno di questo speciale circuito. È facile ed è gratis

di mAx foGAzzi

Sono ufficialmente partiti i campio-nati amatoriali italiani ed i comi-tati provinciali della Federazione Italiana Tennis stanno individuan-

do location e circoli della propria zona, al fine di pianificare il calendario che da luglio a fine dicembre ospiterà i tornei validi per conquistare il titolo di Cam-pione Provinciale 2015, che verrà asse-

gnato da un Master tra i migliori amatori della classifica provinciale al 31 dicem-bre. Tutti i circoli affiliati Fit possono in-serire una propria tappa all’interno del calendario e per farlo è sufficiente sotto-porre la propria candidatura direttamen-te al comitato provinciale di riferimento. Ogni tappa sarà composta da un tabello-ne di singolare maschile open, uno di sin-golare femminile open e da un tabellone Limit 45, dedicato a quei giocatori che si

stanno facendo le ossa o che sono all’ini-zio della loro carriera amatoriale.

Istruzioni per l’usoI circoli che si candidano devono sapere che tutti i tabelloni dovranno essere ‘com-bined’, dunque giocati simultaneamente nello stesso periodo in modo da rendere l’evento ancora più avvincente. Il periodo di gioco per ogni tappa potrà andare da un singolo weekend a un massimo di tre weekend. Per rendere il tutto più facile i circoli potranno anche limitare i tabelloni a un numero definito di partecipanti (16, 24, 32, 48, 64 o 96) in modo da utilizzare al meglio la propria struttura senza in-vadere lo spazio dedicato ai propri soci. Insomma, richiedere una tappa è sempli-ce e gratuito per tutti i circoli Fit: basta contattare il proprio comitato provinciale e fare la richiesta. Tutte le tappe dei Cam-pionati Provinciali saranno inserite in una classifica dedicata alla provincia ma, im-portante tenerlo presente, concorreranno comunque al saldo punti delle classifiche nazionali amatoriali Fit-Tpra.

Allo stage di Serramazzoni c’è anche la videoanalisiLo abbiamo presentato la scorsa settima-na, sul numero 21 di SuperTennis Magazi-ne. È lo stage di perfezionamento dedicato agli amatori del circuito Fit-Tpra che si svolgerà dal 10 al 15 agosto a Serramaz-zoni (provincia di Modena). Adesso arriva un’altra notizia, direttamente dal diretto-re dell’Istituto Superiore di Formazione “R. Lombardi” Michelangelo Dell’Edera. Bene, in occasione dello Stage TpraGym, i partecipanti avranno la possibilità di es-sere videoanalizzati dai maestri e dai tec-nici della Federazione Italiana Tennis, che lavoreranno a stretto contatto con i ten-nisti ogni mattina con sessioni lunghe tre ore. Una tecnologia già molto utilizzata dai professionisti di alto livello per migliorare il proprio gioco e la propria tecnica. Un’al-tra occasione imperdibile, dunque. Tutte le informazioni per partecipare allo stage di agosto su www.tpratennis.it oppure scriven-do a [email protected].

Arriva il Wimbledon degli amatoriWimbledon è sempre più vicino. L’appuntamento è a Gaiba (pro-vincia di Rovigo), dove 4 campi in erba naturale attendono l’av-vento della prossima tappa delle Super-Slam Series. Si comincia con il torneo di doppio maschile venerdì 10 luglio, a partire dal-le ore 15. Poi sabato 11 luglio sarà la volta del torneo maschi-le Limit45 e del torneo maschile Limit 65. Domenica 12 luglio, le prove Open del singolare maschile e del singolare femminile. Iscrizioni e informazioni ulteriori su www.tpratennis.it

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personal coach

Battere l’epicondiliteSapevate che più sale il livello di un giocatore e più si abbassano le possibilità che venga colpito dal gomito del tennista? Cause, cure e prevenzioni. E una serie di esercizi, per tutti, per evitarlo

di GioVAnni cAtizonE E Vittorio sAntini,i.s.f. roBErto lomBArdi

foto GEtty imAGEs

Tennis ed epicondilite, o gomito del tennista, fanno parte della nostra storia co-si come ne fanno parte le

prove di forza tra pari. Quante volte ci si cimenta in gare di “braccio di ferro” dove il più forte vince, dove appunto il braccio che imprime più forza prende il sopravvento. Con un po’ di fantasia il tennis vive situa-zioni analoghe dove l’avversario da battere è la palla da colpire. Quanto a lungo può resistere l’arto superio-re del tennista, quali sono i livelli di forza ideale per poter giocare stabil-mente a tennis, quali fattori deter-minano l’insorgere dell’epicondilite? E, in ultima analisi, si po’ prevenire?

Le causeL’epicondilite si manifesta tramite un dolore in sede epicondilea, parte alta del gomito, che spesso si irra-dia dalla faccia posteriore dell’a-vambraccio fino alla mano implican-do anche il dito medio ed anulare. Quando il dolore interessa la regio-ne controlaterale del gomito, si trat-ta presumibilmente di epitrocleite. Quali sono le cause che maggior-mente determinano l’epicondilite? Naturalmente le ipersollecitazioni meccaniche riguardanti le parti de-scritte. Nel caso del tennista in par-ticolare l’impatto ripetuto della rac-chetta sulla palla, una massa musco-lare dell’arto superiore inadeguata, l’invecchiamento fisiologico dei ten-dini, imperfezioni di carattere tecni-co, racchette inadeguate alle carat-teristiche del tennista, misura del grip troppo grande o troppo piccola e infine predisposizione naturale a questo tipo d’infiammazione. È inte-ressante notare come l’epicondilite abbia un’incidenza pressoché nulla nei tennisti di alto livello.

Come si cura?Naturalmente la prevenzione rap-presenta l’obiettivo principale da perseguire. In prima istanza è fon-

damentale ricercare la perfezione tecnica, in secondo luogo comincia-re a spingere la palla solo dopo aver eseguito un palleggio nell’area di servizio (pittino). Dedicare sedute di potenziamento muscolare a entram-bi gli arti superiori, particolarmente utili si rivelano gli esercizi eseguiti utilizzando i manubri. Di fondamen-tale importanza inoltre la scelta della racchetta e la tensione delle corde: quanto più diminuisce la tensione delle corde, tanto meno insorgerà l’epicondilite. Se l’epicondilite insor-ge, naturalmente bisogna rivolgersi al proprio medico che d’abitudine prescrive antinfiammatori, terapie fi-siche, bendaggi funzionali, riposo... Quanto più cresce il livello tecnico tattico e fisico, comunque, tanto più i rischi dell’epicondilite diminuisco-no. Avvalersi di un buon maestro e di un buon preparatore fisico, quindi, costituisce la migliore forma di pre-venzione.

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Prevenire il gomito del tennista:5 esercizi facili (e per tutti)

Quali sono gli esercizi fondamentali per preve-nire l’epicondilite? Eccone una serie. 1. Stringere sia con la mano destra sia con la sinistra una palla da tennis contemporane-amente.2. Impugnando una clavetta con la mano, ese-guire delle circonduzioni del polso in senso orario e antiorario con l’avambraccio paral-lelo al terreno.3. Dalla stazione eretta e con le braccia pro-tese avanti all’altezza delle spalle, impugnare con entrambe le mani un hand - roller a cui è stata applicata una funicella che sostiene un peso di circa mezzo kg. Avvolgere il più rapidamente possibile avanti e indietro (vedi foto).4. Eseguire tutte le tipologie di mulinelli im-pugnando la racchetta.5. Effettuare tutte le più comuni esercitazioni riferite all’utilizzo dei manubri.

Come riconoscere l’epicondilite: si manifesta con un dolore nella parte alta del gomito che si può poi irradiare dall’avambraccio fino alla mano, al dito medio e all’anulare

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racchette e dintorni

Il gusto della legnataAbbiamo provato la racchetta di legno costruita secondo i parametri del 21° secolo. Piatto da 100”, 300g di peso, la Lacoste LT12 picchia forte, ma è più sensibile e pastosa. E il back è una libidine. Realizzati solo 650 pezzi

di Enzo AndErloni

Per il primo strato, all’interno del piatto corde, metti un li-stello di tiglio: sarà l’ideale per assorbire le vibrazioni dal-

le corde. Poi ci vuole uno strato di balsa, leggera, delicata: assorbirà lo shock degli impatti. Sopra, uno strato di grafite, il necessario compromesso con la modernità: serve a dare forza alla struttura per contenere il peso. Infine, all’esterno, un bel listello di noce, durissimo. Il guscio protettivo. 5 ore di lavoro ha impiegato Alain Zanco, l’artigiano di Albertville, a re-alizzare ciascuno dei 650 telai che ha sviluppato insieme ai tecnici La-coste per quella che ha il sapore di

una romantica scommessa. Costruire nel 2015 una racchetta con gli stessi materiali che si usavano fino agli An-ni Settanta del secolo scorso. E che sia competitiva con quelle di oggi.L’avevamo vista sul sito Lacoste ai pri-mi di aprile. Stava per essere messa in vendita. E l’abbiamo sparata in coper-tina. Ora finalmente abbiamo tra le ma-ni un esemplare dei 650, il n. 88 della serie andata subito a ruba nonostante il costo unitario non lieve (550 euro). E non vediamo l’ora di testarlo con l’ap-parecchiatura che usiamo sui telai di oggi e di scendere in campo per “sen-tirla”, provarla in azione.

Uno spessore importanteUna nota storica prima di tutto: non è

la prima racchetta di concezione mo-derna e di ampio piatto corde realiz-zata in legno. C’è da ricordare su tutte la Prince Woodie, spettacolare racchet-tone da 107 pollici quadrati di piatto uscito alla fine degli Anni ’70 e por-tato al successo dall’australiano Peter McNamara. Poi venne la Snauwaert di Miloslav “gattone “ Mecir, midsize con il cuore aperto, che lo slovacco usò per tutta la carriera mentre i suoi avversa-ri (Lendl, Becker, Edberg…) erano tutti grafite. Mecir arrivò al paradosso da farsi dipingere il legno (verde metalliz-zato) affinchè sembrasse fibra come il modello in commercio. Perché? Perché la sensibilità, il feeling del legno è im-pareggiabile e lui, che era uno straordi-nario pennellatore di colpi, non poteva separarsene. Una racchetta di Mecir è il sogno di tutti i collezionisti moder-ni. Lui, che ha cresciuto un figlio da Circuito Pro, pare ne abbia ancora una scorta ma di sicuro le tiene ben stret-te. Dunque quando è arrivata questa Lacoste LT12 l’attrazione è stata forte. Poi una nota strutturale: il particolare che salta subito agli occhi è lo spesso-re del telaio: 23 mm costanti. L’aspetto che più si stacca dalle vecchie racchet-te di legno che nell’ovale erano spesse 17-18 millimetri. I 23 millimetri una Dunlop Maxply, grande classico, li rag-giungeva nel rinforzo delle spalle , alla base del piccolo piatto corde (circa 70 pollici quadrati, 440 cmq). Piatti corde più grandi erano ritenuti improponibi-li, per il peso che avrebbe dovuto ave-re le racchette, che si aggirava intorno ai 400 grammi già così, col “piattino”. Dunque il primo salto concettuale è stato l’aumento di spessore, bilancia-to dalla scelta di legni di diverso peso specifico e caratteristiche.

Elastica ma non troppoQuando metti la racchetta sul Diagno-stic il dato che aspetti con più ansia è quello della rigidità: il telaio non si spaccherà nella trazione? Dubbio irra-zionale. La LT12 non flette più di una grafite di spessore medio basso. 63 punti di rigidità su 100 sono un valore

La Lacoste LT12 provata in campo. Sotto, il numero dell’esemplare (88 di 650). A destra, il profilo (spessore da 23 mm), e la testa protetta da un bumper bianco

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racchette e dintorni

allineato alla media delle “moderne” non troppo rigide. Il resto dei numeri esprime la ricerca di spinta, di poten-za. A cominciare dal bilanciamento che, con le corde (un sintetico mul-tifilamento Babolat Excel) arriva a cm 34,1 e dunque è decisamente verso la testa dell’attrezzo. Così, nonostante il peso contenuto (317 grammi), l’i-nerzia, cioè l’attitudine alla spinta, arriva addirittura a 341 punti. Non è un caso che il Diagnostic, interpolan-do i dati, parli di una racchetta più di potenza (56 punti su 100) che di controllo (42 su 100). E che la maneg-gevolezza sia buona (61 su 100) ma niente di più.

Impatto morbido e pastosoSul campo i dati si dimenticano velo-cemente. Certo, la racchette spinge forte e non è troppo maneggevole. Ma non è questo che colpisce. E’ la sensa-zione di avvolgere la palla con la ma-no e di farla girare come una trottola che si ha giocando il back di rovescio che resta impressa. E’ la pastosità unica. E’ il fatto che volendo si spinge forte come con la grafite, anche se chi vuole spaccare la palla, non va certo in cerca di un violino per farlo. Pre-ferisce un pezzo di binario del tram. Lasciando al box qui a fianco il com-pito di approfondire le sensazioni in campo, due considerazioni finali che potrebbero diventare due spunti per discutere.

È il piatto che fa la differenzaLa prima: giocare con questa racchet-ta aiuta a capire che chi attribuisce ai materiali tecnologici la colpa di aver cambiato il gioco, rendendolo troppo potente e monotono, ha sbagliato mi-ra. O meglio ha mescolato il mezzo con il fine. La differenza nel gioco non la fanno i materiali ma le dimensioni del piatto. I materiali hanno solo per-messo l’evoluzione delle dimensioni del piatto (oggi si arriva fino a 130 pollici quadrati con racchette che pe-sano oltre 100 grammi meno di quelle con il piatto da 65). Ma se costruisci una racchetta di legno con il piatto da 100” ottieni gli stessi risultati in cam-po di un attrezzo in grafite. La seconda, logica conseguenza, è che se si volesse cercare di limitare la vio-lenza del gioco, premiando la classe a discapito della muscolarità, non è necessario tornare indietro nel tempo ed eliminare la tecnologia. Bastereb-be imporre racchette, di qualunque materiali siano fatte, con il piatto da 70”. E tutti dovrebbero guardarla be-ne quella palla coperta di feltro giallo prima di impattarla. Invece di chiude-re gli occhi e sparare.

Impressioni di gioco:che feeling e che back!Al tatto già la sensazione è più unica che rara. Sembrano passati millenni e migliaia di collezioni di rac-chette da tennis dopo le storiche di legno. Non è così anche perché fin dai primi scambi sembra di tornare indietro in realtà di una trentina d’anni. Prima nitidissima sensazione l’elasticità del telaio, l’eccezionale flessibilità. Con questa nuovissima LT12 si “sente” davvero la palla. Il feeling è ottimo, sicuramente pasto-so e pieno nei colpi piatti, portati con gesti e swing essenziali, quasi ridotti. Assolutamente fantastica la riuscita dei tagli indietro: il backspin sembra restare sulle corde per una settimana; anche con tecnica appena sufficiente riescono tagli sotto la palla ficcanti e incisivi, oltre che molto precisi. Inutile anche tentare sbracciate ampie e moderne con prese più estreme, non è il target dell’utilizzatore di questo gioiello vintage. Difatti accennando qualche top il controllo si fa ballerino e a tratti la racchetta diventa anche troppo “generosa”. Lo sweetspot non è ampio quanto quello degli attrezzi più tipicamente contemporanei.Il profilo squadrato ma non così sottile insieme alla grafite come materiale (oltre al peso da tre etti e al grip) sono il tocco di modernità; accorgimenti che garantiscono più facilità di gioco e manovrabilità rispetto alle vecchie racchette di legno. Così a rete, anche grazie a un bilanciamento equilibrato, le volée sono abbastanza precise. Il servizio esce bene, in assoluto meglio tentare il piatto o delle semplici varianti slice; anche in questo caso caricare o esasperare con una più moderna battuta kick risulta un po’ faticoso e neanche troppo costante in termini di controllo.

Lacoste LT 12: la schedaMarca: LacosteModello: LT 12Materiali: legni di tiglio, balsa, noce 70%; grafite 30%Piatto corde: 100 sq. in.Spessore telaio: 23 mmSchema d’incordatura: 16x19Peso senza corde: 300gBilanciamento (senza corde): 32,7 cmTiratura: 650 pezziPrezzo al pubblico: 550 euro

I dati del DiagnosticQuesti i dati rilevati con il nostro Diagnostic Center sull’esemplare n.88 della Lacoste LT12, incordata in sintetico multifilamento Babolat ExcelPeso: g 316Deflessione corde: 45Rigidità: 63 RAInerzia: 339Bilanciamento: 34,1 cmPotenza: 56/100Controllo: 42/100Maneggevolezza: 61/100

di mAuro simoncini

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la regola del gioco

La situazione Giancarlo sta giocando il terzo set di un match di singolare contro Alfredo.

Che cosa succede?Durante uno scambio, la palli-na colpita da Giancarlo rimbalza su un’altra pallina che giace in mezzo al campo dalla parte di Al-fredo. A questo punto come ci si comporta?

Rischio accettatoLa maggior parte delle partite che siamo abituati a guardare in Tv prevedono la presenza dei raccat-tapalle, i quali consentono di po-ter giocare una partita senza che nessuna pallina possa arrecare di-sturbo visivo o fisico ai giocatori. Al contrario, però, tutte le partite che siamo abituati a giocare, non prevedono questa possibilità, co-stringendoci a raccogliere le palli-ne da soli tra un punto e l’altro. E così spesso può capitare che una pallina possa trovarsi in mezzo al campo all’inizio di un punto sen-za che nessuno dei giocatori la rimuova. A livello di regolamen-to, in effetti, non è fatto obbligo a nessuno di rimuovere forzata-mente una pallina che possa tro-varsi in mezzo al campo. È molto importante ricordare però che, nel momento in cui entrambi i gioca-tori iniziano il punto con quella condizione, implicitamente stan-no accettando il rischio che quella pallina possa interferire nel gioco.

Come si procede?La conseguenza diretta di ciò è che - in un caso come il nostro -

Non è detto. Perché se una pallina colpisce un’altra pallina rimasta sul campo di uno dei due giocatori durante lo scambio, questo potrebbe proseguire. Ma di sicuro non si rigioca

La regola in TVNon solo on-line. Anche tv, all’interno del programma Tennis Magazine, in onda in pri-ma visione tutti i mercoledì su SuperTen-nis, vengono approfondite e spiegate varie situazioni di gioco grazie all’ausilio di arbi-tri internazionali. Perché, come suggerisce la rubrica, il tennis è divertimento, ma se conosci le regole ti diverti di più.

se una palla dovesse colpire du-rante il gioco una palla giacente in mezzo al campo, il gioco continua regolarmente. Tornando al nostro esempio: se Alfredo dovesse esse-re in grado di colpire la pallina no-nostante l’interferenza della palla, allora lo scambio continuerà. In caso contrario perderà il punto.

Palla colpita, punto finito?

L’eccezione: si rigioca il punto se...In un caso di palla contro palla non è mai possibile rigiocare il punto nell’eventualità in cui una finisca contro l’altra. Questo perché, all’inizio del punto, non essendoci l’obbligo regolamentare di levare le palline dal terreno di gioco, i due giocatori implicitamente accettano il rischio che quella in gioco e quella in campo si colpiscano. C’è un però: la classica eccezione. Ebbene, l’u-nico caso in cui bisognerà rigiocare il punto si verifica quando non è possibile, data la dinamica, stabilire quale tra le due è la pallina in gioco e quale invece è quella giacente.

Niente raccattapalle, non come in tv. Nei match che siamo abituati a giocare può succedere che una pallina rimanga sul campo durante lo scambio. E se viene colpita da quella in gioco che succede?

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Senza titolo-1 1 19/09/2014 16.23.12