fitmed n°4/2012 knee's injuries

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Anno 4 numero 4 - aprile La rivista online per i professionisti del settore Malati di salute. Il rapporto Censis Taping kinesiologico, il Metodo Koreano Anatomia, biomeccanica, principali patologie Condropatia femoro-rotulea Il recupero funzionale dopo l'asportazione in artroscopia del menisco Protocolli riabilitativi dopo ricostruzione del lca Fit medonline focus il ginocchio infortunato

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In this issue: special knee’s injuries. Fitmed is a monthly magazine aimed at updating professionals in the field of fitness and health, which produces original articles on methods of training, physiotherapy, nutrition, prevention and wellness, management, marketing and anything that can serve to the efficient and modern health e fitness club.

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Page 1: FitMed n°4/2012 knee's injuries

Anno 4 numero 4 - aprile La rivista online per i professionisti del settore

Malati di salute. Ilrapporto Censis

Taping kinesiologico, ilMetodo Koreano

Anatomia,biomeccanica,principali patologie

Condropatia femoro-rotulea

Il recupero funzionaledopo l'asportazione

in artroscopia delmenisco

Protocolli riabilitatividopo ricostruzionedel lca

Fitmedo n l i n e

focus il ginocchio infortunato

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WWW.PROFESSIONEFITNESS.COM

Alea edizioni è una casaeditrice specializzata in libridi finess, be-nessere e rie-ducazione funzionale, conpiù di 50 titoli a catalogo.

Da oltre 25 anni laScuola di ProfessioneFitness con i suoicorsi, master e stageha contribuito alla for-

mazione e all’aggiornamento di migliaia dioperatori del settore, mettendo a loro disposi-zione un corpo docente selezionato e alta-mente qualificato. Rilascia diplomi e attestatidi partecipazione accredidati dal l ’UISPMilano, ente di promozione sportiva ricono-sciuto dal CONI.

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La Scuola di Professione FitnessFrancesco [email protected] - int.217

ANNO4

N°4 APRILE2012

Fitmed online è una rivista mensile di aggiorna-mento che si rivolge a imprenditori, manager,opinion leader, professionisti che operano nelmondo del fitness, benessere, prevenzione esalute. Propone articoli riguardanti metodiche diallenamento, rieducazione funzionale, alimenta-zione, prevenzione e benessere, marketing emanagement.

EditoreAlea Edizioni di Alessandro Lanzani

via G. Sapeto, 5 - 20123 Milano

Redazione e ufficivia P. Orseolo, 3 - 20144 Milano

tel. 0258112828 - fax [email protected]

[email protected]

Direttore responsabile Alessandro Lanzani

[email protected]

RedazioneMia Dell’Agnello

[email protected] - int. 212

Progetto graficoStefano FrattalloneImpaginazione

Anita Lavoce

PubblicitàAlessandro Lanzani

[email protected]

Hanno collaborato a questo numeroDavide Fogliadini, Angelo Vetralla,

Stefano Cucchetto, Rosario D’Onofrio, Rosario Bellia

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93.

L’Editore e l’autore non potranno in alcun modo essere respon-sabili per incidenti o danni provocati dall’uso improprio delleinformazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto;inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchianoil pensiero dell’editore. Il materiale (testi, immagini e disegni) per-venuto in redazione non verrà restituito, anche se non pubblica-to e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del mate-riale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasiscopo non è consentita se non dietro richiesta scritta e firmatadal direttore responsabile e dall’editore. Per eventuali controver-sie il Foro di competenza è quello di Milano.

LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO

Tram edizioni pag 25

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arioSommarioSSoommmmaarriioo

RUBRICHE

21 CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

26 NOTIZIE IN BREVE

COMMUNITY BUSINESS

4 MALATI DI SALUTE. IL RAPPORTO CENSIS di Alessandro Lanzani

FOCUS: IL GINOCCHIO INFORTUNATO

6 IL GINOCCHIO. Anatomia,biomeccanica, principali patologie a cura di Davide Fogliadini

10 CONDROPATIA FEMORO-ROTULEA di Angelo Vetralla

13 MENISCO. Il recupero funzionale dopo l'asportazione in artroscopiadi Stefano Cucchetto

16 PROTOCOLLI RIABILITATIVI DOPO RICOSTRUZIONE DEL LCA. Analisi dei processi di guarigione biologica e successivo ritorno allo sport agonisticodi Rosario D’Onofrio

ALLENAMENTO E REHAB

28 TAPING KINESIOLOGICO, IL METODO KOREANO di Rosario Bellia

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Il rapporto Censis

CON LINK DIAPPROFONDIMENTO

Il 15 marzo è stato presentato ilrapporto del Censis: “Quale sanitàdopo i tagli ? Quale futuro per lerisorse in Sanità ?” Le cifre sonoimpressionanti:113 miliardi di euro di spesapubblica (pari al 7,3% del Pil); 31miliardi di euro di spesa privata perun totale tra spesa pubblica e privataper la salute superiore al 9% del Pil.La spesa farmaceutica totale è di 19miliardi con un aumento del 20%dal 2000 al 2010

community business

La sanità èsempre piùcostosa e laqualità nonmigliora

di saluteMa

lati

di Alessandro Lanzani [email protected]

di salute

Il rapporto Censis

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Il rapporto del Censis e i commen-ti del mondo politico concorronoa segnalare la necessità di uncontenimento e di una razionaliz-

zazione della spesa e, più o menoesplicitamente, di un progressivotrasferimento della spesa dalla quo-ta pubblica a quella privata.

SALUTE,PREVENZIONE E MALATTIANessuno o pochi affrontano invecealla radice il problema. Che cosa èsalute? E che cosa è malattia? E,soprattutto, come mai da un po’ dianni il “rischio” di ammalarsi è statotrasformato in una vera e propriamalattia? Attraverso la parola magi-ca “prevenzione” è necessario ef-fettuare esami per la diagnosi pre-coce. In questo modo la salutepiano piano si trasforma, attra-verso la prevenzione, in malattia:siamo tutti malati di salute. Peresempio, nel rapporto Censis e neicommenti non si segnala che l’au-mento del costo farmaceutico diquesti anni è dovuto, in massimaparte, all’ingresso sul mercatodelle statine per diminuire il cole-sterolo: solo questi farmaci pesa-no per circa 4 miliardi, a cui va ag-giunto il costo del continuo monito-raggio del colesterolo. È chiaro chese in questi contesti non si aggiun-ge questa informazione e, soprat-tutto, non si dice che il primo far-maco per la riduzione del cole-sterolo è l’attività fisica e a se-guire la dieta, non si riuscirà mai auscire da un loop fatto di aumentodi costi e progressive privatizzazio-ni. Tra l’altro con benefici inferiori diquelli ottenibili con attività motoria ealimentazione adeguata.

IL RISCHIOIn nome del rischio di ammalarsisi abbassano progressivamente iparametri “normali” di colestero-lemia, glicemia, pressione arteriosae così via, di quasi tutti i parametribiologici. In questo modo, pren-dendo a pretesto un eventuale ri-schio di malattia, si riempie la vitadelle persone di esami di monito-raggio con frequenze inutili, che nepeggiorano la qualità di vita e che

sono per di piùinsostenibili perle tasche pubbli-che e private deicittadini.

BIG PHARMAIl dominio della “malattia” è sal-damente nelle mani delle multi-nazional i farmaceutiche “BigPharma“ che risponde al profit-to dei suoi azionisti estendendoil “dominio di malattia” e riduce il“dominio di salute” attraverso unuso improprio dei concetti di “ri-schio” e di “prevenzione”. Tutto èbasato su un monitoraggio sem-pre più invasivo e quasi nulla èlasciato al cambiamento deglistili di vita che sono gli unici agenerare vera prevenzione.

STILI DI VITA CO-ME PREVENZIONEL’OrganizzazioneMondiale della Sanità sancisceche il sedentarismo e la malnutrizio-ne da eccesso sono le concausepiù importanti di quasi tutte le pato-logie croniche che affliggono il mon-do occidentale: diabete, ipertensio-ne, obesità, aterosclerosi, osteopo-rosi. In una definizione: la sindromemetabolica. Ma queste affermazioniscientifiche confermate da una mo-le impressionante di dati sono poi difatto soccombenti rispetto a un agi-re del mondo sanitario cultural-mente nelle mani di Big Pharmache, investendo circa 300 miliardidi dollari anno in marketing,sponsorizza congressi, edita pub-blicazioni, finanzia ricerche di cuicontrolla ed elabora i dati. L’attivitàmotoria praticata con regolarità puòdavvero prevenire e così anche perun regime alimentare più leggeroorientato a un maggior consumo dinutrienti vegetali piuttosto che ani-mali.

I CENTRI FITNESS COME LUOGHI DIATTIVITÀ MOTORIA E PREVENZIONEE qui siamo arrivati al punto: l’attivi-tà motoria è centrale per il migliora-mento della qualità della vita, manon ha i giusti sponsor. L’attività

motoria deisedentari non è solo pre-

scrizione medica, ma è soprat-tutto alfabetizzazione motoria deisoggetti sedentari. Il sedentarionon riconosce i messaggi del suo

corpo, non ha le informazioni dibase e spesso non riconosce i mo-vimenti giusti. Il ruolo dei centri fit-ness e dei personal trainer in par-

ticolare è quello del “mediato-re culturale motorio”: appli-

ca i concettibase

dell’attività fisi-ca al soggetto seden-

tario e personalizza regole ge-nerali a misura delle infinite sin-golarità dei clienti.Ma per fare questo non bastano undiplomino, l’etichetta sulla magliet-ta, o operazioni di marketing e co-municazione del centro fitness. Ènecessaria una crescita culturale ditutto il settore: manager, direttoritecnici, venditori, personale tecni-co. Non è più il momento dellemacchine, degli arredi, delle ultra-strategie di vendita: è il momentodel servizio alla persona propostoda persone qualificate.

ALESSANDROLANZANI

Medico specialista in medicina dellosport , ortopedia. Direttore dellascuola di professione fitness e diret-tore scientifico diwww.fitmededu.com

community business

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Focus: il ginocchio infortunato

a cura di Davide Fogliadini

IL GINOCCHIO anatomia,biomeccanica,principalipatologie

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terrotto sul lato interno e ha quindiforma di C. Con le loro estremità ocorna, si fissano sulla porzione in-tercondiloidea della tibia.I mezzi di unione sono rappresen-tati da una capsula articolare, e dalegamenti di rinforzo.Legamento patellare: è il trattosottopatellare del tendine del mu-scolo quadricipite, nel cui spessorerisulta inclusa la stessa patella.Legamenti collaterali: sono duerobuste bande fibrose poste ai latidel ginocchio e in parte separatedalla capsula.Legamento collaterale tibiale:rinforza la capsula sul lato mediale.Legamento collaterale fibulare:rinforza la capsula sul lato laterale.Legamenti crociati: sono intra-capsulari e si trovano tra i condili fe-morali; sono corti e robusti cordoniche si incrociano a x.Legamento crociato anteriore: sistacca da una superficie rugosaposta davanti all’eminenza inter-condiloidea e si porta in alto e in-dietro, per fissarsi alla faccia media-le del condilo laterale del femore.Legamento crociato posteriore:si estende da una superficie postadietro l’eminenza intercondiloidea,alla faccia laterale del condilo me-diale del femore.

MUSCOLI ANTERIORI DELLA COSCIAQUADRICIPITE FEMORALE: retto femo-rale, vasto intermedio, vasto latera-le, vasto mediale.Origine retto femorale: spina ilia-ca antero-inferiore, dal solco soprail bordo acetabolare.Origine vasto laterale: margineanteriore e inferiore del trocanteremaggiore.Origine vasto intermedio: corpodel femore.Origine vasto mediale: metà di-stale della linea intertrocanterica,tendini dell’addutore lungo e del-l’adduttore grande.Inserzione: sul margine prossimaledella rotula e, tramite il legamentopatellare, alla tuberosità della tibia.Azione: estende l’articolazione delginocchio; la porzione del retto fe-morale flette l’articolazione dell’anca.

L’ARTICOLAZIONE DEL GINOCCHIORisulta difficile descrivere l’articola-zione del ginocchio facendo ricorsoalla classificazione standard. Il rap-porto articolare che si stabiliscetra femore e rotula può infatti es-sere definito come una artrodia,in cui le due superfici articolari pia-neggianti consentono solo movi-menti di scivolamento dei due capiarticolari. Il rapporto articolare trafemore e tibia è riconducibile peralcuni caratteri a un ginglimo, incui i due capi ossei sono cilindri,uno cavo e uno pieno, con l'assedel cilindro parallelo all'asse longi-tudinale delle ossa, e per altri allearticolazioni condiloidee, doveuna delle superfici articolari è in for-ma di testa allungata (o condilo) el'altra in forma di concavità allunga-ta, in modo da renderne possibile larotazione. Inoltre, mentre le superfi-ci articolari sembrano consentireun’estesa libertà di movimenti, l’ap-parato legamentoso dell’articola-zione del ginocchio finisce per limi-tarli alla sola flesso-estensione. A li-vello del ginocchio si verifica poiuna trasmissione del peso corpo-reo alla gamba: all’articolazionespetta anche un importante compi-to statico.Il femore partecipa all’articolazionecon la superficie patellare anterioree con le superfici articolari dei con-dili. La tibia prende parte all’artico-lazione con l’estremità superiore,opponendo ai condili femorali ledue cavità glenoidee che si trovanosui condili tibiali all’interno e al-l’esterno. La rotula (o patella) parte-cipa all’articolazione con la sua su-perficie posteriore, che corrispondealla troclea femorale.Alla marcata convessità dei duecondili femorali non corrispondeuna pari concavità delle superficitibiali: l’armonia fra le superficiarticolari viene perciò stabilitadell’interposizione dei menischi,uno mediale e uno laterale. Questihanno forma di semianelli e il lorospessore si riduce procedendo dal-la periferia al centro. Il menisco late-rale forma un cerchio pressochécompleto; il menisco mediale è in-

MUSCOLI POSTERIORI DELLA CO-SCIA (ISCHIOCRURALI)BICIPITE FEMORALE

Origine del capo lungo: parte di-stale del legamento sacrotuberosoe parte della tuberosità dell’ischio.Origine del capo breve: linea so-pracondiloidea, linea aspra e settointermuscolare laterale.Inserzione: area laterale della testadel perone, condilo laterale della ti-bia, fascia profonda sulla faccia la-terale della gamba.Azione: flettono e ruotano lateral-mente l’articolazione del ginocchio;il capo lungo estende e assiste larotazione laterale dell’anca.SEMETENDINOSO

Origine: tuberosità dell’ischio attra-verso il tendine comune, con il ca-po lungo del bicipite femorale.Inserzione: superficie mediale delcorpo della tibia e fascia profondadella gamba.Azione: flette e ruota medialmentel’articolazione del ginocchio; esten-de e assiste la rotazione dell’anca.SEMIMEMBRANOSO

Origine: tuberosità dell’ischio,prossimale e laterale rispetto al bi-cipite femorale al semitendinoso.Inserzione: faccia posteromedialedel condilo mediale della tibia.Azione: flette e ruota medialmenteil ginocchio; estende e assiste la ro-tazione mediale dell’anca.SARTORIO

Origine: spina iliaca antero-supe-riore.Inserzione: superficie mediale del-la tibia.Azione: flette, ruota lateralmente eabduce l’articolazione dell’anca;flette e assiste la rotazione medialedell’articolazione del ginocchio.Vanno citati anche altri muscoli,molto importanti per la loro inser-zione.SOLEO

Origine: superfici posteriori dellatesta della fibula e terzo prossimaledel suo corpo; margine medialedella tibia.Inserzione: con il tendine del ga-strocnemio sulla superficie poste-riore del calcagno.Azione: flessione plantare dell’arti-

Focus: il ginocchio infortunato

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contro a una lesione o alla rottura; èmolto più frequente la lesione delmenisco mediale. In base alla gravi-tà della lesione meniscale si deve ri-correre all’intervento di asportazio-ne totale o parziale del menisco:meniscectomia. La parziale instabi-lità derivata dall’asportazione delmenisco comporta la necessità distabilizzare il ginocchio mediantedella ginnastica. L’obiettivo princi-pale è quello di ridare stabilità eprotezione al ginocchio mediante ilpotenziamento di tutti i muscoli del-la coscia e non solo degli estensori.

CONDROPATIA DI ROTULA

Sofferenza generica della cartilagi-ne articolare del ginocchio, può es-sere generata da una degenerazio-ne artrosica a eziologia ignota op-

pure, più spesso, da overuse in al-cune discipline sportive che impli-cano un notevole carico sull’artico-lazione (calcio, pallavolo, pallaca-nestro, judo). Le cause delle mani-festazioni di usura nell’articolazionedel ginocchio sono dovute a pro-cessi biomeccanici che inizianocon ridotta vascolarizzazione dellacapsula o con un’insufficiente nutri-zione della cartilagine. La cartilagi-ne è fondamentale in quanto rico-pre l’osso e permette lo scorrimen-to senza attriti delle ossa una sul-l’altra, facilitato dal liquido sinovialeche funziona da lubrificante artico-lare. Se si verifica una riduzione del-la forza del quadricipite, la rotula,che opera come fulcro dinamico ecome suo tenditore, può scorreredecentrata rispetto al femore e pro-

colazione della caviglia.GASTROCNEMIO

Origine del capo mediale (gemel-lo mediale): parte prossimale e po-steriore del condilo mediale e parteadiacente del femore, capsula del-l’articolazione del ginocchio.Origine del capo laterale (gemellolaterale): condilo laterale e superficieposteriore del femore, capsula del-l’articolazione del ginocchio.Inserzione: superficie posterioredel calcagno.Azione: flessione plantare dell’arti-colazione della caviglia e assiste laflessione del ginocchio.

PRINCIPALI PATOLOGIEROTTURA DI MENISCO

Il menisco, per un’improvvisa rota-zione del ginocchio, può andare in-

GINOCCHIO VISTA ANTERIOREA: femore B: condilo mediale del femore C: legamento crociato posteriore D: legamento crociato anteriore E: menisco mediale F: legamento collaterale tibiale G: tuberosità anteriore della tibia H: tibia I: condilo laterale del femore L: menisco laterale M: legamento collaterale fibulare N: fibula

GINOCCHIO VISTA POSTERIOREA: femore B: legamento di Wrisberg C: condilo mediale D: menisco mediale E: legamento crociato posteriore F: legamento collateraletibiale G: tibia H: legamento crociato anteriore I: condilo laterale L: menisco laterale M: legamento collaterale fibulare N: fibula

G.A. Thibodeau Anatomia e fisiologia modificato Casa editrice Ambrosiana

GINOCCHIO VISTA ANTERIORE GINOCCHIO VISTA POSTERIORE

Focus: il ginocchio infortunato

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durre attrito; ciò determina soffe-renza cartilaginea. La patologia simanifesta con dolore alla pressionee durante il movimento, gonfioredel ginocchio e rumori di sfrega-mento articolare. Il nostro obiettivoè l’eliminazione del versamento re-attivo, il potenziamento muscolare,il ripristino dell’articolarità. Il tratta-mento inizia precocemente dopoimmobilizzazione o intervento chi-rurgico.Se la condropatia è legata a un pro-blema puramente biomeccanico,può essere determinata dai se-guenti fattori:- ginocchio valgo, quando è au-mentato l’angolo di valgismo esi ha una distensione del lega-mento collaterale mediale;- ginocchio recurvato; la ti-bia, una volta raggiunta lamassima estensione, supera i180°, determinando un’insta-bilità nel complesso femoro-rotuleo con aumento dei mi-crotraumi infiammatori;- rotula piccola, genera insta-bilità; lo scorrimento del femo-re nella gola intercondiloidearisulta essere più traumatico equindi sono più frequenti le in-f iammazioni del la rotula el’usura della cartilagine;- rotula alta, quando la lun-ghezza del tendine rotuleo su-pera del 120% la lunghezzadella rotula; ciò rende piùsvantaggioso il meccanismodi puleggia realizzato dalla ro-tula sul femore;- strabismo di rotula, mal alli-neamento della rotula sul femo-re che altera la biomeccanicaarticolare generando un sovraccari-co funzionale. In genere è necessario potenziarela muscolatura degli ischiocruraliper supplire alla perdita di stabilitàpassiva legamentosa. È inoltre im-portante recuperare la simmetriamuscolare che penalizza sempre ilginocchio recurvato, tonificando imuscoli posteriori della coscia, il tri-cipite della sura e il quadricipite.LESIONE DEL TENDINE ROTULEO

Patologia di origine traumatica che

in avanti del ginocchio senza con-trollo. Si procede mediante rico-struzione chirurgica, ottenuta pertrasposizione tendinea. In alcunicasi tuttavia si preferisce immobi-lizzare inizialmente l’articolazione ingesso o tutore, rinviando il tratta-mento chirurgico dopo la riparazio-ne, per via incruenta, delle conco-mitanti lesioni periferiche.Sintomatologia: atteggiamento inlieve flessione del ginocchio, impo-tenza funzionale, tumefazione conballottamento rotuleo, dolore diffu-so intenso, instabilità articolare.Il nostro obiettivo è quello di vica-riare la funzione del legamento cro-

ciato anteriore mediante l’au-mento del tono e trofismo deimuscoli che si inseriscono at-torno al ginocchio (bicipite fe-morale, tensore della fascia la-ta, gemelli).

ARTROSI DI GINOCCHIO

Con il termine artrosi si inten-de un’artropatia cronica, a ca-rattere evolutivo, consistenteinizialmente in alterazioni re-gressive della cartilagine arti-colare e secondariamente inmodificazioni delle altre struttu-re che compongono l’articola-zione (tessuto osseo, sinovia,capsula).Si manifesta con dolore locale,possibile atteggiamento del gi-nocchio in lieve flessione, iper-trofia dei tessuti periarticolari,versamenti endoarticolari, ipo-trofia quadricipitale, limitazionearticolare, zoppia di fuga.Il trattamento concorre a ritar-dare l’evoluzione del processo

degenerativo, non potendo far re-gredire le alterazioni della strutturacarti laginea e ossea. I l nostroobiettivo è quindi quello di garanti-re un buon tono trofismo muscola-re del quadricipite per assicurare lastabilità attiva, prevenendo i possi-bili microtraumi da carico; in casodi soprappeso, sarà necessario unlavoro aerobico per favorire il caloponderale in modo da prevenire erallentare il processo degenerativoin atto.

Focus: il ginocchio infortunato

provoca incapacità funzionale deimovimenti estensori. Necessità diun intervento chirurgico rivolto a su-turare il tendine e ad applicare i mez-zi di sintesi necessari. Tali mezzi an-dranno rimossi con un secondo in-tervento chirurgico a distanza diqualche mese. Il nostro obiettivo èquello di eliminare il versamento re-attivo, ripristinare la forza muscolaree la normale funzionalità dell’arto.

ROTTURA LEGAMENTO CROCIATO AN-TERIORE (LCA)Si può verificare per una distorsionedel ginocchio. Il LCA gestisce la fre-nata a ginocchio flesso, impedendo

alla tibia di scivolare sul femore econtrolla i movimenti di rotazionedel ginocchio nei cambi di direzioneverso l’interno. Una sollecitazionein varismo, a ginocchio atteggiatoin flessione e tibia in rotazione inter-na (trauma in varo-flessione-rota-zione interna) provoca una lesionedel LCA. Si verifica tipicamente inricaduta da un salto o durantecambi bruschi di direzione. La rot-tura del crociato anteriore determi-na una sensazione di scivolamento

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Focus: il ginocchio infortunato

Il nome stesso della patologia indica il tipo di problematica cui ci sitrova di fronte: una degenerazione della cartilagine rotulea, ovverodella cartilagine situata sulla superficie posteriore della rotula osulla troclea femorale. Può essere causata da tre fattori principali:ipo/iper tono muscolare, forte trauma diretto al ginocchio, oppurepuò risultare congenita. Il recupero funzionale può risolvere i casimeno gravi ed è fondamentale dopo un eventuale interventochirurgico

Condropatia femoro-rotulea

di Angelo Vetralla [email protected]

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scopo è quello di mantenere, inogni istante della flesso-esten-sione del ginocchio, la medesi-ma congruenza tra le superfici edi conseguenza la distanza tra icapi ossei. Se ciò non accadessein modo perfetto, si andrebbe in-contro precocemente a lesioni car-tilaginee che potrebbero sfociare inartrosi. Essendo un osso sesa-moide, la rotula ha lo scopo difacilitare l’azione del muscoloquadricipite femorale, aumen-tandone l’efficacia in termini diforza e distribuendo in manieracorretta le forze esercitate sultendine rotuleo, stabilizzando ilginocchio in toto. Fatta questa im-portante premessa, appare eviden-te come la rotula abbia sì un ruolofondamentale per la fisiologia delginocchio, ma anche come taleruolo faccia gravare sulla patellauna serie di forze compressive dinotevole entità, che la spingono

La rotula è l’osso sesamoideanteriore all’articolazione delginocchio. È posizionatadavanti alla troclea femora-

le, con la quale si articola, e davan-ti alla tibia che, con il suo piatto,completa l’articolazione. La morfo-logia di rotula e troclea femorale fasì che la rotula stessa (o patella)possa scorrere all’interno del solcoche si trova tra i due condili femoralicon un’ottima congruenza delle su-perfici articolari: la parte posterioredella rotula presenta, infatti, unacresta convessa mentre nella partecentrale della troclea vi è presente ilsolco, ovviamente concavo. La ro-tula inoltre è centrata in questa suaposizione da fibre tendinee e lega-mentose: il tendine del muscoloquadricipite femorale, che la sovra-sta e la supera formando, con il suoprolungamento, il tendine rotuleo opatellare e i legamenti alari, posti la-teralmente e medialmente. Il loro

contro la superficie femorale.Forze che aumentano proporzio-nalmente con il grado di flessionedel ginocchio, specialmente in cari-co: si pensi alla differenza di caricopercepito sul ginocchio tra un mez-zo squat e uno squat completo.

CONDROPATIA DA SQUILIBRIOMUSCOLARETale patologia si riscontra soventein persone con marcata ipotonia o,in percentuale inferiore, con marca-ta ipertonia di alcuni distretti mu-scolari, sia della sola loggia anterio-re (vasto mediale nei confronti delvasto laterale), sia della loggia ante-riore rispetto a quella posteriore. Isintomi possono essere numerosi,dal semplice fastidio in zona periro-tulea fino a una vera e propria com-promissione funzionale, quandol’infiammazione è ormai in fasemolto avanzata. Le prime sensazio-ni riferite riguardano scrosci arti-

Focus: il ginocchio infortunato

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la condropatia può manifestarsi co-me diretta conseguenza di una le-sione parziale o anche più estesa(fissurazioni profonde) della cartilagi-ne rotulea o femorale. Il ricorso omeno alla chirurgia sarà giudicatosolo in base al grado di lesione dellacartilagine articolare. La presenza diuna piccola lesione senza particolarisegni di dolenzia sarà risolta com-pletamente con il solo recupero fun-zionale. Altri casi, invece, dovrannoessere obbligatoriamente trattati dalchirurgo, che interverrà cercando di“salvare” quanta più cartilagine pos-sibile, pensando magari a un tra-pianto mediante carotaggi o colturein vitro. Appare ovvio come, in que-sta seconda ipotesi, la riabilitazionedel paziente sarà molto più delicata,prolungata nel tempo e solo in unsecondo momento si potrà affronta-re una riabilitazione funzionale mirataal totale recupero del tono-trofismodell’arto inferiore.

CONDROPATIA CONGENITASolitamente chi è affetto da condro-patia congenita avverte i primi sin-tomi verso i 12-14 anni; prima, in-fatti, la patologia è quasi sempre si-lente. A questa età lo sviluppo e l’at-tività fisica possono accelerare il so-vraccarico alle ginocchia e dare ini-zio ai primi sintomi. È da rilevare,inoltre, che in questo tipo di patolo-gia sono spesso entrambe le ginoc-chia a soffrire degli stessi sintomi.Solitamente, in questo caso vi saràgrande probabilità di ritrovare il le-gamento alare esterno più in ten-sione rispetto all’interno: si ricorrespesso a un intervento chirurgicochiamato “lateral release” di sezionedel legamento alare esterno che,eseguibile in tecnica artroscopia,permette di ricentrare la rotula nellasua sede e favorire la conseguentecorrezione del “tilt rotuleo”. Dopo unminimo ricovero post-intervento, ilpaziente viene solitamente mandatoa casa con un tutore che permettecomunque una lieve mobilizzazionedel ginocchio fino a circa 90°. Non visono problemi per la deambulazio-ne, in carico parziale prima e totalepoi, e dopo circa un mese e mezzo

o due il tutore viene tolto. Ciò con-sentirà al paziente, seguito da un fi-sioterapista, di ricercare un gradomaggiore di flessione fino al raggiun-gimento della mobilità fisiologica.Tendenzialmente il recupero totale eil graduale ritorno all’attività sportivasi verifica intorno al 5°- 6° mese dal-l’intervento.

COME AGIRE SELETTIVAMENTEIn tutte e tre le casistiche, ma intempi diversi, può essere utile unostrumento come l’elettrostimola-tore, che può far lavorare seletti-vamente il vasto mediale, coin-volgendo al minimo gli altri vasti.Un’ulteriore metodica è la ginnasti-ca propriocettiva che permetterà,stimolando i recettori muscolo-ten-dinei, di stabilizzare la rotula dopoaverla preventivamente “centrata”con l’utilizzo dell’elettrostimolatore.Tutto andrà proposto con una cor-retta progressione, tenendo so-prattutto presente che solamentedopo aver riequilibrato la mu-scolatura sarà possibile reinte-grare nuovamente esercizi ciclicicome bike o tapis roulant, primafortemente sconsigliati, e anche ri-proporre tutti gli esercizi isotonici informa completa, evitando per ovvieragioni la leg extension. Andràquindi ricreato un tono di base,cercando di sovraccaricare alminimo la rotula, evitando l’iper-pressione della stessa. A questoscopo ci vengono in aiuto anche gliesercizi svolti in isometria, peresempio: a terra in posizione sedu-ta con un supporto sotto il ginoc-chio, contrarre il quadricipite evi-tando l’estensione completa del-l’arto. Da non dimenticare, infine,l’importanza di un corretto riequi-librio muscolare anche dal puntodi vista della mobilità. Spesso, in-fatti, si riescono a risolvere, o me-glio ancora prevenire, patologie fe-moro-rotulee più gravi con la solaintroduzione di esercizi di stretchingadeguati. Ott ime le postureMézières, che permettono un al-lungamento globale della catenamuscolare posteriore, oltre ai clas-sici esercizi di stretching analitico.

colari che tendono a esacerbarsi,sia assumendo talune posizioni perdiverso tempo (“segno del cinema”),sia con l’aumento del carico, ovverocon la pratica dell’attività sportiva.Spesso sono segnalati gonfiori,mentre in casi più rari si arriva alblocco articolare. Da una prima ana-lisi inoltre, si può osservare che aquesto tipo di problematica è as-sociata un’ipermobilità rotulea (allimite dell’instabilità) e un’ipoto-nia, soprattutto del vasto media-le. Vale la pena ricordare, però, cheun’instabilità rotulea confermata daradiografie adeguate (laterali), quindicon una displasia della troclea delfemore, non potrà essere risolta de-finitivamente con l’ausilio del recu-pero funzionale, ma sarà necessariol’invio a un ortopedico per un even-tuale intervento chirurgico. Di frontea un’ipotonia del vasto mediale neiconfronti del vasto laterale, la rotularisulterà spostata verso l’esterno.Questo disequilibrio tende, con iltempo, a provocare un non fisiologi-co allineamento della patella e con-seguenti dolori. In soggetti sedenta-ri, vista l’ipotonia di un arto, non sa-rà strano trovare dolente anche ilcontrolaterale. Questa analisi, so-prattutto se eseguita subito in segui-to ai primi sintomi, permetterà di ag-gredire precocemente il problemadal punto di vista del recupero fun-zionale e consentirà di lavorare se-lettivamente sull’aumento del to-no muscolare del vasto mediale esulla stimolazione dei propriocet-tori del ginocchio che stabilizze-ranno la rotula attivamente. Perquanto riguarda il disequilibrio trala muscolatura della loggia ante-riore e quella posteriore, sarà utileripristinare un corretto rapporto tra iltono delle due masse muscolari, at-traverso una serie di esercizi volti al-l’allungamento della catena poste-riore che, se troppo tesa, porta tibiae perone posteriormente rispetto alfemore, compattando la rotula versola troclea.

CONDROPATIA DA TRAUMA AL GI-NOCCHIONel caso di un trauma al ginocchio,

Focus: il ginocchio infortunato

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Focus: il ginocchio infortunato

Sono sempre più numerose le persone che si sottopongono a un intervento chirurgico perl’asportazione di un menisco. L’intervento avviene il più delle volte in artroscopia: tale modo di operarerisulta sicuro, permette un alto grado di successo e un veloce recupero funzionale, a patto che ilpaziente esegua con cura scrupolosa la riabilitazione muscolo-scheletrico-motoria corretta. Ma cosasono i menischi e cosa sono preposti a fare nel nostro apparato muscolo-scheletrico? E soprattutto:quali sono le cause che possono danneggiarli, alcune volte irrimediabilmente?

di Stefano Cucchetto [email protected]

il recupero funzionale dopo l'aspor-tazione in artroscopia di un menisco

menisco

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na una lacerazione o rottura, in ba-se alla gravità del trauma subito.Casi tipici possono essere: duranteuna partita di calcio, quando un av-versario ferma il piede di un gioca-tore che si appresta a calciare unpallone; un recupero di una “sedu-ta” con gli sci, quando il soggettovuole ritornare nella posizione ini-ziale, centrale rispetto allo sci, pernon cadere; nella pallavolo, nella fa-se di atterraggio da un “muro”,quando la parte superiore del cor-po rimane sbilanciata all’indietro.La sintomatologia solitamente è didolore vivo, con impossibilità dipoggiare a terra l’arto colpito, chespesso si gonfia rendendo più acu-to il dolore.

RECUPERO E RIABILITAZIONEDopo pochi giorni dall'intervento sipuò iniziare una riabilitazione speci-fica presso un centro di rieducazio-ne idoneo o una palestra con per-

sonale qualificato alla riabilitazione.L'obiettivo della fisioterapia è diaumentare progressivamente igradi di movimento del ginoc-chio, di recuperare la forza el'elasticità muscolare. Il recuperofunzionale del ginocchio si svolge intre fasi. L’intensità del programmadi recupero dipende sempre da al-cuni fattori: tipo di intervento subi-to, età del paziente, precedentiproblemi capsulo-legamentosi alginocchio, attività del paziente (se èun atleta sarà opportuno integrare ilperiodo riabilitativo con esercizispecifici che preparino al ritorno al-lo sport).

PRIMA FASE (ROSSA): MOBILIZZAZIONE

DEL GINOCCHIO

La fisioterapia inizia con la mobiliz-zazione della rotula, il massaggiodel quadricipite e il recupero del-la flesso-estensione. Il piegamen-to del ginocchio deve essere lento

e graduale per riportarela giusta tensione mu-scolare, ma soprattuttol’escursione capsulo-le-gamentosa corretta. Gliesercizi possono esserepassivi, quando è il fisio-terapista che muovemanualmente il ginoc-chio e il paziente devecercare di stare rilassa-to; attivi, quando il pa-ziente s’ impegna amuovere i l ginocchiocercando di raggiungerei gradi estremi di flessio-ne ed estensione.Movimenti bruschi o af-frettati possono portaread aumentare il doloredel paziente, che avrà inseguito un feedback ne-gativo con paura di pie-gare il ginocchio perchélo associa al dolore pro-vato in precedenza.In questa prima fase direcupero il fisioterapi-sta potrà effettuareanche esercizi per ilrafforzamento dei mu-scoli ischiocrurali e la

Per ogni ginocchio vi sonodue menischi, uno medialee l’altro laterale, adagiatisulla superficie tibiale del-

l’articolazione del ginocchio. Essisono addossati e “fusi” con la cap-sula articolare e possiedono una di-screta mobilità e deformabilità, checonsente loro di adattarsi ai muta-menti spaziali che si verificano du-rante i diversi movimenti articolari.La loro funzione è quella di stabiliz-zare il movimento di scivolamento erotolamento dell’estremità femoralegrossolanamente sferica, su unasuperficie piatta come quella dellatibia. In parole povere i menischifungono da cuscinetti fra la tibiae il femore, in modo da non por-re gli stessi a diretto contatto os-seo. Quando una o entrambe que-ste strutture, per un movimentosbagliato o per uno sbilanciamentodell’atleta, rimangono “intrappola-te” tra il femore e la tibia, si determi-

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mobilizzazione della caviglia.Bisogna sempre porre particolareattenzione nel far effettuare dellostretching sia prima sia dopo la“seduta” di recupero.

SECONDA FASE (ARANCIONE)- Test diagnostici;- deambulazione;- inizio potenziamento a carico na-turale e con sussidi;- utilizzo di attività motorie “integrate”.In questa fase del recupero funzio-nale dell’articolazione del ginocchiopossiamo effettuare dei test dia-gnostici isocinetici per testare laforza espressa e le differenze fraarto operato e non.Si prosegue inoltre con esercizi dimobilità articolare attiva (sotto ilcontrollo di un operatore qualifica-to) in combinazione con esercizimuscolari e deambulazione.Il recupero passa anche attraversoalcuni strumenti utili e macchinariquali:- cyclette, inizialmente con l’accor-tezza di utilizzare la sella alta per ri-durre il piegamento del ginocchio;- elastici, per far lavorare l’arto con-tro-resistenza (attività integrata);- piscina, per fare deambulazionein acqua; inoltre possono essere ef-fettuati esercizi di flesso-estensionedell’arto operato, ma in questa fasedi recupero di tonicità è bandito ilnuoto, specialmente lo stile a rana.Sono molto utili gli esercizi di pro-pricettività: attraverso l’utilizzo ditavolette propricettive possiamoaumentare la sensibilizzazione erafforzare la struttura osteo-sche-letrica articolare, nonché aumenta-re la coordinazione. Possiamo fareffettuare i movimenti più svariati:statici su tavoletta, con palleggi eslancio, deambulazione tra tavolet-te senza e con palleggio.

TERZA FASE (VERDE)Utilizzo di macchine per aumentarela tonicità muscolare. Si iniziano ausare sempre sotto stretto control-lo di un fisioterapista sovraccarichiper aumentare il tono muscolare.Oltre ai già citati elastici, possiamoutilizzare cavigliere, avendo l’accor-

tezza di aumentare il peso con gra-dualità fino all’utilizzo di presse concarichi via via crescenti e sempresotto l’occhio vigile di un operatorespecializzato. In palestra passiamo far eseguirepiccoli saltelli (senza rimbalzo) sen-za cercare all’inizio la massimaspinta a terra e il massimo piega-mento articolare. Se ci rivolgiamo invece al recuperodi un “atleta” possiamo ricorrere al-lo squat senza sovraccarico in mo-do lento e graduale, utilizzando poicarichi crescenti con bilanciere.Possiamo integrare l’attività svoltain palestra con uscite in bicicletta,aumentando gradualmente il chilo-metraggio, dapprima scegliendopercorsi pianeggianti e successiva-mente salite in progressione conpendenza via via più accentuata (sisconsigliano pendenze dove la per-sona deve alzarsi dalla sella per sa-lire, a meno che non sia un atletaciclista agonista). Utilizzando lamountain bike sono assolutamenteda evitare i percorsi sterrati o conbuche, mentre sono da preferirestrade asfaltate. Rispettando queste tre fasi si riescea raggiungere in maniera graduale ilperfetto recupero muscolare e lagiusta flessibilità e tonicità dell’artooperato; tuttavia, non bisogna di-menticare di avere un menisco inmeno, e quindi occorre avere moltaprudenza.

CONSIDERAZIONIMolti si affidano a macchine che,tramite interfaccia computerizzata,forniscono i parametri dell’attivitàsvolta come il grado di forza di unarto rispetto all’altro; inoltre con-sentono di far effettuare esercizicontro resistenza programmata econ angoli specifici. Tale gestioneprecisa e “parametrabile” vienecontrollata da un potente e affidabi-le software fino a giungere al REV9000, macchina isocineticaestremamente sofisticata chepermette anche l’elettromiogra-fia integrata e computerizzata.Per quanto riguarda il potenzia-mento muscolare tramite elettro-

stimolatori, l’esperienza personalemi ha portato a credere che si trat-ta di una buona “terapia” integrati-va, ma non assolutamente sostitu-tiva al potenziamento mirato trami-te macchine tradizionali (pressa).Ricordate: contrazioni indotte artifi-cialmente (tramite corrente) prevari-cano la naturale contrazione otte-nuta per volontà dal nostro cervellosul muscolo, perciò è necessarioselezionare programmi, durate e in-tensità con molta attenzione.I cicli di elettrostimolazione dovreb-bero essere sempre svolti con l’aiu-to di personale specializzato: il “faida te” può essere pericoloso.

CONCLUSIONI Non sono stati indicati volutamentei tempi espressi in giorni o settima-ne per passare dalla fase rossa al-l’arancione, alla verde né tanto me-no specificati esercizi e modalità dicarico perché prevedere a priori iprogressi e il reale recupero allanormalità di un soggetto operato èdifficile: di volta in volta spetta ai fi-sioterapisti o al personale specializ-zato.

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Esaurito, almeno temporaneamente, il dibattito sulla tecnicachirurgica ricostruttiva nelle lesioni del legamento crociato anteriore(LCA), oggi l’interesse scientifico è orientato sui protocolli riabilitativila cui costruzione dovrebbe essere legata all’evoluzione delprocesso di rimodellamento e di maturazione del neo legamento, eai relativi stress tensionali derivanti dagli esercizi terapeuticieffettuati in catena cinetica chiusa e aperta. Analizziamocriticamente alcuni punti cruciali degli aspetti clinici e riabilitativi.

Analisi dei processi diguarigione biologica esuccessivo ritorno allosport agonistico

doporicostruzione

del lca

protocolliriabilitativi

di Rosario D’Onofrio [email protected]

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di riparazione” siano stimolatecon dolci stress tensili a trazionelongitudinale, di modo che le fibreneo formate del tendine, possanoallinearsi ottimamente per gestire glialti livelli di stress derivati dal caricoche l’apparato estensore esprimedurante l’attività sportiva. Se questonon si verifica, l’atleta incorre, quasisicuramente, a processi patologici,di vario grado ed entità, a caricodello stesso tendine rotuleo. Nondevono essere incoraggiate, in que-sta fase, esercitazioni isometrichemassimali in catena cinetica apertae chiusa, in quanto stimolano note-volmente l’apparato estensore delginocchio, sollecitando in manieraenorme e diversificata, dal punto divista biomeccanico, sia la sede delprelievo rotuleo che il neo LCA.A 3 mesi, risulta ancora irregolare lanormalizzazione ecografica del pro-cesso riparativo del tendine rotuleo,situazione che si stabilizza, comeevidenzia il follow up ecografico,dopo circa 12 mesi, con un buonrecupero delle caratteristiche strut-turali primarie del tendine. Un’erra-ta programmazione del carico riabi-litativo, in questa fase, predispone ilpaziente a fenomeni irritativi deltendine rotuleo e dei flessori delginocchio, che potrebbero persi-stere per molti mesi nel postoperatorio, e a un incremento delversamento articolare durante lariabilitazione, che non risulta es-sere un atto fisiologico, ma rappre-senta una complicanza. Le lesioni del LCA non sono qua-si mai isolate, ma associate adaltre lesioni con una importantecorrelazione tra danno cartilagi-neo e lesioni meniscali. L’esi-stenza di condropatie associate alesioni meniscali, in una lesione delLCA, è un’importante causa dipeggioramento dei risultati finali.L’incidenza delle lesioni meniscalinelle instabilità del ginocchio ènell’82% delle lesioni legamentoseacute, così come nel 96% delle las-sità croniche. I menischi rivestonoun importante ruolo stabilizzatore,propriocettivo e ammortizzatoredegli stress a carico dell’articolazio-

In una chirurgia del ginocchio or-mai stabilizzatasi sul prioritarioutilizzo, come trapianto pro LCA,del tendine rotuleo o del semiten-

dinoso e gracile, si riscontranoancora oggi incertezze sullestrategie riabilitative da seguire.Esse sono, nella gran parte, som-ministrate in maniera diversificata ein protocolli standard e non perso-nalizzati. Una certa univocità di visione dellascienza medica traumatologica eriabilitativa italiana riguarda: - l’immediata concessione dellapiena estensione fin dalla 1agiornata post operatoria;- il carico fin dalla terza giornata,autorizzato con bastoni canadesi. La maggior parte dei protocolli ria-bilitativi proposti nella fase post ri-costruttiva del LCA, (lesione chespesso non è mai isolata, ma asso-ciata ad altri eventi lesivi che inte-ressano l’articolazione del ginoc-chio) presentano obiettivi, mezzi etempi applicativi estremamentediversificati tra loro, spesso ad-dirittura contrastanti nei loro con-tenuti e con una consequenzialitàscientifica non omogenea. È noto ormai che contrazioni delquadricipite possono creare nonsolo delle “anterior shear force”parallele al piatto tibiale, delete-rie per il neo legamento, ma an-che stress negativi nella sede delprelievo, in particolare se parliamodel tendine rotuleo. Questa sedeattraversa una fase di rimodella-mento che si evidenzia con la for-mazione di neo collagene, rimanen-do più debole e meno “estensibile”del normale. Bisogna pensare chea 45 giorni dall’intervento, un con-trollo ecografico del tendine rotuleosede del prelievo, presenta un au-mento di spessore e di larghezza fi-no a 3 volte il valore normale e que-sto, sia per edema locale che per lapresenza nel suo interno di tessutoriparativo, ovvero di fibre di collagedistribuite in maniera irregolare.Solo a questo punto diventa impor-tante, quando la sintesi e la degra-dazione di collagene si equivalgonorimanendo stabili, che le “cicatrici

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ne del ginocchio. Il menisco media-le riveste un importante ruolo nelgioco della trasmissione delle forzesul ginocchio. Dopo meniscecto-mia si nota un aumento del 20%delle frizioni articolari. Si evidenziain letteratura, tra l’altro, una riduzio-ne della rima articolare tibio femo-rale fino al 75% dei valori pre–meni-scectomia, con un aumento del ca-rico del 235% sulla stessa articola-zione del ginocchio.Immaginiamo un paziente da ria-bilitare che, oltre a una lesionedel lca, ha associato una lesionedel menisco mediale e/o condra-le: quale strategia riabilitativa at-tuare? Il prelievo del tendine rotu-leo potrebbe accentuare problema-tiche già esistenti a carico dell’arti-colazione femoro-tibiale e soprat-tutto a carico della femoro-rotulea,così come il prelievo dei tendini del-la zampa d’oca, potrebbe compor-tare un deficit dell’estensione delginocchio (5-10%), di forza dei ro-

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tatori interni tibiali e ipomobilità del-la rotula, che potrebbe concorrerea un impingement a carico dellastessa articolazione femoro–rotu-lea. Il quadro è completato da undecremento della flessibilità delquadricipite e dei flessori del ginoc-chio assolutamente fisiologico, fat-tori funzionali che si instaurano findai primi giorni del post–operatorio.Per patologie a carico di questaarticolazione, in particolar modoper quelle cartilaginee femorali,sono incoraggiati esercizi in unrange articolare fra 0° e 20°/30°,dove si determina una minimapressione sull’articolazione fe-moro/patellare. Questi esercizi te-rapeutici, risultano essere assoluta-mente “proibiti” per molti mesi nel-l’ambito delle ricostruzioni isolatedel LCA per via dell’alto stress cui èsottoposto negli ultimi gradi diestensione del ginocchio. Peresempio, nelle lesioni cartilagineetrocleari operate, gli esercizi come

lo squat non sono concessi sinoa 12 -18 mesi dopo l’intervento;se queste sono associate a lesionedel legamento crociato anteriore, lastrutturazione del processo riabili-tativo diventa abbastanza com-plessa e problematica. Alla luce diquesto, come non personalizzareun protocollo riabilitativo adeguan-dolo allo status clinico e al pazien-te? I muscoli semitendinoso e graci-le, oltre al controllo eccentrico dellarotazione esterna della tibia, rappre-sentano le linee attive di difesa con-tro il movimento di valgizzazione e,in associazione al bicipite femorale,anche contro la traslazione anterio-re della tibia rispetto al femore: il lo-ro utilizzo pro-crociato anteriore po-trebbe influenzare, impoverendo, labiomeccanica e il controllo dellastabilità del ginocchio, creandoscompensi posturali?Il quadro che ci si presenta risultaessere abbastanza complesso nel-la scelta delle strategie riabilitativeda attuarsi; proprio per questo, nonpossono essere estemporanee, nélasciate a protocolli stereotipati.

IL RUOLO DELLE GINOCCHIERENELL’IMMEDIATO POST–OPERA-TORIODal punto di vista del ragionamentoclinico, si tende a utilizzare la ginoc-chiera a protezione, vista l’inibizio-ne dell’attività muscolare conse-quenziale all’intervento e in relazio-ne a movimenti attivi e passivi, rite-nuti deleteri per l’articolazione delginocchio sul neo legamento. Durante la ripresa del carico corpo-reo, che oggi è praticamente im-mediato (in terza giornata), nelle ri-costruzioni del LCA non sono tantoa rischio i movimenti sul piano sa-gittale in antero–posteriorità, quan-to i movimenti del ginocchio in va-ro–valgo o intra-extrarotazione.Oggi il 47% dei protocolli preve-de nel post-operatorio una gi-nocchiera stabilizzata in esten-sione e mobilizzazione passivamotorizzata. Se da un lato l’attivitàprecoce concorre senz’altro a ri-durre i livelli della limitazione funzio-nale del ROM, come complicanza

CONDILO LATERALE FEMORE

MENISCO LATERALE MENISCO MEDIALE

LEGAMENTOCOLLATERALEFIBULARE

LEGAMENTOCOLLATERALETIBIALE

LEGAMENTOCROCIATOANTERIORE

LEGAMENTOCROCIATOPOSTERIORE

CONDILOMEDIALEFEMORE

FEMORE

FIBULATIBIA

TUBEROSITÀANTERIORETIBIA

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post chirurgica, dall’altro la ginoc-chiera non limita le contrazioni delquadricipite, che possono provo-care delle forze di taglio femoro-ti-biali atte a provocare over stress sulneo LCA e sulla sede del prelievo(se è stato utilizzato il tendine rotu-leo come innesto pro-LCA). Diversistudi sono stati effettuati per valuta-re l'effetto di differenti tipi di ginoc-chiera nelle fasi di riabilitazione postoperatoria, seguendo variati proto-colli di lavoro, per valutare eventualidifferenze di espressione di forzadegli estensori e dei flessori del gi-nocchio, disuguaglianze sulla stabi-lità antero-posteriore e sulla funzio-ne articolare del ginocchio. Le pub-blicazioni hanno evidenziato chenessun beneficio è stato trovatonell’usare una ginocchiera po-stoperatoria, in pazienti su unfollow-up a 24 mesi dopo chirur-gia ricostruttiva.

CONSIDERAZIONI SUL RITORNOALLO SPORTLa ricerca spasmodica della ridu-zione dei tempi riabilitativi ha creatoancor più confusione nella stabiliz-zazione dei protocolli riabilitativi,che risultano essere sempre più di-versificati nei contenuti e nelle for-me. Oggi i dati e i monitoraggi cheemergono dalla letteratura invitanoa una maggior prudenza e in me-dia si autorizza la ripresa dell’at-tività agonistica intorno ai 7 mesi

(range 6 -9 mesi), anche se ci sonodelle eccezioni che in funzione del-le loro esperienze cliniche e scienti-fiche portano l’atleta in campo in-torno al 4° mese. La valutazionedella forza a 6 mesi dall’interventodiventa, come tutto il monitoraggioeseguito durante la riabilitazione,un importante quadro di riferimentocui attenersi per analizzare tempi emodalità riguardanti il ritorno aglisport di squadra.Sono riportati in letteratura: - a 6 mesi, ancora deficit di forzadel quadricipite, che va dal 19 al44% dopo la ricostruzione, mentreil deficit dei flessori è senz’altro mi-nore, intorno al 10%, 15%. - a 12 mesi dalla ricostruzione, ildeficit di forza del quadricipite è frail 13 e il 24%, mentre il quadro deivalori di forza dei flessori rientra neivalori normali. Un “case report” pubblicato nel2005 illustra il caso clinico di unatleta di altissimo livello operato perla ricostruzione di LCA, con semi-tendinoso e gracile 4 giorni dopo lalesione e ritornato all’attività sporti-va agonistica dopo 90 giorni dall’in-tervento. La riabilitazione fu iniziataotto giorni dopo la chirurgia rico-struttiva, con 2 sessioni di lavororiabilitativo al giorno per 5 giorni al-la settimana, più 1 sessione ognisabato mattina. Le sessioni com-prendevano attività in piscina, eser-cizi per flessibilità, coordinazione e

per il recupero della forza, oltre chesul campo di calcio per recuperodelle abilità tecniche e tattiche, concontinuo monitoraggio dell'intensi-tà di training. La tecnica chirurgicae un programma progressivo di ria-bilitazione permisero all’atleta digiocare per 20 minuti in una garaufficiale nella massima divisione 77giorni dopo la chirurgia e a 90 gior-ni giocare un pieno gioco. Questograzie a una progressione persona-lizzata del volume e dell'intensitàdei carichi di lavoro e a un’appro-priata densità del training riabilitati-vo, una miscela di palestra, piscinaed esercizi di campo.Al di là di casi isolati, la maggiorparte degli atleti operati di LCAtornano agli sport di running, cut-ting, pivoting e di salto precoce-mente, senza aver appianato ideficit biomeccanici. In contrap-posizione, peggiorano il loro quadroclinico/anatomico con un deteriora-mento dell’ambiente e della cine-matica articolare. Il ritorno preco-ce predispone l’atleta a patologieda overuse, e in un range di 30/60giorni dall’inizio degli allenamen-ti, a lesioni muscolo-tendine enon solo a carico dell’arto pato-logico. Il nostro pensiero riguardoalla concessione della ripresa del-l’attività sportiva in operati di LCAsposa quello di Shelbourne che “….non è riferito al tempo trascorsodall’intervento allo sport, ma allecondizioni del ginocchio”, ovvero alsuo status clinico e biomeccanico.

IL RUOLO DELLE GINOCCHIEREFUNZIONALI NELLA PERFORMAN-CE SPORTIVAIl ruolo stabilizzatore e protettivo delcosiddetto “tutore” sul piano sagit-tale, nei movimenti in varo - valgo erotazionali, che sul controllo dellatraslazione anteriore, durante laperformance è ricollegabile mag-giormente a fattori psicologici che areali fattori strutturali e meccanici.È bene, comunque, ricordare an-che che le linee di difesa attivacontro la traslazione anterioresono composte da: bicipite femo-rale, gastrocnemio, popliteo, sarto-

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rio, gracile, semitendinoso e semi-membranoso. Questo ruolo di con-trollo muscolare attivo diminuiscedurante gli esercizi di squat, manmano che si arriva alla piena esten-sione del ginocchio. La ginocchie-ra non aumenta la stabilità di gi-nocchio nei movimenti rotazio-nali e in varo/valgo, che sono in-numerevoli durante sport come ilcalcio, basket, pallamano. Oltrea opporsi alla traslazione anterioredella tibia, la co-contrazione degliischio crurali, del quadricipite e delgastrocnemio incrementa il sup-porto a difesa nei movimenti pato-logici in varo-valgo rotazione inter-na ed esterna, che sono numerosidurante l’attività calcistica o cesti-stica, considerati sport ad alto in-dice torsionale. Con la ginocchie-ra, per esempio, l'attività del semi-tendinoso e del bicipite femoraledecresce significativamente (17%- 44 %).

I movimenti in varo-valgo asso-ciati alla rotazione interna-ester-na, sono protetti dall’attivazionecontemporanea di tutti i distrettimuscolari del ginocchio. La co-contrazione del quadricipite e degliischio crurali, incrementa la stiff-ness dell'articolazione (intesa co-me coaptazione) in tutte le sue di-rezioni di carico. Il ruolo della gi-nocchiera preventiva utilizzata du-rante la performance o la ripresasportiva dopo ricostruzione delLCA può assolvere il compito diprotezione o limitare movimenti co-sì complessi come valgo rotazioneesterna in varo rotazione interna?Sicuramente no. Ulteriori approfon-dimenti hanno evidenziato che laginocchiera funzionale risulta inutilequando i carichi di lavoro sono in-tensi o elevati, o quando gli stresssono applicati in maniera impreve-dibile e ricollegabili a gestualitàsportive di alto rischio torsionale.

CONCLUSIONIGli aspetti riabilitativi legati alla rico-struzione del LCA sono legati allaguarigione biologica del trapian-to, allo studio delle lesioni asso-ciate e al ruolo biomeccanicodegli esercizi terapeutici e delleentità di carico in catena cineti-ca chiusa e aperta. Durante l’iterriabilitativo diventa importante sof-fermarsi sul recupero e manteni-mento dei livelli ottimali di pro-priocettività e delle qualità neu-romuscolari, attraverso program-mi di agilità e multi-station–proprio-ceptive training, oltre che trainingpliometrici.Per quanto riguarda l’uso della gi-nocchiera post-operatoria, l’orien-tamento rimane “elastico”: perso-nalizziamo il progetto riabilitativo, infunzione delle numerose variabiliche si presentano alla nostra os-servazione (età del paziente, tipo elivello di attività sportiva, analisi delmonitoraggio pre-operatorio, tipodi ricostruzione e relativa fissazioneecc.). Il nostro pensiero scientificoci induce a preferire alla ginoc-chiera funzionale, da utilizzare inambito sportivo, un potenzia-mento muscolare specifico, mo-nitorato e costantemente associa-to a un training propriocettivo mira-to, ricollegabile alla gestualità sem-plice e complessa dell’attività spor-tiva specifica.

BIBLIOGRAFIA1. D’Onofrio R. Manzi V. Ricondizionamento eritorno allo sport agonistico in atleti top-leveloperati di lca. Relazione personale SimposioNazionale multidisciplare sulla medicina del-lo sport, Roma 15 maggio 2004.2. Roi GS, Creta D, Nanni G, Marcacci M,Zaffagnini S, Snyder-Mackler L. Return to of-ficial Italian First Division soccer games wi-thin 90 days after anterior cruciate ligamentreconstruction: a case report, J OrthopSports Phys Ther. 2005 Feb; 35(2):52-6.3. Shelbourne KD, Davis TJ. Evaluation ofknee stability before anterior cruciate liga-ment with the iliotibial band autograft in andafter participation in a functional sports agili-ty program during rehabilitation after anteriorcruciate ligament reconstruction, Am JSports Med, 1999.

Focus: il ginocchio infortunato

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A CHI È RIVOLTO?A tutti gli appassionati di fitness.Sempre più numerosi i diplomati ISEF ei laureati in scienze motorie scelgonoquesto corso per il completamentodella loro preparazione specifica inambito fitness.

STRUTTURA DEL CORSOIl corso è articolato in 5 weekend, conlezioni teoriche, laboratori di anatomia eseminari tecnici con l'utilizzo di suppor-ti multimediali. Le lezioni si svolgonodi sabato e domenica con cadenzaquindicinale. È necessario frequentar-ne almeno l'80% delle lezioni per poteraccedere all'esame di fine corso checonsente di conseguire la certificazio-ne di Istruttore di Fitness Trainer.

PROGRAMMA- Anatomia dell'apparato locomotore. - Anatomia funzionale. - Fisiologia cardiovascolare e metaboli-smi energetici. - Biomeccanica del movimento. - Studio degli attrezzi e delle loro moda-lità di utilizzo. - Analisi dei frequentatori del club ediverse tecniche d'allenamento.

- Tecniche e metodologie d'allenamen-to: la tabella personalizzata. - I paramorfismi. - Alimentazione: nozioni fondamentali. - Doping: effetti indesiderati e collaterali.- Test di valutazione funzionale: mobili-tà, stretching, forza. criteri di scelta.- Anamnesi motoria ed esame obiettivomotorio. - Laboratori di anatomia e seminaritecnici.

CERTIFICAZIONEPer conseguire la certificazione ènecessario superare l'esame che sisvolge in due fasi: quiz a risposta multi-pla e colloquio orale. Solo dopo aversuperato le due fasi dell'esame vienerilasciato il diploma di Istruttore diFitness Trainer. Se non si supera l'esa-me, è possibile ripeterlo GRATUITA-MENTE nella sessione successiva.La certificazione del corso per istruttoridi fitness trainer è riconosciuta da : • Scuola di Professione Fitness• UISP sport per tutti, ente di promozio-ne sportiva riconosciuto dal CONI.

CALENDARIOsabato 12 e domenica 13 maggiosabato 26 e domenica 27 maggiosabato 9 e domenica 10 giugnosabato 23 e domenica 24 giugnosabato 7 e domenica 8 luglioOrari: dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalleore 14.00 alle 17.00Esame: sabato 21 luglio

DOCENTIAlessandro Lanzani, Medico Sportivoe OrtopedicoEdoardo Lanzani, Medico Ortopedico,esperto in rieducazione funzionaleFrancesco Capobianco, Masso-Terapista, personal wellness trainerMichele Pitti, Operatore metabolico,personal fitness trainer

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MODALITÀ DI ISCRIZIONEVersamento: Conto corrente postale n°26993204 Intestato ad Alea Edizioni,via Sapeto, 5 - 20123 Milano.Bonifico bancario: CC 48054 Intestato a: Alea Edizioni BancaPopolare di Milano Ag. 7 IBAN: IT 43 Q 05584 01607000000048054 Inviaci via fax al n°02 58.11.11.16, ovia mail a [email protected], la fotocopia della ricevutadel versamento con il nome dell´inizia-tiva scelta e i tuoi dati personali com-pleti di un recapito telefonico e un'e-mail (codice fiscale e/o partita IVAobbligatori).

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IscrizioniDocente: Alessandro LanzaniQuanto costa: 720 euro Iva inclusa. La quota comprende: l'iscrizione allascuola, l'opera completa + 1 Workshoptecnico + l'esame finale (a Milano) perconseguire la certificazione. È possibileottenere più certificazioni con la stessaopera: per qualsiasi ulteriore informazio-ne contattare la segreteria corsi al nu-mero 02.58112828 o consultare il sitointernet:www.professionefitness.comEsami: colloquio orale.

Il corso a distanza per operatore difitness metabolico permette di rag-giungere obiettivi operativi altamentespecialistici, fornendo le basi necessa-rie teoriche e pratiche per realizzarepercorsi motori personalizzati in sicu-rezza per la sindrome metabolica:- ipertensione e malattie cardiovascolari;- soprappeso e obesità;- diabete;- artrosi e osteoporosi.Il corso si sviluppa in un'opera compo-sta da un volume + 8 DVD multime-diali con contributi tecnici:- audio mp3 con registrazioni e appro-fondimenti verbali;- video con filmati didattici e tecnici; - immagini a supporto dei testi;- testi con documenti interi o recensiti;- presentazioni con grafici e tabelle.

CONTENUTIStrumenti tecnici- Accreditamento istituzionale: “attivitàmotoria come prevenzione sociale”. - I soggetti metabolici: definizione delleprincipali parole chiave; sedentarismoe malnutrizione da eccesso, stili di vita. - Alfabetizzazione motoria, Fitness me-tabolico e Fitness terapia: tre livelli perun nuovo stile di vita.- Equilibrio funzionale, allenamentofunzionale: la grande gara della vitaquotidiana.- Fitness metabolico e diabete.- Fitness metabolico e obesità, sovrap-peso, anoressia e bulimia (strategie in-tegrative nel centro fitness).- Fitness metabolico e ipertensione,malattie cardiovascolari.- Fitness metabolico e apparato loco-motore: artrosi e osteoporosi.

OPERATORE DI FITNESS METABOLICO - Classificazione, approccio psicologicoe fidelizzazione del soggetto metabolico.- Classificazione e approccio dei sogget-ti sedentari, motori, sportivi, e agonisti.- Selezione e abstract della più recentebibliografia scientifica internazionalesul fitness metabolico. - Aspetti di marketing e gestionali: co-me si vende il fitness metabolico e conquali “pacchetti servizio”.- Formazione per lo staff di vendita: in-quadramento generale.

Step operativi - Inquadramento del soggetto e anam-nesi metabolica: un metodo di sicurezzaper l'operatore e il soggetto metabolico;- gli strumenti di misura: dai test tradi-zionali dello sport ai Fix metabolici spe-cifici; il tempo zero; - le misure sicure per la gestione deimetabolici;- strumenti di lavoro e unità motoriemetaboliche;- programmazione dell'attività motoria;- insegnamento dell'attività motoria;- strumenti di fidelizzazione: il passa-porto metabolico;

Esempi pratici - Come strutturare le prime ore di lavo-ro con i soggetti metabolici- Monitoraggio e verifica dei risultati- Codice deontologico- Manifesto del fitness metabolico.

L'apprendimento sarà supportatoda un servizio di assistenza on line ecompletato da una giornata diWorkshop tecnico, a scelta dellostudente, fra quelli proposti dallanostra Scuola di Formazione.

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Il taping kinesiologico è utilizzato in am-bito sportivo prima, durante e dopo ilgesto atletico: prima, per preparare eprevenire e dopo per defaticare. Questatecnica innovativa si basa sulle naturalicapacità di “balance” del corpo, stimo-late dall’attivazione del sistema “neuro-muscolare” e “neuro-sensoriale”, sec-ondo i nuovi concetti di Neuroscienza. Ilmetodo scaturisce dalla scienza dellachinesiologia. Si tratta di una tecnicacorrettiva meccanica e/o sensoriale,che favorisce una migliore circolazionesanguigna e linfatica nell’area datrattare. Nella fase di recupero il tapingkinesiologico si applica per migliorare lacircolazione sanguigna e linfatica,ridurre l’eccesso di calore e disostanze chimiche presenti nei tes-suti, ridurre l’infiammazione. Il tapingkinesiologico mira a: azionare i sistemianalgesici endogeni; stimolare il sistemainibitore spinale e il sistema inibitore dis-cendente; correggere i problemi delle ar-ticolazioni; ridurre gli allineamenti impre-cisi causati da spasmi e muscoli accor-ciati; normalizzare il tono del muscolo el’anormalità di fascia delle articolazioni;migliorare il ROM.

A chi è rivolto?Laureati in Scienze Motorie, diplomatiISEF, studenti e personal trainer

PROGRAMMA28 aprile- Storia del taping kinesiologico,l’evoluzione dei materiali.- Generalità sui meccanismi di appli-cazione, tecniche base per l’appli-cazione del nastro.- Lo screening test; le controindicazioni- Le tecniche correttive: meccanica; lin-fatica; funzionale.- Applicazioni pratiche alla spalla.- Applicazioni pratiche per i principalimuscoli:1) arto superiore (deltoide, trapezio,

piccolo e grande rotondo, grande pet-torale, grande e piccolo romboide,tricipite brachiale, bicipite brachiale, bra-chioradiale, supinatore, pronatore roton-do, pronatore quadrato, pronatore lun-go, estensore lungo del pollice, esten-sore del dito mignolo;2) collo (scaleno anteriore e posteriore,sterno-cleido-mastoideo. Muscoli delcapo, lungo del collo.- Controindicazioni.- Domande e conclusioni.

29 aprile- Applicazioni pratiche per i principalimuscoli:3) tronco: gran dorsale, trapezio inferi-ore, retto addominale, obliquo addomi-nale interno ed esterno, diaframma, ileo,paravertebrali.4) arti inferiori: grande gluteo, medio epiccolo gluteo, tensore della fascia lata,sartorio, adduttori, piriforme, quadricip-ite del femore, posteriori della coscia,soleo e gastrocnemio, estensore lungodell’alluce, peronei, lungo estensore delpiede, flessore breve dell’alluce.5) zona lombare: sacro spinali, lom-bosacrali.- Applicazioni pratiche di correzione fun-zionale sportiva:a) spalla;b) polso;c) gomito;d) ginocchio;e) caviglia;f) colonna lombare e cervicale.- Discussione e prova pratica.Test di valutazione.

Durata del corsoIl corso è articolato in 2 giorni per un to-tale di 16 ore, il 28 e 29 aprile.Orari- inizio lezioni ore 9- pausa pranzo alle ore 13- inizio lezioni ore 14- fine lezione ore 18.Dove: Milano.

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TAPING KINESIOLOGICO IN TRAUMATOLOGIA SPORTIVACON SPECIFICO RIFERIMENTO ALLA PREVENZIONE DEITRAUMI E DELLA FATICA, NELLA GESTIONE DELL'ATLETA INPALESTRA E IN CAMPO

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Quanto costa: 449 euro entro il 31gennaio; 489 euro per iscrizionisuccessive. Prezzi Iva inclusa.La quota è comprensiva di:- 30 euro di iscrizione alla scuola(validità annuale)- opuscolo informativo - 3 nastri elastici e un paio di forbici perle prove pratiche,- materiale informativo con trattamentodi casi clinici- attestato di partecipazioneModalità di pagamento- Versamento postale: Conto correntepostale n° 26993204 Intestato ad AleaEdizioni, via Sapeto, 5 20123 Milano- Bonifico bancario: CC 48054 intesta-to a: Alea Edizioni Banca Popolare diMilano Ag. 7Codice IBAN: IT 43 Q 05584 01607000000048054Inviare via fax al n°0258111116, o viamail a [email protected], la fotocopia della ricevuta delversamento con il nome dell´iniziativascelta e i dati personali completi di un re-capito telefonico e un'e-mail (codice fis-cale e/o partita IVA obbligatori).Prossima edizione di questo corso:23 e 24 giugno

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Sì inviatemi: “I QUADERNI DI ”� 1ª serie � 2ª serie � 3ª serie � 4ª serie (ciascuna serie € 10,00)

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ABBONAMENTO “CULTURA FISICA” - Spedizione per posta normale € 33,00 (per l’Italia)Libro “VADEMECUM CULTURISTICO” - € 21,00Libro “BODY-BUILDING DUEMILAUNO” - € 19,00Libro “I PROFILI PENALI DEL DOPING” - € 18,00Libro “RICETTE PER LO SPORT” - € 18,00Libro “ORMONI E ALLENAMENTO” - € 16,00Libro “MANUALE DI CRESCITA MUSCOLARE”+“APPENDICE ALLENAMENTO” - € 30,00Libro “FULL BODY” - € 15,00Libro “SAPIENS ALLO STATO BRADO” - € 19,00Libro “LE RADICI DEI SAPIENS” - € 26,00

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“I QUADERNI DI ”I QUADERNI DIn° 19 - Allenamento

Sull’apprendimento motoriodegli esercizi di Body-building 3di JIMMY PEDEMONTEImpugnare gli attrezzi tradizionali 13del Prof. ANGELO CASTIGLIONIIl principio dell’adattamento progressivo 17di NUCCIO RUBERAAnalisi di tre aspetti importantidella forza 21del Prof. ARMANDO FUCCIL’allenamento isometrico 26del Prof. ARMANDO FUCCIDeadlift 34di NICOLA CAMERAIl sistema a frequenza multipla 39di FRANCESCO CURRÒBody-building & allungamenti miofasciali 44di NICOLA DACOMO

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I QUADERNI DIn° 20 - AllenamentoWar of delts 3di RAFFAELE MORANDINIIl successo sta sulle spalle 8di JIMMY PEDEMONTEIl muscolo più amato dagli italiani 11di COSTANTINO BERTUCELLI eALESSANDRO PELLACANIAllenamento della schiena 15di MAURO SARNIAllenamento della schiena 17di ENZO FERRARIBicipiti come colline 20di GINO BARZACCHIFast Abs 25di RAFFAELE MORANDINISù le gambe 29di CRISTIANA CASONIIn gamb...issima! 32di FRANCESCO CURRÒCome costruire un quadricipite fantastico senza lo squat 36di JOHNNY BLOISIRocky Calves 41di RAFFAELE MORANDINI

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I QUADERNI DIn° 21 - Biomeccanica

Azione muscolare concentrica 3del Prof. ARMANDO FUCCIParola di Verchoshansky 8di ANGELO GIORNODifetti intrinseci delle presse nell’usoper il potenziamento degli arti inferiori 15del Prof. ANGELO CASTIGLIONIBIOMECCANICA IN PALESTRAPre-allungamento e pre-accorciamento 19di DARIO SORARÙL’angolo di lavoro 23di DARIO SORARÙIl lavoro negli esercizi monoarticolari 28di DARIO SORARÙIl lavoro negli esercizi poliarticolari 33di DARIO SORARÙLe macchine semplici 37di DARIO SORARÙLe macchine isotoniche 42di DARIO SORARÙ

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I QUADERNI DIn° 22 - Dossier

DOSSIER NATURAL“Super sostanze” e“Psyco-Muscle Training” 3del Dott. ALESSANDRO GELLIQuestione di personalità 8del Dott. FRANCESCO TODDEUna preparazione H/P 10del Prof. ROBERTO CALCAGNODOSSIER INVERNOChe la “massa” sia con noi 17di MARCO NERI e MAX MAFFUCCIInverno vs. Termogenesi 28del Dott. ALESSANDRO VIANELLOManualetto su come... perdere le gare 32di CLAUDIO CARELLADOSSIER ESTATESole, mare e ... adipociti 36di VANNI SACCONMuscoli in ferie 39di RAFFAELE MORANDINIL’estate a tavola 44del Dott. ALESSANDRO VIANELLO

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I QUADERNI DIn° 23 - Alimentazione

L’apporto calorico – Strategie & sinergie 3di NICOLA CAMERA7 chili in 7 mesi 16di MARCELLO MORMINOAttenti alla fibra 21di MARCO CERIANIA proposito di zuccheri 25di MARCELLO MORMINOMaster Aminoacid Pattern 29di FILIPPO FORTUNA2 mesi senza carne 36del Dott. ALESSANDRO GELLIAllergie alimentari 40di NICOLA CAMERA

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I QUADERNI DIn° 24 - Medicina dello sport

Dentro le fibre 3del Prof. GIACOMO ZACCONEI sistemi pilota nello sviluppo organico 8di NICOLA CAMERACellule satellite & miogenesi 13di NICOLA CAMERATante contrazioni un solo obiettivo 21del Dott. ALESSANDRO LANZANIIl Principio di Henneman 25di RICCARDO UBALDINIBiogenetica muscolare 31di BRUNO DAVIDE BORDONI e IGOR FERRARINIStimolazione e inibizione degli ormoniin rapporto all’esercizio intenso 35del Prof. MASSIMO GUGLIELMIOrmoni: che cosa realmente sono? 40del Dott. TOMASO LEDERFenomenologia dell’ormone somatotropo 43del Dott. ALDO E. CALOGERO

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I QUADERNI DIn° 13 - Allenamento

The “Heavy-duty” System 3di FRANCESCO CURRO’Heavy Duty 2 6di FAUSTO PORTATeoria dell’allenamento 11di MARCELLO MORMINOIl blocco ipertrofia 21del Prof. ARMANDO FUCCI Il blocco ipertrofia con tecniche intensive 36del Prof. ARMANDO FUCCI Intensità 43di ENZO FERRARI

I QUADERNI DIn° 14 - Allenamento

La scheda di allenamento 3di RICCARDO UBALDINITerminologia chinesiologica 18di MARCELLO MORMINO L’allenamento in pratica 25del Prof. ROBERTO CALCAGNOSettembre andiamo, tempo di “ingrossare”… 40del Prof. MASSIMO GUGLIELMIPeriodizziamo la massa 44del Prof. MASSIMO GUGLIELMI

I QUADERNI DIn° 15 - Allenamento

Gli errori più comuni nelle palestre italiane 3del Prof. MASSIMO GUGLIELMIFacciamo chiarezza 6del Prof. ARMANDO FUCCINoterelle 14di MARCELLO MORMINOLa tecnica dell’esercizio nell’esercizio 20di JIMMY PEDEMONTETecniche di recupero nel body-building 25di ALESSANDRO PELLACANIe del Prof. COSTANTINO BERTUCELLILa ruota del successo 29di VANNI SACCONUn allenamento ciclico 44di PAOLO IANNETTONE

I QUADERNI DIn° 16 - Alimentazione

Comportamento alimentare 3di NICOLA CAMERAConcetti di termochimica alimentare 12del Dott. THEODORE J. BREMBOSe del Dott. MARCO DALLAPICCOLADieta: chiariamoci le idee 19di PIERLUIGI FASSETTAL’integrazione alimentare perl’ottimizzazione del pattern ormonale 25del Dott. MASSIMO MUSUMECIAlta definizione: isegreti di una dieta riuscita 29del Dott. PHILIPPE MORETIntegrazione vincente 33di RICCARDO UBALDINILa dieta pre-gara nel body-building 40del Prof. ROBERTO CALCAGNO

I QUADERNI DIn° 17 - Alimentazione

Body-building & vitamine 3del Prof. MASSIMO GUGLIELMITutti i no delle vitamine e dei minerali 13del Dott. ANDREA MARLIANIL’apporto del potassio per i culturisti 16di PIERLUIGI FASSETTAL’acqua 19del Prof. ROBERTO CALCAGNOLa ricarica dei carboidrati 24del Prof. ROBERTO CALCAGNOLe acque minerali 29di NICOLA CAMERAIl frullato 35di MARCELLO MORMINOCreatine approach 39del Dott. MASSIMO MUSUMECI

I QUADERNI DIn° 18 - Medicina dello sportRisposta adattativa del muscolo all’eserciziofisico: nuovi risultati sperimentali 3 del Prof. GIACOMO ZACCONELa fatica nel body-building:sue basi e significati 8di JIMMY PEDEMONTEL’indolenzimento muscolaread insorgenza ritardata 11di RICCARDO UBALDINILe patologie muscolari (1) Sintomi, diagnosi e terapia 18del Dott. STEFANO TRICARICOLe patologie muscolari (2) Cause e riabilitazione 24del Prof. FRANCESCO TODDELa visualizzazione 30del Dott. GIUSEPPE ROMBOLA’Visualizzazione & “ferro” 34di ENZO FERRARIIl paradosso “mente-corpo” alla basedella performance vincente 37di NICOLA CAMERAMente: la risorsa inestinguibile 41del Dott. VINCENZO CAPRIOLI

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I QUADERNI DIn° 10 - Alimentazione

Proteine: digestione ed assorbimento 3di RAFFAELE MORANDINIIl ruolo degli aminoacidi a catena ramificatanella regolazione del metabolismo umano 13del Dott. FULVIO FIORINIIl ruolo dei carboidrati come necessità energetica nell’attività fisica 20del Prof. GIACOMO ZACCONEIl ruolo delle vitamine più importantiper il body-builder 27di DANIELE RIZZOE la frutta quando? Sempre 31di ANNA BARTOLINIFattori alimentari anti-tumore 38di NICOLA CAMERAIl body-builder in off-season: alimentazione e supplementazione 44del Dott. MASSIMO MUSUMECI

I QUADERNI DIn°11- Medicina dello sport

La “qualità” muscolare 3di VITTORIO SCIALDONELe prove di valutazione fisica: i test 8di ALESSANDRO PELLACANI e COSTA BERTUCELLIGli esami ematochimici 12di PIERLUIGI FASSETTALo stress 15di NICOLA CAMERALa ritenzione idrica 23di PIER ANTONIO DELL’AMICOFunzione e metabolismo dell’Ormonedella crescita 26del Prof. GIACOMO ZACCONEGH-peak 33del Dott. MASSIMO MUSUMECIAspetti attuali dell’iperplasia muscolare:miogenesi e fattori di crescita 38del Dott. MASSIMO SPATTINIe del Prof. GIACOMO ZACCONE

I QUADERNI DIn° 12 - Fitness

FitnesStyle: Body-building & Fitness 3Circuiti Vita 5Estate 8L’allenamento in casa 10La Mountain Bike 12

di CRISTINA TEDESCHIPesi & fitness: il “circuit training” in palestradi LUCIO LANDUZZI 14Schede di allenamento: il seno 17di ANTONELLA LIZZAL’estate addosso 21di ANTONELLA LIZZASudare fa bene 29di MONICA ALBERTILe bevande isotoniche 35di MARCO CERIANI25 modi per ottimizzare la vostra dieta 39di SILVIA ZANETDisintossicarsi a tavola 42a cura di “MEDI INFO”Per imparare un nuovo mododi alimentarsi basta una settimana 45a cura di “MEDI INFO”

I QUADERNI DIn° 7 - AllenamentoLe colonne d’Ercole 3di MARCO NERI e ARMANDO DEFANTAndrea’s biceps 8di TIBERIO FRANCHITricipiti da bovi 9di ANGELO GIORNOPush it! 13di PIERO NOCERINOTom Platz e i suoi pettorali 15di MARCO BECHINIL’allenamento del petto 18di EROS SAMMARTINORock Hard Abdominals 19di ALESSANDRO PELLACANIe COSTANTINO BERTUCELLIAddominali e falsi miti 22di VANNI SACCONCiao deltoide 25di ANGELO GIORNOCome costruire dei deltoidi vincenti 30del Dott. MASSIMO SPATTINIDorsali a volare 32del Dott. MARCO NERII dorsali. Proposta d’allenamento per atleti hard-gainers avanzati 35di MARCO BECHINI

I QUADERNI DIn° 8 - Allenamento

Siamo proprio sicuri di saperci allenare? 3di MARCELLO MORMINOCome e perché ci si allena con le superserie 6di EMILIO THEYViaggio intorno alla forza 11di ARMANDO FUCCIL’allenamento della forza per gli atleti intermedi 14di ANGELO GIORNOCriteri metodologici per lo sviluppo della forza massimale 18di COSTANTINO BERTUCELLI e ALESSANDRO PELLACANICaffé per una lezione intensa 22del Dott. FILIPPO MASSARONICome ottenere l’ipertrofia muscolare 30di ARMANDO FUCCIPeaking 32di PIER ANTONIO DELL’AMICO3+1 35di ANGELO GIORNO“Titan System” 39di NICOLA CAMERA

I QUADERNI DIn° 9 - Allenamento

Come migliorare le aree carenti 3di PIERLUIGI FASSETTADuri a morire 5di ANGELO GIORNOI veri esercizi base 8di JIMMY PEDEMONTERiflessioni su temi di ipertrofia muscolare 12di ALESSANDRO AMMASSARIProcessi di recupero e rigenerazione nell’allenamento 18di PIER ANTONIO DELL’AMICOOcchio al tempo! 25di ARMANDO FUCCIOvertraining 30di RICCARDO UBALDINIDimagrire con dieta e pesi.Facile a dirlo, difficile a farlo 40di ARMANDO FUCCI

I QUADERNI DIn° 1 - Allenamento

Nozioni di base sulla teoriadell’allenamento sportivo 3del Prof. ARMANDO FUCCI

Norme per l’allenamentogiovanile nel body building 7di JIMMY PEDEMONTE

La programmazione del lavoroper i principianti 21del Prof. ARMANDO FUCCI

Fondamenti metodologici dellaperiodizzazione dell’allenamento 26di JIMMY PEDEMONTE

I QUADERNI DIn° 2 - Allenamento

Training program 3di COSIMO ARUTA

Allenamento peri-muscolare 9di MARCELLO MORMINO

Il carico di allenamentonel body building 14di SAMUELE MARCORA

Attenzione al concetto di “serie” 19di MASSIMILIANO MENCHI

Serie: proposte 24del Dott. FILIPPO MASSARONI

Periodizzazione dell’allenamento 32di LUCIO LANDUZZI

Ciclizzazione funzionalenel body building 35di JIMMY PEDEMONTE

I QUADERNI DIn° 3 - Allenamento

High Intensity 3di UGO PERALDO

1a parte: Principi generali 32a parte: Braccia 133a parte: Torace 174a parte: Quadricipite femorale 255a parte: Dorsali 33

High Intensity & Big Wave 42di NICOLA CAMERA

Illustrazioni di VANNI SACCON

I QUADERNI DIn° 4 - Alimentazione

La dieta metabolica 3del Dott. M. BRIGATTI

La dieta su misura 6di PIERLUIGI FASSETTA

Perfect diet 12di RENATO COLOMBO

Dieta e body building 18di NICOLA CAMERA

Questione di metabolismo 31del Dott. MARCO NERIe del Dott. ANTONIO PAOLI

Il metabolismo dei muscoli 35del Dott. ANDREA DEFANTe del Dott. MARCO DALLAPICCOLA

Metabolismo e bioenergetica muscolare 38di NICOLA CAMERA

Massa muscolare: pianificare la dieta 44di PIERLUIGI FASSETTA

I QUADERNI DIn° 5 - Alimentazione

Come realizzare il “rimbalzo glucidico” 3del Dott. PHILIPPE MORET

Il riequilibrio idro-salinico nello sport 8di PIER ANTONIO DELL’AMICO

Diuresi e ricambio idro-elettrolitico 15di NICOLA CAMERA

La ricostruzione del glicogeno nel muscoloscheletrico negli esercizi di potenza 21del Prof. GIACOMO ZACCONE

“Ricaricare” senza problemi 28di PIERLUIGI FASSETTA

Integrare o non integrare? 31di MASSIMO GUASCO

Via degli acidi tricarbossilicio “Ciclo di Krebs” 35di RICCARDO UBALDINI

I QUADERNI DIn° 6 - Medicina dello sport

I muscoli 3

Il sistema muscolare 9del Dott. ANDREA MARLIANI

Morfologia muscolaree sviluppo differenziato 15del Prof. ANGELO CASTIGLIONI

Body building tra morfologia e fisiologia 20di MARCO CERIANI

Biochimica dell’attività muscolarenel body builder 22del Dott. LUIGI BUTTURINI

Analisi approfonditadella contrazione muscolare 29del Prof. ARMANDO FUCCI

Esercizio fisico e risposta ormonale 36del Prof. GIACOMO ZACCONE

La conduzione dell’impulsonervoso ai muscoli 43del Dott. MASSIMO MUSUMECI

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• Il sistema endocrino e gli ormoni• Il metabolismo ormonale• L’azione ormonale, il sinergismo

e l’antagonismo• Regolazione dei livelli ormonali

in circolo• Ormoni peptidici e steroidei:

trasporto e metabolismo• Concetti di neuroendocrinologia• Sistema di regolazione

retroattiva (feedback)• Esercizio fisico ed asse

ipotalamo-ipofisi-gonadi

LA BIBLIOTECA DI

BODY-BUILDING DUEMILAUNOdi ANGELO GIORNO

Analisi tecnica dello sport del culturismo

I PROFILI PENALI DEL DOPINGdel dott. EDILIO GRAPPIOLO

VADEMECUM CULTURISTICOdi ANGELO GIORNO

illustrazioni di LUCA LAZZERETTI

RICETTE PER LO SPORTdi MARCO CERIANI

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ORMONI E ALLENAMENTOdel prof. GIACOMO ZACCONE

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CON LINK DI APPROFONDIMENTONEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS

PILLOLE DIMOVIMENTO Pillole di Movimento è unacampagna di sensibilizzazio-ne, in cui diversi attori(Istituzioni, Terzo Settore erealtà private) hanno fatto re-te per contrastare l’inattivitàfisica, in quanto quarto fatto-re di rischio per la mortalitàglobale. Per il secondo annoconsecutivo, dopo aver pre-sentato il progetto anche alconvegno ISCA di Parigi,(International Sport and

Culture Association), le Farmacie Comunali del gruppo Admenta-Doc Morris (principali attori della distribu-zione delle “pillole”), la Provincia di Bologna, i sindaci e as-sessori alla Salute e allo Sport di Bologna e di 15 Comunidella cintura (dove sono presenti le realtà sportive affiliate aUISP), l ’Azienda USL di Bologna (Unità OperativaPromozione della Salute, Dipartimento di Sanità Pubblica),l’Ordine dei Medici e le Associazioni e Polisportive dellaRete Blu, offrono ai possessori delle “Pillole di Movimento”(che non risulteranno già soci nell’anno sportivo in corso)un mese di attività gratuita a scelta fra: cardiofitness, ginna-stiche dolci e pilates, balli e attività in acqua). Sono in distri-buzione 20.000 confezioni, che imitano quelle di un norma-le prodotto farmacologico, ma che invece contengono isuggerimenti per la salute e tre buoni per svolgere gratuitamente un mese di attività presso una delle socie-tà che partecipano al progetto. Questa campagna si inserisce nelle iniziative volte a promuovere un cambia-mento culturale nella popolazione, a favore di stili di vita corretti, per invertire trend su cui l’OMS sta ponen-do l’accento già da tempo.www.uispbologna.it/uisp/progetti/

1 ITALIAN POST-DEGREECOURSE 2012 La European Association of Sport Medicine andExercises Science presenta il 1° Italian Post-DegreeCourse 2012 dedicato allo stato dell’arte rispetto a:- le lesioni del legamento crociato anteriore nel calciatore;- i traumi distorsivi della tibio-tarsica in Olympic sports.Le Olimpiadi di Londra e i campionati Europei di Calcio inPolonia e Ucraina, fanno del 2012 l’anno internazionale del-lo sport europeo. Il Congresso, accreditato ECM per le pro-fessioni sanitarie, vuole trattare le evidenze della letteraturascientifica inerenti tutte le fasi del processo clinico e riabilita-

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CON LINK DI APPROFONDIMENTONEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWSS

tivo, dall’evento lesivo sul campo al ritorno agonistico, delle patologie più discusse che interessano questidue grandi eventi sportivi. I relatori terranno originali lezioni magistrali in cui esporranno le attuali indicazioniriguardo epidemiologia, pronto soccorso traumatologico sul campo di gara, valutazione clinica e prescrizio-ne degli interventi, diagnostica per imaging, “Athletic reconditioning” ecc. All’interno del convegno l’EuropeanAssociation of Sport Medicine and Exercise Science ha voluto riservare alle giovani professionalità sanitarie,una sessione di lavori scientifici dove sarà premiata la relazione più innovativa nell’ambito delle scienze del-l’esercizio fisico e della medicina dello sport.Il corso, riservato ai medici dello sport, fisiatri, ortopedici e fisioterapisti, si svolgerà l’11 e il 12 maggio pres-so il Teatro Remigio Paone a Formia (LT).Segreteria Scientifica: European Association of Sport Medicine and Exercise Science (EASMES)www.easmes.comPer scaricare la brochure con il programma del convegno: www.easmes.com/2012/03/08/congresso-11-e-12-maggio-2012-formia-2/

JJ RUNNING FESTIVAL La manifestazione sportiva femminile in pro-gramma il 5 e 6 maggio a Bologna è dedica-ta interamente alle donne e offre una duegiorni di attività e iniziative con il fulcro nellacorsa podistica in programma nella mattina-ta di domenica. La nuova edizione di JJRunning Festival avrà in FaNeP(Associazione Famiglie Neurologia Pediatricadi Bologna) un partner prezioso per diffonde-re e promuovere uno stile di vita attivo e sa-no, una sinergia importante contro i disturbilegati all’alimentazione. L’appoggio e la con-divisione con FaNeP del progetto Charity“Corri contro i disturbi alimentari”, perRunning Festival sarà l’occasione di dire NOai disturbi alimentari: lo sport e l’attività mo-toria sono alcuni degli strumenti più efficacidi prevenzione e di cura per uno dei mali checoinvolgono maggiormente ragazze e giova-ni donne italiane. Obiettivo del Festival èquello di sensibilizzare le ragazze e le donnesull’importanza di fare sport e movimentoper condurre uno stile di vita sano, che pos-sa favorire la socializzazione, l’incontro e ildialogo, oltre che la salute e la cura del pro-prio benessere. A livello sportivo la novità piùimportante del 2012 sarà la Half Half Marathon, una gara competitiva che si correrà sulla distanza di 10,5 kmlungo le vie del centro storico di Bologna. Per le non agoniste ci sarà la possibilità di scegliere un percorso noncompetitivo di 6 km, sempre tra le vie della città, o una passeggiata di 1,5 km perfetta anche per le bambine.Una parte della quota di iscrizione sarà devoluta all’Associazione di Neurologia Pediatrica di Bologna.www.runningfestival.it

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Allenamento e rehab

Questo metodo si propone di

affrontare in modo globale la

sintomatologia prodotta dalle

patologie da sovraccarico

funzionale nello sport, sia nella

fase di rieducazione, che in quella

agonistica, per supportare l’atleta

durante la performance. Pone la

massima attenzione sull’analisi

delle catene cinetiche e sulla

biomeccanica del gesto sportivo;

se è indicato, il bendaggio riguarda

l’intera catena cinetica interessata.

di Rosario Bellia, Associazione Italiana Taping Kinesiologicowww.kinesiobellia.com

il Metodo KoreanoTaping kinesiologico,

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va con una visione specifica sul-l’osservazione della catena cine-tica interessata, per evidenziaredegli squilibri mio-articolari e quindiaffrontare la patologia con una visio-ne ancora più globale. Nel corso diun’attività sportiva le informazionipropriocettive svolgono un ruolochiave nell’organizzazione, nel con-trollo e nella coordinazione del gestotecnico. La stimolazione cutaneaafferente prodotta dal nastro daràuna maggiore capacità di attiva-zione sinergica delle varie catenecinetiche, determinando un im-patto senso-motorio facilitanteper ottimizzare la risposta moto-ria al feedback efferente.Nessuna parte della catena cineticasi attiva isolatamente, ma ciò avvie-ne in sinergia con i muscoli, le artico-lazioni e i propriocettori globalmen-te. Importante è l’affermazione diPhilippe Souchard: «I muscoli delladinamica hanno come ruolo quellodi realizzare il movimento, mentre imuscoli della statica sono destinatiin modo particolare a resistere almovimento»3.In una visione patogenetica i muscolidella statica svilupperanno l’iperto-nia e la retrazione, mentre i muscolidella dinamica andranno incontro aipotonia e “rilasciamento”. Quandoun muscolo della statica si trova sti-rato a una delle sue estremità, ten-derà sempre, per riflesso antalgico oper continuare ad assicurare la suafunzione anti gravitaria, a recuperare

Vorrei innanzitutto specifica-re che questo MetodoKoreano rappresenta una“evoluzione” del taping ki-

nesiologico, che rimane l’indicazio-ne specifica per i traumi diretti du-rante la fase acuta e post-operato-ria, com’è stato ampiamente pre-sentato nel libro “Il taping kinesiolo-gico nella traumatologia sportiva.Manuale di applicazione pratica“(Bellia, Selva Sarzo, 2011)1.

PRINCIPIO DEL COMPENSO MU-SCOLAREUn muscolo si contrattura perché,nell’economia del gesto tecnico, imuscoli sinergici allo specifico movi-mento sono ipotonici. Attivandosicon maggiore facilità e frequenza,durante il gesto sportivo o nella fasedi preparazione specifica, è sottopo-sto a un sovraccarico funzionaleche, conseguentemente, darà origi-ne a un “sintomo” (dolore). Kendall(2001)2 afferma che «I muscoli ec-cessivamente lunghi sono general-mente deboli e consentono un ac-corciamento adattativo dei muscoliantagonisti». Con il taping kinesiolo-gico cerchiamo, in questa specificaevenienza, di compensare le tensio-ni con modalità applicative diverse:1) decompressiva del muscolocontratturato o retratto;2) stabilizzante dei muscoli ipoto-nici sinergici.Questo principio sta alla basedella nuova concezione applicati-

la sua lunghezza perduta in un’altrafisiologia (compenso tissutale), op-pure nell’altra estremità. Così ci sa-ranno muscoli “vittoriosi” e muscoli“vinti”, che daranno inoltre origine acompensi articolari. In questo modola retrazione di un solo muscolo sipropaga, in modo antalgico, con re-lè ossei e di tensioni vittoriose, intensione vinta, seguendo le regoledel rispetto delle funzioni egemoni-che equilibratrici (Souchard, 2000)4.Ogni deviazione ossea sarà fissata,a livello di ogni segmento, dai mu-scoli antagonisti complementari.

LE CATENE MUSCOLARI SECONDOSOUCHARDIl concetto di catena muscolare diSouchard è privo di valore se non sitiene conto della differenza fonda-mentale tra muscoli della statica emuscoli della dinamica in una visio-ne globale dell’organismo e dellapatologia.1. LA SERIE INSPIRATORIA. Comprendegli scaleni, il piccolo pettorale, gli in-tercostali, il diaframma con il suo ten-dine. In caso di accorciamento diquesta catena non sarà più possibileallungare la nuca, scaricare le spalle,o delordosizzare la zona lombaresenza provocare un blocco inspira-torio. Nel caso di rigidità del diafram-ma le ultime sei coste saranno in po-sizione inspiratoria; viceversa, l’espi-razione porterà con sé le spalle e lanuca in avanti, con un compenso inantero flessione dorsale.

Allenamento e rehab

1. Serie inspiratoria 2. Serie posteriore 3. Serie antero-interna dell’anca 4. Serie anteriore del braccio 5. Serie antero-interna della spalla

1 2 3 4 5

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accorciamento con rotazione e tor-sione a spirale del segmento interes-sato. Lo schema del movimento èrealizzato da precise sinergie mu-scolari nelle quali il reclutamento deigruppi muscolari è assicurato dallacoordinazione del “gesto tecnicofunzionale”. Gli schemi del movi-mento facilitano l’attività motoria:i loro circuiti nervosi hanno unadebole resistenza sinaptica, ri-chiedendo, dunque, meno parte-cipazione volontaria rispetto adaltri movimenti meno “naturali”.Questo principio è molto interessan-te anche in una visione globale delmovimento e quindi anche nella pro-gettazione di un bendaggio elastico,sia in ambito sportivo che nella fisio-terapia generale.

FASCIA E “TENSEGRITY”Prendendo spunto dalla schematiz-zazione proposta da F. Willard(2007)7, si può considerare la fasciaconnettivale suddivisa in quattrostrati formanti cilindri longitudinaliconcentrici, fra loro interconnessi,composta da: - fascia superficiale- fascia profonda, cervico-toraco-lombare, - fascia viscerale o splancnica,- fascia meningea.Fascia connettivale e muscoli costi-tuiscono, anatomicamente e funzio-nalmente, il sistema miofasciale, as-sumendo un ruolo fondamentale al-l’interno del sistema dell’equilibrio edella postura. È, infatti, il tessutomiofasciale a rappresentare il più va-sto organo sensorio del nostro orga-nismo; è da esso che il sistema ner-voso centrale riceve in massima par-te nervi afferenti (sensitivi). Il sistemamiofasciale-scheletrico è unastruttura non stabile, ma in conti-nuo equilibrio dinamico, caratte-rizzato dall’oscillazione funzionaletra fascia e muscoli. Il “nemico” èpertanto la scissione della fascia dalperiostio (che avviene oltrepassandoi 2/3 dell’elongazione massima), do-ve c’è la massima concentrazionedei recettori interstiziali: quando lafascia è danneggiata, la riabilita-zione è molto difficile e il sogget-

Allenamento e rehab

2. LA SERIE POSTERIORE. Comprendegli spinali, il grande gluteo, gli ischiocrurali, il popliteo, il tricipite surale (inparticolare il soleo) e quelli dallapianta del piede (in particolare il fles-sore plantare breve). L’accorcia-mento degli spinali altera l’armoniadelle curve vertebrali: nuca corta ecapo avanti, assenza di cifosi dorsa-le o iperlordosi dorso-lombare.L’accorciamento dei muscoli degliarti inferiori dà origine a una notevo-le perturbazione posturale in diversisegmenti: ginocchio varo o valgo,calcagno varo o valgo, secondo chepredomini la rigidità dei muscoli del-la coscia, del tricipite surale o dellapianta del piede.3. LA SERIE ANTERO-INTERNA DELL’AN-CA. È composta dagli ileo psoas e da-gli adduttori pubici (pettineo, piccoloadduttore, adduttore medio, retto in-terno e parte anteriore del grande ad-dutore). Nella porzione superiorecontinua con gli spinali, grazie al-l’azione in lordosi di questi muscolisugli iliaci e la zona lombare. In bas-so, psoas e adduttori pubici, essen-do flessori e intrarotatori del femorequando il soggetto è in posizioneeretta, e prosegue con il popliteo, iltricipite surale e i muscoli plantari. Laretrazione di questa catena porta i fe-mori in adduzione e rotazione interna,con la zona lombare in iperlordosi.4. LA SERIE ANTERIORE DEL BRACCIO.Comprende tutti i sospensori delbraccio, dell’avambraccio, della ma-no e delle dita; è quasi esclusiva-mente anteriore. Nello specifico ècomposta da: trapezio superiore,deltoide medio, coracobrachiale, bi-cipite, supinatore lungo, pronatorerotondo, palmari, flessori delle dita,tutti i muscoli della loggia tenar eipotenar. La sua retrazione porta laspalla in avanti (trazione del bicipitesull’apofisi coracoide), la flessioneesagerata del gomito e delle dita.5. LA SERIE ANTERO-INTERNA DELLA

SPALLA. È costituita dai muscoli: sot-toscapolare, coracobrachiale e granpettorale (il fascio clavicolare delgran pettorale è sospensore delbraccio). Si prolunga con la catenaanteriore del braccio. La perdita dielasticità porta il braccio in adduzio-

ne, rotazione interna e disturba l’ab-duzione.

FACILITAZIONI MUSCOLARI PRO-PRIOCETTIVEQuesta nuova visione di taping kine-siologico in traumatologia sportivaha preso spunto, oltre che dalla vi-sione del gesto tecnico, seguendoun concetto appreso in Korea, an-che dal pensiero sviluppato daKabat5 tra il 1946 e il 1951, che hadato origine a una tecnica definita inseguito di “facilitazioni muscolaripropriocettive”. Questa metodica haavuto origine dall’osservazione deimovimenti compiuti nello sport enella danza. Le prerogative affinchéun movimento possa dare, nell’am-bito di queste attività, un risultatoqualitativo, sono soprattutto l’armo-nia, la coordinazione, la forza, la ve-locità e la precisione. Kabat osservòche, per esprimere queste qualitànel modo migliore, i movimenti era-no compiuti nella maggior parte se-guendo delle linee diagonali rispettoall’asse sagittale del corpo e che, inquesti movimenti diagonali, avvenivauna rotazione. Egli dimostrò clinica-mente, e ciò fu confermato in viasperimentale da Gellhorn e collabo-ratori6, che i muscoli delle estremi-tà e del tronco sono raggruppatifunzionalmente in schemi specifi-ci composti di movimenti diago-nali-spirali, che combinano tra loroflesso-estensioni, abduzione-addu-zione e rotazioni. Un singolo musco-lo, o un movimento isolato, non è inpratica mai usato nel compimentodell’attività volontaria. Un’analisi ac-curata di questi movimenti rivela chela direzione del gesto non è in li-nea retta ma diagonale. Dallagrande quantità di combinazioni os-servate nei movimenti, Kabat ha fat-to un lavoro di analisi biomeccanica,configurando un certo numero dischemi diagonali-spirali che perfe-zionò a uso terapeutico e classificòcome “schemi base”, schemi di mo-vimento globale o “mass moventpatterns” in spirale e diagonale: mo-delli d’azione entro i quali i muscoliagiscono in linee di forza ottimali, dalmassimo allungamento al massimo

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corpo è garantita dalla comunicazio-ne tra i diversi sistemi, e la fascia èsenz’altro una via di comunicazionefondamentale, fungendo da connes-sione strutturale sia sul piano delsupporto (come “scheletro” elasto-fi-broso), sia sul piano della circolazio-ne dei liquidi, sia, come vedremo, sulpiano dell’integrazione degli stimolipropriocettivi nervosi (Bienfait,1990)11. Un altro fattore che contri-buisce alla rigidità muscolare è la ti-xotropia, cioè la proprietà cha ha unasostanza, immobilizzata per un certoperiodo, di diventare rigida e di op-porsi al movimento (Chleboun e coll.2000)12. Se non ci si oppone abba-stanza contro tali retrazioni (tramitestretching, mobilizzazioni articolari,massaggi ecc.), esse si trasformanoin fibrosità, capaci di rendere difficil-mente reversibili posture anomale emovimenti limitati.

LE CATENE CINETICHENel movimento, la mobilizzazione di

to presenta uno squilibrio funzio-nale biomeccanico e di coordina-zione (Gracovetsky, 1988)8. La fa-scia avvolge, separa, sostiene, lubri-fica, nutre, crea “passaggi” per vasi enervi, e ha proprietà meccaniche chele permettono di adattarsi in modoplastico ed elastico alle sollecitazioniche la attraversano. La fascia è fon-damentalmente un’unità: un grossofoglio con estroflessioni che riveste imuscoli e le strutture annesse e ac-coglie gli organi interni, virtualmentesenza soluzione di continuità. Vista laconformazione anatomica, pensaredi poter isolare un’azione sulla fascia,piuttosto che sul muscolo, è arduo. Il termine inglese “Tensegrity”, co-niato nel 1955 dall’architetto RichardBuckminster-Fuller9 dalla combina-zione delle parole “tensile” e “integri-ty”, caratterizza la capacità di unsistema di stabilizzarsi meccani-camente tramite forze di tensionee di decompressione, che si ripar-tiscono e si equilibrano fra loro.Peculiarità della “tensegrità umana”è quella di funzionare come sistemaa eliche a passo variabile o vortici(spirali). È sul piano trasverso che so-prattutto si sviluppa l’antigravitazio-nale del sistema cibernetico uomo,grazie a un sofisticato sistema diequilibrio neuro-biomeccanico. Nellastruttura di tensegrità biomeccanicadell’essere umano le parti in com-pressione (le ossa) spingono in fuoricontro le parti in trazione (miofascia)che tirano verso l’interno e, comeaccade per ogni struttura di tensegri-tà, tutti gli elementi interconnessi si ri-dispongono come risposta a unatensione locale. In un corpo sano, lefasce profonde consentono allestrutture adiacenti di scivolare unasull’altra. Tuttavia, in seguito a malat-tie infiammatorie, come nei casi dicontratture muscolari croniche, o alesioni traumatiche, sforzi eccessivi omancanza di esercizio ecc., si ha laformazione di “blocchi” locali(aderenze fasciali, cicatrici ade-renziali, neoformazione di tessutoconnettivo) nei diversi strati, che au-mentano l’attrito interno durante lacontrazione muscolare e contrasta-no i movimenti e l’allungamento del

muscolo (formazione di muscolo re-tratto). La fascia muscolare si ristrut-tura sia ritirandosi attorno al muscoloaccorciato, sia neo-formandosi perriempire gli spazi ai capi muscolari,inizialmente lasciati vuoti, mentre lasostanza fondamentale, a causa deidiminuiti scambi metabolici, aumen-ta la sua viscosità divenendo semprepiù “collosa”: si crea così la retra-zione miofasciale (F. Willard,2007)10.Quando all’interno del corpo aumen-tano le costrizioni di tensione, le cel-lule preposte secernono collageneper far fronte alla tensione generata-si. Ciò avviene naturalmente in con-dizioni di tensione continua dovutaalla crescita: le ossa si allunganomettendo in tensione continua il con-nettivo periferico, costituito da apo-neurosi, setti intermuscolari, tendini,legamenti, e questo è un fenomenofisiologico del tutto naturale. Il mede-simo fenomeno può, tuttavia, verifi-carsi in condizioni assai meno natu-rali, come in presenza di trazioni suc-cessive ripetute, per esempio nelleipersollecitazioni meccaniche dellamuscolatura. In questo caso il tes-suto si densifica poiché nuovi fa-sci di collagene sono prodotti peralleggerire il lavoro di quelli giàesistenti e troppo sollecitati. Se inun tessuto aumentano le fibre colla-gene, esso perde la sua elasticitàproporzionalmente a tale aumento.Anche nel trauma fisico avvienequalcosa di analogo: laddove sia-mo colpiti, la fascia si organizzaper contenere e/o riparare la le-sione, in superficie o in profondità,creando addensamenti con con-seguente possibile perdita di ela-sticità e vitalità dei tessuti circo-stanti. L’esempio più evidente lo for-niscono cicatrici e aderenze, entram-be prodotte dalla necessità, da partedella fascia, di “ricucire” gli “strappi”del tessuto dovuti a interventi che le-dono la continuità del tessuto stes-so. Poiché il corpo è un unico insie-me di parti, tutte interconnesse me-diante la fascia, appare chiaro comeogni modificazione locale dellamedesima possa alterare l’interastruttura. La funzionalità dell’intero

Allenamento e rehab

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più articolazioni determina uno spo-stamento di diverse catene osseel’una rispetto all’altra; tale sistemameccanico complesso è detto “ca-tena articolata”. Lo spostamento ar-ticolare è frutto dell’attività muscolaree, pertanto, viene usato il termine di“catena cinetica muscolare”: gruppidi muscoli che partecipano a una co-mune azione sono definiti “catenemuscolari”.13

Rifacendoci alla classificazione diBousquet13, e senza entrare in modoparticolare nei dettagli, possiamo di-videre le catene muscolari in:1) catena statica posteriore, che sitrova nella parte posteriore del corpoe si comporta come un’unica fascia; 2) catene rette del tronco, divise inrette anteriori e posteriori; inter-vengono nella flessione ed estensio-ne del busto inducendo cifosi e lor-dosi; sono legate alla statica e fungo-no da punto di appoggio per i siste-mi crociati; 3) catene crociate, deputate almovimento; a livello del tronco per-mettono movimenti di torsione (unaspalla va verso l’anca opposta). Lecatene crociate si dividono a loro vol-ta in anteriori e posteriori e hanno, co-sì come le catene rette, dei “comple-menti” che, sovrapponendosi al si-stema di base, mettono in relazione ilsistema crociato del tronco con gli ar-ti inferiori e superiori. Per capire me-glio i concetti di catene muscolari ci-netiche possiamo suddividere la mu-scolatura in dinamica e tonica. Lamuscolatura dinamica è rapida, affa-ticabile, al servizio del gesto tecnico eil suo trattamento è indirizzato versolo sviluppo del trofismo-forza; la mu-scolatura tonica invece è lenta, pocoaffaticabile, garantisce la statica; ilsuo problema è la retrazione connet-tivale e viene contrastata con la ten-sione eccentrica (allungamento).Partendo dagli insegnamenti diMézières14, si evidenzia l’inefficaciadelle azioni localizzate, rappresenta-ta dal fatto che un qualunque di-smorfismo non è mai espressionedi un accorciamento muscolarelocale, ma è l’espressione dell’ac-corciamento dell’insieme: al piedepiatto, per esempio, si associano,

nella maggioranza dei casi, la rota-zione interna e il valgismo delle gi-nocchia, l’accentuazione della lordo-si lombosacrale, e a volte una rispo-sta in cifosi del tratto dorsale con lospostamento in avanti del capo. I termini di “catena muscolare” e “ca-tena cinetica” sempre più frequente-mente si utilizzano anche nel lin-guaggio dello sport, perché meglio dialtri aiutano a descrivere i complessifenomeni biomeccanici che sono al-la base dell’esecuzione del gestoatletico. Per descrivere le catene ci-netiche è necessario utilizzare duetermini convenzionali che sono:- prossimale, ovvero vicino al centroo alla linea mediana del corpo;- distale, ovvero lontano dal centro odalla linea mediana del corpo (con-trario di prossimale)CATENA CINETICA APERTA. S’intendeper catena cinetica muscolare aper-ta il sistema in cui l’estremità distale(quindi più lontana) è libera, priva dialcun vincolo. Esempi sono l’arto in-feriore durante la deambulazionenella fase oscillante, l’estensione del-la gamba in posizione seduta, muo-vere il braccio nel gesticolare o nellanciare un oggetto e così via.CATENA CINETICA CHIUSA. L’estremitàdistale della catena motoria è fissa,ossia non libera di muoversi durantel’esecuzione del gesto. Esempi sonol’arto inferiore nella deambulazionenella fase di appoggio del piede, gliarti superiori che spingono controuna parete o gli arti inferiori in un indi-viduo che solleva un peso da terra.CATENA CINETICA FRENATA. Quando laresistenza esterna distale di una ca-tena cinetica è inferiore al 15% dellaresistenza massimale che essa rie-sce a spostare, si può ritenere la ca-tena aperta (o poco frenata), se inve-ce tale resistenza supera il 15% lacatena è chiusa (o molto frenata). Sicrea, in questo caso, una condizioneche limita l’apparato locomotore nel-la sua libertà di movimento. Il classi-co esempio è la pedalata del ciclista.La biomeccanica delle catene cineti-che chiuse va considerata in sensoopposto a quelle aperte, dovel’estremità distale è rappresentatadall’articolazione stabilizzante, e la

direzione dell’attivazione muscolareavviene in senso caudo-prossimale(dalla periferia al centro). Per anellostabilizzante nella catena cineticachiusa intendiamo l’articolazioneche, grazie ai suoi muscoli fissatori,solidarizza l’arto alla resistenza ester-na. Nel ciclismo i muscoli attivati perstabilizzare il movimento sono quelliche agiscono sui punti di vincolo fis-so (impugnatura del manubrio e sel-la), ossia quelli dell’arto superiore edel tronco. Una conseguenza bio-meccanica rilevante tra i due tipi dicatene è che la funzione kinesiologi-ca di uno stesso muscolo può varia-re, anche diventando opposta, a se-conda che questo sia inserito in unacatena cinetica aperta o chiusa.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI1. Bellia R., Selva Sarzo Il taping kinesiolo-gico nella traumatologia sportiva. Manualedi applicazione pratica, Alea edizioni, 20112. Kendall F., Kendall McCreary E. IMuscoli Funzioni e Test con Postura eDolore, Verduci Editore, 19983. Souchard E. Basi del metodo diRieducazione Posturale Globale, Il CampoChiuso, ed. Marrapese, 19944. Souchard E. Lo stretching globale attivoed. Marrapese, 19955. Viel Eric Il metodo Kabat. Facilitazioneneuromuscolare propriocettiva ed.Marrapese, 19976. Rinaldi Lucio La tecnica dei vincoli mu-scolo-cutanei e il Crosystem, 1990 7. F. Willard Facial Continuity: Four FascialLayers of the Body, Fascia ResearchCongress, Boston 20078. Gracovetsky S. The Spinal Engine,Springer-Verlag/Wien, 19889. Fridel J. Lieber RL The structural andmechanical basis of exercise-induced mu-scle injury, Med Sci Sports Exerc 24: 521,199210. Iida Viel Iwasaki Ito Yazaki Activité élec-tromagnétique des muscles superficiels etprofonds du dos. Annales de kinésithéra-pie, Ediciones Masson,197811. Marcel Bienfait Il trattamento dellaFascia. Le Pompage, AITR, 199012. Ibidem 13. Léopold Busquet Le catene muscolarivol. 3, ed. P. Raimondi, 200914. Godelieve Denys-Struyf Il Manuale delMézièrista - Vol. 1, Editore Marrapese 1994

Allenamento e rehab

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Non più allungamento muscolare, mamiglioramento della mobilità di tuttele componenti dell’apparato locomo-tore. Partendo da questa convinzionegli autori riprendono i principi teoricidello stretching, propongono test divalutazione e una lunga serie di eser-cizi suddivisi per attività sportiva.

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I “grandi classici” del training (allena-mento con i pesi, corsa, bicicletta enuoto), integrati a esercizi specifici dellachinesiologia rieducativa, costituisconoun unico programma articolato, che sti-mola tutte le qualità motorie. Un pro-gramma di allenamento incrociato, fina-lizzato al fitness e adattabile a qualsiasisoggetto. Completo di tabelle e immagi-ni esplicative degli esercizi proposti.

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Il volume è utile per comprendere afondo l’anatomia, la funzione e la cine-siologia dei muscoli addominali e perimparare a valutare la loro forza. In più,un’interessante classificazione degliesercizi e un intero capitolo dedicatoagli errori di esecuzione.

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Perdere peso è il diktat della maggiorparte dei frequentatori dei centri fitness.L’autore fornisce gli strumenti perrispondere a questa richiesta: analisi deltessuto adiposo e del metabolismomuscolare, metodologia dell’allenamen-to con attrezzature cardiovascolari e iso-toniche, test di controllo.

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Come si costruisce una tabella d’alle-namento personalizzata? Il libro forni-sce un’esauriente risposta a questadomanda analizzando i principi dellaprogrammazione e periodizzazione, lefasi dell’allenamento e le caratteristichebiomeccaniche di numerosi esercizitipici dell’allenamento in palestra.

Claudio Suardi Alea Edizioni 2000 pag. 208 Euro 26

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FREE METHOD BIKE

Il free method bike è una metodicadi allenamento su bicicletta staziona-ria che ha come obiettivo principale ilvoler dare strumenti e mezzi per pro-grammare e arricchire nel tempoun’attività motoria clinica. L’intento èquello di guidare i lettori ad un usorazionale dell’attività, adattandola atutte le età, per il raggiungimento delbenessere psico-fisico.

Roberto Carminucci , MariaLuisa QuinciAlea Edizioni 2001 Pag. 144 - Euro 20,66 -

PERSONAL TRAINING BUSNESSQuesto lavoro pone una lente d’in-grandimento sulla professione delpersonal trainer. Dall’analisi dellepotenzialità di mercato al manage-ment e alla comunicazione fino adarrivare all’organizzazione gestionaledell’impresa PT, il testo si propone diavviare trainer esperti e non a unpercorso di successo.

Daria IllyAlea Edizioni 2002Pag. 128 - Euro 21

PREPARAZIONE ATLETICA INPALESTRA

Come effettuare all’interno del centrofitness una preparazione atletica chemiri non soltanto al benessere fisico,ma che proponga esercizi con isovraccarichi per la muscolatura spe-cifica dello sport, con un occhio parti-colare all’esecuzione e alla richiestaenergetica il più possibile simili algesto sportivo.

Maurizio FanchiniAlea Edizioni 1999 Pag. 192 - Euro 25,82

PERSONAL TRAINER

Cosa serve per diventare personal trai-ner? Partendo da un’analisi storicadella professione, il libro risponde aquesta domanda illustrando le compe-tenze tecniche, psicologiche, commer-ciali e manageriali che il professionistadeve possedere.

Francesco Capobianco (Cap.4 ‘Personal trainer come libero profes-sionista’ a cura di Paola Bruni Zani )Alea Edizioni 2001 - pag. 240 Euro 26

ELETTROSTIMOLAZIONE

Il manuale richiama le nozioni teoricheper affrontare l’utilizzo dell’elettrostimo-lazione in allenamento sportivo, riabili-tazione ed estetica. In appendice sonofornite tavole di posizionamento elettro-di ed esempi di schedepersonalizzate.e.

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PUNTI MOTORI DI ELETTROSTI-MOLAZIONE

Per la corretta applicazione dell’elettro-stimolazione è fondamentale conoscerecon precisione e accuratezza i puntimotori. Avere una mappa precisa per-mette un allenamento senza effetti col-laterali non solo nei distretti più cono-sciuti, ma anche a livello di tibiali, pero-nei, trapezi, obliqui e cuffia dei rotatori..

Alessandro LanzaniAlea Edizioni 1999 Pag. 128 - E 20,66

ELETTROSTIMOLAZIONE NUOVEFRONTIERE

Il volume mette in risalto le metodichedi allenamento con l’utilizzo dell’elettro-stimolazione, facendo riferimento allevariazioni metaboliche, agli indici di fati-ca ed alla modulazione dei parametriche condizionano l’allenamento. Sonoinserite un’ampia parentesi sulla riabil-tazione associata all’elettrostimolazionee una valutazione sulle possibili utilizza-zioni nell’immediato futuro.

Fabio Aprile - Fabio PerissinottiAlea Edizioni 2001 Pag 144 - E 20,66

CROSS TRAINING

L’analisi del cross training, degli effettie delle sue potenzialità, potrebbe costi-tuire la nuova frontiera dello sport divertice e dello sport sociale. La sfida èlanciata, l’avventura comincia, speran-do di ritrovarci numerosi su questo per-corso.Cos’è il cross training? I diversitipi di allenamento incrociato e gli adat-tamenti.

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IL DOLORE CERVICALE

Il manuale offre un’ampia panoramicadelle patologie più comuni nell’individuoadulto: la cervicalgia. Il volume è diviso intre parti: la prima, dedicata all’anatomia,alla fisiologia articolare e alla biomeccani-ca del tratto cervicale. La seconda, dedi-cata alle sindromi dolorose più comuni.Infine la terza parte che comprende alcu-ne schede pratiche di utilizzo in palestracontenenti gli esercizi più idonei in rela-zione alla sintomatologia dolorosa.

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CASI CLINICI IN PALESTRA In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie del-l’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono de-scritti anam-nesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi daraggiungere, sono tracciate le linee gui-da del protocollo di lavo-ro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitareVOLUME 1: Sindrome della schiena dritta e scoliosi – Spondilolisi conlistesi – Agenesia del pettorale – Lussazione acromion claveare – Cifosi epetto carenato – Petto scavato – Paralisi ostetrica – Poliomielite – Fratturadi calcagno – Frattura di gomito – schiacciamento di un disco interverte-

brale – Artrosi d’anca – Lussazione di spalla –Rottura del retto femoraleAlessandro Lanzani - 1994 VOLUME 2: Calcificazione del tendine delsovraspinato - Correzione di varismo tibiale -Grave artrosi vertebrale - Strabismo di rotula -Ernia del disco in un culturista - Periartrite scapo-lo omerale - Artrosi di spalla grave -Lombarizzazione della 1° vertebra sacrale -Rifrattura di gamba - Dismetria degli arti inferiori- Rettificazione del tratto cervicale - Ginocchiorecurvato - Ernia discale intraspongiosa - Piede

cavo - Artrosi d’anca - PseudoartrosiAlessandro Lanzani - 1997 VOLUME 3: Rottura del menisco del ginocchio- Weight lifters syndrome - Condropatia di rotula -Lombalgia in discopatia L5-S1 - Rottura del lega-mento crociato anteriore del ginocchio - Recidiva didistorsione della caviglia - Pubalgia - Instabilità dispalla - Postumi di frattura di gomito - Distorsione

della colonna cervicale - Frattura di omero in unbody builder - Piede piatto - Lombarizzazionedella 1° vertebra sacrale - Rottura del tendined’Achille - Calcificazioni della tibiotarsicaRiccardo Gambaretti - 1998 VOLUME 4: Doppia frattura vertebrale daschiacciamento - Frattura con deformazione acuneo di L1 - Rachi-schisi cervicale -Emilombarizzazione subtotale di S1- Rottura esintesi del tendine rotuleo - Doppia spondilolistesicon artrosi vertebrale - Grave artrosi di ginocchio- Ipertrofia reattiva delle spine tibiali -

Rettificazione cervicale con grave artrosi - Lacera-zione del tendine distale del bicipite brachiale -Frattura di clavicola - Conflitto subacromiale indonna anziana - Rifrattura di ulna - Osteotomia dibacino in artrosi d’anca - Lesione dei legamentidella cavigliaEdoardo Lanzani - 1998VOLUME 5: Concussione coxofemorale epostumi da trauma - Calcificazione sottodeltoideain periartrite scapolo omerale - Degenerazionedel sovraspinato -Frattura tipo colles di radio -Protrusione discale L5 - S1 - Rettificazione deltratto lombare in soggetto giovane - Ernia espul-sa L3 - L4 - Frattura comminuta di tibia -Polifrattura costale e frattura clavicolare -Sindrome cervicale del manager stressato -Frattura del malleolo esterno - Spalla del tennista- Modificazione a cuneo del passaggio lombosa-crale - Frattura esposta di gamba - Os acetaboli- Pinzatura del tendine del sovraspinato

Davide Fogliadini, Alessandro Lanzani - 2005

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MAL DI SCHIENA

Il volume affronta il tema del mal dischiena in modo davvero esaustivo.Nella prima sezione guida il lettore alcorretto utilizzo della colonna nella vitaquotidiana e nella pratica sportiva. Laseconda parte raccoglie invece appro-fondimenti sulle patologie e sui mecca-nismi del dolore lombare.

Claudio Corno Alea Edizioni 2001pag. 256 - Euro 26

IL CORPO INDIVISIBILE

La vecchiaia non è una malattia. La gin-nastica per anziani non è uno sport.L’autore psicomotricista Giovanni Ghidiniillustra come strutturare un corso diginnastica per la terza età muovendosifra fisiologia ed emotività, anatomia epsicologia motivazionale, rieducazionefunzionale e programmazione dell’attivi-tà.

Giovanni Ghidini e Alessandro Lanzani Alea Edizioni pag. 112 – Euro 21

CRESCERE CON LO SPORT

Le attività fisiche praticate in età giova-nile contribuiscono allo sviluppo armoni-co dell’organismo, a patto che l’attivitàmo-toria sia corretta e adeguata allecaratteristiche psicofisiche del ragazzoe alla sua particolare fase evolutiva. Ilvolume vuole essere un supporto acompletamento del bagaglio tecnico eprofessionale di ciascun operatore spor-tivo che si trova a contatto con la realtàdell’allenamento giovanile.

Antonio Maone Alea Edizioni 2000 Pag. 160 - Euro 26

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TRAINING IN ACQUA

Il libro affronta in prima analisi i principidel movimento in acqua, spiegandodettagliatamente i fattori che condizio-nano la prestazione. Nella secondaparte esplora le diverse possibilità diallenamento delle qualità motorie con esenza attrezzi, facendo riferimento apiù discipline sportive. .

Paolo Michieletto Alea Edizioni 2000 pag. 192 Euro 26

INTEGRATORI PER L’ATLETA

Una dietetica razionale negli sport puòcontribuire a migliorare la condizionefisica e psichica. Il volume considera lacategoria degli integratori suddividendolisecondo le finalità preminenti: plastiche,energetiche o di reintegro.

Giovanni Posabella Alea Edizioni 1999 Pag. 144 - Euro 21

TOTAL FITNESS IN ACQUARoberto Conti, professionista affermatodel fitness, trasferisce in questo volumetutti i segreti per realizzare lezioni di fit-ness in acqua: protocolli, metodi, diffe-renziazioni delle classi. Un manualeefficace, serio e completo per gestiretutte le opportunità del fitness inacqua.

Roberto Conti - Alea Edizioni 2004 pag. 128 Euro 21PLAYAGYM

Una disciplina ginnica innovativa, crea-ta appositamente per la spiaggia, pro-pone esercizi specifici sviluppati inarmonia con l’ambiente marino. In que-sto volume sono raccolte le informazio-ni relative all’insegnamento della gin-nastica in spiaggia e ai benefici psico-fisici che da questa si possono trarre.

Tiziana Scalambro Alea Edizioni 2002 pag. 160 - Euro 21

ACQUANTALGICA

L’acqua offre la possibilità di facilitarela ripresa funzionale motoria: da questopunto di vista la piscina è una strutturasportiva cui deve essere riconosciutauna grande valenza a carattere riedu-cativo e riabilitativo. Il volume proponeuna sorta di educazione al movimentocorretto in presenza di mal di schiena.Il libro contiene una sessantina di pro-poste fra esercizi e tecniche di “nuotoantalgico”.

Andrea Altomare - Alea Edizioni 2000 Pag. 128 - Euro 21

FITNESS IN ACQUA

Partendo dagli esercizi di base per tuttii distretti muscolari, il libro affronta lediverse metodiche d’allenamento inacqua, tra cui l’aerobica, le arti marziali,lo step e la kick boxe. Grazie a numero-se fotografie e schemi di lezione, ilvolume si caratterizza per un fortetaglio pratico. La parte finale è dedicataalle competenze dell’istruttore di fitnessin acqua. .

Paolo Michieletto e Giada Tessari Alea Edizioni 2004 - pag.224 Euro 26

COMPOSIZIONE CORPOREA

L’attenzione ai problemi della forma fisicaè importante per la sua componentesanitaria di prevenzione. L’attività all’inter-no del centro fitness necessita di un con-tinuo controllo dei risultati, per cui divieneessenziale poter certificare tramite proto-colli la qualità del servizio reso alla clien-tela. Il manuale intende suggerire metodi-che semplici e di basso costo per la valu-tazione della composizione corporea.

Sergio Rocco Alea Edizioni 2000 Pag. 128 - Euro 21

IL BENESSERE POSSIBILE

L'autore analizza aspetti fondamentalidella nostra esistenza: consapevolezzacome fondamento del benessere, alimen-tazione funzionale per la salute, attivitàfisica per la migliore condizione di forma.Il testo approfondisce temi importanti dialimentazione (come impostare i pasti,allergie e intolleranze alimentari ) e alle-namento (attività fisica per uno stile divita sano e come modello educativo,corsa e tonificazione).

Corrado Ceschinelli, Alea Edizioni 2008 pag 200 Euro 25

L’ALIMENTAZIONE DELL’ATLETA1 - GUIDA PRATICA

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Ubaldo Garagiola Alea Edizioni 1998 pag. 128 - Euro 23,24L’ALIMENTAZIONE DELL’ATLETA2 - TABELLE

Il secondo volume è l’applicazione prati-ca dei principi teorici delineati nelprimo. Vengono trattati dettagliatamentealcuni esempi di alimentazione perso-nalizzata per atleti agonisti e amatoriali,frequentatori di palestre, soggetti insovrappeso, giovani sportivi e over 60.

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