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Brochure 2011-2012

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Page 1: Fondazione San Zeno
Page 2: Fondazione San Zeno

FONDAZIONE SAN ZENO ONLUS

Sostenere lo sviluppo attraverso lo studio, la formazione, il lavoro

Attiva dal 1999 e con sede a Verona, Fondazione San Zeno eroga contributi a enti e associazioni che intraprendono progetti di sviluppo mirati alla scolarizzazione, alla formazione professionale, alla nascita di iniziative ed attività economiche.

Lavora in Europa, Asia, Africa e America del Sud, con l’obiettivo di offrire concrete possibilità di sviluppo, sostenendo le persone che si trovano a vivere situazioni di grave disagio e difficoltà, aiutandole a costruire una propria autonomia economica e di pensiero.

In questo contesto è importante ascoltare le idee e le proposte di chi da tempo è presente sul territorio. L’esperienza delle associazioni, che da anni lavorano a contatto con le realtà in cui vengono realizzati i progetti, diventa infatti il motore principale del miglioramento. Conoscere l’ambiente in cui si interviene permette a chi realizza i progetti di agire sui problemi, portando un cambiamento e uno sviluppo concreti.

Page 3: Fondazione San Zeno

Due possibilità

Donare qualcosa a chi si trova in un’oggettiva situazione di difficoltà o di svantaggio è un’operazione molto difficile, complessa e sempre dall’esito incerto, perché dipende dalla libertà delle persone. Uno dei primi studiosi che mise in luce la complessità del processo del dono-aiuto, fu l’economista americano James Buchanan che a metà degli anni settanta scrisse l’influente articolo “Il dilemma del samaritano”, con riferimento alla nota parabola narrata nel Vangelo di Luca.Buchanan immagina l’incontro tra il samaritano e il povero, che nella storia evangelica giaceva lungo la strada ferito. Il samaritano ha due possibilità: aiutare il povero, oppure non fare nulla. Ma – e qui sta il punto, che non è presente nella parabola originaria ma sempre nella vita – anche il povero ha due possibilità: impegnarsi di più in seguito all’aiuto ricevuto, oppure impegnarsi di meno proprio perché quell’aiuto che riceve diventa un’alternativa all’impegno personale. Se, concludeva Buchanan, il samaritano prevede che in seguito al suo aiuto il povero si impegnerà meno, sarà veramente un “buon” samaritano se non farà nulla, se non darà il suo aiuto. La morale della lettura economica di quella bellissima parabola è semplice, e non banale: quando si aiuta qualcuno non occorre tanto preoccuparsi dei sentimenti e delle motivazioni di chi aiuta, ma degli effetti che il nostro aiuto produce, anche in modo non intenzionale, in chi riceve l’aiuto. Qualsiasi processo di aiuto che non voglia peggiorare la condizione di chi lo riceve deve sempre partire dalla fine, cioè dal prevedere il futuro comportamento di chi si vuole aiutare, cercando di far in modo che non si verifichi quel “minor impegno”, che preoccupava Buchanan.

Oggi, a quasi quarant’anni da quel primo studio, dobbiamo riconoscere che la storia degli aiuti allo sviluppo ha in parte confermato le ipotesi di quel modello. Se confrontiamo le risorse e le energie che sono state impiegate in questi decenni con i risultati raggiunti in termini di sviluppo umano, dell’Africa in particolare, non possiamo essere entusiasti, così come tanti osservatori, anche africani, stanno da un po’ di tempo denunciando (penso all’economista Dambisa Moyo e al suo libro “La carità che uccide”). Ci stiamo cioè accorgendo che l’aiuto funziona quando è capace di coinvolgere direttamente le persone aiutate in base al bellissimo detto: “Solo tu puoi farcela, ma non puoi farcela da solo”. Il nostro aiuto ha a che fare con la seconda parte del detto (“non puoi farcela da solo”), ma ha bisogno che ci sia anche la prima parte (“solo tu puoi farcela”), che è qualcosa in parte misterioso, che per essere risvegliato richiede prossimità, amicizia, partecipazione, conoscenza, accompagnamento, tutte parole nuove di questi ultimi anni di cooperazione allo sviluppo, una cooperazione che va oltre l’aiuto poiché si comprende che lo sviluppo è un processo dove tutti (chi aiuta, chi è aiutato, le istituzioni…) debbono fare la propria parte, e ogni parte è co-essenziale.

Luigino Bruni

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STUDIO

Italia Maestri di Strada

Barra, S. Giovanni, Ponticelli. Quartieri di Napoli dove 3 ragazzi su 10 non arrivano a prendere la terza media. Contro questa spirale di emarginazione, una vera e propria comunità educante formata da insegnanti, pedagogisti e genitori sociali insegue la sfida di accompagnare e rimotivare questi giovani.L’espressione “maestro di strada” esprime nel modo più sintetico e metaforico l’idea di una stretta interazione con i contesti di vita e la necessità di entrare in relazione con i ragazzi partendo dalla realtà in cui si trovano inseriti.Cesare Moreno, ideatore del progetto dice: “nel concreto, lavoriamo con le scuole, con gli insegnanti ordinari, forniamo dei supporti per riflettere sull’esperienza e un aiuto per gestire la classe.” Il progetto non aspira soltanto al semplice titolo di studio o all’avviamento al lavoro, “ma alla formazione di uomini liberi. Liberi di esprimersi. Vogliamo dare a questi giovani la forza e gli strumenti per sconfiggere la paura, la fragilità, la violenza e avere così maggior controllo sulle realtà e su se stessi”.

Progetto realizzato da Associazione Maestri di StradaMaestri di Strada promuove un’idea di educazione incentrata sullo sviluppo delle relazioni di cura, considerando la crescita delle nuove generazioni un compito complesso che impegna tutta la persona e le sue relazioni. Il nucleo fondatore di Maestri di Strada è costituito da educatori di diversa estrazione (scuola, università, servizi sociali, privato sociale) che promuovono esperienze per lo sviluppo personale e la cittadinanza attiva.www.maestridistrada.net

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Camerun Centro Edimar Repubblica del Congo Studiare a TshimbuluLa capitale di un Paese è spesso il luogo verso cui i giovani cercano di convergere, con l’aspettativa e il desiderio di trovare lavoro e un futuro migliore. Nel cuore della città di Yaoundé, di fronte alla stazione dei treni, il Centro Sociale Edimar è un punto di riferimento per i ragazzi che arrivano nella capitale dalle città o dai villaggi vicini. Ogni giorno il Centro Edimar accoglie tra i centocinquanta e i duecento giovani con l’obiettivo di assicurare loro un inserimento sociale e professionale attraverso proposte di formazione e attività sportive.

Progetto realizzato da Fondazione PIMEwww.pime.org

Tshimbulu ha l’aspetto di un grande villaggio immerso nella savana. La popolazione vive di agricoltura, allevamento e piccolo commercio, ma sono molti i giovani che non vogliono rinunciare al diritto allo studio. L’obiettivo del progetto è quello di aumentare la dotazione di sussidi di studio, potenziando la biblioteca con l’introduzione di nuovi libri e, soprattutto, allestendo una copisteria.

Progetto realizzato da COE, Centro Orientamento Educativowww.coeweb.org

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FORMAZIONE

Ecuador Sistemi di produzione agricola

Il progetto, pensato per le famiglie delle comunità andine dei cantoni Guaranda ed Echeandía nella provincia di Bolívar, ha come obiettivo quello di contribuire al miglioramento delle loro condizioni di vita incrementando i livelli di produttività degli orti familiari.La metodologia applicata è quella del Sistemi Integrali di Produzione Agricola Sostenibile che prevedono l’organizzazione produttiva di ogni piccola fattoria migliorando i raccolti di cereali e legumi, e potenziando la rendita di piccoli allevamenti di porcellini d’india e galline.

Progetto realizzato da FEPPIl «Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio» è un ente privato con finalità sociali che offre il suo appoggio e la sua esperienza a favore dello sviluppo dei contadini e delle loro comunità. Una presenza forte che dal 1970 ha contributo alla crescita di questa zona del Bolívar nel settore sanitario, educativo e produttivo. Formazione professionale, recupero della cultura tradizionale, aiuto nell’accesso alla terra e ad altri mezzi di produzione, allevamento ed elaborazione di prodotti caseari e microcredito sono solo alcune tra le molteplici attività intraprese.www.fepp.org.ec

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Bangladesh Centro di formazione Italia O la borsa o la vitaLungo la strada principale che dalla capitale Dhaka risale verso nord, da alcuni anni stanno sorgendo numerose fabbriche del settore tessile, chimico-farmaceutico, manifatturiero. In questa zona di rapido sviluppo economico e industriale si trova il Centro di formazione di Noluakuri creato al fine di formare ragazze e ragazzi che intendono immettersi nel mondo del lavoro.

Progetto realizzato dai Missionari Saverianiwww.xaveriens.org

Talvolta, per i giovani adolescenti, crescere nella periferia delle grandi città significa scegliere, quasi quotidianamente, fra legalità ed illegalità. La prospettiva di facili e lauti guadagni e l’assenza di un tessuto sociale in grado di rispondere lasciano che si diffonda silenziosamente una cultura dell’illegalità. Il progetto “O la borsa o la vita” intende creare un’alternativa positiva proponendo percorsi di reinserimento sociale e professionale attraverso attività formative e di inserimento lavorativo.

Progetto realizzato da Cooperativa Farsi Prossimowww.farsiprossimo.it

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Bangladesh Scuola per muratori Repubblica del Congo Formazione agricolaLa NTS Rajshahi School persegue l’obiettivo di offrire ai giovani che provengono dal Nord Bengala e dai villaggi delle regioni di Dinajpur e Rajshahi, una formazione tecnica e professionale per diventare dei buoni muratori. Corsi di edilizia, idraulica e impiantistica elettrica si alternano all’attività pratica di costruzione. Le scuole che consentano di imparare un lavoro non sono molte in questa zona, ma questa proposta affianca quella di un altro importante istituto a Dinajpur, la Novara Technical School, gestita sempre dai missionari del PIME.

Progetto realizzato da Fondazione PIMEwww.pime.org

Il progetto si sviluppa a Kipese in un contesto caratterizzato dalla presenza di buona terra, condizioni climatiche favorevoli, pascoli rigogliosi e una enorme biodiversità. L’obiettivo è quello di creare nuove opportunità di formazione per gli agricoltori locali, favorire l’aumento della produzione, la diffusione dell’allevamento e l’accesso ai mercati locali per la commercializzazione dei prodotti.

Progetto realizzato da LumbeLumbe Onluswww.lumbelumbe.org

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LAVORO

Senegal Villaggio di Ndem

Una buganvillee rosa cresce davanti alle case tradizionali senegalesi che formano il nucleo del villaggio di Ndem. Aissa mostra il lavoro di un gruppo di donne intente a immergere scampoli di tessuto in pozze di colore e ci racconta: «Vent’anni fa gli abitanti di questo villaggio e di altri 14 vicini hanno unito le forze per affrontare i molti problemi della popolazione. Con un piccolo fondo comune è nata l’Association des villageois de Ndem. Ma il vero motore del progetto è stato il centro artigianale». Oggi gli artigiani lavorano in atelier specializzati dalla falegnameria alla produzione di tessuti, ma anche abiti, oggetti in ceramica e in terracotta, articoli in pelle e cesti, fino ai monili tradizionali e ai giochi per i bambini. «Nel quadro della commercializzazione dei prodotti abbiamo in progetto l’apertura di un negozio a Dakar che resti nel patrimonio degli abitanti dei villaggi. Sarà una vetrina dell’artigianato, mostrando l’esperienza di Ndem e rendendo le sue attività commerciali meno dipendenti dall’esportazione».

Progetto realizzato dall’Associazione dei Villaggi di NdemL’associazione nasce con l’obiettivo di contrastare l’esodo rurale e l’avanzata del deserto attraverso uno sviluppo sociale ed economico duraturo. Nel tempo oltre trecento persone, guidate da Serigne Babacar Mbow e Aissa Cissé, si sono organizzate per migliorare le condizioni igieniche, sanitarie ed educative dei settemila abitanti della zona attraverso attività agricole ed artigianali. Grazie alle attività di cooperazione, alle ottime relazioni con le autorità statali e ai rapporti commerciali equi e solidali con diverse organizzazioni europee, negli anni sono stati realizzati un dispensario, due scuole, due pozzi completi di rete idrica e una piccola cassa di risparmio. www.maam-samba.com

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Colombia Educazione e lavoro per la pace Myanmar Agricoltura nella Dry Zone La comunità di La Paila é diventata negli ultimi anni una fonte di reclutamento di giovani e adolescenti che abbandonano la scuola per dedicarsi al narcotraffico o per essere arruolati come soldati dai diversi gruppi armati, attori della guerra che da più di 60 anni dilania il Paese. Il progetto consiste nell’offrire un’alternativa positiva di formazione professionale attraverso la creazione di borse lavoro e le attività di sostegno educativo.

Progetto realizzato da Progetto Continenti onluswww.progettocontinenti.org

La “Dry Zone” è una delle zone più critiche e difficili del Myanmar per la situazione sociale e dell’agricoltura, che giace, anche per le condizioni di embargo internazionale a cui è ancora oggi sottoposto il Paese, in uno stato di arretratezza. L’intervento si propone di migliorare il reddito familiare e l’accesso ad adeguate provviste alimentari per più di 500 famiglie, con un’attenzione particolare per l’incremento della produttività agricola e di altre attività generatrici di reddito per quelle famiglie che non possiedono appezzamenti di terreno.

Progetto realizzato da IDLAwww.idlai.org

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Brasile Cooperativa di pescatori

Sulle rive del lago di Itaparica, tra Pernambuco e Bahia, un gruppo di giovani ha intrapreso un piccolo progetto imprenditoriale che sta diventando un punto di riferimento per molte associazioni che, nel nord est brasiliano, intendono dedicarsi alla piscicoltura.“Tutto è iniziato nel 2002 con una gabbia di pesci contenente duemila avannotti” ci racconta Padre Adriano. “Oggi abbiamo più di sessanta gabbie per un totale di circa 120.000 pesci. Sono sei le associazioni che gestiscono gli allevamenti, ognuna composta da dodici persone, sia uomini che donne. Abbiamo creato occasioni di lavoro, ma ancor più, siamo riusciti a riunire giovani che, con spirito cooperativo, stanno realizzando un progetto comune per il loro futuro. Siamo felici di quest’attività e di come questo modello di economia solidale e partecipativa stia ottenendo buoni risultati”.

Progetto realizzato dalla Diocesi di Floresta, PernambucoLa diocesi di Floresta segue con intraprendenza alcuni progetti di agricoltura e allevamento sul territorio. Circa dieci anni fa, interrogandosi su quali iniziative realizzare al fine di rispondere alla situazione di precarietà presente sul territorio, la diocesi ha deciso di non disperdere le energie in piccoli progetti di cui potessero beneficiare poche famiglie, ma di utilizzare le poche risorse in attività che fossero in grado di modificare realmente il profilo socio-economico della regione. L’itticoltura è una di queste attività e ora affianca altre piccole iniziative che riuniscono giovani agricoltori per la produzione di erba medica e l’allevamento di ovini.

Page 12: Fondazione San Zeno

Colombia Acqua per Emmaus PereiraOttimizzare le risorse in maniera semplice e funzionale, questo lo spirito che contraddistingue la piccola comunità colombiana di Emmaus che, grazie alla realizzazione di un sistema di raccolta delle acque piovane, ora disponedi maggiore autonomia per le attività generali, per quelle relative al vivaioe alla cura degli animali.Progetto realizzato dalla Comunità Emmaus Pereira www.emmaus-international.org

Sudan Associazioni contadineSostenere il nascente associazionismo contadino nella zona di El Ghirba, rafforzando la formazione di base e introducendo pratiche adatte al miglioramento della produzione. A ciò si aggiunge la volontà di realizzare alcuni centri comunitari che siano punti di riferimento tecnico e associativo per i gruppi di contadini.Progetto realizzato da Mani Tesewww.manitese.it

Kenya Centro NeemaFormare personale medico e sanitario garantendo percorsi di approfondimento e aggiornamento professionale presso il Neema Hospital, un centro sanitario polifunzionale che intende garantire l’accesso gratuito ai servizi sanitari ai pazienti più poveri delle baraccopoli di Nairobi.Progetto realizzato da Amici del Mondo World Friends onluswww.world-friends.it

Bolivia Minori in difficoltàPromuovere la difesa dei diritti di bambini ed adolescenti nella città di La Paz attraverso percorsi educativi e di sensibilizzazione, e attività di formazione finalizzate all’acquisizione di semplici competenze professionali di meccanica, carpenteria ed economia domestica. Il progetto prevede inoltre percorsi di sostegno e accompagnamento per minori in conflitto con la legge.Progetto realizzato da Ricerca e Cooperazione ongwww.ongrc.org

Italia Musica d’insieme per crescereDisegnare Musica è un progetto di didattica musicale che si rivolge agli alunni delle scuole di Verona, proponendo percorsi di formazione che basano sulla musica l’approccio interdisciplinare attraverso cui veicolare l’insegnamento in classe. Musica quindi come comunicazione, elemento di narrazione e forma di espressione della propria identità capace di integrare diversità e di promuovere autostima.Progetto realizzato dalla Rete degli Istituti Comprensivi di Veronawww.disegnaremusica.it

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ai sogni che si avveranoquando iniziamo a inseguirli

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NEWS E ALTRI PROGETTILa Biblioteca Vivente di Verona

Per la prima volta a Verona, Fondazione San Zeno ha organizzato la Biblioteca Vivente, un’esperienza di dialogo interculturale che dà l’opportunità di conoscere realtà di vita diverse dalla propria. Consente di sperimentare direttamente il superamento del pregiudizio nei confronti del “diverso da sé”, contribuendo a creare una cultura più aperta e disponibile al dialogo. Funziona come qualsiasi biblioteca, ma in realtà i libri da prendere in prestito sono persone in carne ed ossa che si assegnano un titolo a partire da un aspetto della propria identità, che spesso le porta a subire pregiudizi e discriminazioni. Ogni lettore può prenotare un libro a scelta dal catalogo per una conversazione di circa mezz’ora, durante la quale i libri raccontano la propria esperienza di vita rispondendo alle domande poste dai lettori.Grazie al successo dell’iniziativa, Fondazione San Zeno ha deciso di organizzare altre due Biblioteche Viventi: il giorno 8 ottobre 2011 e 14 aprile 2012 presso la biblioteca Civica di Verona.www.bibliotecavivente.com

Calendario 2012

Anche quest’anno Fondazione San Zeno accoglie il 2012 con un viaggio lungo un anno che trascorreremo insieme, mese dopo mese, accompagnati dal calendario disegnato da Marco Paci.Il calendario verrà regalato ai clienti Calzedonia e Intimissimi in occasione della raccolta fondi che si terrà nei mesi di ottobre e novembre presso i punti vendita.

Per le immagini si ringraziano le associazioni e gli enti proponenti i progetti.Un particolare ringraziamento al professor Luigino Bruni per il testo introduttivo e a Sara Zecchini per la concessione di alcune fotografie.

Illustrazioni di Marco Paci.

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2011/2012

FONDAZIONE SAN ZENO Vicolo Corte Spagnola, 237121 Verona, Italia

tel 0458014825 fax 0458047386 [email protected] www.fondazionesanzeno.org

Conto corrente intestato a«Fondazione San Zeno onlus» Banca Popolare Etica Sede di Padova IT 50 N 05018 12101 000000102561