frase interrogativa tra l’italiano e l’arabo studio comparativo, dr. amal kamal abd el hafez,...

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-39- Frase interrogativa tra litaliano e larabo studio comparativo واﻟﻌﺮﺑﯿﺔ اﻹﯾﻄﺎﻟﯿﺔ ﺑﯿﻦ اﻻﺳﺘﻔﮭﺎم ﺟﻤﻠﺔ ﺗﻘﺎﺑﻠﯿﺔ دراﺳﺔRicerca presentata da: Dr. Amal Kamal Abd El Hafez Docente al Dipartimento Ditaliano nella Facoltà di Lettere. د. اﻟﺤﺎﻓﻆ ﻋﺒﺪ ﻛﻤﺎل أﻣﻞ ﻣﺪ ﺍﻵﺩﺍﺏ ﺑﻜﻠﻴﺔ ﺍﻹﻳﻄﺎﻟﻴﺔ ﺍﻟﻠﻐﺔ ﺑﻘﺴﻢ ﺭﺱ ﺣﻠﻮﺍﻥ ﺟﺎﻣﻌﺔIntroduzione Tale ricerca entra nel campo degli studi comparativi . La linguistica comparata si occupa della comparazione di due o più lingue diverse secondo uno o più punti di vista e in generale della teoria e delle tecniche da utilizzare in queste comparazioni. Si tratta di esaminare la frase interrogativa in italiano, facendo paragone alla lingua araba. La ricerca si divide in due parti: La prima parte comprende un accenno generale sulla frase interrogativa attraverso cui esponiamo la definizione della frase interrogativa ed i diversi tipi dinterrogativa sostenuti dai punti di vista di linguisti italiani. I tipi della frase interrogativa diretta: - Interrogativa Parziale - Interr. Totale - Interr. Disgiuntiva - Interrr retorica - Cè anche un altro tipo che si chiama l interr. indiretta. - Comprende anche le proprietà del tipo sintattico interrogativo. La seconda parte espone i punti di affinità e di divergenza tra l italiano e l arabo. ــــــــــــــــــــــــــــــــــ ﺣﻠﻮﺍﻥ ﺑﺠﺎﻣﻌﺔ ﺍﻵﺩﺍﺏ ﻛﻠﻴﺔ ﻣﺠﻠﺔ٢٦ ) ﻳﻮﻟﻴﻮ٢٠٠٩ ( PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com

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Page 1: Frase interrogativa tra l’italiano e l’arabo studio comparativo, Dr. Amal Kamal Abd El Hafez, 2009

ـــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــ Dr. Amal Kamal Abd El Hafez

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Frase interrogativa tra l’italiano e l’arabo

studio comparativo

جملة االستفھام بین اإلیطالیة والعربیة دراسة تقابلیة

Ricerca presentata da:

Dr. Amal Kamal Abd El Hafez

Docente al Dipartimento D’italiano nella Facoltà di Lettere.

أمل كمال عبد الحافظ. د رس بقسم اللغة اإليطالية بكلية اآلدابمد

جامعة حلوان

Introduzione Tale ricerca entra nel campo degli studi comparativi . La

linguistica comparata si occupa della comparazione di due o più lingue diverse secondo uno o più punti di vista e in generale della teoria e delle tecniche da utilizzare in queste comparazioni. Si tratta di esaminare la frase interrogativa in italiano, facendo paragone alla lingua araba.

La ricerca si divide in due parti: La prima parte comprende un accenno generale sulla frase

interrogativa attraverso cui esponiamo la definizione della frase interrogativa ed i diversi tipi d’interrogativa sostenuti dai punti di vista di linguisti italiani. I tipi della frase interrogativa diretta: - Interrogativa Parziale - Interr. Totale - Interr. Disgiuntiva - Interrr retorica - C’è anche un altro tipo che si chiama l’interr. indiretta. - Comprende anche le proprietà del tipo sintattico interrogativo.

La seconda parte espone i punti di affinità e di divergenza tra l’italiano e l’arabo.

)٢٠٠٩يوليو (٢٦ع – مجلة كلية اآلداب بجامعة حلوان ــــــــــــــــــــــــــــــــــ

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Frase interrogativa tra l’italiano e l’arabo studio comparative ـ ــــــــــــــــــــــــ

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Un accenno generale sulla frase interrogativa:- I linguisti sono quasi messi d’accordo sulla definizione della

frase interrogativa, per esempio la linguista “Elisabetta Fava”, nella sua ricerca(1), definisce le interrogative dicendo che le domande sono degli “atti” di richiesta, di informazione, la cui ragion d’essere è ottenere una risposta.

Nella classificazione degli atti linguistici, le domande appartengono a un sottotipo degli “esercitivi”, in cui si richiede un’azione verbale, una risposta informativa.

Mentre Dardano e Trifone(2) vedono che le frasi interrogative pongono una domanda, sono caratterizzate dall’ intonazione ascendente nella pronuncia, dal punto interrogativo nella scrittura: Es(3). Mario viene con noi? ; è partito il treno?; avete studiato?

Il tono della voce nella lingua parlata e il punto interrogativo nella lingua scritta sono talvolta gli unici elementi che permettono di distinguere una frase interrogativa: Infatti, se non ci fossero questi fattori di differenziazione, Mario viene con noi sarebbe del tutto identico a Mario viene con noi? Spesso, però, le frasi interrogative sono introdotte da avverbi o pronomi o aggettivi interrogativi (come, dove, perchè, quando, quanto, chi, che, quale): Come stai?; dove abiti?; quando torni?; chi ha telefonato?, quali intenzioni avete? - Serianni(4).dice pure che le frasi interrogative contengono una

domanda e, graficamente, terminano col punto interrogativo: “Chi sei?”, “Hai visto Anna?

I tipi della frase interrogativa: Dardano e Trifone(5) dividono le frasi interrogative in: - Interrogative parziali:

(1) Elisabetta Fava, Il Tipo Interrogativo, in Grande Grammatica Italiana di

Consultazione di L.Renzi, G. Salvi e Anna Cardinaletti, Vol. III, il Mulino, Bologna, 1995, p.70.

(2) M. Dardano, P. Trifone, Grammatica Italiana, Zanichelli, S.P.A., Bologna, 1983, p. 77.

(3) Idem. (4) Luca Serianni, Grammatica Italiana, Utet, Urbino, 1989, p. 517. (5) M. Dardano, P. Trifone, op. cit., p. 77.

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Quando la domanda riguarda solo uno degli elementi della frase (chi, dove, quando ec.) Chi è ? ; dove vai/; quando venite? - Interrogative totali, quando la domanda riguarda tutto l’insieme

della frase: è Giuseppe?; Vai a Brescia?; venite domani? Nel caso delle interrogative parziali la risposta che ci si attende è la precisazione dell’elemento sconosciuto: l’identità (chi è?), il luogo (dove vai?), il tempo (quando venite?) ecc. Nel caso delle interrogative totali, invece, la risposta che ci si attende è la semplice conferma o negazione di quanto espresso nella domanda: la risposta è un sì o un no. Interrogative disgiuntive: quando la domanda pone un’ alternativa: preferisci un caffè o un amaro? (anche senza verbo: un caffè o un amaro?). - A volte l’interrogativa può avere il verbo all’ infinito: io parlare?; tu piangere? In questi casi si tratta spesso di un’ interrogativa retorica, con risposta implicita: si tratta cioè non di una vera e propria domanda, ma di un espediente retorico che serve a dare ad un’ affermazione maggiore rilievo, maggiore enfasi, Ecco un altro esempio di interrogativa retorica: Forse che Picasso non è un grandissimo pittore?

Le frasi interrogative che abbiamo finora visto sono chiamate “interrogative dirette”, in quanto la domanda che esse pongono è formulata in maniera diretta; sono invece chiamate “interrrogative indirette” quelle proposizioni che fanno parte di una frase complessa e che contengono una domanda introdotta da verbi come dire, chiedere, sapere ecc:-

Per esempio dimmi quando vieni(6); chiedigli dove va. Come appare dagli esempi, le interrogative indirette non hanno il punto interrogativo.

Secondo Serianni(7), le interrogative che costituiscono una frase semplice, sono chiamate interrogative dirette; quando le interrogative dipendono da una frase reggente (“dimmi chi sei”, “non so se hai visto Anna”) sono dette interrogative indirette. A seconda del rapporto che si stabilisce tra le varie componenti della frase, le interrogative si distinguono in : a) Totali (o connessionali), quando la domanda verte sul legame tra soggetto e predicato: “vuoi un gelato?” (=lo vuoi o non lo

(6) M.Dardano e p. Trifone, op. cit., p.p.77-78. (7) Luca serianni, op. cit., p.p.517: 520.

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vuoi?). A queste interrogazioni si risponde “si” o “no”. b) Parziali ( o nucleari), quando il legame soggetto – predicato non è messo in discussione, ma si sollecita un’ informazione particolare su un altro elemento della frase soggetto, oggetto ,complemento indiretto): “chi parla?” (=qualcuno parla, ma chi?) Proposizioni interrogative indirette:-

Secondo Dardano e Trifone(8) le interrogative indirette esprimono una domanda o un dubbio: Dimmi perchè l’ hai fatto; non so se partire. Un’ interrogazione può essere realizzata in forma diretta: Quanti anni avrà? sono arrivati a casa?; Oppure in forma indiretta:

Non so quanti anni abbia; mi chiedo se siano arrivati a casa. I verbi da cui può dipendere un’ interrogativa indiretta sono tutti

quelli che riguardano la sfera intellettiva e della comunicazione (domandare, chiedere, dire, sapere, cercare, tentare, indovinare, ignorare, pensare, essere certo, incerto, non essere sicuro ecc.). Reggono l’interrogativa indiretta anche sostantivi corrispondenti ai verbi citati, come: domanda, ricerca, dubbio, problema, questione ecc.

Possono introdurre un’ interrogativa indiretta gli stessi elementi che introducono un’ interrogativa diretta (chi, che,che cosa, come, quando, dove, perchè, quanto, qual ecc) e la congiunzione interrogativa se; il verbo ha il modo all’ indicativo, al congiuntivo o anche al condizionale: (9) che cosa aveva fatto. Mi domandavo

che cosa avrebbe fatto Nella forma implicita, queste proposizioni sono introdottte dagli stessi pronomi, aggettivi, o avverbi dalla congiunzione se, col verbo all’ infinito: non so quale scegliere (o. a chi rivolgermi, o se credergli, o dove andare ecc.).

(8) Ivi, pp. 321, 322. (9) Ivi, pp. 321, 322.

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Come le dirette, anche le proposizioni interrogative indirette possono porre un’ alternativa: possono essere cioè disgiuntive. Nelle disgiuntive il primo termine è sempre introdotto dalla congiunzione se, il secondo dalle congiunzioni o, oppure: sono incerto se partire o restare. Serianni aggiunge(10).altri tipi delle frasi interrogative: Frasi interrogative reali e fittizie: In base al carattere dell’interrogazione possiamo distinguere: 1- Interrogative reali: costituiscono il tipo fondamentale

e si hanno ogni volta che si domandi qualcosa che non sappiamo e che ci interessa conoscere(11). “Che ora è?”, “come ti chiami?”, “Aspetti da molto? 2- Interrogative retoriche (Fittizie): Sono “frasi che non

presuppongono una reale mancanza di informazione, ma che richiedono enfaticamente all’interlocutore un assenso o un diniego già implicito nella domanda” (Marchese 1978: 126) : “gettate tutta la colpa addosso a me. Posso parlar meglio?”(12). (risposta implicita:no) L’interrogativa retorica che presuppone come risposta “si” ha in genere forma negativa.

Quale che sia la risposta attesa, le interrogative retoriche possono essere marcate da particolari segnali. Ricordiamo: (non) è vero, nevvero o soltanto vero (-Nonna-disse Ferruccio, sempre in ginocchio, stringendo alla vita cara nonna… mi volete bene, non è vero?” De Amicis, Cuore 221), un’interiezione in posizione finale. <<voi avete avuto qua sotto, ho saputo, un grave investimento, eh?>> Pirandello, vestire gli ignudi, IV 178.) Alcune affinità con le interrogative retoriche presentano le interrogative didascaliche, con le quali chi sta trattando un certo argomento davanti a un udinario, reale o immaginario, rivolge a se stesso una domanda per vivacizzare l’esposizione, quasi fingendo che l’ interrogazione proceda dal pubblico. Es: (1) <<[per protagora] l’oggetto è necessariamente connesso col soggetto. Ma che cosa è il soggetto per Protagora? di che natura è l’uomo posto come natura delle cose?>> (Lamanna, filosofia, I 40). Interrogative narrative: Esse esprimono interrogazioni che in un racconto, non hanno altro scopo che sollecitare l’attenzione del lettore e cosi si ricorre frequentemente nelle fiabe: (10) Ibidem. (11) Ibidem. (12) Ibidem.

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Es.: (2) Intanto, durante la notte, lo zecchino germoglia e fiorisce, la mattina dopo, di levata, ritornando nel campo, che cosa trovi? Trovi un bell’ albero carico di tanti zecchini d’oro” (Collodi, Pinocchio, 38).

Interrogative diffratte:- Serianni ha voluto, conquesto attributo, preso a prestito dall’ottica, qualificare quelle interrogative totali che, come il raggio luminoso in determinate condizioni fisiche, “deviano” il loro corso e dissimulano il contenuto reale della richiesta per ragioni di cortesia. Dicendo: “ mi passi ( o: mi passeresti) il sale? “ oppure “ sa l’ora?” (13). In entrambe le situazioni non ci aspettiamo per risposta un semplice si, ma l’esecuzione dell’azione richiesta. Interrogative Fàtiche (o di cortesia): Strettamente apparentate alle interrogative retoriche, didascaliche e narrative, consistono in formule che ricorrono in apertura di dialogo, per avviare in qualche modo la conversazione, specie in situazioni formali: “come va?”, “Anche lei qui?”, “É già tornato dal suo viaggio?” e simili Ecco un esempio letterario in cui il carattere di ovvietà proprio dell’interrogativa fàtica è espressamente sottolineato: “- Anche lei qui, commissario? – una voce melodiosa che faceva una domanda cretina; non era nello stile di lucilla Opitz, però era proprio lei” (Rugarli, La troga, 174) (14). Mentre Fava(15) suddivide e distingue le interrogative in due tipi:- Ci sono due tipi di domanda che prevedono due diverse classi di “risposte dirette”, definite da particolari relazioni sintattico-semantiche con la domanda cui rispondono direttamente:- a) domande dirette di tipo “x” in cui il parlante cerca di sapere per

che cosa stare, dove “x” è una funzione che contiene infinite variabili (a una domanda contenente quando? si può rispondere con domani, dopodomani, fra sette giorni, ecc.):

Quando arriverai? b) domande dirette alternative che presentano una scelta fra due

possibilitá in modo che ci si aspetta come risposta o si o no. In questo caso le variabili sono due: Una che conferma il contenuto della proposizione espressa dall’ enunciato in questione e l’altra che esprime la sua negazione (arriverai, o non arriverai). Nella

(13) Ibidem. (14) Ibidem. (15) E. Fava, op. cit., p.70.

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forma canonica, le alternative sono neutrali rispetto alle credenze del parlante (Arriverai?)

- Un sottotipo è quello in cui le alternative sono elencate esplicitamente (alternative ‘disgiuntive”).

per il tragitto Firenze/ Trieste preferisci l’aereo, il treno o la macchina? Ai due tipi di domande corrispondono frasi interrogative, e precisamente: a) Interrogative dirette di tipo “x”, quando la frase principale presenta

un pronome, aggettivo, avverbio della serie interrogativa: a) Quando arriverai?

b)Chi arriverà? c)Che tempo fa? b) Interrogative dirette alternative, distinta dalla presenza di una

particolare intonazione interrogativa. Questa caratteristica costituisce l’unico elemento che distingue sempre, in positivo, la frase interrogativa diretta alternativa dalla dichiarativa corrispondente: Arriverai?

Le domande alternative possono essere costituite da sintagmi nominali, aggettivali o proposizionali. Anche in questo caso come nelle frasi, l’intonazione è l’unico elemento che veicola in positivo la forza illocutoria: Es(16).

a. E Tommaso? E Francesca? b. Con la tua allergia primaverile? c. Silenzioso oggi?

- Le interrogative alternative possono vertere sull’ intera frase o su particolare costituente.

- Per es, nella frase: Maria ha invitato piero?, la domanda può vertere sulla verità della proposizione intera, oppure sul solo costituente “Piero”.

Le proprietà del tipo sintattico interrogativo:-

(16) E.Fava, op.cit.,p.71.

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Il “tipo” sintattico interrogativo è caratterizzato dalle seguenti proprietà: a) La presenza di una intonazione “interrogativa”. b) Nelle interrogative di tipo “x”, la presenza di uno o più elementi

interrogativi di tipo “x”: I pronomi, aggettivi o avverbi della serie interrogativa, chi, che cosa, cosa, che, come, dove, perchè, quale, quando, quanto.

c) caratteristiche riguardanti modi e tempi del verbo e l’ordine degli elementi della frase.

Aggettivi interrogativi:- Gli aggettivi interrogativi servono a domandare la qualità, l’identità, la quantità del sostantivo cui si riferiscono. Essi sono come espone Dardano(17)

Singolare Plurale Maschile Femminile Maschile Femminile

Che Che Che Che Quale Quale Quali Quali

Quanto Quanta Quanti Quante Che è invariabile ed equivale a “quale”, rispetto a cui è di uso più comune nella lingua parlata: che lavoro fai?; che strada prendi?; che libri leggi di solito?; che novità ci sono? Quale. È variabile nel numero, ma non nel genere; si usa per formulare una domanda sulla qualità (quali intenzioni hai?) o sull’ identità (in quale città ti hanno trasferito?) Al singolare può subire il troncamento in qual davanti a vocale e talora anche davanti a consonante: Qual è la tua opinione?; qual buon vento ti porta? (18) Quanto è variabile nel genere e nel numero; serve per chiedere la quantità: quanto denaro hai speso?; quanta pasta vuoi?; quanti anni hai?; quante persone avete invitato? Che, quale e quanto si usano anche nelle proposizioni interrogative indirette (quelle, cioè, in cui la domanda è introdotta da un verbo e non richiede il punto interrogativo): mi domando che motivo hai per trattarci

(17) M . Dardano, p. Trifone, Op.Cit., p. 150. (18) Ivi, p.151.

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cosi; dimmi a quali conclusioni sei giunto; gli chiesi quanti figli avesse. Questi tre aggettivi possono anche avere funzione esclamativa in che stato ti sei ridotto!; quale audacia; quanta gente! (19) - Aggettivi interrogativi: Fogarasi dice che(20): I pronomi interrogativi che, quale, quanto servono quando si vogliono fare domande (nelle interrogazioni dirette o indirette) sulla qualità o sulla quantità di persone o cose. Che è sempre invariabile: che libro leggi? Quale si comporta come gli aggettivi di II classe: Quale regalo mi fai?; Quali regali mi fai?; Quale opera ti piace?; Quali opere ti piacciono? Che e quale si usano per domandare: a) La qualità: che ragazzo è? ; Quale idea ti è venuta in mente? b) L’identità: A quale amico pensi?; Che libro vuoi? c) Anche il numero, l’entità: che peso ha questo pacco?

-Che lunghezza ha questo pezzo di stoffa?; che dimensione ha questo divano?; A che ora?; con quale velocità corre questa macchina? E anche la data: In che mese?; A quale data?; per quali giorni?; Fino a che anno? Quanto serve solo a domandare la quantità. Si comporta come gli aggettivi di I classe: Quanti libri hai?; quanto denaro ti occorre?; Quanta distanza c’è? Quante lezioni mi daranno? Poichè le proposizioni interrogative sono dirette (quando la domanda è fatta direttamente e si vale del punto interrogativo), e anche indirette (quando la domanda è introdotta in dipendenza da altri verbi e non ha più punto interrogativo), questi tre tipi di aggettivi interrogativi valgono ugualmente per le une e le altre. Per es(21): che fiore ti piace? e: dimmi che fiore ti piace. Pronomi interrogativi:- (19) Ibidem. (20) Miklos Fogarasi, LaGrammatica Italiana Del Novecento, Bulzoni Editore, 1984,

p.223-224. (21) Ivi, p. 224.

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Singolare Plurale Maschile Femminile Maschile Femminile

Chi Chi Chi Chi Che - - -

Quale Quale Quali Quali Quanto Quanta Quanti Quante

Si usano tanto nelle proposizioni interrogative dirette quanto in quelle indirette, e possono assolvere la funzione sia di soggetto sia di complemento. Chi si adopera esclusivamente per indicare persone o esseri animati; è invariabile, e vale per il maschile e il femminile come per il singolare e il plurale:Es.: (22) Chi è venuto?; chi è stata? ; chi siete?; chi sono quelle signore ?; chi chiami?; di chi parli?; a chi ti rivolgi?; da chi vai?; con chi esci?; per chi parteggi?; dimmi chi preferisci dei due; non capisco a chi alludi; non so con chi partire. Che: É invariabile e si riferisce soltanto a cose; ha percio valore neutro ed equivale a quale cosa: Che è successo?; che vuoi?; di che ti preoccupi ?; a che pensi?; da che lo deduci?; con che lo aggiusti?; non so che fare; non vedo di che tu possa lamentarti. In luogo di che si può usare che cosa o cosa: (che) cosa è successo?; (che) cosa vuoi?; di (che) cosa ti preoccupi? ecc. Quale: Invariabile nel genere, possiede sia il singolare sia il plurale. Serve a chiedere la qualità o l’identità e si riferisce tanto a persone quanto a cose: Quale dei tuoi amici ti è più simpatico?; quale dei due sará stato?; di questi libri quali preferisi?; a quale di questi argomenti sei più interessato?; sono indeciso su quale comprare; non so quali scegliere. Quanto: variabile nel genere e nel numero, viene usato per domandare la quantitá con riferimento sia a persone sia a cose per esempio(23): Quanto mancherá alla partenza?; vorrei della stoffa quanta gliene occorre?; quanti hanno aderito alla nostra proposta?; in quante eravate?;

(22) M. Dardano, p. Trifone, op.cit., p. 189. (23) Ibidem.

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non so quanti saranno ad accettare; “staró via alcuni giorni” “dimmi esattamente quanti”. Tutti i pronomi interrogativi possono essere usati anche in funzione esclamativa: a chi lo dici!; che vedo!; “ha scelto questo quadro orribile” “quale!”; quanti sono! Avverbi interrogativi:- Introducono una domanda che puó riguardare: - il modo: come?; - il luogo: dove?; - il tempo: quando?; - la misura o il valore : quanto?; - la causa; perchè? - Sono usati nelle interrogazioni dirette: come stai?; nelle

interrogazioni indirette funzionano come congiunzioni subordinanti: dimmi quando torni.

- "Gli avverbi dove, ove, donde e onde (ma le ultime tre forme sono di uso letterario), oltre ad avere funzione interrogativa, possono avere anche funzione relativa: quella la casa dove (=in cui) abitiamo” (24)

Le affinità tra la frase interrogativa in italiano e in arabo: L’interrogazione è il rivolgersi a qlcu. Per sapere qlco, chiedere notizie, informazione di una persona o riguardo a qlco cioè la sua essenza o il suo tempo o il suo luogo o qualsiasi caso sconosciuto dei suoi casi attraverso l’uso degli introduttori interrogativi. Questa definizione precedente ha lo stesso valore in italiano che in arabo. Pure, gli introduttori interrogativi in arabo assomigliano a quelli italiani come : in arabo. La hamzah الھمزة, Forse…? ھل, che, وماche cosa ماذا, chi ) و أیننىأ( ,dove ,وكیف .come وكم quanto ,أى quale ,من , quando )أیان و متى( Putre, in italiano, sono: (chi – che – che cosa – come, quando, quanto, quale, dove) chi, che (che cosa). من، ما

من بنى األھرام– ١Chi ha costruito le piramidi?

من ضیفك الیوم؟ -٢Chi è il tuo ospite oggi? (24) Ivi, p. 273.

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ما الحسد؟-٣Che è l’invidia ?

ما أنت؟-٤viene tradotto in: come stai? Qui, si domanda sullo stato dell’ interrogato .si usa per determinare le persone : من si usa per sapere la verità dell’interrogato o il suo stato sia cosa o : م ا animale.

.متى، أیان، أین، أنىEs., )٢٥(.

؟متى حضرتQuando sei venuto?

متى تسافر؟quando viaggi?

.)٢٦(" یوم القیامة أیانلأیس"“Si domanda quando sarà il Giorno del Giudizio Finale? “Giorno del Risorgimento” Dove t’ incontrerai? ؟أین أقابلك Quando affluisce il Nilo? أنى یفیض النیل؟ Elmi El Kaod )٢٧(. aggiunge che: a) متى – si usa per precisare il tempo nel passato e nel futuro. b) أی ان – si usa specialmente per determinare il futuro e viene spesso

nelle situazioni esagerate. c) أین– viene per determinare il luogo. d) أنى– significa “come o da dove o quando” e) كی ف – si usa per determinare il mezzo o il modo con cui vengono

successo le cose. f) كم– si usa per determinare il numero g) أى – si usa per precisare uno dei partecipanti a una cosa reciproca

comune. Es: )٢٨(

كیف التعلیم فى الجامعة؟ – ١Com’è l’istruzione nell’ università?

كم جندیا فى الجیش؟ -٢quanti soldati nell’esercito?

أى الفریقین أفضل فى مباراة كرة القدم؟ -١

– ٢٠٠٦-١٤٢٧الطبعة األولى ، –الریاض –نشرالدولي لراادحلمي محمد القاعود،تیسیرعلم المعاني ،د.أ) ٢٥( .٢١٩-٢١٧ص

).٦(سورة القیامة، آیة) ٢٦( .٢٢٠ -٢١٩تیسیر علم المعانى، مرجع سبق ذكره، ص) ٢٧( ..نفس المرجع السابق ونفس الصفحة) ٢٨(

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Qual’è la squadra migliore nella partita di calcio? C’è un punto di somiglianza qui tra l’ italiano e l’ arabo di quanto l’uso degli introduttori. C’è un tipo che si chiama la frase parziale in cui vengono usati gli introduttori e la domanda riguarda solo uno degli elementi della frase parziale (chi, dove, quando ecc.) per esempio: Es.: (29). - Virgadamo: (scostandosi, C.S.) Ecco, ecco, Ma scusi, che le levo

io? (L.p., Ma non è una cosa seria, op. cit., p.4) Grizzoffi: come niente? Neppure un desiderio? (P.5) - Grizzoffi: Ah, bravo! E che fa allora? (p.5) - Grizzoffi: Che sarebbe la scienza dell’educazione. (P.5) - Maestrina: chi s’aspetta? (P.6.) - Maestrina: E che c’è di male? (P.7) - Maestrina: ma dov’ è Gasparina|? (P.7.)

Maestrina: … Quando è stato il duello? (P.7) Grizzoffi: Come, peccato? (P.8). Grizzoffi: E lei le paga i debiti con tutti fornitori? Perchè? Pe’suoi begli occhi? (P.11) Grizzoffi: E perchè allora insulta me soltanto? (P.11) Gasparina: Ma perchè, signor Grizzoffi? Che le ho fatto io? Gasparina: No, ma via…..che danno vuole che me ne venga più? Brutta… (P.14) Maestrina: No …. Chi lo dice? (P.14.) Gasparina: ….E lei non può neanche immaginarseli: quali e quanti n’ho visti, fin da piccola, sa? (P.14). Magnasco: Che preghiera? (P. 24). C’è anche un altro punto di affinità tra l’italiano e l’arabo: L’uso della Hamzah nell’ interrogazione è simile al tipo interrogativo “l’interrogativa disgiuntiva” o alternativa che è un particolare tipo di interrogativa con la quale si prospettano due possibilità di scelta per esempio: Es. (30) sei di pisa o sei di Luca? In arabo, l’hamzah esprime due cose; L’accorgimento del singolare interrogato che segue l’hamzah come: Es.: أمحمد سافر أم محمود؟

أمشتر أنت أم بائع؟ أراكبا جئت أم ماشیا؟

(29) Luigi pirandello, “Ma non è una cosa seria” in Maschere nude”, fratelli Melita

Editori, la spezia, 1993 pp. 4: 8. (30) Luca Serianni, op. cit., p. 517.

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Frase interrogativa tra l’italiano e l’arabo studio comparative ـ ــــــــــــــــــــــــ

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dagli esempi precedenti, è da notare ricordare spesso un equivalente dopo )أم( cioè (O) nel caso dell’ accorgimento dell interrogato b) l’accorgimento del soggetto dell’ evento, in cui la risposta è (un si o un no) cioè la risposta che ci si attende è la semplice conferma o negazione di quanto espresso nella domanda come:

أیصدأ الذھب؟ أتتحرك األرض حول الشمس؟

- L’interrogazione con " ھ ل" in arabo corrisponde in italiano all’ interrogativa totale in cui la domanda verte sul legame tra soggetto e predicato e la risposta è la semplice conferma o negazione di quanto espresso nella domanda cioè la risposta sarà un si o un no per esempio:

Es: Venite domani? La risposta sarà si o no. In arabo, lo stesso vale per )ھل(

)ھ ل ( è un’ avverbio interrogativo per chiedere certezza soltanto cioè sapere se l’evento è successo o no come:

؟ھل قدم أخوك من السفر È venuto tuo fratello dal viaggio?

ھل یعقل الحیوان؟S’accorge l’animale? (È dotato di ragione-ha la facoltà di ragionamento).

ھل النبات حساس؟La pianta è sensibile?

ھل المریخ مسكون؟Il Marte è popolato? Pure, )ھل( trasforma il presente in futuro:

ھل تسافر إلى القاھرة؟ Viaggerai al Cairo? - Pure, c’è l’interrogazione con valore esclamativo in cui esiste

affinità tra l’uso arabo e quello italiano come in arabo: .)٣١(!؟…كیف تكفرون باهللا وكنتم أمواتا فأحیاكم"

.)٣٢(!لماذا أنا ھنا إذن؟: كلیوباترا .)٣٣(!من الذى یكرھھا؟: كلیوباترا )٣٤(!كیف علمت؟: المؤرخ

)٣٥(!أما كنت تعرفین ذلك من قبل حضورك؟: المؤرخ )٣٦(!ما ھذه الحماقة؟: كیلوباترا

).٢٨(سورة البقرة، آیة ) ٣١( .١٦، ص١٩٥٧توفیق الحكیم، مسرحیة لعبة الموت، مكتبة مصر، ) ٣٢( .١٨المرجع السابق ذكره، ص) ٣٣( .٣٥المرجع السابق ذكره، ص ) ٣٤( .٥٥المرجع السابق ذكره، ص ) ٣٥( .٤٥ص المرجع السابق ذكره، ) ٣٦(

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.)٣٧(!لكن ما ھو القلب وما ھى السیاسة؟È da notare che la frase interrogativa puó essere usata con valore esclamativa. Può venire espressa anche con gli stessi introduttori della frase esclamativa sia in arabo che in italiano: chi, quanto, quale, che, come… Questo concetto si trova pure in italiano come accenna “Paola Benincà” (38). Nel suo capitolo “Il tipo esclamativo” dicendo che “C’è relazione tra la frase esclamativa e quella interrogativa e che le frasi interrogative vere e proprie possono avere forza illocutoria di esclamative cioè esprimere meraviglia” Al confine tra le esclamative e le interrogative ci sono le cosidette interrogative retoriche che hanno a volte alla fine sia un punto esclamativo che un punto di domanda: Es.: Non dovevi andarci tu?! (39). È arrivato anche Mario?! (40). - L’ambiguità è eliminata tra la frase interrogativa e quella

esclamativa nel parlato dall’ intonazione: - Nell’ interpretazione esclamativa l’intonazione è continua

decrescente dal sintagma interrogativo alla fine; nell’interrogativa l’altezza resta con gli stessi valori sulle vocali toniche per scendere più bruscamente dopo l’ultima:

Interr.: Ma, a chi sei andato a raccontarlo? ) ٤١(. Escl.; Ma, a chi andato a raccontarlo! ) ٤٢(. Pure in arabo, possiamo usare “ma” all inizio della frase interrogativa con valore esclamativo per esempio: Es.: )٤٣(. !لكن ما ھو القلب وما ھى السیاسة؟ Ma qual’è il cuore e qual’è la politica?! C’è in arabo, pure l’interrogazione figurata cioè in senso figurato come ha detto il professore Helmi El Kaod )٤٤(. . Tale tipo non si utilizza per l’interrogazione altro che mediante l’uso figurato perchè le espressioni pronunciate usate con tale tipo non hanno a che fare con l’ interrogazione perchè sono usate in arabo per altri valori ed i loro

.٢١المرجع السابق ذكره، ص) ٣٧(

(38) Paola Benincà, Il Tipo Esclamativo, in Grande Grammatica Italiana di consultazione di L. Renzi, G Salvi e Anna Cardinaletti, vol III, il Mulino, Bologna, 1995, p. 127.

(39)Ibidem. (40)Ibidem. (41) Ivi, p. 130. (42) Ibidem.

.٤٥حیة لعبة الموت، مرجع سبق ذكره، صرتوفیق الحكیم، مس) ٤٣( .٢٢٨حلمى محمد القاعود، مرجع سبق ذكره، ص. د.أ) ٤٤(

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significati non indicano l’interrogazione altro che attraverso il senso figurato e le condizioni della pronuncia. L’interrogazione figurata supera l’uso reale della domanda per realizzare altri scopi che li capiamo attraverso il contesto ed i segnali usati nella domanda tali scopi sono: Negazione, esclamazione, equivalenza, esagerazione, minaccia, umorismo, attenzione, affermazione, rimprovero, avvertimento ecc. Per esempio Es.:

.)٤٥("الإحسان إلا الإحسان جزاء هل "-:قال تعالى .)٤٦("الهدهد أرى لا لي ما "-:قال تعالى .)٤٧("الواعظين من تكن لم أم أوعظت علينا سواء: "قال تعالى .)٤٨("القارعة ما أدراك وما القارعة ما القارعة: "قال تعالى .)٤٩("الفيل بأصحاب ربك فعل كيف تر ألم" :قال تعالى .)٥٠("آباؤنا يعبد ما نترك أن تأمرك أصالتك :"قال تعالى .)٥١("تذهبون فأين: "قال تعالى .)٥٢("عبده بكاف الله أليس: "قال تعالى .)٥٣("أنفسكم وتنسون بالبر الناس أتأمرون: "قال تعالى

É da ricordare che l’interrogazione figurata in arabo corrisponde all’ interrogativa narrativa in italiano in cui l’interrogazione non ha altro scopo che sollecitare l’ attenzione del lettore di un racconto o di chi ascolta la fiaba e cio corrisponde all' interrogazione figurata che supera l’ uso reale della domanda per realizzare lo scopo inteso nel contesto. L’interrogazione figurata ha corrispondente alle interrogative diffratte in italiano, con questo attributo, preso a prestito dall’ ottica , come dice Serianni(54), e che altri ha già utilizzato nella critica testuale, intendiamo qualificare quelle interrogative totali che, come il raggio luminoso in determinate condizioni fisiche, “deviano” il loro corso , dissimulano il contenuto reale della richiesta per ragioni di cortesia.

.٦٠سورة الرحمن، آیة ) ٤٥( .٢٠: سورة النمل، آیة) ٤٦( .١٢٦: سورة الشعراء، آیة) ٤٧( .٣: ١سورة القارعة، آیة ) ٤٨( .١سورة الفیل، آیة) ٤٩( .٨٧سورة ھود، آیة ) ٥٠( .٢٦: سورة للتكویر، آیة) ٥١( .٣٦: سورة الزمر، آیة ) ٥٢( . ٤٤ :سورة البقرة، آیة) ٥٣(

(54) Luca serianni, op.cit., p. 519

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Dicendo: “mi passi (o: mi passeresti) il sale ?” Oppure “sa l’ora?” poniamo formalmente una domanda che nel primo caso equivale a un ordine “Passami il sale!” e nel secondo fa le veci di una domanda diversa “che ora è?”. In entrambe le situazioni non ci aspettiamo per risposta un semplice si, ma l’ esecuzione dell’ azione richiesta. Punti di divergenza tra la frase interrogativa in italiano e in arabo:- C’è altro tipo di interrogativa in italiano è l’interrogativa indiretta che non ha corrispondente in arabo. Quel tipo di interrogativa fa parte di una frase complessa e contiene una domanda introdotta da verbi come dire, chiedere, sapere ecc. Per esempio: ES.: Grizzoffi: va a trovarne il marito, e lo prega che sia cosi gentile da

prestarle per un momentino il piumino da cipria della sua signora? (55).

Grizzoffi: Ma insomma, si può sapere che diavolo fa la tua padrona ancora fuori? (56).

Grizzoffi: Ma lo sa che lei non è potuto soffrire da nessuno?(57) Memmo: … V’ immaginate che abbia mandato un po’ di champagne per

bere alla mia salute? (58) In italiano, c’è anche l’interrogativa fatica (o di cortesia) che consiste in formule che ricorrono in apertura di dialogo, per avviare in qualche modo la conversazione speci in situazioni formali: ES.: (59). Come va?. Anche lei qui? È gia tornato dal suo viaggio? Quel tipo d’interrogativa non ha simili in arabo.

(55) Luigi pirandello, ma non è una cosa seria, op. cit., p. 5. (56) Ivi, p. 8. (57) Ibidem. (58) Ivi, p. 25. (59) Luca serianni, op. cit. , p. 519.

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Conclusione Mediante questa ricerca, ho potuto raggiungere risultati

importanti sulla frase interrogativa. Attraverso la comparazione tra l’italiano e l’arabo, s’è chiarito il seguente:- C’è grande somiglianza tra la frase interrogativa italiana e quella araba e alcune divergenze pure. 1- Gli introduttori interrogativi arabi sono simili a quelli italiani come:

م ا = che, chi = م ن, quale = أى, quanto = ك م, Come = كی ف, dove = )أین-أنى ( , quando = )أیان، متى( Che cosa= ماذا Tali introduttori si usano nella frase parziale come s’è successo in arabo per esempio: Es: Chi s’aspetta? (in italiano) (in arabo) من بنى األھرام؟ Viene tradotto: Chi ha costruito le piramidi? 2- L’uso della Hamzah nell’interrogazione in arabo è simile al tipo

interrogativo “interr disgiuntiva o alternativa "con la quale si prospettano due possibilità di scelta per es. :

Preferisci caffè o tè? Pure, in arabo l’uso dell’ hamzah esprime due cose, per es. : أمشتر أنت أم بائع؟ Tale uso si concentra su due punti: a- L’ accorgimento del singolare interrogato che segue l’hamzah:

أمشتر b- L’accorgimento del soggetto dell’evento in cui la risposta è un si

o un no come: أیصدأ الذھب؟ 3- L’interrogazione con "ھل" in arabo corrisponde in italiano all’

interrogativa totale in cui la domanda verte sul legame tra soggetto e predicato e la risposta sarà si o no come:

venite domani? In arabo, lo stesso vale per ) ھ ل( che è un avverbio interrogativo per chiedere certezza cioè per sapere se l’evento è successo o no come: ھل النبات حساس؟ La pianta è sensibile? 4- l’ interrogazione con valore esclamativo in cui esiste affinità tra l’uso

arabo e quello italiano come in arabo: .)٦٠(!؟"…أمواتا وكنتم باللھ تكفرون كیف: " قال تعالى

In italiano, si usano congiunti il punto interrogativo e il punto esclamativo (?!), quando si vuole indicare un tono promiscuo, tra l’interrogazione e l’ammirazione, tra l’esortazione e l’intimazione per es.: “Uno sportello sbatte, ci fu uno scambio di saluti, il capo disse forte al macchinista:-

).٢٨(سورة البقرة، آیة ) ٦٠(

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Andiamo?! – e non si capiva se era una domanda o un ordine” (cassola) )٦١(

5- L’interrogazione figurata cioè in senso figurato in arabo, la quale supera l’ uso reale della domanda per realizzare altri obiettivi che li capiamo mediante il contesto ed I segnali usati nella domanda per esempio quando usiamo la domanda per esprimere rimprovero come:

.)٦٢(أنفسكم وتنسون بالبر الناس أتأمرون.Tale tipo corrisponde alle interrogative diffratte in italiano ed a quelle narrative. Punti di divergenza tra la frase interrogativa in italiano e in arabo:- C’è altro tipo di interrogativa in italiano è l’interrogativa indiretta che non ha corrispondente in arabo. Quel tipo di interrogativa fa parte di una frase complessa e contiene una domanda introdotta da verbi come dire, chiedere, sapere ecc.per esempio: Es.: Grizzoffi: va a trovarne il marito, e lo prega che sia cosi gentile da prestarle per un momentino il piumino da cipria della sua signora?(63) Grizzoffi: Ma insomma, si può sapere che diavolo fa la tua padrona ancora fuori?(64) Grizzoffi: Ma lo sa che lei non è potuto soffrire da nessuno?(65) Memmo: …. V’ immaginate che abbia mandato un po’ di champagne per bere alla mia salute? (66). In italiano,c’è anche l’interrogativa fatica (o di cortesia) che consiste in formule che ricorrono in apertura di dialogo, per avviare in qualche modo la conversazione specie in situazioni formali: Es.:(67) Come va? Anche lei qui? È gia tornato dal suo viaggio? Quel tipo d’interrogativa non ha simili in arabo.

(61) S.Battaglia, V. pernicone, Grammatica Italiana, Loesher editore, Torino, 1977,

p.41. .٤٤/سورة البقرة، آیة) ٦٢(

(63) Luigi pirandello, Ma non è una cosa seria, op.cit., p.5. (64) Ivi p. 8. (65) Ibidem. (66) Ivi, p. 25. (67) Luca serianni, op.cit., p. 519.

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