free lecce n. 12 del 14.04.2012

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Nonostante l'austerity del Paese per la campagna elettorale si spende, eccome. I numeri ufficiali raccontano solo una parte della realtà, fatta soprattutto di risorse personali I 241.750 euro dichiarati da partiti e liste civiche come spesa per la campagna elettorale delle am- ministrative leccesi potrebbero trarre in ingan- no. Considerando i 606 candidati (oggi diven- tati 605) e la mole di propaganda che muri, te- levisioni, radio e cassette postali di questa città stanno ospitando, i costi documentati paiono poca cosa. Ci sono anche i comitati elettorali; ce ne sono per tutti i gusti: piccoli, piccolissimi, enormi, al centro, in periferia, bui o ultra illu- minati. Infine, spot, social network, cartelli sui risciò, auto tappezzate e perfino le bustine di zuc- chero del bar. Attualità Goggi Sport: l’azienda chiude e i dipendenti la rilevano Pag. 8 La campagna elettorale in numeri e moneta Toni Servillo e lo Sconcerto del nostro tempo Sei candidati in cerca d'autore EDITORIALE di Aelle Il grande attore campano sarà domenica 15 al Politeama Greco con uno spettacolo di musica e parole per riflettere sui mali di un paese narcotizzato 14 aprile 2012 Settimanale gratuito - Anno I - Numero 12 Pankiewicz: “In campagna elettorale, no alle gare di esibizionismo. L’Udc è per la sobrietà: per questo abbiamo scelto Melica, altrimenti avremmo puntato su Oddo che è pure più figo” Preparati ma un po’ svogliati come a un’interrogazione di fine anno, i candidati alle co- munali leccesi hanno iniziato da Confindustria il loro tour dei confronti, cui solo il candi- dato di Alternativa comunista ha deciso di sottrarsi, volanti- nando sotto la sede degli in- dustriali. Il faccia a faccia si ripeterà probabilmente in altre occa- sioni. I ruoli, per altro, sono già ben assegnati. Loredana Capone e Paolo Perrone in- terpretano la parte dei nemici giurati, mandando a memoria i tratti salienti del loro pro- gramma, recitato come un mantra e intervallato da ac- cuse reciproche che hanno fatto dello scontro leccese un duello ritualizzato, sacca fuori tempo di un conflitto tra cen- trodestra e centrosinistra che a livello nazionale è al mo- mento congelato. La parte del tecnico, annoiato dai politicismi e pronto a bat- tersi con una sana pragma- tica, è senza dubbio di Luigi Melica. Il candidato del Terzo Polo ha dalla sua anche il per- sonale, composto e gioviale, nonché la carriera da docente universitario. L’atteggiamento è diametralmente opposto a quello dell’altro candidato, Antonio Capone. L’ex asses- sore, sostenuto dalla civica Verso Lecce, arriva da una ge- stione del passato e guarda all’oggi con sguardo disilluso. Il quadro si chiude con il por- tavoce dei “grillini”, Maurizio Buccarella. L’avvocato lec- cese, candidato del Movi- mento 5 Stelle, è lontanissimo dai toni caustici e dai tempi comici del suo leader Beppe Grillo che ha sostituito con il personale aplomb e la rispo- sta sempre pronta. La città del futuro è tutta tra le righe dei loro programmi, dal più semplice al più com- plesso. Ai leccesi non restano che tre settimane per sce- gliere, districandosi tra smart city e spin off, partecipazione e incentivi fiscali, Pug e candi- dature europee. Sperando di non confondersi e soprattutto di non pentirsi. POST IT Derby truccato, Semeraro pronto ad affrontare lo “tsunami” Pag. 5 Attualità

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Settimanale d'informazione di Lecce

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Page 1: FREE Lecce n. 12 del 14.04.2012

Nonostante l'austerity del Paese per la campagna elettorale si spende, eccome. I numeriufficiali raccontano solo una parte della realtà, fatta soprattutto di risorse personali

I 241.750 euro dichiarati da partiti e liste civichecome spesa per la campagna elettorale delle am-ministrative leccesi potrebbero trarre in ingan-no. Considerando i 606 candidati (oggi diven-tati 605) e la mole di propaganda che muri, te-levisioni, radio e cassette postali di questa cittàstanno ospitando, i costi documentati paionopoca cosa. Ci sono anche i comitati elettorali; cene sono per tutti i gusti: piccoli, piccolissimi,enormi, al centro, in periferia, bui o ultra illu-minati. Infine, spot, social network, cartelli suirisciò, auto tappezzate e perfino le bustine di zuc-chero del bar.

Attualità

Goggi Sport:l’aziendachiude e i dipendentila rilevano

Pag. 8

La campagna elettorale in numeri e moneta

Toni Servillo e lo Sconcerto del nostro tempo

Sei candidati in cerca d'autore

EDITORIALE

di Aelle

Il grande attore campano sarà domenica 15 al Politeama Greco con uno spettacolo dimusica e parole per riflettere sui mali di un paese narcotizzato

14 aprile 2012Settimanale gratuito - Anno I - Numero 12

Pankiewicz: “In campagna elettorale, no allegare di esibizionismo. L’Udc è per la sobrietà:per questo abbiamo scelto Melica, altrimentiavremmo puntato su Oddo che è pure più figo”

Preparati ma un po’ svogliaticome a un’interrogazione difine anno, i candidati alle co-munali leccesi hanno iniziatoda Confindustria il loro tourdei confronti, cui solo il candi-dato di Alternativa comunistaha deciso di sottrarsi, volanti-nando sotto la sede degli in-dustriali. Il faccia a faccia si ripeteràprobabilmente in altre occa-sioni. I ruoli, per altro, sonogià ben assegnati. LoredanaCapone e Paolo Perrone in-terpretano la parte dei nemicigiurati, mandando a memoriai tratti salienti del loro pro-gramma, recitato come unmantra e intervallato da ac-cuse reciproche che hannofatto dello scontro leccese unduello ritualizzato, sacca fuoritempo di un conflitto tra cen-trodestra e centrosinistra chea livello nazionale è al mo-mento congelato. La parte del tecnico, annoiatodai politicismi e pronto a bat-tersi con una sana pragma-tica, è senza dubbio di LuigiMelica. Il candidato del Terzo

Polo ha dalla sua anche il per-sonale, composto e gioviale,nonché la carriera da docenteuniversitario. L’atteggiamentoè diametralmente opposto aquello dell’altro candidato,Antonio Capone. L’ex asses-sore, sostenuto dalla civicaVerso Lecce, arriva da una ge-stione del passato e guardaall’oggi con sguardo disilluso.Il quadro si chiude con il por-tavoce dei “grillini”, MaurizioBuccarella. L’avvocato lec-cese, candidato del Movi-mento 5 Stelle, è lontanissimodai toni caustici e dai tempicomici del suo leader BeppeGrillo che ha sostituito con ilpersonale aplomb e la rispo-sta sempre pronta. La città del futuro è tutta tra lerighe dei loro programmi, dalpiù semplice al più com-plesso. Ai leccesi non restanoche tre settimane per sce-gliere, districandosi tra smartcity e spin off, partecipazionee incentivi fiscali, Pug e candi-dature europee. Sperando dinon confondersi e soprattuttodi non pentirsi.

POST IT

Derbytruccato,Semeraropronto adaffrontare lo “tsunami”

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Attualità

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2 14 aprile 2012

Politica

I 241.750 euro dichiarati dapartiti e liste civiche comespesa per la campagna eletto-rale delle amministrative lec-cesi potrebbero trarre in in-ganno. Considerando i 606candidati (oggi diventati 605)e la mole di propaganda chemuri, televisioni, radio e cas-

sette postali di questa cittàstanno ospitando, i costi do-cumentati paiono poca cosa.Alcuni preventivi -come que-llo del Pdl, che dichiara un’us-cita di soli 5mila euro per l’in-tera campagna- suscitano in-credulità. La coalizione di cen-trosinistra, stando alle cifre

depositate a Palazzo Carafa,spenderebbe 113.300 euro, afronte di quella di centrodes-tra, che di euro ne sborsereb-be 81.850. Tuttavia, con unminimo di approfondimento,risulta evidente come le listeche sostengono il sindaco Pao-lo Perrone la stiano facendo da

padrone in quanto a esposi-zione pubblicitaria, tanto sullestrade come sui media. Lecontraddizioni palesi tra nu-meri su carta e dimostrazionireali trovano una spiegazionenelle possibilità dei singoli. Einfatti, il nodo sta tutto ne-ll’impegno economico chemolti candidati, privatamente-o, almeno, così emerge inmaniera ufficiale-, stanno af-frontando per sostenere lapropria immagine. Un impe-gno che, ça va sans dire, vaben oltre il sostegno del parti-to o della lista di appartenen-za. Non a caso, anche vista lacontrazione di posti in palio,questa tornata elettorale ha re-gistrato numerose rinunce.Corre insomma chi se lo puòpermettere e soprattutto chi sache in qualche modo potrebbevalerne la pena ed è quindi dis-posto a investire. Tutto ques-to si materializza, il più dellevolte, sotto forma di materia-le cartaceo di misure variabi-li; partendo dal “santino”, pas-sando al pieghevole, poi almanifesto e approdando alcelebre 6x3. Questi ultimi -aboliti nel mese ufficiale dicampagna elettorale e pron-tamente sostituiti dai “camionvela”- hanno un costo giorna-liero, ricordiamolo, di circa180 euro, più spese di stampa.Gli stessi 6x3 appiccicati a ri-morchio di camion -costretti acircolare, ma che spesso res-tano immobili- sono un po’ piùdispendiosi: 220 euro al gior-no. Poi c’è il capitolo dedicato aicomitati elettorali. Ce ne sonoper tutti i gusti: piccoli, picco-lissimi, enormi, al centro, inperiferia, bui o ultra illumina-

ti. Questo sì, quasi sempredeserti, come contenitori dipresenza osptentata e di sedievuote. Alcuni candidati -con-siderata l’estensione della cit-tà- ne hanno addirittura piùd’uno. Nella sola zona cen-trale di Lecce -quella delimi-tata dalla circonvallazione-,durante la prima settimanadi aprile, ne abbiamo contati54. Numero, tra l’altro, sicu-ramente aumentato negli ul-timi giorni, viste le recenti in-augurazioni. A questi bisognaaggiungere i comitati in peri-feria e nelle zone residenziali.Una quantità spropositata dilocali che fino all’altro giorno

erano chiusi tra polvere e rag-natele. I prezzi dell’affitto pos-sono variare dai 1.500 ai 5milaeuro, più -e come no- le spesedi allestimento. Infine, spot,social network, cartelli sui ris-ciò, auto tappezzate e perfinole bustine di zucchero del bar:tutto è pubblicità. Una diffu-sione scriteriata di immagini eparole che hanno smesso datempo di comunicare; ma chestordiscono, semmai, per laloro presenza eccessiva. Sfar-zi di una campagna elettoraleche -al netto delle cifre uffi-ciali- della crisi se ne infi-schia.

Andrea Gabellone

Una griglia di interrogativi pressan-ti che ruotano attorno all’idea di cit-tà come motore di crescita. È stataquesta la prima prova dei sei candi-dati alle comunali leccesi che mer-coledì scorso si sono incontrati nellasede degli industriali salentini. Dal la-voro alle tasse, passando per il turi-smo, la cultura, l’agroindustria e la lo-gistica, ognuno ha indicato la propriaricetta, condensata in pochi minuti. Secondo il sindaco di Lecce, PaoloPerrone, “il Comune non può so-stituirsi all’impresa, ma può contri-buire con la semplificazione, sburo-cratizzando le procedure, lavorandoper ridurre i tempi di pagamento, at-traverso i cofidi e le banche. Uno deinostri obiettivi è garantire ai giovanil’alternanza scuola - lavoro, attraversostage, spin-off e incentivi per gli im-prenditori che assumono i leccesi -conclude il sindaco- come la riduzionedi alcune imposte”. “Se l’export e le presenze turistichesono aumentate il merito è in buonaparte degli investimenti regionali”,puntualizza Loredana Capone, Lacandidata del centrosinistra bac-chetta il suo avversario: “Invece disprecare milioni per opere inutilicome il filobus, il Comune dovrebbeimpegnarsi a una seria ridefinizionedell’assetto urbano, fondamentaleper orientare gli investitori, così comelo è il collegamento della città con l’ae-

roporto di Brindisi”. Loredana Ca-pone snocciola poi i dati sull’innova-zione e la ricerca, con “Lecce passa-ta da 2 a 36 spin-off universitari”. Il candidato del Terzo Polo, LuigiMelica, prescrive invece un “capo-volgimento dell’attuale impostazione,valorizzando le risorse esistenti, co-

niugando formazione e lavoro, turi-smo e beni culturali. Lecce deve pro-grammare i prossimi 5-10 anni -spiega Melica-, solo un programma alungo termine può dare i risultati spe-rati. I fondi? Vanno cercati nelle lineedi finanziamento europee dirette,perciò non vincolate al patto di sta-

bilità, che permettano di investire inservizi e infrastrutture”. Maurizio Buccarella si dice fortedi un programma scritto insieme aicittadini. “Noi crediamo che Lecce ab-bia in sé le sue risorse e che occorrasolo puntare su uno sviluppo intelli-gente”. Buccarella porta l’esempio

della gestione dei rifiuti, tra i puntifondamentali del programma delMovimento 5 Stelle, e sull’argomen-to punzecchia Confindustria: “Nonsiamo d’accordo con il modello di svi-luppo della Marcegaglia, ma credia-mo nel confronto -sostiene il candi-dato dei “grillini”- e abbiamo ab-bandonato le pregiudiziali ideologi-che”. Antonio Capone si concentra sul-lo sviluppo urbanistico della città. L’exassessore all’Ambiente della GiuntaPoli Bortone rimprovera a Palazzo Ca-rafa di “navigare a vista. Un caso ecla-tante è quello del Pug, la cui delibe-ra è stata presentata solo alla fine delmandato invece di parlarne prima coni cittadini”. Il più severo però è il candidato di Al-ternativa comunista, Andrea Va-lerini (nella foto in basso). Poco pri-ma dell’incontro ha infatti distribui-to un volantino spiegando che non in-tendeva confrontarsi al tavolo istituito“dai padroni chea livello nazio-nale attaccano idiritti dei lavo-ratori e local-mente hannoscommesso suaziende ‘mordi efuggi’ che han-no sfruttato ilterritorio”.

Nonostante l'austerity del Paese per la campagna elettorale sispende, eccome. I numeri ufficiali raccontano solo una parte dellarealtà, fatta soprattutto di risorse personali

Candidati a confronto. A Confindustria si parla di sviluppo della città

La campagna elettoralein numeri e moneta

Page 3: FREE Lecce n. 12 del 14.04.2012

“Sono stato il consigliere più at-tivo dell’ultima legislatura”.Questo il biglietto da visita diAntonio Torricelli, consi-gliere uscente e ricandidato ne-lle file del Pd. Qual è il bilancio di questiultimi anni? Il bilancio di questi anni è dram-matico. L’amministrazione us-cente ha pensato solo ai pro-blemi interni; basti pensare che18 consiglieri, su 40, hannocambiato casacca e 14, tra ques-ti, sono passati, con ingiustifi-cabile leggerezza, dall’opposi-zione alla maggioranza o vice-

versa. Di questo bisogna tene-re conto. Non concepisco ques-ti passaggi: sono autentici tra-dimenti di un rapporto di fidu-cia instaurato con gli elettori. Ilproblema di questa città è chenon c’è memoria. Si dà con-senso, ma senza valutare og-gettivamente. Questi anni ver-ranno ricordati per vicendemolto tristi: funzionari del Co-mune in galera, Finanza e Ca-rabinieri spesso nel Palazzo ecronache nazionali che hannointeressato Lecce per situazio-ni poco pulite. Questo si deve ri-cordare: Boc, via Brenta, un

dissesto sicuro, se non fossestato per la Regione Puglia. In-somma, una situazione che an-drebbe completamente capo-volta.Quali le idee per il futuro?Il lavoro svolto è sotto gli occhidi tutti; tutto documentato.Ora, uno dei problemi principalie più urgenti da risolvere è que-llo legato alla trasparenza. Bi-sogna attivare il “Bilancio par-tecipato”; è necessario che chiamministra, soprattutto in unmomento delicato come ques-to, condivida ogni passo con lacittadinanza. Il sindaco Perro-

ne e l’ex sindaco Poli Bortoneavevano il “Bilancio partecipa-to” come uno dei primi punti deiloro programmi, eppure l’in-tenzione è andata persa. Noi vo-gliamo parlare alla città e nonchiuderci tra le mura di Palaz-zo Carafa. La prima azione, daeletti, dovrebbe essere la no-mina di un commissario adacta per la previsione di Bilan-cio del 2012. In Comune non c’èliquidità, lo dicono Magistraturae Corte dei Conti. Possibile chesolo l’amministrazione non sene renda conto?

(a.g.)

3 14 aprile 2012

“Rafforzare gli equilibri strut-turali, per evitare affanni fu-turi”. L’assessore al Bilancio eProgrammazione, Patrimo-nio, Tributi e InnovazioneTecnologica Attilio Monosiha l’obiettivo di “far quadrareil cerchio”; creare condizionicon le quali il Comune di Lec-ce possa gestire in tranquilli-tà le sue casse, uscendo da unasituazione complicata.Qual è il suo personalebilancio di questa legisla-tura comunale?Il bilancio è assolutamentepositivo, sia sul piano dei ri-sultati che su quello stretta-mente personale. I risultatifinanziari parlano chiaro: ol-tre 15 milioni di euro incassa-ti da alienazioni eseguite, ol-tre 24 milioni di euro prodot-ti dalla lotta all’evasione tri-butaria, con recupero di Ici eTarsu, e il bilancio del 2009,con 11 milioni di euro di dis-avanzo, risanato. Questo, par-lando dell’economia comuna-le. Per quanto riguarda l’evo-luzione tecnologica, invece,Lecce ha già la sua rete Wi-Fi.Non abbiamo terminato com-pletamente questo progetto,nel senso che la rete dovrà es-sere ancora più ampia, masiamo già a buon punto. A li-

vello personale, poi, possodire che la mia è stata un’es-perienza formidabile: forma-tiva, di crescita professionalee umana. Ho avuto l’opportunità di co-noscere da vicino la macchinaamministrativa e per me èstato un onore poter collabo-rare con tanti settori impor-tanti di Palazzo Carafa. Que-llo dedicato al Patrimonio,per esempio, l’abbiamo crea-to in questi anni; prima nonesisteva. Per lunghi tratti, laparte politica e quella ammi-nistrativa si sono fuse in unblocco unico rispetto a quelloche è stato il mio ruolo.Nonostante un sito uffi-ciale “nuovo di zecca”, latrasparenza non è ancoraa norma di legge: le de-termine dirigenziali sonoinaccessibili e le deliberedi Giunta non hanno unarchivio. Cosa intendetefare a riguardo? In linea di principio, sono fa-vorevole alla pubblicazionedell’intero Albo Pretorio.Come sapete, però, le novitàche hanno portato alla crea-zione di un nuovo sito per ilComune devono ancora es-sere inserite nel “meccanis-mo”. Immettere tutti i vecchi

dati e i vecchi documenti sulweb non è un lavoro semplice,né così rapidamente realiz-zabile. Comunque, lavoreremoper rendere il nostro lavorocompletamente trasparente.Anche le determine dirigen-ziali saranno pubblicate. Che progetti ha per i pros-simi cinque anni? C’è in programma il poten-ziamento del Piano Aliena-zioni, che è un processo vir-tuoso già avviato con succes-so. Le casse comunali ne trar-rebbero senz’altro beneficio.Poi, se sarò ancora io l’asses-

sore al Bilancio, vorrei creareun equilibrio, una stabilitàstrutturale con la quale il ren-dere solide le basi economic-he del Comune di Lecce. Unsettore molto importante alquale l’amministrazione fu-tura vorrei si dedicasse con at-tenzione è quello della riqua-lificazione urbana e dell’edili-zia. Quest’ultimo è un volanoper tutta l’economia locale.Dai grandi interventi, alle im-prese, agli stipendi dei lavo-ratori. È un’ottima manieraper crescere e creare lavoro.

Andre Gabellone

Verso il voto

Loredana Capone da Euronics

Clamorosa gaffe all’inaugurazione del nuovo centro Eu-ronics a Lecce. Invitato a fare da testimonial Al BanoCarrisi il quale, dopo le prime resistenze, aveva accet-tato di presenziare convinto dal fatto che avrebbe potutoincontrarsi con Loredana. Trovatosi di fronte alla Ca-pone, l’artista brindisino si è rifiutato di cantare “Feli-cità” per ripiegare su una più consona “La zappa piccapane pappa”. La Capone ha fatto finta di nulla, preoccu-pandosi di intervenire, sul suo profilo Facebook, in unadiscussione nata proprio a margine dell’inaugurazione:“Auguro che ci sia lavoro e dunque reddito e dunqueconsumi. E mi impegno perché ci siano investimenti.Solo cosi ci può essere l’uscita dalla crisi. Domani in-contrerò i vertici della porche”. Testuale nel comunicato.

Speciale elezioni amministrative: i nuovi volti

Martina Capasa, lista Udc: la “bimba” della campa-gna elettorale leccese ha le idee chiare e solo 19 anni. Duecose che raramente si conciliano e infatti è scesa incampo con quei parrucconi dell’Udc. Carlo Quarta, lista Grande Lecce: è costui il “geniodella truffa”? L’imprenditore leccese amico di Pieran-drea Semeraro nega le accuse rivoltegli da Andrea Ma-siello sulla presunta combine avvenuta in occasione delderby storico vinto dal Lecce sul campo del Bari nellascorsa stagione. Una vicenda che gli è costata il ritiro(virtuale) della candidatura al consiglio comunale. In-somma, un autogol clamoroso. “Grande Lecce”, ma noncosì. Enzo Petrachi, lista Movimento Regione Salento: ilfiglio del grande Bruno vuole entrare in politica e hascelto una delle liste più rappresentative del nostro or-goglio territoriale: il Movimento Regione Salento. Egli,il cantore panico della terra d’origine, porterà nelle tetreaule di Palazzo Carafa la gioia che spira tra gli ulivi sa-lentini, in una terra “esposta al vento che ti accarezza,sole che gira e abbraccia i confini di tradizioni sacre eprofane (sic!)”. Le sessioni municipali dovranno diven-tare come le “vigne che donano allegri momenti di com-pagnia ad amici e parenti”. “Mieru, mieru, mieru là là”(indimenticato greatest hit del padre) sarà suonato adogni convocazione.

L'assessore al Bilancio del Comune di Lecce, Attilio Monosi, riassume i passaggi cruciali del suo mandato. “Cinque anni difficili, ma con ottimi risultati e ancora tanto da fare”

Monosi: “Così abbiamo rimesso in piedi Palazzo Carafa”

Bilancio di fine mandato anche per l'opposizione. Il consigliere Pd Antonio Torricelli riassume cinque anni visti dai banchi

della minoranza, tra critiche inascoltate e scippo di consiglieri

Torricelli: “Una maggioranza raffazzonatae zero condivisione sulle scelte importanti”

Foto: SalentoWebTv

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4 14 aprile 2012

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5 14 aprile 2012

Attualità

Sospetti, ipotesi, congetture,faccendieri, personaggi miste-riosi e calciatori venduti e tra-ditori. Quella sul calcio scom-messe e sulla presunta combinedel derby del 15 maggio scorso,oltre che dell’inchiesta giudi-ziaria ha ogni giorno di più la fi-sionomia di una spy story par-

torita dalla penna di un roman-ziere. Come nella migliore tradizione,infatti, i protagonisti di questastoria che rischia di travolgere ilfuturo calcistico di una regioneintera, si muovono tra macchi-ne di lusso, hotel e valigettepiene di denaro contante. Inprincipio fu Andrea Masiello,l’ex difensore biancorosso (oggiall’Atalanta) che, per sua stessaammissione, avrebbe realizzatovolontariamente l’autogol chesuggellò la vittoria dei salentinie la salvezza del club gialloros-so, a finire al centro dell’inchie-sta con due suoi conoscenti:Gianni Carella e Fabio Giacob-be. Ai tre, attualmente agli ar-

resti domiciliari, si sono poi ag-giunti le due figure salentine del-l’inchiesta, subito ribattezzate(con una protervia di fantasia)“mister X e Y”. Sarebbero loro icromosomi che avrebbero ge-nerato la presunta combine con-segnando, in due distinti mo-menti, i 230mila complessiviin cambio dei quali l’ex difensorebiancorosso avrebbe contribui-to alla sconfitta casalinga delBari nel derby con il Lecce.Del primo dei due presuntiemissari si è ormai scritta ognicosa. Carlo Quarta, impren-ditore leccese di 38 anni, amicoe compagno di calcetto dell’expresidente giallorosso Pieran-drea Semeraro, sarebbe già sta-

to iscritto nel registro degli in-dagati per frode sportiva. SiaMasiello che gli altri due arre-stati, infatti, avrebbero ricono-sciuto nell’imprenditore leccesel’uomo che lo scorso 22 agostoavrebbe consegnato, in un hotelalle porte di Lecce, la somma dicirca 230mila come presuntocompenso per aver “truccato” lasfida con i cugini giallorossi. Un’accusa che è costata cara al38enne, che ha visto svanire i so-gni di gloria della politica loca-le. Quarta ha deciso di rinun-ciare alla campagna elettorale eindirizzare i suoi sostenitori ver-so altri candidati. Una sceltaquasi obbligata la sua, per“sgomberare il campo da possi-bili polemiche”, ed evitare di di-venire il bersaglio di “sterili at-tacchi da parte di chi cavalcal’onda dello scandalo”.Accanto a quella dell’impren-

ditore vi sarebbe un altra figuradi rilievo, un avvocato leccese,coetaneo dell’imprenditore, mol-to conosciuto nell’ambiente fo-rense e in città. Sarebbe stato luia raggiungere per primo l’hotelTiziano quel fatidico 22 agostoa bordo di una Mercedes, e a in-contrare Masiello e Carella e aconsegnare la prima parte deisoldi. Un ruolo determinante,dunque, su cui la magistraturasta cercando di acquisire nuoviriscontri. Perché, come dicevaGiovanni Falcone, bisogna se-guire il denaro per risalire allaprovenienza di ogni illecito. Sullo sfondo dell’intera vicenda,

in questi giorni carichi di so-spetti, si staglia la figura di Gio-vanni Semeraro, da quasivent’anni patron della societàgiallorossa. La figura di un gen-tiluomo d’altri tempi, innamo-rato del calcio e della sua città,ma abituato anche a navigarenelle acque tempestose del mon-do degli affari e delle vicissitudinidella vita. Anche se in realtà almomento non vi è alcun colle-gamento diretto tra gli indaga-ti e il Lecce calcio, sembra qua-si inevitabile un coinvolgimen-to della famiglia Semeraro nel-la vicenda, soprattutto in vistadell’inchiesta della giustizia spor-tiva. Lui, però, sembra non farci caso,come quei giapponesi barricati,a guerra finita da un pezzo, su-gli alberi delle isole del Pacifico.L’unica, non trascurabile, diffe-renza è che qui la guerra è ap-pena cominciata e che c’è unamontagna di sospetti da can-cellare a colpi di attestazioni dinon colpevolezza. Per primacosa, da buon pater familias, hariunito a sé la famiglia, dissi-pando contrasti e screzi tra i duefigli Rico e Pierandrea. Poi, ha al-lontanato sospetti e dubbi: “Senon credessi a mio figlio, a chipotrei credere?”. Ora si preparaad affrontare lo tsunami (comelui stesso l’ha definito), met-tendoci, come sempre, la faccia.Già, perché i veri capitani nonabbandonano mai la nave, ne-anche nelle tempeste peggiori.

Andrea Morrone

Nel mare dei sospetti, tra valigette e “mister X”, Semeraro senior tiene la rotta, riunisce attorno a sé la famiglia e si prepara ad affrontare lo “tsunami”

Derby truccato, romanzo di spie e di eroi

IN BREVE

L'imprenditore leccese sa usa-re la rete e lo dimostra la clas-sifica italiana di Unioncamere.Grazie all'attivazione delloSportello Unico delle AttivitàProduttive, realizzato dal Co-mune di Lecce in collabora-zione con la Camera di Com-mercio di Lecce, la provincia diLecce si è infatti collocata alquarto posto dopo Milano,Bergamo e Brescia, per il nu-mero di Scia telematiche, le Se-gnalazioni certificate di ini-zio attività contestuali alla Co-municazione Unica, vale a direl'81% di tutte le Scia gestitenell'intera regione Puglia, sonostate infatti 947 sulle 1158 del-l'intera Puglia. “È un altro passo avanti verso‘Lecce città tecnologica' -hacommentato il sindaco di Lec-ce, Paolo Perrone-, uno degliobiettivi prioritari che abbia-mo fissato per migliorare ilrapporto tra la Pubblica Am-ministrazione e il territorio".

Imprese e rete.Leccetecnologicacome le grandicittà del Nord

Anche a Lecce il digitale staper sostituire il vecchio fasci-no della pellicola 35 mm, unatecnologia destinata alla di-smissione. Le sale cinematografiche di seiComuni salentini si prepara-no a dire addio ai proiettorigrazie a uno stanziamento diun milione 160 mila euro difondi comunitari che permet-terà a 32 sale cinematografi-che di passare al digitale. Tra i comuni pugliesi inte-ressati dalla rivoluzione cisono Lecce, Calimera, Casa-rano, Maglie, Melendugno eTricase. Il finanziamento già operati-vo e si rivolge soprattutto ai ci-nema a rischio di chiusura. “Si tratta di un'opportunitàstraordinaria, che colloca laPuglia in testa alle Regioniitaliane nel campo del soste-gno all'innovazione -ha spie-gato l'assessore regionale Sil-via Godelli- insieme con ilprogetto ‘D'Autore', il Circui-to di sale di qualità dell'Apu-lia Film Commission, con-sentirà agli spettatori puglie-si di continuare a coltivare almeglio la passione per il ci-nema e per la cultura”.

Pellicola addio,la Regione finanzia il digitale nelle sale

Sul forum di Wlecce.it Campanile scrive: “Per-sonalmente sto perdendo mordente per il Lec-ce, una partita come quella di stasera (mer-coledì contro il Catania) in altri tempi miavrebbe fatto tremare i polsi e invece, visto ilcalcio scommesse, credo sia tutto inutile”. “Cihanno strappato il cuore e lo hanno gettato via.Non so come si possa parlare di calcio in que-ste condizioni. Tristezza infinita, ogni giornole notizie peggiorano”, risponde Pacaritu. Su Leccegiallorossa.it, Ale77 scrive “Sonoarcisicuro che se c’è stata combine il seniornon c’entrava nulla. Molto più inquietante ilfatto che l’unico della famiglia a non parlaresia quello nell’occhio del ciclone, che però vaai sepolcri e allo stadio apparentemente tran-quillo. In cosa consiste la linea difensiva del

‘non parlare’, visto che questo non fa altro chealimentare i sospetti? Mi sfugge quale può es-sere il ‘pro’, visto che si parla di interviste e nondi deposizioni davanti a un giudice”. Sempresullo stesso sito Webka commenta “L’unicavera certezza che abbiamo oggi è che, a dif-ferenza di altre piazze non molto lontane, noitifosi non abbiamo colpe, noi tifosi non ab-biamo niente di cui vergognarci, noi tifosi sia-mo e saremo sempre al fianco della magliagiallorossa, indipendentemente da chi la in-dossa e da chi la guida. Ed è nostro dovere oggicontinuare a sostenere e combattere al fian-co dei nostri colori. Nonostante la strada tut-ta in salita, il Lecce è ancora in corsa per la sal-vezza ed è su quello che bisogna concen-trarsi”.

E lo sconforto dei tifosi corre sul web

Giovanni Semeraro

Andrea Masiello

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6 14 aprile 2012

Attualità

Quando arrivai in Salento, nel1987, ci fu una moria di delfini.Arrivavano le carcasse a riva etutti, ovviamente, erano pre-occupati. Di sicuro è l’inquina-mento, pensavo anch’io. Si fe-cero le autopsie e si scoprì chec’erano molti metalli pesanti neitessuti. È ovvio, i delfini sonopredatori all’apice delle retitrofiche e accumulano le por-cherie che immettiamo in mare.Si andò a cercarne l’origine e sitrovò l’Enichem di Manfre-donia. Fu persino chiusa, perun po’. Poi chiesi ai pescatori.E mi dissero: ci sono i pescatoricalabresi che vengono a pe-scare qui, con lunghissime reti.E prendono tutto, tartarughe,delfini, capodogli. Tutto restanelle reti. E loro lo ributtano amare, e poi arriva a riva. Mi stavano descrivendo le fa-migerate reti derivanti. Oggivietate dalla legge, ma ancora inuso in molti posti. Poi le deri-vanti arrivarono anche da noi.I pescatori che le usano hannoimparato a tagliare a pezzi leloro vittime, così affondano e

non ci sono allarmi. Ora c’è, apparentemente, un’al-tra fase di grande mortalitànei cetacei. E non è limitata aun singolo posto. Ce ne sononello Ionio e nell’Adriatico. Holetto che alcuni avevano feriteda elica, altri avevano catrameattorno alla bocca, altri aveva-no sacchetti di plastica in boc-ca. Queste potrebbero anchenon essere le cause della mor-

te, perché un delfino mortoche galleggia può essere colpi-to da un’elica, e può anchesporcarsi col catrame. Sinceramente non so quali pos-sono essere le cause di questemorti. Qualcuno accusa la Tap.Mi pare molto strano. La Tapnon fa ricerche di giacimentipetroliferi con l’air gun. Nonusa apparecchiature sofistica-te che producono suoni molto

forti per identificare giacimen-ti petroliferi. La Tap deve solomettere un tubo di 90 cm sulfondo del mare. E, da quel chene so, per non danneggiare lepraterie di Posidonia vuolescavare un piccolo tunnel inmodo da farci passare il tubo.Produrrà o forse ha già pro-dotto un po’ di rumore per far-lo, ma non molto di più diquanto si può fare costruendo

un porto, o mettendo barrierefrangiflutti o magari adope-rando un motore di grosse di-mensioni. Confondere la Tap conun’azienda di prospezioni pe-trolifere non è buona informa-zione. Che attività limitate nel tempoe nello spazio, quelle della Tapintendo, possano danneggiarei delfini e che li mandino amorire in uno spazio così gran-de (dallo Ionio all’Adriatico)mi pare poco plausibile. Però,se c’è un aumento delle morti didelfini, ci deve senz’altro esse-re una causa che va oltre la nor-male mortalità delle varie spe-cie di cetacei. Per rispondere a queste do-mande bisogna fare degli stu-di mirati. Non si può identifi-care l’untore e poi riempirlo diinvettive, accollandogli tutte lemalefatte. Come ora avvienecon la Tap. Non è giusto perchéquesti atteggiamenti, che a mepaiono quasi isterici, nascon-dono forse i veri colpevoli. Con-tenti di aver trovato il colpevo-le, non cerchiamo neppure più.Intendiamoci, negli anni Ot-tanta l’Enichem non era colpe-

vole delle morti di delfini, macomunque le sue malefatte lestava facendo. È in corso, e nonha mai smesso, la cementifi-cazione dei litorali, con dife-se costiere, porticcioli, e quan-t’altro. Forse identificare uncapro espiatorio, in questo casola Tap, serve per distoglierel’opinione pubblica da pro-blemi ben più gravi e dif-fusi lungo tutta la nostracosta.Con questo non voglio farel’avvocato difensore della Tap.Ci sono molte domande chedobbiamo fare ai responsabilidi Tap, e bisogna anche ascol-tare le risposte e cercare di ca-pire. Vedo un atteggiamento dicondanna a priori che non mipiace, e non mi piace proprioper i poveri delfini, perché senon fosse Tap ad ucciderli, si-gnificherebbe che noi siamocontenti di aver trovato un col-pevole, e invece il vero colpevolecontinua indisturbato.

Ferdinando BoeroResponsabile del Laboratorio

di Zoologia e Biologia Mari-na del Dipartimento di Biolo-

gia dell’Università di Lecce

A fatica, strisciando sul man-to sabbioso, osservate dagliesperti, da curiosi e teleca-mere, si sono fatte largo tra igranelli per raggiungere ilmare. Questo è stato il primoimpatto con il mondo per qua-rantuno tartarughe marine,nate cinque anni fa sullaspiaggia di San Foca, in loca-lità San Basilio. Il video delleloro prime ore sulla terra èrimbalzato in questi giornidai siti web ai social network,dai giornali alle tv. È il volto“no pasaran” con cui il Comi-tato No Tap intende delinea-re i tratti della lotta contro lacostruzione del gasdotto. Inun luogo, quindi, privilegiatoda specie marine, oltre che im-portante dal punto di vistaambientale, economico, turi-stico.Il video degli esemplari di Ca-retta caretta è stato caricato

su YouTube da uno dei mem-bri del Comitato, AlfredoFasiello, titolare di un lidoche sorge proprio sulla spiag-gia. Lo stesso tratto costiero sucui dovrebbe approdare il fa-moso Trans Adriatic Pipeline,il tubo d’energia pronto a col-legare i giacimenti del Cauca-

so alla rete di gas italiana.Passando attraverso il marAdriatico e arrivando a SanFoca, Marina di Melendugno.La multinazionale Tap autri-ce del progetto, formata inparte dalla Egl e dalla Statoil,ha presentato lo studio d’im-patto ambientale e sociale

(Esia) al Ministero dell’Am-biente agli inizi di marzo. IlComitato No Tap sta prepa-rando la contromossa, repli-cando punto per punto a ciòche la società potrebbe averomesso o trascurato. “Il video delle tartarughe èdel 2007 -racconta Fasiello- il19 luglio avevamo scopertoun nido di tartaruga marina eda lì in poi il Ministero ha av-viato una supervisione co-stante a tutti i livelli, anche in-sieme alla Forestale e alla reteTartanet. Abbiamo atteso laschiusa e monitorato le uovafino al successivo mese di ot-tobre, quando le tartarughehanno rotto il guscio e rag-giunto il mare. Abbiamo do-vuto difenderle dalle mareg-giate e fatto in modo che la na-scita di animali protetti, poi-ché a rischio estinzione, an-dasse a buon fine. La costru-

zione di un gasdotto, invece, inche direzione andrebbe -sichiede il membro del Comi-tato-? Noi abbiamo in ognicasa il tubo del gas e la nostrapiccola caldaia posizionata inun luogo sicuro e lontano dalcuore dell’abitazione. In que-

sta circostanza, la Tap vor-rebbe far entrare un gasdottodirettamente nel salotto buo-no, passando per un luogodalla bellezza naturalisticaimmensa e dall’equilibrio fra-gile”.

Maria Grazia Fasiello

Il Comitato che combatte il gasdotto ha utilizzato le immagini delle Caretta caretta per far riflettere sui rischi che l'impianto potrebbe avere sull'ambiente marino

Le verdi testimonial No Tap

La Tap e i delfiniAttenzione a non farsi ingannare

Il professor Ferdinando Boero, biologo marino di fama internazionale, lancia un monito sul presunto allarme delfini

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7 14 aprile 2012

Attualità

Guardiamo oramai al mare consospetto. Temiamo il nemicoinvisibile che causa la morte deisimpatici delfini e delle tartaru-ghe. Tap, idrocarburi, buste diplastica o addirittura uranio im-poverito. Cerchiamo tutti di dareun nome al fantasma che rovinail nostro bel mare. É un ballettodi ipotesi che va avanti da un po’,allo stesso ritmo dei ritrova-menti di carcasse di delfini sul-le nostre spiagge. Si alternano levoci e gli allarmi. Nascono ad-dirittura le fazioni. L’indice di tut-ti é carico, pronto ad additare ilcolpevole. C’é un problema però.In tutta questa bagarre, in tuttoquesto frastuono, una sola voceé rimasta inascoltata, probabil-mente la più attendibile: la vocedegli operatori. Di coloro i qua-li, indubbiamente, non tutelanonessun interesse se non quellodegli animali. Vanno su e giù per la lunga co-sta salentina. A volte anche finoa Bari. Il telefono squilla e loroaccorrono. Tartarughe impi-gliate nelle reti, con ferite da eli-ca, con ami conficcati in gola. Op-pure delfini, quasi sempre sen-za più speranza, spiaggiati ora-mai già morti. L’attività deglioperatori che si occupano del re-cupero di tartarughe e delfini é

sempre senza tregua. E adesso,ci dicono, non più del solito.“Allarme? Quale allarme? Lamedia degli spiaggiamenti équella del periodo. Non siamo difronte a nessun fenomeno ecce-zionale”. A dirlo é Chiara Ca-puto, responsabile del Centrorecupero fauna selvatica del Mu-seo di Storia Naturale di Cali-mera. “In questi giorni ho pro-vato a spiegarlo, ma é più co-modo pensare che ci sia una si-tuazione eccezionale piuttosto

che prendere atto dell’esistenzadi problemi strutturali che met-tono in costante pericolo gli abi-tanti del mare. Prima di imma-ginare nemici invisibili, sarebbebene fare i conti con la propriacoscienza per capire quanto al-cuni gesti banali siano davveropericolosi e criminali. Ciò che uc-cide quotidianamente non hanomi altisonanti, ma la banali-tà e la dimensione di una rete perle cozze, oppure l’anello di me-tallo di una lattina”.

Ma allora, tutti questi delfini? “Èla bella stagione che spinge lepersone a frequentare di più lespiagge e dunque ad avere piùoccasioni per trovarsi di fronteun delfino spiaggiato. Poi unaconcomitanza di correnti fa il re-sto. Sono deceduti chissà dove,poi spinti dal mare fino alla no-stra costa”. Ma allora possiamo stare tran-quilli? Non c’entrano nulla le tri-velle del Tap, la pesca, l’inqui-namento? “Non ho detto questo

-continua Chiara-. Un certo tipodi pesca, con l’uso di reti proibi-te, o le trivellazioni del mare cer-to sono ad alto impatto per lafauna marina. Ma, almeno perquel che riguarda la Tap -indi-pendentemente dal mio perso-nale giudizio sull’opera- credosiano poche le persone a cono-scenza delle tecnologie utilizza-te. Difficile, dunque, formulareipotesi su eventuali effetti deva-stanti senza dati certi”. É ancora sulla vecchia diatriba

tra conservazione dell’elementonaturale e rispetto dell’ambien-te e antropizzazione dei luoghicui bisogna rivolgere l’attenzio-ne. Ogni azione umana rischia diavere un effetto devastante suldelicato equilibrio naturale. Lascommessa, allora, é quella diriuscire ad avere un impattoambientale ridotto il più possi-bile. L’allarmismo, altrimenti,rischia di essere solo un eserci-zio di stile.

Melissa Perrone

Tap scagionata. Per adesso

L’appello dal Comitato, davarie associazioni e cittadini,si è fatto sempre più pres-sante. Il Comune di Melen-dugno ha deliberato il pro-prio rifiuto a rilasciare auto-rizzazioni di qualsiasi tipo.L’amministrazione di Ver-nole è stata invitata a fare al-trettanto, ma ancora non si èmossa. A Castrì di Lecce si ètenuto un incontro pubblicoorganizzato dal gruppo ReA-zione, senza la partecipazio-ne del Comune. La situazio-ne, per molte istituzioni, èancora in bilico. Tra Melen-dugno e Acquarica di Lecce,però, secondo progetto, do-vrebbe sorgere una cabina dimisura fiscale (o depressu-rizzazione) grande 9 ettari, apochi passi dall’ecomuseodei paesaggi di pietra.Per questo motivo i “No Tap”premono sulle parti scoper-te, invitando Melendugno acompiere un passo in più edeliberare a favore della crea-

zione dei Sic (sito di impor-tanza comunitaria) costieriper la presenza dei nidi ditartaruga sulle spiagge e del-la Posidonia oceanica nelmare. La famosa pianta ac-quatica che ha costretto lamultinazionale a cambiare ilprogetto, il cui approdo ini-ziale era previsto nell’area in-dustriale di Brindisi. Questoè uno degli aspetti su cui in-siste maggiormente l’asso-ciazione “Tramontana”. “Igasdotti in Italia sono quat-tro e nessuno di questi pas-sa da aree a vocazione turi-stica come la nostra -fa no-tare uno dei suoi membri,Giovanni De Carlo- è statauna delle prime richieste dispiegazione presentate allaTap, che non ha però rispo-sto”. E nemmeno parteci-pato all’assemblea del 30marzo scorso a Castrì di Lec-ce, inizialmente coinvoltanel tracciato.

(m.g.f.)

La corsa contro il tempo del Comitato

Delfini: nessun allarmeIl grande nemico é l'incuria

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8 14 aprile 2012

Attualità

Ammortizzatori sociali e in-centivi all’esodo come startup per rimettersi in gioco:succede anche questo ai tem-pi della crisi. Un fenomeno increscita nel Salento, dove inegozi strozzati dalla drasticadiminuzione dei consumi, dal-la concorrenza spietata dellagrande distribuzione e dalladifficoltà di accesso al credito,sono costretti a tirare giù persempre le saracinesche. Sulcampo restano i lavoratori chein tanti casi, raccolgono la sfi-da e diventano imprenditori,con tutte le scommesse delcaso. E con quello che si ri-trovano in tasca: il sostegno,temporaneo, degli ammortiz-zatori sociali e, in qualchecaso, gli incentivi all’esodo. “In due anni di crisi sono tan-ti gli ex dipendenti che hannodeciso di rimboccarsi le ma-niche e tentare di capitalizza-re l’esperienza maturata -con-ferma Valentina Fragassi,segretaria provinciale dellaFilcams Cgil-. Molti, non tut-ti, ce l’hanno fatta, altri conti-nuano a fare sacrifici speran-do che le cose cambino”. Ab-bigliamento, alimentari, ven-dita di prodotti tipici: un modoper reinventarsi e scommet-tere sul futuro, a pugni strettie a piccoli passi. Del resto i datidi oggi parlano chiaro: secon-do la Camera di Commercio,nell’ultimo anni in Puglia si èregistrato un calo di fatturatiper i commercianti del 6% enel 2012 è previsto un calo deiconsumi dell’1,4%. In Italia,

dal 2008, hanno chiuso150mila attività di vendita aldettaglio. Numeri e statisticheche hanno dei risvolti sociali eumani pesantissimi: un ne-gozio in affanno si aggiunge adun altro che chiude e ingrossal’elenco dei licenziamenti edei tagli. Ma dal Salento arriva una sto-ria che rimette in gioco la spe-ranza: protagonisti sono gliex dipendenti della catena dinegozi sportivi Goggi Sport

che fino a due anni fa contavaquattro punti vendita inprovincia tra Lecce, Surano eGallipoli. L’azienda, nel giro dipoche settimane, decise dichiudere i negozi perché levendite erano calate e per le di-vergenze fra i soci, mandandoa casa i lavoratori. Da una si-tuazione di crisi, però, 9 ex di-pendenti e le loro famigliehanno trovato il coraggio direagire e provare a risollevarele sorti proprie e del negozio

che fino a poco tempo primaera stata per loro quasi “unaseconda casa”. E così che Enzo Fazzi e Ser-gio Russo hanno dato vitaalla società Petali Srl che rac-coglie i lavoratori dei puntivendita di Surano e Gallipolicon le loro famiglie. Con nonpochi sacrifici, hanno preso inaffitto i locali che ospitavanoGoggi Sport a due passi daCorso Roma a Gallipoli e han-no deciso di caricarsi sullespalle tutto il peso di una dif-ficile risalita. Dopo anni diduro lavoro, oggi possono diredi aver passato il guado. Anzi,di aver fatto molto di più:dopo il negozio di Gallipoli, gliex dipendenti-imprenditorihanno aperto nuovi punti ven-dita a Matino, Maglie e Nardò,hanno assunto in tutto 18 di-pendenti. La novità è che nel-le prossime settimane apriràanche un nuovo negozio aLecce, nei pressi di viale AldoMoro. Da licenziati ad im-prenditori a creatori di nuoviposti di lavoro: mosche bian-che nella bufera della crisi for-se, ma con orgoglio e merita-ta soddisfazione.

Maria Grazia Maci

Una storia affascinante, sospe-sa a metà tra passato e futuro,unisce quattro piccoli amici invacanza a Lecce, insieme ai loropapà. Tra le pagine di Le vele dei sa-raceni, scritto da FrancescoCosta, la narrativa per ragazzidiventa amore per le buone let-ture, viaggio virtuale alla sco-perta dei valori dell’amicizia edell’unione, con un pizzico distoria antica e una buona dosedi fantasy. Il libro racconta le avventure de-

gli amici, catapultati in unaLecce pannosa e morbidosa,golosa come una meringa af-fondata nel gelato alla vaniglia.La loro amicizia sarà minata dapiccole gelosie, ma si ritrove-ranno uniti nel momento incui combatteranno il maleficoCyrus, il cattivo della storia. Edaranno una lezione agli adul-ti, troppo presi dall’apparenzadelle cose. La presentazione dellibro, avvenuta nei giorni scor-si alle Officine Cantelmo di Lec-ce, s’inderisce nel calendario di

incontri organizzati dall’asses-sorato alla pubblica istruzionedel Comune di Lecce in colla-borazione con Gutenberg, la li-breria di via Cavallotti che hachiuso i battenti nei giorni scor-si. Se il luogo fisico è stato schiac-ciato dal mercato della grandedistribuzione, la mission e ilcuore delle “ragazze della Gu-tenberg” continuano a pulsaree spargere come polvere magi-ca profumo di carta e d’inchio-stro.

Il caso Goggi Sport, i cui dipendenti hanno rilevato l'azienda inchiusura, importa nel Salento una pratica che altrove prendesempre più piede: unirsi per fare a meno del capo

A fine 2009 a Vigodarzere, inprovincia di Padova, la Mo-delleria Quadrifoglio dopoquarant’anni di attività falli-sce a causa della crisi e di unacattiva gestione. I lavoratoridecidono allora, con l’aiuto diLegacoop Veneto, di investi-re l’anticipo di mobilità rice-vuto e fondare una coopera-tiva e rilevare l’azienda. Oggisi chiama D&C Modelleriaed ha chiuso il 2010, anche afronte di molte spese, in pa-reggio di bilancio. Il 2011 havisto un fatturato di più di unmilione di euro e un utile di13mila euro e le previsioni peril 2012, nonostante la crisi,sono positive.Rimaniamo in provincia diPadova ma ci spostiamo adAlbignasego. A metà 2011Fonderie Zen, azienda stori-ca di Padova, è agli sgocciolidi una amministrazione con-trollata e non si intravede al-cuna possibilità di acquisi-zione. Il fallimento è ormaialle porte. Nel dicembre 2011vengono costituite la srl GDZ,formata da manager e alcunidipendenti di alto livello, e laCooperativa Lavoratori Fon-ditori (CLF) guidata dal-l’operaio e sindacalista FiomMarco Distefano. Il capitalesociale di quest’ultima è inte-ramente costituito da unaquota del Tfr (2mila euro)dei 120 dipendenti. Abbandoniamo il Veneto esprofondiamo a Sud: Catania.Cesame, una delle più im-portanti industrie europeenella produzione di apparec-chi igienico sanitari di quali-

tà, ferma la produzione nel2007. Centoquaranta dipen-denti, fuoriusciti dalla fab-brica nel 2008, abbando-nando logiche assistenziali-stiche hanno accettato di cor-rere il rischio e hanno costi-tuito una cooperativa per ri-levare la vecchia fabbrica in-vestendo la loro indennità dimobilità. A dicembre delloscorso anno la “Cesame Coo-perativa” ha riaperto simbo-licamente i battenti, mentre siprevede che la produzionepotrà concretamente riparti-re ad inizio 2013. All’estero modelli simili rap-presentano spesso la regola,come in Germania con la co-gestione (Mitbestimmung).Una legge del 1976 stabilisceche nelle aziende più grandi ilavoratori siano rappresenta-ti da metà dei membri delConsiglio di sorveglianza, or-ganismo che discute le stra-tegie, controlla i dirigenti, ap-prova il bilancio. In quellepiù piccole i dipendenti con-trollano un terzo delle pol-trone. I membri restanti rap-presentano invece gli azioni-sti.In Argentina il default del2001 ha riportato in auge laproduzione collettivista. Oggisono quasi tremila le “fabricasrecuperadas”, un modello cheprevede una proprietà mi-sta: un terzo in mano ai lavo-ratori, un terzo agli enti loca-li ed un terzo al management. Ora ci prova il Salento e ma-gari il caso Goggi non è de-stinato a restare isolato.

Maurizio Pascali

Un modello che ha giàconquistato il Nord-Est

Con Le vele dei Saraceni la letteratura per ragazzi incontra ilcapoluogo salentino, in un appassionante romanzo fatto distoria e amicizia

Quattro piccoli eroi alla scoperta del barocco

L'azienda chiude? E noi ce la compriamo

Con il caso Goggi Sport sbarca nel Salentouna soluzione che in Italia ha già qualcheprecedente. L'operoso Nord-Est sembraessere diventato, in tempo di crisi, unaterra fertile per questo tipo di esperienze

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Cultura & SpettacoloTEATRO

a cura di Lori Albanese

Aprile è un mese idealmentegemellato con la presenza del-l’attore Toni Servillo in ter-ra pugliese. Lo scorso anno,proprio in questi giorni, l’attorecampano (pluripremiato per isuoi ruoli al cinema e PremioUbu nel 2008 per la sua Trilo-gia della villeggiatura) eraospite del Festival del CinemaEuropeo che gli dedicava unamostra, una retrospettiva euna monografia critica. Domenica 15 aprile, alle 21, ilTeatro Politeama Greco di Lec-ce vedrà Servillo nei panni diun elegante direttore d’orches-tra che, in un flusso ininter-rotto di musica e parole, ten-ta di dare una direzione ai

pensieri che si accavallano nel-la sua testa. Il direttore Servil-lo (con la partecipazione delfratello Peppe, formidabilevoce degli Avion Travel e attorea sua volta, a fare da contrap-punto) mette in scena il suopersonale Sconcerto, che è poiquello di tutti, attraverso le pa-role del testo scritto da Fran-co Marcoaldi su musiche ori-ginali di Giorgio Battistelli,eseguite dall’Orchestra “TitoSchipa” di Lecce diretta daMarco Lena.In scena compare un’orchestrae il suo direttore; ma in realtàgli strumenti suonano da soliperché il maestro non dirige, èpreso da altri tormenti. Lo

sconcerto del titolo deriva dauna riflessione, per molti ver-si inquietante, sui tempi cheviviamo, sulla mancanza diguide autorevoli (dove con au-torità, per dirla con Servillo, siintende qualcosa che sia “piùdi un consiglio e meno di uncomando”), sul dissolvimentoprogressivo non solo di prin-cipi e valori, ma anche del lin-guaggio autentico delleemozioni. A un certo punto dello spetta-colo Servillo dice: “La caciaraingoia la pietà, solo una cosaresta salda: il soldo, il dindo-lo, la grana, che macina, tritu-ra tutto, coraggio, montagne,parole, boschi, leggi, pietà”, e

poi ancora: “Oggi conta ilcarattere, non conta più il tal-ento. Per non parlare del pensiero,quello causa solo stalli, im-pedimenti, perché più si riflettee meno si decide, lasciandocampo aperto a chi non pensae va dritto al punto”. Riflessioni amare, che gener-ano frustrazione e spaesa-mento. Ma quando le parolevanno in affanno, subentra lamusica, che investe tutto eche nel finale riporta all’ar-monia, ri-predispone all’as-colto e alla capacità di ac-cettare e risolvere i conflitti.Info: 0832.241468; www.po-liteamagreco.it.

Un faccia a faccia, da leccese a leccese.Partito dal sud per Bologna (dove hafondato la Compagnia del Teatro del-l’Argine) e poi per Roma, l’attore Ma-rio Perrotta (Premio Speciale Ubu2011 per la sua “Trilogia sull’individuosociale”) ha dovuto risolvere il suopersonale conflitto con la sua terra,quella che lui chiama casa sua, primadi poter affrontare la complessa visionedel Sud di uno dei grandi protagonistidel Novecento italiano, il poeta etraduttore Vittorio Bodini. Un incon-tro che porterà in scena per la primavolta venerdì 20 aprile, al TeatroPaisiello, ospite della rassegna “Teatroa 99 Centesimi”.Ci sono molte analogie tra la tuastoria e quella di Bodini. Comelui, anche tu hai lasciato la tuaterra, ma poi hai deciso di esplo-rarla, andare alla ricerca dellasua dimensione intima, nascosta.Lui ne fece poesia, tu l’hai messain scena. Perché hai sentito que-sta necessità?Sono andato via perché non sopportavoun certo Sud, quello dell’acquiescenza,del malcostume, delle raccoman-dazioni, della rassegnazione. Andandovia e guardando con occhi nuovi la miaterra, da lontano, ho capito che era in-utile fuggirle; non sarei mai stato altroche quello che ero. È anche una ques-tione linguistica: il nostro dialetto è la

lingua delle nostre emozioni, il nostromodo di pensare deriva dalla lingua chesi è praticata da bambini. Così sono tor-nato, un ritorno dell’anima, perchéun ritorno fisico sarebbe impossibile:il mio lavoro prevede continui sposta-menti e farli da Lecce sarebbe difficile,soprattutto perché non riesco mai a la-vorare a casa mia. È una cosa di cui milamento da sempre, ma che ormai hoimparato ad accettare.Il sentimento di Vittorio Bodininei confronti della sua terra è sta-to definito come “un odio gelo-sissimo, filiale, esclusivo”. Quan-

to ti senti vicino al poeta daquesto punto di vista?Molto. È il mio stesso sentimento,quello di un amore profondo al qualenon viene data la possibilità di es-primersi e che allora diventa rabbia epoi odio.La poetica di Bodini non rientranegli schemi tipici del Novecen-to, tant’è che la sua poesia è man-cata nelle antologie critiche piùimportanti del secolo scorso. Tucome lo hai scoperto?Per caso, ne sentivo parlare, da amicie intellettuali accorti che mi è capita-

to di frequentare anche fuori dagliambienti leccesi. La prima conoscen-za è passata anche attraverso le sue tra-duzioni del teatro spagnolo e soprat-tutto quella del Don Chisciotte. È pa-radossale che si debba arrivarci percaso, a Bodini, e che non sia inserito neipiani di studi dei nostri licei. Quali sono i testi che hai sceltoper il tuo recital e come li af-fronterai?Non so ancora se leggerò delle poesie,prediligo le prose. Sicuramente ci saràl’Arneide che è il resoconto della lottecontadine del ’50-’51 nelle zone del-l’Arneo [“ un grosso bubbone sull’in-crocio delle tre province che formanoil Salento: Lecce, Brindisi e Taranto”,come scrive Bodini; ndr]. Allora, permantenere un’impostazione feudalenelle terre che appartenevano al sen-atore Tamborrino, lo Stato usò i man-ganelli, le armi, e soprattutto compì unatto emblematico che Bodini disegnabenissimo, facendone una cronaca lu-cidissima, ma anche molto umana: bru-ciò le biciclette ai contadini, privandolidi fatto della possibilità di andare a la-vorare, costringendoli all’immobilità.Un altro parallelo, dunque. Bo-dini tornò a casa per occuparsidei contadini all’inizio degli anni’50; tu sei tornato a casa per oc-cuparti degli emigranti. Gli emarginati sono la parte più sana,

quella ancestrale, di una terra. Lagente più povera di mezzi materiali e in-tellettuali è quella che mantiene inmaniera più genuina le tradizioni e lamentalità di un territorio. Non ho maipensato di raccontare dei migrantiper fare memoria o museo dell’emi-grazione, ho voluto farlo perché rapp-resentavano il Salento che mi incurio-siva di più, e perché ho pensato che rac-contare di quando eravamo noi a em-igrare potesse rivelare qualcosa degliimmigrati di oggi. Nella presentazione del recitalscrivi che questo era per te ilmomento di metterti di fronte aBodini e provare a dirlo. A chepunto della tua vita arriva questoincontro? Avevo bisogno di riappropriarmi del-la mia salentinità. Dopo gli emigrantic’è stata Odissea, in cui ho scavato neiluoghi del mio passato, gli scogli su cuisono cresciuto, i paesi dove quando eropiccolo andavo a trovare i parenti dimia madre e mio padre (Taurisano eSquinzano) e che rispetto alla città misembravano così indietro nel tempo.Dovevo prima scoprire il mio rappor-to più vero con casa mia, risolvere ilconflitto, mettere a fuoco la mia visio-ne del Salento. Ora che questo è avve-nuto, era il momento giusto per con-frontarmi con un’altra visione di que-sto territorio. Quella di Bodini.

Il grande attore campano sarà domenica 15 al Politeama Greco con uno spettacolodi musica e parole per riflettere sui mali di un paese narcotizzato

Venerdì 20, in un recital al Paisiello, l’attore leccese affronterà per la prima volta i testi del grande poeta

TEATRO

Mario Perrotta porta in scena il Sud di Vittorio Bodini

Toni Servillo e lo Sconcertodel nostro tempo

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11 14 aprile 2012

Cultura & Spettacolo

Due performance di teatrodanza andranno in scena sa-bato 14 ai Cantieri TeatraliKoreja per la rassegna Affini-tà Elettive. A proporle, duecompagnie che si muovono(la prima dal ’97, la secondadal 2011) attorno alla ricerca dinuovi linguaggi della danzacontemporanea. Il primo spet-tacolo è proposto dalla com-pagna Déjà Donne di Perugia,fondata da Simone Sandroni edalla ballerina ceca Lenka Flo-ry. PS. Martina La Ragio-ne (nella foto) è una biografiacoreografata, uno spettacoloideato dal regista e performerSimone Sandroni nell’ambitodel progetto PS. Portraits Se-ries. Ispirandosi alla concezionedel ritratto dell’artista Franci-sco Goya, che intendeva espri-mere la verità del personaggioe non un ideale di bellezza,Sandroni ha voluto sostituirel’idea del solo con quella del ri-tratto. Nessun personaggioin scena, ma danzatori cheinterpretano se stessi. DopoIsabelle Severs e Norbert Graf,Sandroni ha creato il terzo ri-tratto della serie, quello del-l’abile danzatrice Martina LaRagione. La performer va inscena per interpretare la pro-pria storia, si improvvisa at-trice, inventa un linguaggionuovo che è fatto di musica,danza e testo, gesti e parole;delinea di sé quell’immagineche il regista ha rielaboratodopo averla sottoposta a unavera e propria intervista, met-

te in scena la sua personalitàattraverso l’espressione com-plessa di sé. Il secondo spettacolo è Vani-ty Fair Snow White delCollettivoPirateJenny di Mi-lano, fondato nel 2011 da tregiovani performer e creativi:Elisa Ferrari, Sara Catellani eil salentino Davide Manico.Lo spettacolo è stato finalistaalla scorsa edizione del Premio

Equilibrio (premio poi nonassegnato) e ha le musicheoriginali composte da un altrosalentino di talento, il musici-sta Dario Congedo. Come sug-gerisce il titolo, si tratta di unadattamento della favola diBiancaneve e il concept del-l’opera è ben spiegato dai suoiideatori (Ferrari, Manico eCatellani): “Il progetto è unariscrittura per sovrapposizio-

ne. Tramandare una storiaimplica inevitabilmente unnuovo atto di creazione. Vuoldire omettere, sintetizzare, so-stituire, enfatizzare. Questenon sono operazioni innocue.Ogni storia ha il suo strascicodi vittime. Quando più punti divista vengono a contatto l’im-patto può rivelarsi violento”. Info: 0832.242000, 0832-240752, www.teatrokoreja.it.

Cinque intensi giorni di proie-zioni con circa cento film (tracorti, documentari e lungome-traggi), presentazioni, eventifuori concorso, retrospettive eincontri con autori e registi: è ilcartellone del Festival del Ci-nema Europeo diretto da Al-berto La Monica e CristinaSoldano, che si aprirà marte-dì 17 al Multisala Massimo diviale Lo Re. Protagonisti della13esima edizione, l’attore e re-gista romano Sergio Castel-litto, al quale sarà dedicatauna mostra fotografica, unamonografia critica a cura diEnrico Magrelli e un’ampia re-trospettiva, dal 1983 (Il generaledell’armata morte di LucianoTovoli) al 2010 (La bellezza delsomaro, di cui Castellitto firmaanche la regia); e il serbo EmirKusturica (nella foto) con unarassegna della sua produzionecinematografica (il film PalmaD’Oro Underground nella suaversione integrale, Arizona Dre-am, Gatto nero, gatto bianco,fino all’ultimo Maradona diKusturica) e un concerto dellaband Stribor Kusturica and thePoisoners, guidata dal figlio.

Nel programma della manife-stazione ci saranno poi i dieci ifilm in concorso (rigorosamen-te in lingua originale con sotto-titoli), la prima italiana di Indi-gnados, nuovo film del registafrancese Tony Gatlif, già pre-miato a Cannes nel 2004 per ilfilm Exils. Torna, inoltre, per ilterzo anno, il Premio MarioVerdone, che sceglierà tra Cor-po Celeste di Alice Rohrwa-cher, Io sono Li di Daniele Se-gre e Sette opere di misericor-dia di Gianluca e MassimilianoDe Serio la migliore opera pri-ma dell’anno. Da segnalare,inoltre, in collaborazione con loSlovenian Film Centre, la Setti-mana del cinema sloveno, cheproporrà cinque film alla pre-senza dei rispettivi registi. Tra leattività collaterali: il ConcorsoPuglia Show, riservato ai corti diregisti pugliesi under 35; e la se-zione Cinema & Realtà, conuna serie di documentari per ri-flettere sui temi della dignità dellavoro, dell’immigrazione, del-la permeabilità del mondo car-cerario. Info: www.festivaldelcinema-europeo.it.

Il teatro danza è di scena ai Koreja

Al via il Festival del Cinema Europeo nel segno di Kusturica

CINEMA

Sarà una settimana musicale al-l’insegna della canzone d’auto-re, con ben tre appuntamenti

che vedranno protagoniste al-trettante giovani cantautrici,due pugliesi e una irlandese (al

suo primo passaggio in Italia). Ad aprire, sabato 14 alle Offici-ne Cantelmo di Viale De Pietro(0832.304896), ospite dellarassegna Verso Sud, sarà laventiduenne biscegliese EricaMou, che torna a Lecce, qual-che mese dopo il suo concertodi presentazione del disco È,non più come esordiente, macome artista in netta ascesa, au-trice di una delle più belle can-zoni passate quest’anno sulpalco dell’Ariston, Nella vascada bagno del tempo, vincitricedi un meritato premio dellacritica Mia Martini. Sul palcocon Erica, il pianista e beatbo-xer franco-inglese MaJiKer.

Al Caffè Letterario di Via Pala-dini (0832.242351), mercoledì18, per la rassegna Nasca,quante storie curata da Ippoli-to Chiarello, Valentina Gra-vili presenterà i brani del suoultimo lavoro La Balena nel Ta-mig”, prodotto da Amerigo Ve-rardi e premiato dal Mei comemiglior autoproduzione del2011. Vincitrice del PremioCiampi per il suo album di de-butto nel 2001, con alle spalleun lungo passato sui palchi ditutta Italia -spesso divisi connomi già affermati della scenamusicale, da Suzanne Vega aCristina Donà- la trentennebrindisina è una delle voci più

interessanti emerse dalla mu-sica indipendente negli ultimianni grazie alla sua singolare ca-pacità di coniugare testi pro-fondi e intelligenti con l’ir-ruenza del rock più puro e laleggerezza del pop più orec-chiabile. Giovedì 19, il Corto Maltese(347.8782454) ospita una del-le tre date del tour italiano del-l’irlandese Evelyn Burke,nuova rivelazione dell’electro-pop inglese, giunta al successograzie a un brano come WalkAlone, che si sta meritando lastima di produttori come JamesBryan (già al fianco di NellyFurtado) e Paul Herman (che

ha prodotto i dischi di CorinneBailey Rae, Dido, la nuova re-gina del pop-soul britannicoEmeli Sandé).

Erica Mou, Valentina Gravili, Evelyn Burke, una settimana all’insegna del pop d’autore

Sabato 14 doppio appuntamento con la compagnia Déjà Donnè e il CollettivoPirateJenny

Comincia martedì 17 la rassegna dedicataal cinema europeo; tra i protagonisti ancheil grande regista di Underground

Officine Cantelmo, Caffè Letterario e Corto Maltese ospitano tre giovani promesse del cantautorato

DANZA

Erica Mou (foto di Marco Craig)

Evelyn Burke

Valentina Gravili

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12 14 aprile 2012

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13 14 aprile 2012

SportCALCIO

a cura di Francesco Covella

L’impresa di Catania ha riscaldato un ambientepreoccupato per gli ultimi sviluppi del calcioscommesse. Erano anni che in città non si respirava un si-mile fermento. Potenza del calcio, non a caso sport naziona-le per antonomasia. Per la gara col Napoli è atteso il pubblico del-le grandi occasioni, pronto come non mai adincitare i propri beniamini. Ora che la salvez-za è possibile, tutti vogliono dare un contributoal che l’obiettivo venga raggiunto.

Serse Cosmi (nella foto) ha saputo dareun’impronta ben precisa alla squadra: grintaed impegno massimale fino al novantesimo. Lasquadra ha fame come il suo tecnico, che que-sta volta sceglie un profilo più basso del soli-to nell’analizzare la vittoria di mercoledì. “ColCatania c’è stato un epilogo movimentato,ma il Lecce, per quello che si è visto in campo,non meritava di perdere. Credo che ormai laquota-salvezza si sia alzata. Con 42 punti nonsei sicuro di salvarti. Per noi alzare la quota pernon retrocedere è un vantaggio, ma noi siamo

ancora in pericolo”, ha dichiarato. E, sulla prossima gara contro Cavani e com-pagnia aggiunge: “Dobbiamo concentrarsi su-bito sul Napoli, il nostro prossimo avversario.Sarà un’altra partita difficilissima, forse deci-siva e già dobbiamo pensare a come affrontarli”,ha concluso. E c’è da scommettere che il Lecce non man-cherà d’affrontare da par suo un impegno dif-ficile che, se superato, spalancherebbe le por-te ad un nuovo campionato nella massima se-rie, magari meno tribolato di quello in corso.

Un Lecce strepitoso ha schian-tato il Catania di Montella e sipone finalmente come candi-dato autorevole per la lotta-salvezza. Dopo la vittoria sul-la Roma, i rimpianti erano as-sai consistenti per via della di-stanza dalle quart’ultime ac-corciata di un solo punto. E ri-trovarsi a -4 dopo aver datouna lezione di calcio ai capi-tolini è stato a dir poco fru-strante. Per non parlare del-l’incredibile vittoria della Fio-rentina sul Milan, giunta alloscadere per lo sconforto diquadra e tifosi. Le previsioni per l’ultima gior-nata di campionato non eranodelle migliori. Il calendario, al-meno sulla carta, non pro-metteva niente di buono. Ba-sti pensare che il Lecce eradato per spacciato per via di unCatania quasi infallibile nellegare giocate al “Massimini-no”. Per non parlare della Fio-rentina, data per sicura vin-cente su un Palermo decima-to dalle assenze. E il Genoa?Bè, i grifoni avrebbero dovutofare un sol boccone del Cese-na di Arrigoni, vera squadra“materasso” del torneo. E, invece, niente di tutto ciò.Solo il Parma ha mantenutofede al pronostico battendoagevolmente il Novara. Men-tre Fiorentina e Genoa nonsono andate oltre il pari nei ri-spettivi impegni. Il Lecce, al

contrario delle rivali, ha saputovincere una sfida dall’impor-tanza colossale ribaltando il ri-sultato. La squadra è entrata incampo motivata come nonmai. Ha ribattuto colpo sucolpo agli attacchi degli etnei.Non ha avuto paura di guar-dare negli occhi l’avversario.Ha sofferto quando c’era dasoffrire ed ha offeso quandoc’era da offendere. Poche vol-te si era assistito ad una dife-sa così solida e concentrata, adun centrocampo razionale e adun attacco mortifero. E pen-sare che il penalty fallito da DiMichele avrebbe potuto am-mazzare per sempre le spe-ranze di uscire vincitori da unincontro bellissimo per inten-sità ed agonismo.

Da menzionare le prove diGiacomazzi, Muriel e Di Mi-chele. Ma è stata la squadra in-tera a entusiasmare, espri-mendo una vocazione al sa-crifici degna dei migliori Lec-ce dell’ultimo ventennio. Ades-so, il Genoa quart’ultimo è asoli due punti di distanza, laFiorentina a tre ed il Parma aquattro. M ciò che più impor-ta è l’aver allargato la zona cal-da, risucchiando Bologna, Ca-gliari, Siena e Palermo. Squa-dra date per salve con troppoanticipo. Come detto il Ge-noa sembra l’avversario piùabbordabile, in quanto la rosaa disposizione di Malesaninon è delle più adatte per unalotta che si preannuncia du-rissima e che probabilmente si

risolverà all’ultima giornata. Per la Fiorentina vale lo stes-so discorso. Anzi, i viola do-vranno riuscire a calmare glianimi di una tifoseria invipe-rita, cosa non facile cono-scendo i supporter toscani.Ma fare la corsa solo su Genoae Fiorentina sarebbe sbaglia-to, in quanto tutte le squadremenzionate soffrono di pro-blematiche che potrebberotrascinarle nel baratro. E orasotto col Napoli: i partenopeisono allo sbando. L’elimina-zione dalla Champions Leagueha fiaccato gli stimoli di unasquadra abituata giocare sul-

l’emotività. L’ambiente non èpiù coeso come un paio dimesi fa e Mazzarri ha rottocon società e parte dello spo-gliatoio. Una vittoria potrebbesancire l’aggancio al quart’ul-timo posto magari scavalcan-do il Genoa e affiancando laFiorentina. I rossoblu sonoattesi da un Milan in ripresa ei toscani dovranno far visita aduna Roma che “vede” il terzoposto. Altre sfide interessantisaranno. Siena-Bologna e Pa-lermo-Parma. Il Lecce devecontinuare a credere nella sal-vezza come e più di prima, as-solutamente.

LE PAGELLEdi Catania - Lecce

La vittoria di Catania ha ridato entusiasmo all’ambiente. Per domenica è atteso il pubblico delle grandi occasioni con almeno 20mila presenze

Il tecnico umbro è preoccupato per la troppa euforia creatasi dopo la vittoria di Catania, ma crede in una vittoria col Napoli

Il Lecce che sfiderà il Napo-li promette di giocare in ma-niera accorta senza conce-dere troppo ai “tre tenori”partenopei. L’obiettivo èquello di sfruttare al megliole ripartenze che gli uominidi Mazzari concederannoinevitabilmente. I ragazzi sigiocano molto e Cosmi stacercando di mantenere l’am-biente sereno. Il Lecce saràschierato a specchio rispetto

al Napoli. Infatti, entrambele compagini adottano il 3-5-2 come sistema di gioco.La formazione giallorossadovrebbe vedere Benassi trai pali; Oddo, Esposito e To-movic in difesa; Cuadrado,Delvecchio, Giacomazzi, Ber-tolacci e Brivio in mezzo;Muriel e Di Michele in avan-ti. Nel caso in cui Bertolacciandasse in panchina, sareb-be Obodo a sostituire Blasi.

BENASSI 7 Quasi ci si stanca a ri-badire che siamo di fronte ad unportiere eccezionale. E pensare chead inizio stagione doveva essere lariserva di Julio Sergio. Somiglia adun grande del passato: FrancoTancredi. Decisivo.ODDO 6 Soffre il giusto gli attacchiavversari, ma non demorde mai.Poche le discese, ma va bene così.Risoluto.TOMOVIC 6 Passo indietro rispet-to alla gara con la Roma, ma nondemerita. Sparagnino. MIGLIONICO 7 Il migliore del re-parto arretrato. Ottimi alcuni anti-cipi, soprattutto di testa. Ritrovato.CUADRADO 5,5 Il recupero dal-l’infortunio è stato forse frettoloso.Fisicamente soffre la verve degli av-versari. Migliora nel secondo tem-po: troppo poco. Stanco.BLASI 7 Un gladiatore in mezzo alcampo. Avesse giocato semprecosì la sua carriera sarebbe statadiversa. “Ispanico”. GIACOMAZZI 6Non bene come sa-bato, ma l’impegno è come sem-pre massimale. Prezioso.DELVECCHIO 7 È lui il leader del-la squadra dopo capitan Giaco-mazzi. Ogni presente in mezzo alcampo, sbaglia poco e niente. Roc-cia.BRIVIO 5,5 Il ragazzo è stanco e sivede. Cerca di sopperire con la ca-rica agonistica, ma ci riesce solo inparte. Affievolito.MURIEL 7,5 Uno spettacolo quan-do parte in progressione. Parestia imparando ad essere più al-truista. Se ci riesce, farà la storia delLecce e non solo. Imprendibile.DI MICHELE 6,5Sbaglia un rigore,ma segna il gol della vittoria. Pim-pante.DI MATTEO 6 Sostituisce Brivio almeglio. Emergente.CORVIA 6,5 Festeggia le 100 pre-senze in A con un gol pesantissimo.Redivivo.BERTOLACCI SVCOSMI 8 Se il Lecce ha grosse pos-sibilità di salvarsi, molto del meri-to è suo. Condottiero.

Cosmi: “Abbiamo alzato la quota salvezza”

Bertolacci al posto di Blasi?

CorviadecisivoMurielimprendibile

Il Lecce è pronto a battere il Napoli

Foto: www.sport.itt

Foto: www.gazzettagiallorossa.it

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Antonio Cagnazzo, coachdi lungo corso dell’Azzurra 85,traccia un quadro della sta-gione appena conclusa, men-zionando punti di forza e criti-cità. Come giudica la stagionedelle vostre squadre?Anche quest’anno l’Azzurra ‘85del Presidente Nicola Donno haonorato tutti i campionati di ca-tegoria giovanili femminili conbuoni risultati, non ultimo ilprimo posto nel girone dellaformazione Under 14 guidatadal tecnico Gabriele Dell’Anna.Per il resto abbiamo disputatoanche un campionato di se-conda divisione femminile,dove hanno fatto esperienza lepiccole provenienti dai settorigiovanili, alle quali sono stateaffiancate un paio di atlete unpo’ più esperte a dar loro unamano. A tutto questo si associal’ennesima partecipazione del-la Società al campionato re-gionale femminile di serie Dcon la squadra maggiore. Leatlete guidate dai tecnici Ales-sandro Donno e Raffaele Or-landi, e dal dirigente AntonioBenenati, si sono ben com-portate conquistando all’ultimagiornata di campionato il di-ritto di poter partecipare ancheper la prossima stagione allostesso torneo. È inutile na-scondere che le aspettative era-

no un po’diverse all’inizio datoche si puntava ai playoff. Quali sono gli atleti che sisono messi maggiormen-te in mostra?Senza che le altre atlete me nevogliano, vorrei nominare sututte due persone che ho avu-to il piacere di poter allenare sin

da piccole nel minivolley, epiù precisamente Chiara Vin-ciguerra e Martina Bruno chequest’anno faranno parte ri-spettivamente della rappre-sentativa Regionale e della rap-presentativa Provinciale. Spe-ro possano arrivare semprepiù in alto.

In cosa devono migliora-re?Precisando che si tratta di dueragazze di 13 e 14 anni, hannoancora tanto da migliorare.Spero che loro abbiano vogliadi imparare e che chi le segui-rà possa aiutarle a miglioraretecnicamente.

Cosa pensa dell’intero“movimento” nella cittàdi Lecce?Cinque o sei società in una cit-tà di 100mila anime sono tan-te, ma comunque l’importanteè far fare sport ai ragazzi e alleragazze. Il mio sogno sarebbepoter avere una squadra a Lec-ce che partecipasse ad un cam-pionato Nazionale, e che tuttela società lavorassero in sim-biosi per far crescere bene i set-tori giovanili in funzione dellaprima squadra. Scusatemi, stosognando. Quali sono i punti critici?I punti critici sono, come al so-lito, la gestione delle strutturesportive: ci sono tanti costi dasopportare per poterci staredentro e ci sono palestre bel-lissime che non vengono nem-meno date in gestione alle so-cietà affiliate. Poi, bisogna an-che dover rispettare delle pre-se di posizione assurde da par-te dei direttori didattici chepreferisco non raccontare, al-trimenti potrei urtare la lorosuscettibilità. Quali sono i propositi perla prossima stagione?Propositi? Non lo so, è un po’presto. Vedremo. Intanto, au-guro un buon fine campionatoalle società impegnate nei cam-pionati in corso e buone va-canze a chi ha già finito.

14 14 aprile 2012

SportVOLLEY

La tappa provinciale del“Campionato promozionaledi Tennis Under 8” ha ri-scontrato un grande successo,al di là delle più rosee previ-sioni. Folta la partecipazioni dipiccoli campioni in erba uni-ta a quella dei chiassosissimiparenti pronti ad applaudiread ogni colpo vincente i lorobeniamini. La gara permetterà alla squa-dra vincitrice di accedere allagrande finale di MacroareaSud che si svolgerà a Pizzo Ca-labro il prossimo giugno. Lavittoria è stata appannaggiodell’equipe del Circolo Tennis“Mario Stasi” di Lecce com-posta da Martina Cudaz-zo, da Vittorio Imparato eda Alessia Curri, tutti gui-dati dall’istruttore TommasoMannarini (nella foto). Come previsto, Martina Cu-dazzo “campioncino” di soli 5anni, (la più piccola del tor-neo), ha sciorinato un ottimotennis dimostrando un talen-to difficilmente riscontrabile aquell’età. Martina immaginaun futuro da tennista profes-sionista, come naturale chesia. E pare che i presupposti cisiano tutti, visto che que-st’anno si è già classificata alprimo posto nel raking pro-vinciale Under 10 “RacchettaAzzurra”.

Anche se con un pizzico di rammarico, il tecnico dell’Azzurra 85 sidice sostanzialmente soddisfatto della stagione appena conclusa

Antonio Cagnazzo: “Sogno una squadrache partecipi al campionato nazionale”

Vito Rossini, portiere chevanta alcune stagioni neicampionati di calcio federali,racconta della sua esperienzapur breve nell’A.S.Cu.S. Lec-ce, sodalizio del “Campiona-to di Calcio per non vedenti”,e traccia una breve cronisto-ria del “movimento” dopoche la compagine salentina siè imposta con un roboante 5-0 nel derby contro i cugini delBari. Un risultato che ha esal-tato il gruppo, “perché il der-by è sempre il derby, soprat-tutto quando si tratta di af-frontare la squadra del capo-luogo di regione. Quest’espe-rienza mi è piaciuta tantissi-mo, molto più di quanto im-maginassi all’inizio“, ha di-chiarato Rossini. L’attività effettiva muove isuoi primi passi il 16 dicem-bre 1985, quando in città ven-

ne organizzata una primapartita amichevole propriocontro il Bari. “Il risultato diquella sfida fu di uno a zeroper il Lecce -ricorda Rossini-. Da allora si intensificaronopartitelle amichevoli e tor-nei con altre rappresentative.Tant’è che nella primavera del1986, a Lecce, si diede vita adun quadrangolare fra la squa-dra locale, la Roma, l’Empo-li ed il Bari. La vittoria fu ap-pannaggio del Lecce”. Il fe-nomeno andò intensifican-dosi fino ad arrivare al 1990con la nascita del campiona-to nazionale di Calcetto pernon vedenti Uisp. “Nello stes-so periodo -aggiunge il por-tiere- a Lecce nasceval’A.S.Cu.S, quale punto di ri-ferimento importante per tut-te le manifestazioni sociali,culturali e sportive del terri-

torio”. A partire dal 2001,tutto il movimento del calcioper non vedenti è entrato a farparte delle discipline sporti-ve gestite dal Comitato Ita-liano Paralimpico. “A chi consiglio questo sport-sostiene Rossini-? Consi-glierei di aderire a tutti i so-stenitori del Lecce, questi ra-gazzi amano la loro magliaallo stesso modo e forse anchedi più dei giocatori di serie A.Per loro non è soltanto unsemplice divertimento, mauno stimolo per andare avan-ti, ci credono veramente esono a tutti gli effetti unavera squadra. Sarebbe moltoeducativo per le famiglie e peri ragazzi che credono che ipropri problemi siano insor-montabili, ma che in effettipossono risultare veramenteirrisori. Quali sono le diffe-

renze col calcio standard? Ri-guardano il fatto di non potervedere la palla, ma poterlasentire attraverso dei sonagliinseriti nel pallone che lorendono più pesante e difficileda controllare nelle traietto-rie. Il portiere gode di unraggio di azione limitatissimo,non potendo assolutamenteuscire dalla sua area di com-petenza, altrimenti provo-

cherebbe un rigore a suo sfa-vore. Le regole che poi sonoutilizzate sono quelle del cal-cetto -conclude entusiastaRossini- e l’unica guida a fa-vore dei giocatori è l’allena-tore o chi di competenza die-tro la porta avversaria perindirizzare i giocatori a rete.Per quanto invece riguarda lafase difensiva, è il portiere agestirla”.

L’A.S.Cu.S. Lecce schianta il Bari con un eloquente 5-0

La baby-atleta delCircolo “MarioStasi” di Leccebrilla nella tappaprovinciale del“Campionatopromozionale diTennis under 8”

Il portiere Vito Rossini: “Consiglio questo sport a tutti coloroche credono i loro problemi insormontabili, ma che in realtàsono irrisori”

La piccola MartinaCudazzonuova stelladel tennis

TENNIS

CALCIO PER NON VEDENTI

foto www.ilpaesenuovo.it

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15 14 aprile 2012

STORIE DELL’ALTRA LECCE

I tarantini naturalizzati a Lecce hanno deciso di fondareun'ambasciata all'ombra del barocco. I membri sono già 120

Si sa, serve una missione di-plomatica per affinare i rap-porti tra popoli vicini, persciogliere i difficilissimi nodidi confine, per regolare l’an-nosa questione del limite edella frontiera. Si sa, serve tatto e savoir-fai-re per gestire rivalse e cal-mierare velleità, ma capitache l’arte antica della diplo-mazia giovi anche come tra-mite e dove c’è il confine l’eser-cizio della stessa, invece dialzare e rinforzare l’argine,trasformi il limite in soglia.Capita a Lecce, al civico 74 divia Libertini. Qui un gruppo folto quantodeterminato di 120 associatiha istituito l’ “Ambasciata diTaranto“ e anche se quelli chechiamano “i due popoli“ sonodivisi da soli 85 km di stradaa quattro corsie (tempo dipercorrenza due ore scarse),qua non si gioca affatto. L‘idea nata circa due mesi fasi è concretizzata in una verae propria ambasciata con tan-to di statuto, consiglieri e unconsole/ambasciatore, il ca-valiere Luigi Delicato, cheamministra con rigore ed av-vedutezza l’intera faccenda. L’intento dei 120 membri,tutti tarantini d’origine maresidenti a Lecce anche dagenerazioni, è quello di fun-gere da faro per il popolo ta-rantino fuori porta e poterindirizzare, grazie all’espe-rienza maturata sul territorio,il conterraneo nella scelta del-la vacanza, nella ricerca lavo-rativa, nell’offerta formativaed in qualsivoglia necessità osfizio il paisà dovesse mani-festare in cotanta terra stra-niera. Lecce è da sempre meta pri-vilegiata dei tarantini, ci rac-contano in ambasciata, e que-

sta sorta di rito emigratorioconsolidato meritava una spe-cie di ufficio informazioni cuirivolgersi per avere dritte suun territorio amico battutoda decenni; non solo, la Dele-gazione si propone altri e piùalti propositi, primo fra tutti il“gemellaggio culturale”. Le somiglianze delle due cit-tà, le affinità storico-cultura-li, i costumi assonanti valgo-no bene lo studio ed il raf-fronto volto alla riscopertadelle radici comuni e dellepeculiarità di ogni singola re-altà. Si evidenzia l’indole cul-turale di quella che in realtà èun’associazione, già membroeffettivo di “Lecce città d’Ar-te”, che tira in ballo i Messa-pi prima come trait d’union esolo poi come storico esempiodi magistrale civiltà.Appare palese il desiderio,non più sopprimibile, di met-tere in competizione Lecce eTaranto in una gara che abbiail sapore della comunione,della contitolarietà, dove alrosone di Santa Croce, coisuoi infiniti vezzi, corrispon-da il collega in San Domenico,dove ai reperti archeologici delmuseo “Castromediano” fac-ciano eco i concorrenti delmuseo Nazionale Archeolo-gico di Taranto, dove alla mae-stria dei nostri secolari scal-pellini si raffronti l’arte dellaceramica e, dulcis in fundo, alpasticciotto rimbrotti, perchéno, la cozza.Una vera e propria missionediplomatica presa con la ne-cessaria serietà ed all’insegnadella compartecipazione e del-l’integrazione, e se per casodovesse fallire, allora si sa-rebbe almeno provato ricor-dando sempre che comunqueambasciator non porta pena. Chiara Murri dello Diago

Tarantini tra orgoglio e saudadeAnno I - n. 12Reg. Trib. Lecce n. 3 del 24.01.2012

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Ben trovati!Anche questa Pasqua è Passata, noncome l’avremmo voluta, soleggiata ecalda, ma tant’è… Di sicuro non ci sia-mo fatti sfuggire un pezzo di agnellodi pasta di mandorle, né una fetta dicolomba, per non parlare di paste alforno, cannelloni etc.Per cui ora ci sta proprio bene una bel-la settimana “verde”! Vi voglio dare laricetta di una bella insalatona che puòessere anche piatto unico, ma appe-titoso. Se avete dubbi, scrivetemi a [email protected]. Alla prossima!

Rubrica di cucina a cura di Anna Maria Chirone ArnòIl Gusto del Tacco La ricetta della settimana

Insalata mimosa

Ingredienti per 4 personeUn mazzo di asparagi freschi 4 patate medie 4 uova sode Olio extra vergine salentinoSale, pepe, erba cipollina Un cucchiaio di capperi dissalati Succo di ½ limone

PreparazioneCuocete le patate intere sbucciate a vapore. Intanto pulite benegli asparagi, raschiamo il gambo finale con il pelapatate. La-vateli, legateli a mazzetto e cuoceteli in poca acqua bollentesalata, in modo che le punte ne siano fuori, con il coperchio per5 minuti. Sgocciolateli ed asciugate con carta da cucina. Tagliatelia tocchi lunghi 5/6 cm.In un piatto da portata poggiate le patate tagliate a fette spes-se mezzo centimetro. Posatevi sopra i pezzi di asparagi, con-dite tutto con una citronette (fatta con 3-4 cucchiai di olio,sale, pepe macinato fresco, il succo di limone), unite poi l’er-ba cipollina tritata e i capperi. Cospargete con i tuorli e gli albumi tritati separatamente e gros-solanamente.

Taranto - castello aragonese

Lecce - anfiteatro di piazza S. Oronzo

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16 14 aprile 2012