geografia economica politica

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Ot.CONCETTI FONDAMENTALI DELLA GEOGRAFIA SPAZIO Il termine GEOGRAFIA deriva dal greco e significa descrizione della terra L’uomo sin dall’antichità descrive il mondo per poterlo conoscere, utilizzare, possedere e modificare. La geografia fa parte di quelle attività che ci portano ad utilizzare lo spazio e a vivere nel tempo Una prima sistemazione organica dello spazio ci viene data da Hall T. Hall, fondatore della semiologia e della prossemica, nel volume “La dimensione nascosta” esamina cosa siano lo spazio personale e sociale e come l’uomo li percepisca. Secondo Hall, la distanza è l’elemento principale nella definizione dello spazio: la distanza cambia e assume valori diversi per ogni modello culturale, possiamo avere una distanza intima, sociale reg olata da “linee di dominio”, pubblica. L’ignoranza del linguaggio spaziale può portare l’uomo alla sua distruzione. ESEMPIO: Uno studio effettuato sui topi ha mostrato come questi, allo stesso modo degli esseri umani, in uno spazio chiuso, tendono a mantenere salde le gerarchie, non tollerano il disordine, hanno bisogno di zone e momenti di solitudine. Lo spazio ristretto porta ad una moria dei soggetti più deboli della colonia. Lo spazio è esplorato dall’uomo mediante ricettori di distanza e ricettori immediati. Ricettori di distanza Ricettori immediati Mettono a fuoco lo spazio visivo, uditivo e olfattivo Mettono a fuoco lo spazio termico e tattile Muovendosi nello spazio l’uomo non coglie una realtà oggettiva ma soggettiva, e vi è una distanza percettiva minore se l’interazione tra gli individui avviene tra la stessa razza. Le distanze possono essere: Distanza intima Distanza sociale Amplesso e Lotta, Conforto e Protezione Affari sociali, incontri occasionali PERCEZIONE In geografia, la percezione ambientale riguarda lo studio delle relazioni tra l’uomo e il territorio Un’interpretazione prettamente geografica comporterebbe risultati riduttivi ed è per questo che si sviluppa uno stretto connubio tra la geografia e psicologia, con lo scopo di studiare la relazione tra le azioni umane e le percezioni individuali dell’ambiente. La ricerca geografica fa uso di cinque categorie di tecniche proiettive: Associazione (un concetto si associa ad un altro concetto, luogo ad un luogo per similitudine) Costruzione (noi costruiamo i nostri concetti a in base alla nostra consocenza) Completamento (Cerchiamo di completare con la nostra conoscenza quello che non c’è) Scelta o riordinamento Espressione (possiamo creare una percezione attraverso la letteratura, arte, etc) Campionamento L’interesse degli studi è quindi rivolto all’ambiente, un concetto vicino agli studi sulla percezione spaziale, ma da non confondere con esso: La percezione dello spazio riguarda esplicitamente gli oggetti dello spazio, che sono necessariamente osservati da un soggetto; Di un ambiente invece non si può essere i soggetti, l’ambiente può essere solo esplorato. Il comportamento esplorativo è il punto centrale dello studio della percezione dell’ambiente, in quanto esso non ha confini prefigurati di spazio e di tempo. Geografi e architetti hanno puntato l’attenzione sugli ambienti quotidiani, ogni individuo crea proprie mappe mentali di una città, affermando che la percezione è individuale. Divisibili in cinque livelli di analisi: Impressione affettiva (la nostra emozione detta il significato di quella “città” “cosa” “ambienti”) Orientamento (Dipende dall’ambiente in cui ci si trova Categorizzazione (L’ambiente può essere distinguibile in basi alle categorie, uffici,

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Geografia ed economia

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Page 1: Geografia economica politica

Ot.CONCETTI FONDAMENTALI DELLA GEOGRAFIA

SPAZIO

Il termine GEOGRAFIA deriva dal greco e significa descrizione della terra L’uomo sin dall’antichità descrive il mondo per poterlo conoscere, utilizzare, possedere e modificare. La geografia fa parte di quelle attività che ci portano ad utilizzare lo spazio e a vivere nel tempo Una prima sistemazione organica dello spazio ci viene data da Hall

T. Hall, fondatore della semiologia e della prossemica, nel volume “La dimensione nascosta” esamina cosa siano lo spazio personale e sociale e come l’uomo li percepisca. Secondo Hall, la distanza è l’elemento principale nella definizione dello spazio: la distanza cambia e assume valori diversi per ogni modello culturale, possiamo avere una distanza intima, sociale regolata da “linee di dominio”, pubblica.

L’ignoranza del linguaggio spaziale può portare l’uomo alla sua distruzione.

ESEMPIO: Uno studio effettuato sui topi ha mostrato come questi, allo stesso modo degli esseri umani, in uno spazio chiuso, tendono a mantenere salde le gerarchie, non tollerano il disordine, hanno bisogno di zone e momenti di solitudine. Lo spazio ristretto porta ad una moria dei soggetti più deboli della colonia.

Lo spazio è esplorato dall’uomo mediante ricettori di distanza e ricettori immediati.

Ricettori di distanza Ricettori immediati

Mettono a fuoco lo spazio visivo, uditivo e olfattivo Mettono a fuoco lo spazio termico e tattile

Muovendosi nello spazio l’uomo non coglie una realtà oggettiva ma soggettiva, e vi è una distanza percettiva minore se l’interazione tra gli individui avviene tra la stessa razza. Le distanze possono essere:

Distanza intima Distanza sociale

Amplesso e Lotta, Conforto e Protezione Affari sociali, incontri occasionali

PERCEZIONE

In geografia, la percezione ambientale riguarda lo studio delle relazioni tra l’uomo e il territorio Un’interpretazione prettamente geografica comporterebbe risultati riduttivi ed è per questo che si sviluppa uno stretto connubio tra la geografia e psicologia, con lo scopo di studiare la relazione tra le azioni umane e le percezioni individuali dell’ambiente. La ricerca geografica fa uso di cinque categorie di tecniche proiettive:

Associazione (un concetto si associa ad un altro concetto, luogo ad un luogo per similitudine)

Costruzione (noi costruiamo i nostri concetti a in base alla nostra consocenza)

Completamento (Cerchiamo di completare con la nostra conoscenza quello che non c’è)

Scelta o riordinamento

Espressione (possiamo creare una percezione attraverso la letteratura, arte, etc)

Campionamento

L’interesse degli studi è quindi rivolto all’ambiente, un concetto vicino agli studi sulla percezione spaziale, ma da non confondere con esso: • La percezione dello spazio riguarda esplicitamente gli oggetti dello spazio, che sono necessariamente osservati da un

soggetto; • Di un ambiente invece non si può essere i soggetti, l’ambiente può essere solo esplorato. Il comportamento esplorativo è il punto centrale dello studio della percezione dell’ambiente, in quanto esso non ha confini prefigurati di spazio e di tempo. Geografi e architetti hanno puntato l’attenzione sugli ambienti quotidiani, ogni individuo crea proprie mappe mentali di una città, affermando che la percezione è individuale. Divisibili in cinque livelli di analisi:

Impressione affettiva (la nostra emozione detta il significato di quella “città” “cosa” “ambienti”)

Orientamento (Dipende dall’ambiente in cui ci si trova

Categorizzazione (L’ambiente può essere distinguibile in basi alle categorie, uffici,

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case,negozi)

Sistematizzazione Manipolazione

Lo studio di questi livelli consente di mettere in discussione l’affermazione riduttiva secondo la quale l’uomo agisce sull’ambiente e l’ambiente sull’uomo, l’uomo in azione non è contrapposto ad un mondo che lo circonda e non è qualcuno che agisce “in” un mondo, ma è un’azione “del” mondo e “nel” mondo a cui l’uomo appartiene. Le immagini dello spazio che gli uomini hanno, dipendono da come si percepisce lo spazio circostante e la visione che ne deriva è unica, individuale ed è il prodotto di una complessa commistione di valori politici, sociali, culturali, economici, ma anche di pregiudizi e stereotipi

L’analisi del comportamento umano nello spazio deve prendere in considerazione contemporaneamente molteplici fattori: la conoscenza della mappa, l’attrattività dei luoghi, le dimensioni, gli ostacoli, i percorsi, i sistemi di comunicazione, nonché l’età, il sesso e l’occupazione.

TEMPO

Raramente è considerato il collegamento spazio-tempo, non tenendo conto del fatto che il tempo contribuisce alla costruzione di spazi specifici.

Analizzando in precedenza la distanza di Hall, essa, non fornisce un concetto temporale,

Mentre quando si parla del tempo bisogna descrivere gli intervalli. Nella geografia umana si definiscono quattro tipo di spazio:

Spazio vocazionale Spazio sperimentale

La localizzazione spazio-tempo La localizzazione e sperimentazione spazio-tempo

I concetti di localizzazione si riferiscono a qualcosa di fisicamente controllabile, mentre con sperimentale ci si riferisce a concetti personalizzati che ciascuno ha, su: vicino, lontano, veloce lento. Lynch analizza i collegamenti tra il tempo interno e esterno:

Tempo esterno Tempo interno

Biologico, ciclico: giorno e notte, caldo e freddo, rumore e silenzio

contiene un proprio passato, presente e futuro - concetti indispensabili per mettere in un certo ordine gli avvenimenti della vita

Il filo conduttore che lega il passato al presente e lo riflette anche nel futuro è la Memoria:

Memoria individuale Memoria collettiva, attraverso la quale viene costruita la radice, la storia di un gruppo umano

Memoria spazio-temporale, è un incrocio tra spazio-tempo-immagini ed è una costruzione che travalca la vita degli uomini e la sopravvivenza di una collettività

La Scuola di Lund offre gli studi più interessanti sul tempo.

Si parte dalla delimitazione di una porzione di spazio in misura variabile, a seconda dell’interesse del ricercatore, e dal trattare ogni avvenimento o oggetto interno a questo spazio come flusso spazio-temporale di organismi ed oggetti Partendo dall’unità più piccola gli individui tracciano nello spazio e nel tempo una serie di itinerari per tutta la durata della loro esistenza biologica L’estensione del tempo rapportato alla durata della vita di uno o più individui consente di seguire la biografia o le biografie in un’area limitata La geografia del tempo si applica a molti temi: localizzazione industriale, l’alienazione, gli impatti tecnologici, la struttura sociale Si tratta di comprendere la società moderna, attraverso l’esplorazione dei rapporti tra uomini, tra l’uomo e gli elementi dell’ambiente naturale e tra l’uomo e gli oggetti

STRUMENTI CARTOGRAFICI

Lo strumento principale della geografia è la carta geografica L’uso della cartografia risale all’inizio dell’umanità come rappresentazione primitive su alberi o roccia, o indicazioni del vento, correnti e lunghezza di percorsi La carta geografica è fondamentale per fissare nella memoria i propri itinerari e le proprie direzioni

Anassimandro da Mileto (VI sec. A.C) Strabone da Amasia (I sec. D.C)

Page 3: Geografia economica politica

ha elaborato la prima cartografia intesa in senso moderno - si trattava di una carta circolare, circondata dall’oceano con al centro il Mar Mediterraneo: • Al centro della Terra viene posizionata una città,

un’unica grande piazza che ripercorre la polis greca con l’agorà, il luogo degli incontri, della democrazia, un luogo importante nella struttura urbana

scrive una Geografia dei viaggi che vengono filtrati e l’oggettività e l’esattezza diventano indispensabili per la descrizione della Terra

Attraverso gli strumenti cartografici si cerca di descrivere in termini fisici, la localizzazione nello spazio, l’estensione areale e la durata nel tempo. Si parte dalla delimitazione di una porzione di spazio, a seconda dell’interesse del ricercatore. Partendo dall’unità più piccola (rappresentato dal singolo individuo, dai suoi progetti ed azioni in un luogo determinato), gli individui tracciano nello spazio e nel tempo una serie di itinerari per tutta la durata della loro esistenza biologica

Con l’espansione dell’Impero romano si amplia la conoscenza del Mondo, attraverso la costruzione di strade militari e di città sui confini Con l’esercito romano camminavano i mensores, persone deputate a misurare, a censire, a fare i primi rilievi catastali attraverso i quali era possibile conoscere l’importanza e la qualità dei territori conquistati Iniziata da Cesare e completata sotto Augusto, fu collocata sotto un portico romano la mappa del Mondo allora conquistato, per consentire ai cittadini romani di avere un’idea precisa dell’imponenza della conquista romana

Marino da Tiro introduce due concetti fondamentali:

Il concetto di latitudine e longitudine misurate in gradi e non stadi - la misura attraverso la quale i mensores misuravamo la Terra di Roma;

La prima proiezione cartografica, quella cilindrica: un tentativo di ridurre a carta una sfera qual è la Terra

Evoluzione degli strumenti cartografici: Le carte di quel periodo avevano funzioni pratiche, erano itinerari, servivano a precisare le distanze, a censire i

territori conquistati Nel V sec. D.C. si ritorna in un mondo di fantasie e di religione: le carte precise sono sorpassate da carte

fiabesche dove il Mondo è di nuovo il cerchio e nel mezzo ritorna il Mare Mediterraneo. (carte cristiane hanno al centro Gerusalemme)

Con l’invenzione della bussola e con le crociate vengono introdotte le carte nautiche Nel XV secolo, attraverso la stampa, la cartografia si diffonde sempre di più con la conoscenza perfezionata del

mondo La prima carta fisica fa nascere i geografi puri che si contrappongono a quelli di corte: tra la fine del ‘800 e

l’inizio del ‘900 il sapere geografico si trova diviso tra geografia fisica e geografia umane e le carte diventano sempre più tematiche

Oggi la rappresentazione della superficie terrestre si esegue attraverso le elaborazioni di rilevamenti eseguiti sia al suolo sia da aerei o satelliti

Sono sempre le carte manipolate ed elaborate in base a scelte motivate di proiezioni cartografiche

IL CONTESTO DELLA GEOGRAFIA ECONOMICA E POLITICA

La Geografia è divisa in due principali settori:

Geografia fisica Geografia umana

è la descrizione della Terra, dei suoi aspetti fisici, morfologici, geologici, vulcanici, ambientali, climatologici - tutto ciò che fa parte della struttura della terra

nel centro della sua analisi c’è l’uomo ovvero l’interazione tra l’uomo e la Terra - i rapporti tra l’uomo e i vulcani, tra l’uomo e il mare, tra l’uomo e il deserto, tra l’uomo e la città

Geografia umana e si distingue varie sottodiscipline:

Geografia urbana Geografia della popolazione

studia le città, le sue strutture e le sue dinamiche

studia i grandi temi legati alle migrazioni, ai popoli nomadi e quelli stanziali con forti intrecci con la demografia e la statistica

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I rami più importanti della Geografia umana sono la Geografia politica e Geografia economica

GEOGRAFIA POLITICA GEOGRAFIA ECONOMICA

sottolinea l’aspetto politico - per molto tempo essa illustrava come le caratteristiche

fisiche della terra influenzassero i modi un cui l’umanità suddivideva il mondo in unità politiche quali Stati e gli imperi

- oggi il suo significato è cambiato: nella prospettiva moderna, secondo la quale la conoscenza non può essere facilmente separata dal potere, il termine di geografia politica è diventato lo studio di come la politica influenzi la geografia

studia la localizzazione, la distribuzione e l’organizzazione spaziale delle attività economiche sulla Terra. - la distribuzione delle attività economiche dipende dai

molteplici fattori (ambientali, sociali, politici, storici, climatici).

- secondo i temi che tratta, la Geografia economica si può suddividere in: Geografia delle materie prima, dell’agricoltura Geografia dell’industria, del commercio, trasporti

La Geografia è al confine con varie discipline: politologia, relazioni internazionali, economie, storie, statistica, demografia, psicologia, antropologia Nello studio della Geografia un ruolo importane spetta al Geografo:

Geografo viaggiatore Geografo a tavolino

Sono i geografi da terreno, autori delle grandi esplorazioni del passato, della ricerca di ricchezze e della conquista delle terre; oggi cercano i dati delle osservazioni direttamente dei luoghi e rileggono i luoghi con rispetto alle culture locali.

analizza e compara il mondo attraverso scritti altrui, viaggia con la mente

I geografi sono riuniti in organizzazioni scientifiche ed accademiche: in Italia sono due le principali Società geografiche - la Società Geografica Italiana a Roma e la Società di Studi Geografici a Firenze

ALTRI STRUMENTI E METODI

La cartografia è uno dei principali strumenti per i geografi - ogni Stato ha la sua cartografia ufficiale

Ogni carta riflette un punto di vista, riprende la visione centrica di ogni Stato: ad.es. le carte italiane proiettono l’Italia al centro, con dimensioni notevoli, mentre la Cina è rappresentata con dimensioni minori, entrambe inesatte

Per ovviare a tal problema vi è la Carta di Peters, che conserva l’equivalenza delle aree e una più corretta dimensione del mondo. Il sapere geografico e la cartografia sono anche uno strumento di propaganda:

Durante il colonialismo gli atlanti dei Paesi ingrandivano le colonie allo scopo di enfatizzare la potenza e la supremazia dello Stato

Durante la Guerra Fredda gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica usavano la cartografia per diminuire le dimensioni dell’avversario e per aumentare le proprie

La cartografia può essere filtrata dai servizi militari: in periodi bellici ci possono essere dei veri falsi . Le città strategiche vengono spostate di molti chilometri se non tolte dalla carta

Oggi la carta si realizza da rilievi aerei ed elaborati con sistemi informatici come il GIS: può avere diffetti di interpretazione ma generalmente si tratta di un’ottima carta. Paul Vidal de la Blache (1845-1918) - Geografo francese: fondatore della geografia umana francese indica la successione metodologica per classificare i fenomeni geografici:

DESCRIVERE - descrivere il mondo è la geografia stessa, è la sua definizione. Descrivere in greco ha un duplice significato: descrivere con le parole e disegnare;

DEFINIRE - definizioni sono le partizioni scelte da indicare sulla carta e le partizioni dei fenomeni da studiare

CLASSIFICARE - è un modo per impadronirsi dei concetti: i concetti che vanno elencati, una modalità per memorizzare

DEDURRE - la geografia è una scienza deduttiva: dalla realtà che si osserva si deducono le teorie, ragionando in termini comparativi da un luogo del mondo ad un altro

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STORIA DEL PENSIERO DELLA GEOGRAFIA POLITICA

RADICI

La Geografia politica è il settore della geografia che più risente del momento storico, in quanto la vede protagonista di continui e vistosi mutamenti: la sua evoluzione o involuzione, può essere letta al passo con la corrispondente evoluzione/involuzione dei sistemi politici in cui essa è nata e si è sviluppata Nascita della Geografia Politica

PLATONE - studiava come dare la forza ad Atene; attraverso la “Repubblica” egli esprimeva le basi morali e costituzionali dell’unità politica ideale; con le “Leggi” ricercava la forma ideale dell’uso del territorio

ARISTOTELE - il suo modello di Stato ideale tratta i problemi legati alla dimensione ideale della popolazione e dell’area urbana, considerazioni strategiche ed economiche IBN-KHALDUN (1332-1406) - filosofo e storico nord africano: si è occupato di contrapposizione tra i popoli nomadi e stanziali, tra il mondo della libertà e del movimento e la città. Gli Stati formati da popoli nomadi venivano interpretati come una tappa precedente a quella degli Stati dei popoli sedentari

Della Geografia politica si sono occupati: CICERONE - studia le problematiche relative alla locazioni come la vulnerabilità di Cartagine, Corinto e la Grecia (Stati marittimi) VITRUVIO e GALENO - trattano gli abitanti delle terre nordiche e mediterranee attraverso il clima che influisce sulle loro caratteristiche fisiche e psichiche Con la fine del 1500 si tenta di dare un quadro organico delle relazioni tra Stato e territorio

La relazione fondamentale diviene quella che lega la geografia, la politica e la volontà di Dio: Dio aveva diviso gli uomini in vari ambienti culturali per creare una divisione del lavoro che portasse come conseguenza il commercio e la interdipendenza Fino alla metà del 1700 gli studiosi ritenevano che il clima rimaneva un fattore di grande importanza, mentre con la nascita della moderna Geografia politica con l’opera di FRIEDRICH RATZEL “Politiche Geographie” - la sua “geografia dello Stato” ben consolidata in Germania diventa come unica e vera alternativa alla geografia di Stato Gli studi geografici erano basati anche su due autori tedeschi, fondatori della geografia moderna: Alexander von Humboldt e Karl Ritter

ALEXANDER VON HUMBOLDT (1769-1859) è un geografo viaggiatore che descrive le culture locali con senso critico, vivacità e profondità, nel suo libro, “Viaggio alle Regioni equinoziali del Nuovo Continente” fornisce inoltre, le nozioni sul magnetismo dei poli, sui vulcani e le rocce delle Americhe.

KARL RITTER (1779-1859) geografo a tavolino, Studia le scienze naturali e trae dalla storia la geografia, in quanto comprende che i luoghi hanno condizionato ed influenzato la storia. Si occupa inoltre delle relazioni tra la superficie terrestre e l’uomo mettendo particolarmente in evidenza i fattori sociali e storici rispetto all'ambiente geografico

F.Ratzel, il fondatore della Geografia politica

La produzione di Ratzel è vasta, riguarda infatti quasi tutto il dominio delle scienze geografiche “umane” del suo tempo. La sua opera più importante è “Politiche Geographie” e “Antropogeograpihie”. Lo stato viene considerato da Ratzel alla stregua di un organismo biologico, determinati in termini di posizione, di spazio, di limiti risentendo molto delle teorie deterministiche di Darwin sulla selezione naturale. Lo stato inteso come organismo non è mai statico bensì dinamico, e provocando una tendenza ad espandersi per conquistare nuove aree: con l’integrazione e la fusione si realizza un concetto indispensabile di stabilizzazione e coesione dei vari elementi che caratterizzano uno stato, religione, società, economia. L’elemento dello sviluppo è il territorio, la dimensione dello stesso ne caratterizza l’evoluzione. La dimensione iniziale è determinata dall’ambiente fisico (Lo stato sarà più grande, perché saranno maggiormente le steppe, minore quando vi saranno foreste tropicali) Tutto questo movimento crea un espansione individuata in fattori positivi come il commercio, il traffico e ogni genere di movimento.

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Il processo di mutamento territoriale, secondo la teoria ratzeliana, segue un modello preciso. Stati più grandi devono unirsi con quelli più piccoli, in primis con quelli più ricchi e vicini, dopo con i meno ricchi e lontani. (Esempio: Colonizzazione in africa ed in asia, pur eseguendo la linea della meno resistenza). L’organicismo per Ratzel ha una dimensione verticale. Ovvero avvenivano sempre più relazioni tra lo Stato e il suo ambiente fisico: la popolazione entrava in una relazione affettiva con il territorio che aumentava il suo significato politico

Bisogna tuttavia ricordare che Ratzel non fa riferimento ad una competizione tra stati con l’uso delle armi, anzi sottolinea come l’esistenza e la valorizzazione di ampie aree libere, possa ridurre le regione di potenziale conflitto.

Non si afferma inoltre che l’espansione territoriale dovesse diventare l’unica preoccupazione degli Stati. Si evince piuttosto una “coscienza europea” che al di là delle divisioni nazionali poteva incoraggiare la tendenza all’unità. Ratzel è particolarmente influenzato dalla potenza della Germania, che presto attraverso una politica militare aggressiva l’aveva resa la potenza più forte dell’Europa. Lo sviluppo economico grazie alla rivoluzione industriale ed il rafforzamento territoriale con le conquiste in Africa, Oceano Pacifico.

GEOGRAFIA NAZIONALE

L’opera di Ratzel, pur conosciuta in molti ambienti scientifici e politici ebbe una diffusione scientifica minore di quanto ci si poteva attendere. FRANCIA

DE LA BLACHE geografo francese (1845-1918) si oppone al determinismo di Ratzel. Dal suo punto di vista l’uomo era un fattore geografico come la natura, capace di interagire con il paesaggio. Nel 1870 contrappone quest’idea possibilista a quelle deterministe di Ratzel.

VALLAUX (1870-1945) - allievo di Vidal de la Blache, sostiene che l’influenza dei caratteri fisici non era decisiva per la formazione e l’evoluzione degli Stati bensì la loro differenziazione regionale. Al concetto di spazio sostituiva quello di posizione; la “coscienza dello spazio” ratzeliana viene vista come un’ideologia di consenso alle idee espansionistiche della Germania

GRAN BRETAGNA

MACKINDER (1861-1947) è il geografo inglese più importante. Distingue Stati-potenze marittime e Stati-potenze continentali, ipotizzando l’esistenza, nei continenti antichi, di un nucleo centrale che non consentiva l’accesso alle potenze marittime. Il nucleo era circondato da due cinture, una esterna e una marginale e le grandi potenze entravano in conflitto per prendere possesso di esse. La regione perno viene individuate nell’Europa Orientale definita Heartland, ed un’antica profezia dichiara che chi possiede tale perno comanda il mondo. La teoria cambia col tempo e si riduce la profezia, “Chi domina l’Heartland domina l’Europa orientale”. Mackinder cerca di creare un modello, di teorizzare la realtà che sta osservando, creando una prospettiva inedita nei rapporti internazionali

STATI UNITI

MAHAN (1840-1914) ufficiale della marina americana, E’ il primo a teorizzare le strategie marittime e il dominio del mare, in un quadro che oggi viene denominato Geostrategia. Nel 1890 afferma l’influenza del potere marittimo nella storia, analizzando i vantaggi dell’Inghilterra nei confronti della Francia e dell’Olanda. E Nel 1897 indaga l’interesse dell’America nel potere marittimo, notando la somiglianza tra quest’ultima e l’Inghilterra

ITALIA

MARINELLI (1874-1926) geografo friulano analizza in termini molto obiettivi l’opera di Ratzel, a seguito di una lettura molto accurata

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GEOPOLITICA

La Geopolitica è quella di una disciplina dinamica che si sviluppa a partire della Geografia politica e studia le condizioni della vita e dello sviluppo degli Stati e le basi geopolitiche dei problemi politici che nascono dai loro rapporti

La differenza di fondo tra Geopolitica (disciplina essenzialmente dinamica) e Geografia politica (disciplina statica) sta nel fatto che la Geopolitica si considerava fosse in grado di formulare ipotesi future sulle situazioni allo studio, anche se tale distacco tra dinamicità e staticità rappresenta una modalità discutibile.

RUDOLF KJELLEN (1864-1922) – fondatore della Geografia politica, analizza la scienza politica con attenzione rivolta all’unità statale; contribuendo all’idea dell’essenza dello Stato Secondo Kjellen, nello Stato si potevano distinguere due modelli fondamentali:

Naturseite Kulturseite

aspetto naturale costituito dal popolo e dal territorio aspetto culturale formato dalla sua economia e dall’organizzazione sociale e giuridica

In questo quadro la Geopolitica, partendo dalla politica, giungeva alla Geografia, mentre la Geografia politica avrebbe avuto un percorso inverso La Geopolitica trova spazio al dibattito soprattutto in Germania, con due scuole di pensiero contrapposte:

La scuola di Henning La scuola di Haushofer

segue il pensiero di Kjellen, affermando che la Geopolitica è lo studio dell’intervento dei fattori geografici nei fatti politici della vita dei popoli e degli Stati

Lo Stato, per Haushofer, è un riflesso della sua storia politica; per studiare il suo sviluppo si doveva tener conto, oltre che dei fattori fisici, anche della struttura etnica, delle classi sociali, della popolazione, dell’economia

Dai scritti di Haushofer si mescolano con interpretazioni molto personali la filosofia tedesca, Kjellen, Ratzel, Mahan e Mackinder:

Da Kjellen viene estratta solo la Geopolitica, mentre la teoria organicistica della Geografia politica viene trasformata in un indiscutibile fatto di fede. L’istinto dell’uomo e delle nazioni a soddisfare a spese degli altri uomini e nazioni trova nuove giustificazioni e viene esaltato il concetto di autosufficienza nazionale

Da Ratzel viene recuperato il concetto di spazio vitale “Lebensraum”: ogni organismo ha bisogno di un particolare spazio vitale e questo bisogno è condiviso da tutti gli organismi della stessa specie

Nel 1924 pubblica la rivista “Zeitschrift fur Geopolitik” e dal 1931 la scuola geopolitica entra definitivamente nell’orbita del nazismo; la Rivista diviene uno strumento di propaganda del regime che pretende di trovare giustificazioni scientifiche su base geografica per il suo operato sui temi come lo spazio vitale e la razza

GEOGRAFIA POLITICA DEL II DOPOGUERRA

Con la fine della II Guerra Mondiale, Brian Berry, geografo americano, decreta la morte della Geografia politica. Molti geografici politici si convertono alla geografia economica, altri rivisitano e ripropongono la Geografia politica, ma senza la parola politica, in un nuovo significato di Pianificazione territoriale: il mondo è distrutto dalla guerra e deve essere ricostruito La nuova Geografia è quella del QUOTIDIANO KASPERSON e MINGHI offrono un ‘esposizione sistematica alla vecchia Geografia politica e esplorano i campi inediti

Tuttavia bisogna ricordare la catastrofe della Geografia politica tedesca, per tanto si richiede un ripensamento sugli obiettivi e sui limiti che servano da ponte tra Geografia come scienza unitaria e le altre scienze sociali

La Geografia politica di Kasperson e Minghi è l’analisi spaziale del fenomeno politico: si costruisce un retroterra concettuale che allinea la geografia contemporanea alle altre scienze sociali

I temi classici vengono rivistati, mentre i temi più allettanti sono relativi ai processi e comportamenti

contesto di riferimento è l’ambiente, che ha un significato soltanto in relazione a ciò che esso contiene: da qui l’analisi dell’ambiente sulla politica, della politica sull’ambiente, dell’amministrazione pubblica sull’ambiente

Page 8: Geografia economica politica

JEAN GOTTMANN (1915-1994) - uno dei più importanti geografi politici del II dopo guerra. Nato in Ucraina, in una famiglia benestante di origine ebrea, due volte profugo, Gottmann è un vero e proprio cittadino del mondo, il cui pensiero non è motivato da un’appartenenza nazionale Nella sua prospettiva la compartimentazione politica del mondo è il prodotto:

Dell’interazione fra le forze di cambiamento esterno (circolazione) che muovono persone, beni, informazioni e idee

Sistemi di credenze e simboli espressi da gruppi sociali territorialmente definiti (iconografie) che stabilizzano la propria esistenza attraverso un “ormeggio comune” allo spazio terrestre

L’obiettivo è quello di interpretare la distribuzione del potere politico in termini di tendenze dinamiche più che di stati permanenti Si tratta di una geografia di punti, linee, flussi. Nodi e reti derivano dall’interazione dei bisogni concreti delle comunità

DALLA GEOGRAFIA DEL POTERE AD OGGI

Dopo gli anni ‘70 molti geografi cominciano ad esplorare le tematiche nuove

PELLEGRINI geografo italiano sensibile alla società e alla sua dinamica, Riconosce l’indissolubile legame tra la geografia e la politica:

Nessuna corretta analisi del territorio può prescindere da fatti politici che lo hanno influenzato

Nessuna azione politica può prescindere dalla concreta situazione territoriale in cui si colloca

Gli interventi del potere politico sul territorio possono essere diretti da parte degli organi pubblici per costruire, spostare, distruggere; anche la sostituzione, il condizionamento e il sovvertimento del potere pubblico rientrano nei temi da trattare

LACOSTE - geografo francese, esamina la “geografia del divertimento” quale è la proposta dai media e dalle agenzie di viaggio, alla geografia come prevalentemente viene insegnata La geografia non dovrebbe essere soltanto uno strumento di forza per coloro che detengono il potere, ma dovrebbe servire a “fare la guerra” “Fare la guerra” in senso positivo, come una reazione al vivere passivo: attraverso la geografia si possa vivere e organizzare meglio, contrapponendosi anche alla machina dello Stato

CLAVAL - geografo della Sorbona, inquadra geograficamente il problema dello spazio e del potere: un’area non è mai un elemento di secondo piano in una società, ma facilita e controlla gli aspetti della sua distribuzione E’ attraverso la distribuzione che si consente

l’esercizio del potere, l’autorità, l’influenza

RAFFESTIN geografo svizzero, contribuisce a sistemare la geografia del potere: la vera base della geografia del potere è il lavoro, dal quale si generano poi tutte le altre forme del potere La popolazione cessa di essere un numero, ma diventa una società con la sua cultura, valori, legami, credenze; il territorio diventa una rete di relazioni

Dalle civiltà urbane agli Stati

Dalla civiltà urbana arcaica agli Stati

Sebbene oggi il tema dello Stato debba essere rivisitato in quanto sopra lo Stato ed all’interno del Suddetto Stato si muovono forze transnazionali, organizzazioni pubbliche internazionali, il mondo contiene più di 200 Stati.

Bisogna tuttavia ricordare che è l’archeologia a ricostruire il passato studiando l’ambiente di società remote e la trasformazione della natura attraverso l’allevamento e l’agricoltura.

Età del bronzo - EBLA Nell’età di bronzo vengono fondate le più antiche civiltà urbane, come la città-stato di Ebla in Mesapotamia del 2500 a.C. dove i cambiamenti climatici determinano lo sviluppo urbano: con la fine dell’età glaciale diventano possibili le culture mediterranee . La città di Ebla, importante centro commerciale tra Asia e Medio Oriente, conosce grandi momenti di splendore ma viene distrutta nel 1800 a.C. Con la fine di Ebla e con le conquiste egizie in alta Siria del XV sec. a.C., si chiude la civiltà urbana arcaica; dopo l’età di bronzo inizia l’utilizzo del ferro, della scrittura alfabetica e delle monete coniate Età del ferro – UR - ANTICO EGITTO L’ambiente favorevole produce abbondanti risorse a condizione di organizzare il lavoro collettivo e di estendere i fiumi

Page 9: Geografia economica politica

attraverso l’irrigazione: la possibilità di conservare i viveri consente l’ espansione demografica.

UR ANTICO EGITTO

Una tra tutte la città sumerica di Ur misura 100 ettari e conta decine di migliaia di abitanti; al suo interno si trovano i templi e le botteghe degli artigiani.

Lo studio della civiltà urbana è più complesso: gli insediamenti vengono distrutti dalle piene del Nilo - le grandi città come Menfi o Tebe sono studiate più attraverso monumenti, templi e tombe che attraverso le orme cancellate delle città. Il faraone domina il paese: riceve enormi eccedenze in prodotti agricoli, ha molti mezzi per costruire opere pubbliche, le città, i templi

GRECIA Con l’età del bronzo la i trova alla periferia del mondo civile con piccoli famiglie indipendenti, con l’età del ferro la posizione favorevole ai traffici marittimi diventa più importante, la città dei principi diventa la polis aristocratica o democratica: comincia a formarsi una nuova cultura che è alla base della nostra La città greca unifica servizi differenti: è un centro politico, commerciale, religioso ed è un rifugio. Non ci sono quartieri per classi sociali diverse e nell’agorà o nel teatro tutti si ritrovavano La popolazione doveva essere abbastanza numerosa per formare un esercito ma non tanto numerosa da

impedire il funzionamento dell’assemblea La libertà individuale poteva esistere ma era meno importante di quella collettiva

ROMA Lo STATO ROMANO unifica il Mediterraneo e nasce sulla civiltà etrusca che tra il VII e il VI sec. A.C. si estende dalla pianura padana alla Campania. Per consolidare l’Impero Roma utilizza tre tipi di modifiche del territorio:

Infrastrutture come strade, ponti, acquedotti e linee fortificate; Divisione dei terreni agricoli in poderi coltivati; Fondazione di nuove città Nel tardo impero le funzioni pubbliche sono decentrate: il governo imperiale continua per dieci secoli a

Costantinopoli, capitale d’Oriente

Lo Stato in Europa: dalla polis greca all'Impero romano

La città etrusca è una città-stato simile a quelle greche. Danno ai romani la gran parte delle regole e tecniche urbane, anche se ci rimane ben poco in quanto erano costruite in terracotta. Roma nasce in un villaggio situato in prossimità dell’attuale isola Tiberina dove era fondamentale la presenza del Tevere e dove i colli vicini consentivano posizioni difensive. Passando dalla Repubblica all’Impero gli interventi edilizi diventano grandiosi e ogni imperatore costruisce i propri monumenti:

Giulio Cesare amplia il Foro Romano Augusto occupa il Campo Marzio con il teatro di Marcello

Nerone vuole trasformare la città e costruisce per sé una residenza straordinaria, la Domus Aurea

Vespasiano fa distruggere la Domus Aurea e in luogo del lago artificiale del parco costruisce il Colosseo

Tutti gli imperatori demolivano i monumenti degli imperatori precedenti e ricostruivano nuovi monumenti in proprio onore, recuperando statue, marmi e ornamenti Dopo Costantino non si fanno più grandi opere pubbliche e si tende conservare i monumenti esistenti Nel 313 d.C viene riconosciuta la religione cristiana e alla periferia della capitale vengono costruite le prime grandi chiese Roma giungevano 13 acquedotti; l’acqua era riservata agli usi pubblici e solo l’eccedenza delle fontane era di

uso privato Lo Stato provvedeva anche agli svaghi: il Circo Massimo poteva contenere 250 mila persone, il Colosseo 50 mila

persone

Con la crisi dell’Impero, Roma declina: mancano i rifornimenti navali che arrivavano prima ad Ostia e poi con barche più piccole ai grandi depositi sulla Tiburtina, non si mantengono più in attività i grandi acquedotti Il funzionamento dell’Impero era assicurato anche da manufatti strategici:

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Strade - sono inizialmente tutte strade militari successivamente al servizio dei trasporti e dell’amministrazione;

Acquedotti - sono costruiti con grande perizia e utilizzano acqua di sorgente o acqua di fiume filtrata;

Limes - sono strutture volte a consolidate i confini. Sono costituiti da una strada, da un fossato, da un muro, da insediamenti: il limes germanico è lungo 500 km, il vallo di Adriano circa 110 km

Dall'Impero romano allo Stato nazionale

A parte l’Impero romano, anche gli altri continenti conobbero grandi imperi

Nello STATO AZTECO una complessa burocrazia curava l’amministrazione, la raccolta dei tributi, la posta, l’informazione; l’agricoltura conosceva complessi sistemi di irrigazioni che consentivano lo sviluppo numerico della popolazione

L’IMPERO INCA, meno violento di quello azteco, era organizzato in modo complesso e rispondeva ad un capo unico, l’Inca: la sua organizzazione con stazioni di posta e messaggeri ricorda l’Impero romano.

La CIVILTA’ CINESE è documentata continuamente a partire dall’anno 2000 a.C.; le dinastie che si succedono consolidano la Cina come Stato

Si sviluppano città murate ed un imponente sistema di controllo politico-amministrativo Anche in AFRICA c’erano grandi mercati e rotte commerciali: Nell’Africa Occidentale sorgono una serie di Stati potenti come il Ghana che allora si estendeva da Mali alla Mauritania L'europa tra il 7° e il 12° secolo era organizzata secondo un sistema feudale e dominata dall'oppressione dei feudatari ricchi e potenti (che si ingraziavano duchi, conti e baroni) nei confronti della popolazione. Le difficoltà di comunicazione avevano portato all'aumento dei poteri locali a scapito di una unità politica più vasta e nonostate all'interno dei domini feudali si fossero create unità di popoli diversi per lingua e religione, le nazioni potevano nascere solo intorno al re che rappresentava l'interesse comune. Così i privilegi feudali si trasferiscono al re, apprendendo basi amministrative greche e romane. Dal feudalesimo all'assolutismo si passò a popoli che trasferivano la loro fedeltà dal sovrano allo stato in nome del nazionalsocialismo.

Concetti e modelli di Stato

Perché un territorio possa essere considerato Stato deve avere le seguenti caratteristiche:

Un territorio, una definita parte della superficie terrestre con confini riconosciuti

Una popolazione che deve risiedere stabilmente sul territorio;

Un governo, un’organizzazione politico-amministrativa che svolga le funzioni necessarie alla popolazione

Un’economia organizzata. Lo Stato ha un compito di controllo sulle attività economiche

Un sistema di circolazione. Lo Stato deve garantire la circolazione delle merci, delle informazioni e delle idee con sistemi avanzati

Vi sono due elementi politici essenziali per definire compiutamente lo Stato:

La sovranità - consiste nel pieno potere di una popolazione sul suo territorio. La definizione giuridica è più complessa in quanto presenta molte sfumature.

Il riconoscimento - si rifà alla personalità internazionale di uno Stato, al suo significativo riconoscimento da parte degli altri Stati

Molteplici sono le classificazioni possibili di uno Stato; sulla base della sua organizzazione geografico-politica si possono distinguere:

Lo Stato unitario, ad esempio la Francia Lo Stato federale, ad esempio la Germania

Lo Stato regionale, ad esempio l’Italia

Alla definizione di Stato si affianca quella di NAZIONE: è un gruppo umano numero che condivide culture comuni come religione, lingua, istituzioni politiche, valori, tradizioni storiche e letterarie. I membri del gruppo tendono a sentire un forte senso di appartenenza al gruppo stesso. Al concetto di nazione si affianca quello di NAZIONALISMO: è implementato da leaders importanti e carismatici, da programmi, da contrapposizioni e da una lotta politica

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Il nazionalismo può essere un sentimento positivo che spinge alla ricerca di soluzioni di comune interesse ma può essere anche un sentimento negativo se spinge ad una progressiva frammentazione

Lo STATO NAZIONALE è la forma ideale alla quale tendono gli Stati: non prevede minoranze o sono minoranze senza tensioni autonomistiche Lo Stato è lungamente studiato dai geografi politici:

F. Ratzel - applica il darwinismo sociale alla teoria dello Stato come organismo R. Hartshorne - studia il funzionamento dello Stato K. Deutch - combina l’approccio geografico all’approccio comportamentale nello studio sulle fasi di

sviluppo delle nazioni S. Cohen e L.D. Rosenthal - analizzano i sistemi politici intesi come entità funzionali composti da parti

interagenti

Frontiere e confini

CONFINE FRONTIERA

Il CONFINE è una linea cartografica che separa la sovranità di uno Stato dalla sovranità di un altro Stato; è il punto di separazione tra due Stati e al tempo stesso è il punto di unione e di massima prossimità degli stessi. Confine è un concetto funzionale che lega il territorio, il popolo ed il governo sotto un effettivo controllo interno, con la possibilità coesa di agire verso l’esterno

Il termine FRONTIERA implica ciò che suggerisce l’etimologia - qualcosa che sta di fronte. Non indica una linea ma un’area che prende vari nomi come quello di marca o di borderline. La frontiera va intesa come una fascia che separa due Stati ma non in modo permanente: è un concetto dinamico poiché nel tempo la frontiera può diventare un confine

La definizione del confine, concordato anche dopo lunghissimi negoziati,si compone di due parti: una descrittiva ed una cartografica Una volta definite le due operazioni il confine dev’essere marcato sul territorio I confini sono stati spesso individuato con chiari scopi politici: i confini della colonizzazione tendevano a

spezzare le etnie più forti o i percorsi di popoli nomadi considerati i fattori di disturbo Tra i criteri di definizione dei confini sono stati proposti criteri etnici, linguistici e religiosi Altre problematiche sono legate ai fatti morfologici: risulta difficile tracciare un confine fluviale o quello dei

bacini lacustri; interessanti sono le discussioni sui confini aerei che riguardano la rivendicazione di sovranità negli strati superiori dell’atmosfera legati al traffico aereo, al lancio di stazioni orbitanti

Molto complessi sono i confini marittimi: implicano divisioni di interessi economici come la pesca e le piattaforme petrolifere e interessi militari attenenti alla sicurezza degli Stati

Oggi sono state raggiunte numerose regole e convenzioni internazionali che riguardano la demarcazione dei confini e la risoluzione delle dispute confinarie

E. Churchill Semple - analizza l’influenza dell’ambiente sulla definizione dei confini

Minoranze e fenomeni migratori

Una minoranza etnico-linguistica è un gruppo numericamente inferiore al resto della popolazione di uno Stato, in posizione non dominante, i cui membri - appartenenti allo Stato - possiedono dal punto di vista etnico, religioso o linguistico, caratteristiche che si differenziano da quello del resto della popolazione, e manifestano in maniera anche implicita un sentimento di conservare la loro cultura, le loro tradizioni, etc. Le minoranze hanno un miglior livello di protezione se si trovano al confine con uno Stato nel quale la stessa

etnia rappresenta una maggioranza Le minoranze possono conoscere processi di assimilazione - non si tratta della totale cancellazione dei dati

etnici originari, ma di un’uniformità di comportamento tra comunità etnica minoritaria e società dominante Le minoranze sono tutelate da norme internazionali ad esempio:

1948 l’ONU dichiara che le minoranze hanno diritto alla propria cultura, lingua, religione 1957 - la Convenzione di Ginevra dedica articoli alla protezione delle lingue Problemi relativi alle minoranze: INDIGENI, questione prioritaria poiché sono vittime di ogni genere di abuso, MIGRAZIONI, ovvero spostamenti di popolazioni in cerca di risorse. La base della decisione di emigrare è di tipo economico e sociale ma dipende anche dalla percezione individuale

Page 12: Geografia economica politica

dell’emigrante: determinanti le componenti psicologiche, l’imitazione di amici o parenti Le migrazioni possono essere di breve raggio: dalla campagna in città, Molti movimentimigratori sono assistiti da accordi bilaterali tra Stati di provenienza e di emigrazione

Relazioni Internazionali

Relazioni tra Stati e Organizzazioni Internazionali

Il sistema dei rapporti tra Stati è una complessa rete di relazioni che si basa su rapporti bilaterali e multilaterali di ogni genere, politici, economici, storici, religiosi, culturali, giuridici, ideologici Ogni Stato agisce valutando il proprio interesse e partendo da una posizione centrica Le relazioni internazionali sono essenzialmente un gioco di forza tra Stati che possono imporre la propria volontà a Stati che devono adeguarsi Le norme del diritto internazionale regolano i rapporti tra stati derivano dal diritto romano, da quello comune anglo-sassone e dalla teologia cristiana Sono norme stabilite da un ristretto numero di Stati occidentali alle quali si sono adeguati gli Stati riuniti sotto l’egida delle Nazioni Unite l’ONU comprende quasi tutti gli Stati indipendenti promuove le libertà fondamentali ed il rispetto dei diritti umani. Lo statuto dell’ONU è il risultato che deriva dal 1945 ed è definito Carta. Organo complesso composto da:

L’Assemblea Generale Il Consiglio di Sicurezza Il Consiglio Economico e Sociale

La Corte Internazionale di Giustizia Il Segretario Generale

Per la costituzione dei diritti internazionali sono importanti le conferenze internazionali come quelle sul diritto marittimo, sul commercio di transito, sui Paesi senza accesso al mare. E da queste derivano le convenzioni ed i trattati multilaterali controfirmati dai paesi firmatari. Alle Nazioni Unite sono collegate molte istituzioni, come ad esempio:

Banca Mondiale

Organizzazione per l’alimentazione e per l’agricoltura (FAO)

Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO)

Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO)

Una moltitudine di altri organismi internazionali: UNICEF Difesa per il bambino Benelux - Unione tra Belgio, Olanda e Lussemburgo NATO - Organizzazione politico-militare di difesa che comprende i Paesi

dell’Europea occidentale, il Canada, gli Stati Uniti e la Turchia

Tutte le organizzazioni, gli accordi o le associazioni tra Stati mirano alla pace: ma dispute e controversie caratterizzano da sempre i loro rapporti tra stati

L’intermediazione può essere svolta da organismi internazionali ma anche da associazioni o da singole persone ed assumono varie modalità: buoni uffici, conciliazione, mediazione, arbitrato e procedimento giudiziario

La dichiarazione di guerra può essere preceduta da ritorsioni contro lo Stato offensore che si configurano in atti analoghi a quelli subiti o da rappresaglie che hanno legittimità se non sono sproporzionate al danno subito e se lo Stato aggressore non abbia acconsentito ad una riparazione o a un giudizio arbitrale

Prima del ricorso alla guerra ci sono sanzioni di tipo economico come il congelamento di beni o altri bandi come l’embargo

La Geografia politica si interessata da sempre al tema guerra-relazioni internazionali: con la fine del bipolarismo, la conflittualità non è affatto diminuita e nel mondo globalizzato di oggi risulta sempre più difficile affrontare le nuove questioni politiche ed economiche

Relazioni Internazionali del secondo dopoguerra

Tra il 1945 e il 1949 si costituì un nuovo ordine mondiale postbellico tra due potenze con orientamenti politici ed economici differenti, Stati Uniti e Unione Sovietica, dove nella prima vi era un punto di vista liberale nella seconda una

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visione marxista. Il conflitto rese molto complessa l’attività dei Geografici politici.

Negli stati uniti non si poteva avere una visione del mondo alternativa pena un mandato di comparizione antiamericano. Il geografo più illustre era Bowman, naturalmente a favore con la causa americana

Nell’URSS la geografia politica era inesistente, ed aveva solo una dimensione pratica, era impensabile avere visioni del mondo diverse da quelle ufficiali

Anche in Europa la geografia politica si teneva lontana da temi politici bensì affrontava temi di pianificazione o di quotidianità. Dopo il 1945 l’influenza sovietica fu veramente rilevante sull’Europa orientale e si estese fino in Germania, con lo sviluppo di una forza militare per poter fronteggiare una minaccia esterna. La stessa paura rendeva necessaria la presenza delle forze militari americane in Europa. I quali sviluppano interessanti iniziative come il Piano Marshall (con aiuti economici finanziari) e la Costituzione della Nato: era loro intenzione allargare il commercio internazionale partendo dalla sicurezza e ricostruzione. Infine USA e URSS dopo un’attenta valutazione per potere militare, tecnologia satellitare e potenza missilistica di egual valore, si misurarono in due grandi perdite. Per l’USA la guerra in Vietnam, per l’URSS l’intervento in Afganisthan. In seguito per l’URSS vi fu un collasso dovuto a dissesti economici e spese militari. Dopo questi eventi epocali fu sempre più vicino l’ipotesi di un Nuovo ordine Mondiale che avrebbe sostituito quello di bipolarismo. Ed alcuni autori hanno ragionato proprio su queste nuove attività internazionali:

Buzan, politologo inglese, esamina i paradigmi definiti dai grandi teorici quali leggi oggettive, o bisogni fondamentali come sicurezza, potere pace, descrivendoli come un pregiudizio soggettivo che pone più domande che risposte. Portando per esempio il tema della sicurezza, su come lo stato lo percepisce e come agisce per raggiungerla.

Fukuyama, asserisce che la democrazia è il punto finale dell’evoluzione ideologica dell’umanità e la forma ultima di governo. Portando in conseguenza un periodo di pace.

Huntington, rifiuta l’idea di modernizzazione omogenea, non ritendo un bene la globalizzazione.

Minc, prevede un grande pessimismo e la scomparsa di qualunque centro, immaginando un ritorno al medioevo

Globalizzazione

Allo scontro delle civiltà corrisponde una tendenza opposta in quanto orientata ad unire il mondo soprattutto ai fini dell’organizzazione di un mercato mondiale sicuro: la globalizzazione, ovvero l’stituzione di un mercato unico. Il dibattito accademico mette a confronto:

I “globalisti” spiegano che il reddito differenti tra Stati ricchi e stati meno ricchi sia in declino così come la povertà assoluta e la disuguaglianza globale.

Gli “scettici” – dichiarano la globalizzazione una montatura che produce un quadro distorto della condizione umana globale moltiplicandoe crisi economiche e atti di terrorismo

L’internazionalizzazione dell’imprese non è un fenomeno nato recentemente: basta pensare ai rapporti di scambio tra mercanti e banchieri italiani del Medioevo L’OSCE definisce la globalizzazione come “un processo attraverso il quale mercati e produzione diventano sempre più dipendenti tra di loro, a causa della dinamica dello scambio di beni e servizi, e attraverso i movimenti di capitale e tecnologia” Gli imprenditori sentono sempre meno obblighi nei confronti del proprio Paese; utilizzano le innovazioni tecnologiche ma sono pronti in nome della globalizzazione a trasferire le loro produzioni in paesi con manodopera a buon mercato La naturale conseguenza di questi fenomeni è che il potere politico ed amministrativo tende a trasferirsi verso le

istituzioni sovranazionali come la Unione Europea o verso regioni ed enti locali

Contesta SASSEN le devianze politiche, culturali ed economiche della globalizzazione e analizza in modo provocatorio la società contemporanea, sempre più globale. La globalizzazione è centrata più che sugli Stati rappresentano punti di controllo, collegati in modo virtuali con qualunque punto remoti sulla terra, nei quali si svolge la produzione, il consumo e la finanza, materializzandosi nuove gerarchie globali.

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L’esplosione del movimento è stata resa possibile da innovazioni tecnologiche costanti del settore delle telecomunicazione - Internet e la telefonia mobile - e del trasporto, particolarmente quello aereo di massa

Ex Jugoslavia

La “prima” Jugoslavia nasce sulle ceneri di due grandi Imperi: quello Austro-Ungarico e quello Ottomano ; i retaggi che ciascuno dei popoli portava dalle esperienze di appartenenza ad uno di essi hanno avuto un forte impatto economico e sociale sul nuovo Stato Si è cercato di fondare uno Stato centralizzato forte, di imporre una nazionalità sola - quella jugoslava, sotto

l’egida di una monarchia costituzionale guidata dalla dinastia serba dei Karadjordjevic Durante la II Guerra Mondiale il governo centrale si allineò con le Potenze Centrali, ma dovette desistere in

seguito alle protese popolari contrarie ad una sottomissione alla Germania ed all’Italia: le due potenze attaccarono la Jugoslavia che venne suddivisa in varie entità parastatali

Durante il periodo di occupazione nasceva il movimento partigiano capeggiato da Josip Broz TITO che seppe raccogliere attorno al suo movimento tutti coloro che non vollero aderire alle politiche delle forze occupatrici

Nel 1945 nasceva la Repubblica Socialista di Jugoslavia, la “seconda” Jugoslavia che nei successivi quattro decenni ha conosciuto significativi periodi, sia al suo interno sia sul piano internazionale

Con lo scopo di rimediare alle rivalità tra i popoli costituenti, venne introdotto il sistema federativo, che consentì alle sei repubbliche una certa autonomia

Negli anni successivi si assiste ad una crescita economica forte, basata sull’industria pesante, sull’esportazione delle materie prime e sul turismo

Tuttavia ci fu un progressivo divario nello sviluppo delle varie repubbliche: queste differenze resero insoddisfatti sloveni e croati nei confronti del governo di Belgrado con rivendicazioni di maggiore autonomia

Sul piano internazionale la Jugoslavia ha avuto un ruolo importante: nel 1948 Tito rompe i rapporti con l’Unione Sovietica con la volontà di costruire una via al socialismo diversa da quella sovietica

La rottura di rapporti permette alla Jugoslavia di assumere un’eccezionale posizione geopolitica e strategica in Europa: il punto fondamentale di questa politica è l’organizzazione, assieme all’Egitto e all’India, del Movimento dei non allineati, ideato per contrastare il monolitico ordine mondiale generato dalla Guerra Fredda

Con la morte di Tito nel 1980, arrivano le prime avvisaglie sull’impraticabilità di tenere lo Stato unito: il divario economico tra le repubbliche cresce e ricominciano i nazionalismi

Con la caduta del Muro di Berlino e del sistema socialista, la Slovenia e la Croazia decidono di abbandonare le struttura federativa

Le prime elezioni si svolgono nel 1990: in Croazia sale al potere Franjo Tudjman, in Serbia Slobodan Milosevic, due nazionalisti che non cercarono soluzioni pacifiche per la crisi in atto

La guerra in CROAZIA inizia nella primavera del 1991 e dura fino al 1995; un periodo che vede il Paese isolato sul piano internazionale anche a causa del suo coinvolgimento militare nella vicina Bosnia e Erzegovina

Un mutamento significativo si ha all’inizio del 2000, l’anno della scomparsa di Tudjman: il nuovo governo traccia la strada verso l’integrazione nell’Unione Europea

Negli ultimi anni il governo è riuscito ad avvicinare il paese verso l’UE; dal 1995 il Paese è candidato per l’adesione all’Unione, prevista per il 2010

La BOSNIA E ERZEGOVINA fu teatro di complessi scontri etnici in quanto era composta da 50% di Bosniaci musulmani, da 30% si Serbi e 20% di Croati

Dopo la proclamazione dell’indipendenza, ogni etnia assunse atteggiamenti secessionisti, dando in questo modo l’avvio alla guerra civile che durò fino il 1995, terminata grazie all’intervento degli USA e della NATO

Con gli Accordi di Dayton dell’ottobre 1995, si gettarono le basi per un nuovo sistema statale della Bosnia e Erzegovina, che a tutt’oggi conserva la propria struttura

Il problema del KOSOVO rimane irrisolto: popolata dalla maggioranza albanese e considerata la culla della civiltà serba, all’interno della Jugoslavia di Tito ha goduto di larga autonomia

Con l’ascesa di Milosevic, i rapporti tra l’etnia albanese a quella serba peggiorano fino a giungere ad un conflitto armato nella primavera del 1999

Segue l’intervento della NATO, vengono bombardati e distrutti punti strategici in Serbia, provocando migliaia di profughi da entrambe le parti

Il Kosovo è passato sotto l’amministrazione delle Nazioni Unite che tenta di trovare una soluzione accettabile per le parti in causa.

Medio Oriente

Nel termine Medio Oriente - nome derivante nel periodo coloniale della Gran Bretagna - vengono compresi i Paesi appartenenti all’Asia sud occidentale che si collocano tra Mediterraneo, Canale di Suez ed subcontinete Indiano

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La nozione di Medio Oriente è prevelentamente negativa dovuta alle cause dell’instabilità geopolitica regionale:

Causa di natura interna/endogena Causa di natura esterna/esogena:

si tratta di un insieme di caratteristiche politiche, culturali ed economiche; di incapacità nel definire il ruolo dello Stato, influenzato dalla mancata secolarizzazione della società; di scarsità delle risorse, soprattutto quelle idriche; di contrasti tra sciiti e sunniti

dalla scoperta dei primi pozzi petroliferi in Persia, nel maggio 1908, l’intera area è di estremo interesse per tutte le potenze mondiali - il 75% delle risorse petrolifere mondiali si concentrano in Medio Oriente

Uno dei principali motivi di instabilità in Medio Oriente è il contrasto tra Israele e Palestina, originato dallo scontro tra nazionalismo arabo e sionismo ebraico I politici israeliano cercarono di edificare una complessa organizzazione territoriale che coniugasse sionismo e socialismo che comprendeva:

I moshavei ovdim, cooperative di piccoli proprietari a gestione collettiva, alle quali lo Stato affidava in concessione la terra

I kibbutzim, villaggi con la proprietà dei beni in comune e uguale distribuzione del lavoro, dei guadagni e delle spese

Gia nel 1936, quando divenne evidente l’intenzione del movimento sionista, gli arabi si coordinarno per opporsi ai movimenti migratori Con la proclamazione dello Stato di Israele scoppiarono i conflitti armati con i Paesi Arabi:

Nel 1948 i Paesi della Lega Araba attaccarono Israele che, con l’appoggio americano e sovietico, riuscì a respingere l’attacco, allargando il proprio territorio

Nel 1956 ebbe inizio la seconda guerra arabo-israeliana: Israele, con l’appoggio di Francia e Gran Bretagna occupò la penisola del Sinai

Giugno 1967: “Guerra di sei giorni” 1973: Guerra del Kippur Nel 1978 con gli Accordi di Camp David Israele firmò la pace con l’Egitto: si prevedeva il ritiro delle truppe dal Sinai ed il riconoscimento dei diritti dei palestinesi e la loro autonomia

Successivamente alla rivoluzione khomeinista in Iran del 1979, l’intera area viene interessata dalla nascita del fondamentalismo islamico

Inizia la prima intifada (la rivolta delle pietre) e la situazione incomincia a stabilizzarsi nel 1991 dopo la prima guerra del Golfo e le trattative si conclusero nel 1995 con gli Accordi di Oslo che prevedevano il ritiro delle truppe israeliane dai territori occupati e il trasferimento dei poteri all’Autorità Nazionale Palestinese

Nel 2001 Sharon vince le elezioni, seguite dalla repressioni militare dando in questo modo inizio alla seconda intifada Stati Uniti, Unione Europea, Russia e Nazioni Unite presentano la Road Map, un piano di pace basato sul principio “due popoli-due stati” Dopo il ritiro israeliano da Gaza e l’elezione di Abu Mazen nel 2004 alla guida dell’ANP, si ritorna ad un spirito negoziale

Caucaso meridionale

Il Caucaso è una regione asiatica posta a sud del tavolato russo che lega il bacino del Caspio al Mar Nero e confina con la Turchia, l’Iran e la Federazione Russa. dopo il collasso dell’Unione Sovietica, Armenia, Azerbaigian e Georgia con i loro 15 milioni di abitanti sono gli attori statali del Caucaso Meridionale

Si tratta di un’area che soffre di una mancanza di sicurezza e stabilità a causa di conflitti cronici, con scarso controllo da parte degli Stati, con traffici illegali di ogni genere, con una rete terroristica presente, con una diffusa corruzione, sottosviluppo economico e restrizioni commerciali regionali

La GIORGIA è il Paese che ha avuto la maggiore influenza occidentale: dopo la sua indipendenza sono stati numerosi al suo interno i conflitti etnici come quello dell’Abkhazia, dell’Azaristan e dell’Ossezia Mosca ha accusato la Giorgia di proteggere al suo interno i terroristi ceceni . Sul suo territorio sono collocate sia basi militari americane sia basi russe Lo Stato ARMENO nasce nel X-XI secolo, con la codificazione della lingua: con le invasioni tatare, le pressioni persiane e turche la maggior parte degli armeni è costretta alla diaspora

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La diaspora armena costituisce un’importante lobby politica in America, Europa e Russia, con una storia tormentata che l’ha vista vessata e perseguitata dai vari Imperi L’Armenia era una delle repubbliche sovietiche più industrializzate con importanti produzioni nei settori tecnologici, elettronici e chimici L’AZARBAIGIAN è stato caratterizzato da secoli di invasioni: i ceppi originari turco, iranico ed albanese islamizzati hanno avuto un processo di identificazione nazionale per volontà del potere sovietico Il controllo delle diversità etniche ha lasciato due eredità complesse alla repubblica:

Il Naxcivan - enclave con popolazione azera in area armena

Nagorno-Karabah - provincia di etnia armena in terra azera

La regione è attualmente caratterizzata da dispute potenzialmente conflittuali:

Armenia-Azerbaigian Nagorno Karabah - Azerbaigian Abkhazia-Georgia

Ossezia meridionale-Georgia Adjara-Georgia Russia-Georgia

Lo stato giuridico del Mar Caspio Nella regione sono presenti come attori politici esterni: Stati Uniti, Federazione Russa, Turchia, Iran, la NATO, CIS, OSCE e l’Unione Europea L’endemica debolezza dello Stato e la polarizzazione di un’area politica, combinata con la mancanza di

governance è una difficoltà comune alle società del Caucaso Meridionale Non ci sono strutture regionali che consentano ai suoi attori di esprimere una politica comune e di esplorare

una via d’uscita dai conflitti La frammentazione regionale è dovuto alla decisioni strategiche di attori esterni che vogliono controllare le

risorse energetiche del Caspio e gli oleodotti che attraversano la regione La regione costituisce una sfida alla sicurezza per l’Unione Europea data la sua instabilità interna, il terrorismo e

il crimine organizzato, la porosità dei confini e gli irrisolti conflitti etnici La vocazione europea e una integrazione di medio-lungo termine nell’ambito dell’UE fanno parte dell’agenda

ufficiale delle leadership regionali

Unione Europea

I padri fondatori e la storia dell'UE

Il pioniere dell’Unione Europea è il Conte Coudenhove-Kalergi, che espone il suo programma “Paneuropa” , in seguito fonda l’unione paneuropea, un’associazione che ricerca l’unione di tutti gli stati europei eccetto russia ed Inghilterra, bisogna tuttavia ricordare il forte periodo nazionalista, e dunque ne consegue un limitato successo, anche se ne rimane fortemente interessato Churchill. Nel periodo della Guerra Fredda, e grazie al Piano Marhall si creano le condizioni per avviare il processo dell’unità europea patrocinato da un’assemblea degli stati uniti, dove si dichiara e si “favorisce la creazione degli stati uniti d’europa nel quadro delle nazioni uniti”.

Dopo la Guerra l’europa è fortemente colpita, sia economicamente che politicamente, tanto che il Segretario di Stato Marshall, propone un piano, che ne prende il nome, del valore di 17 miliardi di dollari, destinato ad impedire l’idea politica espansionistica comunista. Per il coordinamento del piano, nasce nel 1948 l’Organizzazione Europea Cooperazione Economica (OECE)

I rapporti si intensificano e nel 1951, Belgio, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Francia, firmano a parigi il primo trattato. Dando vita alla Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. Che ha come scopo la produzione di queste due materie prime per un rifornimento bellico. La Gran Bretagna partecipa come associata. Di seguito si stipulano nuovi trattati, in primis quello di Roma, dove si istituisce la Comunità Economica Europea (CEE) e la Comunità Europea per l’energia atomica (EURATOM). Questi tre trattati nel 1967 confluiscono dando vita alla Comunità Europea e si matura l’idea di un’ampliamento della Comunità: Gran Bretagna, Danimarca e Irlanda. Nel 1979 viene eletto a suffragio universale il primo Parlamento europeo, ed entra in vigore il Sistema monetario europeo, primo passio dell’unione monetaria. In conseguenza viene Istituito il Tribunale di Primo grado, destinato ad occuparsi dei ricorsi contro le normative comunitarie. Nel 1991 vengono avviati i primi negoziati per la creazione dell’Unione Europea, e nel 1992 viene approvata nei paesi bassi l’Unione Europea (trattato di Maastricht).

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Nel 2002 dodici paesi sperimentano l’entrata in vigore della moneta unica europea, l’euro, amministrata dalla Banca Centrare Europea.

Istituzioni, poteri e strumenti dell'UE

Il funzionamento dell’UE, che si attua tramite l’operato delle proprie istituzioni, l’esercizio dei poteri e l’applicazione degli strumenti, è regolato dal diritto comunitario La comunità europea ha lungamente discusso sulla propria natura giuridica per caratteri peculiari quali:

Produzione autonoma delle norme giuridiche Prevalenza di esse sul diritto nazionale degli Stati e applicazione diretta all’interno di quest’ultimi

Efficacia obbligatoria e esecutorietà immediata delle decisioni della Corte di Giustizia

Per questi motivi l’Unione Europea ha conosciuto un continuo susseguirsi di modifiche, che l’hanno portata da un iniziale aggregato economico ad un’istituzione politica importante, prossima all’adozione di una vera e propria costituzione Il processo di adozione ed attuazione dell’acquis, (complesso di norme e legislazione in vigore nell’UE), costituisce un elemento centrale dei negoziati di adesione: esso è suddiviso in 31 capitoli che la Commissione progressivamente apre con ciascun Paese, conducendo bilateralmente: un esame analitico (screening) della materia allo scopo di individuare i problemi e le specifiche tecniche di adattamento

• Le revisioni del Trattato di Maastricht hanno permesso di rafforzare i poteri dell’UE attraverso la creazione di una politica comunitaria attraverso precisi organi istituzionali:

CONSIGLIO - è l’organo più importante dell’Unione, formato dai rappresentanti degli Stati membri a livello ministeriale; la presidenza del Consiglio è esercitata da ciascun membro per la durata di sei mesi Per raggiungere gli scopo stabiliti dal Trattato, il Consiglio dispone di un potere di decisone e conferisce alla Commissione le competenze di esecuzione delle norme; le delibere sono adottate all’unanimità, a maggioranza semplice o qualificata; ciascun membro dispone del diritto di veto per materie importanti (revisione dei trattati, ammissione di nuovi Stati membri, difesa, politica estera comune, accordi internazionali, politiche fiscali, ecc.)

COMMISSIONE - composta da 27 commissari (un membro per ogni Stato); il presidente è designato dai Paesi a maggioranza qualificata, una scelta che deve essere approvata dal Parlamento È strutturata in Direzioni Generali (DG), suddivise in Unità; le deliberazioni vengono prese a maggioranza del numero dei suoi membri; ha poteri di controllo, potere normativo, potere di raccomandazione, potere di negoziazione dei Trattati internazionali

PARLAMENTO EUROPEO - è l’assemblea parlamentare dell’UE con sede ufficiale a Strasburgo; è l’unico parlamento plurinazionale al mondo ad essere eletto a suffragio universale diretto Esercita tre poteri fondamentali: legislativo, di bilancio e di controllo democratico; assieme al Consiglio approva le leggi proposte della Commissione, esercita il controllo sull’attività comunitaria, vota la fiducia alla Commissione nel suo insieme, approva l’ adesione di nuovi Stati membri e la stipula di accordi internazionali

• Le finalità dei Trattati e lo svolgimento delle attività dell’Unione richiedono che le istituzioni competenti possano emanare atti applicabili all’interno dei Paesi membri, e ciò può avvenire in due modi:

AZIONE DIRETTA: consiste nell’emanazione di atti direttamente applicabili in tutto l’ambito dell’Unione; si tratta di raccomandazioni e decisioni adottate dal Parlamento congiuntamente al Consiglio e alla Commissione che hanno carattere obbligatorio; uno Stato non può invocare norme o prassi del proprio ordinamento interno per giustificare l’inosservanza degli obblighi e dei termini contemplati dai regolamenti e decisioni

AZIONE INDIRETTA: consiste nell’adozione di atti che impegnano gli Stati membri ad un certo risultato lasciando libera la scelta dei mezzi; in questa categoria entrano le raccomandazioni e le direttive

L'allargamento dell'UE

L’allargamento, prima della Comunità Europea e poi dell’attuale Unione Europea, non si è ancora concluso: ci sono altri tre Paesi candidati all’adesione (Turchia, Croazia e Macedonia) ed altri Paesi aspiranti tali (Serbia, Montenegro, Bosnia

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ed Erzegovina, Albania)

Nel 1961 Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca manifestano il desiderio di far parte delle CE ma la richiesta viene bocciata dal generale francese. Nel 1963 è solo con l’elezione di Pompidou all’ Eliseo che i negoziati si sbloccano e nel 1973 si apre la strada europea ai tre Paesi interessati

Il secondo allargamento riguarda la Grecia, la Spagna e il Portogallo: proponendo numerose difficoltà di tipo economico, a causa del loro basso sviluppo e del forte potenziale agricolo spagnolo, e di tipo istituzionale - l’Europa a 12 necessita una gestione diversa rispetto l’Europa a 6. Si ricorre quindi ad un’adesione in due tempi: la Grecia nel 1981, Spagna e Portogallo nel 1986 Con la fine degli anni ottanta ed il crollo dei regimi comunisti, Il Trattato stabilisce la trasformazione della CE in Unione Europea e attribuisce alle istituzioni nuove funzioni relative alla definizione di tre Pilastri:

Natura e funzionamento della Comunità Europea Creazione di una politica estera e di difesa comune

Cooperazione nel campo della giustizia e degli affari interni

Nel 1994 si costituisce lo Spazio economico europeo volto a creare il Mercato unico Nel 1995 entrano nell’Unione Austria, Finlandia e Svezia Dopo il crollo del Muro di Berlino la Comunità Europea si trova di fronte ad una situazione da gestire con urgenza aiutando gli ex regimi comunisti nella fase di transizione al pluralismo politico e all’economia del mercato

Il Programma è giudicato inadeguato pertanto nel consiglio di Copenhagen nel 1993 l’UE adotta misure concrete per la futura integrazione dei Paesi. gli Stati aspiranti all’ingresso nell’UE devono soddisfare i tre criteri previsti per avviarsi verso l’integrazione - criterio politico, economico e recepimento dell’acquis

L’ultimo allargamento si compie il 1° gennaio 2007 con l’ingresso della Bulgaria e della Romania L’unificazione del continente europeo fornisce all’Unione il peso necessario per proporsi a livello mondiale in modo compatto e autorevole, Tuttavia, l’allargamento porta con sé un aumento ed uno spostamento geografico verso l’est del problema delle disparità economiche che nel medio e lungo periodo potrebbe avere un impatto negativo

Il ruolo geopolitico dell'Europa allargata

Per capire il ruolo geopolitico dell’Europa, occorre stabilire quali sono i suoi confini e quali criteri devono essere usati per la loro definizione.

L’Europa che si estende dall’Oceano Atlantico agli Urali comprende la parte europea di Russia e Turchia, che hanno la maggior parte del loro territorio in Asia: si tratta di una considerazione che richiama il “deficit” del criterio geografico nel definire i limiti dell’Europa

Il criterio di definizione culturale si basa sull’eredità della Riforma, Controriforma e dell’Illuminismo come fondamenta necessarie per la costruzione di un’identità comune (sarebbero esclusi due paesi già entrati in Europa, la Bulgaria e la Romania, ed i Paesi islamici)

Per questo motivi, l’Unione Europea non può che basarsi su criteri oggettivi in termini politici, economici e sociali in quanto escluderebbero permanentemente alcuni Stati, poiché i tratti costitutivi dell’Unione non lo permettono. L’UE non adotta politiche di chiusura, in quanto si potrebbero verificare ipotesi di instabilità con conseguenze negative per l’europa stessa, per tanto elabora “nuove politiche” finalizzare ad un maggior convincimento dei Paesi vicini Alcune azioni caratterizzanti dell’Europa.

Con l’Operazione ALTHEA in Bosnia e Erzegovina, e con l’operazione CONCORDIA in Macedonia, dimostrano la volontà dell’Unione di assicurarsi una posizione incisiva e coerente nell’ambito delle relazioni internazionali per attuare dei processi di stabilizzazione politica.

Nell’area del MEDITERRANEO allargato (che si estende dalla Siria al Marocco) l’UE ha creato una solita struttura di cooperazione anche se i deficit democratici interni, rendono difficile lo sviluppo lineare

È proprio con lo scopo di stabilizzare l’area del Mediterraneo fu organizzato il Summit di Barcellona nel 1995: Si tendeva a valorizzare l’importanza strategica dell’area mediterranea, perseguendo il mantenimento della pace e della stabilità nella regione e promuovendo gli interessi comuni dei Paesi coinvolti.

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Relazioni con le Grandi potenze

Le relazioni con gli STATI UNITI sono essenziali per l’UE ma è probabile che rimarranno precarie essendo radicate in alcune realtà geopolitiche dovute ad atteggiamento di indipendenza dall’alleato d’oltreoceano, finalizzato a raggiungere una maggiore influenza nel quadro mondiale

per la RUSSIA i rapporti con l’Unione sono vitali, ma la loro priorità è ristabilire la propria influenza sui Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti La politica russa è problematica per Bruxelles: l’importanza strategica del Caucaso, dove si scontrano gli interessi statunitensi, americani ed europei, darà la prova della saldezza dell’azione comune europea

Il rapporto UE – CINA trova la sua origine in una mancanza di conflitti di interesse strategico o per affari internazionali, in quanto posti in due locazioni molto distanti tra loro, i rapporti che ne conseguono sono essenzialmente di natura economica.

L’UE deve evolvere da Europa-spazio a Europa-potere ed infine a Europa-potenza

Il ruolo dell'Italia nel Mediterraneo

Dopo la fine della II Guerra Mondiale, con la sottoscrizione del Patto Atlantico e dei Trattati di Roma, l’Italia ha individuato nelle istituzioni comunitarie ed atlantiche le colonne portanti delle propria politica estera, lasciando poco spazio a politiche e manovre autonome Tuttavia, a causa della forte dipendenza del settore industriale italiano dalle fonti energetiche provenienti dall’Africa settentrionale e dal Medio Oriente, i politici italiani hanno manifestato gradi di indipendenza: sono esempi la politica petrolifera di Mattei, la simpatia per i Paesi e i popoli arabi, gli accordi e le preferenze commerciali con vari stati musulmani

Un tempo il Mediterraneo non rappresentava una minaccia per poter sbilanciare lo schema bipolare (Stati Uniti-Russia). In seguito con la nazionalizzazione del canale di Suez per opera dell’Egitto di Nasser, si apre un nuovo capitolo della guerra fredda, seguito dalle pressioni sovietiche in medio oriente, fino a giungere alla Guerra dei Sei giorni tra Israele ed Egitto, vinta dai primi.

L’Italia in quel periodo si affida completamente alla sicurezza offerta Nazione Unite con conseguente installazione di missili nucleari sul territorio italiano. La fine del sistema geopolitico bipolare provoca mutamenti irreversibili nell’Europa centro-orientale e dà ulteriori spinte destabilizzanti agli assetti nazionali nordafricani e medio orientali Ne consegue una stretta alleanza tra l’Italia e la Spagna, Francia, Gran Bretagna, Germania L’Italia è chiamata a svolgere un ruolo mediano in un sistema mediterraneo rappresentato da un insieme di culture nazionali con molteplici caratteristiche diverse nel ramo politico, economico, sociale e culturale, fronteggiando inoltre, la crescente pressione demografica nei Paesi Africani con la conseguente immigrazione clandestina. Gli obiettivi dell’italia sono:

Un obiettivo fondamentale è la tutela delle linee di comunicazione, Gibilterra e il Canale di Suez, attraverso le quali passa il 13% del commercio mondiale

L’Italia dovrebbe dispiegare sulle sue sponde meridionali una porzione sempre maggiore delle proprie energie politiche e militari, coinvolgendo altri Paesi europei e del Nord Africa, con lo scopo di limitare l’influenza negativa proveniente dal Medio Oriente, considerata il fulcro dell’instabilità. Sul versante europeo occorre convincere i partner europei ad aumentare le risorse per una migliore interazione internazionale, compito difficile, in quanto in passato e nel presenti, molte potenze hanno sviluppato la propria economia sulla marginalizzazione

Affinché l’Italia sia considerata una media potenza militare e una grande potenza economica, è necessaria una politica di rigore nel Mediterraneo: solo la stabilizzazione e l’affermazione nelle aree adiacenti rappresenta il passo iniziale e prioritario per ogni seria politica internazionale

L'entrata della Turchia in Europa

Il 1° novembre 1922 la Grande Assemblea Nazionale di Ankara abolisce il sultanato ottomano deponendo il sultano Maometto VI proclamando la Repubblica di Turchia con Presidente Ataturk, con poteri dittatoriali in un regime a partito unico

• tra il 1924 e il 1935 Il kemalismo realizza il passaggio da un impero islamico ad uno Stato laico: approvando una serie di riforme sociali, politiche e culturali che determinano il distacco del popolo turco dalle sue tradizioni, dai suoi usi e dai suoi costumi, trasformando la Turchia e dandole un ordinamento laico, moderno e di ispirazioni occidentale

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Nel 1945 si mantiene neutrale durante quasi tutta la II Guerra mondiale: la neutralità le consente di partecipare ai negoziati di Yalta e di partecipare alla maggior parte delle istituzioni della nuova Europa

• Nel 1960-64 avviene il primo colpo di stato militare che pone fine a 10 anni di governi democratici • Nel 1982 viene ripristinato un governo civile e viene approvata con referendum una nuova costituzione, ma

contemporaneamente viene istituito il Consiglio Nazionale di Sicurezza che ha poteri di supervisione dell’attività del Governo.

• Nel 1998 accusato di attentare alla laicità dello Stato viene sciolto il Refah, formazione fondamentalista: i militari impediscono così l’ascesa del potere islamico

• Nel 1999, dopo diversi rifiuti, il Consiglio Europeo accoglie la candidatura turca all’ingresso nell’UE L’intervento dell’esercito turco che bombarda i villaggi curdi in territorio iracheno, suscitando reazioni forti sul tema dei diritti umani, rallenta il processo di avvicinamento all’Unione La Turchia in questi anni è investita da una gravissima crisi finanziaria che porta diversi istituti bancari sull’orlo della bancarotta

• Nel 2004 l’avvio dei negoziati per l’ingresso della Turchia nell’UE viene rifiutata, previo esame delle garanzie democratiche offerte dalla Turchia La Turchia cerca di rispondere alle richieste: vengono approvati più di 30 emendamenti alla Costituzione e viene abrogata la pena di morte in tempo di pace

• Nel 2004 la Commissione Europea concede il benestare per l’avvio delle trattative: nell’ottobre 2005 vengono aperti i negoziati di accesso all’UE

• Il rapporto annuale del novembre 2006 analizza i progressi compiuti dalla Turchia e segnala alcuni deficit nell’implementazione delle riforme, pochi progressi per la tutela della diversità culturale e per assicurare e promuovere il rispetto delle stesse Si segnalano scarsi progressi sui temi militari: le decisioni militari dovrebbero riguardare solo questioni militari, il tema della difesa e della sicurezza dovrebbe essere deciso solo dalle autorità governative, mentre le autorità civili dovrebbero pienamente esercitare le loro funzioni di supervisione

L’ingresso della Turchia in Europa è oggetto di grandi discussioni con idee contrarie al suo ingresso e favorevoli, tra turcoscettici e turcosimpatizzanti:

Schmidt, ex cancelliere tedesco, il più autorevole statista anziano della sinistra europea, ha deprecato l’entrata della Turchia un errore grave

In Francia si teme il peso demografico della Turchia che potrebbe modificare i rapporti di forza numerica interni all’UE; l’ex presidente Valérie Giscard d’Estaing ha dichiarato: “La Turchia è un paese vicino all’Europa, un paese importante che conta una vera élite, ma non è un paese europeo e se la Turchia aderisce è la fine dell’UE”

L’ingresso di un paese musulmano è visto sia positivamente, una barriera contro il fondamentalismo, sia negativamente, in un’Europa che ha come fondamento le sue radici cristiane L’Italia si è sempre schierata a fianco della Turchia per la sua entrata in Europa

Teorie e temi della Geografia economica

Teorie di localizzazione 1

La Geografia economica spiega la localizzazione della produzione, della distribuzione e del consumo partendo da modelli esplicativi di tipo economico che assumono rilievo geografico per l’attenzione riservata al fattore distanza ed ai luoghi nei quali si attuano i processi produttivi e distributivi

Nella Geografia economica la realtà territoriale si studia attraverso i modelli: il territorio è troppo complesso per essere descritto nel suo insieme e pertanto si semplifica selezionando delle variabili.

Modello di von Thünen per l’attività primaria

Modello di Weber per l’attività secondaria

Modello di Christaller l’attività terziaria

Modello di von Thünen per l’attività primaria

LOCALIZZAZIONE DEL SETTORE PRIMARIO Johann Heinrich von Thünen (1783-1850) ricco proprietario terriero tedesco ha sviluppato il primo modello spaziale collegato alla teoria della rendita. I requisiti essenziali sono:

Un territorio uniformemente pianeggiante, interno ad un Condizioni del territorio uniformi dal punto di vista

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continente; climatico ed edafico;

Un territorio ugualmente e facilmente percorribile senza rilievi e fiumi

Al centro del territorio è localizzata una CITTÀ, unico mercato senza concorrenza, che concentra tutte le attività non rurali e dove avvengono gli scambi tra beni, servizi e prodotti agricoli, il cui prezzo è fissato secondo le logiche del massimo profitto (l’unico elemento di variazione del prezzo è il trasporto) Ne consegue che, la distanza dal centro determina la convenienza nel localizzare i prodotti nelle aree attorno alla città su anelli concentrici Alla periferia si localizzano i prodotti che per il loro basso costo possono sopportare la maggior spesa di trasporto; al centro si localizzano i prodotti di maggior valore o quelli che devono essere consumati freschi

La teoria di localizzazione può essere applicata nei Paesi in via di sviluppo, o di sviluppo a scala locale, in quanto, nei paesi sviluppati, i sistemi di trasporto sono evoluti attraverso una refrigerazione, uso del legame, etc.. Comunque l’impianto teorico, rimane valido così come il concetto di distanza e di rendita di posizione

Modello di Weber per l’attività secondaria

LOCALIZZAZIONE NEL SETTORE SECONDARIO Alfred Weber (1868-1958) è un economista tedesco, esamina nel testo “Sulla localizzazione delle industrie” quanto la teoria della localizzazione industriale è di capitale importanza dal punto di vista economico e sociale Weber si concentra sulla produzione delle materie prime localizzate in punti precisi del territorio, materie definite da lui ubicate in contrapposizione alle materie prime ubiquitarie, cioè di facile reperibilità sul territorio (la rarità delle materie prime implica costi di trasporti: medesima logia del modello Von Thunen)

Il problema che si pone Weber è quello di trovare un luogo nel quale la localizzazione di un’attività industriale comporti un’ottimizzazione dei costi. Analizza un modello che consideri l’uniformità dei costi del capitale, lavorazione, saliri, terreno e trasporto. E la sua INDAGINE è volta ad identificare il luogo della localizzazione in proporzione al luogo di consumo e dei materiali

La sua risposta è in funzione del costo di trasporto: la localizzazione avviene nel luogo che rende minimi i costi del trasporto dei materiali dal luogo di estrazione a quello di produzione e i costi di trasporto del prodotto dal luogo di produzione al mercato

Anche il modello weberiano viene poi modificato con l’introduzione di logiche nuove, ma l’impianto rimane tuttora valido

Teorie di localizzazione 2 Modello di Christaller l’attività terziaria

LOCALIZZAZIONE DEL SETTORE TERZIARIO Precursore degli studi sulla grandezza e sul carattere delle città, Bobek, analizza i rapporti tra città e campagna avvalendosi di un metodo quantitativo che valuta gli appartenenti a rami di attività tipicamente cittadini la cui somma fornisce l“eccesso d’importanza” di una località centrale. Il primo a fornirci una sistemazione della teoria di localizzazione del settore terziario, fu CHRISTALLER geografo tedesco, lavorava nel campo della pianificazione territoriale organizzata da Himmler e relativa ai territori orientali conquistati dalla Germania

Il fondamento nella sua teoria è il concetto di centralità che deriva dal compimento di funzioni centrali: la sua grandezza deriva dalle necessità della popolazione della località centrale riguardo beni e servizi

La posizione delle località centrali è relativa alla posizione dei distretti da rifornire e non è legata a condizioni favorevoli dal punto di vista geografico

Si immagina quindi una regione uniforme, piana, ovunque percorribile in ugual misura, con un’uguale distribuzione della popolazione; le località centrali sono distribuite in modo uniforme, in punti a distanze crescenti. Perciò la rete delle località centrali assomiglia alla struttura di un alveare

I fattori che Christaller prende in esame sono soggettivi oltre che oggettivi: viene analizzata la preferenza del

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consumatore, valutazioni soggettive del consumatore riguardo il tempo di percorrenza in un’ interessante mescola di teoria economica e di psicologia degli acquisti

Bisogna tuttavia dire che i beni di cui si ha costante bisogno hanno una portata minima, vi sono beni con portata più ampia e beni ancora più rari, pertanto SORGE una SCALA di tipi di centro di diverso rango, dove nella località centrale dello stesso ordine, i beni mantengono la stessa distanza, ed attorno al centro si distungono sei centri di grado inferiori.

Sulla rete dei centri agisce di continuo l’aumento o la diminuzione della popolazione o del suo tenore di vita, i mutamenti dell’attività economica, il progresso tecnico, i cambiamenti di vita sociale, i mutamenti di prezzo dei beni I servizi centralizzati riguardano l’amministrazione, la cultura, la sanità, l’organizzazione della vita economica e sociale, il commercio, la finanza

Viene sottolineata l’importanza dell’amministrazione, la cui localizzazione può condizionare la sede di varie istituzioni di grado più elevato: scuole superiori, medici, ospedali, banche, uffici ferroviari, aeroporti; in questo caso la regola localizzativa è politica e non economica

Il rifornimento di beni e servizi non è il solo fattore che condiziona, la grandezza, la distanza e la distribuzione delle località centrali: sono le vie di comunicazione che danno forma al sistema

Risorse

DEMOGRAFIA E RISORSE ALIMENTARI La terra nel 2006 ha raggiunto i 6.6 miliardi di abitanti, nel 1900 erano 1 miliardo, secondo le previsioni nel 2025 arriverà a 8 miliardi. Circa 2 miliardi di persone sono malnutrite e 24.000 persone muoiono ogni giorno di fame o per cause ad esse collegate, ed i tre quarti di questi decessi sono riguardano i bambini con età inferiore ai cinque anni. Le principali cause secondo le stime della FAO sono la povertà, i prezzi per i paesi del terzo mondo troppo alti, l’ineguale distribuzione delle risorse alimentari, le carestie, alluvioni, siccità, guerre.

Bisogna tutta via ricordare la scarsa gestione dei sistemi agricoli del terzo mondo, in quanto la produzione ha rese basse, per mancanza di tecnologie, fertilizzanti e sementi selezionati. I paesi che invece sono in esuberanza non aiuto alla risoluzione di questi problemi

Unico aiuto in cui possono ricorrere è nella legge del mercato, e sono le donazioni e le estensioni di credito di organismi internazionali che portando il loro aiuto aumentano la dipendenza politica-economica dei paesi più poveri nei confronti di quelli più ricchi.

Gli aiuti e donazioni si ispirano alla cultura dell’emergenza e non ad azioni di carattere durevole

In mancanza quindi di soluzioni efficaci si sviluppa il fenomeno delle migrazioni, verso la città, o emigrazioni verso i paesi più ricchi, con il rischio delle cause relative all’immissione in un paese nuovo. Le risorse fondamentali del mondo sono le, risorse minerarie e idriche.

RISORSE MINERARIE

Per i Paesi industrializzati è fondamentale disporre di risorse minerarie. Quelle più promettenti sono quelle sottomarine, come i metalli ferrosi, rame, nichel e la scoperta di noduli sottomarini hanno diminuito il timore al loro esaurimento. Le materie prime possono essere rinnovabili o non rinnovabili. E l’ubicazione di un’industria è strettamente correlata con la presenza di giacimenti minerari. Da sempre questa ricerca delle risorse umane porta a continue guerre o ai fenomeni di colonizzazione, che come causa la disponibilità di risorse.

RISORSE IDRICHE

Il problema dell’acqua e della sete è altrettanto grave quanto quello della fame: 1,4 miliardi non hanno accesso all’acqua potabile, circa il 75% della popolazione rurale in africa non ha acqua La terra ha risorse idriche abbondanti tra calotte glaciali, ghiacciai e falde freatiche: ma non sono facilmente utilizzabili e l’acqua disponibile è spesso salata Alla carenza d’acqua utilizzabile va aggiunto l’inquinamento idrico dovuto all’urbanizzazione, all’industrializzazione, all’uso di pesticidi e fertilizzanti In tal senso si stanno sviluppando dei trattati o convenzioni che si occupano dell’ambiente, in particolar modo

dell’acqua, e si sta creando una disciplina “Idrogeopolitica o Idropolitica” ovvero la conflittualità politica e l’acqua

Sicurezza energetica

Per alimentare lo sviluppo dell’economia è necessario che tutti i paesi industrializzati, abbiano un accesso facile e

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garantito alle fonti di energia, tra le quali gli idrocarburi sono le più efficienti e le più utilizzate a livello globale. Tale consumo ha portato negli anni ’60 e ’70 degli effetti shok relativi all’esaurimento delle risorse energetiche. Il fabbisogno delle nazioni aumenta ogni anni ed il deficit è in continuo aumento, sia negli USA che in europa. A causa di molti fattori, oggi si stanno creando nuove strategie per garantire forniture continue in modo che la crescita economica, tecnologica e demografica non venga arrestata da eventi inaspettati, imprevisti e non calcolati a vantaggio quindi della sicurezza energetica.

• I rischi geopolitici non cambieranno molto nel prossimo futuro e si potrebbe sostenere che le dinamiche dell’attuale mercato petrolifero dipenderanno da quattro aree

Rischi geostrategici Fluttuazioni macroeconomiche

Rischi legati alla natura delle risorse Incertezze sulla futura capacità di produrre di greggio

L’unica certezza è l’imprevedibilità del mercato energetico globale, considerato che negli ultimi sette anni il prezzo del barile ha subito forti rialzi ed è stato molto variabile Le implicazioni geopolitiche e militari sono difficili da quantificare in termini di gravità, espansione, diffusione ed effetti a catena, ma si possono delineare:

Stabilità delle nazioni esportatrici di petrolio

Terrorismo nel Golfo Persico e sicurezza delle infrastrutture petrolifere

Embargo e sanzioni

Conflitti etnici e civili Disastri naturali

Ambiente

Alla base delle politiche ambientali a livello nazionale ed internazionale sta il concetto di sviluppo sostenibile, varata nel 1992 a Rio de Janeiro.

Sviluppo sostenibile significa l’integrità degli ecosistemi e creare gestioni efficaci delle risorse naturali, garantire equità alle comunità umane e rispettare i diritti delle generazioni future

Nel 1972 il MIT pubblica i risultati di uno studio sulla prima descrizione globale del sistema mondo e si descrivono cinque elementi strategici che esprimono la pressione del genere umano sull’ecosistema terrestre:

Popolazione Produzione di alimenti

Industrializzazione Inquinament

E Viene sottolineata la differenza tra crescita e sviluppo:

Crescita - definita come un aumento dimensionale di un organismo provocata dall’aggiunta di materiale attraverso l’accumulazione o l’assimilazione

Sviluppo - consiste nell’espandere o realizzare potenzialità, pervenire gradualmente ad uno stato più completo, più grande e migliore

Lo sviluppo implica sempre l’idea di miglioramento, mentre la crescita può essere associata anche a peggioramenti Dal 1974 tramite l’Action Plan e Nel 1977 in una conferenza dell’ONU viene varato il piano d’azione del Mar de la Plata che riguarda la conoscenza globale e l’esprime la volontà di preservare l’ambiente attraverso la prevenzione e la diminuzione dei conflitti tra usi incontrollati che portano ad uno sfruttamento indiscriminato delle risorse marine Ci sono tre rapporti strategici determinanti per le strategie di lungo termine in campo internazionale: il rapporto Brundtland, la Conferenza di Rio e la Convenzione di Stoccolma

Rapporto Brundtland: si indicano per la prima volta le connessioni tra strategia economcia ed ecologica

Conferenza di Rio: si punta alla riduzione delle emissioni di base, sulla base del riscaldamento globale, e si tratta il tema delle energie alterntivi

La Convenzione di Stoccolma, ha come obiettivo quello di eliminare e diminuire l’uso di sostanze nocive per la salute umana e per l’ambiente definite POP (inquinanti organici persistenti): si tratta di sostanze tossiche scarsamente degradabili che possono propagarsi nell’aria, nell’acqua o nel terreno

Innovazione

Il concetto di innovazione per la Geografia è legato al concetto di cambiamento tecnologico di cui è praticamente sinonimo.

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Le condizioni ottimali della localizzazione per fattori produttivi si basano dell’implementazione di strumenti strategici d’intervento per la promozione di processi di innovazione territoriale immateriale È un cambiamento totale rispetto alle logiche geografiche e alla fisicità dei flussi materiali sostituiti da flussi di informazione. A partire dagli anni ‘50 l’innovazione tecnologica si identifica in una convergenza tra informatica e telecomunicazioni con lo sviluppo di tecnologie ICT (information and communication tecnologies) che consentono la gestione di informazioni codificate in forma digitale e tutti i servizi che ne rendano possibile l’utenza

• Le ICT hanno modificato il modo di vivere e lavorare delle persone, molte attività produttive si svolgono in forma digitale o in rete e la portata innovativa è tale da considerare Internet la quarta rivoluzione industriale

Grandi Stati e organizzazioni regionali

USA

Federazione russa

• A partire dalla metà dell’800 un movimento culturale ed intellettuale, che porta il nome di Euroasiatismo, si traduce nella principale teoria di definizione dell’identità russa: un movimento endogeno alla Russia che sintetizza le due grandi componenti dell’Impero, la parte europea e la parte asiatica e tende ad esprimere un’identità simbiotica e coesa all’interno del contenitore imperiale russo

• La concezione spaziale sovietico non si discostava tanto da quella che aveva generato l’Euroasiatismo: alla grandeur dell’Impero era subentrato il mito dell’”uomo sovietico” che non si identificava in un determinato gruppo etnico o religioso

• Lo scopo era quello di far dimenticare al cittadino sovietico il proprio complesso iconografico e la russificazione delle aree periferiche

• Tuttavia, il confine sovietico non aveva mai completamente incluso alcune aree geografiche dell’URSS: si tratta di aree isolate da barriere naturali dove la storia, la cultura e le tradizioni hanno prevalso su modelli sociali e politici esterni come la Transcaucasia, la Cecenia e il Daghestan

• Non è sorprendente che una volta sanciti glasnost e perestroika, da parte di Gorbachev nella metà negli anni ‘80, in alcune aree geografiche, come in Armenia, Georgia e negli Stati baltici siano emersi movimenti centrifughi rispetto a Mosca, che rivendicavano il diritto di autodeterminazione dei popoli e di indipendenza

• Per capire le decisione russe di politica estera e di sicurezza vanno analizzate quattro scuole di pensiero: 1. La scuola tradizionalista: nasce all’indomani della caduta dell’URSS ed è il retaggio dei conservatori intellettuali

sovietici contrapposto alle riforme di Gorbachev • La minaccia fondamentale per la Russia proverrebbe dagli USA e dalla NATO, visti come strumenti di

dominazione americana sull’Europa: gli alleati della Russia sarebbero tutti i nemici degli USA inclusi la Corea del Nord, l’Iran e la Cuba

• La Cina è vista come un alleato potenziale, anche se permangono preoccupazioni sull’eccessivo rafforzamento di quest’ultima rispetto alla Russia

• Questa scuola di pensiero ha caratterizzato la politica estera russa fino alla metà degli anni ‘90 2. La scuola pragmatica, si basa su teorie di realismo politico secondo le quali la Russia aveva due scelte: associarsi

alla comunità degli Stati democratici oppure essere rimossa nella periferia del sistema mondiale • Le maggiori sfide alla sicurezza non provengono dall’occidente, ma dai conflitti etnici e dalle spinte secessioniste

generate dal Caucaso settentrionale, dalla proliferazione di armi di distruzioni di massa, dalla criminalità organizzata, dal fondamentalismo islamico e traffici illegali

• Questo pensiero è tipico dei rappresentanti della società civile, degli intellettuali e dei media indipendenti capaci di superare i pregiudizi e gli stereotipi attribuiti all’occidente

• Purtroppo, il momento storico e l’isteria della caduta del prestigio internazionale della Russia hanno fatto sì che la scuola pragmatica non avesse un seguito forte

3. Il concetto multipolare - è una sintesi tra tradizionalismo e pragmatismo: il tentativo è quello di evitare le semplificazioni e gli estremismi delle due scuole precedenti

• L’occidente non è più un blocco unito e gli interessi dei suoi componenti si muovono da presupposti geopolitici diversi: le relazioni internazionali sono ora determinate dalle interazioni fra Russia, USA, UE, Giappone e Cina

• La minaccia percepita proviene dagli USA e dalla loro continua penetrazione nelle repubbliche ex-sovietiche a scopo energetico, e per contrastarla si propone una coalizione informale fra Russia, Cina e UE

• Un’altra iniziativa è la creazione di un triangolo geopolitico tra Russia, Cina e India che parzialmente si è realizzata creando un blocco politico-militare dell’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai

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4. Il pensiero neo-imperialista si basa su due costanti: assicurare sovranità assoluta per ciò che concerne il ruolo russo nell’area ex-URSS e rimpossessarsi dello status di grande potenza sullo scacchiere internazionale

• Per realizzare ciò la Russia sta aggiornando il proprio arsenale nucleare, sta usando in termini di condizionalità politica il suo ruolo di esportatore di risorse energetiche, sta rilanciando il suo rapporto strategico con la Cina e sta riprendendo un ruolo dominante nello spazio ex-sovietico

• L’appoggio degli USA alle rivoluzioni in Ucraina e Giorgia e l’avvicinamento alla NATO e all’UE di alcune repubbliche ex-sovietiche è teso direttamente a indebolire la sovranità della Federazione Russa

• Per quanto riguarda i rapporti con l’UE, Mosca è irritata dall’insistenza europea di basare i rapporti bilaterali su sistemi di valori condivisi e non, come vorrebbe la Russia, si interessi condivisi

Cina

• La storia della Cina inizia nel XXII secolo a.C. ma solo nel III secolo a.C. con la dinastia Qin il Paese è unificato • Dopo un periodo di turbolenza si consolida il potere della dinastia Han, che regna per quattro secoli: si apre la

via della seta e inizia il commercio con le province romane d’oriente, l’impero comincia ad espandersi nell’Asia continentale e si afferma il confucianesimo

• Fino al 1912, anno della Rivoluzione che segna l’inizio della Repubblica, il Paese è soggetto a varie dinastie fortemente centralizzate, nazionaliste e spesso caotiche, con forti influenze confuciane, che hanno lasciato una profonda traccia nelle strutture politiche e sociali cinesi; è stato poi retto da un governo nazionalista ed infine ha sperimentato dal 1949, con l’arrivo dei comunisti di Mao Zedong, il governo autoritario e marxista

• La Cina è oggi guidata dal Partito comunista unico anche se nell’ultimo decennio sta strasformando la struttura politico-economica in un sistema quasi capitalistico

• Dal punto di vista politico la Cina mostra una certa stabilità in quanto non esistono le condizioni di base che darebbero vita a trasformazioni significative del sistema: da una parte le pressioni occidentali sui diritti dei lavoratori, la questione tibetana e la necessità di riforme rappresentano argomenti in parte affievoliti, dall’altra, gli attivisti a favore della democrazia, i separatisti del Tibet e dell’Uighur sono stati annullati dalle autorità cinesi con scarso riflesso sui media occidentali

• L’aspetto più saliente della trasformazione è quello economico: già attore internazione importante, Pechino avrà un’influenza determinante nel futuro ordine mondiale, strutturando la politica e l’economia nell’ambito della competizione o collaborazione, secondo i rapporti che avrà con gli Stati Uniti e l’Unione Europea

• L’attuale periodo di crescita pone due serie di questioni, relative alla sostenibilità interna ed alle priorità della Cina quale protagonista globale: gli sforzi per sostenere l’espansione economica e migliorare la qualità della vita dei propri cittadini potranno avere delle implicazioni sul piano internazionale

• Il primo campo in cui si misureranno le capacità governative è quello relativo alla sicurezza energetica: lo Stato è consapevole della propria vulnerabilità, il 50% delle forniture petrolifere provengono dal Medio Oriente e l’80% delle importazione passano per lo Stretto di Malacca, la cui sicurezza è minacciata dagli atti di terrorismo

• In questo delicato contesto il governo ha già realizzato accordi commerciali con Arabia Saudita, Iran, Angola e Russia; crescono gli interessi cinesi in Africa tramite le intese con Nigeria, Sudan e Libia; si stringono rapporti con Pakistan e Myanmar per l’uso dei loro porti

• La Cina dovrà quadruplicare la produzione dell’elettricità, produzione che per la maggiore dipende dall’uso del carbone, con conseguenze negative per l’ambiente

• Un’altra questione è il degrado ambientale: la percentuale d’emissione del CO2 cinese costituisce il 16% dell’emissione complessiva mondiale e il governo ogni anno deve investire nelle politiche ambientali e di antinquinamento il 10% del PIL

• La Cina soffre un altro fenomeno ambientale - il disboscamento: se mancano le foreste le tempeste di sabbia del deserto dei Gobi arrivano direttamente a Pechino

• Si deve segnalare il crescente ruolo cinese sul piano militare, diplomatico e quello internazionale che si basa su due modelli d’azione:

• Il governo cerca di collocarsi sulla scena mondiale tramite il suo peso economico, sotto forma di aiuti allo sviluppo a quei Paesi poveri che rifiutano il modello di condizionamento politico prospettato dai Paesi occidentali

• La Cina enfatizza il modello multilaterale delle relazioni internazionali, controbilancia la politica unilaterale degli USA attribuendo solo all’ONU le prerogative per la gestione degli affari globali

• La crescita economica cinese è stata a lungo considerata dai principali attori mondiali come una sfida o un’opportunità per le loro economie, ma rimane un dubbio di fondo sulla politica estera� cinese: la Cina sarà un rivale o un partner?

• Poiché la crescita economica procederà a ritmi sostenuti solo se il governo sarà capace di assicurare l’approvvigionamento energetico, le varie tendenze nella politica estera potrebbero essere ambigue e variabili

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• Consapevole della propria relativa debolezza, la Cina cercherà nel breve e medio periodo di prendere tempo e di non entrare in diretta collisione con le potenze occidentali, in particolare non gli USA

• La crescita economica non è stata seguita da nessuna riforma sociale importante, il partito unico esercita pieno controllo sulle dinamiche della società e ciò viene giustificato con il fatto che le maggiori libertà, sommate alle disuguaglianze tra ricchi e poveri generate dallo sviluppo potrebbero portare a disordini difficilmente rimediabili

• Nel medio periodo si potrebbe comunque assistere ad una maggiore apertura del sistema, redendolo più partecipativo: l’inclusione e la cooptazione dei vari gruppi di pressione, come quelli economici, non governativi o ambientali, renderebbe il sistema meno sensibile alle spinte destabilizzanti, originate dall’eccezionale progresso economico, destinato a perdurare nel prossimo decennio

ASEAN

• Il processo di globalizzazione, con effetto inverso, ha contribuito alla costituzione delle organizzazioni regionali o alla rivitalizzazione di quella già esistenti

• La tendenza al regionalismo assume rilievo dopo la fine della II Guerra Mondiale quando i Paesi sviluppati hanno promosso meccanismi ed istituzioni di cooperazione regionale a vocazione politica e economica, sulla base delle teorie classiche, secondo le quali il libero scambio permette la trasmissione della crescita economica tra le nazioni ed i raggruppamenti regionali sortiscono effetti postivi sul loro ambiente esterno

• Oggi queste organizzazioni tendono a salvaguardare le loro peculiarità politiche, economiche, sociali e culturali, soprattutto se interessano i Paesi emergenti, i quali in questo modo tentano di rafforzare il proprio peso decisionale nei fori multilaterali, aumentare il potere di negoziazione per difendere le esportazioni di materie prime

• Questo è il caso dell’ASEAN - Association of South-East Asian Nations, che tra i suoi membri vede Indonesia, Malesia, Thailandia, Singapore, Filippine, Vietnam, Brunei, Cambogia, Laos e Myanmar

• Creata nel 1967 l’Associazione si è prefissa l’obiettivo di consolidare e promuovere la crescita economica, il progresso sociale e lo sviluppo culturale tra i Paesi membri senza interferenze negli affari interni di ciascuno di loro

• I firmatari non desideravano che l’Associazione venisse trattata come un’alleanza politica, ne tanto meno come una comunità di difesa, ma la presenza di gruppi rivoluzionari all’interno dei Paesi membri e la loro vulnerabilità di fronte ai due grandi Stati comunisti della regione, l’URSS e la Cina, fano in modo che l’ASEAN da principio venisse aiutato ed appoggiato dagli Stati Uniti e loro alleati

• Il primo compito di ASEAN è il superamento delle vecchie barriere di sfiducia e sospetto tra i Paesi membri, il dovere di risolvere le dispute del passato per imbarcare la strada della pacifica convivenza

• L’ASEAN è riuscita a proiettarsi sul livello politico-diplomatico, come l’intermediario principale nella guerra tra il Vietnam e la Cambogia nel 1978, ma non ha raggiunto gli sperati effetti economici

• La causa primaria della mancata cooperazione economica è rappresentata dal fatto che la maggior parte dei Paesi membri erano, e sono tuttora, in competizione tra di loro: esportano le stesse materie prime e hanno economie estremamente protette

• Negli anni ‘80 e ‘90, le gravose condizioni economiche e la creazione di grandi blocchi commerciali hanno costretto l’ASEAN ad intensificare la cooperazione economica, creando nel 1992 l’ASEAN Free Trade Area (AFTA), la terza più importante zona di cooperazione economica globale, in seguito all’UE e la NAFTA

• Le specificità di questo accordo consistono nel fatto che si tratta di Paesi non confinanti via terra (come accade nell’UE) e che al suo interno ci sono Paesi a struttura istituzionale diametralmente opposta tra loro

• Un ulteriore peso all’importanza dell’Associazione sarà dato dal ruolo cinese al suo interno: a fine novembre 2004 Pechino e ASEAN hanno firmato un accordo in base a quale verranno rimosse completamente le tariffe doganali creando una vasta aree di libero scambio

• Questo impegno cinese entra in diretta collisione con gli interessi americani: dopo l’11 settembre la presenza americana nella zona si è intensificata con il pretesto di contrastare i gruppi fondamentalisti in Indonesia, Filippine, Thailandia e Malesia

• Se la presenza americana garantisce la stabilità regionale, essa diventa di minor valore se paragonata con i vantaggi che porta lo sviluppo cinese per l’intera area: l’appeal cinese nel campo economico comincia a spostare interessi strategici dell’ASEAN da quelli ispirati �al mantenimento dello status quo a quelli che permetterebbero agli Stati interessati di espandere i cosiddetti valori asiatici

• In questo intreccio di forze politiche una posizione di grande rilievo assume il Giappone: impegnato nella regione da decenni, attraverso le attività commerciali e gli aiuti allo sviluppo, i Paesi dell’ASEAN continuavano a valutarlo sulla base delle esperienze negative sperimentate durante la II Guerra Mondiale

• Il Giappone ha perseguito gli interessi nella zona in quanto vi poteva trovare materie prime e allargare il mercato per i propri prodotti, mentre l’impegno politico è stato condizionato dai rapporti molto stretti tra Tokyo

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e Washington • Dopo il 1990 il Giappone si vede sempre più coinvolto negli affari regionali e nel 2003 stipula il Piano d’Azione

con l’ASEAN che definisce tre principali aree di cooperazione: il rafforzamento dell’integrazione all’interno dell’ASEAN, l’aumento della sua competitività e la collaborazione negli affari transnazionali, in particolare la lotta contro il terrorismo e pirateria

Lega Araba e Unione Africana

LEGA ARABA Fondata nel 1945 la Lega Araba o Lega degli Stati è un’organizzazione rivolta al coordinamento dell’economia, della difesa, delle attività culturali, sociali e della salute pubblica: a tal fine sono stati creati il Mercato unico arabo, l’Organizzazione Finanziaria araba e varie Unioni nei campi delle telecomunicazioni e dei servizi postali

• La Lega è composta da 22 Stati, i paesi fondatori sono Egitto, Siria, Libano, Trasgiordania (oggi Giordania), Iraq Il fattore importante che la unifica e la rende unica nell’ambito delle organizzazioni internazionali è che essa si basa su radici culturali e religiose piuttosto che su quelle politico-economiche e geografiche La Lega deve anche far fronte ad altre crisi politiche: il conflitto arabo-israeliano, la crisi in Libano, gli scontro armati tra Somalia e Sudan

• Al momento la Lega Araba pare non avere gli strumenti idonei per gestire la crisi e pertanto la strada verso l’unità araba appare ancora lunga

UNIONE AFRICANA • Benché rappresenti l’organizzazione continentale e regionale più grande del mondo, raggruppando ben 53 Stati

(tutti i Paesi africani, salvo il Marocco), l’Unione Africana ha avuto finora poca influenza nelle agende internazionali

• L’Unione, fondata nel 2002, è stata preceduta dall’Organizzazione dell’Unità Africana (OUA), istituita nel 1963 ad Addis Abbeba

Mercosur e Nafta

MERCOSUR Il Mercosur (dizione� spagnola) o Mercosul (dizione portoghese), è un Accordo Commerciale Regionale fondato con il Trattato di Asunción nel 1991 tra Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, un progetto ambizioso che voleva mettere assieme risorse dell’America Latina Mercosur, il cui motto è “Il nostro Nord è il Sud”, promuove il libero commercio e i flussi di merci, persone e valuta e coinvolge più di 263 milioni di persone: si tratta della quinta potenza economica mondiale

Lo sviluppo del Mercosur è indebolito dalle problematiche economiche dell’Argentina nel 2001 e da contrasti interni tra le politiche commerciali dei Paesi aderenti

Nel 2004 viene firmato un accordo per una maggiore integrazione dell’America Latina nel mondo a somiglianza di quanto avvenuto per l’UE. L’Unione Europea ha supportato Mercosur fin dall’inizio fornendo cooperazione tecnica e stabilendo un dialogo politico e commerciale

Malgrado le premesse rimangono molte tensioni tra i Paesi membri. Si contrappongono paesi della sinistra radicale a quelli della sinistra riformista, un confronto che si gioca anche sulle particolari personalità dei loro presidenti in particolare su quella di Chavez NAFTA Il North American Free Trade Agreement, NAFTA, è un accordo esecutivo-congressuale di libero scambio commerciale tra Stati Uniti, Canada e Messico, entrato in vigore nel 1994, che prevede la progressiva eliminazione di tutte le barriere tariffarie In seguito oltre all’eliminazione delle tariffe, l’accordo promuoveva una concorrenza leale ed aumentava la possibilità di investimenti, stabiliva un quadro di cooperazione sia trilaterale che regionale ma anche multilaterale fuori aree NAFTA

• L’accordo venne sostenuto dalle multinazionali, ma fu anche contestato violentemente in Messico, ma anche negli USA e in Canada, particolarmente dai sindacati che temevano il trasferimento di posti di lavoro in Messico

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Bisogna tuttavia ricordare il problema del terrorismo ed il continuo espatrio di immigrati messicani dal territorio degli USA, e la miriade di attraversamenti tra USA e CANADA, che non rendono le cose più facili

Nel 2005 il Congresso ha votato per estendere NAFTA ad altri 5 Paesi dell’America centrale e attualmente gli Stati Uniti sostengono l’ingresso di Perù e Colombia

Problemi e traffici nel mondo globalizzato

Terrorismo

Nel 2001 il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, pur esprimendo unanime condanna per gli attentati dell’11 settembre e pur obbligando i suoi 189 membri a congelare le finanze dei terroristi, a negare ogni forma di aiuto e di protezione, non ha trovato un’intesa su una definizione del terrorismo.

Per terrorismo si intende qualunque azione compiuta da persone o gruppi organizzati, con violenza o senza violenza contro persone e cose, al fine di provocare una situazione permanente di terrore tra la popolazione civile, con l’obiettivo di destabilizzare il paese o di conquistare il potere o di abbattere il potere democratico costituito, o di costringere le istituzioni a scendere a patti e a fare determinate concessioni

Il terrorismo si concretizza in generale in omicidi, stragi, sequestri di persona, dirottamenti aerei, ma presenta anche aspetti politici, sociali, di sicurezza, militari, ideologici che convergono nella stessa attività e può essere finanziato attraverso paesi amici, finanziamenti provenienti da false associazioni caritatevoli, traffico di droga, di organi di armi. I terroristi hanno forti convinzioni ed elaborano su di esse un sistema di valori propri, ai quali si aggiunge una profonda fede religiosa finalizzata ad un premio ultraterreno anche se la loro natura è soprattutto quella di soggetti politici, anche se il fine terreno è un mezzo per un scopo pacifico.

Contraddizione in termini sono le guerre “umanitarie” o le guerre “giuste”: la guerra viene sempre giustificata come opposizione al male, cosicché la vittoria viene sempre considerata come il trionfo del bene

La forma più grave di terrorismo internazionale è quella sostenuta e finanziata da uno Stato contro un altro Stato: lo Stato che appoggia i terrorismo può disporre di armi micidiali, chimiche, batteriologiche, nucleari, sempre più disponibili dopo il crollo del muro di Berlino

Droga

Droga è un termine generico che indica sostanze naturali o sintetizzate in laboratorio che provocano alterazioni dello stato di coscienza e che speso inducono forme di dipendenza fisica e/o psicologica

L’uso della droga è antico ma la storia della droga nel mondo occidentale è anche la storia delle guerre: la morfina si è diffusa dopo la guerra di Secessione, la cocaina si è diffusa dopo la prima guerra mondiale, l’eroina è il risultato della guerra del Vietnam

In alcuni stati alcune droghe il cui consumo e commercio, è consentito, in alcuni e vari paesi invece è proibito La produzione delle droghe illecite si può sviluppare dove ci sono poteri statali che non sono in grado di esplicare i propri poteri pienamente (incertezze o instabilità politiche). Si prestano maggiormente in zone soggette alle guerre, o dove le vie di trasporto sono conosciute per via del loro passato proficuo Dagli ultimi decenni del XX secolo la droga ha conosciuto un’espansione senza precedenti, le aree di produzione si sono costantemente allargate non solo nell’America latina ma anche in Asia e in Africa La dipendenza creata dalla droga induce i consumatori a continuare a acquistarla anche in assenza di disponibilità economiche ed il fenomeno che ne consegue è quello della microcriminalità: si può diventare spacciatori, ci si può prostituire, o far prostituire, si può rubare, trovare tutti i mezzi illeciti pur di disporre di quantità, tra l’altro crescenti, di droga

Paradisi fiscali

L’espressione paradisi fiscali identifica ed indica quegli Stati o territori che non prevedono imposizioni fiscali sui redditi delle persone fisiche e giuridiche, in genere società commerciali, o che prevedono un’imposizione particolarmente limitata. Nel mondo si stimano circa 60/90 Paradisi fiscali volti a offrire vantaggi ai detentori di capitali

Accanto a questi sono compresi altri Stati o territori nei quali vige un sistema di tassazione normale ma il cui ordinamento giuridico contiene previsioni concernenti esazioni o vantaggi tributari consistenti per situazioni oggettive

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e soggettive particolari, cioè per determinate categorie di reddito o in relazione a specifiche figure societarie

I paradisi fiscali esistono per la mancanza di imposte uniformi nei vari paesi, e si distinguono in interni ed esterni:

Nei paradissi fiscali interni rientrano quelli ai quali si può fare ricorso anche se residenti nel paese interessato approfittano di lacune nel sistema normativo

Nei paradisi fiscali esterni rientrano quelli che richiedono il compimento di atti giuridici al di fuori del loro territorio e che, in definitiva, sono utilizzabili solo da parte di soggetti non residenti

Una classificazione fa riferimento al tipo di attività che in essi si può svolgere: ci si può riferire all’acquisto e alla rivendita dei beni, all’intermediazione commerciale, alle partecipazioni azionarie, alla concessione di licenze e alla cessione di diritti, alle banche ed alle attività finanziarie, alle assicurazione, alla produzione industriale , ai beni immobili, agli utili di capitale Origini dei paradisi fiscali In origine erano territori adibiti al rifugio delle grandi navi degli imperi europei, in seguito numerosi territori si specializzarono a sottrarsi dai controlli e dalle imposte internazionali. Esempio: Nelle Isole Cook ci sono 1200 società sulle quali il governo, a capo del quale c’è la Regina d’Inghilterra, non è in gradi di fornire informazioni: le isole hanno autorizzato sette banche alla raccolta di credito senza l’obbligo di identificare i clienti

Tratta di esseri umani e di organi

Si stima che la tratta di esseri umani renda ogni anno quasi quanto il traffico internazionale di droga o di armi: milioni di persone vengono avviate alla prostituzione, al lavoro nero o al traffico di organi, etc Emerge dal protocollo di Palermo, la definizione di Tratta di esseri umani:

Tratta di persone indica il reclutamento, trasporto, trasferimento, l’ospitare o accogliere persone, tramite l’impiego o la minaccia di impiego della forza o di altre forme di coercizione, abuso di potere o tramite dare o ricevere somme di denaro o vantaggi per ottenere il consenso di una persona che ha l’autorità su un’altra a scopo di sfruttamento

In Italia il codice penale prevede pene per la riduzione in schiavitù, per il commercio di schiavi per la prostituzione e la tratta dei minori Il tema del traffico di organi non è ancora oggetto di studi scientifici e tale fenomeno è diffuso principalmente nei Paesi poveri del Terzo Mondo, dove si intreccia con quelli di altri traffici come droga o armi. Gli organi che possono essere trapiantati sono moltissimi: pelle, ossa, cornee, cuore, fegato, reni ma anche sangue, placenta, capelli o denti

Dal primo trapianto di cuore ad oggi la chirurgia ha fatto grandi progressi: gli organi devono provenire da persone clinicamente morte ma non da persone il cui cuore ha smesso di battere

Nel mondo occidentale la donazione volontaria di organi è regolata da legislazioni e complessi protocolli che richiedono il consenso del donante. Gli organi non possono essere venduti legalmente ma soltanto donati: solo in Iran la legislazione permette la vendita di organi La causa della carenza nell’offerta di organi si sono sviluppati

viaggi della speranza sia canali clandestini ed illegali

che mettono in contatto pazienti e donatori: il prezzo che si paga va agli intermediari, ai medici, va in spese di viaggio del venditore in quanto il trapianto avviene in cliniche attrezzate scelte dal malato (una volta in Sud Africa, oggi in Iran, India e Cina) L’Iran è unico paese nel quale la vendita di organi è legalizzata: il donatore viene pagato dallo Stato e il prezzo non è eccessivo per l’acquirente occidentale, ma interessante per il venditore iraniano; i condannati a morte sono donatori di organi e sono una risorsa importante per i trapianti In Cina la legge stabilisce che gli organi dei condannati a morte possono essere usati per il trapianto d’accordo con il condannato e se la famiglia non reclama il corpo Negli USA esistono strutture che mettono in contatto le persone che hanno bisogno di trapianti per eventuali scambi: si pensi al baratto

Il Parlamento europeo ha sostenuto l’esistenza di un “Traffico organizzato di organi che si svolge in modo simile al traffico di droga. Implica persone che vengono uccise per ricavare gli organi che si vendono con profitto. Negare l’esistenza di questo traffico equivale a negare i forni e le camere a gas dell’ultima guerra”

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Corruzione

Definizione di corruzione: abuso di ruoli e risorse pubbliche con il fine di ottenere vantaggi privati Dalla definizione si evince che si può avere una corruzione che dipende dal giudizio tra l’opinione pubblica e quello della classe politica, o della classe burocratica. Si ha quindi una corruzione:

Corruzione Nera: Se entrambi giudicano un atto corrotto e lo vorrebbero reprimere

Corruzione Grigia: che solo una delle due parti considera da perseguire o da reprimere. E’ quella più pericolosa per un sistema politico che portare contrasti e conflitti tra società civile e quella politica

Corruzione Bianca: se entrambi giudicano un atto corretto e non ritengano si debba perseguire

Le definizioni basate sull’interesse pubblico allargano molto il concetto di corruzione: corruzione significa trasgredire l’interesse comune per interessi particolari. E’ una definizione che lascia largo spazio ai politici per giustificare qualunque fatto affermando che è nell’interesse pubblico La corruzione può essere correlata a quattro elementi fondamentali:

Che ci sia una violazione di norme o di regole sancite normativamente

Che avvenga nel corso di uno scambio clandestino tra mondo della politica e mondo dell’economia

Che la violazione abbia come finalità l’appropriazione da parte di individui, politici o economisti, di risorse d’uso o di scambio di provenienza pubblica

livello politico di modificare di fatto i rapporti di potere nei processi decisionali accrescendo il divario tra potere e responsabilità.

La corruzione c’è sempre stata ed ha fatto la sua parte in ogni sistema politico e sociale; Di seguito alcune teorie:

I moralisti sostengono che la corruzione è in ogni caso sintomo di malesseri o disfunzioni;

Gli studiosi “integralisti” sostengono che la corruzione dipende da variabili di tipo economico, sociale o politico e in generale può avere effetti positivi sul funzionamento di un sistema sociale e/o politico

Secondo l’approccio “economico” il ricorso a pratiche corrotte è una risposta razionale alle lentezze dell’apparato burocratico: la corruzione potrebbe addirittura favorire gli investimenti e limitare i consumi

Nell’ordinamento italiano i problemi della normativa sul tema della corruzione possono essere ricondotti a due fenomeni:

l’eccesso di norme livello troppo elevato delle fonti

primo aspetto causa incertezza o un eccesso di regolamentazione

secondo determina rigidità e difficoltà di modifica del livello normativo

il risultato è uno stato di confusione nel quale gli amministratori possono scegliere le norme da applicare L’ordinamento italiano è lacunoso per quanto riguarda i rapporti tra politica e amministrazione e rende compatibili cariche elettive e posti amministrativi Una ragione di corruzione è la condizione di vita del pubblico dipendente: il basso livello delle retribuzioni, la necessità di trasferirsi in sedi di lavoro con un più elevato costo della vita, lo scarso prestigio dei dipendenti