gestornews maggio 2016

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NE/TN0027/2008 quadrimestrale di informazione della cooperativa trentina di acquisti alberghi e ristoranti

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Gestornews un quadrimestrale ricco di novità adatto a tutte le strutture alberghiere e curiosi. Scoprite le novità e gli eventi del momento!

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NE/TN0027/2008

quadrimestrale di informazione della cooperativa trentina di acquisti alberghi e ristoranti

GESTORnEWS [ 1 ]EDITORIALE

02 Appuntamento Assemblea Ordinaria Gestor

04 Intervista I rifugi, come erano e come

sono diventati

11 Il Personaggio Hotel Centrale di Torbole

14 Expo Riva Hotel 2016 Gestor festeggia i 18 anni

alla grande

19 GestorBar Il Museo del Caffè

di Rovereto

24 Eventi I Suoni delle Dolomiti

34 Il prodotto La mela

36 La Ricetta Il risotto Carnaroli mantecato

con mele Granny Smith, porro stufato e nocciole tostate

Anno IV – N. 1 maggio 2016

Quadrimestrale della Cooperativa GESTORvia Maccani 181/A – TrentoTel. 0461 826506 – Fax 0461 976068www.gestor.it – [email protected] Responsabile: Franco DelliguantiRegistrazione n. 1358 – 7 maggio 2008del registro stampa del Tribunale di TrentoRealizzazione e stampa: Saturnia - Trento

Gestor è un’azienda sana. I risultati lo dimostrano

cari soci,l’assemblea che ci apprestia-mo a vivere sarà un momen-to di condivisione dei risultati

raggiunti insieme e dei nuovi obiettivi che vogliamo prefissarci. Un incontro accompagnato da un clima di ottimi-smo, un sentimento che nutro io, ma che mi è stato confermato dalle pa-role di un fornitore in particolare che al termine della visita al nostro stand alla recente Fiera Expo Riva Hotel mi ha confidato di aver interpretato l’orga-nizzazione del nostro spazio espositivo come segno evidente di un’azienda sana e in netta ripresa. Parole che mi hanno rincuorato, certo, ma che han-no rafforzato anche la mia convinzione che viaggiamo sul binario giusto. Uno dei segnali più chiari è stata proprio la folta partecipazione alla Fiera. I risultati per noi sono stati al di sopra di qual-siasi aspettativa, nonostante l’impegno e il lavoro che abbiamo dedicato alla sua preparazione. A dimostrarlo, la presenza numerosa dei nostri forni-tori, le visite di tantissimi soci, la festa che si è svolta nei nostri spazi e che ha visto una partecipazione altissima di pubblico. In quattro giorni di ma-nifestazione abbiamo registrato 111 contatti, persone interessate a cono-scere la nostra Cooperativa e dunque potenziali nuovi soci. Con mia grande soddisfazione abbiamo avuto per la prima volta ospite nello stand il nostro fornitore Segata. Ma i segnali di ripre-sa sono anche altri, sono contenuti nel

bilancio di Gestor che presenteremo in Assemblea. Un bilancio positivo, che ci ripaga degli sforzi e dei sacrifici fatti finora a vantaggio della Cooperativa e dei suoi soci. Vorrei che la nostra As-semblea fosse nuovamente un’occa-sione di confronto e di ascolto. In quel-la sede vorrei che esprimeste, voi soci, le vostre idee e le vostre aspettative, per riflettervi e lavorarci tutti insieme. Quest’anno abbiamo deciso di orga-nizzare l’Assemblea, che come sapete è da sempre itinerante, in Val di Fiem-me. Ci ritroveremo l’8 giugno presso l’Hotel Shandranj di Tesero, perché oltre ad essere una struttura che ha la possibilità di ospitarci numerosi, si tratta anche di uno dei soci più fedeli e più vicini alla nostra filosofia coope-rativistica. L’anno che verrà si aprirà inoltre con un progetto innovativo che abbiamo realizzato appositamente per i nostri associati. I dettagli li presenteremo in Assemblea. Si tratta di Gestor Market, un portale di e-commerce, una vetrina on-line dove i nostri fornitori potran-no inserire i loro prodotti e i soci po-tranno fare i loro acquisti, accedendo in tempo reale a tutte le informazioni sulle promozioni commerciali e sui li-stini prezzi. Per la Cooperativa questo sarà uno strumento per ottimizzare il proprio lavoro e monitorare in maniera sempre aggiornata l’andamento della situazione degli ordini dei singoli soci. Il software verrà realizzato dalla società milanese, IoTrust, azienda che da de-cenni opera nell’ambito dell’Informa-tion Technology, leader nel settore, specializzata in progetti “custom”, stu-diati cioè per le esigenze specifiche di ciascun cliente. Il programma Gestor Market è pensato unicamente per Gestor e per le neces-sità dei suoi soci, ed è il primo nel suo genere in tutta Italia. Vi invito ad essere numerosi alla no-stra Assemblea, per potervi ascoltare di persona ma soprattutto perché è la festa del socio. Sarà un'opportunità per manifestare la vostra convinzione di voler essere parte di Gestor e di con-dividerne la filosofia e i valori.

NIVES TISIDirettore

Sommario

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GESTORnEWS [ 3 ]INVITO

Il saluto del Presidente

c ari Soci,Il 2015 ci ha dato una sferzata di energia positiva. L’abbiamo percepita nell’aria e l’abbia-

mo letta nei dati: gli arrivi della stagio-ne estiva hanno visto un incremento dell’11,9% rispetto all’anno preceden-te e quelli dell’inverno sono cresciuti del 5,1% (dati ISPAT 2015/2016).L’occasione per verificare come que-sto trend positivo si sia riflettuto sui dati della nostra Cooperativa sarà l’Assemblea Annuale di Gestor, che si svolgerà mercoledì 8 giugno all’Hotel Shandranj a Tesero.Abbiamo chiuso un anno in cui abbia-mo preso scelte importanti, che han-no però saputo garantire solidità e stabilità a Gestor e che ci permettono di guardare al futuro con ottimismo, sostenuti anche dai primi segnali di crescita del 2016.È stato certamente un 2015 difficile, ma ormai è passato e so quanto impegno e quanto lavoro abbiamo dedicato alla

Cooperativa. Ed è in questo modo che siamo riusciti a mantenere gli stessi livelli di qualità dei servizi e lo stesso numero dei soci, ma soprattutto ab-biamo garantito una situazione finan-ziaria positiva, mettendo nuovamente a disposizione una cifra seppur mode-sta da destinare ai soci come premio di fine anno. Per il 2016 siamo sicuri di poter fare ancora meglio e arrivare ad avere un bilancio con dei risultati che vi accontenteranno ancora di più. So che vi aspettate dal Presidente tante cose, strategie, obiettivi futuri, ma a tutto questo dobbiamo lavorare insieme. Ed è per questo motivo che vorrei vede-re da parte vostra un maggior attac-camento alla Cooperativa. In questo momento di difficoltà io penso che es-sere uniti, credere nella Cooperativa in maniera più convinta rispetto a come è stato fatto finora, sia estremamente importante, non soltanto per noi, ma anche per i nostri fornitori, perché di-mostrare loro la nostra compattezza

ci dà più forza. Vorrei ricordare che Gestor è nata soprattutto per risolve-re i problemi dei suoi soci, dando loro quella forza di acquisto che singolar-mente ognuno non potrebbe mai ave-re. Qualsiasi imprenditore, per bravo e attento che sia ai prezzi, ai servizi e alla qualità, è sempre più debole rispetto ad un gruppo solido e coeso che ac-quista insieme. Il mio desiderio è quel-lo di vedere ogni associato più fedele alla Cooperativa, più rispettoso e colla-borativo. Gestor vi appartiene, siete voi. E se le dedicate del tempo, la rendere-te ancora più forte e competitiva.Mi rivolgo quindi a tutti voi, invitando-vi a prendere parte all’assemblea, ad esserne partecipi. La partecipazione a questo incontro è uno degli stru-menti più importanti che abbiamo a disposizione per dare ciascuno il pro-prio contributo personale all’analisi e alla pianificazione delle scelte future che renderanno ancora più grande la nostra Cooperativa.

PROGRAMMA DEI LAVORI

1. Saluto del Presidente; 2. Approvazione Bilancio

di esercizio 2015: relazione sulla gestione

del Consiglio di Amministrazione, relazione del Collegio Sindacale

e delibere conseguenti;3. Elezione delle cariche sociali

e definizione dei compensi.

Dalle 10.00 alle 18.00Test drive Maserati

in collaborazione con Tridentum Auto

(su prenotazione)

Dalle 10.00 alle 12.00Centro benessere ed escursioni guidate

Dalle 14.00 alle 16.00Corner informativo IPRATICO e MEDIASET PREMIUM

Ore 16.00Assemblea Generale Ordinaria dei Soci

Ore 18.00Presentazione Gestor Market e Gestor Shop

aperto a tutti i fornitori

Ore 18.40Spettacolo

Luciano Maci

Ore 19.30 Cena Sociale

ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEI SOCI8 GIUGNO 2016 - HOTEL SHANDRANJ – TESERO

[ 4 ] GESTORnEWS INTERVISTA

i rifugi sono a tutti gli effetti un pa-trimonio storico e culturale delle terre alpine, veri protagonisti della montagna. Racchiudono e

raccontano l’essenzialità della mon-tagna, quel vivere fatto di silenzi, sa-crifici, semplicità, a contatto con la natura, riscoprendo valori che la mo-derna quotidianità nella sua frenesia a volte allontana. Per secoli il rifugio è stato punto di partenza per i frequen-tatori della montagna e gli alpinisti per escursioni impegnative. Oggi si è trasformato in punto di arrivo per la grande maggioranza degli escursio-nisti, meta giornaliera, tappa interme-dia di trekking. Di tutti i rifugi dell’arco alpino versante italiano, la percentua-le maggiore è nelle province autono-me di Trento e Bolzano. In queste strutture gli ospiti possono trovare

ospitalità e ristoro. Negli ultimi 50 anni sono molto cambiati, passando da grandi stanze, con spazi e servizi co-muni a camere più piccole, cura per i dettagli, maggiore riservatezza. Il tempo in montagna condiziona pesantemente l’aspetto economico della gestione di un rifugio. Negli ultimi anni le previsioni meteorolo-giche hanno influenzato la frequen-tazione della montagna, popolata sempre più dagli escursionisti, che sempre meno sono disponibili a vi-verla in tutti i suoi aspetti, non ulti-mo quello del camminare sotto la pioggia. Figura centrale del rifugio è il gestore, molto spesso anche guida alpina. É lui che riceve gli ospiti, da informazioni sul territorio ma anche sulle condizioni meteo per affrontare un’escursione. Familiarità, accoglien-

EZIO ALIMONTAPresidente dell’Associazione Rifugi del Trentino

I rifugi Sono 144 in Trentino. Come erano e come sono diventati

GESTORnEWS [ 5 ]INTERVISTA

za, cordialità e professionalità: ecco cosa si trova in un ri-fugio, ecco la ricetta per far tornare a vivere con lentezza la montagna. Ezio Alimonta è il Presidente dell’Associa-zione Rifugi del Trentino. “Io penso che non siano cambiati i rifugi, bensì sono cam-biate le esigenze di chi li frequenta. Gli ospiti oggi preten-dono qualcosa in più e non è più come trent’anni fa che c’era un piatto di minestrone o di pasta asciutta e basta, ma chiedono altro”.

I gestori si sono adeguati a queste esigenze?“Questo per forza, perché se non segui il passo non vai avanti, ma questo deve avvenire senza esagerare troppo. Però certamente si deve dare qualcosa in più alla gente. I rifugi non sono più soltanto per gli alpinisti che vanno ad arrampicare, ma sono diventati al novanta per cento strut-ture per escursionisti che vanno a fare una passeggiata. Una volta erano quasi solo per gli alpinisti. Adesso la loro presenza si è ridotta al dieci per cento. Ormai molti pre-feriscono le falesie, le arrampicate, frequentano la monta-gna con più velocità e in maniera diversa, di conseguenza i rifugi sono diventati delle mete e non punti di partenza e dobbiamo adeguarci anche noi”.

Ci sono abbastanza risorse per ristrutturarli? “In provincia di Trento ci sono sempre stati molti contributi, anche se adesso è un periodo che c’è un po’ di crisi”.

Ma si è perso un po’ il valore del rifugio alpino?“Mah! Non è che si è perso, il discorso è che una volta i rifugi erano solo per scialpinisti che arrivavano, dormivano e poi iniziavano a salire in quota. Adesso i frequentatori dei rifugi sono persone che fanno una camminata, arrivano,

mangiano e poi tornano in valle, soprattutto in quei rifugi che sono a quote più basse”.

E il modo di vivere la montagna è cambiato?“Non è cambiato tanto il sistema di vivere la montagna, c’è un po’ più di pretesa da parte di chi la frequenta ades-so. Forse una volta però si esagerava anche, adesso in-vece gli escursionisti sono un po’ più tranquilli, più consci

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[ 6 ] GESTORnEWS INTERVISTA

di cosa fare in montagna e di come comportarsi, la tengono un po’ più pulita e la rispettano di più, una vol-ta ad esempio gettavano rifiuti anche dove non dovevano”.

Che cosa significa gestire un rifugio? Quanto è impegnativo?

“Come prima cosa, bisogna saper fare un po’ tutto, dal cuoco al falegname, dall’idraulico all’elettricista, perché quando si rompe qualcosa e sei a due ore di cammino a piedi non sempre ar-riva qualcuno ad aggiustarti il guasto”.

É difficile oggi trovare gestori? “Secondo me molti lo farebbero pur non avendo esperienza ma poi suc-cede che dopo un po’ mollano. Sem-bra una cosa facile ma non lo è, per-ché ad esempio una famiglia con dei figli, magari adolescenti, che vuole vivere in un rifugio, per tre mesi sta senza vedere nessuno e soprattutto per i ragazzi è difficile. E poi quando sei su devi arrangiarti a far tutto, non hai orari né niente”.

Quest’ anno che periodo di apertura avrete?

“Apriremo intorno al venti giugno e resteremo aperti fino alla fine di set-tembre”.

Quanti sono i rifugi in Trentino oggi?

“Centoquaranta quattro, tra escursio-nistici e alpini”.

Il gestore di un rifugio è un po’ anche un conoscitore della montagna, una guida alpina, e per questo svolge anche un ruolo di promozione del territorio, è così?

“Dovrebbe essere! Anni fa era così per i più. Adesso in certi rifugi non è facile trovare la guida e quindi il di-scorso è stato allargato un po’ a tutti”.

C’è qualcosa da migliorare, anche su questo fronte?

“C’è sempre da migliorare. Bisogna capire dove si vuole andare a miglio-rare. Per quanto riguarda il discorso dei rifugi, in quelli escursionistici c’è gente che si muove, che domanda informazioni, chiede spiegazioni, han-no voglia di sentire storie del rifugio, in quelli alpini invece le persone van-no un po’ per conto loro”.

Che cosa rappresentano i rifugi per il territorio?

“Sono delle mete che non puoi rag-giungere con la macchina, ma solo a piedi e non sono per tutti”.

GESTORnEWS [ 7 ]FOCUS

sembrava destinata ad essere una stagione invernale negati-va se non addirittura disastro-sa, vista la scarsa quantità di

neve che ha imbiancato le vallate trentine. E invece, stando a diverse indagini di settore, le nostre località turistiche hanno di che sorridere. Pur essendo partita a rilento, la sta-gione ha registrato un boom grazie anche al periodo pasquale dove c’è stata un’impennata di turisti appas-sionati di sci. Uno studio dell’istituto ACS Marketing Solutions per Fede-ralberghi ha stimato che sono stati 9,7 milioni gli italiani che non hanno rinunciato ad una vacanza bianca, 1 milione in più rispetto al 2015. La re-

gione leader nel turismo montano è stato proprio il Trentino Alto Adige, con il 25% della domanda (rispetto al 24% dell’anno scorso), seguita da Pie-monte (12,6%) e Valle d’Aosta (11,9%). Ma andiamo a spulciare nel dettaglio i dati dei singoli comprensori sciistici.Partendo dal comprensorio sciistico del Monte Bondone – 20 chilome-tri di piste per 70 ha ettari - i dati di Trento Funivie, che ha chiuso la sta-gione il 3 aprile, confermano che i passaggi sono stati 1.220.000, il 3% in più rispetto allo scorso anno, con un record stagionale di passaggi nella giornata di sabato 20 febbraio (da no-tare che è stato l’unico sabato di bel tempo del mese). A richiamare i tren-

Lo sci salva la stagione invernaleA farla da padrone, gli impianti di innevamento artificiale

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[ 8 ] GESTORnEWS FOCUS

tini appassionati dello sci sul Bondone anche le iniziative delle sciate in notturna come Happy Snow, tanto amate soprattutto dai più giovani. Queste hanno registrato 2.000 passaggi a serata con un totale di oltre 33.000 passaggi. Si rileva in questo caso una lieve flessione, imputabile però al fatto che sono state annullate le prime quattro notturne per mancanza di neve.Secondo i dati diffusi da Superski Dolomiti, rispetto alla stagione invernale precedente sono stati in aumento del 5% i primi ingressi (ovvero gli sciatori che si presen-tano agli impianti di risalita) e del 9,6% i passaggi, per un totale questi ultimi di 150.331.461 tra novembre e marzo, contro i 137.155 671 dello stesso periodo dell’anno pre-cedente.A Campiglio il consorzio Ski Rama ha evidenziato un au-mento del 2,56% dei passaggi complessivi negli impianti del Trentino occidentale. Anche la Valle di Fassa chiude la stagione con il segno più. C’è stato un incremento di pas-saggi dell’8,6% e dei primi ingressi del 5,8%. Grande sod-disfazione anche per la nuova funivia “Alba-Coldei Rossi” che ha totalizzato 270.000 passaggi in salita e 220.000 in discesa, superando del 30% le aspettative degli stessi im-piantisti. Il consorzio Paganella Ski chiude una stagione da ricor-dare: sui 14 impianti del comprensorio sciistico sono stati trasportati 6.249.770 sciatori, pari ad un + 8,11% rispetto lo scorso anno. La seggiovia che ha registrato il maggior nu-mero di passaggi è stata la “Albi De Mez-Cima Paganella” con 707.425 sciatori, mentre la telecabina “Andalo-Doss

Pelá” ha trasportato 1.056.586 persone, comprendendo però anche le entrate alle stazioni intermedie. Molti i tu-risti che hanno scelto gli altipiani cimbri per sciare. I dati (parziali) di incassi riferiti alla Skiarea Alpe Cimbra sono cresciuti di circa il 5,3% facendo segnare qui una stagio-ne record. Anche i passaggi segnano un + 9% grazie all’a-pertura a novembre e ad un marzo super aiutato da una Pasqua anticipata. Giornata record di passaggi anche in questo caso, sabato 20 febbraio con oltre 108.000 risalite e 9000 sciatori.Se in una stagione arida di neve si sono registrati numeri da record, va detto che è stato grazie soprattutto all’in-nevamento artificiale. Cannoni e impianti hanno lavorato no-stop per garantire piste innevate e perfette, i risultati si vedono. Soltanto nel carosello che riunisce Madonna di Campiglio, Pinzolo, Folgarida Marilleva, Pejo, Tonale e Monte Bondone ci sono stati il 2,56% in più di passaggi. Certo i costi che le aziende hanno dovuto sostenere per garantire la funzionalità degli impianti di innevamento in-cidono parecchio, circa il 10-20% dei bilanci delle società funiviarie. A fare da cornice a questa fotografia, i dati che si riferisco-no all’intero 2015, un anno che ha visto per il Trentino 5,4 milioni di arrivi (+5,5% rispetto ai 5,16 del 2014) e 30 milioni di presenze (+2,9%). Vuoi la crisi, vuoi la paura di attenta-ti terroristici, vuoi ancora la voglia di scoprire le bellezze di casa nostra, gli italiani (soprattutto, ma non solo) hanno scelto come meta delle loro vacanze il Bel Paese e in par-ticolare le montagne e laghi trentini come meta.

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GESTORnEWS [ 9 ]INTERVISTA

nei primi mesi dell’anno si sono rinnovate le cariche delle as-sociazioni di albergatori, pub-blici esercizi e ristoratori ade-

renti a Confcommercio.Giovanni Bort è stato riconfermato alla carica di presidente dell’Unat, l’associazione che raggruppa gli albergatori trentini. Nella relazione programmatica l’attenzione ai servizi per i soci, alla rappresentanza della categoria e alla diffusione della cul-tura turistica in provincia di Trento

per i prossimi cinque anni il presiden-te delinea le strategie per tutelare il settore e renderlo più competitivo. “Il mondo del settore ricettivo in Trenti-no sta vivendo, al pari di altri settori, momenti di crisi e trasformazione; emerge sempre più evidente il fatto che l’albergatore oggi debba essere aggiornato e debba seguire costan-temente le tendenze del mercato a ritmi rapidissimi, impensabili solo un decennio fa. L’innovazione digitale e la crescita dei sistemi di comunica-

Albergatori, pubblici esercizi e ristoratori di Confcommercio eleggono i loro PresidentiPer tutti, Gestor è un esempio da seguire

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[ 10 ] GESTORnEWS INTERVISTA

zione e informazione hanno proiettato ogni singola strut-tura in una dimensione molto complicata da seguire. E questo si aggiunge ai problemi legati a fisco, burocrazia e credito che, in questi anni difficili, si sono acutizzati. Gestor è, al contrario, un ottimo esempio di come sia possibile grazie ad efficienti strategie di rete ottenere risparmi con-sistenti nell’esercizio ordinario della propria attività”. Il nuovo consiglio e formato, oltre al presidente Bort da Camilla Angheben, Andrea Baldessari, Enzo Bassetti, Ore-ste Bonazza, Giovanni Brotto, Gabriele Canalia, Paola Cap-pelletti, Ilaria Dalle Nogare, Roberto Failoni, Monica Ga-brielli, Rosa Geiser, Alberto Giordani, Gianni Gottardi, Mario Lazzeri, Paola Mora, Fulvio Pitscheider, Battista Polonioli, Martina Prenzlow, Silvio Rigatti, Maurizio Rimondi,Maria-no Seeber, Sebastiano Sontacchi, Ferdinando Speranza, Aurelio Veneri, Fabrizio Villotti, Alfredo Weiss e Graziano Zambanini.

Alla guida dell’Associazione pubblici esercizi del Trenti-no é stato riconfermato Giorgio Buratti. Per lo storico Pre-sidente dei baristi di Confcommercio é importante risco-prire l’orgoglio di una professione fondamentale sia per l’economia che per la comunità trentina, ma la burocrazia rallenta il lavoro della categoria.“La categoria dei pubblici esercizi trentini è una realtà molto dinamica e varia, diffusa praticamente in ogni centro abitato della provincia. Tra le maggiori problematiche ci sono le questioni legate alla burocrazia, che sottrae tem-po prezioso, ed in particolare alla miriade di leggi e nor-mative che rappresentano una giungla piuttosto confusa.L’associazione registra un trend di crescita tra i propri as-sociati, caratterizzato anche da una discreta nati/mortalità delle imprese: segno, quest’ultimo, della sempre maggio-re esigenza di professionalità e preparazione richiesta da questo mestiere. L’adesione a Gestor rappresenta un’op-portunità che in molti hanno scelto di cogliere”. I membri della nuova Giunta sono, oltre al presidente Giorgio Buratti, Di Vito Ciro (Villa Lagarina), Bresciani Vasco (Riva del Gar-da), Botto Walter (Trento), Calzavara Willy (Pozza di Fassa), Curia Giovanni (Trento), Daprai Livio (Predaia), De Bertolis Guido (S. Martino Castrozza), Lazzeri Longino (Molina di Fiemme), Masè Renato (Strembo) e Roman Fabia (Trento).Volto nuovo invece alla presidenza dell’Associazione ri-storatori del Trentini.

Marco Fontanari è stato eletto nuovo Presidente. Pren-de il posto di Danilo Moresco che resterà Vicepresidente, insieme a Francesco Antoniolli. “Lascio le redini di un’As-sociazione consolidata e radicata sul territorio che ho se-guito con dedizione e passione per 15 anni ad una perso-na come Fontanari che conosce profondamente la realtà della categoria e so che lavorerà bene”, questo il pensiero del Presidente uscente. Fontanari delinea il suo impegno per i prossimi cinque anni, partendo però da una riflessio-ne sullo stato di salute attuale della categoria. “Direi che oggi siamo in una situazione discreta. In ogni caso, anche laddove si riesce a mantenere i fatturati, sicuramente la

marginalità é ridotta. Oltretutto stiamo vedendo come ci sia un aumento notevole di aperture di catene o di risto-ranti etnici e questo porta via sicuramente clientela alla ristorazione classica, quella tipica dei ristoratori trentini”. Quali sono le difficoltà della categoria? “Una é rappresen-tata dall’accesso al credito. Poi ci sono le difficoltà nel fare margine, perché le tasse non calano. Il costo del lavoro non diminuisce. La concorrenza é aumentata in maniera spropositata. Infine, la propensione alla spesa più ridotta”. Quale sarà il suo impegno come presidente? “L’ impegno sarà quello di lavorare per rafforzare il ruolo della ristora-zione in Trentino, valorizzando i prodotti tipici trentini. La ristorazione deve essere vista come un elemento fonda-mentale per l’offerta turistica, perché non ci può essere una buona proposta del territorio competitiva e di presti-gio senza una buona ristorazione”.La nuova giunta dell’Associazione è composta da Marco Trettel, Matteo Bettega, Betty Marighetto, Marco Bortolot-ti, Francesco Antoniolli, Elio Guetti, Danilo Moresco, Nicola Molignoni, Gianni Cassanelli, Flavio Biondo, Aldo Tiboni, Guido Artini, Marco Fontanari, Ivano Dossi, Paolo Turrini, Alessandro Bettucchi, Maurizio Sartori, Ettore Collu, Pietro De Cunto, Sergio Valentini, Matteo Zanella, Roberto Anesi, Fabrizio Viola. Il nuovo segretario é Mattia Zeni.

GESTORnEWS [ 11 ]IL PERSONAGGIO

ENNIO BERTOLINITitolare

Hotel Centrale Torbole, una finestra sul GardaLo conduce Ennio Bertolini con i fratelli, sulle orme di papà Ottone

situato nel caratteristico centro storico di Torbole, nel cuore della piazza principale, l’Hotel Centrale, attraverso le foto in

bianco e nero che lo ritraggono, con-serva i ricordi di un passato che han-no segnato la storia di questo piccolo angolo di paradiso affacciato sul Lago di Garda. Oggi il titolare è Ennio Bertolini, che lo gestisce insieme alla sorella Floriana e al fratello Paolo. Un lavoro prezioso quello dei fratelli, soprattutto durante il periodo in cui Ennio è stato impegnato in politica, prima come vicesindaco e poi come primo cittadino.

Ma la storia dell’albergo ha radici lon-tane.“Il nostro è sempre stato un albergo di tipo familiare – ci racconta il signor Bertolini - esisteva come locanda e bar già a fine Ottocento, poi come testimoniato da ricerche storiche dal 1906 è diventato locanda, con due/tre camere per gli ospiti. Nel periodo austroungarico questo era un posto di confine, eravamo vicini al porto e alla dogana austriaca e qui si incon-travano tutti quelli che portavano le merci che arrivavano da e verso l’I-talia; avvenivano gli scambi, c’erano tanti commercianti e di conseguenza anche diversi bar e locande. Una di

[ 12 ] GESTORnEWS IL PERSONAGGIO

queste era nella piazza Vittorio Vene-to che adesso si chiama piazza Goe-the, ed era la nostra. Durante la prima guerra mondiale poi – racconta an-cora il titolare dell’hotel - siamo stati evacuati perché da una parte c’erano gli italiani, dall’altra gli austroungarici, e il paese è stato abbandonato dagli abitanti per due anni. Nel frattem-po papà Ottone durante il periodo fascista era stato internato perché aveva inveito contro Mussolini, era stato così denunciato e mandato al confino. Quando è tornato gli hanno ridato la licenza. Nel millenovecen-tocinquantanove venne ristrutturato l’Hotel Centrale storico che allora oc-cupava un palazzo dei conti d’Arco, uno dei palazzi più vecchi che ab-biamo qui a Torbole, i cui affreschi si trovano al Castello del Buonconsiglio con la data del 1543. La casa storica, che risaliva al 1500, successivamente è stata ristrutturata in albergo. Il pri-mo anno, all’inizio nel 1960, avevamo ventidue circa camere. Nel ‘76 la pa-lazzina è stata ristrutturata perché io, mia sorella e mio fratello (un’altra so-rella è uscita subito), appena abbia-mo finito di studiare abbiamo deciso di rimanere in albergo. Nell’Ottanta poi abbiamo acquistato un’altra parte e ci siamo ingranditi; nell’ottantanove

abbiamo fatto di nuovo i lavori, infine nel 2011 abbiamo acquistato l’ultimo pezzo di proprietà e abbiamo rifinito l’albergo così come lo si vede attual-mente. Oggi abbiamo una capienza di 40 camere e 84 letti. Fino al 1983 a condurlo c’era mio padre, oggi ci siamo io che sono titolare, mia sorel-la Floriana e mio fratello Paolo che è amministratore pure lui; l’altra sorella Carla ha deciso di uscire dalla società.

Oggi l’albergo ha anche due ristoran-ti, uno interno e l’altro si chiama Al Porto. Fino al 2008 è stata la mamma, Rita, che ha portato avanti la cucina con passione e impegno”.

Qual è l’elemento di forza del vostro hotel?

“Noi siamo in centro storico. Inoltre la nostra è una delle aziende più vec-

# 3# 2 # 4# 1 # 5

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#03

Il calice che esalta la corposità

Per i vini rossi e bianchi provenienti da climi caldi.

#04

Il calice che esalta l’equilibrio

Per vini dolci e liquorosi, vini naturalmente dolci, brandy

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GESTORnEWS [ 13 ]IL PERSONAGGIO

chie della zona, ce ne sono altre tre o quattro. Ma prima che facessero la strada nel 1928 che viene giù da Nago, si arrivava a Torbole da una strada vecchia che passava tra due forti e che fino ad allora portava direttamente qua in piazzetta. La gente trovava prima questa locanda, dopo c’era il porto e poi gli altri hotel. La nostra forza quindi è che siamo una realtà che esiste da tantissimo. Abbiamo sempre mantenuto rapporti abbastanza stretti con la no-stra clientela, li facevamo sentire come a casa loro. E que-sto avviene anche adesso, non c’è quel distacco che ci può essere in un albergo grande dove arriva il cliente e non conosce nessuno”.

Negli anni come è cambiata la vostra attività? “Il nostro è un lavoro davvero impegnativo. Le racconto una cosa: quando avevamo ristrutturato le camere aveva-mo messo i badges, ma i clienti non li vedevamo neanche più. E ci mancava il contatto con loro. Così quando ab-biamo fatto gli ultimi lavori di ristrutturazione nel duemila undici siamo tornati alle chiavi tradizionali per le camere!”.

Lei è uno dei soci storici di Gestor. Tra i primi della zona ad entrare nella Cooperativa. Perché questa scelta?

“All’inizio sono entrato in Gestor perché io tengo la con-tabilità tramite l’Unione e Commercio e con Gestor avevo chiaramente il vantaggio enorme di fare una o due fatture al posto di farne 30/40, quindi si ha un vantaggio per la contabilità molto importante. Per di più, gli studi di setto-re che ogni anno cambiano chiedono cose sempre più specifiche e dettagliate che comportano dei tempi lunghi, e avendo fatturato la maggior parte con Gestor adesso riesco a trovare le percentuali o le vendite dei vari tipi mer-ceologici in brevissimo tempo perché me le fornisce la cooperativa. C’è poi il vantaggio economico, perché tra-mite Gestor si riescono a spuntare prezzi particolari dai nostri fornitori. Questo prima non era possibile perché, si capisce, trattare con ditte grosse da soli è più problema-tico, se invece c’è una struttura grande, come Gestor, che riesce ad avere prezzi più vantaggiosi sicuramente vale la pena entrarci. Infine le ditte che lavorano con Gestor sono aziende di prima qualità che garantiscono il prodotto”.

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[ 14 ] GESTORnEWS EXPO RIVA HOTEL

l' esperienza ad Expo Riva Ho-tel 2016 è stata per Gestor la più strepitosa di sempre. Al di là di numeri ufficiali, dei quali

non possiamo che essere soddisfatti (23.457 ingressi ed un incremento del 18% rispetto al 2015), per noi il più grande riconoscimento è arrivato dai numerosi messaggi di complimenti e dalle moltissime visite che abbiamo registrato allo stand Gestor.La nuova posizione a piano terra, la dimensione di oltre mille metri qua-drati e gli allestimenti curati fino all’ul-timo dettaglio hanno fatto sì che non si parlasse solo di un semplice stand ma di un vero e proprio padiglione che racchiudeva un mondo dedicato agli operatori dell’ospitalità.  La partecipazione dei soci e dei for-

nitori e la vicinanza dimostrate hanno fatto in modo che quest’ultima edi-zione di Expo Riva Hotel sia stata la più bella di sempre. Non potevamo sperare di dare vita ad uno scenario migliore per festeggiare il diciottesi-mo compleanno della Cooperativa. Impossibile poi non menzionare il ristorante Gestor: la cucina dell’exe-cutive Chef Stefano Goller, anche quest’anno, è stata fiore all'occhiello dello stand, con oltre 200 coperti ser-viti ogni giorno grazie alla collabora-zione con l’Associazione Cuochi del Trentino.Se è vero il detto “chi ben comincia è a metà dell’opera”, con un attacco d’anno di questa portata, non possia-mo che attenderci un 2016 ricco di successi!

Expo Riva Hotel 2016:Gestor festeggia i 18 anni alla grande

GESTORnEWS [ 15 ]EXPO RIVA HOTEL

[ 16 ] GESTORnEWS EXPO RIVA HOTEL

ACQUATEC di ANTONIAZZI P.IND. STEFANO

J.F. AMONN SPA

ASSOCIAZIONI CUOCHI TRENTINI

AZIENDA AGRICOLA POJER E SANDRI di SANDRI FIORENTINO E C.

BONORA ORTOFRUTTA SRL

CANTINA ROTALIANA di MEZZOLOMBARDO S.C.A.

CAVIT SOCIETÀ COOPERATIVA

CHS GROUP SRL

CONCILIO SPA

DERSUT CAFFÈ SPA

DUNI SRL

ERIKA EIS SRL

F.LLI DE CECCO di FILIPPO FARA S. MARTINO SPA

FERRARI F.LLI LUNELLI SPA

FORNO D’ASOLO SPA

ISTITUTO di FORMAZIONE PROFESSIONALE ALBERGHIERO di LEVICO TERME E ROVERETO

ITALESSE SRL

LE DELIZIE SNC di GAMBONI E PISONI & C.

MAGIE DAL BOSCO SRL

MANIFATTURA DI VENEZIA SRL

MARR SPA

MAXENTIA di ENZO POLI

MIKO SRL A SOCIO UNICO

MINUS SRL

MOSCHINI ADVCOM di PIERLUIGI MOSCHINI

NOVALUX SAS DI VITALI I.&C.

PARTESA TRENTINO SRL

PLANET BEVANDE SRL

POMPADOUR TE’ SRL

PREGIS SPA

PROSCIUTTIFICIO GHIRARDI ONESTO SPA

RATIONAL ITALIA SRL

REDORO SRL

RESCH&FRISCH GASTRO ITALIA SRL

SAIT SOCIETÀ COOPERATIVA

SCHOENHUBER FRANCHI SPA

SECURE LIFE di MASSIMO TAUFER

SEGATA SPA

SURGIVA F.LLI LUNELLI SPA

TECCHIOLLI SNC di TECCHIOLLI SERGIO, ADRIANO E ALDO

TONINI GRANDI IMPIANTI SRL UNIPERSONALE

TORREFAZIONE CAFFÈ BONTADI SRL

TROTA ORO SRL

VALDO SPUMANTI SRL

VIVALLIS SOCIETÀ COOPERATIVA AGRICOLA

WEBSYNTAX di DAVIDE DANISE

WINTERHALTER ITALIA SRL

WOERNDLE INTERSERVICE SRL in COLLABORAZIONE con CAPRIZ SRL

YES FOOD ITALIA SRL

ZANETTIN SRL

Ringraziamo per la preziosa collaborazione:

GESTORnEWS [ 17 ]EXPO RIVA HOTEL

CASSA DI RISPARMIO DI BOLZANO SPARingrazia Nives, Claudio e tutto lo Staff per la bella esperienza che abbiamo vissuto in Gestor e i numerosi contatti che abbiamo potuto sfruttare.GrazieElisabetta Turri

TOURISM&MARKETING CONSULTINGDesidero ringraziare tutto lo Staff Gestor, in primis sicuramente la regia di Ni-ves ha fatto la differenza, un faro di riferimento imprescindibile, che sa ascol-tare, ma anche insegnare, sempre presente e attenta a ogni dettaglio.Ma se non avesse una squadra così unita e efficiente non sarebbe stato pos-sibile quanto fatto.Il mio personale ringraziamento va ben al di là della nostra presenza in Expo. Il punto di forza che ha fatto la differenza, è stata la possibilità di trascorrere 4 giorni con persone mai viste prima, ma con le quali siamo entrati in empatia immediatamente.Una sintonia davvero unica, che poche volte accade, vuoi per percorsi lavora-tivi simili, vuoi per la stessa voglia e tenacia di combattere questa maledetta crisi e cercare di trovare nuovi stimoli, ma abbiamo trovato anche tanta soli-darietà e condivisione.Questi sono i valori che aiutano a tener duro e andare avanti.Grazie ancora, siete stati instancabili e infaticabili, sempre con il sorriso, nono-stante le ore di preparazione e di presenza.Sandra Paoli

WELLNESS HOTEL LUPO BIANCOBravissimi! Un abbraccioBruna Talmon

HOTEL GIOIOSAComplimenti, è stato veramente una bella presentazione di GESTOR! BraviPetra Mayr

F.LLI DE CECCOLa F.lli De Cecco e il sottoscritto ringraziamo per essere stati invitati a far parte del vostro importante gruppo. Siete straordinari e la vostra professionalità unita alla vostra cortesia/simpatia sono elementi che fanno la differenza. Auspichiamo di poter effettuare molteplici altre fiere insieme a Voi. Migliori saluti.Gianluca Mastelli

Riconoscimenti... che motivano!

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Il marketing esperienziale per conquistare i clientiOggi il turista non acquista solo un soggiorno, ma vuole un’esperienza di soggiorno, intendendo con questo la ri-cerca dell’interazione con un territorio e con gli attori che su di esso operano.È quindi il coinvolgimento del consumatore a determinare la qualità della vacanza.Le imprese turistiche e ricettive sono chiamate a creare un contesto e sviluppare i mezzi attraverso i quali il turi-sta possa partecipare alla creazione della sua personale esperienza e possa così vivere esperienze memorabili. L’esperienza inizia quando il consumatore inizia a percepi-re il bisogno che spinge a cercare informazioni e notizie. In questa fase l’esperienza assume i contorni dell’interazio-ne tra l’individuo e il messaggio comunicativo che per le strutture ricettive e turistiche è veicolato attraverso dal sito web e dai Social Media sui quali è presente. Quan-to più il sito e i social sono in grado di sollecitare la sfera emotiva tanto più la struttura ricettiva è capace di raggiun-gere i viaggiatori e stabilire un legame.In seguito alla ricerca di informazioni, il consumatore pro-cede con l’acquisto. I mezzi a disposizione per l’acquisto devono essere semplici e dare la possibilità di creare lui stesso la sua esperienza di soggiorno personalizzata (ad esempio prevedere l’aggiunta di altri servizi o escursioni). E’ quindi importante che il booking engine presente sul sito dia all’utente la possibilità di creare la sua esperienza in autonomia e in modo semplice ed intuitivo.Il consumo dell’esperienza inizia nel momento del check-in e termina al check-out. Gli operatori dell’ospitalità de-vono ricordare sempre che l’ospite non è solo il punto di riferimento ma è l’interlocutore da coinvolgere, con cui in-teragire e a cui lasciare gli spazi per creare: occorre quindi prima di tutto studiare il prodotto da vendere e gli attri-buti che questo possiede e cercare di suscitare nell’indi-viduo sensazioni, percezioni, emozioni che sono alla base di qualsiasi esperienza.Ma il processo di acquisto e consumo non finisce qui per-ché da qui cominciano i ricordi. E gli operatori devono approfittare di questo: dotandosi di programmi che con-sentano agli ospiti di condividere la loro esperienza nei Social network, creando offerte e omaggi che li invogli-no a parlare della loro esperienza di soggiorno nel web. L’obiettivo è quindi far conoscere il brand attraverso le parole di chi lo ha già conosciuto direttamente attivando un passaparola positivo.

GESTORBAR [ 19 ]

STEFANO ANDREISCuratore del museo e titolare della Torrefazione Bontadi

Il museo del caffèA Rovereto raccolta e conservata la storia ultracentenaria della più antica torrefazione d’Italia

la storia del caffè, in Italia, si in-treccia con quella di Rovereto. Forse non tutti sanno che la pri-ma torrefazione italiana è quella

della Città della Quercia, avviata nel 1790, come certificato anche da do-cumenti storici e riconosciuto dalla Camera di Commercio. Da allora, ininterrottamente, la fami-glia Bontadi ha portato avanti que-sta attività. Ai tempi era una bottega dove si vendeva anche caffè crudo, oggi l’azienda produce 150 mila chili di caffè all’anno, che viene esportato in tutta Europa, in Russia, in Cile e nel nord Italia.

Nel gennaio scorso ha aperto in vi-colo del Messaggero, nella sede dell’antica ditta Bontadi, il Museo del Caffè, un luogo dove l’aroma di que-sta bevanda trasuda da quegli anti-chi macchinari che nei secoli passati hanno prodotto miscele uniche e pregiate, ancora oggi richieste in di-verse parti del mondo. L’idea di cre-are un posto che conservasse e rac-contasse l’affascinante arte del caffè è stata di Stefano Andreis, curatore del museo e titolare della Torrefazio-ne Bontadi.

[ 20 ] GESTORBAR

Come nasce il progetto di questo museo?

“È un’idea che è nata quasi in maniera naturale, viste tutte le attrezzature e tutti gli oggetti che abbiamo trovato in questa azienda. Mi sembrava una cosa importante esporli e dare la possibilità a tutta la gente roveretana, e non, di ammirarli. Non dimentichiamo che ci troviamo lungo l’as-se Mart – Casa Depero, che porta nella nostra città un ap-provvigionamento di turisti direi selezionati e appassionati di cultura”.

Quanti pezzi sono esposti e da dove arrivano?

“Abbiamo circa 300 pezzi, che sono stati divisi in due setto-ri: c’è una parte dedita alla casa, alle massaie, alla famiglia, agli strumenti casalinghi, e poi c’è la parte professionale dove ci sono tutte le attrezzature industriali appartenenti al mondo del caffè espresso”.

Quali sono i pezzi più curiosi? Cosa si può scoprire passeggiando in questo museo?

“Si trova tutta la storia della provenienza dell’espresso ita-liano, perché partiamo da una macchina a colonna che nasce alla fine dell’Ottocento. Gli ingegneri del tempo avevano capito che con una caldaia si riusciva a creare una pressione e con questa a far uscire tramite un’infu-sione l’acqua che passava attraverso la polvere del caffè e alla fine usciva praticamente un’acqua sporca. Poi ne-gli anni Quaranta siamo arrivati ad un meccanismo con

la leva manuale, con il quale si andava ad aumentare la pressione, e così è nata praticamente la crema del caffè come la conosciamo oggi. Negli anni Sessanta gli inge-gneri della Faema sono riusciti a ricreare lo scambiatore di calore, grazie al quale beviamo il caffè ancora adesso, cioè non più con un’acqua ristagnante in caldaia ma con un’acqua di corrente. Quindi, un caffè perfetto”.

Per molti anni poi le caffettiere sono state realizzate utilizzando materiale residuo dell’industria bellica, è così?

“Certo, soprattutto nel periodo post bellico si nota forte-mente questa cosa. Si vedono le attrezzature che sembra-no delle bombe. Nelle colonne delle macchine del caffè degli anni Quaranta della Gaggia e della Faema si eviden-zia proprio l’obice del cannone. Allora non c’erano soldi per reinvestire subito il materiale in nuovi stampi e quindi gli in-gegneri furono bravi ad adattarsi e ad adattare non solo le macchine del caffè ma tutta l’industria dell’epoca”.

Il caffè una volta era un lusso, soltanto i ricchi potevano permetterselo.

“Sì, il caffè era un lusso, soprattutto le macchine da caffè di famiglia. Se andiamo ad equiparare con il valore del tempo ci volevano circa sette-ottomila euro per compra-re una macchina per farsi un espresso in famiglia. Non a caso il logo della torrefazione Bontadi è rappresentato da un veliero, che ricorda che a quei tempi il caffè era una merce, una materia prima, molto ambita nel mondo del-la pirateria e quindi i commercianti dovevano usare navi

GESTORBAR [ 21 ]

molto veloci, come i velieri con due o tre alberi appunto, per non essere rapinati. Oggi è diventata la seconda ma-teria prima più scambiata al mondo dopo il petrolio”.

Il caffè che beviamo oggi è lo stesso di 30, 40, 50 anni fa?

“Il modo di tostarlo è praticamente rimasto invariato. Cre-do che sia di quei settori dove la tecnologia ha subìto mi-nori cambiamenti per quanto riguarda l’ingegneria”.

L’apertura di questo museo è un po’ anche un omaggio alla famiglia Bontadi dalla quale lei ha rilevato l’azienda nel 2004.

“Ripeto, per me è stata una cosa naturale. Loro sono sta-ti bravi a mantenere tutti questi oggetti, e noi siamo stati bravi a creare questo ambiente e ad esporli”.

Che mondo è quello del commercio e della produzione del caffè?

“E’ un mondo a tutto tondo, perché bisogna partire dal momento in cui il caffè si coltiva, bisogna selezionare un campo, scegliere una fazenda che garantisca continuità nella produzione di quel determinato tipo di prodotto e di quella qualità particolare, bisogna stoccare il caffè in maniera corretta – noi ad esempio i magazzini li abbiamo a Trieste dove c’è un microclima particolarissimo, tant’ è

che tutt’ oggi le autorità sanitarie permettono il confezio-namento nel sacco di iuta. Dobbiamo essere bravi nella lavorazione, ed essere ancora più bravi, dopo la tostatura - momento in cui il caffè comincia a degradare nella sua particolarità tutte le sostanze organolettiche – a mante-nere quella fragranza andando a confezionare il prodotto con le dovute accortezze”.

Da dove proviene il caffè che lavorate?“Noi acquistiamo in tutto il mondo: dal Sudamerica, il cui paese principale è il Brasile, poi abbiamo il centro America con il Messico, adesso c’è anche una nuova varietà cubana molto buona; dall’ Africa, che produce caffè straordinari, ma noi ne utilizziamo solo uno, quello dell’Etiopia perché è l’unico paese che ci garantisce una continuità nel tempo; ma ce ne sarebbero altre di qua-lità molto buone. Tra l’altro credo sia un paese da tene-re sott’occhio perché molte piantagioni africane stanno per essere acquistate dai cinesi che sono molto attenti al mercato, e quindi l’Africa tra non molto potrebbe diven-tare tra i migliori produttori al mondo. Poi abbiamo quello del Sud-Est asiatico dove stanno producendo dei caffè straordinari; nella zona di Sumatra ad esempio cresce il caffè più costoso al mondo, che è il kopi luwak, un caffè che cresce allo stato selvatico, viene mangiato dal luwak che è una specie di volpe, poi viene defecato e in loco vengono raccolti i chicchi presenti negli escrementi. È un caffè molto pregiato che costa intorno ai 1500 euro al chilo”.

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Accanto al museo, c’è anche una vera e propria Accademia del caffè.

“Si tratta di un’attività fondamentale per noi, prima di tutto per dare continuità a quello che noi andiamo a ricercare, e cioè la qualità negli altri. Non posso dare continuità ri-cevendo qualità ottima e poi andando a dare il prodotto a qualcuno che non lo sa lavorare. Noi quindi dobbiamo andare a cercare la qualità nei campi, nelle fazenda, dob-biamo portarla da noi, dobbiamo confezionare il prodotto in maniera eccelsa. A questo punto però io devo anche

formare il mio cliente che andrà ad offrire la tazzina di caf-fè nel suo bar al cliente finale. Se noi non facciamo questo tipo di formazione non avremo quella continuità necessa-ria per portare a buon fine la materia prima, e cioè avere un prodotto eccezionale. Se una soltanto delle cosiddette cinque “emme”, le cinque componenti del nostro lavoro che sono la mano, la materia prima, la miscela, la maci-natura e la manutenzione, viene a mancare nella forma-zione, non riusciremo a dare un ottimo espresso italiano al cliente finale”.

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[ 24 ] GESTORnEWS EVENTO

CHIARA BASSETTIDirezione artistica

torna anche quest’anno la mani-festazione “I Suoni delle Dolo-miti”, ventiduesima edizione.Diciannove appuntamenti

tra luglio e agosto che porteranno grandi musicisti tra le vette dei Mon-ti Pallidi. Diciannove concerti, due trekking e un’alba magica da tra-scorrere all’ombra delle maestose cime. Circa una settantina di artisti dal 2 luglio al 26 agosto saliranno in quota in un programma che propone le note e l’improvvisazione del jazz, le arie dolci ed eleganti della musica classica e che ha come filo condut-tore per la sezione melodica una se-rie di progetti in omaggio a Fabrizio De Andrè.

Chiara Bassetti cura la direzione arti-stica insieme a Paolo Manfrini.

In tanti anni di programmazione e di eventi, è cambiata la manifestazione?

“No, la manifestazione non è cam-biata, la formula che abbiamo ideato ventidue anni fa risulta ancora buona. Il festival si rinnova di anno in anno attraverso le scelte musicali, gli arti-sti che vengono ospitati e i progetti che vengono ideati. La formula ruota intorno al rispetto per la natura, alla voglia di scoprire la montagna in una dimensione diversa da quella abitua-le e questo binomio musica-natura è ancora il motore di questa iniziativa

I suoni delle DolomitiQuando la montagna incontra la musica in uno spazio condiviso di grande libertà

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che, ripeto, è rimasta uguale, è cresciuta nel tempo però mantiene fede agli obiettivi che ci siamo dati per la sua organizzazione”.

Quest’anno come è stato scelto il cartellone musicale? “Il cartellone è rappresentativo di tanti generi musicali. Poi a seconda delle esigenze tecniche, delle caratteristiche logistiche del luogo, si cerca di scegliere una proposta che possa essere ambasciatrice dei valori e dell’offerta del territorio Trentino in Italia ma anche all’estero. La lo-gica è quella di proporre un cartellone molto diverso, per target anche diversi di pubblico, con degli artisti impor-tanti e riconosciuti in luoghi molto belli dal punto di vista ambientale”.

C’è qualche novità quest’ anno per le location? “I luoghi ruotano. In questi anni ne abbiamo passati tanti. Dalla passata edizione siamo ritornati in quota sulle Dolo-miti, e lì ogni luogo è magico. Certo che posti come la Val Nana in Val di Non che abbiamo introdotto l’anno scorso sono davvero molto particolari e molto belli. Cosa voglia-mo dire del Col Margherita in Val di Fassa per esempio? Da qui si ammirano tutte le Dolomiti. E così via.... per ogni luogo ci sarebbe un aggettivo da dire. Sono posti molto belli e si cerca di stupire il pubblico anche da un punto di vista ambientale. Poi sono luoghi che anche se ritornano nel tempo, vengono interpretati in maniera diversa dagli artisti che vi si esibiscono”.

Chi è il pubblico de I suoni delle Dolomiti? “È un pubblico eterogeneo, che come età va dai ven-ticinque ai settanta-ottanta anni, per cui dentro davvero

c’è di tutto. Ci sono appassionati di musica, appassionati di montagna, appassionati del genere specifico o dell’ar-tista specifico, ci sono persone che scelgono il Trentino per trascorrere qualche giorno di vacanza proprio in con-comitanza di concerti ed è anche per questo che si cerca di differenziare l’offerta, per permettere a tutti di trovare sia da un punto di vista della location e quindi della pre-stazione fisica e sia dal punto di vista musicale la propria dimensione”.

È un modo diverso di vivere la montagna ma anche la musica, perché si crea empatia con l’artista.

“Sì certo. Per gli artisti è una cosa molto speciale perché cambiano completamente la prospettiva della loro esibi-zione. Sono su un prato a diretto contatto con il pubblico con cui stanno tutto il giorno, per cui diventa anche per loro un mettersi in gioco e scoprirsi apertamente senza paure. Devo dire che chi partecipa poi ha sempre un bel ricordo perché il lato della relazione umana è molto forte, ma anche la sperimentazione dell’esecuzione in un luogo così può offrire delle opportunità anche all’artista”.

Negli anni è cresciuto il festival? “Si, il festival negli anni è cresciuto senza dubbio. Certo dipende molto anche dalle variabili meteorologiche, però diciamo che mediamente siamo attorno ai quaranta-cin-quanta mila spettatori. Poi dipende ovviamente anche dal numero dei concerti che offriamo. Anni addietro facevamo trentacinque-trentasette concerti, l’anno scorso erano di-ciannove come quest’anno. Ma comunque l’anno scorso eravamo sui trentacinque mila spettatori che hanno par-tecipato. Ma non bisogna scordarsi che questo festival

EVENTO

[ 26 ] GESTORnEWS EVENTO

nasce come evento di comunicazione e di promozione della montagna del Trentino. E da questo punto di vista la rassegna stampa che ogni anno noi diligentemente rac-cogliamo e valutiamo testimonia che è ancora uno stru-mento molto efficace per veicolare l’offerta principale del Trentino, quella ambientale, che è una delle caratteristi-che più importanti del nostro territorio”. Entrando nel dettaglio del programma, si parte il 2 luglio in Valle San Nicolò a Jonta in Val di Fassa con il concerto in omaggio a Fabrizio De Andrè firmato Neri Marcorè ac-compagnato dall’ensemble di Gnu Quartet. Si prosegue il 6 luglio a Passo Lavazè in Val di Fiemme con il jazz d’avan-guardia di Franco D’Andrea accompagnato dal batterista Hans Bennink. Ci si sposta quindi in Val Rendena a Malga Movlina il 14 luglio per incontrare il violinista di fama mondiale Gilles Apap accompagnato dalla fisarmonica del serbo Srdian Vukasinovic e dal liuto del turco Tavlan Arikan. Il 16 luglio è Col Margherita in Val di Fassa Gruppo Lusia lo scenario per l’unica alba in programma per un concerto suggestivo con la cantante lappone Mari Boine, vera rivoluzione del-la musica con quella sua capacità di creare suggestioni sciamaniche.Per i Suoni il progetto speciale si sta sviluppando con i musicisti trentini Corrado Bungaro, Paolo Vinaccia, Car-lo La Manna, Roger Ludvigsen e Giordano Angeli. Sono dodici sassofonisti, virtuosi di altrettante orchestre, quelli che il 18 luglio salgono ai Laghi di Bombasèl in Val di Fas-sa per un concerto che dalla musica classica percorre il tempo fino a Morricone. Il 20 luglio le note di Bach ese-guite dal violoncello di Mischa Maisky risuoneranno al Rifugio Rosetta alle Pale di San Martino. Il primo trekking è in programma dal 23 al 25 luglio, si sale sul Gruppo del Catinaccio in compagnia di Mario Brunello, Giuliano Car-mignola e Rolf Lieslevand in un cammino musicale attra-verso la musica barocca e, a conclusione il 25 luglio con-certo al Rifugio Antermoia. Il 29 luglio al Rifugio Giovanni Segantini ci sarà la musica per clarinetto di Alessandro Carbonare, Luca Cipriano e Perla Cormani, trio di fiati con un repertorio che spazia dalla classica al jazz. A cavallo fra il 31 luglio e il 2 agosto si snoda il secondo trekking in Primiero sulle Pale di San Martino in compagnia di Petra Magoni e Ilaria Fantini, voce e arciliuto, che culmina il 2 agosto nel concerto di presentazione del nuovo disco di Musica Nuda nella splendida cornice di Villa Welsperg. Amico del festival da anni è Stefano Bollani che torna il 3 agosto al Rifugio Micheluzzi, in Val Duron. Il canto armo-nico sarà protagonista il 5 agosto del concerto alle Buse de Tresca in Val di Fiemme con Huun-Huur-Tu quartetto della Repubblica di Tuva a cavallo fra Tibet e Mongo-lia. Spazio alla danza e alla sperimentazione il 10 agosto a Pian della Nana con il danzatore coreografo coreano Yong Min Cho accompagnato dal violoncello di Mario Brunello. Il 12 agosto un omaggio a Fabrizio De Andrè sull’Altopiano della Paganella a Busa del Cacanù con. Cristina Donà, Rita Marcotulli, Enzo Pietropaoli, Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Saverio Lanza, Cristiano Calcagnile in “Amore che vieni amore che vai”. Incontro di kora e violoncello, con i musicisti Ballakè Sissoko del Mali e il francese Vincent Segal a Malga Canvere in Val di Fassa Gruppo Viezzena Bocche il 22 agosto.Il 24 agosto il jazz del quintetto Ensemble Symphony Or-chestra accompagna Richard Galliano a Camp Centener in Val Rendena. Gran finale il 26 agosto con un concer-to dalle sonorità gipsy e kletzmer con la Barcelona Gipsy balKan Orchestra in Ciampac, Gruppo della Marmolada in Val di Fassa.

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EVENTO

Ogni Cassa Rurale è fatta di fiducia.Ecco perché sei parte di noi.

Le Casse Rurali sono fatte di persone che si riflettono nella stessa immagine di comunità.È anche grazie alla tua fiducia se ogni giorno lavoriamo per costruire il bene comune.

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[ 28 ] GESTORnEWS RUBRICA

progettare un hotel? Ma certo! Sono un architetto, l’ho fatto e continuo a farlo e mi diverte moltissimo.

Ma non è questo il punto.Qui si tratta di rimboccarsi le mani-che, settimana per settimana, mese per mese per affiancare l’albergatore. Per dargli con la mia creatività e le mie competenze un supporto con-creto, per rasserenarlo in tutti i cam-biamenti indispensabili a tenere viva l’anima e l’eleganza del suo hotel.“Sara, se ci lasci da soli facciamo confusione, non abbiamo tempo di seguire tutto!”

Come nasce la sua figura professionale?

È con questa esclamazione, rivoltami

affettuosamente da un albergatore, che è incominciato il mio lavoro nel mondo dell’hospitality.E, ogni volta che vado in un alber-go, ho proprio la conferma che sono davvero tantissimi gli aspetti che un direttore deve organizzare: se solo penso alla gestione del personale, degli ordini delle forniture, delle esi-genze dei clienti. In un contesto tanto complesso, non c’è da stupirsi se l’e-stetica passa in secondo piano.

Quali necessità degli hotel va a soddisfare?

Se si verifica il bisogno di integrare l’arredo esistente, di migliorare l’illu-minazione di uno spazio comune o semplicemente di cambiare i ten-daggi e tovagliato e lo si fa frettolosa-

Affidarsi con entusiasmoa rassicuranti cambiamenti

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SARA RIGHETTOArchitetto

GESTORnEWS [ 29 ]RUBRICA

Quale il suo modo di operare?Primo step: ascoltare e osservare. Certi clienti mi dicono che sono un “architetto psicologo”: mi fa sorride-re! Quando l’albergatore mi evidenzia una situazione critica, mi soffermo ad esaminare in modo molto analitico lo stato delle cose e il rapporto fra lo spazio e le persone che lo vivono, sia ospiti sia personale addetto. Il mio la-voro parte proprio dalla comprensione delle diverse dinamiche. Poi fissiamo insieme il budget e le tempistiche per l’obiettivo da raggiungere. Condividia-mo un progetto di massima, e infine sviluppo quello definitivo. Si analizza-no i preventivi e si scelgono le mae-stranze, non solo in base al prezzo più conveniente, ma soprattutto per capacità e rispetto dei tempi. E poi si parte con i lavori veri e propri.

Che punti critici spesso presentano gli hotel?

Purtroppo, in molteplici situazioni non c’è consapevolezza circa il biso-gno di un relooking o di un restyling

mente, senza una armoniosa visione di insieme, si rischia di trasformare il proprio hotel in un insieme di rattoppi incoerenti. Quindi, necessità pratiche sicuramente, ma senza tralasciare nemmeno per un istante l’estetica de-gli ambienti, la coerenza con l’identità dell’albergo e tenendo sempre pre-sente che il cliente deve percepire il meglio e, perché no? Anche stupirsi! Per sentire il desiderio di tornare.

Ma qual'è la realtà più frequente?Quello che purtroppo riscontro spes-so è che un architetto, una volta con-segnato un hotel a cantiere concluso, poi sparisca. Ma, anche dopo poco tempo, un albergatore può sentire il bisogno di rivedere la funzionali-tà, per esempio della sala ristorante, e da solo certo non ha il tempo e le competenze per farlo. È a questo punto che intervengo: analizzo il pro-getto del progettista, per non perdere mai di vista la sua impronta iniziale e prendo in mano la situazione per ri-solvere le esigenze del caso.

Strada de Sèn Jàn, 1038036 Pozza di [email protected]. 0462.761271Fax 0462.761249

Da sempre al vostro servizio

dell’hotel: mi accorgo, infatti, che non si presta attenzione all’importanza dell’estetica. Ma, inevitabilmente, tut-to passa prima attraverso lo sguardo! E questo è un dato molto importante. Dal momento in cui una persona entra in un luogo, dapprima i suoi occhi at-traversano l’insieme e, poi, sono attratti dai dettagli. La coerenza fra il tutto e le sue parti la ritengo fondamentale. E non ci si immagina neppure quanto poco basti per fare la differenza: è solo una questione di sensibilità.

GESTORnEWS [ 31 ]ANGOLO FISCALE

in base al comma 4 dell’art.38 del DPR n.600/73, l’Ufficio può determinare sintetica-mente il reddito complessivo

del contribuente (persona fisica) sulla base di spese:i) di qualsiasi genere;ii) sostenute nel corso del periodo

d’imposta accertato;inoltre il comma 5 dello stesso art. 38 prevede che l’ufficio possa determi-nare sinteticamente il reddito com-plessivo facendo riferimento altresì a specifici “elementi indicativi di capa-cità contributiva” (individuati dal MEF con apposito Decreto) da emanare con periodicità biennale.Il MEF ha emanato il Decreto 16.9.2015, pubblicato sulla G.U. 25.9.2015, n. 223, che individua il “contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacità contributiva sulla base dei quali può essere fondata la determinazione sintetica del reddito”. Il nuovo De-

creto tiene conto dei rilievi formulati dal Garante della Privacy con il Pare-re 21.11.2013 ed evidenzia il ruolo del-le spese effettive nella ricostruzione sintetica, ridimensionando in modo sostanziale il ruolo delle spese medie ISTAT. Peraltro ciò era già stato recepi-to dall’Agenzia delle Entrate nella Cir-colare 11.3.2014, n. 6/E.Di seguito si analizza il contenuto del D.M. 16.9.2015.

Elementi di spesa indicativi di capacità contributiva e accertamento induttivo (art. 1)

L’art. 1, D.M. 16.9.2015, analogamente al precedente Decreto, dispone che:• gli elementi indicativi di capacità

contributiva sono individuati nella Tabella A allegata al Decreto (ri-portata in fondo all’articolo) e ri-guardano le spese sostenute dal contribuente per l’acquisizione di servizi e beni e per il relativo man-

tenimento (comma 2);• il contenuto induttivo degli ele-

menti indicativi di capacità con-tributiva, ovvero l’ammontare di reddito ricostruibile attraverso i predetti elementi, è determinato tenendo conto (comma 3):

a) della spesa media, per gruppi e categorie di consumi, del nu-cleo familiare di appartenen-za che corrisponde alla spesa media annuale dei consumi delle famiglie elaborata dall’I-STAT sulla base di “campio-ni significativi” di contribuenti appartenenti a 11 tipologie di nuclei familiari presenti nelle 5 aree territoriali di suddivisione del territorio italiano. Le tipo-logie di nuclei familiari, indicate nella Tabella B allegata al De-creto (suddivisi in base alle 5 aree territoriali in cui è ripartito il territorio nazionale: Nord-Est,

A CURA DIClaudio Della PietraIl redditometro

[ 32 ] GESTORnEWS ANGOLO FISCALE

Nord-Ovest, Centro, Sud, Isole), risultano invariate ri-spetto al precedente D.M., e sono le seguenti:

1 Persona sola con meno di 35 anni 2 Coppia senza figli con meno di 35 anni 3 Persona sola con età compresa tra 35 e 64 anni 4 Coppia senza figli con età compresa tra 35 e 64 anni 5 Persona sola con 65 anni e più 6 Coppia senza figli con 65 anni e più 7 Coppia con 1 figlio 8 Coppia con 2 figli 9 Coppia con 3 o più figli10 Monogenitore11 Altre tipologie

b) delle “risultanze di analisi e studi socio economici, anche di settore” (comma 4);

• per la determinazione sintetica del reddito, in presenza delle spese indicate nella citata Tabella A, non va più fatto riferimento al maggiore ammontare tra:

i) quanto disponibile risultante dalle informazioni pre-senti in Anagrafe tributaria e

ii) quanto determinato considerando le spese medie ISTAT

essendo ora previsto che “l’ammontare risultante dalle informazioni presenti in Anagrafe tributaria si considera prevalente rispetto a quello calcolato induttivamente” (comma 5).Resta ferma la validità dei dati desumibili attraverso le analisi e gli studi socio economici, anche di settore ed è confermato che l’Ufficio può utilizzare anche gli elementi di capacità contributiva diversi da quelli della Tabella A, se dispone di informazioni relative al sostenimento di spese per l’acquisizione di servizi e beni e relativo mantenimento e alla quota di risparmio riscontrata, formatasi nell’anno, con la precisazione che la stessa va assunta al netto del risparmio utilizzato per consumi e investimenti.Gli “elementi indicativi di capacità contributiva” di cui alla citata Tabella A sono quelli riportati al piede dell’articolo

Spese per beni e servizi (art.2)L’art. 2 del Decreto in esame conferma il principio in base al quale:• sono attribuite al contribuente le spese relative all’ac-

quisizione di beni e servizi, risultanti dai dati disponibili o dalle informazioni presenti in Anagrafe tributaria e le spese relative all’acquisizione di beni e servizi effettuati dal coniuge e familiari fiscalmente a carico;

• non sono attribuite al contribuente le spese relative all’acquisizione di beni e servizi effettuati esclusivamente per l’attività d’impresa o lavoro autonomo “sempre che tale circostanza risulti da idonea documentazione”.

Utilizzo dei dati per la determinazione sintetica del reddito (art. 3)

Il reddito complessivo del contribuente, come previsto dall’art. 3 del Decreto in esame, è determinato sulla base:a) dell’ammontare delle spese, anche diverse da quelle

indicate nella citata Tabella A, che risultano sostenute dallo stesso in base ai dati disponibili o alle informazio-ni presenti in Anagrafe tributaria;

b) dell’ammontare delle ulteriori spese riferite ai beni e servizi di cui alla Tabella A, determinate in base ad analisi e studi socio economici. Tali analisi sono uti-lizzate per la ricostruzione delle spese per l’utilizzo di veicoli, barche e aeromobili attraverso le specifiche tabelle relative alla “spesa media risultante dall’inda-gine annuale sui consumi delle famiglie … effettuata

su campioni significativi di contribuenti appartenenti ad undici tipologie di nuclei familiari distribuiti nelle cinque aree territoriali in cui è suddiviso il territorio nazionale”. Gli importi indicati nelle tabelle ISTAT sono riferite a spese mensili;

c) della quota relativa agli incrementi patrimoniali impu-tabile al periodo d’imposta, nella misura determinata con le modalità indicate nella citata Tabella A;

d) della quota di risparmio dell’anno.Come sopra accennato, il risparmio va assunto al netto di quanto utilizzato per consumi e investimenti.Si evidenzia che le nuove disposizioni non fanno più riferi-mento alla quota parte dell’ammontare della spesa media ISTAT riferita ai consumi del nucleo familiare di apparte-nenza, calcolata e attribuita al singolo componente in pro-porzione al suo reddito rispetto a quello familiare.Con la Circolare 31.7.2013, n. 24/E l’Agenzia delle Entrate, in merito alla quantificazione dell’ammontare delle spese attribuibili al contribuente, classifica le stesse in varie tipo-logie, come di seguito rappresentate:

TIPOLOGIA SPESA DESCRIZIONE

SPESE CERTE Spese di ammontare certo, oggettivamente riscontrabili, conosciute dal contribuente e dall’Amministrazione finanziaria.

SPESE ISTATSpese mutuate dalla classificazione ISTAT come risultante dall’indagine annuale sui consumi delle famiglie.

SPESE PER BENI DUREVOLI

Quota di spesa, sostenuta nell’anno, per l’acquisto di beni e servizi durevoli.

Contraddittorio (art.4)L’art. 4 del Decreto esaminato conferma che il contribuen-te, in caso di accertamento sintetico, ha la possibilità di dimostrare che il finanziamento delle spese è avvenuto:- con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d’im-

posta;- con redditi esenti o soggetti a ritenuta a titolo d’imposta,

esclusi;- da parte di soggetti diversi dal contribuente;o può dimostrare il diverso ammontare attribuibile al con-tribuente stesso.

Decorrenza delle nuove disposizioni (art.5)L’art. 5 del Decreto in esame dispone, infine, che le dispo-sizioni sopra esaminate sono applicabili agli accertamenti sintetici relativi agli anni a decorrere dal 2011.

Considerazioni finaliPer il “nuovo” redditometro assume rilevanza il concetto di spesa e, pertanto, in presenza di rilevanti spese sostenute, il reddito accertabile in capo al contribuente aumenta e per la quasi totalità delle voci di spesa l’Ufficio considera sol-tanto quanto disponibile o presente nell’Anagrafe tributaria.

Riferimenti legislativi• Art. 38 D.P.R. 600/73 disposizioni accertamento imposte

sui redditi• Circolare 11/3/2014, n. 6/E accertamento sintetico del

reddito complessivo• D.M. 16/9/2015 accertamento sintetico del reddito com-

plessivo delle persone fisiche, per gli anni d’imposta a decorrere dal 2011

Siti di interesse• www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/09/25/15A07218/sg• www.istat.it• www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/

ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Norme%20e%20Tributi/2014/03/CIR6E-11-3-14.pdf

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Manifattura Cozzi - Venezia 1765Il progetto della rinascita e della valorizzazione della Manifattura Cozzi di Venezia (1765 – 1815) prende le mosse dalla volontà di recuperare l’antica tradizione artistica veneziana delle porcellane, nell’ambito della produzione europea del Settecento. Geminiano Cozzi, uomo di marketing del Settecento, comprese di avere dinanzi a sè un mercato che andava differenziandosi e di conseguenza impostò due diversi tipi di produzione, l’uno medio alto, a disposizione delle caffetterie e del ceto borghese, l’altro di elevata qualità con pezzi eccezionalidestinati alle grandi famiglie ed alla nobiltà.Grazie albattage pubblicitario, promosso a mezzo di stampa dal Cozzi, con spirito di moderno imprendi-tore, i prodotti varcarono ben oltre i confini della Repubblica Veneta, fin nel Levante. Oggetti della Manifattura Cozzi possono essere ammirati, tra gli altri, al Victoria & Albert Museum di Londra, al Paul Getty Museum in California, nei Musei civici Veneziani di Ca’ Rezzonico, Galleria di Palazzo Cini, Fondazione Querini Stampalia, Palazzo Ducale, Palazzo Nani Mocenigo, ai musei civici di Torino e Napoli, e sono tutt’ora battuti alle più esclusive aste di Sotheby’s e Christie’s, e di molte altre case d’asta, formando oggetto di collezioni private.Tant’è che da marzo 2016 il Museo del settecento veneziano di Ca’ Rezzonico presenta una prestigiosis-sima mostra monotematica sulla Manifattura Cozzi, con esposizione di oltre 500 pezzi provenienti dai principali musei mondiali e da privati collezionisti.Oggi le porcellane Cozzi, grazie alla stessa cura e qualità della manifattura di un tempo, riportano l’esclu-sività e la raffinatezza sulla tavola dei più prestigiosi hotels e leading restaurants.Il marchio Cozzi Venezia 1765 esprime infatti l’alta gamma di Manifattura di Venezia, Azienda che grazie alla lunga esperienza e competenza della famiglia Tognana, si è specializzata nella fornitura di porcellane da tavola, bone china, vetro e complementi per l’hotellerie di classe, per leading restaurants, per la crocieristica, casinò, banchettistica e la ristorazione commerciale, ed infine per i villaggi vacanze. Nello showroom della sede operativa di Treviso è presente una vasta collezione caratterizzata da qualità assoluta, eleganza, innovazione, versatilità e studiata funzionalità.

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l a salute vien mangiando. E ci sono prodotti, in natura, che rap-presentano un vero e proprio concentrato di proprietà benefi-

che per l’organismo. Tra questi, senza dubbio, figura la mela. Un frutto che per le sue qualità e caratteristiche, se-condo gli esperti non dovrebbe mai mancare in una dieta sana ed equili-brata, essendo fonte naturale di vita-mine e antiossidanti. Dici “mela” e pensi subito al Trentino Alto Adige, dove alcuni territori sono quasi del tutto vocati a questa coltu-ra, il cui frutto è diventato segno in-discutibile di riconoscimento. In Italia infatti la produzione è concentrata soprattutto nella nostra regione (46%), ma anche in Emilia-Romagna (17%) e Veneto (14%). Altre aree di una certa importanza sono Piemonte, Lombar-dia e Campania. Si trovano in commercio ormai sem-pre. La mela è il frutto più destagio-nalizzato, infatti lo si trova tutto l’anno poiché vengono fatte maturare len-

tamente in atmosfera controllata. La sua naturale maturazione varia da fine agosto a metà ottobre. La coltivazione del melo risale all’età della pietra e le varietà di mele oggi commercializzate sono circa duemila in tutto il mondo, mille in Italia.

Alcune varietà più comuni:• Fuji, tondeggiante, buccia colore

rosso-rosato, polpa croccante e succosa, sapore dolce, ricca di frut-tosio

• Golden Delicious, buccia colore giallo, polpa croccante e compatta, sapore dolce leggermente acidulo

• Granny Smith, buccia verde, polpa croccante, ricca di magnesio

• Renetta, forma irregolare, buccia rossa e verde

• Stark Delicious, buccia rossa, polpa fine e croccante, sapore aromatico, contiene molto carotene e retinolo

• Mela Annurca, tipica della Campa-nia, più piccola rispetto alle altre, rotondeggiante con buccia rossa

striata e polpa bianca, succosa, dolce, di eccezionale sapore.

Tornando alle proprietà nutrizionali della mela, questa rappresenta una fonte alimentare essenziale di polife-noli (circa il 22% dei polifenoli neces-sari vengono assunti attraverso questi frutti). Sono presenti anche discrete quantità di flavonoidi. Le mele sono anche ricche di vita-mine. Quelle presenti sono: vitamina B, riboflavina (vit. B2), niacina (vit. B3), acido folico (vit. B9); vitamina A, vita-mina C. Tra i sali minerali della mela troviamo il sodio, il potassio, il ferro, il calcio, il fosforo e lo zinco. In questo frutto è presente un vero patrimonio di sostanze antiossidanti e protettive nei confronti dei tumori.In cucina le mele possono essere impiegate non soltanto per prepara-re torte e strudel, ma anche per ac-compagnare e insaporire carni rosse o bianche per preparare salse, mar-mellate e conserve o ancora cocktail e bevande.

La mela Un concentrato naturale di bontà

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IL PRODOTTO

[ 36 ] GESTORnEWS LA RICETTA

STEFANO GOLLER Executive Chef

La ricettaIL RISOTTO CARNAROLI MANTECATO CON MELE GRANNY SMITH, PORRO STUFATO E NOCCIOLE TOSTATE

Ingredienti per 6 commensali:• Riso Carnaroli gr. 420

• Brodo vegetale gr. 1100 (circa)

• Mele Granny Smith gr. 180

• Trentingrana grattugiato gr. 150

• Porro stufato gr. 90

• Nocciole tostate gr. 75

• Burro nostrano gr. 60

• Sale e pepe di macinino q.b.

ProcedimentoPulire e lavare il porro, tagliarlo a piccoli cubetti e farlo appassire in un

saltiere con un filo di olio di oliva. Una volta appassito aggiungete il riso

Carnaroli e farlo tostare, aggiungervi poi poco di brodo vegetale alla

volta continuando la cottura e rimestando il riso di continuo.

A parte lavare e tagliare le mele lasciando anche la buccia, spadellarle

in un saltiere con una noce di burro.

A cottura quasi ultimata, togliere il riso dalla fonte di calore e mantecarlo

con il Trentingrana, il burro, le mele precedentemente spadellate e le

nocciole tostate e tagliuzzate.

Posizionare il risotto nel piatto prescelto e guarnire con del porro fritto,

delle nocciole e poi a piacimento per dare un tocco di colore posizio-

narvi un rametto di timo e pomodorino datterino.

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