giovedì 5 settembre 2013 - cdn.rbth.com · pdf fileroristi iniziano a sparare in aria....

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Il supplemento rientra nel progetto RUSSIA BEYOND THE HEADLINES, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, The Washington Post, Le Figaro, El Pais, Süddeutsche Zeitung, Le Soir, La Nacion L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali de GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE 2013 AYTUNC AKAD / PANOS / GRINBERG AGENCY Fatima, Kristina, Aslam. Marina, Khassam, Natalia. Un mantra doloroso che avvolge no- mi e volti. Che passa attraverso trecentotrentaquattro vite spezzate. Trecentotrenta- quattro respiri interrotti dalla furia dei terroristi che il primo settembre di nove anni fa, per tre giorni, hanno condotto la Russia e il mondo intero in un abisso di sconforto, di rabbia, di domande su come sia possibile compiere una simile follia. Oggi, Beslan, è un luogo di confine: una frontiera attraverso cui il passato inonda il presente con il suo bagaglio di dolore e domande. Ma è anche un luogo in cui si misura la volontà di rico- struire, la voglia di andare avanti. Tornare a Beslan sigifica fare i conti con ciò che diffi- cilmente può essere racchiuso nelle parole. Significa fare, letteralmente, esperienza del tragico: di un evento le cui motivazioni restano insondabili. L’assurdità del male, la cre- pa della violenza, le vite a metà di chi è sopravvissuto, di chi perde ogni istante la sua lotta contro il tempo che trascorre riportando ricordi e rimorsi, echi di colpi di pistola e immagini di cadaveri. E significa anche misurare le possibilità della solidarietà, l’impeg- no per aiutare chi non riesce a uscire da quei tre giorni, chi non vuole dimenticare.

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Page 1: GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE 2013 - cdn.rbth.com · PDF fileroristi iniziano a sparare in aria. Obbli-gano le persone a dirigersi in palestra. ... La solidarietà italiana e quella dedica

Il supplemento rientra nel progetto RUSSIA BEYOND THE HEADLINES, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, The Washington Post, Le Figaro, El Pais, Süddeutsche Zeitung, Le Soir, La Nacion

L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali de

GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE 2013

AYTUNC AKAD / PANOS / GRINBERG AGENCY

Fatima, Kristina, Aslam. Marina, Khassam, Natalia. Un mantra doloroso che avvolge no-mi e volti. Che passa attraverso trecentotrentaquattro vite spezzate. Trecentotrenta-quattro respiri interrotti dalla furia dei terroristi che il primo settembre di nove anni fa, per tre giorni, hanno condotto la Russia e il mondo intero in un abisso di sconforto, di rabbia, di domande su come sia possibile compiere una simile follia. Oggi, Beslan, è un luogo di confine: una frontiera attraverso cui il passato inonda il presente con il suo bagaglio di dolore e domande. Ma è anche un luogo in cui si misura la volontà di rico-struire, la voglia di andare avanti. Tornare a Beslan sigifica fare i conti con ciò che diffi-cilmente può essere racchiuso nelle parole. Significa fare, letteralmente, esperienza del tragico: di un evento le cui motivazioni restano insondabili. L’assurdità del male, la cre-pa della violenza, le vite a metà di chi è sopravvissuto, di chi perde ogni istante la sua lotta contro il tempo che trascorre riportando ricordi e rimorsi, echi di colpi di pistola e immagini di cadaveri. E significa anche misurare le possibilità della solidarietà, l’impeg-no per aiutare chi non riesce a uscire da quei tre giorni, chi non vuole dimenticare.

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02 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

L'anniversario

ROBERT NEURUSSIA OGGI

Viaggio nei luoghi dove la furia dei

terroristi ha cancellato un'intera

generazione. Tra la volontà di

ricostuire il futuro e i racconti dei

sopravvissuti.

Il caldo torrido di Beslan scende come un presagio sulla giornata. Siamo nel settembre del 2004. Il 1° settembre ini-zia la scuola. Si sono riunite più di mille persone per accompagnare i bam-bini in una nuova fase della loro vita. Basta un attimo: terroristi maschera-ti e pesantemente armati irrompono prendendoli in ostaggio nella scuola media Numero 1. Per tre giorni bam-bini, genitori ed insegnanti sono rin-chiusi nella palestra dell'istituto. Poi esplosioni e una sparatoria selvaggia. Muoiono più di 300 persone. Sarebbe dovuta essere una celebrazione della vita. E invece il nome di Beslan è iscrit-to a lettere maiuscole nel libro nero delle atrocità umane.

Estate 2013. Sono passati nove anni. Stanco e disidratato entro nel negozio di alimentari di Boris sul Prospekt Kosta. Siamo a Vladikavkaz, nella ca-pitale dell'Ossezia del Nord. Il caldo è rovente. Dalla stanza posteriore appa-re un uomo dai capelli bianchi: Boris, che vive a Beslan e mi farà da guida nella sua città. Attraversiamo la step-pa osseziana, lasciando dietro di noi le cime alte del Caucaso. Sono seduto nella Lada rossa senza sedile poste-riore, con il fi nestrino completamente abbassato.

Giriamo nella strada di Boris. Muri di mattoni rosso carminio nascondo-no cortili, cucine estive, giardini e le case della città. Tralci di uva si arram-picano sulla fi nestra del suo salotto. L'anziana madre mi prende la mano, mi ringrazia di essere suo ospite oggi. «Siediti, mangia», mi dice. L'ospitali-tà degli osseziani non è venuta a man-care. Boris versa acquavite nei bicchie-ri. «Non ci vogliamo ubriacare ma la tradizione lo richiede». Si solleva una melodia, un elogio e un evviva all'o-spitalità, allo sconosciuto che porta ric-chezza in casa. Oltre alle impronte pol-verose delle mie scarpe, non ho lascia-to ancora nulla. Commosso accolgo il gesto amabile e faccio una smorfia quando l'alcool mi brucia la gola. Dopo tre acquavite, la tradizione è sufficien-temente rispettata.

«Quando ho sentito i primi spari, quando i terroristi hanno preso in ostaggio la nostra speranza, il nostro futuro, il nostro amore, ho afferrato il mio fucile. I miei bambini si trovava-no nel cortile, Dio li protegga. I miei fi gli, mia moglie, mia madre erano al sicuro». Per tre intere giornate si sono nascosti dietro il muro di mattoni e i tralci di uva senza mai uscire in stra-da. Perché il caos era onnipresente, dappertutto c'erano persone armate, soldati e cittadini, chi avrebbe potuto dire che tra di loro non si trovassero anche dei terroristi? «Alcuni infatti erano scappati. Così si dice. La scuola era circondata dal caos armato, non riuscivo a comprendere la situazione, non dormivo, non piangevo, non man-giavo, non vivevo, per tre giorni. Guar-davo solo nel vuoto, mi occupavo della mia famiglia».

Grosse assi di legno bloccano le fi -nestre della scuola media Numero 1. Apriamo un portone di ferro ed en-triamo nel cortile. Il guardiano dorme nella roulotte, noi lo svegliamo. A passo lento attraversiamo la palestra distrut-ta. Peluche in ogni angolo. Una gran-de croce. Borracce. Per tre giorni non c'era stata acqua. Il cesto da basket è un scheletro.

Beslan sembra ordinata. Visitiamo la città in bici, asfalto nuovo e tetti in buone condizioni. «È merito dell'in-dennizzo», dice Boris. «Non è possibi-le né contare né saldare il dolore. Nuove fi nestre di plastica e un recinto sono un risarcimento ridicolo per fi gli, ge-nitori, parenti. Amici».

Passiamo davanti alla nuova mo-schea, di fronte a case della Gründer-zeit; siamo diretti al cimitero. Bambi-ni esultano giocando a calcio, opposto a noi c'è un campo sportivo nuovo di

Il miraggio della normalità Emozioni in presa diretta a nove anni dalla strage Le voci dei protagonisti di quelle giornate La fatica di ricomporre una comunità spezzata

zecca. Il campo da tennis più moder-no a Sud di Mosca dev'essere proprio questo qui di Beslan. La luce dei pro-iettori illumina tutto. Forse si tratta di un tentativo di portare luce nel pas-sato buio della città.

«Che cos'è per te la normalità?», chie-do a Boris. Lui accarezza una tomba. Avrebbero potuto essere i suoi fi gli. Ci pensa un attimo. La distesa di tombe fatte di lastre di marmo si perdono nella notte. «Abbiamo perso così tanto, ma i nostri bambini hanno un futuro». Il negozio ha permesso a Boris di man-dare la fi glia più grande all'Universi-tà di San Pietroburgo. «Ci sono stato cento volte al cimitero, andando a tro-vare conoscenti. La normalità non tor-nerà mai. Ogni tomba è un buco nelle nostre anime e nei nostri cuori».Hanno provato a rammendare ogni buco. Asfalto sulla strada, un monumento commemorativo sopra la palestra. Un campo sportivo contro il rimuginare e proiettori contro la notte. Ma i buchi nell'anima sono più profondi. Lo si ca-pisce a Beslan. Boris mi accoglie come un padre. Mi regala storie e rifl essio-ni, condivide con me il suo tempo di vita. La sua famiglia non ha perso nes-suno. Ma riesco a vedere il buco pro-fondo nel suo viso.

CRONOLOGIA

Minuto per minuto

l'assurdità del male

1° SETTEMBRE 2004, 9:30 • Alla ceri-monia di avvio dell'anno scolastico i ter-roristi iniziano a sparare in aria. Obbli-gano le persone a dirigersi in palestra. Durante il caos, 65 persone riescono a mettersi in salvo

14:20 • Viene scelto un mediatore: è Le-onid Roshal, pediatra, famoso per aver condotto le trattative finalizzate al rila-scio dei bambini durante la crisi del te-atro Dubrovka a Mosca, nell'ottobre del 2002

2 SETTEMBRE 2004 • Le trattative non vanno a buon fine. E, nonostante gli ap-pelli, i terroristi non consentono agli ostaggi di assumere cibo, acqua e me-dicine. Alcuni, per sopravivere, sono co-stretti a bere urina

15:30 • Due granate esplodono poco dopo la liberazione di alcuni ostaggi. Un'automobile della polizia va in fiam-me. Le forze speciali presenti sul posto non rispondono al fuoco per non alimen-tare la tensione

3 SETTEMBRE 2004 • I terroristi per-mettono a quattro medici l'ingresso per rimuovere i corpi delle vittime. Ma quan-do i sanitari si avvicinano alla scuola, aprono il fuoco nei loro confronti

MULTIMEDIA

Cosa sognano i bambini di Beslan? Sono passati nove anni dall'attacco terroristi-co avvenuto nella scuola Numero 1 della città. A distanza di tempo, l'artista Oksa-na Ushko è tornata sul luogo della stra-ge per fotografare i ragazzi che oggi fre-quentano quell'istituto

Guarda le immaginiwww.russiaoggi.it/17977

i giorni dell'atto terroristico, avvenu-to tra il 1º e il 3 settembre 2004 nella scuola media Numero 1

settembre del 2004: data in cui sono riprese le lezioni nelle scuole cittadine, con pochi bambini presenti

le persone uccise durante l'attacco, tra i quali 186 bambini di età compresa tra uno e 17 anni

3 15 334

I NUMERI

Nei volti di quelle persone c’erano rabbia e dolore. La notte i bam-bini non riuscivano a dormire e gli adulti si rifiutavano di parlare. Poi, hanno iniziato a raccontare ogni istante di quel massacro”FABIA CAPELLO, PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA, IMPIEGATA PRESSO LA CLINICA DI ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA DI PADOVA

La solidarietà italiana e quella dedica di Giovanni Allevi

L’associazione Aiutateci a Salvare i Bam-bini Onlus, dal 2001 attiva in Russia a so-stegno dei minori, ha investito 300mila euro per prestare aiuto alla popolazione di Beslan. Il primo progetto, spiega En-nio Bordato, referente nazionale dell’as-sociazione e cittadino onorario di Beslan, è stato reso possibile grazie all’aiuto del-la Provincia Autonoma di Trento. I suc-cessivi viaggi nella città osseta, così co-me la realizzazione del dvd interattivo

distribuito alla popolazione, sono inve-ce stati quasi interamente autofinanzia-ti. «Abbiamo ricevuto molte donazioni – dice -. Anche se avremmo potuto otte-nerne di più: si tratta di posti per i quali c’è ancora troppa poca sensibilità. Nel-la città osseta ci sono stato diverse vol-te. Col tempo sono state costruite scuole e palestre nuove. È una realtà che negli anni è cambiata molto. La popolazione sta cercando di superare quella vicen-

da drammatica, anche se il ricordo della scuola continua a essere sempre molto presente». Anche in altre occasioni l’Italia ha te-so la mano a Beslan. Nel 2004 Firenze ha dedicato una piazza ai bambini morti nell’assedio della scuola, mentre il musi-cista Giovanni Allevi ha composto l’opera “Foglie di Beslan”, eseguita per la prima volta nel 2005 al teatro Politeama di Pa-lermo dall'Orchestra sinfonica Siciliana.

OKSANA YUSHKO

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03RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

L'anniversario

Il più piccolo aveva solo quattro anni. Si chiamava Gleb. E quando è arriva-to in Italia nelle orecchie portava an-cora il rumore degli spari che hanno scatenato l’inferno nella scuola Nu-mero 1 di Beslan. «Me li ricordo bene gli occhi di Gleb. Così come ricordo uno a uno i visi dei sopravvissuti che abbiamo ospitato a Trento per due mesi». Ennio Bordato è il volto dell’I-talia scesa in campo per Beslan. Insie-me alla sua associazione Aiutateci a Salvare i Bambini Onlus ha dato al-loggio a 63 persone uscite vive da quel-la scuola. Per la precisione, 33 bambi-ni e 30 adulti.

«Le notti erano insonni. Molti di loro non riuscivano a dormire. Hanno ri-portato conseguenze gravissime. E non

La palestra della scuola Numero 1 di Beslan resta il luogo dei ricordi. Le mura

ancora macchiate di sangue e con le testimonianze della tragedia. E i fiori fre-

schi per ricordare i bambini che non sono sopravvissuti

Il colloquio Ospiti, psicologi, volontari. Tutti insieme come una grande famiglia per ritrovare la fiducia

Gli occhi di Gleb e la battaglia contro la paura solo dal punto di vista fi sico». L'assi-stenza sanitaria e l'aiuto psicologico sono stati molto importanti in quei giorni e Bordato li porta ancora im-pressi nella sua mente. Ma anche i mo-menti di svago e di aggregazione non sono mancati, e hanno aiutato a su-perare le difficoltà.

La vita degli ex-ostaggi è ripartita da qui. Dal convento di Trento dove per due mesi medici, psicologi e sem-plici volontari, grazie al sostegno della comunità e dell’amministrazione lo-cale, hanno preso in mano la loro vita, cercando di ricomporre i pezzi di un’e-sistenza andata in frantumi sotto le granate che hanno scandito il ritmo di tre, lunghissime giornate.

«Quando c’è stato l’assalto alla scuo-la mi trovavo a Mosca, nella clinica pediatrica dove operiamo insieme ai volontari della nostra associazione. Per sapere cosa stava succedendo a Be-slan non c’era bisogno di accendere la tv: mi riferivano tutto le madri dei bambini osseti ricoverati in ospedale. Paradossalmente a loro era andata bene: se non fossero stati ricoverati da tempo, si sarebbero ritrovati, insie-

me ai loro compagni, sotto il fuoco dei fucili».

Dolore e rabbia: ognuno di loro, in quella scuola, aveva perso qualcuno. Un fi glio, un parente, un amico. Sotto la pelle dei bambini resistevano an-cora le schegge delle mine. Come a ri-cordare, nonostante la distanza, che fi no a qualche giorno prima c’erano anche loro tra i banchi divelti di quel-le aule assediate.

Poi, un pò alla volta, da quel con-vento di Trento la vita ha ricomincia-to a riprendersi quello che il terrore di quei giorni aveva tolto.

Le giornate erano scandite da ritmi regolari e tranquilli. Si mangiava go-mito a gomito, si dormiva sotto lo stes-so tetto. Si passeggiava all’aria aperta e si aspettava il calare del sole insie-me.

Ospiti, psicologi, volontari. Tutti in-sieme come una grande famiglia, per ritrovare la fi ducia nel prossimo, e per aiutare a elaborare il lutto. «Gli adul-ti inizialmente non avevano voglia di parlare. Poi, giorno dopo giorno, hanno riacquistato un pò di fi ducia, fi no ad arrivare a raccontare tutto, minuto per

minuto, di quei terribili momenti. I dettagli erano vividi. Sembrava di ve-dere scorrere le immagini di un fi lm». Fabia Capello, psicologa psicoterapeu-ta, impiegata presso la Clinica di on-coematologia pediatrica di Padova e collaboratrice del dipartimento di Psi-cologia dello sviluppo dell’università patavina, è tra gli specialisti che hanno messo la propria professionalità a di-sposizione del gruppo. A Trento ha tra-scorso più di due mesi; recandosi poi anche a Beslan, per assistere sul posto le vittime della tragedia.

«Siamo entrati in punta di piedi nelle vite di queste persone – racconta Fabia Capello -. Una volta arrivati a Trento, ci siamo ritrovati davanti una situa-zione davvero molto complessa. Ab-biamo cercato di creare rapporti di fi -ducia reciproca per poter accedere al loro universo».

Con il passare dei giorni, e quella scuola lontana, il muro dell’ostilità piano piano è stato abbattuto. «Ab-biamo fatto un intervento a tutto tondo, lavorando dal punto di vista fi sico e psicologico, ma anche emotivo – dice Ennio Bordato -. Per riportare i no-

stri ospiti a una vita normale abbia-mo organizzato escursioni, gite in qual-che città italiana e anche uno spetta-colo di clown».

L’aiuto dell’associazione è continua-to, poi, nel tempo grazie a un proget-to di più ampio respiro che ha porta-to i volontari a seguire la popolazione di Beslan anche in loco, nel tentativo di ritorno alla normalità della vita quo-tidiana.

«Con il gruppo di psicologi ci siamo recati in Ossezia per incontrare le per-sone del posto e capire come viveva-no a distanza di anni». Oggi molti di quei ragazzi sopravvissuti alla trage-dia frequentano l’Università. Qualcu-no si è trasferito a Mosca. Altri, inve-ce, hanno iniziato a lavorare. «Conti-nuiamo a seguire i casi più difficili», aggiunge Bordato.

Il progetto dell’associazione, inizia-to con quel massacro tra il 1° e il 3 settembre 2004, si è concretizzato in-fi ne in un dvd interattivo, realizzato tra il 2005 e il 2009, che viene distri-buito gratuitamente alla popolazione di Beslan per aiutarla, ancora oggi, a superare il ricordo di quella scuola.

LUCIA BELLINELLO RUSSIA OGGI

Due italiani, che subito dopo l'attacco

hanno assistito i familiari delle vittime

e i giovani orfani, raccontano i giorni

del recupero e le diverse modalità

attraverso cui "la vita ha ricominciato

a riprendersi quello che il terrore le

aveva tolto".

GETTY IMAGES/FOTOBANK(4)

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04 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

Economia

Contro l'evasione per fermare la crisi

G20 Sul tavolo le sfidedella comunità internazionaleper ridare forza al lavoro

TATIANA LISINARUSSIA OGGI

Si apre oggi a San Pietroburgo

l'incontro dei rappresentanti dei

governi. Le attese dei mercati e la

ricerca di risposte sulle urgenze che

caratterizzano questa fase economica.

La riunione del G20 della fi nanza, te-nutasi a fi ne luglio, ha posto le basi per l'appuntamento generale che si apre oggi a San Pietroburgo, indican-do l'importanza di accelerare sulle mi-sure per l'attrazione degli investimen-ti e su una maggiore coordinamento contro l'evasione fi scale. L'obiettivo, si legge nel comunicato ufficiale, è cer-care nuove strade per favorire una cre-scita equilibrata dell'economia mon-diale attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro.

Il tema cruciale del forum sarà il rallentamento della crescita economi-ca. Il problema preoccupa non solo l'Europa, colpita da una lunga reces-sione, e gli Stati Uniti, impegnati a lot-tare contro i bassi livelli di occupazio-ne, ma anche i paesi in via di svilup-po, i cui ritmi di crescita del Pil si sono sensibilmente ridotti negli ultimi mesi. «Il fenomeno è dovuto in parte a pro-cessi ciclici, e in parte alla mancanza di riforme strutturali». È questa l'opi-nione di Nariman Behravesh, esperto di macroeconomia di Ihs Global In-sight. Nelle scorse settimane il Fondo monetario internazionale ha ridimen-sionato le previsioni di crescita dell'e-conomia mondiale per l'anno in corso, portandole dal 3,3 al 3,1 per cento (sta-bili i Paesi sviluppati al +1,2 per cento).

Anche per la Russia stanno suonando diversi campanelli di allarme: a luglio l'indice Pmi dell'industria manifattu-riera è sceso per la prima volta dall'a-gosto 2011 sotto i 50 punti, toccando i valori minimi dal dicembre 2009. Ancor prima, l'Fmi e la Banca Mon-diale avevano espresso il loro pessimi-smo riguardo al Pil, riducendo le pre-visioni di crescita per l'anno in corso rispettivamente al 2,5 e al 2,3 per cento.

La Russia, in qualità di presidente

Un obiettivo di estrema importanza per i Paesi che fanno parte del G20 è la crea-zione di istituzioni che possano essere in grado di attirare gli investimenti stranieri in maniera efficiente”YAROSLAV LISOVOLIK, PRINCIPALE ECONOMISTA DI DEUTSCHE BANK

del G20, ha concentrato la sua atten-zione sulla necessità di una crescita degli investimenti per consentire la ri-presa dell'economia globale. Come ha sottolineato il coordinatore del grup-po degli esperti economici Evsei Gu-revich, «il tema comprende due que-stioni fondamentali: come mettere in moto il motore dello sviluppo, vale a dire gli investimenti, e come ridurre i rischi, costruendo un'architettura fi -nanziaria internazionale e prevenen-

do quegli squilibri che potrebbero cau-sare una nuova crisi». Secondo il capo economista di Deutsche Bank, Yaro-slav Lisovolik, un obiettivo di estrema importanza per i Paesi del G20 è la creazione di istituzioni in grado di at-tirare gli investimenti in maniera ef-fi ciente. Dmitri Polevoi, analista di Ing, ritiene che sia indispensabile un raf-forzamento dei controlli sull'efficacia degli investimenti e un cambiamento delle politiche nazionali di sostegno agli investitori.

Un'altra questione signifi cativa che il summit dovrà affrontare riguarda le società offshore e le misure coordina-te a livello internazionale di lotta all'e-vasione fi scale. Secondo Lisovolik, «è di estrema importanza che alcuni Paesi non si tengano in disparte e non di-rottino verso di sé una parte dei fl ussi fi nanziari». La lotta all'evasione fi sca-le è strettamente legata alle misure an-ticorruzione, che saranno oggetto di discussione nel prossimo G20. L'ela-

borazione del piano d'azione per que-sto problema è iniziata sotto la presi-denza della Russia e continuerà dopo il passaggio del testimone all'Austra-lia: il piano prevede una serie di azio-ni coordinate per assicurare l'indipen-denza delle agenzie anticorruzione, la lotta al riciclaggio del denaro sporco e dei proventi della corruzione, la li-mitazione della libertà di spostamen-to per i funzionari statali riconosciuti colpevoli di reati di corruzione.

Vi sono poi alcuni temi "ereditati" dalle scorse riunioni del G20, come la continuazione della riforma dell'archi-tettura fi nanziaria mondiale e la rego-lamentazione sovranazionale. La re-visione delle quote nel Fmi in favore dei Paesi in via di sviluppo era stata approvata dai Venti già nel 2010, ma per ora la riforma resta impantanata, cosa che preoccupa in primo luogo i Brics. Il tema delle guerre monetarie invece, attivamente discusso negli in-contri del G20 sia nel 2011 che nel 2012, ha già perso la sua attualità. Prima del turno di presidenza di Mosca al G20, a suscitare la preoccupazione generale erano stati il confl itto tra Cina e Stati Uniti, ma anche gli interventi valutari del Brasile.

L'ammorbidimento della politica monetaria e creditizia del Giappone, che ha condotto a un sostanziale in-debolimento dello yen, non ha susci-tato invece forti critiche nei summit precedenti: il che di fatto equivale ad autorizzare una politica monetaria più morbida per raggiungere l'obiettivo principale, vale a dire stimolare la cre-scita economica.

Priorità al lavoro e alle regole per la fi nanza

Le priorità della Russia nel G20 si incen-trano sulla crescita economica, con una particolare attenzione rivolta alla crea-zione di posti di lavoro, agli investimenti, alla fiducia e alla trasparenza. Questi argomenti contemplano temati-che abitualmente presenti nell’agenda del G20, come la regolamentazione del settore finanziario, la sicurezza alimen-tare, l’occupazione e il debito pubblico,

delle quali sicuramente si discuterà du-rante tutto l’anno.Il vice ministro delle Finanze, Sergei Storchak, ha spiegato che la Russia colti-va un piano molto ambizioso per il 2013. «Per il summit intendiamo mettere a punto un sistema di monitoraggio dell’a-dempimento degli impegni assunti e un meccanismo di disciplina commerciale dei derivati».

l'anno in cui è nato Il G20, anche se l'i-stituzione ha assunto rilevanza solo do-po la crisi economica globale del 2008. I Paesi del G20 rappresentano il 90 per cento del Pil globale e i due terzi della popolazione

1999

LA DATA

RUSSIA OGGI – PARTNER DELL'EVENTO

Al Forum di Sochi per guardare al futuro dell’economia

Il Forum internazionale degli Investimenti di Sochi è una piattaforma di dialogo tra aziende e istituzio-ni. Nell'edizione 2012 hanno partecipato all’evento oltre 7.300 persone, compresi capi di Stato, rappre-sentanti delle istituzioni, dirigenti di imprese russe e straniere, oltre a professionisti e politici provenien-ti da 55 regioni della Federazione e da 40 diversi Paesi. Un'occasione per fare il punto sul futuro dell'economia internazionale e sulle opportunità di business ora che sui mercati appaiono i primi segnali di ripresa.

"Le mie impressioni generali sul Forum sono state più che positive. La sessione plenaria con il Presidente russo Vladimir Putin è stata tra le più interessanti: ricordo le sue affermazioni in merito alla necessità di ridurre il ruolo dello Stato nell’economia. Lo considero un punto di vista molto interessante"

NIKOLAI PRYANISHNIKOV, PRESIDENTE DI MICROSOFT RUSSIA

XII FORUM

INTERNAZIONALE

DEGLI

INVESTIMENTI

DI SOCHI 2013

26-29 SETTEMBRE

AFP/EAST NEWS

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05RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

Economia

Dopo Fukushima si punta tutto sulla sicurezza

Nucleare Tra vecchie centrali e impianti all'avanguardia dove la ricerca è continua

MARINA OBRAZKOVARUSSIA OGGI

Le nuove tecnologie consentono di

ridurre i rischi di incidenti. E dopo la

tragedia in Giappone, l'impegno è

riuscire a ridurre ulteriormente

l'impatto ambientale. Aleksandr

Emelyanenkov ANALISTA

Né il solare, né l'eolico, né lo shale gas potranno estro-mettere l'energia nucleare dal bilancio energetico mon-diale. Anzi, secondo il direttore generale dell'Aiea (In-ternational Atomic Energy Agency),Yukiya Amano,

l'incidenza dell'energia nucleare continuerà ad aumentare in maniera costante ed entro il 2030 potrebbe addirittura rad-doppiare. Questo il quadro emerso nella conferenza interna-zionale dal titolo "L'energia atomica nel XXI secolo", tenutasi di recente a San Pietroburgo, che ha raccolto delegazioni mi-nisteriali da 89 Paesi, compresa l'Italia. Non è un caso che il forum globale organizzato dall'Aiea si sia svolto in Russia, Paese considerato tra i protagonisti del setto-re e leader dal punto di vista tecnologico. Il presidente dell'as-sociazione mondiale degli operatori di centrali nucleari, Dun-can Hawthorne, ha espresso la sua personale convinzione che l'energia nucleare nel mondo abbia bisogno del consiglio e dell'aiuto degli esperti di nucleare russi. Il confronto conclusivo tra specialisti è stato importante anche per dare la giusta in-terpretazione alle tendenze del periodo post-Fukushima. Va tenuta in conto la decisione politica delle autorità tedesche di fermare progressivamente la produzione nelle proprie centra-li nucleari. Alla Russia è ben nota anche la preoccupazione sorta in Italia dopo gli avvenimenti di Fukushima. Ma vi sono anche segnali di segno contrario. Francia, Stati Uniti, Canada, Russia, Svezia, e Corea del Sud stanno ottimizzando e sviluppando i rispettivi programmi nazionali in direzione del nucleare. L'India e la Cina confermano i loro progetti per l'incremento a tappe forzate della produzione di energia atomica. La Repubblica Ceca sta svolgendo le gare d'appalto per la costruzione di due nuovi reattori presso la centrale nucleare di Temelin. La Finlan-dia ha avviato trattative dirette con gli appaltatori per la rea-lizzazione di una nuova centrale nucleare sul proprio territorio. In Bielorussia, Turchia e Vietnam sono in corso i lavori prelimi-nari per la costruzione delle prime centrali nucleari di questi Paesi. In altre parole, l'energia nucleare continua a essere ri-chiesta in tutto il mondo, compresa la regione del Vicino Orien-te, il Sudafrica, e i Paesi dell'America Centrale e Meridionale. Secondo i dati ufficiali resi noti dal responsabile dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica Yukiya Amano, la capaci-tà produttiva complessiva delle centrali nucleari attive nel mondo è di 372 GW, e nel futuro prossimo aumenterà di altri 80 o 90 GW. La posizione del governo russo sul tema dell'energia nu-cleare e dei mezzi per garantirne lo sviluppo è stata esposta al forum di San Pietroburgo dal vice premier Dmitri Rogozin. Se-condo il quale, il nucleare civile non coinvolge solo le centrali per la produzione di energia elettrica, ma anche il settore ae-rospaziale, la medicina, le nuove tecnologie dell'informazione e i super computer per complesse operazioni di calcolo, di pro-gettazione e di proiezione. «Il futuro del settore nucleare è nelle tecnologie innovative», ha spiegato il vice premier. «E la priorità imprescindibile per l'impiego di queste ultime è che ne sia garantita la sicurezza».

L'autore è esperto del settore energy

ENERGIA

L'ascesa del green e il futuro dell'atomo

All'interno della

centrale atomica

di Rostav-sul-

Don. La linea

principale dello

sviluppo è la sicu-

rezza della pro-

duzione

La stazione nucleare ubicata a Shchelkino (in Crimea) è la testimo-nianza di un’epoca ormai fi nita nella storia dell’energia nucleare. Il cantie-re è stato “congelato” nel 1986, dopo l’incidente di Chernobyl. L’atmosfera desolata della centrale rimasta incom-piuta è stata per molti fonte di ispi-razione: era qui che si svolgeva rego-larmente Kazantip, un importante fe-stival di musica elettronica da disco-teca dell’ex-Unione Sovietica, ed è stato qui che il celebre regista russo Fedor Bondarchuk ha girato il suo fi lm di fantascienza “L’isola abitata”.

A qualche centinaio di chilometri da qui, sull’altra sponda del Mar Nero, vicino a Volgodonsk, si trova invece la centrale nucleare di Rostov, dove la-vorano più di 5mila persone. Anch’es-sa si trovava in fase di costruzione ai tempi del disastro di Chernobyl, ma le autorità locali hanno tratto un in-segnamento diverso dalla catastrofe: invece di accantonare il progetto, hanno fatto in modo che la centrale fosse equi-paggiata con i sistemi di sicurezza più affidabili.

Dopo la tragedia di Fukushima, alla quale è seguito il rapido aumento dell’estrazione di gas e petrolio in tutto il Mondo, alcuni analisti affermarono che l’energia nucleare avesse ormai i giorni contati, ma le cose sono andate diversamente. Come dimostra il caso della centrale di Rostov, che si trova a tre ore di strada da Rostov-sul-Don, vicino alla cittadina di Volgodonsk. Proprio a due passi dalla città, ma gli abitanti non ne sono turbati. La tec-nologia che viene utilizzata nel can-tiere si chiama multi-D. Come ci ha spiegato Sergei Olantsev, vice diretto-re della ditta costruttrice Niaep, la sua particolarità consiste nel fatto che il software tiene conto non solo dei pa-rametri spaziali, ma anche di quelli temporali, fi nanziari e delle materie prime. Di fatto è possibile visualizza-re le varie fasi di tutto il processo di costruzione come in una macchina del tempo: basta avere degli occhiali 3D, uno schermo e un joystick per navi-gare.

L’energia atomica sta andando in-contro a un nuovo periodo di crescita: tra i 20 paesi che producono grandi quantità di gas, ben 15 hanno avviato nuovi programmi per lo sviluppo del settore. Secondo le stime elaborate da Rosatom (gigante energetico russo), entro il 2020 nel mondo la capacità di produzione di energia nucleare aumen-terà di circa 460 gigawatt (per dare un'idea, una città occidentale di gran-di dimensioni utilizza non più di un gigawatt), complice la fame di energia espressa dai paesi emergenti.

Il nuovo reattore della centrale nu-cleare di Rostov può reggere a terre-moti di magnitudo fi no a 9 gradi della scala Richter e sopporterebbe anche l’impatto con un “boeing” di 400 ton-nellate, come spiega Aleksandr Po-lushkin, direttore del dipartimento di

progettazione ingegneristica della Ro-senergoatom, impresa affiliata alla Ro-satom. Polushkin ci tiene anche a sot-tolineare che le nuove tecnologie per-mettono alla stazione di funzionare normalmente anche senza energia elet-trica, e questo signifi ca che non sarà possibile che si verifi chino perdite di materiale radioattivo, come è avvenu-to a Chernobyl.

L'acquisita sicurezza è un altro fat-tore che gioca a favore del nucleare, così come il suo ridotto impatto inqui-nante rispetto ad altre fonti di produ-zione energetica. Inoltre dalla sua c'è la garanzia di prezzi stabili per tutti i 60 anni di durata del reattore, a fron-te dei forti sbalzi che invece caratte-rizzano al petrolio.

Aleksandr Moskalenko, presidente

i Paesi di tutto il mondo che, secon-do i dati dell'Aiea, hanno 447 reattori nucleari in funzione

sono gli altri im-pianti analoghi che sono attualmente in fase di costruzione in tutto il Mondo

I NUMERI

CONFRONTI

30

69

" Dopo Cernobyl il nucleare

è entrato in un periodo di stasi, mentre dopo Fu-kushima questo non è accaduto: la costruzione delle centrali prosegue"YUKIYA AMANO

DIRETTORE DELL'AIEA

del gruppo imprenditoriale Centro pe-rizie cittadino, sottolinea poi che «la costruzione di un impianto atomico non richiede che vengano sottratte all’agricoltura grosse porzioni di ter-reno, come invece avviene per gli im-pianti idroelettrici», spiega. «Per altro, le stazioni termoelettriche alimentate dalle altre risorse energetiche dispo-nibil presentano elevate emissioni can-cerogene».

L’incidente che ha colpito la centra-le di Fukushima, creando grande ap-prensione in tutto il Mondo, ha dato ai costruttori di reattori della regione uno stimolo all’impegno sula sicurez-za, pur nella consapevolezza che nes-sun reattore può essere sicuro al 100%, come del resto non può esserlo nem-meno un'automobile.

LE TAPPE

La lunga marcia verso i reattori di nuova generazione

1979 • È stato approvato il progetto in base al quale la stazione deve esse-re composta da due reattori in funzione per complessivi 1900 MW e da due reat-tori per complessivi 2022 MW, tutti di ti-pologia VVER1000

2001 • Il primo blocco di energia dalla stazione con il reattore VVER1000 è sta-to attivato. È stato il primo progetto lan-ciato dopo la tragedia di Chernobyl (il più grande incidente nucleare della sto-ria), avvenuta il 26 aprile del 1986

2010 • È stata avviata la costruzione del blocco numero quattro. Lo stesso anno è entrato in funzione il blocco tre. Attual-mente il cantiere vede impiegate più di 3mila persone. La fine della costruzione è prevista per 2015

«I reattori veloci ci aiuteranno a capire cosa farne del com-bustibile esausto», spiega Leonid Bolshov, direttore dell’Isti-tuto per sviluppo sicuro dell’energia atomica.

REATTORE VELOCELA DESTINAZIONE DEL COMBUSTIBILE USATO

SCIENZA

Ma l’era del gas non è fi nita

Secondo le previsioni dell’Istituto di Studi Energetici dell’Accademia Russa delle Scienze, nel 2040 il consu-mo mondiale di gas raggiungerà i 5,3 miliardi di metri cubi, il 60 per cento in più rispetto ai livelli del 2010. Nei prossimi decenni i rappresentanti più infl uenti del mercato del gas, a parte la Russia, saranno Stati Uniti e Cina. Gli esperti prevedono che la Russia manterrà la sua leadership nell’estrazione ed esportazione di gas, anche se pesano i dubbi sulla fl uttuazione dei prezzi.

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06 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

Cultura

ALENA TVERITINARUSSIA OGGI

Una dialettica costante tra analisi del

quotidiano e salti improvvisi in un

futuro caratterizzato da nuovi scenari

politici. Per comprendere e superare

le ingiustizie del presente.

È stata l'unica luce capace di bucare il buio perfi do degli anni Novanta. Rara gioia nella desolata e alienante terra di nessun aperta dal crollo dell'Unio-ne Sovietica. La letteratura: una va-langa di inediti, di libri mai stampati, di parole taciute per troppo tempo inonda la nuova Russia che si allon-tana dalla censura del regime. Un boom che, inevitabilmente, porta con sé anche la crescita della letteratura di puro in-trattenimento. Ma basta poco, e già all'alba del nuovo millennio gli scrit-tori iniziano a sperimentare, ricordan-do, semplicemente, di avere tra le mani il destino di una delle letterature più importanti del Pianeta. Tornando a porre la questione del rapporto tra pa-rola e potere.

Tra gli schemi più in voga per af-frontare il labirinto della nuova lette-ratura, quello di Konstantin Milcin, critico di “Russkij Reporter”. Milcin identifi ca sette fi loni princi-pali. Si comincia con “l'esse-re umano in condizioni estre-me”: la guerra o la prigionia, lo shock delle guerre cecene (uno dei testi più noti di que-sto fi lone è “La guerra di un s o l d a t o ”, d i A r k a d i Babchenko). Poi “il naufra-gio dell'impero”, una rifl essio-ne sul collasso della superpotenza sovietica e la ricerca di nuovi punti di riferimento (“Capelvenere” di Mikhail Shishkin). Seguono “il nuovo uomo russo”, che approfon-disce l'abisso che passa tra un accanito lavoratore socialista e l'impiegato d'ufficio che lo ha so-stituito e “la ricerca dell'età

GENERI, STILI E CONTENUTI TENDONO A POLARIZZARSI

DA UN LATO I REPORTAGE CHE RACCONTANO LA REALTÀ

DALL'ALTRO LA VOGLIA DI EVASIONE ATTRAVERSO IL FANTASY

LETTERATURA CONTEMPORANEA

dell'oro”. Poi: “Apocalypse Now”, la na-scita del genere dell'anti-utopia e della fantascienza post-apocalittica, “il pic-colo mondo personale”, incentrato sulla vita in provincia, e “la letteratura dei sentimenti”.

Insomma, all'inizio del XXI secolo gli scrittori tornano a occuparsi di que-stioni universali. Una rifl essione co-stante sulla nuova epoca, fatta attra-verso il ritratto degli idealtipi della nuova società. Leggere diventa una te-rapia d'urto fatta soprattutto di im-magini post-apocalittiche. Infatti, se la letteratura popolare attirare i let-tori con romanzi divertenti e ironici, la prosa di maggior livello intellettua-le presenta stati d'animo tutt'altro che raggianti. Secondo lo scrittore Zakhar Prilepin, la nuova letteratura è ricca di “presagi preapocalittici”. Ritorna un “realismo sociale e critico unito alla sensazione di aver raggiunto un esito nazionale e la disgregazione di qual-siasi criterio di moralità e buon senso propriamente detto”.

Sullo sfondo della riflessione dei nuovi scrittori, il legame tra parola e potere. Semplifi cando: prima della ri-voluzione russa la letteratura non era solita addentrarsi nel mondo interio-

re degli eroi, ma trattava di que-stioni eterne. In particolare si sof-fermava su come creare una so-cietà più umana, su quale corso politico adottare per realizzare questo obiettivo e come costrui-re un Paese rinnovato. Da parte sua, il potere prestava ascolto agli scrittori e reagiva in base alle ten-denze del periodo, a volte pra-

ticando la censura, a volte revocandola. Al giorno d'og-gi la relazione tra letteratu-ra e potere è al tempo stesso semplice e difficile. Prilepin, membro del Partito Nazio-nal Bolscevico, attualmente fuorilegge, e autore di uno dei più popolari e rivoluzionari

romanzi di questo inizio secolo, "Sankja", ritiene che si possa scrivere quello che si vuole, tanto il potere non ascolta. Quindi, se uno scrittore vuole esprimere la propria posizione, è ne-cessario che lo faccia in politica.

E le distopie spopolano anche nella letteratura di consumo. Come nei rac-conti in serie “Metro 2033”, basati sulla saga di Dmitri Glukhovskij. Altra ten-denza, quella del “bestseller ortodos-so”, come è stato defi nito dai critici il successo del libro di racconti sulla vita del clero russo scritto da Archiman-drit Tikhon. La tiratura di “Santi senza santità” ha superato il milione di copie e i l mercato è stato invaso da varie imi-tazioni.

Tra i gene-ri, si è verifi -cata una po-larizzazione. Da un lato la tendenza alla non-fiction, con biografi e, racconti di viaggio, romanzi-ricerche. Dall'altro, «l'inserimento di elementi fantastici nel racconto realistico», come ha os-servato la scrittrice e critica Alisa Ga-nieva. Secondo la quale «è evidente il tentativo di immortalare la realtà cir-costante il più fedelmente possibile guardando al tempo stesso oltre gli orizzonti del reale e interpretando ciò che attende il paese e l'umanità in fu-turo». Gli esponenti di maggior suc-cesso di questo genere semi-fantastico sono Dmitri Bykov e Olga Slavniko-va. Quest'ultima ricorda che «non è possibile descrivere la nostra vita odierna usando le forme stesse della vita. Per garantire autenticità serve proprio un elemento fantastico».

SUL NOSTRO SITO

Vladimir MakaninUno dei più noti tra gli scrittori della Russia con-temporanea a colloquio con l'inviato di Russia Og-gi sulle responsabilità sociali degli intellettuali e sulle prospettive del mondo in cui viviamo

Leggi l'articolo suwww.russiaoggi.it/26217

Leggi l'intervista suwww.russiaoggi.it/26219

" Sono davvero contento che il ruolo sia stato affidato a me. Forse, in tutto ciò, sono state determinanti le mie radici slave: Papa Gio-

vanni Paolo II era polacco. Ho instaurato un buon rapporto con Giorgio Pasotti, che nel film interpre-ta Lino Zani"

Aleksei GuskovATTORE

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07RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

Cultura

La grande intuizione editoriale di Giangiacomo

Feltrinelli. Un libro censurato in Unione Sovietica e che

nel 1957 diventa, grazie alla casa editrice italiana, un successo internazionale.

Milioni di copie vendute, il Nobel, personaggi impressi

per sempre nell'immaginario collettivo. Poi il film

campione d'incassi con Omar Sharif e Julie Christie. Un viaggio tra rivoluzione e vita privata che viene edito

in patria solo nel 1988, in piena Perestrojka

Passeggiando con il Dottor ZivagoAttraverso l'arte Un itinerario nella capitale, nei i luoghi dove sono nati i personaggi del capolavoro di Pasternak

Riportare gli appassionati di Paster-nak nei luoghi in cui lo scrittore ha "sognato" il dottor Zivago. Anni di studi, per una ricerca che ha permesso di ri-costruire la Mosca di Boris, l'itinera-rio in cui si muove Zivago.

Si parte da via Tverskaja e dalle aree circostanti. Uscendo dalla stazione della metropolitana “Majakovskaja”, si scorge una casa a tre piani con le pa-reti color giallo che sembra quasi per-dersi nella miriade di banche e caffet-terie. Sulla facciata principale, una targa: “Il poeta Boris Pasternak nac-

que in questa casa il 29 gennaio del 1890”. Il quartiere viene citato anche nel romanzo: è lì che Komarovskij pre-nota una camera per Madame Gui-chard e la fi glia Lara presso la pensio-ne “Cernogorie”.

Poi si prosegue, camminando lungo Sadovoe koltso fi no a via Delegatska-ja dove si può visitare il Seminarskij Park, il piccolo parco dove Boris cam-minava quando era ancora un bambi-no con la tata.

Ma torniamo in via Tverskaja-Jamskaja e percorriamola in direzio-ne del Cremlino. Alle nostre spalle avre-mo la piazza della stazione Belorusskij, nei pressi dell'Arco di Trionfo. Anch’es-so viene citato nel romanzo: «Madame Guichard acquistò una piccola impre-sa, la sartoria Levictaja, nei pressi della Porta Trionfale».

Arriviamo fi no a Piazza Pushkin e imbocchiamo il vicolo Bolshoj Putin-kovskij. Qui, al numero 5, sul territo-rio dell’antico Monastero Strasnoj (il Monastero della Passione), si trovava la redazione della rivista letteraria Novyj Mir (Mondo Nuovo), fondata nel 1925 dal quotidiano Izvestia. Di tutti gli edifi ci del monastero si sono con-servati solo gli ex alloggi monastici dove la redazione della rivista Novyj Mir fu trasferita negli Anni Sessanta e si trova ancora oggi.

Boris Pasternak instaurò una stret-ta collaborazione con la rivista, che pubblicò alcune sue poesie, un capi-tolo del poema “L’anno 1905” e il poema “Il luogotenente Schmidt”. La redazio-ne si sarebbe dovuta occupare anche della pubblicazione de “Il dottor Zi-vago”, ma alla fi ne ciò non avvenne per motivi ideologici. Fu proprio nella re-dazione di Novyj Mir che Pasternak

In ogni cosa ho voglia di arri-vare sino alla sostanza... sino all'essenza dei giorni passati, sino alla ragione"BORIS PASTERNAK

Fu lo stesso Niki-ta Krusciov, segre-tario del Pcus dal 1953 fino al 1964, a riabilitare il ro-manzo. In una pa-gina del suo me-moriale, infatti, scrisse: «Quel la-voro meritava di essere pubblica-to». E in Italia fu grande la polemi-ca tra il Pci e la casa editrice per impedire che l'o-pera venisse stam-pata

LA STORIA

conobbe Olga Ivinskaja, con la quale lo scrittore ebbe una complessa e stra-volgente storia d’amore. Molti studio-si ritengono che Olga Ivinskaja abbia ispirato il personaggio di Lara de “Il Dottor Zivago".

Poi via Bolshaja Nikitskaja. Qui si trova il Conservatorio di Mosca, dove Pasternak si iscrisse nel 1905, mentre studiava al liceo, e in cui si diplomò per corrispondenza. Nell’ala sinistra del conservatorio c’è una caffetteria, dove, ordinando una tazza di caffè è possibile sfogliare le pagine de “Il dot-tor Zivago” e trovare numerosi riferi-menti su questa strada.

Agli inizi del XX secolo, i primi nu-meri civici su entrambi i lati di questa via erano occupati dall’edifi cio dell'U-niversità statale di Mosca, dove Paster-nak si iscrisse nel 1908 per studiare alla Facoltà di Giurisprudenza. Nel 1909, tuttavia, chiese il trasferimento per fre-quentare la Facoltà di Storia e Filolo-gia. Attualmente, quasi tutte le facoltà dell’Università statale di Mosca sono state spostate nel complesso di Le-ninskie Gory. Nelle vicinanze di Bolsha-ja Nikitskaja sono rimaste solo le Fa-coltà di Giornalismo, Psicologia, Arte e l’Istituto di studi asiatici e africani.

Bolshaja Nikitskaja termina in via Mokhovaja, in prossimità di Piazza del Maneggio e del Cremlino, a cui Paster-nak dedicò due poesie: “Su Ivan il Grande” e “Il Cremlino nella bufera della fi ne del 1918”.

Ma noi svoltiamo a sinistra e, dopo aver percorso un centinaio di metri, ci troviamo di nuovo in via Tverska-ja. La percorriamo fi no a vicolo Ka-mergerskij. L’attrazione principale della zona è il Teatro d’Arte di Mosca, un altro edifi cio strettamente legato al destino di Pasternak. È qui che Vla-dimir Nemirovich-Danchenko avreb-be voluto mettere in scena un allesti-mento dell’“Amleto”, basato sulla tra-duzione di Pasternak, che alla fi ne, però, non vide la luce. Infi ne Vicolo Kamergerskij, che ricopre un ruolo speciale nel romanzo: Pasha Antipov si incontra con Lara, prima che ella spari a Komarovskij, in una stanza del palazzo che sorge accanto al Te-atro d’Arte. È proprio qui che, da una slitta, Zivago vede “la candela bru-ciare sul tavolo”. Ed è qui che, ironia della sorte, Yuri trascorrerà i suoi ul-timi giorni. Lara vedrà la bara con il suo corpo nella medesima stanza.

Oggi, vicolo Kamergerskij è una zona pedonale, piena di ristoranti e caffet-terie per tutti i gusti. È qui che si con-clude la nostra passeggiata in giro per Mosca sulle tracce di Pasternak, anche se essa potrebbe benissimo continua-re. Ad esempio, l’Arbat con tutte le sue viette, il villaggio degli scrittori di Pe-redelkino, le strade del ponte Kuzne-ckij, e molti altri quartieri rimarranno per sempre nel “muscolo esausto del cuore” del poeta.

A sinistra Boris

Pasternak impe-

gnato nella stesu-

ra del suo roman-

zo. Lo scrittore fu

insignito del No-

bel per la lettera-

tura nel 1958, due

anni prima della

sua morte. Ma

non potè ritirarlo

per l'avversione

di Krusciov

MULTIMEDIA

Guarda le vignette sulla leteratura rus-sa e indovina di che libro stiamo par-landoTatiana Solovieva

SERGEY SUBBOTIN/RIA NOOVOSTI GETTY IMAGES/FOTOBANK

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08 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

Sport

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Un biglietto. Un pezzo di carta che inforca i meridiani, unendo la Puglia, per la precisione la terra del Salento, con la Siberia. Settemila chilometri e più, per fi utare la scia vincente dei tecnici italiani in Russia. «In realtà, la scia del freddo, anzi del gelo.. l’anno scorso si è arrivati a meno 42 gradi. Dopo un minuto all’aria aperta, viene il mal di testa», dice Ferdinando De Giorgi. Fefè per il mi-crocosmo del volley, uno degli ultimi mister a essere saliti sull’aereo per l’Est. Per lui è il secondo anno al Fakel Novyj Urengoy, club siberiano della Superliga (massima serie, al

via il 26 ottobre). Perché in Russia "italians do it better", almeno in panchina. Da Sandro Gamba ed Ettore

Messina, a Luciano Spalletti e Fabio Capello e Da-niele Bagnoli, ex commissario tecnico della Nazio-nale di volley russa. Una lista che comprende anche Andrea Di Nino, membro dello staff tecnico della

Nazionale di nuoto della Federazione ai Giochi di Londra 2012. Ma soprattutto capo allenatore del pro-getto Adn Swim Project, primo programma europeo di allenamento per nuotatori internazionali, che com-prende sette russi.

De Giorgi arriva da Lecce, Di Nino ha avviato il percorso Adn a Caserta. Il primo, quando giocava era

un folletto geniale (178 cm) nel mondo dei giganti. Ha vinto tre mondiali con la Nazionale italiana

tra il ’90 e il ’98. Poi, dalla rete alla panchina, scudetto in Italia con la Lube Macerata.

E il grande salto russo. «Ho vissuto sugli aerei, ma 140mila chilometri

di viaggio, 210 ore in volo in pochi mesi non li avevo mai fatti». Al-

lena a un battito di ciglia dal Circolo Polare Artico. Nella

città che ospita una delle centrali di Gazprom - pro-

prietaria del club -, il colosso nazionale del

gas. «Noi siamo l’at-tività ricreativa degli operai. Che non sempre vedia-mo al palazzetto. Qui ci sono turni

trimestrali, non si può uscire per strada un anno intero, troppo freddo». Gli allenamenti si tengono a Mosca, poi quattro ore di volo per le gare casalinghe in Siberia. Dove De Giorgi ha trovato condizioni tecnico-economiche idea-li per vincere trofei. «Il livello della pallavolo russa sale. Sono aperti a nuove conoscenze ma custodiscono la loro tradizione. Anzi, si è guardati con sospetto se non si tiene conto del loro passato».

Gli inizi sono stati duri. «I russi ci chiamano perché vo-gliono qualcosa di diverso. Dovevo prendere le misure al ritmo aereo-partita-aereo. Saltavano gli allenamenti, così come i tempi di recupero. Ma ho provato subito a capire le potenzialità, anche umane, degli atleti». La nostalgia sa bussare alla hall d’albergo. «Basta un salto al supermercato - ride Fefè -, dove ho tro-vato cibi da ogni angolo del mondo. Anche la bur-rata, 25 euro a vasetto».

Per Di Nino, il fi lo rosso con gli atleti della Fede-razione si annoda nel 2008, quando inizia ad allena-re il campione a rana Roman Sloudnov. A seguire, potenziali fuoriclasse delle piscine, tra cui Evgeni Ko-rotyshkin, medaglia d’argento nei 100 metri farfalla alle Olimpiadi di Londra 2012. Per i risultati olimpici è’stato premiato allenatore del 2012. Ora assiste sette nuotatori della Federazione. «C’è attenzione dei media russi sugli italiani. Ma la differenza è segnata dai risulta-ti». Per lui, la Russia è toccata e fuga, tra stage in Euro-pa e in Sudamerica. Lo zapping sulla cultura dell’Est avviene attraverso i romanzi di Nikolai Lilin «mi ser-vono per provare a comprendere la psicologia dei russi». Ma la Russia non è solo vasca, aeropor-ti e alberghi. «È anche la fotografi a di un Paese che alterna progetti d’eccellenza ad aree povere, specie nelle periferie subur-bane. Ma apprezzo molto la volontà di far emergere attraverso lo sport (come dimostrano le Universiadi di Kazan e i Giochi invernali di Sochi 2014) un nuovo modello sociale, cul-turale, educativo per eman-cipare la popolazione».

NAZIONALITÀ: ITALIANO

ETÀ: 52

SPORT: PALLAVOLO

Ferdinando

De Giorgi

“L’Eroe dei tre mondi”. Ferdinando De Giorgi, detto Fefè, prima di sedersi in panchina, era parte della generazio-ne dei fenomeni della pallavolo ita-liana che con la Nazionale vinceva tre titoli mondiali in tre continenti diver-si, dal 1990 al 1998. In maglia azzurra, 330 presenze, nonostante la concor-renza di grandi palleggiatori come Fa-bio Vullo, Paolo Tofoli, Marco Meoni. Da allenatore, un ciclo d’oro alla gui-da della Lube Macerata: scudetto nel 2005/2006, poi una Coppa Cev, una Coppa Italia, una Su-percoppa Italiana. Nel 2012 è chia-mato a dirigere il Fakel di Novij Urengoj

NAZIONALITÀ: ITALIANO

ETÀ: 41

SPORT: NUOTO

Andrea

Di Nino

Andrea Di Nino, 41 anni, è capo al-lenatore e direttore tecnico di ADN Swim Project, primo programma eu-ropeo di allenamento per nuotatori in-ternazionali. Con i suoi metodi (perfe-zionati grazie alla collaborazione con la federazione statunitense, italiana e greca), ha portato il serbo Milorad Ca-vic al titolo mondiale ai Mondiali di Roma 2009. Soprattutto, il campione russo Evgeny Korotyshkin all’argento olimpico (Londra 2012) nei 100 me-tri farfalla, dopo il primato mondiale

in vasca corta e il successo ai Mondiali di Dubai 2010.

Di Nino al momento allena sette nuotato-ri russi

Non solo calcio. Se Fabio Capello e Luciano Spalletti sono i più celebri tra gli allenatori italiani in Russia, non mancano le esperienze di successo anche negli altri sport. Come dimostrano i casi di Sandro Gamba, Ettore Messina, Daniele Bagnoli, Ferdinando De Giorgi e Andrea Di Nino. Questi ultimi due si raccontano a Russia Oggi, tra voglia di emergere e scoperte

anche insolite

In Russia c’è una diversa at-tenzione allo sport. Si investe tanto, tra tecnici e strutture. Nel nuoto vedo grandi cam-biamenti, un’apertura verso le novità che negli anni pas-sati non c’era"

Al Fakel ritrovo Valerio Vermiglio, un altro pizzico d’Italia in Siberia. In Superliga ci sarà da fare i conti con il Kazan, il Novasibirski. il Belgorod, la Dinamo Mosca"

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Nicola Sellitti