i numer i romani - profcorbo | "l'operaio conosce 100 parole, il … · 2015-09-27 ·...
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I numeri romani
Gli antichi Romani inventarono un
sistema di numerazione, che è
usato ancora oggi in molte situazioni:
su alcuni orologi (per indicare le ore),
Orologio portato in classe da un alunno perchè presentante sul
quadrante la numerazione romana
sulle lapidi (per imprimere le date), sul dorso dei libri (per evidenziare il numero
d’ordine dei volumi) e per contraddistinguere vie e piazze cittadine
(es. Via XXV Aprile).
Vengono inoltre usati a fianco al nome dei pontefici ( es. Giovanni XXIII), di re o
regine (es. Elisabetta II) o di imperatori (es. Napoleone I) per specificare con
esattezza a chi ci si riferisce.
Papa Francesco I
Tale numerazione è rimasta in vigore
per tantissimi anni, anche se molto scomoda per
eseguire calcoli complessi.
Ogni simbolo ha un valore ben preciso e la mescolanza di più simboli consente
la formazione dei numeri romani.
V C M
I
L X D
Per non commettere errori
di lettura o di scrittura di tali numeri, occorre memorizzare ed applicare alcune regole rigorose, senza le quali
diviene impossibile l’utilizzo di questa
numerazione!
Attenzione ragazzi!
I simboli usati dai romani sono 7:
I V X L C D M
1 5 10 50 100 500 1000
Questo sistema di numerazione è detto ADDITIVO, perché i valori dei simboli si
SOMMANO o si SOTTRAGGONO secondo criteri
specifici!
• Se sopra alcuni simboli viene posto un tratto orizzontale, vuol dire che quel valore deve essere moltiplicato per 1000:
V 5x1000= 5000
ATTENZIONE! • I può essere sottratto solo da V e da X; • X può essere sottratto solo da L e da C;
• C può essere sottratto solo da D e da M.
Il nostro sistema di numerazione è stato invece inventato in India circa 600
anni dopo la nascita di Cristo; successivamente gli Arabi lo diffusero in molti paesi del
Mediterraneo e, attraverso di loro, giunse fino a noi.
Oggi ogni popolo legge i numeri in modo diverso, utilizzando
parole differenti a seconda delle peculiarità linguistiche.
Ma quasi tutti scrivono i numeri usando gli stessi segni, cioè le 10 cifre: 0-1-2-3-4-5-6-7-8-9.
Il primo (I) secolo d.C. dura dall’anno 0 all’anno 100; il secondo (II) secolo
d.C. dura dall’anno 101 all’anno 200; il terzo (III) secolo d.C. dura dall’anno
201 all’anno 300 d.C. e così via.
Per scrivere i secoli si usano i numeri romani e si leggono come numeri
ordinali (es. primo secolo dopo Cristo = I secolo d.C.).
La stessa cosa si fa per calcolare i secoli prima di Cristo, procedendo però all’indietro sulla
linea del tempo: il primo (I) secolo a.C.
dura dall’anno 0 all’anno 100 a.C.; il
secondo (II) secolo a.C. dura dall’anno 101 a.C. all’anno 200
a.C. ... ecc.
Per calcolare velocemente in quale secolo cade una data, basta eseguire due
passaggi:
1) approssimare il numero della data al CENTINAIO SUCCESSIVO
2) trasformare quel centinaio successivo in un NUMERO ORDINALE, ma CENTO
VOLTE PIÙ PICCOLO (togliendo due zeri).
Esempi: Consideriamo la data 54 (a. C o d. C.).
Approssimando al centinaio successivo arrivo a 100. Tolgo due zeri → ottengo 1.
Quindi la data cade nel primo secolo (I secolo)
Ora esaminiamo la data 540 (a. C o d. C.).
Approssimando al centinaio successivo arrivo a 600. Tolgo due zeri → ottengo 6.
Dunque la data cade nel sesto secolo (VI secolo)