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I profili di responsabilità giuridica nell’utilizzo della contenzione fisica e farmacologica Luca Benci http://www.lucabenci.it

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I profili di responsabilità giuridica nell’utilizzo della

contenzione fisica e farmacologica

Luca Benci http://www.lucabenci.it

Art. 32 Costituzione

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Art. 32 Costituzione

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in alcun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Art. 13 Costituzione

La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di

detenzione di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.

Le finalità della contenzione

assistenziale terapeutica

Le trasfusioni coatte il caso di Milano

Corte Appello di Milano Sezione I

Sentenza 19 agosto 2011

I testimoni di Geova il caso di Milano

•  Paziente con emorragia digestiva (ricoverato per “ematemesi e melena”)

•  fin dall'inizio del ricovero, infatti il L., aveva informato i sanitari delle proprie convinzioni religiose ed aveva altresì consegnato un documento scritto di proprio pugno nel quale manifestava chiaramente e decisamente il rifiuto di essere curato con trasfusioni di sangue; le insistenze dei medici ed il timore di subire trasfusioni coatte avevano convinto il L. a chiedere di essere dimesso e trasferito presso la struttura sanitaria convenuta, dove il prof T.i, primario della nona divisione sez. A aveva assicurato il rispetto delle sue convinzioni e volontà

I testimoni di Geova il caso di Milano

- qui giunto, i sanitari avevano nuovamente proposto terapie trasfusionali, che il L. aveva ripetutamente rifiutato, chiedendo nuovamente di essere dimesso, avevano effettuato un tentativo di TAC non portato a termine per sopravvenuto malore, avevano chiesto un consulto psichiatrico, dal quale non era emersa alcuna alterazione mentale ma solo la ferma intenzione, ribadita anche dai parenti presenti, di rifiutare la trasfusione…

I testimoni di Geova il caso di Milano

…avevano allora chiesto l'autorizzazione al magistrato di turno, dopo di che avevano convocato agenti della Polizia di Stato per far allontanare i familiari e, con l'aiuto di infermieri, avevano immobilizzato il paziente ed iniziato ad effettuare la trasfusione. Vi era stata una colluttazione, le urla del L. seguite da un lungo silenzio;

I testimoni di Geova il caso di Milano

Poco dopo i medici avevano comunicato ai familiari in attesa che il paziente era morto per complicazioni cardiache intervenute nel corso della trasfusione coatta.

La condanna ai medici

•  A. responsabili della violazione dei diritti del paziente sanciti dal disposto dell'art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana e da altre disposizioni di legge ordinaria;

•  B. responsabili del fatto — astrattamente configurato dalla legge come reato - di avere costretto con violenza Remo L. a subire contro la sua volontà il detto trattamento;

•  C. responsabili del fatto — astrattamente con figurato dalla legge come reato - di avere privato il A paziente Remo L. della sua libertà personale;

La condanna ai medici

Dichiara conseguentemente tenuti e condanna tutti gli appellati — in via solidale fra loro - al risarcimento a favore di D.A. Vittoria ved L. della somma capitale di E 300.000,00 quale erede e della somma di E 100.000,00 in proprio, somme ad oggi rivalutate e con la sola aggiunta degli interessi legali dalla data della odierna pronuncia al saldo;

La condanna ai medici Il risarcimento al coniuge superstite

•  A proposito della posizione del coniuge superstite va detto che nella condotta degli odierni appellati sono sicuramente ravvisabili alcune ipotesi di reato quanto meno sotto il profilo della violenza privata e del sequestro di persona con le aggravanti ex art. 112 c.p, con la conseguenza che bene a costei - che di gran parte della vicenda è stata testimone oculare e che per altra parte l'ha vissuta con lo strazio del soggetto escluso con la forza dal luogo nel quale si sono consumati le violenti condotte ai danni del coniuge deve essere liquidato per queste sofferenze anche il danno morale ex art. 185 c.p. e 2059 c.c., oltre al danno morale per la perdita del coniuge.

La normativa manicomiale

  “Nei manicomi debbono essere aboliti i mezzi di contenzione degli infermi e non possono essere usati se non con l’autorizzazione scritta del direttore o di un medico dell’istituto….. “

  “Tale autorizzazione deve indicare la natura e la durata del mezzo di coercizione…”

  Regio Decreto 315/1909 art. 34

Il caso Mastrogiovanni

Tribunale di Vallo della Lucania Sentenza 825/2012

La posizione processuale dei medici

Nessuno dei medici succedutisi nei turni si è mai domandato perché il paziente Mastrogiovanni fosse sottoposto a una terapia così invasiva, sia agli arti superiori sia agli arti inferiori, né si è chiesto come mai non vi fosse traccia nel documento (cartella clinica) destinato a certificare le pratiche terapeutiche rivolte al paziente.

La posizione processuale dei medici

I medici non potevano non sapere che …le patologie riscontrate al Mastrogiovanni non richiedevano il ricorso alla contenzione. Nonostante ciò, si risolsero a disporla poiché rappresentava, comunque, una modalità ordinaria di gestione del paziente ricoverato nel reparto di psichiatria di un ospedale pubblico luogo nel quale, più di ogni altro, dovrebbe essere invece garantito il diritto alla salute.

La posizione processuale degli infermieri

Gli infermieri non avevano, né potevano avere, contezza del principale elemento di indizio dell’illegittimità della contenzione praticata. ….le cartelle cliniche erano visionate esclusivamente dai medici. Agli infermieri è rimasto pertanto occulto il principale sintomo dell’illegittimità della pratica contenitiva: la mancata annotazione in cartella clinica.

La posizione processuale degli infermieri

Nessuno dei medici susseguitisi nei vari turni ha mai ritenuto opportuno scontenere il paziente adducendo pretestuose spiegazioni circa la necessità che i pazienti rimanessero legati.

La posizione processuale degli infermieri

E’ doveroso rimarcare come dal dibattimento sia emersa l’assoluta impreparazione degli infermieri rispetto alla contenzione. Impreparazione in senso scientifico, con riferimento cioè alla possibilità che gli stessi si fossero dovuti aggiornare su come espeltare al meglio le loro mansioni in simili casi.

La posizione processuale degli infermieri

Ritiene il giudice che la posizione degli infermieri possa essere inquadrata nell’ambito della disposizione di cui al comma 3 dell’art. 51 cp

Problematiche giuridiche irrisolte

Contenzione con: a)  Il consenso del paziente b)  Il ricorso allo stato di necessità

La contenzione dei bambini

  La sicurezza del bambino non può essere ottenuta mediante mezzi di contenzione fisica, né la sua tranquillità può essere ottenuta mediante mezzi di contenzione chimica (psicofarmaci ecc.): entrambe vanno garantite dall’adeguatezza quantitativa e qualitativa del personale di assistenza

  Carta dei diritti del bambino ricoverato in ospedale - Consiglio d’Europa 1977

Tribunale di S.M.Capua Vetere sentenza 9 maggio 1978

Rispondono del reato di violenza privata aggravata il direttore e gli agenti di custodia di manicomio giudiziario che attraverso l’uso indiscriminato, da loro disposto, accettato e comunque non impedito di psicofarmaci nonché del letto di contenzione abbiano, in assenza dei presupposti previsti espressamente da disposizioni di legge, costretto numerosi ricoverati a subire la relativa limitazione di libertà.

C. Conti, sez. riunite sentenza 25/02/1989, n. 602/a

La sottoposizione a particolari misure carcerarie (letto di contenzione) deve ritenersi rimedio di natura eccezionale di talchè, se protratte oltre i limiti strettamente indispensabili, si pone in violazione di diritti costituzionalmente garantiti; e pertanto il medico carcerario che consente il protrarsi di tale misura di contenzione (senza sostituirla con apposita terapia) risultata poi pregiudizievole alla salute del detenuto, risponde del relativo danno che l’amministrazione della giustizia ha dovuto risarcire alla parte lesa.

Tribunale di Milano sentenza 4 aprile 1979

  “Il giudice non può prendere posizione in ordine al problema se la contenzione meccanica dei malati non sia scientificamente ammissibile in alcun caso oppure se, in alcune limitate evenienze e con tutte le dovute cautele essa possa essere praticata come estremo rimedio e come male minore….Non si ritiene infatti legittimo che un organo dello Stato si pronunci, in ragione esclusiva della propria autorità, su una discussione ancora aperta tra gli studiosi…..”

Tribunale di Napoli, 17 giugno 1977

Le indagini appurarono che il ricorso al letto di contenzione non era giustificato da alcun interesse terapeutico o con scopi di tutela del paziente, bensì al solo esclusivo scopo di garantire sonni tranquilli “ai sanitari e alle vigilatrici”.

Tribunale di Napoli, 17 giugno 1977

Spesso tale pratica era attuata a tutti i pazienti del manicomio durante le ore notturne. Non era un caso, ovviamente, che di tali trattamenti non rimanesse alcuna traccia nelle cartelle cliniche.

I punti critici della contenzione

adeguatezza della contenzione la proporzionalità del mezzo il problema delle spondine Il consenso La natura giuridica dell’atto di contenzione

Il caso Muccioli Corte di appello di Bologna, sentenza 9 dicembre 1997

Il delitto di sequestro di persona, commesso in danno di tossicodipendenti sottoposti in comunità “chiusa” a programmi terapeutici comprendenti la restrizione della libertà personale, è scriminato dal consenso ai programmi predetti anticipatamente prestato dal ricoverato all’atto di ammissione in comunità…,

Il caso Muccioli Corte di appello di Bologna, sentenza 9 dicembre 1997

…quando la privazione della libertà non si protragga oltre il tempo strettamente necessario al recupero del soggetto, e non venga attuata con modalità tali (ad es. incatenamento o chiusura in ambienti indecorosi e malsani) da lederne la dignità di persona umana.

L’obbligo di custodia l’orientamento giurisprudenziale

  “Il ricovero in una casa di cura o in una comunità terapeutica, frequentemente disciplinate da rigide regole interne, comporta, infatti, l’obbligo di cura e di custodia, gravante su plurimi soggetti - direttore sanitario, medico, terapeuta, infermiere - ma anche limitazioni all’incapace, le quali liberamente accettate con un valido consenso o non contrastate da un evidente dissenso, non sono penalmente apprezzabili…

L’obbligo di custodia l’orientamento giurisprudenziale

  …..non si può pretendere né una sorveglianza che, per la sua consistenza e per le invasive modalità, costituisca violazione delle regole generali di rispetto della dignità e della libertà della persona, né una custodia che travalichi i termini terapeutici e le finalità ed i tempi del volontario ricovero……

  Questi principi non comportano un affievolimento della protezione, ma soltanto una modifica delle modalità di attuazione….

L’obbligo di custodia l’orientamento giurisprudenziale

  ….l’obbligo di custodia, pur cogente, non può comportare l’uso di mezzi coercitivi né per imporre la terapia né per protrarre un ricovero non più necessario. Ciò che è vietato non è soltanto la coercizione in se, ma anche la coercizione strutturale, relativa all’ambiente che, oggettivamente coattivo per l’isolamento interno ed esterno, per le strutture e i servizi e l’anacronistico sistema di sbarramento di porte e finestre…….

L’obbligo di custodia l’orientamento giurisprudenziale

  …..la soluzione va individuata nell’ordinamento giuridico che consente, ricorrendone i presupposti, l’uso legittimo della forza fisica, quale brevis et modica vis, imposta dalle circostanze, per un soccorso di necessità, per sottrarre l’incapace al pericolo di gravi danni…….

  Cassazione penale, V sezione, sent. 119/1998

Natura della contenzione dei pazienti

Atto assistenziale o Atto medico-prescrittivo?

Il parere del Comitato nazionale di bioetica

L’uso di misure di restrizione deve essere drasticamente ridotto e praticato solamente in casi eccezionali e laddove non vi siano alternative o in stato di emergenza; tali misure devono essere usate solo con l’ordine (prescrizione) espresso di un medico o posto immediatamente a conoscenza di un medico per l’approvazione

Il trattamento dei pazienti psichiatrici: problemi bioetici, 1998

Art. 4.10 codice deontologico infermiere

(1999)

L’infermiere si adopera affinchè il ricorso alla contenzione fisica e farmacologica sia evento straordinario e motivato, e non metodica abituale di accudimento. Considera la contenzione una scelta condivisibile quando vi si configuri l’interesse della persona e inaccettabile quando vi sia una implicita risposta alle necessità istituzionali.

Codice deontologico dell’infermiere 2009

art. 30

L'infermiere si adopera affinché il ricorso alla contenzione sia evento straordinario, sostenuto da prescrizione medica o da documentate valutazioni assistenziali.

Art. 32 codice ipasvi prima stesura 2016

32. L’infermiere pone in essere quanto necessario per proteggere la persona assistita da eventi accidentali e/o dannosi, mantenendo inalterata la di lei libertà e dignità.

Il nuovo codice di deontologia medica

art. 51

La contenzione fisica, farmacologica o ambientale può essere attuata solo in condizioni particolari, per documentate necessità cliniche e nel rispetto della sicurezza e della dignità del soggetto.”

Doveri del medico nei confronti dei soggetti fragili

(Fnomceo 2014) art. 32 u.c.

Il medico prescrive e attua misure e trattamenti coattivi fisici, farmacologici e ambientali nei soli casi e per la durata connessi a documentate necessità cliniche, nel rispetto della dignità e della sicurezza della persona.

Quale responsabilità per l’abuso?

Possibili reati

Sequestro di persona (art.605 c.p.) Violenza privata (art. 610 c.p.) Maltrattamenti in famiglia (572 c.p.) Abuso dei mezzi di correzione e di disciplina (571 c.p.) Omicidio colposo (589 c.p.) Abbandono di persone minori o incapaci (591 c.p.)

Possibili reati

Percosse (582 c.p.) Morte o lesioni come conseguenza di un altro delitto (586 c.p.)