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Introduzione allo studio del sogno (*) Ernst Bernhard Sento innanzi tutto il dovere di ringraziare la Società psicoanalitica italiana e in special modo il suo presidente dott. Edoardo Weiss per avermi offerto la possibilità di uno scambio di idee. Considero un onore particolare il compito che mi è stato assegnato, e lo adempio con vero piacere. L'essere passato attraverso la scuola freudiana prima e attraverso quella junghiana poi ha fatto sf che forse più di ogni altro psicoanalista io mi sia posto il problema del vicendevole completamento dei due indirizzi: reputo sia mio compito personale tentare un'integrazione reciproca fra queste due concezioni della psicologia del profondo. Mi sono sempre molto rammaricato e vergognato dell'indegna barriera sorta fra le due schiere di psicologi, la quale, scindendo l'indagine in due campi, ha reso impossibile uno scambio di idee in forma accademica spregiudicata e naturale. Le ragioni che stanno all'origine di tale situazione, situa-

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Introduzione allo studio

del sogno (*)

Ernst Bernhard

Sento innanzi tutto il dovere di ringraziare la Societàpsicoanalitica italiana e in special modo il suo presidentedott. Edoardo Weiss per avermi offerto la possibilità diuno scambio di idee. Considero un onore particolare ilcompito che mi è stato assegnato, e lo adempio con veropiacere. L'essere passato attraverso la scuola freudianaprima e attraverso quella junghiana poi ha fatto sf cheforse più di ogni altro psicoanalista io mi sia posto ilproblema del vicendevole completamento dei dueindirizzi: reputo sia mio compito personale tentareun'integrazione reciproca fra queste due concezioni dellapsicologia del profondo. Mi sono sempre moltorammaricato e vergognato dell'indegna barriera sorta frale due schiere di psicologi, la quale, scindendo l'indaginein due campi, ha reso impossibile uno scambio di idee informa accademica spregiudicata e naturale. Le ragioniche stanno all'origine di tale situazione, situa-

zione impossibile e indegna di una scienza e segna-tamente della scienza psicologica del profondo, non vi èdubbio che dovrebbero essere a loro volta oggetto dianalisi.L'incontro col dott. Weiss mi ha permesso di conoscereun collega privo di pregiudizi, aperto e coraggioso, checondivideva i miei sentimenti e le mie opinioni.Nelle due conferenze da lui tenute il dott. Weiss hagettato le basi per la progettata collaborazione e, misembra (a quanto ho potuto rilevare dal manoscritto chegentilmente egìì mi ha fatto leggere), lo ha fatto inmaniera chiara e convicente. Già nella secondaconferenza, e specie nel dibattito che le tenne dietro, siebbe un primo scambio di idee; il dott. Weiss mise inrilievo come nella psicologia di Freud e nei suoi proprilavori si rinvengano le radici della dottrina junghianarelativa alle duplice possibile interpretazione dei sogni:«sul piano del soggetto» e «su piano dell'oggetto».Ma più desidero sobbarcarmi a questa impresa i farvigettare uno sguardo alla psicologia junghiana e più mitrovo imbarazzato. Non che io tema che possanodifettare l'oggettività, l'amore, la pazienza e Ia costanzanecessarie per colmare e appianare con forze concordi ilsolco, cosi profondo e antico, che divide le due scuole.Sono convinto che l'importanza della materia el'interesse concreto ci aiuteranno superare certi puntimorti. Mi preoccupa piuttosto problema della forma e delmateriale da scegliere per rendervi familiare qualcheelemento essenziale de psicologia junghiana.Posso abbordare questo problema nel vostro stessocampo. Proprio Freud postulò la necessità che sianorivissute impressioni scomparse, cosa che non possaessere sostituita da una comprensione razionale o unsemplice ricordare. Nella psicologia junghiana pericolodi operare con concetti non vissuti è ancora piùgrande, perchè essa è ancor più differenziata di quellafreudiana. Mi è riuscita dunque difficile la novità di unmateriale atto a prevenire che il nostro scambio di ideefinisca in una discussione meramente

intellettuale intorno a fenomeni e a concetti psicologi.Dovetti scegliere un materiale e una forma di esposizioneche recassero meno concetti che fatti, cioè a dire chefossero piuttosto una viva raffigurazione della vitadinamica dell'anima umana. A questo fine ho scelto unaserie di sogni portatimi da una mia paziente nel corso ditre mesi di analisi. Naturalmente questo non è che unframmento, un frammento in ogni modo che costituisceun materiale in sé concluso, dato che comincia colprincipio del trattamento psicoanalitico e termina con lascomparsa dei sintomi, rivelando uno sviluppo psichicoabbastanza definito. D'altro canto io ho scelto questo ca-so perché esso concerne la prima metà della vita, in cuidomina il problema sessuale, anche se la psicologiajunghiana rivela in modo più genuino le sue peculiariproprietà nella seconda metà della vita.Ma io ho voluto scegliere appunto quella fase che nellavostra cerchia è oggetto di maggiore considerazione,dimostrando ancora una volta la mia intenzione dipresentarvi, con la mia scelta, non già un saggio ditrattamento junghiano, bensi un materiale che più di ognialtro si presti al nostro scambio di idee.Mi accingo dunque a esporre la serie dei sogni, circa 30,ma è ovvio che non mi sarà possibile interpretarliesaurientemente, dato che le mie conferenze saranno dinecessità limitate. E del resto non sarei nemmeno ingrado di farlo, poiché mi mancano a questo fine lenecessario associazioni della paziente, che a suo tempoio curai mirando unicamente al successo terapeutico. Equesto è un altro motivo che mi obbliga a servirmi diun'altra guisa di interpretazione, la quale si attiene alladinamica propria della serie dei sogni, e fa uso di unsimbolismo in certo qual modo oggettivo. Immaginate chele associazioni della paziente siano in parte sostituite daassociazioni che dovrebbero presentarsi quasi ad ogniuomo. Ma intanto, perché possiate seguirmi davvero, do-vrete temporaneamente abbandonare il simbolismofreudiano e la tesi che i sogni rappresentano desiderialterati dalla censura. Nel corso della mia espo-

sizione vi spiegherò in quale senso queste vedute hannodiritto di esistere. Studiatevi il più possibile di considerarecon me le immagini del sogno con animo semplice espregiudicato, e presupponete soltanto che il sogno siauna comunicazione che noi riceviamo da un'istanza laquale abbia in ogni caso la facoltà e la volontà di fare talecomunicazione. Codesta istanza ci comunica, in unlinguaggio figurato, da decifrarsi, cose importanti.E ora posso finalmente iniziare la relazione vera epropria. Si tratta di una paziente di 35 anni che siconsultò parecchi anni fa a causa di una grave insonnia.Era stata quattro anni in cura da medici diversi, senzatrarne alcun giovamento. All'incirca da allora aveva presol'abitudine di coricarsi verso le 9 di sera, che solo cosìpoteva semmai riuscire a trovar sonno. Tutti i suoiconoscenti erano a conoscenza del fatto che ella nonpoteva partecipare ad alcun divertimento serale onotturno. Aveva fatto uso di diversi sonniferi con varioeffetto. Da parecchi mesi si turava le orecchie con l'ovattaOropax, perché i rumori la disturbavano meno. Venne dame col marito, ch'era di 8 anni più vecchio di lei. Questiera molto preoccupato; tutti e due erano in preda alladisperazione. La paziente era completamente all'oscurodel fatto che esistesse la possibilità di una terapiapsicoanalitica, e chiedeva a tutti i costi una medicina o untrattamento fisico che finalmente la guarisse. Temevasopratutto di poter perdere il marito per via della malattiache non le lasciava tregua, e sembrava molto affezionataa lui. Dopo un primo colloquio d'indole generale leconsigliai di porre attenzione ai suoi sogni edeventualmente di scriverseli. E qui colgo l'occasione permettervi a conoscenza di un atteggiamento fondamentaledella pratica analitica junghiana, atteggiamento chenaturalmente non deve diventare uno schema: noirinunciamo in un primo tempo, nel limite del possibile, aprocurarci delle conoscenze personali sul caso cheabbiamo davanti, si da evitare di usargli violenza inqualsiasi modo e di comprimerlo in un sistema tropporigido: lasciamo, per dir cosi, che l'inconscio stesso ciistruisca

e ci guidi. Voglio dire che l'inconscio, se noi tentiamo in talmodo di consultarlo, e cerchiamo di dargli la massimaconsiderazione, risponde sicuramente. Certo, anche nellatecnica freudiana si prende un atteggiamento di vigileattesa, ed è stato proprio Freud che a questo proposito haparlato di un'attenzione di intensità uguale, che l'analistarivolge indistintamente a tutto ciò che il paziente gli offre: iltermine usato da Freud «gleichachwebende» Auf-merksamkeit» è invalso nella terminologia psicoanalitica.Tuttavia nella pratica psicoanalitica junghianal'atteggiamento mentale è sostanzialmente diverso,conformemente alla diversa valutazione del materialeonirico e della funzione dell'inconscio in genere. Nellaseduta successiva la paziente portò infatti i seguentisogni, sogni che aveva fatto la notte prima.

1) Mi trovavo in una rimessa buia in compagnia di un uomo miocoetaneo, che non conoscevo. Cercavo di raccattare del bucato perlavarlo. Improvvisamente entrò una vecchia, chiedendo che cosastavamo facendo, e si mise a gridare. Le risposi di chetarsi, cheavevamo ottenuto il permesso di rimanere lì, avendo preso in affitto larimessa. Allora si rabbonì e cortesemente ci offri il suo aiuto.

2) Mi cavo dall'orecchio l'ovatta Oropax.

Avremmo dunque ottenuto dall'inconscio, in risposta allenostre domande, un primo cenno indicativo sullasituazione. Cerchiamo ora di analizzarlo nel modosopraindicato. La paziente stessa avverte che il sogno siriferisce alla nuova situazione analitica, e noi accettiamol'associazione. Il secondo sogno, riferendosi cosìchiaramente al suo sintomo, corrobora la nostraconvinzione. L'asserzione di Freud che diversi sogni fattinella stessa notte trattano lo stesso problema abbiamopotuto verificarla anche noi nella pratica quotidiana.Questa conoscenza ci porta spesso sulla giusta traccia. Illavoro avviene dunque in una rimessa buia. E'comprensibilissimo che per il momento alla pazientemanchi ancora la luce della conoscenza. Comunque, si ègià trovato un vano magari non ancora ben differenziato,che è una delimitazione nei confronti dell'esterno, unvano in cui è ora pos-

sibile, indipendentemente da influenze esterne edestranee, abbordare il proprio problema. Con la scenaonirica del mettersi a raccattare il bucato, e col contegnodi fronte alla vecchia, il sogno ci indica che la pazienteprende parte attiva al lavoro analitico. Inoltre il sognoindica il punto preciso in cui deve iniziare il lavoroanalitico, giacché il bucato è una chiara allusione albisogno di lavare il proprio atteggiamento rispettoall'intimità sessuale. In un sogno successivo, cheaccenno qua anticipando la mia esposizione futura, labiancheria di dosso appare pulita, rivelando cosi chel'atteggiamento rispetto alla sessualità ha subito unmutamento in seguito al manifestarsi di ricordi infantiliriguardanti la sessualità e alla riesperimentazione deirelativi episodi nella vita della propria anima. In questolavoro di pulizia la figura dell'uomo suo coetaneo sembraavere una parte importante. Pare che la sua presenza siaindispensabile per un lavoro di bucato, anche se egli nonvi prende parte attiva. Muovendosi nell'ambito dellaconcezione freudiana si dirà certamente che quest'uomorappresenta l'analista. E l'interpretazione è giusta inquanto quella immagine è stata provocata dallacomparsa dello psicoanalista nella vita della paziente. Mal'uomo sconosciuto non è lo psicoanalista in persona.Secondo la nostra esperienza, il sogno avrebbe indicatola persona dello psicoanalista se lo avesse fatto appariretal quale egli è in realtà.Vi mostrerò più tardi dei sogni in cui la persona dellopsicoanalista appare nel suo vero aspetto, e allorasoltanto può porsi il problema se tale immagine oniricadebba interpretarsi sul piano del soggetto o sul pianodell'oggetto. Tale problema, come abbiamo potutostabilire la volta scorsa, può eprimersi cosi la personache appare nel sogno è l'espressione simbolica di unaqualità dello stesso sognatore (interpretazione sul pianodel soggetto), o corrisponde a un atteggiamento, a unaspetto, non sufficientemente cosciente, della realepersona sognata (interpretazione sul piano dell'oggetto)?In questo secondo caso occorre poi considerare e

sua volta se l'idea che il sognatore si è formato nel sognodi quella persona sia in verità giusta e giustificata, quasisia una comunicazione oggettiva. Ma nel nostro caso èinutile porsi un tale quesito, che la persona sognata èsconosciuta alla sognatrice e anzi non esiste nemmenorealmente. Per noi, data la nostra concezione del sogno,è pacifico che si tratta di un'immagine interna dellapaziente. Il che ci obbliga però a indagare se taleimmagine sia stata suscitata da una persona esterna, oviceversa, sia stata proiettata. Nel nostro caso abbiamogià messo in chiaro che la figura dell'uomo sconosciuto èstata provocato dallo psicoanalista, col che l'inconscio ciindica chiaramente quale parte questi assuma nelprocesso di sviluppo della paziente.Ricapitolando quanto abbiamo detto finora della paziente,il sogno le manifesterebbe che mercé l'incontro con lopsicoanalista è apparso a lei un aiuto virile, ancorasconosciuto, che le è coetano, e non è dunque un'istanzadel tipo dei genitori, e perciò le rende possibile di farpiazza pulita della nevrosi. L’apparire di questosoccorritore interno si esprime chiaramente nella veglianel senso di fiducia che la paziente prova per il lavoroanalitico, per la nuova possibilità che le si offre diconcentrarsi e di intraprendere qualcosa, il che la riempiedi curiosità (ed ecco perché nel sogno quella figuramaschile le è sconosciuta). Nei sogni delle donne che giàparecchie volte hanno fatto l'esperienza interna di questaguida, la figura appare come una figura maschile che, purnon esistendo nella realtà, esse sentono familiare. Cisiamo così imbattuti in quella immagine, che rappresentala relazione fra l'Io e l'inconscio, che Jung ha descrittosotto il termine di «anima», («animus» nelle donne).Torniamo ora al sogno. La solidità del nuovo vano devedimostrarsi ancora una volta: la vecchia entra nellarimessa, manifesta dei sospetti, e vuole disturbare illavoro. La paziente associa a questa immagine ricordiche si riferiscono alla madre, la quale la trattava conmolta severità, non le concedeva alcuna libertà, ecercava di toglierle ogni possibilità di sva-

go e di divertimento. L'immagine della vecchia ha dunquerelazione con la madre. Si tratta peraltro di una immaginedel tutto impersonale, al pari di quella dell'uomo. Secondol'interpretazione junghiana non si tratta quindi di unaalterazione onirica dell'immagine materna, bensìdell'immagine generale, interna, della madre (il cosidettoarchetipo della madre), che si è attivata nella paziente, edesattamente nella maniera che il sogno indica. Lavecchia è, secondo anche la nostra esperienza inmateria, la rappresentazione dell'inconscio consideratoglobalmente. Detto inconscio può essere assai pericolosoper l’individuo, e può finanche condurlo, distrutturandol'io, alla psicosi. Ma proprio il sogno in questione ci facomprendere che l'inconscio, dopo una certa oppo-sizione, può anche mostrarsi soccorrevole, aiutandoci,come in questo caso, a fare il bucato.I suoi contenuti sono le immagini interne, che essosembra alla fine disposto a offrire alla paziente qualemateriale di lavoro, senza incalzarla e senza dar luogo aun allagamento che potrebbe sommergere l'Io. L'episodioonirico della vecchia indica dunque il conflitto attraverso ilquale la paziente deve passare per riuscireeffettivamente alla catarsi. La decisione è stata presa: lasognatrice ha risposto di aver preso in affitto la rimessa.Vale a dire, la paziente è disposta a pagare il prezzo ditale catarsi, è disposta a investirvi libido, che per lo piùviene sottratta ad altri investimenti. Il pagamento importasempre una rinuncia e rappresenta un impegno. Anchel'impegno al pagamento (in danaro) dell'analisi può averelo stesso significato simbolico, ed esser prova che ilpaziente prende davvero sul serio il lavoro analitico. Nelcaso di questa paziente l'episodio del sogno si riferiva inparte, come ci rivelarono le associazioni, a questo latoesterno del problema, lo dovetti discutere con la pazienteil problema se ella potesse concedersi delle nuove speseper la cura.E ora discorriamo ancora un po' intorno al secondo sognoiniziale della paziente. Siamo curiosi di apprendere sel'inconscio ha ancora da dirci qualcosa

sulla situazione iniziale. Il sogno è il seguente: Mi cavol'ovatta oropax dalle orecchie.Il sogno si riferisce palesemente all'insonnia dellapaziente, e alla cura cui essa si era finora sottoposta. Ci siaccorge che tale cura è un trattamento meccanico, e ci sirinuncia. Con questa risoluzione la paziente dichiara divoler d'ora innanzi ricercare il senso dei sintomi esottoporsi a una cura che si fonda su tale ricerca. Ma ilsogno dice qualche cosa altro ancora, se poniamo menteal significato che ha nel primo sogno il mutamento dicontegno della vecchia: la paziente si apre ora leorecchie, per prestare ascolto alla lingua delle immagini,che non sono più ostili, ma propizie.Prima di passare all'esposizione della serie ulteriore deisogni, vorrei discutere con voi un problema di caratterealquanto teorico, al fine di poter procedere piùspeditamente in seguito: alludo al problema delsimbolismo freudiano. Sotto questo rispetto il secondobrevissimo sogno ci offre un'occasione assai buona.Secondo l'angolo visuale freudiano, credo chel'interpretazione sia, nel suo motivo fondamentale,evidente. L'orecchio significa il genitale femminile el'allontanamento dell'oropax significa una liberazione delgenitale per l'uso naturale. Il che, nel nostro caso,conferirebbe al sogno un senso possibile e pertinente allasituazione, e io per parte mia sarei senz'auro disposto autilizzare anche questo significato, per allargarel'interpretazione esposta poco anzi, qualora la paziente miavesse, con le sue associazioni, fatto un accennoqualsiasi a questa sfera. Non posso tuttaviafamiliarizzarmi col simbolismo assoluto di Freud. Non miriesce facilmente comprensibile perché il sogno esprima ilgenitale femminile una volta con l'orecchio, un'altra volta,per fare un esempio, con un pozzo, e infine con unqualsiasi oggetto rotondo concavo. L'esperienza cllnicanon mi permette di risolvermi ad ammettere un'alterazioneonirica, la quale si serva di un resto diurno casuale o diun'immagine mnemonica offerentesi casualmente, senzaannettervi un senso particolare. Come ho potuto mostrarvicon qualche esempio, ogni minimo

particolare del sogno ci si rivela denso di un senso bendeterminato. D'altra parte l'osservazione di Freud,osservazione che è stata verificata e confermata in millee mille casi da ricercatori diversi e anche da me, secondola quale ogni eventuale oggetto può, ma non deve dinecessità, rappresentare un oggetto della sfera sessuale,non può non avere un fondamento reale. Per dirla inbreve, io per parte mia credo che le cose stiano a questomodo:Se si considera il sogno un commento alla situazionecosciente del paziente, essa si riferisce assai difrequente, com'è logico, a esperienze relative alla vitasessuale. E cosi ogni immaginabile rappresentazione delsogno può corrispondere agli organi e ai processisessuali. Il genio di Freud ha scoperto tale relazione, magli è sfuggito il criterio di differenziazione delle cosesessuali. Egli se ne è servito come di una confermadell'ubiquità della sessualità, e ha scoperto cosi unaimportantissima verità. Sarà bene che io vi illustri questoconcetto con un esempio. Scelgo a questo scopo unsogno tolto dalla bella esposizione del Weiss « Elementidi psicoanalisi ».

Una donna, che si trova al quinto mese di gravidanza, sogna di trovarsidavanti a una casa mal costruita, la cui facciata presenta una lieveincurvatura. Teme che la casa possa crollare. L'immagine si cambia ediventa una botte di vino, e anche la botte presenta la stessaincurvatura della casa (la pancia della botte) e lo stesso pericolo disfasciarsi.

Secondo la convincente interpretazione del Weiss,interpretazione che muove dal punto di vista freudiano, lapaziente ha paura del parto. La censura onirica usa unavolta la casa, un'altra volta la botte, per rappresentare lapersona della sognatrice. Infatti la relazione fra lapersona della sognatrice e la sua gravidanza da un lato,e l'immagine della casa e della botte dall'altro, è moltoevidente. Il sogno indica inoltre chiaramente lapreoccupazione della paziente per la sua gravidanza.Non voglio svalutare la interpretazione freudiana, ma misembra che la più particolareggiata comunicazionedell'inconscio sia

stata ivi trascurata. Tengo a dirvi, d'accordo col dott.Weiss, che anch'egli partecipa ora di questo punto divista, e ch'egli stesso cercherebbe in questo sogno deisignificati particolari più profondi, secondo i criteri che iovi ho esposto. La prima parte del sogno commenta lapaura della paziente mediante l'immagine della facciata diuna casa ch'è in pericolo di crollare. Si tratta dunque dellaparte esteriore, rivolta agli uomini della strada con le loroopinioni e i loro modi di vedere generali e collettivi. Per ifini didattici mi accontento di questo aspetto. L'inconsciodice dunque, mediante il sogno, che la paziente teme dalpunto di vista dell'uomo della strada che il parto possaessere un pericolo e possa danneggiarla. Venendo aconoscenza di ciò la paziente riuscirebbe forse adabbandonare quello atteggiamento nei confronti del suoproblema e a mettersi in condizioni di guardare allanascita del bimbo anche da un'altra prospettiva.La seconda parte del sogno, stando all'interpretazionefreudiana, non sarebbe che un doppione della primaparte. In realtà essa ci consente di gettare uno sguardoulteriore alla situazione della paziente. Il vino, la bevandainebriante, che scioglie le inibizioni, il dono di Dioniso,tende a versarsi sulla terra senza essere consumato.Questo è dunque il secondo motivo soggiacente allapaura che la paziente ha del parto.Dopo questi due esempi, che abbiano appena sfiorati,torniamo alla discussione del simbolismo sessualefreudiano. Comprenderete allora quanti differenziatissimienunciati della psiche intorno alla sessualità si sianodovuti ignorare perché avesse luogo l'immensa e genialecostruzione della dottrina freudiana.

Proseguirò oggi l'esame, iniziato la volta scorsa, dellaserie dei sogni. Abbiamo visto in che modo lo inconscio ciabbia illustrato nei due sogni iniziali la situazione dellapaziente. Il compito dell'analisi risie-

deva ora nel tradurre anche in pratica le indicazioni delsogno. Dall'analisi di ogni sogno scaturiscono infatti pernoi dei compiti pratici: tanto il medico che il pazientedebbono prendere posizione sia dinnanzi alla situazioneinterna che dinnanzi al mondo esterno. Solo se sia statatentata questa realizzazione pratica, i sogni successivimostreranno uno sviluppo graduale e costante delproblema. La paziente doveva dunque afferrare con lacoscienza il contenuto dei sogni, traendone leconseguenze pratiche del caso. In primo luogo dovevadecidersi nuovamente, e per intima convinzione,all'accettazione dell'analisi. Inoltre, con quei primi sogni,essa aveva fatto la prima esperienza della funzione diguida e di aiuto propria dell'inconscio. Non di radoavviene che il sogno non solo ci indichi lo sfondoinconscio della situazione, ma ci dia per giunta delledirette indicazioni su quanto ci conviene fare e inpresente e in futuro. Data l'importanza della cosa vorreifarvi un esempio.Una paziente venne un giorno da me in uno stato digrave disperazione, di cui io stesso non riuscivo apenetrare bene il senso. Le chiesi se avesse da riferirmiun sogno.

Essa aveva sognato di trovarsi su una strada bagnata, e che procedevaa stento su delle botti. La strada era quasi un ruscello. A un tratto lescivolò il piede sinistro nell'acqua che successivamente si prosciugò, lole stavo accanto per aiutarla, e dopo aver riflettuto un istante le dissi:«Oggi farò con lei una cosa molto diversa dal solito». E, nel sogno, lefeci osservare, come attraverso una specie di telescopio, la veduta diuna magnifica regione alpina illuminata dal sole. Poi sempre in sogno,le mostrai, facendo io stesso le mosse che le sarebbe convenuto fare,come doveva distendersi prona su un piccolo carrello, in modo darisparmiar le forze ed avanzare senza bagnarsi. lo compresi il significatodel sogno, e ottenni cosi una diretta indicazione pratica del come avreidovuto comportarmi con lei.

Desidererei soffermarmi un poco su questo sogno,poiché anche in altri punti esso ci permette di intravedereimportanti diversità pratiche fra le due procedureterapeutiche, la freudiana e la junghiana. Il

sogno inizia con la constatazione che lo psicoteraupeta sitrova sulla stessa strada e nelle stesse difficoltà dellapaziente; il che corrispondeva alla realtà. Ad ogni modo ilsogno indica che il medico ha già assunto la parte diguida e di soccorritore e che, nonostante le difficoltà,domina la situazione. Il fatto che in sogno la pazientefosse scivolata col piede sinistro nell'acqua fu per me unchiaro indizio che le sue maggiori difficoltà presentirisiedevano più nel suo intimo che nei suoi rapporti colmondo esterno. L'organo con cui si poggia sul saldoterreno della realtà è bagnato dall'acqua dell'inconscio. Inseguito, avremo occasione di parlare esaurientementedella acqua quale simbolo dell'inconscio. Per ora dirò sol-tanto che, come mi ha rammentato il collega Weiss.Lo stesso Freud usa questa similitudine allorché nellesue lezioni parla dell'opera di trasformazione delloinconscio in dominio della coscienza. Freud paragonainfatti quest'opera al prosciugamento delle Zuidersee:dove prima c'era acqua, vale a dire inconscio, c'è poiterra asciutta, vale a dire conscio o lo.Per quantoriguarda il valore simbolico della parte destra e dellaparte sinistra, Jung scorge nella parte destra unarelazione dell'individuo col mondo esterno, collacoscienza e la maschilità, e nella parte sinistra unarelazione col mondo interiore, coll'inconscio e lafemminilità. Naturalmente questi due simboli rispettividell'estroversione e dell'introversione non debbonodiventare uno schema rigido. Nel caso in questione laconsiderazione del piede sinistro mi induce a supporreche la paziente trasferisce sul mondo esterno difficoltàintime, disturbi provenienti da timori inferiori, da immaginiinterne, più di quanto non giustificasse la situazionereale. Per trarla fuor da quello stato di angoscia nevroticabisognava che io le offrissi per prima cosa un appoggiomorale mercé una visuale che si elevasse al di sopra diuna pura e semplice osservazione dei fatti concreti. Lealte montagne, sono la significazione simbolicadell'altezza spirituale.Il sogno ci indica che era necessario anzitutto sorreggerela paziente in tal modo. Ma il compenetrarsi

nei più alti e arcani destini non bastava a risolvere lasituazione. Bisognava che io le mostrassi in pratica comepoteva muoversi nella realtà. Un sogno di questo genereè impegnativo per noi; esso anticipa lo atteggiamento chenoi assumeremo. Cosi io dovevo anzitutto dichiararloapertamente sotto quale rispetto mi trovassi io stessonella sua situazione. In questo esempio potete scorgeredistintamente il grandissimo e sostanziale divario cheintercorre fra il modo di procedere nostro e quellofreudiano. Secondo Freud è anzi proibito severamente dicomunicare ai pazienti un qualsiasi fatto personale.Nell'analisi freudiana un comportamento siffattoturberebbe lo schermo bianco della translazione.Naturalmente anche noi procediamo nel modo accennatosoltanto se ci si da una indicazione precisa per agire cosi.E anche in questo caso il nostro comportamento siadatterà volta per volta alla situazione singola. Nel casodella nostra paziente bastò che io le dicessi:«Lei sa che anch'io non sono in una situazione miglioredella sua». Quindi dovevo indicarle quella prospettiva,che ci fa sentire come dietro al caos del momento si celiun ordine profondo e pieno di senso. Solo dopo aver fattoquesto potevo addentrarmi nella situazione del momentoe mostrarle, ancora col mio proprio esempio, in qualmodo si può progredire, magari a poco a poco, ma senzasciupare le proprie energie.Potrei narrarvi un gran numero di sogni che indicano inguisa di anticipazione allo psicoanalista l'atteggiamentoda prendere nei confronti del paziente. Naturalmente ènecessario esercitare una critica cosciente su quanto ilsogno ci comunica, si da accertare che un nostroindirizzo non sia per caso errato e bisognoso di rettifica.A illustrazione di questo comportamento, un bellissimoesempio vi è stato riferito dal dott. Weiss nella suaseconda conferenza. Alludo a quel sogno in cui il padre diun suo paziente lo aveva invitato a salire nella propriavettura, ch'egli stesso guidava, mentre il paziente nonpoteva neanche vedere lo psicoanalista, che prese postodietro il padre e lui. L'inter-

prelazione e le decisioni pratiche prese in conseguenzadal collega Weiss, combaciano perfettamente con quelloche avremmo fatto noi stessi. E infatti, come ho appresodal dott. Weiss, l'aver egli compreso e realizzato il sognofece fare un gran passo avanti all'analisi.Dopo questa breve digressione, che vi ha lumeggiato undivario tipico fra le procedure delle due scuole, torniano alnostro caso.Consolidata, grazie alla realizzazione dei due sogniiniziali la situazione analitica, l'inconscio ci fornì un altrosogno.

La paziente raccontò:«Camminavo in compagnia di parecchia gente, probabilmentefacevamo una gita in montagna. In ogni caso si saliva su per un monteerto; gli altri erano già arrivati alla vetta, ma io non riuscivo a salire cosirapidamente, e mi chiedevo di continuo se anzi sarei riuscita adarrivarvi: era molto difficile. Dietro di me veniva ancora un uomo; notaiche anche lui stentava molto. Finalmente fummo in cima, l'altra genteera sparita, e io ero sola con quell'uomo. Quindi ci trovammo entro unrifugio; era alquanto buio e non c'era anima viva. Per cui mi misi agridare. Dal rifugio usci un uomo e il mio compagno ordinò del vino,invitandomi a bere con lui; ma io rifiutai ringraziando».

Di questo sogno considereremo soltanto quegli elementiche possano farci capire le caratteristiche della psicologiajunghiana. Vediamo che la paziente procede già, seppurecon gran fatica, alla nuova via. La libido ha trovato unanuova direziono. La gente ch'è arrivata in cima prima dilei sono i nostri cari vicini, dei quali supponiamo sempreche tutto ciò ch'è arduo per noi sia un'inezia per loro. Mastavolta la paziente non si lascia scoraggiare, per quantola strada sia molto erta e difficile. Finalmente arriva incima. Ma che cosa significa la cima? Ritengo che rappre-senti un livello psichico più alto, che si eleva al di sopradel piano della collettività indifferenziata, vale a direrappresenti l'arrivo a un modo di vedere individuale,analogo alla rimessa del primo sogno, che avevaanch'essa una funzione isolatrice. Dietro alla immaginedella collettività indifferenziata stanno le

immagini dei genitori o, con altra espressione, il Super-lo.Com'è naturale, non appena lei stessa arriva in cimal'altra gente scompare. Anche il compagno sconosciutocompare in questo sogno; in un primo momento la seguenella ripida ascensione; poi le si avvicina come suocompagno naturale e la invita a bere con lui del vino. Quiappare l'elemento centrale del sogno. La paziente stessalo avvertì chiaramente, e infatti, dopo avermi narrato ilsogno, si chiese perché mai avesse rifiutato.E' un fenomeno quasi tipico che all'inizio dell'analisi lasituazione nevrotica si fissi su un problema bendeterminato e facile ad afferrarsi. Nella vita conscia delpaziente questa particolare costellazione psicologica siesprime in un sentimento di tono piuttosto elevato, unsentimento di speranza e di fiducia nella prossimaguarigione, pur nella simultanea consapevolezzadell'ostacolo non ancora superato. La nostra esperienzaci dice che il significato profondo di questo fenomeno èche il paziente ha preso un atteggiamento che sidimostrerà nel lavoro analitico successivo. Ci converràperciò analizzare ancor più particolareggiatamente taleproblema. Un lato ci è subito chiaro: l'episodio vuolsignificare che alla paziente è stato impedito di godere ilvino della vita: il che, ovviamente, significa più che il nonaver goduto il puro e semplice atto sessuale. L'altro lato èfacile a comprendersi. Procurai di spiegarvi, la voltascorsa, che l'uomo sconosciuto è un'immagine la quale,pur essendo suscettibile di proiezione, è tuttavia unarealtà psichica interiore; il cosidetto «animus» di Jung.L'unirsi con l'animus significa una profonda influenza diquesto sulla persona. Nel sogno della nostra pazientel'animus esprime evidentemente una visione della vitasecondo la quale ci si dovrebbe aprire ai piaceri della vita.Questo principio a lei ancora sconosciuto (l'uomosconosciuto) la vuole compenetrare di sé, per liberarladall'inibizione nevrotica che le nega la vita. E quipossiamo vedere come i fenomeni della vita sessualepossono alla loro volta assumere un significato simbolico.Se il sogno si fosse conchiuso con un vero e proprio

rapporto sessuale fra la paziente e quella immagine dianimus, ciò avrebbe significato che la paziente era stataeffettivamente compenetrata dalla nuova sensazionevitale e che, sotto questo rispetto, era guarita.Potrete ora comprendere quale può essere il significatosimbolico di un sogno in cui una donna subisce unaviolenza sessuale da parte del padre. Il significato puòessere che quella donna, contro la sua volontà, e incontrasto con la sua individualità, è posseduta esoverchiata dalle idee collettive rappresentate dai principie dalle concezioni, conscie o inconscie del padre.Un'interpretazione di tal genere —voglio dirloespressamente— non esclude per nulla l'interpretazionesessuale immediata, che accetto a sua volta pienamente.Gli elementi e le esperienze della prima infanzia sembraindichino il punto in cui quelle immagini, che in seguitodivengono più o meno autonome, furono stabilite e sonoconvinto, per esperienza personale, che l'analisi in sensofreudiano può in quegli strati profondi modificare taliimmagini interne autonome, liberando l'individuo dallaloro soverchiante potenza. Ma il procedimento è quelloper cui il paziente è tenuto ad associare e a rivivere gliepisodi della prima infanzia. Ma l'analisi junghiana ci offreanche un'altra possibilità: la cosiddétta immaginazioneattiva.Mi propongo di ritornare su questo argomento in seguito edi illustrarlo con degli esempi. Torniamo ora alla nostrapaziente. L'ultimo sogno ci ha rivelato qual era il nucleocentrale del suo problema. La nostra esperienza ci diceche possiamo aspettarci dai sogni successivi che essi cidiano informazioni più precise su questo punto.

La paziente portò infatti il sogno seguente:

« Andavo in tram, nella mia città natale, e attraversavo luoghi conosciuti,che mi erano cari. Speravo che il tram svoltasse per la strada doveabitava II mio amico. Ma il tram non fece altro che passare accanto aquella strada, e poi imboccò una via parallela. La via era in fortependenza, e il tram andava giù a grandissima velocità, tanto che iotemetti che potesse

succedere qualche disgrazia. Pensavo fra me: «Se ora il freno nonfunziona, precipiteremo in acqua». Ma il tram continuò a scenderesenza che succedesse nulla, attraverso campagne e colline, io pensavo:«Questi paraggi non mi sono noti del tutto, per quanto lo abbia dimoratoqui per molto tempo». Quindi, d'improwiso, mi trovai in una camera daletto dove sembrava esserci un grande disordine; specie i letti erano tuttiall'aria. Probabilmente c'era anche un uomo, a cui domandai dove sitrovava sua moglie. Mi rispose che non c'era. La situazione non eramolto limpida; la mia domanda lo aveva un po' imbarazzato. Glidomandai se non era per caso partita, e così dicendo pensavo a unamia governante dell'infanzia».

I motivi per cui aveva «rifiutato il vino» risiedevanodunque nel suo passato, in avvenimenti accadutile nellasua città natale; aveva allora una ventina di anni. Lastrada che il tram percorre conduce prima a un'avventuracon un suo amico, di cui essa comincia a raccontare. Mache significato ha la strada parallela in cui la conducel'inconscio? Risultò trattarsi di un'avventura parallela,avuta poco prima dell'altra, e che le riusciva assai piùspiacevole raccontare che non l'altra. Si trattava di unamore non ancora superato, che l'aveva feritagravemente. La paziente non voleva che lo si toccasse.Ma ora che le era tornato alla memoria, il suo ricordo latravolgeva con la stessa rapidità con cui nel sogno cor-reva il tram. Stava quasi per essere inondata da queiricordi e per perdere il suo equilibrio — il tram stava perprecipitare nell'acqua. Ma nel corso della discussioneriuscimmo a ottenere nuove vedute intorno a guegliavvenimenti, così che essa potè vederli sotto un'altraluce. Alla fine apparve chiaro che in effetti la paziente nonconosceva per nulla quegli aspetti della sua sorte,sebbene essi avessero riempito gran parte della sua vita,all'esterno e allo interno. La discussione di questo sognola fece progredire di un bel tratto nell'analisi, ed essaacquistò un nuovo sentimento di sé, ricuperando la partedella sua psiche ch'era rimasta attaccata a quello amore.Comune ai due avvenimenti era il fatto che ambedueerano accompagnati da un sentimento di colpa e di pauranei confronti della madre.La seconda parte del sogno ci conduce ad un tratto

più innanzi e ci rivela che altre cause si nascondonodietro la sua rinunzia al vino. Sulla governante essaassociò che il padre aveva di certo avuto una relazioneintima con lei; comunque, la madre aveva espresso inpresenza dei bambini questo sospetto. Dietro alle sueavventure amorose stava dunque una identificazione colpadre. E' inutile che io mi soffermi ulteriormentenell'analisi di questo sogno. La paziente somigliava moltoal padre, e tutti e due erano sottomessi alla madre. Irimproveri che questa muoveva al padre per i suoi«piaceri» perseguitavano inconsciamente anche la miapaziente, ogni volta che essa si abbandonava adavventure di tal genere. L'ora analitica fu spesa a liberareil concetto che essa aveva del padre dal deprezzamentoche ne aveva fatto la madre e a portarlo in una nuovaluce. E a questo fine fu necessario ricorrere, per ampliareil meccanismo edipico, alla teoria dei tipi psicologici diJung. Non posso esporvi, in questa sede, quella teoria;ma posso tuttavia rendervela un po' familiare. Nel nostrocaso madre e figlia appartenevano a tipi opposti: la madreapparteneva al tipo in cui prevale il pensiero, la figlia altipo in cui domina il sentimento. La tirannia che la madreesercitava sulla figlia non si limitava alla sfera degli istinti,ma si estendeva anche al modo di valutare i diversi tipi.Privilegiando la funzione «pensiero», la madredeprezzava il sentimento della figlia, costringendola asvalutare e a vivere in contrasto con la propriaindividualità, e cioè a disprezzare le sue possibilitàmigliori, che pertanto non potevano svilupparsi.Ma veniamo ora ai due sogni successivi; sono dellastessa notte. Il primo è questo:

« Passeggiavo sulla spiaggia insieme con una mia vecchia amica. L'ariaera chiara, il. sole splendeva. Eravamo vestite di bianco. Mangiavamodei dolci. A un tratto vedemmo che c'era una sommossa; ma non ce necurammo e proseguimmo indisturbate il nostro cammino, io dissi alla miaamica: «E' veramente piacevole non dover parlare sempre, ma soloquando ne abbiamo voglia».

L'acqua minacciosa del sogno precedente, nella qualestava per cadere, è diventata il mare, immaginedell'inconscio collettivo, dal quale sorsero un giorno tuttele differenziazioni. Il pericolo è scomparso, grazieall'acquisizione di un nuovo livello di consapevolezza,simboleggiato dal chiarore solare, e la paziente, che inrealtà sente di essere molto migliorata, gode già del fruttodel suo breve lavoro, ma non si è ancora occupatasufficientemente del suo problema. Non presta attenzionealla sommossa, cioè al luogo dove qualcosa si agita nellasua anima, che dovrebbe suscitare il suo interesse.Anche la conversazione che ha con l'amica indica chiara-mente la situazione psicologica; del resto, dalle sueassociazioni risultò evidente che essa nascondeva deipensieri e che voleva parlare soltanto quando ne avevavoglia. E per quella volta io glielo permisi, visto il bellavoro che aveva fatto in precedenza, per non esigeretroppo dalla sua natura timida e pudica, e non provocarein lei un «transfert» negativo.Ma ecco l'interessantissimo procedimento con cui ilsogno successivo porta il problema:

«Sedevo su un divano, con mio marito, in una stanza. All'improvvisoentrò la mia donna di servizio, e io le dissi che oggi non c'era bisognoche venisse, che tutto era ancora in ordine. La donna aveva un aspettodel tutto diverso dal solito, il suo viso era più bello che in realtà. Risposeche voleva restare egualmente. Quindi mi trovai sola nella mia stanzada pranzo, c'era poca luce, e io ero agitata, pensando dove potesseessere rimasto così a lungo mio marito. Voleva fare il bagno al piano disotto. Presi delle compresse profumate da sciogliere nel bagno; feci perportargliele, ma mi sentivo poco sicura».

Il sogno mostra chiaramente dove risiedesse il problemache le era sgradito trattare: nel rapporto con suo marito,che in questo caso è da interpretarsi sul piano oggettivo.Dapprima essa sedeva con lui sul divano, come se nientefosse. A questo punto accade un fatto assai curioso. Ladonna di servizio, intesa in senso soggettivo appareall'improvviso. La paziente non ha nemmeno presocoscienza

del fatto che la relazione con suo marito ha bisogno di unlavoro di revisione. Scorgiamo qui lo stesso motivo delsogno precedente, in cui la paziente pensava di nondoversi curare della sommossa, reprimendo leassociazioni. Ma la donna di servizio, nella qualeravvisiamo, sotto altro aspetto, la vecchia del primosogno, sembra saperla più lunga di lei: è un'immaginedell'inconscio che le viene in aiuto, come nel primosogno. Essa dunque non se ne va. Il cambiamentooperato dal sogno, il viso più bello che in realtà, vuolsignificare alla paziente che quella istanza, in lei, è ancorpiù preziosa di quanto essa supponga realmente. Dopoquesto preludio, il sogno palesa quindi il disturbo cheesisteva nel suo rapporto col marito, disturbo che si celasotto la superficie apparentemente innocua della scenadel bagno. Questa scena contiene una parte capitale diun ricordo infantile, la morte del padre. Il bagno el'appartamento del padre si trovavano in realtà sul pianosotto alla sua stanza, e suo padre morì improvvisamentein quella stanza da bagno, quando lei aveva 12 anni, inseguito ad attacco apoplettico. Era stato per lei unawenimento terribile. Si trattava dunque di unasopravvivenza dei sentimenti suscitati in lei daquell'avvenimento. Quei sentimenti erano stati trasferitisulla persona del marito. E ora che l'inconscio li avevafatti sorgere bisognava prenderne coscienza. Il significatodel transfert è evidente; ci basterà attenerci a quanto ciinsegna Freud per comprendere che la paziente hatrasferito sul marito il conflitto di ambivalenza nei riguardidel padre. Infatti essa dimostrava un'eccessivapreoccupazione per la salute del marito e si agitavaesageratamente a ogni sua malattia: temeva di perderlo.Ma in sede pratica, nella situazione del momento, nonbisognava discutere su quel conflitto infantile diambivalenza, io non feci altro che attenermiall'indicazione del sogno. Quella scena, su cui nondesidero fermarmi oltre, non indicava altro che iltrasferimento sulla persona del marito del trauma psichicooccorsole per la morte del padre. E infatti discorremmo alungo su quell'epi-

sodio, ed essa comprese che i timori nei riguardi delmarito dipendevano dal sopravvivere nell'inconscio deltrauma infantile. Dopo di che essa si sentì moltosollevata, i rapporti psichici con suo marito migliorarono ela paura di perderlo non comparve più. A questomiglioramento contribuì il fatto che nel nostro lavoro noiprendemmo in esame anche il punto seguente:l'identificazione del marito col padre faceva supporre chela cattiva luce in cui la madre aveva messo la vitaamorosa del padre (si veda il sogno della governante)dovesse avere una parte anche nella sua relazione colmarito (e del resto tale proiezione stava alla base dellesue difficoltà nel rapporto coi due amici di cui abbiamoparlato). Fu in questa occasione che la paziente, tantopudica, raccontò per la prima volta che i suoi rapportisessuali col marito non erano sempre armonici. Eraquesto il fatto che essa aveva voluto scientementenascondermi e di cui non aveva voluto parlare. Vedrete inseguito con quale minuziosa esattezza i sogni stessichiariranno il problema del disturbo psico-sessuale.

IlI

Prima di continuare la mia esposizione, vorrei direqualche parola sulla situazione del nostro scambio divedute. Già nell'introduzione della mia prima conferenzaho accennato alle difficoltà che possono sorgere,ostacolando un esito soddisfacente dei nostri convegni. Icontrasti, a volte stridenti, tra i due indirizzi psicologici danoi considerati non possono non generare, anche nellementi più spregiudicate, delle reazioni affettive, chetendono ad assumere un certo sapore partigiano; iostesso, pur avendo dimostrato, con l'atteggiamento cheho sempre tenuto nel passato, che sono al di sopra deipartiti, mi sottopongo sempre tuttavia ad un continuoautocontrollo, per non cadere in prese di posizione dicarattere affettivo, sia di fronte all'indirizzo freudiano chea quello junghiano. So quindi, per esperienza personale,come sia difficile mantenere un atteggiamento og-

gettivo e distaccato di fronte a questi problemi, che sonoappunto i nostri proprii, più intimi quesiti. E pertanto nonmi faccio illusioni sulle difficoltà del compito chescaturisce per voi da queste mie conferenze, e per lequali ho la massima comprensione, da buon collega.D'altra parte prego anche voi di comprendere quanto lamia situazione sia difficile; troppo facilmente potrebbesembrare che io muova una critica alla dottrina freudiana,per sostituirla con una concezione diversa. Ma in realtànon si tratta di questo. Il mio sforzo è di porvi in contatto,nel modo più aperto e più libero, con un certo materialeinferiore, per permettervi di gettare uno sguardo nellapratica e nella teoria della psicologia junghiana, ponendoal tempo stesso questo materiale in discussione, comebase per un lavoro comune.Tengo a dire espressamente che il caso, da me oratrattato, non è stato scelto tanto per illustrare la psicologiajunghiana, ma anche perché mi sembra specialmenteadatto per accostare la psicologia freudiana agli psicologijunghiani, i quali, senza dubbio, in parte non la sannosufficientemente applicare. Come è stato chiaramenteesposto dal collega Weiss nelle sue due conferenze,questa nostra impresa costituisce un nuovo tentativo, chenon è stato ancora mai tentato, almeno in questa misura.Non si tratta di dichiararsi appartenenti ad una o ad unaaltra scuola, non si tratta di scegliere l'etichetta col nomeadatto per la psicologia che si vuole studiare, ma soltantodi apprendere più verità psicologiche possibili, senzatrascurare nessuna fonte. Noi ci dedichiamo allapsicologia del profondo il cui studio è stato schiuso daFreud. Speriamo che in un prossimo avvenire il fatto checiascuno sia formalmente iscritto a questa o a quellaorganizzazione abbia un peso sempre minore, e cheinfine tutti s'incontrino in una comune società dellapsicologia scientifica. In questo mio desiderio vadocompletamente d'accordo col collega Weiss.Ritornando alla considerazione della serie dei sogni cheavevamo cominciato a considerare vorrei ora ricordare ache punto siamo rimasti. Come ultimo ave-

vo spiegato quel sogno, in cui la paziente si trovavaseduta sul divano col marito e in cui apparve la donna diservizio, inaspettata; infine veniva riprodotta la scenadella morte del padre, trasferita però sulla persona delmarito. Abbiamo riconosciuto, che il problema, cui lapaziente voleva sfuggire, risiedeva precisamente nellasua relazione col marito e cioè in rapporto con unatranslazione paterna su di lui. Questa stava alla basedella sua paura di poterlo perdere, e, al tempo stesso,doveva essere una causa per la mancata armonia nellasua vita sessuale con lui. La discussione analitica suquesto punto aveva migliorato il rapporto fra i due coniugie la paura della moglie per la vita di suo marito erascomparsa. Il sogno seguente mostra ora questasituazione nuova e ci permette di capirla nel suo riflessosull'inconscio:

«Andavo in automobile con mio marito, passando per un luogo di cura,e gli mostrai le case dove abitava mia nonna; erano belle case, chiare,e il cielo era azzurro. Nell'automobile, accanto all'autista, stavano sedutidue giovani, che conversavano fra di loro; uno dì questi era molto belloe io dovevo sempre guardarlo, pensando fra di me che anch'egli dovevaessere un autista o qualche cosa di simile; ma era cosi bello, e di sera,pensavo, si vestirà elegantemente, per andare a ballare al Kursaal.Nessuno potrà supporre chi egli sia veramente, io sentivo che neldiscorso parlavano di una «Lei» ed io pensavo: «ma di che altra cosapotrebbero interessarsi?».

L'inconscio commenta dunque il nuovo rapporto tra i dueconiugi. Si procede in comune, in un'automobile, come inuna villeggiatura. Con ciò è già chiaramente espressoche questo miglioramento nel rapporto tra i due, non è unmiglioramento definitivo, altrimenti la scena sì sarebbesvolta nell'appartamento effettivo dei coniugi,nell'ambiente della loro vita quotidiana. Questo stato dicose è stato promosso dalla situazione analitica, che sirispecchia nel luogo di cura. Si potrebbe sentirsi inclinatidi tenere in poco conto questa specie di successo; ma ciòsarebbe del tutto errato e starebbe in contraddizione conlo sviluppo organico della vita, che non disprezza alcunmezzo. Uno dei compiti principali di ogni psicoterapia èappunto quello di adattarsi a

questo ritmo naturale. Se ci affidiamo a questo ritmo dellavita, non dobbiamo temere di doverci arrestare troppolungamente in uno strato superficiale. Anzi, nondobbiamo dimenticare che il soggiorno alla superficie faparte della reale esistenza, anche se per molti di noi iltributo che dobbiamo pagare alla superficialità quotidianarappresenta un compito difficile. — Nel sogno appare poiuna nuova immagine materna: la nonna. La pazientemostra al marito la casa di sua nonna. E' questoparticolare che dobbiamo ora seguire. La pazienteracconta a questo proposito che la nonna l'amava molto eche ella costituiva il suo unico rifugio nella infanzia,perché, come sappiamo, il padre non l'aveva potuta suffi-cientemente proteggere. «La buona madre» che è finoraapparsa come immagine dell'inconscio collettivo, — nelsogno iniziale nella forma di quella vecchia, che si offre diaiutare, nel sogno seguente sotto l'aspetto di una donnadi servizio, —ci appare ora come un'immaginedell'inconscio individuale, la nonna, probabilmente laprima «portatrice» della immagine della «buona madre».L'affermazione dell'individualità della paziente e lascomparsa delle disturbanti immagini interiori siriallacciano ora ai ricordi infantili circa questa nonna. Erapresso di lei l'unico posto dove ella era priva di paura einteramente contenta. E' questa parte della sua sorte edella sua vita, che la paziente fa vedere a suo marito,come segno del miglioramento che è subentrato in lei, ecome indizio del suo nuovo sentimento della vita. I duegiovani, che sono seduti accanto all'autistarappresentano un tipico aspetto dell'Animus, che,secondo le nostre esperienze, appare, non di rado, informa di due persone. Il contenuto dello «Animus» si puòsempre esprimere con una certa opinione o modo divedere. In questo caso possiamo cost formularlo: «E'naturale che, dopo il lavoro, di sera si vada a godere lavita, diventando quasi una altra persona». Si tratta, comevedete di una speciale modificazione di quell' «Animus»che invitava a bere il vino, e che in questo sogno alludedirettamente al sintomo della paziente di «non poteruscire la

sera». Vediamo che la paziente ora da ascolto a questonuovo atteggiamento e vi rivolge interesse e libido.Visto che nella realtà lo psicoanalista rappresenta l'ideaindicata dall'Animus, vorrei dire qualcosa intorno alla parteche il transfert assume nella situazione attuale.Per il modo in cui noi trattiamo il transfert sarebbe statoun'errore provocare o favorire un tale transfert sul medico,per poter poi giungere maggiormente in profondità.Mentre la tecnica freudiana suggerirebbe di analizzare lafigura dell'autista e dei giovanotti, assimilabili alla personadell'autista, per incanalare quanto più libido possibile neltransfert, noi cerchiamo di utilizzare la libido, per la nuovavita da costruire, già durante il trattamento, e di accettaresoltanto quella parte che corrisponde alla realtà: diessere, cioè, una guida fidata, competente, nel processodi trasformazione psichica. Se noi ci comportiamo inquesto modo, ci accorgiamo che anche il mondo esterno,alla pari del mondo interno, partecipa al lavoro diallargamento della coscienza, facendo venire incontro alpaziente proprio quelle occasioni attraverso la cuiesperienza egli potrà gradualmente acquisire unamaggiore consapevolezza di sé.Tornando alla nostra paziente, occorreva dunque badare,da quale parte, nella vita esterna, questo Animus delprincipio di vivere la vita, avrebbe assunto una formaconcreta. La circostanza, che il marito veniva condottoassieme alla moglie in questa vettura, e da questoAnimus, suggeriva che l'inconscio volesse chiarireappunto il rapporto col marito, e rendeva probabile che ilmarito stesso avrebbe assunto nella realtà la parte diquesto Animus. Il sogno successivo conferma questaipotesi:

«Mi trovavo nella mia città natale, nella nostra abitazione; ero, credo,ancora fanciulla. In ogni modo mi trovavo nella stanza da pranzo: erabuio ed ero avvolta in un'atmosfera strana e angosciosa. Vi erano duedonne; una di queste era forse una ragazza. Queste mi tormentavano inqualche modo; io avevo una gran paura e mi misi a gridare e piangere.Tentavo di scap-

pare; ma esse mi richiudevano continuamente. Con grande fatica cercaidi liberarmi, ciò che infine mi riuscì. Allora, volli rinchiudere a mia voltale due donne, ma la porta si apriva sempre di nuovo. Corsi poi piùpresto che potevo attraverso il corridoio, scesi una lunga scala e volliandare nel negozio di mio padre, che si trovava di sotto, nella stessacasa, per chiedergli aiuto. Bussai con tutte e due le mani alla porta egridai: «Vieni da me, mi tormentano tanto!». In quel momento si aprì laporta, e chi mi venne incontro in smoking, come per uscire, fu miomarito».

Chi è dunque pronto, per uscire con lei, è suo marito.Alla prima parte del sogno la paziente associava, conaffettività molto viva, la sua infanzia, che somigliavadavvero ad una prigione. Ancora una volta ella raccontacome suo padre era sottomesso alla madre e non erariuscito a spuntarla nella difesa della figlia contro di lei. Lasuperiorità della madre sul padre era arrivata al puntoche ella aveva aperto un proprio negozio, perché il padre,maldestro nella vita pratica, non aveva avuto sufficientesuccesso nella vita.Ed ora, in modo sorprendente, esce il marito, comeliberatore, dal negozio del padre. Questo elementorichiedeva un esame più particolareggiato. Risultò che ilmarito si trovava in una situazione simile di fronte allamadre della paziente. Anche lui era poco abile negli affarie, al principio del matrimonio, venne a trovarsi in unasituazione di dipendenza dalla suocera, in seguito ad unproprio errore commerciale. Egli aveva dunque assunto,in grande misura, la parte del padre della paziente, e nonera stato capace di affermarsi di fronte alla madre di lei.La madre lo svalutava di fronte alla figlia, come avevafatto nei riguardi del padre, e le faceva sorgere semprenuovi dubbi intorno al valore personale di suo marito. Laconoscenza che scaturì dalla analisi di questa parte delsogno fu di un'importanza particolare. I coniugiriconobbero l'influenza deleteria, in parte inconscia, dellamadre, e formarono un fronte unico contro di lei,combattendola attraverso un'accesa discussioneepistolare. L'effetto pratico fu che tutti e due i coniugi simisero a gestire

con nuova energia il negozio che, da allora, prese unbuon sviluppo. Da quel momento in poi non si fidarono piùdelle possibilità di aiuto offerte dalla madre; un aiuto cheavrebbero dovuto pagare al prezzo della loro libertà edell'armonia del loro matrimonio. In tal modo suo maritodivenne, in modo imprevisto, il suo liberatore dalla madre,continuando, cosi a svolgere, ma in maniera positiva,quella funzione di padre, fin allora da lui svolta in manierasoltanto negativa.Il sogno successivo pone direttamente il problema dellaliberazione dalla madre, continuando cosi lo sviluppo dellaserie dei sogni.

«Vidi un bambino di quattro anni, che andava per strada portato dallamadre per mano: tutti e due vestiti di nero. Il bambino piangeva econtinuava a gridare: «Resta con me, resta con me!». La madre siopponeva, quindi il bambino additava una signora vecchissima dicendo:«Anche lei lo fa». La madre rispondeva: «ma ella non è una personaresponsabile», lo pensai fra me che questo era un bambino che non sipoteva svezzare dai genitori».

Dopo che il lavoro ci aveva fatto capire che la madrelegava a sé la paziente, ora l'inconscio ci fa vederel'attaccamento della paziente alla madre, permettendoci dianalizzarlo e di farne prendere coscienza. Ma il prenderecoscienza di tale proiezione dell'immagine maternaonirica sulla vera madre era un vantaggio, per cosi dire,indiretto, dell'analisi di questo sogno. Misconosceremmo,secondo la tecnica junghiana, il significato specifico delsogno se ci limitassimo a ravvisare in questa donnasconosciuta soltanto la madre. Tentiamo di esaminarequesto sogno più esattamente secondo i nostri criteri. Taliindicazioni di età precise, come quella che ci viene offertacon questo bambino di quattro anni, costituiscono,secondo la pratica junghiana, una chiave sicura per lacomprensione del sogno. Questo bambino, un nuovoatteggiamento della paziente, deve essere nato quattroanni fa. Allora deve essere entrata qualcosa diessenzialmente nuovo nella vita della paziente. Lapaziente ci comunica, a questo proposito, che la suanevrosi sarebbe sorta quat-

tro anni fa. Ciò si esprime simbolicamente attraverso ilbambino sottomesso alla madre, rappresentando lamadre l'inconscio collettivo e il bambino l'internaindividualità della paziente. Il processo di guarigione ègiunto dunque, secondo il sogno, al punto, in cuil'inconscio (strapotente) vuole dare la libertà alla giovaneindividualità. Si tratta nuovamente della immagine dellavecchia che aiuta e che conosciamo. Ma l'altro aspettodella madre, quello distruttivo dell'inconscio collettivo,sussiste ancora nel sogno, e mostra la sua influenza»profonda sul bambino, quantunque la madre buona ladichiari irresponsabile. Si tratta di un profondo processodi trasformazione, pieno di conflitti, che si esplica nellapsiche della paziente; processo che ella segue concomprensione, come dimostra il sogno. Nel successivolavoro analitico la paziente comprese quanto il congedodalla sua nevrosi le riuscisse difficile. Ella cioè compresela parte che giocava il «tornaconto secondario» dellamalattia. Su di esso ci soffermammo a lungo, secondol'indicazione del sogno. — Anticipando, vorrei narrare unsogno che ci fa vedere, in maniera molto drastica, qualeparte abbia il tornaconto secondario della malattia e conquale precisione operi l'inconscio per comunicarci delleverità necessario, anche se non lusinghiere. Quattrosettimane dopo che aveva fatto il sogno precedente, lapaziente mi domandò se la sua analisi fosse giàterminata, perché i suoi sintomi erano scomparsi e anchei suoi rapporti sessuali con il marito erano diventati armo-nici. lo non avevo naturalmente nulla in contrario a chel'analisi fosse interrotta per un periodo di prova.Convenimmo però di badare quale posizione avrebbepreso l'inconscio di fronte a questo passo. Due giornidopo la paziente mi telefonò, comunicandomi che non erastata affatto bene e che aveva avuto un sogno moltointeressante, di cui aveva compreso la parte essenziale. Ilsogno è il seguente:

«Mi trovavo nell'appartamento che occupavamo all'inizio del nostromatrimonio. Stavo seduta nello stanzino da bagno, accanto al bagno, incui si trovava una ragazza di mia conoscenza, che si lamentavaterribilmente per ogni sorta di dolori:

mi indicava la gola e gli occhi, che erano infatti un po' gonfi. Trovai ch'ellaesagerava e che il suo stato oggettivo non giustificava affatto le suelagnanze».

La ragazza era una conoscente che la paziente ammiravaper la sua indipendenza nella vita. Questa indipendenzaera dunque ammalata. Si trovava nello ambiente, in cui erasorta la nevrosi e mostrava, attraverso il gonfiore degliocchi e della gola, che la nevrosi non era ancoraeffettivamente guarita. Si trattava evidentemente diun'infiammazione acuta, innocua, una sorta di infiltrazioneedematosa del tessuto, che corrispondeva allo statopsichico di eccitamento in cui ella si trovava in realtà. Gliocchi avevano riferimento col vedere cosciente; la anginarappresentava, secondo la nostra esperienza, un'angustia,un restringimento in un punto molto vitale. Come segnodella catarsi la ragazza stava nella vasca da bagno. Lacosa più appariscente era l'esagerazione teatrale cui laragazza si abbandonava e che faceva un'impressioneaddirittura buffa.La paziente aveva senz'altro compreso questa parte delsogno e il lato umoristico della situazione non avevamancato il suo effetto, e aveva ristabilito un atteggiamentooggettivo di fronte alla sua situazione. Naturalmentedovevamo riprendere il lavoro analitico. Il sogno stessofaceva supporre che la paziente avrebbe facilmente intuitala situazione, perché non era la sognatrice stessa che sitrovava nel bagno: ella stava seduta accanto, osservandola scena presentata dall'altra. Con ciò veniva indicato cheella non era identica con quel suo stato, ma era da essodistanziata. Ciò corrispondeva anche alla realtà, poiché, adonta del suo stato terribile, aveva tuttavia coscienza dellamalattia, vale a dire dell'esagerazione, e specialmente unabuona comprensione per la comicità del suo agire. Seavesse sognato di trovarsi essa stessa nella vasca dabagno, sarebbe stato per lei molto più difficile uscire daquesto stato, e non avrebbe riconosciuto subitol'esagerazione del male, ma avrebbe preso le menzionatemanifestazioni per una ricaduta vera e propria.

IV

Torniamo al sogno del bambino di quattro anni checamminava tenendo per mano la madre e gridando:«Resta qui, resta qui»!Ho spiegato che questo sogno, a prescindere dal suoriferimento al rapporto della paziente con la sua madrepersonale, ha veramente un senso soggettivo, indicato,fra l'altro, dall'età del bambino. A mio avviso l'inconsciocollettivo (fa madre) è ora disposto a dare libertà al nuovoatteggiamento nella vita, iniziatesi 4 anni fa (il bambino di4 anni), ma spinto alla nevrosi in seguito alla potenzasoverchiante delle immagini collettive. Questoatteggiamento teme però ancora la libertà e vi vorrebberinunziare.Se questa interpretazione è giusta, essa dovrebbe trovareconferma nella successiva produzione onirica. I due sognidella notte seguente portarono infatti il materiale decisivodi tutta la serie, indicando pure la trasformazione interna,che condusse la prima parte dell'analisi ad unaconclusione. Le forti resistenze che ne contrastaronol'elaborazione cosciente, corrispondono in pieno allapaura di emanciparsi che il bambino ha nel sogno.

1) Mio marito cavalcava su un cavallo. Anch'io volevo far lo stesso eandai a prendermi un cavallo. Era bellissimo cavalcarvi sopra. Ad untratto scorsi nella sabbia delle monete, le raccattai e me le misi in tasca.Poi, improvvisamente, si paralizzò un piede del mio cavallo e io dovetticondurlo indietro. Poi il cavallo era sdraiato nel letto in una stanzadell'appartamento della mia infanzia. Volevo curarlo. Ora il piede era unamano nera, ed io l'osservavo, per vedere se sanguinasse. Ma eracertamente rotta, poiché improvvisamente si piegò. Con-temporaneamente vidi occhi rigidi, erano occhi umani, e pensai: ora èmorto.

2) Ero ancora bambina e mi trovavo nell'appartamento della miainfanzia.Cercavo qualcosa in un armadio, — non sapevo che cosa. Apriitutte le porte e i cassetti dell'armadio, senza però trovare niente. Allorami corrucciai molto. Poi entrò qualcuno nella stanza, ed io finsi come senon fosse successo niente. (Risvegliata, le venne in mente che sitrattava del tappo di gomma che era sempre nascosto in quell'armadio,e col quale, da bambina, si era masturbata).

Consideriamo ora il primo sogno. Innanzi tutto notiamocon piacere, che il marito continua la sua parte di guidanella vita. Voi ricorderete che questo era un processopreconizzato dal sogno. Uno dei sogni in cui la paziente sicurava di luì, mentre si trovava nella stanza da bagno, incui era morto il padre, indicava l'inizio della separazionedelle due immagini, che si erano fuse — quella del padree quella del marito. Il processo di separazione venne con-tinuato in un secondo sogno, in cui il marito, uscivadall'ufficio del padre, presentandosi in smoking, prontoper uscire. Nel sogno presente avviene, come vedremopiù tardi con maggior chiarezza, la separazione definitivadelle due immagini. La morte la conduce a compimento.Dunque, innanzi tutto il marito, cavalcando nel presentesogno un cavallo, incoraggia la paziente a fare altrettanto.In principio la cosa le riesce. Questa piccola parte delsogno, per il suo carattere molto incisivo, mi indusse adandare in cerca dell'avvenimento diurno, di cui il sogno cifornisce il commento. Dato che si poteva ammettere consufficiente certezza, che il sogno era da interpretarsi sulpiano oggettivo sollecitai la paziente a chiedersi: in cheriguardo sono uscita con mio marito, a cavallo, nel modoindicato nel sogno? Risultò che la paziente, la sera primadel sogno, aveva dormito nuovamente, dopo un intervallopiuttosto lungo, con suo marito. E ora si doveva esami-nare, se questa associazione fosse ulteriormenteutilizzabile. Si trattava di studiare accuratamente loavvenimento del giorno prima, per trovarvi forse la chiaveper una più particolareggiata comprensione del sogno.Spesso, infatti il sogno calca minuziosamente, inlinguaggio simbolico, il lato inconscio della situazionediurna. Lo fa con tale fedeltà, che ogni particolare puòessere riconosciuto nello specchio dell'inconscio. Lapaziente raccontò allora che, dopo molto tempo, eranogiunti nuovamente ad un contatto sessuale; il marito erastato la parte attiva, ella si era lasciata trascinare da lui.Questo avvicinamento s'era iniziato con una nuovasensazione e un piacere di vita, che finora le era statoestraneo,

ma poi erano insorti dei pensieri sciocchi, come adesempio che cosa dovesse cucinare il giorno seguente ecosi via, e tutto il piacere era nuovamente sfumato. Iparallelismi grossolani tra il sogno e l’avvenimento diurnosono senz'altro evidenti; ma quello che importaveramente è qualcosa di più.C'inoltrammo brevemente nella considerazione delsecondo sogno che trattava della situazione relativa allamasturbazione; poi le feci rivolgere l'attenzione sullostrano fenomeno della mano nera del primo sogno. Ilcompito che le si presentava era di cercare quanto diquesti due elementi poteva essere contenuto nella scenadiurna. Superando una fortissima resistenza ella raccontòche non poteva sopportare il «modo» di suo marito;questo era probabilmente il vero motivo del suo disturbosessuale. Non poteva tollerare, cioè che il marito latoccasse con la mano; in questo caso tutto bruscamentesi bloccava in lei. Di queste cose non si era finora mairesa conto. Con ciò avevamo toccato una parte es-senziale del problema che il sogno aveva voluto ela-borare; la paziente trasferiva la sua vecchia situazionemasturbatoria, che considerammo in base al secondosogno, sul rapporto sessuale col marito. Ma il sognosollevò degli strati ancor più profondi. Dietro al disturboattuale col marito, dietro al complesso masturbatorio, sipresenta il letto del padre. A questo la paziente haassociato che, da bambina piccola, stava spesso nel lettodel padre, ciò che la madre non avrebbe mai veduto dibuon occhio. Ricordò che suo padre era stato sempremolto affettuoso con lei, si rammentò pure che dabambina cavalcava sul suo petto. Non poteva dire se viprovasse piacere. Non risultò altro. L'effetto pratico diquesta ora —lo dico in anticipo— fu ad ogni modo che, daquel momento in poi, i rapporti sessuali col marito sisvolsero in modo armonico. La paziente aveva perduto ilsuo sintomo.Dobbiamo ora tentare di comprendere il sogno in modoancor più profondo, per poter afferrare il suo contenutovero e proprio, la sua posizione nella serie dei sogni, e,infine, poter intendere la morte, con

cui esso termina, come svolta del processo psichico ditrasformazione. Come ho già accennato, il maritocontinua a svolgere il compito dell'«animus», checonduce alla vita, che assiste alla pulizia dei panni, cheinvita a bere il vino, che va al Kursaal a ballare, che siappresta per uscire, in smoking, ed ora cavalca in modoinvitante. Cavalcare su un cavallo è un'immagineprimitiva per il rapporto, ben riuscito, tra la persona e ilproprio inconscio, il proprio istinto. In nessun modo è unsimbolo stabile dell'unione sessuale, benché possariferirsi a questa, come appunto nel nostro caso. Lapaziente, ora, salendo con successo sul cavallo, econstatando che è piacevolissimo il cavalcare, scorgenella sabbia le monete e le intasca. Abbiamo giàconsiderato il danaro come simbolo della libido, di cui sipuò coscientemente disporre: alludo al primo sogno, incui la paziente doveva pagare l'affitto per la rimessa. Oragliene viene restituita una parte. Dal punto di vistadinamico potremmo dire che una parte della resistenza,una parte delle contro-cariche, si sono rese superflue. Lasua adesione alla terra, all'istinto, le restituiscespontaneamente il tributo da lei pagato e le mette adisposizione nuova energia vitale, che ella puòliberamente utilizzare. La restituzione del danaro da partedella terra è un'altra espressione simbolica del distaccodella restituzione del bambino, da parte della mamma,nel sogno della notte precedente. In questo sogno taleliberazione si compie effettivamente. Ora, come la pa-ziente, nel grande sogno programmatico, rifiutò l’invitodell'uomo sconosciuto a bere del vino della vita con lui,cosi anche in questo sogno c'è qualcosa che non va,dimodoché ella non può seguire fino in fondo l'invito afare una cavalcata in compagnia. Questa volta però nonè la paziente a rifiutarsi; non dipende più dal suoatteggiamento se, ella non riesce a proseguire lacavalcata. Non è più identica con la sua rinuncia alla vita,dalla quale, anzi è distanziata. Infatti non soltanto accettacoscientemente l'invito, ma ella cavalca e guida, allorchési presenta il disturbo della paralisi nel ca-

vallo. E lei lo assiste, osservandolo — si potrebbe direche gli sta di fronte con atteggiamento analitico e medico.E ciò era quanto avveniva anche nella realtà. Ella potevaosservare il disturbo nella situazione attuale, e poiricondurre lo sfondo inconscio della situazione fino a fattisvoltisi nella primissima infanzia nella stanza da letto deigenitori, nel letto del padre. Uno strato sempre piùprofondo dell'inconscio tendeva alla sua realizzazione e,infine, tutto terminò con la morte: la paziente vede gli oc-chi umani spenti e infranti. E' sempre segno che profondicambiamenti psichici, sono in atto se nel sogno qualcosadi carattere archetipico muore. E' una grande immagineche tramonta; la sua libido torna al mare infinito delleimmagini, e spetta ora all'inesauribile facoltà di partoriredella madre eterna, il compito di emetterne dal suogrembo una nuova. Che cosa è morto? Le associazionidella paziente non forniscono nulla di preciso. Noidisponiamo soltanto delle nozioni finora acquisite. Lamorte apparve già un'altra volta nel sogno, come mortedel padre. L'inconscio sembrava aver in quel sogno unatendenza, di far rivivere alla paziente ancora una volta lamorte del padre, per liberare la figura del marito dal suointreccio con l'immagine del padre. Vorrei ricordare loro,in questa occasione, il parallelismo col caso riferito quidalla signora Alessandra Tornasi di Palma, in cui puredoveva essere rivissuta la morte del padre, prima che lapaziente potesse entrare, in rapporto con la vita. Hopotuto dimostrare che in quel caso il padre era il portatoredell'immagine della morte stessa, che costituival'ossessione della paziente nelle varie proiezioni edintroiezioni. Nel nostro caso il padre non è il portatoredell'immagine della morte, bensì colui che risvegliava erappresentava l'immagine dell'aspetto peccaminosodell'istinto, aspetto che perseguitava la paziente nel suorapporto con l'uomo, nella masturbazione, in tutte le sueamicizie e infine nel rapporto attuale col marito,costituendo la causa della sua nevrosi. I sogni ci hannomostrato queste immagine in tutti i suoi aspetti. Nellatrasformazione analitica, a que-

sta immagine, a poco a poco, è stata sottratta la suapotenza, a poco a poco è stata tolta la vita. Dal primosogno, attraverso i successivi, abbiamo potuto seguirne ilmutamento e darne una valutazione. La libera adesionedella paziente alla terra e all'istinto, espressa nell'ultimosogno, la distruzione dei vincoli che finora l'avevanolegata a quell'immagine, hanno dato ad essa il colpo digrazia. Riduciamo ora l'immagine alla formula di prima,come abbiamo fatto nel caso dell'«animus» che guida, ecomprenderemo allora la antitesi tra queste dueimmagini, e riconosceremo che proprio la lotta traqueste due immagini costituiva l'essenza del processopsichico di trasformazione in atto nella paziente.L'«animus» dell'affermazione della vita, all'iniziocostellato dallo psìcoanalista, è stato poi rappresentatodal marito, che a questo scopo aveva dovuto primaessere liberato dall'aspetto peccaminoso aderenteall'immagine del padre. Il marito costituiva oltre a tutto, iltermine fondamentale di riferimento dell'esperienza chedoveva essere vissuta nella realtà. Come portatoredell'affermazione della vita, egli potè strappare lapaziente all'incantesimo dell'«istinto peccaminoso» ecome portatore della nuova immagine della vita potè uc-cidere l'avversario. La guida verso la libido aveva vinto ilseduttore libidinoso. Parallelamente era avvenuta latrasformazione della madre terra, che impone rinunce,nella buona donatrice natura.La paziente prende atto, nel sogno, della morte avveuta;non aderisce più all'immagine, non la rimpiangenemmeno. Questa è la vera vittoria; soltanto la morteeffettivamente accettata conduce al processo dellanascita. Nella notte seguente la paziente sognò:

«Dopo una notte, mi trovavo sdraiata nel letto, vestita, al mattino.Indossavo un nuovo golf verde. Qualcuno mi scopriva e si meravigliavache fossi sdraiata nel letto vestita».

Dopo la morte, ecco la rinascita della paziente. Un motivodella «Bella Addormentata»; il risveglio alla nuova vita, dalsonno dell'inconsapevolezza. A questa vita nuova dovevaora dar forma, consapevolmente, nella seconda partedell'analisi.

* Sotto questo titolo presentiamo agli studiosi il testo inedito di quattroconferenze che Ernst Bernhard tenne a Roma, nel 1937, su invito dellaSocietà Psicoanalitica Italiana. Solo alcuni ritocchi di carattere stilisticosono stati apportati al dattiloscritto originale.