il fatto nisseno - gennaio 2016

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Direzione Editoriale: Michele Spena - redazione: Viale della Regione, 6 Caltanissetta - Tel/Fax: 0934 594864 - Stampa: STS S.p.A. Zona industriale Vª Strada, Catania - Reg. Tribunale di Caltanissetta n° 224 del 24/02/2011 Gennaio Anno VI Num. 42 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 conv. N. 46 art. 1 comma 1. Sud /CL Mensile di approfondimento FREE PRESS 2016 ISSN: 2039/7070 www.ilfattonisseno.it scrivi alla redazione: lettere@ilfattonisseno.it Incubo ecoreati: ultima frontiera. La Procura di Caltanissetta impegnata in prima linea Filippo Ciancio L ’ombra tenebrosa degli “ecoreati” si staglia pericolosa sui territori nisse- ni. Misfatti criminali che sporcano l’ambiente e minacciano la salute dei citta- dini. Determinanti, nel disegnare un qua- dro molto preoccupante, anche le omis- sioni delle Amministrazioni pubbliche che sono poco vigili. Enorme la mole di lavoro che si trova a fronteggiare la magistratu- ra come ci racconta il pubblico ministero Luigi Leghissa, aggregato alla direzione distrettuale antimaa della Procura della Repubblica di Caltanissetta. Le pene più severe sono un’arma importante come il- lustra il Procuratore Generale Sergio Lari. a pagina 6 di V. Martines Ambiente Atavico il divario tra Nord e Sud. Caltanissetta: riparte con slancio grazie al distretto biomedico Cospicui aiuti dall’Europa per la scuola siciliana. Gli ostacoli della burocrazia, luci ed ombre Università Scuola e Fondi Europei pagine 8/10 a pagina 32 di R. Fuschi e A. Sardo di M. Benanti “La mia scuola guarda al futuro” L’editoriale A bbiamo incontrato il dirigente tecnico con funzioni ispettive a capo di due presidi organizzativi quello di Caltanissetta ed Enna che ha descritto l’evoluzione del “pianeta” in cui coabitano docenti e studenti: dall’avvio della riforma della “Buona Scuola” di Renzi, all’avvento della tecno- logia, passando per il nuovo ruolo dei presidi, ma senza dimen- ticare la disciplina. I primi due mesi dell’anno sono tempo di marketing per la scuola: la “campagna delle iscrizioni” propone al territorio, ai giovani e alle famiglie, l’“oerta for- mativa” di ogni tipo di Istituto, i programmi di studio, i progetti, i laboratori, tutta l’informazione che può orien- tare la scelta della scuola superiore (ma anche delle me- die e delle elementari). Una scelta che decide l’orientamento della formazione culturale e poi professionale delle giovani generazioni, ma che decide anche la vita e la morte delle scuole, co- strette nella morsa dei parametri del minimo/massimo di alunni per conservare la propria autonomia di gestio- ne, e soprattutto i propri organici, il numero dei propri posti di lavoro. C’è qualcosa di dissonante in questa logica, che ha intro- dotto nel pianeta-educazione l’impostazione aziendali- stica dell’economia, come già era successo nella Sanità pubblica, con esiti che spesso contrastano con il dirit- to alla salute dei cittadini, con l’esigenza di distribuire i servizi su tutto il territorio, con la certezza dei diritti di chi deve essere assunto e sa che la scelta dei manager è diventata discrezionale. Così come oggi nella scuola, con la legge 107/2015, la cosidetta “buona scuola”. La scuola è il terreno strategico in cui si forma l’identi- tà di un Paese, non soltanto rispetto al livello culturale e alle competenze dei cittadini del prossimo futuro, ma soprattutto rispetto ai livelli della cittadinanza responsa- bile e dell’impegno civile, delle qualità morali e dell’etica pubblica. La scuola non può essere, e nora in Italia non è mai stata, nemmeno con la dittatura e la riforma Gentile, un sistema autoreferenziale, o un laboratorio “tecnico” di formazione di competenze e di misurazione di standard funzionali (vedi prove INVALSI). La scuola è il laboratorio della democrazia di un Paese che vuole costruire il proprio futuro sulle radici solide di una cultura unica al mondo, un patrimonio che deve ritornare “in progress”, su cui fondare lo sviluppo di una nuova generazione di italiani che abbiano la possibilità di esprimersi, di realizzare i propri sogni, di investire i propri talenti, con un imprinting creativo, non subalter- no. La scuola in Italia può essere, deve essere, la fabbrica del- la speranza e l’azienda della libertà. di F. Palmigiano a pagina 13 Speciale Scuola ----------- di Fiorella Falci ----------- La fabbrica della speranza L’intervista con il Provveditore Un viaggio nella scuola nissena per orientare studenti e genitori verso la scelta più opportuna Gli istituti superiori di Caltanissetta illustrano la loro offerta formativa

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Mensile di approfondimento su Caltanissetta e provincia

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  • Direzione Editoriale: Michele Spena - redazione: Viale della Regione, 6 Caltanissetta - Tel/Fax: 0934 594864 - Stampa: STS S.p.A. Zona industriale V Strada, Catania - Reg. Tribunale di Caltanissetta n 224 del 24/02/2011

    GennaioAnno VI Num. 42 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 conv. N. 46 art. 1 comma 1. Sud /CLMensile di approfondimento

    FREE PRESS

    2016

    ISSN

    : 203

    9/70

    70

    www.ilfattonisseno.itscrivi alla redazione: [email protected]

    Incubo ecoreati:ultima frontiera. La Procura di Caltanissetta impegnata in prima linea

    Filippo Ciancio

    Lombra tenebrosa degli ecoreati si staglia pericolosa sui territori nisse-ni. Misfatti criminali che sporcano lambiente e minacciano la salute dei citta-dini. Determinanti, nel disegnare un qua-dro molto preoccupante, anche le omis-sioni delle Amministrazioni pubbliche che sono poco vigili. Enorme la mole di lavoro che si trova a fronteggiare la magistratu-ra come ci racconta il pubblico ministero Luigi Leghissa, aggregato alla direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Caltanissetta. Le pene pi severe sono unarma importante come il-lustra il Procuratore Generale Sergio Lari.

    a pagina 6di V. Martines

    Ambiente

    Atavico il divario tra Nord e Sud. Caltanissetta: riparte con slancio grazie al distretto biomedico

    Cospicui aiuti dallEuropa per la scuola siciliana. Gli ostacoli della burocrazia, luci ed ombre

    Universit

    Scuola e Fondi Europei

    pagine 8/10

    a pagina 32

    di R. Fuschi e A. Sardo

    di M. Benanti

    La mia scuola guarda al futuro

    Leditoriale

    Abbiamo incontrato il dirigente tecnico con funzioni ispettive a capo di due presidi organizzativi quello di Caltanissetta ed Enna che ha descritto levoluzione del pianeta in cui coabitano docenti e studenti: dallavvio della riforma della Buona Scuola di Renzi, allavvento della tecno-logia, passando per il nuovo ruolo dei presidi, ma senza dimen-ticare la disciplina.

    I primi due mesi dellanno sono tempo di marketing per la scuola: la campagna delle iscrizioni propone al territorio, ai giovani e alle famiglie, lofferta for-mativa di ogni tipo di Istituto, i programmi di studio, i progetti, i laboratori, tutta linformazione che pu orien-tare la scelta della scuola superiore (ma anche delle me-die e delle elementari). Una scelta che decide lorientamento della formazione culturale e poi professionale delle giovani generazioni, ma che decide anche la vita e la morte delle scuole, co-strette nella morsa dei parametri del minimo/massimo di alunni per conservare la propria autonomia di gestio-ne, e soprattutto i propri organici, il numero dei propri posti di lavoro.C qualcosa di dissonante in questa logica, che ha intro-dotto nel pianeta-educazione limpostazione aziendali-stica delleconomia, come gi era successo nella Sanit pubblica, con esiti che spesso contrastano con il dirit-to alla salute dei cittadini, con lesigenza di distribuire i servizi su tutto il territorio, con la certezza dei diritti di chi deve essere assunto e sa che la scelta dei manager diventata discrezionale. Cos come oggi nella scuola, con la legge 107/2015, la cosidetta buona scuola.La scuola il terreno strategico in cui si forma lidenti-t di un Paese, non soltanto rispetto al livello culturale e alle competenze dei cittadini del prossimo futuro, ma soprattutto rispetto ai livelli della cittadinanza responsa-bile e dellimpegno civile, delle qualit morali e delletica pubblica. La scuola non pu essere, e finora in Italia non mai stata, nemmeno con la dittatura e la riforma Gentile, un sistema autoreferenziale, o un laboratorio tecnico di formazione di competenze e di misurazione di standard funzionali (vedi prove INVALSI). La scuola il laboratorio della democrazia di un Paese che vuole costruire il proprio futuro sulle radici solide di una cultura unica al mondo, un patrimonio che deve ritornare in progress, su cui fondare lo sviluppo di una nuova generazione di italiani che abbiano la possibilit di esprimersi, di realizzare i propri sogni, di investire i propri talenti, con un imprinting creativo, non subalter-no.La scuola in Italia pu essere, deve essere, la fabbrica del-la speranza e lazienda della libert.

    di F. Palmigiano a pagina 13

    Speciale Scuola

    ----------- di Fiorella Falci -----------

    La fabbrica della speranza

    Lintervista con il Provveditore

    Un viaggio nella scuola nissena per orientare studenti e genitoriverso la scelta pi opportuna

    Gli istituti superiori diCaltanissetta illustrano la loroofferta formativa

  • Gennaiowww.ilfattonisseno.it2

    Fatti & Palazzo del Carmine

    Tra qualche giorno si replica lappello per dare vita ad una seconda fase dei minicantieri di lavoro finanziati dal comune allo scopo di contrastare il fenomeno del-la disoccupazione e della emargina-zione sociale. Il primo esperimento gi in corso che si sta per esaurire, stato considerato, pur con dei limiti, positivo. Su 170 aspiranti, utilmente inseriti in graduatoria ( loriginale graduatoria era formata da 300 sog-getti) si sono presentati allappello poco pi di un centinaio di disoc-cupati. Molti lavoratori precari, infatti, non hanno avuto lautorizzazio-

    ne dei datori di lavoro a fare parte della truppa dei mini cantieri. Las-sessore alla Solidariet Sociale Pietro Cavaleri pensa adesso di ripercorrere la stessa strada, pubblicando un al-tro bando finalizzato allavviamento al lavoro dei disoccupati, evitando per di collocare gli stessi sogget-ti che hanno preso parte alla prima esperienza: evitando quindi di creare una sorta di precariato infinito sulla

    falsa riga dei lavoratori del reddito minimo di inserimento, nati preca-ri e destinati a rimanere tali, finch morte non prevalga.Quello che non riescono a fare a livello regionale e nazionale, lo facciamo noi dice las-

    sessore Cavaleri - anche perch se vero che in Italia abbiamo una disoc-cupazione pari al 28 per cento, nella nostra citt del 38 per cento. E in pratica una sorta di reddito minimo di cittadinanza. Entro il mese di mar-zo pubblicheremo il secondo bando e questa volta con delle risorse aggiun-tive che provengono dai fondi della legge 328 che assegna un cospicuo finanziamento ai comuni del nostro distretto socio sanitario. In questa ottica conclude Cavaleri - stanno o p e - rando anche tutti i sindaci

    del comprensorio. Lini-ziativa del comune sta-ta a suo tempo soste-nuta e sospinta da una serie di manifestazio-ni di protesta portate avanti da lavoratori disoccupati dopo il preannunciato flop dei cantieri di ser-vizio che doveva-no essere finan-

    ziati dalla Regione

    in diversi comuni della Sicilia. Un provvedimento che la giunta regio-nale aveva preannunciato con rulli di tamburi, ma che alla fine si rivelato come il classico scroscio di carta. Per fare fronte alla delusione del lavora-tori il Comune ha pensato di sostitu-irsi alla regione. Il ruolino di marcia dei canteri di servizio potrebbe esse-re rivisto con la chiamata in servizio dei rimanenti soggetti inseriti nella precedente graduatoria o con lau-mento del numero delle ore dei lavo-ratori che si sono presentati allappel-lo. In ogni caso alla fine del mese di febbraio si chiuder il primo capito-lo. Si inizier poi nel mese di marzo. Lamministrazione comunale, come noto, in questa prima fase, in alterna-tiva ai cantieri si servizio, che dove-vano essere finanziati dalla regione, ha stanziato, con fondi propri, circa 70 mila euro che hanno consentito lavviamento al lavoro di sedici lavo-ratori per ogni cantiere: si occupano di piccoli interventi di manutenzione nel settore della segnaletica stradale, nella sistemazione di marciapiedi e soprattutto anche per la bonifica e la sistemazione dei quartieri del centro storico e la sistemazione del verde

    cittadino. Per il pagamento lam-ministrazione si avvale di voucher dellInps. Si tratta di una particolare modalit di prestazione lavorativa, definita occasionale. Complessiva-mente ogni singolo beneficiario po-tr prestare la propria opera per un massimo di tre ore lavorative al gior-no: in pratica ogni singolo percepir una somma poco pi di venti euro al giorno per due o tre settimane lavo-rative. Il compenso esente da ogni imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato ed anche cumulabile con i trattamen-ti pensionistici. Il valore netto di un voucher di poco inferiore ai 20 euro al giorno, di cui la met in favore del lavoratore mentre la restante per-centuale servir per garantire la co-pertura previdenziale presso lInps e quella assicurativa presso lInail, per cui il valore effettivo sar destinato in parte al beneficiari ed in parte ai con-tributi. Il compenso esente da ogni imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato ed anche cumulabile con i trattamenti pensionistici.

    al via la seconda fase

    Per fare fronte alla delusione dei lavoratori, il Comune si sostituito alla Regione

    Mini cantieriI Fatti di Etico

    Costruire il futurofra valorie nuove tecnologie

    Un paese nasce nelle aule di scuola e un cittadino si crea sui banchi, mentre sta gomito a gomito con il suo compagno, e impara fin da piccolo non solo il sapere della scuola, non solo una lingua comune, ma soprattutto impara a condividere con gli altri gioie e dolori, felicit e de-lusione e lidea profonda che lui, come gli altri, sono parte di una comunit di uguali in cui bene credere.Ma se un cittadino si crea sui banchi anche vero che nella sua crescita ovvia-mente la famiglia esercita il ruolo decisivo, propedeutici rispetto agli atteggia-menti e ai comportamenti che si evidenziano nellambito scolasticoPurtroppo negli ultimi anni appare sempre pi necessario migliorare il rap-porto famiglie-scuola perch si creato un atteggiamento troppo giustifica-zionista dei genitori verso i figli togliendo agli insegnanti e alla scuola il ruolo educativo. La scuola non solo il luogo in cui si apprendono competenze e nozioni, a scuola si impara a stare con gli altri, a rispettare regole e limiti e a saper lavorare in gruppo, requisiti fondamentali anche nel mondo del lavoro. E linsegnante tenuto ad intervenire qualora il comportamento dei ragazzi travalica il senso di tolleranza e di rispetto verso gli altri. La scuola aiuta a crescere, a diventare responsabili, a mettersi dentro la capa-cit di essere liberi. Ci accade specialmente nella scuola pubblica, perch il luogo di incontro di condizioni sociali e personali assai diverse, ed pi fre-quente il confronto tra culture e situazioni diverse. Confronto anche rispetto ed educazione che stanno alla base di ogni forma di insegnamento.La scuola la dimora dove si conserva e trasmette la memoria comune di un popolo, il luogo dove si forma lo sguardo critico e plurale sul mondo, lavam-posto da cui si combattono le disuguaglianze che lacerano la societ, il pro-getto quotidiano con cui le giovani generazioni costruiscono il nostro futuro.Costruire il futuro, frase meravigliosa, suggestiva e riferimento irrinuncia-bile per ogni alunno, per ogni studente. Stabilito lassetto educativo, dato per scontato e reso che la scuola luogo di doveri e di diritti e dove vengono con-

    fermati, difesi e blindati i modelli educativi a cui nessuno dei nostri figli dovr sfuggire, appare ormai irrinunciabile una crescita culturale e tecnologica che metta la nostra scuola nelle condizioni di formare le nuove generazioni secon-do principi e competenze universali.I programmi educativi dovranno essere programmi di sviluppo; perch se vero le materie tradizionali (italiano, matematica, scienze,) dovranno sempre e comunque le pietre miliari dellinsegnamento, oggi pi che mai si dovr te-ner conto dellinformatica come materia di riferimento non pi quindi margi-nale ma fondamentale nel corso del processo formativo.In tutto il mondo ci si sta guardando attorno e si sta prendendo atto di que-sta necessit. Anche in Italia esiste un Piano Nazionale della scuola Digitale che ha riconosciuto attivit didattiche di questo tipo come essenziali per la formazione degli studenti nellera digitale. Una meta importantissima che si coniuga perfettamente con la nostra storia di Nazione che privilegia le mate-rie scientifiche e artistiche, essendo stati consapevoli fin dagli anni venti del secolo scorso che uneducazione forte nelle materie scientifiche e tecnologiche un ingrediente fondamentale per la crescita del paese e per lo sviluppo eco-nomico. Ma tempo sprecato se non si recupera limpoverimento dei saperi e dei valori che cogliamo nella nostra societ che in modo ineluttabile colpisce anche la scuola. Abbiamo detto delle responsabilit delle famiglie ma sarebbe delittuoso non pretendere che certi valori siano rispettati anche dallo Stato che dovr necessariamente investire nella Scuola. Solo restituendo forza, fiducia e anche seriet di intenti e profondit di sapere nella nostra scuola potremo offrire alle generazioni a venire di vivere e affermarsi in una realt sempre pi globale e competitiva.

    di Salvatore Mingoia

    Direzione EditorialeMichele Spena

    Direttore responsabileMarco Benanti

    Collaborazioni:Ivana BaiuncoLiliana Blanco

    EticoFiorella Falci

    Filippo FalconeRoberta FuschiAnnalisa GiuntaFranco Infurna

    Lello LombardoValerio MartinesAndrea Milazzo

    Salvatore Mingoia Fabiola PalmigianoDonatello Polizzi

    Alberto SardoGiuseppe Taibi

    Giovanbattista Tona

    Disegno grafico eImpaginazioneAntonio Talluto

    DistribuzioneGiuseppe Cucuzza

    Redazione Viale della Regione, 6

    Caltanissetta

    [email protected]: 0934 - 594864Fax: 0934 1935990

    pubblicit: 389/7876789

    [email protected]

  • Gennaio www.ilfattonisseno.it 3

    Questo editoriale di Pippo Fava fu pubblicato su Il Giornale del Sud come risposta ad una missiva che inaugurava la rubrica delle lettere al direttore, l11 ottobre 1981. Considerato un vero e proprio manifesto del giornalista antimafioso dalle generazioni di giornalisti successive, fu la cosiddetta goccia che fece traboccare il vaso: il giorno dopo la sua pubblicazione, infatti, Fava ricevette la lettera di licenziamento dagli editori del giornale. Anche se i tempi sono cambiati e le caratteristiche del modo di fare giornalismo non sono pi le stesse, la deontologia dovrebbe rimanere uguale. Le parole scritte da Pippo Fava suonano ancor oggi come macigni, per chi ogni giorno di questo lavoro vive e per questo lavoro vive. Schiena dritta e testa alta urlavano i capi cronisti di una volta ai giovani collaboratori. Come il mito di Medusa in una traslazione moderna se si guarda e ci si riscalda troppo ai raggi del potere si rischia di rimanere pietrificati. Allora oggi pi che mai serve rileggere Pippo Fava per capire, conoscere, comprendere e mai dimenticare.

    Egregi amici, voi avete tre idee poli-tiche diverse, e mi piace immaginare che siate un democristiano, un socia-lista e un comunista cio che copriate sostanzialmente larco politico che con-ta oggi in Italia. Io sono un socialista

    senza mai tessera (lho scritto altre volte) e perci ferocemente critico nei confronti di tutti gli errori socialisti, continuamente pieno di passione e speranze, e continuamente deluso nei miei sogni civili. Ma evidentemente la vostra richiesta non riguardava il mio ideale politico (che comunque un fatto gelosamente personale) e nem-meno la posizione politica del gior-nale, che stata chiara e trasparente fin dal primo numero, quanto quello che voi chiamate il significato e io pi esattamente vorrei definire lo spirito

    politico del Giornale del Sud. Una identit nella quale non gio-ca pi la politica intesa come nel senso grossolano del termine, ma il concetto di politica come criterio morale della vita sociale. Da questa prospettiva io posso serenamente e subito affermare che lo spirito po-litico di questo giornale la verit. Onestamente la verit. Sempre la verit. Cio la capacit di informare

    la pubblica opinione su tutto quel-lo che accade, i problemi, i misfatti, le speranze, i crimini, le violenze, i progetti, le corruzioni. I fatti e i personaggi. E non soltanto quelli che hanno vita ufficia-le e arrivano al giornale con le pro-prie gambe, i comunica-ti, i discorsi, gli ordini del

    giorno, poich spesso sono truccati e camuffati per ingannare il cittadino, ma tutti gli infiniti fatti e personag-gi che animano la vita della societ siciliana, e quasi sempre restano nel buio, intanati, nascosti, interrati. Io sostengo che la vera notizia non quella che il giornalista apprende, ma quella che egli pazientemente riesce a scoprire. Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in

    una societ democratica e libera quale do-vrebbe essere quella italiana, il giornali-

    smo rappresenti la forza essenziale della socie-

    t. Un giornalismo fatto di verit impedisce molte corruzioni,

    frena la violenza la criminalit, acce-lera le opere pubbliche indispensabili. Pretende il funzionamento dei servizi sociali. Tiene continuamente allerta le forze dellordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non capace di que-sto, si fa carico anche di vite umane. Persone uccise in sparatorie che si sarebbero potute evitare se la pub-blica verit avesse ricacciato indie-tro i criminali: ragazzi stroncati da overdose di droga che non sarebbe mai arrivata nelle loro mani se la pubblica verit avesse denunciato linfame mercato, ammalati che non sarebbero periti se la pubblica veri-t avesse reso pi tempestivo il loro ricovero. Un giornalista incapace

    per vigliaccheria o calcolo della verit si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare, e le sofferenze. le sopraffa-zioni. le corruzioni, le violenze che non stato capace di combattere. Il suo stesso fallimento! Ecco lo spirito politico del Giornale del Sud questo! La verit! Dove c verit, si pu realizzare giustizia e difendere la libert! Se lEuropa de-gli anni trenta-quaranta non avesse avuto paura di affrontare Hitler fin dalla prima sfida di violenza, non ci sarebbe stata la strage della seconda guerra mondiale, decine di milioni di uomini non sarebbero caduti per riconquistare una libert che altri, prima di loro, avevano ceduto per vi-gliaccheria. E una regola morale che si applica alla vita dei popoli e a quella degli individui. A coloro che stavano intanati, senza il coraggio di impedire la sopraffazione e la violenza, qualcu-no disse: Il giorno in cui toccher a voi non riuscirete pi a fuggire, n la vostra voce sar cos alta che qualcuno possa venire a salvarvi!

    di Ivana Baiunco

    Ornamenti

    Lo spiritodi un giornale

    Io sostengo che la vera notizia non quella che il giornalista apprende, ma quella che egli pazientemente riesce a scoprire. In una societ democratica e libera, il giornalismorappresenta la forza essenziale

  • www.ilfattonisseno.it4 Gennaio

    I processi di comunicazione ten-dono a divenire sempre pi pre-gnanti in ogni aspetto del vivere contemporaneo. Nel campo esisten-ziale, professionale e politico, risul-tano strutturati da sistemi di rela-zioni di significazione. Gli elementi fondanti delle relazioni di significa-zione sono i segni, e la disciplina che li studia la semiotica.Nel campo didattico la predetta materia, bench prevalentemente inucleata in diversi ambiti scienti-fici, meriterebbe forse, uno spazio autonomo e maggiormente strut-turato, permettendo cos, fin dalle-t adolescenziale, di sviluppare sensibilit diverse nel rapporto con il circostante, ed al con-tempo lattitudine a de-criptare, anche in di-verse possibilit di lettura, gli eventi qu ot i d i an i , declinando in senso po-sitivo le proprie capacit critiche e di discernimento.Uninteressante case study, tempo fa, mi si offerto nel racconto di una suggestiva partita di briscola in

    quattro, gioco in apparenza inno-cuo, ma, complice la gestualit au-toctona, ha istituito, nel tempo, un vero e proprio laboratorio vivente di scienza della comunicazione.Nella partita di cui parleremo, il personaggio principale, risulta gi in prima battuta predefinito come vincitore, indipendentemente da come gireranno le carte, e gioca in coppia con un occasionale ed igna-ro compagno, non appartenente al gruppo dei soliti, estemporanea-mente invitato alla partita.La coppia avversaria, tecnicamente validissima, sa gi di dover impie-gare le proprie abilit nel perdere ad ogni costo.La partita inizia. Il giocatore oc-

    casionale ignaro, in un imbarazzo crescente, presto scopre di essere destinato a vincere per volont del proprio compagno, che alla fine del gioco gli svela, che quel giorno ed a quel gioco, avrebbero vinto comun-que.Limmeritevole vincita della partita da parte delloccasionale coppia, ovviamente il segno dellinfluenza del personaggio principale, che su-pera, anche illogicamente, la forza dei fatti.Il giocatore oc-casio-

    nale, ormai non pi ignaro, ma vin-citore, realizza che a quel tavolo, il gioco, lo decide solo il personaggio principale, con il quale, se si aspira ad essere, o meglio, apparire vincen-ti, assolutamente opportuno gio-care in coppia.Il messaggio, inequivocabile, senza proferir parola alcuna, stato tra-smesso con il segno.Il racconto narrato, trasfigura in metafora se applicato a vicende concrete di vita vissuta, cos come, per rimanere nel campo didattico, la storia della revoca dellatto di revo-ca del contributo di quattrocento-mila euro, della ex Provincia Regio-nale di Caltanissetta, al Consorzio

    Universitario.Nel caso che ci occupa, il tavolo da gioco si materializzato nellau-la del Civico Consesso Nisseno. Il personaggio principale, predefinito per la vittoria, stato, in questo rac-conto, interpretato dal nostro Primo Cittadino.Per comprendere meglio, occorre fare un passo indietro. Alcuni giorni or sono, stata diffusa la notizia del disimpegno finanziario a favore del Consorzio Universitario, da parte della ex Provincia Regionale nisse-na. Dando seguito della mobilitazio-ne bipartisan delle forze politiche, il Governo Regionale, giustificando il fattaccio come un autonomo provvedimento gestionale di ini-

    ziativa del Commis-sario Straordinario,

    rassicura pub-blicamente sulla garanzia delle

    necessarie coper-ture nella prossima

    finanziaria. Il problema si quindi risolto, come da

    copione, in una trama gi in-terpretata nei consorzi di Trapani

    ed Agrigento.Ma la partita, di fatto gi vinta, pre-cedentemente organizzata di tutto punto, si gioca ugualmente.Il ruolo del vincitore ignaro che gioca, suo malgrado, in coppia con il Primo Cittadino, lo interpreta la parte prevalente degli attori politici di ogni colore, presenti in aula con-siliare. Molti di loro, per la verit, puntavano su un rilancio che, con delusione dei pi, il gioco non ha consentito. La posta per il Consor-zio era ed rimasta di 400.000 euro. Il ruolo della coppia predefinita a perdere, lo interpretano il Presiden-te della Regione ed il Commissario della Provincia. Tra cordiali scher-maglie dal sapore dei gesti mutuali

    tra coppie di maturi giocatori, ar-riva dinnanzi ad un poco sorpreso pubblico, latteso annuncio. Latto di revoca del finanziamento di 400.000 sar ritirato.Messaggio passato.Sulla diuturna vicenda di un prov-vedimento amministrativo, sfuggito alla vigilandi politica del Governo Regionale, ma aggiustabile con un semplicissimo scambio di PEC, si significata, anzi celebrata unaltra celeberrima metafora, del topolino che sconfigge lelefante. La vittoria del nostro piccolo, piccolo Gover-no Cittadino, sul gigantesco ma per loccasione, debole, Governo Regio-nale, guidato da un Presidente dalla certamente migliorabile performan-ce politico amministrativa, ma che nella partita giocata a Caltanisset-ta, stato, forse immeritevolmente, considerato con maggior peso da chi lo ha contestato apertamente, rispetto a quanti lo hanno predefini-to, stavolta senza sola sua colpa, nel ruolo di chi doveva, in ogni caso, perdere.Per tornare alla didattica, non pu darsi che un bel dieci ai giovani stu-denti del Consorzio Universitario, per aver avuto lintuizione di de-criptare per tempo le informazioni, declinando cos dallinvito a rive-stire il ruolo di giocatore vincente ignaro, lasciato invece occupare agli adulti presenti in aula, esperti di molto altro, ma digiuni di semioti-ca. Agli stessi ragazzi va altres con-ferita la lode, per aver dimostrato di sapere, che la briscola in quattro un divertente e stimolante gioco di societ, ma listruzione tuttaltra cosa.

    di Andrea Milazzo

    Fatti & Riflessioni

    La leggenda dellignaro vincitoredi una briscola in quattro

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  • Gennaio www.ilfattonisseno.it 5

  • www.ilfattonisseno.it6 Gennaio

    Dossier che scottano. E puzza-no. Perch esalano miasmi di mala gestio del mondo che ci circonda. Uno scempio. Un ambiente mortificato, inquinato, eternamente violato. Nel nome del disprezzo di ogni regola perch niente venga preservato da queste parti. Assoluto oscuranti-smo, il giudizio tranchant di uno come Luigi Leghissa, friulano di Udine e catapultato nel soleggiato e contami-nato entroterra di Sicilia. Era lottobre del 2013. Destinazione: quarto piano, Procura della Repubblica di Caltanis-setta. Aggregato alla Direzione distret-tuale antimafia. Sulla sua scrivania ci sono molti fascicoli che raccontano di un territorio violato e abusato. Faldoni che svelano il disinteresse verso leco-sistema e di un menefreghismo istitu-zionale che un po per dolo, un po per lassismo - non applica e non fa ri-spettare con rigore norme e direttive. Il sostituto procuratore Leghissa in ma-gistratura dal 1985 e un trascorso negli uffici giudiziari di Gorizia, Belluno e Udine un attento analista dei reati ambientali che vengono silenziosa-mente consumati nel Nisseno. Tanto da chi governa, quanto da chi vi abita. Ha messo sotto inchiesta o mandato alla sbarra funzionari pubblici disattenti, tecnici di societ poco vigili, lavaggisti non in regola, imprenditori sporcac-cioni. A Caltanissetta come in Friuli, di mal dambiente si pu ammalare. E morire. Ho avvertito un grande paradosso in Sicilia, dove rispetto al nord-est c molta lentezza nelliter del-le decisioni che riguardano lambiente. Grandi ritardi nella risposta della Pub-blica amministrazione, pur in presenza di professionalit apprezzabili. Non soltanto un problema di rilascio delle autorizzazioni, ma soprattutto cultu-rale osserva il magistrato -. Ci di-mostra una scarsa sensibilit verso la propria terra in cui si vive, si mangia, si procreano figli e i cittadini non si pre-occupano di preservare i luoghi che gli appartengono. Sul banco degli impu-

    tati, quindi, anche luomo. Ne convinto Luigi Leghissa, abituato com a individuare i responsabili. La popolazione ritiene che tutelare lambiente sia un problema di secondo ordine. Non sollecita, non protesta, anzi ha un approccio fatali-stico, una sorta di accondiscendenza al mancato rispetto delle norme. Ed ecco che se un sindaco, un assessore, un dirigente, un presidente della Re-gione latita, alla porta bussa la Giusti-zia. Avvisi di garanzia, rinvii a giudizio, perizie, sopralluoghi, perquisizioni. Processi molto spesso lunghi. Ma, av-

    verte il pubblico ministero della Dda nissena, la magistratura non pu es-sere supplente degli enti istituzionali, bens pu avviare una sensibilizzazio-ne attraverso lazione penale. Ma basta lo spauracchio di una inchiesta, di una raffica di indagati e di sigilli per cam-biare il corso (inquinato) delle cose? un messaggio che la magistratura lan-cia anche allopinione pubblica, guar-dando alla sua educazione e sensibiliz-zazione e non soltanto alla repressione risponde il magistrato friulano ma imprescindibile la formazione di una maggiore coscienza da parte di ciascu-no. Anche lInformazione ha un ruolo cruciale: tanti non sanno quale iter se-guire per aprire una attivit, quali nor-

    me osservare e quali conseguenze va incontro se non le rispetta. Tu devi esigere che il Comune, lAto e la Regione tutelino lacqua che bevi, il posto in cui vivi, laria che respiri. Con le nuove norme introdotte dalla legge 68 del 2015, il legislatore ha disposto pene pi severe per chi inquina o altera, in maniera pi o meno irreversibile, la biodiversit o il singolo ecosistema soprattutto per quegli amministratori e imprenditori consapevolmente inadempienti. Ma

    le Procure sono in grado di affronta-re questa battaglia, prima culturale e poi giudiziaria? La nuova legge una sfida che i magistrati devono cogliere per una maggiore consapevolezza del-la salvaguardia ambientale. Posso dire che nella realt in cui opero non abbia-mo evidenze per parlare di ecomafie, ma gran parte dei reati ambientali sono derivati o comunque sono favoriti da ritardi e carenze degli organi ammini-strativi deputati ai controlli istituziona-li e sono riferibili a imprenditori e ope-ratori economici. Disappunto di un forestiero che, appesa la toga, ama pra-ticare il trekking dallEtna ai Nebrodi. Ma come? Hai una Natura fantastica,

    p a -esaggi mozza-fiato e mari incantevoli e non ti preoccupi di salvaguardarli?. Una crociata che un pubblico ministe-ro non pu condurre in solitudine. S, perch se le competenze del magistrato devono aprirsi al sapere delle scienze naturalistiche, essenziale il confronto con gli esperti del settore ma non pu essere sempre una Procura a offrire spunti. Esistono organismi ed autorit specifici che devono o dovrebbero ga-rantire la sanit pubblica e preservare lambiente che ci circonda. Ciascuno pu dare il suo contributo e deve farlo. In questi anni di indagini contro il ma-laffare, il sostituto procuratore della Dda stato affiancato dal Nucleo Am-biente e Sanit della Procura, un pool composto da vigili urbani e forestali specializzati nel contrasto ai crimini ambientali, e dai Carabinieri del Noe di Palermo. E cita alcune indagini da lui coordinate, qualcuna ancora in iti-nere e altre gi approdate in Tribunale. Dallaffaire della discarica di contrada Stretto a Caltanissetta, agli impianti di depurazione fuorilegge al punto che molti Comuni scaricano, tuttora, i re-flui fognari nei fiumi. Opl, il disastro ambientale servito. Fino agli autola-vaggi che scaricavano anche metalli nelle fogne sparse tra il capoluogo, San Cataldo e Riesi dove sono parole di Luigi Leghissa ho trovato una situa-zione di assoluto oscurantismo sul rila-scio delle autorizzazioni. Su questa ma-teria c stata una mancanza di sensibi-lit. Dopo i sequestri degli impianti, le

    iscri-zioni nel registro degli indagati e le proteste dei gesto-ri scattato il sollecito dei Comuni allex Provincia regionale per metterli a norma. Mi chiedo: solo se nasce il problema allora si pensa a risolver-lo?. O lindagine sui frantoi oleari, la maggior parte di quelli controllati che smaltivano illecitamente le acque di vegetazione nei campi. Tra i dossier pi attuali curati dallAntimafia nissena v quello legato alle bombe ecologiche delle minisere dismesse. Tirate in ballo da pentiti di mafia come scrigni di scorie nucleari, viscere della terra che nascondono segreti e veleni. Tanto da agitare lo spettro dei tumori tra chi vive in questo lembo di terra. Ma tut-to tremendamente vero? Sul sito mi-nerario di Bosco Palo stata eseguita una scrupolosa indagine, ma non sono state rilevate radioattivit n sono stati rinvenuti rifiuti tossici, bens levidente presenza di eternit da smaltire - sostie-ne Leghissa -. Peraltro lo studio elabo-rato dal Registro tumori di Ragusa sul-le patologie tumorali nel centro Sicilia, che tanto allarme aveva sollevato nella pubblica opinione, gi stato oggetto di attenta valutazione da parte di un esperto nelle precedenti indagini della Procura che hanno escluso evidenze epidemiologiche allarmanti correlate alla popolazione del Vallone. Anche qui la malaburocrazia tirata in ballo:

    di Valerio Martines

    Grandi ritardi nelle risposte della Pubblica Amministrazione. anche un problema culturale, scarsa sensibilit verso il territorio

    Limpegno della Legge

    ma... Istituzioni

    Delitti contro lambiente

    silenti

  • Gennaio www.ilfattonisseno.it 7

    Il nuovo articolo 452-bis del Codice Penale

    Legge sugli ecoreati,giudizio positivo del Pg Sergio Lari:

    Risposta efficace contro i trasgressoriPene pi severe per chi sgar-ra, sancisce la legge sugli ecoreati. E il ventaglio dei nuovi delitti contro lambiente si amplia, introducendo nel codice penale linquinamento ambienta-le, il disastro ambientale, il traffi-co e labbandono di materiale ad alta radioattivit, limpedimento del controllo e lomessa bonifi-

    ca. Il nuovo articolo 452-bis del codice penale punisce linquina-mento ambientale con la reclu-sione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 100.000 euro chiun-que abusivamente cagioni una compromissione o un deteriora-mento significativi e misurabili dello stato preesistente delle ac-que o dellaria, o di porzioni este-se o significative del suolo e del sottosuolo o di un ecosistema, della biodiversit, anche agraria, della flora o della fauna. Sono inoltre previste delle aggravanti: reclusione da 2 anni e 6 mesi a 7 anni se dallinquinamento am-bientale derivi ad una persona una lesione personale; reclusio-ne da 3 a 8 anni se ne derivi una lesione grave; reclusione da 4 a 9 anni se ne derivi una lesione gra-vissima reclusione da 5 a 12 anni in caso di morte della persona. Laddove gli eventi lesivi derivati dal reato siamo plurimi e a carico di pi persone si applica la pena che dovrebbe infliggersi per il re-ato pi grave aumentata fino al triplo, fermo restando tuttavia il limite di 20 anni di reclusione. Il disastro ambientale punito con la reclusione da 5 a 15 anni. Ri-guarda unalterazione irreversibi-le dellequilibrio di un ecosistema; unalterazione dellequilibrio di un ecosistema la cui eliminazione

    risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedi-menti eccezionali; loffesa allin-columit pubblica determinata con riferimento sia alla rilevan-za del fatto per lestensione della compromissione ambientale o dei suoi effetti lesivi, sia al numero delle persone offese o esposte al pericolo. Il disastro ambientale

    aggravato se commesso in una-rea protetta o sottoposta a vincolo o in danno di specie animali o ve-getali protette.Viene punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 50.000 euro il reato di pericolo di traffico e abbandono di mate-riali ad alta radioattivit. Il delitto commesso da chiunque abusi-vamente cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, pro-cura ad altri, detiene, trasferisce, abbandona materiale di alta ra-dioattivit ovvero, detenendo tale

    materiale, lo abbandona o se ne disfa illegittimamente. Giudizio positivo sulla nuova legge stato espresso dal procuratore genera-le Sergio Lari nel suo intervento durante la cerimonia di inaugu-razione dellAnno giudiziario. Lalto magistrato ha infatti spiega-to che allintroduzione di nuove fattispecie delittuose si aggiunge anche il contestuale raddoppio dei termini di prescrizione del reato, diminuzione delle pene per coloro che collaborano con la giustizia ed estensione delli-stituto della confisca allargata ai casi di disastro ambientale e traffico di rifiuti. Ma secondo il Pg di Caltanissetta che fino a pochi mesi addietro ha guidato il pool della Direzione distrettuale Antimafia e seguito molte delle indagini sullambiente - anco-ra presto per potere tracciare un bilancio sullefficacia delle nuove

    norme, tuttavia lintervento del Legislatore deve essere accolto con favore, perch fornisce final-mente una risposta alle tante cri-ticit riscontrabili nel precedente assetto normativo che prevedeva quasi esclusivamente reati di tipo contravvenzionale del tutto ina-deguati a dissuadere e punire i trasgressori, anche in ragione del breve termine di prescrizione che, nella maggior parte dei casi, ren-deva impossibile il superamento dei tre gradi di giudizio.

    Va. Ma.

    dirigenti della Regione Siciliana sotto accusa per non aver fatto il proprio dovere. Bonificare. C invece un filone investigativo in fase di esplorazione da parte dei magistrati nisseni, sui morti per esposizione damianto. Operai im-piegati nelle fabbriche e ammalatisi per avere inalato le fibre cancerogene. Un paio di processi celebrati a Caltanisset-ta contro alcuni imprenditori tirati in ballo per la morte dei lavoratori, sono stati annientati dalla prescrizione dei

    reati contestati. Il tempo, per, ha por-tato al capezzale altre vittime. Stiamo attenzionando i recenti decessi causati da patologie asbesto correlate, taglia corto Luigi Leghissa sullinchiesta dei polmoni contaminati. Il resto rigo-rosamente top secret. Ma un appunto critico lo solleva: A Gorizia ho trat-

    tato oltre 400 casi di morte di operai della Fincantieri. Per ciascun deces-so, un medico di base o una struttura sanitaria trasmetteva alla Procura, in maniera tempestiva, il referto sul de-cesso del lavoratore per consentirci di capire, attraverso lautopsia, se lorigine del tumore potesse essere addebitabile allesposizione alle sostanze pericolose. A Caltanissetta, invece, questo non av-viene perch c una scarsa sensibilit istituzionale e sanitaria sul tema. Man-

    ca un protocollo specifico con lAutori-t giudiziariache consenta di focalizza-re il grande problema dellesposizione a sostanze pericolose nellambiente di lavoro e della origine professionale della malattia del lavoratore. Come dire: non sar la Terra dei fuochi, ma il Paradiso, certo, pu ancora attendere.

    Lo statodella provincia nissena. Lanalisi di Luigi Leghissa, magistrato in servizio a Caltanissetta

    Pene pi severe e si amplia il ventaglio dei delitti contro lambiente. una ri-sposta verso le tante criticit riscontra-bili nel precedente assetto normativo

  • LUniversit italiana non gode di buona salute, soprattutto nel Mezzogiorno. E questo il qua-dro poco rassicurante tracciato dal rapporto 2015 stilato dalla Fondazio-ne Res. Il succo del resoconto gi nel titolo: Nuovi divari, unindagine sulle Universit del Nord e del Sud. Il Bel Paese ha compiuto, nel giro di pochi anni, un disinvestimento molto forte nella sua Universit (in contro-tendenza con il resto dEuropa). Una considerazione corroborata da nume-rosi elementi, in primis il numero di studenti immatricolati che si dra-sticamente ridotto di circa un quinto. Rispetto al momento di massima dimensione (databile, a seconda del-le variabili considerate, fra il 2004 e il 2008), al 2014-15 gli immatricolati si riducono di oltre 66 mila, passando da circa 326 mila a meno di 260 (-20%). Non va meglio ai docenti da poco meno di 63 mila a meno di 52 mila (-17%). E ancora: Il personale tec-nico amministrativo da 72 mila a 59 mila (-18%); i corsi di studio scendo-no da 5634 a 4628 (-18%). Il fondo di finanziamento ordinario delle uni-versit (FFO) diminuisce, in termini reali, del 22,5%, si legge nel rapporto dellIstituto di ricerca su economia e societ in Sicilia, presieduto da Carlo Trigilia. Il dossier offre una fotografia nitida di un sistema al quale mettere mano seriamente, e al pi presto. An-che perch il male che danneggia oggi gli atenei, colpir domani le prospet-tive di crescita e sviluppo dellintero paese. C poi un problema rispetto al raggiungimento di obiettivi europei: toccare quota 40% di giovani laurea-ti entro il 2020. LItalia nel 2014, al 23,9%: questo la colloca allultimo po-sto fra i 28 stati membri; contempora-neamente lItalia si data un obiettivo al 2020 che dubbio raggiunger pari al 26-27%, che continuerebbe a collocarla allultimo posto: alla luce delle dinamiche in corso potrebbe es-sere superata anche dalla Turchia. Se lItalia il fanalino di coda dellUnio-ne Europea, al Mezzogiorno spetta un ruolo analogo nel Paese. La regione con la percentuale maggiore di lau-reati (30-34 anni), il Lazio (31,6%), si colloca su livelli pari al Portogal-lo. Quattro regioni italiane, tutte del Mezzogiorno, sono fra le ultime dieci nella graduatorie delle 272 europee; la Sardegna (17,4%) penultima: la sua

    percentuale di giovani laureati su-periore solo alla regione bulgara del-lo Severozpad, ed poco pi di un terzo rispetto alla Svezia. Alla forte diseguaglianza esistente tra gli Atenei del nord e quelli del Sud si somma anche la concentrazione in unarea ridotta delle eccellenze. Un conto

    avere una differenziazione verticale del sistema degli atenei (cio fra sedi pi dotate e sedi meno dotate) con un certo equilibrio territoriale. Un conto il disegno che si sta realizzando in Italia: con la serie A tutta concentrata in un triangolo di 200 chilometri di lato con vertici Milano, Bologna e Ve-nezia (e qualche estensione territoria-

    le a Torino, Trento, Udine); e la serie B che copre il resto del paese. LItalia a due velocit persiste anche perch a

    incidere sulla qualit degli atenei sono anche una serie di fattori di sviluppo complessivi. In una parola: il diritto allo studio, che versa in una condi-zione descritta senza giri di parole come pessima. Un dato generale che si aggrava nel Mezzogiorno. La spe-sa statale per borse di studio ferma

    da oltre un decennio intorno ai 160 milioni, e cio in sensibile calo in ter-mini reali; ad essa si sommano meno di 120 milioni di interventi regionali. Questo, a fronte di un investimento intorno ai due miliardi in Francia e in Germania e a un miliardo in Spagna. Gli idonei alla borsa di studio sono meno del 10% degli studenti, circa la

    met, in proporzione, rispetto a Spa-gna e Germania, e un terzo rispetto alla Francia. I costi dellistruzione

    universitaria gravano insomma sulle spalle delle famiglie. Un dato chiave riguarda la spesa di 140 euro lanno di tassa regionale per il diritto allo studio indipendente dal reddito. Poco pi del 2% degli studenti assegnatario di un posto alloggio nelle residenze universitarie. E disponibile un posto

    in mensa ogni trentacinque studenti iscritti. I criteri per laccesso alle borse di studio sono stati anche resi recente-mente attraverso una nuova moda-lit di calcolo dellIsee notevolmente pi restrittivi. Al Sud soprattutto la carenza di risorse a penalizzare gli studenti idonei (tantissimi) alla borsa di studio a causa delle cifre basse ero-

    gate dalle regioni. In media, quaranta euro per studente. Per inciso: la met delle somme erogate nellaltra met

    del paese. Lo stesso fa il Fondo Na-zionale. Al Sud la percentuale di stu-denti assegnatari di alloggio meno della met rispetto al Centro-Nord; per ogni posto mensa disponibile ci sono sessanta studenti iscritti, si legge nel rapporto. Tra i fenomeni pi insi-diosi c la cosiddetta mobilit a senso unico: chi si sposta, di norma, lo fa verso il Nord anche quando lateneo pi vicino a casa eccellente perch si guidati dalla prospettiva occu-pazionale. Nel 2014-15 oltre 55.000 studenti si sono immatricolati in una regione diversa da quella di residen-za: rispetto a dodici anni prima c un lieve calo nei valori assoluti e un lieve aumento rispetto al totale, dal 18,2% al 21,4%. La mobilit assume per dimensioni e caratteristiche assai di-verse nelle grandi circoscrizioni del paese. Non di poco conto sono anche la qualit servizi garantiti nelle cit-t universitarie, fatto che chiama in causa anche tanti primi cittadini. Al Nord riguarda il 17,8% degli imma-tricolati, che rimangono quasi tutti (5/6) allinterno della circoscrizione. Al Centro meno rilevante (14,5% degli immatricolati), specie per gli studenti toscani e laziali, ma orienta-ta di pi verso lesterno: met di chi cambia regione va al Nord, un terzo rimane al Centro, un sesto va al Sud. Nel Mezzogiorno la mobilit mol-to maggiore: riguarda il 28,9% degli immatricolati; e quattro su dieci si spostano al Nord e altri 4 al Centro, riporta il rapporto. Il problema dun-que il sistema paese e, dalle note a margine del rapporto, neanche le soluzioni paventate dallesecutivo in favore dellUniversit andrebbero nella direzione corretta. Il rischio una polarizzazione nel sistema. Una domanda, infine, - si legge- molto importante: va assicurato un mag-gior reclutamento, come premio agli atenei migliori? O invece va assicurato un maggior reclutamen-to, per il recupero degli altri? O le due esigenze vanno equilibrate? Le disposizioni normative degli ultimi anni, in particolare con il governo Renzi, tendono, implicitamente ma nettamente, a presupporre la prima risposta. Ma, come si sta tentando di argomentare, cos determinando ulteriori dinamiche di polarizzazione nel sistema. Ne consegue la necessit di uninversione di rotta.

    www.ilfattonisseno.it8 Gennaio

    di Roberta Fuschi

    LUniversit italiana a due velocit:un divario tra Nord e Sud

    Un quadro poco rassicurante tracciato dal rapporto 2015 stilato dalla Fondazione Res

    Fatti & istruzione

  • Gennaio www.ilfattonisseno.it 9

    Il quadro tracciato dal rapporto del-la Fondazione Res non sembra co-gliere impreparato il rettore dellU-niversit di Catania, Giacomo Pigna-taro. Molte delle criticit evidenziate dal dossier, infatti, sono state in pi occasioni segnalate dal rettore etneo. Per risalire la china la strada da seguire, secondo Pignataro, quella di un mas-siccio finanziamento pubblico nel set-tore dellistruzione avvalendosi anche dei fondi europei messi a disposizione del Mezzogiorno. Soldi da destinare al futuro concreto di tanti ragazzi che si vedono derubare ogni giorno del di-ritto allo studio.

    Rettore Pignataro, cosa pensa del quadro tracciato dal rapporto della Fondazione Res sulle Universit ita-liane?Sicuramente si tratta di una fotografia che, nella rappresentazione dei dati,

    certifica una serie di criticit che come conferenza dei rettori abbiamo mes-so in evidenza ormai da tanto tempo. La madre di tutte le questioni rimane quella delle risorse. E chiaro che non ci si pu aspettare di pi da un sistema come il nostro che ampiamente sotto finanziato a causa di una riduzione del finanziamento pubblico del 20% negli ultimi cinque anni partendo da un li-vello che non spiccava in confronto ai contributi spesi dagli altri paesi euro-pei. Noi abbiamo obblighi che riguar-dano la necessit di avere un certo nu-mero di docenti per un certo numero di studenti. Quindi se diminuiscono le

    risorse, il turn over bloccato e i do-centi non sono rimpiazzabili. Anche noi abbiamo registrato una riduzione di docenti del 20% conseguentemente abbiamo esteso il numero dei corsi a numero chiuso e ridotto le possibilit di accesso allUniversit non per una

    cattiva volont degli atenei, ma per-ch oggettivamente la questione delle risorse diventata soffocante per il si-stema e soprattutto direi per il diritto allistruzione universitaria.

    Quali strade si possono intraprende-re per sanare questo gap?Si deve intervenire in diversi modi. La strada principale quella di incremen-tare lentit del finanziamento pubblico anche perch i dati ci dicono che, nel rapporto tra finanziamento pubblico e tasse pagate degli studenti, lItalia brilla per il bassissimo livello di finan-ziamento pubblico e laltissimo livello di tasse universitarie. Quindi la pri-ma strada rifinanziare questo siste-ma. Poi naturalmente c la questione, che interessa in particolare gli atenei del Mezzogiorno, di rivedere il siste-ma di distribuzione di queste risorse. Una strada che riguarda le regioni del Mezzogiorno che ancora oggi hanno a disposizione fondi supplementari da parte dellUe attraverso il fondo socia-le europeo. Bene, quel fondo si utilizzi per sostenere il diritto alla studio per sostenere le borse di studio. Questa una priorit. Noi non cerchiamo soldi per creare corsi inutili, cerchiamo soldi per sostenere il diritto per sostenere il diritto degli studenti a studiare. Le bor-se di studio sono soldi che non passano dallUniversit, ma vengono diretta-mente erogati agli studenti.

    Si parla spesso di valorizzare le eccel-lenze, lei cosa ne pensa?Un paese non vive solo di eccellenze che per definizione sono punte. E tutto il resto che fa? A meno che non deci-dere che in molte parti dItalia si chiu-

    dano gli atenei. E una questione mal posta. Abbiamo bisogno di sostenere listruzione universitaria, cio soste-nere un numero adeguato di ragazze e ragazze che possano iscriversi allU-niversit senza dovere pesare dram-maticamente sulle proprie famiglie o

    rinunciare agli studi perch non ce la fanno. Questa una questione cruciale per il futuro del paese perch non un futuro astretto ma quello di ragazze e ragazzi in carne ed ossa.

    Nel rapporto si evidenzia che spes-so sulla scelta dellateneo pesano le condizioni in cui versa il territorio e i servizi offerti dalle citt universita-rie. Qui chiaro che nella scelta dellUni-versit, come nella scelta di unimpresa di venire a investire o di un professioni-sta di lavorare in un certo posto il ter-ritorio. Si sceglie lopportunit che offre di pi anche come contesto. Viviamo di contesto perch fruiamo dei mezzi pubblici, delle strade che sono pi o

    meno trafficate, dei parcheggi pubblici che possono esistere o meno; cio sce-gliere di svolgere unattivit importante e duratura come lo studio universitario piuttosto che il lavoro in un contesto significa acquistare queste altre cose e quindi importante. A maggior

    ragione quando parliamo di una for-mazione alla quale deve seguire poi il lavoro. Quindi si acquista la possibilit di avere unopportunit seria e concre-ta di un lavoro qualificante e coerente con la formazione universitaria che si intraprende. E un aspetto di assoluta rilevanza La capacit di potere incidere poca, nel senso che lUniversit pu contribuire insieme ad altri soggetti (cosa che a Catania vogliamo fare) a determinare uninversione di rotta nel territorio, cercare di mettere a dispo-sizione il nostro patrimonio di cono-scenze e infrastrutture per consentire alle imprese di insediarsi e svilupparsi nel nostro territorio. Ma non possiamo sostituirci ad altri soggetti.

    R.F.

    La ricetta del rettore Pignataro

    I fondi europei, messi a disposizione del Mezzogiorno, possono agevolare il rapporto tra tasse pagate dagli studenti e sovvenzioni statali. necessario sostenere liscrizione allUniversit

    Serve un massiccio finanziamento pubblico

    Il Palazzo dellUniversit di Catania, sede del Rettorato.

  • www.ilfattonisseno.it10 Gennaio

    Tanto rumore per nulla? Forse no, perch la levata di scu-di in citt per il disimpegno dellex Provincia regionale dal Con-sorzio Universit di Caltanissetta, per circa 400 mila euro lanno, servita a mettere alcuni punti fermi sulla presenza universitaria. Che a dispetto della vulgata che vuole il capoluogo nisseno ormai privato del grande progetto universitario accarezzato tra la fine degli anni 90 e i primi duemila, invece c ed viva

    e vegeta. Solo che ha cambiato mis-sion. Non pi universit dai grandi numeri come era stato ad esempio il corso di Relazioni Pubbliche con lUniversit di Catania ma Ateneo a rete di qualit, che punta su cor-si come Medicina e chirurgia (ci sono tutti e sei gli anni accademici e iscrizioni con bando nazionale), in-gegneria elettrica e nellimmediato futuro il progetto dei corsi di Agra-ria e Ingegneria bio-medica con

    lUniversit di Palermo. I numeri? solo per Medicina ci sono circa 700 studenti, 130 quelli del primo anno.Linteresse per il progetto, fuor di retorica, si manifestato con la presenza di tutte le rappresentanze e le articolazioni istituzionali della provincia nissena e della Regione Siciliana allassemblea pubblica te-nutasi al consiglio comunale di Cal-tanissetta lo scorso 11 gennaio, con il presidente della Regione Rosario Crocetta. Un incontro che servito

    innanzitutto a diradare i dubbi sulla copertura finanziaria delle minori somme provenienti dalla Provincia. Il Commissario del Libero consor-zio di comuni, Alessandra Di Liber-to, si detta disponibile a ritirare la delibera di fine 2015 a fronte di un pari impegno della Regione Sicilia-na grazie a un emendamento tecni-co alla Finanziaria che approder a Sala dErcole a febbraio. Voglio assicurare ha detto Cro-

    cetta - limpegno totale della Re-gione che finanzier il Consorzio Universitario nisseno. Le difficolt delle province sono derivate da tagli ai trasferimenti statali, non stata la Regione. Tagli per 46 milioni dallo Stato alle ex province siciliane e di 1,5 miliardi alla stessa Regione.Un incontro, quello organizzato dal Sindaco Giovanni Ruvolo a cui ha partecipato un pezzo di governo re-gionale, con gli assessori regionali Bruno Marziano e Gianluca Mic-

    cich rispettivamente allIstruzione ed al Lavoro, i deputati Giuseppe Arancio (PD) Giancarlo e Azzurra Cancelleri (M5S), numerosi con-siglieri comunali e segretari dei partiti, il presidente del consorzio universitario, Emilio Giammusso, il direttore del Cefpas, Angelo Loma-glio, il direttore dellAsp 2 Carmelo Iacono con il management al com-pleto, i segretari di Cgil, Cisl e Uil, lex ministro Salvatore Cardinale.A Maggio ha detto lassessore al Lavoro e deputato Gianluca Micci-ch - ci sar il rinnovo degli organi che ad oggi hanno lavorato risolven-do i problemi. Chi d suggerimenti portatore sano di interessi di parte. Solo le istituzioni e gli organismi co-stituiti possono portare avanti lin-teresse di tutti.

    Sul tavolo nei mesi scorsi c stata li-niziativa di una facolt di Medicina di inter-ateneo con la Kore di Enna. Unipotesi che qualcuno ha acca-rezzato fin quando le note vicende giudiziarie che hanno riguardato la Fondazione Proserpina, tali aspi-razioni si sono raffreddate, sebbe-ne Uni Kore non avesse nulla a che vedere con queste vicende. Anche perch non era proprio conveniente ci che la Kore di Enna offriva. Una convenzione di inter-ateneo che per

    sei anni manteneva il Corso di Lau-rea di Medicina a Caltanissetta con lUniversit di Palermo, al termine dei quali lAteneo ennese ne avrebbe assunto la titolarit. Ma a quel punto chi avrebbe garantito la permanenza dei corsi nel capoluogo nisseno?Per Angelo Lomaglio, direttore del Cefpas che ospita le lezioni e gli al-loggi degli studenti nel campus uni-versitario nisseno, bisogna lavorare in ambito progettuale con la Kore, ma non partendo da una condizio-ne di debolezza. Dobbiamo pensa-re innanzitutto a costruire un forte rapporto con i tre poli universitari della Sicilia, che fanno parte dellA-teneo a rete di Palermo. Si tratta dei Consorzi Universitari di Agrigento, Caltanissetta e Trapani che devono operare, secondo Lomaglio, allin-terno della stessa programmazione universitaria, dando forza e sinergia a un progetto che non ha ragioni di competizione. Il polo di medicina esiste solo a Caltanissetta e il polo sanitario non esiste n ad Agrigento n a Trapani cos come Ingegneria elettrica. La terza opzione su cui si sta lavo-rando anticipa Lomaglio - quella di attivare corsi di Agraria, specia-lizzandosi sulla vocazione dellarea centro meridionale dellisola. In tal

    senso lAssemblea del Consorzio ha deciso di partecipare a un incontro tra pochi giorni con i rappresentanti dei Consorzi universitari di Agri-gento e Trapani. Per costruire un progetto che pu portare a un con-fronto di interateneo con la Kore, ma un passaggio successivo. Non c una pregiudiziale, ma dobbiamo andare a un confronto con una po-sizione di forza maggiore. Del resto le parole pronunciate a Caltanisset-ta dal Rettore di Palermo, Fabrizio

    Micari, dovrebbero incoraggiare a seguire questa strada. Universit anche universit del territorio ha detto Micari Palermo agisce su Agrigento, Trapani e Caltanissetta, bacini di giovani e intelligenze che non possiamo che coltivare, permet-tendo la crescita del territorio.Lassessore allIstruzione, Bruno Marziano ha garantito che a breve lErsu potr spostare otto unit di personale dalla sede di Catania per aprire e rendere fruibile la casa dello studente gi pronta nellex convento San Domenico che doveva essere aperta a dicembre. Ma c stato un intoppo, i dipendenti in quest\ione sono comandati dallEas che deve pronunciarsi sul trasferimento.Dopo aver risparmiato adesso vie-ne la fase dellinvestimento, ha detto in aula il presidente del Consorzio universitario, Emilio Giammusso. Il campus al Cefpas rappresenta il tassello per costruire il campus bio-medico. Mi pare che per le intenzioni emerse ci sono tutte le condizioni. Abbiamo deliberato di riprendere il progetto del polo sanitario di scienze infermieristiche, la realizzazione di master in bio-ingegneria. Ed gi in corso un master con il Dipartimento regionale attivit produttive sul mar-keting.

    Linter-ateneo con la Kore di Enna oggi non con-viene. Meglio puntare sul distrettobio medico con lAteneo a rete e lUniversit di Palermo

    Dalla sommossa per il disimpegno dellex Provincia nata unassemblea con le massime autorit politiche da cui sono emersi interessanti spunti per il futuro dellUniversit a Caltanissetta

    LUniversit che c e che molti nisseni fanno finta di non vedere

    di Alberto Sardo

  • Gennaio www.ilfattonisseno.it 11

    Apre a Caltanisset-ta, in Via Rosso di San Secondo n. 30 (di fronte al Genio Civile) il nuovo Polo Didattico dellUniversit Telema-tica Pegaso. Istituita con Decreto MIUR del 2006, la Pegaso un Ateneo co-struito sui pi moderni ed efficaci standard tecnologici in ambito e-learning. I tito-li accademici rilasciati dalla Pegaso al termine dei percor-si di studio hanno lo stesso valore legale dei titoli rilascia-ti dalle Universit tradizionali.Grazie alla capacit di rispondere in maniera flessibile alle esigenze de-gli studenti, Pegaso (Ateneo che ha aperto in Italia le porte alluniverso del nuovo e-learning) ne intercetta le

    fi-nalit educative

    e lavorative nei percorsi di studio prescelti. Privi di alcun vincolo di presenza fisica, ma costantemente tracciati, i corsi consentono di se-guire allo stesso tempo lo studente e monitorarne il continuo livello di apprendimento, anche attraverso i frequenti momenti di autovaluta-zione.La sua formazione on-line si ca-ratterizza per un raffinato modello pedagogico, per la straordinaria tecnologia disponibile (aggiornata agli standard evolutivi che quoti-dianamente si susseguono) e per lequipe altamente professionale che sostiene e accompagna ogni singolo studente lungo il percorso accade-

    mico, agevolando il processo di apprendimento.Sebbene lE-University Pegaso

    a b -batta le conven-

    zionali barriere spaziotemporali, promuovendo una completa libert di fruizione, non rinuncia alla pros-

    simit territoriale istituendo nume-rosi punti di riferimento ai quali rivolgersi per un confronto diretto

    e un immediato riscontro inter-personale.A Caltanissetta possibile rivol-gersi al nuovo E-learning center point Atena s.r.l.s. con sede in Via Rosso di San Secondo n. 30, tele-fono 0934 681528, email: info@

    unipegasocaltanissetta.it Negli anni in cui i Nativi Digita-li fanno il loro ingresso nelle Uni-versit Italiane, Pagaso si evolve

    e diventa il precursore del nuovo modo di intendere la formazione in e-learning: lUniversit diven-ta senza barriere, aperta e libera, senza corsi a numero chiuso e con iscrizioni sempre aperte.Al discente inoltre offerta la

    possibilit di studiare quando vuole, dove vuole e di sostenere gli esami anche a Caltanissetta.Nuove tecnologie, nuove interazio-ni: lUniversit Telematica Pegaso, cogliendo i reali bisogni della socie-t e dei lavoratori, ha elaborato una vasta gamma dei percorsi didattico/formativi per favorire linserimen-to nel mercato del lavoro e/o per potenziare la crescita professionale

    per coloro che sono gi inseriti nel mondo del lavoro.Lofferta formativa Pegaso com-prende: 4 Corsi di Laurea trienna-li (Scienze dellEducazione e della Formazione, Economia Aziendale, Scienze Motorie, Ingegneria Civi-le e Scienze Turistiche); 3 Corsi di Laurea Magistrali biennali (Scienze Pedagogiche, Scienze Economiche,

    Management dello Sport e delle at-tivit motorie); un Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico (Giurispru-denza); oltre 200 corsi post laurea e post diploma, tra Master di I e II livello, Alta Formazione, Perfezio-namenti, Certificazioni informati-che Eipass, Certificazione di lingua inglese, Certificazione di lingua ita-liana per stranieri.Come si studia. Il discente dispone:

    del testo scritto della lezione (con riferimenti bibliografici e note); delle diapositive (arricchite da testi, tabelle, immagini, grafici) commen-tate in audio dal docente; dei filmati delle lezioni; delle esercitazioni di autovalutazione per la verifica dello stato di apprendimento.Ogni studente partecipa inoltre alle attivit della propria classe virtuale, coordinata da tutor esperti, e viene

    seguito dal titolare della disciplina che responsabile della didattica. Come si sostengono gli esami. La verifica di profitto finale si svolge in presenza presso le nostre sedi sul territorio nazionale, tra le quali an-che Caltanissetta, ed affidata alla Commissione nominata dal Rettore. Nellambito di ogni corso, gli stu-denti sono sottoposti, per ciascuna

    disciplina, ad una prova in itinere, obbligatoria ma non determinante per lammissione allesame finale, allo scopo di monitorare costante-mente lapprendimento.Le prove possono essere costituite da: test (a risposte chiuse, a risposta aperta, a scelta multipla, etc.) eser-cizi; simulazioni; elaborati di tipo progettuale.

    Tra lofferta formativa della Pegaso rientra anche la possibilit di sostenere singoli esami uni-veritari, oppure integrare in alcune materie determinati crediti formativi.

    Unopportunit unica per i laureati che vorranno accedere al TFA e ai prossimi concorsi per linsegna-mento.LUniPegaso viene incontro anche ai Docenti che vogliono aggiornar-si e salire in graduatoria, nel Polo

    Didattico di Caltanissetta, Atena srls sar infatti possibile ottenere le seguenti certificazioni: Eipass (dal valore di 2 punti), In-glese B2 (dal valore di un punto), LIM (dal valore di 2 punti), Master Universitari (dal valore di 3 punti).

    Corsi universitari e non solo ...

    Universit telematica senza corsi a numero chiuso e con iscrizioni sempre aperte

    LUniversit telematica Pegaso

    adesso anche a Caltanissetta

    Comunicazione commerciale

    UNIPEGASO ecp Polo Didattico CALTANISSETTAATENA srls - via Rosso di San Secondo 30 Tel/Fax 0934 681528 email: [email protected]

  • www.ilfattonisseno.it12 Gennaio

  • Gennaio www.ilfattonisseno.it 13

    Una scuola istituzionale, che tra libri, quaderni e banchi di scuola riesce a coinvolgere insegnati e studenti con un semplice click, nellimmediatezza del multi-mediale che oggi ha sostituito il vec-chio pallottoliere di legno sopra la cat-tedra dellinsegnante con la bacchetta.Cambiamenti di un sistema che tro-vano spazio sulla scrivania di quello che un tempo veniva chiamato il provveditore, Filippo Ciancio, un insegnate prima che un dirigente tec-

    nico con funzioni ispettive che ama lavorare con la porta aperta perch secondo lui linterazione la base su cui si fonda ciascun rapporto: dal do-cente al personale della scuola. Sono un ingegnere, insegnavo siste-mi automatici elettronici allistituto tecnico di Piazza Armerina, afferma

    il dirigente tecnico con funzioni ispet-tive a capo di due presidi organizzativi quello di Caltanissetta ed Enna. Inse-gnare mi manca parecchio prosegue - una professione che amavo, ero mol-to severo con i miei studenti ma que-sto non mi ha impedito di instaurare dei bei rapporti con i miei ex alunni che a distanza di anni ricordano an-cora le mie lezioni.

    Adesso pi che mai, infatti, il ruolo di Ciancio diventato centrale nel mondo della scuola soprattutto du-rante un anno che lui stesso definisce particolare perch inaugura la rifor-ma della Buona Scuola di Renzi. Nel 2016 infatti circa 400 insegnati passati di ruolo sono entrati a far parte della graduatoria di inserimento riducendo in questo modo il fenomeno del pre-cariato che per anni ha attraversa-to numerosi insegnati dItalia.Trasformazioni che hanno po-sto il preside a capo di unazien-da, un manager che gestisce le risorse (i docenti) e le micro organizzazioni (le classi) pro-gettando attraverso obiettivi prioritari che sono propri del-la legge 107 del 13 luglio 2015 con il suo aumento delle ore di alternanza scuola-lavoro, un team di professori che potr essere utilizzato dal dirigente scolastico per rispondere alle necessit organizzative e didattiche dellistituto. Un ruolo manageriale, dunque, quello del dirigente scolastico che deve amministrare, vigilare e garantire che gli in-

    segnanti traccino un percorso di studi che possa adeguatamente formare i propri allievi. Ed qui che leducazio-ne e la formazione diventano centrali per incentivare i docenti a contrasta-re il cattivo funzionamento di quelli che potremmo definire gli ingranag-gi della macchina organizzativa della scuola. un nuovo modo di amministrare

    la classe, quella presentata da Cian-cio, unesperienza che deve neces-sariamente partire dal basso dal pi piccolo anello della catena fino ad arrivare alla Scuola dove allinterno c una fitta rete di studenti, insegnati, dirigenti scolastici tutti da formare e informare.Per fare questo per afferma Cian-cio importante creare sinergia ed

    uno dei miei obiettivi quel-lo di stringe-

    re rapporti con la Prefettura e lAnm (Associazione Nazionale Magistrati) tessere la trame della tela dellinclu-sione scuola-lavoro. Oggi assistiamo ad imprese che stanno ragionando in termini di investimento, un esempio potrebbe essere quello del Jobs Act, vale a dire, l apprendistato. Dal se-condo anno di scuola superiore, infat-ti, il ragazzo potr essere assunto da

    unimpresa ed 1-2 volte a settimana svolgere attivit aziendale. La moti-vazione, lalternanza scuola lavoro , dunque, un incentivo per avvicinare gli studenti alla professione, la stessa che nel frattempo sognano tra i ban-chi di scuola. Un modo di educare al passo con i tempi, dunque, che deve fare i conti con un modo di comunicare che da ventanni a questa parte diventato via via sempre pi immediato. La tec-nologia oggi d lopportunit di met-

    tersi in contatto in tempo reale da

    una scuola allaltra, da una provincia allal-tra; le mail hanno preso il posto delle vecchie circolari scolastiche, il registro elettronico comunica in tempo reale il profitto e la condotta degli studenti. Non posso non affermare che oggi comunicare diventato pi sempli-ce nellinteresse della collettivit, ma questo non significa che sia pi facile gestire i rapporti con i singoli presidi e insegnanti - spiega il dirigente tecnico Ciaccio riferendosi alle centinaia di mail che riceve quotidianamente dai dirigenti dei presidi di Caltanissetta ed Enna. Oggi la mia attivit dufficio appartiene al mondo dellinformatica, racchiusa in un computer aggiunge Ciancio.Una mole di lavoro difficile da gesti-re, dunque, ma che al tempo stesso accorcia le distanze, quelle di cui cia-scun insegnante deve necessariamen-te liberarsi per poter interagire e quin-di formare ciascuno studente.Ed proprio questultimo il prota-gonista di quello che rappresenta la

    grande macchina organizzativa scola-stica. Le sue capacit, le sue attitudini, non fanno dello studente un conteni-tore da riempire dinformazioni ma un individuo dentro una classe, com-pagno di banco di altrettanti individui da formare, educare. Tanti i compiti che il docente deve portare avanti, in sinergia con gli allievi: valorizzare le eccellenze, sostenere coloro che sono carenti in alcune materie attraverso i cosiddetti corsi di recupero, stilare per ciascuno di loro un progetto educati-vo personalizzato, una sorta di carta didentit dello studente. Per fare questo occorre seguire un

    modello alla base del quale c una paro-la dordine: disciplina. Un termine forse poco amato dagli studenti- so-stiene Filippo Ciancio - ma quando penso alla

    disciplina e al rigore non posso non dimenticare la mia esperienza in un liceo ungherese. stato davvero interessante notare come in ciascuna classe non vi fosse-ro dei semplici banchi posti

    uno accanto allaltro e di fronte la cattedra dellinsegnante ma delle tavole rotonde dove i com-pagni potevano interagire per creare nuovi spunti di riflessio-ne su ogni argomento affrontato in aula. Dialogo ma anche rigore

    quello adottato dallinsegnate che vigila su ciascun allievo esaltandone le loro qualit. Vorrei tanto che tutto partisse da qui, mi piacerebbe adot-tare nelle scuole italiane lo stesso me-todo appreso in Ungheria - prosegue Ciancio - dove valutare le responsa-bilit disciplinari dellinsegnante di-venta essenziale per garantire unade-guata formazione allo studente.Ed ecco che diventa necessario per il dirigente tecnico di Piazza Armerina rispettare le regole anche se non nega che in Sicilia la strada sembrerebbe essere ancora in salita; 550 scuole del mezzogiorno sono problematiche ed proprio l che il ruolo dellinsegnan-te diventa vitale per produrre risultati positivi capaci, ad esempio, di contra-stare il fenomeno della dispersione scolastica afferma il dirigente. la scuola 3.0 quella presentata da Filippo Ciancio, dove a prendere il so-pravvento sono le idee che si trasfor-mano in innumerevoli azioni quali quella di leggere, scrivere, consultare il tablet, lo smarthphone e tutto que-sto in tempo reale. Mille input ma una sola lazione: la form-azione.

    Filippo

    Lo studente non un contenitore da riempire dinformazioni, ma unindividuo da formare

    Il provveditore 3.0Ciancio

    di Fabiola Palmigiano

    Fatti & Scuola Lintervista

    La scuola del futuro: disciplina e tecnologia

  • www.ilfattonisseno.it14 Gennaio

    Siamo giunti anche questanno al momento in cui dirigenti e docenti degli istituti superiori si adoperano a pubblicizzare la pro-pria scuola, a presentare la propria offerta formativa, a fare stampare manifesti e locandine, brochure e ancora a parlare con ragazzi di 13 anni di terza media e con i loro geni-tori per convincerli a iscriversi nella propria scuola. Penso che sia vera-mente difficile per un ragazzo di ap-pena 13 anni scegliere la scuola che, in parte, determiner il suo futuro.Si dice che ognuno deve seguire le proprie inclinazioni, ma siamo si-curi che queste inclinazioni talora non siano determinate dal compa-gno che si iscrive in un istituto o dalla famiglia che ha gi scelto per il proprio figlio? Allora, cari ragazzi e genitori, mi permetto, in qualit di dirigente dellIstituto Manzo-ni Juvara, di insegnante che per tanti anni ha accolto nella propria aula scolastica fanciullinidi terza media, timidi e spauriti, di darvi qualche consiglio per la vostra scel-ta futura: - scegliete una scuola in cui i vostri figli potranno gustare la bellezza dellimparare e del crescere come uomini e persone; - scegliete una scuola in cui, attraverso le di-scipline e lo studio, i vostri figli ac-quisiscano autonomia di giudizio e spirito critico; - scegliete una scuo-la che permetta ai vostri ragazzi di esprimere se stessi, nel manifestare emozioni, inclinazioni ad essere ed agire in modo autentico e sponta-neo; - scegliete una scuola in cui si lavora per creare rapporti costrut-tivi tra insegnanti e alunni, basati sul dialogo e sul rispetto dei ruoli; - scegliete una scuola che prepari alla vita, allenando i giovani e svi-luppando in essi la forza e la tenacia

    che li porti ad affrontare il vivere;scegliete una scuola che sia labora-torio del proprio futuro, che sappia proporsi come alternativa credibile a molti modelli sociali stereotipati, preconfezionati e vincolanti; -sce-gliete una scuola che educhi alletica dei valori e della responsabilit, una

    scuola dellinclusione e della parte-cipazione, delle opportunit.LIstituto di Istruzione Secondaria Superiore Manzoni Juvara con i suoi LICEI vi da unampia possibi-lit di scelta.Il liceo Manzoni con la sua sede a Caltanissetta si caratterizza per la presenza di tre indirizzi.

    LICEO DELLE SCIENZE UMANE: Lantropologia culturale, la psicolo-gia, la sociologia, la pedagogia con-corrono, insieme con le altre disci-pline del piano di studi, a sviluppare negli alunni quella competenza re-lazionale che risulta strategica oggi allinterno della societ che definia-

    mo non solo della conoscenza ma anche complessa e liquida. La competenza pi importante, oggi, nella nostra societ appunto quella di sapersi continuamente rimettere in gioco attraverso la capacit di en-trare in relazione con se stessi, con gli altri e con il mondo ed quella competenza di fondo trasmessa dal

    Liceo delle Scienze Umane.

    LICEO ECONOMICO SOCIALE: si caratterizza per la centralit delle scienze giuridiche, economiche e sociali, per lo studio di due lingue straniere ( inglese come prima lin-gua e, a scelta, francese e spagno-

    lo), e per il ruolo della disciplina Scienze Umane che si identifica per la sostituzione della Pedagogia con Metodologia della ricerca. Lo studente, attraverso lo studio delle discipline che caratterizzano il liceo economico sociale, acquisisce com-petenze nellambito delle diverse metodologie di ricerca e, in parti-

    colare, si impadronisce dei metodi e dei modelli della ricerca nel campo delle scienze economiche sociali e antropologiche sia di tipo quantita-tivo che qualitativo con particolare riferimento alla elaborazione dei dati, allincrocio delle variabili e alla costruzione di modelli rappresenta-tivi. Il Liceo economico sociale, in un contesto storico in cui si discute dellesigenza di curvare il mercato in senso umanistico, rappresenta un percorso liceale originale e al passo con i tempi.

    LICEO MUSICALE : rappresenta la novit nel campo dei Licei, istituito con la riforma Gelmini.Unico nella provincia di Caltanis-setta, il percorso indirizzato allap-prendimento tecnico- pratico della musica e allo studio del suo ruolo nella storia e nella cultura.Lo studente guidato ad approfon-dire e a sviluppare le conoscenze e le abilit e a maturare le competenze necessarie per acquisire la padro-nanza dei linguaggi musicali sotto gli aspetti della composizione, inter-pretazione, esecuzione, maturando la necessaria prospettiva culturale, storica, estetica, teorica e tecnica. Il Liceo musicale, in quanto liceo, mira alla formazione umana dellin-dividuo e la formazione dellessere non pu prescindere dalla musica che Aristotele teneva in grandissi-ma considerazione giudicandola un contributo prezioso alleducazione dei giovani.Il liceo trova naturale continuit nei corsi di studio triennali e bienna-li dellAlta Formazione Artistica e Musicale (AFAM) presso i Conser-vatori di Musica e assicura laccesso a qualsiasi indirizzo universitario. Vi aspettiamo.

    ManzoniScienze Umane, Economico Sociale e Musicale

    Tre indirizzi per il Futuro

    Una festa a sorpresa per un compagno di classe resa spe-ciale dallatmosfera di condi-visione e gioia che si creata in una classe del Liceo delle Scienze Umane Manzoni.Gli adolescenti, allinsaputa del com-pagno, hanno realizzato un video con musica e immagini che aveva come focus principale lamicizia che in poco tempo i ragazzi sono di primo anno si instaurata nel gruppo.Unesperienza di crescita con scam-

    bio emotivo profondo sia per i do-centi sia per gli alunni nei confronti di un giovane diversamente abile che, come si leggeva nei messaggi augurali, riesce ad essere la nostra forza, capace di tirarci sempre su il morale quando siamo tristi e di en-trare nei cuori di chi lo ha conosciuto diventandone il nostro sorriso.Frasi toccanti ed emozionanti, scritte che mostrano come la diversit pos-sa essere un arricchimento per tutti: alunni e docenti.E stato un gesto spontaneo han-

    no commentato i compagni, frutto di uniniziativa calorosa che di-ventata un naturale mezzo di co-municazione e di espressione e che ha visto il riconoscimento da parte della dirigente di ci che significhi concretamente la parola integrazio-ne: non unutopia ma una risorsa allinterno della classe, una presenza significativa, uno stare bene insie-me, guardando laltro non con come un diverso, bens una persona che ci fa cogliere la bellezza della vita con occhi diversi.

    Abili ad amare:quando lintegrazione non unutopia

    Istituto ISS

    Manzoni - Juv

    ara

    di Giuseppina Mannino

    di Rosa Scarsi

  • Gennaio www.ilfattonisseno.it 15

    Mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sulle attivit extra-curricolari che si svolgono nella nostra scuola. Non ricordandole tutte, ho chiesto aiuto alla gentilissi-ma, preziosissima e precisissima prof Rosalba (siamo anche mezzi parenti). Caspita! Mi ha inviato un elenco che non finisce pi. La collega ha diligen-temente distinto fra attivit svolte nello scorso anno scolastico, e programmate per il prossimo, e le seconde sono pi numerose delle prime! Confesso un attimo di confusione: corro il rischio di scrivere, piuttosto che un articolo, un elenco telefonico; eppoi, da dove comincio? Anche qui mi soccorre la mia mezza-ma-bravissima parente ca-talogando il tutto per aree.Per prima (fra le prime), larea lin-guistico-letterario-storica, con il se-guitissimo Incontro con gli autori nellambito del Progetto Lettura; ma c

    anche il Laboratorio Lettura dedicato a Leonardo Sciascia; e tutte le sentite celebrazioni delle Giornate Mondiali: della Memoria, delle Foibe, e contro la violenza sulle donne.Passiamo alla mia area, quella musica-le: anche lanno scorso la nostra sen-sibile dirigente, con la collaborazione della collega prof Rosa Maria e dellI-stituto di Alta Fomazione Artistica e Musicale V. Bellini di Caltanissetta, ha organizzato una stagione concer-tistica, La musica nellanima, che ha dato occasione di esibirsi anche a gio-vani e talentuosi musicisti del nostro territorio; oltre ad una rassegna di con-certi concertati fra la nostra scuola ed altre della citt.I Progetti Trasversali di Educazione alla Salute, che hanno coinvolto aree diverse: Pillole per il Cuore, Note per

    la Mente (Associazione Cuore Chia-ro); Club Service per lAssociazione per la Sclerosi Multipla (Lions); e tutti i progetti realizzati in collaborazione con lAzienda Sanitaria Provinciale (Prevenzione delle tossicodipenden-ze, La relazione e laffettivit, Edu-cazione alla sessualit responsabile, Educazione alimentare), finalizzati a rendere i nostri ragazzi pi consapevoli e, dunque, pi preparati ad affrontare i rischi connessi alla loro fase di crescita.C anche lEducazione alla legalit e alla cittadinanza, e qui abbiamo chiesto ed ottenuto la coinvolgente collabora-zione della Guardia di Finanza (Lega-lit economica), della Polizia di Stato (Cyber Bullismo), del Tribunale di Caltanissetta (Educazione alla Giu-stizia Civile), della Caritas e Pastorale Giovanile (Consumo Critico ed Espe-rienze Ecosostenibili), tutte tematiche attualissime e, quindi, di impatto im-

    mediato; compresa lultima, Spazio Pubblico e Democrazia: gloria, degra-do, e riscatto delle piazze dItalia.Altre interessanti attivit: il progetto di Ricerca Sociale sulle Nuove dipen-denze, svolto in collaborazione con lAssociazione Casa Famiglia Rosetta, e il Laboratorio di Ricerca Psico-Socia-

    le sulla gestione delle emozioni, con il sostegno dellASP di Caltanissetta.Dobbiamo anche promuovere le ec-cellenze, ed ecco la partecipazione ai Giochi di Archimede e ai Giochi Matematici del Mediterraneo: per i pi scienziati.Non ci siamo fatti mancare nemme-no un Progetto PON (Programma Operativo Nazionale), per di quelli belli corposi, realizzato tramite i Fon-di Strutturali Europei nellambito di unampia rete territoriale (S. M. S. G. Carducci di San Cataldo, II Circolo Didattico L. Sciascia di Caltanisset-ta, Liceo Artistico F. Juvara di San Cataldo, Licei Scienze Umane, Econo-mico Sociale e Musicale A. Manzoni di Caltanissetta, Associazioni Nuova Civilt, Geoagriturismo e Avventura Natura di Caltanissetta): AttivaMen-te, percorsi motivazionali proposti mediante lapporto delle discipline ar-tistiche e musicali.E per il prossimo anno scolastico? Di tutto di pi. Oltre alle principali fra le attivit gi citate, i nostri allievi verran-no coinvolti in unampia e diversificata gamma di progetti che spaziano dalla didattica delle culture classiche, al te-atro, alla twitteratura, masterclasses/concerti tenuti da prestigiosi enti stra-nieri, collaborazioni con RaiRadio3, Vigili del Fuoco, la trattazione di temi sociali tramite larte, ed anche scambi culturali e programmi di studio con soggiorno allestero finalizzati al poten-ziamento delle competenze in lingua

    straniera Pi attivi di cos!Ci sarebbero anche le attivit comprese nel PTOF (Piano Triennale dellOfferta Formativa), ma magari ne parliamo di presenza.Se tanta abbondanza non vi sembra sufficiente, visitate la nostra pagina fa-cebook Liceo Manzoni Caltanissetta.

    Attiviamo attivit attivandoci attivamente

    LICEO MANZONI - SCUOLA APERTASabato 30 gennaio 2016 - Sabato 13 Febbraio 2016

    dalle 8.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 19.00Caltanissetta - v. le Trieste, 169

    Tel. 0934 59.89.09/55.42.34 - e-mail: [email protected] qualunque informazione, rivolgersi allufficio didattica della segreteria

    tutti i giorni in orario antimeridiano.

    Volete mettere un servizio biblio-teca gestito con passione e cura da una collega che sa ascoltare, consigliare e, soprattutto, tra-smettere lamore per la lettura.O il sito web costantemente ag-giornato dal nostro tecnologico professore Nino, che sa anche risolvere pazientemente tut-ti i problemi connessi con la gestione del registro elettronico assicurando una comunicazione continua con le famiglie.E che dire della segreteria? Per qualunque necessit potete ri-

    volgervi al signor Giovanni dalla folta chioma (come la mia) che, con cognizione di causa e quel senso pratico che non guasta mai, sapr darvi la risposta giusta al momento giusto; anche per le iscrizioni on line che, se vorrete, curer personalmente, alunno per alunno, direttamente a scuo-la.Se poi aggiungiamo la possibilit della concessione dei libri di te-sto in comodato duso, abbiamo completato il quadro: una scuola al vostro servizio.

    ...e offriamo anche tanti servizi

    di Marco Scivoli

    Il Liceo Musicale Manzoni nasce a Caltanissetta dopo diversi anni di spe-rimentazione. Dal 2013 la scuola superiore di riferimento per tutti gli studenti che intendono coltivare e approfondire una formazione artistica musicale affiancandola alla cultura liceale. Grazie alla centralit geografica della citt il Liceo Musicale rappresenta unopportunit per il territorio nisse-no e limitrofo. Il Liceo Musicale permette un tuffo nel mondo dei suoni per uscirne con una solida preparazione culturale, pronti agli studi universitari, siano essi musicali e non. Una grande possibilit di crescita per tutti i giovani musicisti desiderosi di proseguire i loro studi in un liceo dove arte, musica e creativit sono ingredienti fondamentali. Il titolo di studio che essi conseguo-no alla fine del percorso quinquennale il diploma di maturit liceale che consente laccesso tanto al I livello dellAlta Formazione Artistica e Musicale quanto a qualsiasi facolt universitaria. Si distingue per la modernit dei me-todi di studio in quanto associa la preparazione artistico-culturale con le nuo-ve e ormai indispensabili tecnologie informatiche-musicali. Esso rappresenta, inoltre, lanello di congiunzione tra la scuola media e il conservatorio assicu-randone la continuit dei percorsi formativi. Liscrizione al percorso del liceo musicale subordinata al superamento di una prova preordinata alla verifica del possesso di specifiche competenze musicali e si configura come un vero e proprio esame di ammissione, secondo descrittori definiti dalla commissione giudicante, volti ad accertare i prerequisiti e lidoneit dei candidati per quan-to concerne gli elementi di base della teoria musicale e la pratica strumentale.

    PROFESSIONI CHE NEL LICEO MUSICALE TROVANO UN NATURALE PRELUDIO PER LALTA FORMAZIONE MUSICALE E LUNIVERSITIl Liceo musicale ha lo scopo di creare figure di alto profilo professionale nellam-bito della pratica musicale. Permette e facilita linserimento in tutti gli ambiti tec-nologici, artigianali, aziendali e commerciali legati alla musica. Area artistica: Strumentista (solista, camerista, orchestrale), Cantante (ambi-

    to lirico, cameristico, corale), Compositore (di generi e stili diversi, arrangiato-re), Direttore (dorchestra, di banda, di coro), Musicista di stili non accademici (jazz, pop, rock ecc.);

    Area musicologica e di divulgazione della musica: Bibliotecario, Esperto nella conservazione e nel restauro dei beni musicali;

    Area dellinsegnamento:Docente negli stessi Licei Musicali, nellAlta Forma-zione Musicale (ex Conservatori) e nelle Universit di discipline teoriche, sto-riche e analitiche della musica.

    Area tecnologica: Assistente di produzione musicale, Compositore di musi-ca elettroacustica; Compositore di musica per multimedia, internet, cinema, televisione, sistemi interattivi; Fonico teatrale;

    Area artigianale, aziendale e commerciale: Accordatore, Costruttore di strumenti, Liutaio, Manager in campo musicale, Responsabile del marketing nelleditoria musicale, negli enti di produzione e nelle aziende di prodotti musicali.

    Liceo Musicale:unopportunitper il territorio

    Consulta la brochure con il QR CODE

  • www.ilfattonisseno.it16 Gennaio

    Il liceo artistico statale, ex Istituto dArte Filippo Juvara, ha la sua sede a San Cataldo e il percorso finalizzato allo studio dei fenomeni estetici e alla pratica artistica. Favo-risce lacquisizione dei metodi scien-tifici della ricerca e della produzione artistica e la padronanza dei linguaggi e delle tecniche relative.Fornisce agli studenti gli strumenti necessari per conoscere il patrimonio artistico nel suo contesto storico e cul-turale e per coglierne appieno la pre-senza e il valore nella societ odierna.Il piano di studi si presenta vario e articolato e le discipline che lo ca-ratterizzano forniscono agli studenti le competenze necessarie per dare espressione alla propria creativit e capacit progettuale nellambito delle arti.Il percorso del liceo artistico si articola nei seguenti indirizzi:- ARTI FIGURATIVE - ARCHITETTURA E AMBIENTE- DESIGN ( Disegno industriale Tessuto e moda)LIstituto dotato di laboratori (infor-matica, chimica scienze, laboratori di discipline plastiche, pittoriche, della moda, del restauro e di altri laboratori specifici), di biblioteca, di un audito-rium con una capienza di circa 300 posti e di aule dotate di LIM. E in uso nellistituto il registro elettronico che permette ai genitori, attraverso una password, di accedere in tempo reale a tutte le informazioni riguardanti il proprio figlio (assenze, ritardi, profit-to, comunicazioni varie).Una metodologia innovativa carat-terizza linsegnamento: la didattica laboratoriale con programmazione

    modulare, la pluridisciplinarit e con lezioni sul campo. Particolare atten-zione rivolta agli alunni H e con disturbi specifici dellapprendimento ( DSA) - Una scuola aperta al territorio con iniziative culturali, percorsi formativi integrati (in collaborazione con la So-printendenza, con Associazioni, Enti Locali).

    Numerose attivit integrano e ar-ricchiscono lofferta formativa della scuola: - Olimpiadi della Matematica Stage allestero con certificazioni in lingua straniera- Stage in azienda parte-cipazioni a manifestazioni artisti-che Integrazione e accettazione del diverso Solidariet Legalit. In particolare si avviata una collabo-razione con il Comune di San Ca-taldo per interventi di rivalutazione

    del centro storico attraverso lezioni sul campo e attivit laboratoriali che consentono agli studenti di mettere in pratica quanto appreso in aula, una collaborazione in atto con la Diocesi di Caltanissetta per un intervento di riqualificazione dellarea del Redento-re, altre collaborazioni con i Comuni limitrofi che permettono agli alunni, sapientemente guidati dai docenti, di

    esprimere se stessi e manifestare le proprie emozioni.- E arrivata alla II edizione lattivit Gessi tra i passi, larte dei madon-nari, una manifestazione che vede i ragazzi dellIstituto Juvara pro-tagonisti in assoluto di rappresen-tazioni sacre realizzate con gessetti colorati sui marciapiedi del corso principale del paese. Ma i protago-nisti non sono solo gli studenti dello Juvara: alunni delle scuole elementa-

    ri - medie del territorio vengono coinvolti, tutto il paese partecipa alla festae la giuria per la premiazione composta da artisti locali e da altri provenienti dallAc-

    cademia delle Belle Arti di Palermo.- Una settimana viene dedicata dagli allievi (SETTIMANA DELLA CRE-ATIVITA) alla esternazione del loro estro con murales a tema che ren-

    dono gli ambienti scolastici ac-coglienti, colorati e culturalmente vivaci. Ognuno d quel che sa e pu, sfrutta il proprio talento e lo condi-vide arricchendo gli altri. La scuola diventa laboratorio bottega e si propone come alternativa credibile a molti modelli sociali stereotipati, preconfezionati e vincolanti. - Il sapere e il saper fare non resta uno slogan ma unazione formativa concreta e valida e la