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14 » ITALIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 16 Novembre 2015 Avanti popolo Storia di copertina cana lasciò fuori dal Parla- mento esponenti di una sini- stra dalla tradizione classista se non comunista. Fu uno choc. Alla vigilia delle elezio- ni, i sondaggi peggiori davano quel mix parlamentare di Ri- fondazione, Pdci (Cossutta e Diliberto), Verdi e Sinistra de- mocratica (Fabio Mussi) tra il 6 e il 10 per cento. Ottenne il 3,08%. Da quella vicenda i partiti della sinistra ruzzolano verso divisioni e rancori. Il Pdci ini- Lalbero del- la discordia Le tante rottu- re dal 1921. A sinistra: Stefano Fassi- na, Pippo Civati e Nichi Vendola, protagonisti dei tentativi di intesa. zia a liquefarsi e così i Verdi. Rifondazione celebra la sua ennesima scissione erano già usciti nel corso della sua storia i cossuttiani, poi i trot- zkysti e altre frange più o me- no rilevanti quella più di- struttiva. NICHI VENDOLA lascia il par- tito per fondare, insieme a Si- nistra democrtica e a una par- te dei Verdi, la nuova Sel che garantirà una zattera politica parlamentare negli anni a ve- I » SALVATORE CANNAVÒ ncrociano tutti le dita. Nessu- no si sbilancia a garantire il successo dell o p e ra z i on e . Troppi errori, troppi falli- menti, troppi litigi che ancora adesso fanno capolino e mi- nano il percorso. La sinistra italiana è allultimo giro, lul- tima occasione di battere un colpo offerta dallo sposta- mento netto e violento di Matteo Renzi al centro dello scacchiere politico. Nello slittamento semantico e poli- tico prodotto dal partito della Nazione, la sinistra si è trova- ta in mezzo a una prateria de- sertificata, libera di operare e scegliere. IL 7 NOVEMBRE , curiosamen- te anniversario della rivolu- zione dOttobre, è nata Sini- stra italiana, fusione di gruppi parlamentari di Sinistra, eco- logia e libertà (Nichi Vendola) con i fuoriusciti dal Pd, segna- tamente Stefano Fassina e Al- fredo DAttorre. Una primaben riuscita a giudicare dalla quantità di persone che affol- lava il teatro Quirino di Roma (circa un migliaio) ma nata co- munque a livello parlamenta- re e senza lapporto di altre si- gle: Possibile, di Pippo Civati, Rifondazione comunista e lAltra Europa con Tsipras so- no rimaste in attesa dellas- semblea unitaria di metà gen- naio che dovrebbe riunificare tutti. Non è detto che ci riescano. A Milano, in particolare, Sel vuole correre con il Pd, Civati non ci starà mai, Fassina si barcamena. Cè poi latteggia- mento da assumere nei con- fronti delleuro, i rapporti a si- nistra, i rapporti con il sinda- cato. Insomma, lo spazio è grande ma la strada è lastrica- ta dalla tentazione di farsi ma- le. Gli esempi del passato, del resto, autorizzano a pensare al peggio. In principio fu la Si- nistra arcobaleno, esperi- mento del 2008, che per la pri- ma volta nella storia repubbli- La scheda SINISTRA Il progetto di unificare la sinistra è vecchio quanto la sinistra stessa. Il 7 novembre si è formato il nuovo gruppo parlamentare, Sinistra italiana, tra Sel e i fuoriusciti dal Pd. Resta fuori, al momento, Possibile di Pippo Civati che ha una sua assemblea il 21 novembre ma anche il Prc. Previsto un appuntamento unitario a metà maggio che dovrebbe far nascere una Carovana dellalternativa. Ma esistono ancora divergenze sulle prossime elezioni amministrative. La Sinistra dell ultimo valzer nire. I rapporti con Paolo Fer- rero, divenuto segretario del Prc, sono così tesi che alle Eu- ropee del 2009 i due partiti, pur di non fare alcun accordo, ottengono rispettivamente il 3,4 e il 3,6 per cento rimanen- do al di sotto dello sbarramen- to del 4. Restano fuori dal Par- lamento e continuano a litiga- re. Nel frattempo Veltroni lascia la segreteria del Pd e si arriva poco dopo alla dire- zione di Pierluigi Bersani che vin- ce le primarie del 2009. Inizia una nuova fase che vedrà il riavvici- namento tra Pd e Sel e che darà vi- ta, nel 2013, alla coalizione Italia Bene Comune con il ritorno in Parlamento di Vendola e compagni. In realtà, le acque si erano smosse qualche tem- po prima, con londa arancio- nenei comuni e le vittorie al- le amministrative del 2011 di Giuliano Pisapia a Milano e Luigi De Magistris a Napoli. Vendola appare un leader cre- dibile del centrosinistra ma non riesce a capitalizzare quella fase. A SINISTRA, INTANTO, si ri- tentano le alchimie. Antonio Ingroia decide di consegnare la propria carriera di brillante magistrato a una politica di cui sa poco e nulla. In una sommatoria schematica di partiti e movi- menti in crisi R i fo n d az i o ne , lIdv di Antonio Di Pietro am- maccata dagli scandali e dagli Scilipoti, ancora una parte dei Verdi nasce Ri- voluzione civile, una lista per le e- lezioni politiche del 2013. I segre- tari di partito si dividono le teste di lista, quel podi movimen- tismo che pure aveva animato lesperienza viene messo da parte, gli elettori non ci credo- no e Rc si ferma molto al di sot- to dello sbarramento con il 2,7 per cento dei voti. La legislatura del 2013 spa- riglia tutto. Bersani esce di scena, nascono le larghe inte- se e poi arriva Matteo Renzi. Occasioni Il premier lascia lo spazio per una nuova forza politica ma litigi e scontri sono sempre presenti

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Page 1: Il fatto pp 14 15

14 » ITALIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 16 Novembre 2015

Ava n t ip op olo

Storia di copertina

cana lasciò fuori dal Parla-mento esponenti di una sini-stra dalla tradizione classistase non comunista. Fu unochoc. Alla vigilia delle elezio-ni, i sondaggi peggiori davanoquel mix parlamentare di Ri-fondazione, Pdci (Cossutta eDiliberto), Verdi e Sinistra de-mocratica (Fabio Mussi) tra il6 e il 10 per cento. Ottenne il3,08%.

Da quella vicenda i partitidella sinistra ruzzolano versodivisioni e rancori. Il Pdci ini-

L’albero del-la discordiaLe tante rottu-re dal 1921.A sinistra:Stefano Fassi-na, PippoCivati e NichiVe ndol a ,prot agon i st idei tentatividi intesa.

zia a liquefarsi e così i Verdi.Rifondazione celebra la suaennesima scissione – er an ogià usciti nel corso della suastoria i cossuttiani, poi i trot-zkysti e altre frange più o me-no rilevanti – quella più di-struttiva.

NICHI VENDOLA lascia il par-tito per fondare, insieme a Si-nistra democrtica e a una par-te dei Verdi, la nuova Sel chegarantirà una zattera politicaparlamentare negli anni a ve-

I» SALVATORE CANNAVÒ

ncrociano tutti le dita. Nessu-no si sbilancia a garantire ilsuccesso dell’o p e ra z i on e .Troppi errori, troppi falli-menti, troppi litigi che ancoraadesso fanno capolino e mi-nano il percorso. La sinistraitaliana è all’ultimo giro, l’u l-tima occasione di battere uncolpo offerta dallo sposta-mento netto e violento diMatteo Renzi al centro delloscacchiere politico. Nelloslittamento semantico e poli-tico prodotto dal partito dellaNazione, la sinistra si è trova-ta in mezzo a una prateria de-sertificata, libera di operare escegliere.

IL 7 NOVEMBRE , curiosamen-te anniversario della rivolu-zione d’Ottobre, è nata Sini-stra italiana, fusione di gruppiparlamentari di Sinistra, eco-logia e libertà (Nichi Vendola)con i fuoriusciti dal Pd, segna-tamente Stefano Fassina e Al-fredo D’Attorre. Una “prima”ben riuscita a giudicare dallaquantità di persone che affol-lava il teatro Quirino di Roma(circa un migliaio) ma nata co-munque a livello parlamenta-re e senza l’apporto di altre si-gle: Possibile, di Pippo Civati,Rifondazione comunista el’Altra Europa con Tsipras so-no rimaste in attesa dell’a s-semblea unitaria di metà gen-naio che dovrebbe riunificaretutti.

Non è detto che ci riescano.A Milano, in particolare, Selvuole correre con il Pd, Civatinon ci starà mai, Fassina sibarcamena. C’è poi l’atteggia -mento da assumere nei con-fronti dell’euro, i rapporti a si-nistra, i rapporti con il sinda-cato. Insomma, lo spazio ègrande ma la strada è lastrica-ta dalla tentazione di farsi ma-le.

Gli esempi del passato, delresto, autorizzano a pensareal peggio. In principio fu la Si-nistra arcobaleno, esperi-mento del 2008, che per la pri-ma volta nella storia repubbli-

La schedaS I N I ST R AIl progetto diunificare lasinistra ève cc h i oquanto las i n i s t rastessa. Il 7novembre si èformato ilnuovo gruppop a r l a m e n t a re ,S i n i s t raitaliana, traSel e ifuoriusciti dalPd. Restafuori, alm o m e n to,Possibile diPippo Civatiche ha unasuaassemblea il21 novembrema anche ilPrc. Previstouna p p u n t a m e n tounitario ametà maggioche dovrebbefar nascereuna Carovanadell’a l te r n a t i va .Ma esistonoa n co rad i ve r ge n zesullep ro ss i m eelezionia m m i n i s t ra t i ve .

La Sinistrade l l ’u lt i mova l z e r

nire. I rapporti con Paolo Fer-rero, divenuto segretario delPrc, sono così tesi che alle Eu-ropee del 2009 i due partiti,pur di non fare alcun accordo,ottengono rispettivamente il3,4 e il 3,6 per cento rimanen-do al di sotto dello sbarramen-to del 4. Restano fuori dal Par-lamento e continuano a litiga-re.

Nel frattempoVeltroni lascia lasegreteria del Pde si arriva pocodopo alla dire-zione di PierluigiBersani che vin-ce le primarie del2009. Inizia unanuova fase chevedrà il riavvici-namento tra Pd eSel e che darà vi-ta, nel 2013, allacoalizione ItaliaBene Comune con il ritorno inParlamento di Vendola ecompagni. In realtà, le acquesi erano smosse qualche tem-po prima, con “l’onda arancio-ne” nei comuni e le vittorie al-le amministrative del 2011 diGiuliano Pisapia a Milano eLuigi De Magistris a Napoli.Vendola appare un leader cre-dibile del centrosinistra ma

non riesce a capitalizzarequella fase.

A SINISTRA, INTANTO, si ri-tentano le alchimie. AntonioIngroia decide di consegnarela propria carriera di brillantemagistrato a una politica dicui sa poco e nulla. In unasommatoria schematica di

partiti e movi-menti in crisi –R i fo n d az i o ne ,l’Idv di AntonioD i P i e t r o a m-maccata dagl iscandali e dagliScilipoti, ancorau n a p a r t e d e iVerdi – nasce Ri-voluzione civile,una lista per le e-lezioni politichedel 2013. I segre-tari di partito sidividono le teste

di lista, quel po’ di movimen-tismo che pure aveva animatol’esperienza viene messo daparte, gli elettori non ci credo-no e Rc si ferma molto al di sot-to dello sbarramento con il 2,7per cento dei voti.

La legislatura del 2013 spa-riglia tutto. Bersani esce discena, nascono le larghe inte-se e poi arriva Matteo Renzi.

O cca s ion iIl premier lascialo spazio per unanuova forzapolitica ma litigie scontri sonosempre presenti

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Lunedì 16 Novembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ITALIA » 15

Storia di copertina

Ass emblee A livello parlamentareè nata la fusione tra Sel e gli ex delPd. Che però non piace agli altrispezzoni. A metà gennaio l’eve ntoche potrebbe mettere pace. Forse

Perché stavolta dovrebbe funzio-nare? A domanda secca, Marco

Revelli, risponde: “Perché stavoltadeve essere una cosa diversa”.

Un lunga militanza politica nellasinistra, dove oggi dirige Altra Eu-ropa con Tsipras, Marco Revellinon perde l’impostazione dello sto-rico. Nel suo ultimo libro offre unadefinizione convincente del “popu -li smo” renziano e anche in questaintervista non rinuncia a offrire im-magini chiare del Pd: “Un organi-smo geneticamente modificato,Renzi è solo il terminator di un pro-cesso iniziato prima”.

A unire la sinistra ci avete provatotante volte. Stavolta perché è di-ve rs o?

Perché stavolta serve una cosa di-versa da tutto quello che è successodalla Bolognina in poi. Non può es-sere aggregazione di forze politichee basta. Bisogna prendere atto dellachiusura di un ciclo, quello del cen-trosinistra, il ciclo delle forme po-litiche novecentesche.

Quali sono gli errori di questo pe-riodo così lungo?

L'autoreferenzialità delle diverseforze politiche. La costante atten-zione ai propri interessi di breve pe-riodo e una rinuncia a cogliere le gi-gantesche sfide del presente. Si ri-conosce sempre a parole che l'e-sodo del proprio popolo, chesi rifugia nel non voto o nel vo-to di protesta, è un segnale in-quietante senza farne seguirecomportamenti necessa-ri. Inoltre, si sconta lapigrizia nel non ri-conoscere la naturaan ti -d em oc ra ti cadel Pd ormai con-clamata con livellidi degrado e cor-ruzione che zam-pillano da tutte leparti.

Renzi il populi-st a?

Renzi è il t e r m i-nator di un perio-do più lungo, ilprimo che assu-

me la liquidazione della democra-zia rappresentativa, facendone unarisorsa politica. Per questo lo defi-nisco un populista. Non cerca di sal-vare il Parlamento da se stesso, usa ivizi del nostro ceto parlamentareper costruire il proprio potere alvertice dell'esecutivo.

Qual è la cultura di fondo che servaa compiere questo processo?

Il riconoscimentodella necessità diun nuovo inizio, laco nsa pevo lez zache l'unità delleforze è condizionenecessaria ma nonsufficiente. Biso-gna con umiltà pie-garsi sulle soffe-renze di questopaese e ascoltarle,frequentarle.

Non basta quindil ' u n i o n e d e ig r u p p i p a r l a-mentari?

Io sono molto contento della nascitadi Sinistra italiana a livello parla-mentare. Lo considero un primopasso che non esaurisce il processo.Deve essere ulteriormente allarga-to, capace di andare oltre le vecchie

bandiere della sinistra. Unitàda Sel a Civati dall'Altra Eu-ropa al Prc ma anche allaCoalizione sociale. sapen-do innervarsi nei territori,nelle città dove il renzismo

vacilla.Pensa che dal-le città pos-sano veniren o v i t à i m-por tanti?

Renzi occupalo spazio poli-tico a livellonazionale per-c h é a s s e r v i-mento media-tico e solidarie-tà dei poteri for-ti lo sostengono.Nei territori, do-ve invece i pro-

blemi dei cittadini non possono es-sere nascosti o aggirati con i dati del-l'Istat, quella costruzione è moltopiù fragile.

Pensa che il processo costituentepuò basarsi sulle città?

Sì, ci sono modalità come quella to-rinese (dove Giorgio Airaudo si ècandidato a sindaco, ndr.) che sonocostituenti vere e si danno la possi-

bilità di romperedelle gabbie che sisono create.

Quale dovrà es-sere il rapportocon il Pd

Spero non ci sia piùnessuno a illudersiche il Pd sia, nontanto un partito de-mocratico, ma chesia ancora un parti-to. Il Pd è l’esempioconcreto di quantoscrivevo in F in a l edi partito: non ha

vita democratica interna, non hameccanismi decisionali controlla-bili, vive di annunci e di narrazionifantasmagoriche fatte dall'alto, è at-traversato da fenomeni di corruzio-ne endemica. Se confrontiamo lacarta dei valori dei vecchi partiti disinistra e il Pd abbiamo la misura diuna mutazione genetica totale, il Pdè un Ogm.

E il M5s?Il M5S è un altro pezzo dell'anoma-lia italiana. È fortemente trasversa-le e raccoglie consensi di tutte le fi-gure del lavoro. Ha monopolizzatol'indignazione e ha lasciato alla si-nistra solo le briciole. Credo che conil M5S i conti vadano fatti non in ter-mini di rapporti tra ceti politici main termini programmatici.

Non c’è anche un problema gene-ra z i o n a l e?

C'è un bisogno assoluto di voci e fac-ce non tanto giovani quanto diverse.Voci e facce diverse che arrivinofuori dai cerchi magici delle tradi-zionali leadership. Se si continua apraticare l'autoreferenzialità non siva da nessuna parte.

SAL .CAN.

C’è ancorachi si illudeche il Pd sianon tantodemoc raticoma ancheun partito?In realtàquel partitoè uno rga n i s m oge n e t i c a m e n temodificato

DAL LIBROD E N T RO

E CONTRO

In cerca di unità Stavolta servirà una cosadel tutto diversa da quanto fatto dallaBolognina in poi. Basta con l’autore ferenzialitàe con le vecchie bandiere. Il Novecento è finito

L’I N T E RV I STA

M a rcoRevel l i

“Renzi è un Terminator, orabasta con le vecchie gelosie”

Sel viene di nuovo sospintalontano dal Pd e torna a riav-vicinarsi ai vecchi compagni.Su iniziativa di un pugno di in-tellettuali (Barbara Spinelli,Paolo Flores d’Arcais, AndreaCamilleri, lo scomparso Lu-ciano Gallino, Guido Viale,Marco Revelli, Curzio Malte-se) prende forma la lista UnAltra Europa con Tsipras ispi-rata al successo della grecaSyriza. Il rapporto con i partitisi fa spinoso. Al momento difare le liste, la loro invadenzafa fuggire figure come Camil-leri o Flores d’Arcais. ResisteBarbara Spinelli che, però,contraddicendo quanto an-nunciato, una volta eletta nonsi dimette e mantiene il seggioparlamentare. La lista superail 4 per cento ma il risultato sicarica di divisioni, litigi, lotteper un seggio. La coazione a

ripetere si afferma nuova-mente. A sbloccare l’impassearriva Renzi. La sua conquistadel Pd mette progressiva-mente a disagio le aree di si-nistra fino alle scissioni di Pip-po Civati e Stefano Fassina. Seperò il primo punta soprattut-to a un elettorato fluido oggiattratto dal M5S, Fassina,D’Attore pensano a una for-mazione di sinistra più tradi-zionale, socialdemocratica, di

stampo keynesiano. La sfida èlanciata ai voti del Pd con pocapossibilità, stando così le cose,di attrarre la vasta area del nonvoto o di chi si indigna.

APPENA NATA , la nuova Sini-stra italiana è accreditatadall’istituto Piepoli del 5,5 percento, ma sarà la campagnadelle amministrative a testareil nuovo progetto. I problemisono ancora evidenti: restafuori dal perimetro un attoreimportante come MaurizioLandini e la sinistra politicanon sembra nutrirsi di alcunaenergia sociale, terreno chesembra vivere al di fuori dellescaramucce parlamentari. Lesfide sono molte, dunque, e lapartita difficile. Se, però, fossecolto qualche minimo risulta-to, la politica italiana sarebbeun po’ più viva.

Focus

I tentativi già fallitin SINISTRA ARCOBALENO Con la nascita delPd veltroniano, nel 2007, l’allora presidente dellaCamera, Fausto Bertinotti, è il più convintosostenitore della progressiva unificazione dellesinistre che, sulla carta, possedevano il 12% circadei voti. Bertinotti sarà, malvolentieri, il candidatopremier ma la lista, nel 2008, ottiene solo il3,08% alla Camera mancando la soglia del 4%.

n RIVOLUZIONE CIVILE Mentre Sel scommettesulla nuova segreteria Bersani e, forte deisuccessi alle amministrative del 2011 proiettaNichi Vendola a leader nazionale, il resto dellasinistra unita all’Idv di Antonio Di Pietro, aderisceal progetto di Antonio Ingroia. Nasce Rivoluzionecivile, sommatoria di partiti, visibile anche nellacomposizione delle liste. Ottiene solo il 2,7% deivo t i .

n ALTRA EUROPA CON TSIPRAS Nel 2013,dopo il flop della sinistra alle elezioni politiche elo stallo della legislatura, sei intellettuali (BarbaraSpinelli, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’A rc a i s ,Luciano Gallino, Guido Viale, Marco Revelli)lanciano la proposta di una lista che sostengaAlexis Tsipras a presidente della Commissioneeuropea. La lista riunisce partiti come Prc e Sel esupera lo sbarramento del 4%. Contrasti suscelta dei parlamentari e prospettive politicheprodurranno l’abbandono di tutti i promotoritranne Marco Revelli.

S i m b ol i Fau -sto Bertinotti,A nton ioI ng ro i a ,Alexis TsiprasAnsa

l4%

La sindromeIl numero chera p p re s e n t ala soglia dir i fe r i m e n t oe l e t t o ra l e .Troppo poco

Chi èClasse 1947,Marco Revelliè ordinario diS c i e n zepolitichep re ss ol’u n i ve rs i t àdel Piemonteorientale. Hapar tecipatoalla nascitadi Lottaco n t i n u anegli anni 70,poi hap ro s e g u i tol’attivitài n te l l e t t u a l efino apar tecipare,nel 2013, allafondazione diun’A l t raEuropa conTsipras. Èautore dioltre 30 libri.

Sono molto contentodella nascita di Sinistraitaliana ma è solo unprimo passo. Bisognaallargare, anche allaCoalizione di Landini”