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TOPONOMASTICA GIULIANA IL FOGLIO DI TRIESTE DELLA CARTA GEOGRAFICA D'ITALIA Specialmente i dintorni delle grandi città subiscono co ntinui mutamenti topografici e toponimici in seguito alla costruzione di nuovi caseggiati, di nuovi stabilimen ti, di nuove strade. L' Istituto geografico militare di Firenz e segue attentamente tali modificaz;oni e le introduce nei fogli aggiorn ati della Carta d' Itali a, in perenne rinnova111ento. Tuttavia qualche particolare può incvitabilmen te sfuggire ai cartografi; ed è do vere di ogni studioso, anzi di ogni itali ano, di se- gnalare eventuali inesattezze od omissioni per contribuire a rendere la Carta d'Italia sempre più perfetta. Il Foglio 53 A della Carta d'Italia della scala di 1 :25.000, intito- lat o TRIESTE, pubbli cato dall'Istitnto geografico militare di Firenze su ridisegno dell e l evate aus triach e al 25.000 dei 1899, aggiornato nel 1927 e ulteriormente nel 1932, contiene ancora qualche toponimo fuo ri d'uso e omette altri , che credo meritevoli d'esservi inclusi. Di tale carta si servì anche l'Ufficio comun ale di statistica di Trieste nel 1932 per segnarvi, in tinta rossa e in verde, i confini delle fra-.. zioni e delle sezioni di censimento del 21 apr ile 1931, e quelli delle parrocchie . - STAZIONE DI CA~1PO MARZIO Anzi tutto la Stazione di Campo Marzio invece di essere indi- cata con _ tale denomin azione, di · carattere ufficiale oltre che popo- lar e, è trascritta erroneamente col nom e della Stazione di Sant'An- dre a, cos truita circa sessant'anni fa presso il Passeggio di Sant'An- dre a, e soppressa trent 'anni dopo , in seguito appunto all 'erezione del- la nuova stazione sui terren i che port ano la storica d enominazione romana di Campo Marzio, perchè quivi, secondo la tr adizione, i legionari di presidio a Trieste andav ano a co mpiere le esercitaziom milita"ri. Gli austriaci avevano trasferito anche alla stazion e nuova il nom e della vecchia, ma subito dopo l' unificazione nazion ale l' Am- ministr a zione delle Ferrovie dello Stato, accogliendo un voto espresso dallo scrivente sull'Era NHova, provvid e a imporre alla stazione l'an-

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  • TOPONOMASTICA GIULIANA

    IL FOGLIO DI TRIESTE DELLA

    CARTA GEOGRAFICA D'ITALIA

    Specialmente i dintorni delle grandi città subiscono continui mutamenti topografici e toponimici in seguito alla costruzione di nuovi caseggiati, di nuovi stabilimen ti, di nuove strade. L'Istituto geografico militare di Firenze segue attentamente tali modificaz;oni e le introduce nei fogli aggiornati della Carta d 'Italia, in perenne rinnova111ento.

    Tuttavia qualche particolare può incvitabilmen te sfuggire ai cartografi; ed è dovere di ogni studioso, anzi di ogni italiano, di se-gnalare eventuali inesattezze od omissioni per contribuire a rendere la Carta d'Italia sempre più perfetta.

    Il Foglio 53 A della Carta d'Italia della scala di 1 :25.000, intito-lato TRIESTE, pubblica to dall'Istitnto geografico militare di Firenze su ridisegno delle levate austriache al 25.000 dei 1899, aggiornato nel 1927 e ulteriormente nel 1932, contiene ancora qualche toponimo fuori d'uso e omette altri, che credo m eritevoli d'esservi inclusi. Di tale carta si servì anche l'Ufficio comunale di statistica di Trieste nel 1932 per segnarvi, in tinta rossa e in verde, i confini delle fra-.. zioni e delle sezioni di censimento del 21 aprile 1931, e quelli delle parrocchie. -

    STAZIONE DI CA~1PO MARZIO

    Anzi tutto la Stazione di Campo Marzio invece di essere indi-cata con _tale denominazione, di · carattere ufficiale oltre che popo-lare, è trascritta erroneamente col nome della Stazione di Sant'An-drea, costruita circa sessant'anni fa presso il Passeggio di Sant'An-drea, e soppressa trent'anni dopo, in seguito appunto all'erezione del-la nuova stazione sui terreni che portano la storica denominazione romana di Campo Marzio, perchè quivi, secondo la tradizione, i legionari di presidio a Trieste andavano a compiere le esercitaziom milita"ri. Gli austriaci avevano trasferito anche alla stazione nuova il nome della vecchia, ma subito dopo l'unificazione nazionale l' Am-ministrazione delle Ferrovie dello Stato, accogliendo un voto espresso dallo scrivente sull'Era NHova, provvide a imporre alla stazione l'an-

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    tico nome della zona, nella quale fu costruita, e le cui vie, per de" liberazione del Co1nune presa già sotto la dominazione straniera, portano i nomi di Giulio Cesare, di Ottaviano Augusto e di Traiano.

    Le carte geografiche del passato recavano anche il toponimo Punta di Campo Marzio all'estremità del promontorio, ma la costru-zione del Porto Duca d'Aosta distanziò la Punta di Campo Marzio dal mar e, collocandovi davanti la Riva Quinta e il Molo Quinto.

    IL PORTO E LE RIVE

    Per una città qual è Trieste, che vive sul n1are e del n1are, di costruzioni navali e di

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    richiedano di omettere tali indicazioni, le q uali p erò si trovano sulle piante topografiche pubblicate da case editrici; i bagni popolari e i bagni Savoia e Ausqnia; e davanti al_la Sanità Maritti1na una pic-cola diga costruita qualche anno fa .

    TOPONIMI STORICI E MEDIOEVALI

    Come il magnifico toponimo Campo Marzio, son da valorizzare nel Foglio di Trieste e nei fogl i finitimi anzi tulio i topònimi roma-ni, quali Moncolano, Grignano, Barcola, Scor cola, Cologna, Far-neto, Timignano, Chiadino, Melara, Calvola, Ponziana, Servala, Quar to, Bagnoli, ecc.; poi i toponimi storici che risalgono a l medio evo, qualcuno dei quali d 'origine probabilmente più remota, come Gretta , Roiano, Scoglio, Scoglietto, Guardiella, Longera, Broletto, Val Maura, Monte Castiglione, Gattinara, Ròzzòlo dialettalmente Rozzo!, ecc.

    GRETTA E ROIANO

    Nel Foglio di Trieste sono stati inclusi, molto opportunam ente, sul margine, grossi gruppi di caseggiati appartenenti ai due rioni suburbani di Gretta e di Roiano, m entre altri loro caseggia ti si tro-vano nel foglio appresso, intitolato VILLA OPICINA. Ma unicamente in quest'ultimo figurano i due toponimi di Gretta e Raiano. Riusci-rebbe più comodo per i lettori della carta se i due topònimi com-parissero sul foglio stesso, in cui fanno corona aila città quasi tutti i vari rioni suburbani; tanto più che il centro di Raiano è compr.eso precisamente nel Foglio di Trieste, e il lettore ignaro può attribuire erroneamente il toponimo «San Pietro" ch'è una frazione del rione di Scorcola, all'intero rione di Raiano.

    MONTE FIASCONE

    Un errore di trascrizione o cli stampa ha sosti tui to la vocale fina le e con una i nel toponimo Monte Fiascone, riducendolo a Mon-tefiasconi.

    GUARDIELLA E CAVE DI GUARDIELLA

    Guardiella è un bel toponimo storico da conservare e da va lo-rizzar e. Esso rivela p res umibilmente l'esistenza d'un piccolo posto di vedetta sull'antica strada romana per la Giapìdia, strada ch e, par-tendo da Trieste, sale ripida alla sella del Monte Spaccato ·e prose-gue verso levan te, in alcuni tratti ancor a r iconoscibili e chiamata dai contadini del Carso «Strada romana».

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    La denominazione ufficiale dell'intero rione ~uburbano è scn1-pre Guardiella, ma alla frazione r ionale costituita dal gruppo di case intorno alla chiesa, dedicata a San Giovanni, fu assegnato il nome di San Giovanni di Guardiella. Qualche ufficio a ttribuì erro-neamente il nome di una delle frazioni rionali all'intero rione, ge-nerando una deplorevole confusione tra i due nomi, percui, mentre la stazione ferroviaria e le scuole pubbliche r ecano il toponimo Guardiella, la stazione dei carabinieri, l'ufficio postale e il tranvai adottarono quello improprio di San Giovanni.

    Oltre al suo carattere ufficiale e al suo valore storico, il topo-nimo Guardiella ha il pregio della .rarità, perchè forse unico al mon-do; nella Guida dei Coinuni e delle frazioni dei comuni d'Italia so-miglia ad esso il solo toponimo Guardella presso Vercelli in Pie-monte ; vi si trovano inoltre 11 toponimi Guarda e 15 Guardia, men-tre di San Giovanni si ripetono ben 113 soltanto in Ita lia, e saranno migliaia in tutto il mondo, nelle varie lingue.

    E' da aùgurarsi un provvedhnento che prescriva a tutti gli uf-fici di rispettare il singolare e storico , toponimo uffici a le del rione.

    Come conseguenza di quest'errore se ne commise un altro de-nominando la frazione del rione su lla costa del monte, dove si tro-vano delle cave di pietra, «Cave di San Giovanni» anzichè «Cave di Guardiella». Dal ·momento che la denominazione ufficiale, storica e d'uso vivo, dell 'in lero rione è Guardi ella, è logico che quella d'unn frazione ad esso appartenente si chiami «di Guardiella» e non «di San Giovanni", quindi «Cave di Guardiella».

    SCOGLIO E SCOGLIETTO

    Due topònimi storici nel rione suburbano di Guardiella sono Hnche «Scoglio» e «Scogli etto», che ricorrono più volte nei docu-menti antichi. II primo è conserva to nel nome di una lunga via, l'al-tro in quello di una intera frazion e guardiellese. Appunto per il loro carattere storico è consigliabile ch'essi siano valorizzali segnandoli nelle carte topografiche.

    SAN CELIANO

    Un'altra frazione del rione submbano di Guardiella è dedicala al nome di San Celiano, martire in Africa, che la Chiesa celebra il 15 dicembre insieme con San Faustino. La denominazione si deve forse alla tradizione ecclesiasticH tri estina che ricorda trn i cristiani perseguitati a Trieste al principio del secondo secolo, ai tempi di Traiano, un Celiano, in · fama di santità, ma non registrato tra quelli

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    cui si tributa un culto pubblico. Il fa tto curioso è che il nome di San Celiano fu corrotto stranamente in San Cilino, voce ignota al calendario romano. E' un errore da correggere tanto dall' Ufficio anagrafico, quanto dalle carte topografiche.

    FARNETO E VETTA DEL FARNETO

    Uno dei più belli e dei più antichi topònimi nel suburbio di Trieste è q uello schiettamente romano di Farneto, che s'incontra ripetu to negli Sta tuti del Comune del Trecento e in documenti dei tempi più remoti, dovuto a l bosco di quercie, chiamate qui in pas-sato, e tuttora in a ltre p arti d'Italia , fa rnie. (Vedi "Flora popolare italiana» del P enzig) .

    Quando, a lla fine del Settecento e nei primi decenni dell'Otto-cento, i funzionari austriaci soppiantarono gradualn1ente i cittndini nell'aministrazione della ci ttà, la toponomas tica storica subì a lte-razioni e oltraggi.

    Il Farneto nella sua parte inferiore diventò un generico bo-schetto; e sulla sommità del colle bastò l'insegna d'osteria d'un te-desco Zum Jiiger ( «Al Cacciatore») perch é gli at ti de l Comune sa-crificassero il bimillenario . nom e romano di Farneto per adottare quello barbarico di lager, che dalla nuova generazione, la quale ave-va finito con l'ignorare il nome storico della zona , fu poi tradotto in "Caccia tore»,. confermando in ta l modo il buffo omaggio al ta-verniere teutonico.

    A tutto quel bosco, dalla base a lla vetta del colle, appartiene il d iri tto che sia restituita la s torica denominazione romana di Far-ne lo, da ripristinare in pieno al posto di quella generica di boschetto; l'iservm1do a lla parte pii, a lta la designazione pa rticolare di "Vetta del Farnelo» da sostituire a "Cacciatore».

    FOSSO DEL FARNETO

    La Carta geografica segna il corso di un «Torrente F arnc to i> . Nomenclatura impropri a . Si tra tta a nzi tutto non di un torrente, bensì di un se1nplice fosso, cui non si può applicare co1n e nonH~ pr oprio quello delle p iantagi oni, tra le quali esso raccoglie le.acque del versa nte; bensì come a ttributo ; onde "Fosso del F arneto».

    Fosso, nota il Petrocch i, è un'aper tura di terra naturale o sca-va ta, più gra nde della foss a, ma non murata, che serve a sco li d'acque. E il Tommaseo: fossa, quell a elle r iceve gli scoli dei cam-p i ; fosso, piccolo borra tello; da bono, corros ione fatta da ll'acqua in una valle o nei campi.

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    CALVOLA

    Dalla rocca di Trieste, sia .rmnana che medioevale, s i scorgr..! -vano verso scir oc.co ed ostro d ue colline: l'una coperta dal manto di una picco la selva , dond~ il toponimo Sylvula, poi trasformato in Sèrvola; l'altra nuda, calva, donde il toponimo Càlvola, mutato nel dialetto ladino, friul ano, d'un tempo, in Càrbola, poi in Ciàrbola , e ridotto appar entemente in ves te nazionale con la forma Chiàrbola, come Catino, Catin, Cadin in Ciadin e infine Chiadino; Calcàra, CialciQra, Ciauciàra in Chiauchiara, e così via: gli esempi non 1nan-cano. Il toponimo Càlbola s'incontra anche per un'isoletta davanti a Rovigno.

    A Trieste esso è stato conservato nella sua forma origina le in una via ed è meritevole di essere valorizza to, restituendogil il pos-sesso legittimo di tutta la collina e specialmente del p endio meridio-nale dall 'antico Fortino, costrui to sulle rovine d'una cappella dedi•-cata a San Vito, fino a l Passeggio di Sant' Andrea, augurabilmente anche con l'assegnare il suo nmne romano a1la nuova piazza che s ì sta aprendo nel cen tro di _quel rione.

    BROLETTO

    . Broletto è un altro toponimo che gli ai1tichi documenti citta-dini assegnano a una intera zona, 1nentre se1nbra oggi ·che ·esso si limiti a una sola via, quella che attraversa il rione, al quale spetta di pieno diritto.

    Nel d ia letto triestino, di tipo friulano, usato nel p assa to, il to-ponin10 era _prontn1 ,da to Brojèt, di1ninutivÒ di bròili, cioè brolo, si-nonimo, secondo il Voca bolar io friu lano del Pirona, di bràide, brai-da, voce forse derivata dal latino praediwn, predio, e di beàrz, voce quest'nltin1a corrente in Carnia, per podere tto annesso alla casa, cinto p er lo più da muro, coltivato a viti, alberi da frulla, erbaggi.

    Il Vocabolario etimologico ita li ano dello Zambaldi spiega brolo o bròilo: macchia selvosa cinte: di siepe o muro; luogo piantalo di alberi fruttiferi; verziere ; da l latino medioevale brogilus, broilus, brolius. Il Petrocchi lo riporla tra le voci antiquate italiane, ma viva tuttora nel Veneto per verziere e a Milano, dove si ha il Broletto.

    PONZIANA

    Toponin10 antich:issiino, d'in1pronta ro1nana, che con1prendev

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    formatosi ai due lati della strada campesire «Via Ponziana >), nella zona tra San Giacon10 e Servola, zona, cui i1npropriainente fu estesa la denominazione di Calvola, anzi Chiarbola, chiamandola superiore per distinguerla dalla Chiarbola, che fu delta inferiore.

    Ponziana è nome d'uso vivo popolare di quel rione eminente-mente operaio, assunto anche da una nota società sportiva.

    VAL MAURA

    Il toponimo Val Mùura serve a indicare nei documenti triestini la valle che divide la collina di Servala dal Monte San Pantalco,w, a pie' delle pendici di libeccio di Monte Bello ; piano, dove è stato costruito qualche anno fa lo Stadio Littorio.

    Alla via che percorre il fondo della valle fu assegnata la de-non1inazione di Val IVIaura; denon1inazione da valorizzare anche sulla carta topografica.

    COSTALUNGA

    Costalunga è stata chiamata la via che corre probabilmente sul tracciato dell'antica strada romana lungo le pendici di libeccio e d'ostro del Monte Bello, a tergo dei cimiteri, e che attraversa anche un gruppo di case, fabbricate nell'Ottocento, in una delle quali cin-quant'anni fa abitava un vecchio canonico, e al cui pianterreno c'en1 un'osteria con sala da ballo, dove affluiva nelle giornate festive, per danzare, la gioventù da tutte le frazioni rurali dei dintorni di Tries te; osteria indicata, in mancanza d'una propria insegna, dal canonico o dal ca/onico, voce quest'ultima che ricorre anche nelle campagne toscane; nel vernacolo carsico dei mandiani caloncauez. L, designazione di quell'osteria fu adottata_ infelicemente pe,· deno-minare sulla carta militare austriaca tutto quel gruppo di case. Sag-giamente ora la denominazione vernacola è stata ripudiata dal Co-mune di Trieste e sostituita dal nome più appropriato di Coslalunga, che merita sia segnato sulla Carta geografica aggiornata.

    CAMPANELLE

    Campanelle è il toponimo popolare e ufficiale della frazionre a monte dell'ippodromo di Montehello, nella quale si trova la sta-zione impropriamente chiamata di Sant'Anna. La leggiadra voce Campanelle m erita che sia messa in rilievo ndla toponomastica dei dintorni di Trieste.

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    NEL VALLONE DI MUGGIA

    Sulle spiagge delle zone di Càlvola, Broletto, Ponziana, Sèrvola e Val Màura meritano di esser segnati i varì grandi stabilimenti in-dustriali: l'Arsenale del Lloyd; il Cantiere navale San Marco; tra l'uno e l'altro alcuni edificì che servono da depositi ai Magazzini Generali, ai quali seguono: la Spremitura d 'olì vegetali; il molo dei legnami; lo Scalo (non piazzale) dei legnami; gli Altiforni e Acciaie-rie d'Italia «Ilvai,; la Raffineria di petrolì dell'"Italo-Americana».

    A Zaule e a Stramare la costruzione della nuova Raffineria di petrolì ««Aquila» ha introdotto un r adicale mutamento nella topo-grafia di quella spiaggia.

    Sulla costa d'ostro del Vallone di Muggia, dopo la Punta Stra-1nare, l'ex-squero, gli squeri in attività, il Cantiere San Rocco, dove si compiono lavori di riparazioni, sono stabilimenti, per quanto mo-desti , da non ignorare.

    La Punta Ronco per un errore di stampa figura sulla carta geografica Punta Ronc. Veramente quella sottofrazione del Comune di Muggia porta il nome di Rauchi.

    Il Vallone di Muggia era stato tradotto tedescamente nella Carta militare austriaca · hi

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    SALINE ABBANDONATE DI TRIESTE

    E SALINE ABBANDONATE DI MUGGIA

    F inchè lo sviluppo della Zona industria le non avrà modificato completamente quella plaga, e fi nchè rimarranno le vestigia della antica , a ttività produttrice di sale, sarà consigliabile cÌistinguere le «Saline abbandonate di Trieste», a tramontana della foce della Ro-sandra, da lle «Sa line abbandonate di" Muggia», Ira la Punti' di Stra-m àre e Io sbocco del Rio d'Ospo.

    Le Saline di Trieste nella Piana di Zaule, in concorrenza con quelle di Muggia, Capodistria e Pirano, contribuirono ad acuire in certi periodi i rapporti politici fra il Comune di Trieste e la Repub-blica di Venezia: Nella guerra del 1616 i muggesani e i triestini si rovinarono a vicenda le saline. Quelle di Tries te appartenevano in buona parie all'allora barone, poi conte Petazzi, patrizio triestino e feudatario del castello di San Servolo.

    QUARTO

    Il toponimo Quarto s'incontra in vari documenti antichi trie-stini, tra i quali due del 1348, conservati nell 'Archivio capitolare di San Giusto e riprodotti da don Angelo Marsich nell'Archeografo Triestino serie II vol. VI pag. 264 ; l'uno: In contra/a Quarti presso Riçmagna, cioè San Giuseppe; l'altro: In contra/a çaulis sive Quarti: Zaulè o Quarto.

    Anche Jacopo Cavalli nell'elenco dei toponimi del Quattrocento nel suo volume dedicato alla vita di Trieste in quell'epoca compren-de Quarto; e Giuseppe Caprin nel «Trecento a Trieste" rileva Quarto presso Zaule.- ·

    Il pnnto preciso che tuttora i contadini di quella plaga chia-mano Quarto mi è stato segnalato dal chiaro studioso di toponoma-stica Giordano Pontini, che fu insegnante per qualche anno nella vicina scuola di San Giuseppe. Quarto si trova a ll'estremità del rione snbnrbano di Santa Maria Maddalena inferiore nel Comune di Trie-ste, in prossimità della linea di confine col Comune di San Dorligo della Valle, presso il villaggio di San Giuseppe, anzi precisamente a mezzo chilometro a ponente dalla frazione di Lugo di San Gin--seppe (da lucus, boschetto; nel vernacolo mandriano log).

    Il Pontini espresse la supposizione che poteva forse trattarsi d'un toponimo derivato da una pietra miliare romana al quarto mi-glio da Tries,te.

    Tale giudizio è stato espresso implicitamente già da Pietro Kandler, che nelle «Indicazioni per riconoscere le cose storiche del

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    Litoralen occupandosi dell'Agro colonico di Trieste romana, segnalò tra i toponimi conservanti le tracce dell'antica sua forma anche quello di Ad Quartum.

    L'avere premesso la preposizione Ad alla voce Quartum rivela appunto ch'egli considerava la denominazione Quarto come deri-vata da una colonna 1niliare romana.

    Di fatti, consultata la tabella delle misure romane e rilevato che un miglio romano equivale a 1480 metri, quindi quattro miglia a 5920 metri; e presa la distanza in linea retta da San Giusto a Quarto, la quale risulta di 54,!0 metri; calcolati 500 metri per le cur-ve, le salite e le discese di una strada di circa sei chilometri tracciata sempre verso la stessa direzione, da maestro a scirocco, si confer-mano appunto 5920 metri, cioè esattamente quattro miglia romane.

    Quarto indica dunque il quarto miglio sulla Via Flavia da Trieste a Parenzo e a Pola. In quell'epoca l'attuale piana, sulla quale si lancia il rettifilo di Zaule, alla quota di appena un metro, era tutta paludosa, e la strada romana si teneva sulle coste delle col-line. Il valore storico del toponimo Quarto riesce notevole anche per lo studio della rete stradale romana.

    Conservatosi- non soltanto nei documenti, ma pure, attraverso duemila anni, vivo nel linguaggio degli agricoltori locali, discendenti dai mandriani, coloni dei possidenti triestini, questo toponimo rap-presenta un cimelio classico da trasmettere alle generazioni future anche ricollocando sul posto una colonna miliare di tipo romano con apposita iscrizione.

    Nel Piano regolatore di Trieste la piana di Zaule a destra e a sinistra del rettifilo, dalla strada del Dòmio alla spiaggia delle sa-line abbandonate, è riservata allo, sviluppo della Zona industriale (Zona E) ; e i terreni vicini sono destinati alla costruzione di case d'abitazione, purtroppo di cinque piani a serie chiusa (Zona B): mentre per quelli più a 1nonte, co1npreso il terreno dove si trova Quarto, è prevista la costruzione di case isolate" o raggruppate a tre piani (Zona C2).

    Rilevata la memoria storica di Quarto, il Piano regolatore non può trascurare questo particolare, che offre l'opportunità di aprire ivi una piazza - Piazza di Quarto - e di proseguire la strada fino alla prossima frazione di Lugo di San Giuseppe, cercando, se è an-cora possibile di trovare, il tracciato della strada romana.

    Inoltre fino da ora si può formare in quel sito una nuova fra-zione del rione suburbano della Maddalena inferiore, col nome di Quarto.

  • 128 ANGELO SCOCCHI

    II punto preciso del Quarto Miglio romano da Trieste viene a trovarsi un po' fuori del Foglio di Tries te della Carta geografica d'I-talia, ma in considerazione dell'importanza geografica e storica di tal e punto p er la città di Trieste, riuscirebbe indubbiam ente cosa gra-dita e utile ai lettori del Foglio se sul margine di questo figurasse la posizione antica della colonna miliare -romana col toponimo Quarto.

    RIO DI QUARTO

    Nel Trecento del Caprin e nel Qàattrocento del Cavalli è ri-cordato il Rio di Quarto , il cui antico nome caduto in òblio al pari dei nomi di quasi tutte le acque correnti del territorio di Trieste, livellate sotto l'unica deno1ninazione vernacola mandriana, slava , di patòc, furono tradotte tutte in torrenti. Così il Rio di Quarto fu se0 gnato sulle carte com e Torrente di Zaule, anzi Torrente Zaule. E' giusto che esso riacquisti il suo stato civìle tenuto p er secoli e secoli, e torni ad essere chiamato col suo vero nome: Rio di Quarto.

    Nel Piano regolatore è ptevista la coper tura del Rio di Quarto e la costruzione, sul suo corso, di una s trada dal m are sino alle im-mediate vicinanze del punto che ricorda il quarto miglio r omano. Per quella strada si può già stabilire il futuro nome : Via Rio di Quarto.

    Presentemente l'Ufficio del Genio civile di Trieste sta provve-dendo alla sistemazione idraulica di tale rio e dei suoi affluenti, classificando le opere idrauliche lungo tali° corsi d'acqua nella terza categoria.

    IMPIANTI DELL' ACQUEDOTTO DI ZAULE

    Gl'impianti dell'Acquedotto di Zaule, sussidiario del grande Acquedotto dell'Aurisina e del Basso Timavo, consistono di:

    1) sette pozzi scavati l'uno dopo l'altro lungo lo stradone di Zaule, dal la to di levante ;

    2) un bacino di ca rica con s tazione di sollevamente nell'angolo tra lo stradone di Zaule e la strada per il Dòmio e San Dorligo;

    3) un serbatoio situato quasi sulla vetta del Monte Castiglione alla quota di m. 75.

    La posizione di tali impia nti, finora non segna ti nella .Carta geografica, può essere indicata con esattezza dal Servizio Acquedotti del!' Azienda comunale dei servizi Elettrici, Gas, Acqua e Tranvie (A. C. E. G. A. T.).

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    IL DOMIO

    Il Dòmio è toponimo notissimo nella Val Rosandra d'un gruppo di case presso nn incrocio di.strade al limite tra il Comune di Trie-ste e quello di San Dorligo. Vi si trova anche un'osteria, meta fre-quente di scampagnate di buontemponi triestini. Si pronunzia il to-ponimo con l'articolo nei vari casi Il Domio, Del Domio, Al Domio ecc. La Carta militare austriaca l'aveva ignorato; ed esso non fu ancora incluso neppure nella Carta italiana.

    RIO D'OSPO

    L'antica voce per il corso d'acqua che sbocca presso le saline abbandonate di Muggia a mezzogiorno della Punta di Stramare è Rio d'Ospo, usata anche da Eugenio Boegan nel suo studio "Le ri-sorse idriche della Provincia di Trieste», pubblicato nel 1937.

    Il generale .veneto Michiel nella r.elazione del 1. dicembre 1368 al doge Contarini durante la guerra contro Trieste (riprodotta da G. B. di Sardagna nell'Archeografo Triestinon Serie 2.a voi. 8.o pag. 342) chiama quel corso d 'acqua Fossa Ospi, cioè Fosso d'Ospo. Nella parlata antica locale esso è detto Rio d'Ospo, non 1nai torrente, voce la quale non è che la uniforme, impropria traduzione dello slavo patoc.

    MONTE CASTELLIERE E COLOMBARO

    Nel Foglio di Trieste è compresa anche parte notevole del Comune di Muggia, nel quale si trovano il Monte Castelliere e nn casale denominato Colombaro.

    Nell'Istria si contano numerose località che traggono il pro-prio no1ne dall'esistenza di antichi castellieri . Non vedo la ragio~e perchè alcuni di tali toponimi debb.ano essere scritti in forma dia-lettale col troncamento della vocale finale ; e anche il Monte Castel-liere mi sembra sia consigliabile trascrivere nella forma della lingua nazionale. Non saprei spieganni pcrchè si dovrebbe usare una re-gola differente da quella che si ·segue p er le città, per i paesi e per i nmni di 111onti, fiun1i, ecc. d'altrc regioni. Se la Carta d'Italia avesse da riportare i toponin1i dialettali in Pie111onte, in Liguria, in Lon1-bardia, nell'Emilia , in Sardegna, in tutte le regioni, gl'italiani in-contrerebbero difficoltà a leggerla.

    Perciò ritengo sia da preferire pure la forma nazionale Colom-baro a quella dialettale priva della vocale finale. Si scrive, e spessi) anche si pronunzia pure dal popolo Stramare, Pi.rana, Pisino, Mon-falcone anzichè Stramai-, Piran, Pisin e Monfalcon:

  • 13Ò ANGELO SCOCCHI

    PIAGGI

    Le Piaggi, nel dial etto muggesano d 'antica impronta friula na I Piai, nel genere maschile: pregevole toponimo sulla costa del monte a libeccio della cittadella , noto anche per una limpida sorgente, che nel Trecento, quando Muggia apparteneva ancora al Patriarcato di Aquileia, mentre Capodistria dipendeva già dalla Repubblica veneta, aveva contribuito al motto: L'acqua del Piai con quella del Hisan no se confai.

    Il Petrocchi elenca la voce viva Piaggia «luogo in pendio piut-tosto scoseso», al plurale Piagge; ma come voce antiqua ta anche Piaggia al plurale Piaggi ( «le celesti piaggin) , viva però nelle mon-tagne pistoiesi per «ripiano d'un monte e, per estensione, qualunque plagan; nella Versilia e altrove in Toscana per «balzo».

    I documenti triestini rivelano che anche un pendio scosceso a levante della città era denominato Play.

    CAMPORE

    Càmpore è la denominazione di un pianoro a maestro della vetta del Monte San Michele, verso la Punta Sottile, tra Muggia Vec-chia e il Lazzaretto, con una scuola elementare per i figli degli agri-coltori abitanti in quelle case sparse.

    Bel toponimo Campare, derivato evidentem ente da campi : lo s'incontra anche nelle provincie di Parma, Spezia , Vercelli e Aosta ; nella variante di Campora nelle provincie di Napoli e di Salerno e anche in quella di Parma ; nella for ma di Càmpori presso Lucca.

    Nel Mnggesano esso è pronunciato ancora secondo le leggi fo-netiche dell 'estinto dialetto loca le di tipo friulano studiato da Jacopo Cavalli, con la c schiacciata: Ciampore. Si credette, come il solito, di ridurre tale voce a forma nazionale dicendo Chiàmpore anzichè Campare, ripetendo così l'errore di Chiarbola, Chiadino, Chian-chiara, ecc.

    E' toponimo da valorizzare anche segnandolo sulla Carta geo-grafica.

    BARISO:SI E MILOCCHI

    Barisoni e Milocchi sono due so ttofrazioni del Comune di Mug-gia, le quali traggono le loro denominazioni dai cognomi delle fa-miglie che vi abitano.

    La Carta militare a ustriaca segnò erroneamente il cognome Barisoni con due esse anzichè con una, e il cognome Milocchi con

  • TOPONOMASTICA GIULIANA l:Ìi

    una c anzichè con due; la Carta militare italiana riprodusse tak errore, che va corretto.

    FRAZIONI E SOTTOFRAZIONI DEL COMUNE DI MUGGIA

    La toponomastica del Comune di Muggia richiede uno studio particolare, che mi a uguro sia eseguito da Giordano Pontini, esten-dendolo anche a l Comune finitimo di San Dorligo.

    Bellissimi nomi di sottofrazioni sono registrati nel Repertorio delle località (Ortsrepertoriwn) stampato a Vienna nel 1918, tra i quali saranno da includere nel Foglio di Trieste: Cerei (Cerreti), F arnei (Farneti), Piaio (Piaggi), Restorto (Riostorto), Vanisella; mentre alcuni a ltri, che si trovano n ei vecchi documenti del Comu-ne e che sono r icorda ti nello studio di Jacopo Cavalli, furono sosti-tuiti in tempi relativamente r ecenti da cognomi slavi appartenenti a famiglie scese dalla montagna: i toponimi originari chiedono di essere ripristinati.

    Curioso appare il caso di Oltra, denominazione usata dai capo-distriani per designare la spiaggia che sta oltre il loro golfo.

    Il Repertorio austriaco non registra Oltra, bensì Valle Oltra , toponimo mai usato dai capodistriani, e imposto dal Comune di Muggia a una propria frazione, ma non già a quella dov'è la spiaggia di Oltra, sibbene alla zona di ponente comprendente, tra le altre, le sottofrazioni di Pun la Sottile, Punta Grossa, Càmpore, Muggia Vec-chia, San Rocco. Cosi pure la Carta militare austriaca indicò col to-ponimo improprio Valle O/tra la plaga intorno al Lazzaretto. In suc-cessive edizioni fu trascri tto per brevità V. O/tra, fin chè nell'ultima edizione ·della Carta italiana il toponimo, già per sè stesso non cor-rispondente, si corruppe in Va/tra. Forse il Comune di Muggia po-trebbe imporre un nome più appropriato di quello di Valle Oltra a lla sua frazione di ponente.

    Per ragguagli e schiarimenti favoritimi gentilmente durante le ricerche per il perfezionamento del Foglio di Trieste, compio il gra-dito dovere di ringraziare, oltre a llo studioso. Giordano Pontini, an-che il comm. ing. Aldo. Suppani, direttore dei Magazzini Generali, il cav. Eugenio Boegan, del Servizio Acqu edotti, e il mio a mico Renato Sinceri di Muggia.

    ANGELO SCOCCHI.