il poeta m. chagall, il poeta. omero: aedo ispirato per tutti gli uomini al mondo gli aedi sono...
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Il poeta
M. Chagall, Il poeta
Omero: Aedo ispiratoPer tutti gli uomini al mondo gli aedi sono degni di rispetto e onore, perché ad essi insegnò la via dei canti la Musa che ama i cantori.
Od. VIII, 479-sgg.
Più di ogni altro uomo io ti lodo Demodoco. La Musa, figlia di Zeus, ti fu maestra oppure Apollo, perché con arte perfetta tu canti la sorte dei Danai … come se fossi stato presente o lo avessi udito narrare. Od. VIII, 487-sgg.
G. Isola, Sogno di Omero.
Archiloco: Esperto conoscitoreIo sono scudiero del signore Enialio e conosco l’amabile dono delle Muse. Fr.1
So intonare il bel canto di Dioniso signore,
il ditirambo, folgorato dal vino nel cuore. fr,. 120
Aristofane: Il maestro
Il poeta deve nascondere il male e non rappresentarlo e insegnarlo. Infatti per i ragazzi c’è il maestro che parla, per gli adulti invece il poeta. Bisogna dunque che noi parliamo del bene.
Rane, vv. 1052- sgg.
P. Picasso, Poeta
Platone: La calamita
Questo dono, che è presso di te, di parlare egregiamente di Omero, non è un’arte, ma un potere divino che si muove come nella pietra che Euripide chiamò magnete… Perché questa pietra non solo attrae direttamente gli anelli di ferro, ma trasmette il proprio potere agli anelli stessi che fanno quel che fa la pietra: attraggono cioè altri anelli, sicché si forma a volte una lunghissima catena di pezzi di ferro e di anelli pendenti l’uno dall’altro. …
Così anche la Musa è soltanto essa che crea degli ispirati e attraverso questi si forma una catena di entusiasti.
Ione, 533
Platone: Essere leggero, alato, sacro.
Il poeta è un essere leggero, alato e sacro e non è in grado di poetare prima di esser posseduto dal dio e fuori di senno e non più padrone della sua mente. …
Essi non parlano per arte, ma per un dono divino… e il dio li priva del senno e come di suoi ministri si serve di loro e dei vati e dei profeti affinché noi sappiamo che è il dio in persona che parla a noi per bocca loro. …
Ione, 534
Plauto: Bugiardo sive poeta
… Come il poeta, quando prende le sue tavolette, cerca quel che non esiste in nessun luogo al mondo e tuttavia lui lo trova, e trasforma la finzione in verità, così io mi farò poeta e le venti monete, che ora non esistono in nessun luogo al mondo, io le farò balzar fuori …
Pseudolus, vv. 401- sgg.
Cicerone: Dono divino
Il poeta è spinto a comporre dalle forti capacità della sua mente, come animato da una sorta di ispirazione divina. Perciò a ragione Ennio definisce sacri i poeti, in quanto sembrano esserci stati concessi quasi come prezioso dono degli dei.
Sia sacro presso di voi, giudici, persone così colte, il nome di poeta, che nessun popolo, pur barbaro, ha mai profanato. Le rupi e i deserti fanno eco alla sua voce, le bestie feroci spesso sono ammansite dal suo canto e si placano; noi, istruiti nelle arti migliori, non dovremmo essere smossi dalla voce del poeta?
Pro Archia, 18-19
Mi sembra un funambolo sulla corda tesa
il poeta, che con i suoi fantasmi sconvolge il mio cuore,
lo eccita, lo placa, lo riempie di vano terrore,
come un mago, e mi trasporta ora a Tebe ora ad Atene. Epistole, II, 210-213
Orazio: Il funambolo
Picasso, Acrobata e giovane arlecchino, 1905
Baudelaire: L’albatroSpesso, per divertirsi, gli uomini d’equipaggio,
Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
Che seguono, indolenti compagni di viaggio,
Il vascello in volo sugli abissi amari.
Li hanno appena deposti sulla tolda che questi
Re dell’azzurro, maldestri e stanchi,
Le grandi ali bianche lasciano mesti
Pendere come remi lungo i fianchi.
Il viaggiatore alato com’è sgraziato e lento,
Quant’è ridicolo e brutto, lui prima così bello:
Uno con la pipa al becco dà il tormento,
L’altro zoppicando mima l’impacciato uccello.
Al principe delle nuvole il poeta somiglia,
Che sfida la tempesta e se la ride d’ogni dardo;
Esule sulla terra al centro del parapiglia,
Le ali da gigante al suo passo fan ritardo.
Dickinson: Rivelatore d’immagini
Fu questo un poeta–colui che distilla
Un senso sorprendente da ordinari
Significati, essenze così immense
Da specie familiari
Morte alla nostra porta
Che stupore ci assale
Perché non fummo noi
A fermarle per primi.
Rivelatore di immagini,È lui, il Poeta,A condannarci per contrastoAd una illimitata povertà.
Della sua parte ignaro,Tanto che il furto non lo turberebbe,È per se stesso un tesoroInviolabile al tempo.
Carducci: Grande artiereIl poeta è un grande artiere,
che al mestiere
fece i muscoli d’acciaio:
capo ha fier, collo robusto,
nudo il busto,
duro il braccio, e l’occhio gaio…
Picchia. E per la libertade
ecco spade,
ecco scudi di fortezza:
ecco serti di vittoria
per la gloria,
e diademi a la bellezza.
Picchia. Ed ecco istoriati
a i penati
tabernacoli ed al rito:
ecco tripodi ed altari,
ecco rari
fregi e vasi pe’l convito.
Per sé il pover manuale
fa uno strale
d’oro, e lancia contro ‘l sole:
guarda come in alto ascenda
e risplenda,
guarda e gode, e più non vuole.
Pascoli: Il mago
“Rose al verziere, rondini al verone!”
Dice, e l’aria alle sue dolci parole
sibila d’ali, e l’irta siepe fiora.
Altro il savio potrebbe: altro non vuole;
pago se il ciel gli canta e il suol gli odora;
suoi nunzi manda alla nativa aurora,
a biondi capi intreccia sue corone.Matisse, Lilla
Pascoli: PoetaIl poeta, se e quando è veramente poeta, cioè tale che significhi solo ciò che il fanciullo detta dentro, riesce ispiratore di buoni e civili costumi, d’amor patrio familiare e umano…Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico… e nemmeno è, sia con buona pace del maestro, un artiere che foggi spade e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nieli e ceselli l’oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l’uno e l’altra.Il poeta è colui che esprime la parola che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detta… si trova esso tra la folla; e vede passare le bandiere e sonar le trombe. Getta la sua parola, la quale tutti gli altri, appena esso l’ha pronunziata, sentono che è quella che avrebbero pronunziata loro… ma non è lui che sale su una sedia o su un tavolo ad arringare. Egli non trascina, ma è trascinato; non persuade, ma è persuaso.
Moretti: Non son come gli altri
Io non son come gli altri e mi dispiace.Io non son come gli altri, è un mio sconforto.Io non son come gli altri, io so chi piace.Io non son come gli altri, io vedo storto.
Io non son come gli altri, amo chi giace.Io non son come gli altri, io penso all'orto.Io non son come gli altri e non ho pace.Io non son come gli altri e son già morto.
Sergiy Shkanov, Muse.
Palazzeschi: Il saltimbanco
Sono forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola ben strana
la penna dell’anima mia:
“follia”.
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell’anima mia:
“malinconia”.
Un musico allora?
Non c’è che una nota
nella tastiera dell’anima mia:
“nostalgia”.
Son dunque … che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell’anima mia.
Picasso, Acrobata e giovane arlecchino, 1905
Corazzini: Non sono un poeta
Perché tu mi dici: poeta?Io non sono un poeta.Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.Vedi: non ho che lagrime da offrire al Silenzio.Perché tu mi dici: poeta?….Io amo la vita semplice delle cose.….Oh, io sono, veramente malato!E muoio, un poco, ogni giorno.Vedi: come le cose.Non sono, dunque, un poeta:Io so che per essere detto: poeta, convieneViver ben altra vita!Io non so, Dio mio, che morire.Amen.
De Chirico, Le Muse inquietanti.
Anche le cose sono parole,scrigni di sillabe divine: parole“dimora dell’Essere”, e voigli scribi del mistero, o poeti.
Un sol verso – perlarara che le cose in recessiimpervi racchiudegeloso -, un solo verso,fessura sull’infinito comeil costato aperto di Cristo -, ancheun solo verso può fare“più grande l’universo”.
Turoldo: Scriba del mistero
Il poeta……secondo Picasso
Klimt, La poesia
Poesia è…
Teocrito: Antidoto contro l’amore
Non c’è altro antidoto contro l’amore,O Nicia, né pomata, a me pare, né polvere,Fuor che le Pieridi: antidoto leggero e soave è questoPer i mortali, ma trovarlo non è semplice.Penso che lo sappia perfettamente tu medicoE caro oltremodo alle nove Muse.Così al meglio viveva il nostro CiclopeL’antico Polifemo, quando spasimava per Galatea…
Il Ciclope , vv. 1-8.
Cicerone: E’ sempre con noi
… le altre occupazioni dell’animo non sono proprie né di tutti i momenti né di tutte le età né di tutti i luoghi.
Questi studi invece sono nutrimento dell’adolescenza, addolciscono la vecchiaia, rendono più belle le situazioni fortunate, portano aiuto e sollievo a quelle avverse, sono un diletto in casa, non ostacolano la vita fuori, ci tengono compagnia durante la notte, viaggiano con noi, ci seguono in campagna.
Pro Archia, 16
Catullo: Nugae e ineptiae
…Tu solo solevi attribuire
qualche valore a queste mie bazzecole…I, vv. 3-4
Se per caso sarete lettori di queste
mie inezie, né avrete vergogna
di accostare a me le vostre mani ….14b
Lucrezio: Il dolce miele delle Muse
Godo ad appressarmi alle fonti intatte
ed attingervi, e godo a cogliere fiori nuovi
e intrecciare per il mio capo una corona gloriosa,
di cui prima a nessuno le Muse abbiano velato le tempie;
anzitutto perché grandi cose io insegno, e cerco
di sciogliere l'animo dagli stretti nodi della superstizione;
poi perché su oscura materia compongo versi tanto
luminosi, tutto cospargendo col fascino delle Muse.
Infatti anche questo appare non privo di ragione;
ma, come i medici, quando cercano di dare ai fanciulli
l’amaro assenzio, prima gli orli, intorno al bicchiere,
cospargono col dolce e biondo liquore del miele,
Perché nelll'improvvida loro età i fanciulli s’ ingannino
non oltre le labbra, e intanto bevano interamente l'amara
bevanda dell'assenzio e dall'inganno non ricevano danno,
ma al contrario in tal modo risanati riacquistino vigore;
così io ora, poiché questa dottrina per lo più pare
troppo ostica a coloro che non l'hanno coltivata,
e il volgo rifugge lontano da essa, ho voluto esporti
la nostra dottrina col canto delle Pieridi che suona soave,
e quasi cospargerla col dolce miele delle Muse,
per provare se per caso potessi in tal modo tenere
avvinto il tuo animo ai miei versi, finché penetri tutta
la natura, in quale forma sia disposta e ornata.
Pascoli: Poesia di piccole cose
Poesia è trovare nelle cose, come ho da dire? il loro sorriso e la loro lacrima; e ciò si fa da due occhi infantili che guardano semplicemente e serenamente di tra l’oscuro tumulto della nostra anima …La poesia in quanto è poesia, la poesia senza aggettivi, ha una suprema utilità morale e sociale. È quella che migliora e rigenera l’umanità, escludendone, non di proposito il male, ma naturalmente l’impoetico. Impoetico è ciò che la morale riconosce cattivo e ciò che l’estetica proclama brutto.
D’Annunzio: Il verso è tutto
O poeta, divina è la Parola;
ne la pura bellezza il ciel ripose
ogni nostra letizia; e il Verso è tutto.
Croce: L’incanto della poesia
Questo è l’incanto della poesia: l’unione del tumulto e della calma, dell’impulso passionale e della mente che lo contiene in quanto lo contempla. La vittoria è della contemplazione, ma è una vittoria che freme tutta della battaglia sostenuta e che ha sotto di sé l’avversario domato e vivente. Il genio poetico coglie e ferma questa linea sottile, in cui la commozione è serena e la serenità commossa.
Ungaretti: Parola scavata
Gentile
Ettore Serra
poesia
è il mondo l’umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
la limpida meraviglia
di un delirante fermento
Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso.
Montale: I limoniAscoltami, i poeti laureatisi muovono soltanto fra le piantedai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosifossi dove in pozzangheremezzo seccate agguantano i ragazziqualche sparuta anguilla:le viuzze che seguono i ciglioni,discendono tra i ciuffi delle cannee mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.Meglio se le gazzarre degli uccellisi spengono inghiottite dall' azzurro:piú chiaro si ascolta il susurrodei rami amici nell' aria che quasi non si muove,e i sensi di quest' odoreche non sa staccarsi da terrae piove in petto una dolcezza inquieta.Qui delle divertite passioniper miracolo tace la guerra,qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezzaed é l' odore dei limoni.Vedi, in questi silenzi in cui le coses' abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,il punto morto del mondo, l' anello che non tiene,il filo da disbrogliare che finalmente ci mettanel mezzo di una veritàLo sguardo fruga d' intorno,la mente indaga accorda disuniscenel profumo che dilagaquando il giorno piú languisce.Sono i silenzi in cui si vedein ogni ombra umana che si allontanaqualche disturbata DivinitàMa l' illusione manca e ci riporta il temponelle città rumorose dove l' azzurro si mostrasoltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.La pioggia stanca la terra, di poi; s' affoltail tedio dell' inverno sulle case,la luce si fa avara - amara l' anima.Quando un giorno da un malchiuso portonetra gli alberi di una corteci si mostrano i gialli dei limoni;e il gelo del cuore si sfa,e in petto ci scroscianole loro canzonile trombe d' oro della solarità.
Turoldo: Creazione
Poesia
è rifare il mondo, dopo
il discorso devastatore
del mercadante.
D. Ventrone, La creazione del mondo
Borges: Il surDa uno dei tuoi cortili aver guardato
le antiche stelle,
dalla panchina dell’ombra aver guardato
quelle luci disperse
che la mia ignoranza non ha imparato a nominare
né a ordinare in costellazioni,
aver sentito il cerchio dell’acqua
nella segreta cisterna,
l’odore del gelsomino e della madresilva,
il silenzio dell’uccello addormentato,
l’arco dell’androne, l’umidità
-queste cose, forse, sono la poesia.
Borges: Arte poeticaGuardare il fiume fatto di tempo e acquae ricordare che il tempo è un altro fiume,sapere che ci perdiamo come il fiumee che i volti passano come l’acqua.
Sentire che la veglia è un altro sognoche sogna di non sognare e che la morteche la nostra carne teme è quella mortedi ogni notte, che si chiama sogno.
Vedere nel giorno o nell’anno un simbolodei giorni dell’uomo e dei suoi anni, convertire l’oltraggio degli anniin una musica, un rumore, un simbolo.
Vedere nella morte il sogno, nel tramontoun triste oro, tale è la poesia
che è immortale e povera. La poesia
ritorna come l’aurora e il tramonto.
Talora nelle sere un volto
ci guarda dal fondo di uno specchio;
l’arte deve essere come quello specchio
che ci rivela il nostro proprio volto.
Narrano che Ulisse, sazio di prodigi,
pianse d’amore scorgendo la sua Itaca
verde e umile. L’arte è quell’Itaca
di verde eternità, non di prodigi.
Ed è pure come il fiume senza fine
che scorre e resta, cristallo di uno stesso
Eraclito incostante che è lo stesso
ed è altro, come il fiume senza fine.
Luzi: Alta parola
Vola alta, parola, cresci in profondità,tocca nadir e zenit della tua significazione,giacché talvolta lo puoi – sogno che la cosa esclaminel buio della mente –però non separartida me, non arrivare,ti prego, a quel celestiale appuntamentoda sola, senza il caldo di meo almeno il mio ricordo, siiluce, non disabitata trasparenza…
La cosa e la sua anima? o la mia e la tua sofferenza?
Hierro: Vento, fuoco, mare …La poesia è come il vento,o come il fuoco, o come il mare.Fa fremere alberi, vesti,brucia spighe, foglie secche,culla sulla cresta dell’onda le cose che dormon sulla spiaggia.La poesia è come il vento,o come il fuoco, o come il mare:dona parvenza di vitaa ciò che è immobile, paralizzato.E la legna che arde,le conchiglie che l’ onda rapisce e lascia,la carta che il vento invola,brillano di momentanea vitatra due immobilità.C. Brancusi, La Musa
Poesia …
…tesoro inviolabile al tempo.Klimt, Le arti.
Omero: Cantati per sempre
La tristezza è il destino che Zeus ci ha dato: ma è per questo che le nostre vite saranno cantate anche in futuro, da tutti gli uomini che verranno.
Il. VI, 357-358.
G. Isola, Sogno di Omero.
Teognide: Dà le aliIo t’ho dato le ali. Volteggerai, librato,
Agevolmente sulla terra e il mare.
Sarai presente nelle feste, nei banchetti,
Col tuo nome su mille bocche, vivo.
Ti canteranno ragazzi d’amore, acute voci
Serene, al suono di clarini acuti.
Poi calerai negli antri della terra buia,
Laggiù, nell’Ade stridulo di pianti.
Ma con la morte non morrà la fama: gli uomini
T’ameranno col tuo nome perenne,
Cirno. Andrai per la Grecia e le sue isole, varcando
Mari pescosi , sterili distese,
Senza cavalli: ti faranno scorta i doni fulgidi
Delle Muse dai serti di viole.
Canto sarai nei secoli, per chi del canto è vago,
Finché la terra duri e duri il sole.
E io? Tu non ti curi di me: tu non mi dai
Che parole. M’illudi, come un bimbo.
Saffo: Memoria futura
Morta tu giacerai e più nessuna memoria futura
ci sarà di te giammai: perché delle rose non hai parte
di Pieria, ma anche nella casa di Ade oscura
ti aggirerai svolazzando tra le ombre morte.
Callimaco: Usignoli eterni
Mi ha riferito qualcuno, o Eraclito, della tua morte
e mi ha fatto piangere: ho ricordato quante volte
insieme chiacchierando abbiamo messo a dormire il sole,
ma tu, amico di Alicarnasso, da un pezzo sei cenere.
Ma vivono i tuoi usignoli. Su di loro Ade,
il grande predone, non allungherà la mano.
Teocrito: Poesia celebratrice
Sempre questo sta a cuore alle figlie di Zeus, sempre ai poeti,Celebrare gli dei immortali, celebrare le glorie degli eroi.Le Muse sono dee e cantano gli dei;Noi qui siamo mortali e dunque cantiamo i mortali. …
…Obliati sarebbero rimasti tra miseri mortaliPer lunghe generazioni … se il valente poeta di ChioI suoi accenti modulando sulla lira policordeTra gli uomini futuri non li avesse resi rinomati ….
Dalle Muse viene la buona fama per i mortali,Le ricchezze dei morti le distruggono i vivi.
Le Grazie o Ierone, vv. 1-4; 42-45; 58-59 .
Catullo: Augurio di eternità
Perciò eccoti questo libretto,
quale che sia il suo valore,
e mi auguro, o vergine patrona,
che duri attraverso gli anni
per più di una generazione.I, vv. 7-10
Orazio: Immortale il poeta
Monumento ho innalzato più duraturo del bronzo,
più alto della regale mole delle piramidi,
che né pioggia edace né Aquilone sfrenato
possa distruggere o la serie innumerevole
degli anni e la fuga del tempo.
No, non tutto morrò, molta parte di me
sfuggirà Libitina: sempre di postera
lode io crescerò, finché …Odi, III, 30
Orazio: …e le gesta cantate
Non fu la sola Elena Spartana che s’infiammò ammirata per i riccioli curati di un adultero, per l’oro ricamato delle vesti e la corte regale…
Vissero prima di Agamennone molti eroima tutti languono oscuri e illacrimatiin una notte senza fineperché non hanno un sacro vate….
Odi, IV, 9.
Foscolo: Poesia eternatrice …
Siedon custodi de' sepolcri, e quandoil tempo con sue fredde ale vi spazzafin le rovine, le Pimplèe fan lietidi lor canto i deserti, e l'armoniavince di mille secoli il silenzio.…
Il sacro vate,placando quelle afflitte alme col canto,i prenci argivi eternerà per quanteabbraccia terre il gran padre Oceàno.E tu onore di pianti, Ettore, avrai,ove fia santo e lagrimato il sangueper la patria versato, e finché il Solerisplenderà su le sciagure umane.
Dickinson: Scintille eterne
Accendere una lampada e sparire –questo fanno i poeti –ma le scintille che hanno ravvivato –se vivida è la luce
S’imprimono come fanno i soli –ogni età una lenteche disseminala loro circonferenza –
Hesse: Oltre la critica
I libri dei poeti non hanno bisogno di spiegazione né di difesa: sono estremamente pazienti e possono aspettare, e se valgono qualcosa, allora essi vivono di solito più a lungo di tutti quelli che li discutono.
Constantin Brancusi, The kiss“, Romania 1876-1957
Sino a quando esisterà la poesia?
Bécquer: Per sempreNon dite che, esaurito il suo tesoro,priva d’argomenti, tacque la musa;Potran sparire i poeti, ma sempreci sarà poesia.
Finché le onde della luce al bacio palpitino accese,finché il sol le sfilacciate nubidi fuoco e oro vesta,fin tanto che l’aer nel suo grembo rechiprofumi e armonie,finché ci sia nel mondo primavera,ci sarà poesia.
Finché la scienza a scoprir non riesca le fonti della vita,e nel cielo o in mar sia un abissoche ai calcoli resista,
finché l’umanità sempre avanzandonon sappia dove cammina,finché ci sia un mistero per l’uomo,ci sarà poesia.
Finché si senta che ride l’animasenza che il labbro rida,finché si pianga, ma il pianto non scendaa velar la pupilla,fin tanto che fra il cuore e la testala lotta continui,finché ci siano speranze e ricordi,ci sarà poesia.
Finché ci siano occhi che riflettonodi altri occhi lo sguardo,finché risponda il labbro con un sospiroal labbro che sospira,finché possano sentirsi in un baciodue anime confuse,finché esista una bella donna,ci sarà poesia.
FINE