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Capitolo 4 Il Progetto Il sito di progetto Confini Analisi FDOM OSA Pre-esistenze Concept Studio di ricerca del prospetto Masterplan Viabilità Il porto turistico L’albergo Il nuovo polo attrattivo Buone Pratiche

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Capitolo 4

Il Progetto

Il sito di progetto

Confini

Analisi FDOM

OSA

Pre-esistenze

Concept

Studio di ricerca del prospetto

Masterplan

Viabilità

Il porto turistico

L’albergo

Il nuovo polo attrattivo

Buone Pratiche

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Capitolo 4

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Il sito di progettoLo studio del sito di progetto è indispensabile ai fini di una corretta progettazione

e successiva cantierizzazione.

Questo studio ci consentirà di avere una conoscenza globale dell’area di

progetto, analizzando i confini, le forze, debolezze, opportunità, minacce e tutte

le preesistenze al fine di valutarne una valorizzazione, un recupero oppure una

dismissione.

Il capitolo dello studio del sito è utile in quanto alla base della progettazione c’è

una volontà di integrazione con il contesto, evitando elementi di scontro, ma c’è

anche una volontà di renderlo perfettamente riconoscibile e dotarlo di una forte

identità.

Fig.4.01 - Studio dello stato di fatto dell’area di progetto.

Fig.4.02 - Vista aerea dell’area di progetto. Fonte: Google Maps.

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Il Progetto

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ConfiniIl confine Nord del lotto è caratterizzato dall’elevata pendenza e dall’irregolarità

della chiusura. Confina con una proprietà privata dove è presente una palazzina

di tre piani fuori terra, senza nessuna connotazione architettonica degna di nota.

Il confine fisico è realizzato con un muro contro terra ed una recinzione; la quota

della parte esterna dell’abitazione resta costante, mentre quella del nostro lotto

aumenta in modo progressivo.

Sul confine Est è presente la linea ferroviaria, elemento che, oltre a creare una

cesoia con l’abitato lecchese, ci vincola ad una inedificabilità di 30 m. La ferrovia

non crea gravi problemi dal punto di vista acustico in quanto ha un altezza negativa

rispetto al lotto, e risulta quindi schermata dalla riva presente tra il nostro spazio

di progetto e la stessa. Retrostante la ferrovia si sviluppa il quartiere residenziale,

composto da palazzine mediamente di tre piani fuori terra, organizzate su maglia

regolare e senza nessuna caratterizzazione architettonica.

A Sud è presente un complesso residenziale sviluppato a condominio, di recente

costruzione, di quattro piani fuori terra. Altra presenza nella zona sud è un chiosco

adibito a bar, inserito nel verde; il chiosco è realizzato con una struttura leggera,

formato dal solo piano terra. Lo spazio per i clienti è sviluppato all’esterno con dei

tavoli da esterno, ombreggiati dagli alberi.

Il confine Ovest è sicuramente quello più interessante, data la presenza di numerosi

elementi che lo caratterizzano. Il più suggestivo è la favolosa vista su Valmadrera

e la rocca di Malgrate. Degna di nota è la presenza di una pista ciclopedonale,

che però si interrompe proprio di fronte al lotto di nostra competenza, insieme al

filare alberato. Dinanzi al lotto c’è la stazione di servizio, che oggi fa da porta a

Lecco, progettata in stile razionalista dal noto Arch. Mario Cereghini.

Il lotto confina fisicamente con Via Lungolario Piave, ex S.S. 36, oggi ridotta a

strada di collegamento tra Lecco e Abbadia Lariana; tale declassamento ha ridotto

il flusso veicolare, favorendo l’utilizzo della pista ciclopedonale ed incrementando

ulteriormente il carattere residenziale e l’atmosfera di quiete.

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Capitolo 4

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La strada è però in molte parti trascurata e i ricorda il suo passato di strada

statale tramite gli ampi spazi per affissioni di cartelloni pubblicitari. Questi sono

senza dubbio elementi di disturbo da rimuovere; altri elementi di disturbo sono i

cavi dell’alta tensione scoperti e i tralicci della corrente.

Fig.4.03 - Elemnti di disturbo presenti nel paesaggio: la cartellonistica pubblicitaria ed i pali della rete elettrica.

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Il Progetto

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Analisi FDOML’analisi FDOM è stata usata per effettuare una pianificazione strategica. Al suo

interno abbiamo analizzato i punti di forza, debolezza, opportunità e minacce, al

fine di avere una visione d’insieme del contesto.

I punti di forza e di debolezza riguardano l’ambiente interno all’ambito del progetto,

mentre quello di opportunità e minacce quello esterno.

L’analisi FDOM mette in luce punti deboli e punti di forza dell’area, quali la

posizione strategica per la realizzazione di un porto turistico, data sia dalla

morfologia del territorio che dalla vicinanza al centro città, dalla riorganizzazione

della strada e della pista ciclopedonale, con realizzazioni di viewpoint di notevole

bellezza sulle aree limitrofe; un’elevata opportunità è data dalla risposta ad una

domanda turistica sempre più presente, ma poco ascoltata.

Le principali difficoltà sono date dalla relazione con un tessuto urbano mal

strutturato e senza nessuna connotazione urbanistica rilevante, dalla presenza

di movimenti di cittadini spaventati da progetti precedenti ed ora ostili a priori alla

realizzazione di un porto turistico. Da considerare in modo attento è la vicinanza

alla linea ferroviaria, che con la sua presenza è causa di vincolo su buona parte

dell’area.

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Capitolo 4

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Fig.4.04 - Analisi Forze Debolezze Opportunità Minacce (FDOM), relativa all’analisi dell’ATU 19.

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Il Progetto

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Capitolo 4

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OSAL’OSA è una mappa concettuale molto più mirata sulle procedure da intraprendere,

al fine di perseguire un obbiettivo prefissato: il risultato che si ottiene sono azioni

semplici e dirette nella loro applicazione.

Lo sviluppo dell’area può avvenire con strategie progettuali mirate ad aumentare

l’interesse e la permanenza nella zona delle Caviate, oggi zona dormitorio e

priva di qualsiasi motivo o servizio di interesse, sebbene la posizione strategica

e l’elevata qualità naturalistica.

Con questa breve analisi, cogliamo che uno dei punti fondamentali è l’incremento

e il miglioramento della connettività e della mobilità lenta, aspetto che coniuga

i vantaggi dati dalla vicinanza al centro, con la bellezza naturale e l’attrattività

turistica data dal porto. Nuove destinazioni d’uso, come l’alberghiero e gli impianti

sportivi, potranno favorire la rivitalizzazione dell’area.

Fig.4.05 - Analisi Obiettivi Strategie Aziioni (OSA) relativa al progetto da realizzare sull’area dell’ATU19.

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Il Progetto

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Pre-esistenzeDurante il sopraluogo sul lotto, sono state identificate delle preesistenze con

le quali andremo ad interagire sia in fase progettuale che in fase costruttiva, la

maggior parte non indicano fattori di pregio.

Muro di confine lato nord

Muro contro terra realizzato in calcestruzzo armato. Ha un altezza che aumenta

progressivamente da 3 m fino a 9m, rappresenta fisicamente il confine con un

altra proprietà ad uso residenziale, bisogna quindi interagire con un’adeguata

cura.

Scalinata

Consente l’attuale collegamento da Via

Lungolario Piave a Via Privata Vittorio

Veneto. Il ponte e la scalinata sono gli unici

elementi di unione tra il centro abitato e il

lungo lago. La scalinata copre circa 9m di

dislivello, non è a norma, in quanto non

prevede piani di sosta, ed ha un rapporto

alzata/pedata non adeguato ad un comodo

passaggio. Andrà sicuramente riqualificata,

anche in virtù dei piacevoli viewpoint che si

scoprono percorrendola.

Fig.4.06 - Accesso alla scalinata da Via Lungolario Piave.

Fig.4.07 - Panoramica posteriore dello stato di fatto dell’area di progetto destinata all’edificazione. In primo piano il ponte di collegamento tra il fronte su Via Lungolario Piave e Via Privata Vittorio Veneto, che permette di “attraversare” il tracciato ferroviario.

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Capitolo 4

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Fabbricato

Sul terreno di nostra competenza, sorge un fabbricato, presumibilmente risalente

agli anni sessanta, che non denota alcun interesse di tipo architettonico o

storico, e, attualmente, è in stato di completo abbandono. L’edificio è realizzato

in muratura tradizionale e non prevede nessuna possibilità di recupero.

Fig.4.08 - Fabbricato esistente presente sull’area di progetto. In alto: vista dall’interno della proprietà; in basso: vista dalla strada.

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Il Progetto

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Stazione di servizio

E’ sicuramente la presenza di maggior interesse del lotto, un edificio storico

progettato da Mario Cereghini nel 1933, autentico simbolo razionalista lecchese,

la porta da, e per, Lecco, arrivando dall’alto lago. Non ha subito modifiche nel corso

degli anni, e, grazie al suo continuo utilizzo negli anni, risulta ben conservato. Non

è però adeguatamente valorizzato: presenza ingombrante sono i marchi Tamoil

e la cartellonistica invasiva applicata sulla copertura. Bisognerà sicuramente

prevedere una riqualificazione e un ruolo centrale all’interno del progetto.

Fig.4.09 - Vista della stazione di servizio progettata dall’Arch. Cereghini Mario.

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Capitolo 4

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Fig.4.10 - Da destra: pianta piano copertura, pianta piano terra della stazione di servizio dell’Arch. Mario Cereghini.

Fig.4.11 - Prospetto fronte lago della stazione di servizio dell’Arch. Mario Cereghini.

Fig.4.12 - Prospetto fronte strada della stazione di servizio dell’Arch. Mario Cereghini.

Fig.4.13 - Prospetti laterali della stazione di servizio dell’Arch. Mario Cereghini.

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Il Progetto

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Filare alberato

Il filare è composto da platani ed è una preesistenza naturale da tutelare, segno

inconfondibile visto dal lago ed elemento forte da tenere in considerazione per

qualsiasi progetto, sia di edificazione sullo sfondo che di rifacimento del lungolago.

Il filare di alberi è continuo e su due linee, prosegue ininterrottamente dalla nostra

area di progetto fino a piazza XX settembre e fino all’interno della città, garantisce

una buona ombreggiatura nei giorni di calura estiva.

Fig.4.14 - Vista del lungo lago alberato nell’area delle Caviate.

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Capitolo 4

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ConceptLo scopo dell’intervento progettuale è la costruzione di un polo turistico lecchese,

con conseguente rivitalizzazione del quartiere delle Caviate, oggi area periferica

della città.

La rivitalizzazione dell’area sta nella molteplice funzione che tale intervento

potrà avere, estendendo l’area di interesse cittadino, dall’attuale zona del centro

storico e della Malpensata, fino alla zona del Caviate, creando interesse verso

un’area, ad oggi, commercialmente abbandonata.

Ulteriore vantaggio sta nell’attenzione che acquisirebbe lo sviluppo del lungo

lago, pensato, oltre che come zona living, anche come corsia di collegamento

leggero e come area di scambio tra veicoli e mobilità lenta, diventando un’accesso

privilegiato per chi si vorrà spostare dalle aree periferiche al centro, e viceversa.

L’obiettivo più importante, ma di più lungo termine, sta nella decisa volontà di

dare a Lecco quella vocazione turistica che i cittadini più lungimiranti auspicano,

partendo da un progetto concreto che voglia trasformare Lecco in una porta

d’ingresso al lago, per godere a pieno delle attrattive e della bellezza delle sue

montagne.

Fig.4.15 - Rappresentazione grafica della ricucitara del tessuto urbano consolidato del centro storico con l’area delle Caviate, di cui si evidenziano le potenzialità.

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Il Progetto

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Al fine di raggiungere un tale obiettivo, il progetto sarà carattizzato da:

• collegamenti efficienti: dovrà essere

ben collegato al centro cittadino ed

alle principali stazioni di trasporto

collettivo. Questo potrà avvenire

tramite il rifacimento, e l’integrazione,

dell’attuale pista ciclopedonale e dei

servizi di trasporto pubblico;

• l’area accresce di importanza quando

è presente una piattaforma di

interscambio, quando è possibile

lasciare l’auto e circolare per Lecco

e le mete di interesse tramite

trasporto leggere o pubblico. Questa

politica amplierebbe l’idea di centro

cittadino, con la conseguente

decentralizzazione dei servizi e degli

spazi di interesse, è per questo che

abbiamo dotato l’area di numerosi

parcheggi, per creare un’alternativa

vera ai congestionati parcheggi in

centro;

• la vera sfida odierna di Lecco è di

innalzare la vocazione turistica.

Crediamo che il turismo sia la chiave

che potrà dare una decisa spinta alle

opportunità di sviluppo della città.

Abbiamo quindi agito in questa direzione creando un lido attrezzato, un porto

turistico moderno e un hotel dagli elevati standard;

• un quartiere o un’area di città, per funzionare deve essere fruibile per

tutto l’anno, per questo abbiamo deciso di realizzare un centro espositivo

Fig.4.16 - Schematizzazione degli interventi da ni proposti per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

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Capitolo 4

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per mostre con annesso auditorium e una piscina comunale con palestra di

roccia, due destinazioni d’uso molto richieste e che uniscono due importanti

attrattività dell’area: l’elemento acquatico del lago e la sfida della montagna.

Il legame stretto con questi elementi è ripreso anche nella costruzione di un

ristorante panoramico, egli stesso richiamo per l’area.

Siamo convinti che tutte queste destinazioni creeranno un mix funzionale che

darà nuova linfa vitale all’area, un quartiere che per bellezza e localizzazione,

merita molto di più di area periferica alla quale ora è relegata.

La volontà prima è stata quella di non togliere spazi di vita all’aria aperta: quindi

abbiamo previsto la creazione di un parco rialzato che lavora da cucitura con

l’area retrostante la ferrovia, al fine di collegare il lungo lago con Viale Turati,

ricucendo il taglio netto creato dal tracciato ferroviario.

Altro punto fondamentale sta nella riconoscibilità dell’intervento senza stravolgere

l’architettura e il paesaggio circostante. L’architettura nelle immediate vicinanze

non offre assolutamente nessuno spunto, in quando l’area periferica non è

caratterizzata da precisi canoni a livello architettonico e urbanistico. Ci siamo

dunque ispirati agli elementi più ricorrenti nella zona che caratterizzano la strada

costiera del lago: quei muri di contenimento lapidei che hanno permesso la

realizzazione dell’asse stradale e ferroviario. Nella progettazione abbiamo dato

molta attenzione ai diritti di vista dei fabbricati retrostanti, cercando di minimizzare

le altezze al fine che tutti godano delle meravigliose viste che quest’area offre.

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Il Progetto

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Studio di ricerca del prospettoL’approccio ad un contesto unico,

come quello che fa da confine tra

lago e montagna, richiede uno studio

approfondito e un lavoro di ricerca e

ragionamento dedicato.

Per questa ragione, prima di

iniziare il lavoro di progettazione e

composizione, abbiamo studiato

dettagliatamente il rapporto tra natura

e costruito sull’intera costa orientale

Lariana.

Lo studio si è svolto installando sulla

parte anteriore della vettura un Active

Cam, con scatti programmati in

sequenza temporale, la successiva analisi dei fotogrammi ha svelato quali sono

le principali architetture alle quali ispirarsi.

Lo studio degli scatti ha rilevato che l’elemento che contradistingue il contesto

sono le gallerie, per lo più realizzate in pietra locale, che hanno permesso

agli abitanti dei comuni lariani di adattarsi all’impervia morfologia delle coste,

favorendone lo sviluppo.

Fig.4.17 - Percorso di indagine lungo la costa orientale del Lago di Como.

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Capitolo 4

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Partendo dalle immagini qui sopra riportate abbiamo iniziato a ragionare e stilizzare

quello che volevamo fosse il nostro fronte. La prima percezione, relativamente alle

gallerie incontrate lungo il percorso, sta nel ritmo che tali elementi determinano

nel paesaggio. Le gallerie, che denotano il chiaro intervento dell’uomo mirato

a voler domare l’impervio territorio, risultano per la maggior parte integrate in

Fig.4.18 - Alcune vste, tratte dall’indagine svolta, in cui si evidenzia la tecnologia del muro di contenimento, visibile lungo la strada panoramica.

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Il Progetto

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quelllo che è il panorama lariano della sponda lecchese. La vegetazione che

le sovrasta (e che esse stesse contribuiscono a contenere) sovente si estende

fino a ricoprire gli elementi lapidei che le compongono, tanto che le arcate buie

possono essere scambiate per grotte lungo le pendici dei rilievi. Come vedremo

meglio descritto nel seguito, il risultato di tale indagine ha portato al disegno di

un fronte rirmato da elementi esili che rastremano. Tra queste colonne abbiamo

posto ampie vetrate che permettono la percezione del lago e delle montagne del

Triangolo Lariano antistante.

Fig.4.19 - Viste di progetto del fronte strada sul Via Lungolario Piave.

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Capitolo 4

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Masterplan

Per arrivare alla definizione del progetto, qui presentata, ci siamo in primis

chiesto cosa volessimo realizzare per la nostra città. Per Lecco desideriamo

realizzare non un porto turistico, ma un’intera area che sia attrazione per turisti

ed anche, e soprattutto, per l’intera comunità, cittadina e provinciale (per questo

grande attenzione è stata prestata all’accessibilità per i disabili). Il progetto, oltre

ad avere importanti obiettivi di risparmio energetico, vuole soprattutto essere

integrato con quello che è il paesaggio lecchese, caratterizzato dalla forte

naturalità, da sempre ammirata e riconosciuta, ed il meno impattante possibile.

Le Caviate è l’area di Lecco che più testimonia e rappresenta tale naturalità: qui

la commistione tra lago, montagna e città è unica, ed offre possibilità uniche.

Partendo dalla scheda del PGT relativa all’ambito

di trasformazione urbana delle Caviate,

abbiamo iniziato a fare le nostre considerazioni:

tale scheda richiedeva l’insediamento, su una

quota parte della superficie, di residenze.

Alla luce delle analisi fatte ci è però sembrato

inappropriato andare ad inserire unità abitative in

un area dove ci sono solo abitazioni. Ribadiamo

come le Caviate, ad oggi, risulti essere un

quatiere dormitorio, privo di attrattive o di spazi

per il quartiere; abbiamo quindi deciso di non

rispettare tale indicazione, così da massimizzare

la superficie utile per spazi di ritrovo, aree verdi

Fig.4.20 - Rappresentazione grafica del vincolo di inedificabilità portato dalla presenza della ferrovia sul lotto di progetto.

Fig.4.21 - Vista dell’area di progetto da Valmadrera.

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Il Progetto

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e servizi per la comunità.

L’area oggetto dell’intervento ha, inoltre, un

importante handicap: il tracciato ferroviario,

che costituisce il confine orientale del lotto,

pone sullo stesso un importante vincolo di

inedificabilità per una fascia di 30m dall’asse

ferroviario. Ciò (in maniera quasi obbligata) ci

ha portato a realizzare gran parte del volume

interrato. In questo grande basamento trovano

spazio le “parti comuni” del nostro progetto,

accessibili a tutti; da questo elemento, la

cui copertura diventa una grande piazza sul

lago, spuntano gli unici due volumi fuori terra

del nostro progetto: la palestra di roccia, e

l’albergo. A completare il progetto troviamo

il porto ed il lido. Entrambi gli elementi sono

stati pensati, nel rispetto degli obiettivi posti

all’inizio, come prefabbicati leggeri, così da

poter permettere ogni tipologia di intervento nel

futuro (sostituzione, ampliamento, riduzione o

smantellamento), e, soprattutto, senza andare

a modificare in maniera permanente ed

irrimediabile la linea di costa.

Le principali direttrici, lungo le quali si snoda il

progetto, sono l’asse viario di Via Lungolario

Piave ed il ponte pedonale, che funge da

attraversamento ferroviario, con l’annessa

scalintata, che arriva sulla strada. Tali elementi

risultano cardini della progettazione, per

la manifesta volontà di voler ricongiungere

il lungo lago con la città, separati appunto

Fig.4.22 - Planivolumetrico del progetto da noi proposto per l’area delle Caviate.

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Capitolo 4

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dal tracciato ferroviario. Proprio la scalinata (e quindi il ponte) è stata da noi

completamente stravolta, così da diventare non solo elemento di collegamento,

ma anche un punto panoramico sul lago e sul porto.

Tale mutazione è sottolineata dal molo, che è la materializzazione del passaggio

che, dal centro città, si trasforma in passerella aerea sulla ferrovia e si proietta

sullo specchio del lago, discendendo attraverso la scalinata.

ViabilitàCome più volte detto la viabilità dell’area è determinata da Via Lungolario Piave,

ex strada stale 36, i cui flussi, oggi, risultano di molto ridotti. Proprio per questo

la larghezza della carreggiata risulta di gran lunga maggiore rispetto alle attuali

necessità, così da permetterci un restringimento della stessa, ricavando spazi

pedonali e per parcheggi a raso. Vista la realizzazione del porto è ovvio che il

traffico subirà delle variazioni, con particolare riferimento ai mezzi per il trasporto

delle imbarcazioni; il restringimento sopra citato sarà quindi consono alle

necessarie manovre di alaggio e varo delle stesse. La strada rimane, comunque,

un elemento di divisione tra il lotto ed il lago, costituendo un potenziale pericolo

per chi vuole raggiungere il lido, il porto o semplicemente il percorso ciclopedonale

del lungo lago lecchese. Per questo lungo il percorso viario sono previsti degli

attraversamenti, ed attuate delle strategie per garantire la riduzione della velocità

ai veicoli che percorrono il tratto stradale coinvolto nell’ambito di trasformazione.

Inoltre, per meglio amministrare il traffico, sono state disposte due rotatorie in

corrispondenza dell’inzio e della fine dell’area d’intervento.

Il nostro auspicio è però quello di promuovere una mobilità di tipo lento. Per

garantire questo (in accordo con la scheda dell’ambito di trasformazione delle

Caviate), all’interno del progetto è stato, fin dall’inizio, pensato un parcheggio

interratto di due piani, così da permettere, soprattutto a chi arriva da fuori città, di

poter lasciare la macchina e spostarsi in città grazie ai percorsi ciclo-pedonali, o

sfruttando i mezzi pubblici. Proprio tali percorsi costituiscono un importante tema:

come già abbiamo avuto modo di dire nei prossimi anni verranno completati i

lavori per la realizzazione del percorso ciclabile tra il comune di Abbadia Lariana

e Lecco, progetto di più ampio respiro che andrà ad aggiungere un tassello

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Il Progetto

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fondamentale per il completamento della Ciclovia dell’Adda (di importanza

regionale e nazionale). Tale percorso andrà ad innestrarsi allo storico lungo lago

lecchese proprio nell’area delle Caviate. Vista, quindi, la notevole opportunità

abbiamo proposto il nostro innesto per la pista ciclabile: questa andrà a costeggiare

il porto, lungo un tracciato protetto da elementi di arredo verde, mentre nella parte

più interna sarà previsto un percorso riservato al solo traffico pedonale, protetto

dalla piantumazione di nuovi alberi, che andranno a completare la passeggiata

del lungo lago.

Il porto turisticoFulcro del progetto e spinta principale a tutto il progetto è il porto turistico. Come

abbiamo già dimostrato Lecco, capoluogo di provincia e grande centro urbano

del Lago di Como, è l’unica città lariana priva di un porto, e quindi l’unica città del

lago che non sfrutta il suo affaccio sul lago. Ciò ci permette di poter progettare

una struttura moderna e all’avanguardia.

Per poter competere con le grandi strutture presenti sul lago il porto da noi proposto

risulta avere una capienza di circa trecento posti barca, sia per imbarcazioni a

vela che a motore, protetto da una diga frangiflutti. L’intera struttura è pensata

con pontili galleggianti, ancorati mendiante elementi elastici e corpi morti adagiati

sul fondale: questo per favorire eventuali interventi di sostituzione, ampliamento o

riduzione, fino anche alla completa dismissione dell’intera struttura, ripristinando

così lo stato originale della baia.

Come ovvio il pontile si trova ad una quota inferiore rispetto alla strada, ma il

livello del lago non rimane costante durante l’anno, oscilla; per questo sono stati

disposte rampe mobili di collegamento.

Per garantire il corretto funzionamento dell’impianto il porto è stato attrezzato con

tutti i necessari servizi: in prossimità dall’area più a sud del porto è prevista una

piattaforma su pali per consentire l’alaggio ed il varo (a tal fine si predispone in

quest’area una gru a bandiera) delle imbarcazioni, per la manutenzione e minimi

interventi di riparazione. Sempre presso questa piattaforma è stato spostata la

stazione di rifornimento per le imbarcazioni.

Direttamente collegato al porto è il centro velico posto al di là della strada, che

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Capitolo 4

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costituisce parte del basamento. Qui, al piano terra, viene predisposta un officina

ed un deposito per il ricovero delle imbarcazioni, e servizi ad uso dei diportisti; al

primo piano ha sede il cuore del centro velico, con gli uffici direzionali e la sala

club, il luogo dove gli appassionati possono ritrovarsi, mantenendo costantemente

la vista sul porto e la propria imbarcazione.

L’albergoL’albergo da noi pensato si divide in due elementi fondamentali: la hall di ingresso,

posta al livello stradale, e le camere, realizzate nel volume fuori terra al di sopra

della piazza; a coronare il tutto troviamo il risotrante panoramico, aperto a tutti.

Il volume fuori terra dell’albergo è stato pensato come una struttura interamente

realizzata a secco, così da rendere la costruzione, e futuri interventi di

manutenzione ed ammodernamento, il più rapidi possibile. Per l’ossatura siamo

partiti dai corpi scala, che dal basamento salgono fino in cima, e sono per noi

gli elementi di controvento. Ai corpi scala, realizzati in cemento armato, sono

collegate le travi di Vierendeel (costituite con profili HEM 300): tale tipoogia di

trave è stata da noi scelta per poter garantire alle camere (e quindi agli ospiti) la

massima apertura verso il panorama lacuale ad ovest, e verso le montagne ad

est. Per ogni piano sono state disposte, longitudinalmente, quattro Vierendeel

(per un totale di otto travi, per i due piani di camere, più quattro travi per il

ristorante panoramico), tra loro collegate da travi binate, realizzate con profili

UPN, al fine di garantire l’opportuno trasferimento delle azioni tra le singole parti.

A completamento della struttura, vista la richezza del paesaggio e del panorama,

abbiamo dotato ogni camera (su entrambi gli affacci) di balconi: essi sono stati

pensati come strutture metalliche, il più leggere e sottili possibili. Per l’affaccio a

Fig.4.23 - Prospetto della porzione di progetto interessata dall’albergo.

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Il Progetto

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lago la struttura del balcone è stata lasciata nuda (per esaltarne la leggerezza),

dotata di tende esterne di colore bianco, a ricordare delle vele che si gonfiano con

il vento. Per il prospetto ad ovest abbiamo invece deciso di rendere i balconi più

opachi, rivestendoli in legno, sia per differenziarli in merito all’affaccio (le camere

guardano alle montagne) sia per garantire una maggior protezione della privacy

degli ospiti, poiché al di là della ferrovia troviamo palazzine residenziali a più

piani (per ridurre tale rischio, e per fornire una maggiore protezione dal transito

dei treni, abbiamo disposto una cortina verde, realizzata con alberi ad alto fusto,

lungo tutto il limite della ferrovia[*]).

La copertura dell’albergo ospita il ristorante panoramico, pensato come una grande

terrazza che affaccia sul lago, fornendo un punto di vista del tutto privilegiato su

Lecco ed il suo lago. Al fine di garantire la necessaria impermeabilizzazione, ed il

corretto deflusso delle acque meteoriche, questo è l’unico pacchetto realizzato con

getto di calcestruzzo. Anche per il ristorante si è preferito lasciare il più possibile

ampie vetrate, così da poter tranquillamente godere in ogni stagione della vista

sul lago. Vista la qualità del punto panoramico abbiamo deciso di permettere

l’accesso al ristorante a chiunque lo desideri. Ciò ha richiesto un attenta analisi

dei flussi, al fine di evitare l’accesso al piano delle camere ai non ospiti. Come

possiamo osservare dalla pianta del quinto piano, al ristorante si accede per

mezzo dei corpi scala più a sud del progetto: di questi uno è ad esclusivo accesso

dalla hall dell’albergo e dalle camere, mentre il secondo permette di salire al piano

ristorante direttamente dal parcheggio interrato, passando per la piazza. Sia al

piano del ristorante, sia al piano delle camere abbiamo previsto un ascensore

di servizio, in modo da non intersecare il flusso degli ospiti con quello relativo

alle consuete attività che garantiscono il corretto funzionamento della struttura

ricettiva.

Grande attenzione è stata data alla realizzazione dei singoli pacchetti tecnologici:

la tecnologia scelta è quella del sistema a secco. Ciò ha permesso di poter meglio

valutare i diversi strati che compongono il pacchetto, al fine di garantire le migliori

prestazioni acustiche, antincendio e termiche. Proprio per ques’ultima abbiamo

preferito dotare ogni pacchetto di un importate strato isolante, anche tra una

* Ricordiamo che tale limite è pari a 30m dall’asse ferroviario.

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Capitolo 4

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camera e l’altra, così da ridurre le dispersioni anche in situazioni in cui non tutte le

stanze sono occupate. Rimandiamo ai successivi capitoli per l’approfondimento

impiantistico.

La filosofia con cui è stato seguito il progetto dell’albergo è quella del private

wellness. Abbiamo già spiegato, nelle precedenti analisi, come la clientela degli

alberghi ricerchi strutture di alto livello, in grado di offrire servizi di prestigio,

soprattutto nell’ambito della cura della persona. Non è un caso che le strutture

di maggior successo sul lago offrano questi servizi. Facendo ricerche sugli

alberghi, abbiamo individuato nella tipologia del private wellness la strategia

adatta per la nostra struttura: invece di fornire servizi benessere centralizzati

(sauna, centro massaggi, ecc.), questi vengono forniti in ogni singola stanza, così

che ogni cliente possa goderne liberamente in totale privacy, ogni volta che lo

desidera. Per questo ogni camera risulta notevolmete superiore alla media come

metratura (42 m2 rispetto agli alberghi tradizionali che offrono metrature variabili

dai 25 m2 delle singole fino ai 48 m2 delle suite), dove grande risalto assume

la stanza da bagno, da noi intesa come spazio complementare all’area living,

ed aperto nei confronti del resto della camera. Il concetto di private wellness

è nato per andare incontro alle esigenze degli ospiti e dell’albergatore: l’ospite

trova il piacere del relax personale e privato, mentre l’albergatore è sgravato

dall’imponente costo energetico, di manutenzione e di personale che uno spazio

di beauty farm richiederebbe. Con il private wellness, l’albergatore oltre ad un

costo iniziale, ha solo un costo nel momento in cui la camera è effettivamente

utilizzata e quindi è sicuro dell’effettivo ritorno economico, e quindi abbate il costo

fisso di manutenzione e di mantenimento a regime che si ha, in caso di utilizzo o

meno, nelle strutture di benessere collettivo.

L’accesso all’albergo avviene, come anticipato, al livello della strada: la hall è

uno spazio a doppia altezza collocato nel basamento. Entrando il cliente si trova

frontalmente la reception, dietro la quale si sviluppano altri locali di servizio,

come magazzini direttamente collegati con il parcheggio retrostante (così da

mantenere distinti i flussi degli ospiti da quelli degli operatori); al piano terra

abbiamo predisposto anche una piccola zona di ristoro con bancone bar. Da

qui si puo accedere al piano primo, dove sono collocati uno spazio per incontri

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Il Progetto

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informali, e locali per riunioni più riservate, liberamente divisibile in spazi minori a

seconda delle esigenze.

Il nuovo polo attrattivoCardine del progetto ed elemento di grande importanza, visto le funzioni che vi

sono aggregate, è il basamento. Tale elemento risulta essere un blocco monolitico,

di due piani interrati. La struttura, per favorire la rapidità di realizzazione (in

particolare per non arrecare danno al traffico su Via Lungolario Piave), è stata

pensata con elementi prefabbricati. Travi, pilastri ed i solai alveori vengono

trasportati sul posto e posizionati con l’aiuto di gru, così da permettere la rapida

realizzazione degli interventi a più livelli. Il fronte, come detto in precedenza,

prevede la posa di elementi prismatici: tali colonne restiuiscono un prospetto

ritmato lungo la strada. Tra questi pilastri sono disposte ampie vetrate, sia per

garantire la vista del paesaggio sia per permettere il maggior ingresso di luce

possibile, dato l’affaccio ad ovest e la presenza dell’alberatura della passeggiata

lungo lago (rimandiamo ai capitoli successivi per l’analisi illuminotecnica). Per

garantire un adeguato livello di privacy ed il giusto grado di protezione dalla

radiazione solare, è stato predisposto un sistema oscurante di brise-soleil in

legno. Il parapetto della piazza e le parti opache (ad esempio in corrispondenza

degli ingressi al parcheggio o dei vani tecnici) sono invece realizzati con pannelli

di acciaio Corten, sui quali sono incastonati delle “fioriere” dalle quali fuoriescono

piante rampicanti che si diffondono sulla facciata. Tale vegetazione rampicante

sale anche dalla base della facciata, andando così a disperdere il fronte nella

naturalità del contesto.

Al piano terra, oltre alla già descritta hall dell’albergo ed al centro velico, ritroviamo:

• l’auditorium;

• il centro espositivo;

• uno spazio per l’enogastronomia;

• il centro sportivo.

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Capitolo 4

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Procediamo con ordine. L’auditorium si sviluppa tra la hall di ingresso all’albergo

ed il centro espositivo, così da essere baricentrico per entrambi gli spazi. Ipotizzato

come piccolo centro congressi (sono circa 220 i posti a sedere) si sviluppa con un

foyer da cui poter accedere alla sala per conferenze.

Accanto, come premesso, si sviluppa il centro espositivo: un grande spazio per

esposizioni ed eventi di circa 1560 m2 su due piani. All’interno sono previsti,

oltre agli ovvi spazi per le esposizioni completamente organizzabili a seconda

delle necessità, locali per il deposito delle opere con accesso all’esterno (per

agevolare il carico e lo scarico delle stesse) dotato di montacarichi (così da poter

spostare gli elementi tra un piano e l’altro in sicurezza), spazi per uffici ed una

mediateca al piano primo. Per consentire alla luce di entrare il più possibile il piano

primo risulta arretrato rispetto al fronte vetrato, dando così all’ingresso maggior

respiro; inoltre abbiamo previsto punti di luce zenitale in copertura. Sottolineiamo

come a Lecco già sono presenti importanti spazi espositivi, quali il Palazzo delle

Paure nella centrale Piazza XX Settembre ed anche il nuovo Polo Universitario

del Politecnico di Milano, ma nulla di confrontabile con quanto qui proposto, in

quanto coniuga la scenografia del luogo (il lago e le montagne) con l’offerta di

grandi spazi.

L’offerta di servizi prevede uno spazio commerciale da noi inteso come punto

per la promozione enogastronomica del lago. Sia dalle analisi relative al turismo,

che da quelle storiche, sappiamo quanto questo aspetto sia di fondamentale

importanza e per l’economia e per l’attrattività. In tempi non troppo remoti Lecco

era meta di un ricco mercato, con merci che arrivavano grazie ai comballi da

tutto il lago. Ispirandoci a diversi esempi, sia nazionali che europei, abbiamo

Fig.4.24 - Prospetto del fronte su Via Lungolario Piave.

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Il Progetto

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quindi ritenuto porre qui uno spazio che non sapremmo definire altrimenti, se non

come uno spazio espositivo per la cultura enogastronomica lariana. Tutto questo

si inserisce in un ampio progetto su scala regionale per la rivalutazione delle

eccellenze e delle singolarità di ogni territorio. Il lago, grazie al clima mite ed alla

varietà di altitudini ed affacci, offerti dal territorio, permette il fiorire di numerosi

prodotti, che in numero sempre maggiore vengono riconosciuti per la loro bontà

tanto al livello nazionale quanto internazionale.

In successione, ed avvicinandoci al porto, troviamo il centro sportivo. Qui, al piano

terra, vi è una piscina regolamentare (vasca corta, di 25m di lunghezza) a cui è

destinato un grande spazio a doppia altezza, con grandi aree intorno alla vasca

dove potersi preparare, ed un ampia vetrata verso l’esterno, opportunamente

protetta nella fascia inferiore con i brise-soleil, così da garantire un adeguata

privacy agli utenti. All’interno del vano della piscina, in corrispondenza del piano

primo, troviamo gli spalti dove potersi accomodare per poter assistere alle gare.

Prima di arrivare alla vasca. Al piano terra si sviluppano i necessari spazi di

servizio alla piscina: spogliatoi, infermeria, locali tecnici e di magazzino. Al piano

primo si realizza, invece, la parte relativa alla montagna: abbiamo qui inserito una

palestra fitness attrezzata, e la parete di roccia indoor, che sale fin oltre il piano

della piazza, per un’altezza compresa tra i 10 m e gli 11 m, come una scheggia

di roccia trasparente che, prepotente, si staglia sulla piazza. Per massimizzare la

superficie a disposizione degli appassionati e degli sportivi, uscendo sulla piazza,

il prospetto est della palestra è stato studiato ed attrezzato così da poter essere

scalato tutto l’anno, poiché, a differenza delle pareti di roccia del San Martino,

non è soggetto al surriscaldamento dovuto all’irraggiamento diretto.

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Capitolo 4

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Siamo così arrivati alla piazza, la nostra terrazza sul lago. Questa rappresenta

la funzione principale per poter raggiungere l’obiettivo di ricucire le Caviate con il

resto della città. Porre tale elemento, essenziale per lo sviluppo della comunità,

in copertura ci ha permesso di non privare la città di alcuno spazio, ma, bensì,

di realizzare qualcosa di estremamente necessario in un quartiere, altrimenti

desolato, come le Caviate.

La pianta della piazza mostra un impianto regolare e geometrico, evidenziato

dalla cromia della pietra usata (tipo pietra di moltrasio e credaro), ma contrastato

da elementi verdi con forme arrotondate e sinuose. Tale contrasto si manifesta

anche negli alzati: il piano della piazza risulta movimentato da rilievi verdi, che

vanno a formare delle collinette più o meno accentuate: tali volumi non risultano

essere pieni, ma scavati con una semplice sottrazione di parti. La principale tra

queste ospita un teatro, il cui proscenio è il lago, e la scena è costituita dalle

montagne: tale punto panoramico è inteso come un posto da cui poter ammirare

il lago costellato dalle sue vette, ammirandone i colori ed i mille risvolti dovuti

alle numerose variazioni di luce nel corso del giorno e dell’anno. A completare

l’offerta della piazza è stato predisposto un locale bar, posto tra i corpi di risalita

dell’albergo. Anch’esso, per garantire l’immersione totale nel paesaggio, è stato

realizzato con pareti completamente trasparenti

Avvicinandosi alla ferrovia la piazza lascia il posto alla vegetazione: un leggero

declivio pone più in alto un sinuoso percorso pedonale, alternato a piazzole,

contornate da alberi, dove poter sostare. Verso est il prato prosegue aumentando

regolarmente di pendenza, formando così una riva lungo la quale sono piantumati

alberi ad alto fusto. Questo strategia ci permette di proteggere acusticamente

il fronte est, e più in generale tutto il lotto, dal passaggio dei treni, frequente

durante la giornata.

Altro elemento di spicco per la piazza è la passerella che, ci avvicina ancora di

più al lago, sovrastando il filare alberato della passeggiata, e portandoci dentro il

lago Al termine della passerella troviamo un volume verticale, rivestito in Corten

come la passerella, nel quale è alloggiato un ascensore. Questo è uno dei vari

modi con cui è possibile salire al piano della piazza: possiamo accerdervi dalla

rinnovata scalinata posta tra la piscina ed il centro velico, oppure dalle passerelle,

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Il Progetto

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da noi proposte, disposte a sud dell’area di progetto, che permettono anche

l’accesso a mezzi per la manutenzione o per il soccorso. Altri accessi sono le

scale, e gli ascensori, che permettono di spostarsi tra la piazza ed il parcheggio.

Desideriamo porre l’attenzione, ancora una volta, alla passerella ed al

collegamento verticale tra il piano strada e la piazza: questi elementi formano

un portale, un segno spaziale, un limite fisico che rappresenta il passaggio tra

quella che è Lecco, e quello che vi è oltre. Ciò è quanto il nostro progetto vuole

testimoniare: le Caviate è stata per anni considerata estranea alla città, ma con

tale progetto ne diventa parte integrante, nonché fulcro e motore della ritrovata

riappacificazione tra i Lecchesi ed il lago. L’area, quindi, assume ancora maggior

prestigio diventando il volto di Lecco per chi arriva da nord, nonchè il saluto della

città per chi ne esce, divenendo così la prima e l’ultima immagine di Lecco che si

presente di fronte agli occhi degli avventori, ed ancora di più per i lecchesi vuole

essere uno dei simboli della città, insieme al profilo del Monte Resegone od al

campanile della basilica.

In ultimo, ma non meno importanti, a completamento del progetto parliamo del

lido e della stazione di servizio dell’Arch. Cereghini Mario.

Il lido, come per le banchine del porto, viene realizzato con elementi leggeri

galleggianti. L’accesso si ha dalla passeggiata lungo lago per mezzo di rampe

mobili; ai lati di queste son disposti locali di servizio (doccie e servizi igienici),

anch’essi realizzati con tecnologia a secco. Ulteriori rampe portano alla

piattaforma al livello dell’acqua. Questa presenta dei tagli che permettono di

potersi immergere nel lago in maniera più controllatta. L’ampia superficie (circa

420 m2) permette ai lecchesi di avere, finalmente, un luogo per poter godere del

lago, un luogo in cui potersi svagare e trovare ristoro, in particolare nelle calde

giornate estive, e dove “poter trovare beneficio dai raggi solari”.

Come già detto in precedenza all’interno del progetto ci è parso opportuno

coinvolgere la stazione di servizio dell’Arch. Cereghini, importante architetto

lecchese spesso dimenticato. Già abbiamo detto della nostra volontà di spostare

le pompe per il carburante sulla piattaforma a servizio del porto, ad esclusivo

rifornimento per le imbarcazioni. Questo ci permette di liberare gli spazi pensati

dal Cereghini, al fine di rifunzionalizzare l’edificio. Visto il valore storico e simbolico

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Capitolo 4

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dell’opera, proponiamo di insediarvi un info-point, così da poter fornire immediata

assistenza ai turisti, od anche ai semplici avventori che dal lago arriveranno qui

con le loro imbarcazioni. Oltre a questo, nel rispetto delle intenzioni del progettista,

abbiamo voluto inserire anche una postazione per il bike sharing, e per la ricarica

di auto elettriche, così da promuovere un turismo responsabile, favorendo sia la

mobilità lenta sia l’uso di mezzi a ridotto impatto ambientale.

Buone Pratiche

BAD / Copenaghen harbour bathDestinazione d’uso: Lido

Anno: 2003

L’esempio progettuale è calato nell’ex snodo portuale di Copenaghen, una zona

che, da interscambio commerciale, si sta trasformando in centro di cultura e di

relazione. Il progetto è stato realizzato dove erano già presenti i vecchi bagni

della città, chiusi nel 1957 a causa della contaminazione dovuta al crescente

inquinamento.

L’idea rivoluzionaria dei progettisti, sta nel non realizzare un lido sottraendo terra

ferma, ma andando a costruire proprio sull’acqua delle piattaforme galleggianti.

Questo rende possibile estendere il grande parco retrostante, lasciando spazi

aperti di vita e di relazione, facendo godere a pieno ai fruitori lo skyline cittadino.

L’accoppiata parco lido ha dato la possibilità di creare un modo nuovo di vivere

quest’area, diverso da quella che era la vecchia zona balneare. L’attuale lido è

visto come luogo di relazione, di comunità e di svago,in continuità con l’utilità di

spazio pubblico del parco retrostante.

L’Harbour Bath è diventato un simbolo per l’intero quartiere, che sta rinascendo dal

punto di vista architettonico e sociale, diventando luogo di cultura e di relazione.

Il lido è stato realizzato con tecnologie a basso impatto ambientale, interamente

costruito con legno di pino scandinavo proveniente dalla foreste limitrofe ed è

completamente smontabile e riutilizzabile.

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Il Progetto

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Fig.4.25 - Immagine della piattaforma Havnebadet

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Capitolo 4

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Rem Koolhaas / Milstein hallDestinazione d’uso: Spazio culturale

Anno: 2011

Il progetto consiste nella riorganizzazione del college di architettura, necessario

dopo più di un secolo dalla fondazione. L’intervento si legge come connessione

tra i due poli principali della Sibley e della Rand Hall, con l’obiettivo futuro di

creare anche nuovi spazi. L’area interessata si sviluppa per un totale di 4300 m2,

distribuiti su tre piani: al piano seminterrato viene costruito uno spazio espositivo,

al piano terra un auditorium e una sala circolare per la discussione delle tesi di

laurea, al piano primo un salone open space organizzato per i laboratori dei corsi

formativi. L ’elemento caratterizzante del progetto è il tetto giardino, in cui sono

installati degli spazi destinati a punti luce.

Esternamente l’intervento si legge come un parallelepipedo leggero, caratterizzato

da vetrate a tutta altezza, il volume è definito da due fasce marcapiano in

marmo. L’idea primaria che l’edificio rilascia alla vista è di una costruzione

galleggiante, sensazione data dalla leggerezza degli undici pilastri verniciati in

nero opaco che fungono da punto d’appoggio. Il sistema strutturale, molto snello

e minimale è lasciato a vista, ed è costituito da quattro campate di longarine.

L’essenzialità della struttura e dei prospetti esterni, contrasta in modo netto con

la complessità dei giochi spaziali e della prospettiva interna tipici di Koolhaas. Un

ruolo fondamentale, come si percepisce dai prospetti, è stato dato al sistema di

illuminazione, si è cercato attraverso un attento studio di rendere l’illuminazione

naturale la più efficiente possibile, andando a minimizzare l’utilizzo della luce

artificiale. Questo studio si legge anche nella pianta della copertura, con i lucernari

che si infittiscono maggiormente più ci si avvicina al centro della pianta. Questo

edificio rappresenta una delle più elevate interpretazioni di simbiosi progettuale,

integrazione che riguarda tutte le spacializzazioni: il progetto illuminotecnico

e impiantistico esprimono la massima efficienza tra la componente naturale e

quella meccanica. Un sistema di sensori controlla l’irradiazione in funzione della

reale necessità di luce artificiale. Il comfort termo igrometrico è garantito da travi

fredde a soffitto che utilizzano acqua di falda del vicino lago e da serpentine a

pavimento.

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Il Progetto

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Fig.4.26 - Immagine e schemi funzionali Milstein Hall

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Capitolo 4

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Bjarke Ingles Group / Superkilen CopenhagenDestinazione d’uso: Spazio urbano

Anno: 2012

Peculiarità del progetto è l’originale gestione del paesaggio urbano su di una

superficie di 30000 m2, è un intervento che ha coinvolto il gruppo BIG insieme a

paesaggisti e artisti visivi.

Il progetto è stato commissionato dal comune della capitale danese al fine di

realizzare un parco per favorire l’integrazione delle numerose etnie che popolano

il quartiere. L’idea è stata quella di creare un percorso che unisce cinquanta

culture diverse attraverso una passeggiata nel parco urbano, l’idea progettuale è

finalizzata ad una collaborazione di contenuti tra fruitori e progettisti.

Lo studio non si limita solo al disegno della pizza, ma è stato un occasione

per il ripensamento della mobilità, studiando nuove tratte per i mezzi pubblici e

integrandolo con la mobilità lenta e la realizzazione di nuove linee di piste ciclabili

in collaborazione con i cittadini, questa cooperazione tra tecnici e residenti, ha

portato a quadruplicare l’utilizzo della bicicletta nel quartiere.

La piazza è il frutto dell’unione di tre diverse macro aree, di diverso colore e

fruizione, ma tutte completate da elementi di diverse nazioni, che trasformano

un’area vuota in un’area di vita.

Le macro aree hanno diversi colori, riprese nel arredo e negli elementi arborei,

i tre spazi sono contraddistinti dal colore verde per evidenziare lo spazio ludico,

con alcune aree erbose e luoghi sicuri per i bambini delle vicine scuole; uno spazio

rosso, molto vistoso studiato come luogo da destinare allo sport, costruito con

le donazioni di attrezzature da tutto il mondo, altalene, tavoli da ping-pong, spazi

per l’arrampicata e molto altro, l’arredamento è completato da aceri rossi; l’ultimo

spazio è invece destinato al relax ed è il salotto urbano di colore nero, è possibile

rilassarsi tra le fontane, seduti sulle panchine o facendo una passeggiata tra i

cedri libanesi e piante di ciliegio giapponese .

Questo caso fa scuola per il modo sapiente di creare legame attraverso

l’architettura, un lavoro dal profondo significato sociale e che è diventato motore

di una riqualificazione diffusa nell’area.

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Il Progetto

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Fig.4.27 - Immagine Superkilen Copenhagen