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n.9 Marzo 2012 SUL SENTIERO pag. 2 Rete Bosco In Lombardia: Una Storia Di Dieci Anni ALLA GRANDE QUERCIA pag. 4 Bosco e Politica ROSSO A PUNT I NERI pag. 7 OLTRE IL VALICO pag. 6 Regione Puglia IL SENTIERO DI QUESTO NUMERO: n.12 Novembre 2013

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Page 1: IL SENTIERO DI QUESTO NUMERO - Canta il Bosco...SUL SENTIERO pag. 2 Rete Bosco In Lombardia: Una Storia Di Dieci Anni ALLA GRANDE QUERCIA pag. 4 Bosco e Politica ROSSO A PUNTI NERI

n.9 Marzo 2012

SUL SENT IERO pag. 2Rete Bosco In Lombardia: Una Storia Di Dieci Anni

ALLA GRANDE QUERCIA pag. 4Bosco e Politica

ROSSO A PUNT I NERI pag. 7

OLTRE IL VALICO pag. 6Regione Puglia

IL SENT IERO DI QUESTO NUMERO:

n.12 Novembre 2013

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All’inizio del 2004, la pattuglia regionale L/C ha sentito l’esigenza di invitare i capi cerchio a un incontro, avendo percepito che si sentivano piuttosto soli all’interno delle Zone: la branca quasi si identificava con la Giungla, ed essere in cerchio significava essere considerati una minoranza folcloristica.La risposta è stata subito positiva: alla riunione erano presenti quasi tutti i cerchi. Non c’era una direzione predefinita da prendere nello scegliere obiettivi e strumenti per il percorso che stava nascendo. Subito però i pensieri scivolavano sulla proposta di un volo regionale. Sembrava anche un’esigenza dei bambini quella di recuperare un’identità, perché anche loro percepivano questo essere mosche bianche agli eventi di Zona. È nata subito una mailing list che all’inizio era molto sfruttata. sia per passarsi informazioni su volo e attività, sia per raccontarsi.Il volo regionale si è tenuto a settembre di quell’anno, con la presenza di 12 cerchi su 16, e la verifica lo ha visto veramente ben riuscito. Le coccinelle si sono sentite davvero speciali, e ai capi ha dato una boccata d’aria nuova: quelli che c’erano come capi cerchio, ma anche come amici, maestri di bottega, capi branco, logistica… un evento per tutti. Nell’anno che iniziava non si è riusciti però a far fruttare oltre quanto di bello era stato costruito, e i contatti fra i capi cerchio si sono diradati quasi subito.Un anno dopo c’è stato l’incontro ad Ancona fra l’osservatorio Bosco nazionale e le pattuglie regionali, per ragionare su come lavorare per il Bosco nelle diverse regioni. L’idea della rete ha preso forma e ufficialità con l’istituzione del referente Bosco regionale, che è membro di pattuglia, con l’incarico preciso di far incontrare i capi cerchio e di renderli protagonisti attivi della rete, luogo di scambio di esperienze e difficoltà e di formazione reciproca.La ‘Foglia del Bosco’ è partita come un tentativo per mettere in comunicazione i capi cerchio, ma da subito la risposta alla richiesta di contributi e di partecipazione è stata scarsa.A maggio 2006 sono ripresi gli incontri con i capi cerchio, e dopo l’estate l’idea di un nuovo volo regionale ha ridato forza e vigore alla rete: gran parte degli incontri sono stati dedicati alla sua preparazione. Quasi che la molla principale a partecipare agli incontri fosse la ricaduta sui bambini. La presenza dei cerchi al volo regionale 2007 è stata molto alta (12 su 14), e anche questo evento è ricordato come molto

RETE BOSCO IN LOMBARDIA: UNA STORIA DI DIECI ANNI

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significativo sia per le coccinelle sia per i legami creati fra capi cerchio e per il protagonismo dei bambini.Ma l’anno dopo la rete ha subito di nuovo uno stallo: i momenti formativi dedicati ai capi cerchio hanno visto una partecipazione altalenante e via via più scarsa, nonostante che le verifiche degli incontri fossero positive per chi partecipava. Si riconosceva sempre di più anche nei capi cerchio la stanchezza per i vari impegni che si sommano, la fatica di fermarsi per formarsi a favore dei ragazzi, tendenza comune a tutti i livelli dell’associazione.Così l’anno dopo, nel ripensare la rete, si è evidenziato che questa non poteva più essere solo basata sull’incontro fra capi cerchio e la condivisione delle loro esigenze e obiettivi, perché non sempre trovavano risposta. Si è pensato a come far sì che la rete Bosco continuasse a essere una presenza forte in regione, che mostrasse come la regione tenesse ai cerchi e come fosse importante e non sottintesa la loro presenza.Nell’anno 2008/2009 si è quindi cominciato a concordare con le Zone o gli staff di cerchio incontri a domicilio, in cui la regione si è messa a disposizione per chiacchierate o momenti formativi su temi specifici, mettendo in secondo piano l’incontro fra tutti i capi cerchio. 10 cerchi su 15 hanno approfittato di questa possibilità nel corso dei mesi successivi.Gli incontri tutti insieme sono poi ripresi l’anno successivo: quattro sabati mattina, ciascuno su un tema legato all’ambiente fantastico. La partecipazione non è mai stata grande numericamente, anche se chi partecipava trovava stimolanti gli argomenti e positivi i metodi usati. A detta degli staff di cerchio gli ostacoli maggiori alla partecipazione erano l’accavallarsi di impegni e il dover viaggiare per raggiungere il luogo degli incontri.In questo contesto metà dei cerchi lombardi si sono impegnati nella preparazione del nuovo volo regionale 2010: è stata un’altra occasione importante per stringere legami, anche se meno partecipata dei due precedenti, complice anche la difficile situazione a livello regionale per la mancanza degli incaricati.Con l’intento di non disperdere l’entusiasmo che si era creato, come invece era successo dopo i precedenti voli regionali, e sempre nell’idea di fornire strumenti ai capi ed esser loro vicini, nel 2010/2011 è stato fatto un lavoro di recupero dei canti Bosco e si è promossa nei cerchi l’invenzione di altri canti. Il concorso del Cantabosco ha avuto alla fine solo due

cerchi effettivamente partecipanti, ma ha avuto eco in tutti i cerchi, che pur non avendo condiviso la loro canzone hanno riscoperto il cantare come momento sia di famiglia felice sia di atmosfera.Nel frattempo si è dato rilancio alla Foglia del Bosco, che oltre alla nuova veste grafica diventa sempre più strutturata: si fa attenzione alla rete e al condividere esperienze e storie; c’è spazio per chiacchierare e lanciare spunti per la riflessione metodologica; una parte è infine dedicata alle coccinelle, con giochi e storie, come aggancio per i capi che possono proporlo ai bambini, in modo da far sentire anche loro parte di una cosa più grande.Negli ultimi due anni, per la mancanza del referente Bosco, l’unica iniziativa regionale che è proseguita, anche se molto saltuariamente, è stata la Foglia del Bosco. Anche l’occasione del convegno nazionale 2012 a Vignola non è stata sfruttata come avrebbe potuto. Alcuni cerchi si sono comunque incontrati autonomamente fra loro, segno che il desiderio e il bisogno di condividere esperienze continua.L’incontro di giugno 2013 voleva essere un momento in cui riprendere le fila della Rete, incontrarsi, ascoltare i bisogni e le proposte dei diversi staff di Cerchio, purtroppo la scarsa partecipazione non ha permesso di capire se la Rete fosse esigenza condivisa e l’incontro si è concluso con alcune idee sparse. Sebbene si riconosca la bellezza della Rete, c’è forse una fatica di fondo a incontrarsi, ad aggiungere un impegno ai tanti che già si hanno per ritagliare uno spazio di confronto con altri Capi Cerchio. Forse non è tempo per una Rete strutturata, forse ciascun Cerchio troverà forme e modi per incontrarsi con gli altri, più adatti alle proprie esigenze. Ribadendo l’importanza che crediamo la Rete Bosco abbia, vogliamo però cercare nuove strade per il futuro, strade che ci consentiranno di costruire nuove occasioni di incontro, che pensiamo saranno preziose. Stiamo pensando a un evento per Capi Cerchio il prossimo autunno, un evento in cui ci sia uno spazio ad hoc per chi si avvicina al servizio in Cerchio per la prima volta, un evento pensato e costruito dalla pattuglia, dai formatori regionali e dai Capi Cerchio che vorranno contribuire. Nuovi pensieri e nuove strade dunque, perché “non sempre cambiare significa migliorare, ma per migliorare occorre cambiare”.

Valeria e Silvio

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Oggi si esce. Finalmente la stagione in cui si possono lasciare a casa la giacca invernale e i guanti. Siamo partiti la mattina presto con l’autobus e poi camminando abbiamo raggiunto le ultime case della città, in una zona dove non eravamo mai stati. Finiscono le case e inizia il bosco? No, dopo l’ultima casa c’è un capannone industriale vuoto, appena costruito. I capi si voltano indietro un po’ di volte e il loro sguardo non è sicuro come sempre: sembra che stiano cercando qualcosa. La strada è diventata sterrata, sull’altro lato crescono fitti gli alberi e gli arbusti, e il rumore del motorino che abbiamo incrociato poco fa si allontana. Dopo essersi guardati e detti due parole sotto voce, i capi si fermano, in un punto dove la strada si allarga un po’, di fianco al capannone. Di solito arriviamo a un posto: una casa, un prato, una radura nel bosco, la cima di una collina. Questo non sembra un posto. “Coccinelle, non siamo ancora arrivati, ma da questo momento non proseguiremo tutti insieme. Attraverseremo questi posti divisi in sestiglie. Una coccinella anziana verrà con voi, ma sarete voi a esplorare. Ogni sestiglia avrà una busta, e ognuno dovrà osservare qualcosa... ... ...”.Quei luoghi dove non è più città e non è ancora campagna, in cui si vedono da una parte la circonvallazione con il suo traffico, dall’altra le siepi a dividere il paesaggio, cascine di fianco a industrie, piante acquatiche e rifiuti nella stessa acqua che scorre. Una frontiera indefinita che, forse proprio perché frontiera, i capi del cerchio hanno scelto per il volo di quella domenica. Stefano ha visto correre un gatto, Alice ha notato un bidone arrugginito, Andrea ha riconosciuto una quercia, la sestiglia Genziane ha attraversato binari abbandonati.Le esperienze fatte dalle coccinelle durante la giornata, a partire da quella iniziale esplorazione, e poi nei giochi successivi, sono state rese possibili da una SCELTA dei capi. Hanno scelto di proporre ai bambini quelle attività e non altre, in quei luoghi e non altri, con la consapevolezza che per ciascuno di loro il volo di domenica sarebbe stato un passo avanti nel loro rapporto con il mondo, quel mondo vicino che crediamo di conoscere (gli adulti soprattutto) e che invece non inizia a svelarsi se non percorrendolo.Ma questa scelta dei capi si accompagna a un’altra SCELTA, fatta espressamente per i bambini: quella di giocare insieme a loro in un ambiente fantastico. Giocare è la loro modalità per conoscere la realtà e per sperimentare se stessi, e per questo il capo lavora per costruire un contesto, un linguaggio

BOSCO e POLIT ICA

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che attraverso il gioco permetta ai bambini di vivere da protagonisti le esperienze proposte.Grazie all’ambiente fantastico, i luoghi del volo domenicale per un giorno sono diventati altro, hanno acquistato un significato unico e irripetibile per ciascuna coccinella, che nessuna foto, nessun atlante o libro di storia possono descrivere. L’episodio di Sette Punti Neri scelto per quel volo e raccontato alla fine potrà essere stato l’ingresso di Cocci nel Bosco, oppure gli animali del Pino, o le avventure di Ughetto: in ogni caso attraverso il racconto, i canti, il simbolismo, e tutto ciò che realizza l’atmosfera Bosco, ai bambini si dà la possibilità di rileggere e dare un nome alle esperienze che fanno, e non lasciarsele sfuggire. Senza questo processo, delicato e impalpabile, di attribuire senso a quello che ci succede e succede intorno a noi, perdiamo occasioni importanti. Per Cocci lo spavento è stata una ghianda caduta, per noi il rumore di un trattore, ma grazie a questo spavento abbiamo potuto scoprire che c’è altro al mondo rispetto a quello che conoscevamo. In più, quello che abbiamo scoperto grazie alla giornata di oggi e all’ambiente fantastico, rimarrà in ciascuno di noi anche quando saremo tornati a casa.L’ambiente fantastico quindi DÀ UN NOME a ciò che i bambini vivono, sia dentro sia fuori dall’ambiente stesso: se così non fosse le nostre rimarrebbero solo attività animative con un gergo speciale, più simili a un passatempo che a occasioni di educazione.Ma il titolo non diceva “Bosco e Politica”? Cosa c’entra un ambiente fantastico con l’educazione alla scelta politica?A mio parere, c’entra eccome. Infatti condizione per un’azione politica è interpretare, DARE UN NOME alle situazioni che ci circondano per poi agire di conseguenza: altrimenti si tratta solo di buona volontà astratta o ideologia.Per un bambino il rapporto con il mondo avviene in presa diretta, con molti meno pregiudizi legati alla storia personale rispetto agli adulti (“L’imperatore è nudo!” dice il bambino nella fiaba di Andersen). Questa condizione è un punto di partenza privilegiato, se ci pensiamo, per costruire la propria consapevolezza su quello che non va nel mondo che ci circonda, e di conseguenza – nel tempo e con la maturazione delle scelte – immaginare e realizzare azioni di cambiamento (scelta politica).D’altra parte è importante che gli stimoli, le esperienze,

le scoperte che il bambino fa prendano posto nella sua storia in modo consapevole, acquistino un senso che è possibile richiamare anche in futuro. Nell’adulto questa consapevolezza, questa abilità a interpretare gli avvenimenti – quando c’è – prende la forma della riflessione e dell’analisi critica, in cui si distingue ciò che accade dal perché accade, come premessa indispensabile per poi incideresulla realtà (azione politica). Il bambino non ha ancora sviluppato quella capacità di astrazione, ma è in grado in modo naturale di attribuire agli avvenimenti un significato fantastico, che lo aiuta in modo potente a costruire la sua modalità di relazione con il mondo. (“Facciamo che io ero il comandante, tu il timoniere, voi i pirati...” – Altro che la realtà aumentata di cui si parla oggi!).Come abbiamo visto, la scelta da parte dei capi di usare un ambiente fantastico, e il Bosco in particolare, dà a ciascun bambino tante occasioni di interpretare quello che accade e dargli un senso. In questo modo prepariamo il terreno per quella capacità di pensiero autonomo che continua a svilupparsi e ad allenarsi nelle branche E/G e R/S, e che è presupposto per una scelta politica fondata e libera.

Teo

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Quanti cerchi ci sono nella vostra regione, e quanto spesso riuscite a vedervi?Abbiamo sette cerchi che partecipano alla rete, di cui tre misti. Quest’anno non abbiamo fatto incontri, per via del convegno regionale rivolto a tutti i capi, su cui la regione e le Zone hanno puntato. L’anno scorso in-vece abbiamo organizzato una bottega metodologica: abbiamo utilizzato il racconto della Civetta e lavorato sulle specificità e la valenza educativa del Bosco, con le sue ricchezze. Il prossimo anno, con il nuovo progetto regionale, abbiamo intenzione di lanciare il primo volo regionale pugliese

Che cosa chiedono maggiormente i capi cerchio?Hanno bisogno di vivere meglio l’atmosfera di Sette Punti Neri, in particolare approfondire la ricchezza di Otto Coccinelle in Viaggio e Due Coccinelle al Mare. Puntiamo a rendere più vivo l’ambiente fantastico, che a volte si riduce al solo racconto e si appiattisce un po’, specialmente per i cerchi che sono paralleli a un branco. Ai CFM l’attenzione è puntata soprattutto sul sentiero della coccinella e il gioco degli impegni.

Che messaggio vuoi lasciare ai capi cerchio lombardi?Facciamo rete! Scambiamoci esperienze fra i vari cerchi, perché ne facciamo di belle e significative, ma abbiamo poche occasioni di raccontarcele, di condividerle. Pun-tiamo in alto, costruiamoci queste occasioni: che so, dividiamo l’Italia in tre, facciamo voli interregionali per dare un bel segno all’associazione!A voi lombardi dico che fate un bel lavoro: le canzoni del Cantabosco ci sono state utili, e anche la Foglia del Bosco è uno strumento interessante.Buon volo a tutti!

NOTIZIE DA...REGIONE PUGLIA

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geocruciverbaDI GIANNI IL GRILLO

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Erano passati pochi mesi da quando le giovani e piccole cocci avevano iniziato a sorvolare prati e fiori di Monluè. Una sera di inverno ricevettero una lettera.Era Bi, l’anziana formica, che ci ricordava quanto avesse atteso quel giorno: era il giorno in cui un nuovo Cerchio nasceva in Lombardia, la lanterna che fu data a Bi perché la custodisse finché non fosse nato un altro cerchio poteva finalmente lasciare il bosco del Casalmaiocco e trasferirsi nel bosco di Monluè, nei pressi dell’albero Macchiolone, a Milano. Questa è la risposta che Mi, Arcanda, Scibà con tutte le sorelline e i fratellini del nuovo cerchio hanno mandato a Bi e alle sue coccinelle.

Innanzi tutto scusaci per il ritardo della risposta. Siamo un po’ lenti in queste cose. GRAZIE della vostra bellissima lettera; Scibà ha confessato anche un po’ di commozione. Tra l’altro abbiamo scoperto che la sua mamma era una coccinella anziana del cerchio di viale Ungheria in cui giocavi tu. Che poi è il cerchio da cui – tanti anni fa – è nato il nostro branco. Wow...Comunque, sì. Eccoci. Ce l’abbiamo fatta, siamo un bellissimo cerchio, con un bellissimo nome appena deciso tutti insieme, tra coccinelle anziane e piccole cocci: Il Cerchio del Grande Albero Colorato. Insieme stiamo imparando a conoscere il nostro prato, il nostro modo di essere famiglia felice.Abbiamo costruito i nostri quaderni di volo. Abbiamo scelto i nostri alberi, i posti in cui giocare, il prato su cui fare merenda al tramonto e lasciare i nostri ceppetti per sederci anche quando per terra c’è la neve. Abbiamo imparato a dare i nomi alle cose e abbiamo trovato la nostra Grande Quercia: si chiama Macchiolone, un bellissimo albero, grande, in fondo al prato di Monluè, là di fianco al fiume, con la corteccia a grosse macchie e rami lunghissimi. Uno arriva quasi fino a terra, e arrampicarsi è una meraviglia. Quel prato è ormai la nostra casa. Tra le foglie di Macchiolone – se guardi bene, anche da qui – puoi vedere i colori dei semi dei nostri impegni. Ed è sotto i suoi rami che succedono tutte le cose importanti.

I fratellini e sorelline sono incontenibili. Attenti e curiosissimi. Hanno voglia di seguire Cocci nel suo percorso e giocare e disegnare e cantare e inventare mille storie. Ogni volta che qualcuno di noi scopre qualcosa di nuovo – un altro punto nero, la Legge, la Promessa, una specialità, o diventa coccinella del Prato – la domanda che subito fanno gli altri è “HEY. Posso provare anch’io?” Per ora siamo pochini, 15 in

tutto. Ma questo ci rende ancora più una famiglia.Abbiamo volato con le coccinelle del Milano 1, ci hanno insegnato una canzone che suoniamo sempre e insieme abbiamo fatto un bellissimo consiglio delle Grande Quercia per inventare un gioco. Abbiamo fatto anche dei voli lunghissimi di due giorni, addirittura. E tra poco (pochissimo ormai), ci aspetta il volo più lungo ed emozionante di tutti: la Vacanza di Cerchio. Bellissimo.

È stato un percorso lungo, durato mesi, anni, nei pensieri, nei desideri e nelle intenzioni; le coccinelle anziane, i vecchi lupi e tutto il gruppo Milano 30 si è posto tantissime domande. Perché un cerchio? Un cerchio, per chi? Come? Dove? Il significato è chiaro fin da principio: un cerchio che sia luogo delle relazioni all’insegna della fiducia, dell’incontro, dell’accoglienza, della gioia. Uno spazio di fantasia, condivisione, partecipazione, stupore, narrazione. Anche per i bimbi che magari del cerchio non fanno parte. Anche in zone diverse del nostro quartiere. Un luogo, un momento, in cui possiamo finalmente “decidere noi, decidere insieme”.Siamo all’inizio. Un meraviglioso inizio. Un cerchio che si renda capace di incontrare altri bambini, altre persone, sul sentiero, capace di ascoltarle ed accoglierle.Il progetto è lungo e ambizioso ma le forze e l’entusiasmo sono quelli delle prime volte. Come ogni Cerchio che si rispetta abbiamo anche la nostra Lanterna. Mai e poi mai ci saremmo aspettati la bellissima sorpresa che Bi e le sue sorelline ci hanno fatto: aspettiamo di riabbracciare l’Antica Lanterna che Bi e il cerchio del Casalmaiocco, cui va il nostro saluto hanno conservato per noi, faremo altrettanto fino alla nascita di un altro cerchio di Lombardia.

Si può pensare di fare una merenda sotto lo stesso albero? Si può pensare di incontrare anche tutte le altre cocci cugine che volano tra prati, boschi e montagne di Lombardia? Dai, sì. Sarebbe bello. Noi siamo a Monluè, dove c’è Macchiolone, l’ultimo albero in fondo (vi lasciamo una foto, così lo saprete riconoscere): veniteci a trovare e a insegnarci i giochi, le danze e i canti preferiti. Noi faremo lo stesso.E allora buon volo e grazie a tutti.

Il cerchio del Milano 30

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La grande querciaAh!!! La Grande Quercia!È l’albero più bello, è più importante, più grande, più saggio di tutto il bosco!Ma sapete da dove arriva tutta la sua saggezza?Non può muoversi a conoscere il mondo, non può sentire le voci lontane, non può guardare con i suoi occhi le cose che succedono! E allora? come può esserlo?Grazie ai suoi grandi amici che la aiutano! tutti gli animali che vivono nella sua chioma, nel suo tronco, sotto le sue fornde! Loro riferiscono alla Grande Quercia tutto ciò che deve sapere!!! E ascoltando tante voci, sì, conosce tutto quello che succede nel prato, nel bosco e nella montagna! Ed è così che diventa così saggia!!!

Allora, per imparare anche noi saggezza e conoscenza, rubiamo i suoi consigli!!!

Vi invito a disegnare un cartellone gigante! con un tronco spoglio spoglio, come quelli che stanno venendo in questo periodo autunnale nel bosco...

Più o meno così...

e di tenere a disposizione migliaia e migliaia e milgiaia e migliaia... di foglie...più o meno così...

su cui scrivere tutte le notizie che riusciamo a trovare e a portare alla nostra grande quercia.

A voi organizzarvi... Potreste dividervi in formiche, che sono tanto piccole e possono portare le notizie solo del proprio quartiere, in api che, volando, possono arrivare a sapere notizie di tutta la città, in uccelli che, migrando, sanno cose da tutto il mondo!

Oppure potete essere animali con competenze diverse: il picchio che puntuale porta notizie di cronaca, il gufo che ne porta di politica, il porcospino con notizie mediche, la talpa con notizie scientifiche, e magari la civetta con un po’ di gossip...

Attaccate le foglie scritte sulla grande quercia e vedrete come crescerà la sua saggezza... e la vostra....