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SQUADRE SPECIALI DELLA POLIZIA DI STATO ITALIANA 128 L' esordio del terrorismo politico sulla scena internazionale avvenne con il massacro di Monaco di Baviera il 5 set- tembre 1972 per opera dell’organizzazione “Settembre Nero”, quando perirono 11 atleti israeliani in ostaggio e un poliziotto tedesco. L’escalation del terrore continuò l’anno successivo, precisamente il 17 set- tembre 1973 a Fiumicino, quando la stessa organizzazione terroristica attuò un attacco con un commando di cinque palestinesi che causò la morte di 32 persone e il feri- mento di altre 15. Le modalità dell’attentato evidenziarono l’impreparazione delle Forze di Polizia ad affrontare una situazione di questo genere e diedero origine alla creazio- ne di squadre speciali composte da agenti addestrati e armati per affrontare questo tipo di situazione. Nel corso degli anni (sempre a Fiumicino), il 27 dicembre 1985, quattro terroristi palestinesi attaccarono il banco di accettazione della compagnia di bandiera Israeliana – la El Al –, ma grazie al fulmineo intervento delle Forze di Polizia In sicurezza con la Laser italiane e a quelle della sicurezza israeliane, tre membri del commando furono uccisi e il quarto, il loro capo Mohammed Sharam, fu catturato vivo. Sono ormai trascorsi quasi quarant’anni dall’inizio di questi episodi e le Forze di Polizia di tutto il mondo si sono prepara- te e addestrate per affrontare qualunque situazione, grazie all’intervento delle Forze speciali e oggi la sicurezza aeropor- tuale è a un ottimo livello. Nell’articolo pubblicato nel numero di luglio di Armi Magazine, abbiamo parlato della Poli- zia di frontiera di Malpensa e abbiamo accennato alle squadre speciali che vi operano per garantire la sicurezza dei cit- tadini. Vediamo qual è la loro formazione e come si allenano. Con la proliferazione del terrorismo internazionale è stato necessario addestrare alcuni reparti speciali da utilizzare per garantire la sicurezza negli aeroporti, in quanto obiettivi ad alto rischio di attentati. Vi presentiamo le Squadre speciali della nostra Polizia testo e foto di Gianfranco Peletti Il tiratore scelto, al centro, è in contatto con l’elicottero e co- munica le disposizioni agli altri membri della Squadra Il tiratore scelto corre verso l’elicot- tero: è il primo a salire, mentre la squadra resta in copertura

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Con la proliferazione del terrorismo internazionale è stato necessario addestrare alcuni reparti speciali da utilizzare per garantire la sicurezza negli aeroporti, in quanto obiettivi ad alto rischio di attentati. Vi presentiamo le Squadre speciali della nostra Polizia 128 testo e foto di Gianfranco Peletti il tiratore scelto, al centro, è in contatto con l’elicottero e co- munica le disposizioni agli altri membri della Squadra

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S q u a d r e S p e c i a l i d e l l a p o l i z i a d i S t a t o i t a l i a n a

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L' esordio del terrorismo politico sulla scena internazionale avvenne con il

massacro di Monaco di Baviera il 5 set-tembre 1972 per opera dell’organizzazione “Settembre Nero”, quando perirono 11 atleti israeliani in ostaggio e un poliziotto tedesco. L’escalation del terrore continuò l’anno successivo, precisamente il 17 set-tembre 1973 a Fiumicino, quando la stessa organizzazione terroristica attuò un attacco con un commando di cinque palestinesi che causò la morte di 32 persone e il feri-mento di altre 15. Le modalità dell’attentato evidenziarono l’impreparazione delle Forze di Polizia ad affrontare una situazione di questo genere e diedero origine alla creazio-ne di squadre speciali composte da agenti addestrati e armati per affrontare questo tipo di situazione. Nel corso degli anni (sempre a Fiumicino), il 27 dicembre 1985, quattro terroristi palestinesi attaccarono il banco di accettazione della compagnia di bandiera Israeliana – la El Al –, ma grazie al fulmineo intervento delle Forze di Polizia

In sicurezza con la Laser

italiane e a quelle della sicurezza israeliane, tre membri del commando furono uccisi e il quarto, il loro capo Mohammed Sharam, fu catturato vivo.Sono ormai trascorsi quasi quarant’anni dall’inizio di questi episodi e le Forze di Polizia di tutto il mondo si sono prepara-te e addestrate per affrontare qualunque situazione, grazie all’intervento delle Forze speciali e oggi la sicurezza aeropor-tuale è a un ottimo livello. Nell’articolo pubblicato nel numero di luglio di Armi Magazine, abbiamo parlato della Poli-zia di frontiera di Malpensa e abbiamo accennato alle squadre speciali che vi operano per garantire la sicurezza dei cit-tadini. Vediamo qual è la loro formazione e come si allenano.

Con la proliferazione del terrorismo internazionale è stato necessario addestrare alcuni reparti speciali da utilizzare per garantire la sicurezza negli aeroporti, in quanto obiettivi ad alto rischio di attentati. Vi presentiamo le Squadre speciali della nostra Polizia

testo e foto di Gianfranco Peletti

il tiratore scelto, al centro, è in contatto con l’elicottero e co-munica le disposizioni agli altri membri della Squadra

il tiratore scelto corre verso l’elicot-tero: è il primo a salire, mentre la squadra resta in copertura

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la squadra è salita a bordo dell’elicottero e il capo squadra sta per allacciare la cintura

cato internazionale e vengono aggiornate in base alle esperienze e ai nuovi modelli che escono sul mercato.

In sicurezza con la Laser Tiratori sceltiIl tiratore scelto della Polizia di Stato è un operatore selezionato in base a una domanda volontaria: mediante prove e test dimostra di avere particolari requisiti psico-fisici che lo rendono idoneo a svol-gere questo tipo di attività. Per ottenere la qualifica è inviato alla scuola di specializ-zazione di Nettuno (il famoso C.n.s.p.t., Centro nazionale di specializzazione e perfezionamento nel tiro), dove effettua un addestramento molto selettivo della durata di tre mesi, durante i quali impara a conoscere ed utilizzare al meglio l’arma lunga in situazioni operative, per effet-tuare tiri “chirurgici” fino a 300 metri di distanza. Ottenuta la qualifica, è inviato a reparti che hanno bisogno della presenza di questi specialisti, in base ad aliquote stabilite dal ministero dell’Interno. Il tira-tore scelto svolge compiti di protezione a distanza di obiettivi sensibili, personalità e copertura del personale impegnato in operazioni ad alto rischio. L’addestra-mento e la formazione costante sono effettuati anche mediante un permanente

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scambio d’informazioni tecniche e ope-rative con gli altri tiratori, a livello inter-nazionale, per essere sempre al massimo livello possibile. Le dotazioni tecniche e strumentali e le armi di precisione sono scelte fra quanto di meglio offre il mer-

l’elicottero è in hovering e la squa-dra sta saltando fuori per raggiun-gere l’obiettivo. l’intera operazione di sbarco dura circa 10 secondi

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Manovra di esfiltrazione. l’elicottero si ferma in hovering e la squadra corre per l’imbarco che deve avvenire arrivando dalla parte anteriore per la pericolosità del rotore di coda

Gli artificieriI requisiti per accedere ai corsi sono

gli stessi descritti in precedenza e, solo dopo avere ottenuto l’idoneità, si viene inviati ai corsi di qualificazione per ope-ratore Eod (Explosive ordnance disposal - interventi su tutto il materiale di ori-gine militare “regolare”, cioè gli ordigni in servizio presso le Forze armate e nella Nato) e operatore ledd (Improvised explosive device disposal – interventi su tutti gli ordigni che sono definiti “im-provvisati” cioè tutti gli ordigni esplosivi confezionati in ambito terroristico), tenuti al Centro addestramento della scuola del genio dell’esercito che prov-vede ad addestrare gli operatori militari e delle forze dell’ordine. Qui dopo una dura selezione si ottiene l’abilitazione di operatore Eod di 1° livello e in seguito, se idoneo, di operatore Iedd. Molti, do-po successivi corsi di perfezionamento ottengono anche l’idoneità come ope-

un altro momento dell’esercitazione, un aereo sta atterrando e l’eli-cottero è in hovering su un’area polverosa quando la squadra salta a terra. Senza gli appositi occhiali è impossibile vedere a causa della grande quantità di polvere che si alza nell’aria

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giare l’incidente Nbc e la minaccia della cosiddetta “bomba sporca”. Queste ultime specializzazioni sono

ormai indi-spensabili per rispondere e contrastare il terrorismo di qualsiasi matri-ce, ideologica, religiosa o cri-minale.

ratore Eod 2° Llvello (abilitazione al riconoscimento e alle operazioni di bo-nifica di tutti gli ordigni esplosivi rego-lamentari, inclusi i residuati bellici, normalmente di competenza degli specialisti dell’eser-cito). In seguito, gli operatori possono accedere ai corsi del Centro polizia scientifica di Roma, che li qualifica a eseguire investigazioni speciali dopo un’esplosione (Post Blast Investigator). I migliori appartenenti a questa specia-lizzazione possono essere sottoposti a una nuova selezione che consente loro di partecipare ad attività interforze con altre nazioni per un ulteriore e specifico addestramento operativo per le qualifi-cazioni:- C-ied (Counter improvised explosive device) specifica qualificazione nella lotta agli Ied; - Eor (Explosive ordnance recon) inter-venti per attività di ricognizione e va-lutazione del rischio riguardo possibili ordigni esplosivi di provenienza militare e residuati bellici;- Wmd (Weapons of mass distruction) interventi in caso di incidente provo-cato dall’utilizzo di armi di distruzione di massa; - Tim (Toxic industrial materials) inter-venti in caso di incidenti provocati da materiali industriali chimici tossici; - Cbrn (Chemical, biological, radiologi-cal, and nuclear) interventi per fronteg-

la tecnica di movi-mento che grazie al puntatore olografico consente di correre mantenendo il con-trollo del bersaglio

Vista del puntatore olografico e dell’Mp5 che tiene sotto controllo l’area antistante

la squadra laser in posizione di co-pertura a quadrifo-glio, ogni operatore controlla davanti a sé novanta gradi dell’orizzonte

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Squadre LaserDal 2003 la denominazione corretta

di queste squadre è U.s.s.v.s. (Unità spe-cializzata sicurezza voli sensibili), però si continua a chiamarle Squadre Laser per via della precisione chirurgica che devono avere i loro interventi. Queste squadre so-no presenti in Italia solamente a Malpensa (Direzione II zona), Fiumicino (V Zona) e, dal 2010, anche nella direzione della VIII zona che ha competenze su Emilia Roma-gna, Marche e Toscana. Questa nuova spe-cializzazione è nata l’11 settembre 2001, a seguito dell’attacco alle Torri gemelle di Manhattan, quando sono cambiati i concetti e gli standard di sicurezza nel mondo. Anche il personale delle squadre Laser è volontario, selezionato tra agenti con esperienza che hanno dimostrato ca-pacità e attaccamento al dovere; essi sono formati al C.a.i.p. (Centro addestramento e istruzione professionale della Polizia di Stato) di Abbasanta (Or), punto di rife-rimento per la Polizia che ha raggiunto risultati significativi nel campo dell’alta formazione professionale e dell’addestra-mento a livello nazionale e internazionale. Le unità svolgono operazioni di bonifi-ca, controllo e presidio dei check-in dei voli ritenuti sensibili sotto il profilo del rischio terroristico, controllando an-che lo svolgimento e la regolarità delle attività al check-in, con agenti posti in torrette protette da blindatura. I compiti principali di queste squadre, oltre alla

protezione dei passeggeri dei vettori a ri-schio durante le fasi di accettazione, allo sbarco e imbarco, riguardano la scorta di questi aeromobili durante l’atterrag-gio e il decollo, la bonifica delle aree da eseguirsi in auto o a bordo di elicottero, l’assistenza all’arrivo e alla partenza dei “Federal Air Marshal” e il transito di personalità italiane e straniere. In caso di necessità sono utilizzati nei punti strate-

l’area dei voli sensibili con visibile l’operato-re in torretta che tiene sotto controllo tutta l'area sottostante

una vista dell’Mp5 con il doppio caricatore agganciato con le clips metalliche, consente all’operatore di avere a disposizione 64 colpi

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uno dell’altro. In prossimità degli sportelli per il check-in, alle estremità dei banchi, vi sono uomini posti in torrette blindate che sorvegliano dall’alto con l’MP5 sempre imbracciato e pronto all’uso. In questo luo-go, tutta la Squadra lavora con un livello di attenzione altissimo, senza mai concedersi un attimo di distrazione per non mettere in pericolo l’incolumità dei colleghi.

gici del perimetro aeroportuale per pre-venire e rispondere a eventuali minacce. Le Squadre Laser hanno in dotazione, oltre alla Beretta 92 FS, pistole mitra-gliatrici Beretta M 12, Heckler & Koch Mp5 mod. A4 e K5 dotati di puntatore olografico EOTech, tute operative, giubbetti tattici, giubbotti antiproietti-le, elmetti in Kevlar, maschere antigas e guanti tattici anti taglio.Tutto il personale si addestra due volte la settimana, con istruttori di altissimo livello provenienti dai N.o.c.s. e dedica gran parte del tempo alla ripetitività del gesto per arri-vare a creare un riflesso condizionato che è quello che conta nel momento dell’azione. Ore e ore a salire e scendere di corsa dall’eli-cottero che arriva e riparte in hovering (in queste condizioni un approccio sbagliato causerebbe un disastro), avvicinamenti tattici all’area di pericolo, tecniche di inter-dizione e di copertura di aree a rischio, tiro di precisione e tiro rapido con selezione

di bersagli e bersagli ostaggiati ecc... Il tutto con l’elicottero che volteggia dall’alto e il tiratore scelto che scru-ta con il cannocchiale facendo da copertura e comunicando con gli uomini a terra.L’aspetto che più impressiona è la modalità operativa all’interno dell’aerostazione dove la Squadra Laser opera nell’area riservata ai voli sensibili, vale a dire i voli provenienti o in partenza per località potenzialmente a rischio di terrorismo. Gli elementi della squadra si dispongono lungo un percorso obbligato, dove passano i passeggeri e operano un filtro diretto, fermando e controllando le persone segna-late o quelle con comportamento o abbi-gliamento strano e voluminoso, bagagli a mano e tutto quello che può essere fonte di pericolo. Sono tutti collegati via radio con un sistema di radiomicrofono e interagi-

scono tra di loro in continuo, muoven-dosi di concerto e, se possibile, lavorando in copertura con un’assoluta fiducia

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un operatore in copertura mentre effettua una co-municazione radio

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