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Incontro formativo Dirigenti, Quadri, CdA ed OdV Normativa in materia di Trasparenza, Anticorruzione e Piano Triennale 2016 – 2018 di ASM Spa e Società controllate” Prato, 27 settembre 2016 A cura del Responsabile Prevenzione Corruzione e Trasparenza Massimo Vigni

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Incontro formativo Dirigenti, Quadri, CdA ed OdV

“Normativa in materia di Trasparenza, Anticorruzione ePiano Triennale 2016 – 2018 di ASM Spa e Società controllate”

Prato, 27 settembre 2016

A cura del

Responsabile Prevenzione Corruzione e Trasparenza

Massimo Vigni

Un breve inciso prima di iniziare…

La materia che si affronterà oggi è stata resa (e percepita) “difficilmente accettabile” al management ed ai proprietari delle

società in controllo pubblico a causa della continua sovrapposizione e stratificazione di legislazioni che nel tempo si

sono avvicendate, creando contesti normativi dai tratti chiaroscurali e spesso dalla difficile interpretazione.

Tuttavia, nonostante questi inconvenienti (seppur di non poco conto) è necessario imparare a governarla nel miglior modo possibile,

investendo risorse finanziarie ed umane, per garantire i controlli necessari al fine di dare evidenza scritta agli eventi corruttivi

rilevati in azienda.

Tutto questo, deve essere letto in primis in un’ottica di garanzia dell’operato del management e del CdA aziendale.

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Sulla base di quanto si è appena detto:quali argomenti si affronteranno?

Si inizierà con un sintetico excursus sulla “cassetta degli attrezzi”

di cui si sono dotate ASM spa e le Società controllate

nell’ambito della PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E TRASPARENZA

in ottemperanza alla legislazione nazionale ed alle determinazioni ANAC.

In seguito, si affronterà specificatamente l’argomento della

“mappatura dei processi aziendali” da un angolo di osservazione

tecnico/pratico grazie ad un’analisi dei risultati dei gruppi di lavoro.3

Quali sono gli strumenti aziendali di cui ci si è dotati nel tempo?

• Modello Organizzativo Gestionale (MOG) ex D. Lgs. 231/2001

• Codice etico

• Codice disciplinare

• Manuale dell’organizzazione

• Legge n. 190/2012 (c.d. Legge Anticorruzione)

• Decreto Legislativo n. 33/2013 (c.d. Codice della Trasparenza)

• Decreto Legislativo n. 39/2013

• Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (PTPC)4

Decreto Legislativo n. 231/2001

La sua finalità primaria consiste nella prevenzione della

responsabilità penale degli enti.

In breve, la responsabilità ex D. Lgs. 231/2001 si affianca alla responsabilità

penale della persona fisica che ha commesso il reato.

La Società non risponde se le persone indicate hanno agito nell’interesse esclusivo proprio o di terzi

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Il D. Lgs. 231/2001 definisce anche (ex art. 6 co. 2) il contenuto tecnico del MOG prevedendo che debba rispondere alle seguenti esigenze:

• individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi i reati. Quest’ultimi hanno un’estensione molto ampia, ad esempio in tema di: Ambiente Salute e Sicurezza sul lavoro Reati societari

• predisporre specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni della società in relazione ai reati da prevenire

• individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione di tali reati

• prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del modello organizzativo (Organismo di Vigilanza - OdV)

• introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello organizzativo 6

Che ruolo ha l’OdV prima richiamato?

È un organismo che ha un ambito di intervento molto articolato non limitandosi alla sola disciplina anticorruzione.

È destinato a prevenire non solo i reati contro la Pubblica Amministrazione ma ha anche altri ruoli, ad esempio:

- Esamina l’adeguatezza del MOG, ossia la sua reale capacità di prevenire i comportamenti vietati

- Vigila sull’effettività/osservanza del MOG all’interno dell’azienda, cioè sulla coerenza tra i comportamenti concreti ed il modello tramite la c.d. Gap Analysis

- Cura l’aggiornamento del MOG e presenta proposte di correzioni/adeguamenti - Conduce ricognizioni sull’attività aziendale ai fini dell’aggiornamento della

mappatura dei processi sensibili- Effettua verifiche periodiche mirate su determinate operazioni o specifici atti posti in

essere dalla Società, soprattutto nell’ambito dei processi ed attività sensibili7

AGENDA per l’anno 2016

Proposte di integrazioni/modifiche per il MOGsuggerite dal Prof. Roberto Giacinti

per la “Parte Generale”

è opportuno inserire un paragrafo specifico che contenga:

- la L. n. 190/2012

- i reati ricompresi nella L. n. 190/2012

- gli adempimenti della trasparenza

- il sistema di governance e organizzativo dell’azienda con le attività, la struttura e il sistema di deleghe

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per la “Parte Speciale”

è necessaria un’introduzione nella quale spiegare la metodologia di elaborazione/aggiornamento del MOG, indicando come sono stati svolti:

- l’esame della documentazione aziendale

- le interviste ed i questionari

- le risultanze dell’analisi

È necessario inoltre un aggiornamento dei reati previsti, ad esempio mancano:

- i reati transnazionali

- gli abusi di mercato

- i delitti in materia di violazione del diritto d’autore

- l’induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria

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Proposte di integrazioni/modifiche suggerite per il MOG

Codice etico

È un documento interno redatto su base volontaria

che va ad integrare il MOG

definendo un complesso di norme etico-sociali

alle quali tutti coloro che entrano direttamente/indirettamente

in contatto con l’azienda si devono attenere.

La sua forza è la componente motivazionale

poiché tiene conto degli interessi di una pluralità di stakeholders.

Esso costituisce di concerto con il MOG un elemento essenziale del sistema di controllo preventivo rispetto alla commissione dei reati enunciati

agli artt. 24 ss. D. Lgs. 231/200110

Codice disciplinare

È previsto dall’art. 7 co. 1 della Legge n. 300/1970 e dal CCNL dei servizi ambientali.

La sua finalità principale è quella di portare a conoscenza dei lavoratori le norme disciplinari sancite e le relative sanzioni applicabili.

Deve essere affisso permanentemente presso le bacheche aziendali ed una copia deve essere inoltrata presso ciascuna area aziendale e sede

operativa della Società.11

Manuale dell’organizzazione aziendale

Tutte le aziende, sono costituite da “un complesso di beni organizzati dall’imprenditore

per l’esercizio dell’impresa”(art. 2555 c.c.)

L’organizzazione è invece il processo di suddivisione del lavoro in singole

mansioni o in gruppi di mansioni correlate tra loro

Ecco che questo strumento è stato predisposto per garantire

una visione d’insieme della struttura aziendale

Il manuale dell’organizzazione include due elementi sostanziali:

- ORGANIGRAMMA

- elenco delle DESCRIZIONI DI POSIZIONE

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Dotarsi di un manuale organizzativo aziendale è strategico per finalizzare alcune attività, ad esempio:

• 1. Reclutamento: consente all’azienda di precisare con maggiore chiarezza i requisiti di ruolo e le competenze da ricercare sul mercato delle professioni e quindi rendere più efficace la ricerca;

• 2. Definizione della politica retributiva: permette di valutare il peso di ciascun ruolo aziendale e determinare con maggiore facilità l’equità interna, effettuare benchmarking esterni ed impostare una politica retributiva coerente con una posizione specifica;

• 3. Supporto in fase di inserimento dei neoassunti: può essere d’ausilio ai dirigenti ed ai responsabili di Area nell’illustrare ai nuovi assunti il ruolo atteso, le relazioni organizzative, le responsabilità e le attività da svolgere;

• 4. Valutazione delle performance e sviluppo: è la base che permette di migliorare il dialogo tra supervisori/manager e collaboratori. Aiuta a pianificare con maggiore chiarezza gli obiettivi della posizione, a fornire le necessarie informazioni per gestire la prestazione, a dare feedback sulla prestazione, a definire le azioni di coaching e sviluppo già fatte proprie dalla Società;

• 5. Gestione delle relazioni tra i collaboratori: la formalizzazione dei contenuti delle posizioni e la presenza delle descrizioni di posizione supporta i responsabili nella definizione delle mansioni di ciascun collaboratore, evitando incomprensioni;

• 6. Gestione della sicurezza: soprattutto in alcune aree specifiche, la formalizzazione di organigrammi e descrizioni di posizione aiuta i responsabili ad evidenziare, gestire e presidiare alcune aree di rischio assegnando la responsabilità ad opportune posizioni;

• 7. Impostazione di programmi di formazione e sviluppo: organigrammi e job description sono utili strumenti per valutare eventuali gap formativi. Infatti, una modifica nelle responsabilità può richiedere un piano formativo a supporto;

• 8. Ulteriori utilizzi: definizione dei piani di sostituzione, tavole di rimpiazzo, piani di carriera pluriennali, analisi statistiche sull’occupazione, sulla dinamica salariale e definizione dell’organigramma aziendale ai fini della trasparenza. 13

Legge n. 190/2012

“Disposizioni per la prevenzione e la repressionedella corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione”

è diventata nel tempo la stella polare di riferimento per tutto ciò che concerne questo ambito normativo.

L’obiettivo principe deve essere inquadrato nella prevenzione e nella repressione dei fenomeni corruttivi attraverso un approccio

onnicomprensivo.

Chi è il soggetto aziendale preposto a tale salvaguardia?il RPCT ex art. 1 co. 7 L. n. 190/2012

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Si riportano le prescrizioni più strategiche della Legge 190 previste ai commi 5, 8 e 9:

Comma 5:

“Le Pubbliche Amministrazioni centrali e le società controllate definiscono e trasmettono al Dipartimento della funzione pubblica: a) un piano di prevenzione della corruzione che fornisce una valutazione del diverso livello di esposizione degli uffici al rischio di corruzione e indica gli interventi organizzativi volti a prevenire il medesimo rischio; [...]”.

Comma 8:

“L’organo di indirizzo politico, su proposta del responsabile individuato ai sensi del comma 7, entro il 31 gennaio di ogni anno, adotta il piano triennale di prevenzione della corruzione, curandone la trasmissione al Dipartimento della funzione pubblica.*…+La mancata predisposizione del piano e la mancata adozione delle procedure per la selezione e la formazione dei dipendenti costituiscono elementi di valutazione della responsabilità dirigenziale.”

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Comma 9:

“Il piano di cui al comma 5 risponde alle seguenti esigenze:a) individuare le attività *…+ nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione, anche raccogliendo le proposte dei dirigenti *…+;b) prevedere, per le attività individuate ai sensi della lettera a), meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione; c) prevedere, con particolare riguardo alle attività individuate ai sensi della lettera a), obblighi di informazione nei confronti del RPCT, individuato ai sensi del comma 7, chiamato a vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del piano; d) monitorare il rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti; e) monitorare i rapporti tra l’amministrazione [e le società controllate] e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell'amministrazione.f) individuare specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge”.

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Decreto Legislativo n. 33/2013

“Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza

e diffusione di informazioni da parte delle

Pubbliche Amministrazioni *e loro società controllate+”

Il provvedimento riordina, in un unico corpo normativo, le numerose disposizioni legislative in materia di obblighi di informazione,

trasparenza e pubblicità, susseguitesi nel tempo e disseminate in testi normativi non sempre coerenti ed organici.

Tuttavia, il decreto non si limita alla sola ricognizione e al coordinamento delle disposizioni vigenti ma modifica ed integra l’attuale quadro

normativo, prevedendo altri obblighi di pubblicazione ed adempimenti.17

Ma che cosa si intende per “trasparenza”?

La trasparenza è intesa come “accessibilità totale” delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività amministrativa e costituisce “livello essenziale” delle

prestazioni che devono essere garantite su tutto il territorio nazionale(ai sensi dell’art. 117, co. 2, lett. m, Cost.)

La pubblicazione on line dei documenti,così come imposta dal Decreto, favorisce:

- “forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”;

- “concorre ad attuare il principio democratico e i principi costituzionali di eguaglianza, di imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell’utilizzo di risorse pubbliche, integrità e lealtà nel servizio alla nazione”.

Inoltre, il provvedimento introduce un forte apparato sanzionatorio per le Società che non rispettano gli obblighi di trasparenza: responsabilità disciplinare e

dirigenziale, eventuale responsabilità erariale (ed anche per danno all’immagine)

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Organismo Indipendente di Valutazione (OIV)

In linea con quanto disposto dall’art. 44 del D. Lgs. 33/2013 questo organismo è tenuto a verificare che i PTPC siano coerenti con gli obiettivi stabiliti nei documenti di programmazione strategico-

gestionale e che nella misurazione e valutazione delle performance si tenga conto degli obiettivi connessi all’anticorruzione e trasparenza

L’attività di controllo sull’adempimento degli obblighi di pubblicazione in capo all’RPCT è svolta con il coinvolgimento dell’OIV al quale il RPCT

segnala i casi di mancato/ritardato adempimento.

In breve, il compito principale dell’OIV concernel’attestazione dell’assolvimento degli obblighi di trasparenza

Il D. Lgs. 97/2016 ha apportato rilevanti modifiche alla L. 190/2012, modifiche che rafforzano le funzioni attribuite all’OIV in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza (anche in una logica di

coordinamento con il RPCT e di relazione diretta con l’ANAC)19

Decreto legislativo 39/2013

“Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso

le Pubbliche Amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico”

Tale decreto si applica agli incarichi conferiti nelle Pubbliche Amministrazioni, enti pubblici ed enti di diritto privato in controllo pubblico

Inconferibilità = la preclusione, permanente o temporanea, a conferire incarichi a coloro che abbiano riportato condanne penali *…+, a coloro che abbiano svolto incarichi o ricoperto cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati da Pubbliche Amministrazioni o svolto attività professionali a favore di questi ultimi, a coloro che siano stati componenti di organi di indirizzo politico.

Incompatibilità = obbligo per il soggetto cui viene conferito l’incarico di scegliere, a pena di decadenza, entro il termine perentorio di 15 giorni tra la permanenza all’incarico e l’assunzione e lo svolgimento di incarichi e cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalla Pubblica Amministrazione che conferisce l’incarico, lo svolgimento di attività professionali ovvero l’assunzione della carica di componente di organi di indirizzo politico.

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Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) Determinazione n. 12 del 28/10/2015

Determinazione n. 831 del 03/08/2016

Questo documento dell’ANAC vincola alla redazione di un

PIANO TRIENNALE per la PREVENZIONE della CORRUZIONE (PTPC) aziendale:

esso è previsto anche dalla L. n. 190/2012, in species dall’articolo 1, comma 8 e

rappresenta lo strumento principe attraverso il quale si sistematizza organicamente e si descrive nello specifico il procedimento finalizzato a definire

una strategia aziendale di prevenzione della corruzione e della trasparenza.

In esso si delinea un programma di attività (con i relativi impegni) derivante da una fase di analisi ex ante che, in estrema sintesi, consiste nell’esaminare

l’organizzazione, le sue regole e le sue prassi consolidate in funzione di una “possibile esposizione” al fenomeno corruttivo. 23

Quali sono le previsioni più rilevanti riportate nel PTPC 2016-2018?

• PROGRAMMA FORMATIVO:

Rivolto, con approcci differenziati, a tutti i soggetti che partecipano a vario titolo alla formazione ed attuazione delle misure anticorruzione (referenti, organi di indirizzo, responsabili di uffici di diretta collaborazione e di incarichi amministrativi di vertice, responsabili degli uffici e dipendenti)

Deve approcciare in modo specialistico tematiche come ad esempio:

- Analisi di contesto esterno/interno

- Mappatura dei processi aziendali

- Individuazione e valutazione del rischio

- Identificazione delle misure preventive

• MAPPATURA DEI PROCESSI:è stata completata la codifica delle procedure attinenti i processi aziendali.

In particolare, nel triennio 2016-2018 saranno mappati tutti i processi riportati nella

tabella che segue

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Quali sono stati gli esiti delle mappature? Ecco alcuni esempiAREA DI RISCHIO B – AFFIDAMENTO DI LAVORI, SERVIZI E FORNITURE

• PROCEDURA NEGOZIATA SENZA BANDO:• Esito rischio Medio-Basso

• AFFIDAMENTI DIRETTI:• Esito rischio Medio-Basso

• VARIANTI ENTRO IL 20% DEL VALORE DEL CONTRATTO:• Esito rischio Medio-Basso

• VARIANTI ECCEDENTI IL 20% DEL VALORE DEL CONTRATTO:• Esito rischio Medio-Alto• Eventi rischiosi: Il rischio si può ritrovare sia qualitativo che quantitativo, il primo è sull’effettiva

legittimità della variante, il secondo sulla corretta remunerazione della variante. • Priorità di intervento: si propone una pluralità di tecnici che analizzano la congruità della variante sia

economicamente che tecnicamente.

• ACCORDI QUADRO: • Esito rischio Medio-Alto• Eventi rischiosi: mancato controllo sul costo e sulla qualità del singolo articolo.• Priorità di intervento: Eliminare dalle condizioni contrattuali con i fornitori lo spazio per poter

acquistare prodotti diversi da quelli oggetto della gara. A questo si sopperisce o con accordi quadro puntuali fin dall’origine su tipologia/prezzo nell’incognita della quantità (fermo restando l’individuazione di un importo massimo) oppure prevedendo la tecnica del rilancio competitivo fra più soggetti dai quali scaturiscono i prezzi per tipologia di prodotto. Inoltre si suggerisce un processo di verifiche a campione da effettuarsi mediante la funzione “qualità” o RPCT sulla corretta gestione delle entrate merci per i contratti a valore. 28

Quali sono stati gli esiti delle mappature? Ecco alcuni esempi

AREA DI RISCHIO H – TECNICO E GESTIONE IMPIANTI

• ACCETTAZIONE RIFIUTI:• Esito rischio Medio-Alto• Eventi rischiosi: accettazione rifiuti per le variabili peso e qualità sia in entrata che in uscita

(verifica di “conformità”) per la sede di via Paronese• Priorità di intervento: in atto procedimento di implementazione della videosorveglianza e di

lettura targhe automezzi.

• GESTIONE DATI:• Esito rischio Trascurabile

• TRATTAMENTO RIFIUTI:• Esito rischio: Medio-Basso

• PROGETTAZIONE, INGEGNERIA DI MANUTENZIONE E AMMINISTRAZIONE:• Esito rischio Trascurabile

• GESTIONE TECNICA ESECUZIONE LAVORI:• Esito rischio Trascurabile

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Ecco alcune delle previsioni riportate nel PTPC 2016-2018

• INCARICHI DI COLLABORAZIONE:Entro la fine del 2016 si prevede di effettuare un monitoraggio sugli incarichi di

collaborazione al fine di individuare procedure codificate di affidamento degli incarichi nel rispetto dei seguenti passaggi:

- Verifica dell’effettiva necessità

- Procedura selettiva tramite valutazione curriculare

- Verifica di congruità del corrispettivo

• AGGIORNAMENTO DEL PIANO:Il RPCT elabora la proposta di misure preventive in relazione alle ulteriori attività

aziendali di cui sia ritenuta opportuna l’inclusione nel PTPC ed anche secondo le nuove disposizioni dell’ANAC

Le proposte verranno sottoposte all’approvazione del CdA, che adotterà il nuovo PTPC per il triennio 2017-2019

Nel corso di validità del piano, questo potrà comunque essere rivisto ove ne venga ravvisata la necessità/opportunità, tramite pronunciamento del CdA, su proposta del RPCT.

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RIEPILOGANDO…Quali sono i due modelli anticorruzione?

- Legge 190/2012 = si concentra solo sulla prevenzione della corruzione contro la P.A. e le società controllate

- D. Lgs. 231/2001 = ha un’estensione molto più ampia e riguarda molte altre tipologie di reato (ambientali, salute e sicurezza sul lavoro, societari, ecc.)

Quali sono le principali differenze di responsabilità/compiti tra il RPCT e l’OdV?

RPCT

- elabora la proposta di PTPC e ne verifica l’efficacia di attuazione

- Propone la modifica/aggiornamento del PTPC

- Definisce le procedure per la selezione/formazione dei dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione

- Individua il personale da inserire nei programmi di formazione (in materia di anticorruzione e trasparenza) di concerto con il responsabile aziendale della selezione e formazione

Organismo di Vigilanza

- Disamina in merito all’adeguatezza del MOG e vigila sulla sua effettività

- Gestisce i flussi informativi da e verso l’OdV

- Vigila sulla formazione/informazione del modello

- Cura l’aggiornamento e presenta proposte di adeguamento del MOG

Si ricorda che esistono delle circostanze nelle quali

(seppur mantenendo i propri ruoli distinti)

RPCT e OdV cooperano, ad esempio:

In occasione delle riunioni periodiche, durante gli audit, nei momenti di formazione comuni 31

Quali sono le modifiche apportate dal D. Lgs. 97/2016al ruolo del RPCT?

Leggendo il testo del decreto risulta evidente l’intento di

rafforzare i poteri di INTERLOCUZIONE e CONTROLLO del RPCT

nei confronti di tutta la struttura.

Emerge che il RPCT deve avere la possibilità di incidere effettivamente all’interno dell’azienda e che, alla responsabilità del RPCT, si affiancano

quelle dei soggetti che, in base alla programmazione del PTPC, sono responsabili dell’attuazione delle misure di prevenzione.

Si configura sempre di più un MODELLO A RETE in cui il RPCT possa esercitare poteri di programmazione, impulso e coordinamento ma la

cui funzionalità “reale” dipende dal coinvolgimento e dalla responsabilizzazione di tutti coloro che, a vario titolo, partecipano

all’adozione/attuazione delle misure previste nel PTPC

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Sulla base delle novità appena riportate:qual è il modus operandi auspicabile?

- Maggiore condivisione/coinvolgimento del management aziendale e del CdA nella definizione della programmazione

- Implementazione della comunicazione con le diverse aree aziendali mediante relazioni periodiche di informazione sullo stato di avanzamento dei lavori

- Controllo/monitoraggio in itinere dei processi mappati operando secondo una scala gerarchica sulla base del grado del rischio rilevato

- Proposte/modifiche al PTPC ed all’organizzazione dei processi aziendali sulla base dell’esito delle mappature

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Per concludere: quali società devono sottostare agli obblighi

dell’anticorruzione e trasparenza?

Sulla base degli approfondimenti condotti dal RPCT, si ritiene che debbano adeguarsi agli obblighi prima analizzati SICURAMENTE le seguenti società del gruppo:

ASM SPA: in qualità di società in controllo pubblico diretto che svolge attività di pubblico interesse in house dai Comuni della Provincia di Prato

PROGRAMMA AMBIENTE: in qualità di società in controllo pubblico indiretto, che svolge due diverse filiere di attività: quella di pubblico interesse e quella di mercato. Per tale ragione SOLO LE ATTIVITÀ DELLA FILIERA PUBBLICISTICA (cioè quelle ricevute in affidamento diretto da ASM) rientrano nel campo di applicazione della trasparenza ed anticorruzione

ESSEGIEMME: in qualità di società in controllo pubblico indiretto, che svolge attività di pubblico interesse.

Invece…

PROGRAMMA AMBIENTE APUANE: in qualità di società in controllo pubblico indiretto che svolge attività di mercato NON RIENTREBBE nel campo dell’applicazione della trasparenza ed anticorruzione

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Si riporta “l’essenza” della Relazione Annuale al Parlamentodel 14 luglio 2016 del Presidente ANAC Raffaele Cantone

Il presidente dell’ANAC non ha nascosto le criticità che rendono ancora

difficile l’attuazione concreta dei PTPC

negli enti pubblici e nelle loro società controllate.

Questo perché (spesso) i funzionari ed i responsabili

chiamati ad adottarlo/attuarlo lavorano:

“nell’isolamento e nel sostanziale disinteresse

degli organi di indirizzo politico *…+”.

Ostacoli fattuali che l’ANAC conta di superare con il nuovo piano, maggiormente snello e più facilmente applicabile

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