io come autore 48

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Anno 2 N. 48 / APRILE 2012 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011. autore 48 numero o Il socialnetwork per la cultura è già on-line raggiungici ora! In copertina, foto di Mauro MAttarelli Nè romanzo Nè fumetto GRAPHIC NOVEL Novità è tutto un fiorir d’amor…. Il viaggio immenso dell’amore… ….anche se a volte sbaglia strada

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Rivista dedicata agli autori

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Page 1: Io Come Autore 48

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Anno 2 N. 48 / Aprile 2012 - periodico settimanale - editore e proprietario: eBookservice srl C.F./p.i. : 07193470965-reA: Mi-1942227.iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.

autore 48num

ero

oIl socialnetworkper la cultura

è già on-line

raggiungici ora!

in copertina, foto di

Mauro MAttarelli

Nè romanzo

Nè fumetto

GRAPHIC

NOVEL

Novità

● è tutto un fiorir d’amor…. ● Il viaggio immenso dell’amore…

● ….anche se a volte sbaglia strada

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❥ Not a skeleton

MAURO MATTARELLIARTIsTA COnTEMpORAnEO.

Ho iniziato a fotografarequalunque cosa diversi anni fa poi,per fortuna, ho aggiustato un po’ iltiro. L’approccio al ritocco digitaleè un’esperienza più recente eha preso il sopravvento quandogiocando con due immagini, se n’ècreata una terza che alla primaimpressione mi ha lasciato senzafiato, muto, stupito. Ho iniziatoa “creare” immagini tagliando,aggiungendo, sovrapponendo,ricolorando, ricreando. L’immaginepredominante è quella che dettal’emozione e l’immagine dicontorno è quella che la rafforza.Il risultato è sempre quello: mistupisco davanti all’immaginenuova che senza tutti quei trucchinon avrebbe avuto modo diesistere. Quello che mi auguro èche anche solo una minima partedelle emozioni che provo davantialle mie “creature” possa arrivarea chi le guarda, anche solo per unavolta, anche solo per poco tempo.Questo sarebbe bello: sapere cosapensa e cosa prova chi guarda lafotografia in quell’ istante.se è quello che provo io, milascerebbe davvero stupito.

www.mauromattarelli.carbonmade.com

48num

ero

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Mauro Mattarelli

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som

mar

iorubriche

Federica Farini | 6Anche l’amore a volte sbaglia stradaValentina Trenta | 16Il viaggio immenso dell’amore

48autori num

ero

pennellate di parole | 10di Giovanna VanniniL’angolo della poesia | 12di Rossana de GrisantisBlogger per passione | 14di Rossana LombardiLetture in semibreve | 18di Laura e Paola Caponettinon solo pietre | 22di Natale Barcapenne e tulipani | 26di Giuseppe RaudinoGraphic novel! | 28di Giorgio Ginelli

Eventi | 32Eventi per i vostri cinque sensi

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www.iocome.it

editoriale

Tutti noi dobbiamo fare i conti con il vero tiranno della no-stra vita, il tempo. Ci sono giorni che non basterebbero 30

ore per contenere tutto. Altri che, al solo pensiero di quante cose devi fare, sei già stanco. Ci sono ore che passano senza

accorgertene, in cui avresti dovuto, o potuto, fare molto al-tro... Ci sono invece minuti che non passano mai.

Che scorrono nelle loro frazioni infinitesimali in un modo che sembra così diverso, da quando volano via.

Sembra lo facciano riflettendo più volte, sul fatto che anche loro, questi istanti, non torneranno più indietro.

Arriveranno altri attimi, altri minuti, lenti o veloci.Conterranno quelle promesse di nuove felicità che non basta-no mai a rendere la nostra vita rotondamente soddisfatta. Le conterranno tutte, dipenderanno da come vivremo altri atti-

mi, immediatamente precedenti,per permettere loro di svelarsi o meno.

Saranno questi attimi che fisseremo nel nostro cuore,nella nostra mente, tra le righe. In un modo del tutto unico.

Buona lettura a voi!

sabrina Carrozza

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Federica Farini, nata a Milano nel 1977. Quel doppio sette le

ha sempre portato fortuna. Dopo il liceo linguistico è approdata alla Facoltà di Scienze dell’Educazio-ne, approfondendo materie uma-nistiche come Sociologia e Psico-logia. Dal 2002 all’anno 2004 si è trasferita alle Isole Baleari. Attual-mente lavora per una banca d’affa-ri straniera e collabora con portali e riviste di attualità, curando con passione alcune rubriche di moda e oroscopo. L’astrologia e la scrit-tura rappresentano i suoi hobby, nella speranza un giorno di essere ricordata per ciò che ha scritto.

scrive per vocazione e non solo per passione. Perché i suoi pensie-ri possano trasformarsi in confor-to, sorrisi, lacrime. Emozioni da generare come un effetto farfalla in anime a lei sconosciute.

Giudica il potere della scrittura simile a quello di una pozione magica, capace di collegare e av-vicinare le persone attraverso i sot-tili grovigli dei sentimenti migliori. Le parole hanno un cuore grande e possono diventare un messaggio di speranza per chiunque sia in gra-do di accoglierlo e farlo proprio.Questo è anche il motivo per cui ogni lettore dovrebbe abbandonar-

si alle pagine del primo romanzo di Federica “Anche l’amore qualche volta sbaglia strada”. La storia ha preso vita da un sogno. Pubblicare non è stato difficile: dopo un’atten-ta selezione delle case editrici ab-bordabili è riuscita ad “attraccare” presso Nefatsia, editore piccolo ma distribuito.

L’ironia e l’autoironia sono le caratteristiche che maggior-mente la contraddistinguono, e alla domanda enuncia gli aggettivi che ti rappresentano, non ha dub-bi nella risposta: solare, affidabile,

Anche L’amore Qualche

Volta Sbaglia Strada

Autrice

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numero

48Federica Farini“Tanti ti cercano, spiazzati da una luce senza futuro. Altri si allungano, vorrebbero tenerti nel loro buio.Ti brucerai, piccola stella senza cielo. Ti mostrerai, ci incanteremo mentre scoppi in volo.Ti scioglierai, dietro a una scia un soffio, un velo. Ti staccherai, perché ti tiene su soltanto un filo, sai”.

estroversa, allegra, sincera, pas-sionale.

“Io mi so dar ottimi consigli, ma poi seguirli mai non so. E per que-sto nei pasticci spesso son.” Come la famosa Alice del Paese delle Me-raviglie, che ha imboccato il suo tragitto senza alcuna esitazione (ma senza pensare che poi tutto si paga un dì), anche Valentina si ritrova improvvisamente persa, in una dimensione di vita che non le appartiene. Ma è proprio su quella stessa strada che Valentina (diven-tata Stella), seduta come Alice in

mezzo al bosco, saprà ritrovare la sua via, la propria dimensione, qua-si per magia e proprio nel momento di maggiore disperazione.

Come il sorriso di un bizzarro Stre-gatto ci può condurre fuori da quel-la selva oscura, così un evento ina-spettato può riportarci sulla strada della felicità, quando meno sembra possibile.

Serendipity è la filosofia del roman-zo di Federica Farini, che partendo da tonalità rosa, è capace di trasfi-gurarsi nei mille colori dell’arcoba-leno, accattivando l’attenzione di lettori di ogni genere ed età. Pro-prio perchè la vita, come l’amore, è un viaggio che non ha mai fine e ci porterà sempre e per sempre a sco-prire infinite possibilità.

Spesso sono proprio i percorsi se-condari e più tortuosi ad insegnar-ci che tutto può (sempre ed anco-ra) accadere. Perchè anche l’amore qualche volta può sbagliare (stra-da). La Storia Infinita è il suo film guida. Metafora dell’essere umano come figura del guerriero-bambino Atreyu, eroe inconsapevole della sua immensa forza chiamata corag-gio. Piccola stella senza cielo, come canta Luciano Ligabue, le fa ricor-dare di sè… ●

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La storia delicatamente accat-tivante è quella di Valentina,

eroina metropolitana, né eterea né perfetta, che cade nel fango e si sporca, perdendo la rotta del cuore nel momento in cui si ri-trova ad entrare a pieni voti nella vita di adulta.L’icona della “principessa gra-ziosa e felice” viene traslata nel-la contemporaneità e depredata dell’amore: Valentina si trasforma in Stella, affermata escort.La sua vita le sfuggirà di mano, fino a perdersi completamente. La redenzione sarà un inaspettato regalo del destino. ●

Anche l’Amore qualche volta sbaglia stradaAutore: Federica FariniEditore: Neftasia ISBN: 978-88-6038-125-5 Euro: 17,00Pagine: 224

numero

48Federica Farini Autrice

www.federicafarini.it

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Gli ultimi ritocchi, e Laurentine governante giovane, si sarebbe deliziata gli occhi con l’immagine di quella tavola da lei apparec-chiata con tanta amorevole cura. Fernard il giardiniere, le aveva raccolto un mazzo di fioriture variegate, intramezzate da un solo tralcio verde, giusto per mettere in risalto le varie screziature dei bianchi che lo com-ponevano. Una scelta sobria ed elegante, che non rubava la scena ai colori delle pie-tanze in arrivo.

Nell’immensa cucina al piano inferiore, il cuoco Marcel si asciugava soddisfatto le mani sul grembiale, mentre un sorriso sor-nione e compiaciuto faceva capolino da sot-to i lunghi baffi arricciati all’insù. Sul tavolo di marmo grigio in mezzo alla cucina, erano esposti i frutti della sua maestria; due l’en-trées, una soupe de tomates, un tarte d’ar-tichaus avec les pigeons e per dessert…una mousse au chocolat…!

Un silenzio ancestrale incorniciava quel momento di contemplazione culinaria. Solo Marcel poté interromperlo con un battima-ni veloce, quasi intimidatorio, seguito da un: “Vite, vite, s’il vous plait !...” riportando le maestranze alle loro incombenze.Intanto Laurentine, dopo aver controllato che posate a bicchieri fossero alla dovuta distanza dal piatto come il galateo impone-va, si era ritirata in camera sua.

Dismessi gli abiti da governante, rinfrescò volto e decolleté nel lavabo di zinco sotto al lucernaio, spazzolò la chioma ramata ap-pena mossa raccogliendola in un morbido chignon, lasciò che l’abito di organza rosa

pennellate di paroleViaggio a Marsiglia…

Giovanna è nata a Firenze e residente a Montespertoli, dopo una par-tecipazione ad un antolo-gia, ha intra-preso l’attività di scrittrice e recensore. Qui la cono-scerete grazie alla capacità di interpretare a suo modo molti capola-vori di varie correnti arti-stiche.

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pallido dallo scollo generoso, la ve-stisse, mettendole in risalto il seno formoso e la vita sottile.

Abbandonato grembiale e cappello sulla sedia, alla luce dell’ultimo rag-gio di sole, Marcel si insaponò e stro-finò con vigore il fisico asciutto, nel tentativo di togliersi di dosso que-gli aromi tanto gradevoli in cucina, quanto nauseanti se mischiati all’ef-fluvi della pelle. Una marsina di gala e una camicia bianca inamidata, lo attendevano appoggiati sul letto. Tra lo stupore e l’invidia del resto della servitù, imprestata dalla real-tà a quella sera di sogni, Laurentine

Giovanna Vannininu

mero

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e Marcel fecero ingresso nella sala, presero posto alla loro tavola imban-dita, e iniziarono… dall’assaggiarsi con gli occhi!…

Solo tra un paio di giorni Madame e Monsier Chevalieur padroni di casa, sarebbero rientrati dal loro viaggio a Marsiglia… Giovanna Vannini

Henri MatisseIl tavolo da pranzo 1896(olio su tela) stavros s. niarchos Collezione privata

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Rossana De Grisantis

I tuoI voltI

Mille voltiprendon formasul volto mioper celar malinconianell’anima mia…le mie danzeintreccerannoil tuo camminoed io più certaper le imperviestrade del mondome ne andrò!

Rossana De Grisantis nasce il 28 Giugno 1969 in un piccolo centro della provincia di Bari, Turi. Cresce in una famiglia in cui saldi sono i valori di sacrifi-cio, onestà e lealtà. Bimba sen-sibile e ricettiva, assorbe nel bene e nel male ogni sfumatu-ra dell’ambiente in cui vive.

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l’angolo della poesia

num

ero

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Mamma mi prendi un cane/gatto? Questa è una fra-se che prima o poi tutti i genitori si sentiranno

dire dai proprio figli, i bambini, infatti, adorano gli animali e ar-riverà sicuramente il fatidico mo-mento in cui vorranno un amico a quattro zampe.Questo non è assolutamente un male, anzi, è stato proprio dimostrato che, la presenza di un animale domesti-co, stimola la crescita affettiva e psi-cologica dei bambini, in particolare quando si tratta di un gattino o di un cagnolino. Questi animali, infatti, sono in grado di offrire compagnia e affetto ai bambini, creando cosi un legame particolare grazie al qua-le, il bambino, impara a rapportarsi con un altro essere vivente diverso da sé, riversando così affetto verso qualcuno di diverso dai propri geni-tori. Avere un amico sempre a dispo-sizione di coccole e gioco fa sentire il bambino importante e amato e lo aiuta nei momenti difficili della sua crescita, come l’arrivo del fratellino, l’inizio della scuola, ecc.. Inoltre im-parando ad accudire un cucciolo au-menta il suo senso di responsabilità che gli tornerà utile in altri contesti della vita.Ecco qualche consiglio per una serena convivenza tra “cuccioli”.

Bambini eanimali domestici

Sono Rossana Lombardi ho 32 anni e sono mamma di tre bambini.Faccio la copywriter per alcuni siti web e ho anche un mio blog perso-nale, in cui racconto le mie giornate di mamma e parlo di prodotti per bambini.

Cuore di mamma

Bloggerper passione

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numero

48Rossana Lombardigatto e, nel caso del cane, abituarlo fin da piccolo a fare i propri bisogni fuori. Infine è molto importante pu-lire spesso gli ambienti dove stanno come le loro cucce.

Definire gli spaziè bene fin da subito definire gli spa-zi tra animali e bambini quindi si do-vrà spiegare al bambino che l’amico peloso non può dormire nel suo letto o mangiare dal suo piatto come lui non deve stare nella sua cuccia o di-sturbarlo mentre mangia. Inoltre, nel caso del gatto e relativa lettiera, bi-sogna metterla, innanzitutto, in un posto poco accessibile al bambino e comunque spiegare al bambino che lì non deve assolutamente toccare.

Con queste semplici regole la convivenza con gli amici a quat-tro zampe sarà senz’altro più semplice. ❤

Rossana Lombardi

Rispettoè molto importante insegnare al bambino che il suo amico a quattro zampe non è un giocattolo ma un es-sere vivente che come tale va rispet-tato, starà ai genitori spiegare, per esempio, che non si tirano la coda, le orecchie e che non bisogna fare gesti bruschi che possono far reagire l’ani-male in malo modo. Un buon rappor-to di convivenza si basa proprio sul rispetto reciproco.

IgieneLa prima regola da seguire è senz’al-tro quella di tenere gli amici pelosi puliti e curati quindi sono d’obbligo le normali vaccinazioni e le precauzioni contro le pulci, inoltre, bisogna avere cura di pulire la lettiera nel caso del

❥ Blog: http://unamammanelweb.blogspot.com

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Cosa ti ha portato a scrivere?Per me scrivere significa trasmettere sul foglio le sensazioni che mi scatena il mondo circostante. Prendo spunto dalla vita quotidiana. Scrivo, pratica-mente, da sempre. Mi piace inventare storie, creare dei veri e propri perso-naggi. Finora mi sono sempre cimen-tata in racconti realistici, quelle situa-zioni nelle quali chiunque potrebbe riconoscersi. Ma non escludo nessun genere, a priori.

Scrivere, per me, è un talento natura-le: non avendo mai frequentato corsi di scrittura, mi limito ad informarmi e a leggere molto, piuttosto che formar-mi attraverso specializzazioni precise. Posso dire, con certezza, che scrivere è un bisogno quasi fisico, ed impellen-te, che mi accompagna tutti i giorni.

Quando hai deciso di scrivere il tuo primo libro?Circa un anno fa. Quando avevo tem-po e, soprattutto, ispirazione mi met-tevo davanti al pc, e le dita scivolava-no sulla tastiera dando vita a pensieri che stupivano persino me.L’elemento più importante nel mio modo di approcciarmi alla scrittura è il fatto di lasciar fluire quello che mi viene in mente, in maniera quasi incontrollata. Soltanto in un secondo momento, mi dedico al controllo ge-nerale dei miei scritti.

È stato facile trovare un Editore, ti sei affidato ad un agente lette-rario? Descrivi il tuo percorso per arrivare alla pubblicazione.No, non mi sono rivolta ad un agente letterario. Ho inviato i miei racconti ad una casa editrice, La Caravella, ed ho ricevuto un giudizio positivo ed una proposta letteraria. Diciamo che mi è andata di lusso.

Come nascono i tuoi libri?Questa è la mia prima opera, nata co-munque di getto, di sensazioni. Ogni tanto mi accingevo a scrivere un rac-conto, finchè non mi sono trovata di fronte alla cartella, ne l pc, con un nu-mero di racconti abbastanza elevato. Perciò, spinta principalmente dalla curiosità di essere giudicata da qual-cuno al di fuori delle mie conoscenze, ho deciso di inviarlo alla casa editrice.

Come ti descriveresti?Molto sognatrice, sensibile e acuta osservatrice del mondo circostante.

l’intervista

Autrice

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numero

48Valentina Trenta

Il viaggio immenso

dell’Amore

Racconti come frammenti di vita, dove l’esperienza del vivere si fonde con l’emozione di af fermarsi ed essere parte del presente. Dall’omosessualità alla sof ferenza, dalla malattia alla malasanità, dalla forza di volontà all’amore ed alla morte. Vita e uomini di tutti i giorni, pronti a non arrendersi.

Anno: dicembre 2011 Autrice : Valentina TrentaEditore: La caravella editriceISBN: 978-88-95402-99-4 Pag.: 126Prezzo: € 12,00

Il tuo motto personale?Vivi e lascia vivere..

Vivi per…Impegnarmi nelle mie passioni, e godere della soddisfazione che ne deriva, inevitabilmente.

perché acquistare la tua ope-ra?Per sognare, per staccare un po’, per emozionarsi, per com-muoversi, per entrare in storie, non troppo distanti da quelle che sentiamo tutti i giorni, che vivia-mo in prima persona, che ci rac-conta un’amica. ●

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di Laura Caponetti

Cose da fare prima di leggere “Dona Flor e i suoi due mariti”, che, ve lo dico, è uno dei miei

libri preferiti: in primo luogo procu-rarsi un disco di Bossa Nova e/o di Samba, in secondo luogo, prima di prendere il libro in mano, chiudere a chiave la porta della cucina. Una vol-ta fatte queste cose v’immergerete nella lettura più profumata, sensuale e divertente che riuscite ad immagi-narvi. Se pensate che stia esageran-do e che vi stia dicendo queste cose solo perché adoro Jorge Amado, beh, forse avete ragione, ma giuro, “croce sul cuore”, che non è solo per questo, e adesso vi spiego perché. prende-te Bahia, avete capito no? Bahia, in Brasile. Metteteci il Carnevale. Aggiungete una manciata di can-nella. Innaffiate il tutto con ab-bondante Cachaca, et voilà, ecco gli ingredienti principali di cui è fatto questo libro. State attenti, po-treste aver voglia di fare un trenino per casa e i vostri familiari potrebbe-ro prenderla male; oppure di andare

Letture in Semibreve...il giusto mix di parole e musica

Dona Flor e i suoi due mariti di Jorge Amado

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al supermercato nel quale fate la spesa da dieci anni ed improvvisamente chiedere ai commessi dove si trovi il latte di cocco. Il fatto è che Flor è una giovane donna, bravissima in cucina, sposata con il tipo di uomo dal quale una brava e morigera-ta donna come lei, dovrebbe star lontana. Vadinho, proprio lui, il grande conduttore del Carnevale, lo spietato donnaiolo, l’a-mante più focoso di tutta Bahia. Le vicine pettegole un pò invidiano Flor e un pò la compatiscono. Non sanno che Flor è fe-lice così, ma, ahimè, un giorno Vadinho scompare (su questo non aggiungerò al-tro) e Flor si ritrova improvvisamente sola. Per provvedere a se stessa, dopo lo sgomento iniziale, deciderà di tenere una scuola di cucina proprio lì a casa sua.Così, chiacchierando con le allieve Dona Flor si sentirà meno solo, e, dopo qual-che tempo, essendo Flor ancora bella e giovane, le allieve cercheranno di con-vincerla a rifarsi una vita, proponendole questo o quell’altro. Per Flor tutto ciò è impensabile finchè non verrà catturata dalla mitezza di un farmacista il cui mot-to è “ogni cosa a suo posto, un posto per ogni cosa”. Il farmacista, distinto signore di mezza età è ciò che ci vuole per Flor, lo pensano tutti e se ne convince lei stes-sa, tanto da cedere alla timida corte del preciso farmacista; certo, quest’ultimo è ciò che di più lontano e più diverso si pos-sa immaginare rispetto al primo marito. Il suo alito non sa di vino e di tabacco e le notti con lui non sono fatte di amplessi e di passione e Flor comincia a sentire la mancanza di quelle notti intense, tan-to da cominciare a vedere il marito per

Letture in Semibreve 48num

ero

casa, da parlargli e litigare persino. Perché, anche se morto, Vadinho non è diverso da ciò che era stato da vivo, anzi, adesso è pure geloso, non vuole quel tizio per casa, non fa che ripe-tere che quell’uomo non può e non deve sostituirlo, così incomincia per-sino ad infilarsi nel loro letto e a stuz-zicare la moglie come ai bei tempi.Flor non può resistergli, in fin dei conti, si ripete, che non sta facendo nulla di male. Così Flor si ritrova coi suoi mariti, con la differenza che uno di loro è morto, sì, morto, anche s e adesso è più presente di prima, ades-so, infatti Vadinho è lì tutto per lei e Flor non deve preoccuparsi di andar-lo a cercare all’alba perché probabil-mente era troppo ubriaco per tornare a casa, e non deve più tribolare per i suoi tradimenti.Adesso Flor ha tutto, la sua scuola di cucina, un marito, serio profes-sionista, da tutti rispettato, e l’altro, quello che nella sua vita porta la gio-ia, l’allegria e la spensieratezza del Carnevale. Uno provvede a lei in un senso, e l’altro a tutti gli altri sensi. A volte, naturalmente, le capita di confondersi, deve stare attenta a non scambiare i nomi, ma, per il resto le va bene così. Come darle torto. ●

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2020

paola4quARTi

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eroLetture in Semibreve

questa settimana consiglia l’ascolto diMaria Gadù, album

Maria Gadù, (2009)

Autore: Jorge AmadoTitolo: Dona Flor e i suoi due mariti Editore: GarzantiIsbn: 881168204-2Pag.: 528Prezzo: € 16,00

...il giusto mix di parole e musica

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num

ero48

La beLLa età deL bronzo eiL suo sconvoLgente epiLogo

Nel numero scorso di questa rubrica ho parlato della Gola di Sa-marià a Creta, un ambiente naturale selvaggio e incontaminato, e un luogo denso di richiami storici e mitologici, percorrendo il quale si ha la sensazione di passare dal mondo reale a un altro mondo, misterioso ed evocativo. A quel racconto avrei voluto aggiungere qualcosa, ma non ho potuto farlo per ragioni di spazio. Adesso ne ho l’opportunità.

Il ricordo che ho del cammino di Samarià è strettamente legato alla maturazione di una tappa più avanzata del mio cammino di conoscen-za. In precedenza il mio interesse per la storia e la civiltà dei popoli antichi si era concentrato sulla Civiltà Greca. Visitando il Palazzo di

Cnosso e quello di Fe-sto, e il Museo Archeo-logico di Iraklion, tutti a Creta, ho realizzato che il “miracolo greco” andava collocato in un processo di evoluzione culturale che era inizia-to molto tempo prima. A Creta, prima dei Gre-ci, quel processo aveva registrato la fioritura di un’altra civiltà, quella dei Minoici, che ave-va occupato l’Età del Bronzo e che, con l’ar-rivo dei Micenei (intor-no al 1450 a.C.), si era trasformata in “Minoi-co-Micenea”. Parlo del-la civiltà di una società

complessa, piuttosto avanzata tecnologicamente, che aveva una visio-ne del mondo, una filosofia della vita, improntata alla coltivazione del senso estetico e alla gioia di vivere. Non vanno comunque sottaciuti i lati oscuri, documentati dalle tracce di sacrifici umani trovate ad Ane-mospilià e a Cnosso.La Civiltà di Creta dell’Età del Bronzo fiorì contemporaneamente ad altre civiltà, diffuse in Anatolia, nel Levante meridionale e in Egitto, e

Non solo vecchie pietre

Creta:palazzo di Cnosso

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Natale Barca

natale Barca è uno scrittore e saggista che ha al suo attivo un significativo numero di testi che trattano di storia e civiltà dei popoli antichi. Il suo campo di indagine si estende dall’Europa mediterranea al Sahara orien-tale, fino all’Asia occidentale, in un arco di tempo che abbraccia dalla preistoria alla storia antica (www.natalebarca.it).

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capaci a loro volta di esprimersi in modo delicato, grandioso o altamente drammatico, secondo i casi. Di queste altre civiltà si conservano numero-se testimonianze, tra cui spiccano le architetture di Micene (Peloponneso orientale), uno dei principali centri d’irradiazione della Civiltà Micenea; quelle della città di Hattusha, capitale dell’Impero Ittita (cuore dell’alto-piano anatolico); quelle di Qatna, capitale di un regno siriano del Bronzo Medio e Tardo, prospero e potente; infine, quelle dell’Età Ramesside in Egitto, tra cui i maestosi templi di Abu Simbel, scavati nella roccia. Ma “c’è un tempo per ogni cosa...” La bella Età del Bronzo ebbe un epilo-go sconvolgente. Nel mio libro “Al tempo dei Ramessidi” (Ananke, Torino, 2008, bross., ill. b/n, pp. 381, euro 19,00) ne parlo più o meno in questi termini.

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E’ uno dei primi giorni di primavera, il periodo che segna l’apertura della stagione della navigazione. La Guerra di Troia è stata vinta. Ne-store, re della Messenia (Peloponneso occidentale), è tornato a casa e si gode il riposo, mentre altri “nostoi” (ritorni) non sono stati così felici. Poco dopo una minaccia si profila all’orizzonte. Nel timore di un pericolo imminente, si decide di rafforzare il dispositivo di difesa. Si potenzia la sorveglianza armata lungo la costa, viene intimato ai possi-denti di consegnare l’oro per prepararsi alla guerra, vengono dedicati doni preziosi nei templi, vengono compiuti sacrifici umani agli dei. Infine la minaccia si materializza. Il Regno di Nestore subisce un col-po tremendo e rimane tramortito, il Palazzo di Pilo brucia e si dissol-ve nelle alte fiamme della rovina. Più o meno contemporaneamente, un’ondata di violenze e distruzioni si abbatte su molti altri centri di potere della Grecia peninsulare, delle isole del Mar Egeo e di zone di-scontinue dell’Anatolia e del Mediterraneo Orientale.Le città-palazzo - ognuna delle quali è il fulcro dell’espansione e della vitalità di un popolo orgoglioso, intraprendente, vincente - vengono investite da una furia incontenibile; le loro rovine vengono marchia-te dal fuoco, mentre un oceano di sangue scorre per le vie interne, trascinando tutto in una grande ondata di morte. I Palazzi di Micene, Tirinto e Midea-Dendra cessano di funzionare. Midea-Dendra, Crisa, Menelaion, Tsoungiza e Nichoria vengono evacuate. Pure l’acropoli di Tirinto viene abbandonata, o lo sarà più tardi. Un’ondata di disastri si abbatte anche su Creta: Kydonià e altri insediamenti vengono annien-tati. Tutti i vecchi stanziamenti micenei in Oriente vengono abbando-nati, salvo Trianda (Yalisos) a Rodi e Serraglio a Kos. Tutto questo è un trauma insostenibile per la Civiltà Micenea: non solo per le cittadelle ben costruite, con i loro Palazzi fiorenti e le an-nesse fortificazioni, ma anche per l’organizzazione politica e il model-lo economico. La produttività agricola precipita, le vie commerciali diventano insicure, i conflitti interni s’inaspriscono. E comunque, quanto avviene non è solo una crisi interna al mondo mi-ceneo; quest’ultima è solo un aspetto di un cambiamento traumatico di portata più vasta, che, come un uragano, investe, risucchia e fran-tuma l’intero Egeo, l’intera Anatolia, Cipro e il Levante meridionale.In quegli anni terribili (circa 1230-1180 a.C.) tutte le terre comprese fra lo Jonio e l’Eufrate, e fra l’Egeo settentrionale e il Mediterraneo orientale, diventano teatro di una vorticosa e incalzante successione di eventi, di una spirale di situazioni drammatiche e non circoscrit-te (distruzioni, migrazioni, sommovimenti politici), che precipita nel caos l’intera area, modificando in profondità le situazioni e ipotecando gli sviluppi dell’età successiva.

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di Natale BarcaNon solo vecchie pietre

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Uno dei fattori di crisi è rappresentato dai Popoli del Mare, un’ac-cozzaglia di popoli mediterranei diversi, che hanno in comune l’in-tento predatorio. L’emigrazione-invasione di questi masnadieri con-tribuisce a determinare il collasso dell’Impero Ittita. Già potente e orgoglioso, quest’ultimo si disfa, travolto da cause interne ed ester-ne. Poco dopo pure il Regno di Alasiya (Cipro), che fonda la sua ric-chezza sullo sfruttamento economico del rame del suo sottosuolo, soccombe. E lo stesso si può dire per gli staterelli che si dividono il controllo del Levante meridionale, tra cui il Regno di Ugarit: crollano l’uno dopo l’altro, come birilli. Lo stesso Stato Faraonico è messo in pericolo dell’instabilità politica che si è determinata ai suoi confini nord-orientali; corre il rischio di essere invaso, ma si salva. Quando i Popoli del Mare, resi baldanzosi dai successi conseguiti, giungono alle porte del Delta, si trovano davanti l’esercito e la flotta da guerra di Ramesse III. Lo scontro è inevitabile, la lotta è aspra e sanguinosa, infine i Popoli del Mare vengono respinti. La maggior parte dei vinti si disperde ed esce definitivamente di scena. L’esigua parte restante, con il consenso del Faraone, si stabilisce nel Levante meridionale. I Paleset, in particolare, s’insediano in Palestina, e nella “Bibbia” saranno citati con il nome Filistei. Intanto un nuovo popolo si sta formando sulla costa libanese: quello dei Fenici. Poco dopo un al-tro popolo giunge in Palestina dall’Egitto: quello di Israele. L’Età del Bronzo è finita, inizia l’Età del Ferro. ●

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Acropoli di Micene: la porta dei Leoni.

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Di solito chi ama la scrittura sogna di diventare romanziere. I più velleitari, e spesso ingenui, puntano alla poe-sia, ma evidentemente non ci si disco-sta più di tanto dalla carta stampa-ta. Qualcuno con la testa sulle spalle aspira a diventare giornalista, magari avendo in mente i romantici resoconti degli inviati che scrivono dai posti più esotici e avventurosi del globo, per poi rendersi conto che il giornalismo è una dura professione che si impara sulla strada a forza di snervanti attese, inconcludenti buchi nell’acqua e ama-re delusioni. Lo stereotipo dello scrit-tore armato di penna e calamaio, Oli-vetti lettera 22 o, più recentemente, computer e iPad, col sogno di essere esposto nella vetrina della Feltrinelli dedicata alla top 10, è intramontabile.Questo è un vero peccato, special-mente in una fase semiologica domi-

nata dal predominio delle immagini e dei suoni sulla parola scritta. I roman-zi cosiddetti best seller, con centinaia di migliaia di copie vendute, possono raggiungere svariati milioni di perso-ne quando vengono trasposti in ver-sione cinematografica.I miei studenti, malgrado i libri che devono leggere per passare gli esami e qualche romanzo più alla moda (so-prattutto gialli scandinavi), sono avidi consumatori di serie televisive. Alcu-ni di loro si misurano addirittura in questa appassionante arte, ottenen-do discreti successi con la macchina da presa. La maggior parte delle vol-te condividono i loro lavori su Vimeo o anche su Facebook, ricevendo dei meritati commenti in favore dei loro prodotti. Tuttavia non dobbiamo di-menticare che il cinema, la tv e il più recente webcast si basano su un lavo-

Scrivere per il cinema

Penne e tulipani:appunti di scrittura mediatica

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num

ero48di Giuseppe Raudino

Giuseppe Raudino è docente di Teoria dei Media presso l’Università di Scienze Applicate Hanze di Groningen, Olanda.Lavora anche come giornalista freelance e ha pubblicato diverse opere di narrativa.Il suo romanzo L’isola del tempo è

disponibile su Lulu.com e la sua home page è www.raudino.webs.com

Scrivere per il cinema

ro preliminare di scrittura. Quella che è inizialmente una semplice idea (il soggetto) deve essere elaborato attra-verso varie fasi (sceneggiatura, sud-divisione in scene, dialoghi, scaletta, copione, etc.) prima di essere filmato. Oggi esistono numerosi programmi - molti dei quali gratuiti, come Page 2 Stage - che assistono lo scrittore nel-la creazione del copione. Ovviamente bisogna familiarizzare con regole e consuetudini del linguaggio cinema-tografico, ma di tutorial la rete è pie-na (il nome del personaggio va cen-trato e in maiuscoletto, i dialoghi solo centrati ma i margini sono più ampi, e cosi via). Attualmente esistono nume-rosi buoni motivi per scrivere un film

piuttosto che un romanzo: l’autore è pagato per il proprio lavoro indipen-dentemente dal numero di spettato-ri, mentre i guadagni del romanziere sono legati al numero di copie ven-dute (generalmente soli il 5-15% del prezzo di copertina spetta all’autore); inoltre non è necessario intrapren-dere alcun faticoso tour di librerie e presentazioni, visto che il produttore del film si prende cura della promo-zione del prodotto; infine, il mercato per il piccolo e grande schermo è più vasto e fiorente di quello editoriale, con la semplice conseguenza che si guadagna bene. ●

Giuseppe Raudino

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La materia del racconto, trattando la graphic novel, non cambia considerevolmente; muta il modo, lo stile, il media, ma sostanzial-mente il fondamento per una buona narrativa rimane la creazione dei personaggi. I quali servono a raccontare storie a lungo re-spiro, affrontando tematiche esistenziali, normalmente estranee al fumetto. La differenza tra graphic novel e fumetto non è una

questione di serie A o serie B; così come non esiste realmente una letteratura che può essere considerata più “alta” di un’altra.

di Giorgio Ginelli

E Manga fu…

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Akira

Graphic Novel!

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ero48

è una questione di ritmo, di respi-ro: il fumetto è per forza di cose più frammentato di una graphic novel, che in genere può essere considera-ta un corpo unico, un racconto com-piuto su se stesso, che molto spesso non ha seguito. è comunque fuori di dubbio, che per il nostro modo di in-tendere le cose, il fumetto appaia in-dicato più a un pubblico adolescen-ziale, mentre la graphic novel sia destinata a coloro che prima o poi vogliono dive ntare adulti.

In questa tradizione che rappresen-ta un’evoluzione fondamentalmente occidentale, l’oriente – in particolare il Giappone – si innesta prepotente-mente con la propria verve visiona-ria, stravolgendo dal secondo dopoguerra il panorama della narrazione internazionale con i manga. A complicare la situazione interviene an-che la natura stessa della tradizione giapponese; infatti, alcuni manga assomigliano a fumetti destinate a bambini, mentre altri assomiglia-no a romanzi a fumetti destinati agli adulti. Siamo in una situazione di non linearità a cui gli occidentali ben difficilmente si adattano. Il primo manga ad ar-rivare in Italia alla fine degli anni ’90, è stato Akira del dise-gnatore Katsuhiro Otomo; inizialmente in una frammentaria edizione che però ri-prendeva la versione americana. Gli appas-sionati hanno dovuto aspettare in XXI se-colo per vedere un’e-dizione ortodossa di questo famoso manga giapponese, di stampo

Naruto

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decisamente cyberpunk, ambientata in una delirante Nuova Tokio di un fu-turo post guerra mondiale.Ma i manga non hanno tematiche fis-se e prestabilite, così come non han-no generi preferiti. Basta dare uno sguardo alle opere di autori come Masashi Kishimoto, Tite Kubo, Eii-chiro Oda o Yellow Tanabe. Uno degli esempi più interessanti,

che accomuna differenti temi è senz’altro il manga “Death note” di

Obata Takeshi e Ohba Tsugumi del 2003. è un intelligente connubio di generi drammatici, dal mistero allo

psicologico, passando per il soprannaturale, senza tralasciare gli aspetti dell’omosessualità adolescenziale. Degli stessi autori è an-che “Bakuman” del 2008, un manga decisamente realistico che mischia commedia e dramma, immerso in un tipico am-biente scolastico adolescenziale; i due esempi sono solo apparen-

num

ero48Giorgio Ginelli

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Bleach

One Piece

Graphic Novel!

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temente differenti, in quanto l’intento è comunque sempre quello didattico. Da Akira a oggi, infatti, la questione non è cambiata in effetti. E non lo sarà mai. per i giapponesi il manga è un “me-dia globale”, che utilizza una grafica visiva differente dal fumetto occidentale, con un puro e sottile obiettivo didattico. Insomma: intanto che noi stiamo ancora a discutere quale sia la differenza tra le strip comics, i fumetti e le graphic novel, i giap-ponesi hanno risolto il problema alla radice. Per loro non ci sono differenze, a parte le fasce d’età a cui si riferisce. Per citare Eijiro Shimada (un importante editor giapponese): il manga è qualco-sa che descrive in modo vivido e profondo gli esseri umani. Come ogni aspetto della cultura e tradizione orien-tale, dunque, andrebbe letto e compreso esclusi-vamente con i loro occhi, senza l’inquinamento del nostro pensiero occiden-tale. E questa conside-razione vale per i manga come per la loro medicina tradizionale.

Bakuman

Kekkaishi

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi

MAssAGGIO DI LUCE

Milano e TriesteIl sito www.massaggiodiluce.org offre la possibilità di affacciar-si al vasto mondo dell’aromaterapia, online e con appuntamenti a Milano e Trieste.

Giovedi’ 12 aprile 2012 inizia il corso online di autoprodu-zione, aromaterapia e fiori di Bach che dura otto settimane e comprende dodici lezioni.

Domenica 22 aprile a Trieste, Corso di Aromaterapia pratica e sottile e Profumi Naturali - Crea il tuo profumo per studiare insieme gli oli essenziali sia da un punto di vista pratico quo-tidiano che da un punto di vista psicologico-emotivo...e creare insieme un tuo profumo personale, da portar via a fine corso!

Domenica 6 maggio a Milano, Ayurlab, corso-laboratorio di Autopro-duzione di oli, unguenti e creme con Aromaterapia su ricette ayurvediche e mediterranee. Producia-mo insieme tre prodotti da usare e imparare a fare anche a casa, e tan-te ricette e aromi da spe-rimentare. Tutte le informazioni sul sito www.massaggiodiluce.org!

Annusa!

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numero

48I nostri eventi per i vostri 5 sensi

“MIBAC”

dal 14 - al 22 aprileIn TUTTA ITALIA

Anche quest’anno, il MiBAC per promuovere e valorizzare il Patrimonio culturale italiano apre gratuitamente le por-te di musei, ville, monumenti, aree archeologiche, archivi e biblioteche statali, per nove giorni, dal 14 al 22 aprile su tutto il territorio nazionale, offrendo un ricco calendario di appuntamenti: mostre, convegni, aperture straordinarie, laboratori didattici, visite guidate e concerti, che renderan-no ancora più speciale l’esperienza di tutti i visitatori.Lo scopo fondamentale di questa iniziativa è quello di tra-smettere l’amore per l’arte e favorire nuove esperienze cul-turali attraverso la conoscenza dell’immenso patrimonio italiano, grazie anche al coinvolgimento di altre Istituzioni pubbliche e private, per una partecipazione estesa e capil-lare su tutto il territorio.

per tutte le informazioni, www.beniculturali.it

Osserva!

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi

Dal 17 al 22 aprilesALOnE DEL MOBILE

Fiera Rho pero, MilanoDentro…!

Dalla sua istituzione, nel 1961, il Salone del Mobile di Mi-lano ha dato alla qualità italiana la possibilità di imporsi e farsi conoscere all’estero, e ogni anno attira mi-gliaia di visitato-ri provenienti da ogni angolo del mondo. Si svol-gerà nell’ambito dei Saloni 2012, che includono, oltre all’evento principale, Euro-cucina, il Salone Internazionale del Bagno, il Salo-ne Internazionale del Complemento d’Arredo e il SaloneSatellite.Pur essendo rivolto soprattutto ai professionisti del settore che avranno accesso esclusivo alla fiera da martedì 17 a ve-nerdì 20, il Salone del Mobile aprirà le sue porte al pubblico sabato 21 e domenica 22. In questo modo, anche i profani

Osserva, Ascolta, Tocca…e Gusta!

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I nostri eventi per i vostri 5 sensi

appassionati di arredamento avranno la possibilità di scopri-re le nuove tendenze di un ambito pieno di fascino e molto amato.

Oltre 2.500 gli espositori (alcuni rientrati «in sede» dopo anni di «fuorisalone») negli spazi di Rho Pero. Qui, oltre ai padi-glioni tematici, saranno allestite un’ area wellness aperta a tutti (stanza dello yoga, spazio relax e tavola della bellezza) e tre lounge dedicate agli espositori. Novità: il grande pub-blico potrà visitare i Saloni sia sabato sia domenica e il Frec-

ciarossa fermerà a Rho per tutti i giorni dell’ espo-sizione. E per uno spuntino, street food dello chef stellato Ma-rio Uliassi.

… e Fuori!

Si chiamano Zona Tortona, Brera Design District, Ventu-ra -Lambra te , Portavenezia In

Design Liberty, Porta Romana Design: sono i quartieri mi-lanesi per gli eventi che, a una settimana dall’apertura del Salone del Mobile e della Design Week (a Milano dal 17 al 22 aprile), si stanno preparando per dare vita all’elemento caratterizzante della manifestazione, il FuoriSalone.

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www.iocome.it

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